UpsideTown Japan Anno 2 N°5 Giugno 2010

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L’editoriale Naoto Kan Nuovo Premier “ Spero di portare avanti il progetto di ripresa del Paese attuando le riforme necessarie “, queste le prime parole di Naoto Kan subito dopo aver assunto la carica di Primo Ministro il 4 giugno scorso. 63 anni, Kan non fa parte di una famiglia con tradizioni politiche, al contrario della maggior parte dei suoi predecessori. Laureato in fisica al Politecnico di Tokyo, entra a far parte del movimento ambientalista e pacifista negli anni Settanta. Eletto al Parlamento per la prima volta nel 1980, ha ottenuto il suo primo incarico di Governo nel 1996 come Ministro della sanità – posizione grazie alla quale ottenne grande popolarità. Nel 1998 ha partecipato alla fondazione del Partito Democratico Giapponese, contribuendone all’ascesa degli ultimi anni. Quando il Partito Democratico è approdato al Governo nel 2009, Kan è stato nominato Vicepremier e incaricato di dirigere il Dipartimento per le Politiche Strategiche, il nuovo ente voluto da Hatoyama destinato a diminuire il peso della potente burocrazia giapponese. Lo scorso 6 gennaio ha poi assunto la carica di Ministro delle Finanze, sostenendo la necessità del rigore di bilancio. Emanuele Schibotto

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POLITICA

SUMMARY

Il samurai alla conquista del palazzo di vetro Il Premier inglese ha recentemente propo- forma “Coffee Club”. Ecco gli orientamenti sto di attribuire un seggio permanente del più accreditati. Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite al Giappone. La dichiarazione di David Cameron ha rilanciato l’ormai annoso dibattito sulla necessità di una riforma del Consiglio. Molti, infatti, sono gli Stati che pretendono un ruolo più influente nel Palazzo di Vetro tra cui spiccano Giappone e Paesi emergenti come Brasile e India. Italia e Cina propongono, invece, una categoria aggiuntiva e semi-permanente di membri del Consiglio e avanzano la ri> PAG.2

ECONOMIA

AMBIENTE

JAPAN POST: stop alla privatizzazione

POLITICA • Prende forma la legge sul referendum di revisione costituzionale > pag. 3

• Giappone ancora seconda “potenza “mondiale? > pag. 3

ECONOMIA • Vera@Italia: il lifestyle italiano è on-line > pag. 4

AMBIENTE • Memoro Japan: quando i ricordi corrono in rete > pag. 7

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Biodiversità ambientale,Tokyo rafforza gli obiettivi

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La “Strategia nazionale per la biodiversità del Giappone 2010” ha recentemente coinvolto anche il settore privato. Il programma istituito dagli organi statali competenti prevede obiet-

tivi a lungo-termine, per migliorare la biodiversità rispetto allo stato attuale entro il 2050, e risultati nel breve periodo, per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2020. > PAG.6

TENDENZE

Memoro Japan: quando i ricordi corrono in rete In sede WTO verrà discussa da funzionari europei e statunitensi la decisione dell’ ex Premier giapponese di interrompere il processo di privatizzazione del gruppo Japan Post, attorno al quale ruota un grosso giro d’affari. L’iniziativa del Governo giapponese non preoccupa, però, l’opinione pubblica nipponica che ritiene il sistema bancario e assicurativo affidabile e solido. > PAG.5

Il progetto italiano di una Banca della Memoria Internazionale, che raccoglie testimonianze dei nati prima del 1940, ha coinvolto, a partire da ottobre 2009, anche il Giappone. Il merito è di Cinzia Dolcini che abbiamo intervistato per voi.

Tokio: tutto pronto per la fiera internazionale del libro

Il prossimo 8 luglio il “Tokio International Exhibition Center” ospiterà la Fiera Internazionale del Libro che avrà l’Arabia Saudita come ospite d’onore. L’evento è un’ottima opportunità per conoscere il mercato editoriale giapponese. > PAG.8

POLITICA

FMI: “riduzione del debito pubblico a partite dal 2011” L’FMI, preoccupata dal forte debito pubblico nipponico -attualmente il 122% del PIL-, ha intimato il Giappone a risanare il bilancio entro il 2011. Gli obiettivi primari prevedono di stimolare la crescita e di combattere la deflazione.

