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SERVIZI A colloquio con Cristiano Oliviero, AD Euromaster Italia
IL SOCCORSO STRADALE CHE CONTA
Laredditività è in funzione del tempo: meno se ne perde e più si guadagna. Facile a dirsi finché tutto fila liscio, più complicato quando qualcosa si rompe e impedisce di proseguire la marcia. A quel punto per contenere il fermo macchina è necessario disporre di un’assistenza efficiente. Ma come si misura l’efficienza? La rete Euromaster, network articolato e parte del gruppo Michelin, che conta oltre 250 centri in Italia, per rendere più facile la risposta ha espresso l’efficienza in termini numerici. «Attraverso il nostro servizio EIA (Euromaster International Assistance) – ci spiega Cristiano Oliviero, amministratore delegato di Euromaster in Italia – ci impegniamo a prendere in carico la chiamata (al numero unico 345.6195445) in un minuto, a garantire l’intervento mediamente in due ore e a inviare la fattura entro tre giorni. Cosa non da poco se si considera che a volte il soccorso ha strascichi amministrativi che arrivano a durare anche mesi. Quale territorio è coperto da questo impegno? L’impegno temporale per ora vale in Italia, però la copertura dell’intervento è continentale. Ecco perché per fine anno, dopo aver messo in collegamento i vari call center nazionali, contiamo di coniugare l’impegno anche su scala europea. Chi ha contattato almeno una volta un call center sa che la risposta può arrivare anche dopo decine di minuti. Come riuscite voi a prendere in carico la chiamata in un minuto? Innanzi tutto, abbiamo internalizzato il call center. Nel senso che non è affidato a personale esterno, ma a figure formate da noi direttamente sul campo e che hanno almeno 5-6 mesi di esperienza in ispezioni flotte autocarro. Quindi conoscono il prodotto, le lavorazioni e tutte le cose di cui i trasportatori necessitano. Inoltre, è essenziale che queste persone dispongano di strumenti adeguati in termini di telefonia e di software per gestire tutti i dati in modo lineare. Molto utile è anche un’app, lanciata di recente, che facilita il contatto perché consente, per esempio, al trasportatore di inviare in tempo reale una foto descrittiva dell’accaduto così da rendere più semplice la gestione. L’Italia è lunga e varia: cosa si deve avere per impegnarsi ad arrivare da un trasportatore in panne in due ore? È un mix di due fattori. Il primo è costituito dalle competenze. Se, come detto, il personale del call center conosce i problemi e l’operatività dei centri, si guadagna tempo rispetto alla diagnostica e all’organizzazione della risoluzione. Perché alla fine ciò che fa perdere tempo è proprio una diagnostica sbagliata: se non è fatta correttamente può succedere, per fare un esempio, di recarsi in assistenza con uno pneumatico sbagliato o senza portarsi dietro un accessorio necessario per l’intervento. Il secondo fattore è la capillarità: noi abbiamo la fortuna di avere alle spalle una rete importante, che si attiva per gestire l’intervento in ogni contesto. Anche se, proprio perché l’Italia è lunga e varia, in qualche caso questo non basta. Ragion per cui ci siamo appoggiati anche ad altre reti di cui però controlliamo la qualità. Per esempio, abbiamo sottoscritto un accordo quadro con ACI che garantisce l’operatività sulla viabilità autostradale o con altri partner del gruppo Michelin che ci supportano laddove necessario.
