UpsideTown Turchia Anno 2 N°4 Aprile 2010

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L’editoriale Turchia-Nord Iraq: un canale di dialogo obbligato Dopo la storica visita effettuata da Ahmet Davutoglu ad Abril, capoluogo del Kurdistan iracheno, lo scorso ottobre, Ankara ha ufficialmente invitato Massoud Barzani, leader del Governo Regionale Curdo, a reciprocare la visita in Turchia. La rilevanza e la significatività dell’invito non possono essere sottovalutate. Sullo sfondo di un difficile processo di state-building avviato nel paese dopo il rovesciamento del regime baathista, Ankara ha necessità di approfondire il canale di dialogo con le autorità regionali curde del nord del paese, tanto in un’ottica regionale quanto interna. L’efficace perseguimento di una linea di “azzeramento dei problemi” con i propri vicini – snodo centrale della politica internazionale turca – non può infatti prescindere da una stretta relazione con le autorità irachene, con il governo centrale di Baghdad così come con quello regionale curdo. D’altro canto, il tentativo di risolvere, sul piano interno, la “questione curda” e di porre fine alla trentennale lotta al PKK è destinato a fallire se non sostenuto da una più ampia intesa e cooperazione politica ed economica con il Kurdistan iracheno. Antonello Delvecchio

SOMMARIO

POLITICA

La riforma costituzionale verso il referendum Dopo un accesso dibattito durato mesi, la Grande Assemblea Nazionale turca ha iniziato le procedure di voto sul pacchetto di riforma costituzionale predisposto dal governo del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo. In mancanza di un’ampia intesa tra le forza parlamentari sullo scopo e sulle modalità di riforma della CostituzioCULTURA

Sulemaniye Camii, la stupefacente moschea di Solimano il Magnifico

ne, il controverso pacchetto di emendamenti sembra essere destinato a passare attraverso un processo referendario.

POLITICA • Ankara approfondisce la cooperazione nei Balcani > pag. 2

• Erdogan 17° tra i 100 personaggi più influenti della terraturco-israeliana > pag. 3

ECONOMIA • La Turchia lentamente fuori dalla crisi > pag. 4

• Il settore agricolo tra crescita e modernizzazione > pag. 5 > PAG.2

ECONOMIA

La spinta verso lo sviluppo di energie alternative

CULTURA •Haseki Hürrem,“la gioiosa favorita” > pag. 6

• “Il ponte del corno d’oro” di Emine Sevgi Ozdamar > pag. 7

APPUNTAMENTI • L’architetto imperiale Sinan a Roma > pag. 8

UPSIDETOWN PER RICHIESTE O SEGNALAZIONI:

Realizzata su una delle sette colline su cui sorge Istanbul, la moschea regna silenziosa sulla città, sovrastando i brulicanti vicoli ed i chiassosi bazar con la sua struttura imponente.

Il Ministro per l’Energia turco Taner Yıldız è tornato sulla questione dello sviluppo di energie alternative, sempre più necessaria per diversificare un mix energetico nazionale troppo sbilanciato a favore di petrolio e gas – risorse delle quali la Turchia è povera e che importa principalmente dalla Russia. Tre i pilastri del programma di diversificazione energetica nazionale: energia nucleare, solare e eolica.

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POLITICA

APPUNTAMENTI

Significato e possibili ricadute del voto presidenziale nord-cipriota

“Simboli e Miti” della pittrice Incedayi

La vittoria del nazionalista Eroglu nelle elezioni presidenziali nella Repubblica Turca di Cipro Nord segna l’apparente fine delle speranze di una positiva conclusione del negoziato sull’unificazione dell’isola suscitate, nel 2005, dall’elezione del più moderato Mehmet Ali Talat. L’affermazione di Eroglu sembra incarnare la disillusione dei turco-ciprioti rispetto alla possibilità di un esito positivo dei negoziati.

Si inaugura giovedì 29 aprile presso lo spazio espositivo dell’Ufficio Cultura e Informazioni dell’Ambasciata di Turchia a Roma la mostra dal titolo “simboli e miti” della pittrice turca Irem Incedayi.

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Via Vigevano, 39 20144 Milano - Italy icts@equilibri.net Tel: +39 028360642 Fax: +39 0258109661

ECONOMIA

Sbarca in Turchia il fenomeno “NIMBY”?

