UpsideTown Japan Anno 1 N°0 Settembre 2009

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Una nuova risposta UPSIDETOWN vuole essere una risposta nuova a chi chiede punti di vista e indipendenti chiavi di lettura in grado di spiegare paesi e culture di tutto il mondo. Presenteremo, attraverso questo periodico, temi e personaggi rappresentativi della politica, del business, e del life-style di specifiche aree internazionali, per offrire esperienze dirette in grado di far rivivere e comprendere la quotidianità, figlia della storia e madre del futuro, dei paesi di cui vi parleremo. Lo faremo ogni mese on line, ma sempre con attenzione e passione per un lettore curioso, esploratore ed esigente. Un lettore sempre a caccia di novità e disposto a concedersi piccole follie: un lettore che non pone barriere di nessun tipo. Chi sceglie UPSIDETOWN, se è fuori per business non è in viaggio di lavoro, è prima di tutto “in viaggio”; ama il bello…lo cerca e lo pretende sempre. Sa cogliere l’atmosfera. Sa scegliere. Ama imparare. Sfata i luoghi comuni. Trasforma i problemi in opportunità. Ha un approccio positivo alla vita. Ama le sfide. Trova il tempo per le cose importanti e coltiva le sue passioni. UPSIDETOWN Nasce dalla sintesi dell’ esperienza ventennale diretta sui mercati internazionali di BridgeThatGap e l’autorevolezza di EQUILIBRI.NET, think tank di geopolitica, che collabora ormai da anni con istituzioni, imprese e con il mondo accademico. > PAG 02

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Inserto del periodico

15 Settembre 2009

POLITICS

Il Giappone volta pagina: il Partito Democratico al comando

APAN

SUMMARY POLITICS •Una valanga di voti per il Partito Democratico > PAG 02 •Intervista a Jiro Yamaguchi > PAG 03 BUSINESS •Giappone: presto terza economia mondiale? > PAG 04

“Giappone: presto terza economia mondiale?” Il Giappone volta decisamente pagina. Dopo più di mezzo secolo, il Partito Liberal Democratico (LPD) perde lo scettro del potere con un batosta elettorale durissima: I democratici guadagnano 308 seggi su 480 alla ca-

mera bassa. Tra le promesse elettorali fatte dal primo ministro in pectore Yukio Hatoyama vi sono la riscrittura della legge finanziaria; l’ampliamento delle misure di stimolo fiscale anti-crisi; un ridimensionamento del ruolo

BUSINESS

UPSIDE TOWN

Perché il Giappone

Permesso fumare

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dei burocrati ed un apparato pubblico più trasparente. In politica estera Hatoyama punta ad una maggiore integrazione con i Paesi vicini.

•JAL: vino in bottiglie di plastica per perdere peso > PAG 05 •Un buco nell’acqua (italiana) > PAG 06 UPSIDE TOWN •Permesso fumare > PAG 07

•Un caffè a Tokyo > PAG 08

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POLITICS

di Pietro Ginefra* Nel presentare il numero zero di Upsidetown la prima domanda che ci si pone è perché sia opportuno avviare questa iniziativa editoriale parlando di Giappone. La risposta spontanea dopo sei anni passati a Tokyo è che il Giappone è un laboratorio dove si sta progettando un sistema economico postindustriale secondo logiche capitalistiche non tradizionali. > PAG 04

“LPD punito dagli elettori”

Dall’aprile di quest’anno i fumatori di Tokyo hanno il loro santuario. Il “Cafe Tobacco” è un bar per soli fumatori; una vera rarità in un Paese dove è vietato fumare anche per strada. NIPPOMICS BY KENJI

POLITICS

Il“brand Italia” in Giappone Abbiamo incontrato Umberto Donati, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo dal 2006, direttore della Fondazione Italia Giappone, braccio destro di Umberto Agnelli nell’Italy Japan Business Group. Ci ha raccontato gli ultimi venti anni di processi di collaborazione tra Italia e Giappone. > PAG 05

Niente senso di colpa o disagio nei confronti degli altri clienti e posti fumatori sempre disponibili: queste le ragioni del successo. > PAG 07

Così la pensa il Prof. Yamaguchi, docente di Storia Politica all’Università dell’Hokkaido, commentado il responso delle urne. > PAG 03

BUSINESS

“Un buco nell’acqua (italiana)” Nel mercato dell’acqua giapponese, le imprese italiane faticano a stare al passo col diretto concorrente, la Francia. Complici la scarsa professionalità italiana nonché lo scadente supporto governativo > PAG 06

UPSIDETOWN Per richieste o segnalazioni: Via Vigevano, 39 20144 Milano - Italy Email: info@equilibri.net Tel: +39 028360642 Fax: +39 0258109661


