TRADING
Una guida per chi ritiene il trading una propria filosofia di vita
, e i z a r g . . o n i N Tob . g Si
Rothschild i veri padroni del mondo di C. Zanetti
Tobin Tax vantaggio o svantaggio? di B. Milano
L’Eurostoxx in questo ultimo scorcio del 2012 di G. D’Angelo
Sogno (brutto) di una Misurare la Come creare un metodo che funzioni notte di mezzo autunno volatilità di G. Minnicelli di F. Pioli di L. Giusti
L’High Frequency Trading di G. Defendi Più uniche che rare di E. Failla
n. 14 - novembre 2012
SHOW e v li
Oro Un metallo che brillerà a lungo di C. Vallotto Salone Nautico di Genova: la qualità vince sulla crisi di F. Grillone
Sono tornato dall’ Tol expo con una forte preoccupazione
di Andrea Renault
riguardo a quello che sarà il futuro del trading.... mai come in questa occasione il nome Tobin si è sentito riecheggiare, come fosse una sorta di tam tam che diffonde preoccupato lugubri presagi di sventura…. le domande ricorrenti erano sempre queste: come sarà la Tobin tax? L’approveranno davvero? E i trader come reagiranno ?..... tutto questo mentre i big del trading si adoperavano ad esporre le loro strategie magari sponsorizzati dai soliti “noti “ . Ma la cosa che stupisce di più in tutto questo scenario è il fatto di come certi politici, mal consigliati, non si stiano rendendo conto di quanto sia demenziale l’approvazione di una misura del genere; le conseguenze che ne deriverebbero porterebbero inevitabilmente alla chiusura di tutta una serie di sim con licenziamenti di migliaia di persone da parte di banche e del loro indotto con la fuga inevitabile verso piazze finanziarie più convenienti dei trader più scaltri e degli hedge funds…. Si vuole combattere la speculazione e nel contempo introitare un miliardo di euro? Le soluzioni sarebbero molte, all’interno troverete due “pezzi” di Milano e Minnicelli che analizzano nei dettagli la questione. Una riflessione mi sorge spontanea, ho il dubbio che tutto faccia parte di un disegno preordinato a monte o a “Monti “, ex GS, tendente a ridurre considerevolmente i volumi scambiati giornalmente in modo da far diventare Piazza Affari un mercatino rionale, quindi ai margini degli interessi finanziari globali e avente come obiettivo finale quello di concentrare gli scambi sull’asse Londra - New York. Non resta che lottare affinchè tale misura sia quantomeno ridimensionata nelle aliquote, in modo, seppur a malincuore, di poter continuare a svolgere la nostra “sana” attività che tanto ci appassiona …. alla prossima… wintrader54@yahoo.it
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novembre 2012 In attesa di registrazione Direttore responsabile: Elisabetta Failla Coordinatore progetto Andrea Renault Collaboratori: Claudio Zanetti, Biagio Milano, Gianvito D’Angelo, Gianluca Defendi, Carlo Vallotto, Fabio Pioli Giuseppe Minnicelli, Luca Giusti, Elisabetta Failla, Carmelo De Luca, Francesco Grillone, Alberto Presutti www.tradingliveshow.it
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TRADING TRADING LIVE SHOW LIVE SHOW
Tobin Tax vantaggio o svantaggio? a cura di Biagio Milano
Come costruire una strategia di trading a cura di Gianvito D’Angelo
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Cosa muove i prezzi
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Oro Un metallo che brillerà a lungo...
TRADING 29 4
a cura di Claudio Zanetti
L’High Frequency Trading
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Rothschild I veri padroni del mondo
a cura di Gianluca Defendi
a cura di Gianluca Defendi
a cura di Carko Vallotto
Come creare un metodo che funzioni a cura di Fabio Pioli
Sogno (brutto) di una notte di mezzo autunno a cura di Giuseppe Minnicelli
w w w.tradingliveshow.it
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“666” a cura di Claudio Zanetti
Misurare la volatilità a cura di Luca Giusti
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Più uniche che rare
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Elite Club Vacanze vacanze da vivere
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a cura di Elisabetta Failla
a cura di Carmelo De Luca
Fonteverde superstar a cura di Carmelo De Luca
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L’autunno nel Basso Senese
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Non si dice piacere
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Il Salone Nautico di Genova: La qualità vince sulla crisi
a cura di Carmelo De Luca
a cura di Alberto Presutti
a cura di Francesco Grillone
info@tradingliveshow.it
TRADING LIVE SHOW
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a cura di Claudio Zanetti
ROTHSCHILD A
i veri padroni del mondo
l marcio non c’è mai f i n e , co me di ce u n certo Renzo.M, e qualche dettaglio che ho aggiunto.
Si tratta senza dubbio di banchieri dato che sono i maggiori proprietari della Banca d’Italia e, per fare solo qualche esempio, possiedono la Barclays (tra le maggiori azioniste di Intesa SanPaolo) so-
prattutto tramite Markus Agius, la JpMorgan (che controlla Monte dei Paschi di Siena) tramite la famiglia Rockefeller, Mediobanca (colei che controlla Unicredit) tramite Vincent Bolloré e Jean Azema della Groupama Holding S.A., Banca Carige (attraverso Francois Perol), con Ana Patricia Botin il Banco Santander Central Hispano (il quale controlla ABN AMRO, un altro pilastro di Unicredit). Potrei andare avanti cosi per ore ma credo che queste poche segnalazioni siano più che sufficienti. Tornando ai banchieri mi viene da pensare che costoro abbiano alle loro dipendenze personaggi i quali hanno goduto di altissime cariche di spicco. Tony Blair (l’ex Primo Ministro inglese) lavora per loro TRADING LIVE SHOW
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ora con tanto di paga, stessa sorte per l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, diventato un loro consulente. E sono solo due esempi. Hanno avuto stretti rapporti con Boris Elstin, il precedente “Zar”,
famiglia i maggiori beneficiari. Seppur ebrei dichiarati (ma solo per secondi fini) sono i Guardiatesori del Vaticano, la più importante carica che il Vaticano “dona” dato che costoro controllano il tesoro del Vaticano. In Italia hanno fondato il supermercato Esselunga tramite un loro uomo.
tant’ è che assieme a loro firmò il provvedimento per la creazione della potentissima Banca RussoOccidentale ed espresse la sua soddisfazione pubblicamente più volte. La maggior parte delle privatizzazioni nel Mondo ha reso i componenti di questa famiglia i principali beneficiari. Tra i capi di Facebook c’è un loro uomo che porta il loro nome. Il Global Warming viene utilizzato come tematica fondamentale per la salvezza dell’umanità, peccato che quello che propongono come soluzione sia una tassa globale che renderebbe questa 8
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La moglie di uno di loro, Arielle, è il vice-presidente della organizzazione Francese umanitaria CARE e rappresenta il suo paese al consiglio di amministrazione di CARE International; uno dei maggiori gruppi internazionali che si occupa di volontariato. Hanno comprato la casa che era dei parenti di Lady D. La “famiglia” è il nome con cui si fanno chiamare i componenti della stessa.
Il vino più costoso del mondo, lo Chateau Lafite, porta anche questo nome, come altri vini pregiati: Champagne Brut, Bordeuax Mouton, Opus One e tanti altri. Negli anni Venti e Trenta le etichette di Chteau Mouton furono disegnate da pittori famosi del calibro di Mirò, Dali, Braque,
Chagall e Picasso. Lo stesso Hitler era il nipote di un personaggio di spicco di questa famiglia. L’ex Presidente della Federazione Sionista, Asher Mallah, è il pro cugino di Sarkozy direttamente collegato a questa famiglia. Il Movimento Sionista è stato praticamente creato e finanziato da costoro. L’ Israele che si conosce ora (la Regione West Bank
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compresa) è stata voluta da codesti i quali hanno finanziato la campagna elettorale di Hitler attraverso i finanziamenti del nonno di Bush (Prescott Bush degli Skull & Bones) tramite la Union Bank. Tanti soldi hanno speso per “condurre” milioni di persone in poco tempo da un continente ad un altro. Il Premio Rothschild (“Rothschild Prize”) è tra i più ambiti tra le Università in Israele. Posseggono il The Economist e Liberation.
Passaggi storici : Prima della battaglia di Waterloo finanziarono entrambi gli schieramenti, come da prassi, e riuscirono a sapere qualche giorno prima, tramite una rete di corrieri ben organizzata, che il Duca di Wellington vinse su Napoleone, questo permise loro di guadagnare in modo sporco tantissime sterline dato che fecero credere agli inglesi che la guerra era stata persa e l’invasione da parte dei francesi era ormai inevitabile ed imminente. Sono i maggiori advisor ed a loro tantissimi Gruppi chiedono consulenza prima di avviare trattative finanziarie.
Sono direttamente collegati alla Monsanto ( la più grande azienda multinazionale “OGM” di biotecnologie agrarie al mondo ) ed a tantissime altre Multinazionali. Quello che si nasconde dietro la disgregazione della Jugoslavia e i conflitti all’interno dei Balcani è una sottile tela di personaggi collegati alle più potenti lobbies bancarie che hanno a capo questa famiglia.
Di seguito alcune , fra le quali saltano agli occhi le italiane : Comune di Roma, Juventus, Alitalia, Intesa Sanpaolo, Abn Amro, Marazzi, Unilever, Mps, Telecom, Bpi, West Ham,Murdoch, Banca Popolare di Milano, Tiscali, Ubi Banca, Luxottica, Ente Cinema del ministero del Tesoro, British Telecom, Banca Italease, Paramount, Eni, Time Warner, Banca Carige, Credit Agricole e Mediaset , ripeto sono solo alcuni dei tantissimi clienti ai quali fanno “consulenza”, chiamiamola cosi. Solo per fare un esempio: han-
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no gestito la privatizzazione di Cinecittà. La conquista degli Stati che componevano la Penisola italiana e, in particolare, del ricco Regno delle Due Sicilie da parte dei Savoia non fu solo dettata dall’esigenza di rientrare dall’esposizione nei confronti di una delle loro “Banque” che aveva già investito parecchio nelle avventure belliche piemontesi. Nella spedizione dei Mille il ruolo della massoneria inglese, capeggiato da loro, fu determinante con un finanziamento di tre milioni di franchi ed il monitoraggio costante dell’impresa. Henry Kissinger, il probabile mandante dell’assassinio di
Aldo Moro (secondo la vedova di Moro stesso), assieme ai Bush frequenta e ha frequentato spesso le ville americane del ramo d’ oltreoceano di questa famiglia tant’è che uno dei suoi ultimi festeggiamenti per il suo compleanno è stato organizzato dai Rothschild stessi. Paul Myners, un impiegato di una delle loro Banche, è il Segretario per i servizi finanziari inglesi e ricopre anche la carica di Primo Ministro del National Economic Council, nel 2007 ha dato £ 12.700 per la campagna di leadership di Gordon Brown. Bank of China lavora fianco a fianco con il ramo francese dato che è entrata nel capitale della Compagnie Financière Rothschild con una partecipazione del 20%. Heer appartiene ad una ricca famiglia di banchieri svizzeri e sostiene che i suoi dirigenti della Banca (la suddetta famiglia) lo avrebbero costretto ad effettuare le operazioni più ignobili. Una delle sue accuse è quella di avergli fatto consegnare 5 milioni di dollari in contanti ai killer del banchiere Calvi prima che partis-
sero per Londra per impiccarlo sotto il Ponte dei frati neri nel 1982. Heer sostiene anche che i dirigenti della stessa Banca avrebbero avuto rapporti stretti con personaggi criminali legati alla mafia tramite la Loggia P2. Come se tutto questo non bastasse, ha lanciato accuse dirette al barone Rothschild, ex presidente della banca, che a suo parere avrebbe aiutato ricchi e disonesti italiani nelle loro operazioni fraudolente.
