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LA LOGISTICA DEL PONTE
from N. 218
Alle 21.00 di domenica 22 marzo 2020 si è concluso l’innalzamento del terzo impalcato da 100 metri che ha portato la quota completata del viadotto Polce vera, noto a tutti come ponte Morandi, a 750 metri, circa l’80%. Quello che due anni fa è stato defi nito “11 settembre italiano”, oggi diventa il simbolo della speranza della ricostruzione italiana post-COVID. Parlare di ponte Morandi vuol dire par lare di crolli e ricostruzioni. Il 14 agosto 2018, come tutti ricordano, si verificò un crollo parziale del ponte che causò 43 vittime. A febbraio 2019 ini ziò la sua demolizione, culminata con la diretta dell’esplosione dei due pi loni strallati superstiti il 28 giugno e terminata con la demolizione dell’ul tima pila il 12 agosto. A dicembre dello stesso anno iniziò il cantiere della ricostruzione, affi data a Fincantieri e Salini-Impregilo, su un progetto realizzato dal famoso architetto Renzo Piano. I lavori avrebbero dovuto concludersi a giugno di quest’anno, ma come ha dichiarato Marco Bucci, Commissario per la ricostruzione e Sindaco di Genova “Le lavorazioni vanno avanti. Rispetto al la data di fine giugno ci sono due-tre settimane di ritardo: vedremo se riu sciremo a recuperarle”.
LE CONSEGUENZE Il crollo del ponte ha causato conseguenze economiche e logistiche rilevanti sia per la Liguria, che ha perso la sua continuità autostradale, sia per l’Italia in generale. A essere colpite sono state soprattutto le aziende li guri e ovviamente il porto di Genova che ha visto crollare uno dei colle gamenti fondamentali non solo verso il resto del territorio italiano ma anche verso l’Europa. Secondo Gio vanni Toti, commissario delegato per l’emergenza, le aziende danneggiate dal crollo del ponte sono state 2.058 per un totale di 359,1 milioni di eu ro di danni. Per quanto riguarda il porto, invece, il traffico container ha registrato una crescita pari a zero nel secondo se mestre 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante l’incremento del 5% del primo semestre del 2018. Il trend negativo, ha affermato il presidente dell’Auto rità di Sistema Portuale di Genova e Savona, Paolo Signorini, “è prosegui to nella prima metà del 2019: da gennaio a giugno i container hanno segnato -3% sul 2018. Però in giugno, che è stato il miglior mese di sempre per il porto, è partita la ripresa”. Purtroppo la crisi che stia mo vivendo in questo momento si riflette
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La logistica del
La terza e ultima maxi-campata, che misura 94 metri per 1800 tonnellate di peso, è stata varata domenica 22 marzo.
anche sulle performance del porto: se i primi due mesi del 2020 aveva no fatto registrare un incremento dei traffici che, nonostante la crisi sani taria, rimangono positivi durante tutto il trimestre, già nel mese di marzo si registra una contrazione intorno al 20% nei container, al 15% nei roro e quasi del 100% su cro ciere e traghetti.
Il progetto del nuovo Ponte è stato disegnato da Renzo Piano, considerato uno dei più influenti, prolifici e attivi architetti a livello internazionale.
A poco meno di due anni dal suo crollo, il nuovo viadotto Polcevera è quasi pronto: un segnale di speranza per la ripresa economica di un Paese chiuso dal COVID-19
PONTE di Valeria Di Rosa
IL NUOVO PONTE L’obiettivo della ricostruzione è quello di dar vita a un’infrastruttura sobria e discreta, che sarà realizzata sulla stessa giacitura del Ponte Mo randi, con i necessari adeguamenti normativi alla selezione dell’impalca to e ai raggi di curvatura degli svincoli e delle immissioni. “Questo ponte dovrà durare mille anni e dovrà essere d’acciaio” ha detto Renzo Piano presentando il suo progetto. L’impalcato è realizzato in una strut tura mista di acciaio-cls con un’altezza complessiva della carpenteria metallica di 4,3 m al centro della sezione di impalcato. Sono previ ste tre corsie per senso di marcia in ottemperanza della Normativa vigente per infrastrutture di que sta categoria. Sarà un ponte che guarda al futuro puntando su una struttura a impatto ambientale contenuto: il bordo del ponte sarà caratterizzato da una barriera protettiva antivento su disegno che integra un sistema di approvvigio namento energetico fotovoltaico che produrrà l’energia necessaria per il funzionamento dei suoi sistemi (il luminazione, sensoristica, impianti) sia di notte che durante il giorno.
Ad oggi son stati ricostruiti 900 metri di impalcato sollevato sulle pile in cal - cestruzzo, su un totale di 1067 metri. “Quello che abbiamo fatto in questi mesi – dichiara Pietro Salini, ammini - stratore delegato di Salini Impregilo – è motivo di orgoglio per tutti noi. Oltre 600 persone al lavoro concentrate su un unico obiettivo. Dalla progettazione all’allestimento del cantiere, dalla logi - stica dei materiali alla posa in opera, ogni passaggio di quest’opera è frutto di un lavoro condiviso e di un’organiz - zazione capillare che abbiamo modu- lato sulla base della nostra esperien- za maturata nei più grandi cantieri in giro per il mondo”.
