Trading Live Show n° 04

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TRADING

Una guida per chi ritiene il trading una propria filosofia di vita

e SHOW v li n. 4 - febbraio - marzo 2011

n. 00 • maggio 2010 •

Il Trading con il Volume Profile di A. Aldrovandi Storia degli Hedge Funds di S. Peano

Trading System di A. Di Lorenzo Le Tecniche di Joe Ross di D. Carli

Analisi titolo Intesa S. Paolo di G. Mecca

Zona Morta di C. Zanetti



editoriale

Ci lasciamo alle spalle, è una speranza più che una certezza, due eventi terribili, la guerra in Libia che ha seguito gli sconvolgimenti in Egitto e Tunisia con migliaia di migranti in arrivo nel nostro territorio , e il terremoto-tsunami in Giappone con le conseguenze radioattive che conosciamo o meglio di cui forse avremo un’idea più chiara nel corso dei prossimi venti anni; certo, di fronte a così drammatiche vicende parlare di trading può risultare insensibile e irrispettoso ma questo è il nostro compito.... la domanda che molti si pongono è che tipo di scenario ci troveremo ad affrontare... se dovremo continuare a vedere bassi volumi con repentini spostamenti di prezzo all’interno di un range laterale con mancanza di direzionalità oppure i mercati si orienteranno verso una nuova ripresa economica trainata magari da quei settori maggiormente coinvolti dalla ricostruzione e dai nuovi equilibri geopolitici....ci saranno nuovi mercati emergenti che faranno da volano a una ripresa mondiale?... di sicuro le opportunità non mancheranno...... In ambito nostrano nel frattempo si è dimesso uno dei “pilastri” della scena bancaria degli ultimi 30 anni...Cesare Geronzi, con un passato in Banca d’Italia, Banca di Roma e Piazzetta Cuccia prima di approdare al Leone di Trieste. La Borsa, sempre attenta alla redditività proveniente da una rigorosa gestione finanziaria del business e diffidente invece rispetto a logiche più politiche che invece ha sempre contraddistinto il modus operandi di Geronzi, ha salutato le sue dimissioni al vertice del Leone con un balzo del titolo. Le tensioni sulla governance innescate dall’aspro confronto fra lo stesso Geronzi e il consigliere Diego Della Valle sulla partecipazione della compagnia in Rcs, tensioni acuite poi dal caso Bollorè sulla joint-venture con Ppf nell’Europa dell’Est, sono sfociate dunque in un’uscita di scena di uno dei protagonisti della finanza tricolore. Resa dei conti anche in Mediobanca dunque? Sembra di sì, perché dopo l’episodio del voto sul bilancio 2010 di Generali e le dichiarazioni del vicepresidente francese Vincent Bollorè contro cui Perissinotto voleva tutelarsi rivolgendosi alla Consob, dal gruppo dei consiglieri ribelli starebbero arrivando pressioni per indurre alle dimissioni il finanziere bretone. Scontro che non potrà non avere a questo punto delle ripercussioni all’interno del complesso azionariato di Piazzetta Cuccia dove gli investitori francesi sono presenti con oltre il 10%. E’ partito il ricambio generazionale all’interno dei poteri forti. Della Valle, alfiere del made in Italy guida la rivolta. Nella City milanese c’è chi dice che la prossima vittima sia appunto Bollorè...

di Andrea Renault

siamo solo all’inizio e tutta questa ridda di ipotesi determinerà un aumento della volatilità sui titoli oggetto di riorganizzazioni societarie.... la finanza creativa.poi farà la sua parte .a tutto vantaggio dei traders più.....scaltri e preparati.... vedremo cosa ci riserverà il futuro prossimo... buon trading Andrea Renault wintrader54@yahoo.it

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NUMERO 4 Coordinatore progetto Andrea Renault Collaboratori Alessandro Aldrovandi, Sergio Peano, Carlo Vallotto, Gianrocco Mecca, Andrea Di Lorenzo, Guido Gennaccari, Giampaolo Cionini, David Carli, Katia de Leo, Claudio Zanetti Carmelo De Luca, Avvocato Lucarini Manni Per informazioni sugli abbonamenti info@tradingliveshow.it

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Il Trading con il Volume Profile

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Storia degli Hedge Funds

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Relazione fra tassi negli Usa e prezzo dell’oro

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Analisi Titolo Intesa San Paolo

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Stock Picking

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Trading System

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La base del Money Management

a cura di Alessandro Aldrovandi

a cura di Sergio Peano

a cura di Carlo Vallotto

a cura di Gianrocco Mecca

a cura di Gianrocco Mecca

a cura di Andrea di Lorenzo

di Guido Gennaccari

w w w . t r a d i n gl i v e s h o w . i t 4

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SHOW e v i l

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Signoraggio a cura di Giampaolo Cionini

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Le tecniche di Joe Ross

29

L’anima nera del Brasile

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Zona Morta

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I Traversari

34

Pronto, Avvocato?

a cura di David Carli

a cura di Katia De Leo

a cura di Claudio Zanetti

a cura di Carmelo De Luca

a cura dell’Avv. Lucarini Manni

Sommario

TRADING

i n f o @ t r a d i n g l i v e s h o w. i t TRADING LIVE SHOW

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a cura di Alessandro Aldrovandi

IL TRADING CON IL VOLUME PROFILE Nell’articolo pubblicato sul precedente numero della rivista abbiamo illustrato la teoria del VOLUME PROFILE, ossia l’indicatore che riassume i volumi scambiati per ciascun livello di prezzo. La sua principale caratteristica è quella di creare delle particolari configurazioni grafiche a forma di “campana” ruotata di 90 gradi in senso antiorario, quasi sempre ben individuabili ad occhio nudo, che diventano il punto di riferimento per impostare una strategia di trading. Infatti, finchè i prezzi si mantengono all’interno di ciascuna “campana” significa che si sta assistendo ad una battaglia tra compratori e venditori dall’esito ancora incerto; ma, man mano che le quotazioni si spostano aleatoriamente verso una delle estremità della stessa “campana”, inferiore o superiore, è evidente che chi ha aperto posizioni nella direzione giusta sta cominciando a guadagnare (trader vincenti), mentre chi ha posizioni aperte nella direzione opposta sta realizzando una perdita potenziale e comincia a monitorare il proprio livello di stop loss (trader perdenti). A questo punto, per chiudere le

posizioni perdenti è necessario effettuare una operazione “al meglio” di segno opposto a quella originariamente sbagliata, e di conseguenza si finirà per agevolare ulteriormente le quotazioni dei trader vincenti. Pertanto, la nostra strategia di trading intraday consiste proprio nell’aspettare che le quotazioni arrivino in corrispondenza di uno degli estremi della “campana”, che costituiscono dei veri e propri livelli di resistenza e supporto, per aprire una posizione in breakout: a causa delle chiusure “al meglio”, il conseguente movimento dei prezzi dovrebbe essere esplosivo e fortemente direzionale. Nella FIGURA 1 viene riportata l’operazione effettuata sul Future FTSE/MIB lo scorso 20 ottobre 2010. Dopo la prima ora di contrattazioni è possibile osservare la formazione di una campana compresa tra i livelli 21.080 e 21.205. Alla rottura rialzista della resistenza a 21.205 viene aperta una posizione LONG, con uno stop loss a 21.170 (punta della campana) e un target a 21.350 (dove è presente un massimo relativo

precedente) che viene raggiunto. FIGURA 1 – Grafico intraday a 15 minuti del Future FTSE/MIB nella mattina del 20 ottobre 2010

Ma non tutte le operazioni sono così semplici, veloci e proficue. In giornate particolari, generalmente quelle in strettissimo trading range, sono frequenti i falsi segnali; altre volte è lo stop loss che scatta per pochi punti: in tal caso risulta conveniente ripetere l’operazione originaria sempre al superamento dello stesso livello di breakout; inoltre, può capitare di rimanere in posizione diverse ore prima che il trend prenda velocità. Uno dei metodi per verificare la qualità del breakout che stiamo valutando per aprire una posizione consiste nell’analizzare

Alessandro Aldrovandi, laureato a pieni voti in Economia e Commercio, socio ordinario AIAF e socio aggregato SIAT, si occupa di mercati finanziari da più di 15 anni. Con un passato in EPTASIM, dove ha ricoperto incarichi nella divisione dedicata al trading on line, dal 2002 è un trader libero professionista che si dedica esclusivamente alla negoziazione per conto proprio di futures italiani ed esteri, con strategie discrezionali. Ha pubblicato i libri Trading intraday sul Future S&P/MIB (2004) e Il trading con la Tick Distribution (2009). Organizza periodicamente corsi di formazione, anche in collaborazione con broker on line ed è stato più volte relatore sia all’ITFORUM di Rimini che al TOL EXPO di Borsa Italiana. Interviene spesso nelle trasmissioni televisive sul canale finanziario ClassCNBC e diffonde le proprie analisi tramite il sito internet www.strategieditrading.it. 6

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il VOLUME PROFILE “Multiday”, ossia i volumi per livelli di prezzi che si sono accumulati anche nei giorni precedenti alla seduta in corso. Possono bastare 2 o 3 giorni prima, meglio ancora se si dispone dello storico a 1 settimana. Nelle principali piattaforme informative per il trading, il VOLUME PROFILE “Multiday” si ottiene sommando orizzontalmente i volumi per livello di prezzo di un certo numero di sedute precedenti, quelle che si ritengono significative ai fine dell’analisi. Osservando questo nuovo grafico, è possibile notare come sia ugualmente facile poter individuare ancora delle configurazioni a forma di campana, decisamente più ampie, con i relativi estremi e livelli di breakout (FIGURA 2). FIGURA 2 – Grafico Multiday a 3 giorni del Future FTSE/MIB (18, 19 e 20 ottobre 2010)

Sia nei grafici intraday che in quelli multiday è facile osservare come nel corso del tempo si possano formare più campane significative. Ovviamente, ogni volta che si forma una nuova campana il modello comportamentale descritto riparte daccapo: prima come una battaglia tra compratori e venditori, e successivamente come esplosione della direzionalità dei prezzi che

sancisce la giusta previsione di alcuni trader (vincenti) e la contestuale sconfitta degli altri (perdenti) che devono chiudere le proprie posizioni in stop loss. L’analisi della disposizione delle varie campane che si stanno formando nel corso di una seduta, unitamente ad un loro confronto dimensionale, ci ha permesso di osservare come l’accumulazione dei volumi per livello possa indicarci con precisione quando un trend già avviato sta per perdere forza ed esaurirsi. Infatti, quando si forma una nuova campana piuttosto distante dalla precedente, cioè quella che ha originato il trend, è evidente che tutte le posizioni che erano state aperte sono già state anche chiuse e che ora la maggior parte dei trader è flat, pronti per iniziare una nuova battaglia. Per cui, nel momento in cui si osserva la costruzione di una nuova campana, bisogna rassegnarsi al fatto che il trend sviluppatosi in precedenza è praticamene terminato e che conviene chiudere le posizioni in portafoglio (FIGURA 3). FIGURA 3 – L’operazione SHORT deve essere chiusa nel momento in cui comincia a crearsi una seconda campana più in basso e piuttosto distante

formarsi completo di quest’ultima campana, individuare i suoi estremi (inferiore e superiore) e attendere che le quotazioni si avvicinino a questi nuovi livelli per aprire una posizione sul loro breakout. Potrebbe capitare di assistere ad una prosecuzione del trend originario, ossia effettuare una operazione “fotocopia” di quella effettuata sulla campana precedente, oppure di osservare una decisa inversione del trend con l’effettuazione di una operazione di segno contrario a quella appena chiusa. L’esperienza insegna che, quando l’ultima campana che si sta formando è di maggiori dimensioni rispetto alla precedente, sia in altezza (area di prezzi scambiati) che di lunghezza (volumi negoziati), diventa molto più probabile l’inversione del trend: operazione da effettuarsi comunque sempre al momento del breakout di uno degli estremi di quest’ultima campana (FIGURA 4). FIGURA 4 – La creazione di una nuova campana di dimensioni maggiori rispetto alle precedenti è spesso preludio ad una inversione di tendenza

