UpsideTown Japan Anno 2 N°2 Febbraio 2010

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Editoriale Giappone sotto stress Forse mai in anni recenti il Giappone ha ricevuto una esposizione mediatica internazionale come quella ricevuta negli ultimi mesi. Dapprima il radicale cambio di rotta politico avvenuto con le elezioni dell’agosto scorso, le quali hanno portato al potere per la prima volta dal 1955 (esclusa una breve parentesi negli anni ’90) una formazione politica diversa dal Partito Liberal Democratico, con il nuovo Premier Hatoyama pronto a plasmare un approccio diverso della politica interna e a declinare un nuovo corso nella politica estera giapponese. In seguito, la notizia infondata del sorpasso della Cina come seconda economia del mondo in termini di PIL nominale. A fine 2009 esplode la vicenda politica relativa ad una ipotesi di corruzione che coinvolge l’ex leader del Partito Democratico Ichiro Ozawa. Ora, dopo i problemi accorsi in casa Toyota, molti osservatori internazionali chiamano in causa la tenuta dell’intero sistema produttivo giapponese. Tanto clamore a livello internazionale sarebbe stato accolto nel nostro Paese in maniera critica. In Giappone sembra invece aver spinto la società ad interrogarsi sul proprio presente e soprattutto sul proprio futuro.

ECONOMIA

SUMMARY

Caso Toyota: specchio del fallimento della Giappone S.p.A?

Che sia venuto il momento, per il Giappone, di trasformarsi in una economia post-industriale, concentrandosi appieno sui servizi? O che sia meglio puntare tutto sulla produzione di altissima tecnologia, piuttosto che su prodotti di massa? Causa scatenante del dibattito in corso tra economisti, analisti ed esperti di settore, è stata la bufera che ha visto Toyota nell’occhio del ciclone. La Toyota non rappresenterà a pieno il tessuto industriale giapponese, ma alcuni pilastri del Sistema Giappone hanno subito colpi strutturali non da poco. POLITICA

Il Governo scosso dalla vicenda Ozawa

POLITICA • La strategia da secondi in classifica > pag. 2

• Cooperazione asiatica anti-terrosismo > pag. 3

ECONOMIA • Menù regionale nei voli Alitalia > pag. 4

• Bene le società giapponesi quotate > pag. 5

AMBIENTE • In Giappone il PDP 3D da aprile > pag. 6

TENDENZE > PAG.2

POLITICA

Moda italiana: la situzione sul mercato giapponese

• Street Computing > pag. 7

UPSIDETOWN • Alcatraz E.R. > pag. 8

UPSIDETOWN Il recente scandalo che ha colpito Ichiro Ozawa, segretario del Partito Democratico (DPJ), rischia di indebolire sempre più la popolarità del Governo giapponese tra gli elettori. > PAG.8

PER RICHIESTE O SEGNALAZIONI:

UpsideTown ha intervistato Francesco Formiconi, COO di Giorgio Armani Japan, il quale ci ha fornito una chiara esposizione delle cause alla base della crisi del mercato dell’alta

PANORAMA BY NOBUHIRO

moda in Giappone: crollo delle esportazioni e della domanda interna di beni e servizi; deflazione e forte apprezzamento dello yen; fragilità del mercato del lavoro > PAG.4

AMBIENTE

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USPIDETOWN

Tokyo città piramidale

Ludovico Ciferri: “L’Italia non è solo Fashion&Food”

L’Area della Grande Tokyo, con oltre 34 milioni di abitanti, è la maggiore area urbana del pianeta. Il nuovo millennio presenta dunque come priorità la sovrappopolazione e gli scenari ingegneristici diventano futuribili

UpisdeTown ha raccolto il parere di Ludovico Ciferri, Research Manager per il Politecnico di Torino e vicedirettore del Mobile Consumer Lab all’International University of Japan

TENDENZE

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Il pachinko Entri come in un supermercato e vedi al posto degli scaffali tanti corridoi nei quali puoi accedere per scegliere il flipper preferito… > PAG.7


Tokyo condanna gli spari russi a pescherecci giapponesi

POLITICA Febbraio 2010

Il Primo Segretario di Gabinetto Hirofumi Higano ha condannato gli spari di una pattuglia di controllo russa diretti a due pescherecci giapponesi al largo delle isole Kurili, contese tra Russia e Giappone

Il Governo scosso dalla vicenda Ozawa

Nella foto Ichiro Ozawa

Tempi duri per il governo del Primo Ministro Yukio Hatoyama. Il recente scandalo che ha colpito Ichiro Ozawa, segretario del Partito Democratico (DPJ), rischia di indebolire sempre più la popolarità del governo giapponese tra gli elettori. Ozawa, numero due del partito, è finito sotto accusa perché il fondo della sua associazione politica ha effettuato investimenti ed operazioni finanziarie con denaro non dichiarato al fisco. L’interrogazione a cui è stato sottoposto il Segretario Generale del Partito

