Uomini e Trasporti n. 358 Giugno 2020

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SPECIALE ALLESTIMENTI

di Massimiliano Barberis

Il

IL FREDDO

trasporto di merce deperibile è un segmento in qualche modo «immodificabile». Perché le persone, in un qualche modo, devono mangiare. Prova ne sia che nemmeno il virus è riuscito a scalfirlo. Anzi, delle due lo ha messo in difficoltà perché ha spostato consumi da una filiera all’altra (dall’Horeca alla GDO), a volte impennando la domanda tramite logiche di accaparramento. In ogni caso il saldo finale è stato con segno positivo. E se questo dicono i bilanci, se ne deve dedurre che anche i semirimorchi isotermici in questi ultimi mesi hanno percorso l’Italia in lungo e in largo e crescente è stata la loro domanda. Già, ma una flotta che ha bisogno di nuovi frigo in base a quali criteri li sceglie? Quando è meglio l’acciaio e quando la plastica? E la cassa isotermica che caratteristiche deve avere? Parliamo soprattutto di cassa perché, rispetto al telaio, la scelta è abbastanza indifferente: ogni marca va bene, nel senso che, se ogni allestitore ha in listino un telaio dedicato all’incasso di una cella frigorifera, il dubbio non sussiste. Ciò che conta sono, oltre a un peso non eccessivo, prossimità, prez-

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LA SCELTA DEL TRAILER ISOTERMICO

zo e la facilità nelle riparazioni. Ma per la scatola, composta da 6 pezzi (2 pareti, una testata, il portone posteriore, il tetto e il pavimento), il discorso cambia, perché è qui che il freddo si conserva e perché un buon gruppo frigo con una cassa scadente è sprecato, mentre un gruppo mediocre con una cassa efficiente può riuscire a cavarsela. Senza dimenticare, poi, la parte di diagnostica in remoto: centraline, sensori e big data da trasmettere oggi sono sempre più decisivi per il rispetto della catena del freddo. E quindi, come si risponde alle nostre domande? Diciamo che non esiste una risposta univoca. Guardiamo l’offerta e la cosa appare evidente. L’acciaio, dicono in Schmitz Cargobull, da anni primo costruttore europeo del settore, aiuta a far apparire il veicolo come un frigorifero casalingo e, quindi, come lo strumento più utile a preservare il freddo. Robusto e più bello da guardare, il trailer iso in acciaio è il cavallo da battaglia della Casa dell’Elefante. Ecco perché, da una trentina di anni, ha creato uno stabilimento dedicato in cui ‘sfornare’ pannelli in acciaio, sempre più lunghi (per aggirare il problema

giunture, amiche della dispersione di freddo), composti da un cuore di schiuma isolante che, con il calore e un po’ di pressione, si gonfia e pervade tutto il pezzo. La plastica, o per meglio dire una serie di pannelli formati da strati di lana di vetro, collanti e mastici speciali con un cuore di pannelli sandiwich rigidi isolanti preformati che si trasformano in vetroresina solidificandosi (sottovuoto e tramite calore), in caso di danni si ripara molto più velocemente e con minore spesa. Di conseguenza è anche più conveniente. Forse anche per questo la plastica rimane il materiale adottato dalla maggioranza dei costruttori. Esiste una terza strada: è stata mostrata da Chereau all’ultimo Solutrans di Lione (novembre 2019) e consiste in una serie di pannelli realizzati con una nuova tecnica, in grado di aumentare l’isolamento tramite il sottovuoto o l’assenza di aria, vale a dire il migliore isolante possibile. Insomma, una tecnolo-


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