Optima Salute Gold - Giugno 2016

Page 1

N. 246 ANNO XXV Giugno 2016

Bambini

Ciao pannolino: come farne a meno

Corpo da bikini

Esercizi in casa per un fisico tonico

Depilazione

Ceretta, laser e... zucchero al limone

Dossier

Estate al femminile

in questo numero

ATTACCO AL COLESTEROLO INFORMAZIONE, PREVENZIONE E TERAPIE



Sommario

Anno XXV n. 246 Giugno 2016

Direttore responsabile Claudio Sampaolo Coordinamento editoriale Roberta Stagno Grafica e impaginazione Enrico Marinelli email: info@studiorocchetti.com Redazione Studio Rocchetti Comunicazione Strada Lacugnano Giardino, 3 06132 Perugia e mail: redazione@studiorocchetti.com Tel. 075 5170247 Fax 075 5171430 Marketing e pubblicità Francesca Capalbo Tel. 06 41481370 Fax 06 41481383 Gabriele Iannella Tel. 06 41481292 email: optima@comifar.it

Collaboratori Francesca Aquino, Chiara Baldetti, Benedetta Ceccarini, Stefano Ciani, Pompeo D’Ambrosio, Francesco Fioroni, Andrea Giordano, Maria Mazzoli, Roberto Moraldi, Simona Peretti, Maria Pia Pezzali, Giuseppe Rinonapoli, Rolando Rossi, Gelsomina Sampaolo, Filippo Tini Consulente scientifico Dottor Pompeo D’Ambrosio Fotografie AGF Creative - Fotolia - iStock Illustrazioni Sabrina Ferrero Editore Comifar Distribuzione S.p.a. Via Fratelli Di Dio, 2 20026 Novate Milanese (MI) Registrazione del Tribunale di Milano n.727 del 04/12/2008 Fotolito e Stampa Charterhouse in collaborazione con Rotolito Lombarda S.p.A. Via Sondrio, 3 20096 - Seggiano di Pioltello (MI) Prezzo per copia € 1,00 Costi di abbonamento: copie 50 € 250,00 copie 100 € 365,00 copie 150 € 505,00 copie 200 € 655,00 copie 300 € 950,00 copie 500 € 1.545,00 Rivista ceduta esclusivamente in abbonamento attraverso il canale Farmacia Info e abbonamenti: www.optimasalute.it

omaggio del tuo farmacista

Post-it

Rubriche

6

Attualità in Farmacia La hit parade delle novità

8

Post-it Pro-memoria della salute

di Francesca Aquino

64

Hobby House Cinema, musica e libri

66

Ultima pagina Oroscopo, ricette, appuntamenti, curiosità

di Gelsomina Sampaolo

Testata associata

www.optimasalute.it

OPTIMASALUTE

3


Sommario

Anno XXV n. 246 Giugno 2016

35

Dossier

Estate al femminile Un piccolo vademecum su come prevenire scottature e altri fastidi a pelle, capelli e occhi. E i consigli dell’urologa per evitare e curare la cistite, una patologia che esplode nei cambi di stagione ed essenzialmente nei mesi caldi a cura di Francesca Aquino intervista di Claudio Sampaolo

47 55

15

Una boccata d’aria Che cosa respiriamo e come respiriamo? Un viaggio all’interno del nostro corpo

23

Nuoto vuol dire salute È lo sport più completo per costruire il fisico ed anche il più praticato dell’estate

29

Quello che i bambini non mangiano I consigli della nutrizionista e del Ministero della Salute contro sovrappeso e obesità

di Pompeo D’Ambrosio

di Benedetta Ceccarini

di Gelsomina Sampaolo

47

62

51 55

Corpo da bikini Terza puntata del nostro allenamento finalizzato a rendere il fisico più tonico

E il pannolino non c’è più È ora di aiutare i bimbi a compiere uno dei passi più impegnativi dell’infanzia

di Chiara Baldetti

Una dolce depilazione Tutto quello che non sapete sul sugaring, ceretta con zucchero e succo di limone

62 4 OPTIMASALUTE

di Roberto Moraldi

di Gelsomina Sampaolo

Estate a 4 zampe I consigli per prevenire i pericoli derivanti da filariosi e Leishmaniosi di Chiara Baldetti



Attualità in Farmacia

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Le novità e i prodotti in vendita in Farmacia

Infezioni urinarie, cistiti, recidive: Cys-Control MD - Dispostivo Medico

0546

L’obbiettivo di Cys-Control MD è di limitare l’adesione dei batteri Escherichia coli sulle pareti delle vie urinarie. Questo batterio è responsabile, da solo, di molte infezioni urinarie come le cistiti. Il Cranberry contiene un principio chiamato PAC A (proantocianidicine di tipo A) presente soprattutto nel Cranberry del Nord America, che aiuta a limitare l’adesione di questi batteri alle pareti delle vie urinarie e quindi a limitare i rischi di cistite. Cys-Control MD è disponibile nei formati da 20 capsule e 6 bustine da sciogliere in acqua. Da Arkopharma.

Da Somatoline Cosmetic: Snellente Drenante gambe

Dalla ricerca Somatoline Cosmetic nasce lo Snellente Drenante Gambe, una formula gel ad effetto ghiaccio a rapido assorbimento, studiata per snellire e rimodellare il profilo delle gambe appesantite da accumuli adiposi e dalla ritenzione dei liquidi cutanei in eccesso. Contiene l’esclusivo Crio Dren-complex™ che associa l’efficacia dell’attività snellente della caffeina ai più conosciuti attivi drenanti. Agendo sulla microcircolazione cutanea la sua formula criogenica: • favorisce la lipolisi destoccando le adiposità localizzate; • favorisce il drenaggio dei liquidi in eccesso; • genera una sensazione di leggerezza immediata; • rimodella la silhouette delle gambe; • rende la pelle subito setosa, liscia e dall’aspetto più omogeneo. * Lo snellimento consiste in un’azione cosmetica di rimodellamento durante l’uso che non comporta perdita di peso.

Combattere il sovrappeso mangiando meglio

La nostra composizione corporea, ovvero la quantità effettiva di grasso che abbiamo, accanto alle caratteristiche della massa adiposa (dimensioni e numero degli adipociti, alterata produzione di adipochine, ecc.) e al nostro assetto ormonale, condizionano la risposta a qualsiasi intervento mirato alla perdita di peso e quindi incidono sia sulla velocità di dimagrimento che sull’entità del calo ponderale ottenibile. Quando si pianifica un intervento sul sovrappeso, pertanto, è fondamentale prestare attenzione ai processi alla base della formazione degli accumuli di grasso. Il piano di dimagrimento andrebbe articolato su periodi prolungati: l’organismo si stabilizza su quel determinato volume della massa adiposa e sviluppa di conseguenza uno specifico assetto metabolico (capillari, tessuto connettivo, segnali ormonali, ecc.) per supportarlo. Ed è su questo assetto che l’organismo regola il suo metabolismo basale, ovvero la sua efficacia brucia grassi. Per questo è importantissimo perdere peso lentamente e soprattutto mantenere questa condizione per un periodo sufficientemente lungo, almeno un anno, in maniera da consentire al nostro organismo di riprogrammare su questa il suo assetto metabolico e ormonale e di conseguenza il suo metabolismo di base.

6 OPTIMASALUTE


Pronto per le vacanze? La Loperamide ti può essere utile in caso di diarrea La Loperamide è indicata per il trattamento sintomatico delle diarree acute di breve durata. Assunta oralmente: • viene efficaciemente assorbita a livello intestinale • è un rimedio veloce contro la diarrea • la somministrazione in compresse orosolubili si scioglie in bocca in pochi secondi e non richiede acqua. Per maggiori informazioni o consigli sull’uso della Loperamide rivolgetevi al farmacista o al medico. Leggete attentamente il foglietto illustrativo del farmaco acquistato, prima di usare il medicinale.

Adattogeni contro stress e spossatezza

Tutte le nostre funzioni fisiologiche dipendono dalla capacità del nostro organismo di rispondere a elementi stressogeni di diversa natura: rumori continui, traffico, lavori pesanti, lavori notturni ma anche colloqui di lavoro, esami o litigi, separazioni, lutti. Tutto ciò incide pesantemente sul nostro equilibrio, determinando effetti negativi prima sulla qualità di vita e poi sulla salute. I sintomi più comuni sono stanchezza cronica e spossatezza, sonno disturbato, ansia, apatia e talvolta depressione, disturbi gastrointestinali (gonfiori, colon irritabile, digestione lenta, intolleranze alimentari). In queste condizioni l’organismo cerca di “resistere” allo stress. Alcune sostanze naturali possono aiutare il nostro organismo a migliorare la risposta allo stress e per questo motivo si definiscono “adattogene”: ginseng, eleuterococco, pappa reale, rodiola.

Da Somatoline Cosmetic: Nuovo Snellente Spray Use&Go

Oggi l’efficacia snellente di Somatoline Cosmetic è per la prima volta in spray. Nasce lo Snellente Spray Use&Go™, efficacia snellente su girovita, cosce e fianchi in 4 settimane* e facile da usare. È un’innovativa emulsione fluida che: • si applica in pochi secondi; • si assorbe velocemente; • non unge la pelle; • permette di rivestirsi immediatamente dopo l’applicazione. La sua nuova formula contiene l’esclusivo ReduxExpress-complex™, concentrato in principi attivi mirati ad azione snellente e lipolitica multilivello, associati ad efficaci attivi drenanti e rassodanti, che: • stimola i meccanismi lipolitici favorendo la riduzione degli accumuli adiposi; • promuove l’utilizzo degli acidi grassi a fini energetici; • riattiva la funzionalità del microcircolo cutaneo, favorendo così il drenaggio dei liquidi in eccesso; • aiuta a tonificare i tessuti cutanei. *Azione cosmetica durante l’uso. Non comporta perdita di peso. Test clinico vs placebo condotto su 81 donne con adiposità superficiale, di grado lieve-moderato.

OPTIMASALUTE

7


Post-it salute

di Francesca Aquino

Staminali per il cuore

Le cellule staminali del midollo osseo sarebbero in grado di “riparare” il cuore di pazienti con insufficienza cardiaca grave, ovvero non più capace di pompare il sangue. Una volta prelevate dal midollo del paziente, le cellule vengono coltivate in provetta e poi iniettate nel cuore del paziente con un intervento mini-invasivo di circa due ore. I risultati molto promettenti della sperimentazione clinica sono stati presentati al meeting annuale 2016 dell’American College of Cardiology e pubblicati sulla rivista Lancet. Lo studio, coordinato da Amit Patel dell’Università dello Utah, ha portato a una riduzione globale del 37% degli eventi cardiaci (fatali e non) per i pazienti trattati con le staminali.

Bambini e autismo

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo almeno 1 bambino su 160 è affetto da Disturbi dello Spettro Autistico (DSA). Grazie agli ultimi studi clinici effettuati è emersa una stretta correlazione tra intestino e cervello: un’alterazione nel microbiota, determinata da infezioni batteriche o utilizzo frequente di antibiotici, potrebbe contribuire allo sviluppo dei sintomi dell’autismo. La possibilità di interventi specifici per modificare la qualità del microbiota apre, quindi, la prospettiva ad una serie di nuovi approcci terapeutici nel trattamento dei sintomi dell’autismo, tra cui l’utilizzo dei probiotici. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, oggi si stima che in Italia una prevalenza attendibile del disturbo sia di circa quattro su mille bambini e che il disturbo colpisca, per ragioni ignote, i maschi 3 o 4 volte più delle femmine.

I “calcoli” della dieta vegan

Uno studio della Oxford University pubblicato dalla rivista Pnas, ha calcolato i benefici di una dieta vegan, in termini di salute ed economici. È emerso che, se tutto il mondo adottasse una dieta strettamente vegana, si risparmierebbero 8,1 milioni di morti premature da qui al 2050, soprattutto dovute alle minori malattie cardiovascolari, ma anche a tumori e patologie legate all’obesità. I benefici economici per i sistemi sanitari, poi, andrebbero dai 700 ai 1.000 miliardi di dollari l’anno.

8 OPTIMASALUTE



Post-it salute

Presbiopia, brevettate lenti a contatto

Potrebbero essere finiti i giorni degli occhiali estratti di soppiatto per leggere il menù del ristorante. Un’azienda italiana ha, infatti, brevettato delle nuove lenti a contatto afocali per presbiopia, un fenomeno naturale e fisiologico che insorge intorno ai quarant’anni, causato dalla perdita di elasticità del cristallino. Si ha una progressiva riduzione della capacità di focalizzare gli oggetti vicini, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione o di stanchezza. Queste nuove lenti aumentano la profondità di campo e, a differenza di una lente a contatto multifocale, non necessitano di tempi di adattamento e possono garantire immagini ben definite in qualunque situazione di illuminazione, utilizzando più del 90% della luce per la messa a fuoco dell’immagine.

Alimenti in sicurezza

Gli italiani, pur essendo buone forchette e tra i fortunati depositari della dieta mediterranea, non sono immuni dai rischi legati alla sicurezza alimentare. Per sfuggire a frodi, rischi e patologie è nato Alimentiesicurezza.it, un nuovo portale con tutte le informazioni sulla legislazione nazionale e comunitaria in materia di sicurezza alimentare, e non solo. Sono disponibili sul sito anche notizie sul tema dell’ambiente e dell’alimentazione, consigli utili e inchieste su frodi alimentari e agropirateria.

Danza contro l’ipertensione

La danza potrebbe essere un nuovo ‘farmaco’ contro l’ipertensione e le malattie cardiovascolari, in Italia responsabili del 41% dei decessi. Gli esperti intervenuti all’ultimo Congresso della Società Italiana Per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC) suggeriscono di praticare un esercizio aerobico per 30-45 minuti 3-4 volte a settimana ad un livello di intensità pari al 50-70%. Un’attività fisica di tipo aerobico, come la danza dunque, può contribuire a ridurre la pressione arteriosa e a prevenire lo sviluppo di coronaropatie.

10 OPTIMASALUTE




Post-it salute

Diabete, epidemia del secolo

Con 350 milioni di persone colpite, destinate a raddoppiare nei prossimi 20 anni, è il diabete l’emergenza sanitaria a cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dedicato lo scorso aprile la Giornata mondiale della salute 2016. “L’epidemia di diabete è in rapida crescita in molti Paesi, soprattutto in quelli a basso e medio reddito: entro il 2030 il diabete sarà la settima principale causa di morte a livello globale”, si legge nella nota del Ministero della Salute. Gran parte dei casi di diabete di tipo 2, che rappresentano il 90% del totale e sempre più spesso riguardano anche i giovanissimi, infatti sono prevenibili o ritardabili con semplici interventi sugli stili di vita (dieta e attività fisica). Inoltre una diagnosi precoce, così come sapere controllare e gestire la malattia, ne previene le complicanze.

Ubriachi di sonno

La carenza di sonno può avere sul cervello gli stessi effetti dell’ubriachezza. Lo evidenzia una pubblicazione di Oxford University e Royal Society for Public Health, nel Regno Unito. Secondo gli esperti, dopo 17 ore senza sonno, la nostra mancanza di attenzione è simile a quella dovuta agli effetti di una concentrazione di alcol nel sangue dello 0,05 per cento. E dopo 24 ore senza dormire, equivale a quella che si verifica con una concentrazione di alcol dello 0,1%, superiore ai limiti previsti per poter guidare negli Stati Uniti.

Genitori... dislessici

Il 40% dei familiari di ragazzi dislessici sono dislessici a loro volta, in maggioranza i papà, secondo lo studio della International Dyslexia Association. Alessandro Rocco, co-fondatore di W LA DISLESSIA! afferma che “i padri dislessici, rispetto agli altri, sono consapevoli che la riuscita scolastica non è più un indicatore del successo nella vita. Questo si traduce in maggiore comprensione, apertura mentale e flessibilità, con una serie di benefici sulla vita stessa dei ragazzi”. I genitori dislessici sono particolarmente bravi nel comunicare interesse e motivazione per le più svariate attività al di là della scuola: viaggiare, conoscere nuove culture e nuove lingue, entrare in contatto con la natura.

OPTIMASALUTE

13



Una boccata d’aria Che cosa respiriamo e come respiriamo? Un viaggio all’interno del nostro corpo e i consigli utili per trascorrere vacanze in salute di Pompeo d’Ambrosio medico sportivo, cardiologo

s

Aria

acqua terra e fuoco sono i quattro elementi che, sin dall’antichità, vengono considerati alla base della vita, del mondo e dell’universo in generale. L’acqua, oltre a coprire gran parte della superficie terrestre, è il maggior costituente del nostro organismo, al punto che la vecchiaia si può identificare con la progressiva disidratazione del corpo. Il fuoco rappresenta una delle pri-

me scoperte dell’uomo, almeno quello acceso volontariamente e non rinvenuto in modo casuale. Nel campo della fisiologia, il calore si associa a tutto ciò che ha una temperatura superiore alla norma: si parla di iperpiressia quando si ha la febbre, pirosi gastrica per identificare il bruciore di stomaco associato a gastrite o ulcera. In ogni caso una sensazione legata all’immagine del fuoco, almeno nell’ambito del-

la salute, non indica generalmente qualcosa di positivo; del resto, lo stesso termine di “infiammazione” (inteso come qualcosa che brucia) ne è un esempio esplicativo. Unica eccezione potrebbe riguardare l’aspetto non squisitamente pratico ma solo descrittivo di alcune situazioni: avere il fuoco nelle vene o il cuore in fiamme non è una cosa del tutto sgradita, come pure l’essere definito “amante focoso”.

