Trading Live Show n° 03

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trading

Una guida per chi ritiene il trading una propria filosofia di vita

show e v li

n. 03 • gennaio 2011 •

? Operatività in opzioni di P. Olivieri Analisi titolo Tenaris di G.Mecca Analisi secondo le onde di Elliott di C.Zanetti

Cinque buone ragioni per investire in Biotech di G.Nodari Micro e Macro di A. Peano TRADING LIVE SHOW

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di Andrea Renault

Ed eccoci qua......abbiamo imboccato il 2011...il 2010 si è concluso con una perdita dell’indice FTSEMIB del 13%... La nostra economia rispetto a quella tedesca segna il passo.. dobbiamo anche dire però che il ns. indice principale sconta il fatto di annoverare al suo interno una forte componente di titoli bancari che hanno un’incidenza molto elevata sul totale della capitalizzazione del paniere, e di fronte ad una perdurante incertezza sui destini dei debiti sovrani, non potevamo aspettarci niente di diverso. Il trading ha vissuto lunghi periodi di disaffezione, come conseguenza del comportamento del mercato che ha visto per una larga parte dell’anno l’indice muoversi in uno stretto range di prezzi con scarsità di volumi e quindi con bassa volatilità....e questo scenario ha fatto si da determinare spesso danni ai traders meno esperti e psicologicamente più fragili in presenza di rapidi capovolgimenti di fronte pilotati ad arte dalle mani forti che avevano come unico scopo quello di...far scattare stop senza determinare alcuna direzione precisa del mercato. Cosa ci riserverà il nuovo anno?....sicuramente dovremo modificare il nostro modo di operare...dovremo essere più accorti, più attenti; i burattinai stanno cambiando il loro modo di..”muovere i fili “, la tecnologia, evoluti sistemi di trading, algoritmi sempre più sofisticati, stanno entrando in gioco e riuscire a schivare le trappole che ci tenderanno sarà sempre più difficile se non saremo in grado di saperci difendere con il money management!!!!!.... All’ITF di Napoli, dove ho riscontrato una grande accoglienza ed ospitalità soprattutto dall’amico Pietro Di Lorenzo di SOS TRADER al quale rivolgo un saluto, ho avuto modo di conoscere l’approccio e le strategie di due traders che in modo diverso ma ugualmente efficaci si sono distinti nel panorama del trading italiano: i “2 G”, ossia Giovanni Lapidari e Giovanni Borsi; e saranno proprio loro con la loro simpatia e franchezza a dare risalto alla terza edizione del “TRADING LIVE SHOW”, l’evento di trading promosso dalla nostra rivista e che si terrà a numero chiuso nella seconda metà di marzo a Firenze ..... per info mandare una mail a : wintrader54@yahoo.it Alla prossima....buon trading! Andrea Renault

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TRADING LIVE SHOW

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Operatività in opzioni

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Trading di volatilità

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Micro e Macro

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Analisi titolo Tenaris

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Stock Picking

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Analisi secondo le onde di Elliott

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Conoscere il mercato dei metalli preziosi di Carlo Vallotto

a cura di Paolo Oliveri

n. 03 - gennaio 2011

supplemento de LO STRILLONE n. 01 Iscrizione Tribunale di Firenze n. 5633 del 08/02/2008

Editore PUBLIGEST SRL - FIRENZE Direttore Responsabile Riccardo Caracciolo Coordinatore progetto Andrea Renault Collaboratori Paolo Oliveri, Alberto Peano, Gianrocco Mecca, Carlo Vallotto, Gianvito D’Angelo, Claudio Zanetti, Simona Maglio, Katia De Leo, Carmelo De Luca, Avv.to Lucarini Manni Stampa Altovalore Stampa - Poggibonsi Per informazioni sugli abbonamenti

a cura di Paolo Olivieri

a cura di Alberto Peano

a cura di Gianrocco Mecca

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a cura di Gianrocco Mecca

a cura di Claudio Zanetti

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Una guida per chi ritiene il trading una propria filosofia di vita!

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Fare trading con l’antibreakout

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Cinque buone ragioni per investire in biotech

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Un amore a cinque stelle

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La vertigine

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Il fascino del Giappone

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Pronto, Avvocato?

a cura di Gianvito D’Angelo

a cura di Gianpaolo Nodari

a cura di Carmelo De Luca

a cura di Simona Maglio

a cura di Katia De Leo

a cura dell’Avvocato Lucarini Manni

i n f o @ t r a d i n g l i v e s h o w. i t TRADING LIVE SHOW

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OPERATIVITA’ IN OPZIONI

a cura di Paolo Oliveri

L’operatività avviene mediante acquisto e/o vendita delle opzioni, sia call che put, in modo da costruire strutture più o meno complesse, aventi lo scopo di ottenere il miglior rapporto fra rendimento e rischio in funzione delle molteplici condizioni di mercato (rialzo, ribasso o fasi laterali).

Il primo obbiettivo che una strategia deve soddisfare è quello di ottenere il più basso rischio in rapporto al rendimento (risk/ reward) e di conseguenza proteggere il capitale investito, anche nel caso in cui il mercato non soddisfi le aspettative che avevano portato ad aprire una data posizione: viene cioè data massima importanza al money managment ed al risk managment, sia mediante monitoraggio costante delle posizioni aperte (ed eventuali modifiche della struttura, chiudendo alcune posizioni ed aprendone altre), sia soprattutto utilizzando in partenza un protocollo che prevede combinazioni di opzioni in cui alcune posizioni hanno intrinsecamente ed in modo “automatico “ la funzione di controbilanciare, con i guadagni che possono generare, eventuali perdite subite da altre posizioni. Fattori statistici che rendono le opzioni intrinsecamente poco rischiose e maggiormente remunerative: Paragonate al trading con azioni o futures, le strutture di opzioni offrono (ovviamente se ben concepite) dei vantaggi intrinseci, che permettono di operare con le probabilità statistiche costantemente a nostro favore, sia dal punto di vista della protezione del capitale (minore rischio) che da quello del guadagno: le opzioni sono gli unici strumenti finanziari che permettono di lavorare utilizzando a nostro favore ogni tipo di mercato: al ribasso ed al rialzo, ma anche le fasi laterali, in cui il mercato non ha una precisa direzione operando con strutture che contengono opzioni “ a copertura del rischio “, possiamo introdurre a priori nella struttura una condizione che limita automaticamente la massima perdita possibile (worst case position), anche in casi di drammatici ribassi, ad esempio legati ad attentati o ad eventi gravemente destabilizzanti: concettualmente ha delle analogie con lo stop loss, ma è più efficace, in quanto non deve scat6

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tare nessun ordine di chiusura posizioni: intrinsecamente alla struttura, per semplici regole di algebra, è già previsto, qualunque possa essere il ribasso, la massima perdita che tale struttura può subire; questo anche in casi (poco probabili ma pur sempre possibili) di impossibilità di operare perché ad esempio i mercati sono chiusi: qui la struttura si autoprotegge comunque, mentre un eventuale stop loss su posizioni in azioni o futures scatterebbe solo la mattina dopo, senza garanzie di preservare la quota prestabilita di capitale, ad esempio in casi di apertura in forte gap down.

se poco frequentemente, succede), se il mercato prende la direzione opposta a quanto auspicato (ferme restando tutte le possibilità di intervenire e modificare la struttura), la nostra struttura si autoindebolisce, cioè riduce automaticamente la correlazione con il sottostante : a fronte di una ipotetica discesa dell’indice di 10 punti, la nostra struttura perderà valore per soli 400 $. La correlazione della struttura in opzioni varia in modo automatico rispetto al sottostante, per effetto delle leggi matematiche che governano la sua reazione alle variazioni dei prezzi.

lavorando con strutture composte prevalentemente da opzioni vendute (ma con presenti, sempre, le opzioni a copertura del rischio), il fattore tempo gioca a nostro favore: sia che siamo al rialzo, che al ribasso, che neutrali rispetto al mercato, il decadimento temporale delle opzioni ne diminuisce, giorno per giorno, il valore: quando dovremo ricomprarle, a parità di altre condizioni, per il semplice fattore tempo, le pagheremo comunque meno rispetto al prezzo a cui le abbiamo vendute, realizzando un gain.

Le strutture di opzioni offrono un’ampia gamma di possibilità di modifica ed adattamento alle condizioni del mercato (follow up delle strutture), nelle sue sfumature: non siamo costretti a semplici stop loss o take profit, ma possiamo adeguare “ in corso d’opera “ le strutture: grazie alla loro duttilità esse possono assumere, con poche variazioni, connotazioni ed.es. “moderatamente “ oppure “ decisamente “ rialziste o ribassiste, oppure neutrali e poco sensibili alle variazioni di mercato.

Se ben concepite, le strutture direzionali (al rialzo oppure al ribasso), non avendo, al contrario ad es. dei futures, una correlazione diretta (lineare, con rapporto 1 a 1 rispetto all’indice di riferimento), bensì variabile in funzione della distanza tra la base (strike) dell ‘opzione rispetto all ‘indice (detto sottostante dell opzione ) , offrono la possibilità di essere “ autoproteggenti “ rispetto alle variazioni del mercato: in pratica, se si assume una posizione rialzista ed il mercato ci dà ragione, il nostro guadagno sarà maggiore rispetto all’indice di riferimento (ad. es.: se l’indice S&P 500 si apprezzerà di 10 punti noi potremo guadagnare 600 $ ), perché la nostra struttura si autorafforza, aumentando automaticamente la sua correlazione con il sottostante (l’indice ); viceversa (e talvolta, anche

Grazie a questi punti di forza una corretta e professionale operatività offre UN COSTANTE VANTAGGIO STATISTICO: qualunque siano le condizioni di mercato, abbiamo sempre maggiori possibilità di conseguire guadagni che perdite. Quindi, anche (per assurdo) operando sui mercati in maniera del tutto casuale, avendo le probabilità statistiche costantemente a nostro favore, conseguiremmo comunque dei guadagni. Ovviamente esistono delle operatività ben più efficaci e remunerative rispetto al lancio di una monetina, ma comunque (operando ovviamente con l’ausilio dell’analisi tecnica, etc.), i guadagni conseguiti con le opzioni, a parità di operatività prescelta, garantiranno sempre minore rischio e maggiore guada-


gno, portando il grafico degli utili (equity line) ad assumere una linea (ovviamente verso l’alto) con ribassi transitori di minore entità: una linea meno frastagliata con guadagni più costanti. Modalità dell’operatività : direzionale, non direzionale, trading di volatilità Vengono utilizzati specifici software di analisi tecnica e statistica, che consentono di ottenere buoni profitti con bassi rischi sia in condizioni di mercato direzionale (indifferentemente rialzista o ribassista) sia in fasi laterali (trading range, nei quali l’indice non segue nessun trend). In particolare vengono utilizzati software che permettono di evidenziare e seguire il trend in atto e che permettono di individuare le strategie e le sottostrategie con minor rischio e maggiore possibilità di gain ; questi software, combinati alla discrezionalità derivante da anni di esperienza nel trading (e quindi con la capacità di correlare i vari mercati e fattori quali cambi, tassi di interesse, dati macroeconomici e societari, prezzi di materie prime quali il petrolio, etc in funzione dei prezzi del nostro mercato di riferimento). Quindi, in presenza di un trend possiamo usufruire di opportunità (come già detto, sia al rialzo che al ribasso); i software ed i dati in tempo reale che usiamo sono ovviamente quelli degli investitori istituzionali, con dati forniti da Bloomberg Pro, Reuters, etc ed eleborati con i più avanzati software di analisi: Optionetics Platinum, Thinkorswim, Ivolatility, etc. Questo è un importante vantaggio, in quanto sono gli istituzionali (banche, fondi, hedge, etc. ) che determinano le tendenze di mercato: avendo questa informativa possiamo muoverci nella stessa direzione con lo stesso timing (semplificando: andando al rialzo o al ribasso in accordo con i tempi degli acquisti o delle vendite massicce effettuati dai grossi istituzionali americani, banche e fondi di investimento, anziché accodandoci per ultimi, magari proprio quando il trend è prossimo ad esaurirsi) . Quando invece un trend non c’è e la Borsa si muove senza direzione, le opzioni, grazie al loro decadimento temporale , permettono comunque di guadagnare: individuato un trading

