Optima Salute Gold giugno 2015

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N. 236 ANNO XXIV Giugno 2015

Gambe gonfie

Guarire con movimento alimentazione e farmaci

Terza età

Come trascorrere ferie felici e attive

Viaggi

Castelluccio: la magia del Piccolo Tibet

Dossier

In forma per l’estate

in questo numero

ARRIVA L’ESTATE! PREVENZIONE, PROTEZIONE E INTEGRAZIONE



Sommario

Anno XXIV n.236 Giugno 2015

Direttore responsabile Claudio Sampaolo Coordinamento editoriale Roberta Stagno Grafica e impaginazione Enrico Marinelli email: info@studiorocchetti.com Redazione Studio Rocchetti Comunicazione Strada Lacugnano Giardino, 3 06132 Perugia e mail: redazione@studiorocchetti.com Tel. 075 5170247 Fax 075 5171430 Marketing e pubblicità Francesca Capalbo Tel. 06 41481370 Fax 06 41481383 Gabriele Iannella Tel. 06 41481292 email: optima@comifar.it Collaboratori Francesca Aquino, Chiara Baldetti, Benedetta Ceccarini, Stefano Ciani, Pompeo D’Ambrosio, Francesco Fioroni, Andrea Giordano, Maria Mazzoli, Roberto Moraldi, Simona Peretti, Maria Pia Pezzali, Giuseppe Rinonapoli, Rolando Rossi, Gelsomina Sampaolo, Filippo Tini Consulente scientifico Dottor Pompeo D’Ambrosio Fotografie AGF Creative - Fotolia - iStock Illustrazioni Sabrina Ferrero Editore Comifar Distribuzione S.p.a. Via Fratelli Di Dio, 2 20026 Novate Milanese (MI) Registrazione del Tribunale di Milano n.727 del 04/12/2008 Fotolito e Stampa G. Canale & C. S.p.A. Via Liguria 24, 10071 Borgaro Torinese Prezzo per copia € 1,00 Costi di abbonamento: copie 50 € 250,00 copie 100 € 365,00 copie 150 € 505,00 copie 200 € 655,00 copie 300 € 950,00 copie 500 € 1.545,00 Rivista ceduta esclusivamente in abbonamento attraverso il canale Farmacia Info e abbonamenti: www.optimasalute.it

omaggio del tuo farmacista

10 Rubriche

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Attualità in Farmacia La hit parade delle novità

Web.it Le App della salute Post-it Pro-memoria della salute di Francesca Aquino

Hobby House Cinema, musica e libri di Gelsomina Sampaolo

Ultima pagina Oroscopo, ricette, appuntamenti, curiosità

Testata associata

www.optimasalute.it

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Sommario

Anno XXIV n.236 Giugno 2015

Dossier

In forma per l’estate

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Cure estetiche, alimentazione e attività fisica: tre settimane di trattamenti e cura del vostro corpo per riconquistare tono e lucentezza della pelle. E contro la cellulite c’è un’arma in più: la cavitazione a cura di Maria Mazzoli Illustrazioni di Moreno Chiacchiera

Le ferie felici della Terza Età Più tempo libero, migliori condizioni climatiche e di luce, inducono anche gli anziani a svolgere più attività fisica

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di Pompeo D’Ambrosio

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Aiuto, ho le gambe gonfie! Nei mesi caldi riesplode una patologia essenzialmente femminile: guarire con movimento, alimentazione e farmaci di Benedetta Ceccarini

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Quando arriva la diverticolite Crampi, dolori addominali e disturbi intestinali colpiscono in estate il 10% di italiani di Francesca Aquino

Traumi sportivi & pronto soccorso Oltre alle terapie mediche specifiche, nei casi meno gravi si può ricorrere a omeopatia, fitoterapia ed integratori di Simona Peretti

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Più caffè, meno depressione Uno studio americano dimostra i benefici della caffeina contro le malattie della psiche di Filippo Tini

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Castelluccio, il piccolo Tibet Lenticchie, formaggi, deltaplani e lo straordinario spettacolo della fioritura: nel paese umbro, arroccato a 1452 metri di altitudine di Claudio Sampaolo

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Sos insetti per cani e gatti I rischi di punture e infezioni si evitano con la prevenzione di Chiara Baldetti



Attualità in Farmacia

Le novità e i prodotti in vendita in Farmacia

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Dalla ricerca nutrizionale Giuliani arriva un’innovazione a livello mondiale: il primo pane di frumento senza glutine

Giuliani presenta una novità rivoluzionaria che segnerà il passaggio verso una nuova generazione di prodotti senza glutine. “Bontà di Pane” - della linea Giusto Sapori Tradizionali - è un pane garantito senza glutine, ottenuto per la prima volta dalla farina di frumento, in grado di conservare tutte le qualità del buon pane tradizionale: migliore dal punto di vista sensoriale per sapore, morbidezza, consistenza, profumo e colore della crosta; ma anche migliore dal punto di vista nutrizionale con un profilo più completo in fibre, vitamine, sali minerali e amminoacidi propri del frumento. Inoltre grazie all’impiego del lievito madre è un pane di migliore digeribilità e conservabilità in grado cioè di conservare le sue qualità più a lungo nel tempo. Finalmente il piacere ritrovato del buon pane per tutti: senza glutine ma con il sapore del frumento.

Roter Cistiberry® tratta e previene le cistiti e agisce contro i batteri sin dai primi sintomi

La sua formula brevettata Cranberry-ActiveTM racchiude tutte le sostanze funzionali dell’estratto di mirtillo rosso. Impedisce l’adesione dell’Escherichia Coli alla parete vescicale, bloccando l’infezione e riducendo drasticamente la comparsa di recidive. Roter Cistiberry® non contiene glutine, conservanti, colori artificiali o aromi, zucchero o lattosio. Può essere utilizzato dai diabetici. Ogni capsula contiene 500 mg di estratto di mirtillo rosso concentrato al 100%. In caso di infezione si consigliano due capsule al giorno (mattina e sera). Per prevenzione si raccomanda di assumerlo tre volte all’anno per un periodo di 30 giorni. La confezione contiene 30 capsule. P.P. € 21,90.

Piedi morbidi e splendidi in un attimo con Velvet Soft

Per prendersi cura dei propri piedi al meglio Scholl Velvet Soft offre una linea completa per una perfetta routine di bellezza. Scholl Velvet Soft è il primo Roll Elettrico per pedicure in grado di offrirti risultati professionali in modo facile e veloce a casa tua. Pensato per tutti coloro che desiderano prendersi cura dei propri piedi eliminando callosità e secchezze. Le nuove ed esclusive testine con cristalli di diamante rimuovono delicatamente la pelle secca, lasciando i piedi ancora più morbidi e vellutati. Per completare la routine di bellezza per i propri piedi Scholl ha ampliato la linea Velvet Soft con: la Crema Idratante Giorno perfetta per una cura quotidiana si assorbe in meno di 60 secondi, la Maschera Notte ideale per restituire alla pelle energia e rigenerare la naturale cheratina della pelle durante la notte, l’Elisir pediluvio rilassante per donare una piacevole sensazione di benessere e relax ai piedi affaticati e il Siero Idratazione Intensa per riparare in profondità le zone del piede danneggiate dalla stanchezza.

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Disturbi della menopausa? Da oggi la soluzione è Ymea Serena

La menopausa è una fase della vita della donna accompagnata da manifestazioni di diverso tipo: vampate di calore, affaticamento, riduzione del sonno, nervosismo, irritabilità. Ymea Serena è il nuovo integratore che aiuta a contrastare questi disturbi: grazie ai suoi principi naturali standardizzati combatte i sintomi della menopausa sia di giorno che di notte. Ymea Serena è un prodotto multiazione a base di dioscorea e agnocasto, luppolo e melissa, melatonina, vitamina B6.

Vinci la spossatezza con DaiGo®!

La primavera porta alla salute degli italiani molti benefici ma anche qualche disturbo, per gli esperti 6 persone su 10 in questo periodo sono “affette” da stanchezza cronica, aumento di stress e irritabilità. Sintomi di quella che è definita “stanchezza primaverile” o “sindrome da letargo”, un leggero malessere dovuto al passaggio dal freddo al caldo e ad una maggiore attività all’aria aperta. Per affrontare al meglio questo periodo può essere utile arricchire la dieta con integratori alimentari come DaiGo® o DaiGo® Plus con vitamina C, formule ricche di magnesio e potassio utili a ridurre la spossatezza e a migliorare la funzionalità di muscoli e sistema nervoso. In caso di elevato stress psico-fisico DaiGo® Enerday, a base di creatina e L-arginina, arricchito con magnesio e vitamina C, rappresenta un valido aiuto per ridurre l’affaticamento e rinforzare il sistema immunitario. www.daigo.eu.

Nuovo Listerine® Advanced White Denti più bianchi rispetto al solo spazzolino

Il nuovo Listerine® Advanced White è un collutorio multiazione che, usato due volte al giorno, rimuove e previene le macchie persistenti per denti più bianchi in sole 2 settimane. La sua esclusiva formula ha una triplice azione: • Sbiancante: rimuove le macchie dai denti grazie alla sua tecnologia sbiancante non abrasiva; crea uno scudo protettivo che aiuta a prevenire la formazione di nuove macchie. • Pulente: gli oli essenziali penetrano e riducono i batteri causa della placca per pulire la superficie del dente. • Remineralizzante: contiene fluoro (220ppm) per remineralizzare lo smalto dei denti, anche nelle aree difficili da raggiungere con lo spazzolino. Nuovo Listerine® Advanced White. La formula Listerine® più avanzata per denti più bianchi. Scopri di più su www.listerine.it. Chiedi al tuo farmacista.

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Le App della salute

XME: prenota on line, ritira in farmacia. Gratis. Anche da mobile Facile, comodo e soprattutto GRATUITO! Finalmente il servizio che mancava: cerchi un prodotto introvabile? Hai bisogno di un farmaco o di un altro articolo farmaceutico o parafarmaceutico e vuoi essere sicuro di trovarlo, senza recarti inutilmente in farmacia? Collegati a www.farmacoxme.it: a dispetto del nome, il servizio comprende tutti gli articoli registrati presso il Ministero della Salute per essere venduti in farmacia, quindi non solo i farmaci. Inserisci il nome o il codice ministeriale/codice a barre del prodotto nel box di ricerca per verificane la disponibilità. Prosegui seguendo le istruzioni e prenotalo; cerca la farmacia più vicina nella quale andare a ritirarlo. A prenotazione effettuata riceverai una mail con il riepilogo della transazione: prodotti ordinati, farmacia presso cui ritirarli. Stampa la mail e vai in farmacia; hai tempo una settimana. Se hai prenotato farmaci con obbligo di prescrizione dovrai ricordare di portare con te anche la ricetta del tuo medico e il tesserino sanitario. Da oggi il servizio è fruibile anche da smartphone e tablet: scarica gratuitamente la nuova App disponibile su iTunes Store, Google Play e Windows Store.

Sei celiaco o intollerante al glutine?

Giusto Spesa Facile è la guida per la tua spesa: inserisci l’ammontare del buono spesa mensile a tua disposizione e scansiona il codice a barre dei prodotti a marchio Giusto Senza Glutine per visualizzare info sul prodotto; aggiungi i prodotti che vuoi comprare nel carrello virtuale e crea così la tua lista della spesa, monitorando l’ammontare del buono già utilizzato e il residuo disponibile. Scaricando l’APP sarai sempre aggiornato su novità e promozioni, potrai cercare dettagli su un prodotto fuori dal punto vendita con la funzione Catalogo o cercare il punto vendita più vicino a te utilizzando la funzione di ricerca.

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Post-it salute

di Francesca Aquino

Il terapista in un’App

Un’App per avere il terapista direttamente nello smartphone: si chiama Intellicare ed è stata ideata dalla Northwestern University di Chicago, che l’ha già messa a disposizione per chi usa il sistema operativo Android. Sulla base delle indicazioni dell’utente, l’App suggerisce a sua volta altre 12 ‘mini App’ specializzate, ad esempio, nella riduzione dell’ansia o nell’alleviare un sentimento di isolamento. “L’algoritmo di Intellicare raccomanderà ogni settimana nuove App per evitare che l’utilizzatore si annoi. Ognuna di queste App è basata su tecniche validate utilizzate dai terapisti’’ spiega David Mohr, uno degli ideatori.

Disturbi del sonno e Alzheimer

Secondo uno studio della New York University i disturbi del sonno (russamento e altri problemi cronici) possono aumentare le possibilità di ammalarsi di Alzheimer. Per i ricercatori la causa potrebbe essere l’apnea, il breve arresto della respirazione notturna, che colpisce le capacità cognitive. Tra gli anziani analizzati, tutti con disturbi cognitivi o Alzheimer, quelli con disturbi respiratori nel sonno hanno cominciato a sperimentare questi problemi ad un’età media di 77 anni, rispetto ai 90 anni di coloro che non ne soffrono.

Celiachia: sperimentati nuovi farmaci

Nel giro di qualche anno ci saranno almeno due farmaci efficaci contro la celiachia a disposizione dei pazienti. Lo afferma la rivista Gastroenterology Report, in seguito ai trial clinici sull’uomo. ‘‘Una delle due molecole - spiegano gli autori della ricerca - scompone il glutine in prodotti più piccoli e non dannosi e l’altra rende lo stomaco meno permeabile, prevenendo il passaggio di potenziali sostanze tossiche negli strati più interni’’.

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Post-it salute

di Francesca Aquino

2014, meno ricoveri in ospedale

Stando all’ultimo rapporto del Ministero della Salute, nel 2014 si sono registrati meno ricoveri in ospedale, soprattutto in day hospital, e meno giornate di degenza trascorse dai pazienti in reparto: nel primo semestre del 2014 ci sono stati oltre 400 mila ricoveri in meno rispetto allo stesso periodo del 2013, mentre le giornate di degenza sono diminuite di quasi due milioni. Forse il risultato è dovuto ad un uso migliore delle strutture ospedaliere, soprattutto in alcune regioni dove si preferiscono le visite ambulatoriali per problemi non gravi.

Meglio dormire al buio

Che dormire sia importante per la salute è ormai assodato, ma farlo al buio è anche meglio. Lo certifica un articolo di Richard Stevens, ricercatore dell’Università del Connecticut, pubblicato dalla rivista Philosophical Transactions B. La luce durante il sonno, specie se elettrica, modificherebbe la produzione di ormoni, il lavoro genetico, la temperatura corporea e il metabolismo, causando problemi di salute, soprattutto nel lungo termine e nei più piccoli.

Antidolorifico al veleno

L’antidolorifico del futuro potrebbe venire dal veleno di tarantola. Lo avrebbe individuato uno studio dell’Istituto di Bioscienza Molecolare australiano, pubblicato dal British Journal of Pharmacology. Sarebbero sette i peptidi nel veleno che la tarantola usa per immobilizzare la preda. Si tratta di composti organici, capaci di inibire le proteine umane che svolgono un ruolo chiave nella trasmissione del dolore.

