N. 241 ANNO XXIV Dicembre 2015 Gennaio 2016
Bambini prematuri
Check-up e prevenzione per ridurre i rischi
Sos dissenteria
L’aiuto di integratori, fermenti e omeopatia
Freddo e influenza
Il soccorso invernale di tisane e creme
Dossier
Dolci vacanze tra sci e panettone
in questo numero
A NATALE REGALA SALUTE tante idee nelle farmacie valore salute
Sommario
Anno XXIV n. 241 Dicembre 2015 Gennaio 2016
Direttore responsabile Claudio Sampaolo Coordinamento editoriale Roberta Stagno Grafica e impaginazione Enrico Marinelli email: info@studiorocchetti.com Redazione Studio Rocchetti Comunicazione Strada Lacugnano Giardino, 3 06132 Perugia e mail: redazione@studiorocchetti.com Tel. 075 5170247 Fax 075 5171430 Marketing e pubblicità Francesca Capalbo Tel. 06 41481370 Fax 06 41481383 Gabriele Iannella Tel. 06 41481292 email: optima@comifar.it Collaboratori Francesca Aquino, Chiara Baldetti, Benedetta Ceccarini, Stefano Ciani, Pompeo D’Ambrosio, Francesco Fioroni, Andrea Giordano, Maria Mazzoli, Roberto Moraldi, Simona Peretti, Maria Pia Pezzali, Giuseppe Rinonapoli, Rolando Rossi, Gelsomina Sampaolo, Filippo Tini Consulente scientifico Dottor Pompeo D’Ambrosio Fotografie AGF Creative - Fotolia - iStock Illustrazioni Sabrina Ferrero Editore Comifar Distribuzione S.p.a. Via Fratelli Di Dio, 2 20026 Novate Milanese (MI) Registrazione del Tribunale di Milano n.727 del 04/12/2008 Fotolito e Stampa G. Canale & C. S.p.A. Via Liguria 24, 10071 Borgaro Torinese Prezzo per copia € 1,00 Costi di abbonamento: copie 50 € 250,00 copie 100 € 365,00 copie 150 € 505,00 copie 200 € 655,00 copie 300 € 950,00 copie 500 € 1.545,00 Rivista ceduta esclusivamente in abbonamento attraverso il canale Farmacia Info e abbonamenti: www.optimasalute.it
omaggio del tuo farmacista
Post-it
Rubriche
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Attualità in Farmacia La hit parade delle novità
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Post-it Pro-memoria della salute
di Francesca Aquino
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Hobby House Cinema, musica e libri
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Ultima pagina Oroscopo, ricette, appuntamenti, curiosità
di Gelsomina Sampaolo
Testata associata
www.optimasalute.it
OPTIMASALUTE
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Sommario
Anno XXIV n. 241 Dicembre 2015 Gennaio 2016
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Dossier
Le dolci vacanze tra sci e panettone È questo il periodo dell’anno nel quale si può anche fare qualche piccola concessione alla gola, tanto a gennaio saremo di nuovo tutti a dieta. E per chi sta partendo per la Settimana Bianca ecco come prepararsi e cosa mangiare a cura di Roberto Moraldi, Francesca Aquino, Pompeo d’Ambrosio
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Quando arriva il mal di gola Di solito se ne va in pochi giorni. I sintomi per capire quando consultare il proprio medico di Chiara Baldetti
Ma che freddo fa Creme, abbigliamento, riscaldamento: come difendersi dal calo delle temperature e proteggere la pelle di Filippo Tini
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Fatevi influenzare dalle tisane Oltre alle terapie mediche, si può cercare sollievo nelle piante officinali. I benefici e le ricette più efficaci di Claudia Ciani
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Il percorso dei neonati prematuri Importanti novità nell’assistenza di quelli nati prima di 32 settimane. La collaborazione dei genitori di Benedetta Ceccarini
Sos dissenteria L’importante aiuto di fermenti lattici, integratori, acqua e... omeopatia
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di Simona Peretti
L’inverno di cani e gatti Anche i nostri animali domestici soffrono e temono il freddo di Chiara Baldetti
Attualità in Farmacia
Le novità e i prodotti in vendita in Farmacia
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
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Con afte e lesioni della bocca il dolore è il piatto forte
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Iodosan Gola Action via dal dolore del mal di gola
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Post-it salute
di Francesca Aquino
Psiche e intestino
Il benessere psicologico sarebbe legato alla salute dell’intestino. Lo afferma uno studio presentato al congresso della Società Italiana di Psichiatria (Sip) da John F. Cryan dell’University College di Cork, che inaugura una nuova disciplina: la “psicobiotica”. Secondo lo studio, la flora batterica intestinale, producendo Dna e sintetizzando molecole che agiscono sul sistema immunitario, ormonale e neurale, modula lo sviluppo del cervello sia nella vita fetale sia dopo. Questo apre le porte a nuove possibilità di cura di numerosi disturbi cerebrali e mentali.
Il telefono per sordo ciechi
All’ultima edizione del Maker Faire, la fiera dedicata agli ‘artigiani digitali’ svoltasi a Roma, è stato presentato il progetto “Parloma”, prima sperimentazione di un sistema di comunicazione a distanza tra sordociechi. Il sistema è in grado di decifrare un messaggio immesso con il linguaggio dei segni, elaborandolo digitalmente e recapitandolo al destinatario tramite un’interfaccia dotata di braccia e mani robotiche antropomorfe low-cost. Nella stessa occasione sono stati presentati anche altri progetti innovativi per migliorare la vita di ipovedenti, sordi e ciechi fin da bambini.
Basta la parola
Secondo gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) un rapporto empatico con il proprio medico può ridurre di ben quattro volte il rischio di ricoveri e aumentare del 34-40% la probabilità di tenere sotto controllo malattie croniche. La parola giusta, la comprensione e l’ascolto del paziente sono già di per sé una cura, ma purtroppo solo il 22% dei medici (dati del SIMI) instaura un rapporto empatico con i propri assistiti, il tempo medio di una visita non supera i 9 minuti.
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Post-it salute
di Francesca Aquino
Proteine vs ictus
Per avere una pressione sanguigna più bassa, arterie più sane e, dunque, ridurre il rischio di infarto e ictus basterebbe mangiare alimenti ricchi di proteine. Lo spiega dettagliatamente una ricerca pubblicata dalla University of East Anglia sul Journal of Nutrition. L’effetto benefico dipende dagli aminoacidi e dalla loro capacità di rafforzare le cellule, i tessuti e i muscoli del nostro corpo. “Aumentare l’assunzione di cibi ricchi di proteine come carne bianca, pesce, latticini, fagioli, lenticchie, broccoli e spinaci potrebbe essere un modo importante e facilmente realizzabile per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari”, ha detto Amy Jennings, autrice dello studio.
L’agopuntura abbassa la pressione
L’agopuntura aiuta ad abbassare la pressione alta del sangue e il rischio di ictus e infarti. Lo ha verificato uno studio dei ricercatori del Susan Samueli Center for Integrative Medicine, pubblicato sulla rivista Medical acupuncture, effettuato su 65 ipertesi che non prendevano alcun farmaco. Nei pazienti trattati con elettroagopuntura (una forma di agopuntura che impiega una stimolazione elettrica a bassa intensità) si è avuto un evidente abbassamento della pressione sanguigna nel 70% dei casi, accompagnato anche da un calo del 41% della concentrazione nel sangue della norepinefrina, un neurotrasmettitore che soffoca e comprime i vasi sanguigni, del 67% della renina, un enzima prodotto dai reni che aiuta a controllare la pressione, e dell’aldosterone (-22%), ormone che regola gli elettroliti.
Viagra al femminile
Ha fatto scalpore qualche tempo fa l’approvazione della Food and Drug Administration (Fda) americana del primo medicinale volto a potenziare la libido femminile. In commercio dal mese scorso (dietro prescrizione medica per donne in fase di pre-menopausa) è stato approvato a seguito di forti proteste in America contro un sistema farmaceutico definito discriminatorio nei confronti delle donne (il Viagra è stato approvato ben 17 anni fa). C’è però chi già critica il farmaco per alcuni effetti collaterali pericolosi e sarà difficile vederlo presto in Farmacia anche in Italia.
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Post-it salute
di Francesca Aquino
Il mito dell’acqua
L’autorevole New York Times ha recentemente sfatato il “mito” degli 8 bicchieri di acqua al giorno. L’autore dell’articolo, docente alla scuola di medicina dell’Università dell’Indiana, afferma che non ci sarebbe alcun fondamento scientifico dietro a uno dei consigli principali contro la disidratazione. Questo perché la maggior parte dell’acqua necessaria alla nostra sopravvivenza sarebbe già contenuta nel cibo che ingeriamo (soprattutto frutta e verdura).
Tumore al seno: test per le ricadute
Basterà un esame del sangue per sapere se il tumore al seno ricomincia a crescere di nuovo dopo il trattamento. Questo affermano gli scienziati dell’Institute of Cancer Research di Londra, che hanno messo a punto il test analizzando il DNA mutato del tumore in 55 pazienti ad alto rischio di ricaduta e poi continuato a cercare le mutazioni nel sangue. È così possibile prevedere eventuali metastasi già otto mesi prima dei normali esami di controllo. Infatti su 15 pazienti che hanno avuto una recidiva, il test del sangue è riuscito a predirla in 12 casi. È ancora presto per la diffusione negli ospedali, ma si continua a fare ricerca per rendere il decorso post-operatorio e i controlli sempre più rapidi e meno invasivi.
Le cause dell’Alzheimer
Secondo una ricerca della University of California di San Francisco pubblicata sulla rivista Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry due terzi dei casi di Alzheimer sarebbero imputabili a uno o più fattori di rischio tra: obesità, depressione, pressione alta o bassa, diabete di tipo 2, fragilità, abitudine al fumo, basso livello d’istruzione, arterie carotidi ristrette o alti livelli di omocisteina. A ridurre questi fattori intervengono invece estrogeni, statine, antinfiammatori, acido folico, vitamina C e E, consumo di caffè.
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Quando arriva il mal di gola Si tratta di un malanno passeggero di origine virale che se ne va in pochi giorni. Se persiste, con sintomi ben identificabili, si tratta di infezioni batteriche e bisogna subito consultare il proprio medico di Chiara Baldetti
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Gola in fiamme, secca, dolente; sensazione di avere sempre muco da espellere, sentire il bisogno di schiarirsi continuamente la voce, afonia, dolore nella deglutizione,
durante la respirazione o nel parlare. Sembra un insieme di cose da nulla, malanni passeggeri che spesso sottovalutiamo e trascuriamo, ma il mal di gola, inteso
in senso lato, colpisce ogni anno milioni di italiani, da solo o (male) accompagnato in concomitanza con sintomi influenzali, raffreddore e tosse.
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Colpa di virus e batteri che si fiondano nel nostro corpo attraverso la bocca o il naso, frequentando persone o ambienti infetti, toccando o usando oggetti contaminati. Basta fare mente locale su quante volte, in inverno, ci appoggiamo su corrimano, sedili o “appositi sostegni” della metro o sulle attrezzature delle palestre, per non parlare di scuole, asili e uffici dove il senso di appartenenza e la confidenza con gli altri spesso fanno dimenticare l’uso delle basilari norme igieniche. E alla fine dei conti arriva il mal di gola, tecnicamente un’infiammazione acuta o cronica della mucosa della faringe (faringite) o della laringe (laringite), in pratica un fastidioso malanno che influisce e non poco anche nella vita lavorativa o scolastica.
Cure
Se si tratta di un semplice mal di gola di origine virale se ne andrà nel giro di qualche giorno, aiutando la guarigione bevendo molti liquidi, specialmente acqua, zuppe e brodini, per rimpiazzare quelli persi durante la produzione di muco o con la febbre. Da evitare invece alcol, bevande gassate o contenenti caffeina che possono ottenere l’effetto opposto, causando la disidratazione. Tra i rimedi naturali vecchio stile un posto importante lo hanno le inalazioni caldo-umide, i fumenti che consigliavano le nostre nonne, eseguiti con acqua bollente e bicarbonato. Oltre naturalmente ad indossare una calda sciarpa di lana sul collo ed un berretto in testa quando si esce di casa con temperature gelide. Un po’ di sollievo si ottiene anche da disinfettanti del cavo orale, fluidificanti e rimedi naturali (propoli su tutti). Fate però attenzione ad un uso improprio o eccessivo
(il cosiddetto sovradosaggio) di confetti, collutori e caramelle disinfettanti: si tratta di prodotti che combattono in modo indiscriminato i diversi microrganismi presenti nel cavo orale ed una loro azione prolungata nel tempo o scorretta può alterare l’equilibrio della naturale flora batterica presente nel cavo orale stesso. Anche in questo caso niente automedicazione, chiedete consiglio al vostro farmacista e leggete attentamente il foglietto illustrativo. Importante, invece, l’assunzione della vitamina C, sia come prevenzione che come coadiuvante alle cure; assieme alla vitamina A contribuisce a rafforzare il sistema immunitario. Il consiglio è di puntare su un’alimentazione ricca di verdure di colore arancione o giallo, come carote e zucche, perché contengono betacarotene da cui l’organismo ricava la vitamina A ed agrumi (arance, limoni, mandarini e pompelmi) e kiwi, ricchi di vitamina C. Per supplire velocemente alle eventuali carenze da vitamina C dell’alimentazione o per particolari necessità si può ricorrere ad un integratore o ad un prodotto da banco che sicuramente il vostro farmacista vi saprà consigliare. Se la deglutizione fosse comunque estremamente dolorosa, anche dei liquidi, si può provare ad usare una cannuccia, ma in questo caso è bene contattare il medico di famiglia, che potrebbe consigliarvi l’uso di anti-infiammatori (ibuprofene, diclofenac) o un analgesico (paracetamolo) per alleviare il dolore. Bisogna in ogni caso rivolgersi a questa insostituibile figura professionale nei casi in cui la malattia si protragga, e specificatamente quando dura più di una settimana, oppure va via e poi si ripresenta frequentemente, quando la
difficoltà a deglutire è veramente importante e si abbina anche ad una respirazione affannosa, con febbre superiore a 38,5 gradi, placche in gola, secrezioni dal naso, presenza di linfonodi gonfi e dolenti sul collo o interessamento dell’orecchio medio con dolore persistente, edema del timpano o secrezione purulenta dallo stesso, eruzioni cutanee che potrebbero essere il sintomo di una condizione preesistente (morbillo, meningite, mononucleosi, scarlattina…), infine tracce di sangue nella saliva o catarro e segni di disidratazione (occhi infossati, debolezza, scarsa orinazione). Tutti segnali che portano ad una infezione batterica e potrebbero far decidere per l’inizio di una eventuale terapia antibiotica. È bene chiarire, però, che parliamo, in media, del 15% di tutti i mal di gola che circolano in inverno.
