Burumballa #1

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semestrale. La direzione artistica è “navigata”, ma guida un manipolo redazionale e un equipaggio di autori ai loro primissimi imbarchi. Le parole chiave dell’impresa sono: fumetto - esordienti - originalità creativa. La buffa parola sarda di origine valenciana che abbiamo adottato come titolo della collana, significa “truciolo, fogliame che vola in cielo, qualcosa che ha consistenza minima, fisicamente e culturalmente”. Partiamo dunque dal piccolo, dal leggero che è anche volatile, convinti che il valore della creatività sappia emergere da sé, con forza e naturalezza, senza bisogno di gabbie programmatiche... con quel po’ d’ironia che non guasta. Notizie fresche su burumballablog.blogspot.com

direzione artistica Lorenzo Sartori - Salvo D’Agostino progetto grafico e impaginazione Mauro Garofalo - Giuseppe Rossello impaginazione e coordinamento Caterina Carioti - Giovanni Garattoni

Sangue del mio sangue

Burumballa è una collana di volumi antologici

SANGUE DEL MIO SANGUE

Sangue del mio sangue e r o i s u l l’ a l b e r o g e n e a l o g i c o

EROI SULL’ALBERO GENEALOGICO

La memoria di ogni famiglia conserva grandi o piccole storie, vicende buffe e straordinarie, personaggi romanzeschi. Accedere alla memoria comune, aprire un’indagine in casa, può essere non solo l’inizio di una ricerca delle proprie radici: può disvelare interi universi narrativi. Gli autori di Burumballa hanno risalito ciascuno il proprio albero genealogico, cercando fra le “storie di famiglia” e componendo un assieme di racconti assai vari per tono, respiro e stile: a mo’ di benvenuto ai lettori del primo volume della collana, perché si mettano comodi come a casa.

redazione Stefano Barresi - Matteo Broggi illustrazione di copertina Daniele Pasquetti

€ 12,50

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LA CAMICIA

L’OMO NERO

S T E FANO BARRESI

pag 3

GIANGIACO M O P UCCI

pag 15 L’ULTIMA CASA PRIMA DEL CIMITERO CAT ERINA CARIO T I

pag 27

UNA VOLTA OGNI MILLE MAI LUIGI Z E T T I

pag 47 OLTRE I FILARI DI PIOPPI

NIENTE RIVINCITA

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pag 89

C H RIS T IAN LAT T UA D A

pag 97

IL CASTELLO DI LANDRIANO GIO VANNI GARAT T ONI

pag 127

Sangue del mio sangue

e r o i s u l l’ a l b e r o g e n e a l o g i c o

burumballa

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[volume primo]

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Ecco a voi i nostri trucioli! Cento anni or sono, per l’esattezza il 27 dicembre del 1908, sbarcava il fumetto nel nostro Paese. Il Corriere dei piccoli proiettò intere generazioni di piccoli italiani in una dimensione onirica e sognatrice, variopinta e magica come solo il fumetto – quello vero – sa creare. Burumballa ha l’utopico sogno di balzare con leggerezza dentro al solco tracciato dal Corriere dei piccoli e contribuire alla rinascita di una nuova generazione di folli autori di fumetti. Lo stesso nome lo dice: “burumballa” altro non è che un truciolo o una scheggia di legno in dialetto sardo. E analogamente alla scheggia di legno penetrante e acuminata, le nostre storie vogliono essere frutto del pennino che, disegnando e scrivendo al tempo stesso, scava sul foglio, fino a scalfire il legno del tavolo da disegno. Ecco, le storie che compongono questo volume sono forse leggere come dei trucioli prodotti dallo stesso albero. In questo primo numero, i nostri autori affrontano da varie prospettive la tematica dell’eredità della memoria famigliare. Con il sottotitolo “Eroi sull’albero genealogico” si vuole sottolineare la lignea straordinarietà di ognuna delle nostre storie, come autori e come lettori. Perché, per dirla con Svevo, la vita può non essere meravigliosa, ma di certo è incredibilmente originale. Oggi Burumballa vuole dare spazio proprio a ciò che ancora non si è visto, restituendo ai giovani autori italiani uno spazio in cui esprimersi liberamente, senza le remore di un mercato sempre timoroso verso ciò che è nuovo e originale. Noi non crediamo a chi afferma che “tutto è ormai già stato scritto”, e lo dimostreremo ogni sei mesi con l’imprevedibilità tipica del truciolo, ciascuno con il suo stile, ciascuno con la sua unicità. Ogni numero sarà raccolto sotto il comune denominatore di uno spunto narrativo che unirà le storie e i generi più disparati per mostrare le mille sfaccettature della nostra realtà. In ogni numero saranno pubblicati autori nuovi, sempre esordienti, per non dire mai qualcosa di scontato. In un tempo come il nostro dove la menzogna è liscia come un tavolo da biliardo, forse cominciare scavando qualche buco qua e là attraverso vergate di pennino può forse portarci più vicini alla realtà. O almeno dimostrare quanto la superficie liscia possa pure essere scalfita e produrre qualche piccolo truciolo di imperfezione, di pura umanità. Come burumballa, verrebbe quasi da dire. Per questo numero abbiamo deciso di presentarci a voi raspando dai nostri alberi genealogici alcuni di questi trucioli. Storie di famiglia, cadute dalle labbra di nonni e parenti dentro le nostre teste già piene di segatura. Storie strane, storie diverse, storie che pensiamo possano farvi capire chi siamo e da dove veniamo. Perché in fondo l’importante è partire dall’inizio. Dove andremo a parare, con Burumballa e tutto il resto, ancora non lo sappiamo nemmeno noi. Si vedrà col tempo e con i trucioli dei prossimi numeri. Tunué S.r.l. Via Bramante 32 – 04100 Latina – Italy tel. 0773 661760 | fax 0773 1875156 www.tunue.com | info@tunue.com Finito di stampare nel mese di ottobre 2009 presso: Andersen S.p.A. via Brughera IV - 28010 Frazione Piano Rosa - Boca (NO)