BUON TRADING!!! A questo punto, la nostra strategia operativa diventa quella di attendere nuovamente il TRADING LIVE SHOW

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a cura di S. Peano

Storia degli HEDGE FUNDS LA STORIA DEGLI HEDGE FUNDS E LE LORO C A R AT T E R I S T I C H E OPERATIVE. “Naturalmente nella vita ci sono tantissime cose più importanti del denaro, ma costano un mucchio di soldi!” Groucho Marx

Gli hedge fund sono la tipologia di strumento più nota tra gli investimenti considerati “alternativi” . I fattori che hanno contribuito maggiormente allo sviluppo degli hedge funds sono stati senza dubbio il forte interesse diretto da parte degli investitori istituzionali, che con i loro capitali li hanno finanziati, e come secondo motivo l’averne allargato l’accesso anche ai risparmiatori. Gli HF sono uno strumento di investimento che utilizza i mezzi finanziari a propria disposizione impiegandoli in strumenti finanziari molto diversi tra loro, con lo scopo di ottenere attraverso questa strategia delle performance elevate. Una delle caratteristiche fondamentali degli HF è che non sono sottoposti al controllo degli organi di vigilanza e senza essere uniformati alle normative specifiche: questi fondi sono assimilabili come delle “allocazioni private” cioè diversi sottoscrittori 8

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che apportano i propri capitali e contribuiscono a formare un unico patrimonio. Questo stesso patrimonio viene gestito da un MONEY MANAGER attraverso l’utilizzo di strategie alternative . Le tecniche di investimento tipicamente utilizzate dagli HF sono: 1) l’HEDGING: il money manager cerca di ridurre il rischio del portafoglio attraverso una gestione long\short, attraverso l’utilizzo di derivati oppure un mix dei due strumenti; 2) l’USO DEI DERIVATI: con questi strumenti il gestore riesce a stabilizzare il rendimento del fondo e generalmente vengono usati per coprirsi dal rischio di mercato; 3) l’ARBITRAGE: si comprano e vendono contemporaneamente la stessa tipologia e la stessa quantità di titoli che presentano in un determinato momento un differenziale di prezzo, cosiddetto spread; 4) il LEVERAGE: utilizzando la leva finanziaria il gestore utilizza maggiori fondi economici rispetto a quelli veramente disponibili per ottenere migliori rendimenti. Prendere a prestito del denaro implica anche un aumento esponenziale del rischio; 5) lo SHORT SELLING: con

la possibilità di vendere allo scoperto dei titoli che non si posseggono realmente in cambio solo di un “margine di garanzia” si va a controbilanciare l’esposizione dei titoli long. La storia degli Hedge Funds. La parola hedge fund viene oggi utilizzata perché questa è l’espressione con la quale venne indicato il primo fondo con le caratteristiche sopra indicate, il quale venne creato nel 1949 ad opera del giornalista Alfred W. Jones. Con il passare degli anni è cambiata la composizione delle strategie e degli strumenti, ma la terminologia è rimasta la stessa. L’idea di creare un tale fondo venne al giornalista Jones in seguito a una serie di interviste che lo stesso fece a diversi gestori del tempo, allo scopo di pubblicare un report finanziario per la rivista Fortune: quello che ne venne fuori fu l’intuizione di dare vita a un portafoglio che fosse poco esposto al rischio di mercato, non dovesse essere correlato alle oscillazioni del mercato e quindi fosse composto da un insieme di posizioni lunghe e posizioni corte sui titoli o altri strumenti finanziari. Dopo aver messo in piedi un team di trader di Wall Street e dopo aver studiato i mercati finanziari nel loro dettaglio, Jones fu in grado di individuare i titoli cosiddetti SOTTOVALUTATI e quelli SOPRAVVALUTATI: sui primi andò ad assumere delle posizioni


corte sui titoli o altri strumenti finanziari. Dopo aver messo in piedi un team di trader di Wall Street e dopo aver studiato i mercati finanziari nel loro dettaglio, Jones fu in grado di individuare i titoli cosiddetti SOTTOVALUTATI e quelli SOPRAVVALUTATI: sui primi andò ad assumere delle posizioni lunghe comprandoli e mantenendoli per un determinato periodo di tempo, mentre sui secondi si posiziono corto vedendoli e andando quindi a ridurre l’esposizione al rischio di mercato. Avendo applicato questa strategia, dopo un determinato periodo di tempo il rendimento del fondo si stabilizzò nel tempo e ridusse notevolmente la correlazione alle oscillazioni del mercato finanziario. L’insieme di posizioni long\short che si venne a creare permetteva di assumere, secondo le proprie scelte strategiche, tre diversi tipi di esposizione al rischio di mercato: 1) NET LONG: le posizioni long sono superiori a quelle short, permettendo di sfruttare la situazione in cui il mercato sale; 2) NET SHORT: le posizioni short sono superiori a quelle long, permettendo di sfruttare il mercato che scende; 3) NEUTRAL: le posizioni long e quelle short son uguali tra loro e neutralizzano il rischio.

Il fondo di Jones che ha dato origine alla fiorente industria degli hedge funds iniziò ad operare a Wall Street senza farsi troppa pubblicità e al limite della legalità e mise a segno per diversi anni una performance invidiabile. Solo nel 1966 la stessa rivista Fortune mise fine al segreto e rivelò l’esistenza del fondo di Jones creando notevole stupore tra gli addetti ai lavori che videro un ritorno di crica il 350 % nel corso di 5 anni. In seguito a questo fenomeno ci fu un fiorire di fondi simili e numerosi gestori delle banche di investimento si misero in proprio per dare vita a hedge funds. Non è tutta così rosea la storia degli hedge funds, ci sono da ricordare anche episodi spiacevoli e negativi, soprattutto nei primi anni ’90, ad esempio le grosse perdite accumulate dal Long Term Capital Management che dopo la fondazione del 1994 collassò nel 1998 bruciando i circa 3 miliardi di dollari sottoscritti, in seguito alle crisi economiche russa ed asiatica. Un altro esempio molto negativo è legato al fondo Amaranth, che fondato nel 2004 guadagnò molto in fretta 1 miliardo di dollari scommettendo sul rincaro del prezzo del gas e contunò a farlo finchè la speculazione cessò di colpo e lo portò a perdere circa 6 miliardi di dollari con la stessa velocità. Abbiamo trattato i loro aspetti negativi emersi dai casi più eclatanti e dagli eventi analizzati di evincono quindi le caratteristiche degli hedge funds: - il loro profilo di rischio\

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rendimento è sempre elevato e non va dimenticato; non hanno goduto e non godono di una buona considerazione legata alla loro immagine percepita sempre in maniera negativa; hanno la possibilità di mirare a grandi ritorni economici nel tempo; il loro obiettivo è di allontanarsi molto dagli indici di mercato, mentre generalmente la preoccupazione dei gestori “normali” è di costruire portafogli non troppo lonatni dai benchmark; hanno una flessibilità operativa che li permette di adattare le proprie strategie alla variazione continua dei mercati.

Le strategie operative più comuni adottate dagli Hedge Funds possono essere suddivise in 3 macro aree: 1) RELATIVE VALUE (statistical arbitrage, fixed-income and equity arbitrage) 2) EVENT DRIVEN ( merger and acquisition, distressed securities) 3) OPPORTUNISTIC (global macro, short selling, long\ short). Le analizzeremo in dettaglio una ad una nei prossimi articoli.

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a cura di Carlo Vallotto

La relazione chiave tra i tassi reali negli Stati Uniti e il prezzo dell’oro Gli investitori in oro quando devono valutare l’apertura di una posizione, tendono a concentrarsi prevalentemente sul rapporto tra il dollaro e l’oro, partendo dal presupposto che un dollaro più basso automaticamente porta ad un aumento del prezzo dell’oro in dollari USA. Anche se questo può essere vero spesso si è rivelato vero, in generale, c’è anche un altro rapporto che non ottiene tanta attenzione quanta ne dovrebbe meritare; e cioè il rapporto tra l’oro e i tassi di interesse reali negli Stati Uniti. Nei primi anni di questo mercato toro dell’oro, quando si capiva che la direzione del dollaro era

al ribasso in maniera automatica l’oro dinamicamente si considerava al rialzo. Ma ora le cose sono cambiate. Negli ultimi due anni, l’oro è salito sia quando il biglietto verde ha guadagnato, sia quando quando si stava indebolendo; di conseguenza, si deve prendere atto che è presente anche un’altra relazione inversa, osservata negli ultimi due anni in modo costante, e cioè la relazione che c’è tra tassi di interesse reali americani e il prezzo dell’oro. I principi fondamentali alla base di questa relazione inversa è la seguente: quando la politica monetaria americana è più flessibile,

i tassi reali rientrano. Pertanto, gli investitori comprano oro per una serie di motivi: in primo luogo, minori tassi reali potrebbero comportare maggiori aspettative inflazionistiche in futuro, così l’oro è comprato a copertura contro una possibile inflazione. In secondo luogo, rendimenti reali più bassi dei Treasuries spingono gli investitori a cercare asset con rendimenti superiori. Questo spinge l’oro, le materie prime e le valute al rialzo. In terzo luogo, rendimenti reali inferiori riducono la domanda di strumenti denominati in dollari causando la discesa del dollaro e la conseguente crescita del prezzo dell’oro in dollari. In-

Analista tecnico finanziario con esperienza pluridecennale dei mercati finanziari, valutari e mercati delle commodities, attraverso l’utilizzo particolare di strumenti derivati. Già operatore per diversi Agenti di Cambio e Sim, ha effettuato consulenze per società italiane ed internazionali. E’ Specialist nel mercato delle commodities, con particolare riferimento al mercato dei Metalli Preziosi ed è referente per oro per una primaria società del settore. Consulente Finanziario Indipendente, elabora la pianificazione, la gestione e diversificazione di Portafogli in base alla propensione al rischio. Cura interventi su vari siti e riviste finanziarie dedicati ai Metalli Preziosi, oltre a scrivere articoli di analisi tecnica e fondamentale. 10

