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Elena Paparelli
Da posta‌ a post@ Le cartoline ai tempi di internet Prefazione di Claudio Morici
Le virgole. Argomenti 11
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I edizione: dicembre 2007 Copyright © Tunué Srl
ISBN-13 GS1 978-88-89613-33-7
Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento riservati per tutti i Paesi.
Stampa e legatura: Tipografia Monti Srl Via Appia Km 56,149 04012 Cisterna di Latina (LT) Italy
Via degli Ernici 30 04100 Latina – Italy tunue.com | info@tunue.com
Progetto grafico: Daniele Inchingoli Grafica: Marco Milanese Copertina: Roberto Terrinoni
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Indice
Prefazione di Claudio Morici
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INTRODUZIONE La cartolina «edificante» Nella quale si illustra oggetto e scopo del presente lavoro, come anche il motivo che ha spinto l’autrice a svolgerlo.
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II. POUT-POURRI Nel quale ci si sofferma più in dettaglio su alcune cartoline in internet, sia animate sia sta-
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I. CARTOLINA, MON AMOUR Nel quale si tracciano dei barlumi di storia della cartolina seguendone l’evoluzione on line e il moltiplicarsi degli argomenti negli archivi telematici, di cui si forniscono alcuni indirizzi suddivisi per generi. Dalla realtà alla virtualità e ritorno: in rete la cartolina si fa elettronica; attraverso internet si crea non solo uno spazio di compravendita, ma anche un luogo di incontro per far circolare cartoline reali da tutto il mondo. È il fenomeno del postcrossing, erede del bookcrossing formato cartolina.
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tiche, come quelle con finalitĂ sociale, quelle ludiche o quelle molto particolari prodotte dalla mail-art.
III. IL COLLEZIONISTA Forum, chat, newsgroup aiutano a tracciare le conversazioni tipo degli appassionati cartofili e a formulare un identikit potenziale del collezionista di cartoline. Virtuale e non.
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RIFERIMENTI BIBLIO-WEBGRAFICI
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CONCLUSIONI LĂŠvytazioni Dove si congeda il lettore, con una piccola metafora.
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Prefazione
di Claudio Morici*
Invento cartoline virtuali da otto anni, per lavoro. Una volta l’ho fatto per una banca: cliccavi e partiva un test della personalità (concepito in mezza giornata) per scoprire la carta di credito con cui saresti andato d’accordo. Ho avuto come clienti compagnie aeree, scrivendo cartoline animate dove non bisognava mai mostrare «il volo» perché erano da poco crollate le torri gemelle e la gente se la faceva sotto. Cartoline che si aprivano come pacchi postali, per società di spedizioni che volevano modernizzare la propria immagine. Cartoline per vendere cellulari, ADSL, pacchetti vacanze, detersivi, conti correnti. Ma anche tante e-card per ONLUS, associazioni no-profit, per raccogliere fondi destinati ai campi profughi, contro la violenza sulle donne, a vantaggio delle balene o per sputtanare marche che usavano prodotti geneticamente modificati. Una volta ho realizzato una e-card che doveva vendere sé stessa, ovvero le cartoline virtuali brandizzate, e iniziava più o meno con «Ciao, sono una cartolina virtuale, come ti chiami?». * Claudio Morici, web artist, scrittore, copywriter, è nato a Roma nel 1972. Ex psicologo, ha ambientato il suo romanzo d’esordio, Matti slegati (Stampa Alternativa, 2003), in una comunità terapeutica. In seguito ha curato l’antologia Teoria e tecnica dell’artista di merda (Valter Casini Editore, 2004) e firmato sceneggiature di vari web cartoon (visibili su www.gordo.it). Il suo ultimo libro è Actarus. La vera storia di un pilota di robot (Meridiano Zero, 2007).
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Quando ho iniziato a lavorare nelle web agency, nessuno sapeva esattamente cosa fosse una e-card, come dovesse essere fatta, se davvero si potevano fare soldi, se il fenomeno sarebbe durato un anno o altri trenta. Era tutto nuovo e assistere alle riunioni dei grandi capi era interessante: ne sapevano meno di te. L’unica certezza? Avevo cinque-sei secondi a disposizione. Dovevo giocarmi tutto con un’idea che funzionasse bene nella prima schermata, quell’intervallo di tempo nel quale il destinatario, senza starci troppo a pensare, avrebbe deciso se andare avanti o cliccare da qualche altra parte. A volte stavo giorni solo a pensare la prima frase (tanto pagava la bolla della new economy). Perché la rete è velocissima, non è per niente scontato che una cartolina virtuale venga letta, anche se te l’ha spedita un amico. E appunto, un’altra delle poche cose che sapevamo, o almeno in cui confidavamo, era che il destinatario poteva diventare mittente in pochi secondi. Allora era un’ipotesi credibile, ora è un dato di fatto (sebbene molto, molto ridimensionato). Avevamo come riferimento alcuni web cartoon che avevano fatto il giro del mondo. C’era un sacco di entusiasmo e un sacco di soldi: ricordo che le prime e-card brandizzate la mia società le vendeva a 80 mila euro o qualcosa del genere. Molte volte soldi buttati. Ma poteva diventare una specie di paradiso del marketing: grazie all’effetto «viral» il target non solo avrebbe ricevuto il messaggio pubblicitario ma, se la cartolina era molto divertente, avrebbe cominciato a lavorare gratis per noi, inviandola agli amici che a loro volta l’avrebbero spedita ad altri amici, ecc. ecc. Con la cartolina tradizionale questo non era possibile. Te la tenevi nel cassetto, per ricordo. Più era bella la cartolina e più te la tenevi nel cassetto. Su internet invece più ti piace e più la condividi, la «regali», la spedisci nuovamente. Grazie al libro che tieni in mano e a Elena Paparelli, ho scoperto che ci sono anche collezionisti di e-card. Gente strana evidentemente, ma spero davvero che abbiano almeno una delle mie cartoline. E mi si è aperto un mondo, perché io e i 8
