TRADING
Una guida per chi ritiene il trading una propria filosofia di vita
n. 12 - ottobre 2012
e SHOW v li TOL 2012 L’Analisi sull’indice FTSE MIB40 secondo Elliott di C. Zanetti
Presa di beneficio o ricominciamo a speculare? di B. Milano
L’Eurostoxx in questo ultimo scorcio del 2012 di G. D’Angelo
La ricerca dei punti d’inversione sui mercati finanziari di G. Defendi
Prezzo dell’oro in salita grazie alla crescita boom del mercato dei gioielli in Cina di C. Vallotto
Palazzo Mezzanotte di A. Renault
HOLP: un set up multi time frame di S. Fanton
Value Area
Trading in opzioni Perchè? di E. Pegoraro
St. Regis Florence Un amore a 5 stelle di C. De Luca
di A. Peano
Gerini editore
editoriale
Ritorna puntuale come sempre il TOL Expo, l’appuntamento
di Andrea Renault
autunnale giunto quest’anno alla sua decima edizione... la manifestazione milanese dedicata al trading e all’investimento online ospitata a Palazzo Mezzanotte sarà accompagnata da novità importanti e sarà curioso vedere se l’affluenza, visto anche il periodo non particolarmente felice dei mercati, rispecchierà le aspettative.... spesso è proprio in occasioni come questa che aumenta l’interesse degli appassionati che accorrono numerosi desiderosi di ascoltare le opinioni dei loro beniamini. L’evento è rivolto ai professionisti ma anche e soprattutto ai piccoli risparmiatori interessati a conoscere strumenti come gli ETF, i certificates, i covered warrant e i derivati, grazie a seminari gratuiti organizzati da Borsa Italiana ai quali si affiancheranno numerosi corsi tenuti da brokers, traders e associazioni.
La manifestazione vedrà la presenza di oltre 40 espositori e offrirà la possibilità di incontrare i traders, gli emittenti, le società legate al mondo del trading e per la prima volta il mondo universitario. I Lapidari, i Biocchi, i Milano, i D’Angelo, i Berlinzani, i Moltrasio, la Turri ecc. ( ci perdonino i non nominati ), calcheranno la scena da protagonisti convogliando come sempre l’attenzione dei presenti con le loro strategie e i “consigli per il trading“..... anche se sarà quasi impossibile per i comuni mortali eguagliare tali gesta, ma sarà sempre godibile ascoltarne gli aneddoti e i loro modi di interpretare correlazioni, divergenze ecc... nella speranza di carpirne qualche segreto!! Attraverso la presenza ai convegni, eventi ed incontri sarà forse più facile capire e prevedere quali saranno gli scenari futuri dei mercati e l’evoluzione del settore .. a tutti voi, un invito ad essere presenti perchè ..... c’è sempre qualcosa da imparare, l’occasione è ghiotta!!! Buon trading! wintrader54@yahoo.it
NUMERO 13
ottobre 2012 In attesa di registrazione Direttore responsabile: Elisabetta Failla Coordinatore progetto Andrea Renault Collaboratori: Claudio Zanetti, Biagio Milano, Gianvito D’Angelo, Gianluca Defendi, Carlo Vallotto, Stefano Fanton Giuseppe Minnicelli, Alberto Peano, Borsa Italiana, Enrico Pegoraro, Elisabetta Failla, Carmelo De Luca Alberto Presutti www.tradingliveshow.it Editore:
GERINI Editore
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via Gabrio Casati 4 - 50136 Firenze
TRADING TRADING LIVE SHOW LIVE SHOW
a cura di Claudio Zanetti
Presa di beneficio o ricominciamo a speculare? a cura di Biagio Milano
L’Eurostoxx in quest’ultimo scorcio del 2012! a cura di Gianvito D’Angelo
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La ricerca dei punti d’inversione sui mercati finanziari
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Prezzo dell’oro in salita grazie
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Palazzo Mezzanotte
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Analisi sull’indice FTSE MIB 40 secondo Elliot
a cura di Gianluca Defendi
alla crescita boom del mercato dei gioielli in Cina a cura di Carlo Vallotto
a cura di Andrea Renault
HOLP: un set up multi time frame a cura di Stefano Fanton
w w w.tradingliveshow.it
live SHOW 28 31 35
Riflessioni amare da 3der.... a cura di Giuseppe Minnicelli
Value Area a cura di Alberto Peano
Mini Futures 100: dall’8 ottobre sul mercato IDEM a cura di redazione IDEMagazine – Borsa Italiana
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Trading in opzioni Perchè?
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Renaissance Then and now
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a cura di Enrico Pegoraro
a cura di Elisabetta Failla
St. Regis Florence: un amore a 5 stelle a cura di Carmelo De Luca
Non si dice piacere
Sommario
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TRADING
a cura di Alberto Presutti
info@tradingliveshow.it
TRADING LIVE SHOW
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Esistono Investimenti e Fondi Comuni sicuri? Sicurezza : una esigenza sempre più sentita in un’epoca piena di incertezze. Certezze? Possono esserci certezze o almeno qualche sicurezza per chi investe? Chi “mette nel materasso” i propri soldi ha una sola certezza : l’inflazione eroderà di certo i suoi risparmi ed il suo potere di acquisto. Beni rifugio? I Buoni del Tesoro non sono esenti da rischi e gli immobili si sono deprezzati quasi ovunque… L’ epoca del rischio zero è definitivamente tramontata. La sicurezza reale deriva dalla trasparenza di chi gestisce e dalla struttura dell’ investimento. Un esempio pratico - un Fondo Comune: i Fondi Comuni sono ottimi veicoli di investimento; permettono di diversificare in modo ottimale anche disponendo di piccole cifre. Però un Fondo Comune convenzionale che investe in obbligazioni o azioni, senza protezioni “assicurative”, è giocoforza soggetto alle oscillazioni dei mercati: un ribasso genera perdite.
Possiamo ovviare a tutto questo ? Per fortuna si. Possiamo infatti inserire “assicurazioni “ in portafoglio: si chiamano OPZIONI, consentono di proteggere il portafoglio anche in caso di ribassi e di svincolarci dai cicli di borsa. I gain saranno possibili in ogni fase di mercato, non solo rialzista (approccio market neutral). Possiamo anche avere un’altra certezza: sapere quale potrebbe essere la massima perdita è importante, ancor più di sapere quali potranno essere i guadagni. La accurata gestione del rischio secondo le normative internazionali consente di pianificare un profilo di rischio/rendimento non aggressivo, di contenere il rischio e di limitare rigidamente le eventuali perdite. Un altro fattore influisce notevolmente, la trasparenza: Le società di gestione residenti in molte nazioni hanno invece la possibilità di pubblicare i portafogli in modo dettagliato, questo purtroppo non accade in Italia. Poter disporre di un portafoglio dettagliato è importante: anche chi non ha competenze finanziarie sufficienti può così valutare e controllare ogni aspetto del proprio investimento.
Quindi una sicurezza c’è davvero: un investimento o un Fondo Comune che investe trasparentemente non solo in azioni, obbligazioni e commodities ( oro, petrolio, etc. ) ma anche in futures ed opzioni e che ha una efficiente gestione del rischio può dare ottimi risultati, mediamente ben superiori a quelli di gran parte dei Fondi Comuni dell’ “industria del risparmio”. Ne deriva una sicurezza che diversamente non si trova : i guadagni mediamente si realizzano in ogni fase di mercato; gli strumenti finanziari presenti in portafoglio sono “sani” e funzionali solo al gain per l’investitore; il rischio massimo è limitato da protocolli trasparenti ed efficienti. La leggenda racconta che ai piedi dell’ arcobaleno c’è una pentola piena di monete d’ oro: è possibile che ci voglia del tempo per trovarla, di certo è importante che il tesoro sia protetto e che sia visibile per il suo proprietario. Dott. Paolo Oliveri p.oliveri@strategicresearch.ch www.strategicresearch.ch
a cura di Claudio Zanetti
Analisi sull’indice FTSE MIB40 secondo ELLIOTT A
ncora domenica 22 febbraio 2009 alle ore 22:20 - notare la data 22/02 e l’ora 22:20 - in questa sede si scrisse - con il future SPMIB40 che quotava a 16500 cioè gli stessi valori di oggi che sul raggiungimento del livello di 12905 - scritto ancora il 1° ottobre del 2008 quando il derivato quotava a 26000 circa il prezzo secondo i dettami delle onde di Ralph Nelson Elliott aveva chiuso una struttura ribassista iniziata con il top del marzo 2000 di 51335 di derivato domestico. Si ripropone l’articolo di allora con il relativo grafico:
Analizzando il grafico della Borsa Italiana dal 1960 secondo il conteggio delle onde di Elliott si evince tale analisi. (cliccare sul grafico per ingrandirlo). Il top del 1961 non sarebbe altro che la fine di onda 1 grande partita tra la fine del 1938 e l’inizio del 1939 cioè da quando sono iniziate le rilevazioni di borsa con l’Indice “Il Sole 24 Ore” indice storico della Borsa Italiana, con una durata di 22,5 anni pari a 90 trimestri ovvero il numero principe secondo la Gann Theory. La grande onda 2 di correzione si articola in un A-B-C complesso. Infatti la prima parte della correzione è una costruzione flat a-b-c per l’onda A e una formazione a-b-c- a zigzag per l’onda B (in una sorte di running correction) cioè una correzione nella stessa direzione del trend. A questo punto l’onda C si svilupperà al ribasso. La grande onda 2 è stata una correzione flat espanso 3-3-5 e termina con
il minimo del 22/12/1977, della durata di 16 anni circa. A questo punto dal bottom del 1977 inizia la grande onda 3. Suddividiamola nelle classiche 5 onde. La (1) termina con il top del 03/06/1981, la (2) correttiva a ritracciare la (1) scende fino al minimo del 22/07/1982 e ritraccia esattamente il 61,8% della prima; l’onda (3) al rialzo si esaurisce con il top del 20/05/1986 ed è lunga 3,23 volte onda (1). 3,23 volte è esattamente il doppio di 1,6180. La (4) correttiva si articola in un a-b-c che termina con il minimo del 16/09/1992. Per completare la 3 grande, manca l’onda (5) che a sua volta si articola in 5 onde. La 1 piccola della (5) della 3 grande termina con il top del 1994, la 2 piccola con il minimo del 1995, la 3 piccola al rialzo con il top del 1998, poi la storno della 4 piccola tra fine 1998 e inizio 1999, e l’ultima gamba cioè la 5 piccola della (5) della 3 grande con il top storico di TRADING LIVE SHOW
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sempre del marzo 2000 pari a 51335 di future perpetual, 35001 di Mibtel, 51272 di Mib30 e 2182,34 di indice Comit. A questo punto tracciando un canale, notiamo che la trend-line che parte dal top della grande 1 tocca perfettamente nella parte alta sia la (3) della 3 grande e soprattutto il top identificato come la 5 piccola della (5) della 3 grande. Avendo a questo punto 3 onde grandi, con il massimo di sempre deve iniziare lo storno della 4 grande. Ralph Nelson Elliott aveva espresso chiaramente che se un’onda di correzione fosse “composta” come la 2 grande (f la t 3 - 3 - 5 e s panso) l’altra onda di correzione - e cioè la 4 grande - deve essere “semplice” e svilupparsi in uno zigzag A-B-C, e che la C è lunga come la A. Analizzando la correzione partita con il top del marzo 2000 - utilizzando il future, noteremo che la A è durata 1100 giorni passando da 51335 a 20550. Il rialzo 2003/2007 altro non è stato che la B con il top del 21/05/2007 di 43905. La C che si sta sviluppando con pari punti di discesa (ossia 30785) terminerà a 12905 ritracciando esattamente il 76,4% di tutta la onda 3 grande e toccando la parte bassa della parallela della trend-line che parte dal bottom del 1977 dove era terminata onda 2 grande di correzione. In più la 4 grande durerebbe in termini di tempo il 38,2% della 8
TRADING LIVE SHOW
2 grande, e sempre la 4 grande ritraccerebbe il 50% del tempo che è durata la 3 grande al rialzo, anche se il tempo per le onde di Elliott è meno significativo. Tale scenario è valido fino alla tenuta del super canale rialzista, il quale poi dovrebbe portare nel tempo ad una 5 grande come illustrato dal grafico. Una sua rottura imporebbe di rivedere il conteggio e calcolare questa correzione come una (A)-(B)-(C) ancora maggiore, probabilmente di una correzione di tutta la sequenza rialzista partita dal 1938/1939, e fino al 2000. Buon fine settimana a tutti. Claudio Zanetti. E’ significativo notare che già nel febbraio del 2009 - quando molti analisti ancora non sapevano dove andava a finire il mercato e gli stessi che da 1 anno a questa parte vedono solo catastrofi ribassiste senza considerare che nessun indice italiano ha mai rotto il minimo del 2009 in questa sede, si parlò di beartrend potenzialmente concluso. La spiegazione sta solo ed esclusivamente nella lettura psicologica dell’analisi e di coloro che la compongono. Nell’ottobre del 2008 siamo stati i primi a dire che il mercato avrebbe raggiunto 12905 in modo matematico con probabile allungo ribassista fino al bottom del 1992 di 7430 di future, ma allora nessuno vedeva nemmeno il livello di 12905 per cui la massa era di
un’altra opinione, e il prezzo ci arrivò alla perfezione. Quando il prezzo raggiunse il pavimento di 12905 - fatto a 12340 con chiusura weekly a 12895 - siamo stati gli unici che parlarano di reazione rialzista fino a 24520/24680 - fatto a 24495 - e il mercato domestico puntualmente rispettò l’analisi perchè la massa non lo vedeva. Fù nel 2010 che in questa sede si cominciò a parlare di 30000 punti, perchè la massa oramai cosciente di quello che era oramai successo - lettura tardiva o se vogliamo lettura del passato e non previsione per il futuro - e con l’avvicinarsi della crisi economica, sviluppava solo analisi negative. Troppo semplice che il mercato avesse a quel punto rotto il bottom del 2009 per scendere fino ai livelli devastanti del 1992. La rottura del doppio setup del 2010 ha avuto il compito di riportare le quotazioni in doppio minimo - ma solo per intercettare i livelli angolari della Gann Theory - sbagliato leggere l’analisi del Comit finchè non era arrivato il FINE TEMPO sul derivato domestico come spiegato nell’articolo settimanale intitolato “ Il Testimone” pubblicato il 16 giugno del 2012 - e l’anno di setup del 2012 - mantenendo intatta la struttura dichiarata nel febbraio del 2009 con la lettura elliottiana.
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Milano, 18 e 19 Ottobre 2012 Palazzo Mezzanotte, Congress Centre and Services h. 9.00 - 18.30
Vi sottopongo ora un’alternativa della lettura elliottiana che si sposerà solo se la psicologia di massa - quando il mercato sarà a 30000 - non vedrà più ribasso. Tale lettura sarà solo della grande onda 4 visto che le prime 3 grandi onde rimangono invariate.