range, cioè una coppia di livelli (uno inferiore ed uno superiore) entro i quali i prezzi si muovono, è possibile utilizzare il decadimento temporale delle opzioni per ottenere gain; qualora il mercato riprendesse direzionalità verrà modificata,secondo precisi protocolli, la struttura, in modo di adeguarla prontamente alle diverse condizioni di mercato. I software di analisi tecnica e statistica permettono quindi, unitamente all’esperienza, di ottenere segnali di vendita o acquisto; in merito al tipo di strutture e quindi di opzioni da utilizzare, siamo agevolati dall’utilizzo combinato di diversi software di analisi statistica: ad es. essendo in possesso delle serie storiche di tutti i prezzi e le volatilità dal 1998 (costantemente aggiornati n tempo reale), possiamo, prima di applicare una struttura alle condizioni attuali di mercato, testarla su periodi del recente passato che abbiano determinate analogie con il presente e da qui affinare la migliore struttura per risk/reward. Possiamo quindi rapportare la volatilità storica con quella implicita, che influenza il prezzo delle opzioni, possiamo calcolare sia quella reale di mercato, sia quella teorica (e di conseguenza ottenere informazioni di pricing, cioè determinare il prezzo teorico di una opzione ed in ultima analisi avere dati precisi in merito a quanto è valutata dal mercato: sapremo se è “ cara “ oppure “ a buon prezzo “, ed anche queste valutazioni influiranno sui segnali operativi: ad.es. se, a parità di altri parametri un’opzione è cara, potrà essere conveniente venderla per poi magari ricomprarla a prezzi minori, oppure, in generale, potranno essere implementate strutture “ di vendita “ o “ di acquisto “ di volatilità). Scanners e rankers ci permettono ad esempio di individuare le stock options che hanno una volatilità implicita particolarmente elevata rispetto alla loro volatilità storica: unitamente allo studio dell’analisi tecnica e fondamentale del sottostante si potranno implementare di conseguenza operazioni di “ vendita “ della Volatilità. Anche il VIX, il “ fear index “ che indica la volatilità implicita correlata all’S&P 500 è utile per selezionare il tipo di operatività: con vola implicita molto alta rispetto a quella storica si implementeranno strutture che tragga-

no giovamento dal probabile calo della vola implicita, che nel tempo tenderà a riavvicinarsi a quella storica. Viceversa si implementeranno strutture che traggano giovamento da un aumento di vola. In entrambi i casi avremo cura di utilizzare strutture “Theta negative “, che si deprezzano cioè con il passare del tempo (time decay), in modo che le nostre strutture, complessivamente “ vendute “ a livello di time value possano essere ricomprate o portate a scadenza generando gain. Un’altro “ vega trading “, imperniato cioè sulla volatilità - si può implementare in occasione della stagioni delle trimestrali: prima degli Earnings la volatilità e di conseguenza il prezzo delle opzioni aventi come sottostante una stock che emetterà la trimestrale è alto; il giorno dopo, sia che il titolo salga, sia che scenda, il fattore “destabilizzante” è passato: la vola scende. Possiamo quindi implementare strategie che si giovino dell’alta volatilità il giorno prima rispetto agli Earning (vendiamo vola a caro prezzo), chiudendole in gain con vola più bassa il giorno seguente (ricompriamo la vola pagandola meno); il tutto con una permanenza in posizione di poche ore e con poco rischio. Possiamo anche utilizzare le LEAPS, le opzioni a Long Term, con scadenze ad esempio di due anni, in combinazione con scadenze più vicine. Le LEAPS hanno un decadimento temporale molto basso, ma dimensioni ragguardevoli: queste peculiarità possono venire sfruttate in particolari situazioni di mercato. Altri software permettono, ancor prima di aprire una posizione, di stabilire quale sarà il punto di pareggio (tra profitto e perdita) al variare dell’indice di riferimento (il sottostante), alla volatilità implicita ed al trascorrere del tempo; possiamo calcolare in tempo reale le cosiddette “greche “ (i parametri che influenzano il valore di una opzione al variare dei prezzi, della volatilità, del tempo, etc. ): ciò aiuterà ad ottimizzare la struttura. Utilizziamo anche simulatori di marginazione, cioè software che ci consentono di conoscere in anticipo, prima di aprire materialmente una struttura, quanta liquidità verrà richiesta dal broker , in modo da poter adeguare dimensionalmente la struttura, TRADING LIVE SHOW

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mantenendo una adeguata liquidità; ciò si rende utile anche in caso di modifiche a strutture già aperte. Le opzioni hanno una scadenza mensile (terzo venerdì di ogni mese), ma non necessariamente le strutture durano un intero mese o più: l’operatività può essere anche di più breve periodo, per cogliere anche i trend minori e per contrastare più rapidamente eventuali condizioni indesiderate: ciò permette di essere quasi indifferenti, e quindi non necessariamente correlati, all’andamento della borsa: non ci interessa dove saranno gli indici fra 2 mesi (anche se ovviamente, nel caso di trend primari che durino più mesi, non si farà altro, passando da una scadenza delle opzioni a quella successiva, che “ lasciare correre la posizione in gain “, con tecniche simili per analogia al trailing stop, per proteggere comunque, anche a posizioni aperte, il gain conseguito). Inoltre i possibili loss (le perdite) saranno sempre di piccole dimensioni, tali da non intaccare sensibilmente il capitale: un nostro protocollo utilizzato per le fasi in trend, applicato ai 7 anni tra il 1998 ed il 2004, su un capitale virtuale di 100.000 euro (sul mercato Eurex di Francoforte) ha generato un massimo drawdown (serie consecutiva di perdite) di 4.650 euro (per paragone, la stessa operatività, applicata però utilizzando un future FIB ha dato luogo ad un max drawdown all’incirca triplo, con un guadagno inferiore del 40 % circa). Essendo stata questa la situazione peggiore, l’equity line (cioè il “ grafico di Paperone “ che descrive i guadagni nel tempo) risulta estremamente lineare, con periodi di guadagni non interrotti da grosse perdite: in sette anni la peggiore situazione in assoluto è stata quella di vedere il conto diminuire di 4.650 euro, a fronte di periodi in cui esso è cresciuto di oltre il triplo senza interruzioni. In realtà la situazione è maggiormente favorevole, in quanto, per impossibità statistica, non è possibile quantificare “ facendo girare un programma statistico “ i

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guadagni generati dalle strutture atte ad apportare profitti nelle fasi laterali (che durano per circa il 70 % del tempo in cui la borsa è aperta): quindi, poiché le varie operatività talvolta coesistono, la curva dei profitti è ancora più favorevole e meno frastagliata. PERCHE’ OPERARE SUL MERCATO USA Perché dapprima il mercato italiano e, da circa due anni anche quello europeo (Eurostoxx) stanno diventando sempre più “ sottili “: sempre meno scambi e sempre maggiori spread (differenza tra prezzo di acquisto e di vendita); pochi operatori significa che il mercato è in mano ai market makers, investitori istituzionali che “ fanno prezzo “ al fine di garantire una costante liquidità dello strumento finanziario. Ovviamente se un trader ha come controparte un computer posseduto da una banca, non sarà certo lui a decidere il prezzo e avremo sempre uno svantaggio tra quanto i software revisionali (che in genere calcolano un prezzo medio tra denaro e lettera) e quanto effettivamente realizzato a posizioni chiuse – queste perdite possono incidere anche per oltre il 10 % sull’operatività. Mercati USA: il CBOE – Chicago Board of Exchange – dove si scambiano le opzioni su azioni ed indici è la maggiore borsa mondiale, solo dopo vengono NYSE, NASDAQ etc, di Wall Street. Gli USA, soprattutto dallo scoppio della crisi sono ulteriormente migliorati in tema di stock exchanges, fornendo la più efficiente, trasparente ed economica infrastruttura, messa a disposizione degli investitori e delle aziende quotare di tutto il mondo: troveremo quindi ad. Es. Luxottica, Petrobras (oil brasiliano), Baidu (il Google cinese), etc. : quando operiamo sugli Usa in realtà possiamo scambiare strumenti finanziari in modo globale. I volumi di scambi di conseguenza sono migliaia di volte maggiori rispet-

to a qualsiasi altra borsa: ciò significa maggiore concorrenza. Molti traders che hanno come controparte altri traders (i market makers ci sono, ma anche qui sono in concorrenza fra loro ed operano soprattutto su titoli secondari) troveranno più facilmente prezzi aderenti alle reali condizioni di mercato, essendoci poche possibilità di falsare attimo per attimo il pricing. Inoltre lo spread bid-ask è molto ridotto; quando si apre una posizione multipla la piattaforma di negoziazione calcola automaticamente il “ combo “, cioè la combinazione di 2 o più strumenti finanziari, dandone il prezzo da pagare o da incassare per aprire la posizione: di conseguenza non ci sono i costanti fenomeni di “ mispricing “ dell’Eurostoxx, per esempio. Quando poi facciamo una proiezione sapremo che il risultato sarà calcolato con ottima approssimazione. Altro elemento fondamentale è l’enorme quantità di azioni americane: possiamo permetterci, usando specifici scanners e rankers di scegliere tra molteplici possibilità, differenziando i sottostanti e diversificando per settori – situazioni societarie – skew di volatilità, etc., diminuendo di molto l’esposizione al rischio. Operando spesso in condizioni di hedging (cioè di bilanciamento tra posizioni rialziste e ribassiste, sempre al fine di ridurre il rischio), sceglieremo per le posizioni ribassiste azioni che stanno sottoperformando l’indice o il settore e faremo il contrario per le posizioni long scegliendo sottostanti in ottima salute. Potremo inoltre combinare opzioni e strutture al fine di ottenere portafogli “ delta neutral “ o “ vega neutral “, rispettivamente non influenzati da variazioni del sottostante e non influenzati da variazione della volatilità. Qualora le aspettative facciano propendere per una direzionalità, ovviamente i portafogli potranno assumere connotazioni


positive o negative in merito a sottostanti e volatilità. PROTEGGERE UN PORTAFOGLIO AZIONARIO Abbinando opportunamente opzioni ad un portafoglio azionario (tecniche di hedging) siamo in grado di proteggerlo, di limitare il rischio, di poter rimanere in posizione in attesa di una correzione con minor rischio. CREARE UN PORTAFOGLIO AZIONARIO A MINOR COSTO Anziché inserire ordini limitati al fine di acquistare azioni, possiamo utilizzare le opzioni per lo stesso scopo: possiamo ottenere a sconto (se le condizioni di mercato daranno luogo ad un certo prezzo, paragonabile ad un limit order sull’azionario) le azioni che ci interessano . Se invece il prezzo non verrà toccato potremo lucrare dalla vendita dell’opzione utilizzata, poiché il premio incassato - anziché diminuire il prezzo di carico dell’azione (che non siamo riusciti a comprare) - diverrà un gain netto. Il portafoglio così ottenuto avrà quindi un prezzo di carico inferiore e potrà poi essere protetto in hedging con opzioni a copertura del rischio. OPERARE CON UN PRIME BROKER I Prime Brokers sono società multinazionali di brokeraggio che hanno accesso diretto ai mercati; a causa dell’assenza di intermediari e degli enormi numeri di pezzi transati possono praticare condizioni estremamente vantaggiose sulle commissioni di negoziazione. Inoltre l’informativa, la solidità ed affidabilità delle piattaforme di trading possono essere nettamente superiori; l’help desk non è sempre ottimale (alcuni praticano politiche da hard discount), ma esistono realtà molto efficienti, con operatori professionalmente molto preparati. Su strumenti come le Opzioni CBOE sono ancora più competitivi; i più efficienti eseguono in automatico sulla borsa o ECN (circuito alternativo autorizzato) che risulta più conveniente a livello di commissioni.