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PREFAZIONE
miei colleghi le collezioniamo solo per motivi professionali. Spesso capita di scopiazzare qua e là, quando hai poco tempo o il cervello KO. E a forza di vedere cartoline virtuali abbiamo sviluppato una specie di gusto estetico che credo possa essere simile a quello dei collezionisti. Dietro a una cartolina ben riuscita c’è davvero molto lavoro: grafica, animazione, sceneggiatura, interazione, regia, sound design. In più, un professionista deve saper comprendere i meccanismi virali che stanno alla base del passaparola. Ed è un compito paradossale, perché il bello della rete è che spesso le cartoline più famose sono state fatte da adolescenti «smanettoni», solo per far ridere qualche amico, senza la minima consapevolezza. E c’è tutto un fascino anche per le cartoline davvero brutte e fatte male. Se vedo una cartolina davvero orrenda, certamente la faccio vedere a qualcuno. Sono certo che prima o poi andrà di moda anche il trash su internet. GIF animate del 1998 per gli auguri di Natale, premi per il sito più brutto del mondo, roba del genere. Le frontiere della comunicazione sono un territorio davvero imprevedibile, dove tutto può giocarsi, morire, rinascere, essere nuovo e vecchio allo stesso tempo, così come brutto o bello, inutile o utile. Il libro che tieni in mano parla di questo. E allora mi viene in mente che la scorsa settimana, un mio caro amico mi ha chiesto di spedirgli una cartolina (di carta) dal Messico, dove vivo da qualche mese. Mi chiede esplicitamente di farlo «nel momento più triste e deprimente» della mia permanenza. È una richiesta che fa a tutti i suoi amici e conoscenti in viaggio, fa una collezione di questo tipo. Ancora non gli ho spedito niente, ma sarò molto felice di farlo, uno di questi giorni, chissà. Saluti da Claudio. C.M. Città del Messico novembre 2007
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Avvertenza
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Nel corso del testo si citano numerosi siti internet. Laddove l’indirizzo da riportare sul browser per la navigazione al computer cominci con il consueto «www», la triplice w si è omessa dalla citazione del sito, per praticità, poiché ormai tutti i programmi di navigazione sul web aggiungono www automaticamente. Laddove invece il sito citato non contempli il prefisso www ma invece «Http://», il sito viene citato con tale prefisso, per non ingenerare confusione nel lettore portandolo a riprodurre in modo incompleto l’indirizzo durante le sue possibili ricerche. Infine, dove non diversamente indicato si intende che i siti sono in lingua italiana o inglese. Le visite ai vari siti sono avvenute entro novembre 2007. Per una consultazione perpetua delle pagine che si intende visitare, anche qualora una data pagina nel futuro venga rimossa, è possibile rinvenirla cercandola all’interno degli Archivi di internet (Archive.org), un portale che salva ogni due-tre mesi l’intero world wide web con gli stessi criteri di una biblioteca.
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Introduzione
La cartolina «edificante»
Geogreeting.com: una schermata esibisce al centro, nello spazio di una cartolina, l’intero globo presentato entro un rettangolo di monitor. Sulla sinistra, una strisciolina bianca attende l’iscrizione di un messaggio. Saluti dalla Capitale. Lo spirito campanilistico di ogni cittadino metropolitano si fa strada per segnalare, sulla mappa del mondo, la propria collocazione. Scritta e consacrata in una delle recenti cartoline elettroniche entrate a far parte del vasto archivio della rete. L’ha creata Jesse Vig, un ingegnere del software che, mentre stava lavorando a un progetto sulle mappe di GoogleEarth,1 ha notato come un gran numero di edifici sparsi per il globo abbiano forme di lettere. A tu per tu con la topografia mondiale, l’acuto ingegnere ha realizzato quanto la rappresentazione grafica della superficie terrestre formato pixel si offra ai suoi occhi di nomade esploratore della rete come un abbecedario architettonico spalancato sullo schermo. Dove poter pescare le visioni aeree delle costruzioni che si prestano al gioco della lingua. Da lì l’idea: costruire una cartolina elettronica, in cui il messaggio fosse la combinatoria di edifici-lettera – un collage di panoramiche turistiche asservite al dizionario digitato – e in cui l’atto dello scrivere si accompagnasse alla collocazione del monumento nella cartina. Operazione
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sottolineata da balloon che, insieme a puntellarne la posizione, ne ricordano anche nome e città. Attorno a questa prima intuizione di un creativo solitario si è formata, strada facendo, una piccola comunità di curiosi esploratori di confine, posti all’incrocio fra geografia, informatica e grafica:2 una tribù del bit che si è posta come obiettivo quello di arricchire, armata di pazienza, una nuova scrittura «monumentale», quella che pare proprio intenzionata a riconsegnare, all’esercizio della corrispondenza smaterializzata del web, tutta la sua solidità e la sua attualità. Così, nella virtualizzazione della realtà che tende a fondere, all’interno del suo orizzonte, tutti i luoghi del mondo, la memoria viene rimessa in gioco su scala maiuscola da Vig e dai suoi adepti. La comunicazione informatizzata, con i suoi spazi amorfi e intercambiabili, incrocia un linguaggio iconico che si fa bricolage globale capace di miscelare documento e parola, stringendo insieme riproduzione paesaggistica e carattere grafico nel breve spazio di una cartolina. Un esempio come se ne possono