OPTIMASALUTE

15


E la terra? Viene subito in mente una considerazione negativa, che coinvolge la psiche: “essere a terra” non è propriamente una situazione ideale, anzi identifica perfettamente lo stato d’animo di un soggetto in preda a depressione, tristezza o in

ogni caso un sentimento non buono. Finora abbiamo analizzato solo tre dei quattro elementi primordiali. Manca l’aria, non in senso diretto si intende. Battuta a parte, viene subito in mente una caratteristica importante: la vita è respiro, è un

soffio, un anelito, e già la stessa definizione “è spirato” per descrivere una persona passata nell’aldilà rende conto dell’importanza dell’aria nella vita umana. L’aria è tutto, ed è alla base di ogni fenomeno vitale, nel bene e nel male.

Meglio respirare con la bocca o con il naso? Vediamo un po’ di capire la dinamica del fenomeno. Spesso, a livello popolare, si sente dire, riferendosi a un soggetto magro che mangia poco: “Che fai, non mangi? Campi d’aria?”. Ebbene sì, magri o grassi, belli o brutti, tutti sopravviviamo grazie all’aria, che viene assunta dall’ambiente esterno attraverso le prime vie respiratorie, ed arriva ai polmoni. Nasce già una prima domanda. Meglio respirare con la bocca o con il naso? Se la ventilazione polmonare è tranquilla e non c’è una richiesta di grandi quantità di ossigeno, attraverso le coane (le cavità nasali) transita un flusso sufficiente. Nella mucosa nasale sono presenti numerosi peli (vibrisse) che hanno un compito speciale: fungono da filtri e permettono di trattenere le impurità presenti; per quzesto motivo è preferibile respirare con il naso in condizioni tranquille. Provate ora ad immedesimarvi in uno sforzo estenuante e prolungato, che richiede che una grande massa di aria arrivi ai polmoni: attraverso il naso il flusso è trascurabile, perciò la maggior parte deve transitare per la cavità orale. In questo caso non c’è la possibilità di riscaldare e filtrare l’aria come attraverso le coane, ma l’eventualità di far passare aria fredda è di gran lunga meno importante rispetto al beneficio di una respirazione a pieni polmoni. La parola aria deriva dal greco antico, da Pneuma e proprio partendo dall’etimologia della parola,

possiamo fare tanti passi in avanti, semplicemente passando in rassegna altri termini o situazioni che implichino presenza o transito di aria. Vediamo come.

Se non c’è grande richiesta di ossigeno, attraverso le cavità nasali transita un flusso d’aria sufficiente Apnea. Letteralmente “senza aria”, il termine indica la sospensione dell’attività respiratoria per un tempo più o meno prolungato. Nello sport c’è una vera e propria disciplina, l’immersione senza l’ausilio di respiratori, definita per l’appunto così. Anche la tradizione ci porta alla mente dei lavoratori speciali, i “cercatori di perle” che si immergono nell’oceano alla ricerca di ostriche: una volta tuffati, i più allenati e dotati possono trattenere il respiro anche per diversi minuti senza risalire in superficie. Il rovescio della medaglia dell’apnea trova spazio anche in medicina, con un rilievo sempre maggiore: si sta diffondendo sempre più l’attenzione per la “sleep ap-

nea”, una condizione patologica in cui durante il sonno il soggetto smette di respirare per parecchi secondi, correndo il rischio, con il tempo, di provocare gravi danni al cuore e al cervello. La “sleep apnea” è spesso associata al russamento; in questa patologia sono spesso coinvolti soggetti in grave sovrappeso, che, oltre ad avere una cattiva qualità del sonno, di giorno sono soggetti alla possibilità di addormentarsi anche in situazioni pericolose per la loro ed altrui salute. Iperpnea è invece una situazione opposta, in cui il soggetto ha fame di aria, e per soddisfare ciò aumenta la frequenza e la profondità degli atti respiratori: dai 1620 a riposo si passa anche a oltre 60, con una movimentazione ad ogni atto respiratorio di un volume molto maggiore; senza entrare nel patologico, questo succede normalmente, come detto, anche in chi compie uno sforzo gravoso e non costituisce perciò alcunché di anomalo. Dispnea è un’altra parola legata alla respirazione e costituisce un sintomo di molte malattie, coinvolgenti l’apparato respiratorio o cardiovascolare: può essere identificata con la fame d’aria, con la percezione di disagio nel respiro, con la necessità di ricorrere a tutte le sorgenti di aria. Può a volte coinvolgere anche la sfera psichica, come nel caso degli attacchi di panico.



Chi ha problemi di cuore non dovrebbe mai soggiornare sopra i 1000-1500 metri di altitudine

Lo stretto rapporto con cuore e polmoni Abbiamo dunque parlato di aria che passa dall’ambiente esterno alle vie respiratorie. Ma quella che respiriamo è sempre la stessa? Dipende da che punto di vista consideriamo il problema, e questo aldilà o comunque indipendentemente dall’inquinamento atmosferico di cui si parla sempre più spesso. L’aria è una miscela di gas presenti in una percentuale fissa: grossolanamente l’azoto è il 78% e l’ossigeno il 20%; andando in quota o viceversa scendendo verso il livello del mare, ciò che cambia è la pressione parziale di questi gas, nel senso che, pur rimanendo i gas nella stessa percentuale, l’aria atmosferica ha una pressione che diminuisce con l’aumentare dell’altitudine. Per questo motivo, salendo in quota, la percentuale di ossigeno sarà sempre del 20%, ma la pressione, che per convenzione è pari ad una atmosfera al livello del mare, cala con l’aumentare dell’altitudi-

18 OPTIMASALUTE

ne. Per questo motivo, più in alto si sale, minore sarà la quantità di ossigeno presente nell’aria, ed è proprio per questa caratteristica che gli alpinisti, quando affrontano scalate sopra i 7-8.000 metri, sono costretti a ricorrere alle bombole di ossigeno. Sentire pertanto affermazioni secondo cui si va in collina per godere di una maggior ossigenazione dell’aria e del sangue deve essere considerata quasi una bestemmia. Tanto è vero che, proprio in base a ciò, ad un cardiopatico viene rigorosamente sconsigliato un soggiorno al di sopra di 1.000-1.500 metri. Di nuovo l’aria, o meglio l’ossigeno, al centro dell’attenzione. Già, perché il cuore si nutre di ossigeno, di cui ha un bisogno costante. Quando è sotto sforzo, la richiesta aumenta, e si mette in atto un meraviglioso meccanismo fisiologico che aumenta la disponibilità di questo gas. I problemi iniziano se non si riesce a far fronte alla

necessità; questo accade quando le arterie coronarie, piccoli vasi che portano ossigeno al cuore, sono ostruite parzialmente o del tutto dalla placca di colesterolo, e non riescono perciò ad aumentare il flusso sanguigno, con conseguenze negative momentanee (angina) o definitive (infarto). L’aria però non è sempre ben accetta dal nostro organismo. Ci spieghiamo meglio. I polmoni sono delle strutture elastiche che tenderebbero ad afflosciarsi come un palloncino sgonfio: ciò non accade solamente perché al loro esterno, nella gabbia toracica, c’è una pressione negativa che li mantiene distesi; quando, per i motivi più svariati, penetra dell’aria nella cavità pleurica (due foglietti che rivestono il polmone), la pressione aumenta e supera quella del polmone, costringendolo a ritirarsi in uno spazio ristretto che impedisce così i normali scambi respiratori. Il fenomeno si chiama


“pneumotorace” e letteralmente significa aria all’interno del torace. Quindi, per rimanere in tema, c’è aria ed aria: quella presente all’interno del torace non va bene, dentro il polmone sì. Ma l’aria, una volta assunta dall’esterno attraverso il naso e/o la bocca, arriva sempre a destinazione? Magari fosse. Infatti, spesso si devono fare i conti con l’asma. L’asma, termine derivante dal greco che significa “affanno”, è una patologia infiammatoria che riguarda i bronchi, i quali, come risposta, vanno incontro, in modo temporaneo e reversibile, a un re-

stringimento, che talvolta arriva fino a una vera e propria ostruzione. Il risultato è un respiro affannoso, sibilante, con tosse secca. Le cause scatenanti sono tante, il risultato, a volte devastante, è l’incapacità dell’aria di superare l’albero bronchiale ed arrivare ai polmoni. Tralasciando questa malattia, ci dobbiamo chiedere a cosa serva l’aria e di come venga “lavorata” dai polmoni. Dal cavo orale o dal naso passa nella laringe, nella trachea e da qui nei bronchi e infine nei polmoni, attraverso un percorso obbligato che la trasferisce

all’ultima stazione, gli alveoli polmonari. Qui avviene lo scambio, attraverso lo stretto contatto tra aria e sangue, dei gas contenuti nell’aria: viene eliminata l’anidride carbonica, scambiata con l’ossigeno. La superficie dove questo avviene è enorme, dell’ordine di tanti metri quadrati. Dobbiamo immaginare il polmone come una grande spugna con numerosi minuscoli pori, gli alveoli. È qui che avvengono gli scambi gassosi: è implicito come la quota interessata sia tanto maggiore quanto più è estesa la superficie, condizionata dal numero degli alveoli polmonari.

Le sostanze nocive respirate col fumo In questa nostra discussione è finalmente giunto il momento di un ospite speciale, il fumo. Tra i tanti danni provocati, in questa sede va ricordata anche la distruzione delle pareti degli alveoli, con conseguente perdita di una parte della superficie respiratoria: si parla in questo caso di “enfisema polmonare”; all’interno del polmone si creano degli spazi sempre più grossi al posto degli alveoli, e gli scambi gassosi peggiorano, oltre che quantitativamente, anche sotto il profilo qualitativo. Infatti l’ossido di carbonio, il principale prodotto della combustione della sigaretta, ha un’affinità infinitamente più grande dell’ossigeno per l’emoglobina. Legandosi ad essa al posto all’ossigeno (carbossiemoglobina), impedisce così che questo venga trasportato, attraverso i globuli rossi, ai muscoli, al cuore e ai tessuti, con grave compromissione della prestazione fisica e della salute in generale. Possiamo perciò definire il fumo come “aria viziata” e anche concederci il lusso di una risata quando sentiamo qualcuno affermare che “tanto non lo respiro…!”. Il fumo si diffonde per ogni dove,

lo sanno bene anche coloro che hanno beneficiato delle tante sigarette “respirate” inconsapevolmente attraverso il fumo passivo. Una volta che l’ossigeno si è legato all’emoglobina contenuta nei globuli rossi, questa viene trasportata con il sangue in tutti i distretti in cui è necessario. Giunto a destinazione, si verifica il fenomeno opposto: l’emoglobina lo cede ai tessuti, con una velocità e una disponibilità direttamente

proporzionali alla necessità. Questo fenomeno viene spiegato in fisiologia dalla “curva di dissociazione dell’emoglobina”. Aria pura, aria viziata, aria inquinata sono tutti termini condizionati dalla percentuale di particelle tossiche che la compongono: le sostanze nocive sono presenti in quantità infinitesimali, dell’ordine di parti per milione, ma comunque sufficienti a condizionare negativamente la salute degli individui.

OPTIMASALUTE

19


Il decalogo della salute all’aria aperta A questo punto ci si chiederà, oltre al fatto di avere (forse) appreso delle notizie utili in senso generale, come trasformare queste nozioni in norme di comportamento. Proviamo a farlo con questo decalogo. 1. Aerobico ed anaerobico sono due termini che indicano solamente il meccanismo attraverso cui si ha la produzione di energia per l’attività fisica; grossolanamente, però, possiamo sostenere che indipendentemente dall’intensità dell’attività fisica, più aria introduciamo nei polmoni meglio sarà.

4. In luoghi con condizioni climatiche sfavorevoli ci si può adattare progressivamente con un periodo più o meno lungo di soggiorno. In termini pratici, è per questo motivo che, nello sport, gli atleti vengono portati nelle sedi della competizione o in posti simili per adattarsi all’altitudine, o gli astronauti abituati a soggiornare in camere con l’assenza di gravità per riproporre ciò che troveranno nel volo spaziale.

2. Aria pura è un termine generico, non scientifico, per indicare una miscela di gas con una percentuale molto ridotta di particelle inquinanti; logicamente, in una civiltà industriale, le sostanze inquinanti sono tanto maggiori quanto più sono carenti i controlli, le sanzioni e la quantità stessa delle attività che possono nuocere all’ambiente. 3. La prima volta in cui si è trattato in modo scientifico l’inquinamento atmosferico è stato all’inizio del secolo scorso, quando in un convegno si introdusse, per descrivere l’aria di Londra, il termine “smog”, dato dalla combinazione di due parole, Smoke (fumo) e Fog (nebbia). Ci si riferiva all’uso smodato del carbone come combustibile in quel periodo: le particelle prodotte, unite all’anidride solforosa e solforica dell’aria e all’acqua presente nella nebbia, davano luogo a un composto acido fortemente tossico per gli occhi, la cute e le vie respiratorie. L’effetto era tanto peggiore quanto più elevata la concentrazione dello smog.

20 OPTIMASALUTE

bromo iodiche (mare) o, in assenza di sostanze inquinanti, ha ancora una pressione parziale di ossigeno tale da permettere di goderne tutti i vantaggi (collina). 7. La valutazione qualitativa e quantitativa dei volumi e delle capacità polmonari si fa attraverso l’esame spirometrico, di facile esecuzione ed interpretazione. Nel corso della visita di idoneità sportiva all’attività agonistica viene sempre effettuato. Già in questa occasione è possibile evidenziare patologie in atto dell’apparato respiratorio. Pertanto, questo è un invito, sia pure indiretto ma fatto per l’ennesima volta, a sottoporsi a una valutazione clinica e strumentale presso un centro medico sportivo. 8. In uno speciale circolo virtuoso, l’attività fisica, specialmente di tipo aerobico, associata a una corretta alimentazione, contribuisce al raggiungimento e/o mantenimento del peso corporeo ideale, con conseguente miglioramento delle condizioni generali e dell’apparato cardiorespiratorio in particolare. I polmoni, una volta... ripreso fiato, vi ringrazieranno.

5. Non funziona così per l’inquinamento atmosferico, dove l’adattamento è impossibile, nel senso che l’organismo non solo non ha alcuna possibilità di miglioramento delle proprie condizioni con un soggiorno in località con atmosfera inquinata, ma ha anzi solo conseguenze negative in caso di arrivo anticipato. 6. Per questo motivo è consigliabile, almeno per le vacanze, la scelta di località lontane dalle città, meglio ancora se al mare o in collina, dove l’aria è ricca rispettivamente di sostanze salso

9. Nel mio lavoro sento spesso genitori rimproverare i propri figli che fumano, dimenticando di essere essi stessi fumatori; la giustificazione, peraltro senza alcun senso, è: “Non voglio che prendano lo stesso vizio mio!”. L’unico mezzo vincente a disposizione è il buon esempio. 10. Spero vivamente che quanto scritto rimanga, anche in piccola parte, nel bagaglio di ogni lettore, contribuendo a stimolarlo culturalmente e nella vita pratica. In definitiva, che tutto ciò non resti “aria fritta!”... n




Nuoto vuol dire salute È lo sport più praticato dell’estate: dalle piscine al mare, dai laghi ai fiumi. Ma anche il più completo, visto che utilizza tutte le articolazioni del nostro corpo di Benedetta Ceccarini

s

Abitando in una Nazione circon-

data per trequarti dal mare si potrebbe supporre di vivere gomito a gomito con un popolo di nuotatori. Non è esattamente così, se si pensa che il 40 per cento degli italiani non sa nuotare e tra chi lo sa fare decentemente solo il 32 per cento sa effettuare la respirazione in modo corretto, il 41 per cento riesce a mantenersi a galla con facilità in acqua profonda e soltanto il 35 per cento sa mantenere gli occhi aperti sott’acqua. Ce n’è abbastanza per invitare davvero tutti ad approfittare

dell’estate entrante per trovare o ritrovare dimestichezza con l’acqua, sia essa quella delle piscine di città o degli alberghi di villeggiatura, del mare, dei laghi o anche dei fiumi. Sono molti gli aspetti positivi del saper nuotare o quantomeno di entrare a contatto con l’elementoacqua, che per effetto della spinta di galleggiamento libera l’uomo dal peso del corpo e fa in modo di sostenerlo. Vediamoli nel dettaglio. 1) Oltre alle variazioni relative alla sensibilità propriocettiva, si viene

a determinare anche una perturbazione sensoriale a livello della vista e dell’udito (i rumori e i suoni sott’acqua sono molto differenti da quelli abitualmente percepiti sulla terra), del gusto e dell’olfatto, così come un’iperstimolazione della sensibilità cutanea. In acqua si sviluppa, poco alla volta, una maggiore attenzione alle informazioni enterocettive, ovvero provenienti dagli organi interni. Ciò è dovuto al fatto che l’essere avvolti dall’acqua pone in una condizione di isolamento che favorisce la concentrazione e l’at-

OPTIMASALUTE

23


tenzione alle sensazioni interne. Tutte queste perturbazioni sensoriali producono una profonda modificazione della percezione spazio-temporale e obbligano la persona immersa ad adattarsi progressivamente alle nuove condizioni. 2) L’immersione in acqua riduce lo stress sul sistema cardiovascolare. Quando siamo immersi fino al collo, aumenta la pressione sulla parte bassa del corpo, il che tende a minimizzare l’accumulo di sangue e a facilitare il ritorno del sangue al cuore, riducendo il lavoro del sistema cardiovascolare. Inoltre, il volume plasmatico tende ad aumentare, come si evince dalla riduzione dell’emoglobina e dell’ematocrito. Ne consegue che la frequenza cardiaca a riposo può diminuire di 5-8 battiti al minuto, con la sola immersione parziale del corpo. La frequenza cardiaca si abbassa ulteriormente se si mette il viso sott’acqua. Questo è dovuto ad un riflesso facciale (comune a molti mammiferi) co-

24 OPTIMASALUTE

mandato dal nervo trigemino. 3) Il nuoto è anche lo sport più consigliato, specialmente per alcune patologie che fanno capo al settore ortopedico. Certamente non guarisce la scoliosi, come ancora si pensa erroneamente, ma apporta diversi benefici sull’apparato muscolo-scheletrico. Come attività sportiva, è senza dubbio uno degli sport più completi: tutti i muscoli e le articolazioni del nostro corpo vengono messe in azione, e in maniera diversa a seconda dello stile. Per esempio, lo stile libero o “crawl” potenzia tutti i muscoli dell’arto superiore (deltoide, muscoli della cuffia dei rotatori, pettorali, bicipite brachiale, muscoli dell’avambraccio e della mano), dell’arto inferiore (soprattutto se ci si allena con la tavoletta per praticare il cosiddetto “nuoto solo gambe”), gli addominali, i dorsali, i lombari, e addirittura i muscoli del collo, specie durante la respirazione. Anche il dorso è molto completo, potenziando più del crawl i muscoli flessori (poste-

riori) degli arti inferiori, i muscoli del rachide e il tricipite brachiale. La rana, non adatta, per la sua specifica gambata, a coloro che soffrono di problemi al ginocchio, potenzia in particolare i muscoli della coscia e della gamba (gemelli, tibiale anteriore, ecc.). Infine il delfino, anch’esso molto completo, è lo stile che potenzia di più gli addominali. Nei vari stili vengono utilizzate in pratica tutte le articolazioni del nostro corpo, con il grande vantaggio che non vengono sottoposte a stress eccessivi (con conseguenti effetti dannosi) tipici degli sport di terra, specie quelli che prevedono contrasti o cambiamenti di direzione (calcio, rugby, basket, sci). Questo grazie alla proprietà dell’acqua di ridurre sensibilmente la forza di gravità. Oltre alla preparazione e all’effetto di costruzione di una struttura fisica armonica, specialmente nell’età dello sviluppo, il nuoto è uno sport “salutare” anche ai fini della riabilitazione dopo un trauma o un intervento chirurgico.


