N. 242 ANNO XXV Febbraio 2016
Stipsi
L’aiuto di ginnastica liquidi e fibre
Gambe in forma
Il ritorno dei collant colorati e salutari
Raffreddore
Come liberare il naso chiuso
Dossier
I benefici dell’allattamento materno
in questo numero
2016: UN ANNO DI NOVITÀ
NELLE FARMACIE VALORE SALUTE APPUNTAMENTI E SERVIZI DEDICATI A SALUTE E PREVENZIONE
Sommario
Anno XXV n. 242 Febbraio 2016
Direttore responsabile Claudio Sampaolo Coordinamento editoriale Roberta Stagno Grafica e impaginazione Enrico Marinelli email: info@studiorocchetti.com Redazione Studio Rocchetti Comunicazione Strada Lacugnano Giardino, 3 06132 Perugia e mail: redazione@studiorocchetti.com Tel. 075 5170247 Fax 075 5171430 Marketing e pubblicità Francesca Capalbo Tel. 06 41481370 Fax 06 41481383 Gabriele Iannella Tel. 06 41481292 email: optima@comifar.it Collaboratori Francesca Aquino, Chiara Baldetti, Benedetta Ceccarini, Stefano Ciani, Pompeo D’Ambrosio, Francesco Fioroni, Andrea Giordano, Maria Mazzoli, Roberto Moraldi, Simona Peretti, Maria Pia Pezzali, Giuseppe Rinonapoli, Rolando Rossi, Gelsomina Sampaolo, Filippo Tini Consulente scientifico Dottor Pompeo D’Ambrosio Fotografie AGF Creative - Fotolia - iStock Illustrazioni Sabrina Ferrero Editore Comifar Distribuzione S.p.a. Via Fratelli Di Dio, 2 20026 Novate Milanese (MI) Registrazione del Tribunale di Milano n.727 del 04/12/2008 Fotolito e Stampa Rotolito Lombarda S.p.A. Via Sondrio, 3 20096 - Seggiano di Pioltello (MI) Bringing ideas to life = Charterhouse marketing services from konica minolta Prezzo per copia € 1,00 Costi di abbonamento: copie 50 € 250,00 copie 100 € 365,00 copie 150 € 505,00 copie 200 € 655,00 copie 300 € 950,00 copie 500 € 1.545,00 Rivista ceduta esclusivamente in abbonamento attraverso il canale Farmacia Info e abbonamenti: www.optimasalute.it
omaggio del tuo farmacista
Post-it
Rubriche
6
Attualità in Farmacia La hit parade delle novità
9
Post-it Pro-memoria della salute
di Francesca Aquino
64
Hobby House Cinema, musica e libri
66
Ultima pagina Oroscopo, ricette, appuntamenti, curiosità
di Gelsomina Sampaolo
Testata associata
www.optimasalute.it
OPTIMASALUTE
3
Sommario
Anno XXV n. 242 Febbraio 2016
Dossier
I benefici dell’allattamento materno
35
Il latte materno fino a 6 mesi ed anche oltre, rappresenta l’alimento principale nell’età infantile, con importanti ricadute positive sulla salute della madre e del bambino, che viene nutrito in modo completo e protetto da molte malattie e infezioni. Il ruolo delle banche del latte a cura di Benedetta Ceccarini
15
51
19 25
61
di Filippo Tini
Come superare la fibrillazione atriale Terapie e consigli per la patologia cardiovascolare più diffusa tra gli anziani
di Pompeo d’Ambrosio
I movimenti anti-stipsi La ginnastica giusta per far funzionare regolarmente l’intestino di Simona Peretti
Malnutrizione e Terza Età Gli ultra sessantenni si alimentano male: come evitare obesità e disidratazione
51
di Roberto Moraldi
Collant? Che gambe! Arrivano calze per tutti i gusti e colori, anche elastiche, dedicate alla salute
56 61
4 OPTIMASALUTE
di Francesca Aquino
L’alimentazione sulla neve Pieno di calorie al mattino, carboidrati a pranzo e proteine a cena
30 45
Aiuto, ho il naso chiuso! L’apporto di antinfiammatori, antistaminici, spray nasali e gocce
di Gelsomina Sampaolo
WellDance, in salute ballando Tonificare il fisico usando un mix tra danza classica, jazz ed hip hop
di Maria Mazzoli
Sterilizzazione, eterno dilemma Padroni dubbiosi, ma sono evidenti i benefici per la salute degli animali di Chiara Baldetti
Attualità in Farmacia
Le novità e i prodotti in vendita in Farmacia
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Melatonina Dispert Oro
Dalla linea Dispert, brand leader tra i prodotti per le problematiche del sonno e l’irrequietezza, nasce Melatonina Dispert Oro, la melatonina “trendy”. La sua formulazione ben bilanciata - a base di melatonina, vitamina B3 e vitamina B6, triptofano e magnesio, e la rapidità d’azione, ben si coniugano con una modalità d’assunzione comoda e versatile. Melatonina Dispert Oro, orodispersibile, è proposta in un’accattivante bustina al piacevole gusto di arancio, da assumere con o senza acqua, per garantire la massima praticità. È stata pensata per chi ha ritmo di vita frenetico, ha bisogno di ritrovare il giusto ritmo sonno-veglia, ma soprattutto ha necessità di un risveglio tonico e energico. Melatonina Dispert Oro, confezione da 24 bustine, (P.P. € 14,90) è un prodotto Vemedia. Visitate il sito www.melatoninadispert.it
Da Somatoline Cosmetic: il nuovo AntiAge Lift Effect Antirughe Giorno 4D
Lift Effect Antirughe Giorno 4D è l’innovativo trattamento di Somatoline Cosmetic che riduce 4 dimensioni delle rughe: quantità, ampiezza, secchezza e profondità. La sua formula contiene il Daycirculation+ - complex™: riattiva il microcircolo favorendo l’ossigenazione e il nutrimento dei tessuti, incrementa l’idratazione della pelle, conferisce consistenza e sostegno alla struttura cutanea, leviga la pelle riducendo la profondità delle rughe. Il risultato: un’azione anti-rughe intensiva.
Adattogeni contro stress e spossatezza
Tutte le nostre funzioni fisiologiche dipendono dalla capacità del nostro organismo di rispondere a elementi stressogeni di diversa natura: rumori continui, traffico, lavori pesanti, lavori notturni ma anche colloqui di lavoro, esami o litigi, separazioni, lutti. Tutto ciò incide pesantemente sul nostro equilibrio, determinando effetti negativi prima sulla qualità di vita e poi sulla salute. I sintomi più comuni sono stanchezza cronica e spossatezza, sonno disturbato, ansia, apatia e talvolta depressione, disturbi gastrointestinali (gonfiori, colon irritabile, digestione lenta, intolleranze alimentari). In queste condizioni l’organismo cerca di “resistere” allo stress. Alcune sostanze naturali possono aiutare il nostro organismo a migliorare la risposta allo stress e per questo motivo si definiscono “adattogene”: ginseng, eleuterococco, pappa reale, rodiola.
6 OPTIMASALUTE
Sollievo: per un fisiologico transito intestinale
Le formulazioni di Sollievo, 100% naturali o biologiche, sono utili al bisogno per favorire il transito intestinale. La sinergia esclusiva delle sostanze naturali garantisce inoltre completa funzionalità nel rispetto dell’organismo. Sollievo Bio, in tavolette e tisana, è utile per favorire il fisiologico transito intestinale, rispettando l’intestino. Le due formulazioni sfruttano l’efficacia della sinergia di piante ad azione specifica: la Cassia e l’Aloe, per favorire il transito intestinale; il Finocchio, il Carvi e il Cumino per favorire l’eliminazione dei gas intestinali e la funzionalità del tratto digerente; il Tarassaco e la Cicoria per un’azione di sostegno al transito intestinale.
Se il bambino è stitico
Un lattante può aver difficoltà ad evacuare nei primi tempi del divezzamento, con l’introduzione dei primi cibi solidi oppure perché non sa coordinare i movimenti dei muscoli che regolano l’evacuazione. Nei bimbi di 2-4 anni una causa di stitichezza è il controllo volontario dello stimolo di evacuare; le feci che permangono più a lungo nell’ultimo tratto del colon sono prive di acqua e più dure e l’evacuazione può provocare dolore; il bimbo, temendo di sentire dolore, ritiene le feci, peggiorando la situazione. La prima regola è mantenere morbide le feci: verdure, olio extravergine di oliva crudo in abbondanza e molta acqua da bere. Se non basta, possiamo aiutare il bimbo ogni 2-3 giorni con un microclisma a base di miele e complessi naturali che stimolano delicatamente e hanno un’azione protettiva e lenitiva della mucosa rettale. Il miele induce uno stimolo non aggressivo, senza provocare disidratazione e irritazione.
Listerine® Advanced White Denti più bianchi rispetto al solo spazzolino
Il nuovo Listerine® Advanced White è un collutorio multi-azione che, usato due volte al giorno, rimuove e previene le macchie persistenti per denti più bianchi in sole 2 settimane. La sua esclusiva formula ha una triplice azione: • Sbiancante: rimuove le macchie dai denti grazie alla sua tecnologia sbiancante non abrasiva; crea uno scudo protettivo che aiuta a prevenire la formazione di nuove macchie. • Pulente: gli oli essenziali penetrano e riducono i batteri causa della placca per pulire la superficie del dente. • Remineralizzante: contiene fluoro (220ppm) per remineralizzare lo smalto dei denti, anche nelle aree difficili da raggiungere con lo spazzolino. Nuovo Listerine® Advanced White. La formula Listerine® più avanzata per denti più bianchi. Scopri di più su www.listerine.it. Chiedi al tuo farmacista.
OPTIMASALUTE
7
Post-it salute
di Francesca Aquino
La felicità é nel cervello
Il nostro grado di felicità potrebbe dipendere dalle dimensioni di una piccola area del cervello, il “precuneo”, situato all’apice della testa. Questo è quanto ha stabilito uno studio dell’Università di Kyoto pubblicato sulla rivista Scientific Reports, mostrando come soggetti con un precuneo di dimensioni maggiori, tendono ad essere più felici e soddisfatti della propria vita.
Tumori al seno: -30% di mortalità
L’ultimo Convegno internazionale sui nuovi farmaci per il cancro al seno ha stabilito che la mortalità per questo tumore è diminuita di quasi il 30% in 23 anni, dal 1989 al 2012, ed oggi 693mila donne vivono grazie a diagnosi precoce e nuove terapie. “Si è registrato negli ultimi vent’anni un aumento costante e progressivo dell’incidenza, ma la mortalità, dopo il picco negli anni Ottanta, è diminuita - spiega Francesco Cognetti, direttore dell’Oncologia Medica del Regina Elena di Roma e presidente del Convegno -. È migliorata anche la durata della sopravvivenza nelle pazienti con patologia in stadio avanzato”.
Scoperta chiave crescita ossea
Uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto Telethon di Pozzuoli e coordinato da Carmine Settembre, ha individuato un nuovo processo biologico che permette alle ossa di crescere correttamente. Questo apre nuove prospettive alla sperimentazione di farmaci per le malattie dello scheletro come l’acondroplasia (la più comune forma di nanismo), ma anche per i disturbi più diffusi collegati al mantenimento delle funzioni scheletriche.
OPTIMASALUTE
9
Post-it salute
Caffè in gravidanza? Si può fare
Due tazzine al giorno di caffè durante la gravidanza non danneggerebbero il quoziente intellettivo, né il comportamento del nascituro, secondo i dati diffusi dal Nationwide Children’s Hospital sull’American Journal of Epidemiology. Gli studiosi hanno esaminato le informazioni relative a 2197 donne statunitensi, in dolce attesa tra il 1959 e il 1974 (periodo in cui il consumo di caffè durante la gravidanza era più diffuso di quanto lo sia oggi) ed hanno anche analizzato il rapporto tra un metabolita della caffeina (la paraxantina) e i livelli rilevati di quoziente intellettivo dei bimbi a quattro e sette anni di età. La conclusione è stata che non ci sono legami consistenti tra l’ingestione di caffeina in utero e lo sviluppo e il comportamento dei bambini.
Epatite C: test rapido e low cost
Basterà un semplice campione di urine per diagnosticare, a basso costo e rapidamente, l’epatite C. Il test è stato presentato dai ricercatori dell’Università di Irvine in California in occasione del Meeting Annuale della American Association for the Study of Liver Disease (AASLD). Attualmente l’epatite C viene diagnosticata con un test del sangue in due passaggi, piuttosto dispendioso in termini di tempo e costi.
Colesterolo, questione di famiglia
In larga misura il colesterolo è causato da questioni genetiche diagnosticabili già in età infantile, ma questo dato di fatto è tenuto in pochissimo conto dalla popolazione italiana. Secondo le risposte ottenute negli oltre 1300 questionari somministrati dall’associazione Cittadinanzattiva, poco meno della metà degli intervistati conosce i rischi dell’ipercolesterolemia e sa esattamente di cosa si tratta (elevata concentrazione di colesterolo nel sangue) e solo poco più di un terzo sa che è di origine genetica. Tra chi soffre di ipercolesterolemia, una persona su 10 dichiara di aver avuto il primo sospetto cercando sul web, tv o giornali, il 40% per il fatto di avere un familiare già affetto, il 29,4% è stato diagnosticato dal medico di famiglia mentre solo l’1,5% ha avuto diagnosi in età infantile.
10 OPTIMASALUTE
Post-it salute
Sos dermatiti professionali
Ogni anno vengono denunciati in Italia circa 600 casi di dermatiti professionali, ma la realtà è ben più seria: con 172 nuovi allergeni scoperti negli ultimi 8 anni, di cui ben 119 correlati a dermatiti in ambiente di lavoro. La Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale (SIDAPA), avverte: ‘‘Le mancate denunce derivano in buona parte dalla crisi economica, poiché la paura di perdere il lavoro spinge molti a tacere i disturbi’’. La probabilità di dermatiti professionali è alta tra estetiste, parrucchiere, ma anche medici, infermieri e badanti che devono somministrare farmaci ai pazienti. A rischio giardinieri, idraulici, addetti alla ristorazione e tabaccai e amanti del gratta e vinci per i quali la dermatite da contatto è indotta dal nickel contenuto nei rivestimenti dei ticket.
Hiv: cure efficaci ma poco usate
Le terapie antiretrovirali per i pazienti con Hiv hanno raggiunto un’efficacia del 90 per cento, ma solo la metà dei pazienti ne beneficia completamente. Su 40 milioni di soggetti interessati, nella pratica solo il 25% aderisce correttamente alle terapie. In Italia e nei paesi occidentali il tasso si aggira intorno al 50 per cento. Il resto delle persone non sa di avere l’HIV, non si presenta ai centri di cura o si perde in corso di terapia. Per questo sono nati numerosi progetti e iniziative, anche in Italia, per aumentare la consapevolezza a riguardo e seguire più da vicino e in maniera strutturata e continuativa le cure.
Ammalarsi di solitudine
La solitudine sarebbe in grado di minare le difese immunitarie, secondo uno studio dell’Università di Chicago pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Gli esperti hanno osservato che le cellule immunitarie (leucociti) di persone sole risultano meno attive nella risposta antivirale contro infezioni e virus. I risultati sono stati confermati da esperimenti su macachi tenuti in isolamento, i prossimi studi si concentreranno sugli effetti della solitudine sulla salute degli anziani.
12 OPTIMASALUTE
Aiuto, ho il naso chiuso! È il sintomo più evidente del raffreddore. L’apporto di antinfiammatori, antistaminici, spray nasali decongestionanti e gocce balsamiche di Francesca Aquino
s
Uno dei disturbi invernali più dif-
fusi e più temuti è la sensazione terribile di avere il “naso chiuso”, conseguenza diretta del raffreddore. Un malanno che ci fa respirare male, dormire peggio e vivere con la fastidiosa sensazione di essere quasi in costante apnea. Non solo: respirando male col naso, siamo costretti ad usare la bocca, il che finisce
per sottoporre l’apparato respiratorio ad uno stress prolungato. Inoltre, l’ostruzione nasale non adeguatamente trattata, peggiora con la posizione supina, aumentando la difficoltà respiratoria ed impedendo un sonno tranquillo, provocando fenomeni come russamento e apnee notturne. Un rimedio utile, a questo proposito, è quello di rialzare la
testiera del letto posizionando un cuscino sotto il materasso, in modo da favorire la respirazione nonostante il naso chiuso. Stiamo evidentemente parlando del raffreddore, patologia di origine virale che colpisce ogni adulto mediamente 2-3 volte l’anno, provocando l’infiammazione della mucosa nasale e faringea (gola). Colpevoli sono oltre due-
OPTIMASALUTE
15
A colpi di aerosol Un apparecchio aerosol non dovrebbe mai mancare in casa, non solo in caso di ostruzione nasale. Parliamo di uno strumento indispensabile per effettuare azioni terapeutiche mirate contro le varie affezioni dell’apparato respiratorio, infiammazioni tipiche di faringiti, laringiti e bronchiti.Tramite semplici mosse, infatti, si possono inalare non solo un gran numero di farmaci, dagli antibiotici ai cortisonici, dai mucolitici ai broncodilatatori, ma anche soluzioni acquose specifiche. Una cento virus, che si trasmettono in modo diretto con starnuti e tosse, tramite gocciole di saliva. E quando uno di questi temibili “intrusi” penetra nel naso facendo gonfiare ed infiammare i suoi tessuti, congestionandoli fino a produrre una quantità eccessiva di muco, il gioco è fatto. Le vie aeree nasali sono ostruire e biso-
16 OPTIMASALUTE
gamma terapeutica molto vasta che richiede un’apparecchiatura adatta, perché ogni farmaco, da solo o in associazione, presenta caratteristiche chimico fisiche differenti, che possono rendere la nebulizzazione difficile. L’apparecchio ideale dovrebbe garantire nebulizzazioni raffinate in tempi ridotti senza lasciare residui in ampolla e non disturbando il paziente con funzionamento rumoroso. Per questo chiedete sempre il giusto consiglio al vostro farmacista.
gna correre ai ripari, alleviando i fastidi con antistaminici, decongestionanti (sostanze che, applicate localmente sulla mucosa, provocano una vasocostrizione che riduce l’edema infiammatorio), spray nasali e all’occorrenza acido acetil salicilico (antinfiammatorio). Un notevole sollievo si ottiene anche con l’aerosol tera-
pia (vedi box). Nell’uso di questi farmaci, in ogni caso, è sempre bene consultare il proprio medico per evitare sovradosaggi e conoscere bene le controindicazioni, così com’è bene consultarlo se il muco da trasparente diventa giallastro o verdastro, segno che probabilmente è in atto un’infezione batterica.