L’opposizione delle comunità locali alla costruzione di impianti industriali sulla base di preoccupazioni di natura ambientale ed ecologica è fenomeno sempre più evidente nel Paese e che minaccia di ostacolare i piani governativi di sviluppo nel settore energetico. > PAG.5 CULTURA

“Una famiglia turca”

Il romanzo di Orga ripercorre, in una visione contemporaneamente intima e corale, la vita privata e sociale di una famiglia dell’alta borghesia di Istanbul d’inizio secolo. > PAG.7


POLITICA

TURKEY

Aprile 2010

La riforma costituzionale verso il referendum

Dopo un accesso dibattito durato mesi, la Grande Assemblea Nazionale turca ha iniziato le procedure di voto sul pacchetto di riforma costituzionale predisposto dal governo. La procedura di approvazione parlamentare degli emendamenti costituzionali richiede il voto favorevole di due terzi dei membri dell’organo legislativo, per un totale di 367 deputati su 550. Qualora, tuttavia, in due votazioni successive si raggiunga la maggioranza di 330 voti a favore, l’approvazione degli emendamenti viene sotto-

posta a referendum. Sembra essere quest’ultima la sorte che attende il pacchetto di riforma predisposto dall’AKP attraverso 27 articoli. L’AKP può contare infatti su una maggioranza in Assemblea di 335 voti. Nel primo turno di votazioni – tenutosi, a scrutinio segreto, nella seconda metà di aprile – tutti i 27 articoli hanno ricevuto tra 331 e 340 voti favorevoli. Se dunque nel secondo turno, che di concluderà entro la prima settimana di maggio, i 27 articoli dovessero nuovamente superare la soglia dei

330 voti senza raggiungere quella dei 367, sarà l’elettorato turco, come preventivabile, a pronunciarsi sul pacchetto di emendamento costituzionale. L’AKP appare infatti in grado di ottenere nuovamente la maggioranza richiesta per procedere con il percorso di riforma, mentre sembrano cadere tutte le possibilità di giungere ad un accordo con l’opposizione sul merito della stessa. Sullo sfondo delle contrapposizioni che hanno caratterizzato il rapporto tra i poteri esecutivo e giu-

diziario, le dure critiche dell’opposizione si incentrano principalmente sulla minore indipendenza della magistratura che il pacchetto di riforma comporterebbe. Se approvata, la riforma modificherebbe infatti composizione e metodo di selezione dei giudici della Corte Suprema. Da 11 membri, l’organo passerebbe a 19, 16 dei quali verrebbero nominati dal Presidente e 3 dal Parlamento. I membri della Corte diventerebbero inoltre soggetti a investigazione in caso di cattiva condotta. Il pacchetto di riforma intende inoltre accentuare il controllo del potere civile su quello militare, rendendo quest’ultimo responsabile innanzi alle autorità civili del Paese. E’ previsto inoltre che il potere giudiziario possa sancire la regolarità degli allontanamenti di esponenti delle forza armate sino ad oggi insindacabilmente stabiliti dal Consiglio Supremo Militare che poteva così contare su un efficace strumento di garanzia della compattezza dell’apparato militare na-

zionale. Magistratura e militari rappresentano, nella architettura istituzionale così come nell’immaginario collettivo turco, i “guardiani” delle istituzioni democratiche e secolari del Paese. La riforma costituzionale propugnata dall’AKP sembra scardinare questa consolidata tradizione istituzionale. Non stupisce dunque che il pacchetto di emendamenti abbia prodotto un duro scontro all’interno del parlamento e tra i centri di potere turchi. Se ciò, da un lato, sembra andare incontro alle richieste provenienti da Bruxelles per un maggiore adeguamento della struttura costituzionale agli standard europei, è altrettanto evidente, dall’altro, che il dibattito sulla riforma costituzionale sembra rappresentare il punto più alto della contrapposizione tra l’attuale partito di governo e l’establishment kemalista del paese. Antonello Delvecchio

Ankara approfondisce la cooperazione nei Balcani La concessione alla Bosnia Erzegovina, in occasione del vertice NATO di Tallin, del Membership Action Plan – ultimo “gradino” richiesto prima dell’ingresso nell’Alleanza – rappresenta un successo diplomatico per una Turchia che ha tradizionalmente diretto molto del proprio sforzo diplomatico alla inclusione del Paese nei meccanismi di cooperazione di matrice europea ed atlantica. Su questo sfondo e a margine del vertice di Tallin, Turchia, Bosnia e Croazia hanno deciso di approfondire la misura del dialogo trilaterale lanciato lo scorso gennaio da Davutoglu. Incontri trilaterali di dialogo saranno tenuti dalle parti su base trimestrale a

