TRADING
Una guida per chi ritiene il trading una propria filosofia di vita
e SHOW v li n. 6 - giugno 2011
Le tecniche di Joe Ross di D. Carli Day Trading con il CCI di G. Defendi Lo Spread Trading di E. Pegoraro Il ribasso: dove eravamo rimasti? di G. D’Angelo
La diversificazione di C. Vallotto
Squadratura Freccia del tempo di C. Zanetti Il QE2 sta per finire, che farà la FED? di G. Dall’Aglio
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editoriale
E’ passato un mese dall’ITF.....
Anche quest’ anno , almeno fino ad adesso, è stato rispettato il vecchio detto “sell in may and go away” ossia vendete tutto in maggio e andate via.. se ne riparlerà a settembre....negli ultimi 60 anni la statistica ci dice che in maggio inizia il mercato orso e che le performance fra maggio e settembre sono inferiori rispetto a quelle degli altri mesi dell’anno....ma c’è un motivo particolare alla base di questi comportamenti? Nonostante vari studi in proposito non si è riusciti a dare alcuna spiegazione plausibile....prendiamo atto però del fatto che anche quest’anno , la statistica ha avuto ragione..
di Andrea Renault
I mercati si trovano inseriti in un canale ribassista da quasi due mesi con il nostro listino in particolare che dagli oltre 22000 punti si sta dirigendo in accelerazione verso i 19000, livello sul quale potrebbero comparire delle mani forti in acquisto... Gli elementi d’incertezza sono sempre gli stessi, dal pericolo di un default della Grecia al rallentamento della pur debole ripresa economica a cui si aggiungono le valutazioni di Moody’s sull’Italia secondo cui debito pubblico e sistema bancario non sarebbero affatto solidi ,,, Ma come bisogna comportarsi di fronte a tale scenario... volatilità in aumento, brusche inversioni, mani forti in azione, anche per i trader più esperti l’operare in queste condizioni diventa più difficile e sempre più problematico è determinare i punti d’ingresso per i trade....
I migliori trader sono coloro che sanno aspettare, che sanno cogliere l’attimo, che sanno dosare opportunamente la leva in rapporto al grado di volatilità presente , che accettano un trade perdente .... e che sanno anche quando non è il momento di tradare, e forse, diciamocelo francamente, siamo proprio in uno di quei momenti. E’ facile fare trading ...molto difficile non essere spazzati via se non si sanno dosare con cura “ gli ingredienti “ del trading e si opera con leggerezza.... Buon trading .... wintrader54@yahoo.it
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NUMERO 6
in attesa di registrazione
Coordinatore progetto Andrea Renault
Collaboratori David Carli, Gianluca Defendi, Enrico Ciccone, Enrico Pegoraro, Gianvito D’Angelo, Carlo Vallotto, Claudio Zanetti, Giancarlo Dall’Aglio, Carmelo De Luca, Avv. Carlo Lucarini Manni
info@tradingliveshow.it
Stampa Tipografia Il Bandino Bagno a Ripoli Per informazioni sugli abbonamenti
editore
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Le tecniche di Joe Ross Ross Hook
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Day Trading con il CCI
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Titolo sotto la lente
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Lo Spread Trading
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Indici azionari: il ribasso, dove eravamo rimasti?
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a cura di David Carli
a cura di Gianluca Defendi
a cura di Enrico Ciccone
a cura di Enrico Pegoraro
a cura di Gianvito D’Angelo
w w w . t r a d i n gl i v e s h o w . i t 4
TRADING LIVE SHOW
live SHOW 22
La diversificazione
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Squadratura Freccia del tempo
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Il QE2 sta per finire, che farà la FED?
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Perlick in chiaro-scuro
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Pronto... Avvocato?
a cura di Carlo Vallotto
a cura di Claudio Zanetti
a cura di Giancarlo Dall’Aglio
a cura di Carmelo De Luca
a cura dell’Avv. Carlo Lucarini Manni
Sommario
TRADING
i n f o @ t r a d i n g l i v e s h o w. i t TRADING LIVE SHOW
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a cura di David Carli
LE TECNICHE DI JOE ROSS Ross Hook (l’uncino di Ross)
La formazione 1-2-3 high o low, che abbiamo in precedenza visto, è una figura d’inversione del trend. Il Ross Hook, invece, è una figura di continuazione del trend e si verifica quando in un trend (rialzista o ribassista) il titolo si prende una pausa per poi ripartire. Per definizione il Ross Hook è ogni fallimento dei prezzi nel conseguire nuovi massimi o nuovi minimi. Il Ross Hook si forma: 1. Alla prima correzione che segue la rottura di una formazione 1-2-3 high o low.
Figura 15 - Ross Hook dopo una formazione 1-2-3 high 2. Alla prima correzione che segue la rottura di una Ledge.
Figura 16 - Ross Hook dopo una Ledge 6
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3. Alla prima correzione che segue la rottura di una Trading Range.
Figura 17 - Ross Hook dopo una Trading Range
I Ross Hook si verificano a qualsiasi livello a differenza delle formazioni 1-2-3 high che si verificano ai massimi di mercato e delle formazioni 1-2-3 low che si verificano ai minimi di mercato. Un uncino di Ross non richiede altro che l’incapacità dei prezzi di formare un nuovo massimo o minimo in un trend. In un mercato al ribasso, appena si verifica un minimo uguale o superiore, si ha un Ross Hook. In un
mercato al rialzo, appena si verifica un massimo uguale o inferiore, si ha un Ross Hook. Il nostro punto d’ingresso nel mercato è dato dalla rottura del Ross Hook purché non avvenga in gap (come abbiamo già visto per le precedenti figure) poiché ciò annullerebbe il segnale. Esempio 1. Riprendiamo il grafico di Prysmian visto in precedenza e riprodotto in figura 18.
Figura 18 - Grafico Prysmian
Osserviamo che dopo la rottura del punto 2, e il nostro conseguente ingresso short nel mercato, il titolo comincia a scendere. Inoltre, non tutte le barre nel grafico formano un nuovo minimo. Ogni tanto abbiamo alcuni brevi ritracciamenti che formano degli uncini. Sul grafico sono stati contrassegnati con le lettere RH in rosso. Ogni qualvolta, quindi, il prezzo fallisce un nuovo minimo si viene a formare un Ross Hook. Vediamo un altro esempio. Esempio 2. Quello riprodotto in figura 19 è il grafico di Finmeccanica.