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1, 2, 3: la risposta in un minuto, l’intervento mediamente in due ore, la fattura in tre giorni. È questo l’impegno tangibile che si assume il network Euromaster con il servizio di assistenza stradale EIA. Ecco sulla base di quali strumenti
Il soccorso su strada espone spesso a sorprese, soprattutto sotto forma di lievitazione dei costi. Voi cosa fate per essere trasparenti? È un aspetto che ha richiesto un serio lavoro preparatorio. Perché il nemico di questo mestiere è spesso il fai-date, nel senso che sul mercato in tanti si offrono per gestire l’assistenza, ma nessuno dispone di una rete come la nostra. E anche quando ci affidiamo a partner collegati, ci premuriamo di firmare con loro un preciso capitolato che contempla l’aspetto tariffario o gli pneumatici da tenere a stock. In questo modo tutto è trasparente perché predefinito. Le sorprese, invece, sono il frutto di approcci da parte di alcuni operatori che puntano soprattutto all’attivazione del servizio di assistenza, ma lo quantificano solo in seguito. Il vostro servizio è dedicato al trasporto pesante o anche alle flotte di trasporto leggero? A entrambe. Anzi, oggi incontriamo molto successo tra le flotte di trasporto leggero. Forse, perché i mezzi pesanti dispongono già delle attenzioni dei costruttori, mentre per i veicoli leggeri esiste minore offerta.
LA DURA STRADA DELLA TENACIA
Acciaio ad alta resistenza, longheroni da 10 mm, resistenza torsionale al top del segmento. Il carattere dell’erede del Trakker, dedicato al cavacantiere, si esprime tutto sul telaio. Il resto – dalle tante funzioni di gestione della frizione alla nuova trazione idrostatica – sono contorni gustosi per accompagnare il piatto forte
Lagamma Way di Iveco è figlia del lavoro. Ed ecco perché, seppure declinata tramite lettere dell’alfabeto, è stata svelata per step riferiti a missioni di trasporto, mostrando prima il veicolo stradale dall’impiego più allargato (S-Way), poi quello di approccio leggero al cantiere (X-Way), per chiudere ora con l’ultraspecializzato T-Way, quello per il segmento più duro, ma anche quello in cui il costruttore italiano si sente maggiormente in dovere di difendere una tradizione di robustezza imposta dalla sua storia di innovazione nel cava-cantiere, ma anche dalle regole normative del nostro paese, che hanno creato il mezzo d’opera e
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Sono i chili con cui il T-Way riduce la tara in confronto al Trakker, grazie al nuovo design del supporto tandem sugli assali posteriori, ora composto da un singolo componente di fusione.
gli hanno consentito di raggiungere carichi sopportabili veramente da spalle molto forti.
IL TELAIO, IL CUORE DELLA FORZA
Non sarà un caso, allora, che per fare la conoscenza del T-Way è necessario imbrattarsi e piegare la schiena per buttare lo sguardo laddove si valuta la tenacia (e T, neanche a dirlo, sta per tough, in inglese tenace) di questa categoria di veicoli, su quel telaio su cui si scarica il peso trasportato. Così, si scopre che è realizzato in acciaio ad alta rigidità, che è composto da longheroni spessi 10 mm e dotati di una resistenza torsionale di 177 kNm, valore al top del segmento. Sull’anteriore il telaio è associato a un assale con 9 tonnellate di portata, mentre il tandem posteriore è di nuovo disegno
e propone di serie il mozzo di riduzione, funzionale per massimizzare la resistenza e le prestazioni del veicolo. Invece, per aumentare l’altezza da terra, così da garantire maggiore protezione agli organi sottoscocca, sempre sul posteriore si è optato per un nuovo sistema di sospensione per assali tandem, che aiuta anche a distribuire i pesi e a velocizzare gli spostamenti su buche e dislivelli. Ma il beneficio più rilevante di questa innovazione si registra sulla bilancia, dove il T-Way dimostra una forma smagliante, essendo di ben 325 kg più leggero del Trakker, anche grazie al ricorso a un supporto del tandem fuso in un unico pezzo. Completano la dotazione (almeno delle versioni non integrali) i freni a disco su tutte le ruote.