B di onda 4 grande e la sua onda b è pari all’1,33% rapporto armonico secondo i dettami elliottiani. A questo punto per terminare la ONDA B di onda 4 grande manca all’appello la onda C, la quale salendo di 18364,86 punti - valore simile a quello naturale
Il 07 marzo 2000 il mercato termina grande onda 3 e inizia grande onda 4. Il primo ribasso da 50108,56 a 20324,06 corrisponde alla ONDA A di onda 4 grande ed è lunga 29784,50 punti. Il rialzo dal 12 marzo 2003 al 18 maggio del 2007 - top a 44364 della lunghezza di 24039,94 punti - non è la ONDA B di onda 4 grande ma una onda a di ONDA B di onda 4 grande, e quindi solo una parte della ONDA B. La onda b di ONDA B di onda 4 grande è tutto il ribasso da 44364 del 18 maggio 2007 al bottom del 24 luglio del 2012 di 12295,76 pari a 32068,24 punti in overlarp. Il rapporto tra la onda a di ONDA
per eccellenza della Gann Theory - porterebbe il mercato fino a 30660,62 e quindi sul target atteso di 30785. Un rialzo di 18364,86 punti comporta che la C sia lunga lo 0,764% della onda a di ONDA B di onda 4 grande. Questo rapporto non solo risulta armonico per la teoria di Elliott ma la somma di onda a e di onda c al rialzo di ONDA B di onda 4 comporta che il rapporto con la onda b di ONDA B di onda 4 grande al ribasso è ancora una volta 1,33%. Questa variante è abbastanza rara e si chiama running flat, dove la onda b termina ben oltre onda a come in un flat espanso, ma l’onda c non riesce a percorrere
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TRADING LIVE SHOW
tutta la sua distanza mancando il livello al quale l’onda a finiva - 44364 per intenderci. Questo caso avviene quando le forze nella direzione del trend più grande sono così potenti che la formazione è obliqua verso quella direzione. A questo punto la ONDA B di onda 4 grande durerebbe 10 anni - dal marzo 2003 al 2013 - e una volta completata manca all’appello la ONDA C a completare onda 4 grande. Questa durerebbe 3 anni a livello temporale - lo stesso della ONDA A chè durata dal marzo 2000 al marzo 2003 - e completerebbe tutta la correzione di onda 4 grande nel 2016 portando il ribasso dal 2000 a 16 anni cioè gli stessi che è durata la grande onda 2 dal 1961 al 1977. Un ribasso fino a 7910 partendo dal top di 30660,62 porta d un conteggio di 22750.62 cioè ancora una volta il 76,4% di ONDA A di onda 4 grande. Questa è l’unica lettura che si pone come alternativa a quanto scritto ancora nel febbraio del 2009 e solo se la psicologia di massa sarà positiva quando saremmo a 30000 punti, altrimenti il 31 maggio del 2018 il derivato sull’Indice FTSESPMIB40 rivedrà il livello di 51335 - top storico di sempre - e lo oltrepasserà.
Claudio Zanetti www.consiglidiborsa.it
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a cura di Biagio Milano
PRESE DI BENEFICIO o ricominciamo a SPECULARE?
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opo aver passato un mese di Agosto assolutamente positivo, e aver raggiunto i massimi relativi nel mese di settembre (vicino quota 17 mila) il mercato in poche sedute ha perso spinta ed e’ andato al test dei 15 mila punti. In questo modo ha ritracciato di circa 1/3 il movimento fatto. Gli sviluppi sul fronte Grecia e i probabili aiuti richiesti da Madrid saranno le tematiche su cui il mercato provera’ a speculare nel mese di Ottobre, all’interno del quale sono previste anche alcune aste importanti di titoli di stato Italiani. Dal punto di vista grafico , tuttavia , il livelli da tenere in considerazione, nel caso di una discesa sotto i 15 mila di FTSEMIB, sono due: area 14735 e area 14500. 12
TRADING LIVE SHOW
Quest’ultima rappresenta un’importante spartiacque tra la prosecuzione del trend rialzista di breve e un pericoloso ritorno verso un trend ribassista “importante”. Mentre al rialzo sappiamo bene che quota 17150 sembra alquanto invalicabile, per adesso. La rottura di quest’ultima ci trascinerebbe verso i 20 mila punti. Sul fronte americano partiranno
a breve le ultime giornate della campagna elettorale , che vede tuttavia l’attuale presidente Obama favorito sul candidato repubblicano. Comunque vada, tradizione vuole che il primo anno delle elezioni presidenziali i mercati azionari subiscano statisticamente delle discrete prese di beneficio. Analizzando il Dow Jones graficamente, l’area 13300, precedentemente area di resistenza, e’ attualmente il
supporto piu’ importante che si presenta . Sotto tale livello, l’indice americano andrebbe in breve al test dei 12750. Ma se dovessimo osservare statisticamente quanto accaduto nella storia dei mercati americani durante il primo anno delle presidenziali, ci si potrebbe aspettare un Dow Jones in area 11850, buon supporto che rappresenta circa un 10% di ridimensionamento dalle attuali quotazioni. E’ palese come la FED stia agendo a sostegno di Obama, con un chiaro atteggiamento “politico”, perche’ l’ultimo QE3 messo in atto evidenzia come si offra ogni “doping” al mercato, pur di mantenerlo forte. Certo le mosse della FED sono state a mio avviso alquanto azzardate, perchè in tale maniera non e’ difficile innescare una crescita inflattiva decisa. Infatti
denaro messo a disposizione coi vari Quantitative Easing finisce nelle commodities, facendo salire speculativamente molti di questi strumenti, come sta accadendo (ad esempio) al grano. Si tende a far del bene da un lato, ma si fa del male dall’altro. Inoltre l’esperienza ha insegnato che i precedenti QE non hanno portato grossi benefici nell’economia reale: dunque perche’ insistere, se non per un atteggiamento puramente “politico” ? Detto questo l’Europa vive i suoi momenti difficili grazie ai politici che continuano ad insistere con piani di austerita’ pessimi e con la parola d’ordine che oramai li rappresenta: TASSE! Hollande tassa, Monti tassa, Rajoy tassa… e la gente muore di fame! Una lodevole iniziativa che serve a fare scappare ulteriormente dall’europa sia i
capitali che le imprese! Anziché abbattere la pressione fiscale per spingere investimenti e un ritorno dei capitali (che a loro volta abbatterebbero il debito pubblico), il delirio li porta a fare il contrario! Per cui dal punto di vista macro ci attendono certamente anni bui, con uno stato recessivo che ci trascineremo per circa un decennio. E le borse di tutto il mondo si adegueranno a questo stato di cose, riproducendolo con un amplio trading range, a mio avviso, dal quale per diverso tempo non ci muoveremo, ma sul quale si possono fare molte operazioni positive, comprando sul panico, e vendendogli poi l’euforia.
Biagio Milano http://www.amicaborsa.it/
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a cura di Gianvito D’Angelo
L’Eurostoxx
in quest’ultimo scorcio del 2012!
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uesta volta parleremo di Eurostoxx50, per i pochi che non lo conoscono il future più scambiato in Europa! Sul grafico di lungo periodo con time frame mensile siamo su un livello molto interessante delimitato dalla trendline discendente sui massimi tracciata dai famosi livelli pre-crisi di fine 2007! In area 2500-2600 punti abbiamo una alta coincidenza di fattori che qualificano questa area di prezzi.
Primo - I precedenti massimi di marzo di quest’anno Secondo - Medie a 20 e 50 periodi Terzo - 50% del ritracciamento dello swing tra 3100 e 1900 punti 14
TRADING LIVE SHOW
Nel migliore degli scenari che tutti noi ci auguriamo, la negazione di un pattern di inversione short come la shooting star mensile, (come sanno perfettamente le persone che mi seguono) sarebbe un perfetto segnale long. In realtà i mercati si muovono ad onde per cui un ottimo metodo per capire se il mercato salirà, è valutare la reazione dei prezzi in prossimità di questa fatidica resistenza: tanto più alto sarà il minimo di reazione, tanto più forte sarà la rottura del livello. Siamo in una figura di compressione delimitata dalle frecce gialle, che sembra oramai giunta alla fine! La statistica ci suggerisce per la parte finale dell’anno, un rialzo o
perlomeno un consolidamento dei prezzi per cui un eventuale ribasso con perdita di area 1900 non dovrebbe accadere prima della fine del primo trimestre del 2013! Per saperne di più o scambiare idee di trading potete scrivermi a:
supergianvi@gmail.com
oppure contattarmi sul mio profilo facebook, luogo dove sono solito interagire con chi mi segue postando grafici, commenti all’operatività e molto altro!
Buon Trading a tutti!
Gianvito D’Angelo
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a cura di Gianluca Defendi gdefendi@class.it
La ricerca dei punti di inversione
sui mercati finanziari La costruzione di strategie operative per il trading di breve termine si fonda sull’individuazione di alcune configurazioni tecniche, potenzialmente profittevoli, che consentono sia di controllare il rischio iniziale sia ottenere buoni margini di profitto. Sotto questo punto di vista possiamo individuare due diverse strategie operative: a) le strategie di tipo “trend-following”, che seguono la tendenza principale esistente su un certo mercato. Con questo tipo di operatività si sfrutta la direzione primaria seguita dai prezzi: se il trend è rialzista si aprono soltanto posizioni di long; se invece il trend è ribassista si opererà soltanto al ribasso (aprendo posizioni short) b) le strategie di tipo “contrarian”, invece, mirano a individuare l’esaurimento di un trend e cercano di anticipare l’inizio di una nuova tendenza, opposta a quella precedente. Con questo tipo di operatività si deve attendere che il mercato raggiunga degli accessi (le tipiche situazioni di ipercomprato/ipervenduto) associati ad alcuni segnali di indebolimento provenienti sia dall’analisi algoritmica (ad esempio la perdita di momentum, le divergenze prezzi/oscillatori) sia da quella grafica (le tipiche configurazioni di inversione). In questa sede ci occuperemo di questa seconda tipologia di strategie operative che, in alcuni casi, posso-
no anche essere utilizzate come indicatori di trailing-stop ossia come segnali di uscita/liquidazione di posizioni aperte in precedenza. I presupposti Per utilizzare le strategie “contrarian” è necessario: - conoscere gli oscillatori tecnici più adatti a questo tipo di operatività; - individuare correttamente le situazioni di eccesso (ipercomprato/ipervenduto) registrate dai vari indicatori; - identificare le divergenze tra l’andamento dei prezzi e quello degli oscillatori; - utilizzare alcune segnali di conferma provenienti dall’analisi grafica. A) Gli oscillatori. Gli oscillatori che meglio si adattano a questo tipo di operatività sono principalmente tre: l’RSI, il CCI a l’Elliott Oscillator. A1) L’RSI. L’oscillatore RSI (Relative Strength Index), ideato da J.W.Wilder e pubblicato nel libro: “New Concepts in Technical Trading Systems”, misura l’intensità direzionale dei movimenti di mercato consentendo di individuare particolari situazioni di mercato chiamate di ipercomprato e di ipervenduto. La formula per il calcolo del RSI è la seguente: RSI = 100 – (100 / ( 1 + RS)) dove RS è la media delle chiusure al rialzo di x giorni /media delle chiusure al ribasso di x giorni.
Wilder consiglia di utilizzare un periodo di 14 giorni per il calcolo del RSI. E’ preferibile tuttavia utilizzare RSI calcolato a 15 periodi ossia un arco temporale che corrisponde a tre settimane di contrattazione. Per il trading di brevissimo termine si può utilizzare anche un RSI calcolato a 5 periodi: chiaramente minore è l’estensione temporale utilizzato per calcolare l’oscillatore più frequenti ed repentine risultano le sue fluttuazioni. La formula dell’RSI impone all’indicatore di oscillare all’interno di su una scala verticale compresa tra 0 e 100: convenzionalmente i movimenti al di sopra della linea posta a 70 determinano una situazione di ipercomprato, mentre i movimenti al di sotto della linea del 30 segnalano una situazione di ipervenduto. Queste due situazioni indicano uno squilibrio evolutivo nella dinamica dei prezzi: se all’interno di queste aree si verificano delle divergenze tra il movimento dell’oscillatore e quello dei prezzi, ciò potrebbe preludere ad una possibile inversione di tendenza. In linguaggio Metastock la formula per l’RSI è la seguente: RSI(15) ossia un indicatore RSI calcolato a 15 periodi (di default viene utilizzato il prezzo di chiusura) Il grafico 1 mostra l’andamento dell’RSI a 5 periodi applicato a Unicredit. La zona 70-100 punti costituisce l’area TRADING LIVE SHOW
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di ipercomprato mentre la zona 30-0 punti è invece l’area di ipervenduto.
A2) Il CCI. L’indicatore CCI (Commodity Channel Index) misura di quanto il prezzo medio della seduta (calcolato considerando il prezzo di chiusura, il prezzo minimo e quello massimo) si discosti dalla sua media nel corso di un periodo di tempo prestabilito (di solito 15 periodi). Il CCI è stato originariamente concepito come un indicatore di breakout ossia come un indicatore in grado di segnalare l’inizio di una tendenza. Sotto questo punto di vista si può osservare che: - quando l’oscillatore sale al di sopra dei +100 punti indica che sul mercato si è instaurata una tendenza rialzista; - quando l’oscillatore scende al di sotto dei -100 punti indica che sul mercato si è instaurata una tendenza ribassista. Il CCI, tuttavia, può anche essere utilizzato per segnalare situazioni di ipercomprato o di ipervenduto. Sotto questo punto di vista: - quando l’oscillatore assume valori superiori a +200 punti indica che il mercato si trova in una situazione di ipercomprato; - quando l’oscillatore assume valori inferiori -200 punti indica il mercato si trova in una situazione di ipervenduto. La formula per il calcolo del CCI è la seguente: CCI = [prezzo medio – (media mobile del prezzo medio)] / (0.015 x scarto medio) dove: • il prezzo medio è ottenuto dividendo per 3 la somma fra il prezzo massimo, il prezzo minimo e il prezzo di 18
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chiusura ossia : (prezzo massimo + prezzo minimo + prezzo di chiusura )/3; • lo scarto medio, invece, è la sommatoria dei valori assoluti delle differenze tra il prezzo medio e la sua media mobile diviso per il periodo; • 0.015 è un coefficiente che garantisce che il 70-80% dei valori ricadranno all’interno del range +100/-100 punti.
Il grafico 3 mostra l’Elliott Oscillator (3-35) applicato a Unicredit. Questo oscillatore non presenta zone di ipercomprato o di ipervenduto ma è in grado di segnalare la presenza di fasi accumulative e di fasi distributive ossia quelle fasi di congestione all’interno delle quali ricercare rispettivamente divergenze positive e divergenze negative.
In linguaggio Metastock la formula per il CCI è la seguente: CCI(15) ossia un indicatore CCI calcolato a 15 periodi (anche in questo caso viene utilizzato come default il prezzo di chiusura) Il grafico 2 mostra il CCI a 15 periodi applicato a Unicredit. I livelli +200 e -200 costituiscono rispettivamente le soglia di ipercomprato e di ipervenduto.
