INCHIESTA INFRASTRUTTURE_1
IL CAOS DELLE AUTOSTRADE INTORNO A GENOVA
IL NODO INFERNALE di Umberto Cutolo
CAMION AL COLLAUDO DEL NUOVO PONTE GENOVA SAN GIORGIO Domenica 19 luglio è iniziata la settimana di collaudo statico del Nuovo Ponte di Genova. 56 autoarticolati della Germani, società bresciana di trasporti, con un carico di sabbia di 44 ton ciascuno, hanno attraversato il viadotto caricandolo di un peso di oltre 2.500 ton per permettere l’assestamento strutturale dell’impalcato. I mezzi hanno percorso il ponte a gruppi di quattro, proseguendo a marcia lenta. Quindi si è passati alla prova di torsione con alcuni veicoli che hanno attraversato entrambe le carreggiate e, infine, una prova in cui i camion hanno frenato contemporaneamente, in un punto definito. Il collaudo è stato seguito dai tecnici di Anas, l’ente certificatore Rina e il consorzio Pergenova. Il 3 agosto, dopo quasi due anni dal crollo che causò 43 vittime, la tanto attesa inaugurazione.
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artedì 30 giugno, la squadra della Juventus, per spostarsi da Torino a Genova (140 chilometri di autostrada), dove era attesa per l’incontro di campionato con il Genoa, ha preferito prendere l’aereo: con il pullman ci avrebbero messo quattro ore. Troppo tempo. Quattro ore sono troppe anche per l’asfalto con il quale bisognava bitumare il nuovo ponte di Renzo Piano che arrivava dal Piemonte: «Se i camion impiegano quattro ore per arrivare, il materiale è da buttare», ha spiegato il sindaco di Genova, Marco Bucci. Se l’asfalto ce l’ha fatta, al contrario il 10% dei passeggeri che il 3 luglio avevano prenotato un volo in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Genova non è riuscito a presentarsi in tempo al gate. Ma la notizia più clamorosa è che Cosco, gigante cinese dello shipping (terzo operatore al mondo con 800 navi pari a più di 56 milioni di tonnellate) ha inviato una circolare ai suoi clienti sconsigliandoli di sbarcare a Genova (dove opera dal 1963) per la paralisi delle strade e autostrade che afferiscono alla città e indicando come alternative La Spezia, Ravenna e Trieste.
10 agosto/settembre 2020
IL DIARIO DELLE CODE C’è poco da stupirsi: basta leggere il diario ormai quotidiano delle code chilometriche create dalle continue deviazioni, chiusure dei caselli, restringimenti di carreggiata, rallentamenti per cantieri che hanno paralizzato il nodo di Genova dall’inizio di giugno, in coincidenza con la fine del lockdown e con la ripresa delle attività. Il culmine è stato raggiunto nella prima metà di luglio. Venerdì 3 (tanto per cominciare da un fine settimana) le code tra Arenzano al capoluogo sono arrivate a 20 chilometri. Ma a week end concluso, la mattina di lunedì 6, c’è stata una doppia replica: 11 chilometri tra Recco e Genova Est, sulla A12, e 10 sulla A26 tra Masone e il bivio della Genova Ventimiglia. Il giorno dopo, il prolungarsi dell’ispezione nella galleria San Pantaleo ha ritardato l’apertura del casello di Genova Est, causando code su tutte le tratte intorno a Genova; scena replicata mercoledì 8 con la chiusura della tratta tra Bolzaneto e Genova Ovest sulla A7, perché i controlli notturni sulla galleria Zella si erano prolungati oltre l’orario previsto creando 14 chilometri di coda sulla
All’interruzione determinata dal crollo del ponte Morandi, si sono aggiunti i cantieri sui viadotti e le verifiche sui tunnel, che causano ogni giorno code lunghe decine di chilometri. In crisi l’economia dell’intero Nord Ovest: logistica e trasporti perdono 5 milioni al giorno e il porto è abbandonato dai cinesi della Cosco. Sullo sfondo, la tensione tra governo e Aspi, un dialogo tra sordi durato troppo a lungo A7 tra Ronco Scrivia e Bolzaneto verso Genova e altri 10 sulla A12 Genova Nervi e il bivio con la A7. Non si salvano, naturalmente, le strade alternative. Particolarmente le provin-