Famiglie Trentine N°54

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Poste Italiane S.p.a.

Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art.

1 comma 2 NE/TN Tassa riscossa – Taxe perçue Novembre 2022 n. 54

PERIODICO DELL’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO

personaggio storico alcide de gasperi

museo di luserna la cultura della terra cimbra

20° anniversario del coro citavi

Lago di Tovel Museo di Luserna

unione Famiglie trentine all’estero

Corso 3 novembre 72 - 38122 Trento (TN) Tel. +39 0461 237234 info@famiglietrentine.org

pec: famiglietrentineaps@pec.it

Direttore Responsabile

Pino Loperfido

Comitato Editoriale

Martina Rigon

Giordana Detassis

Simone Marchiori

Patricia Lanzziano Broz

Mauro Verones

Hanno collaborato

Lorenzo Baratter

Alicia Rachel Zanella

Camilla Iovane

Lina Martinez Lanzziano

Nara Deromedis

Fernando Verones

Marta Bernabé

Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 22 del 21/12/2012 - Rivista quadrimestrale dati della testata

pag 3 Editoriale

pag. 4 Personaggio storico: Alcide De Gasperi

pag. 8 Il museo di Luserna, la cultura della terra cimbra

pag 11 Dalla Sede

pag 13 Dalle Diramazioni

pag. 21 Esperienze dall’estero

pag. 29 In cammino in Trentino con Gio

Pag. 32 Le ricette: “Mele in camicia” e “Gulasch Suppe”

Pag. 30 Poesia “Amore”

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EDIToRIALE

di Mauro Verones

Il 24 febbraio 2022 la Russia è entrata con il proprio esercito nel territorio Ucraino. Questo avvenimento che potremmo liquidare superficialmente come una questione locale ha inciso su tutto il mondo. oltre all’ invasione di un territorio straniero stiamo parlando della violazione di gran parte dei precetti di diritto internazionale che hanno garantito dalla Seconda Guerra mondiale uno stato di pace su tutto il territorio europeo.

Questo evento, che ha portato il parlamento Europeo a votare una risoluzione dove si definisce la Russia come Stato terrorista, ha colpito direttamente l’Ucraina, causando morte e devastazione ma ha coinvolto indirettamente anche tutti i paesi del mondo, soprattutto dal punto di vista economico. Non sappiamo quando tutto questo avrà fine, ma la drammatica evidenza è che ormai il pianeta e le persone che lo abitano sono totalmente interconnesse ad avvenimenti che avvengono a migliaia di chilometri di distanza.

In questi giorni si sta celebrando il campionato mondiale di calcio in Qatar e anche in questo caso, un’occasione di fratellanza dello sport è stata un’inevitabile occasione di critica e protesta contro il Paese ospitante in merito alla violazione dei diritti civili universalmente riconosciuti.

Il mondo è sempre più una comunità globale che lentamente, supportata dagli strumenti dell’informazione e dall’influenza delle comunità internazionali, arriverà a riconoscere a tutti i gli abitanti i diritti civili che per noi europei sono ritenuti minimi e basilari.

C’è tantissima strada da percorrere per arrivare a questo risultato ideale ma, solo con l’impegno di tutti coloro che si occupano di moti migratori e di comunità, si potrà costruire un pianeta più equo e solidale tra i popoli.

Pur consapevoli che le piccole associazioni come l’UFTE rappresentano una goccia nel mare, siamo altrettanto convinti che se tutti noi facciamo il nostro lavoro, con passione e chiarezza di visione, riusciremo ad influenzare questo andamento di equità nella qualità della vita di tutti i cittadini. Ecco perché in questo numero vogliamo raccontare un po’ di storia parlando di Alcide De Gasperi, uno dei padri fondatori dell’UE con Schumann (F), Stikker (NL), Van Zeeland (B), Adenauer (BRD), Beck (L), quale costruttore di pace e benessere per tutta la popolazione europea.

Daremo conto poi di quanto troviamo sul nostro territorio e di quello che accade nel nostro piccolo, tra i nostri associati. Si tratta sempre di piccole cose che però evidenziano il nostro ruolo di ponte tra le popolazioni che, pur vivendo a migliaia di chilometri di distanza, mantengono tra di loro un legame di radici collegato alla terra di provenienza, evidenziando lo spirito di convivenza tra le genti e disconoscendo le inevitabili derive nazionalistiche o razziste.

UFTE - Costruttore di ponti di conoscenza e fratellanza tra le genti.

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editoriale

ALCIDE DE GASPERI

a cura di dr. Lorenzo Baratter

Parlare di Alcide De Gasperi significa raccontare le vicende, peraltro note, di uno dei protagonisti della storia contemporanea trentina, italiana ed europea. Nato a Pieve Tesino nel 1881, studente all’Università di Vienna, fu fin da giovane studente animatore e protagonista della scena politica, sociale e culturale della sua terra.

Cercheremo qui, in queste poche pagine di elencare alcuni aspetti della biografia di questo personaggio, perciò che tali vicende rappresentarono per la storia locale ma anche per la grande storia.

Trentino, profondamente cattolico, prima cittadino austriaco e poi italiano, antifascista, padre della democrazia repubblicana italiana e uno degli ispiratori dell’Europa unita, De Gasperi fin da giovanissimo rappresentò la sua terra, il Trentino, allora austriaco, nel parlamento austriaco, dopo essere stato eletto in Val di Fiemme.

Successivamente esponente del Partito Popolare Italiano, fu coraggioso avversario del regime fascista, a causa del quale subì varie violenze e l’emarginazione politica e sociale durante tutto il Ventennio. Capo provvisorio dello Stato dopo il referendum del 2 giugno 1946 e primo Capo del Governo dell’Italia Repubblicana; infine uno dei fondatori dell’Unione Europea.

Il padre era un gendarme tirolese originario di Trento, mentre la madre, Maria Morandini, era nativa di Predazzo. Dopo avere frequentato il Liceo “Prati” di Trento, fu studente alla Facoltà di Lettere presso l’Università di Vienna, dove si laureò nel 1905. Successivamente divenne giornalista presso il quotidiano “Il Trentino”, di cui fu in seguito anche direttore, impegnandosi in prima per-

sona per la causa dell’autonomia della sua terra.

In quegli anni prese parte attivamente alla vita politica del tempo, abbracciando le idee del Partito Popolare Trentino, organizzazione politica di ispirazione cristiano sociale, di cui nel 1911 fu eletto segretario. Inoltre, nelle elezioni parlamentari austriache del giugno di quell’anno fu eletto deputato a Vienna, mentre l’anno successivo, a pochi mesi dallo scoppio del primo conflitto mondiale, fu eletto anche rappresentante del Trentino presso la Dieta Tirolese di Innsbruck.

Vale la pena ricordare l’opera assai preziosa compiuta durante tutto il primo conflitto mondiale dal De Gasperi, il quale fu in ogni

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il personaggio
1911 De Gasperi ai tempi del Parlamento di Vienna

modo accanto al popolo trentino nella tragedia bellica. In particolare egli si fece carico, con grande impegno e passione, del destino delle decine di migliaia di trentini finiti profughi nell’Europa centrale ed orientale (BoemiaMoravia), denunciando presso le autorità austriache le condizioni spesso drammatiche in cui questi cittadini si trovarono ad affrontare gli anni del conflitto.

Ottenne, in quegli anni, un incarico ufficiale da parte del governo austriaco a questo scopo. Quando il Parlamento austriaco tornò nuovamente attivo, De Gasperi intervenne ripetutamente anche in quella sede per evidenziare con forza le difficoltà in cui riversavano i profughi trentini.

Terminata la guerra, annesso il territorio trentino al Regno d’Italia, De Gasperi proseguì la sua azione politica aderendo al Partito Popolare Italiano, fondato poco tempo prima da don Sturzo. Nonostante l’iniziale voto favorevole dei popolari al primo governo Mussolini, già nella primavera del 1923 vi fu una netta presa di distanza dal capo del fascismo.

Con la progressiva costituzione del regime fascista e il crescere delle violenze contro gli oppositori alle idee mussoliniane, la situazione per il politico di origini trentine si fece sempre più difficile, tanto che nel marzo 1927 venne arrestato con la moglie alla stazione di Firenze e accusato di tentato espatrio clandestino per motivi politici. Condannato nel successivo processo a quattro anni di carcere, venne graziato nel 1928.

Da quel momento in poi egli si trovò in progressiva difficoltà, non avendo più nemmeno un lavoro: fu solo grazie all’impegno del vescovo di Trento Mons. Endrici che egli poté essere assunto presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, dove prestò servizio durante tutto il periodo del regime. Seppur in modo clandestino, all’inizio degli anni Quaranta riprese l’attività politica affiancato da molti personaggi che, negli anni a venire, sarebbero diventati esponenti di primo piano della futura Democrazia Cristiana e uomini chiave nelle principali istituzioni della Repubblica Italiana.

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1927 De Gasperi incarcerato dal fascismo

Con la fine del fascismo e il ritorno alla libertà, per De Gasperi fu il momento della rivincita, l’occasione per mettersi in gioco in un momento difficilissimo per l’Italia sprofondata nelle macerie e nella miseria dopo la secon-

da guerra mondiale. Come presidente del Consiglio si trovò a dover affrontare il delicato destino del Paese che, dopo il referendum del 1946, cessò di essere Monarchia per diventare Repubblica. Sempre nel ‘46 il popolo italiano premiò la Democrazia Cristiana come prima forza politica in seno alla Costituente, l’Assemblea chiamata a scrivere la carta fondamentale del nuovo Stato.