Prevenzione
Nemmeno a dirlo, al primo posto c’è sempre l’igiene e in particolare lavarsi bene le mani e frequentemente. Quando acqua e sapone non fossero disponibili si possono usare salviettine o gel alcolici. Evitare di condividere stoviglie, toccare telefoni, telecomandi e qualsiasi altro oggetto di persone già malate. Importante è umidificare l’aria di casa, per impedire alle mucose di asciugarsi. Riducendo l’irritazione si può avere un sonno migliore e meno disturbato. L’acqua dell’umidificatore va cambiata una volta al giorno e la pulizia dell’apparecchio va fatta ogni tre giorni; questo impedirà la formazione di muffe e batteri nocivi. Evitare poi di fumare o inalare fumo passivo, entrambi tendono ad irritare la gola. Infine: fate riposare la voce, eviterete di aumentare l’irritazione e restare completamente afoni. n
Ma che freddo fa
Dai vaccini alle creme, dall’abbigliamento alla prevenzione: ecco consigli e accorgimenti per difendersi dal calo delle temperature e proteggere adeguatamente la pelle di Filippo Tini
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Dobbiamo arrenderci all’evidenza: il freddo è arrivato e, invece che lamentarci, dovremmo correre ai ripari. Per evitare i malanni di stagione basta poco, in fondo, e Optima Salute ha deciso di darvi qualche informazione in più e qualche consiglio per affrontare al meglio i mesi che ci separano dalla primavera. Parlando essenzialmente dei soggetti a rischio. Bambini La prima categoria da tenere d’occhio sono sicuramente i neonati e i lattanti. I più pic-
coli, infatti, sono particolarmente suscettibili agli effetti delle basse temperature sia per la diminuzione della risposta del sistema di termoregolazione, sia perché non possono manifestare apertamente il disagio causato dal freddo. Per proteggerli dalle insidie del loro primo inverno tenete sempre sotto controllo la temperatura, verificando che le parti del corpo non si presentino fredde o intorpidite (mani, piedi, volto soprattutto) e, in caso di allarme meteorologico, evitate di uscire di casa
con neonati che abbiano meno di tre mesi di età. Se invece è strettamente necessario portarlo all’aperto, provvedete a proteggergli la testa, perché il 30% della perdita di calore avviene attraverso il capo ed evitate di utilizzare il marsupio perché, rallentando la circolazione a livello delle gambe, a causa dell’imbraco che comprime le cosce, la temperatura corporea potrebbe ridursi favorendo la comparsa di geloni. È perciò preferibile trasportare
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il bambino in modo che possa muoversi: utilizzando la carrozzina o il passeggino, in modo tale che muovendosi liberamente possa stimolare la circolazione sanguigna. Se si parte in macchina per un lungo viaggio portate sempre a bordo indumenti di ricambio: copertine, bibite calde (biberon in borsa isotermica) e almeno un pasto se il bambino è già stato svezzato.
Anziani Un’altra grossa fetta di
popolazione che deve prestare particolare attenzione al calo delle temperature sono gli anziani, più suscettibili per una diminuita risposta del sistema di termoregolazione e per una ridotta percezione del freddo. Gli over 75 con deficit fisici e/o psichici (es. malati di Alzheimer), che fanno uso di farmaci sono ancora più a rischio, perché non sono in grado di gestire correttamente il riscaldamento domestico e di adottare comportamenti adeguati, come: • Proteggersi dall’influenza, praticando la vaccinazione antinfluenzale.
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• Fare preventivamente scorte alimentari e avere una quantità sufficiente di medicinali disponibili nella propria abitazione. • In caso di ondata di freddo, le persone anziane non devono esitare a chiedere ad altri di fare la spesa al proprio posto o ricevere la spesa direttamente a casa, quando è possibile. • Se si vive soli, mantenere contatti frequenti con parenti, amici o vicini di casa. • In casa mantenere la temperatura interna non inferiore ai 18 - 19 gradi. • Adottare un’alimentazione equilibrata e bere liquidi caldi. • Se si deve uscire all’aperto occorre coprirsi bene con un abbigliamento adeguato (indossare sempre soprabito, guanti e cappello; proteggersi dal vento e dal freddo coprendosi il volto con una sciarpa di lana) ed evitare di compiere sforzi eccessivi, specialmente se si soffre di malattie cardiache o respiratorie. • In caso di sensazione di malessere o aggravamento dei sintomi della patologia di cui si è affetti, consultare il proprio medico curante.
• Per evitare incidenti non riposare mai vicino a fonti di calore; verificare lo stato degli impianti di riscaldamento.
Malati cronici Anche i malati
cronici sono esposti maggiormente al calo delle temperature perché gli episodi di grande freddo possono peggiorare condizioni di salute già precarie e, soprattutto, aggravare patologie come: malattie cardiovascolari, broncopatia cronica ostruttiva (BPCO), asma bronchiale, diabete e disturbi neurologici (soprattutto se in trattamento con sostanze psicotrope). Le persone con deficit motori e/o psichici sono a rischio soprattutto se vivono sole. Per affrontare senza rischi le temperature rigide e la stagione invernale, chi ha patologie croniche deve consultare il proprio medico curante e informarsi sulla vaccinazione antiinfluenzale e sulle altre misure preventive da adottare. In particolare: • I cardiopatici e gli ipertesi appartengono ad una delle categorie più a rischio, pertanto devono evitare di compiere sforzi ecces-
sivi, soprattutto all’aria aperta, in presenza di temperature esterne rigide. La pressione sanguigna elevata è un fattore di rischio ben noto per le malattie cardiache e l’infarto. Il rischio attribuito all’alta pressione sanguigna aumenta in relazione alla diminuzione della temperatura atmosferica. Il rischio per i cardiopatici è più elevato, quando la pressione arteriosa è superiore a 140/90 e la temperatura esterna è inferiore a 4°C. • Le persone con insufficienza respiratoria cronica e gli asmatici devono evitare di respirare aria gelida ed esporsi a condizioni climatiche estreme, che possono scatenare crisi d’asma o bronco-
spasmo. Quando si esce, è consigliabile coprire la bocca con una sciarpa per proteggere i polmoni dall’aria troppo fredda. • Le persone con disturbi mentali, in particolare con deterioramento delle capacità cognitive, hanno un rischio elevato di ipotermia, se esposti a freddo eccessivo, perché non manifestano il disagio legato alle basse temperature e non hanno possibilità di proteggersi adeguatamente. Occorre prestare particolare attenzione a questi malati! • Le persone con malattie muscolari e osteoarticolari, quando fa molto freddo, possono avere una sintomatologia dolorosa più acuta, a livello nervoso, tendineo
e muscolare per abbassamento della soglia del dolore nei soggetti affetti da artropatie reumatiche e degenerative croniche. È consigliabile soggiornare in ambienti ben riscaldati, evitando gli sbalzi di temperatura, quando si passa da un ambiente all’altro. Evitare di uscire all’aperto, o, altrimenti, coprirsi bene con un abbigliamento adeguato.
Lavoratori esterni Infine, il gran-
de freddo rappresenta un pericolo soprattutto per chi vive o lavora esposto alle intemperie, come i senzatetto e i lavoratori all’aperto, a rischio per esposizioni protratte, se non adottano adeguate precauzioni.
Le patologie: geloni, congelamento e ipotermia La cute è la nostra personalissima corazza contro gli agenti esterni, ambientali e meteorologici e per questo concorre al controllo di moltissime funzioni, tra cui la termoregolazione, il cui scopo è mantenere una temperatura corporea interna stabile. In pratica, quando fa freddo, nella nostra pelle le piccole arterie periferiche si costringono, per dirottare il flusso sanguigno verso il sistema venoso profondo e ridurre la dispersione di calore all’esterno dell’organismo. A causa di questa reazione, però, la pelle potrebbe risultare danneggiata, poiché privata bruscamente di parte dell’irrorazione sanguigna. Ed ecco che compaiono sintomi del freddo come: secchezza delle dita e del dorso delle mani, ragadi su polpastrelli o nocche, irritazione da freddo al volto (soprattutto al naso e alle gote) che appare arrossato o con i capillari dilatati (“couperose”), secchezza e desquamazione delle labbra. Sicuramente chi trascorre più tempo all’aperto, per lavoro (operai edili, benzinai, ecc.), è mag-
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giormente esposto a questi inconvenienti, soprattutto se non adeguatamente protetto dalle intemperie. Per questo tipo di reazioni, spesso prevedibili, è sufficiente adottare piccoli accorgimenti come: • sostituire i normali saponi con detergenti delicati, scarsamente schiumogeni; • applicare in abbondanza creme emollienti sulla cute ancora umida, dopo averla lavata, per ottenere un rapido sollievo; • applicare sulle labbra stick e creme appositamente formulate, disponibili in Farmacia. Quando l’esposizione al freddo si fa particolarmente intensa, alcuni individui predisposti possono tuttavia presentare reazioni cutanee anomale. Vediamone alcune: I geloni. I geloni rappresentano per molti un tormento costante nei mesi invernali. Ne soffrono in particolar modo i bambini e gli adolescenti a causa della delicatezza della loro cute e, spesso, di mancate precauzioni e protezioni. Sulle dita di mani e piedi e, più raramente, al naso e agli orecchi
compaiono tumefazioni violacee, pruriginose e dolenti, che possono durare alcune settimane e, talvolta, ulcerarsi. Le cure consistono per lo più nell’applicazione di creme cortisoniche e nella somministrazione di farmaci specifici. Fondamentale è però la prevenzione, ovverosia l’uso di guanti, calzature adeguate e copri-orecchi, che rappresenta la soluzione più efficace al problema. L’acrocianosi. Si tratta di una diffusa colorazione violacea delle estremità e del volto, pressoché asintomatica, che colpisce più frequentemente le donne dalla pubertà in poi. Chi ne viene colpito presenta quasi costantemente le mani ed i piedi freddi e sudati, causa di un profondo disagio psicologico. Spesso questa sindrome presenta una familiarità. Talvolta, specie agli arti inferiori, il colorito cianotico non appare uniforme, ma “marmorizzato”, assumendo, appunto, l’aspetto del marmo. Anche in questi casi, oltre all’intervento farmacologico prescritto dal medico, è necessario osser-
vare alcune semplici norme igienico-alimentari, come l’abolizione del fumo di sigaretta e del consumo di caffé, affiancati dall’uso abituale di emulsioni non grasse. La sindrome di Raynaud. Si tratta di un fenomeno ben più drammatico dei precedenti: in seguito all’esposizione delle mani al freddo, il paziente (spesso donna) nota la comparsa di un improvviso, intensissimo pallore di una o più dita, che appaiono ceree e insensibili. Il fenomeno si protrae in genere per alcuni minuti ed è seguito da un successivo arrossamento, talvolta accompagnato da dolore. Si tratta di un eccessivo vasospasmo (restringimento improvviso) delle arterie che fa diminuire il flusso di sangue diretto verso le dita delle mani e dei piedi. Gli attacchi possono essere causati da cambiamenti di temperatura anche minimi o molto brevi: ad esempio le dita possono diventare blu anche quando si tira fuori qualcosa dal freezer o ci si espone per pochi attimi a basse temperature. La maggior parte dei pazienti affetti da sindrome di Raynaud, comunque, non riporta danni ai
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tessuti né disabilità permanenti, però chi ne soffre in forma grave può presentare ulcere o cancrene dovute ad attacchi prolungati o ripetuti. Tra i fattori di rischio per il Raynaud primario ricordiamo: • Sesso. Le donne sono più a rischio degli uomini. • Età. Il Raynaud primario di solito compare prima dei trent’anni. • Precedenti familiari. Il Raynaud primario può colpire diversi membri della stessa famiglia. • Clima freddo. Le temperature fredde possono scatenare gli attacchi. Quando questa sindrome è secondaria può essere causata da diversi fattori, come: • disturbi e patologie che danneggiano direttamente le arterie o i nervi che controllano le arterie delle mani e dei piedi; • movimenti ripetitivi che danneggiano i nervi responsabili del controllo delle arterie delle mani e dei piedi; • traumi alle mani e ai piedi; • esposizione a determinate sostanze chimiche; • farmaci che ostruiscono le arterie o influiscono sulla pressione. Ecco perché è necessario effet-
tuare una serie di accertamenti clinici per escludere che il fenomeno sia espressione di concomitanti malattie sistemiche. Orticaria. Si tratta anche in questo caso di una dermopatia scatenata dalle basse temperature: in presenza di vento freddo o a contatto con l’acqua gelida compaiono ponfi pruriginosi al viso, alle mani o agli avambracci. A volte a chi ne soffre basta portare alle labbra un ghiacciolo o una granita per vederle gonfiarsi rapidamente. Le conseguenze possono essere anche gravi, ad esempio se il processo interessa anche la lingua, possono manifestarsi serie difficoltà di respirazione e di deglutizione. In tutti questi casi, un’accurata visita dermatologica permetterà di stabilire le precise strategie per affrontare il problema: agli antistaminici si affiancheranno, ancora una volta, i consigli per prevenire le esposizioni delle parti affette alle basse temperature. Congelamento. Può essere lieve o grave. Nel primo caso la parte colpita non duole e presenta una colorazione bianco-grigiastra. Basterà riscaldarla anche soltanto massaggiandola e alitandovi sopra. Nelle forme più gravi, invece, sono colpite le cellule dei tessuti nelle zone meno irrorate dal sangue e più esposte come: mani, piedi, talloni, lobi auricolari, naso, guance, mento. Queste parti possono andare incontro anche a necrosi, ma si tratta di condizioni rare, che si possono verificare nelle persone che trascorrono la notte all’aperto o in alta montagna. Il rischio diventa reale di fronte ad un’improvvisa bufera di vento o di neve, con umidità ai limiti di saturazione, specie se non si indossano indumenti adatti. I segni iniziali di congelamento sono spesso lievi: la cute pallida, fredda, edematosa, successivamente diventa arrossata fino a divenire cianotica e dolente, con comparsa di bolle e se l’e-
sposizione al freddo persiste si ha comparsa di piccole zone di cancrena, fino al congelamento generale che interessa tutto l’organismo. La persona va soccorsa prontamente per evitare l’assideramento, cioè la situazione più critica, che si verifica quando la temperatura corporea scende sotto i 35°C e le funzioni vitali sono compromesse. Ipotermia. È opportuno riconoscere tempestivamente i primi segnali: parlare a scatti, difficoltà di deambulazione, tendenza ad inciampare, confusione mentale, perdita di coordinamento degli arti, sensazione di affaticamento e di freddo, tensione muscolare. Tutti indicatori di casi più gravi, che possono sfociare nella perdita dei sensi fino al coma. Se si è in alta montagna, possono essere molto utili massaggi leggeri sulla superficie corporea e mettere, se possibile, la persona a riparo dal freddo e dal vento, coprirla con indumenti caldi e coperte, somministrare abbondanti liquidi caldi, come tè e caffè allungato. Evitare la somministrazione di
bevande alcoliche.