UPSIDETOWN 15 settembre 2009

POLITICS UPSIDETOWN oggi prende vita, dagli uffici di Milano e Tokyo, e racconta ogni mese le storie, le personalità e le forze che hanno modellato e che modelleranno il mondo del business, approfondisce la politica interna e dà un focus sulle tendenze sociali. Uno strumento per vivere il Giappone e scoprirne caratteristiche e opportunità. Raccontato da analisti economici, politici, ma anche da personaggi “chiave”, profondi conoscitori del paese di riferimento. Nasceranno, nei prossimi mesi, oltre ad UPSIDETOWN JAPAN, altri UPSIDETOWN dedicati alle zone “calde” del nostro complicato mondo. Colgo l’occasione per ringraziare tutto il team di BTG e di Equilibri. In modo particolare ringrazio il Dott. Pietro Ginefra ed il Dott. Umberto Donati, per aver voluto arricchire con i loro preziosi contributi questo nostro primo numero. Andrea Rasca Amministratore Delegato - BTG Group

Giappone, tasso di disoccupazione al 5,7% a luglio: è record

Il tasso di disoccupazione giapponese destagionalizzato ha raggiunto a luglio il livello record mai registrato del 5,7%, in aumento rispetto al 5,4% del mese precedente.

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Grandi attese per il nuovo governo

Secondo un sondaggio condotto dal quotidiano Yomiuri Shimbun e dall’Università Waseda, la percentuale di persone che ripongono grandi speranze verso il Partito Democratico ha raggiunto il 72% a inizio settembre.

Una valanga di voti per il Partito Democratico 30 agosto 2009: svolta storica per il Giappone, unico paese democratico a non aver ancora avuto una vera alternanza di governo. Dopo 54 anni di potere (quasi) ininterrotto, il Partito Liberal Democratico lascia il posto a quello Democratico. L’elezione, segnata dal vetusto divieto a usare internet, è stata quasi un plebiscito, tanto che il numero di seggi conquistati dal DPJ (308) supera quello dei candidati: due verranno quindi assegnati all’opposizione. Circa 14 milioni di persone avevano già votato nei giorni precedenti alle votazioni, adducendo impegni di vario tipo (in Giappone si può - il nuovo premier Yukio Hatoyama ha espresso la propria preferenza il mercoledì precedente alla data del voto). Il Partito Liberal Democratico, che esce pesantemente sconfitto dalla tornata elettorale, è semplicemente “fuori uso”: questa la definizione del professor Jiro Yamaguchi (vedi box intervista). Il Partito Liberal Democratico lascia in eredità un paese in crisi, la peggiore dalla fine del secondo conflitto mondiale: record negativo per il tasso di disoccupazione (5,7%), incertezza nel futuro, voglia di lasciarsi alle spalle una recessione che ha colpito soprattutto l’export giapponese. Fin dal giorno successivo l’eclatante vittoria politica, il Partito Democratico ha cominciato a fare i primi passi allo scopo di costruire una coalizione di governo e progettare una completa revisione delle linee principali della

finanziaria 2010. Mentre alla Camera Bassa il DPJ controlla, come detto, 308 seggi, non ha una maggioranza alla Camera Alta, cosa che induce alla necessità di un’alleanza con altri partiti quali il Social Democratico e il Nuovo Partito del Popolo. Il nuovo governo a maggioranza democratica ha intenzione in primo luogo di riscrivere la legge finanziaria già messa in cantiere dal governo uscente di Taro Aso (che ha dato le dimissioni la sera stessa dei risultati del voto): “è nelle pieghe del bilancio che dobbiamo trovare i soldi per mantenere le nostre promesse, senza aumentare la spesa ed il deficit pubblico” - ha affermato Hatoyama. Si preannuncia già uno scontro tra la classe dei burocrati, che ha sempre avuto notevole importanza negli affari di stato giapponesi, e la classe politica dei nuovi eletti, decisi a occupare le posizioni chiave dell’amministrazione pubblica e a fare sentire il peso delle loro decisioni. Politica interna dunque

in primo piano, come sembra confermare una delle novità annunciate dal nuovo premier: la più interessante e (almeno in teoria) foriera di cambiamenti è quella che prevede l’istituzione del cosiddetto “Consiglio Strategico Nazionale”, composto da un numero ristretto di ministri, che dovrebbe curare i rapporti con la pubblica amministrazione e verificarne l’adempimento delle direttive del governo. Tra i suoi primi compiti, l’impegno nella modifica della consistente manovra di incentivi economici prevista per l’anno fiscale 2009 dall’amministrazione Aso. Puntando il dito (anche in campagna elettorale) sullo spreco di denaro pubblico perpetrato dal governo LDP a danno dei contribuenti, i democratici hanno assicurato che troveranno i fondi necessari, compresi quelli per una seconda manovra supplementare per l’anno fiscale (che in Giappone termina a marzo) in corso.

DPJ è intenzionato a dare priorità a due punti, quali i 26.000 yen (quasi 200 euro) mensili di “assegno familiare” per l’infanzia e l’eliminazione dei pedaggi autostradali, punti che rientreranno nel budget del prossimo anno fiscale - che comincerà ad aprile 2010 e che verrà stilato entro la fine di quest’anno. Per la politica estera, Hatoyama sarà negli Stati Uniti alla fine di settembre per partecipare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed al summit finanziario del Gruppo dei 20, e discuterà delle attività legate agli eventi con le sue controparti, come il presidente americano Barack Obama. Cambierà qualcosa nelle relazioni internazionali? “Sono convinto che non ci saranno grandi cambiamenti nei rapporti con gli Stati Uniti” - è l’analisi del professor Yamaguchi - “ma spero che le relazioni con le nazioni asiatiche miglioreranno, visto che il Partito Democratico non ha al suo interno frange nazionalistiche”.

