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“LIFE IN PLASTIC IS FANTASTIC”...MA SU INSTAGRAM E FACEBOOK ANCORA DI PIÙ!

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OROSCOPO

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Il 21esimo secolo è stato, ed è tuttora, caratterizzato dalla cosiddetta evoluzione digitale che ha, inevitabilmente, travolto ogni aspetto della vita quotidiana. Ed ecco qui che il cellulare, i social network e le piattaforme digitali giocano un ruolo da protagonisti nelle nostre esistenze. Il digital permea gli aspetti più disparati, come, ad esempio, quello della chirurgia estetica.

Tale ambito medico ha visto, negli ultimi anni, un repentino incremento. Basti pensare che nel 2019 il numero degli interventi di chirurgia estetica ha superato dell’8% quello del 2018 e che, nel 2020, questo dato risulta maggiorato almeno del 20%. Da ciò si ricava un sempre maggior avvicinamento a questo particolare settore della medicina, molto delicato e non sempre apprezzato. Se è possibile affermare che la pandemia e il lockdown vissuti abbiano sicuramente implementato il ricorso a interventi chirurgici di tipo estetico, non si può prescindere dal ruolo fondamentale che il mondo dei social e Internet in generale abbiano avuto nella ‘popolarizzazione’ della chirurgia estetica, non più considerata prerogativa di VIP o celebrità. A tal proposito, si noti la sempre più grande quantità di strutture di sanità privata, studi medici o estetici specialistici in tutto il territorio della penisola in competizione tra loro. La concorrenza dà necessariamente un forte impulso al marketing digitale applicato a questo settore fondamentale, perché l’offerta è molto ampia e sempre più ‘promozionata’.

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Volendo analizzare le motivazioni alla base dell’incremento della competitività in campo di chirurgia estetica, è possibile individuarne due: una è la sempre più elevata ducia dei pazienti nei confronti dei trattamenti estetici, considerati maggiormente sicuri e attinenti all’obiettivo che si intende raggiungere; l’altra, la sempre maggiore accessibilità dei prezzi. In continuo aumento è il numero di persone che scelgono di sottoporsi ad interventi di questo tipo, a partire dalle famose ‘punturine’ di acido ialuronico, arrivando alla mastoplastica, mastopessi, rinoplastica…. Ma come può coscientemente avvenire la scelta del chirurgo migliore? A quale vetrina avvicinarsi a fronte di questo panorama così variegato? Una cosa è certa: nel 2022 il passaparola non è sicuramente il mezzo più ef cace. Indubbiamente può aiutare, ma di sicuro non batte l’universo dell’online, tanto più discreto e personale quanto più ricco di informazioni circa preventivi, contatti, tipologia di operazioni. Infatti, prima di avere un confronto vero e proprio con il medico prescelto, l’utente ha la necessità di crearsi autonomamente un’idea e di comprendere, in maniera prodromica, dove sarebbe più utile intervenire. Quindi è fondamentale per medici e professionisti del settore essere presenti e visibili dove i clienti cercano le risposte ai propri dubbi. Ed ecco qui che rilevano, in primis, i siti web dei singoli studi che devono essere sempre aggiornati e, soprattutto, contenere informazioni importanti quali: carriera e studi del

professionista, trattamenti e servizi offerti, box per rilasciare commenti e recensioni, bacheca contatti. Af nché si accattivi il cliente, il sito web deve lasciar trasparire la bravura, la serietà e la professionalità del chirurgo. Ma attenzione, a volte l’apertura di un sito web può non bastare. La stessa deve essere contestuale alla pubblicizzazione del ‘prodotto’ sui social, partendo dall’antico, ma sempre valido, Facebook ed arrivando alle nuove tendenze di Instagram. Per quanto le nuove policy vogliano sempre più rendere nascosti il numero di visualizzazioni, o quello dei likes, su queste piattaforme, tali dati hanno un grande impatto sugli utenti e, inevitabilmente, li rassicurano, guidandoli verso le loro scelte. Ecco qui che il pro lo Instagram di un chirurgo estetico con un numero di followers superiore ai 15000 lo rende un luminare della materia; una pagina Facebook con una moltitudine di “mi piace”, visualizzazioni e recensioni può risultare più af dabile di una prima visita conoscitiva.

Per quanto questi social possano rappresentare la mossa vincente nell’ambito della pubblicità per la medicina estetica, bisogna sempre tenere sotto controllo le policy di tali piattaforme. Infatti, soprattutto negli ultimi periodi, stringenti normative regolano tale ambito e, pertanto, prima di creare qualsiasi tipologia di contenuto, le stesse vanno attentamente studiate e rispettate. Ad esempio, non sono ammessi su Facebook tutti i contenuti “before and after” che mostrano dei risultati improbabili raggiunti a seguito dell’utilizzo della chirurgia estetica. La totalità delle inserzioni non devono rivelare temi che potrebbero provocare una reazione negativa; è da considerarsi del tutto vietato pubblicare inserzioni che generano nell’individuo una percezione negativa del proprio corpo o del proprio aspetto. Soprattutto in un’epoca come quella corrente in cui si è ancora in lotta aperta con il body shaming, le inserzioni non devono mettere in risalto un corpo o una silhouette speci ci con l’intento di mostrarli come forme ideali e desiderabili.

A tutela dalla pubblicità sfrenata, si pone anche il codice deontologico che impedisce ai medici di promuovere i propri interventi ed i relativi risultati per ni meramente commerciali.

Da ultimo, due decreti del 2012 e del 2018 dispongono il divieto della promozione commerciale, consentendo, al contrario, l’informativa personale. In ambito medico - sanitario non è consentito attuare pratiche di commercio solitamente impiegate nella sponsorizzazione di beni e servizi differenti. In conclusione, la comunicazione e il digital marketing applicato alla chirurgia estetica devono avere come obiettivo principale la pura informazione, cosicché tutti gli utenti siano in grado di scegliere, comprendere e studiare l’intervento di chirurgia estetica più adatto, più funzionale, senza sentirsi costretti nella scelta da target imposti dalla società e da vincoli di tipo economico che non lascerebbero spazio ad un’analisi completa ed obiettiva di quanto offerto dal mercato.

Martina Cirulli

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