Tutti in acqua, ma in sicurezza I bambini, specialmente al mare, sono quasi tutti attratti dall’acqua, il che, per tutto quello che abbiamo detto fin qui, è un bene. Meglio ancora se i piccoli sono stati avvicinati gradualmente, fin dai primi anni, alla pratica del nuoto, chiaramente nelle piscine di città. Si tratta, come spiegato, sia di benefici puramente fisici e psicologici, ma anche, e diremmo soprattutto, di prevenzione. Basta considerare che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’annegamento è tra le prime cause di mortalità accidentale. Nel mondo, ogni anno, oltre 3 milioni di bambini e adolescenti sono vittime di infortuni in acqua, non tutti per fortuna

con esiti letali. Quindi, anche se fate parte di quel 40% di italiani che non sa nuotare, non fate lo stesso errore coi vostri figli, mandateli ad una scuola nuoto e l’estate date libero sfogo alla loro acquisita voglia di acquaticità. Ma seguendo alcune importanti precauzioni, valide naturalmente per tutti, adulti e bambini, come quelle suggerite dalla Federazione Italiana Nuoto: 1) Non entrare in acqua dopo aver mangiato. Attendere almeno due ore dopo un pasto leggero, almeno tre se si è fatto un pasto completo. 2) Non entrare in acqua immediatamente dopo una lunga esposizione al sole o se si è accaldati

per aver svolto un’intensa attività fisica (footing, beach volley, spinning ecc.). Farlo gradualmente, bagnandosi prima la nuca e poi il resto del corpo. 3) Forse è pleonastico ricordarlo, ma non bisognerebbe mai entrare in acqua se si è in stato di ebbrezza, anche lieve, o peggio ancora, se si siano assunte sostanze stupefacenti. 4) Se non si è certi della profondità dell’acqua, non tuffarsi mai (sia di testa che di piedi). L’avviso vale sia per chi si butta da altezze consistenti, sia per i bambini che magari giocano con piccoli canotti. 5) Al mare e al lago evitare di nuotare da soli e lontani dalla riva (tenersi entro i 100 metri). In caso di

Gli 8 benefici Senza limiti. È indicato per persone di qualsiasi età, di qualsiasi livello di allenamento, per disabili, per donne in gravidanza. Per tutti. Basso impatto. La bassa forza di gravità presente nell’acqua riduce lo stress sulle articolazioni. Nel contempo permette il loro movimento e potenzia la muscolatura che le stabilizza. Questo è il motivo per cui la piscina è un ottimo ambiente per la riabilitazione. Bruciacalorie. Nuotando a stile libero si perdono, in media, 4 calorie per kg di peso corporeo al chilometro (circa 20 vasche). Una persona di 70 kg. consumerà 280 calorie al Km, più di 800 in un’ora. Benefici fisici. Il nuoto aumenta la flessibilità, la resistenza, la forza muscolare e comporta benefici dimostrati all’apparato cardiovascolare. Longevità. Studi accurati prodotti dalle Università della South-Carolina

e dell’Indiana, hanno dimostrato che coloro che nuotano regolarmente hanno un’aspettativa di vita più lunga. Il nuoto rallenterebbe il processo di invecchiamento agendo sull’apparato respiratorio, sulla massa muscolare, sulla densità ossea, sull’attività cardiovascolare e sulle funzioni neurologiche. Psiche. Favorisce rilassamento e meditazione. Miglioramento fisico. Essendo uno sport completo, permette di sviluppare un fisico armonico, esteticamente apprezzabile. Relax muscolare. Potenzia i muscoli, ma ne riduce le contratture patologiche. Tutti questi effetti sono prevalenti quando il nuoto viene esercitato con regolarità. Ma anche il nuotare “delle vacanze” ottiene comunque effetti benefici, mai dannosi.

OPTIMASALUTE

25


malore l’intervento dell’Assistente Bagnanti potrà essere tempestivo e decisivo. Se, comunque, si volesse nuotare al largo (oltre i 100 metri) o lungo una scogliera, preoccuparsi di segnalare la presenza con una boa galleggiante (tipo pallone sub) legata in vita. Questo per evitare di essere investiti dalle imbarcazioni a motore. 6) Al mare o al lago in condizioni di tempo avverso (forte vento, mare o lago mosso ecc.) evitare di allontanarsi dalla riva e comunque, per un bagno tranquillo, chiedere consiglio all’Assistente Bagnanti che conosce profondamente la zona costiera davanti alla sua po-

stazione. Nuotare in acque agitate comporta un precoce esaurimento fisico, con conseguente rischio di annegamento. 7) In piscina evitare le prove di apnea prolungata sul fondo, se non si è assistiti dall’Assistente Bagnanti o comunque da soggetto capace di soccorrere. Il rischio più concreto è costituito da una perdita di coscienza con tutte le immaginabili conseguenze. 8) In barca, al mare, al lago o al fiume, oltre a far indossare i previsti giubbotti di salvataggio dovrebbe essere sempre presente una persona esperta di nuoto per salvamento. I bambini al di sotto

dei sette anni debbono indossare i braccioli salvagente che garantiscono la massima sicurezza. 9) Nei fiumi c’è corrente e generalmente la temperatura dell’acqua è bassa. Due elementi che sconsigliano a priori, a meno che non si sia esperti nuotatori, di immergersi. La corrente del fiume non concede pause per recuperare le forze e l’acqua fredda amplifica gli effetti dell’esaurimento fisico. Un prolungato periodo in acqua fredda può provocare un abbassamento della temperatura corporea (ipotermia) con conseguente collasso cardio-circolatorio.

E il mare non è una piscina Come abbiamo visto nuotare fa bene, ma bisogna far attenzione. Non ci sarebbe bisogno di sottolinearlo ma c’è una profonda differenza tra l’acqua del mare, quella delle piscine, di laghi, fiumi o canali. In mare c’è senza dubbio una maggior facilità di galleggiamento, dovuta alla presenza del sale, ma rispetto alla piscina mancano i punti di riferimento. In vasca sappiamo, per esempio che per arrivare da un capo all’altro si impiegano due minuti, ma in caso di necessità possiamo sempre virare verso il bordo. Questo aiuta a concentrarsi sulla tecnica (respirazione, bracciate, postura...). In mare o nelle altre acque, come è facile intuire, siamo più attenti a quello che ci circonda rispetto allo stile. Per capirci: a meno che non si sia profondamente incoscienti è difficile nuotare 50 metri (una vasca) senza fermarsi, alzare la testa, controllare dove si sta andando e che non ci siano natanti nelle vicinanze. Chi nuota con la testa sott’acqua o è impegnato in una pro-

26 OPTIMASALUTE

lungata sessione di snorkeling, percepisce rumori che arrivano dalla superficie, ma non distingue la direzione. In compenso, adattarsi a queste situazioni difficili, ivi comprese le onde che possono arrivare all’improvviso, può diventare un formidabile stimolo allenante. Sempre senza esagerare e tenendo presenti i propri limiti. Infine la temperatura dell’acqua, che anche durante torride estati (per esempio lungo la costa occidentale della Sardegna) difficilmente arriva ai 27-29 gradi di quella delle piscine. Una difficoltà in più per i muscoli, che necessitano di un buon riscaldamento per evitare di soffrire di un minor afflusso di sangue, aumentando la percezione della fatica. A titolo di curiosità, lo scorso agosto i mari più freschi sono stati quello ligure e quello della Sicilia meridionale con temperature di 20-22 gradi, e lungo la costa occidentale della Sardegna, con il termometro che si è stabilizzato tra 22,5 e 24,5. n




Quello che i bambini non mangiano I consigli della nutrizionista e del Ministero della Salute per combattere sovrappeso e obesitĂ infantile di Gelsomina Sampaolo

s

Secondo quanto diffuso dal Ministero della Salute, negli ultimi 20 anni, in Italia, come nel resto

del mondo industrializzato, il numero di bambini con problemi di peso è praticamente rad-

doppiato. Complessivamente si stimano oltre un milione di bambini tra i sei

OPTIMASALUTE

29


e gli undici anni con problemi di obesità e sovrappeso: più di un bambino su tre. Parliamo di obesità quando il peso di un bambino supera del 20% il peso ideale (in base al sesso e all’altezza), di sovrappeso se lo supera del 10-20%. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Melissa Finali, biologa nutrizionista impegnata in programmi di educazione alimentare soprattutto in età pediatrica, che specifica: “l’obesità infantile è dovuta ad un insieme di cause: scarsa educazione alimentare, predisposizione genetica, stile di vita, fattori ambientali, familiari e socioeconomici. Ma un bambino non diventa sovrappeso solo perché mangia troppo, è più frequente che ciò avvenga perché mangia male, prediligendo cibi molto calorici, ricchi di zuccheri e grassi, associati a bevande dolci”. I problemi di salute, associati a un aumento ponderale, possono manifestarsi anche più in là con gli anni? “Sì, un’alimentazione scorretta nei primi anni di vita potrebbe determinare una maggiore predisposizione all’obesità ed una difficoltà a scendere di peso o a mantenerlo nei limiti in età adulta, quando questi soggetti possono incorrere in tutte le complicanze derivanti dall’obesità. Parliamo di diabete, ipertensione, malattie cardiocircolatorie e cronico-degenerative ed alcuni tipi di tumore, patologie tanto più frequenti quanto più precoce è l’obesità. Per questo intervenire durante l’età evolutiva è di fondamentale importanza”. E in quali ambiti? “Prima di arrivare dal medico o dal nutrizionista, il percorso deve iniziare dalla famiglia e dalla scuola, ambienti fondamentali in cui dare il buon esempio alimentare ai più piccoli. In Italia, dopo anni di relativo silenzio in questo settore, si sta finalmen-

30 OPTIMASALUTE

te muovendo qualcosa a livello educativo, grazie a programmi ministeriali e iniziative private di educazione alimentare”. Il Ministero della Salute, tramite il programma “Okkio alla Salute” ha stilato e diffuso in tutte le scuole le linee guida per una corretta alimentazione. Le abbiamo analizzate insieme alla nostra nutrizionista.

Consiglio n. 1

frutta, verdura e legumi Consumare più frutta, verdura e legumi per proteggere i bambini dalla comparsa di diverse patologie (in particolare alcuni tipi di tumori e malattie cardiovascolari e per mantenere il peso corporeo nella norma). Nutrizionista: “Fate attenzione alle etichette dei cibi che offrite ai vostri bambini. In linea generale andrebbero evitati i cibi che contengono elementi indicati da una E seguita da un numero a 3 cifre (si tratta degli additivi) e sa-

rebbe bene controllare sempre il contenuto di zuccheri aggiunti e di grassi saturi e idrogenati: i primi non dovrebbero superare i 10 g per 100 g di prodotto, i secondi non dovrebbero essere superiori al 50% del contenuto di grassi totali di quel prodotto e i terzi proprio non dovrebbero esserci.

Consiglio n. 2

vitamine e minerali Mangiare “a colori” scegliendo ogni giorno alimenti di almeno 5 colori diversi. Un gioco divertente da fare a tavola con i bambini, che aiuta a mantenere l’equilibrio energetico, apportando un rilevante contenuto di vitamine e minerali diversi. Nutrizionista: “i bambini, in generale, sono attratti da tutto ciò che è colorato e tondo, perciò giocare con il cibo, in un certo senso, non dovrebbe essere più un tabù ma un buon metodo per imparare a mangiare sano in famiglia e a scuola”.


Consiglio n. 3

strategia della pazienza Variare spesso il menù (a scuola e a casa), facendo attenzione a mantenere costante la presenza di cereali (pane, pasta, ecc...), latticini, proteine (pesce, carne, uova, legumi) e grassi sani (olio extravergine d’oliva). Nutrizionista: “i bambini inoltre non vanno mai forzati a mangiare e il cibo non va associato a punizioni o premi per evitare effetti controproducenti (come il rifiuto a vita per i broccoli). Se il bambino non vuole mangiare è meglio non insistere, ma nemmeno accontentarlo con qualcosa di diverso né sfamarlo fuori dagli orari dei 5 pasti: mangerà in quello successivo e quello che c’è in tavola. In generale, poi, è bene introdurre i cibi nuovi in piccole quantità a inizio pasto”.

Consiglio n. 4

merende fatte in casa Moderare il consumo di alimenti e bevande dolci, preferendo prodotti da forno fatti in casa. Nutrizionista: “per fare una crostata occorre mezz’ora, non nascondiamoci sempre dietro la mancanza di tempo. Un’ottima merenda, equilibrata dal punto di vista nutrizionale ma anche gustosa, è la banana split “corretta”: basta tagliare a rondelle una banana, scaldare a bagnomaria qualche quadretto di cioccolata fondente e versarcela sopra, completando magari con un cucchiaino di granella di nocciole. In 10 minuti avrete una merenda ottima e naturale”.

Consiglio n. 5

+ acqua - zucchero Bere molta acqua. Nutrizionista: “Lo sappiamo be-

nissimo che i bambini, se potessero, berrebbero solo succhi e bevande zuccherate, ma si tratta soprattutto di una questione di abitudini. Anche le bevande che mostrano scritte eclatanti come “senza zuccheri aggiunti” sono da tenere alla larga dai bambini, perché spesso presentano additivi ed edulcoranti chimici che sono inadatti per qualsiasi persona di qualsiasi età. Un ottimo dolcificante è per esempio il succo di agave, da aggiungere a spremute fresche, che ha più o meno la consistenza del miele, ma dolcifica il doppio dello zucchero bianco, quindi se ne usa di meno, e contiene fruttosio allo stato naturale, come la frutta. Sia frutta che succo di agave e senza esagerare il miele, possono essere utilizzati per preparare i dolci”.

L’alimentazione nelle scuole I risultati del programma “Okkio alla Salute” hanno evidenziato un apprezzabile aumento delle scuole che negli ultimi anni hanno intrapreso iniziative di educazione alimentare: il 66,3% del totale. A questo scopo, in tali iniziative, sono stati coinvolti anche Asl (32%), Direzione scolastica/insegnanti (30,6%), Comune (23,7%), Settore Agricolo (18,5%), Volontariato (14,2%), Provincia (8,4%) o altri enti (38,5%). L’educazione scolastica alimentare viene svolta dal 74,1% delle scuole distribuite uniformemente su tutto il territorio nazionale ed il 35,4% delle scuole prevede il coinvolgimento delle famiglie nella promozione della corretta alimentazione. Si tratta di dati importanti, visto che la maggior parte dei bambini italiani consuma il pranzo a scuola (il 73,5% delle scuole ha una mensa, usata 5 giorni a settimana nel

76,7% dei casi), dove il menù è affidato principalmente all’esperto Asl regionale (45,9% dei casi). Ma questi menu come vengono costruiti? Il Ministero ha istituito un gruppo di lavoro specifico per la definizione delle linee guida di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica che integrano anche i principi della sana alimentazione stabiliti dall’ex INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, oggi diventato Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione). La varietà degli alimenti è un punto fondamentale, in quanto consente l’apporto adeguato dei nutrienti necessari per una crescita armonica e contribuisce, in modo sostanziale, alla diffusione di abitudini alimentari corrette. I menù devono essere preparati con rotazione di almeno 4/5 settimane, in modo da non ripetere quasi mai la stessa ricetta, e sono

diversi per il periodo autunnoinverno e primavera-estate. In tal modo i bambini acquisiscono la disponibilità di ortaggi e frutta in relazione alle stagioni e soddisfano la necessità fisiologica di modificare l’alimentazione secondo il clima. Riportiamo a corredo due tabelle ministeriali sulle frequenze di consumo di alimenti e gruppi di alimenti riferiti al pranzo nell’arco della settimana scolastica: I menù variano anche in base alle diverse fasce di età, per tenere conto delle diverse esigenze di metabolismo, crescita e prevenzione. Per prevenire problemi come sovrappeso e obesità, nei menù sono definite anche le grammature specifiche, valutate in base a delle tabelle dietetiche, ed i pasti sono spesso pre-porzionati in base al peso. Quando ciò non avviene gli addetti alla distribuzione dei pasti

OPTIMASALUTE

31


nelle mense scolastiche devono essere adeguatamente formati e dotati degli utensili più appropriati (mestoli, palette o schiumarole) per garantire la porzione idonea con una sola presa. Nel caso in cui nelle scuole siano presenti distributori di cibi e bevande, poi, la scelta dei prodotti

inseriti nei distributori dovrebbe prediligere i più salutari come, ad esempio frutta, yogurt e succhi di frutta senza zucchero aggiunto. Infine, ma non meno importante, anche l’attività motoria nelle scuole è stata analizzata dall’indagine “Okkio alla Salute” ed è emerso che nella maggior parte dei casi

(60,3%) viene svolta nella misura di due ore settimanali; il 54% delle scuole prevede e permette lo svolgimento di attività motoria extracurricolare principalmente durante il pomeriggio ed il rafforzamento del curriculum formativo sull’attività motoria è previsto dall’89,8% delle scuole.