In quegli anni De Gasperi ebbe un ruolo fondamentale nel dare credibilità all’Italia, collocandola, rispetto alla logica della contrapposizione fra Usa e Urss, convintamente all’interno del blocco occidentale.

Fu protagonista delle trattative di pace con gli Stati vincitori e del successivo Trattato di Pace, all’interno del quale, come è noto, furono poste le condizioni anche per la futura autonomia del Trentino-Alto Adige/Südtirol.

Anni decisivi, in cui la tensione politica in Europa era palpabile e la contrapposizione tra Unione Sovietica e Stati Uniti, con due visioni profondamente diverse del mondo, si stava palesando, condizionando anche la scena politica dei singoli Paesi europei, compresi quelli del blocco occidentale; nel caso ita-

6 il personaggio
1948 De Gasperi parla alla folla a Trento 1952 De Gasperi Presidente della Ricostruzione.

liano il Partito Comunista Italiano cercava, in ogni modo, di imporsi e deviare il corso della storia in chiave filo sovietica.

Nel 1947 De Gasperi riuscì ad ottenere un importante prestito economico dagli Usa, aiuto che si rivelò di fondamentale importanza per la ricostruzione dell’economia del Paese. Anche questo aspetto condizionò senza dubbio le elezioni cruciali del 1948 nelle quali la Democrazia Cristiana e il blocco social comunista si contesero il destino dell’Italia. In quella fase furono cruciali sia il ruolo della Chiesa Cattolica, sia le notizie che ripetutamente sconvolsero la società civile italiana rispetto alle violenze sistematicamente perpetrate all’interno dei regimi comunisti instaurati nell’Europa orientale.

Gli ultimi anni di vita di De Gasperi, che si sarebbe spento nel 1954, furono anni estremamente intensi, caratterizzati da un lato

da grandi inquietudini che attraversarono la società e l’economia italiana post bellica e dai segnali di ripresa, ma anche dalla concretizzazione di alcuni sogni che fecero di De Gasperi un visionario, a partire dalla sua profonda convinzione circa l’importanza di costruire una vera integrazione europea che fosse garanzia di pace e prosperità per l’intero continente. Aspirazione che si manifestò, concretamente, in una serie di azioni che posero davvero le fondamenta di quell’Europa unita che oggi è una realtà affermata e sotto gli occhi di tutti.

De Gasperi fu gigante nel giornalismo, nella politica, nelle istituzioni e la continua evocazione del suo nome, della sua storia personale e delle sue azioni ne è viva testimonianza.

A cura di dr. Lorenzo Baratter storico e già consigliere provinciale

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I padri fondatori dell’UE Schumann (F), De Gasperi (I), Stikker (NL), Van Zeeland (B), Adenauer (BRD), Beck (L).

il museo di luserna, la cultura della terra cimbra

Il Centro Documentazione Luserna è una Fondazione onlus costituita nel 1996, avente finalità di ricerca, sviluppo, raccolta e valorizzazione di testimonianze storiche. Esso organizza mostre annuali destinate ad un vasto pubblico dedicate a temi di carattere storico, naturalistico, etnografico che integrano le sale museali permanenti. Il Museo da anni cerca di mettere all’attenzione dei propri fruitori (negli ultimi anni, escluso il periodo pandemico ancora in corso, mediamente circa 12.000 presenze da marzo a novembre) temi di particolare interesse storico/etnografico. Realizzato un quarto di secolo fa (nel 2021 sono stati celebrati i primi 25 anni di vita) il Museo svolge attività divulgativa su temi legati principalmente al territorio trentino e alpino.

L’aspetto didattico è cruciale per il Centro Documentazione Luserna: tutti gli eventi, nel rispetto del rigore scientifico e qualitativo, hanno un taglio divulgativo, in grado cioè di intercettare prevalentemente famiglie con bambini e trasferire/restituire in modo adeguato le varie tematiche affrontate. Elevata è la qualità dei contenuti e linguaggio divulgativo sono garanzia di successo e di valore aggiunto al sistema culturale. La struttura museale è costituita da sezioni permanenti e da sezioni che vengono ogni anno attualizzate. Le sale permanenti sono le seguenti: comunità cimbra di Luserna; merletto a fuselli; metallurgia preistorica; fauna degli altipiani; alfabeto della Grande Guerra; sala dedicata al ritorno del lupo; centro visitatori fortezze degli Altipiani; casa Museo Haus von Prükk; pinacoteca Rheo Martin Pedrazza.

Quasi tutti i pannelli della mostra sono forniti di testi in 4 lingue, (cimbro, italiano, tedesco, inglese) con possibilità (su richiesta) di visite guidate anche in lingua cimbra, italiana, tedesca, inglese, francese.

Il Museo gestisce anche la Casa Museo Haus von Prükk, ricostruzione di una tipica casa cimbra tradizionale, la Pinacoteca Rheo Martin Pedrazza, il Forte Werk Lusérn. Durante il 2022 sono state pianificate, progettate e realizzate diverse esposizioni, che hanno richiesto un notevole sforzo organizzativo. Ne riassumiamo qui alcune.

La mostra “Di Arbatn. Mestieri di un tempo”

L’esposizione è stata concepita attraverso una serie di pannelli atti a documentare i

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musei

mestieri di un tempo “prendendo in prestito” gli occhi (fotografia) e la penna (testi) di alcuni interpreti della storia. L’iniziativa ha voluto anche attirare l’attenzione delle più giovani generazioni verso il tema della manualità e dell’artigianato, illustrando alcune particolari tipologie di attività professionali del passato che potrebbero essere attualizzate.

La mostra “Etnogame. Indovina l’attrezzo”

Quando parliamo di “materiale etnografico” intendiamo tutto ciò che ha un utilizzo nella vita e lavoro umano, quindi utensili, macchine, oggetti di arredamento tipici dell’attività artigiana e contadina. Possono essere semplici utensili, oggetti comuni, ma anche macchinari ingegnosi, funzionanti e efficacemente produttivi. Si è pensato di selezionarne un certo numero – scegliendo quelli più particolari e meno noti al “grande pubblico” – per realizzare, in un’apposita sala nella mansarda dell’edificio, un gioco etnografico (Etnogame) attraverso il quale i visitatori, in una sorta di percorso/quiz, devono indovinare quale era la funzione esatta di ogni singolo oggetto esposto.

percorso espositivo alla Lince europea (Lynx Lynx) e al gatto selvatico (Felis silvestris silvestris) che, insieme, costituiscono il gruppo dei felini delle Alpi.

La lince europea o eurasiatica è un carnivoro appartenente alla famiglia dei Felidi, genere Lynx. In origine, circa 4 milioni di anni fa, i primi esemplari di lince si ritiene fossero comparsi nel continente africano. Distribuito in seguito su gran parte dell’emisfero settentrionale, l’animale si sviluppò quindi in numerose sotto specie: nella lince rossa (Lynx rufus, detta anche bobcat) in Nord America, nella lince iberica (Lynx pardinus) in Europa e nella lince eurasiatica (Lynx lynx) nel continente asiatico.

In seguito la lince eurasiatica colonizzò l’Europa, dove sostituì la lince iberica su gran parte dell’area, ad eccezione della penisola iberica. Nel tardo Pleistocene, la lince eurasiatica si espanse anche nel Nord America, dove andò ad evolversi nella lince canadese (Lynx canadensis), la quale oggi abita le regioni di tundra e taiga del sub-continente nordamericano.

La mostra “Felini delle Alpi”

La mostra “Felini delle Alpi” è stata realizzata a compimento di un ciclo di mostre realizzate negli ultimi quattro anni aventi per oggetto lo studio della presenza (e talvolta del ritorno) dei grandi predatori. In questo senso è parso fondamentale dedicare uno specifico

Le due specie presenti in Europa sono la lince eurasiatica e la lince iberica (o pardina). La specie eurasiatica, che è oggetto principale del percorso espositivo “I felini delle Alpi”, vive attualmente nelle Alpi, nei Carpazi, nei Balcani, in Scandinavia e in alcune piccole aree dell’Europa centrale (la lince iberica vive invece solo in limitate aree della Spagna sud occidentale).

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In Italia la lince ed il gatto selvatico (Felis silvestris silvestris), rappresentano gli unici felini autoctoni presenti attualmente e storicamente sul territorio. Un esemplare di lince è presente anche in Trentino (si tratta di un maschio giunto nel 2008 dalla Svizzera e denominato con la sigla B132). La lince viene considerata un animale totemico, detentore di antichi misteri. Veloce, silenzioso e mistico. Rappresenta, quindi, la capacità di vivere al di là dei paradigmi e di superare le barriere imposte dalla materia. La lince, dotata di una incredibile vista, nel corso dei secoli ha dato luogo a diverse leggende. Molti popoli credevano, infatti, che essa potesse vedere oltre i monti e i mari. oppure che il suo sguardo rappresentasse la incessante vigilanza di Dio sugli uomini. In alcuni casi la Lince è stata associata anche a entità demoniache.

Quanto al gatto selvatico, anch’esso oggetto del percorso espositivo, la sua presenza è ampiamente documentata nell’area alpina e dolomitica. Si tratta di un animale oggetto di numerosi studi (per quanto riguarda l’area dolomitica vi è un gruppo di lavoro che da sei anni sta studiando una popolazione di gatti selvatici nella zona del bellunese).

Il tipo di habitat di questo animale è caratterizzato da boschi misti, boschi ripariali, nella macchia mediterranea, lungo i margini delle paludi e delle coste (evitando montagne molto alte, coste esposte e habitat agricoli e urbani).