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livello ministeriale. Oltre che per sostenere il processo di implementazione della MAP, i tre partner collaboreranno inoltre per l’implementazione di misure di confidencebuiding tra le comunità bosniache, serbe e croate stanziate in Bosnia, dove lanceranno contemporaneamente progetti di sostegno allo sviluppo. L’approfondimento del dialogo e della cooperazione trilaterale fa il paio con l’analogo meccanismo di cooperazione predisposto trilateralmente dalla Turchia con Serbia e Bosnia a sottolineare la centrale importanza che i Balcani rivestono nella politica estera dell’AKP: Valerio Scafi UPSIDETOWN


POLITICA

TURKEY

Aprile 2010

Significato e possibili ricadute del voto presidenziale nord-cipriota La perdurante divisione dell’isola di Cipro rappresenta un evidente “buco nero” nella sistematizzazione europea e la lampante manifestazione delle difficoltà che l’Unione europea incontra nella sua proiezione internazionale. A 26 anni dalla divisione di Cipro lungo linee etniche, il negoziato per la riunificazione dell’isola procede ancora con eccessiva lentezza, resa più evidente dalla ammissione della sola parte greca dell’isola nell’Ue a partire dal 2004. Un’ammissione tanto più significativa in ragione dell’isolamento politico ed economico nel quale l’Europa continua a relegare la parte turca dell’isola. E’ su questo sfondo che si sono svolte le elezioni presidenziali nella Repubblica Turca di Cipro Nord, lo scorso 19 aprile. La vittoria del radicale Dervis Eroglu – leader della formazione nazionalista del Partito dell’Unità Nazionale – segna l’apparente fine delle speranze di una positiva conclusione del negoziato sull’unificazione suscitate, nel 2005, dall’elezione

del più moderato Mehmet Ali Talat. L’affermazione di Eroglu – con quasi 10 punti di distanza da Talat – incarna la disillusione dei turco-ciprioti rispetto alla possibilità di un esito positivo dei negoziati, ai quali la Repubblica intera aveva aderito massicciamente sin dal referendum sul piano Annan nel 2004 – fallito per l’opposizione della comunità greco-cipriota. Tradizionalmente favorevole all’opzione dei “due stati”, Dervis Eroglu ha ribadito il proprio sostegno ai ne-

goziati sponsorizzati dalle Nazioni Unite. Non vi è dubbio, tuttavia, che la sua elezione sia passibile di tradursi in un rallentamento, se non nel definitivo stallo, dei negoziati stessi – rilanciati, nel settembre del 2008, attorno alla soluzione federale. Pesanti potrebbero dunque essere le ripercussioni del voto nord-cipriota non soltanto per le prospettive di riunificazione dell’isola, ma anche per la stessa ammissione della Turchia nell’Unione europea. La

mancata soluzione del nodo cipriota rappresenta infatti il principale ostacolo dei negoziati, intralciati su diversi piani dall’impossibilità per Ankara di riconoscere la Repubblica cipriota al di fuori di uno schema negoziale realmente condiviso tra le due comunità dell’isola. Il campanello d’allarme non poteva suonare in maniera più chiara per Bruxelles, cui spetta oggi la responsabilità primaria di individuare e lanciare un nuovo percorso di dialogo

tra le comunità greche e turche di Cipro. Primo e inderogabile passo da parte dell’Unione sembra essere la rottura dell’isolamento economico della Repubblica Turca di Cipro Nord, stabilito in linea di principio già nell’aprile del 2004 dal Consiglio europeo, ma da allora in avanti bloccato dal veto di cui i grecociprioti hanno beneficiato all’indomani dell’ingresso. Il Trattato di Lisbona, attribuendo al Parlamento europeo prerogative di codecisione in ambito commerciale, potrebbe fornire un utile strumento per una più diretta influenza degli organi comunitari sul negoziato cipriota. La nomina di un relatore speciale del Parlamento sulla questione sembra fornire segnali incoraggianti per il prossimo futuro. E’ dunque indispensabile che l’Unione non perda una nuova occasione per far sentire la propria voce in una questione che, fatalmente, chiama in questione la credibilità stessa della costruzione comunitaria e della sua proiezione internazionale. Valerio Scafi

Erdogan 17° tra i 100 personaggi più influenti della terra Come ogni anno, il settimanale statunitense TIME ha reso noti, il 29 aprile, i risultati del tradizionale sondaggio sulle cento persone più influenti al mondo tra leader politici, artisti e personaggi pubblici. Nella lista dei 201 personaggi stilata sulla base delle preferenze dei lettori della rivista figurava anche Recep Tayyip Erdogan. Un “sopravvissuto”, secondo il TIME. Un leader politico che ha saputo superare le tradizionali resistenze dell’apparato UPSIDETOWN

istituzionale turco alla commistione tra politica e religione, assurgendo a rappresentante della nuova classe turca media d’ispirazione musulmana, sfidando così il radicato potere dell’élite secolare del Paese. Erdogan si è classificato 17° nella speciale classifica del TIME, che ha riconosciuto al Primo Ministro turco la potenzialità di contribuire a “ridisegnare una regione irrequieta”. Giulia Di Bernardini 3