Per quanto riguarda le promesse fatte durante la campagna elettorale, il

Paolo Soldano


UPSIDETOWN 15 settembre 2009

POLITICS Il Giappone dovrebbe lavorare per una moneta asiatica: così Hatoyama per il New York Times

Il principale negoziatore giapponese sul dossier Corea del Nord ritiene le recenti aperture del governo di Pyongyang riguardo il suo sviluppo di armi nucleari “non degne di fiducia”.

professore di Storia Politica dell’Università dell’Hokkaido, specializzato in storia politica moderna. Si aspettava una vittoria così ampia? Non sono sorpreso dei risultati delle urne. Il consenso del Partito Liberal Democratico è calato costantemente dagli anni ’90 in poi: Koizumi ha rappresentato solo una eccezione. Dopo le sue dimissioni, l’LPD è stato incapace di gestire il governo. Cosa cambierà in Giappone ora? Il nuovo governo non può cambiare l’intero sistema di fare politica. A mio avviso, è meglio che si concentri su alcune importanti questioni che hanno bisogno di essere affrontare subito e con una certa strategia: educazione, occupazione e assistenza sociale, in primo luogo.

Al via il fondo governativo da 100 miliardi di yen per l’Asia

Molti esponenti dell’ex partito di maggioranza durante la campagna elettorale hanno aspramente criticato il Partito Democratico. Sui siti dei politici dell’LDP

Photo by Chizuko Yoshida

Tokyo non crede a Pyongyang

Intervista a Jiro Yamaguchi,

Il Giappone dovrebbe lavorare insieme agli altri paesi asiatici per creare un’unica valuta regionale: così il leader del Partito Democratico Yukio Hatoyama, prima di diventare Primo Ministro, in un articolo scritto per il New York Times. L’Asia dovrebbe “aspirare all’integrazione valutaria regionale”.

Il Ministro dell’Economia, del Commercio e dell’Industria ha deciso di creare un fondo governativo per le infrastrutture del valore complessivo di 100 miliardi di yen riservato allo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi principali nelle altre nazioni asiatiche.

POLITICS 3

si potevano leggere domande retoriche rivolte direttamente agli elettori, come “sei cosciente che le opinioni dei membri del DPJ differiscono notevolmente?” o “va davvero tutto bene nel Partito Democratico?”. Il DPJ è pronto a gestire il paese? Secondo la mia opinione, il DPJ è pronto a prendere le redini del governo e amministrare la nazione. Bisogna anche tener conto che molti esponenti di spicco del Partito Democratico hanno una lunga esperienza politica, anche all’interno del Partito Liberal Democratico. E comunque, non può andar peggio di com’era prima. Riuscirà il Giappone a uscire dalla crisi? Il nuovo governo avrà il difficile compito di traghettare il paese fuori dalla crisi economica, ma sarà difficile cambiare l’orientamento dei mercati esteri. L’economia del Giappone è legata soprat-

tutto all’export, probabilmente ci vorranno anni prima di un vero cambiamento. Qual è stato il peggior errore commesso dall’LPD? Il Partito Liberal Democratico è semplicemente “fuori uso”: avrebbe dovuto lasciare il potere molto tempo fa. Ha dimostrato di non saper governare e di avere troppe fazioni al suo interno. Gli elettori hanno veramente scelto di cambiare votando il Partito Democratico, o semplicemente erano stanchi di supportare i liberal-democratici? Considerato che, stando ai sondaggi, le nuove proposte fatte dal Partito Democratico non sono state molto apprezzate dalla maggioranza dei giapponesi, la mia opinione è che gli elettori abbiano voluto in primo luogo punire l’LDP. P.S.

Photo by Chizuko Yoshida

Operare all’estero comporta rischi economici, finanziari e per la sicurezza. In un mondo integrato come quello odierno, disporre delle necessarie informazioni determina la capacità di decidere la strategia vincente. Equilibri offre servizi di consulenza personalizzati, multi-settoriali e integrati che costituiscono uno strumento indispensabile al Management per sfruttare al meglio le opportunità, ridurre al minimo i rischi, prevedere gli scenari ed affrontare le sfide della realtà internazionale. Equilibri può contare, in Italia ed all’estero, su un’équipe di ricercatori ed analisti provenienti da diversi ambiti (accademico, imprenditoriale, giornalistico) con anni di esperienza internazionale nel campo della consulenza a privati ed istituzioni. Equilibri fornisce alle Aziende una visione completa ed esaustiva del panorama nel quale esercitano il proprio “core business”, attraverso l’acquisizione di informazioni particolareggiate e controllate sulle realtà locali, sulle opportunità di investimento e sui rischi per la sicurezza. Equilibri organizza una serie di corsi, stage e tirocini volti a fornire gli strumenti sia concettuali che pratici per svolgere attività di analisi, studio e ricerca in ambito internazionale.