Nella foto Kakuei Tanaka

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Democratico segue gli esiti di un’indagine nella quale emerge una sua possibile implicazione, risalente al 2004, nella compravendita di un pezzo di terra a Setagaya - Tokyo - non dichiarata dal suo ufficio. Al momento tre assistenti e collaboratori di Ozawa sono stati arrestati a causa delle loro connessioni nell’affare. “Non ho mai ricevuto nessun tipo di fondo illecito” ha dichiarato Ozawa durante la conferenza stampa a seguito della sua interrogazione in merito alle accuse di corruzione. Lo stesso Ozawa ha poi proseguito sostenendo di aver firmato due documenti spiegando che in ogni caso il denaro usato per l’acquisto degli appezzamenti di terra in questione è conservato in un ufficio di Tokyo. Il rapporto collusivo tra esponenti politici e corruzione non è una novità nel sistema politico giapponese. Sin dagli anni Settanta infatti, diversi politici sono stati collegati in maniera profonda a scandali di tipo finanziario ed economico.

Secondo il punto di vista di Robert Harvey, nel suo “The Undefeated”, fino all’ascesa dell’allora Primo Ministro liberale Kakuei Tanaka, la corruzione era insita nel sistema politico giapponese. Tuttavia, a partire dalla prima metà degli anni Settanta e soprattutto nel corso degli anni Ottanta, grazie ad un modello di sviluppo capace di alimentare “il miracolo economico” giapponese (incentrato su progetti di lavori pubblici sovvenzionati dal governo al fine di produrre posti di lavoro), si è venuto a creare un circolo vizioso in cui la

corruzione era diventata elemento fondante della vita politica giapponese. Esemplare in questo senso fu la vicenda “Lockheed”, per il quale venne condannato nel 1983 lo stesso Tanaka dopo che il suo potere e la sua influenza politica vennero travolti da una lunga serie di scandali. Tornando ai giorni nostri, il recente episodio che ha coinvolto il Segretario Generale del Partito Democratico aggrava sensibilmente la posizione del DPJ nei confronti dell’opinione pubblica giapponese. Uno dei punti saldi della propaganda elettorale del candidato Premier Hatoyama e dell’intero entourage Democratico era stato, a partire da quest’estate, la lotta aperta alla corruzione in politica. Ma l’inversione di rotta annunciata, la volontà di rendere più trasparenti i rapporti tra politica e finanza che avevano offuscato l’operato di buona parte dei precedenti governi, è venuta meno già dopo le prime settimane di legislatura. Il primo esponente dell’attuale governo a trovarsi immischiato in un caso di finanziamento illecito è stato proprio l’attuale Primo Ministro Hatoyama. A seguito dello scandalo che nei mesi scorsi coinvolse la compagnia di costruzioni Nishimatsu, si venne a sapere che Hatoyama, prima di essere eletto Premier, aveva ricevuto un’ingente somma di denaro per finanziare la propria campagna elettorale. Denaro - non notificato al fisco e quindi non tassabile - che in ogni caso venne regolarmente dichiarato e regolarizzato da Hatoyama con tanto di pubbliche scuse quando oramai lo scandalo era emerso e il danno era stato fatto. Ad ogni modo il recente episodio che ha coinvolto il Segretario del Partito Democratico diventa per l’attuale governo motivo d’imbarazzo ancora più clamoroso se riferito al precedente scandalo, risalente al marzo del 2009, che portò Ozawa a dimettersi dal ruolo di leader dei Democratici consegnando, a pochi mesi dalle elezioni, le redini del partito in mano ad Hatoyama. Fu anche grazie a quell’episodio che lo stesso Hatoyama annunciò la forte volontà di cambiare pagina rispetto al passato. Un’inversione di rotta che, alla luce dello scandalo Setagaya, di fronte al proprio elettorato sembra punire più che valorizzare l’operato del governo. Niccolò Dagnolo

LA CARRIERA POLITICA DI OZAWA Nato nel 1942 Eletto alla Dieta nel 1969 per l’LDP Negli anni ’80 tra i giovani leader LDP Nel 1985 nominato Ministro degli Interni nel Governo Nakasone Nel 1989 diviene Segretario Generale LDP Nel 1993, assieme all’ex Premier Hata, fonda il Partito del Rinnovamento, ora estinto Nel 1998 fonda il Partito Liberale, che si fonderà in seguito con il Partito Democratico Nel 2006 diventa Presidente del DPJ Nel maggio del 2009 si dimette dalla carica di Presidente

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La Cina reclama la sovranità sul giacimento gassifero Chunxiao Il Ministro degli Esteri Cinese Yang Jiechi ha ribadito al suo omologo giapponese Okada che la Cina detiene la sovranità del giacimento gassifero di Chunxiao (Shirakaba per i giapponesi)