STRATEGIE IN OPZIONI

teoria e pratica dell’ iron condor Consuntivo dell’ operatività reale descritta nel n° 2 ( Dicembre 2010 ) Vediamo ora come si è conclusa l’ operatività reale : l’ S&P 500 Future scadenza 17 Dicembre (il sottostante delle nostre opzioni) ha chiuso - appunto in data 17 Dicembre – a quota 1242. Il 14 Dicembre è stato toccato un massimo intraday di 1247,25. Il 16 Novembre si è registrato un minimo intraday di 1171. Poiché entrambi i valori si sono ampiamente mantenuti entro il range di max gain non sono stati necessari ulteriori interventi. Non è stato necessario chiudere anticipatamente la strategia (la bassa volatilità non avrebbe permesso di aprirne vantaggiosamente una nuova). Questo è il consuntivo a posizioni chiuse : tutte le opzioni sono scadute Out of the Money, quindi con valore residuo pari a zero. Di conseguenza l’ incasso

di 917 $ si è trasformato nel gain totale dell’ operazione , senza spese per commissioni di chiusura. Ricordiamo che la strategia era stata aperta in data 19 Ottobre 2010 . Chiusa in data 17 Dicembre. Il capitale a rischio , rappresentato dai margini richiesti dal broker, è stato al massimo di 3.257 $. Capitale di rischio : $ Gain netto : $

3.257 917

Gain in % sul capitale di rischio : 28, 15 % in 60 giorni ( 43 giorni di mkt aperti ). Una simile operatività richiede prudenzialmente un portafoglio attorno ai 5.000 euro, dato che è preferibile, in un’ottica di risk management, avere una riserva di liquidità libera. Il gain è NETTO , in quanto dai prezzi sono già detratte le commissioni di negoziazione.

Dott. Paolo Oliveri paolo.oliveri@gmail.com facebook.com/paolo.oliveri1 TRADING LIVE SHOW

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TRADING DI VOLATILITA’

a cura di Paolo Oliveri

Operatività su AZO (Autozone Inc. Nyse), in data 6 e 7 Dicembre 2010 Le posizioni sono state aperte nella serata del 6 dicembre; poichè a mkt chiusi - tra il 6 ed il 7 dicembre - sarebbe stata emessa la trimestrale di AZO abbiamo impostato una operatività di trading di volatilità: abbiamo venduto opzioni a scadenza 17 dicembre (250 put e 270 call), coprendoci in calendar spread acquistando gli stessi strike con scadenza 21 gennaio 2011. Come si può notare dal primo grafico, la volatilità delle dicembre è molto elevata, mediamente sopra al 40%: di conseguenza anche il loro prezzo è elevato. Viceversa le scadenza Gennaio sono attorno al 27%, quindi il loro prezzo è, in proporzione alla loro maggiore vita residua, meno elevato.

A cosa è dovuto questo disallineamento? Coloro che hanno in portafoglio le azioni AZO non sanno quali saranno i risultati della trimestrale e temono forti scostamenti del prezzo a seguito di essa: di conseguenza si proteggono acquistando opzioni ed optano per la scadenza più vicina, il 17 dicembre, meno costosa in termini assoluti e molto reattiva agli scostamenti del sottostante: a causa del probabile scossone che subirà l’ azione, la volatilità implicita sarà notevolmente alta ed il prezzo delle opzioni sarà caro ,ma chi ha un portafoglio azionario ha comunque bisogno di proteggerlo. Noi facciamo gli “ assicuratori “ vendendo loro le opzioni di cui hanno bisogno, ma ci “riassicuriamo” comprando contemporaneamente le stesse opzioni con scadenza gennaio, che non sono influenzate dal fenomeno di aumento del prezzo dovuto all’ imminente trimestrale.

Qui sotto gli eseguiti in ordine cronologico, partendo dal basso:

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Qui sotto la situazione all’ apertura della strategia : il sottostante è a 261.25 $. Il costo per aprire le posizioni è di 14728 $

Qui sotto invece è descritta la situazione a posizioni chiuse, nelle prime fasi della seduta del giorno successivo, il 7 Dicembre, dopo la trimestrale: da riga 40 in poi sono riportate le chiusure: riacquistiamo le opzioni short con scadenza dicembre e rivendiamo quelle long a scadenza gennaio. L’ “effetto trimestrale“ non sussiste più e chi ha in portafoglio le azioni si può disfare delle opzioni a scadenza dicembre: noi appunto le acquistiamo, ad un prezzo no-

tevolmente inferiore rispetto a quanto le avevamo vendute la sera prima. Chiudiamo anche la nostra “riassicurazione” realizzata con opzioni a scadenza gennaio. Abbiamo quindi realizzato un buon gain ricomprando le opzioni short a scadenza dicembre, mentre le opzioni long a scadenza gennaio sono sostanzialmente invariate : il guadagno netto totale, a posizioni chiuse, è di 2.987 $ ( già dedotte le commissioni di negoziazione )

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Capitale iniziale impiegato: $ 14728 (VAR: capitale a rischio) Capitale a posizioni chiuse: $ 17715 (VAR + incasso) Rendimento percentuale: 20,28% sul capitale a rischio impiegato OPERATIVITA' apertura delle posizioni: dalle ore 19,16 alle ore 20,03 del 6 dicembre chiusura delle posizioni: dalle ore 16,34 alle ore 16,40 del 7 dicembre PERMANENZA IN POSIZIONE A MERCATI APERTI: 4 ORE E 24 MINUTI dall' apertura della prima posizione alla chiusura completa della strategia (risk off) Questo è un ottimo risultato concreto, ma come si riesce ad individuare una situazione potenzialmente così favorevole? Partendo ovviamente da un calendario delle trimestrali, si selezionano dapprima quelle azioni che, sulla base di dati storici, abbiano un comportamento sufficientemente ripetitivo unitamente a scostamenti non eccessivi dopo la trimestrale - in termini di numero di deviazioni standard. Da questa lista selezioniamo quelle con liquidità elevata: scartiamo quelle poco trattate perché potremmo avere difficoltà ad ottenere gli eseguiti ad un prezzo accettabile. Scartiamo anche le azioni le cui trimestrali prevedano eventi straordinari, che potrebbero causare variazioni di prezzo poco prevedibili. Da quest'ultima short list ricaviamo una serie di grafici che ci mostrino di quanto sia la divaricazione tra le opzioni a scadenza prossima e quelle a scadenza il mese successivo. (Skew di volatilità) Dobbiamo aggiornare di continuo anche il prezzo dell' azione, al fine di posizionare gli strike delle opzioni in modo adeguato. Nelle ultime due ore della seduta (dalle 20 alle

22 CET) selezioniamo poi le azioni le cui opzioni hanno uno skew elevato e decidiamo in base a questo su quali entrare in posizione. E' necessario quindi un calendario delle trimestrali e dati societari, dati storici sufficientemente estesi a ritroso nel tempo e facilmente graficabili, un software di analisi tecnica che permetta impostazioni "personalizzate" al fine di calcolare lo skew di volatilità e che sia pratico e rapido nell'aggiornamento: è necessario un data feeding in real time. Utilizzando il foglio di calcolo illustrato sopra potremo anche valutare in anticipo l' impegno di capitale necessario. A fronte di una analisi preliminare piuttosto complessa abbiamo il grosso vantaggio di avere un rapporto risk / reward eccellente: il rischio di loss rilevanti si avrebbe solo in caso di movimenti elevatissimi verso l'alto o verso il basso del prezzo dell' azione: selezionando con attenzione gli strikes delle opzioni e ponendoli più distanti dei massimi scostamenti storici possiamo avere un max loss (worst case position) decisamente ridotto. Il guadagno invece può essere veramente elevato, considerando anche che la permanenza sul mercato è generalmente di 2 - 5 ore. Qualora il riallineamento della volatilità delle opzioni short che abbiamo in portafoglio tardasse abbiamo anche il vantaggio che al passare del tempo la nostra strategia guadagna comunque, per via del maggior decadimento temporale delle opzioni short (che hanno scadenza più prossima e curva di time decay più ripida) rispetto a quelle long, che perdono valore nel tempo più lentamente . Paolo Oliveri paolo.oliveri@gmail.com facebook.com paolo.oliveri1 DISCLAIMER : Le analisi e le indicazioni fornite nel presente studio hanno esclusivamente carattere didattico / informativo. Ogni informazione, opinione, consiglio, indicazione non si configurerà in alcun modo quale attività di promozione finanziaria o di consulenza finanziaria. Il presente studio non intende in alcun modo costituire sollecitazione al pubblico risparmio o promuovere alcuna forma di investimento, ma ha una valenza esclusivamente didattica. Software proprietario di Paolo Oliveri, registrato SIAE .

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MICRO E MACRO

a cura di Alberto Peano

quello che l’investitore NON può non sapere e il trader NON può sottovalutare... Le notizie che influenzano il formarsi delle opinioni, delle previsioni e dei prezzi si dividono fra quelle che riguardano la microeconomia (vicende di un singolo operatore economico in un singolo mercato – Nokia nel settore del telefoni cellulari) e quelle che riguardano la macroeconomia, cioè l’andamento di un sistema economico nel suo insieme. Lo studio e l’analisi delle vicende micro e macroeconomiche possono aiutare nella comprensione dell’andamento dei mercati finanziari, ma non possono eliminare l’incertezza che è caratteristica di questi mercati. Essendo questi mercati parte dell’attività umana, esistono svariate teorie e discipline che tentano di interpretare e prevedere il corso degli eventi, al fine di diminuire quel grado di incertezza insito nella natura stessa dei mercati. Per l’investitore queste discipline sono riconducibili a due scuole di pensiero: quella legata all’analisi tecnica e quella relativa all’analisi fondamentale.

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ANALISI TITOLO TENARIS PROFILO SOCIETARIO Tenaris S.A. è il gruppo leader a livello mondiale nella produzione e fornitura di tubi e servizi per l'esplorazione e la produzione di petrolio e gas, nella fornitura di tubi e servizi destinati a raffinerie, impianti petrolchimici e di generazione energetica, applicazioni specialistiche nell'industria e nel settore automobilistico. Tra i suoi clienti annovera le più importanti compagnie petrolifere a livello mondiale e le principali società di ingegneria e imprese industriali. Il paese di costituzione della Società è il Lussemburgo, con impianti di produzione in Argentina, Brasile, Canada, Colombia, Italia, Giappone, Messico, Romania, Stati Uniti e Venezuela.