Tabella 1. Apporti raccomandati di energia, nutrienti e fibra riferiti al pranzo nelle diverse fasce scolastiche

Scuola dell’infanzia

Scuola primaria

Scuola secondaria di primo grado

440 - 640

520 - 810

700 - 830

11 - 24

13 - 30

18 - 31

0,66

0,66

0,66

Grassi (g) corrispondenti al 30% dell’energia del pasto di cui saturi (g)

15 - 21

18 - 27

23 - 28

5-7

6-9

8-9

Carboidrati (g) corrispondenti al 55 - 60% dell’energia del pasto di cui zuccheri semplici (g)

60 - 95

75 - 120

95 - 125

11 - 24

13 - 30

18 - 31

5 280 5

6 350 6

9 420 7,5

Apporti raccomandati Energia (kcal) relativa al 35% dell’energia giornaliera Proteine (g) corrispondenti al 10-15% dell’energia del pasto Rapporto tra proteine animali e vegetali

Ferro (mg) Calcio (mg) Fibra (g)

Fonte: Ministero della Salute

Tabella 2. Frequenze di consumo di alimenti e gruppi di alimenti riferiti al pranzo nell’arco della settimana scolastica

Alimento/gruppo di alimenti Frutta e vegetali Cereali (pasta, riso, orzo, mais...) Pane Legumi (anche come piatto unico se associati a cereali) Patate Carni Pesce Uova Formaggi Salumi Piatto unico (ad es. pizza, lasagne, ecc.)

Frequenza di consumo Una porzione di frutta e una di vegetali tutti i giorni Una porzione tutti i giorni Una porzione tutti i giorni 1-2 volte a settimana 0 -1 volta a settimana 1-2 volte a settimana 1-2 volte a settimana 1 uovo a settimana 1 volta a settimana 2 volte al mese 1 volta a settimana Fonte: Ministero della Salute n

32 OPTIMASALUTE




INSERTO GOLD GIUGNO 2016

Colesterolo, nemico da sconfiggere Assieme ad alti valori di trigliceridi e ipertensione, è il nemico piÚ pericoloso per il nostro cuore. Quali sono i valori da tener sotto controllo, la giusta alimentazione e le terapie da adottare a cura del team medico di Optima Salute


s

Quando

uno di noi, un conoscente o a maggior ragione un familiare è in sovrappeso (per non dire obeso) bisognerebbe aiutarlo, informarlo. Invece tendiamo spesso ad assecondarlo, a sorridere quando invariabilmente estrae dal cilindro la frase magica: “io sto bene col mio corpo”. Una bugia, ma questo è. E allora, come fare per convincerlo del fatto che l’eccesso ponderale (colpisce oltre il 40% degli italiani adulti) e l’obesità (siamo sopra il 10%) portano inevitabilmente rischi cardiovascolari, anche fatalmente letali? Che bisogna tenere sotto controllo il giro vita, i valori del colesterolo, quelli dei trigliceridi, la pressione? Facendo informazione, dagli studi dei medici di

base ai mass media. Partiamo allora dal colesterolo, un indicatore importante nella lotta contro il sovrappeso. Parliamo di un composto organico costituito da lipidi, in parte prodotto dall’organismo e in parte introdotto con l’alimentazione. Per il nostro organismo svolge delle funzioni essenziali come la formazione delle membrane cellulari, la sintesi di alcuni ormoni steroidei maschili e femminili, indispensabili per la crescita, lo sviluppo, la riproduzione (testosterone, progesterone, estradiolo, cortisolo…), la sintesi della vitamina D e la formazione degli acidi biliari che partecipano all’assorbimento intestinale dei grassi.

Buono, cattivo e ipercolesterolemia Una piccola parte di colesterolo è presente nel sangue dove è legato a speciali proteine chiamate lipoproteine. Alcune di esse, le HDL (lipoproteine ad alta densità), trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato, dove viene eliminato; altre, le LDL (lipoproteine a bassa densità), lo trasportano invece in periferia, favorendo il suo deposito nei tessuti. Ed è proprio questa differenza che ci porta a parlare di colesterolo “cattivo” e colesterolo “buono”. Il primo è l’LDL che si distribuisce nelle cellule e può contribuire alla formazione di radicali liberi e, a livello arterioso, di placche che nel tempo ostacolano il flusso sanguigno (aterosclerosi), il secondo è l’HDL che agisce invece da spazzino dell’organismo. Quando il colesterolo circola nel sangue in quantità

superiore a 200 mg/dl si parla di ipercolesterolemia. Questa concentrazione eccessiva può avere una causa endogena, cioè viene prodotto autonomamente dall’organismo, o esogena, ovvero viene introdotto tramite l’alimentazione (specialmente con cibi grassi di origine animale). La maggior parte del colesterolo totale viene prodotto dal fegato, dal surrene e dalle ghiandole sessuali; a volte l’eccessiva produzione è da ricondurre a meccanismi genetici di tipo ereditario. Secondo dati del Ministero della Salute il 20% degli uomini italiani e il 24% delle donne presentano valori del colesterolo al di fuori della norma. Fino ai 40 anni se si è in buona salute il dosaggio del colesterolo andrebbe effettuato ogni 2 anni. La tabella seguente fornisce indicazioni generali:

Valori del colesterolo nel sangue <200 mg/dl 200-249 mg/dl 250-299 mg/dl >299 mg/dl Più nel dettaglio i valori di riferimento dovrebbero seguire questo schema: • colesterolo totale: inferiore a 200 mg/dl • colesterolo buono (HDL): maggiore di 40 mg/dl • colesterolo cattivo (LDL): inferiore a 160 mg/dl

Normale Ipercolesterolemia lieve Ipercolesterolemia moderata Ipercolesterolemia grave • trigliceridemia: compresa tra 50 e 170 mg/dl • indice di rischio (colesterolo totale/HDL): inferiore a 5 se uomo o a 4,5 se donna. Questi valori sono da modificare al ribasso se sono presenti patologie concomitanti (cardiopatie, diabete, ipertensione, malattie renali).


E occhio anche ai trigliceridi Spesso, quando si parla di grassi nel sangue, oltre al colesterolo è d’obbligo menzionare anche i trigliceridi, molecole grasse contenute principalmente negli alimenti e, perciò, presenti nel sangue in base alla dieta. A differenza del colesterolo, la quantità di trigliceridi nel sangue dopo ogni pasto può aumentare anche di 5/10 volte rispetto al digiuno ed è per questo che il prelievo richiede un digiuno di 12-14 ore. Il valore normale dei trigliceridi a digiuno dovrebbe aggirarsi tra i 50 e i 170 mg/dl. Valori superiori rappresentano

Lo stile di vita La prima imprescindibile regola per evitare l’aumento del colesterolo nel sangue è seguire uno stile di vita sano. Ciò include diversi fattori: dieta, attività fisica, moderato consumo di alcol, astensione dal fumo. Solo a questo punto, in caso di insuccesso, si possono contemplare soluzioni farmacologiche e sempre dietro parere medico. Il colesterolo è inoltre implicato in una patologia multifattoriale tipica del mondo occidentale e legata a uno scorretto stile di vita, la sindrome metabolica. Premessa indispensabile è una circonferenza addominale di 105 cm o più nell’uomo e 88 cm nella donna. A questo valore devono essere associati almeno 2 delle seguenti condizioni: • Pressione arteriosa superiore a 140/90 mmHg • Glicemia a digiuno maggiore di 115 mg/dl • Colesterolo HDL inferiore o uguale a 40 mg/dl • Trigliceridemia > 200 mg/dl. Questa patologia aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, addirittura del doppio secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’aspetto più importante per la cura di questa sindrome è la modifica dello stile di vita. Attualmente in Italia le malattie cardiovascolari (infarto, ictus, ipertensione) rappresentano circa il 45% di tutte le cause di decesso. Ricordiamo che oltre ai fattori non modificabili, come l’età, il sesso, la familiarità, ci sono altri fattori che dipendono dallo stile di vita e che possono essere modificati e corretti.

un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, il diabete, l’obesità e altri disturbi cronici. Solitamente ai trigliceridi alti si associano anche colesterolo totale e colesterolo LDL superiori alla norma. Nella maggioranza dei casi tale condizione è dovuta ad abitudini di vita scorrette (dieta, fumo, alcol ecc.). I casi di ipertrigliceridemia familiare sono invece minori (circa un caso su mille), come pure quelli legati ad un deficit nell’azione delle proteine lipasi (circa un caso su un milione) o a patologie renali o del pancreas.


Una dieta ad hoc Le regole fondamentali da rispettare sono semplici e, a volte, intuitive: l’intervallo tra i pasti non deve mai essere superiore a cinque ore, gli alimenti vanno suddivisi in tre pasti principali e due spuntini (in certi casi è possibile aggiungere anche uno spuntino la sera prima di coricarsi), rispettando le giuste proporzioni di proteine, carboidrati e piccole quantità di grassi (possibilmente vegetali). Ancora: verdura e frutta debbono essere sempre presenti, a pranzo e cena, l’acqua deve essere bevuta in abbondanza, anche lontano dai pasti, ed evitare o eliminare, per quanto possibile, carboidrati semplici (zucchero, bibite, dolci), carne rossa grassa (soprattutto insaccati ad elevato tenore in grassi saturi), tuorlo d’uovo, frattaglie (fegato, cervello, reni, rognone, cuore), cibi trattati industrialmente (con oli vegetali idrogenati, che si conservano di più, ma sono dannosi per l’organismo), latte intero o condensato, yogurt intero, formaggi ad elevato tenore in grassi saturi e colesterolo, salse elaborate, superalcolici.

Ricordato questo vediamo invece dove trovare le migliori fonti alimentari. 1) Proteine: pollo senza pelle e tacchino (ideale il petto), coniglio, pesce, polpa bovina magrissima, prosciutto cotto, crudo o speck sgrassati oppure bresaola, affettato di tacchino/pollo, albume d’uovo, latte e yogurt a bassa percentuale di grassi, cioè scremati o parzialmente scremati. 2) Carboidrati: quasi tutte le verdure (moderare le carote), quasi tutta la frutta, orzo e avena. Evitare il più possibile brioche, merendine e dolci confezionati, perché contengono molti grassi. 3) Grassi: olio d’oliva (meglio se extravergine), pesce, mandorle, noci, nocciole, avocado (contengono acidi grassi monoinsaturi e omega 3, molto utili per il nostro organismo). 4) Vitamine, minerali e fibre: cereali e cibi integrali, verdura e frutta.

L’importanza delle autoanalisi Naturalmente, per tenere sotto controllo il colesterolo è sufficiente sottoporsi periodicamente, seguendo le indicazioni del medico di famiglia, ad una analisi del sangue. Ma oggigiorno ci si può rivolgere non solo alle Asl, ma anche alla vostra farmacia di fiducia. Attraverso gli autotest diagnostici si può, infatti, agevolmente e rapidamente controllare non solo il valore del colesterolo, ma anche quello di trigliceridi, glicemia, emoglobina, transaminasi GPT e GOT, acido urico. Basta recarsi in farmacia durante l’orario di apertura, senza appuntamento, a digiuno, e con una semplice digitopuntura in soli 15’ si può ottenere l’esito dell’esame. L’autoanalisi è appunto la rilevazione

di alcuni parametri fondamentali per la prevenzione e per rilevare potenziali indicatori di eventuali piccole alterazioni, correggibili con un appropriato stile di vita e con l’aiuto del proprio medico. Come accennato, non c’è una scadenza temporale prefissata per sottoporsi a questo tipo di controlli, ma sarà il medico di famiglia che, in base all’età e alla storia familiare e personale, consiglierà quali parametri occorre misurare. Per confermare una sospetta patologia, per tenere sotto controllo una malattia cronica come diabete, ipertensione, cardiopatia, disturbi del metabolismo lipidico, problemi di fegato o renali e per controllare lo stato di salute di chi segue una dieta o assume farmaci da molto tempo.


Le scelte alimentari Per rendere evidente la differenza tra i cibi in riferimento al loro apporto in colesterolo è sufficiente confrontare il burro (origine animale) con l’olio d’oliva (vegetale): il primo apporta 250 mg di colesterolo ogni 100 grammi, il secondo niente! Ecco altri riferimenti:

CIBI NO

Colesterolo per 100 gr

CIBI SI

Colesterolo per 100 gr

Gamberi: 150 mg

Calamaro: 64 mg

Polpo:

72 mg

Sogliola: 25 mg

Acciuga o alice:

61 mg

Salmone fresco:

35 mg

Grana: 109 mg

Feta: 68 mg

Gorgonzola:

70 mg

Formaggio spalmabile light: 42 mg

Latte pastorizzato intero:

11 mg

Latte di soia 0/Latte magro: 2 mg

Yogurt intero:

11 mg

Yogurt magro:

Bistecca di maiale:

89 mg

Cavallo: 61 mg

59-72 mg

Coniglio: 52 mg

Salame Milano:

90 mg

Bresaola: 67 mg

Uovo di gallina intero:

371 mg

Vitello 99 mg/Manzo:

Albume:

2 mg

0 mg

www.alimentasalute.it Il sito www.alimentasalute.it ti guida alla scoperta delle referenze più indicate nei diversi momenti della giornata, perché l’equilibrio alimentare non si costruisce su un unico pasto o su un unico giorno ma sulla continuità, e puoi trovare anche i prodotti che ti aiutano a ridurre il colesterolo. ALIMENTA SALUTE è un progetto dei farmacisti Valore Salute per promuovere una cultura alimentare consapevole, perché le scelte alimentari influiscono sulla possibilità di evitare lo sviluppo di malattie. Abbiamo tradotto la nostra esperienza nel campo della nutrizione e dell’integrazione alimentare nella realizzazione di un reparto alimentare in Farmacia, e in servizi web per l’informazione e la prenotazione dei prodotti che puoi ritirare nella tua farmacia Valore Salute.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA


Farmaci e integratori Qualora uno stile di vita sano e una dieta equilibrata non bastassero a controllare i livelli di colesterolo nel sangue, ci giungono in aiuto farmaci e integratori per i quali è comunque necessario il consiglio di un medico. Tra gli integratori, quelli maggiormente utilizzati sono a base di fibre, che abbassano il contenuto di colesterolo LDL nel sangue. In questa categoria rientrano prodotti come i semi di psillio, il glucomannano, la pectina, la gomma di guar e quella karaya. Generalmente vanno assunti in dosi di 10 - 30 grammi al giorno, poco prima dei pasti insieme ad abbondante acqua. Altri integratori spesso utilizzati per abbassare il colesterolo sono: chitosano (ricavato dal guscio di alcuni crostacei di mare), beta glucani (contenuti in alcuni cereali), proteine della soia, omega3 (pesce, semi di lino), vitamine E, C e coenzima Q10 (ad azione antiossidante), resveratrolo (dalla buccia d’uva), polifenoli (presenti in tè e cipolle), aglio e riso rosso fermentato. Per quanto riguarda i farmaci veri e propri, i più diffusi sono i seguenti:

• Statine: in grado di abbassare la sintesi di colesterolo nel fegato fino al 40%. Le più utilizzate sono la simvastatina e l’atorvastatina, ma vengono prescritte anche lovastatina, fluvastatina e pravastatina. Tra gli effetti collaterali, non molto frequenti ma tali da farne sospenderne l’assunzione, da considerare il danno muscolare legato alla distruzione delle fibre (rabdomiolisi). Sono inoltre controindicate in presenza di patologie a carico del fegato. • Fibrati: utili per la riduzione della colesterolemia (in media del 10-15%), sono assunti perlopiù nelle ipertrigliceridemie. • Ezetimibe: al contrario di fibrati e statine, che agiscono sul colesterolo endogeno (prodotto dall’organismo), l’ezetimibe agisce bloccando l’assorbimento della quota esogena (alimentare) e biliare nell’intestino. • Resine sequestranti gli acidi biliari: sono in grado di diminuire il riassorbimento del colesterolo a livello intestinale, aumentando l’escrezione fecale di acidi biliari. • Niacina: somministrata ad alte dosi, abbassa i valori ematici di trigliceridi e colesterolo LDL, alzando l’HDL. Tra i vantaggi, da non trascurare il costo inferiore.