POLITICA

Febbraio 2010

Soft leadership e strategia da secondi in classifica

Nella foto Yukio Hatoyama

La prima tra le dieci parole più di tendenza in Giappone per il 2009 è risultata essere seiken kôtai, “cambio di governo”. Tra quelle presenti nella top 10, ce ne sono altre significative sempre riferite alla nuova leadership del Partito Democratico: jigyô shiwake, “budget screening” (in riferimento al taglio del budget

che si è svolto a novembre 2009 ad opera della nuova unità di governo, la “Government Revitalization Unit”) e datsu kanryô, “deburocratizzazione”. In effetti, grandi aspettative ha destato il cambio ai vertici avvenuto a settembre 2009. A distanza di pochi mesi la stessa coalizione si trova a fare i conti con un

calo dei consensi da parte dell’opinione pubblica: dal 75% di settembre al 45% di gennaio. La ragione principale di tale calo dei consensi sarebbe da ritrovare nella “soft ice-cream leadership” del Primo Ministro Hatoyama. Il riferimento non è solo alla debole presa di posizione riguardo a Futenma ma anche alla redazione del

bilancio per l’anno finanziario che sta per iniziare (aprile 2010). Di solito, temi come la politica estera e di difesa, così come quelli strettamente finanziari destano scarso interesse nell’opinione pubblica. Tuttavia la popolazione non resta indifferente di fronte alla percezione che, su molti aspetti, l’attuale governo non abbia una visione chiara e coalizzata. In particolare la divisione emerge riguardo ad alcune tematiche quali l’emendamento alla Costituzione, l’educazione scolastica orientata al patriottismo e il protezionismo a favore dell’agricoltura domestica. L’idea di tagliare gli sprechi per risanare l’economia e raggiungere gli obiettivi prefissati nel manifesto del DPJ (tra cui quello di prevedere un assegno per l’infanzia di 26.000 yen al mese) sembra tuttavia non essere inserita in una vera strategia di crescita del Pa-

ese. Sembra che non siano chiari gli obiettivi cui tende il Giappone, ad esempio che ruolo vuole giocare nel panorama regionale e internazionale. I tagli alla scienza e alla tecnologia effettuati durante il “budget screening” hanno sollevato numerose polemiche proprio in un’ottica di mancata strategia. In un’intervista rilasciata all’Asahi Shinbun, il presidente della Camera di Commercio giapponese Okamura Tadashi ha affermato: “il senso di identità del Giappone fino ad oggi è stato quello di essere la seconda economia mondiale, ma ora che la Cina e in prospettiva anche l’India si preparano a prendere questo posto, al Giappone non rimane che diventare un Paese che crea e diffonde scienza e tecnologia. Se continuiamo a pensare che il secondo posto sia abbastanza, finiremo per ritrovarci in fondo alla classifica”. Letizia De Antoniis

Al via la cooperazione asiatica sul fronte del terrorismo nucleare Sedici Stati asiatici inizieranno a collaborare in tema di terrorismo nucleare in vista del Global Nuclear Security Summit, iniziativa statunitense prevista per il prossimo aprile. La decisione è stata presa durante il seminario tenutosi a Tokyo nel gennaio scorso, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri giapponese di concerto con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. Hanno partecipa-

to, oltre al Giappone, tutti i membri dell’ASEAN tranne Myanmar, Cina, Corea del Sud, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan ed Uzbekistan. Nel comunicato finale del seminario, firmato da Kaoru Naito, Presidente del Nuclear Material Control Center, si legge che “i partecipanti al Seminario hanno salutato con favore l’iniziativa del Presidente Obama […] ed hanno espresso l’impegno a lavorare insieme

così che la regione asiatica possa rivelarsi un esempio nella promozione dell’uso pacifico dell’energia nucleare”. L’obiettivo principale del Global Nuclear Security Summit consiste nel coinvolgere il maggior numero di attori statali nella questione del terrorismo nucleare, finora basata essenzialmente sulla collaborazione bilaterale tra Stati Uniti e Russia. E.S.

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Dopo 15 mesi l’export giapponese torna in crescita

ECONOMIA Febbraio 2010

La sostenuta domanda cinese ha permesso alle esportazioni giapponesi di chiudere lo scorso dicembre in positivo. Nel 2009 la Cina è divenuta il primo mercato per le esportazioni giapponesi, superando gli USA

Caso Toyota: specchio del fallimento della Giappone S.p.A?