Le regole dell’idratazione
Potrà sembrare paradossale, ma anche in caso di freddo pungente, la prima regola da tenere a mente per la protezione della pelle è una corretta idratazione. Vediamo insieme quali sono i consigli dell’Istituto Dermatologico Europeo: 1. Avere la pelle grassa non è garanzia di assoluta protezione, nemmeno in inverno. Bisogna scegliere una crema o lozione idratante adatta al nostro tipo di pelle e applicarla con costanza 2. Evitare le detersioni eccessive o aggressive, che stressano la cute rendendola più vulnerabile agli attacchi esterni. 3. Cercare di mantenere il più a lungo possibile un’idratazione efficace, utilizzando prodotti che abbiano anche un’azione calmante, quando è necessario ridurre tutte quelle sensazioni fastidiose che si accompagnano alla disidratazione. 4. In periodi di freddo intenso, con aria gelata pungente che colpisce direttamente le parti esposte della pelle (viso, collo,
mani), di giorno può essere utile utilizzare prodotti dermocosmetici anche più “corposi” di quanto siamo di solito abituati ad usare, capaci di proteggere la cute come uno scudo. I prodotti idratanti vanno usati anche di notte, sfruttando il momento di rigenerazione notturna della pelle. 5. Alla sera è consigliabile utilizzare una crema contenente del retinolo perché questa particolare vitamina è un potente antiossidante che stimola la formazione del collagene, ottimi anche i prodotti contenenti acido ialuronico per umettare gli strati superficiali. Molto utili anche vitamina E e C. 6. Possibilmente evitare lampade abbronzanti. 7. Mantenere una buona umidificazione degli ambienti in cui si passano le ore della giornata, dalla casa all’ufficio. 8. Anche un buon trucco, eseguito con prodotti adatti al proprio tipo di pelle, può servire per creare un’ulteriore barriera con l’ambiente esterno, capace di mantenere costante l’idratazione.
La dieta anti-freddo Cosa è meglio mangiare durante la stagione invernale? Tutti noi in questo periodo preferiamo solitamente pasti e bevande caldi, che aiutano a soddisfare le aumentate richieste metaboliche per la produzione di una maggiore quota di calore interno. Quando le temperature sono particolarmente basse, però, vi consigliamo alcune misure precauzionali in più: 1) Bere almeno 2 litri di liquidi al giorno, salvo diverso parere medico; preferire bevande calde. 2) Assumere pasti a base di frutta e ver-
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dura che contengono vitamine e sali minerali, molto utili per difendersi dalle insidie del freddo. In generale sono consigliati tutti gli alimenti contenenti il beta carotene (carote, zucca, patate, pomodori, spinaci, carciofi, barbabietole rosse, broccoli, cavolfiori, peperoni...) e la vitamina E (mandorle, nocciole, olio extravergine d’oliva...) in grado di stimolare le difese immunitarie. 3) Evitare di bere alcolici e super alcolici perché possono causare un’eccessiva dispersione del calore prodotto dal corpo e favorire l’insorgere di ipotermia. n
Fatevi influenzare dalle tisane Oltre alle terapie mediche, si può cercare sollievo nelle piante officinali. I benefici e le ricette più efficaci di Claudia Ciani farmacista, erborista
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Con la stagione fredda ormai in piena azione, vi suggeriamo alcuni rimedi preventivi e di supporto alle terapie antiinfluenzali. Sono di aiuto ai primi sintomi, di conforto per la loro gradevolezza, in quanto bevande calde, e abbreviano, insieme ai farmaci che il nostro medico ci consiglierà, i giorni di malattia. Le piante officinali conosciute contro le malattie
da raffreddamento sono molte, proveremo ad elencare quelle maggiormente utilizzate. Alcune contengono i loro principi attivi in precise parti (radici, fusto, foglie o fiori) e a seconda di dove sono, cambia il modo per estrarli e renderli utilizzabili.
Altea
Gli estratti della sua radice con-
tengono amido, pectine, mucillagine, zuccheri, grassi e tannini. In particolare le mucillagini conferiscono proprietà emollienti, lenitive e protettive delle membrane della mucosa. Per questa ragione è indicata nel trattamento di tutte le forme di infiammazione. L’attività decongestionante e antisettica della pianta che svolge sui tessuti molli del nostro organismo, la ren-
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de un efficace rimedio nella cura dei disturbi delle vie respiratorie, come tosse e raffreddore; in caso di mal di gola e irritazioni della bocca come ascessi, stomatiti e gengiviti. È controindicata nei soggetti in trattamento con insulina o ipoglicemizzanti orali, perché può ridurre ulteriormente i livelli glicemici.
Artiglio del diavolo
Usato in associazione col salice per far fronte ai dolori ossei e muscolari che compaiono in presenza di febbre alta. La radice ha proprietà antireumatiche e antinfiammatorie. Si assume in tavolette, capsule o tintura madre. Il suo impiego necessita del consiglio del medico poiché ha molte controindicazioni (diabete, ipertensione, gravidanza e allattamento, persone che fanno uso di anticoagulanti e antiinfiammatori...).
Erisimo
Detto anche “erba dei cantanti”, visto che le caramelle con il suo estratto sono molto usate dai professionisti della musica in caso di abbassamento o perdita momentanea della voce. Il suo utilizzo è consigliato nel trattamento delle infiammazioni della gola, nei casi di afonia e disfonia causate da laringite, faringite e tracheite. Ha proprietà espettoranti e fluidificanti delle secrezioni bronchiali. Sconsigliato in caso di allergia accertata alle crucifere e per i soggetti ipotiroidei.
Eucalipto
I suoi principi attivi (terpeni, polifenoli, flavonoidi e tannini) conferiscono alla pianta un’azione balsamica, fluidificante ed espettorante delle secrezioni catarrali delle vie respiratorie. Per questa ragione viene impiegato nelle infiammazioni e congestioni, come tosse, raffreddore e nel trattamento della sinusite. Se utilizzato in grandi quantità, può portare nausea, vomito e diarrea. Se ne
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sconsiglia quindi l’uso in gravidanza e durante l’allattamento.
Liquirizia
Utilizzata già 5mila anni fa, la liquirizia è digestiva, diuretica, antinfiammatoria, espettorante e protettiva della mucosa gastrica. Indicata contro tosse, mal di gola e catarro. Controindicata in casi di insufficienza renale, sovrappeso, ipertensione arteriosa.
Malva
Fiori e foglie della malva sono ricche di mucillagini, che conferiscono alla pianta proprietà emollienti e antinfiammatorie per tutti i tessuti molli del corpo. Questi principi attivi agiscono rivestendo le mucose con uno strato vischioso che le proteggono da agenti irritanti. Il suo uso è indicato contro la tosse, nelle forme catarrali delle prime vie aeree. La malva non presenta nessun tipo di controindicazione, a meno che non si sia allergici o intolleranti verso i principi costituenti la pianta quali la malvina e la malvidina.
Piantaggine
Ha proprietà sedative contro tosse secca, espettorante, antibatterica e antinfiammatoria, utilizzata efficacemente negli stati infiammatori della cute e delle mucose, che rivestono bocca, gola e vie respiratorie in genere, in caso di catarro bronchiale, bronchite cronica, allergia, sinusite. L’unica controindicazione fa riferimento ad una allergia accertata verso le piante del genere Plantago.
Salice
Si usa la corteccia, perciò per estrarre tutte le sue proprietà dovremo farne un decotto. Per questo mettiamo un cucchiaino da caffè di corteccia in acqua fredda (dosaggio: un cucchiaino per una tazza da tè), portiamo ad ebollizione per 5-6 minuti a fuoco basso e lasciamo in infusione per 10 minuti. Due tazze al giorno dopo i
pasti bastano per aiutare a superare stati febbrili e classici dolori da influenza. Si usa anche in tintura madre (che trovate nella vostra farmacia di fiducia) nella dose di 30 gocce 2 volte al dì a stomaco pieno. La corteccia del salice ha proprietà antireumatiche, febbrifughe e calmanti, ed è efficace anche in caso di emicrania. È invece controindicata a chi fa uso di anticoagulanti perché ne potenzia l’azione, a chi è allergico all’acido salicilico, ai bambini e alle donne in gravidanza o che allattano.
Spirea ulmaria
Ha proprietà sudorifere, febbrifughe, antireumatiche. È nota come salicilato vegetale ed essendo ricca di flavonoidi, vitamina C e mucillagini offre il vantaggio di non essere gastrolesiva, poiché queste sostanze hanno la proprietà di proteggere la mucosa gastrica. L’infuso si prepara con un cucchiaio raso di sommità fiorite, in acqua calda, e si lascia riposare 10 minuti. È controindicata in soggetti allergici all’acido salicilico e a chi usa anticoagulanti.
Timo
Potente digestivo e carminativo (gonfiori addominali), è efficace contro le infezioni alle vie urinarie e le infiammazioni dell’apparato respiratorio ed è un ottimo rimedio contro tosse, asma, bronchite e raffreddore, per le sue proprietà balsamiche e fluidificanti. Mentre decotti e infusi di timo sono usati per disinfettare il cavo orale, una tisana di timo è utile in caso di tosse o per favorire la digestione.
Tiglio
È la pianta più indicata in caso di disturbi alle vie aeree dei bambini e degli adulti, perché le mucillagini contenute soprattutto nei fiori, conferiscono proprietà mucolitica e antinfiammatoria efficace in caso di tosse e catarro. Controindicato solo per chi ha un’ipersensibilità o allergia al tiglio.
Ad ogni malanno la sua ricetta Alle piante officinali che abbiamo descritto fin qui vanno poi abbinate tisane, infusi e suffumigi a seconda delle diverse patologie. Ecco come preparare le bevande e le dosi da usare, tutte espresse in grammi.
1) Stati febbrili e dolori articolari Ricetta 1
Spirea 30, sambuco 25, salice 25, rosa canina 20. Ricetta 2
Spirea 25, china 25, salice 20, artiglio diavolo 20, lavanda 5, arancio (fiori) 5. Ricetta 3
Spirea 20, salice 20, rosa canina 20, sambuco 20, tiglio 15, arancio (fiori) 5.
2) Raffreddore Ricetta 1
Salvia 20, piantaggine 20, altea 20, eucalipto 20, liquirizia 20. Ricetta 2
Eucalipto 40, tiglio 35, timo 20, lavanda 5.
3) Sinusite Suffumigi con 5 gocce di olio essenziale di eucalipto, 3 gocce di olio essenziale di timo e 2 cucchiai di fiori di camomilla.
4) Mal di gola Il rimedio più efficace da usare come antisettico del cavo orale (cioè laringiti, faringiti, riniti, affezioni bronco polmonari...) è la propoli, una sostanza balsamica e resinosa che le api raccolgono da piante come pioppo, ontano, abete, olmo, quercia, ippocastano e frassino. Se ne assumono 20-30 gocce miscelato ad un cucchiaino di miele o
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disciolto in acqua o altra bevanda, per esempio nel tè o nella tisana, effettuando gargarismi prima di inghiottirlo. Un vero toccasana per il mal di gola è un composto formato da un cucchiaio da tavola con 30 gocce di propoli in soluzione alcolica, un cucchiaino da caffè di miele di acacia e 3-4 gocce di limone. Assumere 3-4 volte al giorno. Per quanto riguarda le tisane ecco due ricette ad hoc: Ricetta 1
Erisimo 25, altea 25, timo 25, piantaggine 25. Ricetta 2
Tiglio 30, eucalipto 30, malva 30, liquirizia 10.
5) Tosse secca Ricetta 1 Camomilla 25, erisimo 25, malva (fiori e foglie) 25, altea (radice) 25. Ricetta 2
Malva fiori e foglie 40, erisimo 30, timo 20, liquirizia 10.
Ricetta 3
Malva 25, viola 25, verbasco 25, fanfara 10, timo 10, liquirizia 5.
6) Tosse grassa Ricetta 1
Eucalipto (foglie) 30, malva (fiori e foglie) 30, timo 20, piantaggine 20. Ricetta 2
Altea 30, malva 20, piantaggine 20, farfara 10, timo 10, liquirizia 10.
7) Laringite Fare gargarismi e bere un infuso composto da erisimo 5, tiglio (foglie) 5, altea (radice) 5 arancio (foglie) 5, camomilla 15. Versare sulle erbe mezzo litro di acqua bollente, poi far riposare per 20’ in un recipiente coperto. Colare e aggiungere succo di un limone. Bere e fare gargarismi durante il giorno, senza zuccherare. Da usare per un massimo di cinque giorni. n
INSERTO GOLD DICEMBRE 2015 GENNAIO 2016
Natale in Farmacia
Se cercate un’idea per un regalo originale, utile e salutare da mettere sotto l’albero, troverete sicuramente quello che fa per voi. Dai giochi per i bimbi alle creme fino ai misuratori di pressione a cura della redazione di Optima Salute
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Prima o poi tutti siamo andati in crisi in questo pe-
riodo, disperatamente alla ricerca di un regalo “nuovo, non banale, di gusto” e magari anche utile, da mettere sotto l’albero di Natale. Ma se non si esce di casa con una idea ben precisa si rischia di girare in tondo senza risolvere nulla, tutti sembreranno oggetti già visti, inutili o scontati.
E allora vi diamo un consiglio: provate a fare un salto nella vostra Farmacia Valore Salute, che sicuramente vi offrirà la possibilità di fare un regalo non solo originale, ma anche utile. Se la prima preoccupazione di tutti nella vita è la salute, quale dono migliore di un aiuto per mantenersi sani, belli e in forma?
Bambini Partiamo dai più piccoli, anzi dai genitori. Chi ha appena assaporato la gioia della nascita di un bambino ha bisogno di tantissime cose. A cominciare per esempio da una borsa-necessaire per il cambio-pannolino quando si è fuori casa, conte-
nente crema lenitiva, salviettine umidificate, lozione detergente; tutto dentro una confezione o un contenitore specifico, facile da trovare anche dentro i meandri della borsa della mamma. Utilissimi anche il porta-ciuccio da viaggio, la catenella per
fissarlo agli indumenti o, se cade spesso a terra, lo sterilizzatore portatile a raggi UV. Un classico intramontabile è il set per il controllo audio a distanza, che consente ai genitori di tenere sempre sotto controllo la situazione, oppure il termometro da orecchio, per misurare la febbre in un baleno.