Altro che Tangentopoli! John Le Carrè scrisse “La talpa” ispirandosi al comportamento di un inglese di questa famiglia che faceva il doppio o triplo gioco facendo finta di lavorare per i servizi segreti britannici, successivamente per quelli russi, per poi arrivare a dire che faceva solo i propri interessi (o della famiglia); nell’indagine che scaturì la vicenda solo lui fù salvato direttamente dal tempestivo intervento della Regina d’Inghilterra (sua parente) la quale però non fece altrettanto per gli altri 4 componenti del team i quali furono condannati per spionaggio, tradimento e altro. Emma, della famiglia in questione, è la donna misteriosa delle indagini sull’ uccisione del pre-
mier svedese Olof Palme; costei doveva essere interrogata da almeno 12 funzionari della Polizia svedese, gli investigatori erano convinti che la donna fosse l’ amante di Palme e potesse fornire elementi utilissimi alle indagini. Ad aprile del 1990 il quotidiano svedese “Dagens Nyheter” scrisse che Il Gran Maestro della loggia P2 Licio Gelli avrebbe spedito, tre giorni prima dell’assassinio di Palme, questo telegramma ad un agente Cia: “dite al vostro amico che l’albero svedese sarà abbattuto”. Tra i tanti investimenti che coinvolsero la famiglia viene spesso evocato il prestito che ha permesso al governo britannico di costruire il canale di Suez. Impiegarono appena un’ ora per raccogliere la somma richiesta dagli inglesi. Dopo una cerimonia su una tomba, una sera, alcuni membri della famiglia, tra i quali il barone capo del ramo francese, hanno incontrato anche l’allora cancelliere Helmut Kohl durante una festa in onore dell’ antenato al quale la famiglia stessa deve gran parte della propria fortuna. Almeno cosi si dice. (continua nel prossimo numero)
Claudio Zanetti
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a cura di Biagio Milano
TOBIN TAX:
vantaggio o svantaggio?
Q
uando James Tobin concepi’ la tassa sulle transazioni finanziarie, che oggi prende il suo nome, premise il fatto che la sua efficacia avrebbe avuto una funzione positiva solo allorchè fosse stata applicata in ogni piazza finanziaria. Certo non avrebbe immaginato, a dieci anni dalla sua morte, che un gruppo di politici Europei si affidasse alla sua teoria per cercare di calmierare fasi speculative di mercato, addirittura pensando di ottenere un gettito importante dalla stessa. Povero Tobin: credo si stia rivoltando nella tomba! In diverse dichiarazioni, lo stesso “autore” non era un fedele assertore dell’efficacia provata della tassa, tanto che, dal momento della sua stesura nel 1972, la stessa rimase inapplicata, nonostante siano passate diverse fasi speculative sui mercati finanziari mondiali. Che dite, ci sara’ o no un motivo ?? Ma certo che c’è! E sara’ sufficiente leggere i cinque punti sotto elencati, redatti in collaborazione con altri investitori e giornalisti del mondo della finanza, per comprendere quanto questa tassa sia sciocca e demagogica, oltre che
socialista. 1. E’ una tassa che colpisce gli speculatori? FALSO. L’imposta la pagano i risparmiatori italiani ed europei, la tassa infatti si paga anche su acquisti per controvalori molto bassi perfino inferiori ai 1.000 euro. A fronte di tutto ciò, due grossi fondi speculativi americani, solo per citare un esempio, che si scambiano illimitati quantitativi di titoli non pagano nulla. L’andamento dei mercati azionari, poi, segue il ciclo economico ed è solo un indicatore importante dello stato di salute dell’economia. Se le cose per l’economia tricolore si mettono male le discese dei mercati azionari saranno ancora più accentuate senza il paracadute della liquidità. Se davvero si vuole evitare la speculazione, come mai sono stati tenuti fuori dalla base imponibile proprio i titoli di stato, sono forse immuni da speculazione? 2. Ridurrà la volatilità dei mercati? FALSO. L’andamento del mercato azionario italiano in un’economia globale, per buona parte, è correlato a quello delle altre piazza finanziarie internazionali. Il forte calo della liquidità dovuto all’introduzione dell’imposta aumen-
terà la volatilità facendo muovere i prezzi dei titoli a strappi. Gli operatori stranieri che non pagano l’imposta potranno spadroneggiare sul nostro mercato mettendo a rischio pezzi del sistema economico italiano e singole aziende con importi più limitati. La tassa penalizza poi le operazioni con durata temporale limitata che chiaramente puntano a guadagni limitati per favorire operazioni di lungo periodo. Gli investimenti con orizzonte temporale lungo implicitamente per essere giustificate hanno bisogno di guadagni consistenti. 3. E’ una tassa pienamente europea? FALSO. Il 70% dei paesi dell’Unione Europea non la vuole. Olanda, Svezia, Danimarca, Finlandia, Lussemburgo, Irlanda, Cipro, Gran Bretagna, Malta, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Lituania, Lettonia, Romania e Bulgaria hanno già dato parere negativo. Senza contare che fuori dall’Unione Europea nessun paese l’applica e l’ha presa in considerazione: Stati Uniti, Cina, India e Russia solo per fare un esempio. Per tornare all’Unione Europea la Svezia, fra l’altro, l’aveva sperimentata negli anni 80 ma l’ha poi cancellata perché creava solo danni. L’intesa TRADING LIVE SHOW
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fra i paesi favorevoli è fra l’altro tutta da dimostrare. 4. Creerà un gettito da 54 miliardi di euro per l’Ue ? FALSO. Le transazioni in parte migreranno all’estero dove non si paga l’imposta e in parte non avranno più convenienza economica. Gli stessi tecnici del governo italiano ammettono un calo degli scambi fino all’80%. Il gettito previsto per l’Italia, la terza economia continentale, è solo di 1,088 miliardi di euro, ben che vada gli altri paesi favorevoli se dovessero approvarla, contribuiranno fino a 5 miliardi. Dove sono gli altri 49? Lo Stato avrà un calo di entrate connesso alle mancate plusvalenze, al gettito irpef dei lavori del settore, all’iva connessa al settore del trading. I maggiori costi finanziari sostenuti dalla imprese faranno poi diminuire la base imponibile Ires. A fronte di queste minori entrate gli introiti sono tutti da verificare e dimostrare. 5. E’ vero che non creera’ danni all’economia reale e ai consumatori ? FALSO. I mercati finanziari sono utilizzati dalla imprese per ridurre i costi dei rincari delle materie prime, i maggiori oneri connessi all’imposte saranno ribaltati su prezzi alla produzione e al consumo. I costi di finanziamento delle imprese lieviteranno per effetto delle discese dei prezzi per carenza di liquidità. Il mercato secondario dei titoli quello che consente di rientrare in possesso dell’investimento verrà danneggiato cosi i risparmiatori chiederanno maggiori rendimenti. A conferma di tutto ciò il governo ha escluso l’applicazione sui titoli di stato. Il costo di copertura delle banche sui mutui sarà destinato a salire e l’onore verrà ribaltato sui mutuatari. Passando ad altro tema, le performance dei Fondi Pensione verranno erose per il pagamento 14
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della tassa. Secondo due autorevoli studi i danni sul pil europeo sarebbero almeno dello 0,4%. Un calo di queste dimensioni genera chiusure di migliaia di aziende e decine di migliaia di disoccupati. L’Italia rischia di diventare l’unico paese al mondo dove si applica la tassa sulle transazioni finanziarie, sarebbe l’ennesima mazzata alla competitività del paese. Evitiamolo abbiamo già troppi problemi da risolvere. Questo e’ quanto. Ci si augura che la politica, la solita politica che sta facendo letteralmente marcire l’intera europa, sia capace di comprendere e fare “dieci “ passi indietro. In Italia soprattutto l’applicazione di questa tassa sarebbe l’ennesima dimostrazione di come il Ragionier Monti abbia l’esclusiva capacita’ di tassare, come principio cardine della sua teoria economica! E che bella teoria, signori! Una TEORIA talmente efficace che ha portato il debito pubblico, come avevo anticipato in un articolo di inizio anno, da 1904 miliardi di Gennaio 2012 agli attuali 1976 miliardi: ben 72 miliardi in piu’ in 10 mesi! Complimenti! Il geometra Filini e il Ragionier Fantozzi non avrebbero saputo offrire di meglio. Ovviamente, come scritto, il tutto e’ dovuto alla chiusura di ben 1300 imprese al mese, grazie alle tasse del caro Monti! Perche’ il debito pubblico, se non entrano soldi dalle imprese…non puo’ che crescere! Costui crede di essere la nuova Margharet Thatcher (Inghilterra degli anni 80). Dimentica pero’ che quell’inghilterra, pur affrontando un periodo duro di austerity, non doveva fare i conti
con mercati concorrenziali come quelli di oggi, rappresentati da Cina ed India! Concludo ricordando che un’altra tassa sciocca e socialista, quella sulle imbarcazioni, ha prodotto “semplicemente” danni. Un gettito di 25 milioni di euro, contro gli 800 milioni attesi !! E un effetto negativo sull’occupazione in quel settore! Quindi: pochissimo gettito + gran numero di disoccupati = flop assoluto, visto che da quei soggetti occupati entravano soldi nelle tasche dello stato, molto piu’ di quanto ne ha prodotto la tassa stessa. La differenza e’ stata : allontanare le grosse imbarcazioni verso altri lidi, e tanti soldi persi da questo business. Idem per la Tobin Tax: quando entrera’ in vigore, io e tutti gli altri investitori professionisti portere-
mo il nostro corpo e i nostri soldi fuori dall’italia. Le negoziazioni crolleranno. La liquidita’ del mercato idem, e i prezzi delle azioni rimarranno inalterati per anni! Il gettito sara’ del 90% circa quello atteso e nel frattempo, grazie alla politica stolta e col vizio delle tasse, oltre alle imprese saranno fuggiti dall’Italia anche i capitali! Ma che grande prospettiva futura. Complimenti sempre al ragionier Monti!
Biagio Milano
http://www.amicaborsa.it/
a cura di Gianvito D’Angelo
Come costruire una strategia di trading
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iù volte al giorno ricevo mail o messaggi su facebook dove mi chiedono “previsioni” su praticamente ogni strumento finanziario, la risposta che di solito do è che
ogni trader evoluto traccia degli scenari e a seconda delle dinamiche dei prezzi che si svilupperanno valuterà scenari via via più precisi! Mi spiego meglio..
Nessuno può prevedere il futuro, ma tutti possono gestire efficacemente il proprio profilo di rischio per riuscire a guadagnare costantemente.