Figura 19 - Grafico Finmeccanica
Possiamo osservare sul grafico che, delineata dalle due linee rosse, c’è una Trading Range formatasi dopo un trend rialzista del titolo. La freccia blu indica il suo inizio (notate anche qui la centralità della barra rispetto alle due linee rosse) mentre quella verde il giorno in cui il prezzo ha rotto al rialzo (cioè riprendendo il trend precedente) la Trading Range. Dopo nel trend rialzista del titolo si formano diversi Ross
Le tecniche di Joe Ross Introduzione Joe Ross ci ha consegnato due pattern molto importanti e di grande efficacia. Il primo d’inversione del trend, la formazione 1-2-3 high o low; il secondo di continuazione del trend, il Ross Hook (uncino di Ross). Entrambi sono molto semplici ma richiedono condizioni ben precise. Comincerò con illustrare la formazione 1-2-3 high o low per poi passare al Ross Hook. Infine vedremo quali sono i pattern migliori e per concludere la Trader’s Trick Entry (TTE), un’importante e ottima tecnica d’ingresso nel mercato. Capirete come riconoscere quando il mercato si prende una pausa per poi ripartire e come operare in queste situazioni studiando la Ledge e la Trading Range. Vi renderete conto del grosso potenziale che ha la Gimmee bar e un particolare abbinamento tra formazione 1-2-3 high o low e Bande di Bollinger.
cessivi). Il concetto è molto più semplice di quanto si possa credere. A ogni fallimento del prezzo a conseguire nuovi massimi (in un trend rialzista) o nuovi minimi (in un trend ribassista) si forma un Ross Hook. Utilizzeremo questa tecnica entrando in direzione del trend ogni volta che il prezzo rompe il Ross Hook. Un’eventuale apertura in gap annullerebbe il segnale d’ingresso. Vedremo nel prossimo capitolo una particolare tecnica che anticipa il punto d’ingresso nel mercato.
Hook (nel grafico contraddistinti dalle lettere RH) ogni volta che il prezzo non è riuscito a formare un nuovo massimo (nel grafico ho segnalato solo i primi 5 Ross Hook, divertitevi a trovare quelli sucTRADING LIVE SHOW
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a cura di Gianluca Defendi
Day Trading con il CCI Commodity Channel Index Il Commodity Channel Index (CCI), ideato da Donald Lambert, misura di quanto il prezzo medio della seduta (ottenuto dividendo per tre la somma tra il prezzo di chiusura, il prezzo minimo e quello massimo) si discosti dalla sua media nel corso di un periodo di tempo prestabilito (di solito 14 periodi) L’indicatore così costruito oscilla attorno alla linea dello zero, con la maggior parte dei valori compresi tra -100 e +100. Valori dell’indicatore superiori a +100 (inferiori a -100) indicano che il prezzo corrente assume valori più alti (più bassi) rispetto al prezzo mediano misurato nel periodo di riferimento. Il CCI nasce come indicatore di trading sul mercato delle commodities (ecco il perchè del suo nome originario) ma viene frequentemente utilizzato anche per lo studio e l’analisi dei mercati azionari e di quelli valutari È stato concepito inizialmente come un oscillatore di breakout: in particolare un valore superiore a +100 (inferiore a -100) indica la prevalenza di una forza 8
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rialzista (ribassista), con possibilità di continuazione del movimento in quella direzione. Il CCI può essere tuttavia utilizzato anche per di individuare situazioni di ipercomprato (per valori maggiori di +200) o ipervenduto (per valori minori di -200) del mercato oltre che per analizzare interessanti divergenze (ribassiste e/o rialziste) con l’andamento dei prezzi. La formula per il calcolo del CCI è la seguente: CCI = [typical price - (media mobile del typical price)] / (0.015 x scarto medio) dove: - Typical price o Prezzo mediano = (H+L+C)/3 ossia(massimo+minimo+chi usura)/3 ; - Scarto medio = Sommatoria dei valori assoluti delle differenze tra il prezzo medio e la sua media mobile diviso per il periodo di riferimento; - 0.015 = garantisce che il 70-80% dei valori ricadranno nel range + 100/-100.
In linguaggio Metastock l’oscillatore viene richiamato scrivendo CCI(14) , dove 14 è il periodo di riferimento. (riproduzione riservata) Fatta questa promessa teorica passiamo all’utilizzo concreto del Cci per il daytrading. Un celebre trader
australiano, Ken Wood, ha infatti identificato alcuni Set-up operativi molto interessanti ossia ha stabilito quali sono le configurazioni ideali per l’entrata (e l’uscita) sul mercato. Woodie utilizza due indicatori CCI: il primo è il CCI calcolato 14 a periodi e viene chiamato CCI. In realtà si usa un CCI a 14 periodi per i grafici fino a 60 minuti e un CCI a 20 periodi dai 60 minuti in su; l’altro è il CCI calcolato a 6 periodi ed è
chiamato Turbo CCI o TCCI. Per Woodie si instaura una tendenza quando il Cci rimane al di sopra o al di sotto della sua linea dello Zero (Zero line) per almeno 6 barre. Quindi: - se il CCI rimane al di sopra della linea dello zero per almeno 6 barre si ha un trend rialzista; - se il CCI rimane al di sotto della linea dello zero per almeno 6 barre si ha un trend ribassista. La linea dello zero (chiamata CCI zero-line (ZL)) è una parte molto importante del
sistema utilizzato da Woodies in quanto rappresenta il supporto e/o la resistenza più importante dell’arco temporale analizzato. I valori +/-100 di CCI costituiscono invece la resistenza e il supporto minore e sono utilizzati per determinare la forza del trend. I valori +/-200 di CCI individuano invece situazioni di ipercomprato (+200 e superiore) e ipervenduto (-200 e inferiore) Da un punto di vista operativo abbiamo visto che il Cci fotografa la presenza di una trend quando rimane per almeno 6 barre al di sopra o al di sotto della sua linea di equilibrio. Una volta che la tendenza si è instaurata si possono poi sfruttare i pullback per entrare in direzione del trend principale! (si parla di CCI Trend Continuation Patterns) In particolare: 1) durante le correzioni che si verificano all’interno di un trend rialzista la linea del Cci torna verso la zero-line (può anche scenderci sotto ma per non più di 3 barre). Questo movimento del Cci fornisce delle opportunità per entrare long; 2) durante i rimbalzi che si sviluppano all’interno di un trend ribassista la linea del Cci torna verso la zero-line (può anche tornarci sopra ma per non più di 3 barre). TRADING LIVE SHOW