I gatti selvatici, come evidenzia il Wwf, sono sempre stati minacciati per il commercio della loro pelliccia: “Più di recente questo commercio è diminuito anche se in alcuni Paesi è ancora una minaccia costante. In India si stima una riduzione del 90% del proprio habitat. Gli individui che si avvicinano alle abitazioni, possono restare uccisi per aver fatto irruzione in allevamenti di pollame o dai cani domestici. In Europa, le minacce includono la frammentazione degli habitat, l’esposizione a sostanze chimiche agricole tossiche e la trasmissione di malattie da parte dei gatti domestici. Da studi recenti risultano altre due nuove minacce per il gatto selvatico, infatti è spesso vittima di incidenti stradali e sta subendo una forte ibridazione con i gatti domestici con perdita dell’identità genetica”.

Il percorso espositivo è stato installato nella grande sala mansarda, all’ultimo piano del Museo. Le due specie di felini, la lince e il gatto selvatico, hanno due spazi dedicati e separati, pur dentro un insieme omogeneo di informazioni.

Il percorso conferma il criterio espositivo già adottato nelle precedenti mostre, ovvero con l’esposizione di più animali tassidermizzati, dentro una suggestiva scenografia naturale, secondo i criteri già testati negli anni e molto apprezzati dai visitatori.

musei 10

attività della sede centrale

vIsITA DI MArCELA MUrgIA LAMAnnA

Gradevole visita alla nostra sede, è venuta a trovarci la dott.ssa Marcela Murgia Lamanna, presidente della Società italiana di Resistencia e Consultrice della Calabria in Argentina.

Siamo stati onorati di trovare una persona innovativa alla ricerca di una collaborazione responsabile e dinamica, un’occasione veramente memorabile per rafforzare i legami con la nostra associazione, visto che nel marzo 2019, durante la visita in Sud America del presidente Mauro Verones e del nostro consigliere Massimo Carli, era stato firmato un Accordo di amicizia e fratellanza tra l’Associazione Italiana di Resistencia e l’UFTE, Unione Famiglie Trentine all’Estero, nelle persone di Margarita Bussolon referente nel Chaco e presidente della Famiglia Trentina di Resistencia e di Marcela Murgia Lamanna presidente dell’Associazione Italiana di Resi stencia, presso lo Chalet Perrando. Speriamo di riprendere nel 2023 i progetti sospesi a causa della situazione covid e del le limitate risorse economiche che affliggono la nostra istituzione.

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FAMIgLIA TrEnTInA PAChEr, DEPTo CEnTrAL ALTo PArAnà, PArAgUAy

Visita ufficiale della dott.ssa Luz Figueredo Kamm, presidente della nostra Famiglia Trentina Pacher, Depto Central Alto Paranà,

Luz insieme alle sue figlie Gabriela e Marcela hanno trascorso un bel momento di condivisione di esperienze, di associazionismo presso la nostra sede.

FAMILIA TrEnTInA EM sAnTo AnTão, BrAsIL

Visita oficial do Engenheiro Jeancarlo Zor tea, vice- presidente de nossa Família Tren tina em Santo Antão, Brasil .

Jeancarlo junto com sua esposa Lilian Krindges Zortea e sua filha Maria Clara passaram um bom tempo em nossa sede, compartilhando experiências e organizando

12 dalla sede

dalle diramazioni

A cura di Patricia Lanzziano Broz

IL Coro CITAvI CELEBrA IL sUo vEnTEsIMo AnnIvErsArIo di Fiorelo Zanella

Il Coro CITAVI - Coro della Comunità degli Immigrati Trentini dell’Alto Vale do Itajaí è stato fondato il 30 novembre 2001, con il grande obiettivo di fondare nel Rio do oeste l’unico coro di montagna a quattro voci maschili esistente al di fuori della Provincia di Trento. Fin dall’inizio, il Coro Citavi è formato da cantori che vivono nelle città di Rio do oeste, Laurentino, Rio do Sul, Taió e Salete, tutti membri di associazioni trentine, legate all’Associazione Trentini nel Mondo e all’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Per questo motivo, queste due associazioni hanno un forte legame con il Coro Citavi, non solo dandogli un sostegno istituzionale, ma anche collaborando finanziariamente alle sue attività culturali. Tutto questo sostegno culturale è stato possibile grazie all’incentivo della Provincia Autonoma di Trento, che fin dall’inizio ha sostenuto la fondazione del Coro Citavi, promuovendo la venuta dei cantori del Coro Valbronzale di ospedaletto, diretti dal maestro Riccardo Baldi, per insegnare ai cantori brasiliani a cantare a quattro voci i canti di montagna, e all’incentivo dato personalmente da Stefano Brichetti, all’epoca consigliere

dell’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento.

oggi il Coro Citavi ha già raggiunto diversi traguardi che lo distinguono non solo nel territorio brasiliano, ma anche al di fuori di esso. Nei suoi 20 anni di vita, ha già gemellato con il Coro Valbronzale, di ospedaletto, Trento, ha forti legami di fratellanza con i cori trentini Caré Alto e Soldanella, è iscritto alla Federazione dei Cori del Trentino, ha già realizzato due esibizioni in Argentina, ha effettuato una tournée in territorio italiano nel 2013, quando ha avuto l’onore di cantare durante la Messa nella Basilica di San Pietro in Vaticano, e rappresenta ufficialmente la Provincia Autonoma di Trento e il Coro Valbronzale in America Latina.

Per tutti questi motivi, il Coro Citavi si stava preparando a festeggiare il suo ventesimo anniversario il 30 novembre 2021, ma purtroppo in questa data non è stato possibile commemorare l’evento a causa della paralisi delle attività dovuta alla pandemia che ha colpito il mondo intero. Il consiglio direttivo e i membri del Coro Citavi si sono preparati a fondo per commemorare il ventennale con le seguenti iniziative: concerto musicale del Coro Citavi, produzione di un video commemorativo, inaugurazione della galleria dei presidenti e dei direttori, creazione dell’archivio storico del Coro Citavi, edizione di un libro storico del Coro Citavi, consegna degli Attestati di onore al Merito a tutti i cantanti ed ex cantanti che hanno fatto parte e partecipato al coro in questi 20 anni e cena di festa al Ristorante Raulino Depiné.

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dalle diramazioni

Nel febbraio dell’anno in corso, il Coro Citavi è tornato in attività e per questo ha programmato un evento commemorativo da celebrare con la presenza della popolazione dell’Alto Vale do Itajaí. L’evento è stato programmato per il 10 settembre 2022, a Rio do oeste, sede del Coro Citavi, tutte le attività previste si sono svolte con effettivo successo.

Il momento culminante delle celebrazioni è stato senza dubbio l’apertura dell’evento con un bellissimo concerto organizzato da Allan Girardi Rossa, direttore del Coro Citavi, che ha deliziato il selezionato pubblico di cento spettatori che ha hanno emozionato con l’otto canzoni di montagna cantate con la sonorità e l’armonia dei quattro gruppi di voci. Un altro momento significativo è stato la presentazione del video commemorativo dei 20 anni del Coro Citavi, che ha visto le testimo nianze di personaggi importanti del panora ma regionale e della Provincia di Trento, sia quelli che hanno partecipato alla fondazione del Coro Citavi sia quelli che oggi sono le gati all’italianità e alla cultura di Trento. Tra le persone che hanno partecipato alle testimo nianze c’è anche Mauro Verones, presidente dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Anche l’Unione delle Famiglie Trentine all’E stero ha avuto un ruolo esclusivo in questo evento, avendo collaborato finanziariamente

sia per rendere possibile la realizzazione del video commemorativo sia per coprire le spese sostenute per l’inaugurazione della galleria dei presidenti e dei direttori che hanno diretto il Coro Citavi fino ad oggi. I festeggiamenti per il ventennale del Coro Citavi non si sono limitati alla serata di festa del 10 settembre 2022. Il presidente del Coro Citavi, Fiorelo Zanella, lancerà entro la fine dell’anno il libro “CORO CITAVI: una perla trentina in Brasile”, di sua paternità, che servirà a valorizzare tutti i momenti storici vissuti dal coro in questi 20 anni. Secondo l’autore del libro, “i fondi raccolti con la vendita del libro saranno utilizzati per un nuovo viaggio che è in fase di programmazione per il settembre 2023, quando il coro Citavi sarà in provincia di Trento, invitato a partecipare ai

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FAMIgLIA TrEnTInA - MEssICo

IL BAMBIno Co E DI CAFFÈ

e che forse poteva andare a prenderne un altro.

C’era un piccolo villaggio lontano tra le montagne, che si chiamava Kaffa, i cui abitanti adoravano un seme a cui davano il nome di caffè, in onore del nome del loro villaggio, poiché riuniva a un certo punto della giornata le famiglie e a volte l’intero villaggio per assaggiare un po’ di questa bevanda. Gli abitanti del villaggio si prendevano molta cura del loro seme, molto grande, che forniva loro una bevanda così amata; questo seme con la sola acqua si trasformava in una bevanda squisita, lanciando un aroma distinto che rendeva tutti felici e in pace; gli abitanti lo avevano nella piazza del paese in una bella fontana e così durante il giorno o la notte andavano a bere la loro tazza di caffè

Un giorno il seme improvvisamente appassì e non c’era più caffè, e tutti si preoccuparono e si rattristarono, quel giorno arrivò un vecchio, il più anziano del villaggio, che era il nonno di un ragazzo che stava sempre in piazza e che si chiamava Jorge, e cominciò a raccontare la leggenda di un dio che aveva dato il seme al villaggio perché non fosse pieno di cuori cattivi e perché le famiglie rimanessero sempre unite e felici, il nonno disse che questo dio si trovava nella montagna più pericolosa

Gli abitanti erano terrorizzati e nessuno voleva andare sulla montagna, ma Jorge, il nipote del fiordaliso, un ragazzo molto coraggioso, disse che sarebbe andato a recuperare la felicità della gente, che non dovevano essere in ansia perché avrebbe fatto tutto il possibile per riportare il seme, tutti lo presero come un gioco, deridendo e ridendo di quel commento e subito andarono nelle loro case e mormorarono che era impossibile passare per quella montagna così alta e piena di pericoli. Jorge viveva in una casa alla periferia del villaggio con il nonno e una donnola di nome kopi, il suo animaletto domestico, il suo migliore amico. Jorge amava il caffè, era un ragazzo birichino ma audace, molto coraggioso e sempre felice.

ogni giorno aiutava il nonno a lavorare nel forno che per molti anni e di generazione in generazione la sua famiglia aveva curato e lavorato, portava e vendeva il pane nel suo cesto per tutto il villaggio, dopo aver venduto il pane amava andare nel suo posto preferito che era la fontana con il suo amico kopi; Jorge è molto disponibile, amava aiutare e per questo era sempre disposto a sostenere gli altri e non ci pensava due volte ad andare a cercare il seme.