Le capacità previsive di un bravo trader non sono in media migliori di chiunque altro, eccellente invece e molto superiore alla media, è la capacità di gestire posizioni con basso profilo di rischio, migliore è la capacità di elaborare una strategia che ci suggerisca anche cosa NON FARE e quindi in quali tranelli non cadere. Il modello decisionale nel trading, se ci riflettiamo, è molto semplificato rispetto ad altri campi di applicazione! Quasi infinite sono le possibilità a livello comportamentale, pensiamo ad esempio, ad una partita di calcio…. inquadrare il tutto in uno schema, diventa veramente complicato!
Nel trading no! Davanti abbiamo sempre e soltanto 3 scelte
Comprare Vendere Non fare nulla Quale è allora il vantaggio pratico di tutto questo? Poter decidere, per esclusione, cosa NON fare può rivelarsi una soluzione vincente in svariati casi. Facciamo come sempre degli esempi concreti. Devono essere i grafici a suggerirci la migliore strategia perché nei prezzi è scritto esattamente ciò che funziona e che, presumibilmente, almeno nel breve, continuerà a funzionare! 16
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Guardiamo il future su SP500 su candele daily!
Osservando attentamente i grafici vediamo che il mercato
in alcune fasi (i cosiddetti minimi di swing indicati dai numeri 1
e 2) malgrado il trend sia short non premia le entrate sotto i minimi del giorno precedente, cosa che invece accade, in un trend short, quasi sempre. Da qui ne ricaviamo una semplice strategia che, per esclusione, ci suggerisce già una cosa importantissima: non andare short sotto i minimi del giorno precedente Il che eviterebbe già ingenti perdite:-) Evidenziamo così il comportamento da tenere: andare long o non fare nulla o meglio, uniamo le 2 cose! Decidere su quali livelli di prezzo andare long ! Negli affiancamenti operativi punto sempre molto su questo aspetto del trading Primo, decidere cosa non fare, poi decidere cosa fare, ed infine definire il livello preciso di prezzo su cui entrare. Per un trader alle prime armi operare rappresenta in se un valore aggiunto, per i trader evoluti la costruzione di una strategia rappresenta la forma massima di espressione di abilità, il click invece ne è la semplice espressione! Tanto più tempo dedicheremo alla costruzione di una strategia meno saranno i dubbi che ci assaliranno una volta entrati in posizione, tanta più forza avremo di rispettare gli stop! Per chiarimenti, approfondimenti , o anche per scambiare
idee di trading potete scrivermi a: supergianvi@gmail.com oppure contattarmi su facebook, luogo dove sono solito interagire con tutti quelli che mi seguono, postando grafici, commenti all’operatività e non solo! Buon Trading!
Gianvito D’Angelo
a cura di Gianluca Defendi gdefendi@class.it
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l’High Frequency Trading
l ruolo dominante che Goldman Sachs ha assunto all’interno del sistema finanziario americano è evidente non soltanto dagli incarichi ricevuti da suoi ex dipendenti all’interno del governo Usa ma anche dall’egemonia che la banca d’affari Usa ha raggiunto nell’attività di negoziazione basata sull’High Frequency Trading. I sistemi di trading computerizzati ad alta frequenza (Hft) consentono l’esecuzione automatizzata, nell’arco di pochi microsecondi, di migliaia di ordini di compravendita (basati su complessi algoritmi matematici) su più mercati finanziari. Le formule utilizzate consentono ai software di insinuarsi prima di altri operatori nei book di negoziazione e di generare operazioni di acquisto e di venduta che si chiudono nell’arco di qualche decimo di secondo. In questo modo le società che operano mediante scambi ad alta frequenza raccolgono informazioni privilegiate sulle strategie degli investitori e possono quindi provocare aumenti ingiustificati dei prezzi dei titoli scambiati, provocando in alcuni casi anche un deciso
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TRADING LIVE SHOW
incremento della volatilità. Si genera quindi una sorta di “insider trading automatico” con ordini di acquisto e di vendita generati in modo automatico che possono essere cancellati o spostati simultaneamente su tutti i livelli del book (i cosiddetti ordini flash). In questo modo si rende impraticabile l’attività di scalping(compiuta dai trader discrezionali il cui obiettivo è quello di guadagnare dallo scostamento di pochi tick tra il prezzo denaro e il prezzo lettera) e, sopratutto, si confonde l’operatività degli investitori istituzionali e di quelli privati. Il fenomeno dell’High Frequency trading è venuto infatti un paio di anno or sono con l’arresto del russo Sergy Aleynikov (responsabile per Goldman Sachs dello sviluppo dei software e dei codici che generano questo tipo di operatività) che è stato accusato di aver copiato tutte le formule costruite dalla banca americana su un server di sua proprietà. Per comprendere l’importanza di questa operatività è necessario sottolineare che gli scambi generati da queste tecniche di
investimento pesano per oltre il 70% del totale degli scambi giornalieri dell’intero mercato americano e a farla da padrone è proprio Goldman Sachs, dalla quale transita circa il 20% del totale dei contratti scambiati. Un esempio può chiarire meglio il funzionamento di questi sistemi automatici: supponiamo che un investitore istituzionale intenda acquistare al meglio 50.000 Fiat al prezzo di 4,15 euro. Il software di trading a alta frequenza, nello spazio di soli 30 millisecondi, intercetta l’ordine e lo analizza prima che arrivi in modo visibile sul book. In questo modo acquista tutti i lotti disponibili al prezzo di 4,15 euro, anticipando l’acquisto del’investitore istituzionale, e provocando un rialzo di uno o più tick del titolo. Nel frattempo sul book è arrivato l’ordine di acquisto
al prezzo di 4,15 euro lanciato dall’investitore istituzionale mentre il software automatico cerca subito di vendere i prezzi acquistati a 4,155 o 4,16. Il profitto della singola operazione non è elevato ma moltiplicato per le migliaia di trade compiuti nel corsa della giornata consente di ottenere utili considerevoli alla fine di ogni mese. Questo genere di operatività provoca però numerose problematiche relative alla regolare formazione dei prezzi nel corso della singola giornata borsistica. In particolare:
a) impedisce il regolare svolgimento delle operazioni. Le recenti disposizioni emanate dalle Autorità di Vigilanza europee in tema di trasparenza sostengono infatti che ogni proposta di negoziazione inserita nel book dovrebbe corrispondere a una reale intenzione di acquistare o di vendere lo strumento finanziario sul quale si opera; b) la liquidità presente sul mercato è quanto di più fittizio ci può essere in quanto molto spesso gli ordini di acquisto e di vendita vengono spalmati su più livelli del book al fine di creare false aspettative di salita e di discesa
dei prezzi. Questo è un fenomeno visibile anche sui titoli più importanti del nostro mercato: molto spesso, ad esempio, si assiste all’inserimento di grossi di ordini di acquisto sui 5 livelli del book in denaro con l’obiettivo di creare una salita che invece verrà utilizzata per liquidare posizioni long o per aprire posizioni short con la contemporanea revoca degli ingannevoli ordini di acquisto inseriti in precedenza.
Gianluca Defendi gdefendi@class.it
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a cura di Gianluca Defendi gdefendi@class.it
COSA muove i prezzi
L’
andamento dei mercati azionari è condizionato da diversi fattori esogeni che incrementano la volatilità dei prezzi e alimentano movimenti speculativi di brevissimo termine. In particolare si segnalano: a) la diffusioni di dati societari. Ogni tre-sei mesi le società con titoli quotati rendono noti i risultati ottenuti nel periodo considerato. Molto spesso vengono organizzate apposite “conference call” ossia incontri tra i responsabili delle società e gli analisti finanziari chiamati poi a esprimere un giudizio sull’andamento gestionale. E’ proprio durante queste sedute che il detto “Buy on rumors, sell on the news”trova la sua massima applicazione: molto spesso infatti le quotazioni aumentano/ diminuiscono sensibilmente alla vigilia di un evento importante come la diffusione di un risultato trimestrale e poi, una volta che questo viene rese pubblico, si assiste a una repentina inversione di tendenza. Va inoltre evidenziato che negli ultimi anni si è verificata una netta segmentazione settoriale dei mercati azionari: per questo
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motivo i risultati ottenuti da una società che appartiene a un certo comparto influenzano inevitabilmente anche tutte gli altri titoli dello stesso settore. b) i giudizi dei broker. Le principali banche d’affari pubblicano quotidianamente report di analisi, sia tecnica che fondamentale, con i quali vengono espressi dei giudizi relativi sia all’andamento delle società sia sul futuro comportamento del titolo. Le raccomandazioni, che possono essere di Buy (acquistare), Outperform (titolo che andrà meglio del mercato), Overwight (sovrappesare), Add-Accumulate (accumulare), Hold (mantenere), Neutral o Equal Weight (neutrale), Reduce (ridurre), Underperform (titolo che andrà peggio del mercato), Underweight (sottopesare) e Sell (vendere), condizionano inevitabilmente il comportamento del titolo nel brevissimo termine. Anche in questo caso tuttavia non è raro il caso di titoli che dopo un rialzo iniziale, provocato ad esempio dalla diffusione di un giudizio di Buy, accusino poi improvvise inversioni di tendenza.
c) l’importanza crescente che negli ultimi anni ha assunto l’analisi tecnica fa si che il superamento di importanti livelli di prezzo (resistenze) provochi un’accelerazione dei prezzi verso l’alto alimentata da tutti gli operatori che, operando seguendo regole di trend following, entrano sul mercato soltanto al breakout di importanti barriere grafiche. Al contrario il cedimento di chiare soglie di supporto innesca frequentemente pericolose flessioni delle quotazioni provocate sia dalla chiusura di posizioni long (per l’attivazione degli stop-loss di protezione) sia dall’apertura di nuove posizioni short sul titolo. d) i dati macro internazionali. Questi ultimi sono molto importanti in quanto permettono di conoscere l’andamento generale dell’economia: per questo motivo nei minuti che seguono la loro diffusione si assiste a un deciso incremento della volatilità delle quotazioni. I market movers più influenti sono: - la produzione industriale, ordini di beni durevoli e
le vendite al dettaglio. - i sondaggi sui manager agli acquisti (Ism, Pmi). Questi ultimi assumono particolare importanza in quanto i responsabili degli acquisti, essendo a monte della filiera produttiva, sono i primi a recepire le variazioni di tendenza. Di norma quando L’Ism e il Pmi sono sopra i 50 punti significa che l’economia è in fase espansiva mentre quando è al di sotto indica stagnazione o recessione. - i sondaggi sulla fiducia degli imprenditori (in Europa si segnala l’Ifo tedesco) e dei consumatori. - il rapporto sul mercato del lavoro. Quest’ultimo riveste importanza fondamentale negli Usa dove comprende indicazioni relative al tasso di disoccupazione, ai nuovi posti di lavoro (sia nell’industria manufatturiera che nel terziario), ai salari orari e alle ore lavorate. - i prezzi alla produzione e prezzi al consumo, entrambi fondamentali per le loro conseguenze inflazionistiche. e) l’andamento dei tassi di interesse. Molti metodi di valutazione del “fair value” di un titolo azionario dipendono infatti da metodi di sconto di utili, cash flow e dividendi futuri. Di conseguenza sono sensibilmente influenzati dalle variazioni dei tassi d’interesse sia di breve ma anche di medio termine. f ) gli eventi geopolitici. Negli ultimi anni diversi avvenimenti geopolitici hanno influenzato l’andamento dei mercati finanziari. Basti pensare alle
conseguenze che l’attentato dell’11 settembre alle Torri Gemelle ha avuto sia nel breve (panic selling sulle borse e corsa al flight to quality) sia nel medio termine (incremento strutturale del prezzo del petrolio). g) le relazioni tra i diversi mercati azionari. Grazie alla quotazioni di futures che quotano 24 ore
su 24 e all’estensione degli orari di contrattazione di diverse borse europee l’andamento dei mercati azionari è sempre più correlato. In generale la chiusura serale di Wall Street influenza l’andamento notturno
delle borse asiatiche e l’apertura dei mercati europei almeno fino alle 14,30, orario negli quale vengono solitamente diffusi i dati macroeconomici americani che inevitabilmente condizionano la riapertura della borsa a stelle e strisce.
