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LA FORZA ATTRATTIVA DELLO STUDIO DELL’ITALIANO NEL MONDO
Ad oggi sono circa settemila le lingue parlate nel mondo e, nella speciale classi ca stilata dal SIL International - Summer Institute of Linguistics (Istituto estivo di linguistica), l’inglese si posiziona al primo posto con 1 miliardo e 190 milioni di persone, a seguire il cinese mandarino con 1 miliardo e 107 milioni, mentre al terzo posto troviamo la lingua hindi con 697,4 milioni di individui. La lingua italiana si posiziona al ventunesimo posto della classi ca con 67 milioni di parlanti, per la quasi totalità residenti in Italia, per una cifra pari a 58 milioni, mentre fuori dallo stivale la nostra lingua è parlata da circa 660 mila in Svizzera e da ben 709 mila negli Stati Uniti. Spostandoci in Sudamerica, in Argentina e Venezuela, Paesi che in passato hanno subito una politica coloniale, l’italiano è la seconda lingua più parlata dopo lo spagnolo. In Argentina quasi la metà degli abitanti è di origine italiana. “Una goccia di sangue italiano? Quale argentino non ce l’ha?” rispondeva divertito a chi gli domandava se avesse origini italiane lo scrittore e poeta Jorge Luis Borges in un’intervista rilasciata negli anni ’80. Tra l’Ottocento e il Novecento molti dei nostri connazionali sono emigrati in Argentina, nazione che ad oggi vanta 60 Comitati della Società Dante Alighieri, da nord a sud, grazie ai quali “l’idioma di Dante” continua ad essere vivo nella nazione che ha dato i natali a Maradona, altro grande simbolo di legame tra i due popoli. Indicativo poi il fatto che solo in Europa, l’italiano viene insegnato nella scuola dell’infanzia come lingua straniera in Austria; nella scuola primaria in Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Regno Unito, Francia, Germania, Romania, Ungheria; nella scuola secondaria nei seguenti Paesi: Austria, Paesi Baschi (come lingua opzionale), Bosnia-Erzegovina (come lingua opzionale), Bulgaria, Catalogna, Danimarca, Regno Unito, Francia, Germania, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Romania. Esso è inoltre insegnato in molti sistemi educativi tra cui quelli di Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cipro, Egitto, Etiopia, Eritrea, Libano, Malta, Uruguay, USA, Tunisia. Nonostante stilare una classi ca delle lingue più parlate al mondo non sia una cosa facile come si potrebbe pensare, data l’enorme dif coltà nel conoscere il numero preciso di persone che parlano una determinata lingua in un determinato luogo, tenendo anche conto dei numerosi dialetti esistenti, è possibile affermare che l’italiano non rappresenti una lingua particolarmente conosciuta nel mondo ma, allo stesso tempo, che attiri una quantità sempre maggiore di studenti arrivando ad occupare il quarto posto come seconda lingua più studiata al mondo dopo l’inglese, lo spagnolo ed il cinese mandarino, superando negli ultimi anni anche la lingua francese. Tutto ciò anche per il merito della costante diffusione e promozione da parte degli IIC (Istituti Italiani di Cultura) presenti in 115 Paesi e del fascino richiamato dai nostri settori d’eccellenza come l’arte, la musica operistica, la moda, il cinema, l’enogastronomia e la meccatronica. Per gli stranieri il settore del lusso rappresenta un nostro ore all’occhiello, come sostenuto di recente anche da Paolo Balboni, linguista e Professore onorario di Didattica delle Lingue presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia in un’intervista rilasciata per la rivista digitale La voce di New York: “L’italiano deve essere cool per essere richiesto. Deve avere qualcosa in più del francese o dello spagnolo o del cinese, qualcosa di diverso. Questo qualcosa non può essere generico, deve mirare ad un target molto preciso di popolazione studentesca: ad esempio quello interessato alle tre “3F”: food, fashion, (furniture e Fabricated Machinery, ndr) e Ferrari. L’italiano come lusso - e dentro il lusso ci sono anche Michelangelo e Verdi, Machiavelli e Fellini, ma sono gioielli che si scoprono dopo, maturando. Il problema è che il lusso deve dare piacere, se non dà piacere non è più lusso […]”. Secondo i dati forniti dall’Accademia della Crusca, a partire dall’anno 2014 sono stati 1 milione e 700 mila gli studenti che hanno deciso di intraprendere un percorso di studio incentrato sulla lingua e sulla cultura italiana, e oltre 2 milioni nel biennio 2016-2017, evidenziando un trend in forte ascesa.
Presso l’Università Niccolò Cusano sono sempre più in aumento le richieste da parte di stranieri di intraprendere o perfezionare la conoscenza dell’italiano. Particolarmente signi cativa è stata l’apertura di un centro d’esame PLIDA. Il Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri, nato circa 20 anni fa all’interno della Società Dante Alighieri, rappresenta una tra le quattro certi cazioni riconosciute dal nostro Stato attestante la conoscenza della lingua italiana, come lingua seconda, in base ai sei livelli (dall’A1 al C2) del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue del Consiglio d’Europa (QCER). La connessione tra UNICUSANO e il progetto PLIDA consentirà di svolgere esami
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all’interno del nostro Ateneo, anche da parte di persone straniere esterne, al ne di richiedere la cittadinanza ovvero il permesso di lungo soggiorno. Oltre a ciò, è stata progettata una certi cazione speci ca, PLIDA Juniores, per studenti adolescenti (13-18 anni) che valuta e certi ca la competenza della lingua italiana come lingua straniera secondo i primi quattro livelli del QCER (dall’A1 al B2). I contenuti della prova sono stati studiati tenendo in considerazione i contesti comunicativi dei giovani candidati.
Il settore dell’italiano per stranieri è stato arricchito inoltre grazie ad un altro accordo siglato ad agosto 2022 con l’Università per Stranieri di Siena: l’Università Niccolò Cusano è diventata pertanto centro certi catore DITALS (Certi cazione di Competenza in Didattica dell’Italiano a Stranieri), titolo tramite il quale viene attestato il possesso delle competenze teoriche e pratiche necessarie per svolgere il ruolo di docente di italiano a stranieri sia in Italia che all’estero.
Concludendo, per molto tempo noi italiani abbiamo poco creduto al potere della nostra lingua mentre all’estero la richiesta è sempre più in aumento: questo è dovuto alla grande capacità attrattiva del “modello Italia”, sempre più un punto di riferimento mondiale perché associato alla bellezza delle nostre opere d’arte, alla nostra letteratura, al mangiare, al vestire, insomma al “bel vivere” e all’idea della dolce vita.
Ilary Langeli