Il nonno gli disse che credeva in lui e che ce l’avrebbe fatta, ma prima di andarsene gli diede una tazza, Jorge gli chiese a cosa servisse e il vecchio gli disse che quando

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dalle diramazioni 16

sarebbe stato in difficoltà doveva metterci dell’acqua e bere. Jorge era molto felice ed entusiasta e parti accompagnato dal suo animale domestico.

Così, il ragazzo si mise in cammino e iniziò a scalare la montagna; dopo un po’ di tempo che camminava e che tutto andava bene, si accorse che c’era una fitta foresta di alberi giganti che erano quasi infiniti, e in quella foresta il vento era molto forte, e le radici degli alberi erano come muri, così il ragazzo non poteva passare, George pensava e non riusciva a pensare a nulla, finché non osservò che Kopi si teneva a delle foglie giganti che erano state soffiate dal vento, quando George tagliò una di quelle foglie afferrò Kopi e con l’aiuto del vento volò via e quando fu in alto vide una grande pianura con un fogliame molto grande, il ragazzo non ci pensò e lasciò andare la foglia per cadere in quel grande fogliame e proprio come aveva teorizzato le foglie attutirono la caduta. Quando Jorge si alzò si accorse che Kopi cominciava a sentire uno strano odore, il ragazzo vide Kopi ansioso e impaurito e cominciò subito ad accarezzarlo, finché entrambi non sentirono un grande tremore alle loro spalle, Jorge vide con timore che si trattava di un verme gigante, in quel preciso momento si ricordò che suo nonno gli aveva detto che si chiamavano polli e che vivevano in montagna e che quando si strofinavano contro qualsiasi parte del corpo provocavano un grande e inspiegabile bruciore e dolore, Jorge era terrorizzato e cercò di scappare, ma si rese conto che si trovava in cima all’albero più grande della foresta e quindi non aveva altra scelta che affrontare il temuto animale; la gallina iniziò a inseguire il duo, Jorge e Kopi iniziarono a correre finché Jorge non vide

delle liane, prese Kopi e saltò verso di esse, usandole per scendere, Kopi capì e si lasciò andare, ma per evitare di essere d’intralcio, afferrò una corda con le sue zampette e iniziò a correre giù. Quando arrivarono in fondo, Jorge avanzò di qualche passo e finalmente riuscì a uscire dalla foresta e a lasciarsi alle spalle il pollo gigante; si stava facendo buio così George decise di accamparsi, accese un fuoco, trovò delle prugne su un albero e le mangiò, salì su una piccola collina che aveva una grotta in cima e lì passarono la notte. Jorge si sedette fuori dalla grotta e guardò il suo villaggio in lontananza e notò che la gente stava bruciando qualcosa, pensò che forse stessero cercando un modo per far rinascere il seme, ma in realtà gli abitanti del villaggio avevano dimenticato l’amore e l’amicizia e si odiavano tutti, c’erano furti e molte discussioni; nessuno si ricordava di quel ragazzo né molti credevano in lui, solo suo nonno credeva in Jorge.

Dopo aver visto la sua gente, entrò nella grotta triste ma allo stesso tempo motivato ad andare avanti, con alcune foglie si fece un tappeto e si mise a dormire. Il giorno dopo continuò il suo cammino verso le montagne più alte, mentre saliva Kopi correva e correva, Jorge si chiese perché, e lo chiamò, Kopi ignorò il suo richiamo, con questo Jorge sospettò che qualcosa non andava e proprio come pensava, incontrarono una grande farfalla monarca e si fermarono, Siccome erano già stanchi, Jorge pensò di salire sulla farfalla, che fu gentile e lo lasciò salire, e così riuscirono a percorrere un lungo tratto di montagna, ma la farfalla non poté salire oltre perché doveva tornare indietro, così proseguirono a piedi.

Dopo un po’ di tempo di arrampicata, Jorge

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iniziò a sentire dei tuoni e si affrettò a cercare un riparo, quando iniziò a piovere Jorge iniziò a correre e prese Kopi e se lo mise in spalla, Jorge notò che l’acqua aveva uno strano tono, in quel momento il ragazzo trovò una piccola grotta e senza esitare vi entrò e quando entrò notò che Kopi iniziò a bere da quell’acqua; Dopo un po’ Kopi si sentì male a causa di quella strana acqua, Jorge prese Kopi tra le mani e proprio quando stava per uscire dalla grotta cadde in un buco profondo, e andò a cadere in una specie di tempio con dei disegni segnati sul muro, a Jorge sembrarono persone che bevevano caffè, ma dall’altra parte c’era un altro muro con delle iscrizioni che sembravano istruzioni su come coltivare una specie di pianta che dava fiori bianchi, Jorge era disperato e, nel tentativo di uscire, lanciò un sasso verso il muro. In quel luogo c’era un disegno in cui apparentemente alcune persone stavano bevendo del caffè, che gli ricordava la tazza che gli aveva regalato il vecchio nonno, ma aveva bisogno di acqua per farla funzionare. Jorge si rattristò fino a quando non sentì un rumore di gocciolamento all’interno della grotta, cercò di individuare il punto in cui si trovava, fino a quando non si rese conto che era dietro un muro e che per passare doveva abbatterlo, dopo di che iniziò a cercare un modo per farlo, molto stanco, Stressato e angosciato da tutto quello che era successo e sul punto di arrendersi, si accorse che nel muro c’era un buco a forma di coppa, così, a corto di opzioni, mise la coppa proprio in quel punto e questo fece sì che il muro si aprisse e, prima che si aprisse del tutto, prese la coppa; dietro il muro c’era una grande, luminosa e bellissima fontana d’acqua con un colibrì in cima, Jorge corse a riempire la tazza d’acqua e la diede a Kopi che aveva già perso molto colore, quando l’animale la bevve e proprio come aveva detto il nonno, Kopi si riprese in un attimo e Jorge fu felice di vedere il suo compagno in salute; fortunatamente per il duo c’era una scala per uscire e Jorge dedusse che il luogo dove era stato era una specie di tempio del caffè, quando uscirono si misero subito in cammino perché erano vicini alla cima, mentre saliva-

no sentivano un odore di caffè e quindi erano ansiosi di arrivare; Jorge guardò di lato e vide il suo villaggio e mentre lo guardava notò che molte case erano distrutte, così pensò subito che la gente era impazzita dopo non aver bevuto il caffè e affrettò il passo.

Dopo una lunga camminata di ritorno al villaggio, vide tutto devastato, persone che si insultavano a vicenda e rubavano dappertutto, il che rese Jorge molto triste, ma salì sulla fontana e iniziò a raccontare a tutti gli abitanti delle sue scoperte e di come avveniva il processo di lavorazione del caffè, all’inizio tutti risero, ma il nonno si avvicinò e fu grato per ciò che il nipote aveva ottenuto.

Dopo aver parlato con la gente, riuscì a calmarla e a convincerla ad ascoltare Jorge, così gli abitanti si tranquillizzarono e insieme a lui seminarono il grande seme, lo innaffiarono con acqua e lo curarono per un po’ finché non crebbe seguendo le istruzioni che Jorge aveva dato loro.

Una volta cresciuto il cespuglio, Jorge prese i chicchi, li tolse dalla buccia, li lavò e li mise ad asciugare. Dopo qualche giorno, quando i chicchi furono secchi, li tostò e poi li macinò e preparò una quantità di caffè sufficiente per tutti, e tutti rimasero stupiti e felici del gusto e dell’aroma della bevanda e di vedere che Jorge era riuscito a riportare la pace e l’amore nel villaggio.

Dopo pochi mesi tutti i membri del villaggio si sono riuniti e adesso sanno come coltivare, curare, raccogliere e lavorare il caffè. Avevano già molti cespugli e li curavano anche. Il villaggio era stato ricostruito, le famiglie andavano a lavorare nei campi di caffè sempre unite come una famiglia sola. Bruno Zilli gasperin Testo e illustrazioni

18 dalle diramazioni

FAMIgLIA TrEnTInA - PArAgUAy

Corso DI LIngUA ITALIAnA

A sAnTA CLArA, PArAgUAy

Il sabato 8 ottobre abbiamo avuto il piacere di riprendere il corso di lingua italiana a Santa Clara, finanziato dalla Società Dante Alighieri (sede di Roma) e con il sostegno dell’Unione Siciliana del Paraguay e dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero.