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Le ferie felici della Terza Età Più tempo libero, migliori condizioni climatiche e di luce, inducono anche gli anziani a svolgere più attività fisica. Risultato: un toccasana contro numerose malattie di Pompeo D’Ambrosio medico sportivo, cardiologo

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“Perché gli anziani quando vanno in vacanza stanno tutti improvvisamente bene, camminano, corrono, consumano meno la poltrona davanti alla tivù, mangiano e si divertono...?”.

L’apparentemente lapalissiana osservazione non è in realtà attribuibile solamente a questa fascia di età. Sì, è vero, durante le vacanze si realizzano condizioni di vita spesso ideali, ma questo

non necessariamente vale solo per gli anziani. Del resto, parlando d’altro, è sufficiente fare un giro negli ospedali in occasione delle festività per accorgersi di un calo fisiologico dei ricoveri. Questo te-

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stimonia quanto in ogni situazione, e ancor più nel campo delle patologie, la componente psicologica giochi un ruolo determinante. Questo problema non ha limitazioni di età, è connaturato alla natura umana. Un esempio? Se un bambino di poco più di un anno vede spodestato il suo trono dalla nascita di un fratellino, che riceve ora quelle attenzioni un tempo riservate esclusivamente a lui, inizia il gioco spietato della vendetta e della gelosia; quello più grande comincia a colpire il nuovo arrivato, in modo più o meno nascosto, con pizzichi, schiaffi e graffi, oppure manifesta una regressione nell’apprendimento: le parole escono con più difficoltà, la capacità espressiva e dialettica si riduce, e anche quelle piccole conquiste come allacciare le scarpe o vestirsi da soli tornano un miraggio. L’aspetto psicologico a volte prende decisamente il sopravvento su tutte le altre componenti. Per la stessa ragione uno studente preparatissimo, ma emotivo, può fare una figura pessima all’esame se si lascia sopraffare dal panico, e tutto ciò che prima conosceva a menadito scompare dagli an-

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fratti della memoria. La psiche, perciò, gioca un ruolo fondamentale. Torniamo a noi e agli anziani in vacanza. Sì, è vero, la salute in queste circostanze è in deciso miglioramento, perciò cerchiamo di sviscerarne le cause in modo oggettivo e di dare una spiegazione plausibile a tutto ciò.

La pensione “attiva”

Generalmente la vacanza coincide con la bella stagione. Ma occorre fare una piccola digressione e considerare questa parola in maniera più estensiva: una vacanza prolungata all’infinito, passata una certa età, coincide, infatti, con la pensione. Fino a qualche tempo fa la vita di una persona si identificava con il periodo lavorativo, al termine del quale iniziava la morte civile, il percorso di vita, più o meno triste e senza prospettiva, che lo portava fino alla morte; in questo senso la pensione veniva identificata come l’inizio della depressione, senza sbocchi di sorta. Progressivamente, però, si è radicato il concetto di hobby, di tempo libero da impiegare in attività ricreative, sportive, di impegno nel sociale o nel volontariato. La parola

“anziano”, perciò, non è più coincisa con il concetto di inutilità. A questo va aggiunto che anche la definizione stessa di anzianità va rivista. L’età media e l’aspettativa di vita sono decisamente in aumento, pertanto un sessantenne di oggi viene catalogato come un giovanotto, in grado di fornire prestazioni, sportive ma non solo, impensabili prima; anche l’aspetto estetico è più gradevole, sia perché è più diffusa la cura della propria persona, sia perché lo stile di vita migliore e l’allenamento hanno spostato molto più avanti nel tempo l’inizio della terza età. Si potrebbe a tal proposito scrivere un intero capitolo: dopo la terza, per evidenti motivi, si è cominciato a parlare di quarta e quinta età, e non è escluso che tra qualche decennio toccare in buona salute il traguardo del secolo di vita sarà concesso a buona parte della popolazione. Nel caso specifico, la vacanza, oltre che di fattori di ordine psicologico, beneficia anche di dati oggettivi. Perlopiù, difatti, i tempi “tecnici” coincidono con la primavera e l’estate. In questo periodo è molto più facile trascorrere lunghi periodi della giornata all’aria aperta. La luce diurna, oltre a consentire il prolungamento del tempo a disposizione per qualsiasi attività, offre anche altri vantaggi: per quanto la luce artificiale sia comunque una conquista, quella naturale si accompagna alla presenza dei raggi solari e alla loro azione benefica sul corpo e sull’umore. Ad esempio, nei paesi nordici, dove in inverno la luce del sole è ridotta in certi giorni a pochi minuti, è molto maggiore l’incidenza della depressione, che spesso può condurre a casi estremi. Il tepore di una giornata primaverile o estiva coincide perciò spesso con una favorevole predisposizione a un’attività all’aperto. L’attività fisica, poi, giova alla salute in qualsiasi periodo della



vita. I bambini e gli adolescenti, per la pratica stessa delle attività ludico-ricreative, sono sempre in movimento, anche loro malgrado. Con l’età adulta, anche nei sedentari permane per qualche tempo il beneficio di quanto di fisico si è fatto negli anni (peraltro perduti) della gioventù, ma poi questa memoria si affievolisce con il tempo. Logicamente, più si va avanti con gli anni, oltre all’inattività (e anche a causa di questa) subentrano altre patologie che comportano un potenziamento dei problemi. Le persone anziane, perciò, hanno ancora maggior bisogno di allontanare la ruggine dai muscoli, dalle articolazioni e dagli organi bersaglio (dell’inattività). Quale migliore occasione, pertanto, della

vacanza? Da un punto di vista strettamente medico, il diabete, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari in genere e l’artrosi sono le malattie più diffuse tra gli anziani. Partendo da questi dati, proviamo a fare un ragionamento logico e consequenziale: vacanza uguale a maggior tempo libero, uguale a migliori condizioni climatiche e di luce, uguale a maggiore possibilità di attività fisica, uguale a maggiore liberazione di benefiche endorfine, uguale (finalmente) a migliore condizione psicofisica che si correla pertanto a (più) buone condizioni di salute e a un ideale rapporto con se stessi e con il prossimo. Se la causa di queste malattie ha una componente fondamentale nell’età stessa di chi ne soffre, la soluzio-

ne non è legata necessariamente a un fatto cronologico. Quindi, se i vantaggi dello stare bene in vacanza (invece di essere sottoposti allo stress e alla consuetudine della vita quotidiana) sono indiscutibili tra gli anziani, non per questo devono essere trascurate le altre categorie di età. Del resto, se sono riusciti con successo a districarsi tra le mille peripezie della vita, arrivando, sia pure con qualche affanno e diversi acciacchi, al traguardo dell’anzianità, perché non mitizzarli, invidiarli e copiarli? Questo non deve rimanere solo un concetto teorico, ma va tradotto in pratica partendo da questo spensierato atteggiamento vacanziero. D’ora in poi sarà un esempio per la vita presente e futura.

Il decalogo dell’estate Passiamo ora a dare qualche consiglio pratico, partendo da una considerazione generale: l’informazione, a volte, si basa su notizie scontate, banali, ripetitive. Il grillo parlante, che nella favola di Pinocchio voleva essere nient’altro che la voce della coscienza, risultava inascoltato dal povero burattino perché, anziché educarlo, si limitava a metterlo in guardia sugli effetti disastrosi della disubbidienza e sui pericoli del mancato ascolto delle sue massime. Guardando anche con superficialità i notiziari televisivi, è facile imbattersi in servizi in cui il giorno di Ferragosto il ministro della difesa passa in rassegna i militari in qualche missione all’estero, oppure, in caso di giorni di calura eccezionale, si mostrano turisti con i piedi a bagno in qualche famosa fontana della Capitale. In questi casi esi-

ste la possibilità che le immagini siano di archivio, così come quelle del cormorano “incatramato” quando si parla di inquinamento degli oceani da parte di qualche petroliera che perde il suo carico. Insomma, non vorremmo fare altrettanto con gli anziani riguardo alle condotte da utilizzare nelle vacanze, estive e non solo. Le notizie al riguardo non sono specifiche di questa età, semplicemente sono delle avvertenze da seguire in ogni periodo della vita, con il buon senso che si spera accompagni queste persone ormai abituate dall’esperienza di una lunga vita. 1. Non ha senso il “tutto e subito”, è importante la progressione dei carichi di lavoro. 2. Una delle regole più importan-

ti, qualunque sia il grado di allenamento (inteso come abitudine a sopportare la fatica, non come somministrazione di carichi di lavoro) è il recupero: bisogna alternare i giorni in cui si fa attività con altri in cui la fatica è ridotta o assente. 3. A questo proposito, se proprio si vuole esagerare, è importante tener presente il concetto di “cross training”, cioè lavoro incrociato, in cui, nel corso di un periodo settimanale (o anche più protratto), vengono alternate attività completamente diverse tra di loro: camminare, giocare a tennis, nuotare, andare in bici. In questo modo sono coinvolti gruppi muscolari diversi, con la possibilità di un recupero significativo anche facendo movimento quotidianamente.



4. Lo sport nella bella stagione è sinonimo di “aria aperta”, perciò vanno abolite, o comunque limitate al massimo, palestre, piscine e in genere strutture coperte. 5. Ulteriore vantaggio deve derivare dalla luce solare, da preferire sempre a quella artificiale, per motivi di ordine psicologico e scientifico; lasciamo l’illuminazione artificiale a periodi diversi da questo. 6. Il rovescio della medaglia di quanto affermato sopra è contenuto in questo punto: vanno evitate le ore più calde della giornata, utilizzando sempre una protezione nei confronti della pelle e degli occhi. Pertanto, creme ad alta protezione ed occhiali da sole, ad impedire danni a cute e mucose. Non va nemmeno dimenticato che

meno ci si copre, meglio si sta. 7. L’estate si associa al caldo, che comporta maggiore produzione di sudore per abbassare la temperatura corporea, con conseguente tendenza alla disidratazione. Anche per questo vanno preferite le ore più fresche per svolgere attività fisica, avendo cura di bere il più possibile, nel corso e al di fuori della stessa. Inutile dire che tentativi di “dimagrimento” legati all’uso di tute impermeabili che impediscono la traspirazione si spera siano ormai confinati all’aneddotica storica. Oltre a non avere alcun senso, limitano la capacità di prestazione e sono nocivi alla salute. Viceversa, è sufficiente bere acqua per sforzi di durata inferiore alle due ore. Eventuali compensazioni possono essere fatte anche

con una corretta alimentazione, con incremento del consumo di frutta e verdure (ricche di acqua), e, con moderazione e dietro parere favorevole del medico, di sale da cucina. 8. A questo proposito è necessario un collegamento con l’ipertensione, una delle patologie più diffuse, in modo particolare nell’anziano. Normalmente l’uso del sale va limitato, proprio perché può contribuire ad aumentare la pressione arteriosa; con il caldo, però, la conseguente vasodilatazione può favorire un abbassamento della stessa, con relativo potenziamento dell’effetto legato all’uso dei farmaci. È pertanto consigliabile, con l’arrivo della bella stagione e in previsione di un inizio (un incremento, è sperabile) dell’attività fisica, un aggiustamento, nel caso di soggetti ipertesi in terapia, della posologia. In questo modo si evita di incorrere nel pericolo opposto, l’ipotensione arteriosa. Questa operazione non deve naturalmente essere fatta in modo autonoma, ma sotto consiglio del proprio medico curante. 9. Tra pochi mesi, come per incanto, il caldo e le vacanze avranno termine, per lo storico alternarsi delle stagioni. Con queste righe non abbiamo certo il proposito di fermare il tempo lasciando perennemente in vigore l’estate; la speranza, però, è che quanto di positivo sul piano fisico verrà fatto in questo lasso di tempo rimanga non un ricordo, ma semplicemente lo spunto per continuare e progredire anche in autunno e… oltre. 10. Il decimo comandamento, l’ultimo, vorremmo che diventasse un passaparola, in cui, anche con l’esempio personale, tutti iniziassero a convincere i pigri e i sedentari della stessa età che “non è mai troppo tardi”, (anche per rimanere giovani), a dispetto dell’età. n

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Aiuto, ho le gambe gonfie!

Con l’arrivo dei mesi caldi riesplode una patologia essenzialmente femminile, che può avere molteplici cause. Come ovviare con attività fisica, alimentazione e farmaci ad hoc di Benedetta Ceccarini

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“Le giraffe non hanno mai le gambe gonfie” è una battuta, una verità indiscutibile, ma ad occhio e croce più che un teorema e una strada da seguire, può rappresentare unicamente un piccolo consiglio di vita. Sì, perché le giraffe nonostante il loro peso (dai 5 ai 20 quintali!) poggiano su gambe snelle e potenti alte due metri che tengono sempre in allenamento, macinando chilometri ogni giorno. Come dire: ora che con l’arrivo della stagione calda si comincia a manifestare una patologia multiforme (caviglie gonfie, piedi dolenti nelle scarpe, diventate di colpo troppo strette, gambe pesanti e stanche), comune a molte donne, se non si hanno problemi invalidanti è bene anzitutto fare una moderata attività fisica quotidiana per mantenere elastici muscoli e vene (basta una camminata di 20 minuti); bere molti liquidi per stimolare una regolare diuresi; fare massaggi o l’idromassaggio per riattivare la circolazione; tenere le gambe sollevate o leggermente rialzate quando si sta seduti o stesi (anche quando si dorme). Perché poi uno degli snodi più importanti è costituito dal sovrappeso, causa e non conseguenza della ritenzione idrica, visto che l’aumento ponderale rallenta la diuresi. Dunque bere molta acqua, seguire una dieta corretta e ipocalorica, evitare fumo e alcool, cambiare frequentemente postura e, come detto, combattere la sedentarietà. Ma non tutti i casi sono così facilmente risolvibili, visto che il gonfiore degli arti inferiori è a volte una condizione particolarmente dolorosa ed un campanello d’allarme per patologie importanti, assolutamente da non sottovalutare. Quando le gambe si gonfiano, dal punto di vista medico si parla di edema, che incide in particolare sulle giunture (caviglie, piedi) e

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nella parte inferiore delle gambe; in alcuni casi, il gonfiore può comparire in modo piuttosto improvviso.

Cause frequenti

Uno dei motivi più comuni è la ritenzione di liquidi, quando il sangue ristagna nei capillari e la linfa tra gli spazi delle cellule, ma le cause sono molteplici e per la maggior parte si riscontra una combinazione di ragioni anatomiche e funzionali, dalle più semplici, come lo stare in piedi troppo a lungo, indossando calzature inadatte (infatti, le giraffe camminano scalze…), o per contusioni, traumi, fino a rappresentare problemi più complessi, come l’insufficienza cardiaca, renale, nutrizionale, tumori muscolari e ossei.