Giochi educativi, divertenti, bilingue servono a sviluppare fantasia e creatività Ma c’è davvero l’imbarazzo della scelta tra posatine, piattini, biberon e tazze, come quelle da passeggio che non gocciolano, o quelle che, grazie al fondo basculante, non si rovesciano neanche se il bimbo prova a scoprire cos’è la forza di gravità. Un momento essenziale, durante la crescita, è quello dedicato al bagnetto che non deve turbare troppo i bambini, anzi dovrebbe rappresentare
un piacevole momento di divertimento. Per questo saranno felici di avere accanto un nuovo amico che magari spruzza acqua o cambia colore secondo la temperatura nella vasca, o animaletti che si incastrano tra loro, creano mulinelli, vibrano tirando una corda, finiscono in acqua da uno scivolo, emettono bolle di sapone. Per stimolare la motricità del bambino il regalo giusto può essere la palestrina, utilissima anche nei primi mesi di vita. I giochi poi vanno sempre bene, ricchissimi di accessori per scatenare la fantasia, con tanti tasti colorati da pigiare per far “uscire” canzoncine, effetti sonori e frasi per familiarizzare con l’alfabeto, i numeri, le ore del giorno e tanto altro. Giochi educativi e divertenti, bilingue, multi funzioni che stimolano la creatività, l’apprendimento e fanno divertire il bimbo sviluppando anche la coordinazione. Per i più grandicelli, per provare ad insegnare l’igiene orale come un gioco, si può regalare un set di pulizia dei denti a getto d’acqua (elettrico o portatile con pile) o uno spazzolino rotante, disponibile anche con i volti dei loro personaggi dei cartoni animati preferiti e abbinabile ad un dentifricio alla frutta.
Un regalo sempre gradito? Un set di creme antirughe, leviganti e idratanti
Bellezza Se i maschietti non sono particolarmente allenati nell’acquisto di creme per la propria metà, il consiglio più utile che possiamo dare è quello di fare una piccola indagine nell’armadietto del bagno o sulla toletta, identificare quali sono i barattoli quasi vuoti ma non ancora da buttare. Perché c’è solo un motivo se una donna conserva un tubetto, una bustina o un vasetto di crema praticamente finito: vuole consumarlo del tutto, finché non ci sarà più traccia del suo amatissimo prodotto. Segnatevi nome e marca e andate dritti in Farmacia: che si tratti di una crema viso o corpo, di uno struccante, uno scrub o un tonico, state pur certi che le farete un dono gradito. Se vi sembra troppo poco, potete sempre chiedere al farmacista un consiglio su un prodotto da abbinare, senza badare a spese (le donne conoscono il valore di certe cose!). Per esempio un set che comprenda creme antirughe, leviganti e idratanti, tutti prodotti anti-age per rinfrescare la pelle e contrastare gli effetti cutanei dovuti all’invecchiamento e alla menopausa: contorno occhi, collo, viso, labbra... avrete l’imbarazzo della scelta. Tutte queste idee regalo, ovviamente, non sono solo a beneficio dei poveri uomini... ma anche per il gentil sesso... farete felici mamme, figlie e amiche, non c’è dubbio! Qualche esempio di abbinamento fortunato? Una pochette assemblata a vostro piacimento, fa-
cendovi consigliare dal farmacista, con all’interno una buona BB cream per la base del trucco, un fondotinta a doppia o tripla azione (ad esempio in formulazione anti-età, idratante o uniformante e che protegga dai raggi UV e dall’inquinamento), una crema idratante giorno, una crema rasodante per il viso, ovviamente un antirughe rigenerante di ultima generazione... tutti prodotti che troverete nella vostra Farmacia dove, a differenza di altri negozi, avrete sempre la sicurezza di acquistare prodotti anallergici e di ottima qualità. Alle creme-viso potrete poi abbinare un buono struccante (magari con proprietà idratanti e purificanti, anche a base di acque termali) e un tonico, scelto in base al tipo di pelle (astringente, detossinante, lenitivo, purificante). Un altro regalo gradito possono essere i prodotti per i capelli, in questo caso è importante conoscere necessità e abitudini del destinatario del regalo. Ad esempio: ha una linea di shampoo preferita? Predilige le profumazioni dolci o prodotti inodore? Ha problemi di capelli secchi o grassi? Usa prodotti specifici per combattere la forfora o la caduta dei capelli? Dai capelli, possiamo poi passare al viso, con creme anti-age (con enzimi, retinolo, acido ialuronico o estratti naturali come caffeina o acidi della frutta), a effetto lifting, idratanti, esfolianti o sieri che tolgono la stanchezza dal viso.
Per quanto riguarda questi ultimi, soprattutto tra le più giovani, vanno forte quelli che cancellano i segni lasciati dalle notti brave: una passata e via a occhiaie e colorito spento, tipici di chi ha poche ore di sonno (e molte di divertimento) alle spalle. Se poi vogliamo andare più nello specifico ci sono i preziosi roll-on per il contorno occhi, con effetto drenante e levigante contro borse e occhiaie, oppure i sieri riparatori che in una notte aiutano a ridurre i segni del tempo o minimizzare le imperfezioni. Venendo poi alle labbra troviamo tutta una gamma di prodotti specifici per salvare bocche screpolate, segnate dal tempo (le antipatiche rughe dette “codici a barre” o i segni di espressione ai lati della bocca), troppo secche o da rimpolpare. Per quanto riguarda i regali per tutto il corpo, una buona idea sono le creme profumate; se siete in con-
fidenza e siete sicuri che la destinataria non è tipo da offendersi, potrete anche scegliere una crema anticellulite o contro le smagliature. Per gli uomini, poi, ci si può orientare verso un prodotto specifico, come una crema idratante che lo faccia sentire bene tutte le mattine, spalmandosela dolcemente davanti allo specchio dopo essersi rasato. Qualche idea? Innanzitutto, come sempre, osservate la sua pelle e decidete se ha bisogno solo di una crema idratante, di un siero anti-stanchezza o anti-rughe (o anche tutte e tre le cose). Se poi il vostro uomo è uno sportivo gradirà sicuramente dei prodotti 2 in 1, facili e pratici da usare anche nello spogliatoio della palestra, come docciashampoo o prodotti in formato da viaggio: fatene una scorta, tanto lo sapete che non se li comprerà mai da solo!
Alimentazione Anche il settore dell’alimentazione può offrire spunti notevoli per i regali di Natale, partendo da coloro che hanno problemi di intolleranze e/o allergie, che saranno sicuramente felici di aprire un pacco con prodotti prelibati ma assolutamente sicuri e di tutte le tipologie. Chi deve tenere la linea sotto controllo gradirà prodotti light come marmellate senza zuccheri aggiunti, biscotti ipocalorici e pasta ricca di fibre e a basso indice glicemico. Per i celiaci, poi, esistono un’infinità di prodotti senza glutine, sia dolci che salati (dalle merendine alla base per pizza, dai cracker alle fette biscottate). Lo stesso discorso è applicabile ai prodotti senza latte o uova, come ad esempio preparati per torte, biscotti, farine senza uova e plum cake, meringhe e gnocchi senza lattosio (oltre, naturalmente ai sostitutivi come latte e maionese di soia, latte in polvere senza lattosio per i neonati, eccetera). E nessuno dovrà più rinunciare al panettone, debitamente privato di grassi, glutine, zucchero, uova o lattosio per far vivere pienamente lo spirito del Natale proprio a tutti. Un settore in grande ascesa, che spazia dagli sporti-
vi a chi è costretto a mangiare al volo, ma con snack sempre più nutrienti ed efficienti, è quello delle barrette energetiche. Dei “salva pasto” da infilare in tasca (o in borsa, nel caso delle signore) che possono risolvere più di un problema. Tanto per fare un esempio, due barrette da 30 grammi l’una, sufficienti per uno snack nutriente, apportano appena 200-230 calorie, ma forniscono contemporaneamente proteine, carboidrati idrosolubili (maltodestrine) potassio, magnesio, vitamine. Nello stesso “scaffale” le prodigiose bacche di Goji, frutti rossi di una pianta (Lycium Barbarum L.) originaria degli altopiani asiatici di Cina, Tibet e Mongolia, che hanno riconosciute qualità terapeutiche e nutritive, sono ottimi antiossidanti (rinforzano il sistema immunitario), energizzanti naturali e grazie alla presenza di vitamina A supportano la salute e la bellezza di pelle, unghie e capelli. Da segnalare anche i semi di Chia, eccellente fonte di fibre, Omega 3 e aminoacidi essenziali. Infine, chi ha un amico/a vegetariano, vegano o innamorato del bio non avrà che l’imbarazzo della scelta tra i numerosi prodotti in vendita. Basta farsi consigliare dal proprio farmacista di fiducia.
Salute Se dovete fare un regalo ad un familiare o comunque ad una persona molto vicina, con la quale siete in buona confidenza potete anche avventurarvi nel territorio dell’igiene e del benessere. Per la nonna vi suggeriamo di impacchettare qualche paio di calze e collant elastici, perché magari ancora non ve l’avrà detto, ma le ultime si sono smagliate da tempo e non le ha più ricomprate... le sue gambe stanche ringrazieranno. Per chi ha acciacchi, si momentanei, sia dovuti all’età, possiamo darvi tantissimi consigli. La scelta è ampia, a cominciare dai collarini cervicali riscaldati, perfetti strumenti contro torcicollo, artrosi cervicale, colpi di frusta, dolori reumatici. La confezione standard contiene un collarino scaldacollo in pile e un paio di bustine riscaldanti che vanno applicate nell’apposita tasca interna del collarino stesso, attivandone il potere riscaldante (che dura fino ad 8 ore per bustina, anche non consecutive). Un’altra idea dello stesso genere sono le fasce auto-riscaldanti per collo, spalle, polsi o schiena, da applicare come dei semplici cerotti con azione analgesica su dolori muscolari o articolari. Se invece il problema è nelle
estremità inferiori vi consigliamo un bel set di pediluvio (ai sali marini, al timo o al mentolo), crema al talco e lozione ammorbidente o anti-callosità. Per i soggetti più “tecnologici” potreste orientarvi su strumentazioni di diagnosi come il misuratore di pressione digitale elettronico, particolarmente facile da usare: basta indossare il bracciale (se ne trovano con misure adattabili a tutti), premere un pulsante e i valori (pressione arteriosa e frequenza del polso) appariranno sul display collegato. Il misuratore ha anche una memoria che consente un monitoraggio continuo dei valori ed alcuni modelli dispongono di led sonori che segnalano quando la pressione arteriosa massima e minima è oltre i limiti. Un altro strumento elettronico utilissimo, soprattutto in questa stagione ma generalmente per tutti coloro che hanno problemi alle vie respiratorie, è l’aerosol portatile: viene venduto in una pratica borsetta e funziona sia a batteria che attaccandolo ad una presa di corrente. Insomma quest’anno a Natale... regalate salute! Avrete l’imbarazzo della scelta e farete felici tutti, grandi e bambini con regali utili e originali.
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Dossier 159
Le dolci vacanze tra sci e panettone
È questo il periodo dell’anno nel quale si può anche fare qualche piccola concessione alla gola, tanto a gennaio saremo di nuovo tutti a dieta. E per chi sta partendo per la settimana bianca ecco come prepararsi e cosa mangiare a cura di Roberto Moraldi
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Quando eravamo piccoli, tre cose ci facevano ap-
prezzare il Natale, al di là, ovviamente dell’aspetto religioso, che per i credenti è indiscutibilmente al primo posto: i regali, il periodo di lontananza dalla scuola e
i dolci. Tanti dolci. E nei ripostigli della memoria non ricordiamo parenti o amici obesi, attenti a mangiare solo mezza fetta di panettone invece che una intera, a dire “no grazie” al torrone ipercalorico o al pandoro
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Dossier a colazione col cappuccio schiumoso. Forse si tratta solo di scherzi della memoria, forse no. Di certo, adesso che siamo tutti con qualche anno in più sulle spalle, dismessi i regali, lasciata indietro anni luce la scuola, ci restano solo i dolci. I dolci di Natale. E checché se ne dica, a meno che non si sia afflitti da patologie gravi (diabete, ipertensione, obesità...) mangiare qualche dolce in più, “farsi del bene” anche a tavola, senza esagerare con le quantità, per esempio, ma assaggiando proprio tutto, può apportare dei benefici anche dal punto di vista psicologico. Una recente ricerca ha fissato nel 14% la percentuale di coloro che durante le vacanze si buttano a capofitto sui dolci che hanno evitato per tutto il resto dell’anno, adducendo appunto notevoli benefici psichici. Nelle prossime feste di Natale, dunque, non fatevi mancare nulla di ciò che più vi piace, magari rinunciate a qualcosa che mangiate abitualmente per bi-
lanciare le calorie. Vi faremo un solo esempio, senza avere la pretesa di dare consigli irrinunciabili. Un semplicissimo piatto di spaghetti al pomodoro, conditi con parmigiano (10 g), olio d’oliva (10 g), basilico, sale e pepe apporta 449 calorie. Con 80 g di risotto, condito con 150 g di pomodori, 25 di cipolla, 5 di burro, 10 di olio d’oliva, 30 cl di brodo di carne, 10 g di parmigiano, basilico e sale saliamo a 495 calorie. Al di là dei nutrienti considerati in questo esempio, molte di più rispetto a una fetta da 100 grammi di panettone (365), di pandoro (410) o di cinque cioccolatini con nocciole (85 calorie l’uno, in tutto 425). Insomma: se fate qualche piccolo peccato di gola durante le feste avrete pronta la scusa. Almeno dal punto di vista della bilancia delle calorie. Per sapere a cosa andrete incontro ecco un dettagliato report sui dolci di Natale, in ordine strettamente calorico.