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Famiglia Trentina Pacher, presidente Luz Figueredo Kamm Dpto Central, Alto Paranà, Paraguay Unione Siciliana del Paraguay Società Dante Alighieri Studenti a Santa Clara. Prof. Letizia Gini, Consultrice della Provincia di Trento Uruguay- Paraguat

FAMIGLIA TRENTINA DELLA FRANCIA

Incontro della Famiglia

Trentina della Francia

un’occasione per evocare vecchi ricordi di giovinezza a Saint-Étienne o in vacanza in Vallarsa, ma anche per conoscere, da coloro che sono

recentemente tornati, i cambiamenti avvenuti nella Valle.

Gerard Piazza

aprendizados inestimÁ alÍcia racHel zanella

Meus antepassados trentinos, de sobrenome Filippi, partiram de Albiano por volta dos anos 1870, e agora, em 2022, após muitos anos, tive a oportunidade de vir para Trento, numa localidade chamada Covelo, onde estou requerindo a minha Cidadania Italiana. Desde que cheguei aqui, no final de março, vivi muitas experiências novas e, com a passagem da primavera para o verão, percebi as paisagens mudarem, assim como o meu modo de ver o mundo.

Lembro do momento que cheguei em Covelo, era fim de tarde, o sol se punha e pintava todas as paredes de laranja. Os campos com o capim seco, os galhos das macieiras sem nenhuma flor ou folha, parecia uma pintura degradê em tons de marrom e alaranjado, foi mágico, e eu não poderia pedir por uma recepção mais triunfal.

Logo na primeira semana, conheci um lugar muito importante para mim, Albiano, a terra natal da minha família, cenário de tantas histórias “de sti ani” que meu nonno contava... tais histórias que foram passadas de geração em geração. o momento foi ainda mais especial, pois pude vivê-lo junto com a minha mãe.

Albiano é um comune bem pequenino e charmoso, lá caminhamos pelas ruas, tomamos um café, encontramos com pessoas, inclusive com um senhor que, coincidentemente, também era Filippi. Foi, com

mo é gigante e belíssimo, e bem em frente a ele está a Fontana di Nettuno, Deus dos

D e s d e m u i t o p e q u e n a s o n h o e m c o n h e c e r a I t á l i a , c a m i n h a r p e l a s s u a s r u a s h i s t ó r i c a s , c o n h e c e r o s p o n t o s t u r í s t i c o s e e x p e r i e n c i a r a v i d a n e s s e p a í s

A a b u n d â n c i a e m h i s t ó r i a , s u a r i c a c u l t u r a e p a i s a g e n s d e s l u m b r a n t e s s e m p r e m e e n c a n t a r a m a l é m d a i d e i a d e c o n h e c e r m a i s s o b r e m i n h a s o r i g e n s

E n t ã o e s s e a n o p u d e f i n a l m e n t e r e a l i z a r o s o n h o d a p e q u e n a A l í c i a , e t e r u m a e x p e r i ê n c i a d e v i d a ú n i c a a q u i n a r e g i ã o d o T r e n t i n o

B o m m e c h a m o A l í c i a R a c h e l Z a n e l l a e t e n h o 2 1 a n o s E u s o u b r a s i l e i r a d e s c e n d e n t e d e t r e n t i n o s p o r p a r t e m a t e r n a e d e v ê n e t o s p o r p a r t e p a t e r n a

M e u s a n p a r t i r a m e m 2 0 2 2 , p a r a T r e n e s t o u r e q D e s d e q m u i t a s e p r i m a v e r a m u d a r e m L e m b r o d d e t a r d e , l a r a n j a O m a c i e i r a s p i n t u r a d m á g i c o , e m a i s t r i u n L o g o n a i m p o r t a n t f a m í l i a , c e n o n n o c o g e r a ç ã o e s p e c i a l , A l b i a n o é c a m i n h a m e n c o n t r a m q u e , c o i n c e r t e z a u

21 esperienza dall’estero
A L Í C I A R A C H E L Z A N

c o m u n e d e u m a c i d a d e m i s t u r a n d o C a s t e l l o d e l d e T r e n t o o m f r e n t e a e l e o s M a r e s d a s e u f a m o s o e r a c o m o s e d a n a a t u a l u ç õ e s e v i a s n e a : c r i a n ç a s e n g r a v a t a d o s u s p a t i n e t e s c l e t a c o m a s b a r a m d e s e r t o o b s e r v a r a o c a l t e m p o a s p e q u e n a s u i t a s v e z e s , v e r s o s c l i m a s r a n e v e e m d e j u l h o , q u e a d a s d e s e u s o n s t a n t e d o s z a T r e n t i n o M o n t e G a z z a , o d a a r e g i ã o , u d o t ã o l i n d o m a j e s t o s a s a l i d a d e s c o m e s v e r d e s d e g o s d e V a l l e e s m e r a l d a e p a r a í s o !

c o m u n e d e u m a c i d a d e m i s t u r a n d o C a s t e l l o d e l d e T r e n t o , o m f r e n t e a e l e o s M a r e s d a s e u f a m o s o e r a c o m o s e d a n a a t u a l u ç õ e s e v i a s n e a : c r i a n ç a s e n g r a v a t a d o s u s p a t i n e t e s c l e t a c o m a s b a r a m d e s e r t o o b s e r v a r a o c a l t e m p o a s p e q u e n a s u i t a s v e z e s , v e r s o s c l i m a s r a n e v e e m d e j u l h o q u e a d a s d e s e u s o n s t a n t e d o s z a T r e n t i n o M o n t e G a z z a , o d a a r e g i ã o , u d o t ã o l i n d o m a j e s t o s a s a l i d a d e s c o m e s v e r d e s d e g o s d e V a l l e e s m e r a l d a e p a r a í s o !

O c o n v í v i o c o m a s p e s s o a s é

u m a e x p e r i ê n c i a à p a r t e t e m

s i d o u m a a v e n t u r a d i á r i a a p r e n d e r a v i v e r e m u m a

c u l t u r a t ã o p a r e c i d a c o m a q u e

e u c o n h e c i a , e a o m e s m o t e m p o

t ã o d i f e r e n t e N o p r i m e i r o

m o m e n t o d e s s a j o r n a d a , t i v e a

O c o n v í v i o c o m a s p e s s o a s é u m a e x p e r i ê n c i a à p a r t e , t e m s i d o u m a a v e n t u r a d i á r i a a p r e n d e r a v i v e r e m u m a

c u l t u r a t ã o p a r e c i d a c o m a q u e e u c o n h e c i a , e a o m e s m o t e m p o

c o m p a n h i a d a m i n h a m ã e , o

q u e f o i u m p r e s e n t e , p o i s p u d e m o s c o n h e c e r v á r i o s

l u g a r e s e c r i a r m u i t a s m e m ó r i a s

t ã o d i f e r e n t e N o p r i m e i r o m o m e n t o d e s s a j o r n a d a , t i v e a c o m p a n h i a d a m i n h a m ã e , o q u e f o i u m p r e s e n t e p o i s p u d e m o s c o n h e c e r v á r i o s l u g a r e s e c r i a r m u i t a s m e m ó r i a s

j u n t a s M a s a p ó s o p e r í o d o d e t r ê s m e s e s , e l a r e t o r n o u a o B r a s i l E e u , e n q u a n d o a g u a r d o m i n h a c i d a d a n i a s e r r e c o n h e c i d a , p e r m a n e ç o a q u i

j u n t a s M a s a p ó s o p e r í o d o d e ê l

Mares da mitologia romana, este que carrega seu famoso Tridente (em Latim: tridentum, que era como se chamava a cidade romana localizada na atual Trento). Nas entranhas dessas construções e vias históricas, acontece a vida contemporânea: crianças de mochila indo à escola, homens engravatados voando para o trabalho em cima de seus patinetes motorizados e moças passando de bicicleta com as cestinhas forradas com flores que acabaram de ser compradas no mercatino. É muito bonito observar a vida acontecendo, estar em um local tempo suficiente para perceber todas essas pequenas coisas, são momentos que, por muitas vezes, passam

E s s a m u d a n ç a d e r e a l i d a d e p o r m u i t a s v e z e s é a s s u s t a d o r a , a f i n a l d e c o n t a s , é u m m u n d o n o v o , c o m p e s s o a s d i f e r e n t e s e u m c o n s t a n t e a p r e n d i z a d o e m r e l a ç ã o a l í n g u a P o r é m e m d i v e r s o s m o m e n t o s q u a n d o p e r c e b o p e q u e n a s s i t u a ç õ e s p a r e c i d a s , s i n t o c o m o s e e s t i v e s s e e m c a s a , s e j a n a q u e l a p a l a v r a e m d i a l e t o q u e m i n h a n o n n a t a m b é m f a l a v a n o j e i t o d e l e v a r a v i d a n o a p r e ç o q u e t o d o s t ê m p e l a f a m í l i a e p e l a s r e u n i õ e s e m v o l t a d a m e s a , p a r a c o m e r e c o n v e r s a r s o b r e t u d o n e s s e s m o m e n t o s m e s i n t o i n t e n s a m e n t e a c o l h i d a H o j e 2 4 d e j u l h o f a z e m e x a t o s 4 m e s e s q u e e s t o u a q u i , e p o s s o d i z e r q u e m i n h a e x p e r i ê n c i a t e m s i d o d e a p r e n d i z a d o s i n e s t i m á v e i s

Desde que cheguei aqui, passei por diversos climas e paisagens, tive a sorte de presenciar

cieiras carregadas de seus frutos, o perfume das flores e o canto constante dos pássaros. No quesito mãe natureza, Trentino realmente não decepciona, do alto do Monte Gazza, se pode ter uma vista privilegiada de toda a região, das Dolomitas até o Lago di Garda, é tudo tão lindo que parece mentira! As

sas antigas que salpicam os vales verdes de marrom e branco, além dos famosos lagos de

T o d o s o s d i a s d e s c u b r o u m a p a l a v r a n o v a , u m d i t a d o o u g e s t o , a l é m d a s i n c o n t á v e i s l i ç õ e s d e v i d a s o b r e o m u n d o a u t o c o n f i a n ç a e i n d e p e n d ê n c i a q u e l e v a r e i c o m i g o p a r a s e m p r e F o r a m t a n t o s o s m o m e n t o s q u e m e v i f a z e n d o c o i s a s q u e n u n c a i m a g i n e i s e r c a p a z t e n h o c e r t e z a q u e a A l í c i a d e u n s a n o s a t r á s e s t a r i a m u i t o o r g u l h o s a d a p e s s o a q u e e s t o u m e t o r n a n d o P o r f i m s o u m u i t o g r a t a p e l a o p o r t u n i d a d e d e v i v e r t u d o i s s o p e l a s t a n t a s c o i s a s q u e e s t o u a p r e n d e n d o , p e l o s l u g a r e s q u e e s t o u v i s i t a n d o e p e l a s p e s s o a s q u e t i v e o p r a z e r d e c o n h e c e r M a l p o s s o e s p e r a r p e l o s p r ó x i m o s c a p í t u l o s !