trovare tanti in rete che ben rappresenta la natura della cartolina elettronica. Che, trasmigrata nel web, diventa, per citare Umberto Eco, una piccola «opera aperta», disponibile all’intervento creativo dei ciberutenti e costruita direttamente per lo spazio telematico.3 Questo libro, a distanza di un decennio dalla nascita del fenomeno delle cartoline elettroniche, è appunto un’esplorazione dei siti internet che presentano e-card suddivise per generi. Scritto perché dettato dall’interesse nei confronti di questo strumento di comunicazione a basso costo con più di cent’anni di storia, da sempre familiare perché nato per consentire le sintesi figurative di idee, pensieri ed emozioni consumati nello scambio affettivo delle relazioni personali. E che, grazie a internet, sta conoscendo oggi una nuova storia. Pochi sono stati gli articoli e i contribuiti che hanno cercato di fotografare il fenomeno delle cartoline elettroniche nel suo nascere e nel suo consolidarsi dalla fine degli anni Novanta a 14
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INTRODUZIONE – LA CARTOLINA EDIFICANTE
oggi. L’editoria che tratta il mondo della cartolina è solita affrontare per lo più il rapporto fra il mezzo e i diversi temi che esso ospita secondo l’abitudine dei collezionisti di catalogare le loro cartoline per argomenti. Così, esistono libri che indagano il rapporto fra la cartolina e il fascismo; fra la cartolina e il tema della guerra; fra la cartolina e una determinata città. O ancora cataloghi specifici su cartoline illustrate che riguardano una certa regione o nazione.4 La cartolina elettronica, invece, è più che altro evocata appena a piè di pagina, in qualche nota striminzita. Eppure il mondo delle cartoline elettroniche ha già trovato una sua dimensione consolidata che giustifica un’attenzione più che superficiale o sbrigativa, nonostante che il pianeta internet, per la sua natura magmatica e – oserei dire – poco prensile, ingeneri certo una giustificata ritrosia. Di qui l’intenzione del libro di dar conto di quanto si muove nell’arcipelago di creatività formato cartolina che costella la rete, cercando di andare incontro, innanzitutto, alle esigenze di quei tanti inquieti cacciatori di luoghi, figure, fatti e personaggi spersi e sparsi nel web che nel formato cartolina possono a ragione riconoscere uno strumento utile a disciplinare, a suo modo, il caos discorsivo del linguaggio telematico. Non solo cartoline elettroniche create apposta per la rete, ovviamente. Ci sono anche siti che presentano cartoline cartacee inserite tramite scanner nello spazio della rete. Diversi sono coloro che non hanno resistito alla tentazione di allestire una vetrina web per la loro collezione, da esporre o anche da vendere. Tanto che con il mercato on line di cartoline i collezionisti si sono addirittura decuplicati.5 Sono stimati a migliaia gli utenti che si servono del sito d’aste Ebay per ampliare le loro collezioni tematiche, registrandosi gratuitamente e partecipando all’acquisto in asta. Anche a loro è diretto questo libro, che può essere considerato come un vademecum per l’appassionato di cartoline che voglia farsi un’idea su come internet ha accolto la materia del suo fervido interesse. Il lettore troverà la 15
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presentazione di una discreta parte del materiale in circolazione (Capitolo I): cartoline augurali, paesaggistiche, geografiche, cinematografiche, naturalistiche, donnine, fascismo, aviazione; ma anche musica, personaggi, fiori, militari ecc. Le categorie sotto cui rubricare le cartoline elettroniche sono davvero tante, forse troppe per essere enunciate tutte. Eppure una mappa minima utile all’orientamento va costruita, che prenda anche in considerazione fenomeni interessanti come quello del postcrossing, che sarà illustrato nello stesso Capitolo. Gli utenti di cartoline elettroniche sono oggi in tutto il mondo un popolo variegato. Rispetto alla posta elettronica, il cui uso sembra ormai pervasivo fino all’ossessione, l’utilizzo di e-card è ancora appannaggio, anche in Italia, di un’utenza per lo più giovane, anche se la facilità del suo utilizzo incentiva a questa forma di comunicazione pure i meno smaliziati. L’abitudine a comunicare attraverso questi rettangoli discreti o impudenti si è consolidata attraverso gli anni sulla spinta soprattutto dell’autoproduzione, che rappresenta un tratto tipico delle cartoline on line. La disinteressata ispirazione che le ha generate (di cui si parla ancora nel Capitolo I), sempre più spesso confezionate con immagini pescate direttamente in rete, tuttora non si è affatto estinta. Anzi, nuovi spazi sempre più personalizzati (su cui al Capitolo II verrà fatto uno zoom) vengono ancora creati con esiti talvolta singolari: le sue tante declinazioni sono lo specchio di una comunità virtuale vitale, molti dei cui membri allestiscono siti tematici a essa dedicati. Quel che è certo è che, per il fatto stesso di essere sempre disponibile in rete, l’e-card sfata lo stereotipo del collezionista tipico di cartoline. Quello cioè che tiene custodita la collezione che con infaticabile dedizione si è costruita in una vita, da difendere con i denti e con le unghie da occhi e mani indiscrete. I vari forum, newsgroup e persino blog sul tema (passati al setaccio nel Capitolo III) consegnano al lettore un’immagine del collezionista di cartoline per nulla autoreferenziale. Tanto 16
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INTRODUZIONE – LA CARTOLINA EDIFICANTE
A sinistra: Vcardfree.it – Cartoline virtuali con tantissime categorie. Fra cartoline Per non dimenticare, cartoline di giorni speciali etc. anche cartoline di solidarietà. A destra: Auguri.it – Fra le diverse voci sotto cui sono rubricate le cartoline, c’è anche quella «cartoline per tenersi in contatto».