MERCATO DI RIFERIMENTO Il mercato delle Oil Services Company, per ben due anni è stato all asciutto in termini di investimenti. Da quest anno e per i successivi due anni le compagnie petrolifere dovrebbero sensibilmente incrementare gli investimenti. Dello stesso parere Barclays Capital, che in una recente inchiesta condotta su 402 società ha concluso che le società petrolifere rimetteranno mano al portafogli spingendo le spese per le attività di E&P (esplorazione e produzione) al loro massimo storico. La stima è di un incremento di investimenti dell’11% a 490 miliardi di dollari, superiore anche al livello di piena fase espansiva del 2008. A livello geografico gli investimenti saranno divisi tra Sud America (+20%), Europa (+12%), Medio-Oriente/ Nord-Africa (+11%). Più contenute le variazioni per il Sud-Est Asiatico (+9%) e gli Stati Uniti (+8%). A motivare i maggiori investimenti le aspettative di crescita del prezzo medio del petrolio. Nel 2010 il prezzo medio è stato di 70,16 al barile. Per il 2011 le attese sono per 73,56. Tenaris viene indicata insieme ad altri colossi del settore come Halliburton, Schlumberger, ecc.. tra le società meglio posizionate per avvantaggiarsi dei nuovi investimenti, grazie ad una capillare presenza nei territori con maggiori attese di investimento. DATI ECONOMICO-FINANZIARI Dopo 5 anni di crescita sostenuta, il 2009 è stato un anno difficile per Tenars, che ha accusato pesantemente la recessione economica. Il calo ha coinvolto l’intero settore, con un’elevata esposizione al ciclo economico. Il giro d affari si è attestato a 8,15 miliardi di dollari, in contrazione del 32% rispetto agli 11,99 miliardi del 2008. Brusca flessione anche per l Ebitda, in contrazione al 28% dal precedente 34%. Dimezzato il red-

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a cura di Gianrocco Mecca

dito netto (-47%) a 1,2 miliardi di dollari, rispetto agli 1,8 miliardi registrati nell’anno precedente. Dopo il deludente 2009, nel 2010 il gruppo ha dato evidenti segnali di ripresa. Nell ultimo trimestre Tenaris ha registrato un fatturato in crescita del 14% a 2,21 miliardi di dollari, rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. In crescita anche l utile, che segna un progresso del 28% a 304,8 milioni di euro. La posizione finanziaria netta al 30 settembre 2010 è stata positiva per 471 milioni di euro, in leggero peggioramento rispetto ai 675,7 milioni del precedente quarter. PROSPETTIVE Secondo alcuni rumors Tenaris presenterà conti relativi al quarto trimestre dell’anno nettamente inferiori alle attese. Il velo sui conti verrà alzato il prossimo 23 febbraio. Per ora la società ha smentito la fondatezza delle stime annunciate a New York da un analista, secondo il quale l’Ebitda dovrebbe scendere sotto i 3 miliardi di dollari. Le voci diffuse il giorno 11 del mese corrente hanno provocato una discesa del titolo del 7% e l’apertura di posizioni ribassite. Smentite a parte, il quarto trimestre dovrebbe registrare dati sotto le attese del consensus. I corsi azionari hanno tuttavia già scontato l effetto. L attenzione degli investitori sarà rivolta prevalentemente sull outlook che il gruppo traccerà per i prossimi trimestri. La riprese degli investimenti dovrebbe generare commesse importanti per il gruppo, soprattutto in Sud America. GIUDIZIO ANALISTI Le indiscrezioni provenienti da New York hanno trovato la pronta risposta dei broker, concordi sulla revisione al ribasso del giudizio


www.finanzaeinvestimenti.it mestrali. Al momento non sembra dar decisi segnali di inversione e potrebbe continuare la sua discesa. A inizio Novembre il titolo ha lasciato aperto un gap a 15,30 che potrebbe andare a chiudere prima di un successivo rimbalzo. Fondamentale la tenuta dei 16 euro, dove passa la media mobile a 100 sedute. Al rialzo fondamentale il superamento con volumi dei 18 euro. Di seguito il grafico con l’andamento del titolo Tenaris (linea azzurra) e quello dell’indice Ftse Mib (linea rossa) negli ultimi 12 mesi. e del target sul titolo. Per Equita Sim, sui conti di Tenaris, nel quarto trimestre peseranno i ritardi nella consegna in Venezuela e Canada nel business di tubi seamless. Mediobanca ha tagliato il target price da 19,5 a 18,7 euro, confermando il giudizio outperform sul titolo. Anche Intermonte conferma giudizio outperform e target a 22 euro nonostante la revisione al ribasso dei target per il quarto trimestre. L’Ebitda è infatti rivisto a 543 milioni di dollari, dai precedenti 632 milioni. Exane ha ridotto il rating di Tenaris a neutral da outperform, portando il target dai precedenti 19,5 euro a 17,5 euro.

FAIR VALUE E MARKET TIMING Il gruppo nel 2010 ha dato chiari segnali di ripresa dopo il deludente 2009. I prossimi due anni dovrebbero vedere il ritorno degli investimenti nel settore e Tenaris e pronta ad assorbire una buona fetta degli stessi. Il gruppo presenta un’elevata redditività e una struttura finanziaria molto solida. I multipli sono quelli tipici di titoli growth. Il fair value stimato è di 18,95 euro. Dopo aver registrato i massimi dall’agosto 2008 con un rialzo annuale del 21%, il titolo ha messo a segno una violenta discesa sulla scia delle voci su deludenti dati tri-

Gianrocco Mecca www.finanzaeinvestimenti.it g.mecca82@gmail.com

Gianrocco Mecca Laureato in economia e commercio con specializzazione in Governo e Controllo aziendale ha elaborato la tesi di laurea su un innovativo sistema di misurazione delle performance aziendali ideato a fine anni ‘90 in Usa. Esperto di analisi fondamentale, utilizza tecniche innovative frutto di studio e sperimentazione. Elabora analisi finanziarie e report per molteplici società di investimento. Sul web è responsabile del sito Finanzaeinvestimenti. it Sul web collabora con diversi portali finanziari. A partire dal mese di maggio assieme ad un docente dell’Università degli Studi di Siena Gian Piero Cervellera ha ideato un sistema di screening di titoli azionari basato su originali impostazioni di analisi fondamentale e tecnica. Sul metodo è in corso la stesura di un libro. Per contatti: talk97@libero.it TRADING LIVE SHOW

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www.finanzaeinvestimenti.it a cura di Gianrocco Mecca

Lo stock picking: il portafoglio Cervellera-Mecca

batte del 400% il mercato IL METODO: Il Cervellera-Mecca si basa su un sistema automatizzato frutto di ricerche, studi e sperimentazioni costituito da un mix di indicatori di analisi fondamentale e analisi tecnica. In questo articolo procederemo a monitorare le performance conseguite dal portafoglio pubblicato nel precedente numero della rivista (n.2 mese di dicembre). I titoli selezionati hanno una struttura finanziaria solida, una redditività sopra la media europea, tratta a sconto rispetto ai comparables, un valore intrinseco (il nostro fair value) superiore rispetto all’attuale quotazione di mercato e hanno un trend di medio periodo rialzista. Si tratta pertanto di titoli sottovalutati, trascurati dal mercato che a nostro avviso nel medio periodo tenderanno ad allinearsi al proprio fair value. Sul metodo è in corso la stesura di un libro. I RENDIMENTI STORICI: Il metodo è testato sull’andamento storico dei mercati. Le rilevazioni hanno mostrato come un portafoglio costruito con il metodo CervelleraMecca in diversi periodi storici avrebbe sovraperformato il mercato. Da quest’anno abbiamo pubblicato portafogli con il metodo su diversi portali finanziari, rilevando poi le performance da questi ottenute dopo intervalli di tempo mensili, trimestrali, ecc. I risultati sono stati a dir poco entusiasmanti (quintuplicando le performance del benchmark). IL PORTAFOGLIO: Di seguito il portafoglio costruito con il metodo Cervellera-Mecca pubblicato sul precedente numero della rivista. La selezione riguarda titoli dell’Area Euro. Rileveremo periodicamente le performance dell’indice, prendendo

TITOLO Prysmian Ansaldo Rwe Siemens Landi Renzo Tognum Unilever Cert Total Azimut Allianz Stallergenes Drillish Netgem E.on Nokia Bouygues

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TITOLO Prysmian Ansaldo Rwe Siemens Landi Renzo Tognum Unilever Cert Total Azimut Allianz Stallergenes Drillisch Netgem E.on Nokia Bouygues

ISIN Livello Ingresso Settore Reuters DE0005550636 12,20 Basic Materials FR0000063364 9,00 Capital Goods FR0000073272 48,00 Conglomerates FR0000120644 Conglometates NL0000339760 2,75 Consumer cyclical NL0000350106 Consumer cyclical FR0000130213 Consumer/Non-Cyclical FR0000120271 37,50 Energy ES0171743117 6,75 Financial ES0124244E34 85 Financial IT0000076502 Healthcare DE0005545503 5,2 Services FR0004154060 3 Technology DE000ENAG999 Utility FI0009000681 7,2 Technology FR0000120503 30,75 Conglomerates

Peso 5,00% 5,00% 7,50% 7,50% 5,00% 5,00% 10,00% 7,50% 5,00% 7,50% 5,00% 5,00% 2,50% 7,50% 7,50% 7,50%

Quotazione 14,86 10,77 55,26

Perf. % 21,80% 19,67% 15,13%

2,88

4,73%

42,525 7,775 97,75

13,40% 15,19% 15,00%

5,977 4,1

14,94% 36,67%

7,875 34,68

9,38% 12,78%

Performance

Performance Cervellera-Mecca (Dic-Gen) 16,00%

14,86%

14,86%

14,00% 12,00% 10,00% 8,00% 6,00%

3,61%

4,00% 2,00% 0,00% Cervellera-Mecca

Euronext 100

come benchmark l’indice Euronext 100. L’obiettivo è quello di sovraperformare i rendimenti ottenuti dall’indice benchmark! (vedi grafico sotto) PERFORMANCE: Rendimento brillante in poco più di un mese per il portafoglio Cervellera-Mecca, con un rialzo del 14,86% contro il 3,61% del mercato. Un

ISIN Livello Ingresso Settore Reuters DE0005550636 12-12,5 Basic Materials FR0000063364 8,80-9 Capital Goods FR0000073272 48-48,5 Conglomerates FR0000120644 77,5-78 Conglometates NL0000339760 2,25-2,50 Consumer cyclical NL0000350106 15,50-16 Consumer cyclical FR0000130213 20-20,50 Consumer/Non-Cyclical FR0000120271 37,5-38 Energy ES0171743117 6,75-6,80 Financial ES0124244E34 82-84 Financial IT0000076502 55-56 Healthcare DE0005545503 5-5,20 Services FR0004154060 2,80-3 Technology DE000ENAG999 20-20,5 Utility FI0009000681 7-7,20 Technology FR0000120503 30-31 Conglomerates

Peso 5,00% 5,00% 7,50% 7,50% 5,00% 5,00% 10,00% 7,50% 5,00% 7,50% 5,00% 5,00% 2,50% 7,50% 7,50% 7,50%

rendimento di oltre 4 volte quello messo a segno dall’indice benchmark. Come riportato nella tabella di seguito, alcuni titoli non sono entrati nel portafoglio in quanto al momento, non è stato ancora raggiunto il prezzo medio di carico. Utilizzando una semplice leva di 1 a 4, l’investimento avrebbe consentito in un solo mese una performance di oltre il 50%. (vedi due grafici sopra) Continueremo a monitorare la performance nei prossimi numeri della rivista ed eventualmente pubblicheremo nuovi portafogli. Per info e chiarimenti: g.mecca82@gmail.com www.finanzaeinvestimenti.it


a cura di Claudio Zanetti

Analisi Secondo Le Onde di Elliott Dal minimo del 09 marzo 2009 di 12340 di lunedì 09 marzo 2009 il prezzo sale in modalità correttiva. Questo lo diamo per certo in quanto il prezzo nell’ottobre del 2008 rompendo la trend-line che sosteneva il bull-market generazionale dal bottom del 16 settembre 1992 ha innescato un mercato orso che ritornerà sul pavimento del 16 settembre 1992 per il 22 aprile 2016, al prezzo di area 7980/7430. Per tanto il rialzo che è partito con il minimo storico del derivato domestico è un fase correttiva, che secondo le caratteristiche elliottiane si articola in 3 grandi onde denominate con le lettere A-B-C. Il rialzo sarà quindi uno zig-zag 5-35 dove avremmo 5 sotto onde della grande onda A, 3 onde correttive della grande onda B e 5 sotto onde della grande onda C. GRAFICO 1: Da questo grafico si nota che tutto il rialzo dal minimo del 09 marzo 2009 al massimo – anche se inferiore di lunedì 11 gennaio 2010 – abbiamo completato la grande onda A composta chiaramente dalle 5 sotto onde che sono la 1 dal minimo del 09 marzo 2009 di 12340 al massimo del 03 giugno di 20620, poi la onda 2 con la correzione dal massimo di 20620 al minimo di 17635 del 13 luglio 2009, la onda 3 dal minimo del 13 luglio 2009 al massimo del 16 ottobre di 24495, la onda 4 dal massimo di 24495 del 16 ottobre al minimo del 27 novembre di 21370 e la onda 5 in “failure” – cioè in fallimento non avendo avuto la forza di salire sopra il massimo di onda 3 di 24495 – con il massimo di 24075 dell’11 gennaio 2010Completata la onda A grande, inizia adesso la fase correttiva composta dalla onda B grande che a sua volta sarà composta da 3 sotto onde, che a loro volta saranno a loro volta scomposte e a che a loro volta saranno ancora scomposte. Fase pertanto delicata, ma cerchiamo con i dovuti passaggi di spiegarla