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Questo movimento del Cci fornisce delle opportunità per entrare short. La sequenza che va utilizzata è quindi la seguente: a) il CCI deve portarsi al di sopra dei 100 punti decretando la presenza di un trend rialzista (o scendere sotto -100 punti e individua un trend ribassista); b) il CCI deve invertire la sua direzione (scendere sotto i 100 punti/risalire al di sopra di -100) e dirigersi verso la zero-line (può anche attraversarla ma per non più di 3 sedute); c) dopo questa correzione/ rimbalzo il Cci deve riprendere la direzione del trend primario confermando quindi la presenza di un uptrend o di un down-trend. Se si utilizzano congiuntamente
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il CCI a 14 e il CCI a 6 periodi quest’ultimo, più reattivo, anticipa solitamente la ripresa del trend (in alcuni casi può disegnare delle divergenze). Il grafico mostra il comportamento del CCI, calcolato a 14 periodi, sovrapposto all’andamento giornaliero del cambio Euro/dollaro. Come si può notare verso la fine del mese di febbraio il CCi supera quota 100 punti individuando con precisione l’inizio di un solido trend rialzista. Successivamente si sviluppano due correzioni che riportano l’indicatore verso la sua linea di equilibrio (pullback), fornendo due interessanti opportunità d’entrata long. Tra Marzo e Aprile il Cci si porta per ben
due volte all’interno della sua area di ipercomprato segnalando la possibilità di una correzione di breve termine. Verso la fine del mese di aprile/inizio di maggio i prezzi raggiungono poi un nuovo massimo attorno a 1,49 ma l’oscillatore si ferma al di sotto dei 200 punti, disegnando un’interessante divergenza ribassista, anticipando in questo modo la successiva discesa dei prezzi verso 1,405-1,40. Nel corso del mese di maggio il Cci ha invece disegnato una chiara divergenze positiva: mentre i prezzi facevano registrare nuovi minimi decrescenti fino a 1,395 l’indicatore ha disegnato minimi crescenti, anticipando in questo caso la successiva risalita fino a 1,47.
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Titolo sotto la lente ENI è la maggiore società petrolifera italiana, capitalizza oltre 63 miliardi, è presente in 70 paesi con oltre 76.000 dipendenti, opera su diversi business, dal petrolio al gas naturale alla produzione di energia elettrica. Eni è partecipata per oltre il 30% dallo Stato Italiano. La società è organizzata il 3 divisioni:
• Divisione E&P (Exploration and Production): ricerca
e produzione di idrocarburi • Divisione G&P (Gas and Power): vendita di gas naturale, produzione e vendita di energia elettrica • Divisione R&M (Refining and Marketing): raffinazione e commercializzazione di prodotti petroliferi Eni controlla inoltre Snam Rete Gas con il 50,07% del capitale e Saipem con il 43%. Essendo un peer internazionale è interessante andare a confrontare la società con i maggiori competitors europei, prenderò in considerazione la francese TOTAL e la anglo-olandese ROYAL DUTCH SHELL. TOTAL è una delle prime 4 società petrolifere al Mondo, opera lungo l’intera catena produttiva, dall’estrazione e la ricerca di nuovi giacimenti alla distribuzione dei prodotti raffinati, opera inoltre nel settore gas.
Eni
Nel 2010 Total Italia si è fusa con ERG creando TotalErg, oggi terzo operatore italiano nella distribuzione di prodotti petroliferi. Capitalizza 90 miliardi di euro, opera in tutto il Mondo con oltre 111.400 dipendenti. ROYAL DUTCH SHELL è una società simile per quanto riguarda l’ambito nel quale opera alla TOTAL, è integrata verticalmente nella catena del valore dei settore petrolifero, inoltre opera nel settore delle rinnovabili attraverso una divisione dedicata, è presente il 140 paesi in tutto il Mondo, è esposta in particolare
Confronto con i competitors europei
a cura di Enrico Ciccone di FINANZA e INVESTIMENTI
negli Stati Uniti. Capitalizza 133 miliardi di euro, conta 112.000 dipendenti. ANALISI FONDAMENTALE E CONFRONTO Andiamo a confrontare le tre società basandoci sugli indici di prezzo P/E, P/B, P/S e P/CF e sugli indicatori di redditività ROE, ROA e ROI.
La valutazione è molto intuitiva, si mettono in ordine di convenienza i vari indicatori, dando un punteggio da 1 a 3 (1 il migliore 3 il peggiore), si vanno a sommare i vari punteggi e la migliore risulterà la società che otterrà il punteggio più basso
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Dall’analisi dei dati emerge una chiara sottovalutazione di TOTAL (punteggio 11) rispetto ai competitors, la peggiore risulta essere SHELL anche se con un punteggio quasi alla pari con ENI (SHELL 16, ENI 15) . Sotto il punto di vista della redditività TOTAL batte le altre due società sotto ogni punto di vista, mentre ENI risulta essere la più conveniente sotto il punto di vista prezzo/patrimonio netto e prezzo/cash flow. Nel primo trimestre 2011, nonostante le 3 società siano cresciute dal punto di vista economico, ENI ha visto il cash flow operativo rimanere pressoché costante a differenza della forte crescita a doppia cifra fatta segnare da TOTAL e SHELL. I multipli di redditività e di prezzo sono buoni per tutte e 3 le società alle attuali quotazioni, nonostante ENI risulti migliore di SHELL secondo la valutazione dei multipli, le pressioni sul cash flow nel primo trimestre mi fanno preferire la seconda fino a quando non si noterà una crescita della generazione di cassa da parte di ENI in linea con i competitors europei, inoltre la situazione libica potrebbe influire negativamente sui prossimi risultati.
Dal punto di vista grafico da inizio anno ha sottoperformato i competitors, è quindi possibile che il gap venga colmato nel medio periodo nell’ipotesi che l’andamento economico mostrato dagli ultimi dati non peggiori.
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Fare trading è un'opportunità di crescita personale e finanziaria alla portata di tutti... fare trading è un'attività imprenditoriale con una importante funzione economica e sociale....