ECONOMIA

TURKEY

Aprile 2010

La spinta verso lo sviluppo di energie alternative

In un discorso tenuto all’Università Okan di Istanbul, il Ministro per l’Energia turco Taner Yıldız è tornato sulla questione dello sviluppo di energie alternative, sempre più necessaria per diversificare un mix energetico nazionale troppo sbilanciato a favore di petrolio e gas – risorse delle quali la Turchia è povera e che importa principalmente dalla Russia. Tre i pilastri del programma di diversificazione energetica nazionale: energia nucleare, solare e eolica. Lo sviluppo del nucleare

resta una priorità del piano energetico turco quinquennale approvato in marzo per il periodo 2010-2014. In partnership con compagnie coreane e russe due centrali dovrebbero essere costruite, rispettivamente, nelle aree di Sinop e Mersin. L’opposizione dell’opinione pubblica all’investimento sul nucleare resta tuttavia forte. In occasione dell’anniversario del disastro di Chernobyl, diverse manifestazioni si sono susseguite nel Paese per protestare contro l’installazione di centrali nucleari

che metterebbero a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini. Korol Diker, rappresentante di Greenpeace, ha peraltro sottolineato come la scelta nucleare non basterebbe, di per sé, a scongiurare i rischi legati alla carenza di energia. Nell’incontro istanbuliota, Yıldız ha rimarcato il valore delle risorse naturali della Turchia come base per lo sviluppo delle rinnovabili. Obiettivo del governo è quello di sfruttare pienamente il potenziale energetico turco entro il 2023, con un aumento degli investi-

menti nei settori del solare e dell’eolico. E’ prevista, su questo sfondo, la presentazione in Parlamento entro i prossimi due mesi di una Legge sulle Energie Rinnovabili che stabilisca gli obiettivi e gli strumenti d’azione governativi. In questa prospettiva, Yıldız ha sottolineato come la Turchia costituisca un vero e proprio “paradiso del sole” e che, di conseguenza, naturale priorità delle strategie energetiche nazionali dovrebbe riguardare il coerente sviluppo dell’energia solare. D’altro canto, secondo le stime offerte dal Ministro, la Turchia potrebbe all’incirca raddoppiare la produzione di energia eolica entro il 2020, raggiungendo un livello di produzione pari a 76,000 megawatts – delle quali, 13.000 dovrebbero essere attivate entro il 2015 e 20.000 nei sette anni successivi. Investitori interessati allo sviluppo del settore e know how tecnico non mancano. Sullo sviluppo del potenziale eolico del Paese pesa tuttavia la lentezza nella concessione delle licenze governative. In un’intervista rilasciata al quotidiano Hurriyet, il Professor Uyar, vicePresidente dell’Associazione Mondiale per l’Energia Eolica, ha sottolineato come un totale di 756 progetti energetici – potenzialmente in grado di sviluppare un totale di 78.000 megawatts di energia – attendono il via libera delle autorità turche. L’urgenza di una legge che razionalizzi le procedure amministrative di concessione delle licenze è dunque una assoluta priorità per il Paese, per non perdere opportunità di sviluppo. Secondo Uyar, infatti, la Turchia, attualmente diciannovesimo paese per capacità di generazione di energia eolica, potrebbe facilmente raggiungere il decimo posto nel ranking mondiale, con importanti benefici anche per il settore dell’occupazione. L’appuntamento, fissato per giugno ad Istanbul, con la Conferenza e Fiera Mondiale dell’Energia Eolica offre, in questo contesto, un importante incentivo a velocizzare i tempi di approvazione parlamentare della Legge sulle Energie Rinnovabili. Carlo Brambilla

LaTurchia lentamente fuori dalla crisi Secondo il Ministro dell’Economia Alì Babacan, i dati sul reddito nazionale resi noti il mese scorso dalla Banca Centrale turca dimostrano come l’economia del Paese stia con successo uscendo dalla fase di crisi economica. I segnali di ripresa sono evidenti e tutto, secondo quanto dichiarato da Babacan, lascia ben sperare che il trend positivo possa continuare nei mesi a venire. D’altro canto, le ottime performance dell’ultimo trimestre del 2009 hanno permesso di rivedere verso il basso le stime sulla contrazione economica che, dal 6% preventivato, si sono attestate al di sotto del 5%. Nonostante la crisi economica mondiale ed il conseguente calo dei consumi continui ad avere effetti negativi sulle esportazioni turche verso i mercati europei – che difficilmente torneranno, nel breve periodo, ai livelli pre-crisi – pur tuttavia la Turchia potrebbe tornare, nel primo semestre del 2010, a livelli di crescita superiori al 10%. Vincenzo de’ Maria

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ECONOMIA

TURKEY

Aprile 2010

Sbarca in Turchia il fenomeno “NIMBY”?