Suffumigi e lavaggi: tutti i rimedi naturali Oltre alla terapia medica si possono usare dei metodi naturali, il più diffuso dei quali è sicuramente quello dei suffumigi, tramandato da intere generazioni. Tutti abbiamo sicuramente avuto una nonna o una vecchia zia che consigliava di “fare i fumenti” per qualsiasi patologia delle vie respiratorie. Del resto, l’operazione è abbastanza semplice. Basta mettere un pentolino sufficientemente largo sul gas e quando l’acqua è bella calda scioglierci un cucchiaio di bicarbonato ed uno di un olio balsamico, oppure, a scelta, foglie di eucalipto, basilico, lavanda, maggiorana, limone, rosmarino, tea tree oil o timo. Il vostro farmacista saprà consigliarvi al meglio. Una volta immersa questa miscela, copritevi la testa con un panno o un asciugamano e abbassatevi sopra al pentolino, in modo da inalare i fumi che ne escono, almeno per un paio di
minuti. Poi “riemergete”, respirate liberamente per un po’ e riprovate. Fatelo per 2-3 volte e vedrete che i risultati arriveranno. Molto utili anche i lavaggi delle cavità nasali da effettuare con soluzioni saline fisiologiche a bassa concentrazione, attraverso una siringa o mediante confezioni già pronte all’uso che trovate in farmacia. La “fisiologica” ha il potere di pulire e umidificare l’interno del naso, alleviando il fastidio dell’infiammazione. Gli stessi oli balsamici usati per i suffumigi si possono utilizzare anche direttamente sul cuscino prima di coricarsi, bastano alcune gocce che poi liberandosi nell’ambiente donano un minimo di sollievo. Infine balsami e unguenti, che vengono spalmati generalmente sul petto prima di andare a dormire e alleviano il senso di ostruzione nasale. Per l’uso dei balsamici sui bambini, però, va sempre consultato il pediatra. n
OPTIMASALUTE
17
L’alimentazione sulla neve
Oltre 7,5 milioni di italiani andranno a sciare in questo periodo. Per tutti il consiglio è di fare il pieno di calorie al mattino, carboidrati a pranzo e proteine a cena. E occhio alle leggende su alcol e cioccolato di Filippo Tini
s
Tra febbraio e marzo le giornate si allungano, uno spasso per gli sciatori e più in generale per il grande popolo delle settimane bianche (calcolati 7,5 milioni nei primi tre mesi del 2015) che pos-
sono così sfruttare al massimo la luce del giorno, salire e scendere dalle piste, da sciovie e skilift, attraversare vallate e scavalcare montagne, sotto il sole, dalla mattina alla sera. Uno spasso. A titolo
di esempio, in una delle stazioni sciistiche più famose d’Italia, Corvara (provincia di Bolzano) il differenziale tra dicembre e febbraio è di un’ora e trentotto minuti di luce in più (da 8h 56’ a 10h 34’) che di-
OPTIMASALUTE
19
ventano oltre tre ore a marzo (12h 9’). Ma se questi numeri faranno ancora una volta la felicità di milioni di persone, sull’altro piatto della bilancia, oltre allo stress fisico di ore e ore passate a sciare (i consigli del medico sportivo li avete letti nel numero scorso di Optima Salute) c’è da sempre una certa scelleratezza alimentare, fatta di pasti troppo abbondanti sulle piste, alcol e cioccolato considerati erroneamente il carburante (calorie) necessario per compensare i nostri sforzi o sentire meno il freddo. In effetti dopo un iniziale benessere, dato più dal caldo del rifugio che dal bicchiere di grappa o di vino, il nostro corpo subisce una vasocostrizione generando una sensazione di freddo. Insomma, se siete in partenza per una settimana bianca o per un semplice weekend sulla neve oltre ad avere una efficiente condizione fisica, è necessario sapere
20 OPTIMASALUTE
bene come alimentarsi in maniera adeguata. Restando in montagna per più giorni, spesso con basse temperature, i cibi devono fornire all’organismo i nutrienti in maniera equilibrata, cercando sia di stimolare i meccanismi di trasformazione dei grassi di riserva in energia (un grammo di grasso fornisce nove chilocalorie, i carboidrati meno della metà) sia di evitare la perdita di proteine che ha come conseguenza la diminuzione dell’efficienza fisica. Andando più nel concreto: oltre alle regole consuete (no a grassi, cibi fritti, carboidrati semplici, si a frutta e verdura) occorre bere molti liquidi, possibilmente con un’aggiunta di integratore salino perché l’acqua di montagna è povera di sali. È una impresa spesso difficile, perché in montagna il nostro organismo istintivamente va alla ricerca di carboidrati e di zuccheri
e manifesta una avversione per le proteine, che sono invece necessarie per mantenere il tono e l’integrità muscolare. Importante come sempre è la prima colazione che deve essere abbondante ed energetica, ma equilibrata e digeribile. Si possono mangiare, a seconda delle abitudini, 3-4 fette biscottate, o anche pane integrale, con un po’ di marmellata o miele, ma anche 5-6 biscotti secchi, cereali o fiocchi d’avena, una spremuta di due arance o uno yogurt magro alla frutta. Naturalmente caffé o the secondo i gusti personali. Questi alimenti sono in grado di fornire energia di pronto utilizzo, ma anche di riserva, pur consentendoci di rimanere leggeri. Chi vuole sfruttare al massimo le ore di luce durante la giornata dovrà preferire alcuni spuntini leggeri e digeribili al classico pranzo. La cosa più veloce e più equilibrata dal punto di vista nutrizionale sono senza dubbio le barrette. Chiedete sempre consiglio, a questo proposito, al vostro medico sportivo, al nutrizionista o al farmacista. Chi invece preferisce comunque pranzare dovrà affidarsi ad un pasto con pochi grassi e bevande alcoliche, quindi porzioni moderate, evitando gli alimenti ipercalorici tipici delle baite e dei rifugi di montagna, che rendono la digestione laboriosa. Se la colazione è stata abbondante si può pranzare con un piatto unico, per esempio una zuppa calda che contenga verdure e legumi, aggiungendo riso, orzo o farro; va bene anche un piatto di pasta condita con pomodoro e parmigiano o con ragù di carne oppure (ma non deve essere una regola) un po’ di polenta con spezzatino di carne. Al termine del pasto è sempre consigliata una pausa di almeno un’ora per evitare di rimettersi sugli sci con i riflessi appannati, visto che l’organismo, appesanti-
Il menù della Settimana Bianca PRIMA COLAZIONE E SPUNTINI Consigliati • tè o caffé • pane tostato con poco miele o marmellata • una piccola porzione di crostata (preparata con poco burro, poca marmellata) • cereali con latte o yogurt • frutta, spremute • alimenti proteici (formaggio, prosciutto, uova) • barrette energetiche con carboidrati, proteine, vitamine e pochi grassi Con moderazione • alimenti grassi (latte e yogurt interi, formaggi grassi, burro)
PRANZO E CENA Consigliati • pasta o cereali come orzo e avena • sughi senza soffritti, molto semplici (pomodoro fresco) con aggiunta di poco condimento crudo (meglio l’olio d’oliva) • proteine (carni, pesce, formaggi, uova) • verdura (meglio se cotta) con poco condimento • pane • dolce senza crema e grassi, gelato alla frutta • acqua minerale
Vietati • alimenti grassi (condimenti in eccesso, fritti, salse, Vietati burro) • zuccheri semplici ad elevato • zuccheri semplici in quantità, indice glicemico comprese le bevande (glucosio, saccarosio, bevande gassate tipo cole e aranciate zuccherine tipo cole e aranciate) • bevande alcoliche. • brioches
OPTIMASALUTE
21
to dalla digestione, richiama una maggior quantità di sangue al tratto gastro-intestinale, impoverendo di ossigeno il cervello e gli altri distretti corporei, facendo abbassare la soglia dell’attenzione. Al termine dell’attività, vanno bene bevande calde e quelle energetiche reintegratrici. A fine giornata, infine, la cena deve essere equilibrata e digeribile per essere pronti ad affrontare l’impegno sportivo del giorno successivo e soprattutto se a pranzo avete mangiato carboidrati complessi, che vi hanno fornito il carburante necessario a sciare anche nelle prime ore del pomeriggio, alla sera preferite proteine. Un discorso a parte merita il cioccolato, considerato da parecchi lo spuntino numero uno: a barrette, infilato dentro qualche merendina ben farcita, spalma-
to su una invitante fetta di pane. In effetti parliamo di un alimento che fornisce energia di pronto utilizzo (550 calorie circa ogni 100 grammi), da bruciare immediatamente con l’attività fisica. Ma la realtà consolidata è che in piena estasi sciistica, con le endorfine che scorrazzano beatamente, pensando di aver consumato migliaia di calorie, poi tendiamo ad esagerare. Ce lo chiede il nostro organismo in cerca di zuccheri (come abbiamo appena detto) e noi lo assecondiamo, spesso oltre il limite. E così le calorie non spese vanno ad aggiungersi, contribuiscono ad appesantire il nostro corpo, producendo un fastidioso effetto-boomerang al ritorno dalla settimana bianca. Mai successo di salire sulla bilancia convinti di essere dimagriti di qualche chilo, dopo una settimana di sport, e scoprire invece
che la lancetta va inesorabilmente verso l’alto? Non spaventatevi subito, però, perché se avete fatto i bravi, può darsi che abbiate perso massa grassa e messo muscoli. Anche la bilancia va interpretata.
Le calorie pronto-uso del cioccolato da usare con moderazione Per tornare agli spuntini, chi riesce ad evitare il cioccolato può optare per scelte più “leggere” come uno yogurt magro alla frutta, un frutto od un pacchetto di crackers.
Barrette come carburante Chi veramente resta molte ore sugli sci, magari saltando il pranzo, o chi si dedica all’impegnativo sci di fondo, deve mantenere le stesse regole per i pasti principali, ma visto che di solito il consumo energetico è ben più alto, sarà necessario che l’organismo, continuamente sottoposto a stress, possa avere a disposizione il “carburante” più adatto. È importante, per questo, portarsi nella tasca della giacca a vento o nello zaino qualche prodotto per avere a disposizione energia pronto uso, a base di carboidrati, tipo fruttosio e maltodestrine in forma di bevande, gel o barrette. Ovviamente non parliamo di un immediato rapporto causa-effetto, anche gli ottimi prodotti in commercio prima di essere fruibili hanno bisogno di un tem-
22 OPTIMASALUTE
po tecnico per agire sul nostro fisico, per cui, sapendo già prima a cosa si va incontro, la cosa migliore è consumare prodotti che oltre ad essere gradevoli e facili da masticare e deglutire, forniscano energia a rilascio progressivo. Un buon consiglio è quello di affidarsi a bevande ipotoniche, idrosaline ed energetiche, composte da una miscela di carboidrati a rilascio progressivo (maltodestrine a catena mista, destrosio, fruttosio) che assicurano un costante rifornimento di energia oltre che di sali minerali. Il fatto che la bevanda sia ipotonica è un parametro spesso trascurato, ma fondamentale, perché garantisce una rapida assimilazione ed evita le difficoltà digestive tipiche delle bevande troppo dolci e troppo concentrate. n
Come superare la fibrillazione atriale È la patologia dell’apparato cardiovascolare più diffusa tra gli anziani di tutto il mondo, ma non per questo bisogna fermarsi. Ablazione chirurgica, terapia farmacologica e attività fisica le carte vincenti di Pompeo d’Ambrosio medico sportivo, cardiologo
s
“Ciao dottore! Senti, avrei bisogno di un consiglio. Ti racconto in breve ciò che mi è accaduto. Qualche giorno fa ho improvvisamente avvertito, in pieno benessere, come un colpo al collo, e da lì ho cominciato a sentire come se il cuore fosse impazzito, con delle palpitazioni al centro del petto. Ho chiamato il mio medico, che ha subito diagnosticato un’aritmia, la fibrillazione atriale. Dopo due giorni mi hanno ricoverato in ospedale, una flebo “al volo” e... oplà, è passato tutto. Ora, però,
come mi devo comportare in futuro? Tu sai che dedico quasi quotidianamente una quarantina di minuti all’adorata cyclette. Pedalo, ascolto musica classica, guardo il telegiornale, insomma mi diverto faticando, o, a tua scelta, fatico divertendomi. Posso continuare a farlo? È pericoloso? Aspetto una tua risposta”. Questo, in sintesi, è il contenuto di una mail che il mio caro cugino romano, Domenico, mi ha inviato pochi giorni fa. Anziché rispondergli di persona, preferisco de-
dicargli questo articolo, nella speranza che possa essere di aiuto alle tante persone alle prese con questo problema... di cuore.
La quarta età
Nel vasto panorama letterario ha trovato sempre maggior spazio la trattazione dell’attività fisica nell’anziano, o, meglio, della terza età; è un periodo della vita che una volta si collocava intorno alla quinta decade, ma che ora viene spostato sempre più avanti nel tempo. Non solo. Addirittura, per
OPTIMASALUTE
25
l’allungamento dell’aspettativa di vita e per le migliorate condizioni di salute con cui si arriva alla vecchiaia, si comincia con disinvoltura a parlare di quarta età, e nulla fa escludere che tra qualche tempo si possa ragionare sui vantaggi dell’attività fisica negli ultracentenari. Non sto scherzando, e del resto le cronache sportive sono piene di notizie inerenti prestazioni portate a termine con disinvoltura da soggetti che hanno visto gli 80 passare da un pezzo: anche le categorie in cui sono suddivisi gli atleti cosiddetti master (cioè al di sopra dei 35 anni) contemplano intervalli tra atleti nati prima del 1930, del 1925 e via dicendo. L’assegnazione di un titolo di campione nazionale in queste categorie, specialmente in atletica leggera, vede competere non già come un tempo due o tre atleti (anche se a volte questo termine perde il valore del suo significato iniziale), ma gruppi sempre più numerosi. La medicina dello sport approfitta di questi soggetti per sviluppare le sue conoscenze sulle reali potenzialità della macchina umana, e contemporaneamente supporta, oltre che le prestazioni, anche la salute di costoro. Riassumendo, la pratica dell’attività sportiva, svolta in maniera agonistica da anziani e vecchi, se per un verso rappresenta la punta dell’iceberg del fenomeno, dall’altro offre lo spunto per parlare anche di chi non fa parte di questo esercito di praticanti attivi. Tra i sedentari, in un meccanismo che si autoalimenta, possiamo collocare al primo posto i pigri e gli indolenti, soggetti che per cultura, scelta o cattiva informazione considerano il movimento come qualcosa di trascurabile e ininfluente ai fini della salute e anche del proprio piacere personale. Però, in una nicchia non certo limitata,
sono presenti anche coloro che vorrebbero fare attività fisica, ma non ne hanno la possibilità per motivi di salute. Oltre i 60-70 anni le cause per rientrare in questa categoria sono molteplici, e coinvolgono principalmente l’apparato osteoarticolare e quello cardiorespiratorio. I fattori di rischio per le malattie di questo tipo sono numerosi, e li abbiamo trattati svariate volte.