UPSIDETOWN 15 settembre 2009

BUSINESS Perché il Giappone ... L’interesse di un analista economico e politico per questo paese è dato soprattutto dal fatto che le logiche comportamentali dei giapponesi sono poco comprensibili per un occidentale. Il Giappone è il paese dell’efficienza, ma solo nell’industria interessata all’esportazione; è il paese dei servizi, che forse alcuni consumatori non utilizzerebbero, ma che sono resi obbligatori da normative più o meno esplicite, ma con un tasso di disoccupazione superiore al 4 per cento;è il paese con la posizione creditoria netta sull’estero più grande al mondo, ma con un debito pubblico pari al 200 per cento del PIL; è il paese che per primo ha registrato un decremento assoluto della popolazione, ma che continua ad attuare politiche volte a limitare l’immigrazione di lavoratori dai paesi limitrofi. Le contraddizioni del Giappone sono le conseguenze delle soluzioni di politica economica scelte dalle autorità giapponesi ai problemi che i sistemi socio-economici occidentali non hanno ancora deciso di risolvere: quali politiche a favore della piena occupazione, quali politiche dell’immigrazione e quali politiche di stabilizzazione delle finanze pubbliche. In merito alla politiche di piena occupazione, il sistema giapponese ha ritenuto prioritario disporre di un settore manifatturiero particolarmente efficiente, in grado di garantire un flusso in entrata di valuta estera sufficiente per l’approvvigionamen-

to di materie prime, di cui il Paese scarseggia. Ne è risultata l’espulsione di manodopera dal settore manifatturiero, in modo da garantire a quest’ultimo i guadagni di produttività e di competitività internazionali necessari per mantenere o aumentare le quote dei mercati internazionali in cui le multinazionali giapponesi operano e ottenere, in tal modo, un congruo avanzo delle partite correnti. Purtroppo la manodopera espulsa nel settore terziario ha fatto abbassare i livelli di produttività dei servizi, considerati poco efficienti secondo gli standard americani. La bassa produttività del terziario è, tuttavia, la risposta di politica economica al problema della piena occupazione. Il sistema giapponese preferisce disporre di un eccesso di manodopera nel settore dei servizi, pur di non dover finanziarie attraverso le imposte i sussidi di disoccupazione. Nel medio periodo, tuttavia, il sistema giapponese si scontra con il problema della penuria di manodopera a seguito del processo di invecchiamento della popolazione. La scarsità di giovani avrà effetti negativi sulla capacità produttiva del sistema e sulla sostenibilità della spesa pubblica per anziani in termini sia di spesa previdenziale che sanitaria. Ai problemi relativi alla spesa sanitaria e, in particolare, al problema dell’accudimento degli anziani, la risposta giapponese è data dalla robotica e dalla domotica, approcci tecnologici volti a sostituire macchine

BUSINESS 4

Crolla il Pil giapponese nel 1° trimestre del 2009

L’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese ha comunicato che il Prodotto Interno Lordo ha registrato un calo del 4% rispetto al trimestre precedente, a fronte di attese del - 4,1%.

Giappone: presto terza economia mondiale? È da tempo aperto il dibattito, sia a livello internazionale che interno, sul fatto che sarebbe imminente il sorpasso della Cina sul Giappone nel novero delle maggiori economie mondiali. Il Nikkei, il maggiore quotidiano economico finanziario giapponese, in un articolo di fondo dal titolo “non serve lamentarsi se il Giappone è scivolato al terzo posto”, analizza la situazione e si chiede se la perdita di posizione a favore della Cina, nuovo motore economico dell’Asia, dovrebbe rappresentare un momento critico per i giapponesi. La risposta è no, e per una serie di ragioni. Secondo il Nikkei, “non c’è bisogno di fare tante storie sui valori del PIL”, fortemente influenzati da numerosi fattori economici sia in patria che all’estero. Quando è stato raggiunto un certo livello di prodotto interno lordo pro capite, la posizione di una nazione nella classifica in base al suo PIL non conta più molto. Il Giappone, anzi, dovrebbe dare il benvenuto all’ascesa della Cina, dal momento che lo sviluppo del cugino sempre più intelligenti, la presenza umana cheh potrebbe essere offerta solo da badanti provenienti dal sud-est asiatico. Resta, infine, il problema della stabilizzazione delle finanze pubbliche. In merito, le Autorità giapponesi hanno una serie di vantaggi accumulati nel tempo: tassi di interesse bassi, possibilità di prestare capitali all’estero a tassi più elevati di quelli praticati sul mercato domestico, uno stock di cre-

d’oltremare dovrebbe appianare il sentimento di ostilità radicato dal passato e rendere più semplice la creazione di relazioni più mature ed eque. Insomma, il Giappone dovrebbe semplicemente essere lieto del fatto che uno dei suoi vicini stia diventando più ricco e stia raggiungendo una posizione di parità. Anche per quanto riguarda la posizione che il Giappone dovrebbe assumente a livello geopolitico nello scacchiere asiatico e non solo, l’opinione del Nikkei è precisa e per molti aspetti innovativa. Premesso che il Giappone, proprio a causa della sua debolezza geopolitica, una volta è stato definito un “fragile fiore” da parte di un ex