Come già successo nei principali paesi occidentali, il fenomeno “NIMBY”, acronimo di “Not In My BackYard”, sembra essere ormai sbarcato in Turchia. L’opposizione delle comunità locali alla

costruzione di impianti industriali sulla base di preoccupazioni di natura ambientale ed ecologica è fenomeno sempre più evidente nel Paese e, come dimostrano le recenti manifestazioni contro la

costruzione di centrali nucleari, minaccia di ostacolareipianigovernativi di lungo periodo nel settore energetico. L’ultimo episodio che conferma questa tendenza è giunto, in aprile, dalla provincia di Mugla, sull’Egeo. Qui i rappresentanti delle comunità locali ed ecologisti giunti da tutto il Paese hanno a lungo manifestato contro la costruzione di una centrale idroelettrica sul fiume Yuvarlakcay, nei pressi di Dalyan, una delle zone più suggestive e ricche di storia della regione sudoccidentale del Paese. La costruzione di una diga e di una centrale idroelettrica

per la produzione di 3,4 megawatts di energia l’anno era stata annunciata in dicembre dalla compagnia turca Akfen Energy, sollevando immediatamente le dure reazioni degli abitanti e delle autorità locali. A quattro mesi dall’inizio delle proteste, e a seguito di una campagna di sensibilizzazione che non ha mancato di utilizzare i più moderni mezzi di mobilitazione mediatici – siti web, social network, petizioni online – i manifestanti sembrano tuttavia aver avuto la meglio. Hamdi Akin, Amministratore Delegato della società, ha infatti

cancellato il progetto la cui realizzazione ha dichiarato essere impossibile al di fuori di un accordo con le comunità locali. Akin ha inoltre dichiarato che la Akfen Energy tenterà ora di evitare le penali normalmente a carico delle società che, ottenuta la licenza governativa per la costruzione di un impianto di produzione energetica, non danno seguito ai propri piani. Sullo sfondo del piano per il lancio del progetto nucleare turco, la vicenda assume un connotato che trascende la regione egea della Turchia, minacciando di avere importanti ripercussioni sul piano nazionale. C.B.

Il settore agricolo tra crescita e modernizzazione

Il settore agricolo continua a rappresentare un elemento di forza nel sistema economico turco, come dimostrato dai tassi di crescita fatti registrare nel corso degli ultimi anni. Anche nel 2009, nonostante la contrazione dell’economia nazionale dovuta alla crisi internazionale, il settore agricolo, in controtendenza, ha fatto segnare una crescita superiore al 3% ed ha contribuito in maniera decisiva all’aumento del numero di occupati su scala nazionale fatto registrare nel 2009 in comparazione al 2008. Incentivi allo sviluppo del settore agro-alimentare rappresentano, peraltro, un importante strumento per sostenere la crescita delle zone più disagiate del Paese, a partire dall’area sud-orientale. Significativa, in questo senso, la partecipazione del Ministro dell’Agricoltura Mehdi Eker alla fiera internazionale di settore recentemente svoltasi nella città di Diyarbakir.

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Nella provincia anatolica il livello di contributo governativo agli investimenti raggiunge una percentuale del 40% e, a testimonianza della crescente attrattività dell’area per gli investimenti, la fiera di Diyarbakir ha fatto registrare un incremento del 25% di partecipanti su base annua. La modernizzazione delle tecniche di produzione resta tuttavia un ostacolo ancora rilevante sulla strada del pieno sfruttamento del potenziale agro-alimentare della Turchia meridionale ed orientale e, più in generale, per un coerente sviluppo di regioni in cui il tasso di emigrazione verso la Turchia occidentale e verso l’estero rimane molto elevato. V.d.M.