I valori in gravidanza e menopausa In alcune fasi della vita femminile i livelli di colesterolo possono subire delle variazioni significative. Durante la gravidanza, ad esempio, dopo un’iniziale riduzione, il tasso di colesterolo nel sangue aumenta leggermente nelle prime otto settimane, con un sensibile incremento a partire dal quarto mese. I livelli massimi si raggiungono intorno all’ottavo mese e rimangono elevati fino alla fine della gestazione. In questo periodo, valori di colesterolo totale alti (ma non superiori a 337 mg/dL) possono essere considerati normali perché i grassi nel sangue della madre sono essenziali sia allo sviluppo del feto (soprattutto a livello del sistema nervoso)

che alla formazione delle membrane dei tessuti in crescita nella madre. I livelli di colesterolo ritornano poi nella norma dopo 4-6 settimane dal parto, più velocemente nelle donne che allattano al seno. In menopausa, invece, il calo del livello di estrogeni, contestualmente al naturale processo di invecchiamento, tende ad aumentare i livelli di colesterolo cattivo e a diminuire quello buono. Per contrastare questo processo, oltre che seguire le regole di una vita sana (attività fisica di almeno 30 minuti, 4-5 volte a settimana unita ad una dieta equilibrata), è utile l’assunzione di farmaci e integratori specifici.


Radiografia del sovrappeso in Italia Come abbiamo visto fin qui, obesità e sovrappeso sono due degli effetti collaterali più vistosi derivanti da parametri fuori controllo, come quello del colesterolo che stiamo trattando. E proprio per far capire la portata del fenomeno pubblichiamo una tabella riassuntiva redatta dagli esperti del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute e pubblicata sul sito di riferimento, epidemiologia.it. Lo studio è stato realizzato da Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), che si occupa di sorveglianza in sanità pubblica, attraverso indagini campionarie, informazioni dalla popolazione italiana adulta (18-69 anni) sugli stili di vita e sui fattori di rischio comportamentali connessi all’insorgenza delle malattie croniche non trasmissibili e sul grado di conoscenza e adesione ai programmi di intervento che il Paese sta realizzando per la loro prevenzione. In questo caso è del tutto evidente che i dati, riferiti dagli intervistati sui rispettivi peso e altezza, portano a stimare circa quattro adulti su dieci in eccesso ponderale, ovvero in sovrappeso o obesi, e un adulto su dieci obeso. “L’essere in eccesso ponderale - scrivono gli esper-

Consiglio perdere peso a persone in eccesso ponderale 33.0 10.2 40.3 39.0 10.8 26.7 32.7 10.6 49.8 37.3 12.0 49.5 31.3 11.5 53.1 31.3 10.8 52.2 31.2 9.5 54.8 27.7 8.0 53.8 28.1 8.5 55.0 33.2 9.5 51.2 33.5 13.1 58.5 27.9 8.4 52.2 26.4 7.5 46.5 29.3 8.0 55.5 33.0 12.6 46.5 27.3 9.6 61.0 35.1 11.6 45.8 29.1 8.3 52.3 32.5 10.9 50.6 27.0 8.7 51.3 30.4 9.7 53.3 31.7 10.2 51.0

Sovrappeso Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Provincia di Bolzano Provincia di Trento Puglia Sardegna Sicilia Toscana Umbria Valle d’Aosta Veneto Italia

ti di epidemiologia.it - è caratteristica più frequente al crescere dell’età, fra gli uomini rispetto alle donne, fra le persone con molte difficoltà economiche e fra le persone con un basso livello di istruzione; è anche più frequente fra gli uomini italiani rispetto agli uomini di cittadinanza straniera ma di contro è più frequente fra le donne straniere rispetto alle cittadine italiane”. Evidente dai numeri pubblicati anche il differenziale geografico nord-sud: il numero delle persone in sovrappeso è più basso nelle regioni del nord-ovest (Liguria, Piemonte sotto al 28%) ed ha invece valori più alti e nel sud, con Basilicata e Campania ai limiti del 40%. Altro dato rilevato: “Le persone in sovrappeso o obese spesso non si percepiscono tali: solo una persona su due in sovrappeso ritiene il proprio peso troppo alto e, tra gli obesi, addirittura una persona su dieci ritiene il proprio peso giusto. Generalmente le donne sono più consapevoli del problema, rispetto agli uomini. Anche se non sono molte le persone in eccesso ponderale che dichiarano di seguire una dieta dimagrante, l’essere correttamente consapevoli del proprio stato ponderale favorisce l’adesione alla dieta”.

Obesi

Fonte: epicentro.it



Dossier 164

Estate al femminile

Un piccolo vademecum su come prevenire scottature e altri fastidi a pelle, capelli e occhi. E i consigli dell’urologa per evitare e curare la cistite, una patologia che esplode nei cambi di stagione ed essenzialmente nei mesi caldi di Francesca Aquino

s

D’estate, complice una maggiore esposizione al sole, è normale prendersi maggiormente cura della pelle con creme protettive e corrette abitudini per restare idratati e protetti. Ma ci sono alcune parti del corpo e

alcune situazioni che spesso vengono trascurate. Per questo abbiamo deciso di analizzarle una alla volta, per arrivare in spiaggia con maggiore consapevolezza e correndo meno rischi possibili per la salute.

OPTIMASALUTE

35


Dossier

Come preparare la pelle prima delle vacanze Se è sacrosanto scegliere ed usare correttamente la crema con fattore di protezione solare più adatta al proprio tipo di pelle, è anche essenziale arrivare all’estate adottando le giuste misure di prevenzione per non scottarsi e per avere un’abbronzatura sana e uniforme. Il primo tra questi consigli è sicuramente quello di effettuare una regolare e corretta esfoliazione; la pelle infatti va preparata al sole anche eliminando quello strato di cellule superficiali ormai morte e rimaste attaccate al vostro corpo, che conferiscono quell’effetto “grigiastro” che sa tanto di inverno. La pratica dell’esfoliazione andrebbe eseguita regolarmente almeno una volta alla settimana per tutto l’anno, ma se non siete state diligenti potete “correre ai ripari” a partire da un mese prima delle ferie. Ad ogni doccia o, comunque, un paio di volte a settimana, dedicatevi ad uno scrub leggero con creme specifiche o formule fai-da-te (come ad esempio zucchero di canna o farina di mais e miele). In linea generale potete seguire questo schema di preparazione al sole:

1) Un mese prima di partire: applicate ogni sera un siero dermatologico specifico a base di principi attivi naturali come echinacea, quercia e ippocastano. 2) Tutte le mattine: usate una crema idratante con filtri schermanti UVA-UVB per proteggere la pelle dai danni dei raggi ultravioletti e dall’inquinamento atmosferico. 3) Tutte le sere: applicate una crema nutriente. 4) Due volte alla settimana: fate una maschera rigenerante contenente oligoelementi, fitoestratti vegetali (echinacea, mirtillo, ippocastano, camomilla) e complessi vitaminici. 5) Due volte alla settimana: fate uno scrub con un cosmetico a base di alfa-idrossi-acidi e beta-idrossiacidi per liberare la pelle dalle cellule morte. Un altro punto da tenere bene a mente per la prevenzione e la protezione della pelle, prima dell’esposizione al sole in particolare, è il mantenimento della corretta idratazione. Potete agire sia dall’interno (bevendo acqua e mangiando 5 porzioni al giorno di frutta e verdura) che dall’esterno, con l’uso quotidiano di creme corpo, oli e prodotti detergenti non aggressivi.

Nei, macchie, tatuaggi ed eritemi: prevenzione! Altri fattori da tenere in considerazione sono quelli indotti da particolari condizioni dermatologiche, come nei, macchie, tatuaggi o una generale tendenza a eritemi o scottature. Nel caso dei nei, oltre a sottoporvi al canonico controllo dermatologico annuale, ricordatevi sempre di coprirli con una protezione totale (in situazioni di emergenza va bene anche il burrocacao solare con alto filtro di protezione). Quando invece compaiono sulla pelle delle macchie scure (soprattutto su viso, mani e scollatura) a seguito dell’esposizione a raggi ultravioletti naturali o artificiali, si tratta di accumuli di melanina causati da un’eccessiva esposizione, aggravata da alcuni fattori come l’assenza di precauzioni o l’assunzione di farmaci antibiotici, anticoncezionali e/o antistaminici o più semplicemente di un fisiologico invecchiamento cutaneo. In questi casi, un valido aiuto è un’integrazione di vitamine E, C ed acido ferulico (un antiossidante che agisce sulla pigmentazione). Nei casi più gravi si può poi ricorrere a specifiche tecniche laser, ma è comunque bene consultare il proprio dermatologo di fiducia prima di esporsi nuovamente ai raggi solari. Per chi ha uno o più tatuaggi è bene ricordare che la pelle in quelle zone va maggiormente protetta (anche per evitare di danneggiare il tatuaggio stesso),

36 OPTIMASALUTE

con un fattore di protezione 50 rinnovando lo strato di crema dopo ogni bagno o ogni 4 ore circa. A fine giornata si consiglia di usare un olio doccia per lavare una pelle tatuata, per ricreare il film idrolipidico che protegge la pelle, prima di procedere con il doposole idratante. Se il tatuaggio è stato fatto recentemente, poi, è sconsigliato esporsi al sole, alla salsedine ed usare prodotti come creme o lozioni perché la pelle deve avere il tempo di riprendersi, generalmente 3 o 4 settimane. Meglio non prenotare un tatuaggio a ridosso delle vacanze estive, insomma. Per quanto riguarda gli eritemi, ovvero quegli arrossamenti associati a scottature, gonfiore, irritazione e bruciore, bisogna prestare particolare attenzione alla prevenzione, poiché oltre al fastidio possono causare anche febbre e preparare il terreno per nei e melanomi. Per prevenirli bisognerà innanzitutto seguire le regole-base dell’esposizione al sole: progressiva, con uso di filtri solari idonei e mai nelle ore più calde della giornata. Poi potrete ovviare al problema assumendo gli integratori di cui abbiamo parlato sopra ed evitando determinati cibi che possono fare da reagenti, come: zuccheri, carni suine, grassi idrogenati, bevande alcoliche e alimenti allergizzanti ricchi di istamina come formaggi e bevande fermentate, insaccati e crostacei.


Chiome al sole? Ecco l’ABC per trattare i capelli Di giorno sole, salsedine, cloro e sabbia; di sera shampoo, spazzola e phon: per i vostri capelli l’estate rischia di diventare un vero e proprio incubo. La cheratina, sostanza costituente del capello, sottoposta a tutte queste sollecitazioni, diminuisce ed evidenzia questa aggressione dei fattori ambientali con evidenti alterazioni della lucentezza, del colore e della pettinabilità della chioma. La prima struttura del capello ad essere danneggiata è la cuticola, le cui scaglie si sollevano, lasciando scoperta la corteccia che può indebolirsi fino alla rottura: il capello danneggiato appare opaco, poroso e difficile da acconciare. Tinture e permanenti aggravano la situazione: i prodotti chimici coloranti o condizionanti intaccano la corteccia del capello in profondità, rendendolo ancor più fragile. Come rimediare? Ovviamente utilizzando cosmetici specifici per la cura del capello in estate come shampoo o olii contenenti filtri UV e balsami o maschere idratanti e ristrutturanti. Per scegliere la formulazione più adatta a voi tenete presente che l’olio protegge i capelli delicati creando una pellicola intorno al fusto. Altre forme come il latte e il gel per capelli, con agenti emollienti e idratanti, sono indicate per chi ha una chioma normale; infine la soluzione in spray è perfetta per chi fa sport e deve ripetere spesso l’applicazione. A questi prodotti può essere utile abbinare un’inte-

grazione dietetica che comprenda elementi come biotina, cistina, metionina, ferro, zinco e rame. Attenzione anche a non “stressare” i capelli con lavaggi troppo frequenti o intensi (l’uso dello shampoo va limitato ad una volta al giorno) e con un uso eccessivo del phon: almeno in vacanza cercate per quanto possibile di far asciugare i capelli naturalmente all’aria. Se proprio non potete rinunciare alla piega, ricordatevi che il phon va tenuto ad una distanza minima di 30 cm dai capelli e al minimo del calore per non danneggiare ulteriormente la cheratina. Piastra e arricciacapelli, poi, sono assolutamente sconsigliati dopo la spiaggia. Ecco alcuni consigli pratici da seguire per la preparazione e la cura dei capelli in estate: 1) Per conferire più lucidità cercate di mangiare frutta e verdura, che contengono le vitamine (antiossidanti, come la C e la E), gli acidi grassi, i sali minerali e gli oligoelementi (magnesio, rame, zinco, selenio) necessari. 2) Prima di partire per le ferie fate una maschera, una volta alla settimana, per preparare capelli e cute all’esposizione, e continuate anche durante le vacanze per compensare gli effetti del caldo e del sole. A base di sostanze idratanti e protettive, la maschera si applica sui capelli appena lavati, si lascia in posa per dieci minuti e si risciacqua con acqua tiepida: il prodotto ideale contiene vitamine C ed E, anti-radicali

OPTIMASALUTE

37



Dossier liberi, Aloe, che favorisce i processi di autoriparazione e incrementa l’elasticità e resine siliconiche che, fissandosi sulla cuticola esterna, danno brillantezza e riducono l’effetto elettrostatico. 3) Usate solari specifici per capelli. Oli, spray e gel devono contenere filtri solari e sostanze idratanti e nutrienti come burro di karitè, jojoba, aloe ed oli vegetali, che mantengono idratate le fibre e prevengono la formazione delle doppie punte, e vitamine antiossidanti: applicateli insistendo sulle punte prima di esporvi al sole e ogni tre ore circa. 4) Lavate più spesso i capelli eliminando sale e sabbia: per non sfibrarli ancora di più, usate uno shampoo diluito (un cucchiaio in una tazza di acqua). Sceglietelo dolce, a pH compreso tra 5 e 7 per ripristinare l’equilibrio acido del cuoio capelluto, meglio se specifico per lavaggi frequenti. Tra i principi attivi consigliati troviamo proteine del germe di grano e del latte, ricche di aminoacidi che, fissandosi sulla struttura cheratinica la rendono più forte, aloe vera e vitamine C ed E.

5) Sì al balsamo, che permette di pettinare i capelli senza spezzare le fibre, da applicare, oltre che dopo, anche prima dello shampoo. Per favorire l’assimilazione delle sostanze nutrienti fate un massaggio di pochi minuti con leggeri movimenti circolari dei polpastrelli. 6) Attenzione al phon: se non volete rinunciarci tenetelo almeno a 30 centimetri di distanza perché il calore intacca le proteine dei capelli, in particolare la cheratina. Poi sostituite la lacca con uno spray lucidante che, contenendo cere siliconiche, avvolge il capello in una guaina protettiva. 7) No a tinture e permanenti. Il colore al mare sbiadisce e secca i capelli perché tinture e permanenti non vanno d’accordo con i raggi solari: le creme chimiche coloranti, infatti, intaccano le fibre dei capelli in profondità eliminando la cuticola protettiva esterna. I capelli diventano meno robusti e l’azione combinata di sole ed acqua di mare aggrava la situazione. Olio protettivo, balsamo e maschera nutriente sono l’unica difesa.

La protezione giusta per labbra e occhi Anche le labbra sono una parte del corpo alla quale si presta poca attenzione una volta distese sul lettino in spiaggia. Niente di più sbagliato! La particolare struttura delle labbra, infatti, non presenta ghiandole sebacee e melanina rendendole particolarmente soggette ai danni causati da sole, vento e sale. Di qui la necessità (non solo in spiaggia, ma anche in montagna o dovunque siano maggiormente esposte agli agenti atmosferici) di proteggerle regolarmente sin dal primo mattino. Come? Con un prodotto specifico in stick che presenti un fattore di protezione solare adeguato (50), magari arricchito con fitoestratti emollienti (karitè, olio di jojoba, calendula, riso…). Applicatelo a partire dal labbro inferiore, che deve sopportare una maggiore e più diretta esposizione

alla luce, e ripetete l’applicazione ogni volta che bevete, mangiate o sentite le labbra secche e maggiormente esposte. Questi stick, oltre che per le labbra, sono pensati anche per l’uso topico su contorno occhi, sui nei, nei tatuaggi e sulle cicatrici. Anche la sera è il caso di prendersi cura delle labbra come del resto del corpo, con una crema riparatrice: in Farmacia si trovano numerosi prodotti specifici, a base di Vitamina E, Aloe vera, sucralfato, burro di Karitè e altri olii vegetali. Evitate invece il contatto diretto con tonici, astrigenti ed esfolianti. E passiamo agli occhi. Sembra quasi inutile ricordarlo, ma soprattutto quelli di colore chiaro pagano un

OPTIMASALUTE

39


Dossier pesante tributo all’esposizione a sole, sabbia e vento. Per evitare irritazioni e fastidi scegliete un buon paio di occhiali da sole, con lenti di alta qualità (meglio acquistarli dall’ottico che possa certificarla), meglio se polarizzate che filtrano i riflessi solari migliorando la visione e proteggendo al 100% dai raggi UV. Il colore delle lenti andrebbe scelto in base al tipo di difetto di vista: il grigio è il colore otticamente neutro per eccellenza, adatto a tutti; per chi è miope è preferibile il marrone, per gli ipermetropi il verde. Lasciate quindi perdere le lenti rosa, azzurre, gialle o a tinte troppo sfumate: non proteggono abbastanza ed hanno solo uno scopo estetico. Anche il contorno occhi vuole la sua parte: per evi-

tare rughe e disidratazione in questa zona altrettanto delicata, usate un solare a schermo estremo che dia la massima protezione contro i raggi UVA e UVB, preferibilmente privo di oli. Le formule in stick (come quelle per le labbra viste sopra), possono essere usate anche per evitare rossori sul naso e coprire eventuali cicatrici sul viso. La sera, istituite un rituale riparatore occhi con qualche goccia di lacrime artificiali o di collirio a base di Camomilla ed Eufrasia e ricordate sempre una crema per il contorno occhi. I principi attivi da preferire sono cera d’api, aloe, burro di karitè, acido jaluronico e cocktail vitaminici per distendere le piccole rughe e proteggere dalla disidratazione.