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a cura di Enrico Pegoraro
Lo Spread
Trading Inizio la collaborazione con la rivista Trading Live Show ringraziando Andrea per lo spazio messomi a disposizione. In questo articolo parlerò di Credit Spreads, una tra le strategie in opzioni piu’ conosciute ed usate. Uno Spread, nel trading in opzioni, è una strategia che comporta la combinazione tra vendita ed acquisto di due opzioni della stessa classe, sullo stesso sottostante ma con strike e/o data di scadenza diverse. Si viene a “creare” uno Spread, quando chi usa strategie che comportano l’acquisto di opzioni, valuta la possibilità di combinare la vendita di opzioni per ridurre il costo del trade e per modificare a proprio favore il profilo rischio rendimento della strategia. I venditori di opzioni invece combinano l’acquisto di opzioni creando uno Spread per ridurre il margine ed il costo della strategia ottenendo così piu’ potere d’acquisto mettendo inoltre un limite massimo alla perdita potenziale che la vendita allo scoperto di opzioni comporta. Anche in questo caso nasce una strategia con profilo rischio rendimento diverso rispetto alla semplice vendita di opzioni. Le tre tipologie principali di Spre16
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ads sono: •
Vertical Spreads che si costruiscono con opzioni della stessa classe, stessa scadenza, stesso sottostante ma diverso strike. Sono Vertical Spreads i: Credit Spread ed i Debit Spread.
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Calendar Spreads (horizontal spreads) che si costruiscono con opzioni della stessa classe, stesso sottostante, stesso strike ma diversa scadenza.
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Diagonal Spreads che si costruisono con opzioni della stessa classe, stesso sottostante ma diversa scadenza e strike price.
Il Credit Spread è una strategia a credito che viene impiegata dal trader quando ha un’aspettativa neutra o leggermente direzionale nel breve termine. Il Credit Spread che ha un’aspettativa leggermente rialzista o neutra nel breve periodo prende il nome di Bull Put Credit Spread o piu’ brevemente Bull Put Spread , il Credit Spread che, viceversa, ha un’aspettativa neutrale o ribassista nel breve termine prende il nome di Bear
Call Credit Spread o Bear Call Spread. In sostanza, la logica di base della strategia, è di trovare un punto/livello oltre il quale il sottostante non andrà. Poco importa se il sottostante rimarrà fermo, o prenderà la direzione desiderata. Noi che avremo impiegato il Credit Spread, incasseremo il massimo del premio se alla scadenza, il sottostante o sarà rimasto fermo o si sarà mosso allontanandosi dal nostro livello di breakeven. Il lettore preparato sa bene che i mercati (e le azioni) vivono tre fasi di trend: il trend rialzista, il trend laterale ed il trend ribassista. Impiegando il Credit Spread come strategia, avremo due possibilità su tre di “portare a casa” il profitto! Eccoti un esempio che ti chiarirà il concetto: il 18 Novembre 2010, il titolo AAPL (Apple) apre con un gap rialzista dopo aver rotto la resistenza a quota 300 e dopo aver testato per 2 volte il supporto a 300. Ritengo che il titolo abbia sufficiente forza per rimanere sopra quota 300 nei prossimi 30 giorni. Nota bene: non ho detto che il titolo dovrà andare per forza ad un certo livello, mi accontento solo che non scenda sotto 300!
Metto in macchina la strategia, che paga il 35% in 29 giorni e trascorrono i 29 giorni. Il risultato è questo:
AAPL è rimasto sopra 300 ed è anche salito un pò. Per la buona riuscita della strategia, a noi, sarebbe bastato che AAPL fosse rimasto sopra 300, quindi indipendentemente che AAPL fosse andato a 301 o 320, la nostra strategia sarebbe stata comunque profittevole e ci avrebbe fatto guadagnare il 35% in 29 giorni! Due probabilità su tre di andare in profitto. Non male vero? L’esempio appena visto riguarda un Bull Put Spread, cioè un Credit Spread rialzista. Il medesimo ragionamento vale anche per il Bear Call Spread cioè il Credit Spread ribassista. Adesso vediamo come si costruisce un Credit Spread e quali sono le sue caratteristiche: il Credit Spread è una strategia a
credito, infatti appena la si apre, il broker deposita sul tuo account un importo pari al premio/credito che la strategia prevede. Il Credit Spread fa parte di quel gruppo di strategie che implica la vendita di opzioni e come per ogni cosa che viene venduta, anche il Credit Spread fa incassare del denaro. Il Credit Spread si costruisce vendendo un’opzione ATM e comprando un’opzione un po’ OTM, sullo stesso sottostante, con opzioni della stessa classe e con medesima scadenza. È una strategia a rischio massimo e profitto massimo limitato. Il profitto massimo è dato dalla differenza del premio incassato dall’opzione venduta con il premio pagato per l’opzione comprata. Il rischio massimo invece è dato dalla differenza tra gli strikes dell’opzione comprata e dell’opzione venduta. Il rischio massimo o perdita massima si manifesta quando il sottostante supera il breakeven point. Il profitto massimo avviene quando le opzioni scadono senza valore, in questo modo incasso il credito massimo della strategia. Un altro modo di incassare profitto si manifesta quando il sottostante si muove nella direzione auspicata, con una certa velocità. In questo caso è conveniente chiudere la strategia subito anche se mancano ancora abbastanza giorni alla scadenza. In questo
