TEATROTERAPIA DI DRAUPADI PICCINI
IL TEATRO DI FIGURA COME STRUMENTO DI AUTOCONOSCENZA « L’UOMO TIENE IL BURATTINO ATTACCATO A SE STESSO: COME UNA CHITARRA, CHE È L’UNICO STRUMENTO CHE SI SUONA ATTACCATO AL NOSTRO CORPO, DI MODO CHE CI SEMBRA DI SUONARE NOI STESSI [...] IL BURATTINO È QUELLO CHE SI AVVICINA DI PIÙ ALL’UMANITÀ » [ ETTORE PETROLINI 1886-1936 ]
S
ono ormai ventisei anni che mi occupo di teatro di figura. Da ragazza inventavo e costruivo scenografie dipingendole o cucendole, realizzavo personaggi e accessori e facevo spettacoli nei più svariati contesti. Poi ho incominciato a formare adulti e ragazzi in diverse istituzioni, portandoli con molteplici tecniche a mettere in scena fiabe, leggende, miti e racconti del mondo.
e da esse hanno avuto origine. A poco a poco la maschera si è allontanata dal viso per facilitare la manipolazione, fino a staccarsi dal corpo, e si è poi scissa in due elementi con due funzioni diverse: da una parte il burattino che esprime, dall’altra il telo della baracca che nasconde.
Il teatro di figura, che sia con burattini, marionette, ombre, pupe o fantocci, è una meravigliosa arte applicata, multi materica, che ci accompagna sin dall’antichità.
I Greci e i Romani avevano teatri di pupazzi animati con tecniche varie. La più diffusa sembra essere stata quella che usano adesso i pupari siciliani: marionetta con stecca metallica fissata alla testa e arti manovrati con fili. Gli antichi testi e le musiche scritti per questo genere di teatro a noi pervenuti non sono più di una decina (la metà giapponesi).
Ci è noto che già 20.000 anni fa i nostri antenati si mascheravano per padroneggiare le forze della natura attraverso cerimonie magiche. Le maschere sono parenti stretti dei burattini
Marionette e burattini traggono origine dalle cerimonie di magia delle società primitive e dai riti religiosi.
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