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fine, una politica monetaria meno rigida implica che la situazione economica non è così rosea come molti vorrebbero credere; quindi, se la Federal Reserve mette in atto misure di allentamento della politica monetaria, guida verso il basso i tassi di interesse reali, inviando il messaggio che l’economia non gira bene; di conseguenza gli investitori comprano oro come bene rifugio. Ci sono sicuramente molte altre ragioni che spiegano questo legame ma noi abbiamo cercato di analizzare solo le principali. Mentre questo rapporto inverso non è perfetto, esso ha un vantaggio teorico distinto dal guardare semplicemente il rapporto oro dollaro perchè entrambi possono essere considerati come attività rifugio. Ad esempio, se ci dovesse essere una crisi come la recente sul debito sovrano in Europa, il denaro potrebbe essere investito in oro in cerca di un rifugio sicuro, ma anche in dollari per sfuggire alle questioni europee. Gli investitori potrebbero vendere titoli europei con rendimenti più elevati e comprare obbligazioni statunitensi con i rendimenti più bassi ma più sicuri. Questo è quindi il caso in cui oro e dollaro sarebbero entrambi in aumento, confutando la loro correlazione in genere negativa. Tuttavia, i tassi statuni-

tensi sarebbero in diminuzione se gli investitori acquistassero titoli del Tesoro come rifugio sicuro e, quindi, la relazione inversa tra oro e i tassi di interesse verrebbe o viene confermata. Gli aspetti teorici di questa possono essere tutti validi, ma ciò che conta veramente per gli investitori e gli operatori come noi è come queste teorie possono essere applicate nel mondo reale e la loro efficacia nel produrre segnali redditizio da cui partire per il commercio. Quindi, ecco un esempio pratico di come abbiamo applicato e ha tratto profitto da questo rapporto nel mondo reale. A fine agosto 2010, abbiamo notato che i tassi Usa reale stavano scendendo molto più rapidamente rispetta ai prezzi dell’oro che erano in crescita. Abbiamo anche affermato che la Fed stava per imbarcarsi su un altro giro di quantitative easing (QE) entro i sucessivi tre mesi, quindi, non abbiamo visto i tassi di crescita reale degli Stati Uniti, dato che la Fed avrebbe probabilmente iniziare acquistando obbligazioni pesantemente. Da questo abbiamo dedotto che i prezzi dell’oro sarebbero cresciuti fino a raggungere nuovi un nuovo massimo storico, e così segnalato i nostri abbonati per acquistare una gran-

de quantità di out-of-the-money GLD opzioni call a beneficiare di questa crescita (più dettagli possono essere visualizzati nel nostro archivio completo di negoziazione, che è pubblicato sul nostro sito). Abbiamo incassato profitti in termini percentuali, 10 volte superiore a quella guadagni fatti da oro o il HUI Gold Mining Index in quel periodo. E quando il mercato ha iniziato a prezzi e tassi USA QE2 reale è sceso, abbiamo comprato di nuovo e di un rendimento simile. Ora siamo del parere che i tassi di interesse reale degli Stati Uniti sono ancora troppo bassi rispetto al prezzo attuale dell’oro. Quindi, vediamo il prezzo dell’oro salirà ancora più in alto a $ 1.500. Naturalmente, questo funziona nei due sensi, così, se i tassi reali inizieranno a crescere negli Stati Uniti ci sarà probabilmente una correzione seria in oro. Siamo controllo la situazione da vicino e regolare la nostra posizione (e che consiglia ai nostri abbonati), di conseguenza, ma lo scopo principale di questo articolo è quello di attirare l’attenzione degli investitori nei confronti di questo rapporto e suggeriscono che questa costituisca un pilastro della loro analisi fondamentale per quanto riguarda oro . Questo non vuol dire che altre relazioni, come il USD e l’oro, non sono da notare-che dovrebbe essere, ma in collegamento con i tassi statunitensi reali. Tirando tutti questi rapporti insieme, si può ottenere un quadro migliore in cui il metallo giallo è guidata e quando si va a muoversi, il che, in ultima analisi, porta alla negoziazione più redditizi. TRADING LIVE SHOW

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a cura di Gianrocco Mecca

Analisi titolo Intesa San Paolo PROFILO SOCIETARIO Intesa San Paolo, nasce dalla fusione tra Sanpaolo IMI in Banca Intesa. Oggi è il maggior gruppo bancario in Italia con circa 11,3 mln di clienti ed uno dei principali in Europa. E’ leader italiano nelle attività finanziarie per famiglie e imprese. MERCATO DI RIFERIMENTO Il settore bancario sta vivendo una fase molto delicata, di transizione in attesa dell’ingresso nei nuovi parametri di Basilea 3. Già diversi istituti di credito europei hanno concluso programmi di ricapitalizzazione, finalizzati ad assicurare coefficienti patrimoniali più solidi. L’attenzione degli operatori di mercato è rivolta più che su dati quantitativi, principalmente sul margine di interesse, sull’impatto di Basilea 3 e sulla qualità del credito. Fondamentale per comprendere, ad un anno di distanza, la capacità delle banche europee di tenersi in piedi in caso di shock esterni, la divulgazione a Giugno degli stress test. Si parla di necessità di ricapitalizzazioni complessive per circa 30 miliardi di euro. DATI ECONOMICO-FINANZIARI I dati relativi al 2010 sono risultati in leggera contrazione rispetto allo scorso anno, ma migliori rispetto alle attese del 12

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consensus. L’esercizio è stato chiuso con un utile netto di 2,7 miliardi in contrazione del 3,6% rispetto allo scorso anno. A pesare sulla contrazione degli utili, i minori utili da trading che calano a 464 milioni di euro, dai 1,1 miliardi dello scorso anno. In crescita del 5,7% a 5,761 miliardi di euro le commissioni nette I Ricavi segnano una contrazione del 5,9% a 16,6 miliardi di euro.

rispetto allo scorso anno evidenziano elementi positivi in ottica di medio periodo. La banca presenta elementi di solidità importanti, che la rendono tra gli istituti di credito meglio allineati ai più stringenti parametri di Basilea. Nel medio periodo potrà trarre vantaggio competitivo rispetto ai competitor. La struttura di banca tradizionale fornisce maggiori rassicurazioni agli investitori, trattandosi di un business meno

Il gruppo ha confermato le le cedole (0,08 euro per le azioni ordinarie, 0,091 per le azioni di risparmio. I risultati sono tuttavia leggermente superiori alle attese del consensus. I risultati, seppur in contrazione

dipendente dalla volatilità dei mercati finanziari. Inoltre Intesa è tra gli istituti di credito che potrebbero meglio beneficiare del prossimo incremento dei tassi di interesse.


OUTLOOK La guidance sui 2011 è carica di ottimismo, Intesa ritiene di registrare nell’anno in corso una ripresa dei ricavi ed un miglioramento della redditività, sulla quale dovrebbe incidere positivamente il contenimento dei rischi operativi e la riduzione dei costi per il cattivo credito. Passera ha sottolineato che Intesa e’ ‘’tra le banche che piu’ beneficeranno di un eventuale aumento dei tassi, data la qualita’ del nostro portafoglio’’. In sostanza, ha concluso il banchiere ‘’siamo orgogliosi della solidita’ dei numeri che vi abbiamo presentato’’ soprattutto ‘’alla luce dello scenario in cui abbiamo lavorato e se teniamo in considerazione il contesto delle banche commerciali’’. Difatti è tra le poche banche a livello europeo ad avere già i requisiti patrimoniali minimi fissati da Basilea 3. Il Core Tier 1 è al 7,9%, mentre il Tier 1 al 9,4%. GIUDIZIO ANALISTI Per gli analisti di Reuters il fair value medio del titolo è pari a 2,77 euro. Il 28,5% ha una copertura Buy sul titolo. Circa il 60% tra Hold e Outperform. Poco più del 10% ha invece una copertura UnderPerform e Sell. Tra le ultime raccomandazioni dei broker, quella con rating

Buy da parte di Ubs con target price a 2,6 euro. Per Morgan Stanley rating equalweight con un target price di 2,9 euro per azione. Gli analisti di Banca Leonardo ribadiscono il target price a 2,9 euro e il rating buy. Confermata la raccomandazione hold da parte di Citigroup che ha ridotto il target price da 2,75 a 2,65 euro.

il nostro metodo è pari a 3,2 euro. Rappresenta a nostro avviso un’ottima soluzione di investimento in ottica di medio periodo, con range di ingresso 2-2,20. Il gruppo presenta un’elevata redditività e multipli a sconto rispetto ai comparable. A livello tecnico il titolo sta consolidando sui 2,20 sfiorando la resistenza posta a 2,35 il

FAIR VALUE TIMING

cui superamento dovrebbe favorire l’attacco al primo target intermedio di 2,50 euro. Il cedimento dei 2,20 euro potrebbe favorire un ritorno sui 2 euro.

E

MARKET

Intesa rappresenta a nostro avviso l’istituto di credito più solido in Europa. Tra i pochi a presentare coefficienti patrimoniali già allineati a Basilea 3, si contraddistingue per la qualità del credito e per un business poco aggressivo e principalmente riconducibile all’attività di banca tradizionale. Il fair value calcolato secondo

Gianrocco Mecca www.finanzaeinvestimenti.it g.mecca82@gmail.com

Laureato in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Siena, da sempre appassionato di analisi mercati finanziari e valutazione di titoli azionari. Attualmente responsabile del portale www.finanzaeinvestimenti.it e del portale www.wikifinanza.it e collabora con altre testate giornalistiche. Sul portale www.soldionline.it gestisce una rubrica “l’investitore intelligente” nella quale analizza questioni finanziarie con un approccio di tipo value, ispirato ai maestri Graham, Buffet, … Scrivo per www.trendoline.com , www.yahoofinance.com e per la rivista specializzata mensile Trading Live Show. Sta inoltre ultimando la stesura di un libro “Analisi finanziaria e strategie di investimento” scritto con la collaborazione del docente dell’università di Siena Gian Piero Cervellera. TRADING LIVE SHOW

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a cura di Gianrocco Mecca

Lo stock picking - il portafoglio Cervellera-Mecca:

+7,39% nonostante Libia e Giappone IL METODO: Il CervelleraMecca si basa su un sistema automatizzato frutto di ricerche, studi e sperimentazioni costituito da un mix di indicatori di analisi fondamentale e analisi tecnica. In questo articolo procederemo a monitorare le performance conseguite dal portafoglio pubblicato nel numero della rivista (n.2 mese di dicembre). I titoli selezionati hanno una struttura finanziaria solida, una redditività sopra la media europea, tratta a sconto rispetto ai comparables, un valore intrinseco (il nostro fair value) superiore rispetto all’attuale quotazione di mercato e hanno un trend di medio periodo rialzista. Si tratta pertanto di titoli sottovalutati, trascurati dal mercato che a nostro avviso nel medio periodo tenderanno ad allinearsi al proprio fair value. Sul metodo è in corso la stesura di un libro. I RENDIMENTI STORICI: Il metodo è testato sull’andamento storico dei mercati. Le rilevazioni hanno mostrato come un portafoglio costruito con il metodo Cervellera-Mecca in diversi periodi storici avrebbe sovraperformato il mercato. Da quest’anno abbiamo pubblicato portafogli con il metodo su diversi portali finanziari, rilevando poi le performance da 14