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POLITICA

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Giugno 2010

Il samurai alla conquista del palazzo di vetro La Gran Bretagna continua a sostenere fermamente la proposta per l’ attribuzione di un seggio permanente al Giappone all’ interno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Questo è ciò che emerge dalle dichiarazioni della nuova coalizione di governo guidata dal conservatore David Cameron. Il supporto britannico nasce, infatti, dalla necessità di restituire maggiore rappresentatività in seno al Consiglio, resa indispensabile dall’ emergere di nuovi attori sulla scena politica internazionale e dall’ aumento esponenziale della complessità degli eventi della convivenza internazionale. Nonostante vi sia una larga concordanza fra gli Stati membri dell’ Onu sulla necessità di riformare il Consiglio, le opinioni divergono sull’ampiezza dell’allargamento, sui poteri da conferire ai nuovi membri e sulle modifiche da apportare al modo di operare del Consiglio. Un ampio gruppo di Paesi ritiene che la riforma sia imprescindibile per garantire la legittimità dell’organo, per rafforzarne l’autorità, per renderlo più efficace e, infine, per accrescerne la trasparenza. Inoltre, per alcuni Stati, che aspirano a diventare membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, la riforma rappresenta un’opportunità unica di rafforzare il proprio status internazionale o addirittura di scalare la gerarchia del potere internazionale e arrivare a rivestire un ruolo di fondamentale rilevanza. Attualmente il Consiglio di Sicurezza si compone di 15 membri, di cui 5 permanenti (Cina, Francia, Regno Unito, Usa e Federazione russa) e 10 non permanenti, eletti per un periodo di 2 anni “avendo speciale riguardo, in primo luogo, al contributo dei Membri delle Nazioni Unite al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale ed agli altri fini dell’Organizzazione, ed inoltre ad un’equa distribuzione geografica”. L’ unico ampliamento della membership del Consiglio di Sicurezza finora realizzato risale al 1963, quando i seggi non permanenti furono aumentati da 6 a 10. Della riforma del Consiglio di Sicurezza si parla da tempo come di una necessità improcrastinabile, ed è, tuttavia, a partire dagli anni ’90, anno della creazione di una commissione ad hoc, che

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il dibattito si fece più acceso. varie proposte sono state avanzate e nessuna è stata adottata. E così abbiamo assistito alla nascita di alleanze a geometria variabile, coalizioni, amicizie non disinteressate. La proposta di riforma avanzata dal Giappone ma che comprende anche la Germania, il Brasile e l’ India ( il cosiddetto “Gruppo dei 4”), punta prevalentemente ad un ampliamento del numero dei seggi permanenti, rendendo il Consiglio più rappresentativo. Ma è solo espandendo la categoria dei membri permanenti, inserendovi quegli Stati che dimostrano di possedere le capacità e le risorse necessarie per affrontare le sfide attuali, la riforma sarebbe completa. Gli Stati Uniti, così come la Gran Bretagna e la Francia, si sono invece più volte dichiarati favorevoli alla candidatura del Giappone. La posizione cinese risulta essere in netta opposizione con la possibilità di attribuzione di un seggio permanente al maggiore competitore asiatico allineandosi a favore di una maggiore presenza dei Paesi in Via di Sviluppo. Sia la posizione italiana che quella cinese si allineano con la proposta di riforma denominata “Coffee Club” o “Uniting for Consensus”, la quale mira prevalentemente alla creazione di una nuova categoria di membri del Consiglio, oltre a quelle dei membri permanenti e non permanenti, ipotizzando l’ attribuzione di un certo numero di seggi non permanenti o “semi-permanenti” (cioè di durata più lunga rispetto ai non permanenti attuali) aggiuntivi, a rotazione, a gruppi ristretti di Stati identificati sulla base di diversi criteri. Gli orientamenti giapponesi possono essere riassunti nelle linee espresse dall’ ex premier giapponese Koizumi, il quale ha più volte sottolineato che la “riforma del Consiglio di Sicurezza, corrisponde a un interesse strategico del Paese e resta una delle priorita’ della politica estera giapponese. La lotta per ottenere un seggio permanente alle Nazioni Unite può essere inserita all’ interno di un tentativo di adeguamento e rafforzamento delle prerogative giapponesi sullo scenario internazionale.” Valentina Gasbarri