Thomas Villa Grazie a Lucio Iraci, ospite squisito Con il patrocinio della Scuola d’Arte Applicata del Castello Sforzesco www.scuolacastellosforzesco.it

© 2009 Tunué S.r.l. © 2009 degli autori. ISBN-13, GS1 978-88-89613-72-6

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LA CAMICIA

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S T E FANO BARRESI

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Esistono camicie d’ogni genere. Camicie pulite, camicie sporche, camicie stirate, camicie spiegazzate. Camicie dal colletto intonso e polsi gemellati. Camicie con segni di rossetto e bottoni saltati. Camicie da gala, camicie importanti, camicie da stagione e camicie d’occasione. Camicie che fan difetto e camicie su misura, camicie sartoriali, a righe, a quadri, camicie esotiche floreali. Camicie di razza e camicie politiche, camicie da lavoro e da lavori forzati, camicie che raccontano storie e camicie che le nascondono. Camicie che han ricordi e camicie che invece, i ricordi li vogliono dimenticare.

Ho diverse camicie, alcune a righe, altre eleganti, molte sono consumate ma comode. Una in particolare la indosso per pasticciare con tempere e colori vari, non tanto per non sporcarmi, quanto perchĂŠ mi ricorda i grandi pittori. Certo non basta solo la camicia per disegnare bene, ma da qualche parte si dovrĂ pur iniziare.

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Faceva un gran caldo

Sotto il sole, in mezzo ai campi, gli uomini grondavano sudore.

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Ma Toni no, lui non sudava.

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O meglio, non lo dava a vedere.

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è pronto.

Mi do una lavata e arrivo.

Forza a tavola.

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L’OMO NERO

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GIANGIACO M O P UCCI

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- Niente. Solo una gran miseria - mi dice mia nonna. - Si andava per i campi a rimediare da mangiare, il necessario si scambiava più che comprarlo, ci si faceva tutto da sé, perfino il sapone. S’aiuta nella memoria mostrandomi piccole fotografie sbiadite, - la mi’ mamma con me cittina, zi’ Edda, il mi’ cognato... si stava stretti, ci s’aiutava. La sera dopo mangiato, ci si riuniva tutti intorno al “caldano”: noi ragazzetti coi chicchi di granturco a fa’ gli “schiocchi” (pop-corn) e i “torzoletti”, ch’erano la farina dolce di castagne pressata dentro i ditali per il cucito e abbrustolita, eppoi i grandi col bicchiere di vinella e ‘nà fumata di pipa. Si stava a chiacchiera, e c’era sempre qualcuno che ci raccontava una storia...