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TITOLO Prysmian Ansaldo Rwe Siemens Landi Renzo Tognum Unilever Cert Total Azimut Allianz Stallergenes Drillisch Netgem E.on Nokia Bouygues

ISIN Livello Ingresso Settore Reuters DE0005550636 12,20 Basic Materials FR0000063364 9,00 Capital Goods FR0000073272 48,00 Conglomerates FR0000120644 Conglometates NL0000339760 2,75 Consumer cyclical NL0000350106 Consumer cyclical FR0000130213 Consumer/Non-Cyclical FR0000120271 37,50 Energy ES0171743117 6,75 Financial ES0124244E34 85 Financial IT0000076502 Healthcare DE0005545503 5,2 Services FR0004154060 3 Technology DE000ENAG999 20,5 Utility FI0009000681 7,2 Technology FR0000120503 30,75 Conglomerates

questi ottenute dopo intervalli di tempo mensili, trimestrali, ecc. I risultati sono stati a dir poco entusiasmanti. IL PORTAFOGLIO: Di seguito il portafoglio costruito con il metodo Cervellera-Mecca. La selezione riguarda titoli dell’Area Euro. Rileveremo periodicamente le performance dell’ndice, prendendo come benchmark l’ndice Euronext 100. L’obiettivo è quello di sovraperformare i rendimenti ottenuti dall’indice benchmark!

Peso 5,00% 5,00% 7,50% 7,50% 5,00% 5,00% 10,00% 7,50% 5,00% 7,50% 5,00% 5,00% 2,50% 7,50% 7,50% 7,50%

Quotazione 14,5 10,4 44,69

Perf. % 18,85% 15,56% -6,90%

2,33

-15,27%

42,54 7,6 98,77

13,44% 12,59% 16,20%

6,94 3,68 21,42 5,98 33,865

33,46% 22,67% 4,49% -16,94% 10,13%

PERFORMANCE: Il crollo dei mercati conseguente ai tragici avvenimenti che hanno coinvolto il Giappone e la Libia, hanno impattato sensibilmente sulla performance del portafoglio, dimezzata rispetto alla precedente rilevazione. Nonostante tutto con un saldo positivo del 7,39%, sta sovra performando nettamente l’indice di riferimento (fermo al +2,82%). 8,00%

Performance Cervellera-Mecca (Dic-Mar) 7,39%

7,00% 6,00% 5,00%

Ecco il portafoglio con i relativi livelli di ingresso. Su alcuni titoli non sono stati toccati i livelli di ingresso (Siemens, Unilever Cert, Stellergenes, Tognum) pari al 25% del peso del portafoglio, pertanto non fanno ancora parte del portafoglio. TITOLO Prysmian Ansaldo Rwe Siemens Landi Renzo Tognum Unilever Cert Total Azimut Allianz Stallergenes Drillish Netgem E.on Nokia Bouygues

ISIN Livello Ingresso Settore Reuters DE0005550636 12-12,5 Basic Materials FR0000063364 8,80-9 Capital Goods FR0000073272 48-48,5 Conglomerates FR0000120644 77,5-78 Conglometates NL0000339760 2,25-2,50 Consumer cyclical NL0000350106 15,50-16 Consumer cyclical FR0000130213 20-20,50 Consumer/Non-Cyclical FR0000120271 37,5-38 Energy ES0171743117 6,75-6,80 Financial ES0124244E34 82-84 Financial IT0000076502 55-56 Healthcare DE0005545503 5-5,20 Services FR0004154060 2,80-3 Technology DE000ENAG999 20-20,5 Utility FI0009000681 7-7,20 Technology FR0000120503 30-31 Conglomerates

Peso 5,00% 5,00% 7,50% 7,50% 5,00% 5,00% 10,00% 7,50% 5,00% 7,50% 5,00% 5,00% 2,50% 7,50% 7,50% 7,50%

4,00%

2,82%

3,00% 2,00% 1,00% 0,00% Cervellera-Mecca

Euronext 100

Continueremo a monitorare la performance nei prossimi numeri della rivista ed eventualmente pubblicheremo nuovi portafogli. Per info e chiarimenti: g.mecca82@gmail.com www.finanzaeinvestimenti.it


AGRITURISMO

LA PIAZZETTA A soli 6 Km dal centro storico medievale di San Gimignano e in prossimità della Via Francigena é situato l'Agriturismo "La Piazzetta", un piccolo borgo immerso nel verde e composto dalla villa padronale e da case coloniche in parte ristrutturate e trasformate in abitazioni confortevoli ciascuna con accesso indipendente. La splendida posizione di tale struttura permette una vista incantevole sulla campagna toscana; grandi spazi verdi attrezzati per soggiornare all'esterno, un ampio parcheggio ed una piscina panoramica completano l’insieme. La vicinanza a Firenze, Siena, Pisa, Volterra, Lucca, cittá d’arte e di cultura, la pace e la tranquillitå del luogo fanno de "La Piazzetta“ la dimora ideale per trascorrere una vacanza indimenticabile o anche solo un fine settimana in completo relax

Agriturismo La Piazzetta Loc. Pancole - 53037 San Gimignano (SI) Tel./Fax 0577 955082 - Cell. 347 5363371 info@lapiazzetta-agriturismo.com


Fare trading è un'opportunità di crescita personale e finanziaria alla portata di tutti... fare trading è un'attività imprenditoriale con una importante funzione economica e sociale....

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a cura di Andrea Di Lorenzo

Trading System Questo breve articolo si propone lo scopo di fornire informazioni per coloro che sono intenzionati ad avvicinarsi al mondo del trading automatico. Prima di fornire un esempio con relativo codice di un trading system fornirò alcuni spunti riflessivi. Dal mio punto di vista privilegiato posso dire che negli ultimi anni un sempre maggior numero di persone ha mostrato un vivo interesse verso il mondo dei trading system. Un trading system è un insieme di algoritmi più o meno complessi che sono in grado autonomamente di mettere in atto una precisa strategia. Essa si compone di regole di ingresso e di gestione della posizione. Particolare importanza bisogna attribuire a quest’ultimo aspetto, ossia una volta in essere una posizione dovremmo adottare una strategia di uscita in quanto la causa principale di perdite finanziarie è da attribuire ad una cattiva gestione del rischio ed un impiego sbilanciato del proprio capitale. Un trading system è immune da emozioni, da sconforto e da qualsiasi altra contingenza di questo genere mentre un trader sa benissimo che in ogni momento della sua operatività dovrà considerare aspetti legati alla sua natura umana che se sottovalutati potrebbero portare

a risultati disastrosi. Le considerazioni fatte finora non devono indurre il lettore nel ritenere che i trading system sono la soluzione di tutti i nostri problemi, una strategia non è un punto di arrivo ma una base per dare una disciplina alla nostra operatività. Quali vantaggi può fornire un trading system a chi vuole iniziare a fare trading? Il primo consiste nella possibilità di verificare come la nostra strategia si sarebbe comportata in passato e sorvolando per il momento sui problemi di overfitting, esso costituisce una buona base di partenza onde valutare se la nostra idea di trading mutata sotto forma di trading system abbia una valenza storica. Possiamo inoltre stimare il rischio di portafoglio e stabilire politiche di money management. Ulteriore vantaggio è che l’operatività automatica ci libera dallo stress e dall’ansia di stare incollati al monitor per dodici ore al giorno. Non mancano anche gli svantaggi nell’adottare un trading system, giacchè anche il miglior trading system attraversa delle fasi in cui genera perdite ed in queste condizioni risulta psicologicamente insopportabile operare con una strategia che genera perdite.

Iniziamo ora a vedere qual’è il processo da seguire per iniziare a programmare una strategia automatizzata. Io personalmente seguo un percorso logico, il punto di partenza per sviluppare tutti i miei trading system è l’analisi del mercato sul quale voglio testare le mie idee di trading. In generale quando decido di sviluppare una strategia su un mercato lo faccio perché già da un po’ lo osservo, ne studio le sue regole, cerco di capire quali sono le componenti che lo influenzano e quali sono gli attori principali. In seconda battuta mi pongo degli obiettivi che voglio raggiungere con lo sviluppo della mia idea, quale livello di rischio sono disposto a sopportare, quali performance mi aspetto, quante operazioni voglio eseguire e quale massima perdita per operazione sono disposto a tollerare. Una volta osservato quanto appena detto inizio a scrivere il mio codice per verificare se la mia idea è da portare avanti oppure no. Eh sì perché non è detto che una idea di trading sia obbligatoriamente proficua sul quel mercato. La prima verifica che faccio è di tipo grafico, basata su strumenti quali lo Show Me o il Paint Bar, con lo scopo di giudicare “a occhio” se il modello basato sull’idea iniziale è capace o meno di interpretare il mercato.

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Se l’idea mi sembra buona procedo nello sviluppo, altrimenti lascio perdere. Per verificare immediatamente il comportamento della mia idea di trading impongo alla strategia una uscita dopo un numero prefissate di barre, che vario ad esempio se l’idea di trading che sto realizzando è intraday oppure overnight. In questo modo posso conoscere subito quante volte sono dalla parte giusta del mercato. Soddisfatto di questa prima verifica inizio a costruirmi i segnali di uscita e gestione della posizione. Molte volte questo lavoro è il più importante rispetto alla componente di ingresso. I test che effettuo in prima battuta non sono approfonditi o estesi, questo perché cerco di evitare che i tempi dello sviluppo siano troppo lunghi. Completata questa fase passo a cercare di migliorare la mia idea di trading applicando dei filtri sul segnale di ingresso cercando di ridurre le operazioni negative senza intaccare la redditività

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del sistema. Anche in questa fase faccio dei test affinché i filtri utilizzati siano coerenti con quanto mi sono prefissato. Una volta terminata questa fase, che avrà portato via molto tempo richiedendo molteplici tentativi e svariate correzioni, allora passerò ad approfondire i test ed a verificare in dettaglio attraverso l’uso di banche dati quali sono i punti di forza della strategia e soprattutto quali sono i punti deboli. Se le verifiche approfondite confermano le aspettative e l’operatività complessiva risponde a gli obiettivi fissati, lo sviluppo dell’idea di trading può considerarsi conclusa ed ecco che ho creato il mio trading system. Ora il principale ostacolo incontrato dalla maggior parte delle persone è il fatto di non saper programmare. Prendiamo come riferimento TradeStation che è il software più diffuso al mondo. Onde

superare

i

problemi

connessi allo sviluppo di trading system è bene avvicinarsi ad un linguaggio di programmazione che per quanto complesso si avvicini il più possibile al linguaggio che comunemente usiamo. Il linguaggio Easy Language è molto semplice ed intuitivo anche per i neofiti, la sintassi si compone con l’inserimento di parole inglesi che compongono frasi di facile lettura: If <condizione> Then <Istruzione> (se si verifica una determinata condizione allora farò una determinata operazione). La logica ricalca esattamente il pensiero umano ed il nostro modo di ragionare che scaturisce dall’osservazione del mercato. Un esempio di strategia codificato in easy language:

IF xaverage(c,9) cross over xaverage(c,21) then begin end;

buy at close;


IF xaverage(c,9) cross under xaverage(c,21) then begin end;

sell at close;

La strategia è basata sul cross di due medie mobili esponenziali calcolate sulle chiusure, una veloce a 9 periodi ed una lenta a 21.

e reverse che una volta entrato esce solo quando si verifica la condizione uguale e contraria aprendo una posizione di segno contrario.