A3) L’ELLIOTT OSCILLATOR. L’Elliott Oscillator è un oscillatore ideato da Tom Joseph (celebre trader e programmatore del software E-Signal/ Advance Get) la cui funzione è quella di valutare la forza e l’intensità dei vari movimenti di mercato (in particolare la consistenza delle Onde 3 e 5 della teoria di Elliott). L’oscillatore viene calcolato come differenza tra una media mobile semplice a 5 periodi e una media mobile semplice a 35 osservazioni (entrambe le medie sono calcolate sui prezzi di chiusura). Con questo indicatore è possibile riconoscere l’esaurimento di un movimento al ribasso o al rialzo tramite l’individuazione di divergenze positive o negative con l’andamento dei prezzi. In linguaggio Metastock la formula è la seguente: Mov(C, 5,S)-Mov(C,35,S)
B) Cosa sono le divergenze Dopo aver descritto le caratteristiche più importanti dei tre indicatori che utilizzeremo è necessario introdurre il concetto di divergenza. Da un punto di vista tecnico si forma una divergenza quando l’andamento dell’oscillatore non conferma (diverge) il comportamento dei prezzi. In particolare si ha una: - divergenza rialzista quando i prezzi, che si trovano all’interno di un tendenza ribassista, disegnano minimi decrescenti mentre l’oscillatore disegna minimi crescenti. In questo caso, quindi, mentre i prezzi proseguono nella loro discesa (confermando il trend negativo nel quale si trovano inseriti) l’oscillatore non solo interrompe la sua flessione ma riesce a rimbalzare. I prezzi scendono cioè su minimi più bassi rispetto ai minimi precedenti ma l’oscillatore, andando in divergenza, segnala che l’ultima ondata ribassista ha avuto un’intensità inferiore rispetto alla flessione precedente. Questo comportamento può essere dovuto sia a una diminuzione della pressione ribassista sia a un rafforzamento della pressione rialzista. Per questo motivo le divergenze rialziste si verificano molto spesso all’interno di fasi accumulative. - divergenza ribassista quando i prezzi, che si trovano all’interno di un trend rialzista, disegnano massimi
crescenti mentre l’oscillatore disegnata massimi decrescenti. In questo caso i prezzi proseguono nella loro salita (confermando il trend positivo nel quale si trovano inseriti) mentre l’oscillatore accusa una flessione e interrompe quindi la sua crescita. I prezzi registrano cioè massimi più alti rispetto ai massimi precedenti ma l’oscillatore, andando in divergenza, segnala che l’ultimo impulso rialzista è stato meno intenso rispetto all’allungo precedente. Questo comportamento può essere dovuto sia a una diminuzione della pressione rialzista sia a un rafforzamento della pressione ribassista. Per questo motivo le divergenze ribassiste si verificano molto spesso all’interno di fasi distributive. Il grafico 4 mostra lo sviluppo, da un punto di vista teorico, di una divergenza rialzista e di una divergenza ribassista.
Il grafico 5 mostra, ad esempio, le divergenze, rialziste e ribassiste, disegnate dall’indice Eurostoxx50 nel corso degli ultimi mesi
nimo o di un massimo importante da parte del mercato; - precede l’inversione, al ribasso o al rialzo, del trend.
di un’inversione ribassista da parte dei prezzi anticipato dal perfezionamento di una divergenza negativa.
Una volta individuata una divergenza è necessario attendere, da un punto di vista operativo, ulteriori conferme sia da parte degli indicatori quantitativi utilizzati sia da parte dei prezzi. Il perfezionamento di un’inversione rialzista del trend richiede infatti: - l’oscillatore utilizzato (RSI, CCI, Elliott Oscillator) confermi l’inversione del trend spingendosi verso la sua linea di equilibrio; - i prezzi completino una figura grafica di inversione (ad esempio un testa e spalle rialzista, un doppio minimo) o disegnino un pattern di inversione (un Hammer, una Morning star, uno Swing Low, una o più reversal bar) Il perfezionamento di un’inversione ribassista del trend richiede invece: - l’oscillatore utilizzato (RSI, CCI, Elliott Oscillator) confermi l’inversione del trend spingendosi verso la sua linea di equilibrio; - i prezzi completino una figura grafica di inversione (ad esempio un testa e spalle ribassista, un doppio massimo) o disegnino un pattern di inversione (una Shooting star, una Evening star, uno Swing High, una o più reversal bar)
Il primo mostra come l’RSI a 15 osservazioni abbia disegnato un’interessante divergenza rialzista verso la fine del mese di maggio su Saipem. I trader più aggressivi avrebbero potuto sfruttare lo Swing Low disegnato dai prezzi per provare un’entrata long e anticipare un recupero dei prezzi. I trader meno aggressivi hanno poi avuto due occasioni d’entrata quando i prezzi hanno disegnato due interessanti Swing Low su livelli più elevati (confermati dalla presenza di un Hammer e di una Morning Star), situazione che solitamente segnala un rafforzamento della pressione rialzista.
Gianluca Defendi
Il grafico 6 mostra, da un punto di vista grafico, lo sviluppo di un’inversione rialzista da parte dei prezzi anticipato dal perfezionamento di una divergenza positiva.
La divergenza costituisce quindi un importante campanello di allarme che non va assolutamente sottovalutato in quanto segnala che la tendenza in atto (rialzista o ribassista) sta perdendo forza e intensità, situazione che solitamente: - anticipa il raggiungimento di un mi-
Per chiarimenti, richieste di informazioni e approfondimenti è possibile contattare l’autore all’indirizzo di posta elettronica
gdefendi@class.it
Il grafico 7 mostra invece lo sviluppo TRADING LIVE SHOW
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a cura di Carlo Vallotto
Prezzo dell’oro in salita grazie alla crescita BOOM
del mercato dei gioielli in Cina
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l prezzo dell’oro ha ripreso a salire con vigore negli ultimi tre mesi, ritornando ai livelli visti a inizio anno. Uno dei motivi che stanno spingendo le quotazioni sono sicuramente le richieste di metallo che provengono dal settore gioielleria. Settore che se ha visto una flessione piuttosto marcata nelle economie occidentali, al contrario nelle economie orientali ha visto uno sviluppo piuttosto interessante. Secondo le stime, infatti, quest’anno nel solo mercato cinese, la crescita prevista si attesterà a valori che sfioreranno il 35%, portando così il Celeste Impero a scalzare il primato dell’India e a diventare il più grande consumatore di oro al mondo. Così la Cina si appresta a diventare sempre più grande, non solo nei mercati internazionali ma anche in quello dei metalli preziosi e dell’oro in particolare. Secondo quanto riportato dal Malaysia External Trade Development Corporation (Matrade) si prevede che nel 2012 il mer-
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cato della gioielleria cinese crescerà del 35% diventando il più grande produttore mondiale. Infatti nel ultimo report di Matrade si apprende che questo slancio cinese sarà destinato a continuare per i prossimi cinque anni, grazie alla vigorosa crescita economica che spinge le vendite nella nazione del dragone in modo tale che si prevede che la Cina supererà la stessa l’India nel consumo di oro. Nel rapporto si legge che questa tendenza è stato attribuita principalmente dalla fiorente domanda interna e soprattutto grazie all’aumento del reddito disponibile pro capite, in particolare nelle città più periferiche. Nel Celeste Impero quello che spinge molto la domanda di gioielli, ed in particolare quelli in oro, da regalare in occasioni di nascite o matrimoni, è la crescente consapevolezza che l’oro, in tutte le sue forme e lavorazioni è l’unico strumento per
combattere l’effetto erosivo dovuto dalla forte inflazione presente nel Paese. Le aziende orafe nazionali cinesi hanno dichiarato le lo scorso anno, le vendite sono aumentate di circa il 42% e sempre secondo quanto riportato da Matrade, le importazioni cinesi dalla Malaysia l’anno scorso hanno raggiunto un totale record di RM 2.758 milioni.
I gioielli della Malesia con la riduzione sostanziale delle tariffe, saranno molto competitivi e grazie anche ad un design innovativo, dovrebbe trovare una buona posizione nel mercato cinese. Le fonti tradizionali di importazione di gioielleria in Cina sono: Sud Africa, Italia, Svizzera, Hong Kong, Stati Uniti, Francia, Australia, Giappone, Thailandia e Sud Corea. Nel Celeste Impero sono infatti in atto dei cambiamenti molto importanti, anche a livello socio-economico. Una delle trasformazioni è proprio l’ascesa della classe media che si prevede sosterrà la domanda di oro nel paese. La Cina, che ricordiamo è il maggior produttore di oro, è destinata a diventare il più grande consumatore del metallo prezioso nel 2012, grazie ad una percentuale significativamente crescente di
acquisti di lusso in oro, messi in atto proprio dalla nuova classe media cinese. Secondo le previsioni dell’Ufficio Nazionale di Statistica della Cina, si ritiene che entro il 2020, il 25% della popolazione cinese apparterrà alla classe media, creando un ampliamento della richiesta di oro. E questo dovrebbe essere di buon auspicio visto che si sta parlando di circa 600 milioni di persone desiderosi di investire in oro fisico o di acquistare gioielli di oro. Nel Paese la cui produzione di oro nei primi sei mesi del 2012 ha raggiunto 143,6 tonnellate, in crescita del 6,13% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la passione per il metallo giallo ha toccato nuovi massimi. Infatti, sempre secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica della Cina, il totale delle vendite al dettaglio di oro, argento e gioielli in Cina ammontano a 2,82 miliardi dollari in luglio, in crescita del 18,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Le vendite cumulative al dettaglio del segmento nei primi cinque mesi del 2012 hanno raggiunto 14,6 miliardi dollari, in crescita del 16,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel mese di luglio, sempre secondo i dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica della Cina, le vendite complessive al dettaglio nel Celeste Impero di beni di consumo tra cui oro, argento e gioielli, sono state pari a 262 miliardi dollari, in salita del 13,8% anno su anno a tassi di crescita nominali e dell’11% a un tasso di crescita reale. Inoltre il rapporto dell’Ufficio osserva che il rallentamento economico della Cina non avrà un grande impatto nella spesa in beni di lusso, la cui domanda, nel corso del 2012 è destinata a espandersi del 24%. Infine lo studio conclude che entro il 2015, l’appetito cinese per lingotti d’oro, monete d’oro e altri prodotti di gioielleria toccherà nuove vette. E questo grazie al fatto che i consumatori della nuova classe media cinese considerano, nel loro cammino verso la ricchezza, la spesa in oro un fattore di primaria rilevanza.
Carlo Vallotto TRADING LIVE SHOW
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a cura di Andrea Renault
Palazzo MEZZANOTTE
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l Palazzo Mezzanotte, storica Sede della Borsa di Milano, è situato in piazza degli Affari 6 a Milano tra corso Magenta e piazza Cordusio. Ricostruiamone un po’ la sua storia….. La Borsa di Milano fu istituita durante il Regno Italico dal Vicerè Eugenio di Beauharnais. Negli anni successivi i vari settori borsistici ebbero sedi sparse nella città, finchè, nel 1925, il Consiglio Provi n c ia l e del l ’Econom i a acquistò l’area tra via Meravigli e via San Vittore al Teatro, per costruirvi una nuova sede ove riunire le varie attività. Del progetto fu incaricato l’architetto Paolo Mezzanotte che iniziò i lavori nel 1929, demolendo alcuni edifici commerciali e preservando Palazzo Turati, p r e s e n t e i n q u e l l ’a r e a . Negli scavi furono rinvenuti i resti del Teatro Romano, forse di 22
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epoca repubblicana, e distrutto nei secoli, il cui ricordo restava nel nome di via San Vittore al Teatro. Oggi i resti sono visibili nel sotterraneo del Palazzo e una targa posta sul muro esterno ne mostra la planimetria. Il palazzo fu inaugurato nel 1932: apparve un edificio monumentale in stile classicheggiante, con un’imponente facciata in travertino bianco sovrastata da un timpano sorretto da quattro grandi colonne. Ai piedi e alla
sommità di esse si possono ammirare sculture rappresentanti il tema del lavoro dell’uomo. Nell’interno la vasta Sala delle Grida, oggi Parterre, che ha ospitato fino agli anni ‘80 gli Agenti di Cambio e le contrattazioni azionarie con le aste a chiamata. La sala è inoltre illuminata dall’alto per mezzo di un grande velario che raffigura le costellazioni. All’epoca dell’inaugurazione il palazzo era all’avanguardia: disponeva di impianto di condizionamento d ’a r i a centralizzato, di ascensori a prenotazione, era dotato di cabine telefoniche per comunicare con l’esterno e del più grande quadro elettrico luminoso d’Italia che permetteva la visione della quotazione in tempo reale dei 78 titoli quotati alla Borsa di Milano.
Con l’istituzione della Consob nel 1974, l’organo di vigilanza sulla Borsa, e l’insediamento della sua sede milanese nel palazzo di fronte a Palazzo Mezzanotte, la piazza divenne il centro della vita finanziaria nazionale. Dal febbraio 1993 il palazzo ospita la sede del Consiglio di Borsa e successivamente la sede di Borsa Italiana Spa, la società privata che gestisce i mercati mobiliari italiani. Poichè oggi l’attività di Borsa avviene per via telematica, la struttura è diventata un Congress and Training Centre e si compone oltre allo storico Parterre (la Sala delle Grida di una volta), di sale Convegni nell’Underground, la Training Room, degli spazi di incontro e di ricreazione. Viene spesso utilizzata anche per soddisfare le esigenze della comunità economico finanziaria nazionale ed internazionale, attrezzata per ospitare eventi d i v e rs i q u a l i congressi, esposizioni, cors i di formazione, sfilate di moda e cene di gala. O g g i Pa l a z zo Mezzanotte è diventato senz ’altro un punto di riferimento p e r u n a c ittà a vocazione imprenditoriale e culturale come
Milano e rappresenta una meta importante per chi si trova a passare da quelle parti, magari ricordando “i bei tempi che furono“, con un pizzico di nostalgia…..
Andrea Renault
Nel settembre 2010 è stata esposta nella piazza antistante (Piazza Affari) una irriverente scultura dello scultore Cattelan: una enorme mano, in marmo di Carrara, chiusa a pugno e priva di tre dita, tanto che restano solo il pollice e, puntato verso il cielo, il medio, in un gesto inequivocabile; dato il successo avuto si pensa di mantenere la scultura (che avrebbe dovuto avere solo una collocazione temporanea) per sempre in Piazza Affari.
Cofanetto Ufficiale “Azzurro 1910-2010” 1910-2010 100 Anni di storia della Nazionale Italiana, racchiusi in 3 volumi per un totale di 1344 pagine. L’enciclopedia azzurra ricostruisce partita per partita, personaggio per personaggio, la lunga galoppata che ha permesso all’Italia di conquistare quattro titoli mondiali e molte altre vittorie. Attraverso le penne di grandi firme del giornalismo e della storiografia del calcio, vengono narrati migliaia di episodi e raccontate tutte le gare ufficiali e non ufficiali disputate dalla nazionale italiana di calcio.