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CULTURA

TURKEY

Aprile 2010

Sülemaniye Camii, la stupefacente e immensa moschea di Solimano il Magnifico

Dall’alto regna silenziosa sulla città di Istanbul, sovrasta i brulicanti vicoli ed i chiassosi bazar con la sua struttura imponente ed i suoi quattro minareti. La maestosa moschea di Solimano il Magnifico, la Sülemaniye Camii, realizzata su una delle sette colline su cui sorge Istanbul, si erge austera tra i tetti variopinti delle case ed è visibile da ogni punto della città. Considerata una delle costruzioni più belle e sontuose di Istanbul, definita da molti poeti turchi “gioia e splendore” della città, questa moschea rappresenta una tra le più maestose opere dell’architetto imperiale Sinan. Il maestoso

Haseki Hürrem

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complesso socioreligioso della moschea, külliye, comprendeva cinque scuole di teologia (medrese), una scuola di medicina, un ospedaleasilo, un refettorio caritatevole (imaret), un caravanserraglio, degli hamam ed un cimitero. Una vera e propria città nella città, con ambienti che si sviluppavano attorno alla terrazza principale della moschea e si diramano nelle strade che corrono lungo la cinta del complesso. L’intero edificio, costruito su incarico del Sultano Solimano il Magnifico tra il 1550 ed il 1557, sembra proclamare, con la sua maestosità e imponenza, come la grandezza degli

Ottomani nel campo dell’arte eguagliasse la forza militare dell’Impero. La struttura piramidale, l’uniformità architettonica, la sobrietà e l’eleganza degli interni, insieme al gioco degli equilibri e delle masse della struttura ne fanno infatti uno degli esempi classici dell’architettura religiosa ottomana. I minareti spiccano ai lati del cortile: quattro con dieci balconate in tutto, a simboleggiare che Solimano II era il quarto sultano di Istanbul e il decimo esponente della dinastia ottomana. Si accede alla sala di preghiera attraverso un ampio cortile porticato circondato da 24 colonne provenienti

dall’Ippodromo. L’interno della moschea, coperto da una ampia cupola principale decorata da dipinti, è dominato da una sobria eleganza, risultato dell’equilibrio armonico tra la vastità dell’ambiente e l’essenzialità delle decorazioni. La luce filtra all’interno attraverso alte vetrate murarie a motivi floreali ed arabeschi e le pareti dell’ambiente sono rivestite da ceramiche di motivi e foglie turchesi, blu scuro e rosso su uno sfondo bianco candido, primi esempi dell’arte decorativa nata nel XVI nella città di Iznik, un’arte molto pregiata tutt’ora coltivata e fiorente in Turchia. Eleganti e semplici risaltano, all’interno dell’ampia sala di preghiera, il minbar, il pulpito da cui viene pronunciato il sermone del venerdì, e il mihrab, la nicchia che segnala la direzione della Mecca verso cui i fedeli pregano, scolpiti entrambi in marmo bianco. Alle spalle della moschea sorge il mausoleo, türbe, di Solimano e,

poco distante, quello della sua amata sposa Haseki Hürrem, nota in occidente con il nome di Roxelana. Costruito nel 1566, anno della morte del Sultano, opera a celebrazione dell’uomo che regnò per il periodo più lungo ed illustre della storia ottomana, il türbe di Solimano II è il più grandioso mausoleo mai progettato dal genio di Sinan. Posto a poca distanza dalla tomba dello stesso architetto, il mausoleo è circondato da un portico a colonne e sormontato da una doppia cupola, la più interna delle quali conserva tutt’ora la decorazione ad affreschi di color oro e nero. Le pareti sono rivestite interamente da mattonelle provenienti dalla manifattura di Iznik, mentre al centro della sala troneggia imponente la tomba del Sultano, sormontata da un maestoso turbante bianco come il copricapo che Solimano usava indossare negli anni del suo lungo e fiorente regno. Giulia Di Bernardini

La moglie di Solimano, nota ai turchi col nome di Haseki Hürrem, “la gioiosa favorita”, è invece conosciuta in occidente con il nome di Roxelana, letteralmente “la russa”, a causa delle origini attribuitele. Innamoratosi di lei all’inizio del suo regno, Solimano si disinteressò alle altre donne dell’harem e ne fece la sua legittima sposa, abitudine poi caduta in disuso tra i sultani ottomani. La profondità della passione che lega il Sultano a Roxelana è testimoniata dall’italiano Bassano, all’epoca paggio al palazzo di Topkapi, che scrive: “le dà prova di tanto amore e fiducia che tutti i sudditi sbalorditi dicono che lei lo ha stregato e la chiamano cadi, ossia strega.” Alla sua amata sposa il Sultano fece costruire un hamam privato ed uno splendido mausoleo. Posto tra Santa Sofia e la moschea Blu, l’hamam di Roxelana, commissionato a Sinan nel 1556, è un edificio cupolato di grande bellezza, che faceva parte del külliye della moschea di Aya Sofya. Restaurato di recente, l’edificio è oggi un centro di vendita ed esposizione di tappeti e kilim turchi. Il mausoleo di Roxelana, invece, si trova da est di quello del Sultano, è più piccolo di quello del suo sposo ma ornato di ceramiche ancora più belle. Al suo interno, infatti, è rivestito da raffinate piastrelle provenienti dalle manifatture di Iznik. La base cilindrica della cupola, leggermente arretrata rispetto al cornicione ottagonale, reca una lunga iscrizione che forma una sorta di fregio scolpito. Il mausoleo risale al 1558, anno della morte della Sultana. G.D.B. UPSIDETOWN