Le calorie: torrone superstar Kcal* Dolci Torrone ricoperto cioccolato 530 Croccante 480 Torrone alla mandorla 466 Panforte 440 Pandoro 410 Tiramisù 385 Pastiera 385 Strudel 380 Panettone semplice 365 (con gocce di cioccolato: 408) Cannoli siciliani 343 (un pezzo 205) Crostata alla frutta 339 Zuppa inglese 220 (*) Calorie per 100 grammi
Kcal** Cioccolatini con ripieno di nocciole 85 crema di nocciola e gianduia 75 con ripieno crema morbida 75 con ripieno caffé 53 con ciliegia 53 con cocco, wafer e crema 60 alle castagne 50 (**) Valori medi per ogni pezzo
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Kcal*** Alcolici Limoncello 304 Cognac 320 Marsala all’uovo 313 Whisky 245 Amaro alta gradazione 242 Grappa 242 Sambuca 240 Vodka 240 Liquori da dessert 235 Rum 220 Mirto 166 Vermouth dolce 145 Aperitivi alcolico 140 Amaro bassa gradazione 126 Vermouth secco 121 Spumante dolce 90 Vino bianco (12 gradi ) 70 Rosso (12 gradi ) 70 Spumante secco 70 Birra alta gradazione 60 Doppio malto 53 Scura 46 Media 45 Bassa 30 Chiara 33 (***) Valori medi per 10 centilitri; un bicchierino contiene circa 4 centilitri
Cosa mangiare all’estero durante le feste Inghilterra: Christmas pudding
Il Christmas pudding (una specie di budino di Natale) è il tipico dessert inglese, molto diffuso anche in Irlanda e in tutto il Regno Unito. Di forma rotonda, è a base di uova, mandorle, frutta candita, rum e spezie ma per la sua preparazione si usano anche grasso di rognone, mollica rafferma, melassa, zenzero e noce moscata. La tradizione vuole che si prepari nel periodo dell’Avvento, per averlo in tavola, anche servito flambé, il giorno di Natale. Una fetta da 100 grammi (molto grande) apporta circa 320 calorie.
Francia: Bûche de Noël
Letteralmente “tronchetto di Natale”, proprio perché fatto a forma di tronco ricoperto di cioccolato o crema di caffè, ripieno di marmellata e decorato con glassa. La tradizione vuole che durante la vigilia di Natale, si dovesse bruciare un grosso ceppo di legno come simbolo di calore, di luce e di vita; da qui è nata l’idea di un pasticcere, nel 1945, di creare un dolce che ricordasse questa antica usanza. Per 100 grammi, 320 calorie.
Germania: Stollen
È il panettone dei tedeschi, la sua origine risale al XIV secolo nella città di Dresda. Si tratta di una pasta dolce lievitata, particolarmente ricca di burro, frutta secca e canditi, soprattutto mandorle tostate, uva passa, uvetta di Corinto, cedro e arancio candito, spesso ricoperta di zucchero a velo. Esistono anche altre varianti, a seconda delle regioni, a cui vengono aggiunti marzapane, ricotta, vino rosso, mele, prugne o nocciole. Per 100 grammi circa 432 calorie.
Paesi vari: Gugelhupf
Letteralmente significa palla o globo e per molti è da ritenere l’antenato del nostro panettone, originariamente nato in Austria e poi diffuso non solo in Svizzera e sud della Germania, ma anche, cambiando nome, ma non ingredienti, in Tirolo, Alsazia, Repubblica Ceca (qui si chiama bábovka), in Polonia (babka), mentre in Croazia, Slovenia, Bosnia Erzegovina e Serbia è chiamato kuglof. Si tratta di una ciambella a base di latte e farina, ripiena di uvetta e mandorle e brandy di ciliegia; alcune varianti contengono frutta candita e noci. Viene cotto in una speciale pentola circolare e consumato durante tutto il periodo delle feste, preferibilmente a colazione. Per 100 grammi circa 396 calorie.
Grecia: Kourabiedes
I biscotti di Natale, a forma di mezzaluna o di cerchi, vengono realizzati con una pasta frolla leggera a base di mandorle, impastata con il metaxa (brandy greco) e di solito insaporita con vaniglia o mastika (liquore al mastice) o acqua di rose. Sono considerati i dolci simbolo delle feste legate alla natività, per cui vengono consumati in occasione dei battesimi e, naturalmente, del Natale. Per 100 grammi circa 488 calorie.
Spagna: Roscón de Reyes
Letteralmente ciambella dei Re Magi. Non a caso questo dolce tipico spagnolo viene preparato in occasione dell’Epifania e al suo interno vengono nascosti dei piccoli giochi per bambini. Semplificando l’equivalente spagnolo della nostra calza. Il roscón è una semplice, soffice ciambella, realizzata con un classico impasto dolce (zucchero, farina, burro, lie-
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Dossier vito, arance, uova, sale) e decorata in superficie con zucchero, frutta secca o candita. Per 100 grammi circa 310 calorie.
Danimarca: Vaniljekranse
I biscotti alla vaniglia sono sempre presenti nelle dispense delle famiglie danesi, prodotti nelle più svariate tipologie, a seconda degli stampi e delle formine usate. Sotto Natale ci si sbizzarrisce maggiormente per fare la gioia dei bambini. Vengono preparati con un impasto a base di farina, burro, uova e zucchero
al quale vengono aggiunti in seguito vaniglia e mandorle tagliuzzate. Per 100 grammi circa 500 calorie.
Scandinavia: biscotti allo zenzero
Diffusissimi in tutta la penisola nordeuropea (Norvegia, Svezia, Finlandia) sono preparati con pan di zenzero, in svariatissime forme, specialmente legate al Natale, per poi essere decorati con glassa colorata. Si trovano spesso appesi all’albero, come un vero e proprio addobbo. Per 100 grammi circa 416 calorie.
E da gennaio tutti a dieta! di Francesca Aquino
Se avete sgarrato (o avete intenzione di sgarrare), per festeggiare degnamente le festività, esistono delle regole di comportamento consolidate che vi permetteranno di rimettere la giacca che a novembre vi stava così bene senza doverla portare slacciata, o ripristinare quel modello di calzoni a sigaretta che calzavano a pennello. Anzitutto alcuni principi-base, che valgono sempre e comunque, a maggior ragione in questi giorni di pranzi in libertà: 1) Non cercate di recuperare le calorie assunte in eccesso, inventandovi digiuni più o meno reali e rigorosi. Il vostro fisico reagirà malissimo e dopo un po’ vi arriverà addosso come un tir una tale fame che mangerete il doppio del consentito. Annullando tutti gli sforzi. 2) Per questo motivo fondamentale, cominciate con il fare una buona colazione; anche se siete in sovrappeso è questo il pasto più importante della giornata. Naturalmente evitate di “finire il panettone e il pandoro” avanzati dalle feste... 3) Durante la giornata, anche se vi sentite sazi, evitate pasti sostitutivi a base di tè o tisane: mangiate normalmente, ma in quantità ridotte. 4) Non prendete lassativi o diuretici. 5) Non vi inducete il vomito. 6) Non vi costringete ad allenamenti esasperati e lunghissimi per consumare più calorie. Se non siete abituati farete più danni che altro. Meglio venti minuti al giorno per tutto il prossimo mese. 7) Non vi riempite di cibi light, bevande senza zucchero, caramelle dolcificate, perché “tanto sono light”. Finirete per mangiarne il doppio del consentito e annullare tutti i vantaggi. 8) Si può mangiare tutto, anche in dosi ridotte, ma se proprio non vi pesa almeno eliminate del tutto le bevande alcoliche: vino, spumante, birra e naturalmente superalcolici. 9) Evitate per un po’ l’ossessione della bilancia, non c’è proprio bisogno di pesarsi tutti i giorni. Molto meglio guardarsi allo specchio e cercare di rimettersi quei
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Dossier pantaloni che solo qualche mese fa vi stavano benissimo anche senza andare in apnea. Messi questi punti fermi possiamo entrare nel dettaglio. Per esempio, tenendo conto che i giorni segnati in rosso sul calendario sono sostanzialmente sei (2425-26-31 dicembre, 1-6 gennaio), i nutrizionisti consigliano di non fare rinunce eccessive, ma piuttosto di adottare un regime ipocalorico il giorno seguente. Nel caso dei tre giorni a cavallo di Natale, è ovvio, occorrerà allungare un po’ questo sforzo, per evitare di ingolfare il nostro sistema digestivo in vista di Capodanno. Un esempio di “dieta del giorno dopo”, a parte i consigli dei quali abbiamo parlato all’inizio, può essere strutturato nel seguente modo: Colazione: una tazza di latte scremato (100 g) dolcificato con un po’ di miele, due biscotti secchi o 4 fette biscottate. Alternative: tè o caffè con yogurt magro da 125 grammi, possibilmente bianco, anche mescolando assieme un cucchiaino di miele.
Non esagerate con cibi light, bevande e caramelle senza zucchero: finirete per mangiarne il doppio e annullare tutti i vantaggi Snack 1: a metà mattina occorre un pit-stop. Sarebbe sempre preferibile un frutto, tipo mela, arancia o mandarino, due fette di ananas fresco. Ma se siete fuori casa si può optare per un succo di ananas senza zucchero o un cappuccino. Pranzo: se avete ancora in frigo i tortellini di Natale potete tranquillamente mangiarli, magari mezza porzione, con un filo d’olio extravergine e un cucchiaino di parmigiano. Altrimenti potete saltare direttamente il primo e rifarvi con queste alternative: • 150 grammi di pesce al vapore • 200 grammi di salmone fresco lessato • tonno ben sgocciolato (non più di 70-80 grammi) • 50 grammi di prosciutto magro (ricordandosi di togliere il grasso) e 50 g di ricotta. Naturalmente verdura a volontà, ma condita con un solo cucchiaio di olio extravergine di oliva. Il pane è consentito nella misura di 40 grammi (una rosetta o una fetta di filone). Alternative: una fetta di pane inte-
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grale, crackers o gallette di riso. Frutta: come nello snack di metà mattina. Snack 2: gli amanti delle verdure in crudité possono anche mangiarsi una carota o un finocchio, chi ha tempo può prepararsi un ottimo centrifugato di carote o di frutta, per gli altri vale quanto già detto per lo spuntino di metà mattina. Cena: molte le alternative: • Un piatto di brodo vegetale con 20 grammi di pastina o orzo; • Minestrone di verdure con un pugno di riso; • Carne bianca (pollo o tacchino ai ferri, massimo 130 grammi) condita con un filo d’olio; • Identica quantità di pesce, meglio se cotto alla griglia o al vapore; • Un uovo sodo o al tegamino e una mozzarella piccola; • Pane, verdure e frutta come a pranzo.
Come prepararsi alla settimana bianca di Pompeo d’Ambrosio medico sportivo, cardiologo
Siete pronti per infilare gli sci e buttarvi giù da qualche pista? Ecco per voi un vademecum su come affrontare, nel modo più indolore possibile, l’avventura che si è scelta: l’agognata settimana bianca. 1) Anche se si pratica con impegno un’attività fisica nella propria città, non bisogna seguire pedissequamente la tradizione, che imporrebbe di sciare dall’apertura degli impianti fino alle tenebre, quando inizia il regno dei gatti delle nevi. Questo è il primo errore: non fatevi trascinare dal gruppo, in quanto più di 3-4 ore sulle piste comportano già un notevole impegno muscolare. 2) Al termine della giornata, al pari degli atleti di qualunque disciplina, è opportuno fare un blando defaticamento, che in questo caso consiste in una camminata in pianura di una decina di minuti o, per i più fortunati, in una leggera nuotata o pedalata sulla cyclette. 3) L’alimentazione riveste importanza: come sempre, se ci si alimenta bene si hanno dei benefici; viceversa se si mangia troppo e/o in maniera sbagliata cominciano i guai. I principi da rispettare al riguardo sono: • Colazione abbondante, con cibi solidi, calorici e facilmente digeribili: crostata alla frutta, pane tostato e marmellata, pane e prosciutto o bresaola. • Spuntino con una tavoletta di cioccolata. • Pranzo molto leggero, per esempio pane e prosciutto e un piccolo dolce o, se in rifugio, un piatto di pasta al pomodoro. Evitare gli alcolici. • Cena tradizionale, con un primo piatto a base di pasta o riso o minestrone di verdure, seguito da una pietanza proteica. 4) Il riposo è importante, per recuperare le energie perdute e non favorire infortuni: la perdita di sonno, specie per i soggetti meno allenati, attenua i riflessi e la risposta muscolare nelle situazioni impreviste, con conseguenze spiacevoli. 5) Al momento del risveglio, specie se intorpiditi da stanchezza, dolori vari e pesantezza muscolare, consiglio, prima di fare colazione, stretching moderato, per almeno 5’, in camera: l’allungamento muscolare predispone l’organismo ai successivi sforzi, che diventano meno traumatici se ci si è “stiracchiati” a dovere. Allo stesso modo, prima di infilare gli sci, un’energica camminata a passo veloce sarà sicuramente ben accetta dal vostro cuore, pronto a dare il meglio di sé anche a basse temperature. 6) Una sigaretta ammirando il panorama dopo una discesa lungo una pista perfettamente innevata: chi, tra i fumatori, si è mai sottratto a questa amata con-
suetudine? Bene, la prossima volta che vi viene in mente questo automatismo, bloccate tutto, anzi, evitate di portare il pacchetto sulla neve: il fumo, specie se abbinato al freddo e alla digestione, comporta vasocostrizione, cioè meno ossigeno a muscoli e cuore, con immaginabili rischi in soggetti cardiopa-
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Dossier tici (ischemia miocardica), e comunque, in tutti i fumatori, difficoltà negli scambi respiratori, accentuata dal fatto che la pressione parziale dell’ossigeno (cioè la sua percentuale nell’atmosfera) è ridotta in misura proporzionale all’altitudine. 7) Risparmiate sull’albergo, sugli sci, sul ristorante, ma cercate di trattarvi bene sull’abbigliamento, non tanto in termini di moda, quanto sulla qualità dei materiali tecnici: ora in questo campo si fanno miracoli rispetto al passato, e si ha la possibilità di rimanere per ore a temperature sotto lo zero senza patire freddo e vento, in pieno benessere. 8) Prima di partire per una settimana bianca è doveroso prevedere un periodo di condizionamento fisico di almeno 8 settimane, con almeno 3 sessioni di lavoro settimanali, indipendentemente dall’abilità sciistica e dal livello atletico. Lo sci è una disciplina anaerobica, che prevede un notevole lavoro muscolare a carico degli arti inferiori, costretti, nell’arco
della giornata, a centinaia di flessioni ed estensioni. Correre o andare in bicicletta, le due discipline più praticate dagli sportivi amatoriali, non è sufficiente, in quanto si tratta di attività aerobiche che aumentano la resistenza in generale, ma non adattano i muscoli a quel tipo di esercizio previsto in montagna. Sarebbe pertanto corretto affidarsi alle cure di un buon personal trainer o di un amico esperto. 9) Altro appuntamento da programmare con largo anticipo è con un medico sportivo, meglio se cardiologo, per farsi consigliare su eventuali problemi e soprattutto per effettuare un test da sforzo al cicloergometro o al tapis roulant, per valutare l’efficienza dell’apparato cardiovascolare. 10) Domandone finale: ma se andasse di moda la settimana… azzurra in una località marina, quanti di voi sarebbero disposti a nuotare, giocare a pallanuoto, beach volley, fare tuffi e sci d’acqua 7-8 ore al giorno? Meditate...