22 esperienza
dall’estero

o m u n e d e m a c i d a d e m i s t u r a n d o s t e l l o d e l T r e n t o , o r e n t e a e l e M a r e s d a e u f a m o s o c o m o s e n a a t u a l õ e s e v i a s a : c r i a n ç a s g r a v a t a d o s p a t i n e t e s e t a c o m a s a m d e s e r o b s e r v a r a a l t e m p o p e q u e n a s t a s v e z e s , s o s c l i m a s a n e v e e m j u l h o , q u e a s d e s e u s s t a n t e d o s

quela palavra em dialeto que minha nonna também falava, no jeito de levar a vida, no apreço que todos têm pela família e pelas reuniões em volta da mesa, para comer e conversar sobre tudo... nesses momentos me sinto intensamente acolhida. Hoje, 24 de julho, fazem exatos 4 meses que estou aqui, e posso dizer que minha experiência tem sido de aprendizados inestimáveis.

A P R E N D I Z A D O I S .

O c o n v í v i o c o m a s p e s s o a s é u m a e x p e r i ê n c i a à p a r t e , t e m

s i d o u m a a v e n t u r a d i á r i a

a p r e n d e r a v i v e r e m u m a

c u l t u r a t ã o p a r e c i d a c o m a q u e

Valle dei Laghi, que são de um verde esmeralda inexplicável. É realmente um pedaço de paraíso! Essa mudança de realidade por muitas vezes é assustadora, afinal de contas, é um mundo novo, com pessoas diferentes e um constante aprendizado em relação a língua. Porém em diversos momentos, quando percebo pequenas situações parecidas, sinto como se estivesse em casa, seja na-

e u c o n h e c i a , e a o m e s m o t e m p o

E s s a m u d a n ç a d e r e a l i d a d e p o r m u i t a s v e z e s é

a s s u s t a d o r a c o m p e s s a p r e n d i z a d d i v e r s o s m s i t u a ç õ e s p c a s a , s e j a n o n n a t a m a p r e ç o q u e e m v o l t a d t u d o . . . n e s s a c o l h i d a

H o j e , 2 4 d e a q u i , e p o s s d e a p r e n d i z

t ã o d i f e r e n t e N o p r i m e i r o

T r e n t i n o n t e G a z z a , a a r e g i ã o , o t ã o l i n d o m a j e s t o s a s d a d e s c o m

D e s d e m u i t o p e q u e n a s o n h o e m

c o n h e c e r a I t á l i a , c a m i n h a r p e l a s s u a s r u a s h i s t ó r i c a s c o n h e c e r o s p o n t o s t í t i i i i d í

O u t r o l u g a r q u e m e e n c a n t o u f o i o c o m u n e d e T r e n t o g o s t o m u i t o d a s e n s a ç ã o q u e u m a c i d a d e g r a n d e e h i s t ó r i c a p a s s a : o a n t i g o s e m i s t u r a n d o c o m o n o v o A d o r e i c o n h e c e r o C a s t e l l o d e l B u o n c o n s i g l i o e t o d a s a s “ p i a z z a s d e T r e n t o , o D u o m o é g i g a n t e e b e l í s s i m o , e b e m e m f r e n t e a e l e e s t á a F o n t a n a d i N e t t u n o D e u s d o s M a r e s d a m i t o l o g i a r o m a n a e s t e q u e c a r r e g a s e u f a m o s o

g e s t o , a l é m d a s i n c o n t á v e i s l i ç õ e s d e v i d a , s o b r e o m u n d o , a u t o c o n f i a n ç a e i n d e p e n d ê n c i a , q u e l e v a r e i c o m i g o p a r a s e m p r e

F o r a m t a n t o s o s m o m e n t o s q u e m e v i f a z e n d o c o i s a s q u e n u n c a i m a g i n e i s e r c a p a z t e n h o c e r t e z a q u e a A l í c i a d e u n s a n o s a t r á s e s t a r i a m u i t o o r g u l h o s a d a p e s s o a q u e e s t o u m e t o r n a n d o P o r f i m , s o u m u i t o g r a t a p e l a o p o r t u n i d a d e d e v i v e r t u d o i s s o p e l a s t a n t a s c o i s a s q u e e s t o u a p r e n d e n d o , p e l o s l u g a r e s q u e e s t o u v i s i t a n d o e p e l a s p e s s o a s q u e t i v e o p r a z e r d e c o n h e c e r

T r i d e n t e ( e m L a t i m : t r i d e n t u m q u e e r a c o m o s e c h a m a v a a c i d a d e r o m a n a l o c a l i z a d a n a a t u a l T r e n t o ) N a s e n t r a n h a s d e s s a s c o n s t r u ç õ e s e v i a s h i s t ó r i c a s a c o n t e c e a v i d a c o n t e m p o r â n e a : c r i a n ç a s d e m o c h i l a i n d o à e s c o l a , h o m e n s e n g r a v a t a d o s v o a n d o p a r a o t r a b a l h o e m c i m a d e s e u s p a t i n e t e s m o t o r i z a d o s e m o ç a s p a s s a n d o d e b i c i c l e t a c o m a s c e s t i n h a s f o r r a d a s c o m f l o r e s q u e a c a b a r a m d e s e r c o m p r a d a s n o m e r c a t i n o É m u i t o b o n i t o o b s e r v a r a v i d a a c o n t e c e n d o e s t a r e m u m l o c a l t e m p o s u f i c i e n t e p a r a p e r c e b e r t o d a s e s s a s p e q u e n a s c o i s a s s ã o m o m e n t o s q u e p o r m u i t a s v e z e s p a s s a m d e s p e r c e b i d o s D e s d e q u e c h e g u e i a q u i , p a s s e i p o r d i v e r s o s c l i m a s e p a i s a g e n s , t i v e a s o r t e d e p r e s e n c i a r a n e v e e m p l e n o a b r i l e t a m b é m o v e r ã o i n t e n s o d e j u l h o q u e t r o u x e j u n t o c o n s i g o m a c i e i r a s c a r r e g a d a s d e s e u s f r u t o s o p e r f u m e d a s f l o r e s e o c a n t o c o n s t a n t e d o s p á s s a r o s N o q u e s i t o m ã e n a t u r e z a T r e n t i n o r e a l m e n t e n ã o d e c e p c i o n a d o a l t o d o M o n t e G a z z a s e p o d e t e r u m a v i s t a p r i v i l e g i a d a d e t o d a a r e g i ã o d a s D o l o m i t a s a t é o L a g o d i G a r d a é t u d o t ã o l i n d o q u e p a r e c e m e n t i r a ! A s m o n t a n h a s m a j e s t o s a s e s c u l p i d a s e m p e d r a , a s p e q u e n a s l o c a l i d a d e s c o m s u a s c a s a s a n t i g a s q u e s a l p i c a m o s v a l e s v e r d e s d e m a r r o m e b r a n c o a l é m d o s f a m o s o s l a g o s d e V a l l e d e i L a g h i q u e s ã o d e u m v e r d e e s m e r a l d a

O c o n v í v i o c o m u m a e x p e r i ê n c s i d o u m a a v e a p r e n d e r a v i c u l t u r a t ã o p a r e e u c o n h e c i a e a o t ã o d i f e r e n t e m o m e n t o d e s s a c o m p a n h i a d a q u e f o i u m p p u d e m o s c o n l u g a r e s e c r i a r m j u n t a s M a s a p ó t r ê s m e s e s e l a B r a s i l E e u e n q m i n h a c i d a r e c o n h e c i d a p e m o r a n d o j u n f a m í l i a , q u e m e m u i t o c

M a l p o s s o e s p e r a r p e l o s p r ó x i m o s c a p í t u l o s !

M e u s a n t e p a s s a d o s t r e n t i n o s , d e p a r t i r a m d e A l b i a n o p o r v o l t a d o s

e m 2 0 2 2 , a p ó s m u i t o s a n o s , t i v e a

p a r a T r e n t o , n u m a l o c a l i d a d e c h a

e s t o u r e q u e r i n d o a m i n h a C i d a d a n

A L Í C I A R A C H

camilla iovane viaggiatrice del mondo

Ciao! Sono Camilla e ho da poco compiuto 23 anni .

Da quando avevo dieci anni, fortunatamente, tutte le estati ho avuto la possibilità di andare all’estero, vuoi in Germania vuoi nel Regno Unito, grazie ai classici progetti scolastici “vacanza- studio”, organizzati di anno in anno per imparare e potenziare le lingue straniere.