CULTURA

TURKEY

Aprile 2010

“Una famiglia turca” di Irfan Orga Autobiografia dell’autore e biografia di una città, il romanzo Una famiglia turca di Irfan Orga ripercorre, in una visione contemporaneamente intima e corale, la vita privata e sociale di una famiglia dell’alta borghesia di Istanbul dall’inizio del 1900 fino agli anni ’40. Le prospettive, privata e sociale, si intrecciano in un racconto che rievoca il dramma di una famiglia trascinata alla disgrazia e alla disgregazione dal corso della storia e, contemporaneamente, le vicissitudini della società istanbuliota in un momento cruciale della sua esistenza. Irfan Orga nasce nel 1908, quando il tramonto dell’Impero Ottomano è ormai vicino e la Grande Guerra è alle porte. Accanto a lui una madre dolce e forte, “una creatura gentile, silenziosa”che solo alla fine verrà spezzata dalla malattia e dalla miseria, e la figura di

una nonna severa e autoritaria, determinata a mantenere i privilegi sociali di cui gode anche quando le vicende storiche trascinano la famiglia in una condizione di estrema povertà. Con lo scatenarsi della Prima Guerra Mondiale, infatti, il padre di Irfan viene richiamato alle armi ed inizia così il lungo e inarrestabile declino della famiglia. Questa è costretta a lasciare la maestosa casa alle spalle della Moschea Blu per trasferirsi in un appartamentino dietro la piazza di Beyazit, mentre la madre, per mantenere la famiglia, comincia a lavorare in una sartoria. Nel frattempo il giovane Irfan è mandato a frequentare una scuola per coloro che hanno perso il padre in guerra. Ben presto, però, la madre perde il lavoro e la nonna è costretta a vendere il mobilio della casa ad un mercante ebreo per ricavarne

dei soldi. Nel 1919, la madre, che non riesce più a mantenere i suoi figli, manda Irfan e suo fratello Mehmet nella scuola di Kuleli per allievi ufficiali. Inizia così la carriera militare di Irfan, sullo sfondo di una famiglia messa in ginocchio sempre di più dalla povertà e dalla malattia. Accanto agli sconvolgimenti provocati dalla prima guerra mondiale e la caduta dell’Impero Ottomano, la miseria e le difficoltà dell’autore, il romanzo è attraversato da uno sguardo che

descrive la complessità della natura dei membri di una famiglia ed insieme di una intera società. Nei suoi racconti rivivono i tratti e le tradizioni antiche della cultura ottomana, della città di Istanbul e dei suoi abitanti. Il rito della circoncisione emerge vividamente nella pagine che raccontano la frenesia e la paura che accompagna i bambini nei giorni dell’evento e la gioia dei festeggiamenti della famiglia che celebra l’entrata dei figli nel mondo degli adulti. Attraverso le pagine del romanzo rivive anche il rituale dell’hamam: i lunghi ed elaborati preparativi che precedevano la giornata in cui la nonna decideva di recarsi al bagno pubblico per dedicarsi alla vita sociale. L’autore ricorda il “marasma che causava alla vita domestica il giorno, quando veniva, in cui annunciava che all’indomani sarebbe andata a prendere un

bagno”, la lunga lista di cibi e portate da cucinare, l’occorrente da preparare e la stanza del bagno pubblico da riservare per l’occasione. Riti, tradizioni ed eventi storici convivono nello sviluppo della storia, la cui indiscussa protagonista è la città amatissima da Irfan Orga: Istanbul, con la sua variegata società di notabili, borghesi, commercianti, popolani e truffatori. Una famiglia turca, come una fotografia, riesce infatti ad immortalare, attraverso gli occhi dell’autore e della sua famiglia, la vita della società istanbuliota, colta nella difficile fase di transizione tra il crollo dell’Impero Ottomano e la nascita della Repubblica. Giulia Di Bernardini