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Giappone ancora seconda “potenza” mondiale? In occasione della tavola rotonda “I dilemmi politici ed economici del Giappone. Ancora seconda potenza mondiale?”, Equilibri ha incontrato all’Ispi, lo scorso 25 maggio, Boris Biancheri, ex Ambasciatore a Tokyo e attuale Presidente dell’istituto. Nel suo intervento Biancheri ha affrontato sia tematiche di politica interna sia tematiche di politica estera, prestando attenzione alla condotta del Governo Hatoyama nonchè alla delicata questione di Futenma, specificando poi il significato del termine potenza riferito al Sol Levante. B: Sicuramente il Manifesto programmatico del DPJ, con gli importanti impegni relativi sia al ridimensionamento dell’apparato burocratico che allo smantellamento della base militare statunitense di Futenma presso Okinawa, si presentava certamente innovativo; ben poco invece si è visto nell’attuazione del programma a causa, in buona parte, dei problemi di cui prima si è parlato. Riguardo invece all’opinione pubblica i sondaggi delle ultime settimane attestano il gradimento del Presidente attorno al 20% ma credo poco nella veridicità di questi rating. Sono molto più propenso a credere nel risultato delle elezioni dove vi è reale contrapposizione tra candidati e l’opinione pubblica è chiamata effettivamente ad esprimere una preferenza. E: Passando invece alla politica estera, che ruolo svolge attualmente il Giappone nel contesto internazionale e come giudica i dati secondo cui la Cina lo avrebbe superato in termini economici? EQUILIBRI: Il Giappone ancora seconda “potenza” mondiale? Che significato attribuisce al titolo dell’odierna tavola rotonda? BIANCHERI: Ovviamente si tratta di un titolo roboante per attirare l’attenzione degli addetti ai lavori su un dibattito che intende affrontare in maniera più realistica lo stato politico ed economico del Paese. E: Partiamo dalla politica interna. A otto mesi dal voto elettorale che ha sancito la storica vittoria di Hatoyama e del DPJ, come valuta la politica attuale del Governo giapponese? B: In questi primi 8 mesi di Governo non si sono avvertiti significativi cambiamenti sia perchè non ci troviamo in una fase politica globale di grandi rivoluzioni sia perchè Hatoyama è stato costretto a gestire una situazione resa complicata dall’incalzare della crisi economica e dalla necessità di risolvere problemi interni pregressi. E: Dopo un cinquantennio di Governo liberale si sono avvertiti dei cambiamenti di rotta a livello di politica interna? E l’opinione pubblica come giudica il lavoro del nuovo Esecutivo?

B: Nelle relazioni internazionali il Giappone sembra essere un pò dimenticato, soprattutto dopo l’avvento di Obama e l’irrisolta questione della base militare di Futenma. Passando alla Cina, a quanto mi risulta, al 31 Dicembre del 2009 il PIL giapponese era ancora superiore a quello cinese e non sono del tutto convinto degli ultimi dati secondo cui la situazione si sarebbe ribaltata. E: Lo scorso 18 maggio è entrata in vigore la legge sul referendum di revisione costituzionale, a distanza di 3 anni dalla sua promulgazione. Crede che possa essere messa in dubbio la natura pacifista del testo costituzionale come enunciato dall’art. 9? B: È molto difficile che venga modificato questo articolo considerata la vocazione pacifista giapponese rafforzatasi addirittura dopo la controversia sorta con gli Stati Uniti riguardo la base militare di cui si è parlato. E: Allora anche Pechino e Seoul possono stare tranquilli? B: Non credo ci siano problemi con Seoul e Pechino: spero di non sbagliarmi. Nicola Bordini Davide Lazzerini Alessandro Romano

Prende forma la legge sul referendum di revisione costituzionale Lo scorso 18 maggio è entrata in vigore in Giappone la legge sul referendum di revisione costituzionale, che stabilisce le procedure per le revisioni costituzionali e consente di sottoporre proposte di revisione alla Dieta in qualsiasi momento. Sono passati tre anni dalla sua promulgazione: il 14 maggio 2007 la Dieta giapponese aveva approvato una legge che prevedeva l’esercizio del referendum nazionale prima di qualsiasi revisione del testo costituzionale. Nel 2007 alla guida dell’Escutivo vi era Shinzo Abe, leader del Partito Liberal-Democratico (LDP): la modifica dell’intrinseca natura UPSIDETOWN