E non dimenticate le medicine Anche nel “comporre” la valigia della montagna bisogna avere cura di inserire una borsa con alcuni medicinali indispensabili. Sia per curare malanni improvvisi, sia per prevenire e curare quelli classici derivanti
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dal viaggio e dal soggiorno in alta montagna. Partendo dal mal d’auto che potrebbe rovinare il viaggio d’andata (di solito per arrivare a destinazione occorre fare molte curve) e le prime ore di vacanza. Si può provare con i braccialetti antinausea, polsini provvisti di un bottone rigido che va posizionato circa tre dita sotto il polso per “stimolare” un particolare punto, coinvolto nei meccanismi che generano la nausea. Ma non tutti ottengono risultati con questo metodo, così come con l’omeopatia che consiglia un antiemetico, l’anamirta cocculus, che agisce sull’apparato digerente, contro nausea vomito e sensazione di vertigini e spasmi. Tabacum 9 CH, invece, è utile quando il mal d’auto migliora respirando aria fresca, o fermandosi all’aperto a respirare oppure semplicemente abbassando il finestrino. In caso di crisi del mal di testa, associate al mal d’auto, l’omeopata consiglia Nux vomica 7 CH. Per il mal di testa ci sono invece Calcarea phosphorica 30 e Natrum muriaticum 15 CH. Tra i farmaci di prima scelta ricordiamo gli antistaminici (principio attivo dimenidrinato), disponibili in capsule, gomme da masticare o supposte sotto vari nomi commerciali. Per un primo intervento in caso di febbre, mal di testa o d’orecchie, raffreddore, tosse, mal di gola i farmaci da portarsi appresso sono quelli classici: antipiretici, analgesici, antinfiammatori, antidiarroici. Inoltre: pomata per eventuali ematomi o distorsioni, crema antiscottature e alcuni presidi indispensabili come termometro, cerotti, garze, ovatta, disinfettante. n
Il percorso dei neonati prematuri
L’assistenza ai bambini nati prima di 32 settimane, i più a rischio, ha subito una vera e propria rivoluzione. Un team di medici dedicati e l’indispensabile collaborazione dei genitori a cura di Benedetta Ceccarini (con la collaborazione della Società Italiana di Neonatologia)
s
I neonati prematuri in Italia sono
meno del 3% del totale, ma purtroppo contribuiscono in maniera determinante alla mortalità neonatale e infantile e all’incremento della popolazione colpita da handicap più o meno gravi. Molto spesso il loro destino è segnato prima ancora della nascita e
per questo motivo conoscere le cause della prematurità, approfondirne la storia prenatale e impostare il modo migliore per farli nascere si rivela di fondamentale importanza. Il destino di un grave neonato “pretermine” può essere diverso se il parto avviene in maniera imprevista o programmata
o se l’accrescimento intrauterino risulta normale o abnorme. È in questi casi che la collaborazione ostetrico-neonatologica si rivela indispensabile. L’organizzazione dell’assistenza a questi neonati, specie se di età gestazionale molto bassa (meno di 32 settimane) ha subito negli ultimi 20 anni una
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vera e propria rivoluzione, tanto che l’isola neonatale si è trasformata in una sala rianimazione (Delivery Room Intensive Care Unit) perché ottimizzare l’assistenza nelle prime fasi della vita di questi piccoli e fragili pazienti risulta fondamentale. Dimissioni. Cosa fare dunque dopo la dimissione di un neonato dalla terapia intensiva? E quali i controlli da effettuare? Quando tornare dal neonatologo o andare dal pediatra? Queste domande trovano risposta nelle “Indicazioni per il Follow-up dei neonati pretermine nei primi tre anni di vita” messe a punto dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN) e presentate al recente XXI Congresso Nazionale di Neonatologia che si è tenuto a Palermo. Un documento importante che mancava nel panorama socio-sanitario italiano e che mette ordine, per la prima volta, nei programmi di follow-up, prevedendo una grande interazione e collaborazione con i pediatri di famiglia, il territorio e soprattutto con le famiglie stesse. Il documento elaborato con il contributo dei gruppi di studio di Neurologia Neonatale e follow-up e di Auxologia Perinatale della SIN si propone di mettere fine alla notevole eterogeneità nell’organizzazione dei programmi e formare gli operatori sanitari che intervengono nella gestione del bambino e della famiglia: dai pediatri di base a chi lavora nelle strutture di riabilitazione, della scuola e dei distretti sociosanitari. Da questo studio emerge anche la necessità della creazione di una figura di coordinamento delle diverse figure professionali impegnate: neonatologo, neuropsichiatra infantile, fisiatra, psicologo, fisioterapista, psicomotricista, oculista, audiologo, neurochirurgo, nutrizionista, pneumologo. Un altro aspetto importante riguarda la collaborazione attiva delle famiglie e la costruzione di una rete tra tutte le realtà socio-
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sanitarie del territorio, i percorsi sanitari, riabilitativi e terapeutici. Inserimento. È stato dimostrato che l’inserimento ottimale del bambino nella vita di tutti i giorni, dipenda molto dalla capacità della famiglia e per questo è importante un buon supporto, tenendo conto delle difficoltà e dei bisogni dei genitori.
Al ritorno a casa dall’ospedale è importante mantenere uno stretto contatto con i medici del reparto e con il pediatra Al rientro a casa, infatti, il timore più grande è quello di non accorgersi che il bambino stia male perché solitamente non hanno più il monitor, di non essere all’altezza del compito in caso di emergenza e di essere soli in un ambiente non più protetto. È la fase che si può definire “dell’autonomia accompagnata a distanza” in cui sono importanti gli stretti contatti con il reparto e con gli specialisti, attraverso il pediatra di famiglia. Stabilire un rapporto ottimale con queste diverse componenti, programmare i controlli necessari e coordinare in maniera armonica il lavoro di molteplici operatori con competenze e campi d’azione differenti, sono compiti particolarmente delicati che richiedono tempo, esperienza e disponibilità. Valutazioni. Il documento redatto dalla SIN è suddiviso in quattro parti, ma la sezione sulle aree di valutazione rappresenta il fulcro, visto che presenta e affronta i 6
indicatori fondamentali dei primi tre anni del neonato: la valutazione della crescita e della nutrizione; le valutazioni neuro evolutive (funzionali, sviluppo mentale, comportamentali, visive, uditive e del linguaggio); quelle neurostrumentali; le valutazioni degli esiti respiratori; le vaccinazioni e immunoprofilassi e infine le valutazioni della qualità della vita. Gli obiettivi della strategia nutrizionale da adottare dopo la dimissione di un neonato prematuro dovrebbero coincidere con la promozione dell’allattamento materno (vedi box) e con la prevenzione o la pronta correzione dei deficit nutrizionali al fine di garantire una appropriata crescita di statura, di peso e cranica. Un’adeguata nutrizione rappresenta un fattore decisivo nell’influenzare non solo la crescita, ma anche lo sviluppo neuro cognitivo a lungo termine. La grande novità è rappresentata dal calendario dettagliato dei controlli del neonato, valido strumento, per i medici e per le famiglie, sia per l’individuazione precoce di disturbi neurologici gravi, che di anomalie transitorie, che permetta anche un dettagliato studio dell’accrescimento, delle funzioni visive e uditive e degli esiti respiratori. Controlli. Il primo contatto con la famiglia dovrebbe avvenire al momento della dimissione. Qui l’equipe medica si presenterà, prenderà le “consegne” sullo stato di salute del piccolo al momento dell’uscita dalla terapia intensiva e illustrerà brevemente alla famiglia come e dove avverranno i controlli successivi. Seguono poi gli altri step: 7-10 giorni; 40 settimane; 2-3 mesi; 6-8 mesi; 12-14 mesi; 18-24 mesi; 36 mesi. Il documento considera controlli mirati post-dimissione fino ai 3 anni, che si ritiene essere la durata minima necessaria, anche se è ben noto che molti esiti minori vengono spesso diagnosticati solo in età successive.
Tutti i rischi che si corrono A causa della sua immaturità, il neonato prematuro può presentare numerosi problemi:
1) Termoregolazione
Alla nascita la temperatura corporea nei neonati, ancor più se pretermine, tende a diminuire. Mentre gli adulti sono in grado di regolare la loro temperatura sviluppando calore per compensare le perdite, nei neonati, soprattutto se prematuri, il sistema di termoregolazione non è ancora del tutto sviluppato. Pertanto l’incubatrice rappresenta l’ambiente ideale, un
utero artificiale adatto a mantenere una temperatura costante e nel quale avranno il confort necessario per crescere.
2) Respirazione
La somministrazione prenatale e completa di steroidi alla gravida a rischio di parto pretermine ha sicuramente ridotto sia l’incidenza che la gravità del distress respiratorio neonatale (RDS). Questa difficoltà respiratoria, presente soprattutto nei nati di età gestazionale estremamente bassa è dovuta all’insufficiente o mancata
presenza di “surfattante”, sostanza che viene prodotta a partire dalla 30a settimana e che è fondamentale per garantire l’espansione degli alveoli polmonari durante l’attività respiratoria. La mancata o insufficiente produzione di surfattante si definisce Malattia delle Membrane Ialine (MMI) e resta ancora oggi la principale patologia respiratoria del neonato pretermine alle basse età gestazionali.
3) Apparato cardiovascolare
Tra le diverse condizioni patologi-
L’importanza dell’allattamento al seno La nutrizione con latte materno reca benefici ben documentati non solo al nato fisiologico, ma anche e soprattutto al neonato prematuro e assistito nelle Unità di Terapia Neonatale (UTN), riducendo il rischio di gravi patologie quali sepsi, meningite, enterocolite necrotizzante e migliorando lo sviluppo neuroevolutivo. Tra i fattori che influenzano l’allattamento materno nei reparti di terapia intensiva, sono alcuni aspetti organizzativi, come l’accesso libero dei genitori ai reparti, presupposto per favorire il più precocemente possibile il rapporto del piccolo paziente con i genitori. Lo scopo è quello di ridurre, tramite la continua e reciproca conoscenza, lo stress di entrambi i genitori in relazione alle condizioni cliniche del proprio figlio, in un contesto molto poco familiare come può essere quello di una terapia intensiva neonatale. Inoltre ridurre al minimo la sensazione di disagio e stress nella madre, può aumentare le probabilità di avere a disposizione il latte materno per l’a-
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limentazione del neonato pretermine con tutti i vantaggi che più volte sono stati citati. In una frase si può dire che è importante incentivare la suzione non nutritiva fin dalle più basse età gestazionali con presidi appostivi (siringa, ecc.). Quando il latte materno non è disponibile, soprattutto per i prematuri più critici e con peso alla nascita inferiore a 1.500 grammi ricoverati in terapia intensiva, può essere necessario il ricorso al Latte Umano Donato (LUD) alla stregua di un farmaco essenziale. Le BLUD (Banche del Latte Umano Donato) hanno la funzione di selezionare, raccogliere, controllare, trattare, conservare e distribuire il latte umano donato. In Europa si contano 165 banche del latte, di cui 32 in Italia, al vertice della classifica europea assieme alla Svezia. Le BLUD non sono, né devono essere, solo centri specializzati per la lavorazione e la distribuzione del latte umano, ma costituiscono un’opportunità di promozione e di sostegno dell’allattamento al seno.
che cardiocircolatorie che possono interferire con la storia clinica del neonato pretermine (sofferenza miocardica acuta e cronica, ipotensione), è certamente la pervietà del dotto arterioso di Botallo (un vaso sanguigno fetale che normalmente si chiude dopo la nascita) a rappresentare la più frequente complicanza, viste le ripercussioni sull’attività respiratoria e sulla perfusione di diversi organi (soprattutto nel distretto cerebrale e addominale).
4) Alimentazione
A causa dell’immaturità dell’apparato gastrointestinale il neonato pretermine presenta, frequentemente, problemi legati ad una ridotta tolleranza alimentare. La più grave patologia intestinale è rappresentata dall’enterocolite necrotizzante (NEC), con le gravi complicanze ad essa correlate. Proprio per questo, spesso la nutrizione è fornita per via endovenosa (nutrizione parenterale), in modo da garantire gli apporti proteici, glucidici e lipidici adeguati e necessari per la crescita; si cerca comunque di introdurre il prima possibile l’alimentazione per via enterale (viene somministrata attraverso una sonda posizionata per poter raggiungere direttamente lo stomaco e permettere al malato di nutrirsi ugualmente anche se è impossibilitato a farlo per via orale e di aumentarla progressivamente fino a raggiungere il pieno regime alimentare, senza sovraccaricare l’intestino; ndr). L’alimento ideale rimane sempre e comunque il latte materno fresco. Se non fosse disponibile, per poca produzione (ipo-agalattia), si ricorre a formule speciali di latte formulato a contenuto calorico maggiore rispetto alle comuni formulazioni destinate al neonato a termine. In attesa che la suzione e deglutizione maturino e siano in grado di coordinarsi bene tra loro e con l’attività respiratoria, il latte viene somministra-
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to attraverso un sondino orogastrico o nasogastrico.
5) Metabolismo
Frequenti sono gli squilibri metabolici del neonato pretermine, tra cui alterazioni elettrolitiche e della glicemia (iper/ipoglicemia) che richiedono un tempestivo trattamento.
6) Anemia
La principale causa dell’anemia è legata alla immaturità del midollo osseo che non è in grado di produrre i globuli rossi. Questa attività è infatti regolata da un ormone, l’eritropoietina, non presente nei neonati pretermine in quantità sufficiente a stimolare la formazione di tali cellule. Inoltre le riserve di ferro e di acido folico, che hanno un ruolo fondamentale nella formazione dei globuli rossi, sono molto scarse. Infine le frequenti sottrazioni di sangue a scopo diagnostico contribuiscono notevolmente ad accentuare la caduta dei livelli di emoglobina, soprattutto nei neonati di peso estremamente basso. Pertanto il
neonato necessita della somministrazione di ferro, acido folico e talvolta dell’eritropoietina. Nei casi più gravi si rendono indispensabili trasfusioni di sangue.