Tuttavia, la prima vera volta in cui mi sono trasferita per un periodo prolungato è stato quandomi

sono recata ad Amburgo, per sei mesi durante il quarto anno di liceo. Sono partita da sola eho soggiornato presso una host family. Racconta la tua prima esperienza con la cucina autoctona

Il mio primo contatto con la cucina tipica tedesca è stato con i “Fischbrötchen”, dei panini ripienidi pesce crudo o cotto con una serie di salse intercambiabili a piacimento.

La mia scelta è ricaduta su quello ripieno di gamberetti conditi con una salsa agrodolce, a dir poco astronomico! Lo consiglio a tutti.

Racconta un’esperienza divertente vissuta con le persone del posto Una delle esperienze più divertenti che ho avuto modo di vivere durante il mio soggiorno ad Amburgo è stata la prima cena con la mia host family.

Da poco Nils, Katja e Hannah (i componenti della host family ma che ormai reputo essere la mia famiglia tedesca) avevano deci-

24 esperienza dall’estero

so d’iniziare una dieta “salutare”, prevalentemente a base di verdure. Hanno quindi pensato di preparare, impegnandosi come matti tra l’altro, uno sformato di lenticchie e zucca con giusto una spolverata di parmigiano. L’aspetto del piatto lasciava molto a desiderare ma vi assicuro che non c’era parola nel vocabolario (italiano e tedesco) che potesse descriverne il sapore. ovviamente, essendo la prima sera e avendoli conosciuti qualche ora prima, mi sono ben guardata dal dare la mia opinione in merito.

Ahimè, però, me l’hanno chiesta e in quel momento, vista la mia esitazione nel rispondere e non sapendo come districarmi in una situazione delicata che poteva sfociare in un incidente diplomatico, sono scoppiati tutti in una fragorosa risata ammettendo loro stessi che la pietanza poteva considerarsi un esperimento fallito e che avevano provato, invano, a cimentarsi in nuove ricette cercando di impressionare la loro nuova “ospite italiana”. A quel punto, dopo varie risate, abbiamo deciso di ordinare una pizza. Così abbiamo rotto il ghiaccio e sono diventata parte della famiglia.

Perché sei tornata in Trentino? Hai in programma di ripartire? Cosa ti è mancato di più?

Dopo Amburgo per terminare il liceo sono dovuta tornare in Trentino, anche se per poco. Mi sono infatti trasferita in Germania subito dopo la maturità per frequentare l’università e ora mi trovo ad Esbjerg, una cittadina della Danimarca meridionale, dove lavoro e contemporaneamente sto seguendo un master.

Cosa hai portato di quei viaggi di cui non riesci più a far senza?

Quando mi trasferisco ciò che più mi manca sono sicuramente la famiglia e gli amici.

I ricordi, le esperienze e gli affetti costruiti durante i miei viaggi sono elementi indelebili che mai mi abbandoneranno.

Mantieni i contatti con le persone che hai conosciuto?

Sì, nonostante ognuno abbia la propria routine, riusciamo comunque a rimanere in contatto.

Racconta un aneddoto della cultura di un Paese che hai scoperto e che ti è piaciuto.

Qui in Danimarca, dove abito al momento, il clima non è decisamente dei più favorevoli.

Frequentando le persone del posto ho scoperto che qui se non piove è “una bella giornata” e che non esiste il maltempo, ma solo i vestiti sbagliati.

Vivendo qui da un po’ di tempo ormai, mi sono accorta che hanno effettivamente ragione!

Racconta cosa ti è mancato della cultura trentina

In tutta onestà, il pranzo domenicale dalla nonna con l’immancabile salsiccia e polenta di patate,con lo strudel ricetta segreta “famiglia Berteotti” a concludere il pasto.

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E R I E N Z A C U L T U R A L E I N C O R E A

D E L S U D

A inizio giugno dell’anno in corso ho partecipato al “Concorso Online di Lingua Coreana” tenuto dall’Istituto Culturale Coreano di Roma. Questo concorso aveva come obiettivo quello di diffondere l'eccellenza dell'Hangeul, ovvero la “Lingua Coreana” rafforzando le motivazioni di chi la sta imparando e individuando allo stesso tempo i più abili.

C’erano due categorie:

“parla in lingua coreana” e “scrivi in lingua coreana”, ognuna suddivisa nel livello superiore e inferiore. Ho scelto la categoria della scrittura (livello superiore).

Il testo che ho scritto aveva come tema principale le differenze culturali e linguistiche tra la Corea e l’Italia.

In estrema sintesi, ho scritto ad esempio che la lingua italiana pone soprattutto l’accento sui pronomi “io” e “mio”,

per dire quasi che chi parla volesse porsi “contro” tutti gli altri. Il coreano, invece, predilige le forme “noi” e “nostro”, che esprimono meglio tutto un mondo di cose che sono in comune: la famiglia, la casa, l'azienda in cui si lavora, la scuola, gli amici, il proprio paese. Il senso della comunità in Corea è molto sentito e viene inculcato nei bambini fin dall'infanzia. Ognuno, come parte della comuni tà, si trova a un determinato livello rispetto agli altri membri del gruppo.

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A cura di Lina Martinez Lanzziano

A luglio hanno pubblicato i vincitori del concorso e sono arrivata prima nella categoria in cui ho partecipato. Non mi sarei mai immaginata che dopo un’ulteriore preselezione uno dei premi fosse quello di andare in Corea del Sud per qualche settimana a vivere un’esperienza culturale e formativa (2022 Korean Cultural Experience for King Sejong Institute Learners) assieme ad altri 231 ragazzi provenienti da t utto il mondo (65 paesi), e con tutte le spese coperte dall’Istituto Sejong ( ) e dal Ministero della Cultura della Corea. Per una ragazza appassionata della cultura coreana questo traguardo non poteva che significare una vittoria immensa.

Finalmente era arrivato il momento di mettere piede in suolo sudcoreano. Quante volte lo avevo sognato!

Durante la mia permanenza a Seoul e in altre città (Yeoju, Yeongju, Anseong) ho potuto vivere i posti della tradizione culturale del paese: ho a ssaggiato le sue prelibatezze culinarie, ho percorso le sue strade così luminose e piene di occhi sorridenti e curiosi, ho indossato il vestito tradizionale (hanbok) assieme a mia madre, ho vissuto con una famiglia

coreana, i cui genitori chiamo da allora papà e mamma coreani, ho conosciuto il rispetto e l’amore che il popolo coreano ha per gli altri, ho messo in pratica il mio livello di coreano, ho esper imentato la pittura su ceramica, ho interagito con le persone del posto, ho riso, ho pianto, ho ballato,ho cantato, sono stata ad un concerto di K-POP allo Stadio Olimpico Jamsil situato nella capitale, ho sfilato per le strade principali di Seoul nell’ambito della K Parade assieme ai miei

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compagni di avventura attirando l’attenzione dei passanti che ci sorridevano e ci dimostravano il loro affetto e accoglienza facendoci dei cuoricini, ho visitato i villaggi tradizionali patrimonio dell’UNESCO, ho partecipato alla performance musicale e patrimonio intangibile dell’UNESCO ‘Namsadang Nori’ che letteralmente significa “teatro del pagliaccio vagabondo tutto maschile', poiché è una compagnia itin erante composta da artisti maschi che presentano varie arti dello spettacolo come acrobazie, canti e balli come in un circo, ho visitato i palazzi reali (Gyeongbokgung), ho mangiato in un grande mercato tradizionale Gwangjang assieme alle persone locali, ho fatto tantissimi amici che non vedo l’ora di trovare di nuovo, ho vissuto quindi ogni singola esperienza come un dono meraviglioso e incomparabile.

I gio rni che ho trascorso in Corea del Sud sono passati così in fretta ma hanno lasciato un segno indelebile e rimarranno sempre in me. Mi sono portata da questo incredibile popolo che ha saputo rialzarsi dopo tantissime difficoltà le sue principali virtù: organizzazione, disciplina, rispetto, gentilezza, aiuto al prossimo, allegria e impegno nel raggiungere gli obiettivi, non solo i propri ma soprattutto quelli di comunità.

Mi è piaciuto il fatto che i coreani apprezzino il "made in Italy" e la gastronomia italiana nonché il rispetto con cui si rivolgono agli italiani. Ho avuto modo di incontrare cuochi coreani che hanno studiato l'arte della pizza a Napoli e posso dire che la preparano davvero molto bene.

È già passata qualche settimana dal mio rientro in Italia e non posso fare a meno di pensare a tutti i ric ordi che ho nella mia mente e nel mio cuore. È vero quando dicono che viaggiare ti aiuta ad allargare i propri orizzonti e a capire la diversità. Per me la diversità è quello che ci accomuna, ovvero, sono proprio le differenze culturali a renderci unici ma anche a renderci simili, alla fine tutti facciamo parte dello stesso mondo, anche se i modi di comportarci e di rapportarci possono variare, quello che ci accomuna è l’essenza di umanità e di rispetto per l’altro. Ecco, il rispetto è un valore così intrinseco nella cultura dei paesi orientali. Un rispetto vero trasmesso sin dalla tenera età è quello che ho potuto percepire in Corea, un amore per il prossimo che non conosce limiti né condizioni.

Se potessi descrivere la Corea del Sud in una frase sicuramente potrei affermare con tutta sicurezza: amore e r ispetto profondo per gli altri.