“Il ponte del corno d’oro” di Emine Sevgi Ozdamar Un ponte lastricato di ambizioni e coraggio ma anche di difficoltà e bisogni reali. È questo il ponte che percorre la protagonista del romanzo “il ponte del corno d’oro”di Emine Sevgi Ozdamar. Sono gli anni ‘60 e una giovane ed ingenua ragazza turca decide, contro il volere dei genitori, di migrare in Germania per guadagnarsi da sola i soldi per frequentare la scuola di teatro. La protagonista inizierà a lavorare in una fabbrica tedesca per passare poi

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dall’ambiente delle operaie turche a quello degli studenti politicizzati in Germania e in Francia. Con la costruzione di questo ponte ideale che unisce i due mondi, la scrittrice Emine Sevgi Ozdamar compone un inno alla tolleranza e alla convivenza attraverso il racconto della vita della giovane e caparbia protagonista del romanzo, che rappresenta una “viandante tra due mondi”. G.D.B.

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APPUNTAMENTI

TURKEY

Aprile 2010

Simboli e Miti: mostra della pittrice turca Irem Incedayi Si inaugura giovedì 29 aprile, alle ore 18.00, presso lo spazio espositivo dell’Ufficio Cultura e Informazioni dell’Ambasciata di Turchia a Roma la mostra dal titolo “simboli e miti” della pittrice turca Irem Incedayi. L’artista, figlia di Timur K. Incedayi, pittore le cui opere sono presenti in vari paesi del mondo è nata e vive a Roma, dove si è diplomata all’Accademia di Belle Arti. Nei suoi lavori, Istanbul con il suo mondo raffinato e misterioso fatto di palazzi e moschee, e Roma, con lo splendore e la ricercatezza delle sue antiche residenze signorili, si intrecciano in un’espressione armonica e unica.

Nelle sue opere, che ripercorrono un immaginaria “via della seta”, motivi orientali e tecniche occidentali si fondono infatti in intrecci e forme che spiccano sulla tela come sezioni di affreschi staccati dai muri. L’oriente, con la sua fitta e misteriosa trama dai colori cangianti e l’occidente degli antichi affreschi romani, si intrecciano in sinuose forme, raffinate come la calligrafia ottomana ed evocative come gli affreschi degli antichi palazzi di Roma e Pompei. In una semiotica viva e iridescente, simboli e forme, intessuti come nell’antica tappezzeria o dipinti come in affreschi parietali, rievocano i “miti” sorti sulle sponde

opposte del Mediterraneo. In un gioco di riflessi e colori, prende vita un linguaggio di segni talvolta geometrici e visibili, a volte irregolari e flessuosi, in una forma pittorica in cui le stesse tele divengono “muro” e le creazioni “strappi d’affresco”. Sede: Ufficio Cultura e Informazioni dell’Ambasciata di Turchia. Piazza della Repubblica 55/56, Roma. Apertura: dal lunedì al venerdì ore 9.00 - 17.00. Info: tel. 06 4871190 - 06 4871393 - Fax 06 4882425, email: turchia@turchia. it - Web: www.turchia.it G.D.B.

L’architetto imperiale Sinan in mostra alla Casa dell’Architettura di Roma

Lunedì 12 aprile 2010 alle ore 18.00, si inaugura nello spazio espositivo della Casa dell’Architettura, la mostra fotografica “Mimar Sinan, l’architetto”, realizzata dalla società Doku Film di Istanbul in collaborazione con l’Ufficio Cultura e Informazioni 8

dell’Ambasciata di Turchia in Italia e con la Casa dell’Architettura di Roma. La mostra, che ha già girato varie capitali mondiali, ripercorre la storia artistica di Sinan, l’architetto dei più importanti edifici sorti nell’epoca d’oro dell’Impero Ottomano, grazie all’esposizione di 50 fotografie di grande

formato accompagnate da dieci miniature del ‘500 e da un modellino del complesso della Suleymaniye. In occasione dell’inaugurazione sarà anche proiettato un documentario sulla vita del grande architetto, prodotto dalla Doku Film, e sarà possibile assistere dal vivo ad un concerto al pianoforte di Fahir Atakoglu, il musicista turco che ha composto la colonna sonora del documentario. G.D.B.

L’Italian Center for Turkish Studies è centro di ricerca esplicitamente rivolto all’approfondimento della realtà della Turchia contemporanea. Finalizzato a sostenere la ricerca e la cooperazione scientifica italo-turca, l’ICTS può fare affidamento su un’estesa rete di studiosi, analisti e diplomatici con una comprovata esperienza di attività riguardanti la Turchia. Le attività dell’ICTS sono indirizzate ad accademici, giornalisti, imprenditori e decisori che vogliano capire i complessi aspetti sociali, politici ed economici del paese.

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