Una delle cause più importanti della ritenzione idrica è data dal sovrappeso: occorre seguire una dieta corretta e ipocalorica, evitare fumo e alcool Il gonfiore può anche verificarsi a seguito di alcune reazioni allergiche a tessuti, saponi, detersivi o creme, o a causa di effetti collaterali a sostanze stupefacenti oppure a ormoni (tra questi, rientra la pillola anticoncezionale). Ancora: un edema può essere il segnale di disturbi neuro-muscolari, o essere conseguenza diretta di una cattiva alimentazione ad alto contenuto di sale.

In generale, comunque, tutto nasce da una difficoltà dei vasi capillari a far rifluire il sangue verso l’alto, oppure per la presenza di un’ostruzione, il che provoca un accumulo di liquidi a livello di caviglie, piedi o altre zone degli arti inferiori. Molto frequente è la compresenza concomitante di entrambe queste alterazioni circolatorie. Il vostro medico definirà questa condizione insufficienza venosa e/o linfatica cronica. La maggior parte di noi, invece, parla direttamente di varici, o vene varicose. Questa definizione non è del tutto infondata, perché, in effetti, le cause più comuni che determinano l’insufficienza venosa annoverano al primo posto la presenza di vene varicose, che rappresentano circa il 90% delle varie malattie delle vene. Fra le rimanenti cause vengono incluse le trombosi venose profonde, le flebiti, le ulcere venose e le complicazioni post-chirurgiche. Qualunque sia la causa del gonfiore delle gambe, si tratta sempre di accumulo di acqua, talvolta causata dallo stazionamento di sali o proteine nello spazio sottocutaneo (fra la pelle e i muscoli) normalmente costituito da tessuto adiposo (grasso) che contiene una quota minima di acqua; ma in condizioni di cattiva circolazione venosa o di alterazione del sangue, la quota può aumentare anche in maniera notevole. Poiché le gambe costituiscono il punto soggetto alla maggiore forza di gravità verso il basso, è qui che i fenomeni di accumulo dei liquidi sono più evidenti. Quando entrambe le gambe si gonfiano allo stesso modo, in genere si tratta di un problema di salute generale, mentre se il problema coinvolge una sola gamba o una parte di essa, la causa è presumibilmente locale. Anche le malattie renali, epatiche e cardiache possono essere implicate.


Tutte le patologie Tralasciando le malattie più gravi e le disfunzioni più evidenti, i casi di “gambe gonfie” riscontrati più di frequente nella pratica flebologica sono identificabili in una delle seguenti situazioni o patologie, che esamineremo una per una.

1) Insufficienza venosa e/o linfatica cronica

Le vene delle gambe non sono più in grado di far risalire il sangue al cuore a causa della dilatazione e di un cattivo o del tutto assente funzionamento delle valvole. In soggetti predisposti, comportamenti come stare molto in piedi, a sedere, in ambienti surriscaldati o sottoporre le vene periferiche a brusche contrazioni muscolari (sport agonistico, professioni particolari ecc.) a lungo andare possono alterare irreversibilmente le valvole e causare il cosiddetto “reflusso”. Lo scarso movimento e l’aumento del peso corporeo si aggiungono alla forza di gravità nel favorire il ristagno del sangue in periferia.

2) Infezione/Infiammazione cutanea

A seguito di un piccolo taglio, di un foruncolo, di una lesione provocata grattandosi, di una vescica causata da una scarpa, di una puntura di insetto, alcuni germi patogeni (stafilococchi e streptococchi) penetrano nella pelle, si sviluppano e provocano una infezione. La cute circostante va incontro a infiammazione, che si accompagna a dolore, calore, gonfiore. La pelle appare tesa, spesso arrossata, dolente alla pressione. Se la circolazione è ottimale, il processo può guarire da solo, ma se una qualche piccola disfunzione è già presente, il processo si prolunga e si autoalimenta, rischiando di dare origine a ulcere difficili da guarire o, come spesso accade, alle linfangiti acute che rappresentano un

notevole pericolo per la possibile diffusione dell’infezione.

provocare l’edema invece che ad eliminarlo.

3) Ematoma post traumatico

6) Troppo tempo in piedi o seduti

Una raccolta di sangue sotto la pelle, fuori dai vasi sanguigni, è un ematoma. Può essere la conseguenza di un trauma anche minore, di una distorsione, di uno strappo muscolare. Il sangue fuori dai vasi viene riconosciuto dal nostro sistema immunitario come se fosse un’azione “infiammatoria” sui tessuti circostanti, per cui provoca dolore, edema circostante, gonfiore locale. Il riassorbimento dell’ematoma è lento e non sempre completo. Una buona compressione lo risolve molto più rapidamente.

4) Gambe “a salame”

Si tratta del tipico effetto collaterale di alcuni farmaci impiegati per il trattamento dell’ipertensione arteriosa, i calcio-antagonisti, che agiscono sulla muscolatura delle arterie con un’azione “rilassante”. Se le arterie si dilatano, la pressione al loro interno diminuisce, ottenendo lo scopo curativo, cioè facendo abbassare la pressione. Il problema però è che anche altre strutture si rilassano, per esempio le vene e i capillari. Questo provoca un edema che scompare rapidamente dopo sostituzione del farmaco con un altro ipotensivo.

5) Trattamento con diuretici

L’uso dei diuretici è utile per eliminare i liquidi che si accumulano a seguito di un’insufficienza cardiaca o renale. Nelle persone anziane con lieve ipertensione e gonfiore degli arti vengono somministrati allo scopo di abbassare la pressione e sgonfiare le gambe. Il loro uso prolungato può però far perdere troppi sali e indurre gli ormoni che regolano gli elettroliti a

Se avete fatto un lungo viaggio aereo e vi siete tolti le scarpe alla partenza, avrete riscontrato la difficoltà a rinfilarle all’arrivo. La posizione seduta per lungo tempo, senza attività muscolare a far da pompa, fa ristagnare acqua nei tessuti delle gambe, specie nelle zone più basse (piedi, caviglie). Questo accade a prescindere da qualsiasi malattia o disfunzione del sistema circolatorio. Se si hanno problemi o difetti nella circolazione venosa, malattie di cuore, rene, fegato, tale fenomeno può essere molto più evidente.

In soggetti predisposti è ugualmente dannoso stare molto in piedi o seduti Reazioni simili succedono a chi lavora molto in piedi, specie se muovendosi poco (commessi, venditori al banco, cuochi, parrucchieri, chirurghi, ecc.) o a chi trascorre molto tempo seduto (studenti, impiegati, operatori al computer, ecc.). Molte persone anziane, per pigrizia, artrosi, debolezza, passano molte (troppe) ore davanti al televisore ed evitano di camminare anche per poche manciate di minuti al giorno, rischiando concretamente la formazione di edemi anche importanti, se associati a insufficienza venosa. I pazienti con insufficienza arteriosa grave hanno difficoltà nel far arrivare il sangue ai piedi:

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quando li sollevano sul letto arriva meno sangue e le gambe fanno male. Per questa ragione vivono in poltrona con le gambe sempre in basso, e perciò costantemente gonfie. Questa situazione, oltre a tutto, peggiora e non poco, la circolazione arteriosa stessa.

7) Sindrome da “classe economica”

Durante i lunghi viaggi (aereo, auto, bus) i passeggeri sono obbligati a tenere le gambe rannicchiate, e lo spazio per muoverle è estremamente ridotto o del tutto assente. Questa situazione può comportare un rallentamento del

circolo venoso e persino favorire la formazione di un trombo, condizione estremamente pericolosa. I sintomi da tenere sotto controllo sono prima di tutto dolore, gonfiore ed eritema degli arti inferiori. Tra i campanelli d’allarme si segnalano anche crampi al polpaccio e palpitazioni (tachicardia), con accessi di tosse ingiustificata se addirittura, ma per fortuna piuttosto di rado, si è verificata un’embolia polmonare.

8) Linfedema

Se la rete di vasi linfatici risulta malformata (linfedema primario), quindi insufficiente a svuotare i

tessuti, una certa quantità di linfa ristagna e provoca un gonfiore molle nelle prime fasi, successivamente duro e difficilmente eliminabile. Forme minori di linfedema sono riscontrabili per lo più in donne giovani, limitatamente al piede o alla gamba, e in genere compaiono in maniera simmetrica. La rete linfatica può diventare insufficiente a seguito di traumi, interventi chirurgici (sui linfonodi), invasione di un tumore, gravi infezioni locali e generali da batteri o parassiti, dando così luogo al linfedema secondario. Qualunque sia la causa dell’edema, e qualunque sia la sua consistenza (duro o molle), l’acqua raccolta nei tessuti deve essere mobilizzata ed eliminata. Naturalmente la causa del disturbo deve essere rimossa, se possibile, ma nell’attesa o nell’impossibilità di farlo, è opportuno applicare un’adeguata terapia compressiva, proporzionale al problema. Se l’edema è molle, (recente, di rapida insorgenza), l’effetto della compressione è a volte clamoroso specie nei casi più evidenti. Se l’edema è duro (forme croniche, linfedema, postinfiammazione), il risultato richiede pazienza e tempo. Il linfodrenaggio manuale può essere molto utile in questi casi. Una volta ottenuta la scomparsa dell’edema, se la causa può essere eliminata (intervento, guarigione) l’edema non tende a ricomparire. Se la causa non è eliminabile, sarà necessario prevedere un trattamento di mantenimento (per esempio attraverso l’uso di calze elastiche).

9) Periartrite

Spesso le caviglie sono gonfie per motivi legati a problemi ortopedici delle articolazione del piede. In presenza di un’infiammazione articolare, il gonfiore è determinato per lo più dalla condizione reumatologica, anche se i tessuti circostanti compartecipano indubbiamente al fenomeno del gonfiore.

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C’è flebite e flebite... La flebite (vera) è un’infiammazione acuta delle vene superficiali, già varicose o ancora sane, nelle quali si aggrega contemporaneamente un trombo, ovvero del sangue coagulato. La vena colpita si presenta rossa, ingrossata, dura e dolente. Se non viene curata tempestivamente la tendenza è verso l’estensione della malattia sia in superficie che nelle vene profonde. Quando ciò accade, la gamba si gonfia uniformemente e sono necessari farmaci anticoagulanti, compressione elastica con calze o bendaggi, e, al contrario di quanto comunemente si pensi, il paziente deve camminare molto. La flebite cosiddetta “falsa”, invece, riflette situazioni abbastanza simili e ugualmente pericolose, chiamate in termini specialistici linfangiti acute, cioè infiammazioni dei vasi linfatici e delle ghiandole linfatiche. Si presentano generalmente a seguito di complicazioni infettive, causate da piccole ferite, punture di insetto o di piante, e vengono aggravate dal grattare la parte interessata (gesto purtroppo spesso istintivo e irrefrenabile) o da preesistenti gonfiori linfatici (linfedemi cronici). In quest’ultimo caso, la gamba tende a sgonfiarsi con il riposo e a rigonfiarsi la sera, dopo una giornata di attività o di prolungata posizione in piedi. Quando invece viene colpita dall’infezione, la pelle della gamba si arros-

sa diffusamente, nei casi più gravi assume l’aspetto di “buccia d’arancia”, il gonfiore aumenta, spesso la sera compaiono dolore e febbre con brividi. Questi casi devono essere esaminati da specialisti, sottoposti ad appropriati esami per la ricerca della causa dell’infezione, di solito batteri o altri agenti infettanti, e si deve procedere alla ricerca dell’antibiotico più efficace per debellarla. Oltre a questi interventi d’urgenza, sono necessari il riposo a letto con la gamba in scarico (basta appoggiarla su uno o due cuscini, in modo che sia più alta del cuore), frequenti lavaggi della pelle con disinfettanti non irritanti, l’impiego di pomate antibiotiche, impacchi ipotonici prolungati (anche con semplice acqua bollita). Durante il periodo dell’immobilizzazione è opportuno associare una profilassi della trombosi venosa con blande dosi di anticoagulanti. Quando, dopo alcuni giorni, il quadro acuto è risolto, il paziente può essere alzato proteggendo la gamba dal gonfiore con bendaggi o calze elastiche terapeutiche. Solo in un secondo tempo, a infezione guarita, dev’essere iniziato un trattamento fisico del gonfiore della gamba con compressione manuale o meccanica, bendaggi medicati, calze elastiche e ginnastica appropriata. n

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Unghie: questione di feeling

A chi non è capitato di trovarsi con un dito in bocca e rosicchiarsi le unghie, anche solo per un breve periodo della propria vita, da bambini o anche da adulti? è un gesto inconscio, che spesso svolgiamo senza neanche rendercene conto: portiamo la mano alla bocca, come se non dipendesse dalla nostra volontà! E in effetti il DSM, manuale di nosologia per i disturbi mentali tra i più usati, classifica l’onicofagia proprio come un disturbo del controllo degli impulsi. Colpisce il 30% dei bambini tra i 7 e i 10 anni, il 45% degli adolescenti, riducendosi in modo drastico tra gli adulti (circa il 5%). Nella stragrande maggioranza dei casi scompare senza bisogno di alcun intervento specifico, mentre in alcuni casi non si riesce a eliminarla neanche con l’adozione di rimedi studiati ad hoc. è questione di istinto, come si è scritto: il succhiare il dito è un gesto che richiama in modo evidente l’attaccamento al seno materno e il suo effetto tranquillizzante, mentre il rosicchiare fa riferimento al digrignare i denti, tipico delle situazioni di tensione. Le cause dell’onicofagia sono da

ricercare a livello psicologico, visto che è prevalentemente nei rapporti familiari che trova origine. Da una parte la richiesta di una maggiore attenzione da parte dei genitori, ad esempio nell’evento della nascita di un fratellino, dall’altra invece una esagerata richiesta di prestazioni (maggiori aspettative nell’ambito scolastico o dello sport). Così nasce in età infantile, mentre poi negli adulti dipende dal non riuscire più a smettere. Gli istinti che si cerca di assecondare mangiandosi le unghie sono da una parte quello di rendere perfetta e senza irregolarità la zona, “eliminando” ogni imperfezione o irregolarità dell’unghia, dall’altra quello di rosicchiare tutto quello che si trova alle estremità delle dita, si tratti dell’unghia, delle cuticole o della pelle sotto la lamina. Le conseguenze dell’onicofagia si manifestano con diverse manifestazioni. Innanzitutto grande è il rischio di infezioni batteriche o virali locali (sulle cuticole). Inoltre si possono provocare infezioni nella bocca a causa dei microorganismi che si trovano sulle e sotto le unghie. Infine non vanno sottovalutati i danni derivanti dai germi

eventualmente presenti nella saliva, germi che possono produrre arrossamenti o infezioni sulla pelle, particolarmente delicata e danneggiata. Non vanno poi taciute le conseguenze nei rapporti interpersonali. Le mani e le unghie, considerate primo biglietto da visita nel presentarsi agli altri, sono sempre nascoste alla vista perché impresentabili, creando un vero disagio. La soluzione del problema è diversa a seconda se si tratti di bambini/ragazzi o di adulti. Nel caso dei giovani “rosicchiatori”, vanno rimossi i disagi: i genitori devono cercare, da soli o con l’aiuto di uno psicologo, di capire il tipo di malessere legato al gesto per eliminare la causa che porta all’onicofagia, evitando inoltre di sgridare il bambino. Nel caso degli adulti, invece, ormai si tratta di un “vizio” per il quale ci sono varie possibilità di intervento, per cercare di eliminare lui e non più la sua causa. è possibile usare gli smalti amari o al peperoncino per disabituarsi a mettere il dito in bocca: sul mercato esistono trattamenti sotto forma di smalto trasparente che, oltre ad avere un cattivo sapore, rendono lucida e curata l’unghia. è consigliato poi l’uso di prodotti locali per le cuticole e le mani, come creme o unguenti a base di olio di mandorle o di germe di grano, in modo da ammorbidire la pelle, che generalmente invece risulta secca e spaccata. Inoltre si deve curare la manicure, portando sempre una limetta o una forbicina con sé. Infine anche la ricostruzione in gel permette di aiutare nella soluzione del problema, inibendo il rosicchiamento dell’unghia, che così non risulta più fragile e sfaldata ma dura e resistente. Firmato: Dott.ssa Paola Minasi Medico Chirurgo Specialista Chirurgia Plastica Ric ed Estetica Medicina Estetica