Le gare riservate agli over 80 utili per sviluppare le conoscenze sulla macchina umana Chi ci segue ormai si è fatto una certa cultura sul fatto che diabete, ipertensione, dislipidemie (alterazioni del metabolismo di colesterolo e trigliceridi), stress, sedentarietà e altro ancora favoriscono l’insorgenza o la progressione di patologie coinvolgenti il cuore e i vasi sanguigni. La gamma di queste malattie è molto vasta, e la possibilità, da parte di chi ne è affetto, di svolgere o meno attività fisica dipende da tanti fattori. Innanzitutto bisogna tener conto se si tratta di una malattia in fase acuta o cronica, e successivamente considerare la patologia in maniera specifica. In medicina ha trovato sempre più spazio il concetto di prevenzione, e nei secoli si è passati dal “primum non nocere” (cioè la prima cosa cui fare attenzione consiste nel non provocare danni) al “pre-
venire è meglio che curare”, con l’adozione di provvedimenti di comportamento e modifica dello stile di vita che impediscano o ritardino la comparsa di una malattia nonché la sua progressione o l’instaurarsi delle complicanze.
Il cuore in gola
In questo contesto, la patologia dell’apparato cardiovascolare più diffusa tra gli anziani di tutto il mondo è la fibrillazione atriale. Viene così definita perché è un’aritmia che nasce dall’atrio, e presenta costantemente due caratteristiche, concatenate tra di loro: l’attivazione elettrica rapida e apparentemente caotica del tessuto atriale associata al conseguente rischio di tromboembolie. La possibilità per un soggetto oltre i 40 anni di età di sviluppare l’aritmia nel corso della vita successiva è del 25%, una percentuale altissima. Oltre il 2% della popolazione nel mondo ne è affetta. Dall’atrio di destra nasce l’impulso elettrico che si propaga a tutto il cuore. Se gli atri “impazziscono” e cominciano a battere in modo disorganizzato e caotico, il contributo della loro contrazione, che normalmente spingerebbe nei ventricoli ad ogni battito un 30% circa del sangue, viene persa, e di conseguenza diminuisce la capacità prestativa del cuore in toto. Questa aritmia è collegata con tutte le altre malattie cardiovascolari con un meccanismo di causa ed effetto, cioè essa può essere responsabile delle altre patologie oppure può essere da queste scatenata. Spesso, quella sensazione spiacevole di “cuore in gola” e di “palpitazioni” al petto che si avvertono non sono altro che l’insorgenza più o meno improvvisa della fibrillazione atriale. Il concetto di imprevista destabilizzazione dalla normalità viene applicato anche
nella vita quotidiana, e questo termine è spesso usato, non sempre a proposito, soprattutto in campo giornalistico: “il partito è in fibrillazione”, “nuova fibrillazione...” , sono espressioni per definire una situazione caotica, scoordinata, che non solo non porta alcun vantaggio, ma può anzi provocare solo danni. Naturalmente da questa aritmia ci si può difendere, soprattutto farmacologicamente; senza entrare in discorsi complessi, possiamo dire che esistono farmaci in grado di interromperla e di riportare il cuore a battere regolarmente. In questi casi si parla di “ripristino del ritmo sinusale”, cioè della ripresa del normale ritmo cardiaco. Lo stesso risultato, se il farmaco non è stato efficace, può essere ottenuto anche con la conversione elettrica; poiché il battito cardiaco è un fenomeno elettrico, quando si perde l’efficacia dell’impulso
generato e compare l’aritmia, con un’opportuna scossa elettrica, adeguata per voltaggio e intensità e somministrata attraverso un apparecchio particolare (il defibrillatore), si può resettare il battito cardiaco e obbligare gli atri a riprendere il regolare ritmo. Questo naturalmente va fatto in ambiente ospedaliero, pur con un ricovero brevissimo.
Terapia anticoagulante
Se queste manovre hanno successo, tutto torna come prima, altrimenti, se il cuore rimane “fibrillante”, bisogna prendere dei provvedimenti di tipo farmacologico. Vediamo perché. Innanzitutto la contrazione caotica e del tutto scoordinata degli atri favorisce il ristagno di sangue e la formazione al loro interno di coaguli (trombi), che possono frammentarsi ed essere messi in circolo, provocando
danni cerebrali (ictus) e a carico dell’apparato visivo. Inoltre la frequenza atriale è elevatissima, anche 300-400 battiti al minuto; di questi impulsi elettrici solo una parte passa e arriva ai ventricoli, aumentando la frequenza cardiaca che viene percepita palpando ad esempio il polso arterioso, radiale o carotideo. A questo punto la terapia impostata si basa su due cardini: impedire la coagulazione del sangue e il conseguente rischio di formazione dei trombi, e rallentare il numero dei battiti che passano e arrivano al ventricolo. Le strategie a disposizione sono molteplici e di competenza specialistica. C’è inoltre la possibilità di interrompere definitivamente la fibrillazione atriale intervenendo direttamente sul cuore: con un esame particolare si determina in quale parte dell’atrio nasce l’impulso malato, quindi, con un catetere particolare che dalla vena femorale o radiale viene introdotto nel cuore, si impedisce la conduzione elettrica di quella zona con una specie di “bruciatura”, che spesso risolve il problema. In ogni caso, con un’adeguata terapia anticoagulante, che sta diventando sempre più raffinata e con minori complicanze, la fibrillazione atriale non è un’aritmia mortale e non è particolarmente pericolosa, anche in caso di insuccesso dell’ablazione con il catetere. Una volta appurata l’impossibilità di risoluzione, per l’insuccesso o per scelta del paziente, inizia la fase cronica o definitiva. Il paziente prende atto della malattia, iniziando un percorso differente a seconda della strategia terapeutica adottata: nel caso dei farmaci anticoagulanti tradizionali è necessario si sottoponga, mediante un prelievo di sangue, al controllo settimanale, dei valori della coagulazione, atto non necessario con le nuove terapie.
OPTIMASALUTE
27
Terapia fisica: sì aerobica, no a sport di contatto In questo percorso riveste un ruolo importante anche l’attività fisica. Cerchiamo di fare chiarezza: 1) Abbiamo preso atto del fatto che la malattia, se ben trattata, non comporta rischi particolari.
2) Bisogna sottolineare che la
capacità di effettuare sforzi fisici è limitata dalla perdita del contributo degli atri alla performance cardiaca.
3) Questo si traduce indicati-
vamente in una limitazione della capacità quantificabile intorno al 20-30%.
4) In situazioni particolarmente sfavorevoli, se le condizioni generali del paziente sono scadenti,
ciò può comportare un peggioramento della situazione fino allo scompenso cardiaco.
5) Si deve perciò interrompere il
circolo vizioso, rappresentato dal fatto che meno sforzo fisico si fa, minore è la capacità di sopportazione del carico di lavoro da parte del cuore; lo ripetiamo da sempre, è un muscolo, e come tale va sottoposto a un training, adeguato per intensità e volume alle condizioni del paziente in quel momento.
6) La prima norma di un corretto comportamento è naturalmente ottenere il “placet” dal cardiologo di fiducia, che sarà ben contento di consigliare dell’attività fisica se le condizioni cliniche sono stabili,
Il cuore è un muscolo e va sottoposto ad un allenamento adeguato
28 OPTIMASALUTE
cioè se l’apparato cardiocircolatorio è in buon compenso, se la frequenza ventricolare (cioè il numero dei battiti che si rilevano al polso radiale) a riposo è adeguata e se la terapia anticoagulante è ottimale.
7) A questo punto, si parte! Già,
ma come?! Innanzitutto si deve tener conto che il nostro praticante, per quanto in ottime condizioni generali, è pur sempre un cardiopatico, perciò sono ancora più valide le raccomandazioni generali, basate sul buon senso: rapporto ideale tra attività fisica e pasti (non a digiuno, ma nemmeno subito dopo un pasto abbondante), ambiente confortevole (in ogni caso coperti a sufficienza in
inverno e abbigliamento adeguato e tecnico con il caldo, evitando il sole diretto delle ore centrali della giornata) limitazione dell’alcool, adeguato recupero e riposo tra una seduta e l’altra.
8) Un test da sforzo massimale
all’inizio dell’attività non è indispensabile, ma può essere utile, oltre che per escludere una patologia ischemica, per individuare la massima frequenza cardiaca e di conseguenza stabilire il range entro cui lavorare. Allo stesso modo, utile ma non fondamentale sarebbe effettuare un elettrocardiogramma dinamico secondo Holter, che consiste nell’indossare per 24 ore un registratore delle dimensioni poco maggiori di uno smartphone e che rileva l’attività cardiaca per tutto il periodo, consentendo di rilevare altre eventuali aritmie oltre la fibrillazione atriale.
9) La frequenza cardiaca è un
parametro utile per monitorare l’intensità dell’attività, ma non bisogna credere che ci siano grandi pericoli nel superarla, come è stato dimostrato da numerosi studi clinici che hanno incluso un gran numero di partecipanti; comunque, per fornire un’indicazione pratica, andrebbe mantenuta tra il 60 e l’80% del valore massimo.
10) In questa condizione clinica
valgono le stesse regole citate in altre occasioni: il numero minimo di sedute settimanali, per ottenere benefici duraturi, è di almeno tre, della durata di almeno 40 minuti; in caso contrario gli aggiustamenti (cioè le modificazioni transitorie che si verificano in ogni “allenamento”) non sono strutturali e non danno luogo agli adattamenti dell’apparato cardiovascolare che perdurano nel tempo, almeno qualche mese, anche in caso di interruzione dell’attività.
11) Qual è la disciplina ideale per
chi è affetto da fibrillazione atriale? Non esiste, in realtà, perché le possibilità sono ampie. Diciamo che è preferibile un esercizio di tipo aerobico, con tutto il ventaglio di possibilità che questo comporta. Nuoto, ciclismo, camminata veloce, corsa non sono che alcune di queste. Facendo una riflessione generale, sappiamo che la fibrillazione atriale è un’aritmia molto diffusa nella popolazione anziana.
Durante l’attività la frequenza cardiaca va mantenuta tra il 60 e l’80% del valore massimo Partendo inoltre dal presupposto che l’allungamento della vita media è un dato di fatto innegabile, è chiaro che ci troviamo di fronte a uno smisurato esercito di ultra sessantacinquenni alle prese con il problema, e il numero è destinato ad aumentare nei prossimi anni, a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita. Perciò è importante fornire delle disposizioni semplici e corrette alla maggior parte di costoro che ancora non utilizza questo meraviglioso strumento terapeutico (l’attività fisica), piuttosto che aggiungere sofisticati suggerimenti a chi è già padrone della materia. Una mediazione tra le due posizioni è comunque possibile.
12) L’anziano sedentario, a no-
stro avviso, dovrebbe iniziare con esercizi a corpo libero, per aumentare la mobilità articolare, con l’inserimento successivo di sedute di cyclette: questa attività è fa-
cilmente modulabile, può essere effettuata al coperto e soprattutto nella propria abitazione, perciò a qualunque ora, sulla base della disponibilità del soggetto.
13) Un aspetto molto importante, che non deve essere assolutamente trascurato, riguarda il rapporto tra terapia medica e attività fisica. Gli anticoagulanti orali rappresentano il farmaco cardine della fibrillazione atriale, impedendo la formazione di trombi. Il rovescio della medaglia è rappresentato dalla facilità di ematomi ed emorragie che si possono formare in seguito a traumi anche banali. Tradotto in termini “sportivi”, vanno assolutamente evitate le attività che comportano un rischio elevato di traumi, come gli sport di contatto o con un elevato pericolo di cadute: calcio, basket, mountain bike non sono che alcuni esempi. Chiaramente questo vale per i soggetti affetti da fibrillazione più giovani, in quanto è abbastanza utopico immaginare un ottantenne giocare a calcio, ma non si sa mai... 14) Last but not least un consi-
glio riguardo all’attività. Si è detto che lo sforzo di tipo aerobico è ideale, ma non bisogna assolutamente trascurare delle esercitazioni con sovraccarichi. La “sarcopenia”, cioè l’indebolimento della muscolatura scheletrica, è un fenomeno comune della terza età, e va combattuta energicamente. Bilancieri di piccolo peso, l’uso di elastici e di macchine con pesi facilmente graduabili, esercizi mirati a corpo libero dovrebbero far parte del bagaglio settimanale dei soggetti anziani. Tutto questo dovrebbe naturalmente avvenire sotto la supervisione di istruttori qualificati, perlomeno nelle fasi iniziali; successivamente il compito potrebbe essere affidato anche al singolo individuo. Dunque, al lavoro! n
OPTIMASALUTE
29
I movimenti anti-stipsi
Oltre ad una corretta alimentazione, che prevede più consumo di liquidi e fibre, è fondamentale l’attività fisica. Ecco le “mosse” giuste per aiutare il nostro intestino di Simona Peretti medico, specialista in omeopatia e omotossicologia Illustrazioni di Sabrina Ferrero
30 OPTIMASALUTE
s
La stipsi o stitichezza è un disturbo molto frequente nei Paesi industrializzati; interessa il 3-10% dei soggetti in età pediatrica e aumenta con l’età
fino a raggiungere il 20-40% degli over 65. Inoltre circa il 40% delle donne in gravidanza soffre di stitichezza in particolare nel primo trimestre.
La maggior parte dei casi non è determinato da una condizione specifica ed è difficile determinarne la causa esatta.
Fattori di rischio
Criteri diagnostici
2) ignorare lo stimolo; 3) non bere a sufficienza; 4) vivere in una condizione con
2) presenza di feci dure o fecalomi; 3) sensazione di incompleta eva-
Molti fattori possono predisporre e aumentare il rischio di stitichezza. 1) non seguire una dieta ricca di fibre (frutta, verdure e cereali);
Per stitichezza funzionale si intende la presenza di due o più delle seguenti caratteristiche (in almeno il 25% delle scariche): 1) sforzo nella defecazione;
cuazione;
scarsa privacy quando si deve usare il bagno;
4) sensazione di ostruzione o
5) condizioni patologiche come
5) necessità di ricorrere a mano-
6) problemi psichiatrici, condizio-
6) meno di tre scariche alla set-
7) uso di alcuni farmaci, quali
7) evacuazioni rare senza l’uso di
blocco ano-rettale;
ansia e depressione;
vre manuali per l’evacuazione;
ni di violenza, traumi;
timana;
antiacidi, diuretici, antidepressivi, antiepilettici, antispastici, antistaminici, analgesici oppioidi e anticolinergici.
Seguendo il filo di questi criteri, la diagnosi di stitichezza cronica funzionale va posta quando i disturbi perdurano da almeno tre mesi nel corso dell’ultimo semestre. Per valutarla attentamente è quindi importante osservare la storia completa del paziente, esaminando la quantità di liquidi e fibre introdotte e le patologie del soggetto. Il trattamento varia in funzione delle cause che hanno generato il disturbo, della durata e della gravità dei sintomi. In molti casi è possibile migliorare i sintomi semplicemente modificando alcune abitudini alimentari e di stile di vita. L’uso dei farmaci lassativi invece deve essere svolto sotto controllo medico e per brevi periodi. In particolare va raccomandato l’uso controllato nei bambini e nelle donne in gravidanza. Può essere invece utile ed efficace ricorrere all’assunzione di un emolliente fecale. Per prevenire e per trattare la stitichezza cronica è importante aumentare l’assunzione di liquidi e
lassativi;
8) esclusione della diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile.
di fibre (almeno 18 grammi al giorno), mentre l’alimentazione dovrà essere adeguata e ad orari regolari. La dieta, valutata in rapporto alle patologie coesistenti (es. diverticolosi, intolleranze alimentari…) deve essere possibilmente ricca di frutta e verdura, lontano dai pasti, nonché di riso, pane e pasta integrali, mentre il consumo di dolci deve essere moderato e non a fine pasto, poiché rallenterebbe la digestione. Va limitato l’uso di chewing gum o caramelle “senza zucchero” che creano gas intestinali; per quanto concerne l’introduzione di liquidi, dovrebbe essere compresa tra 1.500 e 2.000 ml al giorno, limitando l’assunzione di bevande alcoliche e a base di caffeina. Tra i consigli alimentari va inserito anche l’uso di tisane. In particolare un mix efficace si ottiene con finocchio, cumino e coriandolo, dolcificando a piacere con miele d’acacia biologico. Un metodo naturale, da evitare, però, in caso di divertico-
losi, consiste nell’assumere ogni mattina 2 cucchiai di semi di lino, lasciati in ammollo in mezzo bicchiere d’acqua, per tutta la notte. Se l’alimentazione è corretta e se non ci sono patologie particolari gravi che ovviamente precludono la corretta peristalsi intestinale e ci si trova comunque a dover fare i conti con un intestino pigro o irritabile, sappiamo benissimo che una pratica costante e regolare di attività fisica dinamica aiuta a migliorare il tutto (es. camminare almeno 30-60 minuti al giorno). I soggetti con mobilità limitata dovrebbero fare almeno 50 passi due volte al giorno. Per le persone incapaci di camminare o che sono costrette a letto, sono raccomandati esercizi come l’inclinazione pelvica, la rotazione del tronco verso il basso e il singolo sollevamento delle gambe. Infine: non bisognerebbe mai ignorare lo stimolo e sfruttare i naturali riflessi di svuotamento intestinale, cercando di evacuare sempre alla stessa ora.