modo mi “accontento” di incassare il 70-80% del credito totale, però mi metto al riparo da ulteriori rischi che potrebbero nascere nei rimanenti giorni di vita della strategia. Un’alternativa è quella di modificare o aggiustare la strategia di partenza in una strategia piu’ adatta alla nuova situazione di mercato ma che abbia comunque l’obiettivo primario di ridurre il rischio rispetto al rischio di partenza e magari aumentare la percentuale di profitto. Parleremo di aggiustamenti prossimamente. Vediamo un esempio reale: La Figura, mostra un Bull Put Credit Spread sul Russell 2000 (RUT); come anticipato in precedenza, questo tipo di strategia è chiamato Credit Spread perchè permette di incassare il premio come credito nel momento in cui la si apre. Quando il trade scade, o meglio, le opzioni della strategia scadono in genere tra i 30 e 45 giorni, e se il RUT sta al di sopra di 610, il nostro credit spread scadrà senza valore e noi terremo il credito totale incassato all’apertura del trade che è di $500 (in questo esempio). Apriremmo il nostro credit spread piazzando questo ordine: Sell 10 contracts, RUT 610 strike, January 2006 Put Buy 10 contracts, RUT 600 strike, January 2006 Put O in alternativa: Sell 10, RUT 610 Jan 06 Put Buy 10, RUT 600 Jan 06 Put O in alternativa: 10 RUT Jan 06 600/610 Bull Put Spread
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a cura di Gianrocco Mecca
Il profilo rischio/rendimento è quello rappresentato in figura. Osservandolo si vede che se RUT rimane fermo o sale o comunque rimane sopra il suo breakeven point che per semplicità possiamo prenderlo come lo strike dell’opzione venduta cioè 610, allora la mia strategia mi farà incassare il 100% del credito alla sua scadenza. Per mantenere i 10 Credit Spreads sono necessari $10,000 ($1k necessari per spread) di margine. Per questo particolare Credit Spread noi avremmo dovuto tenere bloccati $10,000 nel nostro account per aprire il trade, ovviamente sarebbero stati “sbloccati” nel momento della chiusura della strategia. Il rischio totale per aprire questi 10 Credit Spreads è di $10k, meno $500 di premio che abbiamo incassato all’apertura 18
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del trade per un totale di $9500. Per calcolare il nostro ritorno sull’investimento (ROI) è sufficiente dividere il premio incassato con il rischio totale, numericamente: 500/9500 = 5.2%. Il Credit Spread rappresentato in figura, è un Credit Spread con il 90% di probabilità. La strategia Credit Spread è una strategia a leva, infatti il Credit Spread del nostro esempio ci permette di guadagnare $500 rischiandone $9500, però noi nella nostra operatività usiamo solo Credit Spreads ad alta probabilità di successo che è pari al 90%. Costruendo e tradando Credit Spreads con queste caratteristiche, siamo in grado di ottenere performances che variano tra il 5% ed il 10% di ritorno sull’investimento su Credit Spreads che durano dai 30 ai 45 giorni. Nella nostra esperienza, tradando Credit Spreads e Iron Condor con il 90% di probabilità, riusciamo ad ottenere un 5%-10%
al mese che su base annua è tra il 45%-65% di ritorno sull’investimento. Statisticamente, i mesi profittevoli sono dai nove ai dieci, sei dei quali vanno in profitto abbastanza “facilmente”. I nostri Credit Spreads saranno invece leggermente sotto pressione dai tre ai quattro mesi e richiederanno qualche attenzione in piu’ per portare la strategia in profitto; infine ci sono dai due ai tre mesi in cui le strategie richiederanno piu’ lavoro e qualcuna di queste può comunque generare delle perdite che mediamente riusciamo a contenere tra il 5% ed il 10%.
Note sull’autore: Enrico Pegoraro, da sempre appassionato di trading, opera su opzioni da 4 anni. Ha fondato CTO Condor Trading Opzioni, la prima newsletter italiana focalizzata su Credit Spreads e Iron Condors. www.condortradingopzioni.it
a cura di Gianvito D’Angelo
Indici azionari:
il Ribasso, dove eravamo rimasti? Era il 26 maggio il giorno in cui scrissi sul nostro sito TradingRoomRoma.it dell’inizio della discesa degli indici azionari, oramai in perenne salita da marzo 2009. Arrivai a questa conclusione quando mi accorsi della formazione del pattern denominato “AntiBreakout” contemporaneamente al taglio dell’oscillatore ciclico. È stato proprio questo, guardacaso:-), il pattern spiegato nel precedente articolo di questa rivista E che riassumerò per gli sfortunati che non hanno potuto beneficiare del ribasso..:-)
Il minimo a sinistra da cui è partito il movimento viene unito al primo minimo di swing che a generato il primo massimo più basso. La trendline così disegnata deve rispettare due parametri: 1. Non deve incrociare i prezzi nel percorso tra i 2 minimi 2. Non deve preferibilmente toccare in altri punti il prezzo (in atre parole non deve essere una trend-line di analisi tecnica)
Se questo si verifica, mi aspetto dai prezzi un movimento (in questo caso verso il basso) proporzionale alla salita, sia da un punto di vista temporale che percentuale, di ritracciamento verso il basso. Come si vede dal grafico, l’ultima volta che l’oscillatore ha tagliato verso l’alto è stato ad inizio ottobre 2010, il taglio attuale dovrebbe quindi segnare l’inizio del movimento di discesa. Come sfruttare quindi a livello operativo questa indicazione suggerita dal grafico? Come sanno oramai tutti quelli che mi seguono in TradingRoomRoma, il consiglio è di non entrare mai in breakout anche se in direzione del trend principale (short), sotto 1250 punti del future E-miniSP 500, ma 20
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su massimi più bassi derivanti da un rimbalzo molto probabile su un supporto importante (1250 punti) dove passa un precedente minimo e la media mobile a 200 giorni.
Ultima nota finale sul future E-miniSP 500..tracciando i livelli di fibonacci tra il minimo di settembre 2010 ed i massimi di maggio 2011 il 38% corrisponde ai livelli di minimo attuali (1250) 1305 (23%) rappresenterebbe ormai una resistenza, dove andremmo a cercare pattern short, mentre il 50% ed il 61,8% sarebbero i target di questo movimento al ribasso.
bene, questo è quel che mi aspetto in questa calda estate del 2011, per i prossimi 2 mesi circa.. penso di essermi esposto abbastanza, in fondo anche questo è un po il nostro mestiere! Buon trading a tutti! Gianvito D’Angelo Trader dal 2001, svolge attività di trading a tempo pieno. Coniuga trading intraday , scalping e formazione in trading room generando segnali in diretta “real time real money” su vari mercati future, oltre ad attività di coaching con chi vuole fare del trading la propria professione. Già atleta della nazionale italiana di taekwondo, pratica da cui ha tratto capacità di concentrazione e disciplina.
