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FILM/LIBRI
STRAPPARE LUNGO I BORDI
Strappare lungo i bordi è la serie animata rivelazione del 2021 targata Net ix. Scritta dal fumettista romano Zerocalcare, alias Michele Rech, attivo nel panorama fumettistico italiano già da qualche anno ma venuto alla ribalta nel periodo del lockdown con la serie Rebibbia Quarantine, trasmessa durante il programma Propaganda Live.
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La serie incuriosisce già dal titolo, che metaforicamente rappresenta le nostre vite in uenzate da istruzioni all’uso immaginarie che ci inducono a strappare lungo una linea tratteggiata dalla quale è dif cile allontanarsi, ma che è altrettanto dif cile riuscire a rispettare.
La storia si articola in 6 episodi da circa 20 minuti l’uno e come la maggior parte delle opere di Zerocalcare segue un punto di vista prettamente autobiogra co. Al centro del racconto c’è il viaggio che Zero e i suoi amici di sempre Sarah e Secco affrontano verso Biella, un viaggio soprattutto introspettivo per il protagonista che gli consentirà di ri ettere sulla sua situazione ripercorrendo attraverso ashback, moltissimi episodi del passato che in qualche modo lo hanno condotto ad essere la persona che è evidenziando tutte le sue manie, le sue fobie e i suoi difetti. Il viaggio è quindi oltre che sico, soprattutto mentale. Si tratta di una ri essione su come sia dif cile trovare il proprio posto nel mondo. Si potranno avere le idee chiare su cosa fare da grandi come Sarah, l’amica schietta e diretta, decisa a voler fare l’insegnante e che spesso e volentieri sbatte in faccia con crudo realismo la realtà al nostro protagonista, l’unica che riesce a riportarlo con i piedi per terra. Ci si potrà lasciare trasportare dalle situazioni della vita senza sapere bene dove arrivare come Secco, che con il suo menefreghismo risolve tutte le questioni con un sera co “A me nun me frega nulla, che s’annamo a pija un gelato?”, dando un tocco di leggerezza e semplicità alla mente contorta di Zero. Ancora, ci si potrà ritrovare come Zero chiusi in una nemmeno troppo latente inadeguatezza e incapacità di affrontare le situazioni con maturità. Quello che è chiaro è che il mondo andrà avanti comunque perché sei soltanto un lo d’erba in un prato. Altra gura fondamentale nel racconto è L’Armadillo, guida spirituale e immagine della coscienza di Zero che con la sua irritante razionalità dialoga con lui ogni volta che esagera con i suoi monologhi interiori capaci semplicemente di ingigantire le sue paranoie. Il forte potere comunicativo dell’autore si esprime anche attraverso il linguaggio utilizzato nel racconto, un linguaggio immediato, ricco di neologismi, a volte turpiloqui, molto suggestivo grazie anche all’utilizzo del dialetto romano a volte dif cile da comprendere ma incalzante e rapido, fondamentale nel usso di coscienza dei monologhi del protagonista. Grazie alla capacità di raccontare dell’autore, al suo tono sarcastico e ironico, lo spettatore vive un’altalena di emozioni che riesce renderlo protagonista delle ansie e delle paure di Zero, quelle ansie che spesso ci bloccano, quasi ci congelano, e che non ci permettono di vivere la vita appieno. Il disagio di Zero è il disagio e la frustrazione di un’intera generazione, quella dei Millennials (i nati tra l’inizio degli anni ‘80 e la prima metà degli anni ‘90) che si trova a sperimentare il senso di vuoto causato dalla perdita di punti di riferimento e che spesso non riesce ad assumersi le proprie responsabilità. In questo senso quindi l’autore non fa altro che raccontare la storia di tutti noi passando dall’individuale all’universale. La serie può essere tranquillamente vista tutta d’un ato ma sicuramente il consiglio è di rivederla almeno un paio di volte per apprezzare la cura riportata nei dettagli, dai dialoghi ai riferimenti sparsi in tutto il racconto.
Rosa Cornacchia