7) Organi di senso
Poiché i vasi retinici interni iniziano a svilupparsi intorno alla metà della gravidanza e vascolarizzano completamente la retina intorno al termine della gravidanza, il loro accrescimento è incompleto nei prematuri. La retinopatia della prematurità (Retinopathy of the Prematurity, ROP), tuttora considerata la prima causa di cecità infantile nei paesi occidentali, si verifica quando i vasi si sviluppano in modo anomalo, determinando gravi conseguenze sulla funzionalità dell’occhio. Oltre al problema visivo questi neonati possono presentare danni sensoriali di tipo uditivo. Al fine di contenere o risolvere il rischio della ipoacusia e i conseguenti problemi di sviluppo del linguaggio e di relazione, sono state elaborate e attuate misure preventive di controllo dei fattori di rischio e screening periodici
Marsupioterapia Anche il neonato prematuro poco alla volta crescerà e questo permetterà di raggiungere dei traguardi gratificanti, non solo l’allattamento al seno, ma, strada facendo, la marsupioterapia, che assume un ruolo sempre più centrale nella creazione di un forte legame con i genitori. Si tratta di un metodo assistenziale nato in Colombia che consiste nel mettere il neonato nudo sul seno materno, a diretto contatto con la cute calda della madre (proprio come nel caso di una canguro con il proprio piccolo), per un tempo prestabilito e sotto costante controllo. In quei momenti la madre rappresenta il calore, la tenerezza, una grande sensazione di benessere. La marsupioterapia è un metodo che influenza positivamente anche lo sviluppo neurologico e psicologico del piccolo.
Il bambino prematuro ha una soglia del dolore più bassa del normale
consentono di mettere in atto interventi riabilitativi precoci (protesi acustiche, impianti cocleari, interventi riabilitativi di logopedia).
8) Sistema Nervo Centrale
Se anche il miglioramento dell’assistenza ostetrica e neonatologica ha comportato un miglioramento della sopravvivenza di bambini con età gestazionale sempre più bassa, la prematurità rappresenta ancora oggi un evento di rischio neurobiologico in grado di determinare di per sé la probabilità di una crescita difficoltosa. In particolare, tra le tante variabili, l’immaturità del sistema di autoregolazione del circolo cerebrale, al di sotto delle 32 settimane di età gestazionale, espone al rischio di eventi di sanguinamento o di tipo ischemico con conseguente danno del sistema nervoso centrale. Il danno, oltre che determinato di per sé dalla prematurità, può essere a sua volta influenzato dalle delicate condizioni cliniche generali ed in particolare da quelle respiratorie e cardiocircolatorie di questi pazienti.
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9) Infezioni
Lo stato di immunodepressione tipico del neonato prematuro, la necessaria invasività operativa (tubi endotracheali, accessi venosi centrali, ombelicali e percutanei), la selezione dei germi resistenti, fanno sì che le infezioni siano ancora tra le principali condizioni a rischio per la sopravvivenza, le complicanze e gli esiti dei neonati pretermine. Le misure preventive come l’utilizzo di materiale monouso, la riduzione dei tempi di permanenza di tubi e cateteri vascolari, il monitoraggio clinico ed eventualmente dei marcatori d’infezione, la nutrizione enterale preferenziale con latte materno fresco, aiutano indubbiamente nel tentativo di controllare il problema delle infezioni e rappresentano la strada da percorrere per ridurre al minimo possibile la loro insorgenza e quanto ne consegue.
10) Dolore
Quando si parla di prematurità è necessario soffermarsi sul problema della percezione del dolore.
Fino alla fine degli anni ‘80 si riteneva che il neonato, specialmente se molto pretermine, non avesse maturato le componenti anatomiche deputate alla percezione del dolore. Studi successivi hanno invece dimostrato che non solo esse sono già presenti, ma che a causa di un’immaturità dei sistemi inibitori del dolore, il bambino prematuro è un soggetto con aumentata sensibilità. Le stimolazioni dolorose ripetute e non controllate da interventi analgesici, lo stress delle patologie e della lungodegenza in terapia intensiva agiscono sulla elevata “plasticità cerebrale” del bambino, tanto da determinare l’organizzazione del sistema dolorifico e modulare lo sviluppo di aree cerebrali (corteccia prefrontale) chiamate in causa nello sviluppo di problemi psico-comportamentali. Come per tutte le altre età della vita, la prevenzione del dolore e l’analgesia devono pertanto essere parte integrante dell’assistenza ai neonati pretermine. n
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
L’importanza dell’automisurazione La pressione arteriosa è la forza che il sangue, spinto dal cuore, esercita sulle pareti dei vasi. Questa dipende dal ritmo e dalla forza di contrazione del cuore, dalla quantità di sangue e dalla resistenza che i vasi appongono al flusso sanguigno. Una pressione molto alta può indicare un eccessivo lavoro del cuore e aumentare il rischio di eventi cardiovascolari. Questo problema è spesso sottovalutato ma basta pensare a due dati per comprenderne l’importanza: in Italia il 44% delle morti è causato da patologie cardiovascolari e una persona su quattro soffre di ipertensione e solo poche ne sono consapevoli o riescono a tenere la pressione adeguatamente sotto controllo. È possibile identificare due principali tipologie di fattori di rischio legati all’area cardiovascolare, suddivisi in non modificabili (età, sesso, familiarità) e modificabili (7 fattori); quest’ultimi sono a loro volta suddivisi in comportamentali (stress, stile di vita sedentario, fumo) e patologici (ipertensione diagnosticata, eccesso di peso, diabete, colesterolo elevato). Qualora si riscontrino quattro o più dei fattori modificabili, il consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico. La prevenzione ed il controllo della propria pressione rappre-
sentano quindi due elementi chiave per monitorare il rischio cardiovascolare. Negli ultimi anni si è assistito ad un sempre maggior utilizzo di misuratori di pressione digitali per la rilevazione della Pressione Arteriosa domiciliare proprio perché i vantaggi gestionali e clinici legati all’automisurazione sono molteplici: • supera parecchie delle limitazioni della misurazione in ambulatorio, come ad esempio il fenomeno dell’Ipertensione da camice bianco (aumento dei valori dovuti ad uno stato di agitazione) o dell’Ipertensione mascherata; • correla meglio col danno d’organo e col rischio di eventi Cardio Vascolari; • è più semplice e meno costosa rispetto al monitoraggio delle 24 ore; • permette una valutazione del “carico pressorio” sul lungo periodo e della variabilità nel medio periodo; • offre al medico una valutazione protratta nel tempo della efficacia; • terapeutica e della eventuale necessità di periodici aggiustamenti; • favorisce aderenza/persistenza del paziente e stimola il medico a non permanere nella inerzia terapeutica. È importante però misurarsi la pressione nel modo corretto; queste sono le regole da se-
guire per una misurazione ottimale: • essere a riposo da almeno 5 minuti; • non aver svolto attività fisica, consumato pasti pesanti, bevuto caffè o fumato da almeno mezz’ora; • non avere indumenti stretti in vita e al braccio; • scegliere un bracciale delle giuste dimensioni; • non parlare durante la misurazione appoggiare il braccio sul tavolo a livello del cuore e sedersi con la schiena appoggiata allo schienale; • non muoversi durante la misurazione. È buona prassi tenere un diario pressorio riportante i valori rilevati correlati alla data e l’ora in modo tale da poterli condividere con il proprio medico. L’autocontrollo è molto importante ma nella misurazione della pressione arteriosa occorre rispettare una regola fondamentale: solo il medico ha la facoltà di stabilire se, quali e quanti farmaci siano necessari da assumere. Una dieta sana, l’abolizione del fumo, un corretto autocontrollo dei valori pressori e del proprio peso, una corretta attività fisica sono alcune accorgimenti che permettono di ridurre il rischio cardiovascolare. Chiedi alla tua farmacia maggiori informazioni!
SoS dissenteria Individuare i sintomi per poterla trattare, con l’aiuto di fermenti lattici, integratori, acqua e... omeopatia di Simona Peretti medico, specialista in omeopatia e omotossicologia
s
La
dissenteria (o diarrea) è uno di quei disturbi fastidiosi e a volte dolorosi che vengono classificati come minori, di serie C, ma che provocano disagi a non finire, anche psicologici. Parliamo di una patologia che si manifesta con
l’eliminazione frequente e urgente di abbondanti feci liquide, o meno formate del normale. Ma si tratta pur sempre di un sintomo, quindi è fondamentale capirne la causa per poterla trattare correttamente. Una svariata
serie di meccanismi, riconducibili alla presenza di alcune patologie più o meno gravi, può rendersi responsabile dell’insorgere di diarrea. Nella tabella sottostante sono riassunti i principali tipi e meccanismi di diarrea.
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TIPO
MECCANISMO
CAUSE
SECRETORIA
Aumento delle secrezioni e/o ridotto assorbimento di sodio e cloro
Infezioni (es. E. Coli) Neoplasie Lassativi
OSMOTICA
Presenza di molecole non assorbibili nell’intestino
Lassativi Intolleranza al lattosio Celiachia Malassorbimento di alcuni carboidrati
INFIAMMATORIA
Danno infiammatorio o infettivo alla mucosa intestinale
Rettocolite ulcerosa Morbo di Crohn Parassiti intestinali
RIDUZIONE DELLA SUPERFICIE DI ASSORBIMENTO
Alterato assorbimento di elettroliti e/o nutrienti
Pregressi interventi di resezione intestinale o gastrica Fistole intestinali
ALTERATA MOTILITÀ INTESTINALE
Aumento o riduzione della motilità intestinale e conseguente riduzione del tempo di assorbimento di micro e macro nutrienti o iperproliferazione batterica
Sindrome del colon irritabile Sclerodermia Diabete
È importante, ai fini diagnostici e terapeutici, differenziare la forma acuta da quella cronica. La dissenteria cronica tende a ripetersi e protrarsi nel tempo ed è causata generalmente da una malattia intestinale o sistemica, che deve essere individuata e trattata appropriatamente. La forma acuta in genere dura meno di 4 settimane ed è per lo più determinata da microrganismi infettivi o tossine; spesso si tratta di tossinfezioni alimentari (salmonella, stafilococco...). Si tratta, in questi casi, di un fenomeno autolimitante, associato a volte a crampi addominali, febbre, nausea e vomito. Nel caso di tossinfezioni alimentari, la diarrea può comparire da 6 ore a due giorni dopo aver consumato il cibo o bevuta la bevanda contaminata. Un’altra causa può derivare da stati di ansia o di stress, ma anche dall’utilizzo di farmaci, in particolare antibiotici che alterano la fisiologica flora batterica intestinale.
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Prevenzione alimentare
La miglior prevenzione e difesa consiste in una sana e corretta alimentazione. Il nostro intestino è popolato da batteri buoni che trasformano il cibo che mangiamo, mantenendo un buon equilibrio dell’ambiente intestinale. Ci sono però alimenti che tipicamente fermentano, irritando la parete dell’intestino con conseguente diarrea e dolori addominali. Tra questi citiamo i più significativi: • latte e latticini • dolcificanti • marmellata • frutta (pesche, pere, prugne, arance, ananas...) • verdure (cavoli, carciofi, spinaci, cipolla, cetrioli, sedano, rucola, peperoni con buccia...) • fibre e cibi integrali • bevande contenenti caffeina o gassate • cioccolato. Oltre ad un’attenta alimentazione che limiti o escluda i cibi suindicati (a seconda della gravità della
patologia), è fondamentale controllare la data di scadenza dei cibi e conservarli in maniera appropriata, rispettando le comuni regole igienico-sanitarie. In caso di viaggi all’estero, soprattutto in alcuni Paesi dove l’igiene è, per così dire, un optional, si consiglia di consumare acqua in bottiglia, evitare l’uso del ghiaccio e il consumo di verdure crude e frutta con la buccia, oltre che dolci con creme e panna.
Le terapie
Soprattutto in caso di neonati o anziani e in presenza di sangue nelle feci o di persistenza della diarrea oltre le 48 ore è consigliato consultare immediatamente il medico. La raccolta di un’accurata anamnesi fornirà una serie di tracce che guideranno efficacemente verso la gestione della patologia alla base del disturbo. Il dato relativo alla durata è peraltro molto utile, poiché la maggior parte delle diarree acute è causata da microrganismi patogeni e si risolve spontaneamente, indipen-
dentemente dagli interventi. Il sintomo dissenteria non va di per sé contrastato, poiché si tratta pur sempre di una reazione di fisiologica difesa dell’organismo all’agente patogeno che lo ha aggredito, ma deve essere monitorato, evitando la disidratazione che ne è la conseguenza più frequente. I sintomi da tenere sotto controllo sono sei, in quanto la disidratazione è caratterizzata da: • Sete • Debolezza • Secchezza e ridotta elasticità della pelle • Infossamento degli occhi • Aumento della temperatura corporea • Riduzione della diuresi. Per tale motivo sarebbe utile bere soluzioni reidratanti, arricchite di sali minerali e mangiare, se il paziente lo desidera, riso molto cotto. Si consiglia l’assunzione di fermenti lattici per riequilibrare la flora batterica intestinale. In caso di infezione batterica possono essere utilizzati gli antibio-
tici, ma sempre e soltanto dopo prescrizione del medico, in base al risultato dell’antibiogramma (esame che stabilisce il ceppo di batteri responsabile del sintomo).
L’aiuto dell’omeopatia
In caso di attacchi di dissenteria, anche l’omeopatia può rappresentare un valido aiuto. Ma quando si parla di cure alternative, la domanda che mi viene rivolta è sempre la stessa: quanto tempo occorre prima che la terapia faccia effetto? Se la scelta del preparato è corretta, la risposta dell’organismo è rapida. L’importante è che il medico effettui una corretta lettura della sintomatologia e della modalità con cui la malattia si presenta. È per questo che durante la consultazione omeopatica non si dimentica mai che oggetto della cura non è la malattia in sé, ma la persona nella sua totalità, perché lo stesso disturbo può manifestarsi in modo diverso secondo le caratteristiche individuali. Per conoscere i prodotti omeopatici più adatti alle proprie esigenze è bene rivolgersi al medico
CARATTERISTICHE DELLA DISSENTERIA
o al farmacista di fiducia per personalizzare la terapia, utilizzare i corretti rimedi e decidere diluizioni, tempi e modi di somministrazione degli stessi. I preparati prescritti vanno assunti fino alla scomparsa dei sintomi nella posologia indicata: in genere, nella fase acuta le somministrazioni avvengono frequentemente e a intervalli regolari per poi essere diluite nel tempo. I prodotti vanno assunti a stomaco vuoto o, comunque, a distanza di mezz’ora dal pasto e di 20-30 minuti dall’ingestione di quelle sostanze, come caffè e menta, che possono modificare il pH orale e quindi interferire con l’assorbimento sublinguale dei preparati. A seconda dei casi, la terapia omeopatica può essere utilizzata da sola o in associazione alla medicina tradizionale o, ancora, in alternanza a questa. Esistono inoltre dei prodotti, composti da più farmaci omeopatici, che possono agire nelle diverse forme di diarrea. Vediamo dunque quali sono i rimedi omeopatici unitari che possono essere utilizzati per risolvere alcuni tipi di diarrea.