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L’opera è corredata da un’ampia documentazione fotografica in gran parte concessa dall’ex CT della Nazionale Vittorio Pozzo due volte campione del mondo (1934-1938), dal suo archivio fotografico personale, che ha permesso il più grande lavoro di ricostruzione storica del calcio azzurro. I tre volumi di grandissimo pregio, con copertina cartonata e oltre 700 pagine a colori, sono raccolte nello splendido cofanetto ufficiale che non può mancare nella biblioteca di ogni amante del calcio.
CAMPIONI DEL MONDO: Italia 1934; Francia 1938; Spagna 1982; Germania 2006 CAMPIONI OLIMPICI: Berlino 1936 CAMPIONI EUROPEI: 1968 COPPA INTERNAZIONALE: 1930; 1935
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a cura di Stefano Fanton
HOLP un set up multi time frame “Coloro che non sono del tutto consapevoli dei danni derivanti dall’applicazione delle strategie non possono essere neppure consapevoli dei vantaggi derivanti dalla loro applicazione” (Sun Tzu - L’Arte della Guerra) HOLP è un acronimo che significa “High Of the Low Period” ed è una strategia ideata e pubblicata da John F. Carter nel suo libro “Mastering the Trade: Proven Techniques for Profiting from Intraday and Swing Trading Setups.”
La strategia nel dettaglio Mai prendere posizioni contro il trend, o per dirla con delle colorite metafore: • “never catch a falling knife;” oppure • “never step in front of a train.” Se siamo tutti d’accordo che non è saggio cercare di prendere al volo un coltello che cade o camminare in faccia al treno abbiamo già conquistato un ottimo punto di partenza per comprendere questa strategia. La premessa è infatti che il modello HOLP va ricercato e utilizzato solamente in fasi di mercato caratterizzate da una tendenza di fondo ben definita e sopratutto rialzista. All’interno di questa fase rialzista andremo a caccia di punti in cui il trend riprenda la sua direzione a seguito di uno storno di breve. 26
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Le caratteristiche richieste per questo setup sono: 1. Classificare il trend di fondo come rialzista.
Questo setup può essere usato su diversi time frame, dal grafico giornaliero a quello intraday anche se si sconsiglia un utilizzo su time frame inferiori ai 30 minuti.
2. Attendere un periodo di storno ribassista di 20 sessioni. 3. Individuare la sessione con il minimo dei 20 periodi. (Non è necessariamente l’ultima sessione osservata). 4. Identificare il massimo della barra con il minimo dei 20 periodi. Il setup è servito e, a questo punto, si entrerà long alla prima chiusura sopra questo livello.
Lo stop loss del setup L’autore di questo setup prevede una gestione dello stop loss particolare. In prima approssimazione lo stop loss coincide con il minimo della correzione, in altri termini con il minimo della barra che ha identificato il livello dove posizionarsi long dopo una chiusura superiore. Fino a qui lo stop loss non si scosta molto da quello indicato per altri setup.
Tuttavia ci sono delle varianti da tenere in considerazione. In questo modello teorico il minimo della correzione è creato dalla barra (18), difficilmente infatti il minimo coincide con le 20 sessioni di correzione richieste. In caso di acquisto lo stop loss sulla barra (18) è il livello di stop massimo di prima approssimazione, se dopo la barra (20) passano più di due sessioni lo stop loss deve essere posizionato in prossimità del valore minimo della seconda candela precedente al segnale. Nell’esempio teorico questo valore è il minimo della candela (20).
lato, se i prezzi scendono senza generale l’uscita dalla posizione, il valore di stop loss può essere revisionato al ribasso. Non si tratta di una aspetto secondario perchè questo contravviene a una delle regole dogmatiche dell’analisi tecnica: mai revisionare al ribasso uno stop loss. In altri termini, mai aumentare il rischio di un trade. Ma, ovviamente, ambasciator non porta pena, questo è quanto prevede John F. Carter, l’autore di questo setup.
Avvertenze Se al posizionamento dello stop loss si può andare in deroga, adattandolo al proprio stile di trading, non va assolutamente trascurata una condizione stringente di questo setup: deve necessariamente essere una correzione di un trend rialzista. Non va quindi ricercato in trend laterali o ribassisti. E se la correzione dura più di 20 sessioni? Allora si è, con molta probabilità, in presenza di un nuovo trend ribassista. Il setup ha una versione speculare chiamata LOHP, acronimo di “Low Of the High Period”.
Video di approfondimento: http://www.traderpedia.it/wiki/ index.php/HOLP
Bibliografia: John F. Carter “Mastering the Trade: Proven Techniques for Profiting from Intraday and Swing Trading Setups.” (McGrawHill Trader’s Edge Series) ISBN 0-07-145958-8 Come è facile vedere nel nuovo modello teorico aggiornalo, lo stop loss risulta più alto e quindi espone a un rischio minore il capitale impiegato. Ma non è finita qui. Lo stop loss successivamente diventa una sorta di trailing stop, riposizionandosi sempre sul minimo di due barre precedenti. Questo, ovviamente, da un lato riduce ulteriormente il rischio se i prezzi salgono ma, dall’altro
Stefano Fanton http://www.traderpedia.it/
Stefano Fanton - trader, formatore e scrittore Trader, formatore e scrittore. Ha pubblicato diversi libri di successo sul trading che approfondiscono molti aspetti psicologici normalmente trascurati, autore di: • Speculazione Finanziaria - Il libro degli Inganni, dei Mutamenti e degli Stratagemmi. • Lo Zen e la Via del Trader Samurai. • La Via del Prezzo. • Professione Trader - Trasformare il Trading in una professione. • Trading System su strumenti finanziari altamente speculativi. Ha inoltre creato Traderpedia, un’enciclopedia del trading che contiene tecniche, tattiche e approfondimenti sul mondo del trading.
a cura di Giuseppe Minnicelli
RIFLESSIONI
AMARE
da 3der... Ho sempre ritenuto che fosse necessario pensare prima di scrivere, nella remota speranza che potesse essere carpita la qualificata attenzione del lettore. Adesso, invece, sto maturando la convinzione di aver pensato male, e, probabilmente, di aver perso parecchio tempo dietro teorie classiche sul buon senso.
secondo luogo voglio ringraziare per l’attenzione che mi verrà da voi concessa, facendo presente che si tratta sempre di opinioni personali associate ad eventi reali che, volente o nolente, hanno un peso specifico notevole nell’economia del lavoro che mi accingo a fare quotidianamente dal lontano 1991.
Difatti non solo prima si scrive e poi si pensa ma, cosa sconcertante, negli ultimi tempi si è cominciato ad agire senza pensare.
Una volta e precisamente negli anni 90, l’ingerenza della politica sull’andamento del mercato era
Pertanto ho preso spunto da alcuni eventi di attualità ed ho fatto delle brevi riflessioni a voce alta; le ho apostrofate “amare” in quanto l’incertezza sempre maggiore che si sta creando piano piano lascia spazio a sentimenti di amarezza o quantomeno ad un sano malumore. Prima di passare ai fatti, o, per meglio dire ai “fattacci”, voglio esprimere un ringraziamento ad Andrea Renault che mi ha dato l’opportunità di far conoscere il mio pensiero affidandomi qualche pagina della rivista. In 28
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notevole per non dire totalitaria. Bastava una dichiarazione del politico di turno , qualificato o meno, per poter creare tensioni enormi sui prezzi di mercato che, in presenza di minore trasparenza e di regole meno pressanti fluttuavano in maniera indiscriminata. Si è poi passati ai primi 5/7 anni del 2000 in cui , anche se con alti e bassi non solo macro, si è potuto assistere al fenomeno inverso: anche un comunicato importante nel quale si annunciava un eventuale eventuale profit warning veniva interpretato come punto di arrivo e non come base di discussione sul futuro della società. E dei politici? Hanno continuato a fare d ic hiaraz i o n i , ma , probabilmente, poiché più impegnati a dire il peggio possibile gli uni degli altri si è sempre tenuta meno considerazione. Oggi invece lo scenario è diventato paradossale. Abbiamo
in Italia forse uno dei pochi tecnici al mondo , capace di essere abbastanza staccato dalla politica (non in maniera totale poiché purtroppo senza l’appoggio dei partiti potrebbe far poco), che in pochi mesi è riuscito a farsi apprezzare in ogni dove e che potrebbe garantire un certo numero di anni di tranquillità e noi cosa facciamo? Pensiamo a discutere delle problematiche decisonali interne di Francia e Germania senza comprendere che, in mancanza di una personalità forte come Monti, potremmo essere in breve tempo mangiati dal vicino di casa. Tra parentesi lo stesso vicino che continua a dire da diverso tempo che siamo bravi, siamo belli e siamo buoni ma che alla fine dimostra di essere in stand by, pronto come al solito a bacchettarci ben bene ed a presentare il conto ogni volta che se ne crea occasione. Proprio a tale riguardo, il mese di settembre ha portato alla luce qualcosa di sconvolgente: dai vari quotidiani si è potuto apprendere, tramite pubblicazione a caratteri cubitali di titoloni e titolini ( pardon ..sottotitoloni), che finalmente era giunto l’ OK della Corte Costituzionale tedesca al fondo salva-stati ESM , fondamentale per la ratifica dello stesso. Tutti felici e contenti vero? Neanche per sogno. Come volevasi dimostrare questa appena enunciata è solo la prima parte della decisione dell’alto organo sassone: resta un’altra parte abbastanza cospicua …… funzionante come “maglia
della salute” o come il famoso unguento curativo che tutto il mondo occidentale ha da sempre utilizzato. So già che state pensando a male…. Finisce in ….ina ma è la trementina della quale si intendeva parlare !!!! Difatti, il secondo piccolo particolare, assolutamente non trascendentale è che un limite erogativo di 190 milioni di euro è stato inserito come condizione fondamentale da non disattendere. Qualsiasi altro necessario versamento suppletivo, comportebbe un rimandare ogni decisione finale a l Pa r l a m e n t o tedesco. Fi n o a q u e s t o punto si può anche leggere e commentare sapendo che la decisione, nella quale non possiamo inter ferire, può essere più o meno giusta. Purtroppo, però,esiste un altro piccolo titolo , forse nascosto o messo non in bella vista in quanto sconveniente che stavolta riguarda tutti noi e che recita all’incirca così: “Nel contempo, la cancelliera Merkel, anche alla luce del passo in avanti fatto dalla Germania con la decisione dell’organo costituzionale, ha chiesto a tutti gli stati membri di accelerare i discorsi riguaradanti l’introduzione della Tobin tax”. Eccoti adesso l’unguento che finisce pure con il suffisso ina e
che non ci piace per nulla. In pratica o in definitiva , se piace maggiormente, è stato un puro “do ut des” volgarmente chiamato compravendita. Noi vi abbiamo dato un qualcosa ed ora voi ne dovete (e non “dovreste” come tra amici educati si usa dire) dare un’altra. Incredibile ma vero. D’ora in poi sembra che tutto verrà pianificato e fatto ruotare su questo balzello voluto da Francia
e Germania ed assolutamente visto come la panacea per tutti i mali dai loro leader politici. Si , letto bene, leader politici che più o meno preparati o più o meno bravi prendono e prenderanno sempre decisioni politiche e quasi mai tecniche. Tutto ciò fa molta ma molta paura in quanto, sovente, soltanto per partito preso o per riaffermare una leadership sterile o traballante si va incontro ad abbagli enormi. D’altronde, come si potrebbe TRADING LIVE SHOW
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affermare di risolvere parte delle entrate necessarie agli stati solamente su proiezioni? Le proiezioni sono una maniera comoda di leggere il futuro secondo la propria speranza di aspettativa finale. Non era Bukowski che diceva: ”Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media”??? E’ sempre e solo il passato che può esprimere dei dati sui quali riflettere. E ad oggi,
l’unica certezza reale è basata su ciò che successe in Svezia nel 1984 quando sulle operazioni di acquisto e vendita venne introdotta una tassa dello 0,50 % che poi divenne raddoppiata a partire da metà 1986. Non paghi dell’errore, gli svedesi, in una spirale quasi masochista e nonostante dati certi che parlavano di assoluto fallimento dell’imposizione, introdussero dal 1989 una tassa dello 0,002% - 0,01 % e 0,03 % 30
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sulle obbligazioni a seconda della scadenza . Non è questo il luogo giusto per commentare il calo del valore dei titoli quotati prima e dopo l’annuncio, ma si vuole far riflettere sulla risultante finale per il governo svedese, solo perché ci si era fidati di una sola e semplice proiezione. Ci si attendevano 1.500 milioni di corone svedesi come introito (proiezione). Risultato medio 50 milioni di corone svedesi (dato certo). Niente male vero? Nel 1991 la tassa fu abbandonata e la Svezia incassò uno dei pochi fallimenti della sua storia con degli strascichi a livello aziendale di non poco conto. Oggi, precisamente dal 1° di agosto 2012, la Francia, ritentando l ’e s p e r i m e n t o , h a nuovamente introdotto seppur con alcune limitazioni la Tobin tax, contando sul fatto di poter portare nelle casse francesi circa 200 milioni di euro nel 2012 e 500 milioni nel 2013 ( proiezione docet….). Si tratta di una versione abbastanza ingentilita dell’imposizione in quanto questa volta vengono ad essere toccate soltanto un novero di società con capitalizzazione superiore ad 1 mld di euro, 109 agnelli sacrificali in totale, e solamente sulle posizioni nette regolate a fine giornata. Pertanto per il trader più scaltro, predisposto all’operatività intraday, il provvedimento ha una valenza abbastanza mediobassa.
Ad ogni modo è questa appena enunciata una rivisitazione della Tobin tax: nel 1972 il premio Nobel per l’economia aveva intenzioni completamente differenti da quelle che hanno portato oggi alla creazione della tassa sulle transazioni finanziarie. L’intento era di colpire le grosse speculazioni e se oggi siamo in queste condizioni si può affermare che non sia servito a molto. Almeno questo ci è dato di osservare. Con la tassa si è solo permesso il proliferare di strumenti creati da veri e propri ingegneri finanziari che, affiancando i loro prodotti a tutti i prodotti “classici”, hanno favorito la speculazione in maniera molto più velata e nascosta, allorquando non abbiano comportato una fuga di capitali verso paesi più accomodanti, per non dire altro. Pertanto credo sia necessario per tutti noi iniziare a leggere tra le righe i messaggi veri che arrivano da chi conta veramente e ad iniziare a documentarsi sulle contromisure da prendere per evitare di trovarsi nel futuro imminente in un guado di difficile navigazione. Ho letto che “50 sfumature di grigio” è diventato il libro più venduto di sempre in Gran Bretagna. Il problema è che tutti noi siamo più perversamente interessati a come gli altri portano a termine determinate “pratiche” senza pensare che le stesse “pratiche” le stanno piano piano attuando su di noi………….. À bientôt
Giuseppe Minnicelli finance@cpfltd.eu
a cura di Alberto Peano
VALUE AREA Value Area (area di valore o VA): area che rappresenta il range dei prezzi che contengono il 70% dell’attività giornaliera di trading. Questo 70% è, per gli
di prezzo. Si fa solitamente riferimento al profilo/area del giorno precedente per la giornata corrente di trading (area in GRIGIO)
Developing Value Area (Sviluppo dell’area di valore): lo sviluppo dell’area di valore rappresenta il range dei prezzi che contiene il 70% dei prezzi dell’attuale giornata. E’ un’area dinamica che cambia continuamente fino al termine della giornata. Molti trader confrontano la posizione e formazione dell’area developing con l’area del giorno precedente.
statistici, la prima (1) deviazione standard, l’area dove è stato effettuato il maggior numero di scambi. Può essere calcolata basandosi sul conteggio TPO (numero di lettere del profilo) o in modo più accurato utilizzando il volume attuale per ogni livello
Time price Opportunities o This Price Occurred (TPO): si tratta di lettere visualizzate nel profilo e tradizionalmente ogni lettera rappresenta un periodo di 30 minuti. Quindi tutte le lettere “D” rappresentano il range dei prezzi scambiati durante il periodo di tempo “D”. Point of Control (POC – Punto di Controllo): rappresenta il livello di prezzo che ha fatto registrare la maggiore attività (vedi livelli in BLU nel grafico della Value Area).
