INCHIESTA INFRASTRUTTURE_2
CODE CHILOMETRICHE SULLA A14 DA ANCONA
L’AUTOSTRADA
CHE NON C’È L’
immagine più efficace l’ha data un autotrasportatore di Fano associato al Carp di Pesaro, Daniele Lucertini: «Un’autostrada che non esiste». Quei 100 chilometri della A14, tra Civitanova e Pescara, lui li percorre tutti i giorni (pagando regolarmente il pedaggio) con le cisterne di famiglia per trasportare liquidi alimentari – soprattutto vino – da Abruzzo e Puglia al Nord e viceversa. Intervistato da K44 Risponde e - il videocast diffuso settimanalmente sul sito di Uomini
e Trasportii e di Trasporto Europa a (ma anche sui canali social, Facebook, Linkedin e Youtube) – ha raccontato la sua odissea quotidiana, concludendo: «Continuiamo a pagare un’autostrada che non esiste». In effetti ha più di un percorso di guerra che di un’autostrada moderna quel centinaio di chilometri segnati da restringimenti di carreggiata, distanziamento minimo di 100 metri, chiusure di caselli, verifiche su gallerie e viadotti, deviazioni sull’intasata stradale Adria-
tica. Inevitabili le code chilometriche – sia sull’autostrada che sulla statale – soprattutto quando al traffico ordinario si aggiunge quello delle vacanze, su una tratta che normalmente è percorsa da 5 mila veicoli pesanti al giorno.
TRA BARRIERE E GALLERIE È una storia che dura da quasi un anno. Da quando, nel settembre del 2019, all’ordinaria manutenzione autostradale si sono aggiunti i sequestri del
I SEQUESTRI DIETRO LE CODE Un’immagine della ricostruzione, effettuata dalla Polizia Stradale, dell’incidente avvenuto il 28 luglio 2013 lungo la A16 nei pressi di Monteforte Irpino (Avellino), quando un pullman, a causa di un guasto all’impianto frenante, volò giù da un viadotto causando la morte di 40 persone. Nel corso del processo, Felice Giuliani, professore dell’università di Parma incaricato della perizia, arrivò alla conclusione che «la strage del viadotto dell’Aqualonga della A16 è risultata tale per difetto di risposta strutturale della barriera New Jersey bordo ponte in conseguenza dell’urto esercitato dal bus». Di tutto risposta i giudici della procura di Avellino a maggio 2019 sequestrano le barriere protettive posizionate ai bordi di 12 viadotti lungo la A14 e poi a novembre dello stesso anno, il Gip di Avellino che indaga su un secondo filone di inchiesta dedicato agli interventi di manuntenzione, convinto che siano stati fatti «interventi di manutenzione ordinaria destinati a creare pericolo per la pubblica incolumità», mette i sigilli sulle barriere bordo ponte di 9 viadotti, di cui 6 sulla A14.
14 agosto/settembre 2020