“pacifista” della costituzione giapponese costituiva una parte rilevante del Manifesto programmatico del LDP. Nonostante il Governo Hatoyama avesse sempre sottolineato la necessità di maggiori confronti politici per avviare le procedure di modifica della Costituzione, il Presidente del LDP Sadakazu Tanigachi ha affermato come il Partito abbia già presentato alla Dieta un disegno di legge per una parziale revisione della Costituzione. Una prima assoluta nel Giappone post-Seconda guerra mondiale. Davide Lazzerini 3


ECONOMIA Giugno 2010

Lo stop del governo Hatoyama al processo di privatizzazione del colosso giapponese Japan Post Group verrà discusso nei prossimi mesi in sede WTO. Il gruppo, a cui fanno riferimento il sistema postale nazionale e il maggior sistema creditizio e assicurativo del Paese, fino al 2007 era conosciuto semplicemente come Japan Post. Interamente di proprietà dello Stato, con un capitale di oltre 100 miliardi di yen e una liquidità garantita dal piano nazionale di assicurazioni vitalizie, le poste giapponesi potevano essere considerate senza esagerazioni il più grande gruppo finanziario a livello globale. La privatizzazione, avviata nel 2007 per volontà del governo Koizumi, intendeva sottrarre alle poste il monopolio di mercato consentendo così quell’apertura da tempo auspicata da operatori giapponesi ed esteri. Il dietrofront del governo Hatoyama ha preoccupato gli investitori mondiali che in Giappone fanno ancora i conti con settori di mercato di difficile penetrazione. Funzionari americani ed europei discuteranno in

JAPAN

Japan Post: stop alla privatizzazione sede WTO le prospettive di sviluppo del gruppo, comunque vincolate a criteri quali pluralità nell’offerta dei servizi e libera concorrenza. Il percorso di privatizzazione è tuttora incompleto ma questo non desta preoccupazioni nell’opinione pubblica giapponese che vede di buon occhio il sistema bancario e assicurativo statale, da sempre è associato ad affidabilità e garanzia. Le poste giapponesi assicurano inoltre posti di lavoro ad oltre 400.000 impiegati per un totale di circa 24.000 uffici postali; il progetto di privatizzazione venne criticato già nel 2003 per le possibili conseguenze sull’occupazione. La reticenza dell’attuale governo a tagliare ogni legame con Japan Post Group è anche dovuta al fatto che il suo sistema finanziario rappresenta una preziosa risorsa in termini di liquidità. I critici sottolineano tuttavia come la gestione pubblica abbia negli anni condotto a sprechi e casi di corruzione e che l’economia del Paese beneficerà enormemente della privatizzazione. Niccolò Lollini

Vera@Italia il lifestyle italiano è on-line “Portatevi a casa la Vera Italia”: è questo il motto del nuovo sito internet Vera@Italia, lanciato lo scorso 26 maggio con una presentazione ufficiale all’Ambasciata d’Italia a Tokyo. Prodotti genuinamente italiani, legati al territorio e alla tradizione, direttamente nelle case del consumatore giapponese. “L’idea è nata dalla profonda insoddisfazione nei confronti delle modalità di selezione, importazione e distribuzione dei prodotti italiani su mercato giapponese, nonché dalla loro qualità” - racconta Erica Borile, presidente della Royal Tirrenian, neonata azienda che gestisce il sito - “E’ ormai risaputo che il fenomeno dell’Italian Sounding - per cui vengono venduti con un marchio o un’immagine spiccatamente italiana prodotti che in realtà non sono di provenienza italiana - costituisce un grosso problema per l’export del nostro Paese, in particolare nel settore dell’agro-alimentare”. Opporsi a questo trend è da sempre tra le corde di Elio Orsara - imprenditore e ristoratore calabrese - con una ventennale esperienza in Giappone - da cui è nato il progetto. “Particolare attenzione - prosegue Borile - “è stata dunque riservata ai produttori della terra di origine di Orsara, la Calabria”. Vera@Italia mira a proporre al consumatore giapponese prodotti, per lo più di piccole e medie aziende, al 100% italiani e a prezzi competitivi. “Internet ci è sembrata la piattaforma naturale per questo progetto, data l’alta accessibilità della rete in Giappone e la spiccata tendenza all’on-line shopping - anche sul circuito di telefonia mobile - che emerge dai dati degli ultimi anni”. Il sito punta ad avere uno stile italiano, con una grafica e un design accattivanti, che lo differenzino dai competitor giapponesi come Rakuten. “I prodotti sono presentati per categoria, per regione, per produttore, per tipo di utilizzo. Ma la vera forza del sito è la quantità di informazioni associate ad ogni prodotto: suggerimenti per l’utilizzo, presentazione delle aziende produttrici, interviste ai produttori, informazioni sulla regione/area di provenienza in termini di territorio, storia, cultura, e molto altro ancora”. L’intenzione è quella di rivelare il background della produzione e la storia che porta quel prodotto ad essere quello che è. Non solo nel campo dell’agroalimentare. “Oltre a pasta, olio, formaggi, ecc. abbiamo prodotti legati al lifestyle e al design”. Paolo Soldano 4