Gravidanza: i benefici della vitamina D Se l’inizio dell’estate coincide anche con l’inizio della gravidanza, sicuramente vi starete chiedendo come è meglio comportarsi in spiaggia o sotto il sole nei mesi che vi aspettano. Innanzitutto una buona notizia: il sole fa benissimo al vostro bambino. Infatti, aiutando a sintetizzare la vitamina D, i raggi solari permetteranno una crescita e uno sviluppo migliore del feto, diminuendo, secondo alcuni recenti studi, anche il rischio di asma e disturbi del linguaggio in età scolare. Perciò: sì al sole, anche se con moderazione e seguendo alcune semplici regole. 1) Esponetevi sempre nelle ore meno calde, evitando di prendere il sole tra le 11 e le 16. 2) Utilizzate sempre una crema solare con SPF alto e cercate di proteggere il pancione con un pareo in cotone o lino colorato o indossando il costume intero, soprattutto nei primi mesi di gravidanza. 3) Proteggete la testa con un cappello di paglia o bagnandola spesso per evitare colpi di calore. 4) Prendetevi cura anche di gambe ed estremità, che in questo periodo potreb-

40 OPTIMASALUTE

bero tendere maggiormente a gonfiarsi e soffrire di capillari evidenti e vene varicose. Oltre ai normali problemi dovuti alla gravidanza, anche le radiazioni solari, a causa degli infrarossi, possono avere un effetto vaso-dilatatore sulle gambe e l’esposizione prolungata al sole, quindi, va limitata. Cercate di cambiare spesso posizione e non stare troppo distese al sole: fate lunghe passeggiate sul bagnasciuga consentendo all’acqua fresca di stimolare la circolazione. 5) Per evitare il “cloasma gravidico”, ovvero la comparsa di macchie scure sulla pelle del viso, usate filtri ad alta protezione e indossate un cappello con la visiera o a tesa larga. Potete anche prevenire la comparsa di queste macchie attraverso una dieta ricca di vitamine E, A e betacarotene o integratori alimentari che ne supportino l’assunzione. La causa del cloasma è ormonale: l’alto numero di estrogeni presenti nella donna incinta, infatti, stimola la produzione di melanociti (le cellule cutanee che secernono la melanina, responsabile del colore la pelle e dell’abbronzatura), causando una maggiore pigmentazione a macchie.



Dossier

Combattere la cistite, patologia estiva e femminile

Prof.ssa Elisabetta Costantini

intervista di Claudio Sampaolo

Una donna su due, almeno una volta nella vita, contrae la cistite. Basta questo dato evidente (oltre al fatto che i mesi estivi sono i più a rischio) per intuire che stiamo parlando di una patologia importante, non pericolosa, ma fortemente invalidante, che incide profondamente nella vita di tutti i giorni. Proprio per capire bene di cosa si tratta, di come si affronta, ma soprattutto di come si previene, ci siamo rivolti alla dottoressa Elisabetta Costantini, professore Associato di Urologia dell’Università degli Studi di Perugia, nonché responsabile dell’unità di “Uroginecologia e Day Surgery” dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. La professoressa Costantini fa parte del board della Società Italiana di Urologia ed assieme alla collega Antonella Giannantoni (dividono lo stesso studio all’interno del nosocomio umbro) detiene un piccolo record: sono le uniche due urologhe italiane ad avere l’incarico di professori associati in un mondo fondamentalmente maschile. Professoressa, partiamo da una domanda semplice: in caso di cistite quando ci si deve rivolgere all’urologo? “Diciamo questo: nella maggior parte dei casi abbiamo una patologia cosiddetta semplice, cioè che avviene in donne sane che non hanno altre malattie importanti, come malformazioni, insufficienza renale o portatrici di catetere. Che cosa fanno le donne, la prima volta che capita? Se si tratta di un episodico sporadico, vanno dal medico di famiglia o in alternativa dal ginecologo, comportamento del tutto corretto. Ma sappiamo che una parte consistente del totale, attorno al 30%, o per predisposizione personale o per altre cause, va invece incontro a quella che si chiama “cistite ricorrente”, evidenziata da più di 3 episodi l’anno o da più di 2 negli ultimi sei mesi. Di

42 OPTIMASALUTE

fatto, in tutti questi casi, occorre rivolgersi all’urologo, diciamo uno specialista che ne sa un po’ di più di problemi funzionali”. E non accade sempre così? “Raramente. Vedo donne che arrivano da me “disperate”, che non sanno più cosa fare dopo aver fatto la spola tra medico di base e ginecologo senza aver risolto il loro problema. Parliamo di un ambito semplice nella sua fase iniziale, perché la donna è predisposta, ma se non viene trattata opportunamente, la cistite diventa una ricorrenza insopportabile, anche invalidante, che impedisce di svolgere le proprie funzioni, dal lavoro a quelle private, fino ad arrivare alla cronicizzazione della patologia, quando spesso non si trova il batterio all’interno delle urine. Inutile dire che la qualità di vita è costantemente alterata, specialmente se in un anno capita di avere la cistite con cadenza mensile o anche ogni 15 giorni. E spesso il problema è dovuto ad una gestione terapeutica non corretta nelle prime fasi”.

I consigli dell’urologa Elisabetta Costantini: igiene, idratazione, alimentazione e... giusti antibiotici Parliamo di antibiotici, essenzialmente… “Esattamente. La cistite batterica si cura con gli antibiotici e questo è certo. Sappiamo però che l’abuso di antibiotici sta creando tantissimi problemi nel mondo della sanità ed anche nella cura delle cistiti perché oggi spesso troviamo batteri che non rispondono agli antibiotici disponibili e forniti dal sistema sanitario attraverso le farmacie. Quello che è importante sapere è che le cistiti semplici, se curate bene si risolvono in 24-48 ore, addirittura dopo la prima e unica somministrazione, ma la diagnosi deve essere corretta e l’antibiotico deve essere quello giusto e al dosaggio giusto! Il guaio maggiore arriva dalla cosiddetta auto-prescrizione, cioè donne che sono talmente abituate ad avere questa patologia che viaggiano con l’antibiotico nella borsetta e decidono da sole di prendere sempre lo stesso antibiotico, senza consultarsi col medico. È un comportamento molto pericoloso sia dal punto di vista del puro costo sanitario per la collettività, che della selezione dei batteri. Recenti studi hanno mostrato come per alcuni tipi di antibiotici il consumo stimato è fino a tre volte


superiore a quelli regolarmente prescritti. E questo deve far riflettere molto. Sappiamo che l’antibiotico deve avere determinate caratteristiche: facilmente eliminabile per via urinaria, battericida, ad azione rapida, non costare tanto. Ma poi la scelta devono farla, sempre, il medico o lo specialista. Altro grande problema: ci sono situazioni in cui la donna non ha il sintomo, però facendo l’esame delle urine si trovano batteri. Ci troviamo di fronte alla situazione clinica che si chiama “batteriuria asintomatica” dove non si debbono usare per nessun motivo gli antibiotici; purtroppo in molte, troppe, si sottopongono invece a terapie completamente inutili e dannose, perché così facendo si selezionano dei batteri resistentissimi a tutto. Se poi la forma asintomatica diventa sintomatica non avremo più antibiotici disponibili. Riepilogando: la presenza di batteri nelle urine di per se non significa infezione, visto che loro in pratica “possono abitare” l’apparato urinario, hanno facile accesso, e per questo noi abbiamo dei sistemi di difesa, primo fra tutti l’atto di urinare, che consente di eliminarli. C’è cistite solo quando questi batteri aderiscono alla parete della vescica, vi penetrano e danno infiammazione”. I sintomi dovrebbero chiarire tutto… “Infatti, sono chiarissimi, tanto che molte volte la diagnosi si può fare anche telefonicamente. Se si urina spessissimo, sia di giorno che di notte, si ha bruciore importante durante la minzione e a volte c’è presenza di sangue nelle urine si è di fronte ad una cistite. Si può avere anche difficoltà a urinare, perché la donna sente lo stimolo ma non ha più liquidi da espellere, visto che la vescica è vuota. Questa situazione si

chiama disuria. Fin qui abbiamo parlato dei sintomi classici, ma bisogna stare vigili perché invece se compaiono la febbre o un dolore lombare, la cistite da semplice diventa complicata, con un interessamento delle alte vie urinarie e in questo caso cambia l’antibiotico e cambia la durata della terapia”. Esistono delle patologie similari che possono indurre in errore? “La vaginite è simile, ma ha disturbi più sfumati e segnali diversi, come secrezione vaginale, prurito, o il fatto che si presenta subito dopo un rapporto o in concomitanza del ciclo. Oppure nel caso dell’uretrite, che provoca dolore soprattutto durante la minzione e permane tra una minzione e l’altra”. Quali esami da fare, allora? “In un primo episodio, nella cistite semplice, il medico può prescrivere la cura senza nemmeno la necessità di fare altri accertamenti diagnostici. Ma se il disturbo non passa con la terapia antibiotica, è chiaro che occorrerà fare un’urinocultura (o un tampone uretrale se si ipotizza una uretrite) e l’antibiogramma che ci diranno qual è il batterio e soprattutto qual è l’antibiotico giusto da somministrare. Ma attenzione, l’antibiogramma deve essere bene interpretato perché è inutile dare un antibiotico sensibile che però non agisce sull’apparato urinario, e questo il laboratorio non ce lo dice. Ci sono quindi delle categorie di antibiotici che agiscono molto bene sul tratto urinario, cioè che consentono di eradicare il problema nel minor tempo possibile, sommando, al giusto dosaggio, la massima efficacia con i minori effetti collaterali”. Il consumo di antibiotici non riguarda solo gli esseri umani...

OPTIMASALUTE

43


Dossier “Esatto: anche l’alimentazione incide moltissimo sulla loro efficacia, visto l’uso che ne viene fatto in agricoltura e negli allevamenti. Per questo la resistenza a certi tipi di batteri cambia da Paese a Paese, ma anche da regione a regione. Ed è in continua evoluzione. Esiste in letteratura il caso di un famoso sulfamidico che ha raggiunto in Italia una resistenza del 30%, che è la percentuale delle persone che non risponde alla terapia con questo medicinale, e per tale motivo non viene quasi più utilizzato nelle infezioni urinarie”. La cistite ha un suo periodo critico? “Sicuramente ai cambi di stagione c’è maggior incidenza, ma l’estate è il momento peggiore per due motivi fondamentali: il primo è che si beve meno. Ed i liquidi aiutano il nostro corpo in molti modi. Ogni volta che noi beviamo poi eliminiamo questi liquidi e di fatto facciamo un lavaggio della nostra vescica. Poi sudore e mancanza di traspirazione modificano la flora batterica vaginale e quella intestinale. Noi sappiamo che questi batteri vengono soprattutto dall’intestino, da lì passano alla vagina e quindi alla vescica… per cui è chiaro che tutto quello che modifica la flora batterica che noi donne abbiamo può provocare danni. Ancora: il rapporto sessuale è uno dei fattori predisponenti la cistite e soprattutto in estate i ragazzi sono più attivi. Poi consideriamo l’igiene, la sabbia, il mare… come minimo, se non si sta attenti, ci si becca una vaginite. Altre situazioni critiche? Abbiamo l’esempio del circolo vizioso classico che si innesca con il mal di gola. La terapia antibiotica che viene assunta per curarlo modifica la flora intestinale (e per questo si consiglia contestualmente l’assunzione di fermenti lattici) e quella vaginale, per cui passato il mal di gola, le difese si abbassano ed arrivano in sequenza prima la vaginite e poi la cistite. In questo campo si sta sviluppando una ricerca molto interessante, stiamo studiando il microbioma, cioè i miliardi di batteri che vivono nel nostro organismo con i quali conviviamo in maniera fisiologica, un rapporto in perfetto equilibrio che però, come abbiamo visto, può variare per molti motivi”. Diamo qualche consiglio di prevenzione. “Partiamo dall’igiene che deve essere accurata e costante ma nemmeno eccessiva, perché se noi usiamo troppi detergenti o detergenti molto forti, modifichiamo ugualmente la flora batterica delle mucose. Bere è fondamentale, parliamo di liquidi in generale, ma soprattutto acqua e l’apporto idrico deve essere diluito durante tutta la giornata. Mai bere un litro al mattino e poi niente al pomeriggio, oppure farlo per 2-3 giorni e poi riprendere le vecchie abitudini. È una questione di educazione, bere fa bene anche all’intestino, che come abbiamo visto è strettamente collegato alle infezioni urinarie; se bevo regolarmente e faccio magari anche un po’ di attività fisica starò

44 OPTIMASALUTE

meglio, il mio intestino funzionerà bene, la mia flora intestinale sarà migliore, i batteri avranno meno possibilità di modificarsi e diventare aggressivi. Altro consiglio pratico: urinare sempre dopo i rapporti perché così vengono eliminati eventuali germi che si sono introdotti in vescica. Quanto all’alimentazione, in alcuni tipi di pazienti è importante l’acidificazione delle urine, sia con l’alimentazione (agrumi, mirtilli, cranberry, frutti di bosco in generale) sia con appositi integratori, questo è un fattore importante proprio perché alcuni alimenti si “legano” ai batteri facilitandone l’eliminazione. Esiste anche la situazione opposta. Cioè alimenti che facilitano la comparsa di una cistite (cibi piccanti, peperoncino, alcool…) e siccome la cosa è molto soggettiva, a volte basta fare una buona anamnesi per saperlo e comportarsi di conseguenza. Alcuni tipi di cistiti croniche sono talmente collegate all’assunzione di alcuni alimenti da sembrare delle vere e proprie intolleranze”. Per la cistite si effettuano anche interventi chirurgici? “Direttamente no. Ma abbiamo molte patologie connesse: per esempio una donna che ha un prolasso, siccome non svuota bene la vescica (alterazione dell’apparato urinario) avrà cistiti ricorrenti. E se voglio risolvere quel problema dovrò intervenire chirurgicamente per togliere il prolasso. Così come chi ha incontinenza urinaria, avendo perdite deve portare un pannolino, l’umidità che si crea fa crescere i batteri, che passano dal pannolino alla vescica, dando prima vaginite e poi cistite”. n




Corpo da bikini

Terza puntata del nostro allenamento finalizzato a rendere più tonici pettorali, deltoidi, lombari e tricipiti di Roberto Moraldi Illustrazioni Sabrina Ferrero

s

Ebbene

sì, ammettetelo, fin qui vi siete sottoposti (uomini e donne, naturalmente...) a questo programma di lavoro, facile nell’esecuzione, ma allo stesso tempo, protratto per parecchi mesi, col solo scopo di preparare il vostro fisico alla prova costume. Non c’è niente di male. Alcuni si ammazzano di lavoro in palestra nell’ultimo mese utile prima di partire per le vacanze, voi, invece, se ci avete seguiti fin qui dovreste essere già a buon punto e con pochi minuti al giorno avete raggiunto lo stesso scopo, senza nemmeno uscire di casa.

Dunque sotto con la terza puntata di questo allenamento “classico”, sopravvissuto negli anni alle mode più fantasiose, perché basato su piegamenti a ritmo serrato che rinforzano contemporaneamente pettorali, deltoidi, lombari e tricipiti. Questo ritmo è ciò che vi permette di lavorare su tre tipi di contrazione muscolare (concentrica, eccentrica e isometrica), oltre ad imparare a “fare gioco di squadra”. I piegamenti offrono anche altri benefici tangibili: per esempio riuscire ad eseguire più di 12 ripetizioni, aumenta la resistenza

muscolare del tronco, un’area che la maggior parte di noi trascura. I piegamenti possono anche migliorare i vostri riflessi allenando le fibre propriocettive (dei nervi microscopici responsabili del vostro equilibrio fisico). In poche parole: ogni singola flessione richiama continuamente questi nervi per evitare perdite di equilibrio. Infine, essendo un esercizio basato su un alto numero di ripetizioni, aiuta a migliorare la circolazione sanguigna tra il dorso e le braccia, facendo scorrere via l’acido lattico dai muscoli, diminuendo così il dolore post-allenamento.

OPTIMASALUTE

47


Consiglio: la postura da mantenere Ripetiamo anche questo mese i consigli sulla postura da mantenere per tutto il programma. Dorso: la colonna deve essere sempre dritta e in linea con le gambe per tutta la durata dell’esercizio. Andare in avanti col busto rende forse più semplice l’esercizio, ma ne mina l’efficacia; inarcarsi all’indietro, invece, può spostare pericolosamente la tensione sui lombari e sulla colonna spinale. Testa: la faccia deve essere rivolta verso terra e il collo in linea con la schiena. Girare la testa in qualsiasi direzione può causare crampi muscolari e tensione al collo. Guardarsi intorno può anche portare a danni cervicali o com-

promettere le articolazioni vertebrali. Gambe: allungatele all’indietro, ben distese, senza serrare le ginocchia. Piedi: manteneteli distanti di circa 1015 cm l’uno dall’altro. Posizionateli in modo da poggiare il peso delle gambe sugli avampiedi. Attenzione a non sollevarsi sulle dita, si potrebbero provocare danni ai legamenti. Gomiti: mantenete gomiti e avambracci il più possibile vicini ai fianchi. Allargando i gomiti la tensione si sposta sulle articolazioni, rendendo l’esercizio meno efficace per i pettorali e rischiando lesioni ai gomiti stessi. Inoltre le braccia dovranno restare più tese possibile, senza flettere esternamente i gomiti.

1. Piegamenti con palla medica

1a

(pettorali e tricipiti) Inginocchiatevi e posizionate le mani sopra una palla medica (se non ne avete una potete usare anche un pallone da calcio o da basket), avendo cura di allargare bene le dita per una presa migliore. Bilanciate il peso sulla palla, poi stendete lentamente le gambe all’indietro assumendo la posizione classica per i piegamenti (1a). Abbassatevi fino a toccare le mani con il petto, poi tornate su lentamente e continuate fino al cedimento (1b).