Gianluca Defendi
Per chiarimenti, richieste di informazioni e approfondimenti è possibile contattare l’autore all’indirizzo di posta elettronica
gdefendi@class.it
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a cura di Carlo Vallotto
ORO un metallo che brillerà a lungo...
T
ra tutte le materie prime, l’investimento in oro è sicuramente quello più versatile: si può comprare sotto forma di lingotti, di gioielli, di monete, ma anche come “lingotti cartacei”, ovvero titoli (azioni o fondi di investimento specializzati in oro) oppure di
ETC, per i quali il metallo giallo è sempre stata una delle commodity più forti. Certo, comprare fisicamente l’oro, è più sicuro che acquistare titoli di società che potrebbero fallire o titoli di Stato di paesi ch hannoi bilanci in rosso e quindi non onorare gli impegni presi. In ogni caso l’acquisto del metallo fisico lingotti e monete è “garantito” dal fatto che sono più facili da liquidare in qualsiasi luogo e momento. Se si decide di investire in oro cartaceo, come gli Etc, è opportuno valutare quelli esclusivamente collateralizzati, ovvero quelli che hanno il metallo fisico come sottostante. Il prezzo dell’oro è - come il prezzo di una merce - guidato dalle leggi fondamentali della domanda e dell’offerta. La domanda di oro si articola in quattro settori: il settore pubblico, vale a dire le banche centrali, la tecnologia (settori industriali e dentale), gioielli e investimenti privati. Questi ultimi rappresentano ol-
tre il 40% della domanda totale. Tra la creazione di moneta e di debito da parte delle economie più importanti e in seguito alla crisi finanziaria, che ha avuto inizio nel 2007, la domanda di oro
come investimento ha raggiunto livelli record nel 2011. Mentre durante il precedente picco del prezzo dell’oro, registrato nel secondo trimestre del 2010 la domanda era pressoché equamente divisa tra titoli d’oro (ad esempio ETF) e oro fisico (in forma di lingotti e monete), durante l’ultimo picco nel terzo trimestre 2011, quasi l’80% della domanda di investimenti scorreva in oro fisico. Questo indica che la sicurezza è una delle principali preoccupazioni per gli investitori, che di solito considerano l’oro fisico come più sicuro. Un driver altrettanto importante del prezzo dell’oro, in aggiunta alla domanda, è il lato dell’offerta, vale a dire della produzione mineraria. Questa ha raggiunto
un nuovo massimo nel 2010 e si prevede un aumento di circa il 10% fino al 2013. Morgan Stanley prevede un prezzo di 2.550 dollari per il 2013. Il CEO della più grande società mineraria statunitense, Newmont Mining, stima che il prezzo dell’oro nel 2013 potrà aumentare fino a 2.550 dollari. Nel giugno del 2012, Goldman Sachs ha aggiornato le sue previsioni sul prezzo dell’oro a $ 1.940 - per i successivi 12 mesi, vale a dire entro la metà del 2013 - mentre Barclays Capital prevede un prezzo pari a 1.790 dollari.
Carlo Vallotto www.metalli-preziosi.it
Carlo
Vallotto Analista
tecnico finanziario con esperienza pluridecennale dei mercati finanziari, valutari e mercati delle commodities, attraverso l’utilizzo particolare di strumenti derivati. Già operatore per diversi Agenti di Cambio e Sim, effettua consulenze per società italiane ed internazionali. E’ Specialist nel mercato delle commodities, con particolare riferimento al mercato dei Metalli Preziosi ed è referente per oro per una primaria società del settore. Consulente Finanziario Indipendente, studia l’evoluzione del prezzo dei metalli preziosi nei mercati, attraverso i grafici e analizzando i flussi di domanda/ offerta e fornisce consulenza alle aziende o investitori privati sull’andamento del trend. Cura interventi su varie rubriche televisive, siti e riviste finanziarie dedicati ai Metalli Preziosi, oltre a scrivere articoli di analisi tecnica e fondamentale.
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“Azzurro 1910-2010” 1910-2010 100 Anni di storia della Nazionale Italiana, racchiusi in 3 volumi per un totale di 1344 pagine. L’enciclopedia azzurra ricostruisce partita per partita, personaggio per personaggio, la lunga galoppata che ha permesso all’Italia di conquistare quattro titoli mondiali e molte altre vittorie. Attraverso le penne giornalismo e della vengono narrati migliaia di episodi e raccontate dalla nazionale italiana di calcio.
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CAMPIONI DEL MONDO: Italia 1934; Francia 1938; Spagna 1982; Germania 2006 CAMPIONI OLIMPICI: Berlino 1936 CAMPIONI EUROPEI: 1968 COPPA INTERNAZIONALE: 1930; 1935
a cura di Fabio Pioli
COME CREARE un metodo che
FUNZIONI
N
ei 16 anni di attività come trader professionista e come consulente di trading mi sono sempre meravigliato di come la stragrande parte dei “traders” e piccoli risparmiatori non abbiamo un metodo proprio, formalizzato, chiaro e replicabile e di come facciano operazioni su opinioni, proprie o altrui, attese di notizie o su analisi ( opinioni ) tecniche, ma non in base ad un testato sistema di segnali. In questo articolo spiegheremo quindi come costruirsi un valido sistema di segnali sul quale fare affidamento per costituire su di esso la base della propria operatività professionale Infatti, se si vuole fare del trading una professione remunerativa, occorre avere i propri ferri del mestiere, e sapere come usarli. Prima di parlare di come costru-
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irsi un metodo che funzioni, parliamo del perché costruirlo.: 1) il primo motivo l’abbiamo già detto: avere lo strumento del mestiere; 2) il secondo, è importante: acquisire una fiducia incrollabile in quello che si fa: la borsa, per sua natura, mette costantemente in situazioni di dubbio. Se si dispone di un metodo, conosciuto alla perfezione, su cui fare affidamento, ci si muoverà con più efficacia in vista del raggiungimento dei propri scopi. 3) Avere a disposizione uno strumento per acquisire sempre maggiormente conoscenza del mercato e, con essa, perfezionarsi. Come disse Gann, quindi, “Se non puoi seguire una regola non provare neanche a speculare o investire perché sicuramen-
te perderai”. La costituzione di un metodo si divide in tre fasi: 1) la fase di selezione 2) la fase di test 3) la fase di esecuzione La fase di selezione: è quella fase in cui si sceglie di quale metodo provare l’efficacia nella fase successiva di test. O meglio, quali metodi, perché si ha bisogno, per operare efficacemente di almeno: 1) un metodo di entrata; 2) un metodo di controllo del rischio; 3) un metodo di gestione della posizione 4) un metodo di uscita La letteratura di borsa è colma di spiegazioni di metodi utilizzati dai loro creatori. Potrei citare, tra i più conosciuti, Gann, Ross, Larry Williams, De
Mark, ma tanti altri metodi sono spiegati e analizzati. Io stesso ho iniziato seguendo il metodo di altri ( la “scuola di Genova” è famosa per avere creato il metodo di lettura del book ) ma mi sono perfezionato traendo il meglio da molti autori, alcuni di essi citati sopra. Molti neofiti leggono libri di trading e frequentano corsi ma non riescono tuttavia ad avere successo perché saltano del tutto la seconda fase, quella successiva alla selezione del metodo che più convince, ossia la fase di test. Queste persone vanno subito alla fase operativa e, ai primi insuccessi abbandonano il metodo o passano ad un altro; questo perché manca loro del tutto l’elemento principale: la fiducia nel metodo che può essere costruita solo con la conoscenza dello stesso, che deriva da una rigorosa, continua e faticosa fase di test. Il motivo di questo è che è insito nell’animo umano il desiderio di qualcosa di miracoloso che, come una bacchetta magica o una lampada ( vi ricorda qualcosa? ) risolva senza fatica tutti i nostri problemi. La verità della vita è invece diversa: si ottengono validi risultati solo con duro lavoro. Veniamo quindi a quella che è la fase di test: in questa fase si va alle registrazioni passate e si misurano i risultati che si sarebbero avuti se si fosse utilizzato il metodo nel passato.
I principi da utilizzare nel fare queste misurazioni sono: 1) tenere nota di tutto: a che prezzo il metodo ha fatto entrare, con quale quantitativo, long o short, dove il metodo ha fatto mettere lo stop-loss, come il metodo ha fatto gestire la posizione ( si sarebbe adeguato lo short?, si sarebbe usciti in parte ?), a che prezzo il metodo ha fatto uscire 2) essere onesti: annotare se il prezzo sarebbe stato fattibile in base alle registrazioni passate o se sarebbe “scappato”, registrare se lo stop-loss sarebbe scattato ( molto onestamente) 3) utilizzare un numero cospicuo di osservazioni passate. Qualche centinaio è un numero adeguato. Non si può avere una seria rile-
vanza statistica con meno di 100 osservazioni. 4) Tenere conto anche delle commissioni nel calcolo degli utili/perdite che l’applicazione del metodo avrebbe procurato. Il test del metodo può dare risultati soddisfacenti ( vedere crescere con costanza nel tempo il capitale virtuale) o insoddisfacenti ( vedere erodere o stagnare con il tempo il capitale virtuale). Solo una volta trovato un metodo soddisfacente, ovviamente, si passerà alla fase finale di esecuzione del proprio metodo di trading. In questa fase, molto semplicemente si farà sul mercato reale quello che si è imparato a fare bene nel virtuale: comprare e vendere in base al metodo.
Ricordiamoci sempre che il trading è un processo in divenire, mai statico, percui, ogni qualvolta ci si troverà a fare uno dei 5 errori precedentemente descritti o si constaterà una inefficacia del metodo o più semplicemente una possibilità di migliorarlo, occorrerà tornare alla fase di test per riprendere il lavoro di acquisizione di fiducia, disciplina, onestà o affinamento del metodo. Concludiamo con le parole del più grande trader mai esistito, che in due righe riassumono tutto quello che nel dettaglio abbiamo scritto sopra:
E’ in questa fase che tuttavia si affronteranno i maggiori scogli, che saranno soprattutto di tipo psicologico. Saranno in particolare da evitare questi seguenti errori: 1) essere disonesti: se il metodo è chiaro non avrà bisogno di interpretazione. Può dire solo due cose: entrare o non entrare, uscire o non uscire, ad esempio. La disonestà sta nell’interpretare il metodo in base alle proprie opinioni o sensazioni 2) essere indisciplinati: se il metodo dice di fare una cosa, occorre farla. Più si è costanti nell’applicazione, più il metodo deve funzionare, se è efficace. 3) cambiare metodo ai primi 28
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insuccessi: un metodo avrà sempre alcuni insuccessi, la cui percentuale sarà conosciuta in base agli esiti della fase di test. Tale circostanza dovrà essere prevista e non scoraggiare. 4) non rispettare il money management: una parte importante del metodo stesso consiste nel decidere quanto rischiare nella singola operazione 5) fare operazioni fuori metodo: un errore comune è affiancare alle operazioni fatte in base al metodo altre operazioni eseguite in base a sentori, emotività, opinioni. L’esito sia di insuccesso sia di successo di tali operazioni mina molto la fiducia che ripone nel metodo e quindi, in ultime istanza, la sua efficacia.