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esperienza
dall’estero

in cammino in trentino con gio

a cura di giordana detassis

Questa rubrica ha lo scopo di proporre nuovi itinerari trekking all’interno dell’Trentino Alto Adige unendo alle informazioni più tecniche della gita quali altitudine, lunghezza, dislivello, tipo di sentiero alcune informazioni sul territorio, storiche, gastronomiche etc. E’ realizzata in collaborazione con la pagina Facebook “In cammino in Trentino con Gio”

Lunghezza: 4 km

Dislivello: 100 mt

Su sentiero comodo Passeggiata che offre angoli da fiaba e grande serenità.

Parco AdamelloCamminare A Passo LentoVisit TrentinoPasseggiando in Trentino-Alto AdigeTdv - trentinodavivereCamminare lentamenteTrentino Alto AdigeTrentino-SüdtirolCamminare fa beneVal Di NonTovelDolomiti di BrentaLaghi-italiani.itI Love Val di Non@

Approfondimento

La leggenda racconta che nella zona viveva la principessa Tresenga, figlia dell’ultimo re di Ragoli. Molti pretendenti la chiesero in moglie ma lei li rifiutò tutti. Uno di loro, Lavinto re di Tuenno, non si rassegnò e quando le sue offerte vennero respinte per l’ennesima volta mandò un esercito contro Ragoli nel tentativo di indurre Tresenga a più miti consigli. Ma né lei, né il suo popolo, vollero sottomettersi all’arrogante re di Tuenno e, pur inferiori in forza e numero, risposero all’attacco. La principessa marciò alla testa della sua gente. La battaglia ebbe luogo sulle rive del lago e vide i paesani di Ragoli soccombere sotto i

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gIro DEL LAgo DI TovEL
in cammino con gio

colpi dei soldati di Tuenno. Tresenga, dopo lunga battaglia, trovò la morte per mano di Lavinto, che la uccise con un colpo di spada. Alla fine della giornata il lago divenne rosso per il sangue dei morti. ogni anno poi il lago si colorava di rosso per ricordare il coraggio degli abitanti di Ragoli e della loro principessa che ancora oggi, la notte, si siede sulle rive del lago a piangere per la sorte della sua gente.

Il lago di Tovel è un lago alpino situato nella val di Tovel in Val di Non, a un’altitudine di 1178 m s.l.m. e all’interno del Parco Naturale Adamello-Brenta.

È anche chiamato lago degli orsi perché sono presenti alcuni orsi bruni nella valle o lago rosso per il fenomeno dell’arrossamento delle sue acque, causato fino al 1964, dall’alga Tovellia sanguinea. Con una superficie di 370 000 m², fa parte del bacino idrografico del Noce-Tresenga e dal 19 settembre 1980 è tutelato come zona umida di importanza internazionale. oltre ai principali immissari, lungo la sponda sud occidentale sono diffuse alcune piccole sorgenti perilacuali, le quali nonostante la scarsa portata, rappresentano in realtà la punta dell’iceberg del grande flusso d’acqua che alimenta il lago direttamente dal fondo. Queste acque sorgive provengono dalla località Pozzol, un’ampia depressione situata circa un chilometro a monte, dove il torrente Santa Maria Flavona si esaurisce scomparendo nel terreno. Il terreno particolarmente poroso viene quindi attraversato dall’acqua sino a raggiungere la falda acquifera; questo fa sì che tutti gli spazi vuoti del terreno siano

pregni di acqua.

All’interno delle acque del lago si trovano diverse specie di pesci, come salmerino alpino, il sanguinerola, l’alborella cisalpina ed il cobite barbatello. Attorno alle acque del lago si trovano invece alcuni esemplari di biscia dal collare, un serpente non velenoso. Circa 15 000 anni or sono, dopo la fine dell’ultima glaciazione, un’ingente massa di ghiaccio produsse la grande conca dove si formò l’originario lago di Tovel, molto più piccolo di quello odierno, avente una forma semicircolare e con una profondità che non superava i 20 metri.

Verso il 1597 d.C., il livello del lago raggiunse improvvisamente la quota di 1180 metri s.l.m., ovvero circa 3 metri più elevato del livello attuale. La prova maestra risale alla diffusione delle vermicolazioni o lapies lacustri presenti nei blocchi calcarei sulle sponde settentrionali e occidentali del lago. La causa di questo improvviso aumento dell’altezza del lago potrebbe essere dovuto al distacco di detriti dalle pareti a est del lago, con il conseguente sbarramento del vecchio emissario.

Successivamente, un’ulteriore erosione dello sbarramento lacustre ad opera dell’emissario ha portato il livello del lago a attestarsi alla quota odierna di 1177 m s.l.m.

Il lago di Tovel è noto per il caratteristico arrossamento che avveniva nelle sue acque, in seguito alla fioritura di un’alga conosciuta col nome di Tovellia sanguinea. Il fenomeno dell’arrossamento si verificava in estate durante i mesi più caldi. L’ultimo forte arrossa-

30 in cammino con gio

mento del Lago di Tovel si verificò nell’estate del 1964, ma qualche cenno del fenomeno si ripresentò negli anni seguenti, 1965 e 1967, poi ancora nel 1977 e 1978 e infine ci furono alcuni lievi segnali di arrossamento nel 1982 e 1983.

I recenti studi condotti a partire dal 2001 nell’ambito del progetto SALTo, Studio sul mancato arrossamento del Lago di Tovel, hanno stabilito che la sparizione del fenomeno dell’arrossamento sia dovuta alla mancanza del carico organico (azoto e fosforo) proveniente dalle modalità di monticazione (transumanza) delle mandrie di bovini che pascolavano nei pressi del lago. Queste sostanze, confluendo nel lago, contribuivano in maniera determinante alla fioritura della Tovellia sanguinea. Dagli anni sessanta il cambiamento della gestione degli animali in malga e la quasi totale scomparsa delle greggi che soggiornavano nei pascoli alti, spiegano la diminuzione dell’apporto di questo carico organico e quindi la cessazione del fenomeno di fioritura dell’alga. La tovellia è stata recentemente identificata in almeno un altro lago alpino, il Seealpsee in Svizzera. Gli scrittori locali che hanno descritto il lago all’inizio dell’Ottocento, Jacopo Antonio Maffei nel 1805 e Gioseffo Pinamonti nel 1829, non fanno cenno al colore inusuale dell’acqua del lago, citando invece entrambi l’eccezionale qualità dei salmerini che vi si pescavano, e descrivendone altre leggende

e curiosità, fra cui quella che talvolta d’inverno il lago ghiacciava tanto in profondità da poterci passare sopra coi carri. Sono invece dell’esploratore inglese Douglas William Freshfield le prime notizie delle acque rosse del lago, risalenti al viaggio che fece al lago di Tovel nel 1864. Nel libro Italian Alps pubblicato nel 1875, egli racconta i suoi viaggi e le sue imprese alpinistiche, descrivendo anche la val Tresenica (oggi val di Tovel).

Fonte Wikipedia

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Mele in Camicia

a cura di Nara Deromedis

I n g r e d i e n t i

Pasta sfoglia

Mele

Confettura di albicocche qb.

Uovo per spennellare

P r o c e d i m e n t o :

Per ogni mela si ottengo due scrigni: regolatevi voi di conseguenza con le dosi!

1. Peliamo le mele e leviamo loro il torsolo con l’apposito strumento Tagliamole in due orizzontalmente

2. Dalla pasta sfoglia ricaviamo dei quadrati di 13x13cm. Spalmatevi sopra un po ’ di confettura di albicocche, adagiatevi al centro la metà della mela e riempite il buco con della marmellata.

Così:

3. Spennellate gli angoli con un po ’ d’uovo e portateli al centro per richiudere la mela, cercando di premere la pasta altrimenti durante la cottura tenderanno a scivolare e ad aprirsi.

4 Adagiate i fagottini di mele su una placca rivestita con della carta da forno, spennellatevi con dell’uovo intero e spolverizzateci sopra un po ’ di zucchero Infornateli a 190° per 20 minuti circa.

32 le ricette

Gulaschsuppe

P r e p a r a z i o n e

Rosolare la carne molto bene in un po ’ di olio, salare e aggiungere la cipolla e il peperone, cuocere per qualche minuto, aggiungere le due Paprike, il vino e cuocere ancora. Da ultimo aggiungere il concentrato di pomodoro, la farina ed in fine il brodo. Far cuocere a fuoco moderato per circa un ora, aggiungere le patate e continuare la cottura ancora per mezz ’ ora, spegnere e lasciare riposare.

I n g r e d i e n t i

1600 grammi polpa di manzo sotto spalla non magra ma pulita, tagliata a quadratini piccoli

100 grammi di concentrato di pomodoro

1 peperone rosso fresco, non spelato tagliato a quadratini piccoli

2 patate tagliate a quadretti

Farina bianca 00

1 cipolla grossa tagliata sottile

Olio di oliva, sale e pepe quanto basta

1 cucchiaio di Paprika dolce e 1 di

Paprika piccante

¼ di vino rosso

3 litri circa di Brodo di carne

Per approfondire IL

https://issuu.com/ufte/docs/libro

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GULASCHSUPPE (GOULASH
GERMAN) : STORIA DELLA
DALL’UNGHERIA
ALL’ITALIA
SOUP
“TRANSUMANZA”
FINO
sem inario cucina trentina 10

Mondo Poetico

AMORE..

Amore di mamma

Primo amore

Amore sbagliato

Amore ferito

Amore che ferisce

Amore per sempre

Amore per il buon cibo

Amore per la musica

Amore per gli animali

Amore per il passato

Amore per il futuro

Amore per il Creato

Amore per la morte

Amore per la rinascita

Amore… amore …

Amore che ci riempie la vita….

Amore che ci svuota la vita…

Senza amore non si può vivere.

Marta Bernabè

Collegio dei Probiviri e socia attiva di Ufte

34 poesia

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