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ECONOMIA

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Il casual giapponese veste la Cina 1000 punti vendita della Uniqlo, azienda di abbigliamento nipponica, verranno inaugurati nel Paese più popoloso al mondo, nei prossimi dieci anni; il fatturato previsto è di 11 miliardi di euro. Conquistare il mercato cinese è il nuovo obiettivo di Uniqlo, azienda giapponese di abbigliamento casual. Tadashi Yanai, Presidente e AD della Fast Retailing Co. e della Uniqlo stessa, ha annunciato di voler aprire in Cina 1000 negozi di vestiario entro il 2020. Il fatturato dell’operazione commerciale dovrebbe ammontare a 11 miliardi di euro. Yanay, lo scorso 14 maggio, dopo aver inaugurato a Shangai il più grande flagship store di Uniqlo (3600 metri quadrati di superficie), ha motivato il proprio investimento asserendo che “la Cina, da Paese in via di sviluppo qual’era, è diventato il più grande centro di crescita mondiale”. Ma gli obiettivi della Fast Retailng Co., che dal 2003 non conosce crisi economica, interessano l’intero globo: al ritmo di 500 negozi l’anno, la Uniqlo nel prossimo quinquennio aprirà i battenti a Berlino, Madrid, Barcellona, Milano e attualmente sta pianificando una strategia vincente per espandersi nel Sud America. Inoltre, il brand nipponico ha già conquistato i raffinati gusti della cittadinanza parigina e londinese. Insomma, le mastodontiche aziende d’abbigliamento come Gap, Zara e H&M dovranno confrontarsi con il brand giapponese e con il fiuto per gli affari -tutt’altro che casual- di Yanai. Giancarlo Briguglia

FMI: «riduzione del debito pubblico a partire dal 2011» Ridurre il debito pubblico a partire dal 2011. E’ la richiesta avanzata al Giappone dal Fondo Monetario Internazionale, lo scorso 19 maggio, in un rapporto diffuso al termine di consultazioni con rappresentanti del governo e del mondo economico. Secondo l’FMI l’economia giapponese sta acquistando forza, ma resta fortemente vulnerabile. Su tutto, preoccupano i rilevanti disavanzi di bilancio che hanno spinto il debito pubblico a livelli senza precedenti. Il debito pubblico netto di Tokyo ammonta attualmente a circa il 122 per cento del PIL (227 per cento in termini lordi): il più alto tra le economie avanzate. L’FMI si attende una crescita del Pil pari a circa il 2,0 per cento nel 2010 e 2011. Una ripresa che – come si legge nel rapporto dell’FMI - offre l’opportunità di iniziare il risanamento di bilancio nel 2011 e ridurre al minimo i rischi di una potenziale perdita di fiducia. Il 2011 deve dunque coincidere con l’attuazione di politiche volte a stimolare la crescita e combattere la deflazione. L’auspicato pacchetto di riforme dovrebbe contenere, secondo gli indirizzi del Fondo Monetario Internazionale, un aumento dell’imposta sui consumi. Si tratta di un provvedimento considerato necessario per ristabilire la sostenibilità di bilancio e in grado di generare il 4-5 per cento delle entrate. Una misura che potrebUPSIDETOWN

be essere combinata con una riduzione di deduzioni personali sul reddito e una riforma delle imposte sulle società per stimolare gli investimenti interni.

con l’aumento della vita media.