Prima scopri se una regola è pratica; se è basata su solido ragionamento. Vai indietro alle registrazioni passate e convinciti che ripaga usarla WILLIAM D. GANN Cosi costruirai su solide basi il tuo futuro, aggiungo io.
Fabio Pioli Fabio Pioli, trader professionista, presidente dell’ Associazione Italiana Traders e Piccoli Risparmiatori e titolare di CFI Consulenza Finanziaria Indipendente (www.cfionline.it)
a cura di Giuseppe Minnicelli
SOGNO (brutto)
di una notte di mezzo autunno C aro amico ti scrivo cosi mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò … da quando sei partito c’è una grossa novità…. L’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va……. Bei tempi quelli in cui si cantava allegramente sicuri del proprio domani, giovani e spensierati e qualcuno perché no …anche bello!!!! Adesso caro il mio Andrea mi verrebbe da cantare qualcos’altro anche perché di distrarmi non se ne parla per niente e se potessi eviterei l’ingresso dell’anno che verrà…. Il mese scorso siamo stati lungimiranti ed abbiamo manifestato le notevoli preoccupazioni esistenti per l’eventuale arrivo della nuova tassa sulle transazioni finanziarie, il nuovo “regalo di Natale” visto l’approssimarsi della data. Oggi possiamo dire che siamo di
fronte ad una realtà molto dura. Non voglio parlare per il momento di incubo perché, come in tutti i casi, la realtà può e deve essere migliorata con qualche sforzo comune e con molto buon senso. Dopo aver assistito alle varie dichiarazioni e commenti sulla decisione Ecofin posso adesso dire che per quanto riguarda gli sforzi comuni non ho nessun dubbio mentre invece per quanto riguarda il buon senso avrei da esprimere grosse riserve. Ma come può essere che l’esempio della Svezia non sia servito a nulla? Si tratta di un fallimento conclamato della politica fiscale di uno dei paesi più moderni dell’Europa, fatto di persone sempre pronte ad abbracciare la causa nazionale ed a rispettare le decisioni prese dal proprio governo. E, soprattutto, come è possibile che oggi si possa incappare in un abbaglio così gigantesco? Chi deve prendere le decisioni di politica economica pensa veramente che la soluzione di parte degli enormi problemi che
affliggono l’area euro possa trovare soluzione con tale provvedimento fiscale? A me pare che si tratti più di una soluzione punitiva studiata a tavolino per colpire i grandi responsabili del disastro della finanza mondiale finendo però per colpire chi non ha nessuna colpa specifica e lasciando impuniti i “soliti ignoti” o per meglio dire i “soliti noti”. Mao Tse-Tung diceva “colpirne uno per educarne cento”. Voi mi direte…era un sognatore!! Qui, allora, per non sbagliare puniamone cento, tanto l’unico che veramente sarebbe da punire la farà franca come al solito!! Chiaramente, dovesse passare la Tobin tax in Italia con le aliquote previste dalla legge di stabilità, si arriverebbe alla Caporetto del trading. Peraltro è stato lo stesso governo a stimare un calo delle transazioni nell’ordine dell’ 80% per i derivati e del 30% per l’azionario, con un gettito finale di poco più di 1 mld di euro. Posto che , come affermava Francois Renè de Chateaubriand, quasi sempre, in politica, il risultato è contrario alle previsioni, mi domando e dico: “ma davvero stiamo facendo tutto questo TRADING LIVE SHOW
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caos per una somma così esigua?” Leggevo con attenzione su internet che l’eventuale accordo fiscale Rubik con la Svizzera, attraverso il quale Berna procederebbe alla raccolta diretta delle tasse sui conti correnti criptati degli italiani attivi nel paese mitteleuropeo porterebbe nelle casse dello stato italiano una cifra di circa 5 mld di euro, permettendo nel contempo di far mantenere l’anonimato ai titolari dei conti e ad evitare di innescare un braccio di ferro sconveniente con il governo elvetico.. E allora che cosa aspettiamo ancora? Si tratterebbe sempre di un gettito pari a 5 volte quello della Tobin tax. Da parte mia sono peraltro convinto che le previsioni catastrofiche sul crollo dei volumi sono state esagerate per eccesso. Sapete cosa potrebbe dire un calo del 78% e del 28% dei volumi transati? Un trionfo da parte di chi ha voluto la Tobin con dichiarazioni propagandistiche e trionfanti del calibro di “ risultato migliore delle attese….” Fino ad ora in una visione egoistica ho glissato su di un dato di non poco conto. Una serie di intermediari che hanno puntato il loro core business sulla clientela dello scalping e del trading sarebbe destinato a chiudere i battenti. Ma che problema è. Soltanto 20-30 mila dipendenti verreb30
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bero licenziati. Non molti di più…………esuberi strutturali!!! Si tratterebbe dell’apoteosi delle aspettative di carriera, il climax della presa per i fondelli per chi da sempre ha lavorato con passione e diligenza. Licenziati perché a livello europeo 11 stati hanno deciso di introdurre una tassa che non colpirà nessuno in particolare tra quelli che andavano colpiti e che favorirà la fuoriuscita dei capitali verso i paesi free Tobin creando la paralisi degli scambi ed una crisi di liquidità di non poco conto. Io ho avuto la fortuna di nascere borsisticamente quando esisteva la tassa sui contratti di borsa, il cosiddetto bollo, che nella portata equivaleva alla Tobin prospettata nella legge di stabilità. Però, e sottolineo però, non esistevano al tempo le HFT, le cosiddette “macchinette” che oggi, con la possibilità che hanno le grosse istituzioni di delocalizzare per detassare l’operatività non permetterebbero più di lavorare sul mercato. Chiunque mi conosca negli ultimi periodi mi chiama con più frequenza chiedendomi se ho idea di cosa stia succedendo e di come ci si debba comportare conoscendo la mia camaleonticità, la capacità di adattarmi sempre alle varie condizioni di mercato. Ho sempre rispettato le varie scelte cercando quasi sempre di comprendere le ragioni di base. Adesso però sono arrivato al punto di non comprendere più.
Sono stanco, seccato, mi verrebbe voglia di mandare tutto a quel paese. E sono un privilegiato of corse. Immaginate solo come si dovrebbero sentire tutti quegli imprenditori che utilizzano i derivati per coprirsi da rischi aziendali e che vedranno aumentare a dismisura la voce tasse e tributi. Tanto al momento sono “solo
tassati” al 52-53%.............. Sarcasmo a parte forse sarebbe meglio interpretare le esigenze un po’ di tutti, sedersi attorno ad un tavolo e trovare un meccanismo che possa accontentare i
vari portatori di interessi. In primis bisogna ammettere che sarebbe una follia stabilire aliquote differenti tra gli 11 stati firmatari dell’accordo. Se a livello di Ecofin si è stabilita la doppia aliquota dello 0,1% e dello 0,01% per azionario e derivati mi sembra ragionevole che nella nostra legge di stabilità si parli delle stesse aliquote.
Inoltre se si ha a cuore il destino di almeno 20000 famiglie in cui il o i capofamiglia lavorano in istituzioni finanziarie legate al trading sarebbe buona cosa stabilire la tassazione solo sul-
la posizione netta transata con il saldo netto giornaliero che sconterebbe la Tobin, a fronte di una “free Tobin zone” nell’intraday permettendo al popolo dei trader di lavorare ugualmente, anche se con qualche paletto in più… Per l’optimum (ma quante cose vogliamo..) sarebbe d’uopo anche individuare un target di
capitalizzazione per le società quotate al di sotto del quale non applicare la tassa. In Italia, 500/750 mln di euro potrebbe essere un giusto compromesso che eviterebbe di far
lievitare le inevitabili richieste di delisting da parte di società medio-piccole che vedrebbero catastroficamente crollare i volumi borsistici a fronte di costi in aumento per garantire la liquidità del titolo. E’ questo il buon senso che si invocava all’inizio e che si spera non diventi un grido sordo. Ripeto, se si crede veramente di poter combattere la speculazione con questi piccoli espedienti si può affermare di essere arrivati quasi alla frutta. Martin Luter King diceva : “I have a dream”. Io dico: “I have a nightmare”!!!! Pensate che bello….. il 2 gennaio pv torno a casa ed a mio figlio che mi chiede come è andata la giornata rispondo…….” Sai, sono stato bravo……ho chiuso quei dieci Dax alla pari ma sono riuscito a recuperare una situazione compromessa……” Ma dei 1800 euro di Tobin che devo pagare per essere stato “bravo” che faccio????? Glielo dico o no???