Prima la bancarotta da 26 miliardi di dollari della compagnia di bandiera Japan Airlines; poi la falsificazione, da parte della Koito Industries, dei dati di sicurezza dei sedili montati su più di 1.000 aeroplani, per un totale di 150.000 seggiolini usati da 32 compagnie aeree; infine, la crisi della Toyota, con il richiamo in officina di più di 8 milioni di veicoli in tutto il mondo per un problema ai freni. Senza contare i 400.000 veicoli richiamati ai primi di febbraio dalla Honda per questioni di airbag. Due delle caratteristiche che fino a qualche tempo fa facevano eccellere sui mercati mondiali i prodotti giapponesi (sicurezza e affidabilità) sembrano vacillare sotto il peso degli avvenimenti dei questi primi mesi del nuovo anno, soprattutto a causa del “trauma Toyota”. Un trauma che, se alcuni vedono come la sve-

glia di cui il Giappone aveva bisogno per comprendere che la sua dipendenza nelle esportazioni industriali - base della crescita economica dal secondo dopoguerra - non ha più senso, rimane tale per il danno di immagine e di perdita di fiducia tra i consumatori. Che sia venuto il momento, per il Giappone, di trasformarsi del tutto in una economia post-industriale, concentrandosi appieno sui servizi? O che sia meglio puntare tutto sulla produzione di altissima tecnologia, piuttosto che su prodotti di massa? Causa scatenante del dibattito in corso tra economisti, analisti ed esperti di settore, è stata proprio la bufera che ha visto Toyota - e il suo quasi omonimo presidente (Toyoda) - nell’occhio del ciclone. Uno dei problemi maggiori? Il ritardo con il quale la dirigenza ha ammesso la possibilità di erro-

re, (provocando le ire degli Stati Uniti, uno dei maggiori partner commerciali del Giappone) e il ritardo con il quale, nel Paese dove chiedere scusa è un’arte, è arrivato il mea culpa di Mr. Toyota. Durante una conferenza stampa ai primi di febbraio, perfino il Ministro dei Trasporti Seiji Maehara ha criticato il modo in cui Toyota ha gestito il problema, quasi disinteressandosi dei consumatori. Simbolo indiscusso della potenza economica giapponese, la casa automobilistica di Nagoya sta diventando uno dei segnali più evidenti del declino del Paese. “Se la Toyota non è in salute, è tutto il Giappone a stare male”, è opinione diffusa. A ben vedere, il paragone tra Toyota e la Giappone S.p.A. non è del tutto corretto, semplicemente perché dal punto di vista economico il Paese non è mai stato il numero uno. Toyota, d’altra parte, lo è ancora: nel 2008, superando la General Motor, è diventata il primo produttore al mondo di automobili. E il massiccio richiamo delle autovetture viene visto da qualcuno semplicemente come uno dei rischi dell’essere il leader mondiale della

tecnologia nel settore automotive. Sta di fatto che nell’anno in cui, almeno secondo le previsioni, ci sarà il definitivo sorpasso dell’economia cinese su quella giapponese, alcuni pilastri del Sistema Giappone hanno subito colpi strutturali non da poco. Paolo Soldano

KDDI acquista Jupiter Comm per 4 miliardi di dollari KDDI, secondo operatore telefonico nel mercato giapponese, acquisirà il controllo di Jupiter Telecommunications con una operazione del valore di circa 4 miliardi di dollari USA

Menu regionale nei voli Alitalia

A partire dal mese di gennaio 2010, nelle tratte da e per il Giappone i passeggeri possono beneficiare di un menù disegnato da grandi chef italiani che, abbinando a rotazione menù regionali a grandi vini della stessa regione, darà loro la sensazione di trovarsi in un ristorante esclusivo. Ecco il calendario del menù a partire dal mese di aprile: Periodo

Italia-Giappone Giappone-Italia

Aprile-Maggio

Abruzzo

Abruzzo

Giugno-Lugli

Toscana

Toscana

Agosto-Settembre

Sicilia

Marche

Ottobre-Novembre Campania

Liguria

Dicembre-Gennaio Lombardia

Umbria

TOYOTA NUMERI Nel 1937 Sakichi Toyoda fonda la Toyota Motor Corporation Nel 1938 inaugurato il primo stabilimento a Honshu Oggi è il primo costruttore di autoveicoli del mondo Oltre 9 milioni di vettore prodotte ogni anno 262,6 miliardi di dollari USA il fatturato nel 2007 58,1 miliardi di dollari USA il risultato netto del terzo quadrimestre 2009 58 centri di produzione nel mondo, di cui 15 in Giappone 320.808 lavoratori nel mondo La Toyota Corolla è l’auto più venduta della storia

Upside Town è un prodotto editoriale di Equilibri, società privata dedita all’analisi degli eventi e delle dinamiche internazionali. Con la sua divisione Eq Consulting, Equilibri fornisce ai clienti una serie di servizi legati all’ internazionalizzazione d’impresa: analisi specifiche di mercato, ricerca del partner in loco, gestione day-by-day, problem solving.