I cambi automatizzati Hi-Tronix dispongono di nuove funzioni: l’Hill Holder, che rilascia in modo ritardato i freni per facilitare le partenze in salita; la Rocking, che disinnesta la frizione se si lascia l’acceleratore con veicolo bloccato; la Creep, che aiuta a guidare a velocità bassissime così da rendere precise le manovre. Fuori dal cantiere, poi, c’è la Hi-Cruise, che migliora l’effi cienza della trasmissione, ottimizza i consumi sfruttando anche il cruise control predittivo e include l’Eco-Roll, che sfrutta l’inerzia del veicolo in discesa.
L’intera area di guida è stata studiata per creare un ambiente pratico e facilmente vivibile. Il sedile di guida, comodo ed ergonomico, è abbinato a un nuovo concept di volante multifunzionale per off rire agli autisti il massimo comfort. LE TANTE FUNZIONI ABBINATE AL CAMBIO
Il motore dell’Iveco T-Way è il Cursor da 13 litri con potenza fino a 510 CV, 10 in più rispetto al top del Trakker. Per chi dovesse avere esigenze più modeste, l’offerta scende direttamente sul Cursor 9, mentre non è contemplato il Cursor 11. Entrambi i propulsori adottati dialogano sulla catena cinematica con cambi automatizzati Hi-Tronix a 12 e 16 velocità, che dispongono ora di nuove funzioni dipendenti dalla gestione della frizione e concepite per soddisfare esigenze tipiche dell’off-road: l’Hill Holder, che rilascia in modo ritardato i freni per facilitare le partenze in salita; la Rocking, che disinnesta la frizione se si lascia l’acceleratore con veicolo bloccato e quindi serve a riprendere trazione in condizioni scivolose; la Creep, che aiuta a guidare a velocità estremamente basse quando ci si muove in spazi contenuti e la manovra deve essere di precisione. Se poi si esce dal cantiere e si va per strada, a quel punto torna utile, per contenere i consumi, la funzione Hi-Cruise, che mi-
SICUREZZA A GO-GO
Il nuovo impianto frenante con freni a disco su tutti gli assi, sui modelli a trazione parziale (PWD), e l’EBS con assistenza alla frenata aumentano la sicurezza del conducente. Inoltre, tutti i modelli sono dotati di nuovi ADAS (sistemi avanzati di assistenza alla guida), come il controllo elettronico della stabilità o il Lane Departure Warning di serie su tutte le versioni.
gliora l’efficienza della trasmissione, sfrutta cambiata e cruise control in modo predittivo e include l’Eco-Roll, che sfrutta l’inerzia del veicolo in discesa.
SE LA TRAZIONE NON BASTA
Ma non è finita. Perché, almeno cabinati e trattori 6x4, possono avere in opzione l’assale anteriore con trasmissione idrostatica Hi-Traction. Si tratta di un sistema che si innesta fino a una velocità di 25 km/h per fornire un surplus di motricità, aggirando però quegli attriti generati dalla trazione integrale permanente, presente comunque sui modelli 4x4, 6x6 e 8x8. Anche qui, va ricordata in termini di trazione, l’offerta di una nuova presa di forza “a sandwich” in grado di trasmettere fino a 2.300 Nm.
UNA GAMMA FLESSIBILE
Il T-WAY è disponibile in versioni rigide e articolate, da 2 a 4 assi con trazioni parziali o integrali, queste ultime disponibili anche con le nuove varianti di passo da 4, 4,2 e 4,5 metri, pensate per riuscire a gestire speciali allestimenti senza necessità di modificare il telaio. La cabina è disponibile in due versioni: la corta AD o la lunga AT con tetto standard o rialzato. Entrambe vanno incontro alle esigenze quotidiane dell’autista, garantiscono buona visibilità, proteggono dallo sporco e semplificano le operazioni di manutenzione e riparazione. La zona conducente è disegnata per creare un ambiente comodo, chiedendo un aiuto in tal senso all’avvolgente sedile e al volante multifunzione di nuova concezione. Sotto il capitolo sicurezza, il T-Way annovera il nuovo sistema frenante con EBS di serie, i freni a disco pieno sono disponibili sui modelli con PWD ei nuovi sistemi avanzati. su tutta la gamma.