OPTIMASALUTE
31
Omeopatia, prebiotici e… banane L’omeopatia può rappresentare un valido aiuto nella correzione della stipsi. L’importante, per una terapia di rapido successo, è che il medico analizzi la sintomatologia e le modalità con cui la patologia si presenta: è per questo che durante la visita bisogna valutare non la malattia in sé, ma la persona nella sua totalità, poiché lo stesso sintomo può manifestarsi con caratteristiche diverse in persone diverse. Se si vuole seguire un trattamento con queste medicine non convenzionali è pertanto opportuno farsi consigliare da un professionista per personalizzare la terapia, utilizzare i corretti rimedi e decidere diluizioni, tempi e modi di somministrazione. La terapia omeopatica può essere utilizzata da sola o in associazione alla medicina tradizionale o in alternanza a questa. Esistono in commercio anche dei preparati omeopatici composti che agiscono sia come sintomatici sia come rimedi di fondo per le varie cause di stipsi. Si possono inoltre utilizzare: • Preparati prebiotici, prevalentemente
32 OPTIMASALUTE
a base di inulina, lattulosio e oligosaccaridi della soia, che possono permettere la riattivazione della motilità intestinale, con aumento della massa fecale, riduzione del tempo di transito intestinale e del gonfiore addominale. In natura si trovano nella frutta e nei vegetali (tarassaco, bardana, cicoria, carciofo, topinambur, aglio e banana). Queste sostanze fibrose passano attraverso lo stomaco e l’intestino tenue senza essere digerite e costituiscono un substrato essenziale per la crescita dei batteri “buoni” intestinali. • Probiotici, utili nel trattamento delle disbiosi intestinali; favoriscono il drenaggio dell’intestino e rinforzano il sistema immunitario. In condizioni di normalità eliminano la putrefazione intestinale (causa dei gas), migliorandone la motilità e hanno un ruolo fondamentale nella produzione e nell’assimilazione di alcune vitamine (A, C, PP, K, complesso B), acido folico e ferro. • Sciroppo a base di aloe, utile prevalentemente nella stipsi atonica e spastica, con coliche flatulenti e feci secche.
Hatha Yoga, massaggi intestinali Per chi ha possibilità di eseguirla, è molto indicata la pratica dell’Hatha Yoga, poiché uno degli obiettivi di questa antichissima arte è proprio ripulire il corpo dalle tossine. Un ottimo movimento che aiuta a contrastare stipsi e gonfiori addominali è il “Pawn Mukta Asana”. Da sdraiati, allineare bene il corpo lungo la linea mediana, piegare la gamba destra, portare il ginocchio al petto incrociandovi sopra le mani. Non bisogna tirare la gamba verso il petto con
forza, ma lasciare che sia il rilassamento a far sciogliere i vari gruppi muscolari e l’articolazione dell’anca. Eseguire poi sull’altro lato e, infine con entrambe le gambe. Mantenere sempre il collo ben disteso abbassando leggermente il mento. Ogni volta si può mantenere la posizione per 3 minuti. Sarà proprio il gentile massaggio all’addome, dovuto alla pressione della coscia su di esso e al lavoro costante del diaframma per respirare, che riattiverà la fun-
zionalità di Apana Vayu e quindi anche la peristalsi intestinale eliminando anche i gas che si formano all’interno dell’intestino e che causano i gonfiori addominali. Come ogni Asana, bisogna eseguirla con calma e con regolarità tutti i giorni. Si può fare sia al risveglio sia nel pomeriggio tardi. Mentre si eseguono questi esercizi yoga contro stipsi e gonfiori addominali, è bene essere seguiti da un Maestro che possa consigliare le Asana (posizioni) adatte. n
OPTIMASALUTE
33
INSERTO GOLD FEBBRAIO 2016
Le grandi novitĂ del 2016
Tanti servizi e appuntamenti dedicati alla salute e alla prevenzione! a cura dei farmacisti Valore Salute
s
Tante le novità del 2016 per soddisfare le esigenze
dei nostri clienti. Alcune sono in fase d’implementazione, altre vedranno la luce nel corso dell’anno. Tutte sono identificate da un simbolo per aiutarti ad individuare il servizio: immagini e colori che vanno oltre il loro significato convenzionale e che vogliono rappresentare i nostri
valori e la nostra mission. Esprimono la nostra volontà di “prenderci cura di te” a conferma del nostro impegno nell’aiutare i cittadini ad essere protagonisti della propria salute sia in presenza che in assenza di malattia. In questo numero ti presentiamo i servizi web, per esserti vicino non solo quando sei in Farmacia.
Il sito della tua Farmacia Valore Salute www.valoresalute.it/nomefarmacia... e sei nel sito della tua Farmacia! Colorato, semplice e veloce da navigare, il sito rende disponibili i servizi e le promozioni in forma dinamica 24/24h. È un sito di servizio che comunica chi è e cosa fa la tua Farmacia. Un interfaccia grafica semplice e intuitiva che attraverso i simboli e i colori ti permette di trovare quello che cerchi in modo efficiente e nel minor tempo possibile. Leggilo da sinistra a destra: a lato vedi l’immagine della home page. LO STAFF per sapere qualcosa di più sulle persone che lavorano in Farmacia - I REPARTI E SERVIZI per conoscere tutte le prestazioni professionali che la Farmacia può erogare con relativi approfondimenti e prezzi - LE OFFERTE di OTC e parafarmaco che ritrovi evidenziate in Farmacia con locandine e flyer - LE NOTIZIE costantemente aggiornate, pillole di informazione sulle novità del momento, gli eventi della Farmacia, attualità su benessere e salute redatte da Farmacisti e Medici - CARTA VALORE la fidelity card utilizzabile in tutte le Farmacie del Network, un area dedicata al catalogo premi e al controllo dei tuoi punti - TURNI per conoscere in
ogni momento le Farmacie aperte più vicine - XME l’innovativo sistema di prenotazione - CONTATTI se hai un dubbio o vuoi richiedere un informazione, il team ti risponderà al più presto! Visto come è semplice? La prossima volta che navighi... vieni a conoscerci!
XME: prenota, ritiri e paghi in Farmacia Si chiama “per me”, i colori sono quelli della ricetta ma non significa solo Farmaco. È un servizio esclusivo del Network Valore Salute, di avanguardia e di utilità pubblica sul web: cerca i prodotti che vuoi, scegli la Farmacia Valore Salute più vicina, ritira e paga direttamente in Farmacia. Niente più girovagare per Farmacie alla ricerca di un prodotto o un medicinale “difficile”. Il servizio XME ti consente di prenotare gratuitamente via internet i farmaci e i prodotti di parafarmaco di cui hai bisogno per poi recarti nella tua Farmacia Valore Salute con la certezza di trovarlo a tua disposizione e di pagarne
il prezzo, senza costi aggiuntivi di prenotazione, al farmacista che emetterà regolare scontrino fiscale. Puoi utilizzarlo anche per prenotare i tuoi premi della Carta fedeltà (i punti scadono il 31 maggio 2016, non aspettare gli ultimi giorni): scegli il premio sul catalogo e digita il codice a 9 cifre corrispondente. La possibilità di prenotare comodamente da casa o dall’ufficio quando vuoi, rappresenta uno degli esempi più riusciti di integrazione tra il mondo virtuale del web e lo store fisico: è quello che serve per risparmiare tempo, evitare code e stress inutili. Che sia a casa, in ufficio o in mezzo al traffico, sappiamo che le fonti di distrazione sono tante e il tempo a disposizione è poco, e per questo non abbiamo sottovalutato l’importanza della semplicità. Ci siamo assicurati che il nostro software sia il più semplice e funzionale possibile, in modo da permetterti in pochi semplici click di ottenere tutte le informazioni possibili fino alla conferma della prenotazione. Puoi accedere al servizio collegandoti al sito della tua Farmacia Valore Salute o direttamente al sito www.valoresalute.it. Cliccando l’apposito link “XME” vieni guidato a compiere le operazioni indicate:
1. Ricerca il tuo prodotto:
a seguito dell’inserimento del nome o del codice del prodotto/i che intendi prenotare, viene visualizzato l’elenco delle referenze corrispondenti al criterio di XME - La tua prenotazione è pronta per il ritiro! IL TUO N. PRENOTAZIONE È: 2015000019 Gentile Orsola, può recarsi presso: RATUIS DR.SSA ANNAMARIA VIA S. DI GIACOMO - ANG. VIA PASC. APRILIA, 04011 LT - 06 92012046 Per mappa e orari clicca qui La tua prenotazione comprende: • CANINE ADULT TURKEY 370G - quantità 1 - prezzo totale: 2,60 € Totale: 2,60 € In caso di utilizzo di Ricetta Medica del SSN il prezzo è indicativo, in quanto non tiene conto di eventuali ticket e/o esenzioni
Condizioni per il ritiro: • il prezzo riportato in questa mail è indicativo; • alcuni prodotti prenotati potrebberorichiedere la ricetta medica per essere dispensati; • hai 7 giorni di tempo per ritirare i prodotti; • porta con te questa mail, eventuali ricette e il tesserino sanitario.
Non dimenticare di portare con te questa email, eventuali ricette e il tesserino sanitario TI ASPETTIAMO!
ricerca inserito. Maiuscolo o minuscolo non fa differenza. Se non trovi un prodotto, questo non significa che non esiste: potrebbe essere registrato con un nome diverso rispetto a quello che conosci. Se cerchi un farmaco ed hai la confezione, puoi digitare il codice ministeriale (è il numero che il Ministero della Salute assegna ad ogni farmaco quando viene registrato ed è obbligatoriamente riportato su tutte le confezioni).
2. Cerca la tua Farmacia:
una volta selezionato il prodotto, inserisci la città o il tuo indirizzo e viene visualizzato l’elenco delle Farmacie Valore Salute aderenti al servizio più vicine e una mappa del servizio Google Maps. Scegli la Farmacia tra quelle proposte dove desideri ritirare i prodotti.
3. Passa in Farmacia:
al momento della conferma della prenotazione del prodotto il sistema ti invia automaticamente via email/sms il riepilogo dell’ordine di prenotazione con
il relativo codice identificativo con cui potrai recarti in Farmacia per il ritiro e il pagamento del relativo
Se sei dotato di un dispositivo mobile, tablet o smartphone, scarica la nuova App XME: è disponibile gratuitamente sugli store di Apple, Google Play e Windows, e offre un’immediata e semplice modalità di utilizzo del servizio. Se sei dotato di un App che legge i QR-code puoi scansionare il codice a lato. Il QR-code è uno speciale bar code che letto da un telefono con una speciale applicazione permette di far collegare in automatico il telefono che legge il bar code ad un sito internet. Nel nostro caso il QR-code riporta l’utente al market corrispondente al tipo di telefono.
prezzo, dietro presentazione di ricetta medica se obbligatoria per legge.
Il sito www.alimentasalute.it ALIMENTA SALUTE è un progetto dei farmacisti del Network Valore Salute per promuovere una cultura alimentare consapevole, perché le scelte alimentari influiscono sulla possibilità di evitare lo sviluppo di malattie, o di provocarne l’insorgenza. Abbiamo voluto tradurre la loro esperienza e l’aggiornamento continuo nel campo della nutrizione e dell’integrazione alimentare in interventi specifici, quali la realizzazione di un reparto alimentare in Farmacia, la definizione di un assortimento di oltre 700 referenze, e servizi web per l’informazione e la prenotazione dei prodotti che puoi ritirare nella tua Farmacia. Attraverso la proposta guidata di alimenti selezionati intendiamo aiutarti ad acquisire conoscenze per favorire scelte autonome e consapevoli, e stimolare la capacità critica nei confronti delle diverse occasioni di consumo quotidiane. Il progetto prevede diverse aree di intervento: • l’educazione e l’informazione • la promozione di azioni integrate per i diversi fattori di rischio • l’approvvigionamento alimentare • il monitoraggio dei principali parametri vitali per mezzo dell’autoanalisi e della bilancia impedenziometrica • il test Biomarkers per la misurazione dell’infiammazione prodotta dal cibo. L’obiettivo è quello di orientare, sostenere e sviluppare la tua capacità di scelta attraverso il dialogo con il farmacista che ti aiuta nell’acquisizione di comportamenti alimentari e di stili di vita praticabili nella quotidianità. Il simbolo ci ricorda che l’equilibrio alimentare non si costruisce su un unico pasto o su un unico giorno ma sulla continuità, e che le sane abitudini alimentari si costruiscono nel tempo e non da un certo tempo in poi perché costretti dalla malattia o dalla senilità. È nel tradurre il simbolo in azione che diamo potere alla forza dell’idea che il simbolo può solo comunicare. Essere amici di noi stessi nel rapporto con il cibo significa un’alimentazione adeguata alle nostre esigenze, capace di essere rigida quando serve, ma anche generosa e conciliante nei momenti conviviali, senza sottoporre l’organismo a stress alimentari, e assaporando il piacere di qualche concessione e qualche permissività, perchè l’alimentazione è anche questione di sentimenti e sensibilità. Il sito www.alimentasalute.it è uno strumento di chiaro valore educativo, organizzato con particolare attenzione alla semplicità di utilizzo, che coniuga l’informazione con la facilità di identificazione delle caratteristiche del prodotto attraverso l’uso dei sim-
boli e dei filtri. La declinazione per occasione d’uso ti guida alla scoperta delle referenze più indicate nei diversi momenti della giornata. Ogni referenza è stata scelta con cura e attenzione per farti scoprire il piacere di un’alimentazione sana ed equilibrata, il gusto e il sapore delle materie prime di qualità accessibili anche nel prezzo. Il sito è organizzato per metterti a disposizione varie modalità di selezione: • in primo piano le offerte in corso, i prodotti più venduti e i nuovi arrivi. • Sul lato sinistro trovi la declinazione per occasione di consumo (colazione - pasti principali - snack) e i filtri multipli (senza latte - senza uova - senza lievito - senza glutine - Vegano - Bio ecc.) per individuare rapidamente solo le referenze che rispondono alle tue specifiche esigenze. • In alto il menu di servizio con i pittogrammi per l’evidenziazione simbolica delle caratteristiche degli alimenti, la gestione dell’ordine e il controllo dello stato della prenotazione, i contatti se ti serve aiuto. L’attuale configurazione vedrà già nei prossimi mesi
l’implementazione di servizi aggiuntivi, offerte e informazioni per offrirti un’esperienza d’acquisto unica con servizi che integrano il mondo virtuale del web con quello fisico della tua Farmacia. L’acquisto dei prodotti sul sito Alimenta Salute avviene in 3 semplici passi: Scelta dei prodotti Puoi scegliere i prodotti in diversi modi, secondo la
tua preferenza. Se non hai in mente un prodotto in particolare e vuoi solo navigare tra le nostre proposte, puoi scegliere di spostarti tra gli scaffali attraverso il menu per occasione di consumo, fino a raggiungere la referenza che ti interessa. Ogni prodotto ha la sua foto, la descrizione con i simboli, le caratteristiche tecniche ed è corredato da una scheda informativa di approfondimento. Se invece stai cercando un prodotto in particolare, inserisci la parola chiave che più lo connota nel motore di ricerca, oppure scegli la “ricerca avanzata” attivando i filtri multipli fino alla sua individuazione. Inserimento dei prodotti nel carrello Ogni volta che trovi un prodotto che ti interessa clicca il tasto “prenota”. Puoi tornare allo shopping per aggiungere altri prodotti, oppure visualizzare l’elenco dei prodotti inseriti nel tuo carrello e procedere all’evasione. Finalizzazione dell’acquisto nella tua Farmacia Valore Salute Inserita la tua posizione e selezionata la Farmacia, dovrai solo compilare il form con i tuoi dati e confermare la prenotazione. Il servizio di notifica via e-mail ti dirà quando passare in Farmacia per il ritiro ed il pagamento. Siamo certi che troverai la navigazione piacevole ed interessante. I cambiamenti nello stile alimentare sono difficili. I pasti scandiscono la nostra giornata e la relazione con il cibo è sempre strettamente legata ai nostri comportamenti e alle nostre emozioni. Come tutti i
cambiamenti, la sua applicazione pratica può avvenire solo se viene introdotta gradualmente, come graduale è qualsiasi cambiamento. Cambiare alimentazione può essere piacevole e conviviale: piuttosto che pensare a ciò che devi rinunciare, pensa a tutti i nuovi cibi e sapori che puoi provare. Parti da qui, dalla colazione o dalla merenda o dalla pasta. Niente funziona di più di ciò che è semplice. E così giorno dopo giorno, pasto dopo pasto, quella piacevole, momentanea, strana sensazione di “sentirsi in forma” diventa parte della tua vita.