Quando arriva la diverticolite Crampi, dolori addominali e disturbi intestinali colpiscono in estate il 10% di italiani. Alimentazione e integrazione con vitamina D tra i fattori di prevenzione piĂš importanti di Francesca Aquino

s

Crampi, dolori addominali, disturbi intestinali. Se nei mesi estivi vi si accentuano questi

disturbi, sappiate che non siete soli ma fate parte di un buon 10% di italiani, soprattutto di etĂ

compresa fra i 50 e i 60 anni, che soffrono di diverticolite, ossia di una dilatazione a forma di sacca

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della parete del colon in una zona di minore resistenza della parete stessa. Uno o più diverticoli determinano la diverticolosi, questa si localizza con maggiore percentuale nel colon sigmoideo cioè l’ultima parte dell’intestino crasso. La diverticolite è detta anche “malattia del benessere” perché è quasi unicamente concentrata nei paesi industrializzati, dove il ridotto consumo di fibre, frutta e verdura favorisce la stitichezza. La conseguenza più immediata è una riduzione del transito intestinale, soprattutto nel colon sigma (parte terminale), con un associato sforzo per la defecazione e un aumento della pressione interna che porta inevitabilmente al diverticolo. Le cause, ormai note, fanno riferimento, come detto, alle alte temperature, ma soprattutto ad una alimentazione sopra le righe con consumo di cibi “tappabuchi” e ricchi di grassi (focacce, pizze, snack, gelati giganti consumati in spiaggia), povera di fibre (frutta e verdura) e di proteine di origine vegetale, qualche sigaretta in più, e bevande ghiacciate che “eccitano” la mucosa intestinale, specie dell’intestino crasso. Se non adeguatamente trattati, o in casi gravi (perforazione e peritonite generalizzata), i diverticoli si trasformano in diverticolite, una malattia che può

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richiedere anche un intervento chirurgico come la resezione parziale di un tratto di intestino crasso. Ma per non rovinare la pausa di relax delle vacanze estive, una prevenzione si può attuare attraverso una alimentazione più attenta, ricca di fibre, unite all’integrazione di alimenti preferibilmente morbidi, facilmente digeribili e da un maggior apporto di liquidi. Una ricetta dietetica, questa, adatta anche in vacanza in caso di episodi acuti di diverticolite. Di diverticolite e di consigli pratici si è parlato nel corso del 14° World Congress of Endoscopic Surgery, tenutosi a Parigi. “Il primo approccio al problema è farmacologico - spiega Giampiero Campanelli, direttore dell’unità di Chirurgia Generale e Day Surgery all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio di Milano - con una terapia antibiotica, affiancata ad una correzione della dieta. Vi sono però casi in cui attacchi ripetuti, una sintomatologia acuta e una risposta debole o assente alla terapia medica, richiedono un approccio chirurgico. Questo prevede, il più di frequente, una resezione di parte del colon (a sinistra del sigma) che viene poi riagganciato al retto. Sebbene l’intervento, di norma, garantisca il recupero totale della funzionalità intestinale dopo

due-tre settimane dalla chirurgia, non è un intervento semplice e va svolto da chirurgi specializzati e con le tecniche più recenti, come la laparoscopia. In generale, comunque, la malattia non è da sottovalutare. Infatti, in caso di diverticolite acuta complicata, generalmente in condizioni di urgenza, potrebbe essere necessario un intervento in due tempi con il confezionamento di un ano artificiale, e con il ripristino della funzione intestinale con un intervento successivo”. Per prevenirne l’insorgenza (e non solo in questo periodo dell’anno) la prima cura, è quindi naturale, legata alla nostra alimentazione. “La prevenzione - continua ancora il professor Campanelli - si basa soprattutto sull’aumento dell’apporto di fibre, verdura e frutta, e molta acqua. Sono da evitare invece alimenti che contengono semi (pomodori, cetrioli, uva, fichi, fragole, lamponi, kiwi, pane con semi di sesamo) perché possono fermarsi nei diverticoli e infiammarli. A volte noi ne troviamo quantità davvero elevate, con conseguenti forti infiammazioni dovute a questi cibi, evidentemente consumati dal paziente in modo smisurato. Da non sottovalutare è anche l’apporto di vitamina D, con l’assunzione di alimenti ricchi di calcio (latte, latticini, formaggi fatta eccezione nei casi di intolleranze), che svolge un ruolo importante nel mantenimento dell’equilibrio intestinale, della integrità della mucosa e come mediatore dell’infiammazione intestinale. I più recenti studi fanno ipotizzare una possibile correlazione fra bassi livelli di questa sostanza e l’insorgenza di diverticolite. Stando ai primi risultati è consigliabile tenere sotto controllo i livelli di questa vitamina e, laddove necessario e consigliato, prevedere un’assunzione orale con degli integratori alimentari”. n




INSERTO GOLD GIUGNO 2015

PRONTI, PARTENZA... Estate! Prima di partire metti LA SALUTE IN VALIGIA!

Ci siamo, finalmente l’estate è alle porte: C’è voglia di vacanze nell’aria! Optima Salute Gold di giugno, in collaborazione con il team medico della redazione e con i Farmacisti Valore Salute, dedica questo numero proprio alle vacanze con tanti consigli, utili informazioni e regole basilari per passare un’estate divertente, rilassante ma anche all’insegna di salute e prevenzione, al di là di quale sarà la vostra meta. Per voi un vademecum su ciò che è importante sapere sia che stiate per partire per mete lontane, sia che abbiate deciso di optare per un sano relax casalingo. Le Farmacie Valore Salute vi aspettano per consigliarvi e fornirvi tutte le informazioni necessarie e per guidarvi nella scelta di farmaci di automedicazione e prodotti utili da mettere in valigia!


L’estate in valigia Ecco l’elenco da stilare prima di partire: i farmaci indispensabili, le protezioni solari e gli integratori per passare una vacanza senza sorprese a cura della redazione di Optima Salute

s

La partenza per le vacanze, fino a qualche decennio fa era scandita dalla preparazione della valigia, che era una a testa, magari bella grossa, senza prevedere appendici. Doveva entrare tutto lì, ottimizzando scarpe e indumenti, limitando al massimo il resto. Poi spuntò la sacca per le scarpe (da tempo libero,

per uscire la sera, da jogging e/o calcetto, da tennis, le ciabatte infradito, quelle alla moda di pelle...), il beauty-case, seguirono la borsa col pc e in rapida integrazione quella delle medicine, dei solari, delle creme e degli integratori. Naturalmente ognuno è padrone in casa propria e


può portare anche venti paia di scarpe e un baule di medicine, ma il consiglio che si può dare è essenzialmente di essere pratici, scegliendo i farmaci indispensabili, solitamente impiegati per la continuazione di una terapia in corso (contraccettivi, antidepressivi, antidiabetici, antiaritmici ecc.), o quelli indispensabili, se per esempio si va all’estero e si deve fare la profilassi della malaria, iniziata prima della partenza. Per il resto, sempre ricordandovi di interpellare il vostro medico o farmacista prima di fare la scorta, eccovi un elenco dettagliato di medicinali, sia di automedicazione, sia soggetti a ricetta medica, che può variare in funzione delle condizioni di salute, dei disturbi accusati, della destinazione, della durata e del tipo di viaggio.

1. Antidolorifico e antipiretico. Spesso un

solo farmaco possiede entrambe le caratteristiche, cioè è in grado di abbassare la temperatura in caso di febbre e di eliminare o attenuare il dolore in caso di cefalea, emicrania, mestruazioni e via dicendo. Acido acetilsalicilico e paracetamolo costituiscono gli esempi più noti. È importante comunque utilizzare un prodotto già sperimentato in passato.

2. Antinfiammatori. Spesso, in vacanza, si ec-

cede con il movimento, e capita di cimentarsi con troppa enfasi in attività fisiche poco o punto praticate nel corso dell’anno. La logica risposta dell’organismo è un’infiammazione, che può essere contrastata, oltre che con il riposo, con ghiaccio applicato localmente e con un antinfiammatorio. Se si è soliti utilizzarlo, l’acido acetilsalicilico ha anche proprietà di questo tipo, e fa al caso nostro; diversamente ogni altro prodotto usato abitualmente va bene.

3. Farmaci contro la chinetosi. Una vacanza o un viaggio tanto attesi possono essere rovinati sin dall’inizio, a causa del mal d’auto, di aereo o di mare, un fenomeno legato al mezzo di trasporto utilizzato: si tratta di disturbi molto comuni e fastidiosi, accompagnati da nausea e vomito, che però possono essere risolti con l’assunzione preventiva di farmaci che li combattono, esistenti anche in forma di chewinggum, a più rapida comparsa di azione e più facili da somministrare specialmente ai bambini. 4. Antidiarroici. Tutti pensano alla diarrea del

viaggiatore, tipica di chi si reca in luoghi dove le condizioni igieniche sono precarie e l’acqua è contaminata. In realtà la dissenteria è molto più comune di quello che si pensi, specie d’estate, a causa, oltre di cibi e liquidi infetti, anche di uno scorretto comportamento alimentare che ci porta a mangiare in modo non adeguato. In ogni caso un farmaco che blocchi

le scariche diarroiche in modo acuto è fondamentale: la scelta dovrebbe ricadere su uno già utilizzato in altre occasioni. A questo proposito va però ricordato, soprattutto in luoghi in cui l’igiene è precaria, di non consumare frutta e verdura (a meno che non la si lavi personalmente con acqua proveniente da bottiglie sigillate), di non consumare cibi crudi, di non bere mai acqua del rubinetto, di utilizzare eventualmente una soluzione disinfettante (ecco un altro farmaco indispensabile in queste occasioni) per lavare le verdure o la frutta. Se la diarrea continua nonostante la terapia intrapresa, ovviamente si impone un consulto medico. Attenzione: spesso vengono usate tutte le precauzioni, ma inconsapevolmente ci si può infettare con il ghiaccio utilizzato per rinfrescare dell’acqua proveniente da una bottiglia sigillata.

5. Antiacidi, inibitori di pompa. Rimanendo nel campo alimentare, e in ogni caso dell’apparato gastrointestinale, può essere utile portare con sé questi prodotti: si tratta di medicine che rispettivamente neutralizzano o riducono la produzione di succo gastrico. Un antiacido, in sciroppo o compresse masticabili, e un altro farmaco appartenente alla categoria sopra menzionata (eventualmente consigliato dal proprio medico di base) non dovrebbero mancare nella “cassetta” dei medicinali. 6. Collirio antisettico e decongestionante per gli occhi; lacrime artificiali per combattere la secchezza oculare, particolarmente durante i viaggi in aereo. 7. Antistaminici in pomata e in compresse in caso di punture di insetti, eczemi, ustioni. Bisogna tener presente che questi farmaci, anche di ultima generazione, hanno come importante effetto collaterale la sonnolenza, di cui tener conto ad esempio in caso di guida. Poiché prevenire è meglio che curare, è utile il ricorso a prodotti repellenti contro le zanzare ed altri insetti. 8. Un antibiotico a largo spettro (ad esempio a base di amoxicillina), da assumere in caso di infezioni o febbre alta prolungata, qualora non si possa consultare un medico.

9. Un kit per il pronto soccorso: cerotti di di-

verse misure, garze, salviettine disinfettanti, un termometro, un flacone di disinfettante non alcolico, un paio di guanti sterili, un paio di forbici, un paio di confezioni di ghiaccio sintetico in buste (in particolare se si prevedono escursioni, specie in montagna o su terreni accidentati). Se già allestito in precedenti occasioni, va verificata la data di scadenza dei singoli prodotti per un’eventuale sostituzione.


10. Creme & C.: antistaminica in caso di eritema solare, prurito, punture di insetto, dermatiti irritative e su base allergica; cortisonica per punture di insetto, dermatiti irritative e infiammatorie, su base allergica (non infette), eczemi di tipo allergico; antibiotica per dermatiti infette scottature e ferite, antierpetica per herpes delle labbra; collirio antistaminico in caso di congiuntiviti irritative ed allergiche, antibiotico per congiuntiviti batteriche, gocce auricolari per otiti e dolori all’orecchio; sali reidratanti negli stati di disidratazione da caldo, vomito e/o diarrea.

La nostra amica pelle Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, si ripropone lo stesso dilemma: esporsi al sole, abbronzarsi, per essere più belle/belli, oppure consumare tubetti di protezione, essere meno ‘fashion’, ma avere la certezza che il sole non ci farà invecchiare prima del tempo, presentandoci il conto con le inevitabili rughe? Si tratta, evidentemente di questioni puramente soggettive, a volte anche vagamente culturali. C’è chi preferisce avere la ‘pelle nera’ sempre e comunque, per ottenere un aspetto gradevole, piacere agli altri e poi quando arriveranno le rughe ci si penserà. Qualcuno le spianerà. C’è invece chi ritiene sia più importante prevenire e sostanzialmente non abbandonarsi mai sconsideratamente al solleone. In mezzo, come sempre, chi fa le cose con equità e serenità: usa i filtri solari, si abbronza senza diventare nero, ma solo con quel velo di nocciola che esteticamente è persino più gradevole da mostrare. Partiamo dai filtri solari: le formulazioni cosmetiche in cui si trovano sono oli, lozioni, creme, unguenti, gel, spray e stick. Prima di fare qualsiasi acquisto, controllate bene il fattore di protezione dei filtri, che dipende non solo dagli ingredienti utilizzati ma anche dalla loro concentrazione. Di grande utilità è la conoscenza del fattore di protezione (Sun Protection Factor: SPF) che indica il rapporto tra la dose minima che causa eritema di esposizione al sole con filtro e senza filtro. In termini pratici, se usate una protezione 50+ significa che il vostro corpo, opportunamente “spalmato”, prima di andare incontro ai pericoli di un eritema dovrebbe esporsi per un tempo 50 volte più lungo rispetto a quello previsto in assenza di protezione.