Giuseppe Minnicelli
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a cura di Claudio Zanetti
“666”
S
eicentosessantasei (666) è il numero naturale dopo il 665 e prima del 667. È un numero composto, coi seguenti divisori: 1, 2, 3, 6, 9, 18, 37, 74, 111, 222 e 333. Poiché la somma dei divisori è 816 > 666, è un numero abbondante. È un numero triangolare, somma della serie che va da 1 a 36. È a sua volta pari alla somma dei numeri interi (addizione teosofica) da 1 a 36. Infatti: 1+2+3+4+5+6+7+8+9+ 10 + 11 + 12 + 13 + 14 + 15 + 16 + 17 + 18 + 19 + 20 + 21+ 22 + 23 + 24 + 25 + 26 + 27 + 28 + 29 + 30 + 31 + 32 + 33 + 34 + 35 + 36 = 666 Pitagora ci ha tramandato una formulazione iniziatica per mezzo della quale possiamo accedere ai codici numerologici e alle metafore degli antichi testi: La Tetraktis. “La cosiddetta tetraktis, ossia il trentasei, era la forma più alta di giuramento, come è stato rivelato, ed ha avuto il nome di Mondo perché è formata dalla somma dei primi quattro numeri pari e dei primi quattro numeri dispari”. Dal molteplice 2, in una serie di quattro numeri pari, all’unità 1, in un serie di quattro numeri
dispari, sino alla manifestazione del “Mondo” 36, per duplice pulsazione quaternaria della decade (1+2+3+4=10 ) si dà l’espressione completa della tetraktis. Infatti: 2 + 4 + 6 + 8 + 1 +3 + 5 + 7 = 36 Essa è in altro ordine una formulazione dell’ottonario: 1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 +7 + 8 = 36 Visto che la quaterna 1+2+3+4=10 moltiplicando il 36 x 10 si ottiene 360 che è espressione di Mondo ovvero del tempo che il Mondo impiega per girare attorno al proprio astro. Pertanto la somma dei primi 36 numeri porta al totale di 666. Moltiplicando il numero 666 per sé stesso si ottiene il numero 443556. Scomponendo tale numero si possono ottenere i numeri 443 e 556, che sommati tra loro danno il numero 999. Comunemente conosciuto come il Numero della Bestia, appare in un solo passo del Nuovo Testamento, nell’Apocalisse di Giovanni, riferito a una bestia che sale dal mare e devasta la terra: « Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte;
e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. » (Apocalisse 13,16-18) Pochi sanno che questo concetto è venuto meno grazie al ritrovamento dei Papiri di Ossirinco ad opera di due giovani filologi dell’Università di Oxford, Bernard Grenfell ed Arthur Hunt nel 1896. Ossirinco era la capitale dell’Alto Egitto e prese questo nome dopo la conquista dell’Egitto da parte di Alessandro Magno. Tra le opere rinvenute nell’area sono degni di menzione poemi di Pindaro, ma anche i più antichi e completi diagrammi di Euclide, nonchè frammenti del Vangelo di Tommaso, dell’Apocalisse di Baruc, e del Vangelo degli Ebrei. Poiché l’Apocalisse è scritta in greco e considerando anche il fatto che Giovanni scrive rivolgendosi ai suoi connazionali dell’Asia Minore, risulta maggiormente plausibile che la gematria - scienza che associa ad TRADING LIVE SHOW
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ogni lettera un numero - per calcolare il numero della bestia sia basata su lettere greche e non ebraiche (come nel caso del QSR NRON lettere derivanti dal 666 ed equivalente a Nerone Cesare), e pertanto il numero che ne deriva è 616 e non 666 come tutti pensano. La scienza ha dimostrato che il numero 666 è il numero del DNA umano. il carbonio 12 è uno dei 5 elementi assieme alll’idrogeno (H), all’azoto (N), all’ossigeno (O) e al fosforo (P) che compongono il DNA umano dato che l’isotopo del carbonio è costituito da 6 protoni, 6 neutroni e 6 elettroni appunto il famoso 666, in tal senso non più numero della Bestia ma numero dell’Uomo. Da sottolineare che Il contatto costante della radioattività solare sulla Terra trasmuta il carbone-12 (666) in carbonio-7 (616) ovvero lo stesso numero che compare sull’Apocalisse di Giovanni scritta in greco come dai Papiri di Ossirinco. Infatti il carbonio 7 è composto da 6 protoni, 1 neutrone e 6 elettroni per un totale di 616. Ancora oggi gli scienziati non capiscono perché il sole è determinato ad emettere queste radiazioni che trasformano il carbonio-12 in carbonio-7. Pertanto abbiamo visto che il numero 666 non si deve associare alla Bestia, ma se è considerato il numero del Diavolo a chi si riferisce. Prima abbiamo visto che il numero 666 è un numero triangolare ebbene il sigillo di Salomone era composto da due trian34
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goli equilateri intrecciati, noto anche come Esagramma (stella a sei punte) o Esalfa.
Il sigillo di Salomomne sintetizza graficamente i 4 elementi (acqua, aria, terra fuoco)... Il triangolo di Salomone è detto anche triangolo magico - a Salomone è legata la leggenda che avesse la sapienza di dominare gli spiriti (senza differenza fra angeli e demoni) al servizio di Dio e di Israele, e il triangolo equilatero ha tre angoli di 60 gradi (666) con il vertice verso l’alto, se lo capovolgiamo per creare il sigillo otteniamo 999, il numero del diamante, che ci avvicina - sempre esotericamente - a Dio e o alla perfezione del diamante. Sopra si è scritto che 666 moltiplicato per se stesso porta a 443556 e scorporando 443 e 556 sommandoli poi tra loro si ottiene 999. Nell’Antico Testamento in Cronache 9,13:14 si cita: “Ora il peso dell’oro che giungeva ogni anno a Salomone, era di seicento sessantasei talenti “, e questo fatto ha portato molti studiosi ha considerare che la bestia rappresentata dal numero 666 è il denaro.
Infatti numerosi sono gli esempi in cui si cela dietrro il denaro e il potere occulto il simbolo nascosto del numero 666. Eccovi alcuni esempi:
La banconota da 1 dollaro americano ha un’altezza di 66,6 mm. (666). Chi ha avuto la possibilità di averla tra le mani si sarà accorto che è una banconota strana nel senso che ha una forma prettamente rettangolare ed è molto lunga e stretta. Ebbene l’atezza è di 66,6 mm ma la sua diagonale è di 169 mm.169 è il numero 13 moltiplicato per se stesso porta a 169. Osserviamo la figura da più vicino scorporandola:
Si sarà notato la Piramide a 13 gradoni, e le due scritte “Annuit Coeptis” parola composta da 13 lettere e “Novus Ordo Seclorum” composta da 17 lettere frasi prese dal poeta Virgilio dalla traduzione “Approva le imprese audaci” la prima e “Un grande ordine dei secoli nasce integro” la seconda.
E ancora:
mente sottto la propria sequen-
il grafico esprime già chiaro cil concetto, anche se è opportuno far notare che le 13 stelle all’interno del cerchio formano il sigillo di Salomone che abbiamo visto sopra il quale si faceva portare 666 talenti d’oro e dove il dollaro misura in altezza 66,6. La carta di credito più conosciuta al mondo è la Visa. Il nome Visa numericamente corrisponde al 666. Osservate il grafico:
za di linee. Per fare un esempio lo zero è rappresentato da una linea larga e una stretta e così via con ogni numero che ha una propria sequenza. Oltre i numeri ci sono altre barre e la loro funzione è semplice nel senso che serve a specificare in quale campo si trovano i numeri. Ecco che ci sono 2 barre verticali all’inizio della sequenza numerica, 2 al centro ad indicare un divisorio e 2 alla fine a terminare la sequenza. Ebbene le 3 barre - inizio, pausa, e fine - sono disegnate come le barre che formano il numero 6. Visto che le barre sono 3 ecco che il numero che compare è 666. Osservare il grafico:
Anche il codice a barre fatto da IBM che viene utlizzato per tutti i prodotti commerciali ha il simoblismo del numero 666. Infatti il codice a barre è formato da linee e spazi paralleli. Ogni linea e spazio significano un numero che è riportato esatta-
Per ironia della sorte, il Vaticano ha la frequenza assegnata al canale 45, che indentifica CTV (Canale Televisivo Vaticano) nella zona di Roma e provincia, con il numero 666. Osservare il grafico:
Se la storia con il ritrovamento dei Papiri di Ossirinco ha dimostrato che il numero della Bestia non è il 666 ma il 616, se la scienza ha dimostrato che il 666 è numero dell’uomo visto che corrisponde alla composizione delle molecole del DNA, e se le immagini dimostrano che invece il 666 rappresenta il denaro non è un caso che il 21 dicembre del 2012 conclusione del ciclo Maya a completamento dell’Anno Perfetto siamo a 144000 - numero sempre dell’Apocalisse di Giovanni - settimane dalla nascita del denaro e che saremmo anche a 666 settimane dai massimi storici dei mercati azionari. In fin dei conti sottile è il confine tra fato e realtà.
Claudio Zanetti
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LA GESTIONE DELLO STRESS Il
sonno di Esculapio è un’antica tecnica psichica e antico strumento analitico, usata anche da Freud e usata nell’Antica Grecia dal grande Medico (Esculapio)... In antichità si diceva “vai a dormire nel tempio di Esculapio e risana tutto”. Tecnica: fisiologica caratteristica della mente umana. Seguire le parole di una guida per arrivare a degli obiettivi “pare che il lobo temporale si attivi in ipnosi regolando il Sonno Veglia“
Catia Elena Dell’Orso dott.ssa in Ostetricia
a cura di Luca Giusti
Misurare la
VOLATILITA’
N
el Trading con le Opzioni si sente spesso parlare di Volatilità... e l’analisi di questa grandezza è, da sempre, al centro di ogni percorso formativo di QTLab.ch o della nostra operatività come advisor in StrategicResearch. Ma quanti tipi di Volatilità esistono, in quante maniere è possibile calcolarla e che differenze ci sono? Iniziamo con il dire che questo concetto (“Volatilità”) fa sempre riferimento alla variabilità del sottostante, e distinguiamo: la Volatilità Storica: indica quanto si è mosso (nel passato) il titolo... ogni piattaforma ha, fra i suoi indicatori, la Historical Volatility, il cui valore è legato unicamente al movimento passato del sottostante e non ha nulla a che fare con le Opzioni la Volatilità Futura: indica di quanto si muoverà il titolo nel futuro (e chiaramente, a meno di non saper leggere il futuro, questa è una grandezza che posso solo pensare di stimare) la Volatilità Implicita: questa è una grandezza sempre associata al “mondo delle opzioni” ma in realtà quello che rappresenta è l’aspettativa degli operatori su quanto sarà la Futura Volatilità
del sottostante... quindi sempre una grandezza che fa riferimento ad una previsione sulla futura variabilità del sottostante, ma che è ricavata osservando i prezzi delle opzioni che vengono scambiate (ricavandola, quindi, “implicitamente”, da tali prezzi). La Volatilità Implicita è una indicazione (in percentuale) derivata da una qualunque delle tante formule per il calcolo del valore teorico di una opzione. Alla Black & Scholes (ad esempio) non si chiede di restituirci il Valore Teorico di una Opzione, perché, per farlo, richiederebbe di imputare (fra le altre cose) la Futura Volatilità che si verificherà sul sottostante... e dato che prevedere il futuro è qualcosa che lasciamo ai maghi, noi utilizziamo quella formula “al contrario”, dandogli “in pasto” il prezzo (bid o ask) che vedo scambiare sul mercato per quel contratto di Opzione, e ricavando così la “Futura Volatilità” che gli operatori che si stanno scambiando quei premi credono che si potrà verificare nel prossimo futuro. ...ma dato che non si tratta della Futura Volatilità del sottostante, ma solo delle ASPETTATIVE sulla Futura Volatilità del sottostante