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a cura di Carlo Vallotto
La diversificazione La diversificazione. Una regola da non scordare mai La prima regola che non solo ogni investitore, ma ognuno di noi dovrebbe sempre tenere ben presente è che non esiste nulla che sia destinato a funzionare per sempre. E soprattutto nel campo degli investimenti, mai verità è più vera: mai tutto il capitale in azioni, né investimenti immobiliari, né materie prime o oro. Quindi per gestire con successo i propri investimenti è fondamentale una buona diversificazione del rischio del proprio portafoglio. Le commodities in generale e i metalli preziosi in particolare, in questo particolare momento storico stanno offrendo delle performance stellari. Ma non è sempre stato così: tra gli anni ’80 e ’90, nonostante l’inflazione, tutto il settore metallifero subì una profonda flessione delle quotazioni. Tra il 1980 e il 2000, gli immobili residenziali acquistarono va-
lore, i titoli azionari US superarono di 13 volte il costo della vita, i bond del tesoro avevano un rendimento medio dell’8% annuo. E perfino i rendimenti dei conti bancari garantivano un raddoppio del potere d’acquisto. Durante quel ventennio, secondo quanto mostrato dall’indice CRB, il valore del prezzo delle commodity diminuì in modo talmente intenso, aggiustato all’inflazione, che dimezzò. Gli ultimi 11 anni invece hanno invece evidenziato una realtà completamente. Allo stesso modo di quello che era accaduto durante gli anni ’70, il prezzo delle materie prime ha avuto un incremento che ha portato l’indice CRB a triplicare. Il prezzo dell’oro, allo stesso modo, ha continuato a salire, anno dopo anno. Il prezzo degli immobili si è gonfiato e poi è esploso, le azioni non hanno dato significativi profitti (e hanno invece sofferto due
crolli, dividendi compresi) e il rendimento reale sui conti bancari è ormai sotto lo zero. In sostanza, quindi a conti fatti, paragonando azioni, immobili, bond, rendimento conti bancari e metalli preziosi dagli anni settanta ad oggi, nonostante il saliscendi dei prezzi di mercato, risultano maggiormente performanti proprio i preziosi. Quale potrebbe essere una previsione futura? Fino a cinque anni fa le analisi sul mercato dell’oro sostenevano che con l’aumento del reddito delle famiglia, gli investimenti in oro in Asia sarebbero stati sostituiti da altri prodotti finanziari. Secondo il report del World Gold Council, sembra invece che la domanda privata di oro in Cina sia più che raddoppiata negli ultimi cinque anni, se si considera la percentuale dei risparmi lordi delle famiglie. In India, l’acquisto d’oro da parte dei privati durante il 2010 ha toccato il record storico delle 963 tonnellate.
Analista tecnico finanziario con esperienza pluridecennale dei mercati finanziari, valutari e mercati delle commodities, attraverso l’utilizzo particolare di strumenti derivati. Già operatore per diversi Agenti di Cambio e Sim, ha effettuato consulenze per società italiane ed internazionali. E’ Specialist nel mercato delle commodities, con particolare riferimento al mercato dei Metalli Preziosi ed è referente per oro per una primaria società del settore. Consulente Finanziario Indipendente, elabora la pianificazione, la gestione e diversificazione di Portafogli in base alla propensione al rischio. Cura interventi su vari siti e riviste finanziarie dedicati ai Metalli Preziosi, oltre a scrivere articoli di analisi tecnica e fondamentale. 22
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Non solo le banche centrali, o gli investitori occidentali in cerca di un “porto sicuro”: i dati del 2010 dimostrano che la parte del leone è giocata dalla richiesta privata di Cina e India, le due nazioni più popolate al mondo e le cui economie crescono in maniera più importante e più veloce. L’Asia del 2011 vede però un incremento della produttività e della ricchezza delle famiglie, una situazione molto diversa da quella delle economie occidentali di 40 anni fa. La tradizionale predilezione dell’Asia verso l’oro e il crescente po-
tere d’acquisto delle famiglie, suggeriscono però un finale diverso rispetto all’esplosione della bolla dell’inizio degli anni ’80. La crisi del 2007 è stato il punto di svolta per gli investimenti in oro in occidente. Nel 2010, nonostante la crisi in Grecia abbia spinto gli investitori europei (soprattutto tedeschi) a fare incetta di monete e lingotti, la domanda netta di ETF ha avuto una flessione del 45%, se paragonata ai risultati record del 2009.
Durante il 2010, nonostante il prezzo dell’oro in dollari abbia avuto un incremento del 26%, la domanda globale ha avuto un aumento del 9% in termini di volume, toccando il record raggiunto in precedenza nel 1980, quando il prezzo medio all’oncia era di $279 (la media nel 2010 è stata di $1224). Considerando il volume complessivo della domanda di oro fisico, nella prima parte del 2011 sembrerebbe che il mercato toro dell’oro, abbia ancora una lunga strada davanti.
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a cura di Claudio Zanetti
Squadratura Freccia del tempo Dal minimo del 12 marzo 2003 di 20550 di future perpetual e di 20324,04 di FTSE SPMIB40 e fino al massimo del 2007 corrispondente a 43905 di derivato e di 44364 di indice, il Fattore Prezzo impiega 1531 giorni solari o se vogliamo quasi 219 settimane corrispondenti al 61,8% del ciclo biblico di 7 anni denominato tale perchè in 7 anni ci sono 365,2422 settimane ovvero il tempo esatto
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espresso in giorni solari che impiega il Pianeta Terra a compiere un giro completo attorno al nostro astro.
30 luglio 2011 e quel giorno sarà l’ulitmo in cui la massa psicologica è attratta come una calamita da questo valore.