Mentre il mercato “scambia” ogni lettera (pari a 30 minuti) viene aggiunta alle lettere precedenti creando una distribuzione verticale chiamata Market Profile®.
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questo cesserà di comportarsi così, beh!, sarà meglio smettere di operare. SCENARI 1. Il mercato apre al di sopra della VA del giorno precedente e si stabilizza al di sopra di essa dopo averla testata = forte segnale di rialzo.Se il mercato dovesse iniziare a stabilizzarsi nel range della VA del giorno precedente e i volumi crescono, si consiglia di alleggerire o chiudere le posizioni al rialzo.
L’area di valore (Value Area VA) è una derivazione della metodologia Market Profile® e raffigura il range dei prezzi che riflette il maggior interesse da parte di acquirenti e venditori (del mercato). L’obiettivo è di mostrare ai trader dove il “valore” del mercato è posizionato e cercare di identificare un’area di basso rischio e alta potenzialità (risk/ reward) basata su semplici regole e strategie. Uno degli usi più immediati della VA è di mettere in relazione l’attività corrente di trading con l’area definita del giorno precedente. Una delle figure più comuni è la curva a campana tipica che questa distribuzione molte volte disegna. Altre volte la distribuzione non è così perfetta ma più spostata, ma la semplicità di questa distribuzione offre ai traders una nuova rappresentazione del mercato, oggettiva, che permette di visualizzare dove gli altri partecipanti al mercato stanno piazzando i loro ordini e identificare aree di valore. 32
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2. Il mercato apre al di sotto della VA del giorno precedente e si stabilizza al di sotto di essa dopo averla testata = forte segnale di ribasso.Se il mercato dovesse iniziare a stabilizzarsi nel range della VA del giorno precedente e i volumi crescono, si consiglia di alleggerire o chiudere le posizioni al ribasso.
Quando si conoscono alcune regole base in merito alla VA si dispone di una strategia universale che si può utilizzare sempre, anche quando i mercati cambiano. Uno dei benefici nell’apprendimento del Market Profile è che le strategie sono basate sulla teoria dell’asta di mercato e non un settore o una relazione di tipo “spread” che ci può essere oggi e non più domani. Si è a conoscenza di uno strumento che dovrebbe poter essere utilizzato sempre. Una delle poche cose delle quali essere certi sempre è che il mercato sarà e si comporterà sempre come un’asta. Quando
3. Il mercato apre al di sopra della VA ma rientra quasi subito nel range che questa ha definito il giorno precedente = forte tendenza a testare con continue rotazioni l’area e testare il minimo della VA del giorno precedente.
4. Il mercato apre al di sotto della VA ma rientra quasi subito nel range che questa ha definito il giorno precedente = forte tendenza a testare con continue rotazioni l’area e testare il massimo della VA del giorno precedente.
5. Il mercato apre dentro il range della VA del giorno precedente e dà segni di bilanciamento all’interno di essa = è preferibile continuare a fare trading all’interno del range delimitato da quest’area.
FATTORI IMPORTANTI valutare la VA
per
Attività INIZIALE: quando il mercato apre al di sopra o al di sotto della VA e continua a rimanere all’esterno della medesima. Se apre SOPRA si presentano sul mercato operatori che stanno iniziando il trading sopra quella zona di valore “riconosciuta” e presumibilmente ci si può aspettare prezzi maggiori. Se si apre SOTTO troviamo operatori che stanno iniziando il trading sotto quella zona di valore “riconosciuta” e presumibilmente ci si può aspettare prezzi inferiori.
ACQUISTI INIZIALI: quando il mercato apre e rimane al di sopra della VA può essere interpretato come un forte segnale di rialzo e i movimenti verso l’alto non dovrebbero essere contrastati (short sell). Molte volte questo tipo di attività di acquisti iniziali “primari” è il risultato dell’attività di trader che operano con time frame più ampi o istituzioni (banche, fondi, etc) che hanno molti lotti (futures) da acquistare e sono in grado di sostenere i prezzi per tutta la giornata. Andare contro questo tipo di operatori può essere decisamente duro, estenuante e decisamente poco profittevole. “Trend is your friend” è un detto assolutamente vero quando questi acquisti iniziali sono presenti. Conoscere e riconoscere la VA può realmente aiutare a mantenere il trader dalla parte giusta del mercato e non farlo estromettere da esso proprio a causa di un forte movimento rialzista. La miglior strategia in una giornata che presenta questi acquisti iniziali è quella di comperare sui ritracciamenti (fino a prova contraria). Ritracciamenti dentro la VA devono essere visti con sospetto, il mercato potrebbe iniziare a mostrare segni di stanchezza. VENDITE INIZIALI: quando il mercato apre e rimane al di sotto della VA può essere interpretato come un forte segnale di ribasso e i movimenti verso il basso non dovrebbero essere contrastati (long buy). Molte volte questo tipo di attività di vendite iniziali “primarie”è il risultato dell’attività di trader che operano con time frame più ampi o istituzioni (banche, fondi, etc) che hanno
molti lotti (futures) da vendere e sono in grado di fare una pressione sui prezzi per tutta la giornata. Andare contro questo tipo di operatori può essere decisamente duro, estenuante e decisamente poco profittevole. Conoscere e identificare le vendite iniziali accorgendosi della reale direzione del mercato in relazione alla VA può realmente aiutare a mantenere il trader dalla parte giusta del mercato e non farlo estromettere da esso proprio a causa di un forte movimento ribassista. La miglior strategia in una giornata che presenta queste vendite iniziali è quella di vendere sui rimbalzi (fino a prova contraria). Ritracciamenti dentro la VA devono essere visti con sospetto, il mercato potrebbe iniziare a mostrare segni di forza. ACQUISTI REATTIVI: vi sono due scenari che possono essere classificati come “Acquisti Reattivi”: 1. Il primo scenario si presenta quando il mercato apre all’interno del range della VA e cerca di spostarsi al di sotto della VA. A questo punto gli acquisti entrano massicci sul mercato e riportano i prezzi all’interno dell’area. Questo mostra trader in acquisto che reagiscono (reattivi) che entrano su un mercato che sta scambiando al di sotto di un determinato valore e sfruttano a loro vantaggio i prezzi bassi. Questa strategia funziona bene in mercati che scambiano in un range. 2. Il secondo scenario si presenta quando il mercato apre direttamente al di sotto della VA e subito i trader (in acquisto) entrano sul mercato. Questo può essere dimostrato TRADING LIVE SHOW
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dal fatto che i prezzi si muovono immediatamente al rialzo a par tire già dal prezzo di apertura, i trader rispondono immediatamente in modo reattivo a prezzi al di sotto della VA. Un primo livello di target potrebbe essere il livello di minimo della VA (del giorno precedente). Quando questo tipo di acquisti reattivi sono presenti sul mercato, l’80% delle volte la regola funziona.
range. 2. Il secondo scenario si presenta quando il mercato apre direttamente al di sopra della VA e subito i trader (in vendita) entrano sul mercato. Questo può essere dimostrato dal fatto che i prezzi si muovono immediatamente al ribasso a partire già dal prezzo di apertura, i trader rispondono immediatamente in modo reattivo a prezzi al di sopra della VA. Un primo livello di target potrebbe essere il livello di massimo della VA (del giorno precedente). Quando questo tipo di vendite reattive sono presenti sul mercato, l’80% delle volte la regola funziona.
VENDITE REATTIVE: vi sono due scenari che possono essere classificati come “Vendite Reattive”: 1. Il primo scenario si presenta quando il mercato apre all’interno del range della VA e cerca di spostarsi al di sopra della VA. A questo punto le vendite entrano massicce sul mercato e riportano i prezzi all’interno dell’area. Questo mostra trader in vendita che reagiscono (reattivi) che entrano su un mercato che sta scambiando al di sopra di un determinato valore e sfruttano a loro vantaggio i prezzi alti. Questa strategia funziona bene in mercati che scambiano in un 34
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verranno respinti da forze di reazione viste prima (acquisti/vendite reattive) derivanti da trader che operano su time frame differenti. MERCATI NON BILANCIATI, SCAMBI AL DI FUORI DELLA VA: la definizione di un mercato che scambia al di fuori della VA è quello di un mercato non bilanciato che ha rigettato la VA. Quando il mercato è sopra o sotto la VA mostra la presenza di trader che stanno cercando di influenzare/dirigere gli scambi al rialzo o al ribasso. Una situazione potrebbe essere quella di un mercato che apre al di fuori della VA e che incomincia a scambiare in modo casuale con volatilità, ma sempre mantenendosi all’esterno della VA del giorno precedente: in questo caso si è in presenza di un mercato che sta costruendo valore al di fuori della VA precedente e conferma quindi un mercato non bilanciato che molto probabilmente andrà alla ricerca di un bilanciamento su prezzi decisamente di alti (o bassi).
Alberto Peano MERCATI BILANCIATI, trading all’interno della VA: la definizione di un mercato che scambia all’interno di una VA è quello di mercato bilanciato. Mostra acquirenti e venditori egualmente presenti che scambiano a prezzi che ritengono entrambi “equilibrati”. I prezzi si muoveranno certamente al rialzo e al ribasso, ma quando raggiungono i livelli di massimo o minimo della VA
a cura di redazione IDEMagazine – Borsa Italiana
Mini Futures FTSE 100: dall’8 ottobre sul mercato IDEM Dall’8 ottobre 2012 sarà possibile negoziare sul mercato IDEM il contratto Mini Futures FTSE 100. L’introduzione del nuovo contratto arricchisce l’ampia gamma di prodotti negoziati sull’IDEM, consentendo di investire sull’indice azionario delle maggiori società negoziate nel mercato SETS del London Stock Exchange (LSE) e diversificando ulteriormente le opportunità di investimento per i trader privati e istituzionali. In particolare, si tratta di un prodotto su misura per gli investitori retail: infatti, è stato disegnato al pari del contratto mini sull’indice FTSE MIB (MiniFIB), al fine di offrire alla retail community la possibilità di accedere e prendere posizioni sul mercato inglese, grazie ad un controvalore in linea con quello dell’equivalente contratto sul mercato italiano, favorendo in tal modo le opportunità di trading direzionale tra i due indici.
Le negoziazioni si svolgono dalle ore 9 sino alle 17.40 come per tutti gli altri contratti derivati; sono disponibili due sole scadenze trimestrali del ciclo marzo, giugno, settembre e dicembre, con scadenza il terzo venerdì, esattamente come per il miniFIB. I contratti Mini Futures FTSE 100, però, scadono alle ore 11.20: il prezzo di settlement è determinato sulla base del prezzo degli strumenti finanziari componenti l’indice rilevato nel corso dell’asta infra-giornaliera del London Stock Exchange (LSE). Nel caso in cui il giorno di scadenza del contratto non abbia luogo l’asta infra-giornaliera di LSE, le contrattazioni sulla scadenza più vicina terminano alle ore 17.40 e il prezzo di liquidazione è determinato sulla base dell’ultimo valore dell’indice FTSE 100 disponibile. Dal primo giorno di borsa aperta è quotata la nuova scadenza.
La valuta di negoziazione scelta è l’Euro al fine di facilitare le sinergie di valuta sui diversi mercati di Borsa Italiana.
Il tick minimo di negoziazione è pari a 0.5 punti indice, ovvero € 1: ciò significa che per ogni movimento pari al tick minimo, l’investitore guadagna (o perde) € 1.
Il controvalore del contratto è pari al valore dell’indice per il moltiplicatore, pari a € 2: questo comporta che, ad esempio, se il valore dell’indice è di 5.400 punti, il controvalore del contratto è pari a € 10.800; ciò significa che prendere una posizione al rialzo (o al ribasso) sul Mini Futures FTSE 100 consente di negoziare un contratto che vale circa € 11.000.
Come per tutti i derivati su indice del mercato IDEM, la liquidazione avviene in contanti attraverso i servizi di clearing della Cassa di Compensazione e Garanzia (CC&G). La marginazione in CC&G consente di beneficiare di due vantaggi: il buon esito del contratto, poiché ogni negoziazione ha come controparte la CC&G, e l‘effetto leva ovvero un esborso monetario pari a una determi-
nata percentuale del controvalore del contratto, necessaria per prendere posizione sull’intero controvalore del contratto stesso. L’interesse crescente per i prodotti “mini” da parte anche di clientela istituzionale ha favorito l’introduzione di un modello di market making, finalizzato a sostenere la liquidità del contratto sulla scadenza corrente. Per tale ragione è stata prevista la figura del Primary Market Maker (PMM), con obblighi di quotazione che vanno dalle ore 9.30 alle ore 17.20: in particolare, il PMM è tenuto a esporre in maniera continuativa proposte in acquisto e in vendita per un quantitativo pari ad almeno 5 contratti fino al quarto giorno antecedente la scadenza con spread non superiore a 15 punti indice, ripristinando le quotazioni entro 2 minuti dall’avvenuta conclusione dei contratti derivanti. Inoltre, anche per il contratto Mini Futures su FTSE 100 è prevista la possibilità di concludere contratti che derivano dall’immissione di proposte internal cross e committed cross purché a un prezzo compreso tra la migliore proposta in acquisto e la migliore proposta in vendita (estremi esclusi) oppure ad un prezzo che si discosta rispetto i migliori prezzi presenti sul book di negoziazione per una percentuale massima del 1,5% qualora la quantità sia uguale o maggiore a 10 contratti. TRADING LIVE SHOW
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a cura di Enrico Pegoraro
Trading in opzioni:
PERCHE’ ?