RICOSTRUZIONE E LOGISTICA Il ponte rappresenta un nodo stra- tegico per le connessioni stradali e i trasporti di Genova, della Liguria e di tutto il territorio italiano: con la sua riapertura tornerà a essere disponi - bile una infrastruttura fondamenta- le per il Nord Italia, quella che colle- ga la A10 Genova-Ventimiglia alla A7 Milano-Genova, oltre alla riapertura del collegamento internazionale tra Francia e Tirreno. Non c’è solo il ponte: il “decreto Ge - nova” prevede anche investimenti per il porto, la logistica, la zona franca ur - bana, e prevede importanti opere di viabilità. Già all’indomani del suo crollo si era parlato di una rinascita, per Genova e il suo porto, in una Zona Logistica Semplificata, una zona a regime spe - ciale che, secondo la normativa, può nascere in tutto il territorio naziona - le, dove sorgano porti, retroporti, in- terporti e distripark con lo scopo di promuovere lo sviluppo economico di queste aree. L’Istituzione della Zona Logistica Sem - plificata – Porto e Retroporto di Ge- nova, istituita dalla legge 130/2018, comprenderà i territori portuali e re - troportuali del Comune di Genova, fino a includere i retroporti di Rival - ta Scrivia, Arquata Scrivia, Novi San Bovo, Alessandria, Piacenza, Castel - lazzo Bormida, Ovada Belforte, Di- nazzano, Milano Smistamento, Melzo e Vado Ligure. Gli ambiti di intervento si orienteran - no principalmente su tre elementi: la creazione di nuove attività logistiche
di supporto ai settori commerciali e in- dustriali del porto e il miglioramento delle relazioni tra quelle già presenti; il riordino del ciclo dei controlli, sia in termini di riassetto dei servizi che di semplificazioni, anche documenta - li, producibili attraverso la strumenta- zione a disposizione della ZLS; l’ulte- riore sviluppo di procedure logistiche e doganali evolute che favoriscano la sincronizzazione con i flussi fisici di ri - tiro/rilascio della merce e la riduzione dei tempi di transito e stazionamento della merce in ambito portuale. Secondo le misure previste dalla leg - ge 130/2018, sarà l’Autorità di Sistema Portuale a definire gli interventi infra - strutturali contenuti nel piano straor- dinario delle opere e le iniziative che allevieranno la congestione del tessuto urbano, favorendo il trasferimento di alcune merci dalla strada alla ferrovia. Da febbraio 2020 sono iniziati gli in - terventi urgenti per la ripresa e lo svi- luppo del Porto, finanziati con la legge 130 sull’emergenza del Ponte Morandi. Una serie di opere destinate a modifi - care sia la viabilità portuale sia quel- la urbana e che vedranno la nascita di tre arterie quasi parallele, almeno a doppia corsia, che toglieranno le merci dalle strade e ne snelliranno la mobili - tà senza incidere sul traffico cittadino. A questi lavori si affiancano altre ope - re infrastrutturali, come ad esempio il Terzo Valico dei Giovi, la linea ferro - viaria in costruzione dove correrà l’al- ta velocità che collegherà Genova con Torino e Milano, e da lì con il Nord Eu - ropa. L’opera, realizzata dal consorzio Cociv (ancora una volta guidato da Salini-Impregilo), darà vita a un col - legamento tra il sistema portuale ge- novese e la vasta area del paese che comprende Piemonte, Lombardia e Veneto, dentro la quale viene movi - mentato il 50% delle merci nazionali. Infine, tra i fondi messi sul tavolo dalla manovra Genova ci sono anche quelli per il supporto all’intermodalità e per il sostegno alle imprese di autotraspor - to danneggiate dagli effetti sulla via- bilità del crollo.
IL PONTE E IL SUO INDOTTO La ricostruzione del ponte ha inne- scato un indotto considerevole sia per Genova che per la Liguria. Un indotto legato a diversi fattori:
L’impalcato del nuovo Ponte sarà lungo 1067 metri e costituito da 19 campate.
I NUMERI DEL NUOVO PONTE
l’occupazione diretta del cantiere e le attività a esso legate, quali bar, ri storanti, alberghi e servizi in genere; gli investimenti per i lavori dedicati al porto e a al contratto di direzione dei lavori di Rina Consulting da 14 milioni di euro; i fondi per l’acquisto delle ca se agli sfollati e gli indennizzi per gli interferiti dal cantiere. Basti pensare che negli ultimi mesi nel cantiere del Ponte hanno lavorato circa mille persone, tra operai, tecnici, addetti all’assemblaggio a terra e alle operazioni sugli impalcati in quota e che i cantieri del Terzo Valico dei Gio vi stimano tra 2500 e 4500 lavoratori.
E DOMANI? La crisi economica si rifletterà inevitabilmente sul volume delle merci e di conseguenza su tutto il settore dei trasporti e della logistica: secondo gli analisti di Unicredit, infatti, nel 2020 si registrerà un decremento del 6% del Pil mondiale, seguito poi da un incre mento dell’8,6% nel 2021. L’Europa, in particolare, potrebbe subire un -13% del suo Pil con numeri temibilmente peggiori per l’Italia. Il Ponte però rappresenta un esempio virtuoso di gestione della crisi. I lavori sono andati avanti, nonostante le at tività italiane siano state fermate per contenere la diffusione del COVID-19. “Abbiamo deciso, tutti, di comune ac cordo – ha dichiarato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – che questo ponte dovesse andare avanti perché è il simbolo dell’Italia che ce la fa, ma non solo questo, è anche il simbolo di un’Italia che dovrà essere pronta per ripartire, con tutte le carte in regola. Poi, in concreto, questo pon te è molto importante per la Liguria, per i porti di Genova e Savona, per il turismo, per tutto quello che dovrem mo fare nel prossimo futuro”. In un momento in cui si inizia a ipotiz zare come affrontare la Fase 2 e la riapertura delle attività economiche nel nostro Paese, c’è un esempio felice di buona pratica: Genova ha dimostrato che anche in Italia si può fare presto e bene se si lavora con impegno, com petenza e passione. Il ponte di Genova diventa il Ponte verso un futuro da affrontare come un Paese unito.