Dossier 160
I benefici dell’allattamento al seno
Il latte materno fino ai 6 mesi e oltre, rappresenta l’alimento principale nell’età infantile, con ricadute positive sulla salute della madre e del bambino, che viene nutrito in modo completo e protetto da molte malattie e infezioni a cura di Benedetta Ceccarini
s
L’importanza del latte materno, il suo ruolo indispensabile per la crescita sana di un bambino, hanno da sempre il primo posto nei consigli che il pediatra dispensa ai neo genitori. Ora, al “coro” di voci si
è aggiunto un panel di esperti, di indiscusso valore scientifico, che lavorerà alla sottoscrizione di un documento voluto congiuntamente dalle società scientifiche pediatriche italiane: SIN (Società Italiana di Neo-
OPTIMASALUTE
35
Dossier natologia), SIP (Società Italiana di Pediatria), SIGENP (Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica), SICuPP (Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche) e SIMP (Società Italiana di Medicina Perinatale). “Siamo partiti - ha spiegato Riccardo Davanzo, neonatologo dell’Istituto Materno Infantile “IRCCS Burlo Garofolo” e presidente del Tavolo Tecnico Allattamento (TAS) del Ministero della Salute - dalla necessità di tracciare una linea d’azione comune agli operatori del settore, ma che serva anche alle famiglie, offrendo loro dei riferimenti professionali precisi in materia di alimentazione infantile, scavalcando i margini di opinabilità che possono disorientare. E abbiamo inoltre sottolineato la mancanza, in Italia, di un sistema di monitoraggio, validato sull’alimentazione dei neonati e dei bambini, che consenta di avere dati accreditabili sulla diffusione dell’avvio e della durata dell’allattamento al seno, in particolar modo di quello esclusivo”.
Solo il 10% delle donne italiane continua ad allattare oltre i 6 mesi di vita del bambino I dati validati, infatti, dicono che consumato direttamente al seno o offerto dopo essere stato estratto, il latte materno rappresenta, con poche eccezioni, l’alimento principale nell’età infantile, con importanti e positivi effetti sulla salute della madre che allatta e su quella del bambino allattato al seno, a breve e a lungo termine. Un’immotivata sostituzione del latte materno con quello artificiale non reca benefici, ma viceversa può compromettere lo stato di salute del bambino e di sua madre, com’è stato dimostrato negli ultimi anni da importanti ricerche scientifiche. Oltre il 90% delle donne italiane allatta al seno il neonato nei primi giorni di vita, anche se in maniera non esclusiva. Alla dimissione dall’ospedale la percentuale scende al 77% per poi crollare al 31% a 4 mesi. Solo il 10% continua ad allattare oltre i 6 mesi di vita. Tanti e diversi sono i motivi, variabili in base al livello economico, sociale e culturale e all’etnia o alla regione geografica di appartenenza. Negli Stati Uniti si stima che se l’80 % della popolazione riuscisse, come da raccomandazioni sanitarie, ad allattare in maniera esclusiva per 6 mesi verrebbero non solo prevenute 741 morti (per morte in culla o SIDS, enterocolite necrotizzante del pretermine o NEC e per le basse infezioni respiratorie), ma anche risparmiati 10,5 miliardi di dollari per l’assistenza pediatrica. Anche per il Servizio Sanitario inglese (NHS) la promozione dell’allattamento al seno porta ad una
36 OPTIMASALUTE
stima di risparmio economico sostanziale. Questo risparmio è documentato anche per l’Italia. Infatti, per ogni singolo bambino non allattato al seno, si stima un incremento annuale per cure ambulatoriali ed ospedaliere di circa 140 euro. L’iniziativa per la realizzazione del documento è partita dal TAS del Ministero della Salute e prevede anche la proposta di una raccolta dati, che riguardi tutti i Punti Nascita italiani e i centri di prevenzione (vaccinali), utilizzando le definizioni sull’alimentazione infantile dell’OMS. “Speriamo nella più ampia condivisione da parte di tutti i pediatri e neonatologi italiani che operano in ospedale e sul territorio - si è augurato il dottor Mauro Stronati, presidente della Società Italiana di Neonatologia - al fine di sostenere l’allattamento, che rappresenta una pratica semplice, non costosa ed efficace per promuovere la salute del bambino e della mamma”. “Bisogna promuovere l’allattamento materno prolungato ed esclusivo nel primo semestre di vita ha aggiunto Giovanni Corsello, presidente SIP - perché il latte materno protegge il bambino da patologie infettive, migliora il suo profilo di crescita e di sviluppo, riduce la probabilità di malattie croniche. Promuovere l’allattamento materno fa parte di un percorso nutrizionale che deve proseguire con un divezzamento equilibrato e bilanciato nelle varie componenti e poi nelle età successive con una attenzione ad evitare carenze nutrizionali ed eccessi di nutrienti correlabili con lo sviluppo di sovrappeso e obesità. È necessario che si adottino percorsi sociali di sostegno alle donne che allattano, che non creino ostacoli alla sua prosecuzione anche quando riprendono le attività lavorative dopo il periodo di astensione”. Basandosi su questi ed altri punti fermi, i presidenti delle società scientifiche pediatriche italiane hanno indicato un panel di esperti per l’elaborazione del documento, un testo di riferimento di 49 pagine in cui vengono discussi i temi principali dell’alimentazione infantile dando indicazioni precise su: • pratiche assistenziali nei Punti Nascita, che facilitano l’avvio dell’allattamento • durata ottimale dell’allattamento esclusivo indicata in circa 6 mesi • opportunità di continuare l’allattamento anche a svezzamento avviato • allattamento oltre il secondo anno di vita che, se desiderato da mamma e bambino, va sostenuto senza timori di viziare il bambino • false controindicazioni ad allattare, che vanno identificate e sfatate • uso del latte materno nella nutrizione dei neonati pretermine e patologici ricoverati nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale, che va incrementato seguendo protocolli di provata efficacia • implicazioni etiche relative alla promozione dell’allattamento.
“Care mamme, ecco l’ABC dell’allattamento” “Allattare al seno è, prima di tutto, un gesto d’amore. È il modo più naturale per continuare quel rapporto speciale e unico che si è creato tra te e tuo figlio, durante la gravidanza. È un momento ricco di emozioni, che crea un legame intenso aiutando te e il tuo piccolo a conoscervi e a crescere. Il tuo latte è il migliore alimento per il tuo bambino: lo nutre in modo completo e lo protegge da molte malattie e infezioni. Il latte materno contiene anticorpi che combattono enteriti, otiti, infezioni respiratorie e urinarie - tutte infezioni che sono più frequenti nei bambini alimentati con latte artificiale. Il latte materno è pratico, semplice, in una parola: perfetto. La maggior parte dei bambini, infatti, non ha bisogno di altri alimenti o bevande fino a sei mesi compiuti. L’allattamento al seno aiuta il piccolo a crescere e svilupparsi nel modo migliore e mantiene i suoi vantaggi anche nel tempo”. Così l’incipit del libro redatto dal Ministero della Salute, intitolato significativamente “Che latte! Consigli alle mamme sull’allattamento al seno”, un vero e proprio vademecum, dal quale abbiamo estrapolato i passi più significativi per le nostre lettrici.
1) La posizione della mamma
Prima di tutto è importante trovare una posizione comoda. Se sei seduta, assicurati che: • la schiena sia diritta e ben sostenuta • i piedi siano ben appoggiati, magari sopra uno sgabello • siano disponibili dei cuscini, utili per sostenere la tua schiena e le braccia o per tenere il bambino all’altezza del tuo seno. È utile allattare sdraiata: • dopo un taglio cesareo • nei primi giorni successivi al parto • tutte le volte che ti senti particolarmente stanca. Quella sdraiata è la posizione più comoda anche nelle ore notturne, perché puoi riposare mentre il tuo bambino poppa. Distenditi sul letto e mettiti comoda sul fianco, con un cuscino sotto la testa e la spalla. Possono essere d’aiuto un cuscino dietro la schiena e un altro tra le gambe. Quando il tuo piccolo avrà imparato a poppare bene, sarai capace di allattarlo ovunque, senza bisogno di cuscini.
2) La posizione del bambino
Puoi tenere il bambino in molti modi quando allatti. Qualsiasi posizione tu scelga, ecco alcuni consigli
per aiutarlo a poppare bene: • tieni il bambino vicino a te • il suo volto deve essere di fronte al seno con testa, spalle e corpo allineati • il naso o il labbro superiore devono essere di fronte al capezzolo • il bambino deve poter raggiungere facilmente il seno senza bisogno di allungarsi o girarsi • ricorda sempre di avvicinare il piccolo verso il seno, non il contrario.
3) Come attaccarlo al seno
1) Controlla che si attacchi al seno correttamente, altrimenti potrebbe non essere in grado di poppare bene e i capezzoli potrebbero farti male. 2) Tieni il bambino con il naso o con il labbro superiore proprio di fronte al capezzolo.
OPTIMASALUTE
37
Aspetta che spalanchi la bocca: per incoraggiarlo puoi sfiorare le sue labbra col capezzolo. 3) Poi, rapidamente, avvicinalo al seno così che il suo labbro inferiore tocchi il seno, il più lontano possibile dalla base del capezzolo. In questo modo il capezzolo punterà verso il palato del bambino. 4) Così lui può poppare bene e senza che tu senta male!
4) È attaccato bene?
Se il bambino è attaccato bene bisognerà notare: • la bocca è bene aperta e “riempita” dal seno • il mento sfiora il seno • il labbro inferiore è rovesciato in fuori e la lingua appoggiata al seno • l’areola, la parte scura intorno al capezzolo, è meglio visibile sopra il labbro superiore piuttosto che sotto quello inferiore • il modo di poppare varia da suzioni brevi a movimenti lunghi e profondi, intervallati da pause. Le prime volte che il piccolo si attacca al seno potrai sentire qualche fastidio, ma questa sensazione tenderà a scomparire rapidamente. Se continui a sentire male, probabilmente il bambino non è ben attaccato. In questo caso prova a staccarlo, inserendo delicatamente un dito nell’angolo della bocca, così da interrompere la suzione. Poi aiutalo a riattaccarsi. Se senti ancora male, fatti consigliare. Il latte dei primi giorni si chiama colostro ed è prezioso, anche se è in piccole quantità, perché contiene tutto quello di cui il tuo bambino ha bisogno. La montata lattea arriverà dopo qualche giorno.
5) Sempre vicino per capire quando ha fame
Tieni il bambino vicino a te, soprattutto nel primo pe-
38 OPTIMASALUTE
riodo dell’allattamento. Imparerai a conoscerlo bene e a capire quando ha fame. Questo è importante, specialmente di notte. Se il bambino è vicino, ti sarà più facile allattarlo e potrai tornare prima a riposare. Il latte materno contiene tutte le sostanze nutritive e l’acqua di cui il bambino ha bisogno nei primi 6 mesi. Offrire altri alimenti o bevande potrebbe essere dannoso e allontanarlo dal seno. Se il piccolo non si attacca spesso, potresti
Tutti i vantaggi Per il bambino: • Contribuisce ad una migliore conformazione della bocca • Protegge contro le infezioni respiratorie e l’asma • Protegge contro le otiti • Protegge contro la diarrea • Riduce il rischio di diabete Per la mamma: • Aiuta a perdere il peso accumulato durante la gravidanza • Riduce il rischio di sviluppare osteoporosi • Previene alcune forme di tumore al seno e all’ovaio • È gratuito • È pratico
Dossier non produrre abbastanza latte per le sue crescenti necessità. Perciò attaccalo al seno tutte le volte che sembra aver fame. Alcuni problemi, incontrati nelle prime settimane di allattamento (dolore ai capezzoli, ingorgo, mastite), capitano o perché il bambino non è attaccato correttamente al seno o perché non è attaccato abbastanza spesso.
6) Quando e quanto allattare
I bambini non sono tutti uguali e poppano in modo molto diverso l’uno dall’altro. Nei primi uno/due giorni alcuni sembrano disinteressati. In seguito le poppate possono diventare molto frequenti, soprattutto nelle prime settimane. Questo è del tutto normale. Se allatti il bambino ogni volta che lo chiede, produrrai latte a sufficienza per le sue necessità. Ogni volta che si attacca al seno, infatti, vengono inviati dei segnali a una ghiandola del cervello chiamata ipofisi. Questa, a sua volta, manda al seno segnali che fanno produrre più latte. Perciò: più poppate = più segnali = più latte.
È possibile allattare ovunque: anche il disagio pian piano scomparirà
quillo e dorme diverse volte durante le 24 ore. E quando i seni o i capezzoli non ti fanno male.
9) Crescere insieme
È un errore saltare una poppata, pensando di risparmiare il latte per quella successiva. Come abbiamo appena spiegato, meno si allatta e meno saranno gli stimoli per la produzione di latte! Mentre impara a succhiare, le poppate possono essere anche piuttosto lunghe. Molte mamme temono che pasti frequenti vogliano dire poco latte. Non è vero. Quando il piccolo è attaccato bene al seno, è molto improbabile. Se però non ti senti sicura, chiedi consiglio. Col passare dei giorni l’allattamento diventerà sempre più facile. Il latte materno è sempre pronto alla giusta temperatura. Sarà il bambino stesso a farti capire quando sarà arrivato il momento per la poppata successiva.
L’allattamento non impedisce a te e al tuo bambino di uscire di casa e godervi la vita. È possibile allattare quasi ovunque. Se indossi vesti piuttosto ampie puoi allattare senza temere di mostrare il seno. All’inizio potresti sentirti un po’ a disagio, ma presto diventerai più sicura. La maggior parte delle persone non si accorgerà neppure che stai allattando. Prova a esercitarti in casa di fronte allo specchio. Se vuoi uscire senza il tuo bambino o tornare al lavoro, puoi continuare tranquillamente ad allattare. Puoi spremere il latte e lasciarlo pronto per la poppata. Il latte materno da solo offre tutti gli alimenti e i liquidi di cui un bambino ha bisogno nei primi sei mesi. Molte mamme allattano al seno anche più a lungo, fino al secondo anno e oltre. In ogni caso, non tentare di introdurre cibi solidi prima che tuo figlio sia pronto e chiedi sempre un consiglio al pediatra.
8) Test di controllo
10) La “spremitura” del seno
7) Non “risparmiare” per la prossima poppata
L’allattamento procede bene se il bambino è pronto e sveglio per il pasto, emette urine chiare e abbondanti almeno 5-6 volte al giorno dopo la prima settimana, aumenta di peso dopo la prima settimana, sta tran-
La spremitura del seno può essere utile in diverse situazioni. Per esempio, se c’è bisogno di aiutare il bambino ad attaccarsi a un seno troppo pieno, se senti i seni ingorgati e dolenti, se il bambino è trop-
OPTIMASALUTE
39
Dossier po piccolo o malato per alimentarsi al seno, se devi allontanarti per molte ore o tornare al lavoro. La spremitura può essere fatta con le mani o con il tiralatte (manuale ed elettrico). Prima di procedere alla spremitura, prova a stare il più possibile comoda e rilassata, scegliendo una stanza tranquilla e sorseggiando una bevanda calda. Rimani vicina al tuo bambino ma se non è possibile tieni davanti a te una sua fotografia. Prima della spremitura, fai un bagno o una doccia calda oppure applica dei panni caldi sul seno. Poi massaggialo delicatamente, ruotando la punta delle dita oppure con la mano chiusa a pugno verso il capezzolo. Massaggia tutto il seno, anche nella parte sottostante e non strisciare le tue dita per non danneggiare la pelle. Dopo il massaggio ruota delicatamente il capezzolo tra l’indice e il pollice: questo attiva la liberazione di ormoni che aiutano a produrre e liberare latte. Con la pratica ti accorgerai che la spremitura, come l’allattamento, diventa più facile.
11) Metodo manuale
È un sistema comodo ed economico per spremere il latte ed è particolarmente utile se vuoi ridurre il fastidio di un seno ingorgato. Queste istruzioni sono una guida, ma la cosa migliore per imparare è esercitarsi: così troverai il modo più adatto a te. Innanzitutto, procurati un contenitore sterile a bocca larga - per esempio un piccolo bricco - dove raccogliere il latte, che può essere spremuto da un seno
40 OPTIMASALUTE
continuativamente per alcuni minuti, prima che il flusso rallenti o si esaurisca. A questo punto va spremuto l’altro seno, poi si torna al primo e si ricomincia. L’alternanza tra i seni va mantenuta finché il latte non cessa di uscire o gocciola lentamente. Con la pratica è possibile fare la spremitura contemporaneamente da entrambi i seni. Con qualunque metodo bisogna attendere uno - due minuti prima che il latte inizi a scorrere.
12) La tecnica
1. Metti l’indice sotto il seno verso il bordo dell’areola e il pollice sopra il seno in una posizione opposta a quella dell’indice. Se hai un’areola grande, può essere necessario portare le tue dita un po’ all’interno del suo bordo. Se invece l’areola è piccola, puoi allontanare le dita un po’ fuori da essa. Le altre dita servono per sostenere il seno. 2. Tenendo l’indice e il pollice nella stessa posizione, premili delicatamente all’interno verso la parete toracica. 3. Mantenendo questa lieve pressione all’indietro avvicina il pollice e l’indice facilitando così il flusso di latte lungo i dotti e verso il capezzolo. Non strizzare il capezzolo perché non serve e potrebbe essere doloroso. 4. Allenta la pressione tra le dita al fine di permettere ai dotti di riempirsi e poi ripeti i passaggi 2 e 3. Con la pratica, per eseguire i vari passaggi basteranno pochi secondi e sarai capace di tenere un ritmo co-
stante. Questo permetterà al latte di gocciolare e forse anche schizzare dal seno. È importante cambiare la posizione della mano per assicurare che il latte venga spremuto dalle varie parti del seno.