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L’ULTIMA CASA PRIMA DEL CIMITERO

CAT ERINA CARIO T I

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Questa storia nasce dagli innumerevoli racconti di una zia che amava trascorrere le fresche serate estive narrando aneddoti ed esperienze da lei vissute. Il suo uditorio non era affascinato tanto dai fatti narrati, quanto da come venivano enfatizzati e arricchiti dal gusto della recitazione che questa donna, emancipata e risoluta, riusciva a imprimere alle proprie avventure. E quando lei iniziava uno dei suoi leggendari racconti, io ero in prima fila, bambina curiosa che amava tutte le storie ricche d’avventura e mistero. Oggi che non sono più una bambina, cerco di serbare tutti questi ricordi provando a rivivere, nel fumetto, quelli che più hanno lasciato un segno nella mia memoria. E tra tutte le storie che ascoltai, una in particolare mi impressionò a tal punto da passare molte notti insonni e che al solo pensiero ancora mi fa rabbrividire. La giovane protagonista è originaria della Calabria, luogo che detesta per la sua arretratezza culturale ma dove rimangono le sue radici profonde. A cavallo degli anni Sessanta la ragazza emigra a Roma dove lavora e cerca una vita migliore. Per la vigilia di Natale si sente in dovere di tornare e festeggiare in famiglia, nel paesino sperduto tra le montagne. Il caso vuole che la giovane si ritrovi sola, nel pieno della notte, lungo la desolata salita che porta al paese, tra i lupi e ombre minacciose…

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roma, 1960

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Ciao mamma, sono io‌ Come sarebbe chi??! Sono Ada, tua figlia!

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No mamma, oggi lavoro e non posso partire… vi raggiungerò per Natale!

Uffa, non dipende da me… sì, lo so che la vigilia bisogna passarla insieme!

E ci sono cose più importanti di una Vigilia di Natale….

maledizione mamma, non sono più una bambina!...

prego... è tutto suo...

Mamma, come al solito con te non si può parlare!! Ora devo andare… c’è un idiota qui fuori a cui non interessano le nostre tradizioni… Ciao… Ho detto Ciao!

ma ‘nvedi ‘sta burina!

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buongiorno, signorina.

la giornata è più fiacca del previsto, ho pensato di mandarla a casa!

buongiorno

ma veramente...

non mi ringrazi e buon natale signorina!

Che fortunata che sei!! Quindi torni dai tuoi? Parti subito?

… mmm… non credo! Il natale, puah!... avrei preferito rimanere al lavoro! Ho più bisogno di soldi che di feste con cugini di sesto grado…

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UNA VOLTA OGNI MILLE MAI

LUIGI Z E T T I

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Ubriacarsi con qualcuno può voler dire tanto oppure niente. Per me ha voluto dire tutto. È stato come calpestare un riccio, un male cane. Perché anche se quarant’anni d’età mi separavano dall’uomo che avevo di fronte, la distanza stava solo all’anagrafe. Lui mi parlò da uomo a uomo, e mi parlò di un altro uomo. Mio padre. Affrontando l’argomento in modo spietato e del tutto privo di vie di fuga: uno di fronte all’altro, a guardarsi negli occhi per dritto, ma anche “per storto”... E infatti, al punto numero uno, c’era scritto che gira e rigira molte delle cose si risolvono così... a tavola, uno in faccia all’altro, a sputarsi tutto. Questo è il metodo degli uomini, (lezione numero due...) e se mio padre mi ha visto solo piccolo, con l’altro sono diventato uomo. Ed è di uomini che si parla in questa storia... Due uomini e punto.

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OLTRE I FILARI DI PIOPPI

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La campagna era la tua vita, coi suoi profumi, le sue fatiche. Ogni stagione aveva il suo gusto e i suoi frutti che nascevano dal sudore. E a piene mani, ancora sporche di terra, raccoglievi quello che Dio ti dava e di quello nutrivi te e tutta la tua famiglia. Non so quasi niente di te, nessuno sa quasi niente di te, è passato tanto tempo e non c’è più nessuno che riesca a raccontarmi bene come sono andate le cose. Mamma dice che eri un genio e che alla casa vecchia c’è ancora il tuo diploma, in cui ti elogiavano per l’intelligenza e la disciplina... Forse la mia arte è un po’ anche la tua... Forse è per questo che ho voluto ricordarti, perché un po’ ti sento parte di me. La vita ha tolto qualcosa a entrambi, ma insieme siamo più forti e insieme ci rialzeremo per sopravvivere. Consapevoli che anche il migliore amico è sempre pronto a fotterci. Pace. Tizio 0.32

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Vegno o’pa!