Q
uando per la prima volta sentii parlare di opzioni, pensai fosse uno dei tanti strumenti di cui all’epoca si parlava e che venivano pubblicizzati come lo strumento ideale del momento per fare soldi. Covered warrants, certificates, futures, per un neofita come me, erano tutti la stessa minestra. Stavo cercando uno strumento che mi permettesse di essere piu’ profittevole che con il trading in azioni del mercato italiano, perché da buon trader medio, ero affiancato costantemente da Murphy. Si Murphy, il rompi balle che ha dato nome alla legge di Murphy…
Non so a te caro lettore, ma dopo aver passato “un’eternità” di tempo a studiare il grafico di un titolo, e finalmente dopo essermi deciso ad entrare ad esempio long, ecco che Murphy entrava puntualmente in azione! Il titolo che era in trend, si fermava, iniziava a lateralizzare, il divertimento finiva ed entrava in gioco la frustrazione. Passavano giorni se non settimane ed il titolo continuava ad oscillare tra territorio positivo e territorio negativo, ma il guadagno (quello interessante) non lo vedevo mai. Fortunatamente, Murphy ha continuato a prendersi gioco di me fino a spingermi a cercare un’alternativa che potesse risolvere questi miei problemi. Dopo aver letto molti libri e conosciuto altri
strumenti finanziari che però ho scartato, finalmente mi sono imbattuto nelle opzioni. Credo che le opzioni siano state una grande rivelazione nella mia vita e ti dico anche il perché, così puoi conoscere subito questo strumento fenomenale, senza doverti sorbire letture su letture di tutti gli strumenti finanziari (anche inutili al fine della speculazione) che ci sono al mondo. Si narra che il primo trade con le opzioni risalga al 600 a.c. per opera di Talete, ma le opzioni moderne come le conosciamo noi oggi sono nate negli anni 70. Nel 1973 c’è stata la regolamentazione di un vero e proprio mercato delle opzioni e nacque il CBOE cioè il Chicago Board Options Exchange e nello stesso periodo ci fu la pubblicazione del “The pricing of options and corporate liabilities” da parte dei famosi Black & Scholes. Inutile dirti che da quei tempi ad oggi le opzioni si sono sviluppate nell’utilizzo e nella diffusione in modo sostanziale. Oggi qualunque trader evoluto utilizza le opzioni sia per un’operatività speculativa, sia per un’operatività di copertura. Che cos’è un’opzione? Le opzioni sono uno strumento derivato e come tutti i derivati, derivano da un sottostante che può essere un’azione, un future, un etf
etc. In pratica l’opzione si comporta in funzione dell’andamento del suo sottostante. Un’opzione, come dice la parola stessa, è un’opzione intesa come possibilità, opportunità che hai a disposizione. Piu’ precisamente, un’opzione è definita come: un contratto tra due parti, compratore e venditore, in cui il compratore acquisisce il diritto, ma non l’obbligo di comprare/vendere 100 pezzi di un determinato sottostante, ad un prezzo predeterminato, entro un certo periodo di tempo. Le opzioni sono di tipo call e di tipo put e la combinazione di queste due, apre un mondo di opportunità!
Il lettore esperto sa che il mercato lateralizza (trading range) per il 67% del suo tempo (quasi 7 mesi su dieci…) un aspetto non trascurabile per molti e nemmeno per me. Da quando ho scoperto che con le opzioni è possibile guadagnare anche se il titolo si trova in fase laterale, ho provato subito un forte interesse nel capirne di piu’. La cosa che rendeva e rende tuttora le opzioni ancor piu’ interessanti, è che queste permettono di costruire strategie che guadagnano al passare del tempo (novità assoluta per le mie orecchie) e che possono anche essere usate per strategie direzionali con l’aggiunta di effetto leva. Tutto ciò va ad aggiungersi al fatto che le opzioni sono usate a fini speculativi ma anche a fini di copertura. InsomTRADING LIVE SHOW
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ma, sono uno strumento dall’incredibile versatilità. Le principali strategie: Ecco una carrellata veloce di alcune strategie che ti mostrano quanto ho scritto finora. 1) l’acquisto di una call e l’acquisto di azioni. Accostamento che calza bene soprattutto ai neofiti in quanto mostra i vantaggi di un’opzione Call rispetto all’acquisto di azioni: Questo è il grafico rischio rendimento dell’acquisto di un’azione:
È facilmente interpretabile. Guadagno se l’azione sale oltre 30 e perdo se l’azione scende sotto 30. Se il titolo lateralizza rimango in attesa e non “succede” nulla. Vediamo ora l’acquisto di una Call con un esempio che prendo in prestito dal mio sito www.tradingopzioni.net :
Acquisto una Call su un titolo che quota 50$ ad azione. Il punto B detto di breakeven è rappresentato dalla somma dello strike (50) piu’ 2 $ di premio. Avremo così una strategia che diventa profittevole se il titolo sale da 52$ in su, perde se scende ma comunque la perdita massima verrà bloccata da un livello prestabilito che si avrà da 50$ di valore dell’azione in giu. Eccoti mostrato uno dei vantaggi di acquistare una Call piuttosto che un’azione: la perdita massima rimane limitata ad un importo prestabilito! Quindi in questo caso io al massimo posso perdere il valore del premio che si ferma a 200$ a fronte di un guadagno potenzialmente illimitato. Se il titolo inizia a lateralizzare, abbiamo il fattore tempo che gioca a nostro sfavore e questa è l’unica pecca di questa strategia, anche se il fattore tempo lo possiamo far tornare utile alla nostra operatività in altre strategie. Supponiamo che il titolo vada a 54$ per azione: noi potremmo o chiudere la strategia incassando 200$ di guadagno avendo fatto il 100% sui 200$ spesi per aprirla, oppure potremmo esercitarla, cioè ci “faremmo dare” dalla controparte 100 azioni al prezzo di 50$ (anche se il prezzo corrente è di 54$!!) realizzando un ricavo di 400$ perché ogni opzione controlla 100 azioni. Avendo speso 200$ per aprire la strategia, avremo che 400$ di ricavo – 200$ di spesa = 200$ di guadagno. 100% sull’investimento! Nota che con l’8% di movimento del titolo hai realizzato il 100% di ROI sulla strategia con la Call. Inoltre nota che per guadagnare 200$, avresti dovuto comprare 2500$ di azioni, cioè ti sarebbe servito un capitale 12.5 volte piu’ consistente. Proseguiamo la carrellata. Nell’esempio appena trattato ab-
biamo visto una strategia direzionale, cioè il guadagno avviene solo ed esclusivamente se il titolo va nella direzione auspicata, in caso contrario subentra la perdita. Ora vediamo degli esempi in cui la direzione del titolo, è importante ai fini del profitto della strategia, ma non troppo…! Ci sono delle strategie quali il diagonal spread o il credit spread che guadagnano al passare del tempo e/o anche da una lieve direzione del sottostante. Guardiamo insieme il grafico di un diagonal spread rialzista:
Il sottostante di riferimento è SPY cioè l’etf dell’ indice S&P500. In questa strategia la mia aspettativa è che SPY salga un pochino possibilmente fermandosi a circa 99$ che è la zona in cui si otterrà il max profitto. Questa strategia ha un potenziale di guadagno massimo del 92% in 31 giorni. Per onestà devo dirti che non è una condizione garantita che tu riesca ad ottenere un profitto del 92%, però in partenza sai gia quanto potrai guadagnare e quanto potrai perdere al massimo. Molto interessante. Dopo un mese, la strategia si è evoluta in questo modo:
Si vede chiaramente che il prezzo gravita attorno a quota 100. Essendo il diagonal spread una strategia che guadagna anche dal passare del tempo, mi sta bene che il prezzo rimanga fermo li. Ora come ora mi si presenta questa situazione: se il prezzo sale, il guadagno maturato fin’ora comincia a ridursi, se il prezzo rimane fermo, il tempo lavora a mio favore facendomi incassare ancora qualcosa, se invece il prezzo scende, inizierò a perdere parte dei guadagni fino ad incappare alla perdita massima prevista dalla strategia che si manifesta a quota 79. Ti ho presentato gli scenari possibili e senza dilungarmi in concetti di money management e di gestione della strategia, ti dico che in questo caso essendo in guadagno di circa il 50% decido di chiudere la posizione e portare a casa quanto guadagnato. È possibile fare anche altre scelte, ma in questo caso, la chiusura della posizione è stata la migliore scelta possibile. Il credit spread è concettualmente simile al diagonal spread perché entrambi sono leggermente direzionali e guadagnano dal passare del tempo. Tuttavia hanno delle differenze caratteristiche per le quali è preferibile usare una strategia piuttosto che un’altra in determinate condizioni di mercato. Il grafico rischio/rendimento di un credit spread è allegato qui sotto:
Questa è una strategia a rischio e profitto massimo limitato. Come si
vede bene dal grafico, la strategia è “divisa” da una zona di massimo profitto ed una zona di massima perdita. Cosa deve accadere affinchè il mio profitto sia il massimo? Semplicemente il sottostante SPY o deve salire o può rimanere fermo li dov’è…! Potente vero? Cioè se SPY rimane li fermo, il tempo farà la sua parte e giorno dopo giorno la mia strategia va in profitto. Se sei nuovo a questo concetto forse ti starai chiedendo come sia possibile guadagnare al passare del tempo. Per essere brevi, sappi che le opzioni hanno una scadenza che è una data oltre la quale l’opzione cessa di esistere. Se io vendo un’opzione che ha, diciamo, 10 mesi di vita prima della sua scadenza, so che avrà un certo valore tempo, ad esempio 10. Se io vendo la stessa opzione a un mese dalla scadenza, il suo valore tempo è ad esempio di 3. La differenza del valore tempo è la quantità di denaro che l’opzione venduta ti fa guadagnare. Prevedendo sia il diagonal spread sia il credit spread la vendita di opzioni per la costruzione della strategia, si capisce facilmente perché si guadagna al passare del tempo. Tornando al nostro credit spread, cosa non deve accadere affinchè la strategia non perda? Il sottostante deve rimanere sopra il livello di break even che in questo caso è a circa 98. Se scende sotto 98 andrò incontro alla perdita massima prevista dalla strategia. Al di là della differenza tra il profilo di rischio rendimento del diagonal spread e del credit spread, le differenze che permettono di scegliere l’impiego di una strategia piuttosto che l’altra sono anche altre, quindi si va a studiare la duration temporale, la volatilità, se ci sono utili in vista etc. Qui per motivi di spazio tralascio la trattazione di questi concetti, co-
munque sappi che le differenze ci sono e servono per farti scegliere quale strategia impiegare e quale no. Ovviamente tutte le considerazioni fin’ora fatte, valgono anche per le strategie ribassiste. Infatti il credit spread ed il diagonal spread funzionano anche al ribasso. Il funzionamento della strategia è il medesimo pertanto lo tralascio. Le strategie non direzionali Per ultime tengo le strategie non direzionali. Queste strategie sono secondo me le piu’ interessanti e alla fine dell’articolo capirai anche il perché. Si possono definire strategie non direzionali , le strategie che sono a delta zero cioè non guadagnano dalla direzione del sottostante o comunque non cercano di prevedere una direzione per poter portare a casa del profitto. Una strategia non direzionale è lo straddle/strangle che ti menziono ma che non commento per lasciare spazio ai piu’ interessanti iron condor e calendar spread. Il calendar spread è il cugino del diagonal spread, hanno molte somiglianze in comune e la differenza principale sta nella direzionalità: il calendar spread non è direzionale, mentre il diagonal spread è leggermente direzionale. Il grafico risk reward allegato fa capire a colpo d’occhio la differenza con il diagonal spread:
Il sottostante di questa strategia è HPQ cioè Hewlett-Packard. Implementando il calendar spread, TRADING LIVE SHOW
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mi aspetto che HPQ rimanga tra i due livelli di break even per tutta la durata della strategia. Quindi se resta sopra i 25 e sotto i 29 dollari per azione, il mio calendar spread va in profitto. Questo calendar spread può guadagnare al massimo il 102% in 52 giorni ammesso che HPQ rimanga laterale. Trascorrono 14 giorni e la strategia si è evoluta in questo modo:
Se osservi con attenzione il grafico del prezzo, ti accorgerai che effettivamente HPQ ha oscillato ma è rimasto dentro i livelli di break even. La dinamica dei prezzi ha fatto si che il calendar spread andasse in profitto generando un onesto quasi 25% in 14 giorni a fronte di un guadagno pressoché nullo che HPQ avrebbe generato qualora fossi mo entrati long. Inizi a comprendere perché per me le opzioni sono state una rivelazione? Ora devo decidere cosa fare della strategia: io so che se HPQ sale il mio profitto verrà rosicchiato e se la salita persiste andrò incontro alla perdita. Lo stesso dicasi in caso di discesa di HPQ. Se invece HPQ rimane li dov’è, il tempo mi permetterebbe di guadagnare altro denaro. Anche in questo caso, senza ragionare troppo sulla exit strategy, mi accontento di chiudere la posizione incassando il mio quasi 25% in 14 giorni. Buon ultimo, ma non per importanza, ecco l’iron condor. L’iron condor fa parte delle cosiddette “income strategies” perché permette di crearsi un 40
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flusso di cassa su scala mensile o addirittura settimanale. Si costruisce impiegando due credit spreads ed il profilo che ne esce è questo:
La prima domanda che sono sicuro ti salta in mente è: come si guadagna? Anche in questo caso, essendo una strategia non direzionale, si guadagna al passare del tempo se il sottostante rimane dentro i due livelli di break even. In pratica con questa strategia mi aspetto che il titolo lateralizzi fino alla scadenza delle opzioni che compongono l’iron condor. Che cosa non voglio che succeda quando ho un iron condor in essere: non voglio nè che il titolo salga oltre il break even superiore, nè che il titolo scenda oltre il break even inferiore. Posso tollerare dei movimenti, ma non posso sopportare movimenti troppo marcati. L’iron condor è una strategia a credito/guadagno massimo limitato e a perdita massima potenziale limitata come lo è il credit spread. L’iron condor dell’esempio, guadagna il 12% al massimo in 23 giorni se, ovviamente, le cose vanno nel migliore dei modi. L’iron condor per come è strutturato, di norma va aperto, monitorato e lasciato scadere. Lasciandolo scadere porto a casa il guadagno massimo previsto dalla strategia. Se però le cose non vanno come previsto, la strategia andrà aggiustata per affrontare le condizioni di mercato che sono cambiate.
Perché mi piacciono le strategie non direzionali e perché hanno un vantaggio rispetto alle strategie direzionali: statisticamente, per il 55% delle volte, i trades direzionali si muovono nella direzione sbagliata, mettendo quindi il trader in una condizione di stress aggiuntivo e costringendoli a riparare l’errore. Evidentemente non ero l’unico ad avere Murphy sul groppone…! Inoltre l’80% dei contratti di opzione scade senza valore. Ciò significa che le strategie che implicano l’acquisto di opzioni saranno per l’80% delle volte perdenti, mentre le strategie che implicano la vendita di opzioni, quali il credit spread e l’iron condor, portano la statistica a proprio favore. Inoltre, come gia accennato, il mercato è laterale per il 67% del tempo, cioè per la stragrande maggioranza del tempo. Tutto questo tempo di “inattività” del mercato per molti è uno spreco di tempo e di risorse nonché di mancato guadagno. Chiaramente per un trader in opzioni il trading range del mercato è tutto grasso che cola… Altro fattore non trascurabile riguarda il tempo necessario per impostare e monitorare la strategia. Dando sempre e comunque per scontato che di pasti gratis non ne esistono, strategie non direzionali come il credit spread e l’iron condor non richiedono molto tempo per poter generare un guadagno interessante su base mensile. Questo secondo me significa qualità della vita, la giusta quantità di stress da sopportare ed una semplice ed efficace strategia che può funzionare in ogni condizione di mercato.