Tra gli indirizzi che arrivano al Governo giapponese, inoltre, quello di puntare al contenimento della crescita della spesa pubblica anche attraverso una riforma dei diritti pensionistici in linea

Stando alle stime dell’FMI l’aggiustamento fiscale potrebbe attenuare la crescita nel breve termine (di circa 1/3 punto percentuale all’anno), ma portare a una più rapida crescita nel medio termine, specie se accompagnato da riforme per aumentare l’aumento della concorrenza e la produttività. Su questo versante il rapporto FMI suggerisce di avviare una stagione di deregolamentazione e liberalizzazione del mercato (in particolare nella sanità, assistenza all’infanzia, e dei servizi) per dare un impulso alla produttività e fare del Giappone una destinazione più attraente per gli investimenti esteri. Il Governo giapponese ha riconosciuto l’importanza del risanamento dei conti pubblici e si prepara a rilasciare una nuova “strategia di bilancio”, in giugno. Giuseppe Caferra 5


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Biodiversità ambientale, Tokyo rafforza gli obiettivi piano di base per la conservazione della biodiversità e il suo impiego sostenibile.

Il Giappone rafforza il proprio impegno nella tutela delle biodiversità ambientale. La Nippon Keidanren (Commissione per la conservazione della natura), la Camera del Commercio e dell’Industria nipponica, e Keizai DOYUKAI - Japan Association of Corporate Executives hanno istituito un programma che promuove la salvaguardia e l’uso sostenibile della biodiversità nel settore privato. A sostenere il programma e a collaborare alla

sua attuazione ci sono l’ufficio giapponese dell’ International Union for Conservation of Nature (IUCN), il Ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e della Pesca, il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, e il Ministero dell’Ambiente. L’iniziativa s’inserisce nella “Strategia nazionale per la biodiversità del Giappone 2010”, entrata in vigore nel giugno 2008” e rivisitata lo scorso marzo: un

Nella nuova strategia sono contenuti obiettivi a medio-lungo termine (da raggiungere entro il 2050) volti a migliorare lo stato della biodiversità rispetto al livello attuale. Nel breve termine, invece, il Giappone intende arrestare, entro il 2020, la perdita di biodiversità. Sempre nei prossimi dieci anni Tokyo vuole stabilire meccanismi per ridurre gli effetti negativi delle attività umane sull’ ambiente, promuovere metodi pratici per l’uso sostenibile della biodiversità, condurre analisi sullo stato dell’ ecosistema ed espandere le attività per la conservazione della biodiversità.

rafforzati anche alla luce della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica (la cosiddetta “COP10”), di cui il Giappone detiene la presidenza, che si svolgerà a Nagoya Aichi nel prossimo mese di ottobre. «In occasione del “COP10” – si fa sapere dal Ministero dell’Ambiente Giapponese - il governo del Giappone vuole dimostrare che è possibile combinare la conservazione della

biodiversità e il suo uso sostenibile con una varietà di attività socioeconomiche». Fra le azioni annunciate in tal senso dal governo: la promozione e il sostegno di interventi a livello locale, il potenziamento delle misure tese alla conservazione della fauna e della flora selvatiche, l’incoraggiamento al riciclaggio dei materiali e l’abbasamento delle emissioni di carbonio. Giuseppe Caferra

Gli obiettivi sono stati

Tokyo Electric investe nelle energie rinnovabili Mentre in questi giorni il parlamento discute un nuovo disegno di legge su clima e tagli alle emissioni inquinanti, Tokyo Electric Power Co. ha appena ultimato il progetto di costruzione di una wind farm a largo delle coste di Chosi, nella prefettura di Chiba. Il progetto si presenta come una novità rispetto alle passate esperienze con impianti di energia eolica: situata ad una distanza di 3 kilometri dalla costa, l’installazione di un’unica turbina di circa 120 metri sopra il livello del mare avverrà molto più a largo delle wind farm ora esistenti, concentrate in baie protette da forti venti e mareggiate. Le aspettative sono quelle di una maggior produzione di energia (stimata a 2 megawatt) dovuta alla maggior esposizione ai forti venti oceanici. Il progetto, il cui completamento è previsto per il 2011, costerà 35 milioni di dollari e sarà finanziato per i due terzi da contributi statali. Il Governo giapponese sta investendo budget crescenti in progetti di gre-

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en economy e le energie rinnovabili rappresentano il settore di maggior interesse. Il Giappone, nonostante sussidi pubblici relativamente bassi negli ultimi anni, rappresenta oggi dopo la Germania il principale fruitore di energia solare con il 38% della produzione mondiale. Il nuovo pacchetto legislativo, approvato dalla camera bassa del parlamento il 18 maggio scorso, pone come obbiettivo per il 2020 quello di ridurre le emissioni di Co2 di un 25% rispetto ai livelli del 1990. Il disegno di legge contiene tuttavia una clausola che prevede l’impegno del Giappone solo nel caso in cui anche le altre nazioni industrializzate intraprenderanno un simile percorso di contenimento delle emissioni ponendosi obbiettivi altrettanto “ambiziosi”. I critici sottolineano come la suddetta clausola non potrà che compromettere l’intero progetto e che comunque simili tagli delle emissioni sarebbero irrealizzabili se non deleteri per l’economia del paese. Niccolò Lollini UPSIDETOWN