Con queste poche righe abbiamo ottenuto un trading system stop

Questo esempio di formulazione è puramente didattico, utilizzare un sistema così composto espone il trader a rischi notevoli. Concludo sperando di non avervi annoiato, con la speranza di ritrovarci nel prossimo numero con un articolo un po’ più interessante e più tecnico. Andrea Di Lorenzo Trading-System.it

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TRADINGAROUND & TRADING LIVE SHOW organizzano: FIRENZE via Volturno 4 DATA: 7 MAGGIO 2011

Trading 360°

“Come combinare le tecniche di TRADING MARKET NEUTRAL LONG\SHORT sfruttando le nozioni di ANALISI FONDAMENTALE e del MONEY MANAGEMENT” Relatori: A. La Scalia – analista fondamentale, CFA, Tradingaround A. Peano - strategist, Tradingaround S. Peano – trader, Tradingaround 1 giornata intera, 3 moduli, 1 scopo comune, 3 relatori: 1° modulo:

L’ANALISI FONDAMENTALE

“implementare una strategia di trading market neutral long/short basata su strumenti analitici di derivazione fondamentale” • definizione e tipologie di long-short trades • pairs trading con l’analisi fondamentale • il long\short nel caso delle holding • pairs trading durante la stagione dei risultati • non solo analisi fondamentale: tecniche quantitative per il long/short trading • case studies e simulazioni Relatore: Alessandro La Scalia DURATA 2-3 ORE 2° modulo:

IL MONEY MANAGEMENT

“Il money management è un elemento essenziale per il successo nel trading, ma è spesso ignorato o sottovalutato dalla maggior parte dei trader. Tuttavia è l’argomento che nella realtà dell’investimento è vitale per la sopravvivenza finanziaria del trader stesso.” • Nel corso vedremo quindi di spiegare le differenze tra - Money Management - Risk Management - Position sizing • Verrà trattata la gestione della posizione, il rapporto tra Rischio e Rendimento e quanto capitale va impiegato e quale è il capitale necessario. Non meno importanti lo stop loss, il take profit, e il trailing stop. • Alcuni accenni alla Formula di Kelly, la cui caratteristica principale è quella di dare un criterio 20

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matematico al money management e quindi la formula ha il pregio di dimensionare (size) la posizione che dovrebbe essere assunta sul mercato dall’investitore, la % del portafoglio con la quale eseguire l’operazione • Alla fine di questo corso a livello intermedio verrà fatta una brevissima panoramica su altri modelli di risk management, che apparterebbero comunque a un corso più avanzato: - Fixed fractional - Optimal f - Secure f - Fixed ratio - Percent volatity - Ecc. • Il tutto con esempi pratici e situazioni attuali di mercato Relatore: Alberto Peano DURATA 2-3 ORE 3° moulo:

IL LONG-SHORT TRADING

“applicare tecniche operative ai mercati europei in modo da gestire più posizioni long-short intraday e overnight e ridurre il rischio di mercato” • scelta degli strumenti su cui operare e adattamento ai mercati • analisi settoriale • tecniche di trading partendo dalle relazione tra i titoli • esempi pratici tratti dalle situazioni di mercato • gestione di più operazioni contemporaneamente • tecniche di hedging • costruzione di un trades’ monitor Relatore: Sergio Peano DURATA 3 ORE ORARIO: Ore 9,00 - Ore 9.15 – 11,30

inizio dei lavori primo modulo

Pausa caffè Ore 11.45 – 14,00 secondo modulo Pausa pranzo Ore 15,15 – 18,00 Ore 18,00 -

terzo modulo Conclusione dei lavori

COSTO: 500 euro + iva I primi 10 iscritti 400 euro + iva ISCRIZIONI: - minimo 8 partecipanti - info iscrizionio su info@tradingaround.net info@tradingliveshow.it TRADING LIVE SHOW

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a cura di Guido Gennaccari

La base del money management come posizionare gli stop loss La prima regola per sopravvivere al trading per il neofita all’inizio del proprio percorso formativo è: “non prenderle”! Per questo motivo alla base delle teorie del money management c’è l’obbligo di mettere un limite alle perdite possibili (per singola operazione, per giornata, per mese…perdita massima assoluta). Fatta chiarezza sulla necessità di inserire sempre uno stop (o trailing stop) nel proprio metodo operativo, il passo successivo è capire con quali modalità inserirlo nella strategia. Il punto di partenza è la “sostenibilità” di uno stop loss: devo quantificare monetariamente la massima perdita per operazione tale che non infici il capitale con cui opero e devo quantificare lo “stop loss definitivo” ossia quando smettere di fare trading (es.: su 100 di capitale per investimento/risparmio solo un 5% può essere utilizzato nel trading, finito il quale si deve smettere di operare perché è stato toccato lo stop loss massimo. Da sottolineare che 5 è la perdita massima ma, con la leva, un investitore potrebbe esporsi anche fino a 100 con la propria posizione, ma non deve in assoluto esporsi mettendo 100 come stop loss ma solo 5). Una volta stabilito il valore limite ci sono diverse possibilità per decidere dove inserire lo stop loss. 1) Metodo grafico (livelli e proiezioni) 2) Metodo livelli del book di negoziazione 3) Metodo Market Profile

4) Metodo Monetario 5) Metodo Trailing Il metodo grafico considera livelli importanti (supporti, resistenze, trend line, Fibonacci, gap up e down, proiezioni su testa e spalle…) dove i prezzi sono sensibili e quindi danno indicazioni operative al trader. Il metodo sul book si basa sulle quantità e sul numero di proposte sul book di negoziazione, coadiuvato anche con il time&sale che ci può indicare la presenza di istituzionali sul mercato in quel momento; il metodo sul book di negoziazione si basa su livelli dove sono presenti ingenti quantitativi e numerosi negoziatori ma si tratta pur sempre di “intenzioni di compravendita”, mentre nello stop grafico il prezzo è stato comunque toccato, sono prezzi effettivi non intenzionali. Il metodo del Market Profile utilizza i livelli dei volumi sul prezzo per determinato periodo di tempo e quindi trattasi di scambi effettuati realmente in un determinato lag temporale; se i tre metodi dovessero portare ad un valore unico, allora il prezzo in questione ha una forte significatività e si può ragionare se inserire lo stop sopra, al medesimo livello o sotto a quello trovato, in definitiva si è trovata un’area sensibile per lo stop loss. Il metodo Monetario rappresenta la somma massima che possiamo perdere nell’operazione indipendentemente da livelli grafici, book o market profile e rappresenta il meccanismo che abbiamo utilizzato anche per determinare la perdita massima dello “stop loss definitivo”. Il Trai-

ling Stop è l’avanzamento dinamico di uno stop loss nel tempo: si alza il valore quando aumenta il profitto dell’operazione in questione e si rimane in posizione finché il mercato non ti chiude la posizione. L’elenco fatto sopra sulle 5 tipologie di metodo per uscire dal trading quando l’operazione ci va contro non è esaustivo e l’ordine dell’elenco non rappresenta quale tecnica prediligere. Il messaggio principale che si vuole trasmettere è il seguente: nel trading ci vogliono regole, metodo, disciplina e “testa” (psicologia), senza le quali è meglio evitare di iniziare un’attività basata su regole scientifiche e statistica

Guido Gennaccari TradingRoomRoma

Stop, book e grafico TRADING LIVE SHOW

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EFFETTO

“G”


a cura di Gianpaolo Cionini

Signoraggio

Provo a scrivere un discorso semiserio sul denaro, ossia sulla sua produzione. “L’attuale creazione di denaro operata ex nihilo dal sistema bancario è identica alla creazione di moneta da parte dei falsari. In concreto, i risultati sono gli stessi. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto.” Maurice Allais, Nobel per l’economia nel 1988. E’ una riflessione che potrebbe aiutare a chiarire il senso della profonda crisi finanziaria (non economica) attuale, scatenatasi nel 2007 a causa della enorme cartolarizzazione del debito. Ragionamento che potrebbe anche far comprendere il motivo delle probabili prossime crisi. Che cos’è oggi il denaro dopo che dagli anni ’70 ha perso ogni riferimento alle riserve auree depositate nei forzieri degli stati sovrani? Il suo valore è riferito a qualche ricchezza misurabile, oppure è solo convenzionale? La risposta più credibile l’ha data, secondo me, il professor Auriti affermando che il denaro è un valore concordato. Tutti noi, cioè, siamo d’accordo sul fatto che, accettando denaro da altri, questo ci servirà per raggiungere lo stesso scopo per il quale lo abbiamo incassato. Qualunque bene

può diventare merce di scambio, ma il denaro è quello più fungibile. Perciò siamo noi, è la collettività, che da valore a dei segni impressi su metallo o su carta. La legge però vieta a chiunque di mettere in circolazione una moneta in concorrenza con quella ufficiale. Il problema quindi si pone nel momento in cui questo mezzo di scambio viene “coniato” da un unico soggetto, che è quello bancario. Sono solo le banche centrali che possono stampare denaro. In Europa è la BCE che stampa le banconote in euro, mentre le banche centrali dei vari paesi stampano le monete. Ma è alle banche private che è lasciata la maggiore fonte di produzione della ricchezza, ossia queste creano denaro attraverso la riserva frazionaria. Ciò fa derivare due conseguenze, la prima è quella del signoraggio, ossia della differenza tra quanto esprime nominalmente la banconota e quanto è costato realizzarla, ossia il suo valore intrinseco. Nel medioevo i regnanti stampavano monete in metallo prezioso, specialmente oro, mescolando nel conio una parte di altro metallo meno prezioso. In questo modo il valore intrinseco e il valore nominale differivano. Col tempo questa differenza si è quasi assolutizzata. Pensiamo al costo di una banconota da 500 euro e al suo valore. Oppure riflettiamo che solo il 5% del denaro in circolazione è su carta o moneta, mentre il restante è espresso attraverso informazioni digitali. La parola signoraggio e il suo significato è oggi ai più sconosciuto. Pensiamo a quanto successe quando il ministro Tremonti suggerì di trasformare le monete da uno o due euro in banconote. L’allora presidente della BCE Duisenberg rispose così ad una domanda di un giornalista: “Stiamo valutando le implicazioni di introdurre tali banconote. In linea di principio non abbiamo niente contro questo progetto, ma stiamo valutando le implicazioni e spero che Mr.