da avermi autorizzata a scherzarci un po’ su, tradendo nella fattispecie, a denti stretti, il ritratto idealtipico dell’adepto della setta-cartofilia attraverso l’allineamento di Flash caratteriali semiseri sui differenti tipi di collezionisti rappresentati in base al soggetto collezionato. Prima di inoltrarci nei sentieri telematici, sul mondo della cartolina virtuale va fatta una precisazione. Per cartolina virtuale intendiamo sia l’e-card, cioè la cartolina costruita attraverso l’utilizzo di media digitali, sia la cartolina cartacea esposta nei siti internet. Di questa nuova versione di finestra in miniatura viaggiante nello spazio e nel tempo si è ritenuto importante parlare per più di un motivo. Innanzitutto perché la cartolina internettiana è ben rappresentativa delle figure che descrivono meglio l’universo instabile che abitiamo oggi nostro malgrado: quelle dello straniero e insieme del turista, nonché del collezionista di 17
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sensazioni.6 Attraverso le frontiere del ciberspazio lo sguardo, consumato entro la cornice della cartolina elettronica, incrocia repertori sempre aggiornabili: testimonianze che alla funzione tradizionale di documento di un viaggio trascorso affiancano la necessità di riaffermare la presenza di rapporti di prossimità nel mare anonimo della rete. Da risarcimento breve e fulmineo di una fruizione turistica o culturale, la cartolina in internet pare cioè diventare oggi strumento utile a dar sfogo al borbottio che corre attraverso la posta elettronica, rispondendo al bisogno di presentarsi, nel formato cartolina, come soggetto parlante. Facendo forza sulla facilità di tradurre, nel suo spazio breve, idee in oggetti di comunicazione facilmente veicolabili. Niente più che micro-riadattamenti linguistici di quella vorace curiosità percettiva che costituisce l’identikit più tipico del navigatore internettiano; ma sufficientemente eloquenti da farsi piccole soglie di passaggio per perlustrazioni linguistiche insinuate fra le icone del monitor, al di là di ogni feticismo. In secondo luogo, mi è parso intrigante soffermarmi sul tema perché l’interlocuzione misurata a cui invita la posta elettronica incrocia spesso nel formato cartolina luoghi narrativi affatto eccentrici. Figurine e sollazzi vari, scatole narrative che masticano e risputano di tutto e che non possono che stimolare curiosità su quella parte del popolo della rete che vi indirizza la sua passione più o meno archivistica. L’idea di presentare cartoline nel proprio sito per incentivarne il traffico e richiamare pubblicità (espressa talvolta in popup7 tanto improvvisi quanto prepotenti che si spalancano repentini) esce infatti dai confini del marketing per diventare fenomeno anche sociale, consegnando alla cartolina l’arduo compito di farsi uno dei principali terminali di socializzazione dell’universo telematico. Talvolta non disdegnando neppure di offrire il destro alla carica eversiva del gioco infantile, instancabile nel rivendicare la sua vocazione alla sperimentazione come alla novità, incentivando una gaia quanto liberatoria tensione teppistica. Così, i percorsi della cartolina on line si tro18
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INTRODUZIONE – LA CARTOLINA EDIFICANTE
vano a essere perturbati da schegge improvvise e figurine luciferine, intrusive e destinate a suscitare scompiglio, create per lo più in Macromedia Flash, il software che permette di progettare animazioni vettoriali principalmente per il web.8 La conoscenza di Flash o di programmi di fotoritocco come Adobe Photoshop servono certo a mettere in campo e a riambientare, nei monitor di ognuno, la propria fantasia a colpi di clic nel formato cartolina. Ciò, con l’ausilio spesso di software pronti per l’uso che si appoggiano in particolare a ASP9 oppure al linguaggio di programmazione PHP.10 Di software fai-da-te in rete se ne trovano diversi, gratuiti e non11 e così, vuoi per la disponibilità tecnologica, vuoi per la facilità d’uso della stessa, anche la grazia anarchica dell’universo ludico è catturata dal dispositivo cartolina, che ha saputo valorizzare in modo efficace la potenzialità goliardica della comunicazione postale elettronica,12 alimentandola. E facendosi matrice di un linguaggio capace di incentivare smarrimenti o di cementare appartenenze, di disperdere in mille rivoli la comunicazione o di ritrovarne una sua possibile trama. Fra cartoline scherzose e più serie, lo spazio di una comunità virtuale e reale si lascia così piacevolmente irretire dalla libera composizione e scomposizione di parole e immagini analizzate, sezionate, rese trasparenti oppure devianti, con l’obiettivo dichiarato di movimentare di continuo un archivio globale senza gerarchia dei propri materiali interni, che è ovunque in divenire. La cartolina elettronica fa la parte di un piccolo veliero che viaggia sulle rotte dell’istantaneità, percorrendo linee di fuga nei passaggi numerici della rete, rendendosi innesco per la comunicazione, microribalta ed evento che assume significato di per sé. E, da miniaturizzazione di un finestrino che percorreva lo spazio e il tempo, come era nelle prime grandi reti di trasporto e di comunicazione, adesso cerca l’emozione oltre il fantasma dei luoghi. La telepresenza, garantita da una comunicazione postale dove le distanze sono annullate da un semplice clic, fa sì che la cartolina da minuto frammento vagante del linguaggio tele19
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matico sia a suo modo – Vig, incontrato più sopra in questa Introduzione, ne è testimone – una piccola opera-mondo, disponibile a essere persa oppure ritrovata sul filo di uno stupore tutto narcisistico che ne promuove senza posa lo spettacolo. Ogni lettera digitata è, possiamo ben dire fuor di metafora, un intero edificio, in cui abita lo spirito della rete che si è inteso con questo libro avvicinare il più possibile nella linearità circoscritta del suo formato cartolina. Ringraziamenti
I ringraziamenti vanno a tutti gli amici muniti di sacco a pelo che, come promesso, da un viaggio invidiato mi hanno inviato la loro cartolina. Ma anche, anzi, soprattutto a quelli che, almeno una volta, se la sono dimenticata.