Consigliere della Sicurezza Nazionale statunitense, quello che dovrebbe fare ora per garantirsi un posto rispettabile nell’ordine mondiale sarebbe quello di rinunciare alla sua smodata ambizione di essere esso stesso una superpotenza economica. “Il Giappone dovrebbe concentrarsi nello sviluppo e nella messa in pratica di una strategia nazionale sostenibile” che sia la traduzione moderna della visione non-militarista di un “piccolo Giappone” proposta prima della Seconda Guerra Mondiale. “È chiaramente ora” – conclude il Nikkei – “di instaurare un dibattito a mente fredda sul futuro della nazione”.

diti nei confronti del resto del mondo, che nel tempo potranno essere utilizzati per far fronte alle necessità.

camente compatibili con i vincoli posti dai problemi che devono affrontare. D’altronde, i problemi sono così complessi che i giapponesi hanno deciso di non avere figli e di non lasciare loro questa pesante eredità.

Questi sono solo alcuni degli aspetti della realtà socioeconomica giapponese che possono affascinare gli osservatori occidentali che non riescono ancora ad immaginare una realtà di squilibri. Purtroppo neppure i giapponesi hanno ancora trovato risposte economi-

*Pietro Ginefra Delegato della Banca d’Italia per Giappone, Corea, Hong Kong e Singapore.


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BUSINESS In vigore l’Accordo di Libero Scambio Svizzera/ Giappone

Le aziende svizzere stanno pensando a quali benefici trarre dal Free Trade Agreement (FTA), salutato come il più importante accordo economico siglato dalla Svizzera dopo quello del ‘72 con la Comunità Europea. È il primo accordo di questo tipo che il Giappone firma con una nazione non asiatica.

Il“brand Italia” in Giappone ... Le attività di interscambio culturale tra Italia e Giappone hanno visto un incremento notevole a partire dal 2001, racconta Donati, anno in cui il Ministero degli Affari Esteri e la Fondazione Italia Giappone (costituita ad hoc per l’evento e allora presieduta da Umberto Agnelli) ha organizzato la più grande iniziativa di promozione dell’Italia mai realizzata all’estero: “Italia in Giappone 20012002”. Un evento che ha toccato in poco più di un anno oltre 100 città giapponesi consolidando la presenza dell’Italia in tutto il Giappone. Non si è trattato di uno sforzo isolato, infatti a tale iniziativa ne sono seguite altre negli anni a venire riscontrando un successo di pubblico decisamente importan-

BUSINESS 5

Mitsubishi entra nel mercato del gas naturale in Iraq

La Mitsubishi Corporation ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il ministero del petrolio iracheno e con il gigante petrolifero mondiale Royal Dutch Shell, per la creazione di una joint venture.

JAL: vino in bottiglie di plastica per perdere peso Prima i due miliardi di dollari in prestiti agevolati messi a disposizione dal governo, poi il taglio di 1.200 lavoratori (5.000 entro marzo 2012), infine la reintroduzione della tassa sul carburante: la Japan Airlines (la maggiore compagnia aerea giapponese in termini di fatturato e la più importante in Asia) ha deciso di proseguire la sua politica al risparmio con una nuova “dieta”. Per cercare di ridurre i consumi, anche se solo di poco, la JAL ha infatti da poco introdotto, su alcuni sui voli internazionali, bottiglie di plastica da vino dal peso di 22 grammi, che vanno a sostituire quelle in vetro (che pesano invece 145 grammi). È stato calcolato che un volo

che di solito trasporta circa 300 bottiglie di vino possa essere in questo modo 37 chilogrammi più “leggero”. Tradotto in termini di consumi, ci sarebbe una riduzione di circa 20 litri di carburante per ogni volo e 52 chili di diossido di carbonio prodotti in meno. Circa 3.000 membri dell’equipaggio della JAL (tra l’altro, la prima compagnia aerea al mondo a sperimentare un volo a carburante ecologico composto principalmente

da una fonte di energia vegetale non alimentare chiamata “camelina”) hanno volontariamente cominciato a portare meno oggetti personali a bordo dei voli internazionali in partenza da Narita, l’aeroporto principale di Tokyo. Meno vestiti extra e meno acqua potabile: una riduzione di peso di circa 2 chili e mezzo a testa. La All Nippon Airways (ANA - la seconda maggiore compagnia aerea giapponese) dal canto suo

non sta certo a guardare il diretto concorrente: entro l’autunno, equipaggerà 13 aerei, usati sulle tratte internazionali a lunga percorrenza, di pneumatici “più leggeri”. La riduzione di peso sarà di 80 chilogrammi per aeromobile. Tale misura segue quelle già messe in atto lo scorso anno, tra cui la diminuzione delle pagine sulla rivista di bordo, per una riduzione complessiva di 9 grammi di peso.

te: “all’Expo Universale 2005 di Aichi, presso Nagoya, il Padiglione Italia è stato il più visitato con oltre 3.500.000 visitatori, a testimonianza dell’interesse che il nostro Paese suscita costantemente nel pubblico giapponese”. “Soprattutto sotto il profilo dell’arte, della moda e del design, l’Italia parte con un vantaggio assoluto” continua Donati “il pubblico giapponese segue con interesse le attività culturali, in molti casi finanziate dalle stesse aziende giapponesi”. Le prime iniziative concrete per attivare gli investimenti reciproci risalgono a venti anni fa quando è nato l’Italy Japan Business Group, un organismo che ha saputo sviluppare un tessuto comune su cui creare negli anni una maggiore cooperazione industriale tra i due Paesi.