Tremonti si renda conto che se tale banconota dovesse essere introdotta, egli perderebbe il diritto di signoraggio che si accompagna ad essa. Dunque se egli, come ministro dell’Economia, ne sarebbe contento non lo so.” Duisenberg morì nel luglio del 2005, ufficialmente per un attacco cardiaco. La seconda conseguenza è che non sono gli Stati sovrani a stampare denaro, ma le banche centrali che sono organismi privati. Nel nostro paese la Banca d’Italia è al 95% di proprietà delle stesse banche sorvegliate. E, come abbiamo detto, sono le banche private che stam-

pano la maggior parte del denaro attraverso la riserva frazionaria. Concludendo, sono i privati, pochi soggetti a dire il vero, che lucrano sulla moneta, mentre gli stati, ossia il popolo, non ricevono il beneficio del signoraggio. Più denaro si stampa e più cresce il profitto dei pochi. Perciò anche il debito è un grande affare. Nel 1773 Amschel Mayer Rothschild, massimo finanziere tedesco, dichiarava “la nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma dirigendo Conferenze di Pace, in modo che nessuna delle parti in conflitto possa avere benefici. Le guerre devono essere dirette in modo tale che entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre più nel loro debito e quindi, sempre di più sotto il nostro potere”. Gianpaolo Cionini Autore del thriller finanziario “A quanto vendi l’anima” edito da Feltrinelli

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a cura di David Carli

Le tecniche di Joe Ross Formazione 1-2-3 high o low

La formazione 1-2-3 high o low è una figura d’inversione del trend che si forma al termine di un movimento ben definito al rialzo (1-2-3 high) o al ribasso (1-2-3 low). Condizioni necessarie, quindi, perché si possa formare questo pattern sono un mercato in chiaro trend rialzista o ribassista e che la formazione inizi dal massimo (se il trend è rialzista) o dal minimo del trend (se invece è ribassista) del mercato. Prima spiegherò la formazione 1-2-3 high e dopo quella 1-2-3 low che, di fatto, sono graficamente, una l’opposta dell’altra. Poi vi riporterò alcuni esempi e nelle prossime pubblicazioni vi spiegherò quali sono i pattern con maggiori possibilità di riuscita, i soli da prendere in considerazione. La formazione 1-2-3 high ha inizio al termine di un trend

rialzista, quando i prezzi, dopo aver fatto registrare un massimo finale, cominciano a scendere. Il punto 1 è identificato come l’ultima barra che ha fatto registrare un nuovo massimo (figura 1). Figura 1

Il prezzo, dopo essere sceso dal punto 1, toccherà un minimo (punto 2) dal quale si formerà una correzione completa (figura 2).

Le tecniche di Joe Ross Introduzione Joe Ross ci ha consegnato due pattern molto importanti e di grande efficacia. Il primo d’inversione del trend, la formazione 1-2-3 high o low; il secondo di continuazione del trend, il Ross Hook (uncino di Ross). Entrambi sono molto semplici ma richiedono condizioni ben precise. Comincerò con illustrare la formazione 1-2-3 high o low per poi passare al Ross Hook. Infine vedremo quali sono i pattern migliori e per concludere la Trader’s Trick Entry (TTE), un’importante e ottima tecnica d’ingresso nel mercato. Capirete come riconoscere quando il mercato si prende una pausa per poi ripartire e come operare in queste situazioni studiando la Ledge e la Trading Range. Vi renderete conto del grosso potenziale che ha la Gimmee bar e un particolare abbinamento tra formazione 1-2-3 high o low e Bande di Bollinger.

David Carli, analista tecnico e trader dal 1995, svolge consulenza finanziaria esclusivamente rivolta ai privati. Appena terminati gli studi presso l’Università di Pisa si è avvicinato al trading partecipando, tra le altre cose, a due corsi di Steve Nison negli Stati Uniti. Dal 2003 il trading è diventato il suo unico lavoro e nell’ottobre del 2007 ha iniziato a collaborare con alcuni dei maggiori siti web di trading. Il passo successivo è stato quello di aprire un proprio sito (www.worldstocks.eu) dove dal gennaio 2009, oltre ad analizzare titoli azionari e cross valutari, offre la sua consulenza per la gestione di portafogli e, con la sua esperienza, cerca di trovare la soluzione ideale per ogni piccolo risparmiatore. E’ autore dei libri: “Day trading sul mercato italiano” e “Swing trading sul mercato italiano”. Oltre che per Trading Live Show, scrive in alcuni dei principali siti di trading come Finanzaeinvestimenti.it (www.finanzaeinvestimenti.it) e ForexPros (www.forexpros.it).

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Figura 2

avrà un minimo più basso e un massimo più basso. O al massimo una combinazione di tre barre, che formano sia un massimo più basso sia un minimo più basso rispetto alla barra che forma il punto 3. In questo caso il massimo più basso e il minimo più basso si possono verificare in qualsiasi ordine (figura 4). Figura 4

Passo a spiegare la formazione 1-2-3 low che, di fatto, si tratta di una figura speculare al pattern appena visto. La formazione 1-2-3 low ha inizio al termine di un trend ribassista, quando i prezzi, dopo aver fatto registrare un minimo finale, cominciano a salire. Il punto 1 è identificato come l’ultima barra che ha fatto registrare un nuovo minimo (figura 6). Figura 6

Per correzione completa s’intende una barra che forma sia un massimo più alto che

un minimo più alto della barra che forma il punto 2. O al massimo una combinazione di tre barre, che formano sia un massimo più alto sia un minimo più alto rispetto alla barra che forma il punto 2. In questo caso il massimo più alto e il minimo più alto si possono verificare in qualsiasi ordine (figura 3). Figura 3

Se dopo tre barre ciò non avviene, abbiamo una congestione e la formazione è annullata. E’ possibile, altresì, che il punto 1 e il punto 2 avvengano nella stessa barra. Il punto 3 si formerà quando si verificherà una correzione completa, cioè quando si

Se dopo tre barre non avviene una correzione completa, abbiamo una congestione e la formazione è annullata. E’ possibile, altresì, che il punto 2 e il punto 3 avvengano nella stessa barra. Questa appena presentata è la formazione 1-2-3 high che, ripeto, deve verificarsi al termine di un trend rialzista ben definitivo. Come sfruttarla per entrare nel mercato? E’ molto semplice, alla rottura del punto 2 (cioè quando il prezzo scende sotto il punto 2) si possono aprire posizioni ribassiste. Un esempio dell’1-2-3 high lo potete vedere con Azimut il cui grafico riprodotto qui sotto in figura 5. Figura 5

Il prezzo, dopo essere salito dal punto 1, toccherà un massimo (punto 2) dal quale si formerà una correzione completa (figura 7). Figura 7

Per correzione completa s’intende una barra che forma sia un minimo più basso che un massimo più basso della barra che forma il punto 2. O TRADING LIVE SHOW

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a cura di David Carli

al massimo una combinazione di tre barre, che formano sia un minimo più basso sia un massimo più basso rispetto alla barra che forma il punto 2. In questo caso il minimo più basso e il massimo più basso si possono verificare in qualsiasi ordine (figura 8). Figura 8

Se dopo tre barre ciò non avviene, abbiamo una congestione e la formazione è annullata. E’ possibile, altresì, che il punto 1 e il punto 2 avvengano nella stessa barra. Il punto 3 si formerà quando si verificherà una correzione completa, cioè quando si avrà un massimo più alto e un minimo più alto. O al massimo una combinazione di tre barre, che formano sia un massimo più alto sia un minimo più alto rispetto alla barra che forma il punto 3. In questo caso il massimo più alto e il minimo più alto si possono verificare in qualsiasi ordine (figura 9). Figura 9

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Se dopo tre barre non avviene una correzione completa, abbiamo una congestione e la formazione è annullata. E’ possibile, altresì, che il punto 2 e il punto 3 avvengano nella stessa barra. Questa appena presentata è la formazione 1-2-3 low che, ripeto ancora una volta ma è molto importante, deve verificarsi al termine di un trend ribassista ben definitivo. Come per il precedente 1-2-3 high, possiamo sfruttare questo pattern per entrare nel mercato alla rottura del punto 2 (cioè quando il prezzo sale sopra il punto 2) si possono aprire posizioni rialziste. Nel grafico di Pirelli in figura 10 potete vedere un esempio anche di questa formazione. Figura 10

del punto 2 è il nostro punto d’ingresso. Questo pattern è molto semplice da riconoscere e, come spesso accade, ciò che è semplice è anche il più efficace. Gli esempi visti finora riguardano titoli del Ftse MIB e grafici giornalieri però, è bene precisare, che queste due formazioni funzionano su tutti i mercati e nei vari time-frame, su grafici di pochi minuti fino a quelli mensili. A completamento dell’argomento trattato, sotto nelle figure 11 e 12 trovate i grafici del cross EUR/JPY e Astaldi dove nel primo con time-frame a 60 minuti si è completato un 1-2-3 low mentre nel secondo con time-frame settimanale si è completato un 1-2-3 high. Figura 11

Riepilogando un mercato deve essere in trend rialzista (o ribassista). Il massimo (o il minimo) del trend forma il punto 1. Da qui il mercato ritraccia per un po’ andando a formare il punto 2. Dopo il mercato riprende il suo trend originario ma senza, tuttavia, riuscire a superare il massimo (o il minimo) precedente (cioè il punto 1). Quello è il punto 3 e da qui il mercato inverte il suo trend. La rottura

Figura 12


Barrerinhas

L'anima nera del Brasile con tutte le sue influenze africane, da vivere nel m e r av i g l i o s o c o n t e s t o d e l Pelourinho, centro storico e cuore coloniale della città di Salvador, con le sue case dai tanti colori e le botteghe degli artisti. Visiteremo il Farol da Barra, la Cattedrale, la Chiesa di Sao Francisco, la chiesa di Bonfim, Mont Serrat e il Mercato Modelo con le sue roda de capoeira! Ripartiremo per raggiungere in aereo lo stato del Maranhao dove il centro coloniale di Sao Luis ci aspetta nei wend al ritmo del samba-reggae. Dormiremo nel centro storico e nel mattino in libertà in giro tra azulejos e le spiagge della città. Ma il deserto ci aspetta e dopo le 4 ore di viaggio che separano Sao luis da Barrerinhas entreremo in 4x4 negli impressionanti Grandi Lençóis con tramonto tra le dune di sabbia bianchissima e lagune azzurre. Al mattino proseguiremo in barca sul fiume Preguiça in motoscafo con fermate nei canali e nelle dune dei Piccoli Lençóis. Fermata al faro di Mandacuru con splendida vista. Tramonto alla foce del fiume Preguiças in un ecosistema unico con avvistamento dell’emozionante

Salvador, Jericoacoara e il deserto del Lençois volo degli uccelli Guará Vermelho dalle piume rosso fuoco, uccello tipico della amazzonia marajoara. Cena in hotel e pernottamento. Partenza al mattino in 4x4 per spedizione attraverso sentieri di sabbia, dune e spiagge fino a Tutoia. Imbarco nelle tipiche “chalanas” per percorrere lentamente su comode amache il grande delta del Parnaíba, il più esteso delle Americhe con avvistamento di numerosi animali. Arrivo all’isola das Canárias incastonata tra piccoli tipici villaggi di pescatori. Cena in hotel. Safari notturno con le silenziose piroghe locali tra i riflessi della luna sul fiume alla ricerca di alligatori, anaconde e serpenti. Al mattino in barca si raggiungono le jeep per percorrere le lunghe e bellissime spiagge dell’estremo ovest del Ceará. Passaggio dal villaggio di pescatori di Camocim. Fermata a Tatajuba, sotterrata dall’avanzare implacabile delle dune. Pranzo alla laguna da Torta da Didí il “re della griglia”. Si segue lungo le spiagge fino a Jericoacoara.. dove ci attende un meritato riposo. Ma non per i nottambuli. I vicoli di sabbia di Jeri di notte si accendono di gente, di

colori e di musica e la notte trascorre fino al mattino. Di giorno le dune sabbia bianca proteggono lagune cristalline d'acqua dolce, visitabili a cavallo o in dune buggy (facoltativo) e il suo tramonto sul mare, visto dalla duna, considerato uno degli scenari più belli del pianeta, riempiranno le vostre giornate della indimenticabile Jeri. Rientro a Fortaleza aeroporto in 4x4 e p ro s e g u i m e nto p e r l ' I t a l i a .