Silvio! Dove sito!

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Do’ sito stà che xé un toco che te ciamo?

Angelo, voto un poco de tegoline?

So na’ a rane o’pa!

Sì grazie, metale vizin al careto...

Un doman te xé ti el paron te tuto quanto.

Parmeso? se pole?

Angeo! varda chi cha x’è vegnu a catarne!

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Madona! a xé un toco ca non te vedo pi’! Be’, cosa feto qua?

Son chi parché go un bagolo da dirte...

Silvio, to’ el capelo e el tabaro de toni, cha ghemo da parlare de afari...

... Cosa te digo...

Alora cosa dito?

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CHI TI CREDI DI ESSERE?

Cioè: la lung a via della p ubblicazion

b lo g .b

lo g s p o t. c o m

e.

esto allora ltezza di tutto qu nsi di essere all’a pe Se i vale, c’è ch ttore e chi mano ti dico: bene! C’è chi cresce do chi al panino, e ge leg a all to non basta. o tat vo Ma anche ques crede di essere o su l gine è lunga e ne e rà te su queste pa rte ultimo, chi sa ch r po pe e e, ch ch via an La ma c’è g, perché blog, il nostro blo nsa la china. osa e inizia in un tic fa sangue scorre de ai segreti o: rti ati eletti ti dic sta per introdu re uno dei fortun paginetta non ba ta es qu Se pensi di esse na esta stessa pagi lla ti vuole e in qu dell’editoria. ni bene, Burumba o. novello autore vie gere il tuo sogn re, manovale o iun tto gg do ra sia me tu e co Ch ti indica già una gran to volume è stata i a trovarci. Comprare ques di dei personagg noi, non è certo n co rd, schizzi e stu e dir or es r Troverai storyboa le i, mossa ma, pe rra e, se vo delle nostre storie sufficiente… irti a noi. un r pe istruzioni ben altro! Burumballa vuole mo nte che, Ti aspettia ! autori strani, ge Vuole originali, le farfalle in testa. insomma, abbia volano in sono leggere e Perché le farfalle cioli! i… e come i tru alto come i sogn

b u r u m b a ll a

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NIENTE RIVINCITA

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C H RIS T IAN LAT T UA D A

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Sono del 1986. 23 anni, quest’anno. A questa età è bene già sapere qualcosa sui propri antenati. Chi erano, cosa facevano, cose così. Se non lo sai è un problema. Bisogna sapere per capire, per conoscere (e per conoscersi), perché le mele non cadono mai troppo lontane dall’albero, anche se quell’albero non lo si è mai conosciuto. Funziona così. A volte è dura sapere. Sapere che non tutti possiamo essere degli eroi. Che è più difficile vivere che sopravvivere. Ma solo una mela che sa può ambire a diventare un albero. Il destino non esiste. Non c’è niente di già scritto, già deciso. Nessuno decide per tutti. Troppo facile dire così. Troppo. I motivi che portano una figlia a non poter conoscere il padre, un nipote il nonno, possono essere tanti. Alcuni molto grandi, molto complessi. Per qualcuno molto importanti. Talmente grandi, complessi e importanti, da apparire immotivati. Motivazioni senza motivo. Questo è il caso.

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I VOSTRI MAGGIORI FRATELLI COMBATTONO, IN QUESTO MOMENTO, PROPRIO IN QUESTE ORE, CON VALORE SUPREMO. ESSI STRINGONO NEL SOLIDO PUGNO, L’ORMAI DECISIVA E FOLGORANTE VITTORIA. E SE LA PATRIA, DOMANI, VI DOVESSE CHIAMARE AL CIMENTO EROICO, PREPARATEVI! I MUSCOLI E IL CUORE!

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PRENDETE ANCHE QUELLO, SVELTI!

NO! NO, VI PREGO!

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NON LO AVETE SENTITO?

VI PREGO! NON POTETE! SONO I MIEI POLLI!

SONO SUOI, I POLLI!

LA PREGO SIGNOR FARINA… TENENTE…HO SOLO QUESTO E DUE FIGLI PICCOLI. COSA GLI DO DA MANGIARE?

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COSA GLI PUOI DARE DA MANGIARE?

ROBINIEEE!!!

PUOI… NH…

… DARGLI … QUESTE… COSA AVETE DA GUARDARE VOI?! EH?