13) Tiralatte manuale
Il tiralatte manuale è di facile impiego. Esistono vari modelli che agiscono in modo differente: alcuni sono azionati a mano, altri a batteria, ma hanno tutti una coppetta che si adatta a capezzolo e areola. A una donna un tiralatte si può adattare meglio di un altro, perciò sarebbe utile una prova prima dell’acquisto, se possibile.
14) Tiralatte elettrico
I tiralatte elettrici sono strumenti veloci e facili da usare, perché funzionano automaticamente. Sono particolarmente indicati se la spremitura va fatta per tempi prolungati, come quando, per esempio, il tuo piccolo è in un reparto di terapia intensiva. In questo caso, per mantenere la produzione, dovresti usarlo almeno 6-8 volte nelle 24 ore, compresa una volta durante la notte. Alcuni tiralatte hanno un doppio set di aspirazione che permette di spremere contemporaneamente entrambi i seni. Questo sistema è più rapido e può stimolare una maggior produzione di latte. Importante, quando usi un tiralatte manuale o elettrico: • Segui attentamente le istruzioni della ditta • Lava bene le mani prima di iniziare! • Contenitori, bottiglie e componenti del tiralatte vanno lavati in acqua saponata calda sempre, sterilizzati se il tuo bambino è molto piccolo o si trova in ospedale, oppure se condividi con altri il tiralatte. Puoi anche donare il tuo latte alla banca del latte più vicina.
15) Come conservare il latte materno
Il latte materno può essere conservato nel frigorifero: • fino a 3 giorni nella parte più fredda a una temperatura di 2-5° C (se non c’è un termometro è meglio congelare il latte che pensi di non utilizzare) • per 1 settimana nel comparto ghiaccio • fino a 3 mesi nel settore freezer dotato di sportello autonomo • fino a 6 mesi nel congelatore. Puoi utilizzare qualsiasi contenitore di plastica (sterilizzato e a chiusura ermetica) per congelare il latte. Ricordati di contrassegnare e scrivere la data di spremitura su ogni contenitore e di utilizzare prima quello più vecchio. Il latte materno congelato va scongelato lentamente in frigorifero o a temperatura ambiente, ma va bene anche tenere il contenitore in acqua tiepida. Non usare il forno a microonde, perché il latte potrebbe riscaldarsi in modo disomogeneo e ustionare la bocca del bambino. Il latte scongelato può essere conservato in frigorifero e usato entro le 24 ore, ma attenzione: una volta che è stato riportato a temperatura ambiente deve essere usato o gettato via, mai ricongelato.
16) Durante l’allattamento niente diete
Non c’è bisogno di inventarsi chissà cosa: semplicemente, seguendo i tuoi gusti, mantieni una dieta equilibrata che ti faccia sentire di stare bene. Non è necessario escludere a priori cibi particolari. Ricorda che alla nascita il tuo bambino conosce già gli odori e i sapori di ciò che eri abituata a mangiare nell’ultimo trimestre di gravidanza, ed è importante per lui riprendere quelle abitudini.
Ma ancora vince il biberon... Nonostante il susseguirsi di campagne promosse dalle istituzioni sanitarie, a 25 anni dal lancio della grande campagna di Oms e Unicef per l’allattamento al seno, i dati dimostrano che quasi in nessun paese d’Europa quei traguardi sono stati raggiunti, a cominciare dall’Italia. Esclusa la Finlandia, infatti, non esiste nazione dove le madri allattino “esclusivamente al seno” (senza aggiunta di latte artificiale) i loro bambini per sei mesi con-
secutivi. E il biberon compare in media al terzo mese, a volte per problemi di natura squisitamente “tecnica” (la mamma è affetta da ipogalattia, non ha latte), spesso per comodità, consentendo ai genitori di alternarsi nelle poppate notturne o durante la giornata in assenza della mamma. Inoltre il biberon consente di controllare più facilmente quanto mangia il bambino e ridurre la frequenza delle poppate stesse.
OPTIMASALUTE
41
Dossier
“L’importanza delle banche del latte” Sono 32 le sedi, presso altrettanti ospedali italiani, delle banche del latte umano (http://aiblud.com/chisiamo/banche-in-italia), secondo la onlus AIBLUD (associazione italiana banca del latte umano donato) che si impegna sul territorio per la creazione e lo sviluppo di questo importante presidio. Il latte umano donato, infatti, rappresenta la miglior alternativa al latte materno per molti bambini in condizioni cliniche precarie, un vero e proprio complemento terapeutico, ma deve essere sicuro e di buona qualità. Le banche del latte umano, che svolgono la loro preziosa attività grazie alla generosità di donatrici volontarie accuratamente selezionate, distribuiscono il prodotto solo dopo averlo sottoposto a controllo e a trattamento termico. Le donne che donano una quota del proprio latte, contribuiscono meritoriamente a proteggere la salute dei bambini più fragili. Possono ovviamente diventare donatrici tutte le mamme in buona salute e con un corretto stile di vita, che allattano da meno di sei mesi e che producono una quantità di latte superiore alle necessità della propria prole. Chi volesse diventare donatrice deve contattare il proprio centro di riferimento regionale e sottoporsi ad un semplice screening che consiste nella valutazione della storia clinica e nell’esecuzione di esami sierologici (epatite B, epatite C, infezione da HIV). Anche piccole quantità di latte sono utili per i neonati pretermine e malati (un neonato di peso molto basso spesso inizia ad alimentarsi con meno di 20 cc di latte al giorno). Sono consigliate le raccolte protratte e regolari (l’estrazione routinaria, una o più volte al giorno è la più efficace), anche se di volume non elevato. Molte nutrici preferiscono raccogliere il latte per la banca dopo la poppata del loro figlio. Questa pratica, determinando lo svuotamento completo dei seni, è anche un valido stimolo per la produzione di latte. La quota di latte donato varia da donna a donna e in relazione alla fase dell’allattamento. Si dona la quantità che è ragionevolmente possibile e per il tempo che si desidera. Ogni goccia di latte è importante, specialmente se è di madre che ha partorito prima del termine o da poche settimane (per le speciali caratteristiche nutrizionali e protettive). È preferibile, quindi, che la donazione inizi prima possibile dopo il parto (entro il primo mese), dopo che è stata superata ogni difficoltà e l’allattamento al seno appare ben avviato. Non è incoraggiata invece la donazione oltre il sesto mese dal parto, quando, in genere, inizia lo svezzamento del figlio e le caratteristiche del latte diven-
42 OPTIMASALUTE
gono meno adeguate ai fabbisogni dei neonati riceventi. Il latte è conservato in idonei contenitori sterili forniti. Dopo ogni singola raccolta il contenitore viene chiuso ermeticamente e raffreddato rapidamente. In frigorifero, a +4° C, per un periodo non superiore alle 24 ore; durante questo lasso di tempo si possono fare nuove aggiunte al medesimo recipiente avendo cura di raffreddare la nuova quota di latte e seguendo scrupolosamente le norme igieniche. Per conservazioni più prolungate occorre invece collocare il contenitore nel congelatore (a - 18°C) evitando di fare aggiunte successive e di riempirlo completamente. Ogni recipiente deve essere etichettato con il nome della donatrice e la data di estrazione. Il trattamento termico rappresenta l’aspetto centrale dell’attività della banca: tutto il latte donato deve essere pastorizzato prima dell’uso. La pastorizzazione, che consiste nel riscaldamento del latte in bagnomaria (in genere a 62,5° C per 30 minuti), distrugge la maggior parte dei germi patogeni in modo che il prezioso alimento possa essere utilizzato senza rischi significativi e al tempo stesso ne rispetta sufficientemente le peculiari caratteristiche biologiche e nutrizionali. Il latte pastorizzato viene congelato e stoccato in biberon sigillati ed etichettati e viene fornito, su ricettazione medica, ai centri di neonatologia, ai servizi di pediatria ed ai pazienti presso il proprio domicilio, dopo una giustificata indicazione. fonte: www.aiblud.com n
Malnutrizione e Terza Età Sono quasi 2 milioni in Italia gli ultra sessantenni che si alimentano male rischiando importanti deficit caloricoproteici. Le cause ed i rimedi per evitare l’insorgere di patologie come obesità, disidratazione e sarcopenia di Roberto Moraldi
s
Gli anziani si nutrono poco e male, generando, a cascata, una serie di criticità strettamente legate alla loro alimentazione. Sono considerati le vittime ideali di quello che è chiamato “digiuno moderno” e non stiamo certo parlando di poche migliaia di persone. Secondo il “Manifesto delle criticità in nutrizione clinica e preventiva”, presentato dall’ADI (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica) in occasione di EXPO 2015 e del congresso di Federanziani, ad oggi sono 1,8 milioni gli anziani obesi in Italia, 1,9 milioni gli ultra sessantenni
a rischio malnutrizione caloricoproteica, 1,8 milioni quelli affetti da sarcopenia (cioè perdita progressiva e generalizzata della massa muscolare e della forza), mentre 19.500 sono i pazienti che ricorrono alla nutrizione artificiale a domicilio e 9,4 milioni quelli con carenza di vitamina D. Cinque sfide da affrontare nell’immediato, perché, ha sottolineato Lucio Lucchin, già presidente ADI e promotore del Manifesto, “troppo spesso quando si parla di nutrizione e alimentazione si fa riferimento alle criticità che interessano i bambini o gli adulti, ma pochi riflettono su come
si nutrono gli anziani. Per questo la stretta collaborazione con Federanziani e con il resto delle società scientifiche aderenti (tra cui 15 associazioni di pazienti e cittadini), iniziata prima di Expo e consolidatasi durante, continuerà per i prossimi 4 anni con l’appoggio del Ministero della Salute, per far si che le soluzioni proposte nel documento diventino quanto prima concrete e attuabili”. In particolare, riguardo al pianetaanziani, il dottor Massimo Vincenzi, consigliere dell’ADI ha spiegato che l’obesità “è del 16% tra i 64 e 74 anni, scende al 12% tra i 74 e gli 85 anni e al 9% oltre gli
OPTIMASALUTE
45
85 anni. Ma in quest’ultima fascia d’età la riduzione di prevalenza è controbilanciata da un elevato grado di disabilità specie se associata a sarcopenia, un’altra criticità legata alla progressiva riduzione della massa muscolare e provocata da sedentarietà e invecchiamento, spesso frequente anche in pazienti sovrappeso o obesi”. La malnutrizione calorico proteica (MCP), invece, è un problema clinico ed economico rilevante dovuto ad un’alterata assunzione di calorie e/o nutrienti (per ridotta disponibilità, incapacità di mangiare o per alterazione dei processi digestivi e di assorbimento) che si presenta nel
30% degli anziani al momento del ricovero. Nelle residenze per la terza età la prevalenza della MCP si aggira mediamente sul 20%. Insieme ai pazienti over 65 che devono ricorrere alla nutrizione artificiale domiciliare, vi sono tantissimi anziani che soffrono di carenza di vitamina D e che presentano un rischio di mortalità superiore del 56%. Questo stato carenziale può generare rachitismo, osteomalacia, osteoporosi, ipertensione, cancro e diverse malattie autoimmuni. «La promozione di uno stile di vita sano e una corretta attività fisica negli anziani come camminare, andare in bicicletta o il nuoto, il
sollevamento pesi leggeri, può ridurre l’insorgere di patologie legate all’alimentazione e soprattutto la perdita muscolare legata all’età - ha ricordato il dottor Antonio Caretto, presidente ADI -. La restrizione calorica nella persona anziana obesa deve essere moderata (non superiore a 500 calorie al giorno), l’alimentazione comunque deve contenere quantità adeguate di proteine (superiori a quelle consigliate alla persona adulta giovane) ad elevato valore biologico (soprattutto da legumi e pesce), adeguate quantità di calcio e vitamina D e seguire lo schema della piramide alimentare adatta agli Over 65».
Le carenze da invecchiamento 1. Riduzione del metabolismo basale e del fabbisogno energetico 2. Diminuzione della massa corporea magra (muscoli e ossa), dell’acqua corporea e contemporaneo aumento della massa grassa. Tendenza alla obesità 3. Riduzione olfatto, gusto, sete e generale perdita di interesse per il cibo. Spesso disidratazione 4. Riduzione della funzionalità intestinale, renale, gastrica con stitichezza cronica. Digestione difficoltosa, assorbimento alterato di importanti nutrienti come calcio, ferro, zinco e vitamine
46 OPTIMASALUTE
5. Problemi odontoiatrici (perdita di denti, applicazione protesi) con susseguenti difficoltà di masticazione e ridotta alimentazione 6. Sensazione diffusa di sazietà, derivante da modificazioni del meccanismo di regolazione dell’appetito, in concomitanza con situazioni socialmente e psicologicamente condizionanti: consumare i pasti in solitudine, spendere meno per il cibo temendo instabilità economica, non avere voglia di prepararsi i pasti, vedovanza e più in generale depressione senile.
Le giuste calorie per gli Over 75 Chi ha avuto a che fare o è tuttora impegnato a supportare genitori o parenti anziani, diciamo Over 75, sa benissimo quanto sia difficile, pur conoscendo esattamente il percorso da seguire, portarli sulla giusta strada di una sana nutrizione. Le abitudini degli anziani, cristallizzate da anni, sono difficili da scalfire ed anche l’assistente più volenteroso e paziente (figlio, parente, badante) può perdersi d’animo. Un piccolo escamotage per aumentare l’appetito dell’anziano e distrarlo da pensieri negativi, è strettamente connesso allo svolgimento di una attività fisica, fondamentale anche, ma diremmo soprattutto, in questa fascia d’età. Si parla, ovviamente, di qualche piccola passeggiata, di camminare da mezzora a un’ora al giorno, a meno che non sussistano gravi problemi di deambulazione. E in ogni caso, anche se la camminata dovesse durare pochi minuti servirà sempre per mantenere un buon equilibrio muscolo-scheletrico, ossigenarsi, irradiarsi e favorire la formazione della vitamina D, oltre che per incontrare conoscenti o semplici passanti. Stare nel mondo, insomma, piuttosto che rinchiusi in casa davanti alla tivù. Ma più in generale, di quante calorie ha bisogno un anziano? Secondo le linee guida stilate a suo tempo dall’Inran (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, oggi confluito nel Crea del ministero dell’Agricoltura) il fabbisogno giornaliero consigliato nella fascia di età oltre i 75 anni è di 1750-1950 calorie per l’uomo e 1500-1750 per la donna in presenza di attività fisica lievemoderata; 1500-1600 calorie per l’uomo e 1300-1400 per la donna con scarsa mobilizzazione o allettati. Chi segue da vicino un anziano,
che, ripetiamo, nonostante la riduzione del metabolismo basale e dell’attività fisica mantiene invariato il fabbisogno di sostanze nutritive dovrebbe basarsi su alcune regole fondamentali: 1. Ovviare alla carenza di vitamine, fibre e sali minerali consumando frutta, verdure e ortaggi freschi, possibilmente di stagione. 2. Limitare il consumo di grassi animali (grasso delle carni, burro, formaggi grassi, panna, margarine…) che fanno innalzare il livello di colesterolo nel sangue, e possono causare sovrappeso e patologie conseguenti. 3. Preferire sempre carni bianche: pollo, coniglio, tacchino. 4. Usare nei condimenti e nelle cotture l’olio extravergine di oliva
che aumenta il colesterolo buono.
5. Aumentare il consumo di pe-
sce fresco o surgelato, come salmone, alici, tonno, tutti ricchi di grassi omega 3 che contribuiscono a rallentare il declino cognitivo. 6. Limitare gli zuccheri semplici (li trovate in: bibite gassate, dolciumi, succhi di frutta, zucchero da tavola, miele, frutta candita…) preferendo quelli complessi (cereali e suoi derivati: pasta, riso, pane, orzo, farro, mais, segale, patate). 7. Ridurre l’uso del sale da cucina, in particolare negli ipertesi, sostituendolo con spezie ed erbe aromatiche. 8. Limitare il consumo di bevande alcoliche. È consentito bere mezzo bicchiere di vino rosso ai pasti.