Enrico Pegoraro Enrico Pegoraro, da sempre appassionato di trading, opera su opzioni da 5 anni. Ha fondato CTO Condor Trading Opzioni www.condortradingopzioni.it , la prima newsletter italiana focalizzata su Credit Spreads e Iron Condors. Scrive anche sul suo blog www.tradingopzioni.net. Puoi contattare Enrico scrivendo a info@tradingopzioni.net
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Il concerto diretto da Andrea Morricone tiene a battesimo un progetto internazionale per aiutare giovani artisti emergenti
E’
possibile nel ventunesimo secolo riproporre il mecenatismo tipico del Rinascimento? Sembra proprio di si, a sentire gli ideatori del progetto Renaissance Then and Now che parte proprio da Firenze, dove furono proprio i Medici a sostenere e patrocinare numerosi artisti che diedero lustro ai signori della città. Fu così che Cosimo il Vecchio e suo nipote Lorenzo il Magnifico chiamarono a corte i migliori artisti, letterati, umanisti e filosofi del tempo del calibro di Michelozzo, Pico della Mirandola, Angelo Poliziano, Antonio Pollaiolo e Sandro Botticelli. Renaissance Then and Now è un progetto realizzato dall’International Studies Institute di Firenze, un pool di università americane con sede in questa città, che consentirà, in totale reciprocità, ad studenti italiani e americani di poter proseguire la propria formazione musicale e artistica presso le università americane e italiane. L’iniziativa è stata tenuta a battesimo da due grandi musicisti, il direttore e compositore Andrea Morricone e il famoso flautista Roberto Fabbriciani, che si sono esibiti lo scorso 17 settembre in un concerto insieme all’Orchestra Filarmonica di Roma presso la Limonaia della bellissima Villa Strozzi a Firenze. Il concerto è stato organizzato dall’Associazione Divertiamocicorrendo di San Filippo del Mela, e da un gruppo di imprese e società facenti capo allo studio del Dott commercialista Marco Bandinelli di Poggibonsi, in provincia si Siena, che operano in
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rete sotto il marchio/filosofia “Labor Limae Net”, in collaborazione con il Quartiere Quattro di Firenze e il Lions club Mediovaldarno Galileo Galilei di Firenze e con il patrocinio del Comune di Firenze e del Consolato Generale degli Stati Uniti di Firenze. In programma alcuni brani composti da Maestro Morricone tra i quali alcuni inediti, presentati in prima mondiale a Firenze e dedicati a Roberto Fabbriciani, e altri riarrangiati: il secondo adagio in mi bemolle maggiore per archi, i due temi d’amore in do maggiore per flauto e archi, scritto per il Maestro Fabbriciani, e la suite della colonna sonora del film “L’Industriale, sono stati apprezzati dal pubblico presente che ha tributato ad Andrea Morricone e Roberto Fabbriciani una vera e propria standing ovation. Il concerto è stato anche un’occasione di solidarietà. Nel corso della serata, infatti, raccolto fondi da destinare a giovani studenti americani di talento che, grazie a queste borse di studio, potranno venire a perfezionare i loro studi musicali e artistici a Firenze. Fra i numerosi ospiti che hanno assistito al concerto sono intervenuti Sara C. Morrison, console americano a Firenze, Massimo Mattei, l’assessore alla mobilità del Comune di Firenze, Stefano Baldassarri, direttore accademico dell’International Studies Institute. L’avv. Luca Spaziani, presidente del Lions Club Mediovaldarno Galileo Galilei, il col. Orazio Anania dell’Associazione Divertiamocicorrendo e Marco Bandinelli di Labor Limae Net.
Andrea Morricone: “La musica, un’opera d’arte bella e perfetta”
“Ho accettato con grande entusiasmo di presentare alcuni miei brani inediti in questa occasione anche perché avrò il supporto di Roberto Fabbriciani ,un solista straordinario e di un grande amico” ha spiegato il compositore e direttore d’orchestra “Sono brani in cui credo molto dal punto di vista estetico e etico”, ha spiegato il Maestro Andrea Morricone che in occasione del suo concerto che ha tenuto a battesimo il progetto Renaissance Then and Now. Figlio d’arte, svolge la sua attività sia come compositore che direttore fra Roma e Los Angeles lavorando con le migliori orchestre e i migliori artisti a livello interna-
zionale. Autore di oltre ventidue colonne sonore, ha vinto il prestigioso premio inglese BAFTA per il Tema d’Amore del film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore e il 31 marzo 2012 gli è stato conferito all’unanimità al Bari International Film Festival il premio Ennio Morricone per la colonna sonora per il film L’Industriale di Giuliano Montaldo. Nelle sue composizioni ricerca continuamente la bellezza e la perfezione ispirandosi sia alla cultura classica che ai compositori tarodromantici. “La grande melodia e il tema siano fattori fondamentali della musica” ha proseguito il Maestro “concetti tanto cari a compositori come Mahler, Bruckner e tipici del teatro wagneriano”. Gli strumenti poi sono elementi importantissimi per la composizione e devono essere trattati secondo le loro esigenze all’interno dell’orchestr. La tradizione al servizio della modernità utilizzando anche le moderne teconologie come l’elettronica. “La utilizzo in molte mie composizioni come nel tema del film L’Industriale” ha raccontato “è uno strumento che si aggiunge all’orchestra per inventare la musica”. Andrea Morricone vorrebbe essere più conosciuto e apprezzato nel suo paese. “Lavoro tantissimo negli Stati Uniti e in tutto il mondo” ha raccontato “ma mi piacerebbe molto poter lavorare nel mio paese e dirigere grandi orchestre italiane. Essere qui a Firenze è una bella opportunità per far conoscere la
mia musica”. Andrea Morricone è anche un apprezzato compositore di colonne sonore. Ha vinto il prestigioso premio inglese BAFTA per il Tema d’Amore del film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore e fra i recenti lavori da compositore, va annoverato il Musical Mission, tratto dall’omonimo film e la colonna sonora per il film L’Industriale di Giuliano Montaldo per la quale il 31 marzo 2012 gli è stato conferito all’unanimità al Bari International Film Festival il premio Ennio Morricone.
Roberto Fabbriciani: “La musica arriva dove si fermano le parole”
Roberto Fabbriciani, grazie alla sua ricerca personale le possibilità sonore del flauto, è internazionalmente riconosciuto uno tra i migliori falutisti alal sua attività di musicista, ha collaborato con alcuni tra i maggiori compositori del nostro tempo e ha suonato come solista con i più importanti direttori d’orchestra come Claudio Abbado, Riccardo Muti, e con le principali e più famose orchestre, è stato docente
dei corsi di alto perfezionamento presso l’Università Mozarteum di Salisburgo. Per lui la musica è vita, una passione che coltiva fin da bambino tanto da diplomarsi giovanissimo a 14 anni la Conservatorio Cherubini di Firenze. “La musica tocca nel profondo e arriva dove si fermano le parole” ha Spiegato Fabbriciani che si è esibito a Firenze insieme a Andrea Morricone per l’iniziativa Renaissance Then and Now grazie. “Come insegnante credo che i giovani talenti debbano essere aiutati, soprattutto in Italia dove le istituzioni sono spesso latitanti”. L’Importante per Fabbriciani è che si faccia cultura, un settore spesso ignorato in Italia. “Tutta la musica è bella” ha chiarito “L’importante è che sia di qualità ma soprattutto che l’ascoltatore sia in grado di capirla”. Da musicista e, soprattutto da insegnante, Roberto Fabbriciani accusa la carenza didattica musicale. “In Germania non sono stati ridotti i finanziamenti alle istituzioni culturali” ha detto “In Italia invece sono praticamente azzerati tanto che la musica cosiddetta colta è ormai da élite”. Per questo Roberto Fabbriciani da tempo ha imboccato la via della sperimentazione per avvicinare il pubblico, soprattutto i giovani, alla musica e al teatro. “Per questo motivo ho scritto Figaro il Barbiere è un’opera che ho messo in scena con Elio e le Storie Tese” ha raccontato” Ammetto di aver centrato l’obiettivo perché lo spettacolo è stato un tale successo che molte persone sono poi tornate a teatro”.
Elisabetta Failla
a cura di Carmelo De Luca
St. Regis Florence Un amore a 5 stelle
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ircondato dal fiume Arno, dall’Istituto Francese, dalla Chiesa di Ognissanti, il St. Regis Florence sfoggia una invidiabile eleganza insieme a suo fratello, il Grand Hotel Excelsior, rendendo la piazza che lo accoglie un luogo unico. La facciata, impreziosita da finestre con frontoni in stile classico e loggiato richiamante le altane dei palazzi rinascimentali, preannuncia ambienti magnifici dove lusso, cortesia, confort, regnano sovrani. I locali al piano-terra, in effetti, personificano il buon gusto plasmante gli stucchi adornanti le volte, i legni pregiati di alcune pareti, gli arredi caratterizzati da un’armonica convivenza tra moderno e antiquariato. Ed è emozionante varcare la soglia del Winter Garden, un concentrato di architettura, marmi, balconata in ferro battuto e bronzo dorato sorretta da arca-
te, soffitto coperto da intarsi in vetro e legno in purissimo stile floreale: un vero spettacolo per la vista! In questo spazio trova dimora il Ristorante Etichetta, un paradiso per gli amanti della cucina toscana, nazionale, internazionale, allietata dagli ottimi vini presenti nella cantina allestita in una grotta medievale. Rimanendo in tema, l’albergo offre la possibilità di consumare invitanti spuntini presso il Bar Etichetta, magari sorseggiando champagne d’annata, succhi fatti con frutta fresca, cocktail ricercati. Proseguendo la visita, una sontuosa scalinata quasi baroccheggiante apre le porte al Salone delle Feste, impreziosito da affreschi, stucchi, specchi, insomma un ambiente solenne da fare invidia ad una reggia, ideale per cene di gala, pranzi ricercati, feste. E le camere? Quelle sì che sorprenderanno tutti! Lo stile rinascimentale domina la tipologia Deluxe dove regnano soffitti a cassettoni, broccati in seta e velluto. Superaccessoriati, tali ambienti ospitano eleganti vasche da bagno, doccia, doppio lavandino, tv LCD, sistema audio Bose, IPod docking station,
connessione ad Internet. Ben 59 mq caratterizzano le Junior Suite arredata con mobili d’epoca e opere d’arte, mentre il design impera in quella dedicata a Bottega Veneta: progettata dal suo stilista, Tomas Maier, questo ambiente colpisce per i colori sofisticati e discreti. La Royal Suite omaggia l’opulenta corte medicea tra opere d’arte, antiquariato, letto a baldacchino e, infine, la Presidenziale si impone per i suoi preziosi arredi, i tessuti pregiati, la vista mozzafiato sugli storici Lungarni. Il motore di questa lussuosissima macchina è affidato ad un personale qualificato per conoscenze e competenze, basti menzionare l’ineccepibile professionalità dei concierge, l’osservanza all’etichetta dei maggiordomi addetti alle suite, l’efficienza caratterizzante il cameriere di sala o camera, la maestria dei cuochi nel trasformare prodotti freschi in ottimi piatti annoverati nell’alta gastromonia.
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Nel Burgenland il benessere è di casa
©Sonnentherme Lutzmannsburg
©Burgenland Tourismos/Stefano Lunardi
a cura di Carmelo De Luca
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ileccato di tutto punto, il Burgenland ha tutte le carte in regola per ostentare la sua meritata vanità. Vicinissima alla capitale, la regione austriaca vanta manieri, fortezze, arcigne torri medievali, natura incontaminata dalla bellezza incomparabile e facile da visitare grazie alla presenza di numerose aree protette, piste ciclabili, sentieri attrezzati. Questo piccolo paradiso in terra possiede un lusinghiero primato, infatti ospita numerose strutture votate al relax. Sorgenti secolari, dalle ineccepibili proprietà minerali, alimentano centri termali immersi in un paesaggio mozzafiato, laghetti, piscine, saune, vasche idromas-
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saggio, assicurando benessere, salute, vitalità. Particolarmente indicate per combattere problemi cardiovascolari, muscolo-scheletrici, fatica, dolori persistenti, invecchiamento, prevenzione del burnout, tali acque sono adatte nel curare il decadimento psicofisico e, spesso, sono supportate da argilla, fango, terra, dalle molteplici proprietà terapeutiche capaci di combattere molte patologie. Bad Tatzmannsdorf, Thermen & Vital Hotel, Vitalhotel Simon, AVITA, rappresentano alcune valenti strutture del Burgenland nelle quali il benessere totale sposa felicemente il tempo libero. Come è facile intuire, una natura rigogliosa invade armonicamente questa terra, non a
©Burgenland Tourismos/Lois Lammerhuber
caso il Parco Nazionale Neusiedlersee-Seewinkel funge da sfondo al St. Martins Spa & Lodge, mentre le Terme Solari di Lutzmannsburg allietano il soggiorno grazie ad un grande giardino acquatico dotato di altissimi scivoli. Voler bene al proprio corpo vuol dire anche saperlo nutrire; questo principio è stato sapientemente recepito dall’Hotel Oasis, artefice di un programma salutista coinvolgente sauna, massaggi, terme, cibi integrali, delicati piatti salati, invitanti succhi di pura frutta nostrana. In effetti gli ospiti del Burgenland non devono sottovalutare l’enogastronomia locale, quella si che è una vera sorpresa grazie alla variegata offerta eccellente in qualità e quantità.