1b

48 OPTIMASALUTE


2. Piegamenti su un braccio

(pettorali) Da inginocchiati, mettete il palmo della mano destra su un elenco del telefono o qualsiasi altro oggetto spesso circa 15 cm, poggiando la sinistra sul pavimento (2a). Mettetevi nella posizione iniziale per i piegamenti e abbassatevi fino ad avere gli avambracci paralleli al pavimento, poi tornate su (2b). Continuate fino al cedimento. Recuperate, poi cambiate mano e ricominciate.

2a

2b

3. Piegamenti in scivolata 3a

(spalle, pettorali, tricipiti, lombari, addominali) Mettetevi nella posizione classica per i piegamenti, con le palme delle mani a terra, in corrispondenza delle spalle, e le gambe stese all’indietro (3a). Eseguite un piegamento e mentre vi abbassate, poggiando con forza con le mani a terra, scivolate lentamente all’indietro con i piedi, fino a ritrovarvi con la punta del naso nello spazio tra le mani (3b). Poi tornate lentamente in avanti, sempre scivolando, finchÊ la pancia non sarà quasi in corrispondenza delle mani. Ripetete fino al cedimento.n

3b

(3. Fine)

OPTIMASALUTE

49



E il pannolino non c’è più Tempo d’estate? È ora di aiutare i vostri bimbi a compiere uno dei passi più impegnativi della loro infanzia. Si può provare fra i 18 mesi e i 3 anni, seguendo questi consigli di Chiara Baldetti

s

I

pediatri lo chiamano in gergo “spannolinamento” ma la traduzione è ben più facile: togliere il pannolino a vostro figlio, renderlo autonomo. Una parete di se-

sto grado per qualsiasi genitore che puntualmente la affronta nei mesi estivi, mediamente attorno ai 2 anni di età, prima di iniziare l’inserimento in “comunità” nella

scuola materna. Da dove cominciare, come accorgersi quando è il momento giusto, cosa dire e cosa non dire al bambino. Tutte domande alle quali cercheremo di

OPTIMASALUTE

51


rispondere punto per punto.

1) L’età giusta per cominciare

Dal punto di vista strettamente biologico questa “operazione” si dovrebbe svolgere quando il bambino ha tra i 18 e i 24 mesi, periodo in cui dovrebbe aver acquisito la capacità di controllare gli sfinteri (gli stimoli), ma esistono casi in cui questo “evento” si prolunga fin quasi ai 4 anni. Nessuna preoccupazione (a parte quella di continuare a cambiare i pannolini…); sappiate semplicemente che il bambino è pronto quando la sua storia evolutiva gli consente di non vedere più la cosa come un problema e inizia a superare la cosiddetta “paura del distacco”. Ciò non toglie che questi siano casi limite, che possono provocare problemi opposti a chi lo toglie troppo presto e frettolosamente. Si può passare, cioè, da un’eliminazione troppo precoce che rischia di essere frustrante per il bimbo e faticosa per la mamma ad una attesa troppo prolungata, che può creare difficoltà soprattutto quando si entra nella scuola materna, dove è richiesta un’autonomia nella continenza.

2) Il ritardo e la pazienza

Ci sono poi piccoli che compiono i due anni, poi i due anni e mezzo e non sembrano minimamente interessati alla questione, come se fossero semplicemente un po’ pigri. In questi casi è legittimo da parte dei genitori (o degli educatori del nido) tentare qualche intervento di stimolazione, come far notare al bambino che gli altri usano il vasino o il water, invitarlo a togliersi il pannolino e provare: non si tratta, in questi casi, di bambini che si oppongono, ma semplicemente sembrano un po’ distratti, non incuriositi dalla questione. Perciò quando avrete stabilito di levare il pannolino a vostro figlio

52 OPTIMASALUTE

dovete essere decise, perché continuare a metterlo e toglierlo a seconda dei casi non farebbe altro che ingenerare in lui confusione.

3) Come cogliere il momento

Anche se non si esprimono ancora bene con le parole e non sanno spiegarsi, i bambini (soprattutto le femminucce) hanno metodi molto chiari per farsi capire, mandano messaggi che dicono, più o meno, “mamma, questo pannolino mi dà fastidio, lavami e cambiami”. Altri, ad esempio, durante il giorno tengono la pipi per non bagnarsi e quando andrete a cambiare il pannolino lo troverete asciutto.

Si può approfittare delle vacanze al mare, per sfruttare il fatto di avere addosso pochi o zero indumenti Ancora meglio: chiedono di sedersi sul water come hanno visto fare ad un fratellino più grande o alla mamma stessa. Sono incuriositi. Non è detto che abbiamo capito bene a cosa serve quell’enorme coso bianco posto così alto. Ma la curiosità va esaudita, è un primo passo importante per fargli prendere confidenza. Provate a metterlo seduto sul water stesso o sul più comodo vasino, anche senza pannolino se vi fa capire di essere contento, ma non aspettatevi che faccia immediatamente la pipì. Succede raramente al “primo colpo”, ma se ciò accade mostrategli la

vostra contentezza. Deve capire che ha fatto una cosa stupenda. Altro segnale da captare: quando vi chiama, ma solo dopo che ha fatto i bisogni addosso, è un buon inizio. Significa che sta acquisendo consapevolezza dello stimolo e prima o poi vi avviserà “prima” per evitare la spiacevole sensazione di bagnato.

4) Tanti piccoli trucchi

Le condizioni ambientali sono importanti. Non è detto che si debba cominciare questa transizione verso l’eliminazione del pannolino proprio al bagno. Anzi, una volta scelto il vasino, possibilmente insieme, per farlo sentire quasi come fosse uno dei suoi giocattoli, si può cominciare ad utilizzarlo anche nella sua cameretta, vicino ai suoi giochi, con la mamma accanto o anche da solo. Far trovare al bimbo qualche libro e qualche giochino da utilizzare solo quando è sul water o sul vasino, in modo che non si annoi e che non si stanchi. Anzi, all’inizio sarà stimolato ad andare in bagno poiché saprà che lì ci sono “quei giochi”. C’è poi chi approfitta dell’estate e in particolare delle vacanze al mare per sfruttare il fatto di avere addosso pochi o zero indumenti. Anche questa è una buona idea, diciamo riservata esclusivamente alla pipì. E al mare si può fare di tutto, nei limiti imposti dall’igiene, pubblica e privata. Un nostro amico raccontava che il proprio bambino di due anni cominciò a fare a meno del pannolino scappando a fare la pipì dietro una barca messa perpendicolare contro un muro che delimitava la spiaggia. Erano su un’isoletta, praticamente da soli e per qualche giorno quel rifugio sotto la barca ha funzionato da stimolante. Ha consentito al bambino di nascondersi e di… liberarsi. Poi, pian piano, ha conosciuto il ba-


al nido), la nascita di un fratellino, qualsiasi brusco sconvolgimento della vita familiare, che lui percepirà benissimo, potrebbero far sì che riprenda a farsi i bisognini addosso. In questo caso è opportuno non sgridarlo, cercare di capire quali sono state le cause di questa retromarcia ed aiutarlo con dolcezza a superarle. Non è facile, ma è l’unica strada da seguire.

La notte è... lunga e all’inizio si può decidere di mantenere il pannolino

gno dell’albergo e da allora non ha più messo il pannolino. Un po’ più difficile diventa il cogliere i segnali che precedono l’arrivo della “cacca”. Di solito i piccoli tendono a nascondersi, mostrano agitazione. Imparate ad interpretarli e magari stabilite un momento preciso per provare ad usare il vasino: prima di uscire per andare all’asilo, dopo pranzo, prima di andare a letto. L’importante è che si riesca a creare una consuetudine. Altra storia e altra strategia per quello che riguarda la notte. Sappiamo, per esempio, che il controllo dello sfintere è maggiore durante il giorno e per adeguarlo alle ore notturne in particolare e

a quelle dedicate al sonno più in generale, occorre molto più tempo. Per cui, almeno inizialmente si può decidere di metterlo a letto col pannolino. Quando, in capo a qualche giorno comincerete a trovarlo asciutto il mattino seguente, il piccolo vi avrà comunicato, a suo modo, di aver compiuto un altro passo importante verso la sua maturazione e l’autonomia.

5) Il successo... temporaneo

I successi, almeno all’inizio, sono momentanei. L’equilibrio del piccolo è ancora instabile e qualsiasi evento imprevisto, come può essere l’inserimento alla materna (o

Nel contempo, come accennavamo, non vanno dispensate punizioni di nessun tipo, né tantomeno far intervenire in questa situazione, che è essenzialmente privata e domestica, parenti o amici che potrebbero uscire con frasi del tipo “non ti vergogni, ormai sei grande... guarda tuo fratello quanto è bravo... io da piccolo già a 2 anni ho buttato il pannolino...”. Si tratta di rimproveri e spesso umiliazioni inutili che non portano a nulla, se non a complicare la strada per arrivare alla piena autonomia.

6) Le corrette gratificazioni

Non serve comperare giocattoli per festeggiare la prima volta che il piccolo riesce a fare la pipì nel water o meglio ancora che vi chiama prima che accada l’irreparabile. Lui capirà dai vostri sorrisi e da tanti baci che ha fatto una cosa importante e bellissima. Queste gratificazioni, meglio ancora se fatte da mamma e papà assieme, costituiranno uno stimolo ulteriore per fare sempre meglio, per rivedere sorridere i suoi genitori. n

OPTIMASALUTE

53



Una dolce depilazione

Tutto quello che non sapete sul sugaring, o ceretta marocchina, una pratica vecchia di oltre 3500 anni tornata alla ribalta. La base? Zucchero e succo di limone di Gelsomina Sampaolo*

s

Questo

mese vogliamo parlarvi di una pratica di depilazione che è, contemporaneamente, una novità ed un “reperto archeologico”. Eh sì, il cosiddetto “sugaring”, ceretta marocchina o con pasta di zucchero, infatti, ha origini antichissime pur essendo all’ultimo grido in tutti i centri estetici; viene menzionata nei papiri egiziani risalenti al 1700 a.C. e prevede un impasto di acqua, zucchero e succo di limone che forma delle palline da arrotolare sul corpo per portare via i peli superflui. Questa antichissima tecnica è stata rivalutata e riportata in auge prima in Brasile, poi in Argentina e

negli Stati Uniti e, infine, anche da noi grazie alle sue molteplici proprietà. Innanzitutto si tratta di un metodo totalmente naturale (potreste farlo anche a casa, vedere la ricetta nel box), anallergico e che permette di depilare qualsiasi zona del corpo, anche le più delicate, con un dolore inferiore alla normale cera a caldo ed uno shock minimo della pelle, in quanto la pasta permette di avvolgere e portare via il pelo senza strappo. È addirittura un metodo indicato per chi soffre di psoriasi ed eczemi cutanei e la capacità dello zucchero di rimarginare le ferite (veniva usato a questo scopo an-

che sui soldati feriti della I Guerra Mondiale) permette un recupero più veloce della pelle nelle zone depilate, senza fastidiosi rossori, follicoliti o irritazioni. Lo zucchero, inoltre, è un conservante naturale che non consente l’insediamento o la proliferazione di batteri, ecco perché si può dire che la pasta di zucchero potrebbe avere una scadenza pressoché infinita. La presenza del limone è dovuta al suo uso come catalizzatore, per evitare la cristallizzazione dello zucchero, ecco perché nelle formulazioni fai-da-te si potrebbe anche non mettere, purché l’impasto sia usato immediatamen-

OPTIMASALUTE

55


te dopo averlo fatto. La pasta di zucchero, infatti, ha anche questo vantaggio: si usa a temperatura ambiente, evitando tutti i fastidi e le possibili controindicazioni della ceretta a caldo. Alcune paste in commercio, poi, prevedono anche l’aggiunta di altri elementi naturali, come aloe vera, olio di Argan o calendula, a scopo idratante ed emolliente. Questo metodo che viene dall’Oriente non ha controindicazioni: può essere usato su uomini e donne indifferentemente, su tutte le parti del corpo e anche su peli molto corti (1-2 mm), non occorre l’uso di particolari strumenti né di strisce

per lo strappo, non lascia residui (si rimuove con acqua tiepida, anche da mobili e oggetti) e permette un assottigliamento del pelo, applicazione dopo applicazione. Ma passiamo ai consigli pratici: la tecnica di depilazione con la pasta di zucchero avviene attraverso una sorta di massaggio, ecco perché sarebbe indicato richiedere l’aiuto di un’estetista, almeno le prime volte. Va innanzitutto eliminato ogni residuo di umido sulla pelle, perciò asciugate accuratamente le zone interessate, magari aiutandovi con del talco. Riscaldate quindi la pasta di zucchero a bagnomaria per il tempo

necessario, e lavorate il prodotto con le dita finché risulta elastico e malleabile. Formate quindi una pallina con l’impasto e passatela sulla zona da depilare in direzione contraria alla crescita del pelo, poi nel senso inverso. Quando la pallina si riempie di peli, va sostituita con una nuova. Per eseguire una depilazione completa di braccia e gambe si utilizzano circa 3-4 palline da 10 grammi ciascuna ed è necessaria 1 ora/1 ora e mezza di tempo. Con questo metodo la ricrescita dei peli avverrà nuovamente dopo 5-6 settimane e risulteranno più radi e meno scuri.

La ricetta fai-da-te Per creare il vostro impasto di zucchero a casa bastano: • 200 g di zucchero • 50 g di succo di limone • 50 g di acqua Mescolate tutti gli ingredienti in un pentolino e mettetelo a scaldare a bagnomaria per 15-20 minuti (o finché risulta liquido). L’impasto dovrà diventare di un colore ambrato, simile al miele. A questo punto toglietelo dal fuoco e travasatelo in un barattolo di vetro per lasciarlo raffreddare. Una volta tiepida, la pasta di zucchero è pronta all’uso. Dopo la depilazione la potrete conservare nel barattolo ben chiuso e riscaldarla a bagnomaria la volta successiva.

(*) Con la consulenza di Didona Mihaela Stoica, estetista.

56 OPTIMASALUTE



Zucchero e miele, alleati storici di bellezza La storia ci insegna che il rapporto che lega alcuni elementi naturali, come miele e zucchero, all’estetica è vecchio di secoli. Come abbiamo visto fin qui, già gli antichi Egizi conoscevano le qualità dello zucchero e del miele per il corpo umano: si curavano con decotti ed avevano già ideato gli impasti di zucchero usati ancora oggi per la depilazione. Nell’antichità erano già note anche le proprietà antisettiche di questi ingredienti, tanto che nei papiri di Smith (1700 a.C.) e di Ebers (1500 a.C.), si descrivono dettagliatamente alcuni medicamenti preparati con miele e latte coagulati applicati con bende di cotone per la

cura di ferite e ustioni anche gravi. C’è traccia di misture simili anche nella storia degli antichi romani e di alcune tribù africane, degli Indiani d’America e delle popolazioni rurali del sud degli Stati Uniti. Inoltre, il miele viene comunemente usato anche nella farmacopea tradizionale cinese, per curare ferite ed ustioni. Durante la II guerra mondiale, ad esempio, la popolazione di Shangai utilizzò una mistura di miele e lardo per trattare ulcere e piccole ferite dopo le battaglie. Anche gli Aztechi, antichissima popolazione del Messico, guarivano le ferite con un impasto di miele salato o, in alternativa, con uno sciroppo di agave

(detto maguey) che presenta un’altissima percentuale di zuccheri ad azione antimicrobica. Andando avanti negli anni, in tempo di guerra, anche in Europa veniva usato lo zucchero per curare le ferite e per disinfettare, in mancanza di medicinali adeguati. Ai nostri giorni, infine, in particolar modo intorno agli anni ’70, sono stati pubblicati numerosi articoli riguardanti l’utilizzo del miele e dello zucchero in ambito medico. Oggi ci limitiamo ad usare zucchero e miele per scopi estetici, per l’epilazione ma anche in rimedi contro l’acne e la cellulite, a testimonianza delle proprietà innegabili di questi prodotti.

Tutti i metodi classici, dal rasoio al... laser 1) Rasoio/lametta

Questo metodo rimuove tutti i peli e può essere effettuato con un rasoio elettrico o una semplice lametta. É il metodo preferito dagli uomini per radersi, ma anche da molte donne, per gambe e ascelle. Se da un lato è il più rapido ed economico di tutti, ha come controindicazione il fatto che il pelo ricrescerà presto e spesso più robusto. Se poi trova ostruito lo sbocco del canale pilare, può cambiare direzione e finire lateralmente nel derma o nell’epidermide, dando vita al pelo incarnito.

superiore...), ma anche di altre parti del corpo ove compaiono peli rari e isolati. Deve essere eseguita nel senso della crescita del pelo che può essere rimosso alla radice. È praticamente a costo zero, se si tralascia l’acquisto di una buona pinzetta, ma può essere causa di peli incarniti e stimolare la crescita di peluria più folta e indesiderata, qualora durante lo strappo di un pelo ben visibile, vengano afferrati senza volere, né accorgersene, peli molto sottili, biondi e corti.

2) Crema depilatoria

4) Con lamina abrasiva

Indicata per gambe, viso, inguine e per la maggior parte dei peli, sia quelli fini che quelli più grossi. Si ottiene una ricrescita più lenta rispetto alla rasatura, ma c’è il rischio di eritemi, prurito e bruciore. Per esporsi al sole dopo l’uso, attendere 12-24 ore.

Indicata per gambe, guance e ascelle: strofinare sulla zona, in senso orario, una lamina abrasiva. L’attrito consuma il pelo tagliandolo al punto di sbocco o a livello della cute. È un metodo sconsigliato poiché il pelo ricresce più ispessito.