Note
1 Google ha lanciato la prima versione di GoogleMap nel gennaio 2005, seguita da Google Earth cinque mesi dopo. Attualmente, le mappe di Google sono più di 50 mila e dalla nascita nel 2005 il programma Google Earth è stato scaricato più di 250 milioni di volte. In aprile Google ha lanciato il programma MyMaps per personalizzare le cartine geografiche attraverso contributi fotografici, audio e video, come già aveva fatto Microsoft nel 2005. Il boom delle mappe su internet è collegato alla diffusione dell’internet su cellulari di ultima generazione, dal momento che nell’esplorazione urbana una piantina su web portatile è molto comoda. Cfr. Renata Fontanelli, «“Cartografomania”, la moda delle mappe lanciata da Google», la Repubblica – Affari&Finanza, supplemento a Il lunedì de la Repubblica, 16 luglio 2007, anno XXII, n. 26. Google Earth ha però destato anche proteste per aver mostrato luoghi del pianeta coperti da segreto come centrali nucleari, zone militari, sedi di governo. Cfr. Anna Lombardi, «Da Washington a Gerusalemme chi vuole oscurare Google Earth», Il venerdì di Repubblica, 26 ottobre 2007.
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2 Nello scambio epistolare consumato in rete la cartolina si confronta con un orizzonte di creatività corale. Si veda per esempio il video collettivo fatto su richiesta di Google dagli utenti di Gmail, il servizio gratuito di posta elettronica da esso gestito, in cui il giro del mondo di una e-mail risulta essere fatto da un collage dei diversi filmati spediti. Il montaggio di frammenti consecutivi narra il fulminante itinerario della mail che rimbalza da uno scenario all’altro, con esiti anche stranianti: Http://mail.google.com/mail/help/intl/it/gmail_video.html. 3 Le prime forme di interattività in cartolina erano piuttosto artigianali e grossolane. Classiche erano le cartoline che presentavano dei fori in cui potevano essere inserite le dita che fungevano da svettanti gambe di ballerine, rappresentate sul cartoncino. 4 Per consultare un elenco aggiornato sull’editoria che riguarda le cartoline, Vaccari.it. 5 Sulla stima dell’aumento dei collezionisti con l’avvento di internet, cfr. Furio Arrasich, L’ABC della Cartolina. Tutto sul mondo del collezionismo cartofilo, Roma, Edizioni Millecartoline, 2006. 6 Cfr. Zygmunt Bauman, La società dell’incertezza, Bologna, Il Mulino, 1999. 7 Un pop-up è una forma di pubblicità sul web. Si ha quando un sito apre una finestra del browser che veicola il messaggio. 8 Flash è diventato uno standard per la distribuzione su internet di animazione, grazie anche alla compattezza del formato, che consente uno scaricamento celere anche attraverso connessioni lente su modem analogico. Prima dell’avvento di Flash, per creare pagine web dinamiche e dotate di animazioni interattive occorreva conoscere linguaggi di programmazione come DTHML o Java. 9 Cfr. Hotscripts.com/asp/Scripts_and_Components/Postcards/index.html e Webmasterpoint.org/script/ASP/download_script_componenti/Invio_cartoline.html. 10 Cfr. Http://php.html.it/script/lista/76/cartoline-elettroniche; Hotscripts.com/ php/Scripts_and_Programs/Postcards/index.html; Webmasterpoint.org/script/ php/download_script/Cartoline_Virtuali.html. 11 Gratuiti o a pagamento, i software di e-card sono da provare per la loro semplicità d’uso. Cfr. Http://mc1soft.com/ecard, Tucows.com/preview/194110, Batch converter.com/ecardsmagic-download-46463.shtml, Greetingcardpro.com, Webli neindia.com/greeting_card_software.htm, Funphotor.com/humor-ecard.html. Siti interattivi che invitano al fai da te: Http://b.muglets.com, Myjanee.com/ tuts/pctext/pctext2.htm. 12 Nel corso della storia delle cartoline elettroniche, si sono avuti anche episodi in cui la goliardia luciferina di cui queste si sono fatte portatrici ha varcato i confini del gioco per diventare qualcosa di più. È il caso del programma informatico Lover Spy, per confezionare cartoline elettroniche; malevolo perché capace di permettere a chi lo gestisce di oltrepassare le difese del PC colpito per eseguire operazioni da remoto.
