
4 minute read
Essere contadine oggi, fra autonomia e tradizioni
Una vita dedicata ai campi, all’azienda e alla famiglia: se un tempo essere contadine significava dipendenza e rinunce, le coltivatrici si mostrano oggi molto più autonome, intrepide e decise.
Antiquata. No, Renate Werth Zublasing non corrisponde a questa descrizione, pur avendo alle spalle 60 anni di vita, di cui 35 di lavoro all’azienda agricola Plattenriegelhof di Appiano Monte. “La figura professionale della contadina è cambiata radicalmente” afferma colei che per dieci anni è stata portavoce delle contadine di Appiano.
Advertisement
L’autonomia
In passato era normalissimo sposarsi con un contadino e ritrovarsi a lavorare nell’azienda agricola del marito: fu così anche per lei nel non lontano 1988. “L’uva e il vino mi hanno sempre accompagnata, fin dall’infanzia”, ricorda la figlia di un cantiniere “ma solo con mio marito ho imparato, da zero, il mestiere.” Una donna che al giorno d’oggi sposi un agricoltore non resta necessariamente a lavorare nell’azienda di famiglia, continuando invece a mantenere il suo lavoro da dipendente o libera professionista. Poi ci sono le giovani che magari si guadagnano da vivere con l’attività agrituristica. “Fanno bene, le donne, a costruire qualcosa per sé”, sostiene questa agricoltrice per passione che, con l’attività di affittacamere, è riuscita a crearsi un suo campo d’azione. Assicura un’entrata, una pensione e un certo grado di indipendenza. Pensiamo solo se dovessimo invece chiedere continuamente all’uomo. Sa dai racconti di altre che “per le donne, una volta, era dura, ma per molte non c’erano altre possibilità.” Se una donna decide oggi di lavorare nell’azienda agricola “devono valere per tutti le stesse regole”, afferma risoluta la Zublasing.
L’attività agricola
“Il bello dell’essere contadina, per me, sta nel poter lavorare all’aperto, in mezzo alla natura”, dice l’appianese. Ed è un lavoro che si protrae tutto l’anno, dal taglio degli alberi e delle viti in inverno, fino al raccolto e alla vendemmia in autunno. “Se si riesce a ottenere un buon prodotto, un prodotto che rende, si riescono a compensare le tante ore di fatica e lavoro.”
Certo, le modalità di lavoro sono cambiate: molte operazioni sono nel frattempo meccanizzate ma “a vendemmiare ci vado ancora volentieri”, riconosce la Zublasing. Nella Stube ricostruita nello stile di una volta, gli ospiti della struttura hanno la possibilità di gustare il vino torchiato nella cantina di proprietà e lo speck affumicato in proprio. La famiglia produce inoltre mosto di mele, marmellate, conserve di ortaggi e mette in tavola le uova delle proprie galline. I prodotti “a kilometro zero” raccolgono sempre più consensi. E anche i mercati contadini sono quanto mai apprezzati.
Le usanze
I krapfen li ama friggere ancora in cucina, anche se dopo puzza tutto di fritto. “È importante rimanere fedeli alle tradizioni. Nei borghi e nei masi agricoli è più facile che in città.” Vero che anche il rapporto con la religione è cambiato, ma certe feste occupano ancora un posto importante. Così come gli abiti tradizionali: “li indossiamo con orgoglio. Un tempo era normale. Oggi lo facciamo per convinzione!” Anche in cucina la Zublasing resta fedele ai piatti della tradizione rustica, preparando i migliori canederli in assoluto, come confermano figlie e nipoti. La presentazione dei piatti può anche essere insolita e creativa, dice la contadina dichiarandosi molto aperta alle novità.
IL BELLO DELL’ESSERE CONTADINA, PER ME, STA NEL POTER LAVORARE IN MEZZO ALLA NATURA.
Renate Werth Zublasing
L’educazione dei figli
Un grande cambiamento è in atto rispetto alla crescita dei figli. Ce ne sono meno, è vero, ma oggi ci sono molti più padri giovani pronti a collaborare in famiglia e nell’educazione della prole. “Anche mio marito cambiava i pannolini, se è per quello” si affretta a precisare la madre di due figlie femmine. Ma la loro educazione era compito delle donne, mentre l’uomo si occupava di gestire l’attività agricola. “Il sabato si lavorava come gli altri giorni. Non l’avevamo libero. I giovani di oggi, invece, ogni tanto se lo prendono.” La vita sotto lo stesso tetto ha vantaggi e svantaggi, ammette. “All’idea di famiglia numerosa occorre abituarsi, imparando ad accettarla.” L’importante è parlarsi e comunicare. In questo modo si riesce ad andare d’accordo anche fra generazioni diverse. “Una volta si tacevano tante cose, causando però molte sofferenze.”
Nelle realtà agricole il rispetto delle tradizioni è ancora importante. Si manifesta, per esempio, tramandando le antiche ricette.
Il costume tradizionale dell’Oltradige è indossato con piacere anche dalle contadine giovani.
La responsabilità
Pesante è oggi il fatto che ci siano dettami e regole per ogni cosa. “Tantissime norme e direttive da rispettare, criteri da soddisfare, controlli da garantire: pare di stare continuamente sotto esame. Analoga è la situazione anche nel campo del volontariato. “Un tempo era un onore prodigarsi per gli altri, mentre oggi è soprattutto una grande responsabilità”, già solo dal punto di vista legale. Occorre davvero essere animati da un grande entusiasmo. Proprio come lei. “Non ci si può mai fermare”, afferma convinta la Zublasing, frattanto in pensione. I giovani agricoltori di oggi sono tutti online, con tutti i dati e tutta la documentazione disponibili sul telefonino. La vita è un apprendimento continuo, significa dare e prendere.
I finanziamenti agricoli
In Alto Adige gli operatori agricoli possono contare su ingenti aiuti. “Senza questo sostegno, molte aziende agricole sarebbero scomparse”, è certa la contadina. Sa dell’invidia e dei dissapori che questi finanziamenti e queste deroghe generano in altre realtà. “La gente tende molto spesso a vedere solo i vantaggi, senza considerare il duro lavoro che c’è dietro”. L’Alto Adige è famoso per i suoi bei paesaggi, per i suoi terreni fertili, per i masi e i poderi ben curati. Proviamo a immaginarci, al loro posto, edifici abbandonati e terreni incolti…
La cultura edilizia
Proprio queste considerazioni spingono la Zublasing a insistere sulla necessità di conservare i complessi storici, alcuni dei quali frattanto posti sotto tutela architettonica. E sull’importanza di farlo malgrado il cospicuo onere finanziario che comporta. Il vecchio fienile della tenuta Plattenriegelhof ospita oggi appartamenti per le vacanze. “Il vecchio va preservato dall’andare in rovina. Un vecchio maso, ristrutturato e ammodernato, è bellissimo”… e tutt’altro che antiquato!
GLI ABITI TRADIZIONALI LI INDOSSIAMO CON ORGOGLIO. UN TEMPO ERA NORMALE.
OGGI LO FACCIAMO PER CONVINZIONE.
Renate Werth Zublasing