(GRAFICO 1)

(GRAFICO 2)

(GRAFICO 3) TRADING LIVE SHOW

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GRAFICO 2: Dal grafico sopra esposto si vede in alto sulla sinistra la fine della grande onda A. Il ribasso che parte dal massimo di lunedì 11 gennaio 2010 di 24075 fino al minimo di lunedì 08 febbraio 2010 di 20470 è una onda a di A di B grande pari a 3605 per una durata di 28 giorni soalri. Il successivo rialzo fino al massimo di giovedì 15 aprile 2010 di 23175 è onda b di A di B grande, e il successivo ribasso fino al minimo di martedì 08 giugno 2010 di 18190 è onda c di onda A di B grande. In pratica dal massimo dell’11 gennaio 2010 al minimo di martedì 08 giugno 2010 si è completata solo una sotto onda delle 3 che compongono la onda B grande. Si fa notare i rapporti di Fibonacci. La onda c di A di B grande è lunga 4985 punti (da 23175 a 18190) cioè esattamente l’1,382 della onda a di A di B grande pari a 3605 punti (4985:3605=1,382) mentre nel tempo il rapporto tra la c di A di B grande pari a 54 giorni solari (dal 15 aprile all’08 giugno) ha un rapporto di 1,92 rispetto ai 28 giorni della a di A di B grande (dall’11 gennaio all’08 febbraio 2010). Ebbene la radice quadrata di 1,92 equivale a 1,382 cioè lo stesso rapporto del prezzo. Completata la prima sottonda A di B grande, inizia la sotto onda B di B grande che a sua volta è ancora più complessa. Seguiamo per gradi: GRAFICO 3: La onda B di B grande a sua volta avrà 3 sotto onde in a-b-c come la onda A di B grande. A sua volta le 3 sotto onde a e b avranno a loro volta 3 sotto onde ancora catalogate con a-b-c. Dal minimo di martedì 08 giugno 2010 – chiusura della A di B grande – il prezzo sale da 18190 al massimo di 21115 di lunedì 21 giugno 2010. Rialzo di 2925 punti. Questa è una a piccola della a di B di B grande. Successivo storno fino al minimo di lunedì 05 luglio 2010 al prezzo di 18780 onda b piccola di a di B di B grande, e da quel minimo rialzo fino al massimo del 04 agosto 2010 al livello di 21700 a formare la onda c piccola di onda

(GRAFICO 4)

(GRAFICO 5)

a di B di B grande. Si noti che dal minimo di 18780 al massimo di 21700 – onda c piccola – abbiamo gli stessi punti della a piccola cioè 2920 punti con 1 solo tick di differenza rispetto ai 2925 punti. Abbiamo completato solamente la onda a di B di B grande che è quindi lunga 3510 punti (da 18190 a 21700) o anche 3790 se prendiamo il minimo assoluto di venerdì 07 maggio 2010, e fatta in 57 giorni solari. Adesso andiamo a vedere la onda b di B di B grande che a sua volta avrà anch’essa 3 piccole sotto onde a-b-c. Vediamo. GRAFICO 4: La onda b di B di B grande si sviluppa dal massimo di mercoledì 04 agosto 2010 di 21700 al minimo di martedì 30 novembre 2010 sul prezzo di 19010. Andando per gradi il primo ribasso da

21700 fino a 19280 del 25 agosto si articola in 2420 punti in 21 giorni solari e questa è la onda a piccola di b di B di B grande. Il successivo rialzo – ancora in 3 sotto onde non catalogate – con arrivo al massimo di 21620/21580 del 25 ottobre/09 novembre 2010 non è altro che la onda b piccola di b di B di B grande. Poi ancora ribasso dal massimo di 21580 di martedì 09 novembre 2010 fino al minimo di martedì 30 novembre 2010 al prezzo di 19010 dove si completa la onda c piccola di b di B di B grande. Si fa notare che la c piccola dura esattamente gli stesso giorni – cioè 21 – della a piccola e che anche il prezzo è praticamente uguale e cioè 2420 la a piccola di b di B di B grande contro i 2570 punti della onda c. La differenza di 150 punti tra i 2420 e i 2570 corrisponde ad uno 0,78%


sul livello di minimo di 19010, per cui veramente irrisoria. Completatasi la onda b di B di B grande il mercato salirà in quanto dovrà percorrere la onda c di B di B grande a completare la seconda sotto onda B della B grande. Sappiamo che l’analisi della squadratura e dello studio preventivo scritto nel report de “IL LIBRO” del 28 agosto 2010 chiama raggiungimento nell’area tra 24000/24500 per il 18 gennaio 2010, e sappiamo che la onda a di B di B grande è stata lunga dai 3510 a 3790 punti in 57 giorni solari. la struttura della onda c di B di B grande sarà lunga – secondo le proporzioni armoniche l’1.382 della a di B di B grande che ha una media di 3650 punti tra i 3790 – minimo di venerdì 07 maggio 2010 – e i 3510 – minimo di martedì 08 giugno 2010 – Risultato 5045 (3650×1,382) che sommati al minimo del 30 novembre 2010 porta il prezzo a 24055 proprio sul livello di prezzo atteso nell’area tra 24000 e 24500. Osservare la proiezione grafica: GRAFICO 5: Si noterà dalla proiezione che la salita di onda c di B di B grande si sviluppa in 5 piccole sotto onde a differenza delle onde a e b che invece presentavano solo 3 sotto onde a loro volta catalogate con a-bc. Questo fatto è perchè la onda B di B grande è un flat espanso che si compone in un movimento completo classificato come 3-3-5 e cioè 3 sotto onde di a di B di B grande, 3 sotto onde di b di B di B grande e 5 sotto onde di c di B di B grande. A questo punto abbiamo completato la onda B di B grande cioè la seconda sotto onda e abbiamo bisogno di una fase ribassista cioè dove ci sarà la onda C di B grande. Tale analisi collima alla perfezione con l’attesa per il Dax Xetra a 7200 circa – 100% dal suo bottom di 3588,89 - e dello SP500 a 1333/1360 dove anch’esso replicherebbe il 100% dal suo minimo di 666 di venerdì 06 marzo 2009. Infatti nonostante la debolezza del FTSE SPMIB40 rispetto agli altri indici, non dimentichiamo che siamo stati gli unici – assieme al Nasdaq 100 – a replicare il 100% dal bottom

di marzo 2009. Un arrivo a gennaio con tutti gli indici più rappresentativi sul 100% dai loro minimi, inizierebbe per tutti la fase correttiva. Già nell’articolo e nell’analisi fatta e pubblicata nell’articolo settimanale intitolato “Il Libro” del 28 agosto 2010, si era indicato l’obiettivo a 24000 per metà gennaio 2011 e una fase laterale per target a 26000 circa tra il 14 e il 24 marzo 2011, dove si completeranno le 5 sotto-onde della c a completare la B di B grande in overlap. Abbiamo visto che onda A di B grande è durata 148 giorni solari (dall’11 gennaio all’08 giugno 2010) per una discesa di 5885 punti e cioè da 24075 a 18190. Ebbene a questo punto la C di B grande sarà lunga come la A di B grande, e sottraendo 5885 punti dal top di 26225 del 14/24 marzo 2011, il prezzo arriva a 20340 dove incrocia l’angolo 1x2 che sale dal bottom di 12340 del 09 marzo 2009. Una correzione a completare la onda B grande, nasce a sua volta in quanto è attesa poi la correzione anche sugli altri indici con Dax e Dow Jones Industrial Average in primis. Per concludere se abbiamo catalogato la onda A grande, e la onda B grande a chiudere tutto il rimbalzo iniziato con il bottom storico di lunedì 09 marzo 2009 di 12340 manca la onda C grande al rialzo che replicherà i 12155 punti o se vogliamo gli 11735 come la onda A grande. Ebbene sommano i punti dal minimo di B grande di 18000 circa il target arriva a 30000 circa (punto centrale a 30785) evento atteso per il 14 marzo 2012 dato che lì si chiudono i 3 anni di rialzo a replicare i 3 anni di ribasso dal 07 marzo 2000 al 12 marzo 2003 e da dove inizieranno i 4 anni di ribasso fino al 22 aprile 2016 replicando i 4 anni di rialzo dal 12 marzo 2003 al 21 maggio 2007. Ovvio che in questa fase rialzista avremmo il passaggio per 20550 del 30 luglio 2011 e 25665/26225 per il 20 novembre 2011 evento atteso e già scritto. Claudio Zanetti

Claudio Zanetti biografia

Trader professionista, formatosi presso SIAT (Società Italiana Analisti Tecnici), gestore di Sicav dal novembre 2010, ma soprattutto studioso ed appassionato di matematica e numerologia (dal lungo computo Maya alla Quantistica), analizza i mercati azionari sotto il profilo ciclico e della ripetitività dei suoi movimenti, calcolandone i livelli di inversione dei trend ed il loro timing, utilizzando prevalentemente – ma non esclusivamente – le teorie e le tecniche di Gann, di cui è profondo cultore. Lavora nel settore finanziario fin dal 1989, ha al suo attivo anche un’esperienza quale collaboratore amministrativo presso un Agente di Cambio di Venezia, dal 2001 si dedica interamente ai suoi studi, che decide di rendere pubblici a partire dal 2008, attraverso il blog ed i report di Consigli di Borsa. Negli anni 2009 e 2010 collabora anche con CNBC News e Trend On Line, ha recentemente scritto alcuni articoli per la rivista Trading LIve Show. Il successo riscontrato fin qui da “Consigli di borsa” – grazie alle lungimiranti analisi pubblicate – ha spinto Claudio Zanetti ad allargare la gamma di servizi offerti. Attualmente sta lavorando alla stesura del suo primo libro, di prossima pubblicazione.

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www.metalli-preziosi.it

Conoscere il mercato dei metalli preziosi: l’offerta

Produzione mineraria

L’oro viene estratto nelle miniere di ogni continente, fatta eccezione per l’Antartide, dove l’estrazione di qualsiasi risorsa è proibita. Gli impianti estrattivi sono delle più diverse dimensioni e trattano da piccole quantità ad enormi volumi di materiale; si conta che nel mondo sono attive alcune centinaia di miniere d’oro (escludendo le attività di ridottissima scala, artigianali e spesso”non ufficiali”). Il livello generale della produzione mineraria mondiale è oggi relativamente stabile, con una media di circa 2.485 tonnellate l’anno negli ultimi cinque anni. Le nuove miniere, presenti nei paesi in via di sviluppo, subentrano alla produzione già esistente apportando un aumento non significativo di produzione nei dati totali a livello mondiale. Con un lead time relativamente lungo (le nuove miniere impiegano spesso fino a 10 anni per entrare in attività) la produzione dell’oro è relativamente inelastica e incapace di reagire rapidamente alla prospettiva di un cambiamento dei prezzi. Gli incentivi promessi da un prolungato rialzo dei prezzi, com’è 20

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accaduto per l’oro negli ultimi sette anni, non vengono quindi facilmente o rapidamente tradotti in un aumento di produzione.

Oro riciclato (vendita di oro usato e scarti di lavorazione).

Sebbene la produzione mineraria sia relativamente inelastica, l’oro riciclato (vendita da parte di singoli di oro usato e scarti di lavorazione) assicura che vi sia, sempre disponibile, una potenziale fonte di materia prima da negoziare facilmente in caso di necessità, e questo aiuta notevolmente a stabilizzare il prezzo dell’oro. Il valore dell’oro sta nel fatto che un suo recupero dalla maggior parte dei suoi utilizzi è economicamente sostenibile, essendo possibile fonderlo e raffinarlo nuovamente, per poi riutilizzarlo. Tra il 2004 e il 2008, l’oro riciclato ha contribuito con una media del 28% ai flussi annuali dell’offerta mentre nel 2009 ha raggiunto quasi il 40% dell’offerta totale.