Calcolando lo stesso tempo di discesa dal massimo del 2007 che arriva a 7 anni dal massimo storico del marzo 2000 - il Fattore Prezzo squadra con il Fattore Tempo a 20550 di derivato o a 20324,04 di indice per sabato
Questo sunto deriva dal semplice motivo che la discesa dal massimo del 2007 e fino al pavimento di 20550 arriva in un tempo troppo veloce determinato dal crollo del settembre/ottobre 2008 - a seguito della rottura della trend-
line che sostenva il bull-market generazionale dal lontano 16 settembre 1992 - corrispondente al 38,2% del Fattore Tempo della salita, e crollo che arriva a 7 anni dagli avvenimenti del settembre del 2001. E’ chiaro che la misurazione in questo caso specifico è data dal trascorrere del tempo che essendo una costante universale si basa semplicemente dal calcolo dei giorni. Questo processo si chiama “freccia del tempo” concetto usato in tutti i processi fisici grazie alla simmetria, vale a dire che le equazioni usate per descriverli hanno la stessa forma se la direzione del tempo è invertita anche se la direzione del tempo è univoca. Adottando la scala matematica di WDGann il Tempo corretto per andare da 20550 del 12 marzo
2003 al massimo del 2007 e ritornare poi sul pavimento di 20550 corrisponde esattamente a 7 anni dal bottom ovvero al ciclo biblico di 365,2422 settimane. Infatti a febbraio del 2010 il prezzo quotava a 20550 - differenza di sole 4 settimane - così come alla data d fine luglio, la scala di WDGann pone l’angolo 1x2 che sale dal bottom di lunedì 09 marzo 2009 di 12340 di future perpetual e di 12332 di FTSE SPMIB40 proprio a 20550 - per l’esattezza a 20330 - ed esattamente sul 50% del Fattore Tempo del quadrato del range determinato - sempre in base alla scala matematica del Maestro - dal massimo del 2007 al minimo del 2009 partendo dal bottom di 27 mesi fa. La differenza tra la freccia del tempo e il Fattore Tempo è pari a 72 settimane numero biblico e metà del quadrato perfetto di 144
oltre che numero astronomico per il calcolo del grande anno. Per capire l’importanza di questo numero basti pensare che il settembre del 2001 arriva dopo 72 anni dal top del settembre del 1929 inizio della cirsi conosciuta come La Grande Depressione, oppure come il crollo dell’ottobre del 2008 arrivi dopo 72 settimane esatte dal top del 2007. Soprattutto risulta straordinario come i giorni solari tra la salita dal minimo del 2003 al massimo del 2007 sommati ai giorni di discesa dal massimo del 2007 alla data di fine luglio 2011 corrispondano all’1,618 del Lungo Computo Maya che corrisponde alla quinta era del ciclo precessionale. Infatti un ciclo precessionale è dato dal fatto che la Terra perde 1° grado ogni 72 anni essendo un obloide sferico e moltiplicando pertanto 72 per 360° si ottengono
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25920 anni. Se dividiamo 25920 in 5 ere otteniamo un periodo di 5184 anni pari a 1.893.415 giorni solari. Se dividiamo questo risultato per 1000 - numero essenziale per il calcolo del tempo universale - ecco che abbiamo 1893,415 che moltiplicato 1,6180 - la nostra proporzione divina - arriviamo a 3063 giorni solari esattamente il tempo che partendo da 20550 del 12 marzo 2003 si arriva a sabato 30 luglio 2011. Tale data pertanto darà un importante impulso al mercato e la tenuta dello stesso con conseguente tenuta del livello angolare, potrà portare modalità rialzista al nostro mercato che prenderà corpo su rottura del setup di medio periodo scaduto con il massimo di 22280 di lunedì 02 maggio 2011. A quel punto il mercato sarà al rialzo fino a febbraio/marzo 2012 - scadenza di 36 mesi dal bottom del 2009
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e stesso tempo di discesa marzo 2000/marzo 2003. Viceversa la rottura non lascerà scampo alle quotazioni che presentano il successivo angolo “0” sul bottom del 2009 per settembre/ottobre 2011 enorme setup per il susseguirsi di scadenze importantissime come 30000 giorni solari dal top del 1929, 16 anni dal bottom del 1995 del derivato italiano, 24 anni pari a 288 mesi dal crollo del 1987, 10 anni dal settembre del 2001, 36 mesi dal crollo del 2008 con il Dow Jones Indsutrial Average che presenta due squadrature prezzo/tempo ovvero 10645 angolo 1x1 proveniente dal bottom del 2009 e coincidente con il grande setup del 2006 - conclusione del Fattore Tempo di 24 anni dal minimo del 09 agosto 1982 al prezzo di 769,98 - e stesso tempo che intervalla dal - 20% fatto in un solo giorno nell’ottobre del 1987, e
13470 dato che questo valore è dato dalla stessa gamba di rialzo del bull market ottobre 2002/ ottobre 2007 pari a 7000,20 punti fatto però in metà tempo ovvero 913 (911) giorni solari contro il 1827 di allora. In conclusione dal 30 luglio 2011 sapremo se il bear-trend generazionale potrà attendere per portare il suo obiettivo a 7430 nel 2016 o se invece tale livello sarà raggiungibile già con 4 anni di anticipo e più precsiamente nel 2012 a conclusione delle 144000 settimane da quando è nato il denaro nel 750 A.C. proprio in Grecia la prima che sarà costretta a dichiarare default ma non per questa l’ulitma essendo solo l’inizio di una fase che ci riporterà indietro di 100 anni per intensità di crisi.
BUON TRADING A TUTTI!!!
a cura di Giancarlo Dall’Aglio
Il QE2 sta per finire,
che farà la FED?
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PERLICK
IN CHIARO-SCURO A cura di Carmelo De Luca Elogio alla luce, musa indiscussa della rappresentazione visiva, motore pulsante dell’immagine, mezzo esplorativo dell’operato umano: il nuovo appuntamento presso il Grand Hotel Savoy di Firenze, dedicato all’arte di Andreas Perlick, racconta l’approccio tra questo elemento e l’ombra. Tale dualismo crea sfumature elogianti la vitalità del particolare, l’anima dell’opera, l’equilibrio statico dettato dalla forza del micro sul macro. Le creazioni del maestro rievocano emozioni individualistiche di matrice psicologica, permeate da connotazioni caravaggesche grazie ad una sapiente esaltazione della luce rispetto alla penombra che avvolge il rimanente. Una chiesa, una rampa di scale, un elemento architettonico, vengono immortalati dalle abili mani dell’artista che utilizza la fotografia in bianco e nero per suggellare il trionfo della specificità urbana carpita dal click d’autore sull’interezza imperante nell’operato di molti autori. La dimensione urbana immortalata dagli scatti di Perlick risente della scuola West Cost Americana, Fotoform, Est Europea, elaborata in modo originale grazie ad una crescita professionale incentrata sulla sperimentazione, l’innovazione, l’estro creativo. L’evento fiorentino rappresenta una ghiotta occasione per ammirare opere di delicata bellezza e assaporare gustose prelibatezze presso il ristorante della blasonata struttura alberghiera. Firenze, Grand Hotel Savoy 27 giugno 2011 – 18 settembre 2011
Sara