Creme. In particolare le creme rappresentano la formulazione più diffusa, perché offrono, assieme all’effetto protettivo, anche un’azione idratante ed antiradicalica. Sono generalmente gradevoli a livello cosmetico ed invisibili sulla pelle. Importante chiarire una volta per tutte che i solari


proteggono dagli UVA, dagli UVB e dai loro effetti nocivi, senza però impedire del tutto il processo dell’abbronzatura che sarà più compatta e graduale dopo alcuni giorni di esposizione controllata. Esistono in commercio anche solari studiati appositamente per pelli intolleranti e fragili, come quelle dei bambini, che per questo non contengono filtri chimici, profumi e parabeni. Chi ha una pelle molto sensibile, particolarmente soggetta a scottature dovrà sempre scegliere prodotti con protezione molto alta (50+), resistenti all’acqua, fotostabili, senza “effetto bianco”, senza siliconi e parabeni, ma spesso con all’interno potenti antiossidanti.

Oli. Gli oli vegetali, molto ben spalmabili, formano

uno strato trasparente, sottile ma molto resistente all’acqua. Consigliabili solo a chi è già abbronzato o ha la pelle scura.

Gel. I gel solari, molto piacevoli da applicare per-

ché asciugano presto sulla pelle ed hanno azione rinfrescante, garantiscono però, come gli oli, una bassa protezione. Quelli a base idroalcolica sono controindicati per le pelli sensibili e nei bambini.

Acque. Le acque solari non resistono al sudore ed ai bagni, per cui sono sconsigliate alle pelli più chiare. Paste. Le paste (schermi fisici) sono prodotti sola-

ri a base di polveri inerti, hanno un aspetto denso, opaco e generalmente sono prive di profumi e conservanti. Non sempre facili da spalmare, lasciano una patina biancastra sulla pelle. Rappresentano peraltro la scelta migliore per l’infanzia per la loro elevata protezione e l’assenza di filtri chimici.

Stick. Sono destinati all’applicazione sulle labbra o su aree limitate (naso, zigomi, macchie, cicatrici); dotati di alto effetto protettivo.

Integratori, le linee guida Abbiamo più volte parlato di cosa sono gli integratori e del modo migliore di utilizzarli. Riassumiamo alcuni concetti base, partendo dalla definizione: l’integratore nutrizionale è un prodotto che ha lo scopo di integrare

un’alimentazione insufficiente o sbilanciata. Ciò vale sia per le persone comuni che intendono avere una salute ottimale, sia per chi fa sport e vuole restare in forma, reintegrando ciò che si è perso con lo sforzo


fisico. Ragion per cui il ricorso agli integratori deve essere fatto sotto controllo medico, dopo aver verificato l’esistenza di una reale carenza, non colmabile con una più corretta alimentazione. L’uso di cibi conservati e la perdita delle proprietà vitaminiche, dovuta alle procedure di conservazione e raffinazione, sono i pericoli sempre in agguato sulla nostra tavola. Tenendo presente che ciascun antiossidante ha un campo di azione limitato ad uno o due specifici radicali liberi (molecole colpevoli dell’invecchiamento delle nostre cellule), in genere gli integratori maggiormente consigliati sono multivitaminici, vitamina C e acidi grassi essenziali Omega 3, in grado di ridurre la concentrazione dei trigliceridi nel sangue e migliorare il rapporto colesterolo buono/colesterolo cattivo. Discorso diverso per le donne che hanno più di 50 anni e che cominciano ad avere problemi di osteoporosi: per loro è opportuna una integrazione con calcio e vitamina D. Chi si impegna in sport di breve durata, come può essere una corsa leggera di 30-40’ tre volte la settimana, oppure una pedalata con

gli amici, deve essenzialmente reintegrarsi con sali minerali a base di magnesio e potassio, per ovviare ai fluidi ed ai sali persi con la sudorazione. Chi corre maratone e mezze maratone, gran fondo di ciclismo o sci, per non parlare di triathlon o addirittura Iron Man, dovrebbe programmare col proprio preparatore dei cicli di integrazione con aminoacidi ramificati, utili per il recupero muscolare. Infine la “cosiddetta” Terza Età, ormai preponderante se si considera che l’Istat ha contato oltre 12milioni di Over 65. Per loro è stato concretamente riscontrato un beneficio dall’assunzione di integratori, in particolare complessi multiminerali e vitaminici per sopperire alle carenze dei micronutrienti normalmente associate all’avanzamento dell’età. Un consiglio e una raccomandazione: usate solo integratori consigliati dal vostro medico ed acquistateli solo ed esclusivamente in farmacia, evitate le trappole di internet, specialmente se il sito non è sicuro, i prezzi troppo scontati e le marche pressoché sconosciute. Anche in questo caso vale il detto “chi più spende meno spende”.

Magnesio “miracoloso” Sempre più persone fanno ricorso al magnesio, diventato giustamente una specie di panacea per molte patologie. Un cucchiaio o una pastiglia al giorno concorrono ad alleviare fastidi come emicrania, sindrome premestruale, crampi notturni, ansia, agitazione e tachicardia. In particolare, riducendo la secrezione di adrenalina, è efficace nello “sciogliere” contratture muscolari e tensioni e intervenendo nel processo di coagulazione sanguigna e nel metabolismo dei lipidi aiuta a sentirsi di nuovo energici e vitali. Un consiglio pratico: in caso di utilizzo del magnesio in polvere (di solito magnesio “supremo”, composto da acido citrico e magnesio carbonato) è buona cosa attendere che il prodotto si sciolga completamente in acqua calda. Quando l’acqua tornerà trasparente vorrà dire che il prodotto è biodisponibile. Ma che cos’è, in effetti, il magnesio? Partiamo dal suo identikit: è un metallo ed è uno degli elementi chimici più abbondanti sulla Terra, costituendo all’incirca il 2% della crosta terrestre ed essendo il terzo per abbondanza tra gli elementi disciolti nell’acqua marina. Essendo un metallo alcalino terroso in natura non esiste allo stato libero, ma si trova sempre combinato con altri elementi, in grossi giacimenti di magnesite, dolomite, e altri minerali. È contenuto in moltissimi alimenti, in particolare frutta e verdura. Il corpo di un adulto contiene circa 20 - 28 g di magnesio, di cui il 60% nelle ossa, il 39% nei compar-

timenti intracellulari e circa l’1% nei liquidi extracellulari è altresì vero che un italiano su cinque ha carenza di questo importante oligoelemento, ma in pochi sanno che cos’è e come reintegrarlo. In effetti il magnesio è responsabile di molti processi metabolici essenziali, come la produzione di energia del glucosio, la sintesi delle proteine dell’acido nucleico, la formazione dell’urea, la trasmissione degli impulsi muscolari, la trasmissione nervosa e la stabilità elettrica cellulare ed è coinvolto come co-fattore in oltre 350 reazioni tra gli enzimi e contribuisce a gestire ansia e stress, oltre che a prevenire l’osteoporosi e i dolori legati al ciclo mestruale. Ha dunque un’importanza fondamentale per il nostro organismo, tanto che in un soggetto adulto sano l’apporto necessario è da 3 a 4,5 mg per kg di peso, mediamente 350 mg per gli uomini e 300 mg per le donne, sufficienti per il mantenimento del bilancio. Questa dose nelle donne è aumentabile fino a 450 mg nel periodo di gravidanza e allattamento. Come ci accorgiamo della carenza di magnesio? Occhio a questi sintomi: nausea e vomito, diarrea, ipertensione, spasmi e debolezze muscolari, insufficienza cardiaca, confusione, tremiti, cambiamenti di personalità, apprensione e perdita della coordinazione. La sua mancanza riveste un ruolo fondamentale nelle donne che si avvicinano alla menopausa e per quante soffrono di sindrome pre-mestruale con relativa sofferenza fisica a ridosso del ciclo.


Gambe gonfie? Vite rossa!

Una delle patologie più ricorrenti nei mesi caldi colpisce in modo particolare le gambe (vedi articolo a pagina 23) che possono gonfiarsi per una svariata serie di motivi, che vanno dalla ritenzione di liquidi alle calzature inadatte, dalla posizione in piedi tenuta per troppe ore durante la giornata fino a problemi ben più importanti connessi alla propria salute. Fermo restando che una corretta attività fisica può davvero dare una mano consistente nel risolvere questo problema (dal camminare agli esercizi in acqua, specialmente in questi mesi estivi)

un aiuto significativo può arrivare dagli integratori, sempre più mirati ed efficienti per le diverse esigenze, sempre più frutto di ricerche sperimentazioni approfondite. Per esempio, partendo da una semplice constatazione (“i viticoltori francesi non soffrono quasi mai di disturbi venosi”) si è passati ad un approfondimento capillare, ad una ricerca sul campo, per scoprire infine che questa circostanza era del tutto vera ed era dovuta al fatto che erano soliti usare le foglie di vite per ottenere infusi e impacchi da applicare sulle gambe quando le


sentivano pesanti e indolenzite. Su questo rimedio fatto in casa, i farmacologi hanno sperimentato a lungo e infine ricavato prodotti efficaci, estraendoli appunto dalle foglie di vite rossa, per ottenere poi un estratto ricco di flavonoidi. Integratori che, come abbiamo spiegato e come ben sanno i viticoltori francesi, aiutano la microcircolazione, mi-

gliorando l’afflusso di sangue agli arti inferiori, e alleviano la sensazione di stanchezza e pesantezza alle gambe. Con la stessa “base” vengono ottenuti anche cosmetici (si trovano in crema e in gel) contenenti mentolo e olio essenziale di menta, olio di jojoba, burro di karitè e pantenolo, hamamelis, vitamine C ed E.

La forza dei multivitaminici Un valido aiuto, sempre su suggerimento e consiglio medico, è offerto dai multivitaminici ad alto dosaggio, che riassumono al loro interno minerali ed oligoelementi. E siccome è provato che le vitamine agiscono meglio se assunte in sinergia,ecco il vantaggio concreto di usare integratori che,per esempio,uniscono vitamine A, D, E, C, tutte quelle del gruppo B, calcio, fosforo, ferro, magnesio, zinco, rame, manganese, molibdeno... In estate, questo tipo di integratori è molto usato soprattutto dagli sportivi che debbono reintegrare i sali minerali persi col sudore durante l’attività sportiva, ma più in generale, essendo ricchi di antiossidanti, aiutano a combattere e rallentare il deterioramento delle cellule.


Dossier 154

In forma per l’estate

Estetica, alimentazione e attività fisica: 3 settimane di trattamenti e cura del corpo per riconquistare tono e lucentezza della pelle. E contro la cellulite c’è un’arma in più: la cavitazione a cura di Maria Mazzoli illustrazioni di Moreno Chiacchiera

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Un occhio al calendario Pirelli, con protagonista la

burrosa modella Candice Huffine (90 chili di bellezza) e si intuisce quanto le forme XXL stiano tentando di sorpassare i “classici” canoni estetici. Dal mondo di

Hollywood (Beyoncé) a quello dello sport (con la giovane tennista afroamericana Taylor Townsend) è tutto uno sfoggio di lati B e D (écolleté), di morbide curve e vitini da vespa. Sulla soglia della prova costume, la

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Dossier nuova tendenza “curvy” (belle donne formose) offre uno spunto per guardare sotto un’altra prospettiva una linea un po’ appesantita. Per accettare che quei chili di troppo che non si è riusciti a buttare giù tuttavia non sono il problema numero uno per mettersi in bikini. Insomma, avete le curve? Tenetevele, rassodatele e mettetele in mostra. Perché l’importante è essere toniche, avere una pelle liscia, omogenea, compatta e luminosa. Senza ritenzione idrica, quindi senza cellulite, né rotolini. “Obiettivi che si conquistano con una corretta attività fisica e un sano regime alimentare, inutile additare l’insorgenza della cellulite chissà a quali cause”, sostengono endocrinologi accreditati. Ci vuole quindi costanza, cosa che tante donne non sanno neppure dove sia di casa, perché gli impegni (e la pigrizia) sono sempre un’ottima scusa per far slittare persino il minimo esercizio (una semplice camminata) in fondo alla lista. Ma siamo qui

per offrirvi una chance: una remise en forme superconcentrata. Vale a dire che se iniziate subito, potrete godervi i mesi di luglio, agosto e settembre, perché dalla terza settimana in poi di allenamento e dieta corretta otterrete i benefici del nuovo stile di vita, sia a livello fisico che psichico. Per riprendere un po’ di forma non ci vuole poi così tanto. Il tempo stringe, è vero, per cui le maniglie dell’amore vi faranno compagnia in vacanza, ma qualcosa potete ancora rimediare. Potete cancellare qualche chiletto, guadagnare un po’ di tono muscolare, snellire le gambe. E poi, finite le vacanze, continuare con un programma mirato che vi consenta di sfoggiare tutta un’altra silhouette l’anno prossimo (stando già in forma durante l’inverno). Fino a trattare in maniera mirata eventuali adiposità localizzate che stentano a ridursi, attraverso trattamenti medico-estetici come la cavitazione medica, la pressoterapia, la radiofrequenza, la crioterapia.

Abbinare alimentazione e attività fisica Che cosa possiamo fare davvero? Dipende dall’età. Più si è giovani, tra i 25 e i 30 anni, più basterà poco per vedersi tonici e snelli. Dai 35 ai 45 bisognerà essere già più rigidi nel seguire un programma “alimentazione + allenamento” (affidandosi anche ad un dietologo), dai 45 in su si dovranno fare i conti con il calo di produzione ormonale, un fattore limitante sia per il dimagrimento che per lo sviluppo della massa muscolare. Tutto questo per dire che non dobbiamo aspettarci miracoli, ma miglioramenti sì. Il corpo ha bisogno di tempo per adattarsi al nuovo stile e mostrare quindi i risultati. L’importante è porsi obiettivi a breve termine, non esagerati, lavorando per tappe e con decisione. E con un programma modulabile perché ogni persona è diversa. Per tonificare le gambe si può puntare sulla camminata veloce (o la bicicletta o lo spinning), per un rassodamento più completo il nuoto (o l’acquagym). Un’attività quindi più aerobica da abbinare anche a esercizi a terra di allungamento e potenziamento (vedere allenamento per glutei e addominali in questo stesso dossier). Per spezzare la routine si possono integrare lezioni di Pilates e di tennis. Variando il più possibile la parte dell’attività fisica (da inserire almeno 3 volte a settimana) si stimola maggiormente il corpo ma anche la mente, facendo salire la motivazione nel raggiungere gli obiettivi. L’importante è essere costanti, allenarsi senza massacrarsi in modo tale da modellare il corpo e allo stesso tempo essere più scattanti, scaricare stress e tensione. Una strategia bruciagrassi per le più pigre? I “cosmetotessili”, ovvero leggings o pantaloncini a vita alta che, mentre si indossano, lavorano per voi. Contengono, infatti, microcapsule inserite nel tessu-

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to che, con il calore del corpo, rilasciano sostanze (tipo caffeina ed escina) contro la buccia d’arancia e le adiposità localizzate. Mentre chi ha bisogno di rassodare, può puntare sulle guaine che rilasciano antiossidanti efficaci nel proteggere e rinforzare le fibre elastiche della pelle. Non faranno miracoli, ma un po’ aiutano. Uno dei più grandi crucci delle donne, è però la pancia. Averla piatta è il sogno di tante. Largo quindi agli esercizi per gli addominali, ma anche ad una alimentazione corretta, se il problema cruciale è il gonfiore. Questo, tornando ai consigli per la prova bikini, per ribadire che una volta impostato il programma di attività fisica, occorre curare anche

la dieta. Meglio preferire pesce, frutta e verdura, integrata con bioflavonoidi, presenti in alimenti come agrumi, mirtilli, uva, prugne, ciliegie, more, melone e ananas. Evitare zuccheri raffinati, insaccati, fritti, bevande gassate e alcolici. E ricordate: mangiare poco e spesso, evitando di abbuffarsi. Dividete l’apporto calorico in diversi pasti durante la giornata, quindi oltre a quelli “tradizionali” (colazione, pranzo e cena) aggiungete un sano spuntino a metà mattinata e uno a metà pomeriggio. Un’alimentazione sana aiuta ad avere un peso forma, ma allo stesso tempo permette di avere capelli più forti e lucenti e una pelle più luminosa e uniforme.