Banche Centrali

Le Banche Centrali e le organizzazioni sovranazionali, come il Fondo

a cura di Carlo Vallotto

Monetario Internazionale, detengono attualmente come asset di riserva poco meno di un quinto di tutte le riserve auree di superficie (pari a circa 29.600 tonnellate, distribuite tra 110 enti e organismi). In media, i governi posseggono circa il 10% delle loro riserve ufficiali sotto forma di oro, sebbene la percentuale vari da una nazione all’altra. Benché diverse Banche Centrali abbiano aumentato le proprie riserve auree nell’ultima decade, il settore nel suo complesso è dal 1989 un venditore netto, contribuendo per una media di 447 tonnellate ai flussi annuali dell’offerta nel periodo 2004-2009. Dal 1999, il volume di queste vendite è stato regolato dal ”Central Bank Gold Agreement (Accordo sull’Oro fra le Banche Centrali) CBGA” che stabilizza le vendite dei 15 maggiori detentori di oro al mondo. Non sorprende che le vendite di oro da parte degli organismi ufficiali si siano ridotte negli ultimi anni. Nel 2008, le vendite nette delle Banche Centrali sono ammontate ad appena 246 tonnellate. Nel 2009 la tendenza sembra essersi modificata. Da uno studio effettuato dalla Banca d’affari Goldman Sachs è emerso come ”l’acquisto di oro dell’India, ha messo in luce la crescente tendenza dei Governi delle economie emergenti ad aumentare i quantitativi di metallo giallo per diversificare le loro riserve in valuta estera e della Banca Mondale, che ha prospettato di divenire acquirente netta dopo esser stata per 20 anni venditrice”.

Carlo Vallotto responsabile sito metalli-preziosi.it


Fare Trading con L’”AntiBreakout”

a cura di Gianvito D’Angelo

Ogni volta che un livello rilevante di prezzo, come ad esempio un minimo o un massimo giornaliero, viene “rotto” al rialzo o al ribasso ci sono trader che entrano nella direzione della rottura, in breakout appunto. Una tecnica molto usata e che per anni ha prodotto, costantemente, ottimi risultati. I mercati però, come molti sanno, cambiano ed oggi possiamo affermare che circa il 70 % delle volte un “apparente” breakout si rivela un fakeout, cioè fallisce “riassorbendo” il precedente livello. Partendo da questa osservazione (costata cara a molti trader!) è stato messo a punto l’”AntiBreakout”, un modo cioè per riuscire a capire se un dato livello di prezzo sarà effettivamente ‘rotto’ oppure no. Questa tecnica è facilmente replicabile, come vedremo tra poco, può essere usata su qualsiasi strumento finanziario (liquido) e su qualsiasi orizzonte temporale. L’”AntiBreakout” può essere tradato sia al ribasso che al rialzo. Nel primo caso dovremo: identificare un minimo graficamente rilevante da cui è partito un trend identificare il primo minimo che ha generato il primo massimo più basso uniamo infine i 2 minimi con

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una trendline (per le modalità con cui è stata tracciata non dovrà toccare altri punti del grafico) entrare alla rottura del minimo evidenziato in blu al punto 2. Avremo ora altissime possibilità che la rottura del livello orizzontale sia un vero breakout! Lo stop potrà poi, nel peggiore dei casi, essere posizionato sopra il max più basso che ha generato il pattern. Un corretto money management poi, proteggerà la nostra posizione permettendoci di catturare buona parte del profitto potenziale, in alternativa potremo identificare target di prezzo dove uscire in guadagno, i più bravi infine, potranno gestire il trade combinando, magari, le 2 strategie.

prezzi che ha generato il 1° minimo più alto) la cui rottura potrebbe innescare un nuovo cambiamento di trend e quindi un nuovo ‘AntiBreakout’.

Ai lettori più attenti non sarà sfuggito il punto 3 (il massimo dei

Gianvito D’Angelo TraderMaster TradingRoomRoma

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Vorrei infine sottolineare che l’entrata in breakout è, in generale, un tipo di entrata poco ‘efficiente’ in quanto consente di entrare nel trade quando il movimento in essere si è già sviluppato da tempo, converrà quindi anche al trader poco esperto avere nel proprio arsenale tecniche di entrata più raffinate che consentano di entrare con Stop ravvicinati e target di prezzo più ‘allettanti’ riuscendo in sostanza ad avere rapporti rischio rendimento molto più bassi! Buon trading a tutti!

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a cura di Gianpaolo Nodari

CINQUE BUONE RAGIONI PER INVESTIRE IN BIOTECH

I

l sentiment generale del mercato è peggiorato nuovamente dopo le rinnovate preoccupazioni riguardanti la crisi del debito sovrano dei cosidetti PIIGS, che si aggiungono ai deludenti dati riguardanti disoccupazione, mercato immobiliare ed economia. Poiché è opinione assai diffusa che il denaro cosidetto “speculativo” sia il primo a lasciare il mercato nel momento in cui il sentiment diventa negativo – Eugene Hardonk di J. Lamarck, SIM di Consulenza specializzata nel settore biotech – pensa sia un ottimo momento per comprare quelle azioni che sono sfuggite prima che queste tornino a correre. Ci sono cinque buoni motivi per acquistare queste azioni ora, invece di aspettare, ed esistono metodi per determinare quali di esse rappresentino una buona opportunità per il proprio portafoglio. La prima ragione per acquistare ora azioni biotech è quella di entrare a prezzi ragionevoli prima che queste ricomincino la loro corsa. Le azioni biotech sono molto calde in questo momento a causa di molti e nuovi sviluppi nel campo medico e farmaceutico. Il genoma umano è stato mappato ed ora gli scienziati stanno lavorando su terapie e farmaci geneticamente mirati in grado di curare malattie fino ad oggi considerate incurabili. Ciò condurrà a trattamenti del tutto nuovi e la diffusione di notizie relative a tali trattamenti determinerà la corsa all’acquisto di azioni biotech. La seconda ragione sta nel fatto che investire in biotecnologia significa di fatto investire in si-

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curezza, dato che questo settore sta crescendo continuamente in popolarità e domanda. Con l’invecchiamento della popolazione mondiale la domanda di attrezzature mediche, nuovi farmaci e terapie per combattere i sintomi e le malattie dell’invecchiamento aumenta senza sosta. Il crescente fabbisogno di nuove cure per l’umanità garantirà il successo dell’investimento in questo settore. La terza ragione risiede nella qualità delle aziende. Con la volatilità del mercato, le azioni salgono e scendono di frequente, a volte su base giornaliera. L’acquisto di esse a prezzi convenienti significa ottenere uno sconto straordinario sul prezzo di azioni di alta qualità e può risultare una mossa finanziaria saggia e vincente. Un altro buon motivo per accumulare titoli biofarmaceutici risiede nel fatto che molti di essi sono a nostro parere estremamente sottovalutati. E’ quindi possibile ottenere le azioni ad un valore inferiore rispetto quello reale. L’ultima ragione per cui l’investimento in biotech rappresenta un’occasione formidabile riguarda i prodotti che le aziende stanno sviluppando: sono in fase di sperimentazione farmaci contro il morbo di Alzheimer, il diabete, il cancro, le malattie autoimmuni e molte altre patologie gravi. I titoli biotech rappresentano una opportunità d’investimento paragonabile agli investimenti fatti nelle case farmaceutiche tradizionali nei anni ’60-’80. Un investimento sicuro fondato su solidi basi. Principali tendenze per il 2011 Siamo ancora nel mezzo di una tendenza rialzista di lungo termine per il settore biotech soprattutto per l’intensa attività di M&A in atto. E’ noto che attraverso i farmaci biologici si sviluppano proteine e anticorpi che vengono iniettati per contrastare le malat-

tie. In passato, l’industria farmaceutica ha cercato di evitare la produzione di farmaci iniettabili per problemi di produzione, costo e facilità di somministrazione. Ma negli ultimi anni, le aziende farmaceutiche hanno capito che devono rivedere queste strategie e di conseguenza le loro pipeline in quanto per questo tipo di prodotti il rischio clinico e normativo è spesso inferiore e la vita dei brevetti è spesso sostanzialmente più lunga. Per questo, da qualche anno si sono perfezionate diverse acquisizioni di aziende biotech, grandi e piccole come Roche/ Genentech (la più grande finora, 44,8 miliardi di dollari), Astra Zeneca/Medimmune (USD 16 miliardi), Takeda/ Millennium (USD 9 Miliardi), Bristol Myers Squibb/ Medarex (USD 2,4 miliardi), Eli Lilly/ImClone ((USD 7 milardi), Astellas/OSI Pharmaceuticals (USD 4 miliardi) e l’offerta attuale per Genzyme (rifiutata dal management) da parte di Sanofi per 18,5 miliardi di dollari. Ma l’intensa attivita di M&A non è l’unico driver del settore. Nei prossimi 12-18 mesi vi sarà una nuova ondata di farmaci blockbuster che potrebbero davvero cambiare il paradigma o lo standard di cura per una serie di malattie. Su tutti, quattro esempi di trattamenti blockbuster multimiliardari che sono stati realizzati quest’anno e che dimostrano come le terapie stiano cambiando: il Provenge di Dendreon è il primo vaccino terapeutico approvato per il cancro alla prostata quest’estate; il Benlysta di Human Genome Sciences, è il primo trattamento da 50 anni contro il Lupus Eritematoso Sistemico (LES); il Telaprevir di Vertex , di cui è appena stata richiesta l’approvazione, sarà in grado di cambiare il trattamento dell’epatite C in quanto i risultati finali di fase III dimostrano che il farmaco, non solo migliora le probabilità di cura, ma riduce anche notevolmente la durata del tratta-

mento. Una menzione particolare merita, secondo Hardonk di J. Lamarck SIM, il Prolia di Amgen, la più grande azienda biotech del mondo con un fatturato intorno ai 15 miliardi di dollari: il farmaco è stato approvato in giugno per il trattamento dell’osteoporosi, con proiezioni di fatturato intorno a 1-1,5 miliardi di dollari. Lo scorso 18 novembre lo stesso è stato approvato anche per curare le patologie connesse alla perdita di densità delle ossa innescate da cancro al seno e cancro alla prostata, un mercato che potrebbe aggiungere altri 2 miliardi di fatturato, mentre entro la fine dell’anno si attendono i risultati finali di un test clinico che potrebbe evidenziare la possibilità di prevenire le metastasi ossee di patologie oncologiche e farebbe schizzare le proiezioni di fatturato a 5-6 miliardi di dollari. IL CASO DI BIOGEN IDEC 1000 dollari investiti in Biogen Idec, 15 anni fa valgono ora circa USD 110.000 pari ad un rendimento medio annuo del 37%. Biogen Idec è una società biotech specializzata nel trattamento della sclerosi multipla, con più di USD 4 miliardi di fatturato nel 2009.