OPTIMASALUTE
47
Regola numero uno: bere! Una delle regole più difficili da far rispettare all’anziano “malnutrito” è quella di bere regolarmente, come minimo 1,5 litri di liquidi al giorno per preservare la funzionalità renale, migliorare quella intestinale ed idratare la pelle. Il problema è la scansione quotidiana di questa quantità. Perché chiaramente con questa tipologia di persone non può funzionare l’abitudine di portarsi appresso la bottiglia d’acqua e bere costantemente piccoli sorsi. No, bisogna lavorare di fino ed approfittare di qualunque situazione per far ingerire liquidi, senza dare l’impressione di forzare la volontà dell’anziano, sapendo che i liquidi si introducono non solo con l’acqua ma anche con il consumo di succhi di frutta, latte, tisane, minestre e minestroni, brodi vegetali. Chi ha problemi di funzionalità intestinale, per esempio, potrà trarre giovamento dal bere 1-2 bicchieri di acqua a temperatura ambiente o tiepida al mattino appe-
48 OPTIMASALUTE
na svegli, a digiuno. Se il procedimento funziona vedrete che sarà la persona stessa a non dimenticarsi più di effettuare questo importante, piccolo gesto quotidiano. Gli anziani che vivono soli hanno un difficile rapporto con i liquidi, oltre che col cibo, perché spesso si auto-condizionano negativamente, specialmente se afflitti da disturbi cognitivi. Magari scambiano il senso di sete per fame (ma questo succede un po’ a tutti) oppure evitano di bere perché temono di dover andare di corsa al bagno, un blocco mentale importante in chi soffre di incontinenza urinaria. La disidratazione è una delle patologie più comuni nell’anziano, anche se spesso percepita o confusa con stati di generale malessere, anoressia, vertigini, nausea, crampi muscolari e diminuzione del livello di attenzione. In tutti i casi la soluzione è quella citata all’inizio: un litro è mezzo di liquidi al giorno può davvero levare i problemi di torno. n
Collant? Che gambe! Riesplode la voglia di mettersi in mostra e tornano di moda calze per tutti i gusti e colori, anche elastiche, dedicate alla salute dei nostri preziosi arti inferiori di Gelsomina Sampaolo
s
Nell’immaginario collettivo i collant si associano alle signore di una certa età o alle bambine: per le prime rigorosamente color carne in tutte le stagioni, per le seconde in tutti i colori dell’arcobaleno. Però, l’immaginario collettivo quest’anno è stato messo a dura prova dal grande ritorno del collant su passerelle, pubblicità e servizi di moda di tutto il mondo. Abbiamo recuperato il gusto e il piacere di mettere in mostra le gambe, pur proteggendole dal freddo, e non solo... Infatti, le calze che troviamo in vendita in questa stagione sono belle, di ogni foggia e colore, ma anche “buone” perché aiutano non solo a sembrare, ma ad essere più in forma. Tutti i modelli virtuosi che comprendono parole come “massage”, “shaping”, “support” o “fit”, contengono già nel nome l’effetto positivo che avranno sulle nostre estremità inferiori. Per chi mira alla linea, ci sono tutti quei modelli con bustino invisibile, che, attraverso una leggera compressione di pancia e fianchi,
OPTIMASALUTE
51
ci permette di indossare tubini e gonne aderenti, senza il pensiero che le curve se ne vadano troppo per conto loro. Se invece il vostro pensiero va più alla salute circolatoria, ecco che anche i produttori di calze preventive o terapeutiche si sono messi al passo con i tempi creando collezioni alla moda di tutto rispetto: pizzi, righe, pois e colori... ogni gusto è accontentato, stando sempre attenti alla giusta compressione dalla caviglia ai fianchi. Alcuni produttori mettono anche a disposizione modelli senza piede per chi soffre di patologie come l’alluce valgo o il diabete.
La giusta compressione graduata (per il grado di compressione chiedete sempre consiglio al medico o al farmacista) è l’ideale per dare sollievo alle gambe affaticate e previene la stasi venosa, causa di gonfiori, edemi o vene varicose. Anche il corpino di questo tipo di calza ha un’azione benefica perché, grazie ad un micromassaggio, è in grado di combattere e prevenire la cellulite addominale. La novità rivoluzionaria in questo campo sono le calze a raggi infrarossi! Sì, avete letto bene: si tratta di un filato in speciale microfibra che contiene un additivo minerale che viene stimolato dal calore
corporeo e convertito in raggi infrarossi FIR rimandati al tessuto cutaneo per un effetto termoregolatore. Questa azione stimola il microcircolo sanguigno, migliorando la salute delle gambe. Un altro tipo di collant di nuova generazione, poi, sfrutta l’insegnamento della medicina cinese e dell’agopuntura, facendo pressione su specifiche aree per migliorare alcuni disturbi di salute. Anche gli uomini (o le donne che amano i pantaloni) possono usufruire di questo benessere, grazie ai calzini graduati, ideati per chi viaggia o sta molto in piedi. Sono finiti, insomma, i tempi del “chi bello vuol comparire...”!
Calze elastiche: prevenzione e terapia Ci sono vari tipi di calze elastiche, a compressione graduale, indicate contro la stasi venosa e la ritenzione idrica, spesso consigliate anche alle signore in dolce attesa. Sono un valido strumento, efficace e completo, per la terapia di disturbi circolatori degli arti inferiori. Il primo metodo, e il meno invasivo, per trattare questi problemi è, infatti, il massaggio o compressione fisica, che previene il dolore e il peggioramento di eventuali varici, soprattutto nei primi stadi. Le calze elastiche si dividono in: • Calze da riposo (o preventive): più leggere e disponibili in vari gradi di trasparenza e colori (come dicevamo all’inizio). • Calze terapeutiche: più spesse e con una funzione più marcata. Su entrambi i tipi di calza la forza di compressione è indicata in millimetri di mercurio (mmHg), da non confondere con i Den (denari), che invece misurano lo spessore del filato utilizzato. Le calze da riposo esercitano una forza di compressione alla caviglia sempre inferiore a 20 mmHg che diminuisce progressivamente a
52 OPTIMASALUTE
mano a mano che si sale verso la coscia. L’andamento decrescente fa sì che la maggiore compressione alla caviglia spinga il sangue verso l’alto, incontrando man mano che risale una resistenza sempre minore. Di solito vengono impiegate in assenza di patologia conclamata, per prevenire lo sviluppo di problemi circolatori in soggetti a rischio (ad esempio per familiarità, sedentarietà, uso di contraccettivi orali, troppo tempo in piedi...). Le calze terapeutiche invece hanno una compressione alla caviglia che va dai 20 mmHg in su e le classi di compressione delle calze terapeutiche sono generalmente 4: I Classe: 18/21 mmHg II Classe: 23/32 mmHg III Classe: 36/46 mmHg IV Classe: oltre i 50 mmHg Per scegliere la taglia giusta basta seguire delle semplici indicazioni: innanzitutto prendete le misure al mattino presto, appena alzate, per evitare di misurare la gamba gonfia. Se avete camminato o se siete restate in piedi prima di procedere alla misurazione, tenete la gamba in posizione sollevata per qualche minuto. Inoltre, non
basatevi su vecchie misurazioni o vecchie calze, ma eseguite una nuova misurazione, direttamente sulla pelle. Una volta prese le misure, consultate le tabelle fornite dalla ditta produttrice della calza per individuare la taglia corrispondente. Poi, se trovate difficile indossare le calze elastiche, aiutatevi con un po’ di talco sulla gamba per farle scivolare meglio, arrotolate la calza fino al calcagno e infilate il piede. Accompagnate poi il tessuto lungo la gamba evitando grinze, potete aiutarvi anche con un apposito infilacalze. Toglierle è sicuramente più facile che indossarle. Per una corretta conservazione e maggiore durata delle calze vi consigliamo di: a) Lavarle in acqua tiepida (inferiore a 40°) e sapone neutro. A mano, mai in lavatrice. b) Non usare candeggina. c) Dopo il lavaggio non strizzare né far asciugare per esposizione diretta al sole, sui radiatori o vicino a fonti di calore, ma distesa su un piano, possibilmente tra due panni asciutti. d) Non stirare.
e) In caso di danni come smagliature e fori, sostituire la calza. f) La durata media di una calza elastica è di 3-4 mesi, perciò vi
consigliamo di acquistarne sempre due paia alla volta, per non ritrovarvi sprovviste. Vi ricordiamo, infine, che le calze terapeutiche
sono considerate dispositivi medici, prescrivibili dallo specialista e detraibili fiscalmente per effetto del dir. 93/42 CEE.
E voi, che tipo siete? Principesca
Kate Middleton è ormai la paladina indiscussa del ritorno della calza color carne, seguita a ruota da tutte le giovani rampolle della nobiltà mondiale. Sdoganata l’equazione calza color carne = nonnetta, la Duchessa di Cambridge indossa il collant moka a ogni piè sospinto: occasioni mondane, cerimonie ufficiali, passeggiate in famiglia. Ogni momento è buono per scegliere una calza che c’è ma non si vede e permette di mostrare gambe perfette a chi ha la fortuna di averne.
nicare intenzioni “bellicose” o un caratterino tutto pepe. Ad esempio quelle in fantasia animalier (zebrate, leopardate, tigrate, e tutta la Savana che vi viene in mente) o in pizzo, anche questa fantasia ampiamente affrancata dall’appannaggio esclusivo delle ballerine di can-can.
Forever young
C’è chi non ama crescere e lo grida a gran voce attraverso la scelta dei collant: verdi, rossi, fucsia, viola… abbinati a un vestito o semplicemente all’umore, ormai non sono più soltanto le calze delle under 15, ma sono disponibili per tutte le ragazzine nell’animo. E non Ieri, oggi e domani Chi non ha mai visto la scena di So- dimentichiamo le calze con i disegni: phia Loren che fa lo spogliarello da- gattini, skyline o ragnatele, se il vostro vanti ad un eccitatissimo Marcello Ma- stile non concepisce la parola sobriestroianni nel film “Ieri, oggi e domani”? tà, avrete di che sbizzarrirvi. Quell’istante ha consacrato due cose Manager nell’immaginario italiano: la Loren e la Non manca mai il grande classico: calza velata. Quest’anno sono tornate la calza nera o il calzino abbinato al in auge nella versione autoreggente completo pantalone. Anche le gambe e in quella sexy impreziosita dalla riga delle donne tutte d’un pezzo devono nera sul retro. Insomma, le pin-up non essere vestite al meglio. E non dimenticatevi un paio di collant di scorta, in se ne sono mai andate. caso si smaglino prima di una riunione Regina della giungla Anche una calza può bastare a comu- importante!
OPTIMASALUTE
53
I collant in gravidanza Spesso durante la gravidanza è consigliabile l’uso di collant a compressione graduata. Ecco perché: • possono emergere problemi venosi a livello delle gambe, causati dal maggiore peso da “trasportare”. • gli ormoni della gravidanza provocano la diminuzione del tono vascolare, perciò il sangue risale con maggiore difficoltà verso il cuore. Va
dunque aiutato con la pressione graduale esercitata dalle calze. • l’aumento di peso della futura mamma e la pressione del feto sulle vene del bacino provocano un aumento di pressione sulle gambe con conseguente gonfiore delle vene, superficiali e profonde, e presenza di capillari in evidenza che possono anche rompersi.
I cosmeto-tessili che nutrono la pelle Da qualche tempo il mondo della moda ha allargato i propri orizzonti anche alla salute e alla cosmesi. Un esempio lampante sono le collezioni di capi intimi shaping come slip, calzoncini, bustini e collant a vita alta contenitivi, per poter modellare il proprio corpo applicando una leggera pressione. Siamo in pratica tornati ai metodi anni ‘50/’60 quando, per ottenere vitini di vespa a contrasto con petto pronunciato, si ricorreva a bustier e corsetti, ma in maniera meno invasiva.
54 OPTIMASALUTE
Così troviamo non solo capi intimi, ma anche jeans e leggins contenitivi e sottovesti con pancera integrata. Non ci si limita però solo a “comprimere”, ma anche a nutrire e curare la pelle, con i cosiddetti cosmeto-tessili, ovvero tessuti brevettati che contengono microcapsule di principi attivi contro cellulite, inestetismi e rendono la pelle sottostante più elastica, tonica e luminosa. Esistono persino abiti abbronzanti: li indossi e ne esci con la tintarella! n
WellDance, in salute ballando Come tonificare tutto il corpo utilizzando il giusto mix tra danza, jazz ed hip hop. Parola di Raffaele Paganini, che ha inventato e lanciato questa nuova attività fisica di Maria Mazzoli
s
Tecnica, tonificazione, eleganza, divertimento, elasticità, ritmo. Tutto questo è WellDance, ovvero tenersi in forma danzando. Parola 56 OPTIMASALUTE
di Raffaele Paganini, l’étoile mondiale che ha ideato, insieme alla ballerina e coreografa professionista Annarosa Petri ed al campio-
ne Europeo di fitness ed esperto di marketing sportivo, Massimo Alparone, la nuova disciplina che sta riscuotendo sempre più con-
sensi. Perché? Perché, a differenza del potenziamento con gli attrezzi in palestra, non annoia mai. È lo sport ideale per fare il pieno di energia. Nata dal giusto mix tra danza classica, contemporanea, jazz e hip hop con l’applicazione dei più efficaci schemi allenanti del fitness, consente anche a chi non è un ballerino di iniziare a fare pratica. Basta godere di buona salute ed esercitarsi in modo graduale. E affidarsi all’entusiasmo (contagioso) di Raffaele Paganini quando parla della danza, l’amore della sua vita. È proprio lui, qualche minuto prima di cimentarsi nella lezione dimostrativa in una delle sue scuole aperte in varie zone d’Italia, che ci spiega cos’è la WellDance. In ottima forma (un fisico asciutto inossidabile al passare del tempo), dritto come un fuso ma con un portamento incredibilmente naturale e con uno sguardo e un sorriso da aprirti l’animo, decanta fiero le virtù di questa nuova disciplina. «È uno degli allenamenti - sostiene - più importanti e significativi che io abbia mai visto e seguito, con all’interno la base della danza. Credo di poter testimoniare, che oltre a far bene, la WellDance fa crescere l’autostima, fa vivere meglio e sentire più belli. Uno dei pochi metodi per mettersi in forma, autostimandosi». E mentre nella sala accanto sale il ritmo travolgente delle basi musicali selezionate per l’allenamento, che sarà tenuto insieme ad Annarosa Petri, Paganini esalta anche il lato B della WellDance: «È una delle cose più semplici da fare anche se viene da un allenamento e una tecnica estremamente difficili. Un’attività che dà la possibilità, attraverso il lavoro altrui, di fare certi movimenti della danza in modo più semplice, senza accorgersene. Si porta a casa una coreografia vera senza rendersene conto». Pettorali, bicipiti, glutei, polpacci, addominali, dorsali: ogni singolo muscolo si tonifica a tempo di musica, quindi ballando. Sarà davve-
ro alla portata di tutti? «Ci sono tre programmi di allenamento studiati per i giovanissimi, gli adulti e i senior. Certo è che la WellDance ha un linguaggio giovane che va dagli esercizi del fitness ai movimenti della danza classica. Un nuovo modo di allenarsi, non di ballare. Del resto, io sono sempre stato l’étoile internazionale, il rappresentante della danza, però sono anche stato il primo ad andare in televisione a 19 anni a portare la danza in tv con le ballerine. La danza è vita. E il fitness è importante. Per questo voglio dare alle persone, ai giovani, un modo di
allenarsi in scioltezza». Allenamento, quindi, anche la parola che dai primi di settembre inizia a martellarci in testa pensando di mantenerci in forma durante l’inverno. E quale miglior modo per farlo se non attraverso un’attività che mette di buon umore? Ecco, questo è l’effetto collaterale della WellDance. Una disciplina riconosciuta e certificata dalla “AID&A” - Associazione insegnanti danza. Una novità assoluta nel panorama mondiale, il primo metodo di allenamento che permette di tenersi in forma danzando. La prima disciplina cardiovascolare, lipolitica, drenante, composta dalla fusione di danza classica, contemporanea, jazz e hip hop con l’applicazione dei più efficaci schemi allenanti del fitness (super set, stripping, serie ripetute, ecc.) con il risultato, assicura il team, di
OPTIMASALUTE
57
bruciare calorie, eliminare i liquidi ed imparare vere coreografie di danza, con i benefici della tonificazione: si bruciano così calorie sia durante che dopo l’allenamento. Attraverso una lezione, che dura un’ora, si mantiene alto il battito cardiaco: fiato e muscoli vengono messi sotto sforzo. Fin dall’inizio della lezione, si lavora sulla routine dei passi, per arrivare al picco massimo, con continuità e divertimento. Per gli ideatori, è il metodo perfetto per allenarsi fuggendo dalla noia della palestra. Si può fare una lezione anche se non si è mai studiato danza, i passi ed i movimenti si ripetono in piccoli set in modo da facilitarne l’apprendimento. Assicurano che alla tecnica e alle coreografie della danza hanno applicato i migliori protocolli di lavoro del fitness. Intensità e sforzo dell’allenamento aumentano gradualmente, per permettere di migliorare la forma fisica senza mai danneggiare il corpo e bruciare calorie sia durante (allenamento lipolitico e cardio vascolare) che dopo l’allenamento, per l’effetto del recupero muscolare (supercompensazione). Tutto
58 OPTIMASALUTE
attraverso un’esercitazione graduale. All’inizio per una decina di minuti e, via via che l’allenamento prosegue, aumentando la durata. Le lezioni presentano diverse sequenze spiegate passo dopo passo, in modo da poterle memorizzare facilmente. Una sessione tipo inizia con l’impostazione dei passi base, della corretta postura e dell’equilibrio per la massima percezione del baricentro. Assimilati poi i pochi ma basilari principi, si comincia con l’inserimento di passi e, successivamente, di movimenti con le braccia (tipico delle coreografie di danza) ma il tutto tenendo le battute del fitness, quindi circa 132/134 battiti per minuto e senza mai fermarsi. La coreografia si arricchisce poi sempre più di passi, spostamenti e movimenti delle braccia così anche delle mani inserendo però i protocolli di lavoro provenienti dalla preparazione atletica (interval training, superserie, stripping, ecc.) con il risultato di bruciare calorie, aumentare la forza elastica, la tonificazione, la coordinazione, l’equilibrio, la potenza ma divertendosi in compagnia
e ballando realmente. Ogni volta si lavora quindi su muscoli diversi e ogni volta vengono spiegati i benefici derivanti dai singoli movimenti. Il risultato finale? Riduzione della massa grassa, eliminazione dei liquidi in eccesso, tonificazione e apprendimento di vere coreografie di danza. Un training impegnativo e allo stesso tempo molto piacevole, il vero motore motivante che spinge a buttarsi in pista. Provare per credere.