Fonte: www.toyota.co.jp

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Sony risponde alla Apple La Sony ha annunciato un piano di risposta alla strategia di Apple in Giappone; Sony punterà su negozi monomarca, imitando lo stile Apple. Il primo negozio Sony aprirà a Nagoya il 13 marzo

ECONOMIA

Febbraio 2010

Moda italiana: la situazione sul mercato giapponese le considerazioni di Francesco Formiconi, COO di Giorgio Armani Japan

Nella foto Francesco Formiconi

Crollo delle esportazioni e della domanda interna di beni e servizi; deflazione e forte apprezzamento dello yen; fragilità del mercato del lavoro. Sono queste alcune delle cause generali della crisi del mercato dell’alta moda annoverate da Francesco Formiconi - direttore operativo della Giorgio Armani Japan e nuovo presidente della Camera di Commercio Italiana in Giappone durante la seconda edizione degli “stati generali” del

Made in Italy in Giappone, tenutisi all’Ambasciata di Tokyo lo scorso 5 febbraio per fare il punto della situazione tra le principali aziende italiane presenti sul mercato giapponese. “Fragileèilmiglioraggettivo per descrivere l’attuale domanda giapponese di prodotti di moda ad alto livello” - è l’opinione di Formiconi - “La domanda è infatti ancora fortemente dipendente da riduzioni di prezzo per mantenersi stabile o far segnare

piccole crescite”. Il settore della moda (non solo italiana) ha pesantemente sofferto gli effetti della crisi finanziaria cominciata nel 2008. “I consumatori giapponesi stanno pesantemente modificando il loro approccio verso i prodotti di fascia alta, con un cambiamento del paradigma di acquisto tra i più radicali e potenzialmente a lungo termine mai riscontrati fino ad ora, che hanno causato l’esplosione della cosiddetta luxury bubble”. Altra criticità, il progressivo e rapido processo di invecchiamento della popolazione. “Annualmente l’età media dei fruitori di prodotti moda di fascia alta e medio alta si sposta in avanti”. Quali sono allora le prospettive nel 2010? “Personalmente ritengo che il mercato, pur in una fase di stabilizzazione, continuerà a essere molto difficile per i marchi italiani di fascia medio-alta che presentano i loro prodotti sul mercato giapponese con mark-ups molto elevati”. Ci saranno le perdite registrate l’anno scorso?

“Ci dobbiamo attendere fatturati lordi stabili rispetto al 2009 ma con probabili livelli di vendite nette più bassi, sia perché è necessario ricorrere sempre di più a vendite scontate che per il sempre maggior peso delle vendite straordinarie (outlet, special sales, ecc.). Di fatto il mercato giapponese, pur rimanendo primario per il prodotto di moda italiano, offre sempre meno ritorni in termini di marginalità (dovuti a maggiori sconti e livelli di stock troppo elevati). Ne consegue la necessità di praticare estrema prudenza nei nuovi investimenti e di rivedere le maggiori voci di costo, in particolare quelle relative agli affitti degli spazi vendita, che devono calare mediamente dal 30% al 50% per mantenere una sufficiente redditività a livello di singolo negozio”. Da rivedere con maggiore attenzione, conclude Formiconi - “è lo sviluppo di canali di distribuzione alternativi, ad esempio le vendite on-line”. Testo e foto di Paolo Soldano

In crescita i profitti delle società giapponesi quotate Una inchiesta condotta dal Nikkei, il maggiore quotidiano economicofinanziario giapponese, rileva che nel periodo ottobre-dicembre 2009 le società giapponesi quotate alla Borsa valori di Tokyo hanno visto aumentare i loro profitti del 14% rispetto al trimestre precedente. In confronto allo stesso periodo dell’anno preUPSIDETOWN

cedente, i profitti ante imposte sono lievitati del 120%, raggiungendo i 20 miliardi di dollari. Questo risultato concerne principalmente l’export, e si deve in gran parte alla crescita pressoché costante della Cina, divenuta ormai il primo partner commerciale del Giappone, ma anche al pacchetto di stimoli varato dall’ese-

cutivo giapponese. Le società che si affidano alla domanda interna continuano invece ad incontrare gravi difficoltà, riportando utili in calo.

Yakult produrrà negli USA Yakult Honsha, leader mondiale nelle bevande probiotiche, dal 2012 inizierà la produzione anche negli Stati Uniti. L’azienda è presente in 32 Paesi nel mondo, vendendo ogni giorno 20 milioni di bevande fuori dal Giappone

In calo del 18% i turisti in Giappone Il numero di turisti stranieri che nel 2009 ha visitato il Giappone è risultato inferiore del 18,7% rispetto all’anno precedente. Il primo calo negli ultimi sei anni ed il primo a doppia cifra dal 1986

Kirin dice no a Suntori Kirin Holdings, produttore di bibite, ha formalmente rinunciato alla fusione Suntory. Dalla fusione tra i due produttori di bibite giapponesi sarebbe nato uno dei giganti mondiali del settore, con un fatturato di 43 miliardi di dollari e capace di competere con Anheuser-Busch Inbev

E.S.