12 giorni -11 notti Voli in partenza da Bologna, Milano, Roma, Venezia

Cosa, dove, quando 1° giorno 2° giorno 3° giorno 4° giorno 5° giorno 6° giorno 7° giorno

Italia-Brasile Salvador Bahia Salvador Bahia - Sao Luis Sao Luis Sao Luis-Parco del Lençois Parco del Lençois- Caburé Caburé - Delta del Parnaiba

la quota comprende • Voli di linea Roma/Milano/Bologna/Venezia in classe economica • Volo interno Salvador-Sao Luis • Tutti i trasferimenti da/per aeroporto con mezzi privati • Trasferimento per Barrerinhas e in 4 x 4 per il delta del Parnaiba-Jericocoara • Navigazione in barca a motore e tipica • Sistemazione in hotel 4 stelle e Pousadas • Colazione inclusa, pranzi o cene solo se indicati nel programma • Tutte le escursioni menzionate nel programma

di presentazione • Assistenza in viaggio con numero di emergenza 24 ore • Zaino da viaggio e guida del Brasile in omaggio

la quota non comprende • Tutte le tasse aeroportuali • Tasse di soggiorno eventuali • Pasti non indicati, bevande, mance, facchinaggi • Tutto quanto non espressamente indicato

sono inclusi • Colazione • Pranzi o cene solo se indicati nel programma • Tutte le escursioni menzionate nel programma di presentazione • Assistenza in viaggio con numero di emergenza 24 ore • Zaino da viaggio e guida del Brasile in omaggio

BAIANA VIAGGI Borgo Degli Albizi, 55/r 50122 FIRENZE tel. 055 242025


a cura di Claudio Zanetti

Z on a Morta

Il tetragramma biblico o tetragràmmaton è la sequenza delle quattro (τέτρα, tetra in greco) lettere (γράμματα, gràmmata in greco) ebraiche (yod, he, waw, he) che compongono il nome proprio del dio descritto nella Tanach.

In passato era largamente attestata la traslitterazione JHWH. In epoca contemporanea invece, la traslitterazione più diffusa è YHWH, dato che il valore consonantico e fonetico che la lettera J possiede in diverse lingue neolatine e inglese (come in jeans) non corrisponde alla yod ebraica. Gli Ebrei considerano dall’antichità il tetragramma troppo sacro per essere pronunciato. Nelle letture bibliche della Torah e nelle preghiere, viene quindi sostituito da nomi impersonali come Adonai (“Signore”) o Elohim (“gli Dei”, al plurale, per titolo di riverenza), mentre al di fuori del contesto liturgico si pronuncia normalmente haShem (“il Nome”). Nelle traduzioni della Bibbia ebraica in altre lingue, normalmente si usa “il Signore” o “l’Eterno”; queste due ultime forme sono usate anche da quasi tutte le traduzioni cristiane dell’Antico Testamento. Dato che nella lingua ebraica non si scrivono le vocali, il tetragramma biblico è costituito unicamente da consonanti; poiché esso non viene più pronunciato, non si sa più quali vocali debbano essere interpolate alle consonanti. Delle tre consonanti che compongono il tetragramma, inoltre, due hanno un suono semivocalico e tutte e tre possono anche essere mute nella pronuncia (matres lectionis): pertanto si potrebbe anche arrivare, paradossalmente, a ipotizzare una pronuncia unicamente vocalica, quasi come una emissione ininterrotta del fiato. L’Ebraismo ritiene persa la corretta pronuncia del nome sacro. Da ciò è nata, a partire dal XVI secolo e soprattutto da parte

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di studiosi cristiani, una ricerca approfondita e vasta, tuttora in discussione.

La gematria o ghimatriah, ghematriah, ghematria è lo studio numerologico delle parole scritte in lingua ebraica ed è uno dei metodi di analisi utlizzati dalla Qabbalah o Cabala. La premessa della Ghimatriah è una peculiarità dell’alfabeto ebraico, il quale veniva normalmente utizzato sia per rappresentare le parole sia come sistema di numerazione di tipo additivo. Ad ogni parola espressa nell’alfabeto ebraico può quindi essere associato un numero, ottenuto sommando i valori numerici di ogni singola lettera e viene applicata per decifrare significati nascosti all’interno della Sacra Bibbia tramite il loro valore numerico. In pratica dal tetragramma JHWH e applicando la gematria si ottiene il numero 69. Applicando sul derivato domestico una sequenza temporale con quadrati di 69 unità settimanali, e partendo dal minimo del 16 agosto 2004 di 26225 – livello da cui partì il rialzo in modalità toro dopo il minimo del marzo 2003 e livello che una volta rotto nell’ottobre del 2008 sancì definitivamente la fine del bullmarket generazionale con la rottura della trend-line che lo sosteneva dal bottom del 16 settembre 1992 – si nota come il prezzo si sia all’interno di questo rettangolo formato da 15 quadrati da 69 unità settimanali. Inizialmente dal minimo del 2004, il prezzo sale fino al top del maggio del 2007 di 43905, ma si noterà che secondo il Fattore Tempo il prezzo di massimo (43905) chiamava raggiungimento per il 02 aprile 2007

(fine del lato verticale destro del 2° quadrato da 69 unità settimanali) e invece nonostante il prezzo sia fuori dal suo Tempo il top viene raggiunto il 21 maggio 2007. La differenza di giorni solari corrisponde a 49 giorni ovvero 7 settimane e definita “dead zone” o “zona morta”. La zona morta è un ciclo particolare e generalmente corrisponde ad un “blow-off” cioè a un movimento veloce in cui il prezzo riesce a mantenere una struttura razionale senza il supporto del Fattore Tempo. Chiaro che a quel punto i successivi quadrati temporali da 69 unità settimanali li faremmpo partire sia dalla scadenza naturale dei precedenti e sia da dove il prezzo ha segnato il suo top, generando di conseguenza uno spostamento di 7 settimane. Infatti se si analizza la discesa, s vedrà che il prezzo raggiunge il livello di 26225 sia nel luglio del 2008 che nell’ottobre del 2008 in sorte di doppio minimo rimbalzando all’interno della zona morta con conseguente rottura all’ingiù nel crollo del 2008. Da sottolineare che moltiplicando 69 settimane per 1,618 (proporzione divina) otteniamo 111 che essendo settimane corrispondo a 777 giorni solari “numero di Dio o divino” rappresentato da 3 volte il numero 7 biblico, e che se moltiplichiamo il numero 69 per la fila di 5 quadrati si ottiene il numero 343 che corrisponde a 7 (zona morta) elevato all 3° potenza o 49 (zona morta espressa in giorni solari elevato alla 2°potenza).


Continuando nell’analisi si nota come la rottura del pavimento abbia poi portato il prezzo sul minimo di 1234o del marzo del 2009 ma in modalità non strutturale perchè non supportato dal Fattore Prezzo dato che il pavimento viene rotto prima che si sia esaurito il Fattore Tempo. Il veloce recupero e il successivo ripiegamento in pull-back rialzista sul pavimento (minimo di luglio 2009 a 17635) è servito per far rimbalzare il mercato e a sostenere le quotazioni. Si ricorderà di certo che in questa sede si espresse chiaramente che il prezzo chiamava per il 14/24 marzo 2011 o il ritorno sul pavimento a 17560 o pull-back ribassista sull’angolo 1×1 che parte dal minimo di lunedì 09 marzo 2009 di 12340 per ritornare quindi sul valore del 50% del massimo storico di 51335 corrispondente a 25665 e di conseguenza a 26225. Vista la zona morta non si esclude che tali valori (1756026225) siano invece raggiunti nell finestra tra il 1° maggio e l’11 maggio 2011 – zona morta finale corrispodente a 49 giorni solari dopo il 14/24

marzo 2011. Ribadisco che il 30 luglio 2011 il prezzo squadra con il tempo a 20550 e che mai dovrà essere violato il minimo di martedì 11 gennaio 2011 al prezzo di 20025 per non assistere al raggiungimento del doppio minimo di 12905 per il 18 settembre 2011 a scadenza del ciclo biblico di 10 anni dai fatti dell’11 settembre del 2001. In sostanza il recupero dell’angolo

“0″ chiama target rialzista a 26225 a questo punto spostato nel mese di maggio – ecco il perchè dell’acquisto delle call con strike 25000 dato che tutto è sempre frutto della causalità e non di casualità – con un occhio puntato al fatto che il valore dell’angolo “0″ non venga mai meno in chiusura settimanale. Sarà la “zona morta a partire dal 14 marzo 2011 e fino al 1° maggio 2011 – scadenza di 658 giorni solari dal minimo del 13 luglio 2009 corrispondente allo stesso tempo di durata del ribasso 2007/2009 – a decretare con altissima vibazione ciclica il raggiungimento o meno del target suddetto. Dal 1° maggio del 2011 prezzo libero di muoversi e conclusione per tanto di questa congestione che perdura dal recupero del pavimento ovvero dall’aprile del 2009.