Il Direttore Donati ne ha seguito da vicino le attività in qualità di assistente di Umberto Agnelli, che ha presieduto l’IJBG per quattordici anni. Donati racconta che le strade intraprese per la creazione di questo tessuto comune sono passate sia attraverso lo sviluppo di attività congiunte sia attraverso la conoscenza bilaterale. A tale scopo sono state sviluppate attività in Paesi terzi e missioni congiunte in paesi come la Tunisia o i Balcani. Per lo stesso motivo (creare un tessuto comune) le Assemblee Plenarie in Italia hanno toccato non solo le grandi città ma anche la “provincia italiana” ancora poco conosciuta in Giappone (Bergamo 2002, Torino 2004, Catania 2006, Venezia/Treviso 2008). Il susseguirsi ogni anno di tali appuntamenti (che hanno affrontato temi

come ambiente, investimenti, biotecnologie, turismo, proprietà intellettuale) ha suscitato un interesse notevole. Alla vigilia della XXI Assemblea Plenaria dell’Italy Japan Business Group (presieduto oggi da Giorgio Zappa, Finmeccanica e da Yoshiharu Fukuhara, Shiseido - Tokyo, 16-17 settembre), che inaugurerà le molte iniziative denominate “Italia in Giappone 2009”, Donati afferma che i risultati di tale interscambio di opinioni e di esperienze vissute da imprenditori italiani e giapponesi, sono difficilmente quantificabili. Il punto è che indubbiamente si può affermare una crescita di interesse reciproco che, nel breve periodo, si traduce in un aumento del turismo e, nel lungo periodo, conduce all’affermazione dell’Italian

Soft Power che spinge a scegliere Italiano e che aggiunge credibilità alle indiscusse eccellenze che già riconoscono il “vantaggio assoluto” al nostro Paese. Letizia De Antoniis Attività di promozione dell’Italia in Giappone Italia in Giappone 2001-2002 Tokyo Dome 2005 Expo 2005 di Aichi Primavera Italiana 2007 Italia in Giappone 2009

Itochu comincia le trattative per comprare am/pm Rex Holding azienda madre di am/pm Japan Co., la settima più grande catena di convenient store del paese, ha scelto Itochu Corp come il candidato più all’acquisto.


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BUSINESS

BUSINESS 6

Profitti record per McDonald’s Japan

McDonald’s Holdings Co (Japan) ha rivelato mercoledì che le vendite nei suoi ristoranti in Giappone sono aumentate del 4,1% nel periodo compreso tra gennaio e giugno rispetto all’anno precedente, raggiungendo la quota record di 260,62 miliardi di yen.

indietro: ciò significa non solo ritrovarsi con grandi quantità di invenduto, ma anche sostenerne il costo di ritiro. Nella patria dei distributori automatici, possibile che nessuna azienda italiana riesca a inserirsi in questo giro d’affari? Stesso discorso dei “combini”, più un paio di problemi tecnici: il tappo e l’etichetta. Se diamo un’occhiata ai tappi delle bottiglie di plastica dei distributori automatici, ci accorgeremo che sono molto più “alti” rispetto a quelli delle acque italiane: questo per evitare che il tappo non scappi durante il trasporto. L’umidità è l’altro fattore determinante: è da anni che dico all’azienda madre, in Italia, di cambiare l’etichetta, farla plasticata. L’unica cosa che ho ottenuto è l’etichetta argentata Cosa dovrebbero fare le aziende italiane per migliorare le vendite in Giappone? Bisognerebbe fare gruppo, fare sistema, unirsi per affrontare la concorrenza degli altri paesi. C’è troppa frammentazione in Italia, troppo individualismo: è una cosa che non ci si può più

permettere, vista la concorrenza di paesi “nuovi” come la Turchia o l’Egitto. Fare “nome” basterebbe a far diminuire i prezzi e rendere i prodotti italiani ancora più competitivi? No, perché l’Italia è in ritardo soprattutto per quanto riguarda la tecnologia del trasporto. Basti pensare che è l’unico paese che usa ancora i bancali di legno, che costano 10 euro l’uno e sono inutilizzabili dalle aziende giapponesi. Ventiquattro bancali per ogni container, più le spese di smaltimento come materiale riciclabile: si capisce subito che i costi sono fin da subito più elevati. Insomma, tutt’altro che cristallino, il mercato dell’acqua... “La scarsa lungimiranza e la scarsa professionalità di molti imprenditori e manager italiani” - è l’amara riflessione di Andrea Rasca - “si coniuga perfettamente con la scarsa capacità di sostenere, in forma pragmatica e programmatica, le aziende italiane da parte delle istituzioni presenti sul territorio”. E i giapponesi, come si rapportano ai nostri prodotti? “Le bollicine piacciono moltissimo ai