Dolcissima ragazza ventiseienne, dallo sguardo penetrante e dal sorriso timido. Temperamento di fuoco per un volto da angelo. Stefano Bacci - www.vipiesse-foto.com
a cura di Avv. Carlo Lucarini Manni
Pronto... Avvocato? Quesito N°.1 - Garage - Posso spostare la serranda del garage dal livello interno del muro al livello esterno occupando quindi la soglia? Per una risposta più precisa occorre esaminare il titolo di acquisto e valutare tutte le circostanze del caso singolo. Occorre considerare la portata dell’art.1117 del Codice civile in virtù del quale sono di proprietà condominiale - salvo diverse risultanze del contratto di compravendita - tutte le parti necessarie all’uso comune. Alla luce di ciò si potrebbe considerare di proprietà singola il livello esterno del garage che in relazione alle sue caratteristiche costitutive non è necessario all’uso comune o non è destinabile a spazio comune (cioè non è utilizzabile dagli altri condomini come spazio comune). Quesito N°. 2 - Cassette della posta - La spesa per la sostituzione delle cassette postali, va effettuata per millesimi di proprietà o per numero di appartamenti? La spesa per la sostituzione delle cassette postali va ripartita in parti eguali, per numero di appartamenti. Il criterio di ripartizione in base ai millesimi, fissato dal primo comma dell’articolo 1123 del Codice civile, è frutto di presunzione legale, data la normale impossibilità di determinare le varie differenze dell’uso. L’articolo 1123, primo comma, presume corrispondenti al valore delle proprietà individuali
le cose comuni che sono destinate all’uso delle proprietà stesse. Nel caso del servizio delle cassette postali condominiali, l’uso sebbene discontinuo è omogeneo. Può dunque ritenersi che l’uso sia indifferenziato. Quesito N°. 3 - Pluviali Amministro un condominio nel quale ho un appartamento; poichè necessita sostituire i pluviali delle acque piovane del tetto per non incorrere in ulteriori infiltrazioni, vorrei sapere come va divisa la spesa di riparazione. Le grondaie di scarico dell’acqua piovana sono un opera che serve all’uso e al godimento comune dell’edificio. Le spese per le riparazioni di tali manufatti devono essere pertanto poste a carico di tutti i condomini in proporzione delle rispettive quote di proprietà. Quesito N°. 4 - Danni - Come fare per chiedere al condominio il pagamento dei danni subiti al soffitto del mio appartamento posto all’ultimo piano, danneggiato da infiltrazioni di acqua piovana per occlusione delle grondaie? Il condomino danneggiato ove non abbia già provveduto - deve contestare a mezzo lettera raccomandata A.R. all’amministratore i danni, possibilmente documentati da perizia o preventivo di una ditta specializzata. In caso di mancanza dell’amministratore, la
contestazione va inoltrata ai singoli condomini. Qualora la lettera di diffida dia esito negativo, il lettore dovrà rivolgersi ad un legale di fiducia per l’eventuale azione legale. Quesito N°. 5 - Parcheggio di autoveicoli - Nel mio condominio parecchi condomini hanno due autovetture ciascuno, una nel proprio garage e l’altra parcheggiata sempre nel cortile che è di pochi metri quadrati. Il cortile condominiale così è continuamente intasato di auto parcheggiate e si creano difficoltà anche al passaggio. Cosa può fare l’amministratore? La sosta in modo continuativo di autoveicoli da parte di alcuni condomini nel cortile condominiale lede il pacifico godimento degli altri condomini e la naturale destinazione della cosa comune. L’amministratore nell’ambito dei suoi poteri inerenti alla conservazione della cosa comune potrà regolamentare l’uso del cortile condominiale delimitando l’area destinata a parcheggio delle autovetture. Nel caso de quo, sussistendo conflittualità tra i condomini, è opportuno che l’amministratore convochi l’assemblea perchè questa nella sua sovranità decida in merito, ad esempio prevedendo l’uso turnario del parcheggio e l’identificazione delle zone da destinare a parcheggio. Quesito N°. 6 - Spese ascensore - Nel regolamento condominiale contrattuale è stabilito che le spese TRADING LIVE SHOW
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ordinarie e quelle straordinarie dell’ascensore siano escluse per i condomini del piano rialzato ove io abito. E’ stato rifatto l’impianto e l’amministratore mi ha inviato la spesa in proporzione ai millesimi di proprietà. Chi ha ragione? L’amministratore ha commesso un errore. Infatti stante la clausola del
a conservare tutte le fatture concernenti lavori di manutenzione straordinaria ed ha l’obbligo di metterle a disposizione dei condomini in caso di richiesta in tal senso. In caso contrario sarà tenuto a indennizzare i condomini per eventuali pregiudizi da questi subiti. Quesito N°. 8 - Regolamento
lavori di riparazione al tetto le spese sono state divise in base ai millesimi di proprietà di tutti i condomini. Qualcuno contesta questa ripartizione, affermando che l’onere deve essere tutto a carico dei proprietari delle mansarde. Chi ha ragione? Le spese per la riparazione del tetto vanno ripartite in base ai millesimi tra coloro che hanno proprietà a esso sottostanti. Quesito N°. 10 - Allacciamento all’acquedotto - Vorrei sapere come vanno ripartite le spese per l’allacciamento all’acquedotto comunale (scavi, messa in opera delle tubazioni, materiale e mano d’opera). In base ai millesimi di proprietà (art.1123 c.c. - 1° comma) oppure in parti uguali (art.1123 c.c. - 2° comma)?
regolamento contrattuale di condominio che esonera il condomino del piano rialzato dalla spesa di rifacimento o di ricostruzione dell’impianto dell’ascensore, questi non è tenuto a contribuire a dette spese. Quesito N°. 7 - Fatture lavori Nel mio condominio, da svariati anni a questa parte, abbiamo fatto lavori straordinari costosi. Posso chiedere all’amministrazione le fatture di quei lavori? L’amministratore è tenuto
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condominiale - Possiedo un appartamento in un condominio di 12 appartamenti. E’ obbligatorio avere un regolamento di condominio? Dopo molti anni esso è ancora inesistente. L’articolo 1138 primo comma del Codice civile prevede l’obbligatorietà del regolamento condominiale quando il numero dei condomini è superiore a dieci.
Le fognature, nonchè gli impianti di eduzione e di scarico delle acque, ai sensi dell’art.1117 n.3 del Codice civile sono considerate di proprietà comune “fino al punto di diramazione degli impianti ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini”. Conseguentemente le spese per la loro costruzione vanno ripartite tra tutti i condomini in misura proporzionale ai valori di proprietà espressi in millesimi, ai sensi dell’art.1123 1° comma c.c.. Ovviamente non dovranno contribuire alla spesa i proprietari dei locali sforniti di impianti igienici, come ad esempio le autorimesse o i magazzini.
Quesito N°. 9 - Riparazioni del tetto - Dovendo effettuare dei
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