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I. Cartolina, mon amour Rettangoli invenTati
Nell’accingersi a parlare delle cartoline virtuali non si può che scegliere come mentore di questo percorso l’anomalo postino di Jacques Tati1 del cortometraggio L’Ecole des facteurs (1947). Protagonista un portalettere votato alla continua distrazione nel corso del suo tragitto lavorativo, la cui svagata presenza ci porta ad apparentarlo in qualche modo alla filosofia del tempo che regge la corrispondenza postale telematica. Dove anche la consegna di una cartolina elettronica, inviata in maniera istantanea, può essere frutto di un ozioso vagabondaggio attraverso i tanti siti internet che la ospitano. E su cui il ciberutente è solito rimbalzare. L’utente che viene catturato dalla vasta produzione di cartoline on line finisce in effetti per comportarsi un po’ come il postino di Tati, che nel semplice adempimento di una funzione si sbizzarrisce in mille diversivi, danzando e correndo senza posa con la sua bicicletta. Allo stesso modo, la comunicazione istantanea della e-mail, dando respiro al tempo creativo della ricerca di cartoline elettroniche, che in rete sono davvero tante, consente a chi la compie di sintonizzare i propri bisogni espressivi con i contenuti ricercati secondo il dettato della propria emotività, svincolata da spazi e tempi predefiniti. La possibilità offerta dalla rete, che è quella di essere ovunque tele-presenti, fa infatti sì che lo scambio di sensazioni e pen-
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Jacques Tati. Foto di Robert Doisneau, 1949.
sieri di ogni tipo sia facilitato. In ogni momento. Perché l’originaria vocazione del mezzo cartolina, che è stata quella di velocizzare la corrispondenza, con internet è portata a compimento. L’origine della cartolina di carta
Facciamo però un passo indietro e ripercorriamo la storia della cartolina, la cui origine non è così chiara ed è motivo di dibattiti sempre rinnovati. Occorre tornare a metà Ottocento. Quando Henrich von Stephan, un alto funzionario delle poste prussiane, in occasione della quinta Conferenza postale degli Stati della Confederazione germanica (Karlsruhe, 1865) lanciò l’idea: adottare un cartoncino preaffrancato da inviare senza busta e a tariffa ridotta. L’effetto che l’intuizione ebbe all’epoca dei fatti fu quella di una sconveniente impudenza. Come si poteva esporre in modo così plateale la propria scrittura senza che la ceralacca fosse lì a sigillare e custodire il pensiero? Si trattava di infrangere un 24
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CARTOLINA, MON AMOUR
tabù, quello dello scambio privato fra emittente e ricevente, che nel XIX secolo mostrava ancora una sua rigidità. Alla fine di quel secolo, è vero, le buste delle corrispondenze cominciavano a essere chiuse con le etichette gommate che poi più tardi, agli inizi del Novecento, furono utilizzate anche come decorazione delle cartoline. Più agili della ceralacca, di cui in prima battuta se ne riproducevano le sembianze, certo, ma sempre garanzia di una privatezza riconosciuta come valore inattaccabile in un periodo in cui la posta era il principale mezzo di comunicazione. Tempo pochi anni, la cartolina postale viene però lo stesso alla luce, nonostante pregiudizi e resistenze: il 1° ottobre 1869 è emessa dall’Amministrazione postale austriaca la prima Correspondenz-Karte, una carta economica con un lato destinato al messaggio con lo scopo di aumentare il traffico postale, e sostituire lettere che avevano tariffe più elevate. Sostenuta dal professore di economia viennese Emanuel Hermann, che vi identificò l’opportunità di incrementare i guadagni derivanti dalla posta.2 In Italia il primo intero postale3 apparve il 1° gennaio 1874, un anno prima che fosse ammessa la circolazione internazionale della cartolina postale, che va datata al 1° luglio 1875, con l’entrata in vigore del Trattato dell’Unione Postale Generale. L’importante decisione nazionale dalle nostre parti fu presa in seguito ad attenta ponderazione; la curiosità che essa destò emerge chiara in un articolo del tempo, riportato dal periodico del tempo Nuova Illustrazione Italiana.4 Finalmente col 1° gennaio 1874 avremo anche noi le cartoline postali, tanto desiderate, ed eccovene qua il disegno. Dove c’è il cerchio vuoto, la posta mette il suo bollo di partenza; dopo l’A, voi metterete l’indirizzo; e a tergo potete scrivere anche un’epistola, se avete il carattere minuto, e se sapete scrivere in croce come gl’inglesi […]. Adesso trattandosi di scrivere due righe dietro una cartolina, saremo tutti più esatti, più pronti, ad avvisar la moglie che siamo arrivati, ad accusar ricevuta ad una lettera, 25
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salvo a rispondere più tardi, o accettare un invito, o mandar gli auguri pel compleanno e per l’onomastico, e a rispondere agli associati che mandano dei sonetti.