Un trattamento cosmetico last-minute Per avere una pelle radiosa, fondamentale è l’idratazione, ancora di più durante l’estate. Quindi prendete l’abitudine di bere l’acqua (mai fredda) lontano dai pasti, ma anche di spalmarvi una buona crema. Sceglietene una da giorno per il viso, con protezione solare, un’elasticizzante per il corpo, a rapido assorbimento. Qui potete essere tattiche: sfruttare il gesto per spalmarvi un efficace prodotto anticellulite, dalle proprietà drenanti e stimolanti del microcircolo. Ricordatevi che se i nemici della pelle sono sempre gli stessi, la beauty-cura cambia a seconda degli scogli che propone la stagione, in questo periodo, come detto, la disidratazione. Il primo passo estetico per mantenere un perfetto equilibrio idrico è la detersione. Alla fine di ogni giornata è importante struccarsi, persino quando si ha un filo leggero di make up, con detergenti delicati e non aggressivi. Da preferire anche per la mattina, puntando magari sulle versioni in latte e non in gel, che tendono a “seccare” un po’ la pelle. Continuate ad utilizzare una crema da giorno e una crema notte, ma sceglietele di una texture più leggera, soprattutto se la vostra pelle è ancora giovane e non ha bisogno

di particolari trattamenti intensivi. Per la notte può essere sufficiente un’idratante o un anti-radicali che ripara i danni causati dallo stress ossidativo, il principale responsabile dell’invecchiamento cutaneo. Tenendo conto che durante la stagione calda la pelle tende ad avere molta più sete, e durante il giorno viso e corpo non possono essere caricati eccessivamente, il consiglio è quello di approfittare delle ore notturne, per apportare nutrimento con l’utilizzo di preparazioni più ricche. Si possono provare nuove formule che contengono principi attivi lenitivi e restitutivi, come anche spruzzare dell’acqua termale idratante e decongestionante su volto, collo e décolleté. Per preparare invece la pelle al sole, una volta a settimana fate un trattamento esfoliante così da rimuovere le cellule morte, responsabili della pelle spenta. Un consiglio valido anche per il corpo, che ora tratteremo in maniera più mirata. In estate, si sa, tra gonne e short, la pelle resta più in vista. Emulsioni, oli e fanghi non bastano a renderla perfetta, lo ripetiamo, bisogna fare attività fisica e mangiare sano. Ma per ora ci concentreremo sull’aspetto estetico. Se avete notato, d’estate la pelle mi-

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Dossier gliora, al mare diventa più liscia e levigata anche nei punti critici (ginocchia, gomiti, ecc.). È l’effetto benefico del sale che dall’esterno, attraverso il processo di osmosi, riduce la ritenzione idrica (al contrario dell’azione che fa dall’interno) e rinnova l’epidermide. Un effetto che potrete ottenere prima di partire per le vacanze, passando sotto la doccia un thalasso scrub su gambe e glutei. O fare del brushing, ovvero passare delle spazzole in setole naturali sulla cute asciutta. Una tecnica tipica dei Paesi del Nord utile a tonificare la pelle e ad eliminare i liquidi in eccesso perché stimola il sistema linfatico. Di solito viene utilizzata nei centri estetici, ma potete eseguirla da sole, procurandovi una spazzola con le setole morbide e il manico per raggiungere i punti più difficili. Usata anche tutti i giorni per 3-4 minuti facendo movimenti dal basso verso l’alto e insistendo sulle zone che percepite più fredde, per esempio intorno ai glutei, otterrete il massimo effetto se poi applicate sopra la parte fanghi o altri prodotti drenanti. La regola numero uno per avere una pelle di seta, è comunque quella di partire dal gommage. Un piccolo gesto importante da ripetere una volta alla settimana, prima dell’esposizione al sole, per rimuovere lo strato di cellule morte che si deposita sull’epidermide,

in modo da rendere l’abbronzatura perfetta. Le sfere di microgranuli presenti nel prodotto, strofinati sulla cute, producono un delicato effetto abrasivo capace di eliminare le cellule morte. La pelle respira e sarà subito più levigata e luminosa. Passato sui punti più spessi come glutei, ginocchia e gomiti, oppure dove i peli tendono a incarnirsi, lo scrub può essere usato a giorni alterni sotto la doccia. D’estate, infatti, con le depilazioni più frequenti, alcune donne soffrono di peli sottopelle (si presentano come brufolini), un antiestetico problema che si può risolvere utilizzando con costanza il guanto di crine e un prodotto specifico post epilazione. Se il problema sulle gambe sono i capillari rotti, potete ricorrere alle creme calza, un composto di ultima generazione formato da minuscole particelle di seta che creano un effetto fondotinta studiato appositamente per riprodurre un risultato di abbronzatura naturale. Se invece avete la fortuna di avere gambe perfette, ricordate di mettere comunque una crema idratante, perché prevenire è sempre meglio che curare. E per finire? Un tocco magico per sublimare la pelle: con gli illuminanti, potrete rendere lucente l’abbronzatura di tutto il corpo. In crema o in olio, sono facili da stendere e in pochi secondi donano un effetto scintillante.

Consigli per l’estate

Protezioni, niente trucco e idratanti con vitamina E Quando uscite di casa per andare in piscina o al mare, prendete l’abitudine di indossare un cappello e di coprirvi con i vestiti, anche quando è nuvoloso, perché i raggi Uv penetrano comunque. Evitate di truccarvi, così da concedere alla pelle un po’ di respiro, liberando i pori. Evitate di mettere il profumo direttamente sulla pelle: il sole potrebbe scatenare una reazione o macchiarla. Dopo ogni nuotata sciacquatevi, sia il cloro che la salsedine tendono a seccarla. E ovviamente più bevete, più la pelle sarà idratata e luminosa, eliminando “gratuitamente” le tossine. Ricordatevi che anche il sole incide sulle rughe (e sul melanoma), quindi non dimenticate mai di esporvi al sole senza una crema con fattore di protezione. Come anche di spalmarvi

un’idratante a base di acqua e ricco di vitamina E per aiutare la pelle a ripararsi dai danni subiti dopo una giornata al parco o in spiaggia. In estate c’è anche il vantaggio di poter sostituire la propria crema corpo con il classico doposole ricco di principi antiossidanti e nutrienti. In molti si preoccupano per la mancanza di vitamina D dovuta al fatto di esporsi poco al sole e di applicare protezioni solari. Un po’ di buonsenso aiuterà a scegliere le ore migliori per esporvi al sole e prendere un po’ dei suoi benefici, ma in sicurezza. Andate dal medico se avete qualche dubbio sulle condizioni della vostra pelle dopo essere state al sole. È meglio sentirsi rassicurati che ritrovarsi brutte sorprese a distanza, per aver trascurato problemi di pelle troppo a lungo.

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Dossier

Cellulite KO con la cavitazione medica Il fenomeno degli ultrasuoni rappresenta ormai da qualche anno l’ultima frontiera per trattare gli inestetismi corporei. Comprese adiposità localizzate e la temuta “panniculopatia edemato fibro sclerotica” meglio conosciuta come cellulite, l’inestetismo numero uno che tormenta il gentil sesso in ogni stagione, soprattutto l’estate. Un problema diffusissimo che colpisce un gran numero di donne (8 su 10), sia giovanissime che mature, sia magre che in sovrappeso. Ma nonostante le tante pubblicazioni scientifiche in merito e gli approfondimenti sui fattori scatenanti, si tende ancora a considerarla solo un inestetismo. Una condizione patologica che la dermatologia estetica cerca di contrastare attraverso la cavitazione medica, una tecnica di nuova generazione che consente di eliminare il grasso in eccesso senza ricorrere al bisturi. Ne parliamo con il professor Sergio Chimenti, direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Roma Tor Vergata, partendo dall’identikit dell’odiosa buccia d’arancia.

La cellulite, cos’è esattamente?

«Il termine fu usato per la prima volta negli anni ‘20 del XX secolo per definire questa alterazione estetica cutanea. La “cellulite”, il cui termine scientifico è pannicolopatia edemato fibro sclerotica (PEFS), è molto comune. Infatti, ne soffre circa l’85-98% del-

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le donne in età post-puberale. Le principali manifestazioni sono la flaccidità, la nodularità e l’aspetto a “buccia d’arancia” che può essere messo in risalto, specialmente all’inizio, tramite il “pinzamento” della cute. Le sedi maggiormente interessate sono la regione pelvica, i glutei, le cosce e l’addome».

Quali sono le cause?

«La cellulite ha una genesi complessa e multifattoriale, tra le principali troviamo: 1) l’architettura del sottocute del sesso femminile, differente da quella maschile, conseguente allo stimolo estrogenico, il che spiega perché tale inestetismo sia ad appannaggio quasi esclusivo delle donne; 2) un’alterazione del microcircolo, ovvero una tendenza alla stasi circolatoria; 3) uno stile di vita sedentario; 4) l’aumento di peso corporeo; 5) la predisposizione familiare e genetica.

Che cos’è la cavitazione medica?

«Si tratta di una metodica di recente introduzione, che usa l’applicazione di ultrasuoni (la stessa tecnologia delle ecografie) con l’obiettivo di rompere selettivamente le cellule adipose e il tessuto fibrotico presente nella PEFS».

È un intervento invasivo?

«È una metodica non invasiva o minimamente invasiva, funziona come un’ecografia, si applica un gel do-



Dossier podiché si passa lentamente il manipolo che emette gli ultrasuoni su tutta l’area da trattare. È anche possibile, precedentemente all’applicazione, infiltrare l’area da trattare con alcune sostanze come la carnitina o altri principi attivi utilizzati per la mesoterapia e che posso potenziare l’efficacia del trattamento. Nei giorni successivi è consigliabile un’idratazione abbondante, camminare, e sottoporsi a trattamenti linfodrenanti come i massaggi».

Dunque, il metodo della cavitazione medica si distingue da quello della cavitazione estetica?

«Fondamentalmente per la frequenza di emissione, la cavitazione medica usa ultrasuoni focalizzati ad alta intensità, che generano valori di energia maggiori».

Chi può eseguirla?

«Preferibilmente personale specialistico, formato all’uso di tali tecniche. Quindi dermatologi, chirurghi plastici o medici chirurghi che hanno conseguito un master di medicina estetica».

Quali zone si possono trattare?

«Le zone tipicamente interessate dalla PEFS. Quindi: glutei, arti inferiori (cosce), addome. Le zone da considerare off-limits sono l’area cardiaca, la zona oculare, auricolare, le prossimità ossee e cartilaginee».

Quanto dura in media un trattamento? E che risultati dà?

«La durata di ogni seduta è direttamente proporzionale all’area da trattare (all’incirca 10 minuti per una superficie di 10 cm per 10). I risultati dipendono da diversi fattori. Primo fra tutti la gravità e l’estensione dell’inestetismo e ovviamente le comorbidità associate (obesità, malattie endocrine, disordini metabolici, ecc). È importante sottolineare, che la cavitazione induce degli ottimi risultati nel momento in cui si associa uno stile di vita caratterizzato da regimi dietetici corretti e da attività fisica costante».

Può essere un’alternativa alla liposuzione?

«Hanno indicazioni differenti, la cavitazione viene utilizzata prevalentemente nelle forme di adiposità localizzata e nella PEFS di entità lieve/moderata. La liposuzione è una tecnica chirurgica e come tale invasiva, la cui indicazione principale è l’eliminazione delle lipodistrofie localizzate persistenti dopo diete adeguate e non trattabili con altre metodiche mediche non invasive come la cavitazione».

Ci sono controindicazioni?

«Sì, fratture recenti nelle aree da trattare, gravidanza, processi infiammatori in atto nella sede del trattamento, tromboflebiti, neoplasie, pazienti affetti da cardiopatie e/o portatori pace-maker».

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Glutei e addominali da spiaggia di Roberto Moraldi

Tutti più o meno pensano di sapere come allenare addominali e glutei. In effetti, di esercizi per queste due parti specifiche se ne possono fare centinaia, ma i veri segreti sono la costanza nell’allenamento, la corretta esecuzione ed anche un po’ di fantasia per cogliere l’addome ed il fondoschiena… di sorpresa. Ecco allora un piccolo ma intenso programma basato su 6 facili esercizi. Cominciate con due-tre volte alla settimana, poi, quando sarete

ben rodate, aumentate il numero di sedute e l’intensità. Ricordatevi sempre di fare almeno 5 minuti di riscaldamento, o marciando sul posto, o meglio ancora salendo e scendendo alcune rampe di scale. Ugualmente non dimenticate mai di fare stretching a fine sessione. Sdraiatevi con la schiena a terra e tirate le ginocchia verso il petto, sollevando solo i glutei. Mantenete la posizione per 30 secondi. Il vostro corpo ve ne sarà grato.

1. Tavola sugli avambracci con flessioni del ginocchio Distesi a terra, gambe leggermente divaricate quanto la larghezza del bacino, avambracci a terra, gomiti allineati con le spalle, dita intrecciate. Estendete le gambe indietro, stando in equilibrio su avampiedi ed avambracci, addominali contratti (1a). Tenete il bacino in orizzontale e gli addominali tesi mentre abbassate un ginocchio fino a terra, quindi raddrizzate la gamba (1b); ripetete con l’altra gamba. Alternate tra un ginocchio e l’altro per 16-20 ripetizioni per gamba. Muscoli interessati: gli addominali, in particolare gli obliqui.