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AMBIENTE

Nuovo gel a base d’acqua in grado di produrre plastica? I ricercatori dell’Università di Tokyo hanno creato “Aqua Material”, un gel a base d’acqua che potrebbe essere usato per la produzione di plastica, sostituendo il petrolio

Febbraio 2010

Intervista a Ludovico Ciferri: “L’Italia non è solo Fashion&Food”

Nella foto il Politecnico di Torino

Si definisce un “facilitatore”, un promotore dei “rapporti tecnologici” tra i due Paesi. Ludovico Ciferri, da quasi 8 anni in pianta stabile a Tokyo. Research manager per il Politecnico di Torino e vice-direttore del Mobile Consumer Lab all’International University of Japan, collabora con diversi centri di ricerca sparsi per il Giappone, in particolare Hokkaido University, a Sapporo, e Tohoku University, a Sendai, uno dei poli più importanti al mondo per le material sciences, in particolare le nanotecnologie.

Il suo lavoro? Promuovere le attività di collaborazione in ambito scientifico e tecnologico tra il Politecnico di Torino (e le aziende ad esso associate) con i suoi omologhi giapponesi. Quando si parla d’Italia nel mondo si pensa subito a fashion e food. Qual è la percezione dei giapponesi nei confronti della ricerca italiana? La maggior parte dei giapponesi non si aspetta di vedere tecnologia da parte nostra, anzi si sorprende quando si rende conto di quello che siamo in grado di fare. Non si riesce ancora a

far capire che dietro la Ferrari non c’è solo passione, ma anche altissima tecnologia. Il Politecnico di Torino, quello di Milano e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa rappresentano l’eccellenza della ricerca italiana, sono centri di riferimento a livello europeo e come tali vanno promossi. Quali sono le macroaree su cui state lavorando? Ragioniamo sui grandi temi della società del futuro: energie sostenibili (dai pannelli solari alle batterie al litio) e invecchiamento della popolazione, fenomeno irreversibile che interessa molto sia il Giappone sia l’Italia. L’obiettivo: vogliamo migliorare quello che già è stato sviluppato. Nello specifico? Un esempio sono le reti wireless ad hoc, progetto al quale stiamo lavorando in collaborazione con Hokkaido University. In caso di disastri naturali o di altre emergenze la prima neces-

sità è la comunicazione, soprattutto tra i soccorritori. Grazie alla nostra tecnologia gli oggetti in movimento possono trasformarsi in punti che ricevono e trasmettono il segnale permettendo di comunicare anche in assenza di una rete. Una sorta di ripetitori temporanei di trasmissione per garantire la comunicazione... Esatto, applicabili anche ad altri servizi. Se ad esempio tutti i veicoli di una compagnia di autostraporti venissero dotati di questo tipo di trasmettitori, si creerebbe una rete autonoma grazie alla quale veicolare informazioni sul traffico, incidenti, condizioni meteo ecc. Le reti mobili ad hoc sono un’eccellenza tutta italiana? In generale penso che oggi non ci siano eccellenze uniche in questo o quel Paese. A queste reti si lavora infatti anche in Giappone, ma non sono così sviluppate. D’altro canto, almeno per i prossimi 30 anni in

Italia non avremo mai una banda larga sviluppata come in Giappone. Meglio puntare dunque sulla complementarietà delle eccellenze. Parliamo dei servizi legati all’invecchiamento della popolazione. Parliamo quindi di domotica (la scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti antropizzati, N.d.R.). L’obiettivo è abbinare la sensoristica, settore in cui anche l’Italia è all’avanguardia, alla robotica, scienza in cui il Giappone ha un livello di expertise molto elevato. Dall’unione nascerrano ambienti intelligenti, le cui le principali funzioni siano controllabili a distanza (ad esempio l’accensione di un elettrodomestico) ma in cui sia possibile anche tenere sottocontrollo le condizioni di un anziano o di un malato. Paolo Soldano

In Giappone il Plasma Display Panel 3D a partire da aprile All’edizione 2009 del CEATEC (Cutting-edge IT and Electronics Comprehensive Exhibition), considerata una delle maggiori esibizioni di elettronica di consumo del mondo e che si tiene a Tokyo durante la prima settimana di ottobre di ogni anno, l’unica novità sono stati gli schermi 3D, presentati da tutti i maggiori produttori, senza tuttavia riscontrare molte critiche positive. È bastato il fenomeno Avatar, il film di James Cameron uscito a dicembre nella maggior parte delle sale in 3D e 3D IMAX per far (ri)scoprire le emozioni che può dare la visione di film in tre dimensioni. Gli stessi produttori