J. Lamarck & Advisors in Biotechnology

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Un amore a cinque stelle

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Firenze


FOUR SEASON HOTEL - di Carmelo De Luca - foto Ufficio Stampa Four Seasons

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ntrare nel Palazzo della Gherardesca significa immergersi in un glorioso passato e l’occhio ha già da rallegrarsi nel contemplare il cortile progettato dal Sangallo per Bartolomeo della Scala nel XV secolo con il suo fregio di gusto classico, intervallato da metope in terracotta del Volterrano raffiguranti una sensuale processione di putti, eroi, personaggi mitologici. Le decorazioni delle volte rappresentano un vero capolavoro della lavorazione in stucco e del disegno legati alla moda dello stile a grottesche scoperto nella neroniana Domus Aurea; insomma una proporzionalità equilibrata tra architettura, arte, sobrietà plasmano questo spazio che emana una piacevole sensazione di benessere. Cosa dire degli ambienti attigui? Beh, la profusione armonica di generi pervade gli affreschi, spazianti dagli ultimi echi del rococò fiorentino alla rivisitazione della pittura gotico-rinascimentale. Lo scalone, altero e maestoso, conduce al piano nobile dove ci accolgono ambienti degni di una reggia, basti pensare al salone delle feste con i suoi scintillanti lampadari in vetro di Murano o gli affreschi barocchi riguardanti episodi storici di Casa Della Gherardesca; tutto intorno un susseguirsi di spazi, dall’aria altera e aristocratica, sfoggiano una bellezza prorompente che si scorge nelle sete, nei broccati, nei cuoi da parete rigorosamente originali, nelle decorazioni a festoni dei soffitti, nei marmi, nelle delicate boiseries, nelle pitture che, in alcuni ambienti, ricoprono ogni centimetro. L’austero palazzo possiede un grande polmone verde di tutto rispetto, con giardino all’italiana, parco all’inglese, tempietto in stile ionico, Kaffeehouse, tepidarium, grotte, laghetto con ninfee, statue, vasi, fontane, alberi secolari, insomma una degna cornice per una dimora principesca, anzi marchionale! La dependance è il frutto della trasformazione in convento con tanto di chiesa in stile neogotico e una moltitudine di locali dalle dimensioni disparate. Da qualche anno, questo gioiello è diventato la sede del Four Seasons, nuovo simbolo fiorentino dell’ospitalità a cinque stelle …. beh, sei stelle si prestano meglio per questa meraviglia! Un albergo esclusivo non può esimersi da una tale responsabilità e, infatti, lo staff non si è risparmiato nello scegliere il meglio in materia di lusso, benessere, personale umano. Trovare un sostantivo che simboleggi il complesso ricettivo è molto semplice, trattasi del relax che aleggia dappertutto aiutato dalle vedute mozzafiato sul giardino arioso e su Firenze. L’elegante open bar, arredato con un delicato mobilio e tappezzeria dai colori autunnali, accoglie l’ospite prima di recarsi nel raffinato ristorante, dove un esercito selezionato di

cuochi, camerieri, maìtres, sommeliers, creano prelibati piatti dedicati a una cucina sofisticata, di grande qualità e un occhio di riguardo alla gastronomia toscana, il tutto innaffiato con degli ottimi vini, ad iniziare dal famoso Sassicaia, provenienti da una cantina con oltre 400 etichette selezionatissime del nettare degli dei. E le camere? Profumate da delicate fragranze, appositamente ideate dal famoso profumiere Alessandro Villoresi, sontuose suite trovano posto negli appartamenti di rappresentanza impreziosite da affreschi originali, fregi, rilievi realizzati a mano, basti menzionare la Royal con i soffitti a volta dipinti da Volterrano, pavimento in ceramica del 700, pianoforte a coda per allietare gli ospiti. La Noble Suite, adornata da un raffinato soffitto a cassettoni in oro, offre una vista spettacolare sul Giardino del Borgo, mentre quella denominata Gallery, con una ragguardevole zona giorno, è dotata di un arredamento moderno e confortevole. La carrellata di questi originali “appartamenti” potrebbe prolungarsi ricordando che, comunque, tutte le stanze possiedono ogni sorta di accessori: dal televisore satellitare al lettore CD e DVD, dalla cassaforte a internet, dalla radiosveglia al telefono multi linea e, alcuni ambienti, persino il bagno con rubinetti in argento, utensileria e suppellettili di porcellana, bronzo, avorio; caratteristiche che connotano pure gli spazi ricettivi dello stesso Conventino, compresa la solenne chiesa trasformata in scenografica location per convegni, cene di gala, raffinati cocktails. Immerso nel cuore del parco, il centro benessere si avvale di uno spazio di tutto rispetto con vista a raggiera sul blasonato giardino e di personale qualificato pronto a soddisfare le più recondite esigenze per la cura del corpo. A tal riguardo, la storica Farmacia di S. Maria Novella crea i suoi famosi prodotti appositamente per la SPA, seguendo le direttive dei professionisti in materia di trattamenti o massaggi. Da non dimenticare la piscina esterna con idromassaggio per alleviare le fatiche della calura estiva fiorentina, magnificamente inserita in un contesto quasi fiabesco, e la palestra dotata di avveniristici macchinari per il fitness, possibilità di richiedere un personal training, area riservata al kinesis. Ah, la storia, l’arte, il parco, gli ambienti, le specialità enogastronomiche, lo spirito che anima il concetto di recettività secondo il Four Seasons-Firenze sono egregiamente illustrati e raccontati in un prezioso volume in vendita presso l’Hotel: potrebbe essere una idea originale per un regalo speciale, cosa ne pensate? TRADING LIVE SHOW

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LA VERTIGINE

a cura di Simona Maglio

“La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare… cosa sei disposto a perdere???” La caduta libera, la sensazione di volare, l’adrenalina che attraversa tutto il corpo, il richiamo della Madre Terra ad una velocità incontrollabile… tutto ciò esercita un’attrazione irrefrenabile verso l’estremo… L’aria che sferza il volto, il carico di tensione che ci attraversa, l’eccitazione al momento del salto, la sensazione d’infinito che si ha intorno quando si vola, l’ansia per l’apertura del paracadute e il senso di impotenza contro eventi ignoti sono solo alcune delle sensazioni che si possono provare saltando nel vuoto. Secondo alcuni studi di Zuckerman (1994), possiamo distinguere diverse tipologie di persone. Alcuni individui sopportano le situazioni monotone meglio di altri che, al contrario, diventano inquieti e mani-

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festano sensazioni di forte avversione se non hanno stimolazioni. Questi individui sono definiti “sensation seekers”, cioè ricercatori di emozioni forti. Le motivazioni per cui gli amanti del rischio sono attratti da sfide pericolose, da sensazioni eccitanti sono sicuramente collegate al proprio rapporto con la vita, alla necessità personale di sfidarla e di sentirsi padroni dell’incerto. Il rischio viene, dunque, definito come la tensione verso una meta non sicuramente raggiungibile. Un’azione è rischiosa quando il suo corso sfavorevole implica una perdita. Dunque, l’incertezza dei guadagni e la possibilità di trovarsi alla fine dell’azione con un valore in meno

rispetto a quanto si aveva all’inizio, rendono una determinata attività rischiosa e per molti decisamente affascinante. “L’estremo è la ricerca del limite da superare, della meta più lontana che l’uomo può proporsi di raggiungere. E, una volta che l’ha raggiunta, l’estremo diventa un ulteriore limite, una meta ancora più lontana. Ma l’estremo è anche ragionevolezza, studio, calcolo, programmazione, pianificazione delle proprie forze e capacità in vista del risultato che si intende conseguire. Superare un limite, un confine stabilito da noi stessi o da altri è, prima che coraggio, disciplina, somma di esperienze, anche aiuto della scienza, della medicina, della fisiologia, della psicologia. Solo concentrando in sé, nel proprio corpo, nella propria mente tutte queste cose si può diventare padroni dell’estremo” (Patrick De Gayardon). Una delle imprese più popolari di Patrick De Gayardon è il lancio da un elicottero nel Sotano de Las Golandrinas, il cratere naturale che si trova in Messico. Patrick doveva calcolare bene i tempi di apertura del paracadute dopo essere entrato nell’immenso pozzo profondo 376 metri e largo non più di 63 metri. Credo che Patrick De Gayardon possa essere l’emblema del Trading!!! Il Trading è rischio! Voglia di sfidare l’incerto! Voglia di guadagni “facili”! È istinto! È paura di perdere! Paura di sbagliare una previsione! Velocità nel reagire ai cambiamenti! Euforia, gioia per la vincita! Forse queste sensazioni sono state provate da alcuni di voi nell’approccio al Trading! Ma, come Patrick ci insegna, esiste una bella differenza tra l’avvicinarsi al Trading (lanciarsi per la prima volta nel vuoto) e l’operare professionalmente. C’è differenza tra il rischio e l’incertezza. Il rischio è qualcosa di calcolabile (e quindi controllabi-


le), mentre l’incertezza non è calcolabile. Un professionista gestisce perfettamente il rischio che assume. La corretta gestione del rischio è determinante per il successo dell’investimento. Bisogna studiare, avere una buona formazione, un metodo, un insieme di “regole” che identifichi una situazione particolare del mercato e che permetta all’operatore di avere una percentuale di successo superiore al 50% con un rapporto profitti/perdite favorevole. Inoltre, occorre essere consapevole dei rischi legati al mondo degli investimenti. Il rischio, in finanza, esprime la probabilità di ottenere un risultato diverso da quello atteso. Questo evento può accadere per svariate ragioni, ciascuna delle quali identifica una tipologia di rischio. In particolare, possiamo distinguere il rischio sistematico da quello specifico. Il rischio sistematico è quello legato alla “normale oscillazione del mercato” nel quale si sta investendo e, diversamente dal rischio specifico, è calcolabile statisticamente in termini di “deviazione standard”, detta anche volatilità. Questa tipologia di rischio non è eliminabile (undiversifiable risk). Il rischio specifico riguarda il singolo valore sul quale intendiamo investire. Concentrando gli investimenti in un singolo titolo ci si espone ad un tipo di rischio che non è controllabile. E’ possibile eliminare il rischio specifico investendo non in una singola azione, ma in un paniere di azioni che rappresenti una quota molto ampia dell’intero mercato

Occorre considerare, poi, il rischio di “Market timing”, ovvero del momento scelto per comprare o vendere un determinato strumento finanziario. L’analisi tecnica, ossia lo studio dei grafici, è molto utile per individuare tale momento. È opportuno, inoltre, considerare la propria capacità di rischio finanziario e la propria tolleranza al rischio. Con capacità di rischio finanziario si intende la possibilità dell’operatore di mantenere aperta l’operazione fino a quando l’investimento darà i rendimenti attesi. Con tolleranza al rischio finanziario intendiamo il grado di tolleranza psicologica alle oscillazioni di mercato. Per gestire il rischio è fondamentale avere una strategia o utilizzare un trading system, ovvero un insieme di regole, più o meno complesse, che vengono scritte nel linguaggio di un software di analisi tecnica, il quale automaticamente genererà dei segnali di acquisto e di vendita senza l’intervento del giudizio soggettivo dell’operatore. Un buon trading system ha una percentuale di vincita che si colloca nell’intervallo del 60-70% e un rapporto di vincita media/ perdita media maggiore di 2. Un trading system ha l’indubbio vantaggio di rimuovere l’ emotività dell’operatore mentre la strategia è soggetta alle emozioni dell’uomo e possiede flessibilità e versatilità che una macchina, come il computer, non può avere. L’applicazione di una strategia è l’arte di essere soggettivamente sistematico. La gestione, quindi, è l’adozione e l’applicazione di una serie di rego-

le nella pratica quotidiana inerenti alla grandezza delle posizioni aperte, del rischio stabilito e dei mercati sui quali si è coinvolti. In particolare, bisogna definire le regole riguardanti: L’entità del coinvolgimento su un dato mercato e la dimensione dell’esposizione globale (money management) La gestione delle posizioni in perdita; le regole relative alla chiusura delle posizioni in perdita dovrebbero essere stabilite prima della realizzazione dell’investimento e dovrebbero essere rispettate con coerenza. È necessario utilizzare i vari ordini stop per proteggere il capitale investito. Gli ordini stop si distinguono in: Stop loss, massimo livello accettato di perdita sulla transazione, oltre al quale la posizione viene chiusa Take profit, ordine di chiusura della posizione nel momento in cui si raggiunge un livello prestabilito di profitto Trailing stop, ordine dinamico che segue il trend del titolo, calcolando il massimo (minimo) relativo e adattando il livello di stop all’andamento del prezzo. Quindi, è importante avere una buona strategia d’entrata, ma, per essere vincenti, risulta fondamentale avere un’ottima strategia d’uscita dall’operazione. Con un po’ di coraggio è facile saltare nel vuoto, ma per essere “in gamba” bisogna saper volare, seguire il vento, vedere dove ci fa arrivare e, poi, nel momento giusto occorre aprire il paracadute e atterrare. Simona Maglio