Un buco nell’acqua (italiana) In un paese come il Giappone, dove per tradizione l’acqua è quella del rubinetto, è spesso imbevibile a causa delle enormi dosi di disinfettante ed è versata gratis con ghiaccio in qualsiasi ristorante, l’Italia è entrata da poco (circa 10 anni) nel mercato dell’acqua minerale, in estremo ritardo rispetto alla Francia, suo diretto concorrente. Basta dare un’occhiata ai numeri per rendersi conto della differenza tra i due paesi: nel 2008, circa 25 miliardi di yen (184 milioni di euro) per la Francia, meno della metà per l’Italia (circa 947 milioni di yen, cioè 7 milioni di euro). E’ sufficiente entrare in uno degli onnipresenti “combini” per capirne le conseguenze: al bancone delle acque, oltre a quelle giapponesi, si trovano quasi sempre Evian, Volvic tra le “naturali” e Perrier per quelle frizzanti. Di acqua italiana, naturale o frizzante che sia, neanche l’ombra: bisogna andare nei supermercati “specializzati”, come Kinokunya o Eataly, per trovarla. Unica nota positiva, confrontando con attenzione i dati 2007/2008 riguardanti i primi cinque esportatori, è che l’Italia è il paese che ha perso di meno rispetto agli altri (tranne,curiosamente, la Germania, che ha visto una crescita del 23%). Eppure qualche anno fa l’acqua minerale italiana aveva cominciato ad affermarsi, ed era presente (Uliveto, San Benedetto, San Pellegrino) anche nei piccoli supermarket e perfino in qualche “combini”. Poi è sparita. Cosa è successo? “La realtà è che spesso” - racconta Andrea

Rasca, presidente della società BTG Group e fondatore dell’Aqua Concept di Nishiazabu, a Tokyo “le aziende italiane non fanno pianificazione a breve, ma vogliono solo massimizzare le vendite dal primo container. Ci sono imprenditori che si aspettano il ritorno dall’investimento dal primo giorno. Inoltre la superficialità della preparazione dei manager e degli imprenditori stessi porta ad azioni confuse, mal organizzate e, agli occhi dei giapponesi, totalmente inadeguate”. Degli esempi? “Partite di bottiglie con etichette mal attaccate o totale mancanza di informazione sulle caratteristiche delle acque stesse”. Per Susumu Maeda, presidente della Mae International Travel, azienda importatrice di prodotti italiani (tra cui l’Acqua Paradiso) attiva da più di 30 anni, i termini della questione affondano le radici in vari fattori. Perché l’acqua italiana è difficile da trovare, a cominciare dai convenient store? Quando una catena come il Seven Eleven, con 20.000 punti vendita aperti 24 ore su 24 sparsi su tutto il territorio giapponese, ordina un prodotto, i volumi dell’ordinazione sono enormi. Acqua Paradiso non avrebbe nemmeno un magazzino sufficientemente grande per soddisfare una domanda del genere. Lo stesso vale per le altre aziende italiane. Un mercato rischioso dunque... Certo, anche perché se il cliente non compra la merce, questa torna

giapponesi, e questo vale sia per l’acqua che per i nostri prosecchi. Il mercato è invece ancora nelle mani di gruppetti di buyer totalmente impreparati, superficiali e , soprattutto, composti al 98% da soli uomini. E tutti sanno che in Giappone sono le donne che determinano i gusti e le tendenze”.

Lawson: ricaricabatterie per auto elettriche nei suoi punti vendita

La catena di convience store Lawson ha cominciato a installare apparecchi per ricaricare i veicoli elettrici in alcuni dei suoi punti vendita, a disposizione sia per le proprie auto elettriche sia per quelle dei clienti.


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Il manichino intelligente

Permesso fumare

BY KENJI

Nel paese dove il fumo è bandito nella maggior parte dei luoghi pubblici (strade comprese), i fumatori giapponesi stanno trovando rifugio nel “Cafe Tobacco”, locale “smokers-only” in pieno centro a Tokyo. Niente senso di colpa o disagio nei confronti degli altri clienti e posti fumatori sempre disponibili: queste le ragioni del successo del locale che a breve diventerà probabilmente realtà anche in altre zone di Tokyo. Aperto ad aprile di quest’anno vicino alla fermata della stazione JR Shimbashi (zona ad altissima densità di salaryman, gli impiegati giapponesi), il locale serve caffè dal gusto forte in modo che l’odore delle sigarette non influisca più di tanto sul sapore della bevanda. Secondo il gestore del bar, alcuni clienti visitano il locale anche quattro o cinque volte al gior-

servizi che aiutano a far smettere di fumare, la popolarità del “paradiso dei fumatori” fa pensare che non tutti gli amanti dei tabacco abbando-

no, perché nella zona è l’unico posto dove si può fumare senza problemi. Niente giovanissimi all’interno del locale, però: a minori di anni venti è il fumo è infatti bandito per legge. Secondo la Japan Tobacco, azienda ex-monopolio di stato che raccoglie più di cento marchi di bionde, la percentuale di fumatori giapponesi è in diminuzione rispetto al passato, ma è comunque una delle più elevate rispetto alle altre nazioni industrializzate: fumano circa il 40% degli uomini e il 13% delle donne, anche perché il costo di un pacchetto di sigarette si aggira intorno ai 2 euro e trenta. Le vendite sono diminuite del 5% in Giappone nell’ultimo anno fiscale (terminato a marzo 2009), ma raggiungono ancora un valore pari a 3.730 miliardi di yen (circa 38 miliardi di dollari). Sebbene siano in aumento il numero di prodotti e