©Burgenland Tourismos/Lois Lammerhuber
©Burgenland Tourismos/Lois Lammerhuber
a cura del Maestro Alberto Presutti
Non si dice piacere Rubrica di Business Etiquette
Il Bon Ton è la comunicazione
efficace del benessere con gli altri. Professionalmente, socialmente, convivialmente. Però, la comunicazione oltre
essere, di base, capacità di ascolto del nostro interlocutore, è anche modalità di ricezione dell’uso del paraverbale e del non verbale che faremo noi, consapevolmente o meno, mentre stiamo parlando. Questo lo possiamo facilmente verificare raccontando una barzelletta. Perché c’è chi con la stessa barzelletta strappa grandi risate e chi solo dei sorrisi a fior di labbra? Influirà, pertanto, nella nostra comunicazione, certo non nel caso della barzelletta, ma in quello di una trattativa di affari, il saperci porre, anche rispetto gli spazi che occupiamo in apporto ai presenti. Influirà il modo di occuparli. E, soprattutto, quanto spazio sottraiamo - con il nostro muoverci, spostare oggetti, indicare, gesticolare - agli altri 46
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presenti, con cui vorremmo fare business. Coloro che conoscono i codici comportamentali propri delle situazioni formali, sanno bene che ogni minimo errore di comunicazione o protocollare, comporta una perdita di punteggio nel risultato finale. Parlare troppo a voce alta, o troppo a voce bassa, usare termini scorretti, dare l’impressione di essere presuntuosi o tuttologi, dare le spalle a qualcuno non creando empatia, sono modi e ma nie r e pe r non raggiungere l’obiettivo commerciale, e non solo, prefissatoci. In Italia vi è una cultura del bello e del potere, che portano fuori strada chiunque vi si attenga grettamente. E’, infatti, il monaco che rende l’abito sacro, e non l’abito a sacralizzare chi lo indossa. E il potere non è strafottenza e possibilità agevole di sottomettere l’altro da sé. Per cui assorbire e seguire le regole del Bon Ton è indispensabile per quanto concerne l’essere appropriati all’occasione con il nostro abbigliamento. Chi ha potere, poi, non lo sfoggia, come propaggine di una spada che minaccia e uccide il più debole. Se abbiamo un azienda, investiamo
sui nostri collaboratori, facendo in modo che chi risponde al telefono quale centralinista o segretaria, abbia una comunicazione dell’accoglienza positiva, divenendo il nostro primo “biglietto da visita”. Ricordiamoci, che è lo stesso principio, del “colpo di fulmine” in amore, per cui il nostro potenziale cliente, deve percepire subito un “flash” che lo abbaglia. Rimanere se stessi, con le proprie credenze, oggi significa non evolversi e bloccarsi, che se anche pare produrre un sentimento di pace interiore sul momento, sarà fragorosamente infranto dalla brutta figura che andremo a fare. Da formatore, ritengo che oggi, o ci si forma o ci si ferma. Sarà sempre, quindi, il nostro atteggiamento, a fare la differenza, già a partire dalle nostre credenze, perché è la mappa mentale dell’altro, che deve essere l’obiettivo della nostra comunicazione, ed entrarci, sarà tanto più facile quanto più saremo comunicatori ben educati, rispettosi, non invadenti, e non in ultimo, buoni ascoltatori. Maestro Alberto Presutti
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Trading Live Show in collaborazione con Biagio Milano PRESENTA
TUTTO CIO’ CHE NON AVRESTE VOLUTO SAPERE SU
COME PERDERE SOLDI IN BORSA
Aspetti psicologici del trading, sketch, titoli “umani” impersonati da splendide modelle, tanta formazione, il tutto presentato in chiave ironica e satirica con un approccio unico e inconsueto...
25/11/2012
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a cura di Claudio Zanetti
il Presidente degli
Stati Uniti d’America I
l presidente degli Stati Uniti d’America è il capo di Stato degli Stati Uniti d’America. La Costituzione statunitense, stabilisce che il presidente è investito del potere esecutivo a livello federale (art. II, sez. 1) e che a lui fanno capo le forze armate federali e le milizie dei singoli Stati, ove chiamate al servizio della Federazione. Per l’adempimento delle sue alte prerogative in tema di sicurezza e politica estera, quotidianamente riceve dall’intelligence un rapporto, denominato President’s Daily Brief. Sempre l’art. II, dedicato al potere esecutivo, enumera altri poteri esclusivi del presidente, come quelli di raccomandare al Congresso le misure che ritiene necessarie ed opportune, di nominare consiglieri, di accordare la grazia e di sospendere le pene per i reati puniti a livello federale. L’elezione avviene indirettamente, tramite il Collegio elettorale degli Stati Uniti. Ad ogni stato viene assegnato un numero di voti elettorali, equivalente alla somma dei rappresentanti e dei
senatori che lo stato elegge al Congresso. Sede e residenza del presidente è la Casa Bianca a Washington, D.C.. Il presidente dispone di un suo staff e usufruisce di numerosi servizi. Due Boeing VC-25 (versione appositamente modificata dell’aereo di linea Boeing 747-200B) servono per il trasporto a lunga distanza. Con il presidente a bordo, l’aereo viene denominato Air Force One. Lo stipendio del presidente ammonta a 400.000 dollari all’anno, esclusi altri benefici, e gli viene corrisposto mensilmente. Dalla Costituzione, 43 persone si sono succedute alla carica presidenziale. I mandati conteggiati sono comunque 44, in quanto Grover Cleveland, eletto nel 1884, sconfitto nel 1888 ed eletto nuovamente nel 1892, figura aver ricoperto due presidenze (la ventiduesima e la ventiquattresima, rispettivamente). Il Presidente attualmente in carica è Barack Obama, eletto nel 2008. Ecco la lista di tutti i Presidenti degli Stati Uniti d’America:
1 George Washington 1789 1797 nessun partito 2 John Adams 1797 1801 Federalista 3 Thomas Jefferson 1801 1809 Democratico-Repubblicano 4 James Madison 1809 1817 Democratico-Repubblicano 5 James Monroe 1817 1825 Democratico-Repubblicano 6 John Quincy Adams 1825 1829 Democratico-Repubblicano 7 Andrew Jackson 1829 1837 Democratico 8 Martin Van Buren 1837 1841 Democratico 9 William Henry Harrison 1841 1841 Whig 10 John Tyler 1841 1845 Whig 11 James Knox Polk 1845 1849 Democratico 12 Zachary Taylor 1849 1850 Whig 13 Millard Fillmore 1850 1853 Whig 14 Franklin Pierce 1853 1857 Democratico 15 James Buchanan 1857 1861 Democratico 16 Abraham Lincoln 1861 1865 Repubblicano 17 Andrew Johnson 1865 1869 Repubblicano 18 Ulysses Simpson Grant 1869 1877 Repubblicano 19 Rutherford Birchard Hayes TRADING LIVE SHOW
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1877 1881 Repubblicano 20 James Abram Garfield 1881 1881 Repubblicano 21 Chester Alan Arthur 1881 1885 Repubblicano 22 Stephen Grover Cleveland 1885 1889 Democratico 23 Benjamin Harrison 1889 1893 Repubblicano 24 Stephen Grover Cleveland 1893 1897 Democratico 25 William McKinley 1897 1901 Repubblicano 26 Theodore Roosevelt II 1901 1909 Repubblicano 27 William Howard Taft 1909 1913 Repubblicano 28 Thomas Woodrow Wilson 1913 1921 Democratico 29 Warren Gamaliel Harding 1921 1923 Repubblicano 30 John Calvin Coolidge Jr. 1923 1929 Repubblicano 31 Herbert Clark Hoover 1929 1933 Repubblicano 32 Franklin Delano Roosevelt 1933 1945 Democratico 33 Harry S. Truman 1945 1953 Democratico 34 Dwight David Eisenhower 1953 1961 Repubblicano 35 John Fitzgerald Kennedy 1961 1963 Democratico 36 Lyndon Baines Johnson 1963 1969 Democratico 37 Richard Milhous Nixon 1969 1974 Repubblicano 38 Gerald Rudolph Ford Jr. 1974 1977 Repubblicano 39 James Earl Carter Jr. 1977 1981 Democratico 40 Ronald Wilson Reagan 1981 1989 Repubblicano 41 George Herbert Walker Bush 1989 1993 Repubblicano 42 William Jefferson Clinton 1993 2001 Democratico 43 George Walker Bush 2001 2009 Repubblicano 44 Barack Hussein Obama II 2009 in carica Democratico
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Da sempre è risaputo della stretta correlazione tra la massoneria e Presidente degli Stati Uniti d’America tant’è che ben 16 Presidenti erano anche Massoni. Ecco l’elenco: Andrew Johnson (1865 – 1869) Andrew Jackson (1829 – 1837) Franklin Delano Roosevelt (1933 – 1945) George Washington (1789 – 1797) Gerald Rudolph Ford (1974 1977) Harry Truman (1945 – 1953) James Abram Garfield (2 luglio 19 settembre 1881) James Buchanan (1857 - 1861) James Knox Polk (1845 – 1849) James Madison (1809 - 1817) James Monroe (1817 – 1825) Theodore Roosevelt (1901 – 1909) Thomas Jefferson (1801 – 1809) Warren Gamaliel Harding (1921 - 1923) William Howard Taft (1909 – 1913) William Mc Kinley (1897 – 1901) Per avere una conferma basti analizzare lo stemma del Presidente:
L’Ordine degli Illuminati comprende 13 gradi suddivisi in due categorie: l’Edificio Inferiore e l’Edificio Superiore. L’Edifico Inferiore comprendeva i gradi di Novizio, Minervale, Illuminato Minore, Illuminato Maggiore. Scrive Hutin in “Governi occulti e società segrete” che: L’Edificio Superiore comprendeva: “i gradi di Apprendista, Compagno, Maestro, Scudiero Scozzese, Epopte, Principe, Filosofo-Mago, ed infine il grado supremo di Uomo-Re”. Tutti questi simbolismi ed altri ancora, dell’Ordo Illuminatorum, sono chiaramente presenti nella banconota americana da un dollaro. Le tredici iniziazioni sono così simbolizzate: Nello stemma del Presidente ci sono: - 13 stelle - Sopra l’Aquila vi sono 13 sfere 6 sulla sinistra 6 sulla destra e 1 al centro - Le strisce sullo scudo sono 13. - Nell’artiglio destro dell’Aquila è stretto un ramo d’olivo con 13 rami e 13 olive. - Con l’artiglio sinistro l’Aquila tiene 13 frecce. - La scritta “E Pluribus Unum” è formata da 13 lettere. Alcune considerazioni statistiche sui Presidenti degli Stati Uniti: Il primo uomo di origini afroamericane a ricoprire la carica di Presidente nella storia degli Stati Uniti è stato Barack Obama. Il presidente più giovane
che coprì la carica fu Theodore Roosevelt, che subentrò da vicepresidente il 14 settembre 1900, all’età di 42 anni, in seguito all’omicidio del suo predecessore, William McKinley. Il più giovane presidente eletto dal popolo fu invece John Fitzgerald Kennedy, qurantatreenne al momento della nomina nel 1960 e primo presidente di
Costituzione stabilì il divieto a più di due mandati. La presidenza più breve fu quella di William Henry Harrison, che coprì la carica per un solo mese del 1841, prima di morire di polmonite. L’unico presidente ad essere stato eletto due volte non successivamente fu Grover Cleveland, nel 1884 e nel 1892. Peraltro,
prirono effettivamente la carica. Il primo presidente a risiedere alla Casa Bianca fu John Adams, nel 1797. Il 4 luglio, anniversario della firma della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti, sono morti ben tre presidenti, John Adams e Thomas Jefferson, nel 1826, James Monroe il 4 luglio 1831.
religione Cattolica, mentre il più anziano fu Ronald Reagan, eletto nel 1980 all’età di 69 anni. L’unico presidente ad essere eletto per più di due mandati fu Franklin Delano Roosevelt, nel 1932, 1936 e 1940 e nel 1944. La morte, nel 1945, gli impedì di portare a termine il quarto mandato, in quanto egli ricoprì la carica solo per pochi mesi. Nel 1951 il XXII emendamento della
Cleveland aveva ottenuto la maggioranza dei voti popolari anche nel 1888, ma fu battuto dal suo avversario, Benjamin Harrison, sul quale prese la sua rivincita quattro anni dopo. Cleveland, quindi, è conteggiato sia come ventiduesimo che come ventiquattresimo presidente, ragion per cui il numero delle presidenze è superiore di un’unità al numero dei presidenti che co-
Gli unici due presidenti eletti del Partito Whig morirono di malattia durante il mandato: William Henry Harrison, il 4 aprile 1841, e Zachary Taylor, il 9 luglio 1850. L’unico presidente non sposato fu James Buchanan, ed il ruolo di First Lady venne rivestito dalla nipote. Tre presidenti assursero alla carica vincendo il voto statale dei grandi elettori, pur essendo stati TRADING LIVE SHOW
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sconfitti nel voto popolare: Rutherford B. Hayes nel 1874, Benjamin Harrison nel 1888 e George Walker Bush nel 2000. Un solo presidente fu invece eletto dalla Camera dei Rappresentanti, non avendo nessun candidato raggiunto né la maggioranza dei voti popolari, né la prevista maggioranza assoluta dei voti dei Grandi elettori: fu il caso di John Quincy Adams nel 1824. L’unico presidente non presentatosi alle elezioni fu Gerald Ford, subentrato dopo le dimissioni di Richard Nixon, a sua volta l’unico presidente nella storia a lasciare l’incarico di sua volontà, per lo scandalo Watergate. Secondo la sezione seconda del XXV emendamento – ratificato il 10 febbraio 1967 – nel caso la carica di vice presidente risulti vacante il presidente deve al più presto nominare un nuovo vice presidente, che assumerà le sue funzioni dopo aver ricevuto l’approvazione dei due rami del Congresso. Si voleva evitare una vacanza troppo lunga della carica, come era successo dopo l’assassinio di John Kennedy quando Lyndon Johnson rimase per un anno privo di vice, essendo sottoposti alla minaccia di un attacco nucleare da parte dell’Unione Sovietica. Pertanto Nixon, dopo le dimissioni del suo vice, Spiro Agnew, nominò come nuovo vice presidente Gerald Ford. La nomina venne successivamente approvata dal Congresso. Quando Nixon si dimise, due anni dopo, Ford divenne Presidente, primo e finora unico – come si è detto – senza essere mai stato eletto come presidente o vicepresidente. 50
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Quattro i presidenti in carica assassinati durante il mandato: Abraham Lincoln, ucciso a colpi di pistola in un teatro di Washington da un attore sudista il 14 aprile 1865, spirando la mattina successiva. James Garfield, ferito a colpi di arma da fuoco da uno squilibrato nel New Jersey il 2 luglio 1881, e spirato dopo lunga agonia il 19 settembre. William McKinley, ferito a colpi di pistola da un anarchico a Buffalo il 6 settembre 1901, e spirato otto giorni dopo. John Fitzgerald Kennedy, ucciso in circostanze non ancora chiarite a Dallas il 22 novembre 1963. Quattro i presidenti morti di malattia durante l’esercizio del mandato: William Henry Harrison, il 4 aprile 1841, per una polmonite contratta per essersi esposto senza cappotto ai freddi invernali durante la campagna elettorale, in cui voleva accostare la sua immagine a quelli dei rudi pionieri dell’Ovest, in contrasto con l’opulenza del suo avversario, Zachary Taylor, il 9 luglio 1850, per una gastroenterite probabilmente contratta per un’indigestione di ciliegie avariate, Warren G. Harding, il 2 agosto 1923, per un ictus cerebrale o, secondo altre fonti, per un infarto cardiaco, Franklin Delano Ro-
osevelt, il 12 aprile 1945, per un’emorragia cerebrale conseguente ad uno stato clinico da tempo deteriorato. Uno il presidente che rassegnò le dimissioni dall’incarico: Richard Nixon, il 9 agosto 1974, per evitare l’impeachment per lo scandalo del Watergate.
Claudio Zanetti
www.consiglidiborsa.it