1a

1b

2. Punte su e giù

2a

2b

Sedetevi su una sedia, reggetevi bene afferrando con le mani i bordi laterali, quindi inclinatevi all’indietro e poggiate la schiena contro lo schienale. Contraete gli addominali in modo che la spina dorsale si trovi in posizione neutra e sollevate il petto. Sollevate le gambe da terra in modo da allineare le ginocchia col bacino, polpacci in orizzontale (2a). Senza perdere l’allineamento, riabbassate lentamente i piedi fino a terra, usando gli addominali per non incurvare la schiena (2b). Inspirate, quindi espirate riportando su le ginocchia alla posizione iniziale. Fate 6-10 ripetizioni. Muscoli interessati: tutti i muscoli addominali.

3. Crunch inversi Sdraiatevi sulla schiena con le ginocchia leggermente piegate, gambe accavallate e distese in alto sulla verticale del bacino. Poggiate le dita dietro la testa, senza intrecciarle, coi gomiti aperti. Contraete gli addominali per tenere la spina dorsale in posizione neutra. Tirando in dentro l’ombelico, continuate a contrarre gli addominali per sollevare il bacino di qualche centimetro da terra e mantenete la posizione (3a). Tenete il bacino sollevato mentre sollevate testa, collo e scapole da terra (3b). Fate 4 serie da 10-15 ripetizioni l’una, tenendo sempre il bacino sollevato. Abbassate il busto, la testa ed il bacino fino alla posizione iniziale tra un set e l’altro. Muscoli interessati: tutti i muscoli addominali.

3a 3b

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Dossier

4. Tavola sugli avambracci

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Ginocchia a terra distanziate della misura del bacino, avambracci distesi a terra, gomiti allineati con le spalle, mani una dentro l’altra. Adesso estendete le gambe indietro restando in equilibrio su avambracci ed avampiedi. Col bacino orizzontale, e gli addominali contratti, piegate un ginocchio abbassandolo fino a terra (4a); mantenendo il ginocchio sollevato, sollevate la gamba fino a portarlo all’altezza del bacino (4b). Ripetete 8-10 volte per gamba. È utile riposarsi brevemente, tra un lato e l’altro, rilassandovi abbandonando la impegnativa posizione della tavola. Fate 2-3 serie da 8-10 ripetizioni per gamba. Obiettivo: glutei, posteriori e addominali.

4b

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5. Squat su una gamba 5b

In piedi, con le mani sui fianchi, sollevate il ginocchio sinistro e portate la caviglia sinistra sulla coscia destra in modo che il ginocchio stesso sia rivolto verso l’esterno. Il peso del corpo è sul piede destro. Addominali contratti per mantenere la posizione eretta e l’equilibrio (5a). Piegate il ginocchio destro per abbassarvi in uno squat (accosciata) su una gamba sola (5b). Contraete i glutei per tornare alla posizione iniziale. Fate 2-3 serie da 8-15 ripetizioni per gamba. Obiettivo: i glutei ed i muscoli dell’anca.

6. Alzate laterali delle gambe Posizionatevi in piedi accanto ad una sedia, poggiando la mano sinistra sullo schienale per mantenere l’equilibrio e la mano destra sul fianco. Con le gambe dritte, volgete la punta del piede sinistro in avanti e quella del destro in fuori a circa 45 gradi, mantenendo i talloni uniti. Contraete gli addominali (6a). Ora contraete i glutei e sollevate la gamba destra portandola indietro, mantenendola dritta e in diagonale, sollevandola solo fino a quanto possibile senza perdere l’allineamento del busto (6b). Abbassate la gamba e ripetete per 16-20 volte. Cambiate gamba e ripetete. Quando vi sentite sicure,eseguite l’esercizio senza appoggiarvi alla sedia. Fate 2-3 serie da 16-20 ripetizioni Obiettivo: glutei, posteriori e muscoli superiori dell’anca. n

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Traumi sportivi & pronto soccorso Oltre alle terapie mediche specifiche, nei casi meno gravi si può ricorrere a omeopatia e fitoterapia. L’utilizzo di integratori ad hoc di Simona Peretti medico, specialista in omeopatia e omotossicologia

s

L’attività sportiva, sia all’aperto sia al chiuso, espone ad una serie di rischi legati al movimento, al contatto e all’ambiente. Questi rischi si concretizzano in una serie di patologie, da trauma e non, da affrontare con un minimo di preparazione per ridurre i

rischi secondari e per poi provvedere ad un soccorso definitivo. Il problema delle urgenze e del primo soccorso durante l’attività sportiva torna periodicamente alla ribalta in occasione di episodi dolorosi che la stampa e la televisione sottolineano e amplificano,

dopodiché… non se ne parla più! Per gli infortuni meno gravi possono essere d’aiuto e di supporto sia l’omeopatia che la fitoterapia. Si tratta di una serie di efficaci rimedi utilizzati nel trattamento degli infortuni più o meno gravi, anche in supporto alle cure tradi-

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zionali basate su terapia cortisonica o a base di FANS. Esistono in commercio dei preparati omeopatici composti (compresse, granuli, gocce, fiale, creme...) che agiscono contemporaneamente sui vari segni e sintomi della patologia traumatica acuta o cronica è che rendono così più semplice la prescrizione e le modalità di assunzione. L’utilizzo della omeomesoterapia (piccole iniezioni nel mesoderma con prodotti omeopatici) appare spesso molto opportuna e utile, soprattutto in fase acuta. Ripetiamo, comunque, che è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico omeopata per personalizzare la terapia, utilizzare i corretti rimedi e decidere diluizioni, tempi e modi di somministrazione degli stessi. Qui di seguito alcune indicazioni di massima.

Abrasione, ferita, escoriazione

Perdita di lembi cutanei, senza fuoriuscita o con piccola perdita di sangue. Consiglio: applicazioni locali di calendula in tintura madre. Arnica, ledum palustre.

Contusione

La contusione muscolare è la classica “botta” (lesione traumatica dei tessuti molli, a cute integra). Le lievi contusioni non hanno bisogno di pronto soccorso, mentre nei casi più gravi, soprattutto se sono coinvolte le articolazioni (ginocchio, gomito, caviglia) è necessario applicare ghiaccio e tenere a riposo la parte. Consiglio: arnica, china, ledum palustre.

Contrattura-crampo

Il crampo è una contrazione violenta, dolorosa e involontaria di un gruppo muscolare che si manifesta con dolore intenso e dura pochi secondi; è provocato dalla contrazione eccessiva e prolun-

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gata del muscolo, pertanto compare durante un’attività fisica che prevede movimenti ripetitivi o in seguito ad una postura scomoda. Il crampo si verifica per l’accumulo di acido lattico ed altre sostanze nel muscolo, ma può verificarsi anche in condizioni di riposo, in caso di abbondante sudorazione (febbre, vampate di calore…) a causa della perdita di sali di sodio e potassio o in conseguenza ad una dieta povera di potassio. Consiglio: arnica, cuprum metallicum, acidum sarcolacticum, rhus toxicodendron.

Distorsione e lussazione

La distorsione è la perdita momentanea dei rapporti articolari con o senza lesione dei legamenti, dovuta ad un movimento brusco e violento; si manifesta con dolore, tumefazione e impotenza funzionale. Generalmente si associa ad una lassità dei legamenti su base costituzionale. Consiglio: arnica, ledum palustre, bryonia, calcarea fluorica.

Ematoma

È una raccolta di sangue, localizzata nelle parti molli superficiali, che si forma in seguito ad un trauma. Consiglio: arnica, china.

Epistassi

Perdita di sangue dal naso per congestione della mucosa o trauma. Consiglio: millefolium.

Epicondilite o gomito del tennista

È un processo infiammatorio dei tendini che si inseriscono a livello della sporgenza ossea esterna del gomito. Consiglio: (fase acuta) ruta, symphytum, rux toxicodendron; (cronica): kalium iodatum.

Epitrocleite

È un processo infiammatorio dei tendini che si inseriscono a livello

della sporgenza ossea interna del gomito. Consiglio: (fase acuta) ruta, symphytum, rux toxicodendron; (cronica): kalium iodatum.

Frattura

Interruzione completa o incompleta a livello scheletrico, cui si associa dolore, impotenza funzionale e deformazione. Le fratture richiedono valutazione specialistica e trattamento ortopedico. La terapia con rimedi omeopatici, generalmente a basse diluizioni (5-7-9 ch), ottimizza il trattamento ortopedico e riabilitativo, riducendo il dolore e l’edema, favorendo la formazione del callo osseo e riducendo gli esiti. Consiglio: arnica e china per ridurre il dolore e l’ematoma; symphytum per accelerare il processo riparativo; rux toxicodendron per ridurre la rigidità e il dolore durante la seduta riabilitativa.

Lombalgia

Dolore lombare improvviso in seguito a sforzo o raffreddamento. Consiglio: la terapia omeopatica (bryonia, ferrum phosphoricum, kali carbonicum) va intrapresa in attesa della valutazione medica.

Sciatica

Dolore lombare che si irradia lungo il decorso del nervo sciatico, al gluteo e all’arto inferiore. Consiglio: ammonium muriaticum, arsenicum album, bryonia, colocynthis, gnaphalium.

Stiramento

Allungamento eccessivo delle fibre muscolari in seguito a sforzo “a freddo”. In caso di lesione delle fibre si parlerà di “strappo”. Consiglio: arnica, rhus toxicodendron, bryonia.

Tendinite

Processo infiammatorio dei tendini, con dolore improvviso o progressivo. Consiglio: actea racemosa, arnica.


Quattro validi aiuti Oligoelementi e integratori dietetici

Un altro valido aiuto viene dagli oligoelementi e da alcuni integratori dietetici. L’equilibrio acido-basico dell’organismo, misurabile con il pH ematico e tissutale, svolge un ruolo fondamentale soprattutto nello svolgimento dell’attività fisica, durante la quale, in seguito allo sviluppo di acido lattico, ma non solo, si può avere un incremento dell’acidosi con conseguente squilibrio metabolico che può dare luogo a dolori, contratture e spasmi muscolari. L’acidosi, spesso latente, ha inoltre effetti negativi sul tessuto connettivo, componente fondamentale di osso, cartilagine, tendini e pelle. Ne consegue che un apporto di sostanze basiche, attraverso frutta e verdura, ma anche di supplementi di composti basici è di fondamentale importanza per il benessere dell’organismo. In commercio esistono integratori dietetici di calcio, magnesio e zinco che aiutano a regolare e mantenere l’equilibrio acido-basico dell’organismo, favorendo inoltre un miglior assorbimento dei sali minerali stessi. Per quanto riguarda le patologie muscolo-tendinee-legamentose sono stati elaborati dei prodotti contenenti frammenti di collagene ed elastina che pur non essendo tecnicamente degli integratori, stimolano la produzione da parte dell’organismo degli stessi elementi, favorendo i processi riparativi delle strutture lesionate.

I rimedi fitoterapici

Ne esistono molti con indicazioni tera-

peutiche diverse sia per le patologie acute sia per le croniche. Tra tutti la curcumina, che opportunamente preparata, ha dimostrato una chiara attività analgesica paragonabile ai FANS più noti in commercio, con una tollerabilità gastrica significativamente migliore. Trattandosi di rimedi vegetali, a dosi ponderali, per evitare reazioni allergiche o altri effetti collaterali, è assolutamente opportuno consultare il medico o il farmacista prima di assumerli.

I segreti dell’organoterapia

Si tratta di un metodo terapeutico che cura un organo malato utilizzando i tessuti di un organo omologo, generalmente di suino, diluito e dinamizzato secondo i principi omeopatici, in modo che scompaia la specificità di specie e rimanga solo quella d’organo. Si utilizza in genere per le patologie croniche degenerative, ma anche per quelle infiammatorie, in concomitanza con i farmaci omeopatici e fitogemmoterapici. I più utilizzati sono cartilagine, disco lombare, nervo sciatico, disco cervicale, sinovia, tendine alla diluizione 4ch.

Creme, un toccasana

Ne esistono una varietà pressoché infinita con azione anti-infiammatoria, anti-dolorifica, anestetica, vasotonica, linfodrenante, lenitiva, riparativa, eutrofica, anntiecchimotica, rinfrescante, emolliente, drenante, idratante. La scelta finale non deve essere casuale e dettata dalle mode del momento, ma accuratamente indicata dal medico o dal farmacista di fiducia. n

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Più caffè, meno depressione Un recente studio pubblicato dai ricercatori dell’Università americana di Harvard, certifica i benefici della caffeina contro le malattie della psiche, specialmente al femminile di Filippo Tini

s

Un recente studio, intitolato “Caf-

fè, caffeina e rischio di depressione tra le donne”, dell’Harvard School of Public Health (Boston, Massachusetts) pubblicato su “Archives of Internal Medicine”, ha affermato che bere caffè ridurrebbe il rischio di depressione per le donne. Secondo i ricercatori, guidati dal nutrizionista Michel Lucas, il rischio di depressione calerebbe del 20% tra le donne

che bevono quattro tazze di caffè al giorno o più, rispetto a chi beve altre sostanze. Le donne abituate a bere caffè decaffeinato, tè, bevande analcoliche e cioccolato, bevande prive o quasi di caffeina, non sembrano essere protette dal rischio della depressione. I ricercatori hanno preso in esame, per dieci anni, dal 1996 al 2006, un campione di 50.739 donne, età media 63 anni, che non mostrava-

no segni di depressione all’avvio della ricerca. I soggetti sono stati seguiti, attraverso questionari centrati sul personale consumo di caffè e bevande contenenti caffeina. In particolare è stato chiesto quanto spesso avessero consumato, nel corso dei dodici mesi antecedenti la compilazione di ogni questionario, caffè con o senza caffeina, tè, bevande analcoliche con caffeina (zuccherate

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o a basso contenuto calorico) o senza caffeina, cioccolato. Dalle conclusioni dello studio sono emersi alcuni dati interessanti: le donne che avevano consumato due o tre tazze di caffè al giorno avrebbero evidenziato una mino-

re probabilità (15%) di sviluppare problemi depressivi rispetto a coloro che avevano bevuto al massimo una tazza di caffè a settimana; le donne che ne avevano bevuto almeno quattro al giorno avrebbero mostrato un rischio inferiore

del 20%. Gli autori hanno sottolineato che lo studio suggerirebbe la possibilità che il caffè svolga un effetto positivo sul tono dell’umore, ma ovviamente sono necessarie ulteriori ricerche a conferma di tali potenzialità.