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a cura di Katia De Leo

Il fascino del Giappone

A

rrivati in Giappone per la prima volta mi sono sentita un po’ sbalordita, affascinata, straniera ed estraniata. Con l’andare dei giorni, ho capito che il paese del Sol Levante non può essere compreso ma solo vissuto appieno senza cercare di inserirlo in uno stereotipo a noi vicino: tempo sprecato, occorre solo godere appieno di una cultura che fa della gentilezza e cortesia il suo “must” Tokyo, megalopoli da quindici milioni di abitanti, ti stordisce con la sua ordinata molteplicità di suoni, luci, odori, persone, mascherine sul viso, scritte incomprensibili, inchini ed un’infinita cortesia. La cultura della gentilezza fa si che questa immensa folla non sia in alcun modo inquietante, ma solo interessante, nella sua profonda diversità dall’occidente. E nonostante Tokyo sia una città brulicante di vita sia di giorno

che di notte, i marciapiedi sono immacolati, non trovi una carta per strada e nemmeno un cestino dell’immondizia a deturpare il paesaggio: le carte, i mozziconi di sigaretta si mettono in tasca! Ad Akihabara, il quartiere dell’elettronica, con i suoi palazzi infiniti riempiti di ogni tipo di apparecchiatura elettronica, i tokyesi comprano le ultime novità dell’elettronica per ingannare il tempo durante gli spostamenti in treno verso casa, senza che nemmeno una suoneria si senta squillare! A Ginza, le vetrine sono quelle del lusso internazionale globalizzato, mentre il popolo delle griffe, della moda e degli affari alloggia e si diverte nel quartiere di Roppongi, molto amato anche dagli stranieri. Ma ciò che mi ha sbalordito è il Giappone dei giovani, fai un tuffo nel quartiere di Shibuya a guardare sfila-

te di teenagers vestite e addobbate come i personaggi dei Manga e degli Anime, i cartoons. Con l’aria ingenua e infantile miriadi di ragazzine riempiono strade, giornali e media, lanciando la moda di orsacchiotti pupazzetti e coniglietti, portati da tutti, anche uomini d’affari di una certa età. Nella notte vedi i plotoni di lavoratori uscire dagli uffici e ficcarsi negli izakaya, locali dove si beve birra e sakè e tirano tardi fino all’inverosimile, in un rito di ritrovata libertà. Ti accolgono senza problemi sempre curiosi rispetto allo straniero, che non dimentichiamo, è venuto qui solo dopo la seconda guerra mondiale, Faticosa ma imperdibile un’alzata prima dell’alba per andare al mercato del pesce, il più grande del mondo, per vedere lo spettacolo dell’asta dei pesci e per assaggiare lo splendido sushi nei numerosi locali attorno al porto; mentre al tempio di Meiji nel cuore di Tokyo, si percepisce una tranquillità infinita come se fossi fuori dal mondo; divertente la passeggiata al tempio di Asakusa, dedicato al budda Kannon, per acquistare tanti piccoli, economci e graziosissimi souvenirs . Da Tokyo a Kamakura non mi sono persa l’immensa statua del Grande Budda che s’innalza pensoso e serafico sovrastando gli aceri, e il tempio Hasedera, con la distesa di statuette del Budda che si crede che salvino le anime dei bambini morti, purgandole dal loro unico peccato: aver dato troppo dolore ai genitori. Andando da Tokyo verso il

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..sfilate di teenagers vestite e addobbate come i personaggi dei Manga e degli Anime, i cartoons.

maestoso monte Fuji, che spesso non è visibile a causa del maltempo, si sale alla valle Owakudani, la valle ribollente, dove file interminabili ordinate e silenziose di giapponesi vanno a mangiare le ottime uova nere cotte nelle pozze fumanti delle acque termali. Il mio viaggio prosegue verso Kyoto, l’antica capitale, ricca di ben 17 siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco,1600 templi buddisti e 400 santuari scintoisti. Incantevoli i giardini del castello Nijo, meraviglioso il padiglione d’oro Kinkakuji che si specchia in un laghetto, i templi dal colore rosso smagliante (fushi-

mi Inari Taisha); e infine mi sono immersa nell’atmosfera incantata dell’antico quartiere Gion,, dove si incontrano ancora le aspiranti geishe, e si respira l’aria di un mondo rarefatto, affascinante e misterioso. Ultima tappa, vicino Kyoto, è Nara, la più antica capitale, dove all’interno del parco dei cervi, animali sacri che girano indisturbati tra i visitatori, è conservato il Daibutsu( il Grande Budda), all’interno del tempio Todai.ji, la più grande costruzione in legno del mondo.

Per informazioni: Katia De leo Baiana Viaggi Borgo degli albizi 55r 50122 Firenze Tel 055242025

E da qui non verresti mai più via… TRADING LIVE SHOW

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PRONTO, AVVOCATO? Quesito N 8 - Stiamo rifacendo l’impermeabilizzazione del lastrico solare, mi rivolgo a Voi per avere una risposta sul riparto spese. Il mio palazzo è stato costruito con lastrico solare e circondato perimetralmente da un muretto, rientrante di 60 cm. circa rispetto alla facciata, con sopra una ringhiera; il tutto per garantire l’incolumità degli aventi diritto al calpestio. All’atto del rifacimento deve essere impermeabilizzato e verniciato detto muretto. Oltre alla impermeabilizzazione vera e propria del lastrico, nel contratto stipulato con la ditta, è prevista la copertura con mattonelle in cemento atte a permettere il calpestio agli aventi diritto (precedentemente l’impermeabilizzazione era ricoperta con grosse lastre in cemento). Alla luce di ciò vorrei sapere come vanno suddivise le spese per la copertura dell’impermeabilizzazione del lastrico solare con mattonelle atte al calpestio nonché l’impermeabilizzazione e verniciatura del muretto. R: Il Tribunale di Genova (III sez.),

con sentenza 7/11/1990, ha ribadito che tutte le spese indispensabili di demolizione e ricostruzione del lastrico solare sono per un terzo a carico del proprietario esclusivo dello stesso e per i restanti due terzi a carico dei sottostanti proprietari; ivi sono da ricomprendersi anche le spese per la pavimentazione corrente; nel caso di una pavimentazione di valore superiore al normale valore commerciale corrente, il condomino che ha in uso esclusivo il lastrico dovrà sopportarne la intera differenza di spese. Similarmente per quanto riguarda l’ impermeabilizzazione del muretto, le relative spese sono da ripartirsi in un terzo a carico del proprietario esclusivo, e i rimanenti due terzi a carico anche dei proprietari sottostanti. Viceversa per il parapetto, la relativa spesa graverà sul singolo condomino che ha in uso la terrazza, tranne nel caso che esso assolva ad una funzione decorativa autonoma delle facciate nel qual caso dovrà essere ripartita in base ai millesimi di proprietà.

a cura dell’Avv. Lucarini Manni

Quesito N 9 - Una palazzina costituita da cinque appartamenti su cinque piani e da terreno circostante, è posta sul lato a monte di una strada a mezza costa e confina con il bordo della stessa per un tratto tramite un muro e per un altro tramite il muro esterno del garage. Il muro di sostegno da un certo punto devia all’interno della proprietà e quindi, ridiventando circa parallelo al bordo strada, costituisce parete laterale a monte per la scala condominiale di accesso ai cinque appartamenti. La proprietà, indivisa dalla costruzione, nel 1993 è stata divisa con atto notarile fra due cugine; ad una é stato assegnato l’appartamento al piano terra, e quale giardino annesso, la parte del terreno circostante compresa tra la costruzione e i tratti di muro di cui sopra. L’atto notarile non menziona nel testo, né rappresenta nella piantina alla quale fa riferimento i suddetti tratti di muro di sostegno, indicati con una linea senza spessore, e quindi non ne assegna la proprietà. Pertanto si chiede se i tratti di muro di sostegno, pur nel silenzio dell’atto notarile di divisione, siano rimasti di proprietà condominiale, poiché la funzione di sostegno del giardino divenuto di proprietà esclusiva, é secondaria rispetto a quella architettonica di contenimento e sostegno del terreno sopraelevato rispetto alla strada ove sorge il fabbricato. R: Le spese di manutenzione di un muro di contenimento spettano a chi lo ha costruito, nel caso che il dislivello tra due fondi posti negli abitati non sia naturale, ma sia stato realizzato dal proprietario di uno di essi per meglio utilizzare il proprio fondo. Per una risposta più precisa bisognerebbe comunque poter esaminare gli atti per intero,

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FOTO DI LEONARDO FANINI

Jiulia "inizia a lavorare grazie a Fabio Biondi..si sta affermando come modella; è una ragazza moderna, dolce ma tenace, solare ma aggressiva e molto coraggiosa......"

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segue PRONTO AVVOCATO?

tenendo conto che - salvo diverso titolo - i muri di contenimento di giardini si presumono di esclusiva proprietà dei titolari dei medesimi. Quesito N 10 - Gradirei ricevere un chiarimento sull’esatta ripartizione degli importi da pagare in seguito a lavori di rifacimento di un lastrico solare (o terrazzo) ad uso esclusivo. Tali lavori hanno interessato solo la parte sinistra dello stabile. Il condominio in oggetto ha un totale di sette condomini e solo quattro condomini sono tenuti a pagare le quote spettanti secondo i termini di legge. E’ vero? R: Le spese sostenute per il rifacimento di un lastrico solare ad uso esclusivo andranno ripartite nel seguente modo: 1/3 della spesa farà carico totalmente al proprietario esclusivo del lastrico, ed i restanti 2/3 graveranno sui proprietari sottostanti, in proporzione del valore millesimale delle unità poste nella colonna sottostante al lastrico stesso, ivi compreso anche il proprietario del lastrico che abbia un’unità immobiliare sottostante. Quesito N 11 - Nel caso di rottura della soglia in marmo di una porta finestra di un condomino, chi paga? Dette soglie fanno parte della facciata del palazzo, e quindi sono

parti condominiali, oppure fanno parte dell’abitazione personale? R: Normalmente le finestre che si aprono sulla facciata servono all’uso esclusivo dei singoli appartamenti e pertanto sono escluse dalla presunzione di comunione ai sensi dell’art. 1117 del codice civile; conseguentemente la spesa per la sostituzione della lastra di marmo della soglia graverà solamente sul singolo proprietario. Non può escludersi tuttavia che in alcuni casi particolari le soglie delle finestre si configurino come elemento accessorio o di pertinenza della facciata ed in questa ipotesi la spesa competerà al condominio. Quesito N 12 - Sono proprietaria di un appartamento al piano terreno; è stata rifatta la pavimentazione di una porzione dell’entrata condominiale. Questo tipo di spesa è regolata dall’art. 1124 del codice civile? Sono esente dalla spesa? R: No. L’art. 1124 del codice civile si applica alla ripartizione delle spese per la manutenzione e ricostruzione delle scale. L’androne o entrata condominiale viceversa è in genere parte comune di interesse di tutti i condomini, e pertanto le relative spese di manutenzione, riparazione, e ricostruzio-

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ne vanno ripartite tra tutti i condomini in proporzione alle rispettive quote millesimali di proprietà. Nel caso però che una di tali parti serva solo ad un gruppo di condomini, le spese relative saranno a carico soltanto di tali condomini, ripartendosi tra di loro secondo le rispettive quote millesimali di comproprietà. Quesito N. 13 - Un condominio è formato da 4 blocchi, costruiti contemporaneamente ciascuno con proprio numero civico. Il blocco 3 è l’unico ad avere una colonna di scarico centrale, che da sempre serve solo i condomini del blocco 3. A tal fine i condomini del blocco 3 hanno provveduto a trasformare i vani ripostigli in secondo bagno. Un condomino del blocco 2, il cui ripostiglio confina con l’omologo vano del gruppo 3, intende allacciarsi a detta colonna di scarico per trasformare anche il suo ripostiglio in bagno di servizio. Trattandosi di blocchi distinti, anche se facenti parte della stessa amministrazione condominiale, la colonna di scarico non è appartenente ai condomini serviti dalla medesima? Nel caso di specie la colonna di scarico non è destinata a servire neppure potenzialmente tutti i condomini, ma solo i condomini del blocco 3.


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