3) Con strappo

5) Ceretta a caldo

Usando la pinzetta si rimuovono i peli grossi (sopracciglia) e quelli di piccole superfici (mento, labbro

58 OPTIMASALUTE

Rimuove i peli grossi, indicata per volto e inguine. Dopo la sua applicazione, la superficie cutanea

risulta completamente liberata dai peli superflui, liscia e compatta. Generalmente è a base di cera d’api o colofonia (resina vegetale) e, attraverso appositi fornelli vengono portate alla temperatura di liquefazione, stese sulla superficie cutanea e una volta solidificate si procede allo strappo del pelo che viene eliminato alla radice. La pelle risulta sempre un po’ irritata ed occorre applicare una crema o lozione calmante. Prima del trattamento frizionare la zona da depilare con soluzione idroalcolica ad azione antisettica. È una metodica sconsigliata ai soggetti con problemi vascolari. I peli ricrescono in media dopo circa 20 giorni.

6) Ceretta a freddo

Consigliata per la depilazione di gambe e braccia, è un po’ dolorosa, rimuove i peli grossi e sottili. Viene venduta in strisce già dosate, con sostanze a base di cera, che aderiscono e vengono poi strappate portando con se i peli che vengono eliminati alla radice.



I peli ricrescono di media ogni 2030 giorni.

7) Apparecchi elettrici

Simili al rasoio, sono costituiti da una spirale rotante che, passata sulla pelle, intrappola il pelo traendolo verso l’esterno. Rimuovono i peli grossi presenti su superfici piatte dove la cute è meno sensibile, sono quindi indicati per l’epilazione delle gambe. Il pelo viene estirpato fino al bulbo, ma nel caso di quelli più sottili e corti l’apparecchio non è efficace poiché sfuggono all’aggancio e si spezzano. La ricrescita del pelo avviene di media ogni 15 giorni.

8) Elettrodepilazione

È realizzata mediante l’utilizzo di corrente elettrica continua o ad alta frequenza che applicata al follicolo pilifero, trasformandosi in energia termica, determina la distruzione, con conseguente asportazione del pelo tramite una pinzetta; tecnica consigliabile per il trattamento del viso, della pancia e dell’areola mammaria. Lo strumento consiste in un elettrodo sottoforma di ago collegato ad un

60 OPTIMASALUTE

generatore di corrente. Esiste anche un’alternativa all’ago elettrico: un’apparecchiatura elettronica fornita di una sonda che agisce alla radice del pelo in assoluta assenza di dolore. Questo metodo fonda la sua efficacia sulla contemporanea azione di più fattori, tra i quali il calore dovuto alla radiofrequenza e l’uso, sulla superficie della pelle da trattare, di estratti vegetali e oli essenziali che facilitano la penetrazione della corrente agendo da conduttori elettrici. Finito il tempo di azione della sonda, i peli, il cui bulbo vitale è andato incontro ad atrofia, vengono estirpati con la ceretta. Dopo alcune applicazioni, il pelo si assottiglia fino a scomparire definitivamente.

9) Laser

Largamente impiegato è il laser a diodo che permette di trattare tutti i tipi di pelle, anche le più scure. Quando il pelo viene raggiunto dalla luce laser, si avverte soltanto una leggera sensazione di calore, non fastidiosa, che indica la corretta scelta dei parametri e dunque di aver raggiunto l’obiettivo della depilazione.

10) Elettrocoagulazione

È sicuramente il metodo di depilazione definitiva più utilizzato e consiste nell’eliminazione di ogni pelo, uno alla volta, attraverso un ago sottilissimo inserito all’interno del bulbo pilifero. L’ago serve a convogliare all’interno del bulbo un fascio di corrente ad alta frequenza che colpisce il pelo e lo distrugge definitivamente. In alternativa all’ago, alcuni centri estetici utilizzano una pinzetta che cattura il pelo e lo elettrifica: in tal modo non si rischia di bruciare la pelle e la depilazione è molto più precisa.

11) Epilatore elettrico

È un vero e proprio rasoio, che agisce in modo diverso da quelli tradizionali. L’epilatore, infatti, è dotato di una superficie rotonda che presenta una serie di piccole pinze che afferrano il pelo e lo tirano via. È stato creato soprattutto per la depilazione delle gambe, ed è sconsigliato per pube e ascelle. Le prime volte che lo si utilizza, comunque, è particolarmente doloroso. n



Estate a 4 zampe I consigli del veterinario per capire e prevenire i pericoli derivanti da patologie come filariosi e Leishmaniosi di Chiara Baldetti

s

L’estate è da sempre un periodo felice in cui uscire con i vostri amici di zampa, ma anche un rischio per gli animali domestici. Alte temperature e afa, infatti, espongono i nostri amici pelosi ad un ampio ventaglio di patologie e pericoli. Per imparare a riconoscerli e affrontarli nel migliore dei modi, l’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Milano, ha diffuso una campagna d’informazione contenente metodi di prevenzione, accorgimenti e rimedi per le più diffuse problematiche legate al periodo estivo: colpi di calore, filariosi cardiopolmonare e leishmaniosi. In questa prima puntata parleremo del rischio di filariosi e leishmaniosi, due malattie parassitarie causate da alcune larve purtroppo molto

62 OPTIMASALUTE

attive in questo periodo dell’anno. La filariosi è sostenuta da un verme nematode (Dirofilaria immitis): larve microscopiche che si trasmettono al cane attraverso la puntura di zanzare infette. Al termine del loro ciclo di sviluppo, circa 6 mesi dopo la trasmissione al cane, i parassiti raggiungono il cuore ed i vasi polmonari e si annidano, crescendo fino a diventare adulti e raggiungendo lunghezze fino a 30 cm. Qui si riproducono, immettendo nuove larve (microfilarie) nel circolo sanguigno e dando luogo a quella che viene considerata una vera e propria patologia cardiaca cronica nel cane. I sintomi della filariosi compaiono anche molto tempo dopo l’infestazione, quando l’organismo re-

agisce contro i parassiti e il cuore inizia a manifestare insufficienza più o meno grave. Il vostro cane sembrerà stanco, con tosse, affannato anche dopo modesti sforzi e, con il passare del tempo, sempre più inappetente e depresso. Con l’aggravarsi del danno cardiocircolatorio aumenteranno anche le difficoltà respiratorie, a causa dell’accumulo di liquido a livello addominale, provocando anche problemi neurologici. Come correre ai ripari? Ovviamente rivolgetevi innanzitutto al vostro veterinario di fiducia per accertare la diagnosi ed iniziare una terapia piuttosto complessa (e quindi assolutamente da non intraprendere autonomamente). La terapia farmacologica sarà pre-


scritta secondo lo stato di salute generale dell’animale, in seguito a determinate indagini diagnostiche, visite cardiologiche, radiografie del torace ed esami ecocardiografici. Per prevenire la filariosi, in questo periodo, potrebbe rivelarsi utile una terapia (sempre prescritta dal veterinario) tramite iniezioni annuali (solo per cani adulti) o compresse mensili (vanno assunte da aprile a ottobre) per eliminare le larve inoculate dalle zanzare nei 30-40 giorni antecedenti il trattamento, intervenendo prima che esse inizino la loro migrazione verso il cuore. Sono inoltre disponibili, sempre a scopo preventivo, prodotti ad uso topico da applicare sulla cute. Anche la Leishmaniosi, come abbiamo detto all’inizio, è una malattia trasmessa da parassiti, più precisamente i pappataci (piccole zanzare presenti soprattutto al centro e sud Italia e lungo i litorali). Pur essendoci delle zone “endemiche” in cui questo insetto prolifera, negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici, si è assistito a un aumento del numero di cani infettati dai pappataci e di conseguenza ad una diffusione della leishmaniosi anche nelle aree precedentemente considerate non a rischio. Dopo la puntura dell’insetto, il periodo di incubazione della Leishmaniosi è molto variabile: può durare anche vari anni. Il cane “positivo” alla Leishmania, però, si trasforma in un serbatoio di parassiti, in grado di contaminare sia gli altri cani sia l’uomo. Ogni cane risponde in maniera diversa all’infezione, nei soggetti più deboli il parassita può diffondersi all’interno del corpo, raggiungendo anche i linfonodi, il midollo osseo, e la milza. Alcune razze sono geneticamente predisposte alla Leishmaniosi, ad esempio i boxer o gli esemplari di cane più anziani o immunodepressi. Altre razze, come il Cirneco di Ibiza, sono resistenti o immuni. La presenza di questa malattia

può essere indicata da sintomi come lesioni cutanee, anoressia e/o perdita di peso, linfoadenopatia locale o generalizzata, splenomegalia, lesioni oculari, epistassi, zoppia, anemia, insufficienza renale, diarrea. Per quanto riguarda la terapia, negli ultimi anni i farmaci sono stati modificati perché il parassita era sempre più resistente ed è stato necessario, perciò, variare o rinfor-

zare le dosi e le formulazioni. Resta comunque una buona pratica quella preventiva, che prevede la limitazione delle passeggiate serali, far dormire l’animale in casa durante le ore notturne (magari applicando zanzariere a maglie fitte alle finestre), usare repellenti specifici e rivolgersi sempre ad un medico veterinario per avere consigli sulla scelta dei presidi migliori e far controllare regolarmente il cane.

La Leishmaniosi nell’uomo La Leishmaniosi, a differenza della filariosi, può colpire anche l’uomo, attraverso la puntura di pappataci o la trasmissione interumana per trasfusioni di sangue o attraverso siringhe contaminate. Le zone più a rischio sono, secondo il Ministero della Salute, le regioni tropicali e subtropicali dell’Africa, dell’America centrale e del Sud America, dell’Asia e della regione del Mediterraneo. Le tipologie di leishmaniosi umana più diffuse sono quella cutanea (che provoca lesioni e ulcere alla pelle) e quella viscerale (più grave, che colpisce milza, fegato e midollo osseo). Il rischio è fortemente limitato a chi vive nelle zone infestate da questo insetto o chi viaggia in tali zone, soprattutto nelle aree forestali e rurali. Non essendo disponibili vaccini né farmaci per prevenire l’infezione umana, ai viaggiatori viene raccomandato di seguire le corrette pratiche per ridurre al minimo il rischio di punture: Evitare le attività all’aperto, soprattutto dopo il tramonto, quando i pappataci di solito sono più attivi. All’aperto: diminuire il più possibile le zone di pelle esposta (indossando, ove possibile, maglie con le maniche lunghe, pantaloni lunghi e calzini) e usando un repellente per insetti sulla pelle esposta e sotto i polsini delle maniche e le caviglie dei pantaloni. Al chiuso: stare in zone protette o con l’aria condizionata, spruzzare l’insetticida, usare una zanzariera a trama fitta imbevuta o spruzzata con un insetticida a base di piretroidi (come la permetrina o la deltametrina). n

• • •

OPTIMASALUTE

63


Hobby House

di Gelsomina Sampaolo

Libreria Bambini

Disegnare un albero

Il giardino da sgranocchiare

Il tuo cervello

Rimanere umani

Uno dei massimi designer italiani insegna ai bambini come si disegna un albero. Ramo dopo ramo, foglia dopo foglia, stagione dopo stagione. Munari B.; Corraini; Euro 11,00

Gli apprendisti giardinieri troveranno in questo libro una sintetica storia dei legumi e dei frutti dei nostri orti, con ricette, esperimenti e consigli di giardinaggio. Tordjman N.; Motta Junior; Euro 12,00

In Salute Due specialisti di neuroscienze ci illuminano su tutto quello che c’è da sapere sui tre chili scarsi di materia grigia che portiamo a spasso nel nostro cranio. Aamodt S. e Wang S.; Mondadori; Euro 18,00

Il diario del prof. Gronemeyer, rinomato medico tedesco, che diventa la mappa delle malattie che affliggono l’uomo d’oggi, ma anche delle terapie più moderne e alternative. Borgna E., Gronemeyer D.; Queriniana; Euro 16,50

Best Seller

Passeggeri notturni

30 racconti che sono un almanacco di soluzioni inattese e di rivelazioni ironiche. Una scommessa allegra e audace sullo straordinario potere dei personaggi, delle storie, della letteratura. Carofiglio G.; Einaudi; Euro 12,50

Cinema Lo chiamavano Jeeg Robot

Regia: G. Mainetti con C. Santamaria, L. Marinelli Trama: un delinquentello romano acquisisce i super poteri e cerca di sfruttarli a suo vantaggio. Giudizio: il primo super-hero movie italiano, una scommessa vinta al box office.

64 OPTIMASALUTE

Numero 11

L’undicesimo romanzo di Jonathan Coe è una storia dei nostri tempi, su quell’infinità di piccole connessioni tra la sfera pubblica e quella privata, e su come finiscano per toccarci, tutti. Coe J.; Mondadori; Euro 17,00

Musica This Unruly Mess I’ve Made Macklemore & Ryan Lewis

Macklemore è un rapper sui generis, e non solo perché bianco, ma perché in grado di alternare momenti di riflessione a pezzi di pura autoironia. E quella col produttore Ryan Lewis è chiaramente una squadra che non si cambia.



Ultima pagina

ricette

Baccalà e crostini del contadino • 400gr di baccalà dissalato • 4 patate • mezza cipolla • 1 porro • Pane, burro, sale Tagliate il baccalà in piccoli pezzi e fatelo bollire per 15 minuti in una pentola. A parte, in un tegame, unite le patate sbucciate, cipolla e porro. Salate, pepate, aggiungete due mestoli d’acqua e uno di cottura del baccalà. Quando le patate sono quasi cotte unite il baccalà e fate cuocere per altri 10minuti. Friggete nel burro dei crostini di pane e usateli per contornare il piatto.

Lo Sapevate?

Il bikini compie 3400 anni Contrariamente a quello che si pensa, il bikini non è stato inventato nel 1946 da due sarti francesi, ma risale addirittura a 3400 anni fa. Questo indumento femminile, infatti, è raffigurato in affreschi e mosaici di epoca greca e romana, i più antichi dei quali risalgono al 1400 a.C. Il mosaico più famoso è conservato nella villa romana di Piazza Armerina (Enna), e raffigura alcune donne che eseguono esercizi ginnici in bikini con indosso la fascia “subligaris” per coprire il seno, e l’antenato dello slip, chiamato “subligar”.

Oroscopo Segno del mese Gemelli

21/05 - 21/06

È il momento di mettere a frutto la vostra proverbiale creatività. Nel lavoro per raggiungere gli obiettivi che da tempo inseguite e nei rapporti personali per stupire ancora di più chi vi sta vicino. Riposatevi: si può ideare senza affaticarsi fisicamente.

Cancro 22/06 - 22/07

Sensibilità e capacità di emozionarvi vi apriranno porte importanti.

Leone 23/07 - 23/08

Sul lavoro siete sempre in competizione. Pensate anche alle prossime vacanze.

Vergine 24/08 - 22/09

Siete attesi da un mese di successi, soprattutto nella vita privata.

Bilancia 23/09 - 22/10

La crisi esistenziale è passata, il lavoro fila, prendetevi una pausa.

Scorpione 23/10 - 22/11

Lo sport fa bene e il lavoro nobilita. Ma non esagerate come sempre…

Sagittario 23/11 - 21/12

In ufficio evitate gli scontri e non cercate soluzioni utopistiche e irrealistiche.

Capricorno 22/12 - 20/01

Siete troppo cupi, ma le cose stanno migliorando. Sorridete, vi aiuterà.

Acquario 21/01 - 19/02

Nel lavoro di squadra siete imbattibili. I vostri colleghi/amici vi adorano.

Web Zone

Explorer, ancora il browser più utilizzato Destinato alla pensione per fare spazio a Edge, il nuovo browser di Windows 10, Internet Explorer tiene duro e ancora oggi, secondo i dati diffusi da NetMarketShare è la scelta principale di chi vuole navigare online. Ma Chrome, attivo da soli 7 anni, sembra prossimo a rubargli il primato.

66 OPTIMASALUTE

Il social network dei millenials Un recente studio ha dimostrato come Facebook sia sempre il social network più largamente usato dagli americani tra i 18 e i 34 anni. Con i suoi 1,6 miliardi di utenti attivi al mese, detiene un numero quattro volte superiore a quello del suo più vicino “concorrente”, Instagram. Viene usato mediamente 1000 minuti al mese (circa 33 minuti al giorno) mentre su Snapchat e Instagram gli utenti trascorrono rispettivamente circa 300 e 400 minuti al mese, e su Twitter 200.

Pesci 20/02 - 20/03

Vi sta arrivando addosso un pieno di energia. Sappiatelo sfruttare al massimo.

Ariete 21/03 - 20/04

Nella vita non esiste solo il lavoro. Provate a rilassarvi con un corso di yoga.

Toro 21/04 - 20/05

Tirate fuori le vostre idee, saranno premiate. In amore prendete l’iniziativa.

Un’estensione contro gli insulti Si chiama Reword, l’estensione del browser Chrome contro l’incitamento all’odio nella comunicazione online. Lo strumento è in grado di barrare di rosso gli insulti e segnalare gli utenti che li hanno digitati. Funziona anche da mobile e su applicazioni come Facebook, Twitter, YouTube, Ask.fm e Google+.

Leo dixit

Rischiosa virtù “La virtù affascina, ma c’è sempre in noi la speranza di corromperla”. (Leo Longanesi)

CONCERTI

Le date del mese Francesco De Gregori: 3 Verona. Garbage: 8 Milano. James Morrison: 15 Roma. James Bay: 3 Firenze, 4 Ancona. Vasco Rossi: 18 Lignano Sabbiadoro, 22-23-26-27 Roma. Duran Duran: 5 Taormina, 7 Roma, 8 Verona, 10 Firenze, 12 Assago. Renato Zero: 1 e 2 Verona. Mika: 24 Molfetta, 26 Palermo. Laura Pausini: 4 e 5 Milano, 11 Roma, 18 Bari. Modà: 18 e 19 Milano, 25 Cagliari.




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.