TENDENZE

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Giugno 2010

Memoro Japan: quando i ricordi corrono in rete

La storia (con la S maiuscola - ma anche le tante piccole grandi storie personali) attraverso gli occhi, le parole, i sentimenti di chi l’ha vissuta: in una parola, Memoro, vera e propria Banca della Memoria internazionale, che raccoglie in video le testimonianze e i racconti dei nati prima del 1940. Progetto tutto italiano, a metà ottobre del 2009 ha preso pie-

de anche in Giappone, grazie alla volontà (e alla passione) di Cinzia Dolcini, che in meno di un anno è riuscita ad attirare l’attenzione di diversi media giapponesi, ha raccolto interviste, ha creato il gruppo di lavoro (10 persone in totale, tutti volontari) e ha lanciato il sito in giapponese (on-line dallo scorso febbraio). Quando è decollato

il progetto? “Dopo l’intervista rilasciata all’Asahi Shimbun, a fine ottobre 2009, cui sono seguite servizi della NHK, del Sankei Shimbun, President, Radio Osaka, Radio J-Wave ecc.” In una parola, cos’è Memoro? “E’ un archivio online di memorie video, simile a Youtube, ma settoriale”. In Italia Banca della Memoria ha collaborato già con una grande azienda (la Peroni), mentre è da poco partita una nuova iniziativa con Enel. “Anche in Giappone vorremmo fare la stessa cosa, perché è un Paese dove ci sono aziende molto importanti che sono diventate famose in tutto il mondo: capire come lo siano diventate, attraverso il racconto di

chi quelle esperienze le ha vissute direttamente, sarebbe davvero molto interessante”. Qual è la difficoltà più grande che state riscontrando? “Oltre a quella di trovare degli sponsor per cercare di rendere sostenibile il progetto, trovare anche il modo di aumentare il numero dei video: la nostra speranza è che siano le persone comuni a intervistare parenti o amici e caricare direttamente il materiale”. Quanti video avete nella parte giapponese? “Quaranta, per lo più incentrati sulla guerra, ma anche una testimonianza di un dipendente di uno dei primi Takashimaya [famoso grande magazzino del Giappone, N.d.R.], una ricetta tradizionale di Capodanno e il ricordo di una persona alla sua

prima esperienza di lavoro all’estero”. State pensando di tradurre i video anche in inglese? “Sì, sarebbe molto utile, per esempio per capire cosa pensa la gente comune dell’Asse TokyoRoma-Berlino”. Diversità rispetto all’Italia? “In Giappone è più complesso: prima bisogna prendere il contatto, incontrare la persona, spiegarle il progetto, e infine fissare un appuntamento per l’intervista dopo aver trovato il posto giusto per le riprese. Stiamo pensando di fare un manuale di spiegazione su come fare le riprese e caricare i video, in modo da rendere gli utenti autonom”. Progetti futuri? “Creare degli eventi dove poter direttamente intervistare le persone”. Paolo Soldano

Cos’è Memoro Memoro - Banca della Memoria - è un progetto non-profit nato a Torino nell’agosto del 2007 e dedicato alla raccolta (in parte auto-prodotta, in parte spontanea) delle esperienze e dei racconti di vita delle persone nate prima del 1940, sotto forma di racconti video di 10 minuti. Il media scelto è il web, attraverso il quale si possono sentire (e vedere) le testimonianze di centinaia di persone in tutto il mondo. A differenza di altre iniziative simili - si legge su www.bancadellamemoria.it , sito ufficiale di Memoro - per garantire le finalità e la coerenza del progetto, vengono poste delle limitazioni alle modalità di caricamento dei contenuti, sia attraverso un’autentificazione ed identificazione dei soggetti, che tramite il vaglio di una redazione. Dal settembre 2009 il progetto è gestito in Italia dalla Associazione Banca della Memoria ONLUS.

