POLITICA PIÙ OMBRE CHE LUCI PER L’AUTOTRASPORTO NELLE MISURE DEL DECRETO RILANCIO
L’ETERNO NODO DEI TEMPI DI PAGAMENTO di Umberto Cutolo
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oche righe. 45, per l’esattezza. Neanche una pagina piena delle 323 che compongono il decreto «Rilancio», varato a metà maggio dal governo, con il consueto codazzo di polemiche e ritardi. Questo è lo spazio riservato agli «eroi dell’autotrasporto» da un provvedimento, fitto di elargizioni e benefici a destra e a manca. E non è che questo sobrio intervento contenga clamorose regalie. Certo, ci sono misure finanziarie, che riguardano tutte le imprese, ma anche lì qualche problema non manca, soprattutto per le più piccole, che non sono toccate dal beneficio dell’esonero dall’Irap, una delle misure più forti del provvedimento. Insomma, un decreto con più ombre che luci non solo per la scarsità di interventi mirati all’autotrasporto, ma soprattutto per quel che non c’è, che probabilmente non poteva esserci, ma che qualcuno sperava ci fosse: una misura per indurre i committenti a rispettare i tempi di pagamento e – magari in parallelo – il ritorno dei costi di riferimento sul sito del ministero dei Trasporti. Mancanza che è stata al centro dell’esecutivo di Unatras che, mercoledì 20 maggio, si era riunito per valutare il provvedimento, ma aveva registrato punte di dissenso, soprattutto da parte di Fiap, pronta a proclamare lo stato d’agitazione e a chiedere alla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, per bocca del presidente Mas-
18 giugno 2020
simo Bagnoli, «una convocazione delle associazioni dell’autotrasporto, quelle presenti nell’Albo», anziché seguire il metodo adottato negli ultimi tempi invitando quelle che fanno parte di Confederazioni nazionali e che quindi esclude la stessa Fiap, oltre ad Assotir. Prontamente accontentato. La dichiarazione di «insoddisfazione» di Bagnoli pronunciata al tavolo di Unatras (il decreto contiene «provvedimenti svilenti che sono un nulla rispetto alle esigenze delle imprese») era stata appena diffusa che il capo di gabinetto del ministero, Alberto Stancanelli, ha convocato intorno a un tavolo non solo le associazioni dell’Albo, ma anche Unatras e Conftrasporto, per mercoledì 27 maggio. Se non sarà possibile modificare il decreto, ha replicato più morbido Bagnoli, «sarà giusto concentrare l’attenzione e l’azione sui prossimi provvedimenti che il governo ha in cantiere». Come dire: quel che non c’era nel decreto, si potrà aggiungere con provvedimento a parte.
LE TRE MISURE DEL DECRETO Ma difficilmente sarà sufficiente un solo incontro. La carne sul fuoco è tanta e delicata. A cominciare proprio dalle tre misure dedicate all’autotrasporto nel decreto Rilancio. La prima (art. 210) è l’aumento di 20 milioni di euro, per il 2020, del fondo
Oltre alle misure finanziarie – che riguardano tutte le imprese – per il settore ci sono solo 20 milioni in più per i pedaggi, il rifinanziamento di Marebonus e Ferrobonus e l’esonero dall’obbligo di dichiarare al fisco le cisternette. Ma Fiap s’impunta e chiede misure più efficaci contro i ritardi nei pagamenti. E intanto tarda la pubblicazione dei costi e riesplode il Brennero per la riduzione dei pedaggi autostradali. Il che fa salire da 140 a 160 milioni le risorse destinate a questo scopo, ma, secondo Bagnoli (che pochi giorni prima aveva chiesto invano all’Aiscat la sospensione dei pedaggi fino al termine dello stato d’emergenza) «potrà generare un recupero di qualche decina di euro per veicolo, una volta liquidate le competenze a consorzi e cooperative di servizi». Per di più, i consorzi che non abbiano speso l’intera cifra nel