Buon trading!! Claudio Zanetti

Trader professionista, formatosi presso SIAT (Società Italiana Analisti Tecnici), gestore di Sicav dal novembre 2010, ma soprattutto studioso ed appassionato di matematica e numerologia (dal lungo computo Maya alla Quantistica), analizza i mercati azionari sotto il profilo ciclico e della ripetitività dei suoi movimenti, calcolandone i livelli di inversione dei trend ed il loro timing, utilizzando prevalentemente – ma non esclusivamente – le teorie e le tecniche di Gann, di cui è profondo cultore. Lavora nel settore finanziario fin dal 1989, ha al suo attivo anche un’esperienza quale collaboratore amministrativo presso un Agente di Cambio di Venezia, dal 2001 si dedica interamente ai suoi studi, che decide di rendere pubblici a partire dal 2008, attraverso il blog ed i report di Consigli di Borsa. Negli anni 2009 e 2010 collabora anche con CNBC News e Trend On Line, ha recentemente scritto alcuni articoli per la rivista Trading LIve Show. Il successo riscontrato fin qui da “Consigli di borsa” – grazie alle lungimiranti analisi pubblicate – ha spinto Claudio Zanetti ad allargare la gamma di servizi offerti. Attualmente sta lavorando alla stesura suo primo libro, di prossima pubblicazione.

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a cura di Carmelo De Luca

I TRAVERSARI Una tradizione lunga due secoli fatta di amore, passione, orgoglio e plasmata da una componente genetica squisitamente artistica; questo pensiero riassume pienamente il lungo operato della famiglia Traversari nella produzione di mosaici e bigiotteria. Artigiani di professione, maestri per indole, i signori del tassello vitreo custodiscono gelosamente i segreti di una lavorazione unica nel suo genere costruita, giorno dopo giorno, sull’esperienza, la professionalità, la manualità, l’attuazione operativa delle varie tecniche di montaggio. Gli splendori dell’arte musiva riecheggiano nelle sontuose ville patrizie di epoca romana, nei monumenti sepolcrali e nelle superbe basiliche bizantine, ineguagliabili capolavori del genio umano nei quali una mistura infinita di pietruzze colorate danno vita a figure sinuose, piante, animali, paesaggi, oggetti d’uso quotidiano, grazie all’accostamento di minuscole volumi dalla superficie a colore vivo ricreanti sfumature cromatiche, tonalità variegate spesso supportate da uno sfondo blasonato per la presenza dell’oro scintillante nella sua delicata purezza. Tramandare ai posteri un così nobile mestiere antico richiede certamente manualità e gioia, gioia del creare, infatti la stessa riproduzione di un’opera ha sempre un tocco di personalità derivante dalla esteriorizzazione del proprio intimo artistico. I fratelli Traversari personificano questo credo rafforzandolo giornalmente grazie alla consapevolezza di 32

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rappresentare gli eredi di un lavoro unico, unico come le creazioni artistiche da esso generate. Visitare il laboratorio di famiglia significa immergersi in una dimensione eterea, nella quale il bello trionfa deliziando l’animo. Un brulicare di minuscole tessere, mescolate agli attrezzi del mestiere, ordinate per qualità, colore, origine, costellano cassetti, banchi di lavorazione, lenti di ingrandimento , creando una sorta di caos cosmico pronto a generare un capolavoro artigianale. Ciò che sorprende dei citati maestri è la cortesia e l’entusiasmo nei loro volti quando ricevono visite in bottega; orgogliosi dei loro tesori, spiegano le creazione come se fossero loro figli dei quali essere orgogliosi per la bellezza che li caratterizza. Da provetti professionisti del mestiere, i Traversari realizzano a mano ogni opera mediante la

tecnica del micro mosaico in vetro smalto di Murano a tessere filate, del mosaico in vetro smalto a tessere tagliate secondo l’antica tradizione iconografica bizantina, del mosaico commesso fiorentino in pietre dure. Quest’ultimo metodo, caro ai Medici, ha reso Firenze celebre nel mondo nella creazione di piani da tavolo, stipi, cassettoni, quadri, ingentiliti dal famoso taglio ad intarsio, realizzato con marmi e pietre di altissima qualità. L’effetto finale di tali meraviglie è veramente sorprendente, quasi irreale per la bellezza profusa nei soggetti che spaziano dalla natura morta alle prospettive barocche. Questo immenso bagaglio culturale è stato studiato, acquisito, rinnovato nella realizzazione delle copie d’arte o degli originali partoriti grazie alle abili mani di artigiani veraci, le mani dei Traversari.


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a cura dell’Avv. Lucarini Manni

PRONTO, AVVOCATO? Quesito N 8 - Stiamo rifacendo l’impermeabilizzazione del lastrico solare, mi rivolgo a Voi per avere una risposta sul riparto spese. Il mio palazzo è stato costruito con lastrico solare e circondato perimetralmente da un muretto, rientrante di 60 cm. circa rispetto alla facciata, con sopra una ringhiera; il tutto per garantire l’incolumità degli aventi diritto al calpestio. All’atto del rifacimento deve essere impermeabilizzato e verniciato detto muretto. Oltre alla impermeabilizzazione vera e propria del lastrico, nel contratto stipulato con la ditta, è prevista la copertura con mattonelle in cemento atte a permettere il calpestio agli aventi diritto (precedentemente l’impermeabilizzazione era ricoperta con grosse lastre in cemento). Alla luce di ciò vorrei sapere come vanno suddivise le spese per la copertura dell’impermeabilizzazione del lastrico solare con mattonelle atte al calpestio nonché l’impermeabilizzazione e verniciatura del muretto. Il Tribunale di Genova (III sez.), con sentenza 7/11/1990, ha ribadito che tutte le spese indispensabili di demolizione e ricostruzione del lastrico solare sono per un terzo a carico del proprietario esclusivo dello stesso e per i restanti due terzi a carico dei sottostanti proprietari; ivi sono da ricomprendersi anche le

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spese per la pavimentazione corrente; nel caso di una pavimentazione di valore superiore al normale valore commerciale corrente, il condomino che ha in uso esclusivo il lastrico dovrà sopportarne la intera differenza di spese. Similarmente per quanto riguarda l’ impermeabilizzazione del muretto, le relative spese sono da ripartirsi in un terzo a carico del proprietario esclusivo, e i rimanenti due terzi a carico anche dei proprietari sottostanti. Viceversa per il parapetto, la relativa spesa graverà sul singolo condomino che ha in uso la terrazza, tranne nel caso che esso assolva ad una funzione decorativa autonoma delle facciate nel qual caso dovrà essere ripartita in base ai millesimi di proprietà. Quesito N 9 - Una palazzina costituita da cinque appartamenti su cinque piani e da terreno circostante, è posta sul lato a monte di una strada a mezza costa e confina con il bordo della stessa per un tratto tramite un muro e per un altro tramite il muro esterno del garage. Il muro di sostegno da un certo punto devia all’interno della proprietà e quindi, ridiventando circa parallelo al bordo strada, costituisce parete laterale a monte per la scala condominiale di accesso ai cinque appartamenti. La proprietà, indivisa dalla costruzione, nel 1993 è stata divisa con atto notarile fra due cugine; ad una é stato assegnato l’appartamento al piano terra,

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e quale giardino annesso, la parte del terreno circostante compresa tra la costruzione e i tratti di muro di cui sopra. L’atto notarile non menziona nel testo, né rappresenta nella piantina alla quale fa riferimento i suddetti tratti di muro di sostegno, indicati con una linea senza spessore, e quindi non ne assegna la proprietà. Pertanto si chiede se i tratti di muro di sostegno, pur nel silenzio dell’atto notarile di divisione, siano rimasti di proprietà condominiale, poiché la funzione di sostegno del giardino divenuto di proprietà esclusiva, é secondaria rispetto a quella architettonica di contenimento e sostegno del terreno sopraelevato rispetto alla strada ove sorge il fabbricato. Le spese di manutenzione di un muro di contenimento spettano a chi lo ha costruito, nel caso che il dislivello tra due fondi posti negli abitati non sia naturale, ma sia stato realizzato dal proprietario di uno di essi per meglio utilizzare il proprio fondo. Per una risposta più precisa bisognerebbe comunque poter esaminare gli atti per intero, tenendo conto che - salvo diverso titolo - i muri di contenimento di giardini si presumono di esclusiva proprietà dei titolari dei medesimi. Quesito N 10 - Gradirei ricevere un chiarimento sull’esatta ripartizione degli importi da pagare in seguito a lavori di rifacimento di un lastrico solare (o terrazzo) ad uso esclusivo. Tali lavori hanno interessato solo

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la parte sinistra dello stabile. Il condominio in oggetto ha un totale di sette condomini e solo quattro condomini sono tenuti a pagare le quote spettanti secondo i termini di legge. E’ vero? Le spese sostenute per il rifacimento di un lastrico solare ad uso esclusivo andranno ripartite nel seguente modo: 1/3 della spesa farà carico totalmente al proprietario esclusivo del lastrico, ed i restanti 2/3 graveranno sui proprietari sottostanti, in proporzione del valore millesimale delle unità poste nella colonna sottostante al lastrico stesso, ivi compreso anche il proprietario del lastrico che abbia un’unità immobiliare sottostante. Quesito N 11 - Nel caso di rottura della soglia in marmo di una porta finestra di un condomino, chi paga? Dette soglie fanno parte della facciata del palazzo, e quindi sono parti condominiali, oppure fanno parte dell’abitazione personale? Normalmente le finestre che si aprono sulla facciata servono all’uso esclusivo dei singoli appartamenti e pertanto sono escluse dalla presunzione di comunione ai sensi dell’art. 1117 del

codice civile; conseguentemente la spesa per la sostituzione della lastra di marmo della soglia graverà solamente sul singolo proprietario. Non può escludersi tuttavia che in alcuni casi particolari le soglie delle finestre si configurino come elemento accessorio o di pertinenza della facciata ed in questa ipotesi la spesa competerà al condominio. Quesito N 12 - Sono proprietaria di un appartamento al piano terreno; è stata rifatta la pavimentazione di una porzione dell’entrata condominiale. Questo tipo di spesa è regolata dall’art. 1124 del codice civile? Sono esente dalla spesa? No. L’art. 1124 del codice civile si applica alla ripartizione delle spese per la manutenzione e ricostruzione delle scale. L’androne o entrata condominiale viceversa è in genere parte comune di interesse di tutti i condomini, e pertanto le relative spese di manutenzione, riparazione, e ricostruzione vanno ripartite tra tutti i condomini in proporzione alle rispettive quote millesimali di proprietà. Nel caso però che una di tali parti serva solo ad un gruppo di condomini, le spese relative saranno a carico

soltanto di tali condomini, ripartendosi tra di loro secondo le rispettive quote millesimali di comproprietà. Quesito N. 13 - Un condominio è formato da 4 blocchi, costruiti contemporaneamente ciascuno con proprio numero civico. Il blocco 3 è l’unico ad avere una colonna di scarico centrale, che da sempre serve solo i condomini del blocco 3. A tal fine i condomini del blocco 3 hanno provveduto a trasformare i vani ripostigli in secondo bagno. Un condomino del blocco 2, il cui ripostiglio confina con l’omologo vano del gruppo 3, intende allacciarsi a detta colonna di scarico per trasformare anche il suo ripostiglio in bagno di servizio. Trattandosi di blocchi distinti, anche se facenti parte della stessa amministrazione condominiale, la colonna di scarico non è appartenente ai condomini serviti dalla medesima? Nel caso di specie la colonna di scarico non è destinata a servire neppure potenzialmente tutti i condomini, ma solo i condomini del blocco 3.

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