In Italia la prima cartolina presentava nel lato destinato all’indirizzo il francobollo prestampato con l’effigie di Re Vittorio Emanuele II, la scritta cartolina postale e lo spazio per il bollo. La sua evoluzione nel tempo da un punto di vista grafico si avrà soprattutto grazie all’impulso della cartolina illustrata di produzione privata. Alcune date importanti: è nel 1875 che in Francia vengono autorizzate le cartoline di produzione privata, da vendersi insieme al francobollo. Nel 1870 in Germania si diffondono le gruss aus, cartoline che presentavano una sorta di collage litografici su diversi luoghi turistici. Nel 1889, in occasione dell’Esposizione Universale, viene fatta circolare una cartolina che rappresenta la Torre Eiffel. In Gran Bretagna l’origine della cartolina con illustrazioni incrocia la pubblicità (1872) e a Londra il General Post Office autorizza dal 1° settembre 1894 l’uso di cartoline di produzione privata. Anche in Italia la fine del secolo conosce le sue produzioni di cartoline illustrate. Nel 1895, la prima cartolina postale ufficiale con illustrazioni stampate che commemora il XXV anniversario della liberazione di Roma. Mentre nel 1896 è la volta della cartolina illustrata con gli stemmi italo-montenegrini creata in occasione delle nozze del principe di Savoia di Napoli (il futuro re Vittorio Emanuele III) con la principessa Elena di Montenegro. È all’Esposizione Nazionale di Parigi del 1900 che la cartolina conosce un forte rilancio, incrociando la nascita della fotografia e affermando il suo formato rettangolare come cornice di paesaggi, storia e quotidianità. Il primo Novecento è l’epoca del fiorire delle cartoline tematiche commemorative e pubblicitarie, di quelle «animate» (cioè quelle che presentavano persone, animali e/o mezzi di trasporto), delle missive illustrate che partono e arrivano da ogni parte del mondo. Dalla cartolina postale alla cartolina illustrata c’è stata la nascita 26
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delle cartoline pubblicitarie e commerciali, seguite poi da quelle commemorative, divise in ufficiali, quelle cioè che è l’Amministrazione Postale a emettere, e in semiufficiali private, quelle emesse da organizzazioni o comitati promotori di importanti manifestazioni. Sarà comunque il divided back introdotto in Gran Bretagna nel 1902 a segnare l’ingresso della cartolina nella sua fase moderna: la parte posteriore della cartolina illustrata divisa verticalmente in due parti uguali per l’indirizzo, l’affrancatura e le comunicazioni del mittente permetteva all’illustrazione di avere il suo spazio intero in un lato della cartolina. Nei primi anni del Novecento il divided back verrà adottato in Francia, in Canada, in Germania, in Italia, negli Stati Uniti. Dall’inizio degli anni Quaranta in poi inizierà l’era della fotocromia,5 quella che dovrà fare i conti direttamente, più tardi, con la diffusione free delle cartoline e con lo sviluppo di internet e delle cartoline elettroniche. La cartolina… senza carta
Oggi il panorama delle cartoline sul web – è stato detto nell’Introduzione – sta segnando una nuova età nella storia delle cartoline. In rete, va ricordato, si è soliti parlare di e-card, oppure anche di postcard elettroniche e non di cartoline postali. Quando si parla di cartoline off-line, la differenza fra cartolina postale e cartolina illustrata è che nella prima c’è un’affrancatura prestampata, mentre la seconda ha bisogno di un francobollo. Mentre la cartolina postale è emessa da una autorità postale, la cartolina illustrata è pubblicata per lo più da compagnie private. L’e-card, la cartolina creata usando media digitali, vista la sua matrice non ufficiale è dunque più apparentabile alla cartolina illustrata che alla cartolina postale, e vicina, in una delle sue tante declinazioni, al biglietto d’auguri (in inglese greeting card),6 spedibile attraverso l’e-mail. 27
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Nel web con il termine inglese postcard si fa invece riferimento alle forme più arcaiche di e-card su internet, quelle cioè caratterizzate da immagini statiche utilizzate come illustrazioni. Mentre fra i tipi più nuovi di e-card, oltre alle cartoline animate, contenenti per lo più cartoon costruiti con il software Macromedia Flash, si fa riferimento anche alle talking e-greetings, cioè alle cartoline che ospitano la voce. Meno sofisticate delle cartoline in Flash ma altrettanto diffuse, le animated card sono invece le cartoline che usano JavaScript7 per conferire all’immagine un più rudimentale effetto di movimento. Esistono inoltre le photo e-card, dove può essere inserita una foto in formato JPEG, e le video e-card, che si aprono alla possibilità di inserire dei video personali. La tecnologia al servizio delle e-card si è, insomma, sviluppata e consolidata già da un decennio: era la metà degli anni Novanta quando due ex hippie, Stephen Schutz e Susan Polis Schutz, decisero di creare quello che si è imposto come uno dei principali siti di distribuzione di e-card, Bluemountain.com, con la precisa intenzione di dar forma a ciò che fu definito, nell’ambizione dei suoi autori, come spiritual and emotional center for the web. La coppia, proprietaria della Blue Mountain Arts Publishing Company, editrice di poesia e biglietti d’auguri, sfruttò bene l’enorme potenziale delle loro electronic greeting card, tanto che nel 1998 in rete il loro sito gareggiava con grandi nomi come Disney On-line o Amazon.com. Ancora nel 1999 il sito Bluemontain.com non vendeva niente, ma i milioni di utenti iscritti che gli avevano fatto raggiungere l’apice della classifica dei siti più visitati l’avevano reso attraente anche agli occhi di Excite@Home.8 Parte del successo del sito fu dovuto al fatto che per utilizzare le card occorreva iscriversi al sito per poterle riceverle, così da incrementare il numero dei visitatori. Sia come sia, vista la popolarità che Bluemontain.com era riuscito a guadagnarsi fra il popolo della rete, fu acquistata quello stesso anno da Excite@Home, che puntò sulla nuova risorsa per accrescere il suo traffico. 28