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giapponesi hanno riproposto la tecnologia anche al CES (Consumer Electronics Show) 2010 a Las Vegas, questa volta tra l’entusiasmo: i vecchi critici hanno apprezzato l’integrazione di lettori Blue Ray Disk 3D full HD come fondamentale passo tecnologico. Panasonic non si è fatta attendere, e a febbraio ha annunciato ufficialmente il rilascio di 2 versioni di PDP (Plasma Display Panel) 3D per il prossimo aprile, con integrati lettori Blue Ray Disk capaci di supportare i video 3D full HD. Luca Bartolomeo

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L’85% dei giapponesi è favorevole alla pena di morte Da un recente sondaggio commissionato dal Governo emerge che l’85,6% dei giapponesi ritiene che la pena di morte sia “inevitabile”. Si tratta della più alta percentuale mai registrata da quando il rilevamento è cominciato nel 1994

TENDENZE Febbraio 2010

Il Pachinko

Entri come in un supermercato, nessuno ti accoglie, e vedi al posto degli scaffali tanti corridoi nei quali puoi accedere per scegliere il flipper preferito che è posizionato in senso verticale con sgabellino, porta bicchiere e portacenere annessi (i giapponesi devono sempre usare tutto lo spazio senza sprechi). Le macchine da gioco hanno disegni e sfondi diversi: da quelli che riprendono i personaggi dei manga a quelli sportivi, da quelli spaziali a quelli molto

colorati con tutti i tipi di pesci; generalmente sono raggruppati per tipo nello stesso corridoio. Si tratta di scegliere quello che ti attira di più e di sederti davanti allo schermo. Il minimo per una giocata è di 1000 yen, che i giapponesi pronunciano en, e che equivalgono a circa 8 euro; infili la banconota nello spazio apposito in alto a sinistra e schiacciando un bottone scendono circa 500 palline di metallo argentato, piccole biglie che cadendo nel contenitore sotto lo schermo fanno molto rumore. A questo punto si accende un altro bottone con scritto PUSH e, appena lo spingi, le palline cominciano a essere lanciate nel flipper e a scendere nel quadro dove sono posizionati tanti chiodini che cambiano il loro percorso. Per

direzionarle c’è una manopola che si può muovere verso destra o verso sinistra. A seconda di dove cadranno le palline, ne vincerai o perderai altre. Si chiama gioco d’azzardo. In Giappone c’è gente che si è arricchita e gente che è andata sul lastrico, come in tutti i Paesi del mondo. È come un casinò per casalinghe, sfaccendati o distinti signori che si rilassano in un periodo di pausa dal lavoro, insomma un luogo accessibile a tutti e per tutte le tasche. Tokyo è letteralmente disseminata di pachinko, ne trovi in ogni quartiere, non è un luogo turistico, ma ci si sente quasi subito a proprio agio perché la gente è semplice e disponibile a spiegarti il fenomeno, come accade ovunque in Giappone.

Smaltimento rifiuti con… feci di panda

Taguchi Fumiaki, ricercatore e professore emerito della Scuola di Scienze Mediche presso la Kitasato University, è stato insignito del prestigioso Ig Nobel 2009, premio organizzato dalla “Annals of Improbable Research” e consegnato al Sanders Theater dell’Università di Harvard. Gli Ig Nobel sono assegnati, per stessa ammissione degli organizzatori, alle ricerche che “inizialmente fanno ridere ma poi fanno pensare”. Osservando le feci prodotte dai panda giganti dello “Ueno Zoological Gardens” di Tokyo, la ricerca di Fumiaki e del suo team ha scoperto al loro interno un ceppo di batteri con efficaci proprietà di biodegradabilità. Ciò consente di ipotizzare che questi stessi batteri possano essere utilizzati nel campo dello smaltimento dei rifiuti. Durante il discorso di accettazione del premio, Fumiaki ha inevitabilmente provocato molta ilarità tra il pubblico.

Street computing

Decori mask Il quotidiano giapponese Asahi ha segnalato la nuova tendenza delle maschere protettive. I modelli più recenti hanno presentato una novità curiosa: disegni con adesivi e glitter, che permettono di personalizzare la superficie bianca altrimenti “noiosa”.

In realtà, sono state lanciate da circa un paio di anni, ma Asahi ritiene che per il 2010 otterranno una spinta promozionale atta anche ad incoraggiare i giovani ad indossare maschere per contrastare la diffusione di ceppi virulenti di influenza.

‘QR code’ Building N Building è una struttura commerciale situata vicino alla stazione del quartiere Tachikawa. I proprietari hanno deciso di trasformarne la facciata in un gigantesco ‘codice QR’, la cui

lettura da un dispositivo mobile consente di venire reindirizzati al sito del negozio, sul quale è possibile ottenere tutte le informazioni di interesse. Un primo passo, per

ora solo sperimentale, verso un paesaggio ur bano libero da segnaletica onnipresente e, allo stesso tempo, un miglioramento della qualità e l’accuratezza delle informazioni.