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Giugno 2010

Tokyo:

tutto pronto per la fiera internazionale del libro Tokyo è pronta a divenire la capitale internazionale del libro in occasione della diciassettesima edizione della TIBF (Tokyo Internatonal Book Fair 2010). Dall’8 all’11 luglio prossimi, presso il “Tokio International Exhibition Center”, si terrà infatti la Fiera Internazionale del Libro organizzata dalla “Reed Exhibitions Ltd. Japan”. L’Arabia Saudita sarà l’ospite d’onore della manifestazione. Il Gappone si presenta come un’ area dal mercato editoriale in continua espansione, con più di 5871 titoli tradotti nel 2009. La Fiera appare come una interessante opportunità per conoscere ed approfondire il mercato editoriale giapponese attraverso la diretta conoscenza dei più importanti professionisti del settore. Inoltre saranno presenti tutte le ultime novità editoriali, dal settore degli affari al settore dell’ economia e dell’ istruzione pas-

sando per i manga e i fumetti. TIBF si presenta oggi come uno degli eventi più significativi sia per i professionisti della pubblicazione che mirano a coltivare interessi commerciali nel mercato asiatico, sia per gli appassionati dell’editoria che avranno modo di conoscere le ultime novità del settore. Per l’Italia saranno presenti come espositori importanti case editrici. Per la categoria “Children’s

book” saranno presenti “Arnoldo Mondadori S.p.a.”, “Atlantyca Entertainment S.p.a.”, “Battello a vapore (Edizioni Pimme)”, “De Agostini S.p.a.”, “Edizioni Corsare”, “Edizioni EL”, “Edizioni Lapis”, “Fazi Editore”; per la categoria “General” saranno presenti “Felici Editore S.r.l” e “Publied sas”; infine per la categoria “Lifestyle, hobby, how to books zone” sarà presente “Macro Publishing

Group S.r.l.”. La scorsa edizione ha accolto 776 espositori provenienti da 29 Paesi e ha attirato 64.844 visitatori. Le testimonianze raccolte in occasione del TIBF 2009 hanno tutte sottolineato l’importanza della rassegna editoriale sia per gli espositori che per i negoziatori. Sergio Fanucci, Presidente di “Fanucci Editore”, ha ricordato come la partecipazione alla Fiera abbia permesso sia

di conoscere visitatori provenienti da Giappone, Australia, Cina, Hong Kong, Corea, Filippine, Singapore, Taiwan sia di concludere ottimi affari. Philippe Werck, Amministratore Delegato di “Clavis Publishing”, ha sottolineato invece come TIBF sia un luogo ideale per lo sviluppo di un businness editoriale nei mercati asiatici. Miriam Gabbai, editore, e Yeon Ok Park, Presidente della “Goodwill Solutions Co.Ltd.”, hanno entrambe ricordato come la partecipazione al TIBF rappresenti una straordinaria opportunità per conoscere sia il mercato editoriale asiatico sia importanti clienti internazionali. Gli organizzatori sperano pertanto di bissare i risultati ottenuti la scorsa edizione sia nel numero di presenze raggiunte che nella quantità di consensi ricevuti.

Davide Lazzerini

Equilibri S.r.l. - Sede legale: Via Vigevano 39, 20144 Milano Tel. +39 028360642 Fax. +39 0258109661 Email info@equilibri.net

UPSIDETOWN Anno 2, numero 5. Inserto online del quotidiano Equilibri.net Registrazione presso il Tribunale di Firenze del 19 Gennaio 2004 numero 5320 SERVER LOCATION: C/O Telnet S.r.l., Via Buozzi, 5 27100 Pavia Equilibri S.r.l. è una società del gruppo Bridge That Gap.

Upside Town è un prodotto editoriale di Equilibri, società dedita all’analisi degli eventi e delle dinamiche internazionali. La divisione Eq Consulting fornisce ai clienti servizi legati all’internazionalizzazione d’impresa: analisi di mercato, ricerca di partner in loco, gestione day-by-day e problem solving.

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Bridge That Gap Group: Via Vigevano 39, 20144 Milano Tel. +39 028360642 Fax. +39 0258109661 DIRETTORE RESPONSABILE Daniele Bologna COORDINATORE SCIENTIFICO Emanuele Schibotto GRAPHIC DESIGN Gaia Minuzzo Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Nicola Bordini, Giancarlo Briguglia, Giuseppe Caferra, Valentina Gasbarri, Davide Lazzerini, Niccolò Lollini, Alessandro Romano, Paolo Soldano

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