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L’esperienza di Blumontain.com, che poi è stata venduta nel 2001 all’American Greetings, ha svelato l’anima commerciale delle e-card: inizialmente gratuite (ma spesso sponsorizzate dalla pubblicità), la maggior parte di queste si sono rivelate buoni volani promozionali, prestandosi a strategie di marketing, dando forma al bisogno di comunicazione del web, sfruttato all’occorrenza. Come illustra bene Hallmark (Hallmark.com), che già nel 1998 vendeva saluti che presentavano suoni e animazione e invitava gli utenti a iscriversi nel sito segnando il proprio indirizzo e-mail e la propria password, con l’obiettivo di inviare loro in seguito informazioni circa i prodotti e i servizi da essa forniti. Anche le indicazioni che i fruitori di e-card potevano dare indirettamente ai gestori dei siti sulla base delle scelte delle cartoline, rivelatrici del loro stato emotivo, potevano finire così per fornire agli inserzionisti profili di target piuttosto precisi. La valenza commerciale delle e-card fornì un forte impulso alla loro produzione, e siti come 123greetings.com hanno offerto fra l’altro spunti anche a quanti – e non sono pochi – sulla scia del successo dei siti di cartoline elettroniche si dedicarono semplicemente per passione ad allestirne di propri. L’attuale panorama dei siti di e-card è fatto da quelli come AmericanGreeting.com,9 che presenta un ampio ventaglio di offerte, sì da consentire all’utente di decidere se accontentarsi di inviare soltanto le cartoline messe a disposizione gratuitamente oppure di iscriversi (pagando una quota) per avere accesso a tutte quelle proposte; quelli (e sono tanti) dove l’iscrizione non è richiesta ma anche quelli in cui l’iscrizione avviene previo pagamento; quelli come Cartoline.net (nato nel 1999 e motore di una community di migliaia di utenti) dove, pur essendo l’invio di e-card gratuito e aperto a tutti, l’utente viene invitato a registrarsi, per avere un’idea precisa del pubblico di riferimento sì da vendere la pubblicità per sostentare il sito e avviare iniziative di interesse comune; infine, quelli allestiti dai collezionisti o dagli appassionati che propongono la vendita o semplicemente esibiscono le loro cartoline. 29
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A siti molto noti come i sopra citati AmericanGreeting.com, Hallmark.com, BlueMountain, 123Greetings.com, ma anche Yahoo! Greetings Evite (Evite.com) o 00fun.com, se ne affiancano altre centinaia, spesso frutto di iniziativa di privati, che allineano una fitta schiera di argomenti nelle rubriche entro cui le cartoline vengono archiviate. Oggi è possibile tracciare una suddivisione di massima dei vasti archivi telematici seguendo le principali categorie in voga nel collezionismo di cartoline. Ciascun collezionista di cartoline è solito sviluppare infatti un tema su cui raccoglie i diversi pezzi da collezionare. In rete, per selezionare le diverse cartoline presenti nei vari siti, si ritrovano in linea di massima le categorie usate per le cartoline cartacee, ma anche molte altre in più: fiori, gnomi, mestieri, portafortuna, prestiti, sport, umoristiche, uniformi militari, valuta, arte, animali, arte digitale, fantasy, giochi, manga, movie, oceani spazio, veicoli. E ancora: American Safari, jazz, astrologia, barocco, uccelli, bianco e nero, farfalle, danza, design, digital 3D, pesci, cibo, cavalli, cani, insetti, impressionismo, arte psichedelica, puppies, science fiction, alberi, pesci tropicali, montagne, varie.10 Tuttavia, fra le grandi divisioni tematiche ne vanno considerate alcune in particolare. Prendendo esempio dalla traversata del postino di Tati, armati di mouse ne seguiamo dunque di seguito quelle più comuni. Cartoline, anima del commercio Le cartoline pubblicitarie
Le cartoline pubblicitarie in rete sono presenti o come protagoniste di siti aziendali oppure nei siti dei collezionisti. Per chi si dice collezionista, la rete è un vasto mercato dove poter trovare anche delle rarità (uno spazio entro cui rovistare è Cosevecchie.com), perché sul tema cartolina pubblicitaria si può tornare indietro persino a fine Ottocento. Quando la cartolina era per lo più riduzione di manifesti e attirava anche 30
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Cartolina che pubblicizza la decima edizione dell’Heineken Jammin’ Festival. Info su Heineken.it. © Promocard
l’arte di autori come Jules Chéret, Théophile Steinlen, o Henri de Toulouse-Lautrec. Nomi di punta fra i collezionisti che oggi danno prestigio alla propria tematica, come anche l’italiano Gino Boccasile o Marcello Dudovich, insieme a molti altri. La strada percorsa dalla cartolina pubblicitaria, comunque, è accidentata. Dopo la Prima guerra mondiale, per esempio, l’uso di cartoline a fini pubblicitari diminuì. Rinvigorì solo alla fine degli anni Ottanta, con la nascita della prima vera e propria azienda produttrice di cartoline pubblicitarie, la svedese Citrus, che dette avvio a una stagione felice del mezzo piegato a finalità promozionali. La circolazione di cartoline a scopo pubblicitario era ed è tuttora spesso libera e le free postcard hanno incrociato la mano di grandi artisti, piegati a finalità commerciali. In Italia una delle principali agenzie che operano nel settore (più di 500 a livello internazionale sono le società che fanno questo lavo31
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L’enfance d’Ubu (1975) di Joan Miró, in cartolina. L’artista amava rendere vivi gli oggetti, ridestare le cose inanimate. Le sue forme cangianti, pure immobili, pare che danzino. © Distributed by LEM Milano
ro), è la milanese Promocard (Promocard.it), nata nel 1989 e diventata ben presto leader per la qualità del servizio che offre, attraendo inizialmente per lo più aziende del settore beverage ma anche aziende operanti in settori come tecnologia, motori, editoria, alimentari, eventi. Altre agenzie altrettanto importanti hanno conquistato però il loro spazio on line, con siti di grande raffinatezza, come la francese Cart’Com (Cartcom.fr), che seduce lo sguardo del visitatore con una galleria mobile di e-card accompagnate dalla scritta le média complice; la tedesca Edgar Medien (Edgar.de); o l’australiana AvantCard (Avantcard.com.au). Si trovano personaggi pubblicitari protagonisti di cartoline interattive e anche siti di agenzie pubblicitarie, come Bakeka.com, specializzate nell’offrire servizi che puntano sul marketing operativo e sulla pianificazione delle campagne attra32