Man mano che la tecnologia avanza, entra sempre più a far parte della nostra vita: non è immaginabile una vita senza cellulare, lettore mp3 e computer. Con il rimpicciolimento dei notebook, l’avvento dei netbook e l’incremento della durata della batteria un nuovo fenomeno comincia ad affacciarsi in Giappone: lo “street computing”.

a cura di UPSIDETOWN

Come suggerisce il nome, si tratta del fenomeno di persone che usano il computer mentre camminano o addirittura mentre vanno in bicicletta. In realtà il vero nome di questa pratica è “Koike Style”, dal nome di Mr. Koike, che si dice sia stato il primo a lanciarla, inizialmente nell’area di Akihabara.

www.tipimetropolitani.it

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UPSIDE TOWN

Suicidi di nuovo in crescita nel 2009 Nel 2009 il tasso di suicidi è cresciuto nuovamente, dopo la flessione del 2008. Per il dodicesimo anno consecutivo è stata superata la soglia dei 30.000 suicidi

Febbraio 2010

Tokyo città piramidale

L’Area della Grande Tokyo, che comprende le prefetture di Tokyo, Chiba, Kanagawa e Saitama, con oltre 34 milioni di abitanti ed un’estensione di 13.555 kmq è la maggiore area urbana del pianeta. Il punto critico è stato raggiunto nel 2005 con la

Alcatraz E.R.

fusione di Yokohama e Tokyo, due mega-aree che hanno unito i propri confini. Al fine di risolvere il problema delle auto che un numero elevato di abitanti avrebbe portato sulle strade, Tokyo ha puntato da un lato sul ferro (tram, metro, treno) in una ragnatela impressionante di stazioni e linee dei treni e dall’altro sulla “drastica” legge per acquistare un’auto “che non può avvenire se non si è proprietari di un posto auto o parcheggio”. Ora che con il nuovo millennio il problema prioritario è la sovrappopolazione, gli scenari ingegneristici diventano futuribili. Tokyo potrebbe diventare come nel film “Blade Runner” un alveare di macroaree urbane attrezzate. Un video di Discovery Channel illustra il progetto della “Piramide Urbana” che sta per essere presa in considerazione come progetto futuro. Con 55 “mini piramidi” (delle dimensioni della grande piramide di Giza) collocate alla base di una enorme struttura tubolare che ospiterebbe al suo interno vari edifici simili a grattacieli, verrebbe costruita con materiali realizzati grazie a nanotecnologie e capaci di resistere a terremoti e tsunami. Per la sua costruzione in tempi rapidi si prevede l’introduzione di robot Toyota di supporto agli operai. Una rivoluzione architettonica potrebbe essere alle porte.

Mosaico record

Nel mese di gennaio a Nagato (prefettura di Yamaguchi) è entrato nel Guinness dei Primati un record “made in Japan”: si tratta del gigantesco mosaico formato da 120.000 fotografie di facce sorriden-

Un ristorante davvero bizzarro: Alcatraz E.R., meglio noto come “la prigione medica di Shibuya”. I proprietari devono essere stati un po’ indecisi sul concetto che si voleva dare al locale, al punto da non distinguere se sia una prigione, un ospedale, o una prigione medioevale. Ma chi se ne preoccupa? Nessuno, il locale infatti comincia ad avere un discreto successo. All’ar-

rivo, dovete dichiarare la vostra cartella clinica e gruppo sanguigno, poi sarete ammanettati dalle ragazze in costume che vi condurranno alla vostra “cella”; una stanza che assomiglia ad un prigione medioevale. I cocktails con i nomi come “l’influenza” e “ll calmante mentale forte” sono serviti in provette, e potete persino bere da un flebo d’ospedale. I pasti sono trasporta-

ti su vassoi di metallo da chirurghi. Il pasto è interrotto occasionalmente dall’esibizione di Jason (film horror “Venerdi 13”), che vi girerà intorno al posto e terrorizzerà i clienti. E, a sorpresa, fa anche irruzione contro gli uomini in piedi al bagno proprio mentre fanno pipì. Alcatraz ER: 2F Harvest Building, 2-13-5 Dogenzaka, Shibuya-ku; tel. +81 03 3770 7100

ti che, insieme, hanno composto la figura di Kaneko Misuzu, gloriosa poetessa deceduta nel 1930 a soli 27 anni. Il precedente record apparteneva all’Università di Birmingham in Gran Bretagna, con un

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a cura di

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mosaico composto da “sole” 113.000 foto. Il maxi-mosaico, delle dimensioni di 32 x 43 metri, è stato sponsorizzato dalla Camera di Commercio di Nagato per promuovere la città. La durata della “messa in posa” è stata di circa sei ore. All’interno della figura è stato inserito anche un verso della Misuzu, che recita: “Tutti siamo diversi, tutti siamo splendidi”. Proprio come i partecipanti all’opera.

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