E ORA SPARISCI, PRIMA CHE MI ARRABBI SUL SERIO!

HAI VISTO COSA MI HAI FATTO FARE? EH? GLI DAI QUESTE ROBINIE, AI TUOI FIGLI MORTI DI FAME! HAI CAPITO?

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IL CASTELLO DI LANDRIANO

GIO VANNI GARAT T ONI

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Se siamo ciò che siamo è perché qualcun altro è venuto prima di noi. Questa è l’idea da cui mi è subito piaciuto partire nel momento in cui abbiamo scelto il tema per il volume che state sfogliando e che doveva presentarci a tutti voi. Se siamo ciò che siamo è perché qualcun altro è venuto prima di noi. In famiglia c’è sempre stata fantasia e così il mio albero genealogico è costellato di Giovanni e di Giuseppe, con qualche eccentrico Enrico che sbuca qua e là. Se mi chiamo come mi chiamo e se ho disegnato ciò che ho disegnato lo devo così a chi è venuto prima di me, un altro Giovanni. Un altro disegnatore, un altro architetto… un’altra storia. Se ho scritto ciò che ho scritto quindi è perché non sapevo chi fossi e quando non sai chi sei ti ritrovi in un’aula universitaria a stupirti nel sentir pronunciare da un professore il nome di tuo nonno. Scoprire, ricordare, forse inventare... passato, presente e futuro si fondono e realtà, storia e folclore si intrecciano nelle vicende di una rocca lombarda.

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Shhhhhh!!!

Fate piano!

Io non vedo niente… Ma ho sentito che se ti si attaccano ai capelli non ti lasciano più e…

E allora stattene zitto, no? Cittadino…

La scuola, al giorno d’oggi, la fanno tutti, chi più, chi meno... E lì si sente la storia, quella con la S maiuscola.

Te la lì la tegnöla!

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Ma quando senti un prof che ti parla di Garibaldi e di Cavour e che poi passa alla prima e poi direttamente alla seconda guerra mondiale, perchÊ è giugno e le lezioni sono finite... tutto si mischia.

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E tu non è che capisci bene che tra una cosa e l’altra c’è almeno una vita. Perché è giugno. Tutto è confuso…

Perché davanti a te il tanga della tua compagna di classe scompare tra le sue natiche sode. Perché stai ringraziando la tua buona stella se non sei nato nell’anno di grazia milleottocentoerotti, quando le donne ancora giravano col velo.

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Oggi però solo un registratore, niente scuola.

Nessun prof, nessun tanga e forse per una volta nessuna distrazione... Scusi? Alura?

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semestrale. La direzione artistica è “navigata”, ma guida un manipolo redazionale e un equipaggio di autori ai loro primissimi imbarchi. Le parole chiave dell’impresa sono: fumetto - esordienti - originalità creativa. La buffa parola sarda di origine valenciana che abbiamo adottato come titolo della collana, significa “truciolo, fogliame che vola in cielo, qualcosa che ha consistenza minima, fisicamente e culturalmente”. Partiamo dunque dal piccolo, dal leggero che è anche volatile, convinti che il valore della creatività sappia emergere da sé, con forza e naturalezza, senza bisogno di gabbie programmatiche... con quel po’ d’ironia che non guasta. Notizie fresche su burumballablog.blogspot.com

direzione artistica Lorenzo Sartori - Salvo D’Agostino progetto grafico e impaginazione Mauro Garofalo - Giuseppe Rossello impaginazione e coordinamento Caterina Carioti - Giovanni Garattoni

Sangue del mio sangue

Burumballa è una collana di volumi antologici

SANGUE DEL MIO SANGUE

Sangue del mio sangue e r o i s u l l’ a l b e r o g e n e a l o g i c o

EROI SULL’ALBERO GENEALOGICO

La memoria di ogni famiglia conserva grandi o piccole storie, vicende buffe e straordinarie, personaggi romanzeschi. Accedere alla memoria comune, aprire un’indagine in casa, può essere non solo l’inizio di una ricerca delle proprie radici: può disvelare interi universi narrativi. Gli autori di Burumballa hanno risalito ciascuno il proprio albero genealogico, cercando fra le “storie di famiglia” e componendo un assieme di racconti assai vari per tono, respiro e stile: a mo’ di benvenuto ai lettori del primo volume della collana, perché si mettano comodi come a casa.

redazione Stefano Barresi - Matteo Broggi illustrazione di copertina Daniele Pasquetti

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