Un programma per tutte le età La WellDance, già prova ufficiale del Grande Fratello 2014, nasce dopo due anni di valutazioni mirate alle esigenze da parte di due settori: scuole danza e palestre. Raffaele Paganini, molto attento e aperto alle innovazioni, si è lasciato trascinare dall’idea partita da Annarosa Petri. Il ballerino ha raccolto la proposta, valutando l’effettiva esigenza di inserire nelle palestre una nuova disciplina per un semplice motivo: i veri danzatori professionisti sono molto pochi, mentre la gente che vorrebbe approcciare alla danza quale disciplina allenante quindi fitness, sono migliaia e provenienti da due settori che per la prima volta con la WellDance condividono un metodo. Tutto imperniato sul magico potere delle musiche travolgenti, un mix tra R&B e varie contaminazioni. Curate personalmente da Annarosa che ha continui contatti con molti Dj residenti negli USA, paese in cui ha precedentemente lavorato come ballerina e coreografa, mentre una nota casa discografica si occupa dei remixaggi e delle applicazioni dei battiti per minuto affinché le battute (contate in ottavi come si usa fare nella danza) risultino efficaci per il lavoro lipolitico e cardiovascolare a cui la WellDance di fatto mira.
menti della danza con l’applicazione dei migliori schemi dell’educazione fisica come l’evoluzione della disciplina madre WellDance, pensata per i bambini con l’utilizzo di particolari musiche e didattiche psico-motorie con protocolli di movimento appositamente applicati nel rispetto dell’età. 2) WellDance (target dai 14 ai 54 anni). È una novità assoluta e unica, nata come intersezione tra i mondi del Fitness (tonificazione, potenziamento, lipolitisi, cardio-vascolarizzazione, divertimento) e della danza (elasticità, coordinazione, ritmo, tecnica, eleganza, energia). Originale, elegante e molto divertente, si basa su 10 parole chiave e sulla applicazione dei migliori protocolli di lavoro del fitness (superserie, interval training, stripping) ai passi e movimenti tecnici della danza, classica, jazz ed hip hop. È adatta a tutti.
3) WellDance Senior (target over 55 anni). È una novità nella novità, perché ideata con le basi della danza applicate a bassissimo impatto ai benefici dell’attività fisica del wellness pensata per l’età avanzata. Tra i risultati: miglioramento della circolazione, riduzione della insulinemia e del colestrerolo cattivo, stimolazione della calLa WellDance ha 3 programmi di alle- cificazione contrastando l’osteoporonamento: si, stabilizzazione delle articolazioni e 1) WellDance children (target dai 9 ai mantenimento della memoria attiva e 13 anni). È la fusione di passi e movi- a breve termine. n
OPTIMASALUTE
59
L’eterno dilemma: sterilizzazione È da sempre il dubbio che assale ogni padrone di cane o gatto, ma sono evidenti i benefici per la salute degli animali di Chiara Baldetti
s
Quando
un nuovo cucciolo entra in casa la prima decisione da prendere è: maschio o femmina? E, quasi immediatamente dopo: lo/la sterilizziamo o no? Soprattutto quando il nuovo arrivato è in coppia con un altro cane o gatto del sesso opposto o si aggiunge ad altri animali in famiglia la questione si fa pressante e va risolta il prima possibile (a meno che non abbiate in mente di mettere su un allevamento o una colonia,
ma questo è un altro discorso). Abbiamo raccolto i dubbi più comuni e cercato di dare le risposte giuste, sia per i padroni che per gli amici quadrupedi. 1. Cosa comporta la sterilizzazione femminile? Per la femmina ci sono due possibilità di intervento definitivo: l’ovariectomia, e cioè l’asportazione delle ovaie, e l’ovaioisterectomia (asportazione di utero e ovaie).
Recentemente si tende a scegliere la prima soluzione perché l’utero, in mancanza di estrogeni (e cioè degli ormoni prodotti dalle ovaie) si atrofizza spontaneamente. Esiste anche un tipo di intervento “parziale” che impedisce la riproduzione ma non l’accoppiamento ed è la legatura delle tube. 2. E quella maschile? Per i maschi l’intervento definitivo è l’asportazione dei testicoli (ca-
OPTIMASALUTE
61
strazione), mentre la vasectomia impedisce la riproduzione ma non l’attività sessuale. 3. Per l’animale è meglio scegliere i metodi che prevedono la prosecuzione dell’attività sessuale? L’animale non subisce l’impedimento all’attività sessuale come gli umani, in altre parole la castrazione o sterilizzazione completa non è da considerarsi crudele psicologicamente come lo sarebbe per noi. La ricerca del rapporto sessuale negli animali è imposta dalla natura e non da una scelta consapevole o dal divertimento (i cani, spesso, neanche si divertono). La mancata attività sessuale non comporta cambiamenti d’umore o di comportamento negli animali. Inoltre, i metodi di sterilizzazione/castrazione apportano anche dei benefici a livello di salute e prevenzione negli animali (vedi domanda 7). 4. Perché dovrei sterilizzare il mio cane/gatto? In linea generale la sterilizzazione viene presa in considerazione soprattutto per evitare riproduzioni indesiderate, o in caso di malattie all’apparato riproduttivo dell’animale. Per quanto riguarda i gatti maschi che vivono all’aperto, però, si consiglia la castrazione anche per motivi di sicurezza: un gatto castrato non si allontana mai troppo da casa e non litiga con altri gatti per il territorio o per le femmine. Inoltre, i gatti maschi che vivono in appartamento vengono castrati per evitare che marchino il territorio con la loro urina dall’odore caratteristico e sicuramente poco piacevole. I cani maschi non devono necessariamente essere sterilizzati, a meno che non vivano con una cagna femmina e si voglia evitare la riproduzione o abbiano problemi di salute che lo richiedono. 5. A che età è meglio sterilizzare una femmina?
62 OPTIMASALUTE
Tutti i veterinari sono concordi, sia per i gatti che per i cani, sulla sterilizzazione prima del primo calore. Molti credono (erroneamente) che l’animale debba andare almeno una volta nella vita in calore - e in alcuni casi avere addirittura una cucciolata! - prima della sterilizzazione, ma questo non ha alcun fondamento scientifico. Le femmine vanno solitamente in calore dopo i 6 mesi di vita, ma si può optare anche per una sterilizzazione precoce, intorno ai 4 mesi. 6. E il maschio? Esiste una tempistica precisa per la castrazione dei gatti maschi e cioè dopo la completa discesa dei testicoli, ma prima che le urine assumano il caratteristico odore, attorno ai 6 mesi di vita. Per quanto riguarda invece i cani maschi, non esiste un momento migliore per la castrazione, ma si consiglia comunque dopo il compimento degli 8 mesi di vita. 7. Quali sono i benefici della sterilizzazione? Sterilizzando la femmina si prevengono sicuramente diverse patologie dell’apparato riproduttivo come cisti ovariche, tumori mammari, metriti ecc. Inoltre, è stato recentemente provato che la sterilizzazione influisce positivamente anche sul tempo di sopravvivenza delle cagne già colpite e operate per carcinoma mammario. Per quanto riguarda il maschio si sta parlando, in questi ultimi tempi, dell’eventuale utilità della castrazione dai 5 anni in su per prevenire tumori e iperplasie prostatiche, ma al momento non ci sono prove concrete a sostegno di questa tesi. 8. È vero che l’animale sterilizzato cambia carattere? Anche questa è una falsa credenza. Più che cambiare il proprio carattere, l’animale sterilizzato sarà più tranquillo, meno aggressivo e
sereno (soprattutto per quanto riguarda i maschi). 9. È vero che l’animale sterilizzato ingrassa? Gli animali che ingrassano a seguito dell’intervento, in genere, erano già sovrappeso o sovralimentati prima. Per quanto riguarda i gatti, tenete presente che dopo l’intervento il loro fabbisogno alimentare calerà di un 25% quindi dovrete diminuire le dosi di pappa e croccantini proporzionalmente. 10. Cosa comporta il decorso postoperatorio? Anche in questo caso ci sono differenze sostanziali tra maschi e femmine. I maschi si riprenderanno velocemente, passato l’effetto dell’anestesia, entro 1-2 giorni. Le femmine, invece, hanno una ripresa più lenta, di circa una settimana e che comporta a volte una visita di controllo dopo 5-10 giorni per eliminare i punti di sutura. Per questo vanno tenute sotto controllo (anche con l’uso di un collare elisabettiano) perché non cerchino di togliersi i punti da sole causandosi ferite o infezioni. In ogni caso se notate gonfiori, arrossamenti, perdite di sangue anomale recatevi immediatamente dal veterinario. Alcuni tipi di punti di sutura, infine, non necessitano di rimozione e vengono lentamente dissolti dall’organismo. 11. Quali sono i costi della sterilizzazione? I prezzi, come spesso accade, variano molto a seconda del veterinario e della zona d’Italia in cui si vive. In linea di massima, comunque, gli interventi sulle femmine sono più complicati e dunque più costosi. La media nazionale, sia per i cani che per i gatti, prevede circa 200 euro di spesa per le sterilizzazioni femminili e 100-150 per le castrazioni maschili. n
Hobby House
di Gelsomina Sampaolo
Libreria Bambini
A letto, piccolo mostro
Le streghe
Quello che i pazienti non dicono
Se la pelle parlasse
Terapia di coppia per amanti
L’amante giapponese
La storia di un figlio vivacissimo, scatenato: ogni scusa è buona per non andare a letto. E di un padre la cui pazienza viene messa a dura prova. Ramos M.; Babalibri; Euro 10,00
Un racconto che vi farà capire chi sono le vere streghe. Non quelle delle fiabe, ma quelle somiglianti a certe signore che probabilmente già conoscete. Dahl R.; Salani; Euro 8,50
In Salute
Quando il dolore e la sofferenza sono intollerabili, invece di trasformarli in malessere ed aggressività, è possibile contenerli e superarli. Lorusso M.; autopubblicato; Euro 20,00
Quest’organo, da molti trascurato e maltrattato, è di fatto un filtro importantissimo, specchio del nostro stato di salute. Cagnoni M.; Tecniche Nuove; Euro 17,90
Best Seller Due adulti sposati (non tra loro) si ritrovano uniti da una passione incontrollabile e nel dilemma se lasciare i rispettivi coniugi finiscono dall’analista. De Silva D.; Einaudi; Euro 18,00
Cinema Tutto puo’ accadere a Broadway
Regia: P. Bogdanovich; con O.Wilson, I. Poots, J. Aniston, R. Ifans Trama: una ragazza squillo conosce un regista teatrale che vuol fare di lei un’attrice. Giudizio: commedia degli equivoci esilarante e ben recitata, alla Woody Allen vecchia maniera.
64 OPTIMASALUTE
L’anziana Alma racconta la sua vita e la sua grande storia d’amore clandestina con il giapponese Ichi, durante la seconda guerra mondiale. Allende I.; Feltrinelli; Euro 18,00
Musica Maximilian Max Gazze’
Gazzè si conferma, in coppia col fratello, un eccelso autore. In questo disco scopre anche l’elettronica e la musica balcanica, ma le parole restano poesia italiana contemporanea.
Ultima pagina
ricette
Gricia (amatriciana in bianco) • 250 g di guanciale • 55 g di pecorino romano grattugiato • Sale e pepe q.b. Buttate i rigatoni in acqua abbondante, poco salata. Nel frattempo tagliate la cotenna dal guanciale e riducetelo a listarelle, facendolo rosolare in una padella antiaderente, finché diventerà trasparente e inizierà a perdere il suo grasso, formando un gustoso sughetto. Aggiungete pepe e allungate con un mestolo di acqua di cottura della pasta. Scolate i rigatoni e fateli saltare con il guanciale, poi rifinite con pecorino romano grattugiato, in abbondanza.
Marchesismi
Che bambole! Anche i maschietti devono giocare con le bambole. Così acquistano il senso della famiglia. Ne acquistano tanto che da grandi finiscono, quasi sempre, per averne due. (Marcello Marchesi)
Lo Sapevate?
Il sandwich inventato per non perdere tempo L’invenzione del sandwich è attribuita a John Montagu, IV conte di Sandwich, vissuto nel 1700. Si dice che il nobiluomo fosse talmente impegnato, nel lavoro ma anche nel gioco delle carte e del golf, da chiedere spesso panini riccamente imbottiti. Per non lasciare la scrivania o gli hobby preferiti. Esattamente come oggi.
Web Zone
Tendinite da mouse tra le teenager Le donne sarebbero le più sensibili perché hanno il polso sottile: la tendinite ‘da mouse’ è causata da troppo tempo passato al computer. Per prevenirla si possono praticare sport come il tennis. Tra i rimedi ghiaccio e riposo o laser, ultrasuoni e ionoforesi.
66 OPTIMASALUTE
oroscopo
Segno del mese Acquario 21/01 - 19/02
Successi attesi nel lavoro, grazie alla vostra innata fantasia. Potrete anche ottenere inaspettati guadagni, ma investite con i piedi di piombo e senza farvi prendere da facili entusiasmi per qualcuno. Vi aspetta una vita sentimentale molto attiva.
Pesci 20/02 - 20/03
Intoppi in amore, stabilità nel lavoro, malumore da stanchezza. Riposatevi.
Ariete 21/03 - 20/04
Vantaggi dal lavoro in team, chiarimenti importanti in amore.
Toro 21/04 - 20/05
Meno emotivi e più razionali, nei sentimenti e in ufficio.
Gemelli 21/05 - 21/06
Emozioni forti nella vita di coppia, guadagni extra in vista.
Cancro 22/06 - 22/07
Novità attese nel lavoro, scintille con il partner.
Leone 23/07 - 23/08
Periodo di riflessione, soprattutto nella vita a due.
Vergine 24/08 - 22/09
Felicità per coppie e single, pazienza nel lavoro.
Bilancia 23/09 - 22/10
Comunicazione ed energia sono il vostro forte: fatene uso!
Scorpione 23/10 - 22/11
Stress da nuove relazioni e lavori. Stemperate col jogging.
Sagittario 23/11 - 21/12
Fissate obiettivi e priorità: girovagare non serve.
Capricorno 22/12 - 20/01
Ottima la vita di coppia, più organizzati nel lavoro.
Il colloquio sui social Secondo una recente indagine Adecco, il 35% dei recruiter in Italia ha dichiarato di aver escluso un potenziale candidato “in seguito alla pubblicazione di contenuti o foto improprie” sui social network. Attenzione a ciò che si pubblica su Facebook quindi!
La classifica delle emoji Twitter ha dichiarato che la emoji più usata del 2015 è quella con le lacrime di gioia, insignita addirittura del titolo di “parola dell’anno” dal dizionario Oxford. In classifica seguono quella con gli occhi a cuoricino e quella che piange (non di gioia).
CONCERTI Le date del mese Baglioni-Morandi: 19 Padova, 23-24 Assago, 27-28 Firenze Battiato e Alice: 15 Trieste, 17 Bergamo, 19 Brescia, 22 Torino, 26 Padova, 28-29 Firenze. Carmen Consoli: 12 San Benedetto del Tronto, 13 Trieste, 20 Cesena, 25 Catania, 26 Cosenza. Luca Carboni: 18 Milano, 20 Venaria Reale, 23 San Biagio di Callata, 25 Nonantola, 27 Roma, 28 Napoli. Massive Attack: 13 Milano, 14 Padova. Max Gazzè: 5-6 Bologna, 9-10 Milano, 11 Venaria Reale, 19-20 Roma, 25-26 Firenze. Negrita: 19 Fontaneto d’Agogna, 20 Cerea, 25 San Biagio di Callata, 26 Nonantola, 27 Cesena. Nomadi: 2 Venaria Reale, 3 Bergamo, 5 Milano, 26 Lecce, 27 Bari. Subsonica: 4 Roma, 12 Rimini, 13 Taneto di Gattatico, 18 Firenze, 20 Marghera, 24 Milano.