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In arrivo nelle vetrine dei negozi giapponesi il primo manichino intelligente,un robot in grado di cambiare postura a seconda della situazione.

neranno così facilmente le proprie abitudini. Se da una parte cresce la disaffezione dell’opinione pubblica verso il fumo prodotto dalle sigarette, i

fumatori incalliti possono finalmente trovare rifugio in un locale esclusivamente dedicato a loro.


UPSIDETOWN 15 settembre 2009

UPSIDE TOWN

UPSIDE TOWN

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Ultraman frizzante!

Il popolarissimo supereroe giapponese Ultraman diventerà una bibita frizzante, prodotta dalla DyDo Drinco Corp.

Zarigani Cafe

Reissue

246 Cafe Book

Fireking Cafe

È a Shibuya, da cercare addentrandosi nelle stradine secondarie in direzione della sede televisiva della NHK, non lontano dall’incrocio più affollato del mondo. Si arriva allo Zarigani Cafe passando per negozi di vecchi dischi in vinile. Dalle 5pm le luci si abbassano, ad ogni angolo si accendono le candele e inizia un sottofondo di musica classica. Godibile nei giorni di pioggia. Tokyo, Shibuya-ku, Udagawa 6-11 1C Tel. 03-5459-0655 Open 11:45-22:00

Ambiente accogliente, raccolto, caldo e luminoso. Reissue è al secondo piano di un palazzo non lontano da Takeshita Street. Sembrerebbe il salotto di una casa privata, un posto ideale per un pranzo veloce e tranquillo o per un caffé sprofondati in un vecchio divano Chester. Tokyo, Shibuya-ku, Gingu-mae 3-35-7 Tel. 03-5785-3144 Open Mon.-Sat. 12:0024:00 (Lunch 12:0016:00) Sun. 12:00-18:00

Il palazzo che ospita il 246 è stato costruito nel ’65, inizialmente era un garage, trasformato qualche anno fa in un caffé accogliente e vintage nell’arredamento e nell’atmosfera. Annesso al cafè c’è un book shop pensato per chi ama viaggiare e raccontare dei suoi viaggi. Tokyo, Minato-ku, Minami Aoyama 1-2-6, Lattice Aoyama Tel. 03-5771-6886 Open Mon.-Sat. 11:3002:00 Sun. 11:30-23:30

Atmosfera rilassante, ambiente quasi londinese, arredamento anni 60, poltroncine Le Corbusier e una notevole collezione di Fireking China che decora l’angolo bar. Ospita mostre prevalentemente fotografiche. È a due passi dalla stazione Yoyogi Uehara (Chiyoda Line). Tokyo, Shibuya-ku, Uehara 1-30-8 Tel. 03 3469 7911 Open 11:30-02:00

Un caffé a Tokyo Chi è stato a Tokyo almeno una volta sa che i suoi caffé sono dei luoghi di incontro, in cui spendere ore e ore per meeting di lavoro, momenti di solitudine, appuntamenti tra amiche, per lavorare con il proprio computer, leggere e ascoltare musica. Di contorno a queste attività un caffé, una torta, un chai-latte, un curry rice o un lunch set da 1,000 yen. Non è tanto importante cosa si consumi ma l’atmosfera che il caffé riesce a trasmettere ai suoi clienti. Nelle strade principali si susseguono gli Starbucks, i Tully’s, i Doutor (una moderna interpretazione delle kissaten – caffetterie- giapponesi). Nelle stradine secondarie, si nascondono invece i caffé non-convenzionali, dall’atmosfera calda, vintage, ricercati in ogni dettaglio: luci, musica, oggetti, spesso delle vere collezioni di pezzi di design. Scelti per voi:

Letizia De Antoniis

www. simply a new perspective on global affairs

Ringrazio tutti i collaboratori che hanno reso possibile questo numero zero del nostro progetto. In particolare: Alessandro Cervieri, Letizia De Antoniis, Giacomo Goldkorn, Francesco Maggi, Aldo Pigoli, Emanuele Schibotto, Paolo Soldano, Miciyo Yamada. Andrea Rasca A.D. BTG Group

UPSIDETOWN Inserto online del periodico Equilibri.net REDAZIONE Equilibri.net Via Vigevano 39 20144 Milano DIRETTORE RESPONSABILE Riccardo Ferretti Registrazione presso il Tribunale di Firenze del 19 Gennaio 2004 numero 5320


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