di questi operatori che si scambiano quel contratto di Opzione, allora si è deciso di dargli un nome diverso, che non lasci spazio a fraintendimenti: Volatilità Implicita (“Implicita” perchè è stata ricavata da questa formula per il calcolo del valore teorico di una Opzione e “Implicita” nei prezzi a cui quel contratto viene scambiato sul mercato in quel momento). I premi delle opzioni che si sta negoziando non sono quindi il riflesso di quanto si è mosso in passato quell’azione, ma delle aspettative degli operatori su quanto si muoverà nel prossimo futuro. L’operatore deve però effettuare una stima della futura volatilità parte dall’analisi di quella storica, ricorrendo a modelli econometrici più sofisticati per arrivare a determinare il premio della opzione. La Volatilità Storica e la Volatilità Implicita possono essere graficate assieme per poter effettuare delle comparazioni partendo sempre dalla medesima assunzione, ovvero che le Volatilità sono Mean Reverting (significa che manifestano un carattere che fa sì che, dopo un movimento verso un livello estremo, TRADING LIVE SHOW
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tendano poi a rientrare verso la loro media). Qualcuno, oltre a confrontare la Volatilità Storica e la Volatilità Implicita nello stesso periodo, confronta anche, fra di loro, l’andamento delle diverse Volatilità Storiche calcolate su diversi periodi e l’andamento delle diverse Volatilità Implicite calcolate sulle diverse scadenze delle Opzioni. Il primo tipo di confronto restituisce indicazioni interessanti sull’alternanza di fasi di compressione ed espansione della volatilità, utili per posizionarsi in breakout, mentre il secondo tipo di confronto mostra la presenza di Calendar Skew che rappresentano la base dell’operatività Non Direzionale con i Calendar Spread. ...Ma siamo sicuri che la Volatilità Storica sia una misura della Volatilità sufficientemente precisa? Il più grande vantaggio della Volatilità Storica è la sua comparabilità con la Volatilità Implicita, dato che possono essere messe sullo stesso grafico, con la stessa scala, per effettare facilmente dei confronti, ma il fatto di essere calcolata unicamente sulla CHIUSURA di ogni giornata non ci dice fino in fondo ciò che è successo... Esiste (fra gli altri) un indicatore molto utilizzato da chi scrive Trading System (perchè permette di avere a disposizione una misura della volatilità a cui condizionare alcuni dei parametri del sistema) e più preciso
della Historical Volatility che è l’Average True Range. Ideato da W.Wilder ha come base di calcolo il True Range; il true range è il valore maggiore tra le risultanti della misurazione di: 1. prezzo max di oggi e min. di oggi 2. chiusura ieri e max di oggi 3. chiusura ieri e min di oggi Il valore maggiore fra questi è il true range... Scopo del true range è quello di quantificare la volatilità, cioè l’ampiezza delle oscillazioni del prezzo (se il true range è in aumento allora rilevo un aumento della volatilità; se in diminuzione allora rilevo una diminuzione della volatilità). Si osservi però come, accanto al valore della CHIUSURA, questo indicatore vada a considerare anche Massimi e Minimi quali misure dell’oscillazione dei prezzi decisamente più puntuali del valore di chiusura. L’Average true Range altro non è che la media mobile del true range ed ha lo stesso scopo... Al centro del calcolo della Volatilità Storica (così come alla base della stima della Futura Volatilità incorporata nel calcolo della Volatilità Implicita) c’è il concet-
to di Deviazione Standard, una misura statistica della variabilità dei prezzi (ed anche in questo caso, tutte le piattaforme di analisi tecnica permettono di calcolarla). A chi fa Trading Discrezionale verrà subito alla mente uno degli strumenti di Analisi Tecnica più utilizzati: le Bande di Bollinger. Queste bande non sono altro che la proiezione di 2 Devia-
zioni Standard (calcolate su un certo periodo, diciamo gli ultimi 20 giorni) sopra e sotto una media mobile dei prezzi (anch’essa calcolata sullo stesso periodo di 20 giorni). Come dicevo poc’anzi, il più grande vantaggio della Volatilità Storica è la sua comparabilità con la Volatilità Implicita, dato che possono essere messe sul-
lo stesso grafico, con la stessa scala, per effettuare facilmente dei confronti … dobbiamo però tenere a mente che una è calcolata sul movimento del recente passato e l’altra sulle aspettative di movimento del prossimo futuro. ... vediamo allora come poter confrontare Volatilità Storica ed Implicita per arrivare a capire se esiste una tendenza da parte
storica di oggi (calcolata su una finestra di 20 periodi). Spostando il grafico della Volatilità Implicita indietro di un mese (22 giornate borsistiche), e rapportandolo alla Volatilità Storica (calcolata su 262 giornate borsistiche annue e su un periodo di 22 sedute borsistiche, lo stesso periodo di calcolo della Volatilità Implicita di ToS) si vede come i premi scambiati tendano sistematicamente a sovrastimare la Volatilità che poi effettivamente si è verificata (area verde o rossa). “Traslando” la IV in questa maniera, andiamo a vedere quanto la stima della Futura Volatilità (che è la Volatilità che si è verificata nei 20 giorni successivi, quindi la nostra Volatilità Storica di oggi) sia stata corretta nel momento che sono state prezzate (20 giorni prima) le Opzioni… Ogni lettura “verde” indica una Volatilità Implicita maggiore della Volatilità che si è manifestata nei 20 giorni successivi… quindi su questo titolo (assieme a tanti altri) si osserva una tendenza sistematica a prezzare le Opzioni di più dell’effettivo movimento che si è poi verificato,
suggerendo di prendere in considerazione la vendita di Volatilità Implicita rispetto all’acquisto. Come ho già scritto, questo indicatore non ha ricadute “operative” di market timing, ma serve solo a comprendere come le Opzioni vadano VENDUTE nella maggior parte del tempo... se prendete tanti altri titoli, vi accorgerete della prevalenza delle aree verdi rispetto a quelle rosse... ma la vendita può esporre ad un rischio di rovina (se non controllata adeguatamente) quando sul mercato si abbattono tempeste come quella dell’autunno del 2008. Ecco perché per poter vendere con sistematicità opzioni sul mercato è necessario operare in spread, combinando opzioni in acquisto ed in vendita, come Calendar Spread o Iron Condor, dove la focalizzazione resta sempre su ciò che vendiamo e sul decadimento temporale.
Luca Giusti www.StrategicResearch.ch
degli operatori a sovrastimare o a sottostimare la Futura Volatilità del sottostante nel premio delle Opzioni di un certo sottostante. Questa è l’azione Travelers (TRV). L’indicatore riportato accanto è la differenza fra la Volatilità Implicita di 20 giorni fa (quindi “sfasata”) rispetto alla Volatilità TRADING LIVE SHOW
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Più UNICHE che rare
a cura di Elisabetta Failla
Bellissime auto d’epoca riunite a Firenze per Unique Special Ones
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ltre cento auto d’epoca hanno fatto bella mostra di sé negli splendidi spazi del Giardino della Gherardesca a Firenze, oggi Four Seasons Hotel, per la terza edizione di Unique Special Ones, il concorso di eleganza organizzato da MAC Group. La manifestazione ha richiamato numerosi appassionati che hanno potuto ammirare esemplari e prototipi rarissimi. “Il valore di un’auto d’epoca viene spesso determinato dal prezzo di acquisto durante l’asta – ha spiegato Sandro Binelli Presidente di MAC Group – ma è sempre relativo perché molte automobili fanno parte di collezioni private di cui non conosciamo l’effettiva valutazione”. Nel corso dell’ultimo weekend di settembre a Firenze una giuria prestigiosa, composta da personalità di rilievo nel Design e nell’Automotive, ha eletto, fra tutti i modelli presenti,
la Best of Show del The Uniques Cars International Concours valutando non solo la loro bellezza ma anche il loro livello tecnico e stilistico. “Il confronto finale era con l’Alfa Romeo 6C 2003 Pescara spider (1935) e la Ferrari Dino 166/206P del 1965 e per riuscire a identificare la vincitrice la giuria ha discusso a lungo – ha detto Adolfo Orsi, nota personalità dell’Automotive e Giudice Capo della giuria internazionale -La Best of Show purtroppo doveva essere solo una e la scelta è caduta su questa spettacolare 6C 2500 SS coupé Pinin Farina del 1949, che è un esempio tra TRADING LIVE SHOW
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i più significativi dell’arte carrozziera italiana del dopoguerra”. Soddisfatti gli organizzatori per il grande successo della terza edizione della manifestazione. “Uniques è stato un grande evento internazionale realizzato da un’azienda italiana – ha proseguito Sandro Binelli - ora è la volta dell’internazionalizzazione e per tanto stiamo valutando di presentare la manifestazione all’estero rendendola itinerante”. Il Best of Show, a cui è andato il trofeo d’argento disegnato dal main sponsor dell’evento Stefano Ricci, è stato rivelato durante il cocktail di chiusura della manifestazione alla quale ha partecipato anche l’ex presidente americano Bill Clinton, di passaggio in quei giorni a Firenze, che ha apprezzato il fatto che, fra le auto esposte, ci fossero la mitica Ford Mustang, protagonista in film come Bullitt con Steve McQueen o in Thelma & Louise, e un’Aston Martin DB2 del 1953 appartenuta all’ ex presidente Gerard Ford. Un weekend all’insegna dell’unicità, dunque,
senza dimenticare le popolazioni più bisognose. L’evento è stato infatti occasione per presentare il progetto della Foundation for UNESCO – Education for Children in Need, a cui MAC Group ha aderito, grazie al quale verrà creato un centro di formazione professionale per meccanici di automobili in Burkina Faso.
Elisabetta Failla
a cura di Carmelo De Luca
Elite Club Vacanze
vacanze da vivere Q
ualità, relax, confort, questo trinomio è assolutamente attuabile scegliendo i villaggi Elite Club Vacanze. Realizzate in Toscana, Lazio, Veneto, regioni ad alta vocazione turistica, le avveniristiche strutture rappresentano una appetitosa occasione per coloro che amano coniugare sport, animazione, svago, escursioni, ottima cucina. Firenze, Lago di Garda, Roma, Venezia, rappresentano mete ambite da intere famiglie, non a caso il Gruppo ha sistemato le sue confortevoli creature proprio in questi luoghi turistici. Cardini e Vannucchi, proprietari di ECV, vantano una lusinghiera tradizione nel campo ricettivo, infatti il loro impero comprende mille case mobili di proprietà, ostelli appartenenti al brand Plus, l’Ho-
tel Villa la Palagina, ristotheatre, ristoranti sistemati presso la storica città del Giglio, basti menzionare l’aristocratico Palazzo Borghese ma, anche, il Certosa, Il Giardino, Baroncelli. Ritornando ai camping-villaggi, essi vantano ampi spazi verdi attrezzati, dove prolifica ogni “diavoleria” dedita al confort; in effetti piscine, vasche idromassaggio, attrezzati parchi acquatici, centri fitness e benessere, noleggio bici e scooter, minigolf, rappresentano alcune invitanti attrattive tutte da godere. E i luoghi dove passerete le vostre belle vacanze? Una vera manna! I villaggi ECV del Lazio, precisamente il Camping Roma, Pini Family, Fabulous, trovano dimora a pochi chilometri dal Vaticano, Valle del Tevere, Ostia. Nel blasonato Granducato, Piazzale Michelangelo, dal quale si gode una magnifica vista su Firenze, ospita l’omonimo cam-
ping, mentre il cuore del Chianti con il Norcenni Girasole e il mare blu intenso caratterizzante San Vincenzo, sede del Park Albatros, aspettano cultori dediti al paesaggio, al vino, alla spiaggia. Dopo un rigenerante soggiorno presso il Camping Village Jolly di Marghera, dove scoprire la magia legata alla vicina Venezia, il tour trova degna conclusione all’Altomicino Family ParK, cullato dal Lago di Garda. Allora signori, cosa aspettate? ECV vi aspetta per una vacanza da sogno!