RIMEDIO OMEOPATICO
Da infezione intestinale, a getto, giallastra, acquosa Podophyllum peltatum e associata a vomito Da eccessi alimentari, dopo aver bevuto vino o Antimonium crudum abusato di dolci, bevande fredde, gelati, cibi grassi, Argentum nitricum latte Calcarea phosphorica Natrum sulphuricum Pulsatilla Carbo vegetabilis Aethusa cynapium Podophillum Rheum Da intossicazione alimentare
Veratrum album Arsenicum album
Emotiva, con coliche addominali prima di un esame/ impegno (paura); da arrabbiatura, che si alterna a cefalea, con feci acquose, verdastre, odore di uova marce con bruciore addominale e paziente irritabile. Durante la dentizione Dopo punizioni/rimprovero (nei bambini)
Gelsemium sempervirens Colocynthis Podophyllum Chamomilla Staphysagria. n
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Cani e gatti d’inverno Anche i nostri animali domestici soffrono il freddo. Le precauzioni per evitare disagi e allarmismi di Chiara Baldetti
s
Con l’abbassarsi delle temperature non siamo gli unici a subire l’attacco di virus e malanni di stagione. Anche cani e gatti patiscono il freddo e possono sviluppare sindromi da raffreddamento o cercare istintivamente più calore in queste giornate. Non è detto che, siccome sono dotati naturalmente di pelliccia, soffrano di meno il cambiamento di temperatura. Per questo è necessario essere informati e cercare di non creare allarmismi, basterà seguire i nostri consigli, sintomo per sintomo. Febbre. Innanzitutto non provate nemmeno a prendere la temperatura per via orale: a cani e gatti si misura sempre e soltanto per via rettale (sempre che se lo lascino fare da voi). In commercio esistono anche termometri per misurarla direttamente nelle orecchie, ma sono meno precisi. Il termo62 OPTIMASALUTE
metro dovrà comunque essere di tipo digitale e ad uso esclusivo dell’animale. Prima di procedere lubrificatelo con della vaselina o della glicerina e dopo ogni uso disinfettatelo. Per cani e gatti è perfettamente normale avere una temperatura tra i 38,1 e 39,2 gradi centigradi. Per il loro corpo è più difficile mantenere una temperatura stabile durante l’inverno, per questo si servono del cambio di pelliccia stagionale aumentandola nei mesi freddi e perdendola in quelli caldi. Dovrete preoccuparvi solo se la temperatura scende sotto i 37° o sale sopra i 40°. In questo caso evitate il fai-da-te e chiamate il veterinario. Zampe fredde. È molto difficile che, al tatto, un cane o un gatto risultino freddi, a meno che non passino velocemente da un ambiente riscaldato a temperature sotto lo zero. Alcune razze cani-
ne, poi, come gli Husky o i Malamute sopportano meglio il freddo, anche sotto le zampe. Gli animali abituati a stare in casa, che escono solo per brevi passeggiate, mal sopporteranno il passaggio dall’interno all’esterno, perciò cercate per quanto possibile di evitare eccessive escursioni termiche, regolando il termostato a temperature non hawaiane e facendoli passare gradualmente da dentro a fuori. È il caso di preoccuparci quando sopraggiungono sintomi come respiro lento, disorientamento, tremiti o perdita di coscienza: potremmo essere di fronte ad un caso di ipotermia. Se ciò avviene cercate di asciugare e riscaldare prontamente l’animale con un asciugamano o una coperta e mettetegli accanto una borsa dell’acqua calda, ma mai a diretto contatto con il pelo, sempre avvolta in una coperta o un
Le regole dell’inverno 1. Tenete al chiuso i vostri animali. Soprattutto i cani e gatti abituati a stare un po’ dentro e un po’ fuori casa potrebbero risentire degli sbalzi di temperatura, meglio farli stare all’interno, soprattutto la notte. 2. Fate attenzione quando mettete in moto la macchina al mattino. Durante l’inverno i gatti randagi tendono a cercare rifugi caldi e spesso si raggomitolano sotto il cofano caldo del motore. Fate un giro di perlustrazione prima di partire. 3. Non togliete mai il guinzaglio al vostro cane quando ha nevicato o in presenza di ghiaccio: potrebbe cadere o perdersi. In ogni caso assicuratevi sempre che abbia una targhetta al collo ben leggibile con i vostri contatti. 4. Prima di rientrare in casa dalla passeggiata quotidiana, asciugate zampe e pancia al vostro cane. Questo per evitare raffreddori, ma anche possibili avvelenamenti da antigelo, sale o simili che potrebbe assumere leccandosi le zampe con cui ha camminato sulla neve o sul ghiaccio. Per lo stesso motivo proibitegli di leccare o mangiare la neve. 5. Mai tosare cani e gatti durante l’inverno: la pelliccia gli serve più che mai. Anche nel caso di lavaggi o bagni, usate per quanto possibile i prodotti a secco o assicuratevi che l’animale sia panno. Anche in questo caso vanno evitati gli sbalzi di temperatura, quindi, nel portare un animale da fuori a dentro, procedete per gradi o rischierete di procurargli una polmonite. I punti più a rischio di geloni sono quelli più esposti, come orecchie, sotto delle zampe, coda, capezzoli e lo scroto dei maschi non castrati. Cercate
ben asciutto prima di farlo uscire all’aperto. Se avete un cane a pelo corto o un gatto di razza Sphynx, prendete in considerazione l’idea di comprargli un cappottino per l’inverno (per fortuna cani e gatti non hanno il senso del ridicolo). 6. Non lasciate mai l’animale troppo tempo da solo durante l’inverno, soprattutto se vive all’aperto. 7. Se avete un nuovo cucciolo, sappiate che per lui/lei il freddo è ancora più pungente, proprio come per i neonati. Dovrete abituarlo a stare in casa, con lettiera e traversine per evitare “inconvenienti”. 8. Se il vostro cane trascorre molto tempo all’aperto o è molto attivo, variate la sua dieta aumentando i nutrienti e le quantità, sempre dietro consiglio del veterinario. 9. Assicuratevi di non lasciare il cane in macchina per troppo tempo, esattamente come avviene durante l’estate, con temperature troppo alte, anche gli effetti di quelle troppo basse si amplificano in una macchina chiusa. 10. Assicuratevi che la sua cuccia sia ben calda e confortevole. Se è all’aperto isolate il pavimento con della paglia, carta di giornale o materiale simile e un cuscino apposito per animali, oltre alla sua coperta.
sempre di riscaldare prima queste aree e chiedete aiuto al vostro veterinario. Raffreddore. I sintomi del raffreddore nei cani e nei gatti non sono molto diversi dai nostri. Innanzitutto appaiono più stanchi e tranquilli rispetto al solito, cercano il silenzio e il calore perché sanno istintivamente che può
bastare un periodo di riposo per riprendersi in pochi giorni. Alcuni animali possono manifestare tosse (soprattutto i cani), starnuti, secrezioni nasali o oculari e inappetenza. In questo caso è sempre bene sottoporre l’animale a visita veterinaria, anche per escludere eventuali allergie o altre patologie. n
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Hobby House
di Gelsomina Sampaolo
Libreria Bambini
Incantevoli fiabe illustrate per bambini
Otto meravigliose fiabe per i più piccini, come: “La pioggia di stelle”, “La collina dei folletti”, “L’asino e il furfante”, “La zucca orca”, “Le foglie di betulla”. Lazzarato F., Bordiglioni S.; M.; E.Elle; Euro 15,00
Principessa del disordine
Nel castello della principessa Clementina Disordinatina è tutto perfetto e ordinato, tranne la sua stanza. La sua famiglia cerca invano di trasmetterle il buon esempio. Tyler A.; Guanda; Euro 14,00
In Salute
Le Medichesse
La vocazione femminile per la medicina ha una storia lunga e affascinante, che ci riporta alle radici delle civiltà. La scienza medica come un’anomalia della storia, una fortezza della libertà di espressione femminile. Maderna E.; Aboca; Euro 19,50
Un menu da gatti
Un approccio scientifico all’alimentazione casalinga del gatto: una dieta bilanciata dai primi mesi di vita all’età avanzata, come preparare gli alimenti, cosa evitare e cosa preferire in 52 schede. Biagi G.; Edagricole; Euro 12,50
Best Seller
Ognuno potrebbe
Giulio Maria, sociologo in un paese del nord Italia artigiano e prosperoso, è “spaesato”. Il mobilificio paterno, quasi abbandonato, potrebbe essere la risposta che cerca. Serra M.; Feltrinelli; Euro 14,00
Cinema Non essere cattivo
Regia: di C. Caligari con L. Marinelli, A. Borghi Trama: 1995, Ostia, i ragazzi si arrangiano a vivere finendo in giri poco raccomandabili. Giudizio: storie sincere, interpretazioni energiche. Candidato agli Oscar.
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Anna
Nella Sicilia misteriosa del futuro un virus spietato stermina gli adulti e lasciato in vita i ragazzini. Anna, 13 anni, e il fratellino Astor vogliono a tutti i costi sopravvivere grazie al quaderno dove la mamma ha lasciato le istruzioni per farlo. Ammaniti N.; Einaudi; Euro 19,00
Musica Music Complete New Order
Se volete fare un viaggio nel tempo i New Order non tradiscono mai le aspettative e vi riportano dritti agli anni ’80. Più elettronici senza Peter Hook ma sempre inconfondibili.
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ricette
Tiramisù • 6 cucchiai di zucchero • 125 g di mascarpone • 125 g di ricotta • 4 tazze di caffè freddo • 200 g di savoiardi • 1 cucchiaio di cacao Bagnate i savoiardi con il caffè. Sbattete con lo sbattitore elettrico i 3 tuorli d’uovo con il mascarpone, la ricotta, lo zucchero e, a parte, montate a neve l’albume. Poi unite i due composti. Su un piattino, formate, per ogni porzione, degli strati di savoiardi intervallati dalla salsa di mascarpone. Spolverizzate con il cacao e lasciate riposare in frigo per almeno 1 ora.
Marchesismi
Incoscienti “La voce della coscienza è antipatica come la nostra sentita al registratore”. (Marcello Marchesi)
oroscopo delle Feste SAGITTARIO
23/11 - 21/12
Inizia un periodo piuttosto favorevole per i cambiamenti. Prima decade più dinamica e ricca di sentimenti ed emozioni, con Venere che creerà condizioni favorevoli per il fiorire di un nuovo amore e porterà armonia e comprensione nella vita di coppia.
CAPRICORNO
22/12 - 20/01
Marte porterà passione e impulso alla conquista, mobilitando la vostra sfera finanziaria, spingendovi a cercare nuove entrate o rendere più redditizie le attuali. Da metà mese sarete più concentrati sugli obiettivi professionali.
Acquario 21/01 - 19/02
Il clima lavorativo è più disteso. Sfera sentimentale in ascesa.
Perché l’autista si chiamava chauffeur La traduzione venne fatta durante il Fascismo che mise al bando le parole straniere e impose termini italiani. Fino ad allora veniva usato il francesismo chauffeur, derivazione del verbo chauffer, cioè riscaldare. L’autista, infatti, doveva accendere la caldaia delle automobili a vapore per mandare in ebollizione l’acqua e farle partire. Il primo chauffeur italiano è stato il torinese Bartolomeo Tonietto, assunto diciottenne da Luigi Amedeo di Savoia.
Web Zone
Una linea contro il cyberbullismo Con la campagna #OFF4aDay Samsung e il Moige hanno attivato, dal 19 ottobre scorso, il numero 393.300.90.90 e l’indirizzo e-mail help@off4aday.it a supporto delle vittime di cyberbullismo. A gestirli un team di psicologi.
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Con Moments l’attualità cinguetta Con Moments Twitter ha deciso di dare ai suoi utenti uno strumento per valutare accuratezza a raggruppare i contenuti. Un team di curatori raggrupperà ogni giorno Tweet, video, link e altro per poter seguire specifici argomenti, o notizie, in modo organizzato.
Pesci 20/02 - 20/03
Soddisfazioni nel lavoro, ma anche per gli obiettivi in coppia.
Lo Sapevate?
L’arrivo delle Reactions Per ora sono attive solo in alcuni Paesi-test, ma a breve il “like” di Facebook potrà essere sostituito da 6 “Reactions”, ovvero dei pulsanti di reazione per esprimere più emozioni. Oltre a dire “mi piace” con un solo click potremo esprimere tristezza, affetto, sorpresa, rabbia, simpatia e ilarità.
Ariete 21/03 - 20/04
Realizzazione nel lavoro. In amore, si va verso emozioni forti.
Toro 21/04 - 20/05
Lavoro tra risultati e guadagni. Amore: vi aspetta tranquillità.
Gemelli 21/05 - 21/06
Mese ok per avviare progetti di gruppo. Amore: armonia e novità.
Cancro 22/06 - 22/07
Lavoro e carriera: mese eccellente. L’entusiasmo stimola l’amore.
Leone 23/07 - 23/08
Energia e coraggio portano risultati nel lavoro, emozioni in amore.
Vergine 24/08 - 22/09
Meno concentrati nel lavoro, più sulla casa. Ma riceverete denaro.
Bilancia 23/09 - 22/10
Istinto erotico e persuasione vi rendono vivaci. E portano entrate.
Scorpione 23/10 - 22/11
Inizia un periodo sereno e socievole. Possibilità di aumentare reddito.
CONCERTI Le date di dicembre Mario Biondi: 1 Ancona, 2 Parma, 9 Bologna, 10 Legnano, 12 Milano, 14 Torino, 17 Montecatini, 19 Cremona, 21 Trieste, 23 Genova, 28 Firenze, 29 Roma. Negramaro: 2-3 Acireale, 5 Eboli, 8 Castelmorrone, 15-16 Assago, 18 Torino, 20 Montichiari. Jovanotti: 2-3-5-6 Torino, 12-13 Montichiari, 15 Pesaro, 18-19 Conegliano, 21-22 Casalecchio di Reno, 27-28-30 Roma. Paola Turci: 3 Roma, 10 Firenze, 17 Bassano del Grappa, 22 Milano. Antonello Venditti: 1 Assago, 3 Pescara, 5 Firenze, 8 Napoli, 10 Taranto, 12 Andria. Lorenzo Fragola: 20 Acireale. Tiziano Ferro: 2-3 Montichiari, 11-12 Conegliano, 19-20-22 Firenze. Ludovico Einaudi: 1 Napoli, 2-3 Roma, 5-6 Bologna, 8-9-10 Milano. Verdena: 4 Torino.