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FONTEVERDE
a cura di Carmelo De Luca
Superstar
L
a spettacolare immagine dominata da calanchi dalle forme bizzarre, irti sentieri costeggiati da austeri cipressi, campi rigogliosi, descrive degnamente San Casciano dei Bagni, romantico luogo medievale dove il tempo si è fermato imprigionando l’abitato in una dimensione fatta di fascino, storia, suggestioni. Ospitato nella blasonata provincia senese, il borgo accoglie il Fonteverde Tuscan Resort Spa, lussuosissimo albergo sistemato in uno scenografico portico mediceo fatto costruire dal Granduca Ferdinando I nel lontano 1607. L’elegante successione di archi, in stile tuscanico, regge possenti finestroni sormontati da frontoni arcuati e triangolari. Gli interni, decisamente signorili, emanano arte, eleganza, bellezza, grazie ad un attento restyling utilizzante la pietra serena, la terracotta, il travertino autoctono, tessuti naturali, sopratutto, il lino. Camere e suite superaccessoriate, comode, arredate con gusto, ottima cucina
accompagnata dai celebri vini toscani, rendono il soggiorno, in questo piccolo eden, decisamente piacevole. Fiore all’occhiello della struttura è, senza dubbio, il suo rinomato centro benessere, appartenente al celebre Leading Spas of the World e Virtuoso Spa, il quale vanta una meritata nomea grazie alle numerose piscine possedute. Specchi d’acqua utilizzati per trattamenti vari, idromassaggi, percorsi bioaquam, persino una mastodontica vasca, anzi una sorta di laghetto, elargiscono benefici al corpo e alla mente grazie alle variegate proprietà mineralogiche caratterizzanti il prezioso liquido. Rimanendo in tema di trattamenti, Fonteverde coniuga l’alta tecnologia con le proprietà terapeutiche possedute dalle sue sorgenti, l’esperienza manuale del suo personale altamente specializzato con la medicina tradizionale, l’efficacia degli ottimi prodotti adoperati nel settore estetico con i salutari percorsi atti a giovare l’equilibrio psico-fisico. Gli ottimi ri-
sultati raggiunti dal Fonteverdenel settore ospitalità e benessere hanno valicato i confini nazionali mietendo numerosi successi premiati da prestigiose istituzioni internazionali, basti menzionare l’ultimo arrivato nel 2012: Il World Travel Aw a r d s , m a s s i m a a m b i zione nel settore viaggi e turismo! Ah, il magazine SpaFinder, blasonato magazine americano specializzato in centri benessere, lo ha eletto The Best for Mineral or Thermal Spring 2012.
L’AUTUNNO nel Basso Senese
U
n paesaggio incantato, dove in autunno regna il giallo ocra, le delicate tonalità del marrone, il verde caratterizzante la vegetazione aghiforme, si inebria con il profumo sprigionato da funghi, castagne, frutti stagionali, sapori d’altri tempi ottenuti da una genuina gastronomia assolutamente invitante: signori non siano nel paradiso ma nell’Amiata! Padre prolifico, protettivo, bellissimo, vanitoso, questo ridente territorio racchiude la storia plurisecolare appartenente alla bassa provincia senese, grazie ai numerosi borghi medievali dove l’architettura, la cucina, gli ottimi vini autoctoni, la gente ospitale, le tradizioni, le sagre, rappresentano il biglietto da visita di questo magnifico luogo. Per rilassarvi, non abbiate alcun timore, i suoi dintorni racchiudono il gotha per quanto riguarda il benessere. Nella vicina Val D’Orcia, un regno metafisico dalla candida architettura di origine calcarea riflette una luce accecante e il celeste intenso delle acque ospitate nelle caratteristiche vasche naturali cattura la vista; questo magico regno ha un nome: Terme di San Filippo. Già apprezzata da Lorenzo, magnifico signore di Toscana, la struttura vanta un hotel, ristorante, centro benessere, piscine, nati grazie alla provvidenziale presenza di acque solfuree-solfate-calcichemagnesiache ipertermali ma, anche, salutari fanghi deposita-
a cura di Carmelo De Luca
ti dalle medesime, richiamanti molti frequentatori. Patologie osteo-neuro-articolari, dermatologiche, dell’orecchio, naso, gola, bronchi, polmoni, trovano degno conforto negli ambienti termali superaccessoriati, il cui personale, decisamente preparato ed efficiente, supporta il paziente con grande professionalità. San Filippo è anche sinonimo di relax, infatti le caratteristiche mineralogiche delle sue preziose acque sono adattissime per la rigenerazione del corpo e del viso, magari aiutati da rilassanti massaggi praticati da mani esperte. Rimanendo in tema, il percorso salutare trova degna conclusione presso l’antichissimo Bagno Vignoni, blasonato borgo ammirato e decantato sin dall’antichità, romantica cartolina d’altri tempi caratterizzata da storici edifici rurali circondanti da una vasca cinquecentesca calda e fumante! Il complesso architettonico ospita piscina termale, idromassaggio, sauna romana, tisaneria, corredo spa, votati alla salvaguardia corporale e mentale grazie alle acque miracolose provenienti dal sottosuolo. Ah, il ristorante Terrazza, con vista mozzafiato sulla famosa Piazza delle Sorgenti, sforna ottimi piatti toscani, cucinati seguendo le antiche tradizioni legate al luogo, accompagnati da un invitante calice di ottimo vino locale.
a cura del Maestro Alberto Presutti
Non si dice piacere
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Rubrica di Business Etiquette
l Bon Ton e la Business Etiquette sua estrinsecazione aziendal-professionale, fissano le regole per chi sa e vuole coniugare l’essenza dell’essere con quella dell’apparire, la cultura con il denaro, le responsabilità con il savoir vivre. Inizierei, qui di seguito, una disamina, in ordine alfabetico, dei pregi propri del vero “Signore” come del vero “Professionista”. A: come AFFABILITA’: Purtroppo, cortesia e Buone maniere sembrano non appartenere più alle classi dirigenziali che invece sfoggiano comportamenti ed atteggiamenti strafottenti, arroganti, presuntuosi. Il vero “Professionista”. è, in primis, un gentleman! B come BACIAMANO: E’ tornato di moda, ma guai a eseguirlo con modi ruvidi o cialtroneschi, con ruffianeria ed esibizionismo del gesto. Mai all’aperto. Mai se la signora è in piedi. C come CONCISIONE: Saper usare la sintesi è qualità rara. il vero “Signore” sarà sempre molto parsimonioso di parole, evitando di dilungarsi su fatti e, soprattutto, persone, questo per stile come anche perché per il vero “Professionista” il tempo è denaro. I chiacchieroni non dan46
TRADING LIVE SHOW
no una buona impressione di se stessi. Solo gli imbonitori, infatti, parlano tanto. D come DENARO: E’ un mezzo ma non un dio da idolatrare. Il vero “Professionista” quanto il vero “Signore” non ne parla mai né lo ostenta. Il denaro è importante ma non è un fine. Se di famiglia, il denaro deve essere rispettato e non dilapidato. La differenza tra il vero “Signore” e chi non lo è, si evince dal rapporto con il denaro.
Il vero “Professionista” è forte con i forti, mai con i deboli. G come GUSTO: Il Buon gusto è caratteristica imprescindibile sia del vero “Signore” che del vero “Professionista” che, peraltro, non impongono a nessuno di loro conoscenza. Il cattivo gusto è, invece, un marchio indelebile.
E come: ESIBIZIONISMO: Un vero “Signore” è riservato ed elegante e queste sono qualità che si possono acquisire ma, in generale, fanno parte del DNA. Il vero “Professionista” sa scegliere sempre l’abito giusto per ogni occasione senza che questo divenga uno status symbol ma sia semplicemente indossato come fosse una nuova pelle. F come FORZA: Forza d’animo, risorsa indispensabile come la passione (vedi alla P). Un vero “Signore”, innanzitutto, è forte ma sa lasciarsi andare, si commuove ma evita scene madri.
H come HOTEL: Un albergo, per il vero “Signore”, è un po’ come una seconda casa, non viene scelto se anonimo o
fatiscente, confusionario o turistico o gestito da chi non sa fare il mestiere dell’albergatore. Il vero “Professionista” è un grande conoscitore di hotel, in quanto in albergo riceverà i suoi clienti, quindi non si può permettere brutte figure. I come IMPRESSIONE: Non vi è assolutamente la possibilità di fare una seconda buona impressione se si è fallito alla prima. Questa è una delle regole principali della Business Etiquette che andrebbe incorniciata. K come KILOGRAMMI: Il vero “Professionista” non sarà mai sovrappeso che è un modo per denotare la poca cura che si ha di sé e della propria salute, oltre a comunicare cattive abitudini
alimentari. La pancia non è più, oggigiorno, un simbolo di potere! L come LUSSO: Il vero “Signore” apprezza il lusso ma non lo ricerca in modo affannoso e non ne è schiavo: il lusso per il vero “Professionista”, invece, è il suo cervello, che se fa la differenza tramuta gli incontri in tante occasioni di successo. M come MOBBING: Il vero “Professionista” non si presterà a fare mobbing nei confronti di un
collega, in quanto si comporterà sempre lealmente e da galantuomo con tutti. (continua nel prossimo numero)
Maestro Alberto Presutti www.albertopresutti.it info@albertopresutti.it
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a cura di Francesco Grillone
Il Salone Nautico di Genova: La qualità vince sulla crisi
I
l Salone Nautico Internazionale è stato la prima attività di spicco della Fiera di Genova, nel gennaio del 1962. Nacque come una piccola esposizione (30mila metri quadrati) destinata a un target di pubblico limitato. Nel 1966 l’organizzazione si avvalse della la collaborazione di UCINA, Unione cantieri industrie nautiche e affini, per dirla con parole più semplici è la Confindustria della Nautica. La 52° edizione del Salone, chiusa lo scorso 14 ottobre, ha numeri pesanti: 100mila metri quadrati di specchio acqueo e oltre 200mila metri quadrati di spazi a terra, tra padiglioni e superfici all’aperto in un contesto altamente spettacolare all’ingresso del porto di Genova. Crescita che da quarantanove edizioni si è avvalsa del riconoscimenti dell’IFBSO - International Federation Boat Show Organizers, conquistata grazie 48
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alla leadership mondiale, a una straordinaria completezza merceologica e all’unicità delle sue strutture espositive. Da quell’ormai lontano 27 gennaio 1962 ad oggi le evoluzioni e della struttura fieristica e del mercato della nautica hanno completamente cambiato lo scenario del Salone. Alla sua prima edizione il Salone si presenta con 585 espositori, di cui 430 del solo Salone Nautico (60% italiani e 40% esteri), nazioni 16, visitatori 300.000 di cui un terzo dal resto d’Italia e dall’Estero. Il 2011 ha numeri importanti: 1.300 espositori (35% di provenienza estera),
2.000 barche, di cui 450 ormeggiate nella suggestiva sezione floating e 450 nuovi modelli presentati in anteprima. La 52° edizione sottolinea, invece, la forte crisi del settore: c’è comunque un segnale di ottimismo e la volontà di intraprendere un percorso di cambiamento profondo che risponda con efficacia alle esigenze di un mercato radicalmente mutato nel giro di pochi anni. Il forte disagio del settore, espresso anche con l’assenza alla cerimonia inaugurale da parte degli imprenditori, ha trovato ascolto nel Governo anche con la presenza del ministro per lo sviluppo economico, per le infrastrutture e i trasporti Corrado Passera e in sede inaugurale del viceministro Mario Ciaccia, che si sono detti disponibili a intraprendere misure a supporto del settore. I numeri: 900 gli espositori presenti, 1400 le imbarcaTRADING LIVE SHOW
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zioni esposte su 4 padiglioni, 2 marine e ampi spazi all’aperto. Numeri che testimoniamo come il Salone Nautico di Genova continui ad essere punto di riferimento della nautica internazionale. Un bilancio soddisfacente, dunque, aldilà dell’inevitabile contrazione dei numeri che si riflette anche sul totale delle presenze: 176.280 a cui si aggiungono 4.000 bambini fino a 10 anni. «Al Salone Nautico di quest’anno sono stati conclusi contratti e contatti importanti, soprattutto per quanto riguarda clienti esteri - ha dichiarato il presidente di Fiera di Genova Sara Armella - e registriamo segnali di soddisfa50
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zione da parte di molti espositori. Questo ci conferma la bontà delle scelte effettuate e ci in-
coraggia ad effettuare un vero cambio di passo».
Francesco Grillone
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