Gli scenziati italiani “confermate le nostre teorie” Sui risultati pubblicati dai ricercatori americani è intervenuta con un autorevole parere anche la Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (SISA), diretta dal professor Pietro Migliaccio. “Lo studio - si sostiene - conferma quanto già da tempo avevamo affermato circa l’effetto del caffè. Pertanto, dopo avere recepito gli importanti effetti positivi del caffè sulla concentrazione, l’attenzione e la prontezza di riflessi, ora con questo studio si entra in un campo molto più ampio, ricco di possibilità, che riguarda la prevenzione delle malattie relative alla psiche, dalla depressione ad altri disturbi sia pur lievi. D’altra parte, è noto da anni che la caffeina interagisce positivamente con diversi recettori, favorendo una situazione di benessere. Su questa base l’assunzione di caffè può assicurare qualche beneficio dal punto di vista psicolo-

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gico anche al paziente depresso, al quale l’uso del caffè non è mai stato vietato o sconsigliato, a patto naturalmente che non interferisca con l’assunzione di farmaci antidepressivi. Sempre a questo riguardo può essere interessante ricordare che nel 2014 sul World J Biol Psichiatry sono stati elaborati i dati provenienti da tre vastissimi studi di follow-up durati 20, 16 e 14 anni e riguardanti nel complesso circa 200mila fra uomini e donne, circa i rapporti fra consumo di caffè e caffeina e il rischio di autolesionismo. Le conclusioni, che hanno permesso di stabilire che il consumo di caffeina é associato chiaramente ad un diminuito rischio di autolesionismo, meritano di essere ricordate in questa sede in considerazione delle riconosciute connessioni esistenti fra sindromi depressive e tendenza a tali comportamenti”.


Gli altri benefici A quanto pare bere caffè (sempre senza esagerare, ovvio) non solo potrebbe salvarci dalla depressione, ma ha anche tanti altri lati positivi. Ecco i principali: 1. Aiuta la mente e il corpo È in grado di bloccare un neurotrasmettitore chiamato adenosina, rilasciando dopammina e noradrenalina, che aumentano le nostre prestazioni psicofisiche immediatamente. Così migliorano i nostri tempi di reazione, la memoria e le funzioni cognitive. Essendo uno stimolante, poi, la caffeina accelera anche il metabolismo aiutando lo smaltimento dei grassi acidi e migliorando le prestazioni fisiche fino al 12%. 2. Diminuisce i rischi di diabete, Parkinson e Alzheimer Essendo ricco di antiossidanti, il caffè aiuta a contrastare l’invecchiamento. Inoltre, secondo recenti studi, ridurrebbe sensibilmente anche il rischio di diabete di tipo 2 e Parkinson. 3. Fa bene al fegato Secondo uno studio che ha esaminato 125 mila persone, coloro che bevono almeno una tazza di caffè al giorno hanno il 20% di probabilità in meno di ammalarsi di cirrosi epatica, ovvero la patologia tipica di chi fa un consumo eccessivo di alcol. Questo perché il caffè aiuta il fegato a metabolizzare alcol e fruttosio, diminuendo anche il rischio di tumore al fegato. 4. È nutrizionalmente valido Infatti non contiene solo caffeina, ma anche vitamine (B1, B2, B3 e B5) e minerali (potassio, manganese e magnesio). Con un numero sufficiente di tazze al giorno, la quantità di queste sostanze può soddisfare tranquillamente il fabbisogno giornaliero. 5. Aiuta contro la cellulite Innalzando il metabolismo basale, infatti, stimola l’organismo a eliminare le cellule adipose tra cui si creano i depositi di liquidi che causano gli inestetismi e la cosiddetta pelle “a buccia d’arancia”. 6. L’aiuto dell’aroma Il semplice profumo del caffè ha la capacità di farci sentire meno stressati. Una ricerca della Seul National University ha dimostrato, esaminando il cervello dei topi sotto stress per carenza di sonno, come il solo profumo del caffè riusciva a provocare cambiamenti nelle proteine che causavano questo stato psicologico. 7. Ridotta propensione all’autolesionismo Questo effetto è stato dimostrato sempre dalla Harvard School of Public Health, secondo la quale bere tra le 2 e le 4 tazze di caffè al giorno riduce del 50% il rischio di autolesionismo, fino anche alle conseguenze più estreme. 8. Abbassa il rischio di tumore alla pelle Anche in questo caso l’efficacia del caffè è stata dimostrata per ora solo sulle donne, attraverso una ricerca della Brigham and Women’s Hospital and Harvard Medical School di Boston, su un campione di oltre 112 mila donne e uomini, esaminati in un arco temporale di 20 anni. n

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Castelluccio, il Piccolo Tibet

Famoso in tutto il mondo per la produzione di lenticchie e per i venti che attirano eserciti di deltaplanisti, il piccolo paese umbro, offre una straordinaria fioritura multicolor Testo e foto di Claudio Sampaolo

s

Il tetto dell’Umbria, il Piccolo Ti-

bet, come lo definì un viaggiatore/etnologo/alpinista/scrittore del calibro di Fosco Maraini, compare all’improvviso dopo una serie interminabile di curve e tornanti, chilometri e chilometri salendo

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da Norcia, che farebbero impallidire anche Nibali, Contador e la buonanima di Fausto Coppi. Benvenuti a Castelluccio, cinquanta case aggrappate una sull’altra che svettano a 1452 metri di altitudine, un gigantesco fungo nato

in mezzo al Pian Grande, altopiano carsico di 120 ettari, fate conto quasi 240 campi di calcio affiancati ed allineati come tessere di un puzzle, dove tra giugno e luglio si assiste al magico sbocciare di fiori e coltivazioni multicolori, un


caleidoscopio che va dal rosso al giallo, dall’ocra al violetto, come se papaveri, genzianelle, narcisi, violette, ranuncoli, asfodeli, trifogli e naturalmente la “regina” lenticchia, si mettano d’accordo tutti gli anni per esplodere assieme. Castelluccio è la punta di diamante del Parco Nazionale dei Sibillini, una specie di Arca di Noè di 71.437 ettari sdraiata tra Umbria e Marche, dove abbondano lupi e aquile reali, falchi e grifoni, cervi, camosci, caprioli, pecore, bovini,

cavalli, vipere, muli, cinghiali, la neve sul Monte Vettore anche in agosto, gli eremi, le stelle alpine e persino un gamberetto unico al mondo (il chirocefalo del Marchesoni) che vive ai quasi 2mila metri del lago di Pilato. Perché Pilato? Perché questi monti e queste valli sono pervase di storie e leggende, di miti e realtà. La realtà è questo lago piccolo ma inconsueto, due specchi d’acqua che dall’alto sembrano un paio di occhiali a goccia, incasto-

nato tra Vettoretto e Cresta del Redentore; la leggenda invece vuole che in quelle acque si sia inabissato, duemila anni fa, proprio Ponzio Pilato, condannato a morte dall’imperatore Tiberio. Il suo corpo, racchiuso in un sacco, venne gettato su un carro di bufali lasciati liberi e senza meta, per questo precipitati nel lago con tutto il loro carico. Durante il Medioevo, addirittura, l’accesso al lago, considerato un ritrovo di streghe e negromanti,

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venne vietato. E tanto per fantasticare ancora, diremo che lì vicino esistono anche il Monte Sibilla e la grotta omonima, nonché un museo dove è conservata una pietra che reca incise lettere misteriose, rinvenuta nei pressi del lago, che viene definito nientemeno “l’ingresso nel mondo degli inferi”. Leggende, appunto. Tornando a cose concrete, alla lenticchia coltivata sull’altopiano, è conosciuta in tutto il mondo per le sue caratteristiche uniche. Grazie al fatto che a 1500 metri ci sono costantemente condizioni climatiche piuttosto rigide (anche in estate soffia un vento spesso impetuoso), è, infatti, l’unico legume che non ha bisogno di essere trattato per la sua conservazione perché non è attaccata dal tonchio, insetto particolarmente vorace, le cui larve si nutrono dei legumi. La “lenta” (così la chiamano i paesani, che la vendono in strada, seduti su seggiole di vimini e legno, sull’uscio delle loro umili e antiche abitazioni), certificata Igp, è povera di grassi e ricca di proteine, vitamine,

fibre e sali minerali. Non a caso è presente praticamente in ogni regime alimentare che si rispetti. Ma chi sbarca a Castelluccio, meglio riuscendo ad evitare le domeniche ed i ponti comandati, una volta a tavola ha solo l’imbarazzo della scelta: ravioli con ricotta fresca, agnello scottadito, lenticchie e salsiccia, formaggi di ogni forma e stagionatura, roveja (un pisello selvatico), farro, orzo. E dolci, immancabilmente alla ricotta.

Rosso, giallo, ocra e violetto si mettono d’accordo ogni anno per esplodere assieme E sì, perché Castelluccio è stato (ed è) essenzialmente un paese di pastori e di pecore. Negli anni ’50/’60 si contavano anche 50mila

capi, oggi molto meno ma sono ugualmente tante le greggi che da maggio a ottobre vengono al pascolo in altura. Soltanto che la modernità ha cambiato almeno i dettagli: invece della transumanza, uomini e pecore a piedi, giorni e giorni attraverso le montagne, verso l’Adriatico o il Tirreno, con i pastori analfabeti che però recitavano a memoria l’Iliade, l’Odissea, la Divina Commedia, l’Orlando Furioso e chissà quanti altri poemi epici, oggi le greggi salgono su camion attrezzati. E i pastori girano con cellulare, tablet e naturalmente pick-up cassonato 4x4. Dettagli tecnologici che però non hanno mutato di una virgola la voglia di raccontare e di raccontarsi, magari sempre le stesse storie lontane che profumano di leggenda, vino rosso e pecorino. E chi ha la fortuna di fermarsi per qualche giorno, può sedersi al bar principale del paese dove la sera si ritrovano i pastori del Terzo Millennio, che ancora vivono giornate lunghe e intense, come i loro padri e nonni, tendendo l’orecchio, quando il vento

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porta odori lontani ed i cani cominciano ad abbaiare. Forse arrivano i lupi, forse i cinghiali e c’è un’altra notte da passare svegli con i fari puntati nel buio. Ce n’è insomma per tutti i gusti, basta amare la natura e lasciarsi trasportare: trekking sulle decine di sentieri, con il gioiello del Monte Vettore (2.452 metri) lassù in alto proprio sulla testa di Castelluccio, ma anche gite con muli, cavalli, e naturalmente deltaplani. Se la lenticchia non si offendesse potremmo proprio dire che l’attività numero uno del Pian Grande, attraversato diagonalmente, verticalmente, in ogni dove da venti maestosi, è il deltaplano. Ne arrivano a centinaia, provenienti da ogni parte del mondo, perché il tam-tam funziona ancora meglio di internet, e nei giorni di cielo limpido e vento giusto può anche capitare di vedere un altro tipo di “fioritura”: stavolta in cielo, dove decine di “vele” volano sentendosi come farfalle impazzite, trascinate dalle correnti.

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Come arrivare Castelluccio, formalmente in Provincia di Perugia è in effetti un paese di confine, con le Marche a poche centinaia di metri, all’inizio della Val di Canatra e l’Abruzzo, con la sagoma del Gran Sasso, poco lontano. Arrivando da ovest, lungo la A1, bisogna uscire a Orte, proseguire per Terni e poi imboccare la statale Valnerina (209) fino a Norcia. Da lì si sale per 30 chilometri, in mezzo a rocce superbe, panorami mozzafiato e natura selvaggia. Arrivando da est, lungo la A14, da nord si esce a Civitanova Marche, da sud a San Benedetto del Tronto. Nel primo caso si segue la strada statale 485 che porta verso l’Umbria, fino all’abitato di Maddalena, dove si svolta a sinistra in direzione Visso, Castel Sant’Angelo sul Nera, giusto alle pendici di Castelluccio. Nel secondo caso si sale lungo la Salaria fino all’incrocio (a destra) con il traforo di Forca Canapine che vi catapulterà in piena Valnerina, a 16 km dalla meta. n


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Zentiva:

Soluzioni Terapeutiche di Qualità Sanofi da sempre è impegnata a soddisfare i bisogni di salute dei pazienti attraverso un portfolio ampio e differenziato di farmaci innovativi e maturi. Essere leader della salute a livello globale vuol dire per Sanofi essere in grado di offrire soluzioni terapeutiche non solo per curare o tenere sotto controllo le malattie, ma anche per contribuire alla sostenibilità del sistema sanitario affinché possa garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute. Zentiva è la divisione di Sanofi che produce e commercializza farmaci generici - equivalenti coniugando la qualità produttiva di un grande marchio con l’accessibilità e la sostenibilità per il

sistema sanitario. L’ampio portfolio prodotti Zentiva, in commercio in Italia, soddisfa gran parte dei bisogni di cura e salute nelle maggiori aree terapeutiche. Fra i farmaci disponibili vi sono 13 principi attivi cosiddetti “uguali”, ovvero farmaci equivalenti a marchio Zentiva provenienti esattamente dalla stessa catena produttiva del farmaco originatore. I farmaci “uguali” Zentiva vengono prodotti presso gli stabilimenti produttivi Sanofi in Italia (Scoppito, in provincia de l’Aquila; Anagni, in provincia di Frosinone; Garessio, in provin-

cia di Cuneo), Francia (Ambarès, Tours, Quetigny e Compiègne), Germania (Francoforte), Spagna (Girona), Ungheria (Budapest) e Regno Unito (Fawdon). La qualità è l’elemento chiave che contraddistingue l’offerta farmaceutica di Zentiva. Tutti i farmaci che provengono dai siti produttivi – brand, generici ed “uguali” – sono garantiti dallo standard qualitativo Sanofi che si caratterizza per rigidi criteri di scelta delle materie prime e di selezione di fornitori e partners, stabilimenti efficienti ed evoluti, buone pratiche produttive tese all’innovazione ed alla sicurezza dei principi attivi. La qualità è parte del DNA e della storia di Sanofi e Zentiva e viene assicurata da un sistema produttivo fortemente regolato ed aggiornato alle ultime scoperte scientifiche e tecnologiche e da un’organizzazione dedicata alla gestione del Rischio di Qualità. Il tutto in totale trasparenza verso le autorità regolatorie e i pazienti.



Sos insetti per cani e gatti Con la bella stagione riprendono o aumentano le passeggiate all’aperto dei nostri animali domestici, ma i rischi di punture e infezioni si possono evitare con la semplice prevenzione di Chiara Baldetti

s

Una

cosa è certa: con le belle giornate cresce la nostra voglia di uscire all’aria aperta e portare con noi il nostro amico a quattro zampe. Allarghiamo il raggio delle passeggiate ad escursioni nei prati e nei campi, approfittando della bella stagione e del caldo, lasciando che l’animale si diverta e si sfoghi il più possibile, soprattutto se di norma vive in casa o ha a disposizione spazi aperti ridotti. Ma nel fare questo, che è comun-

que piacevole e lodevole, dobbiamo tenere bene a mente anche i rischi che la natura comporta per i nostri amici pelosi, primi fra tutti i parassiti. Vediamo insieme i principali e come prevenirne l’attacco.

Pulci e zecche

Le pulci sono esserini molto piccoli, estremamente veloci e si camuffano facilmente nel pelo dell’animale, quindi non sono fa-

cili da individuare. Tuttavia, sono individuabili attraverso dei puntini nero-marroni della grandezza di granelli di sabbia alla base del pelo. Non sono le pulci, ma i loro escrementi, che ne segnalano inequivocabilmente la presenza. Se il vostro cane o gatto viene morso dalle pulci, ne conseguirà una piaga ed un certo prurito (noterete che si gratta più del normale). Se particolarmente sensibile potrebbe sviluppare una derma-

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tite allergica sul dorso, sull’addome o all’interno delle cosce. Nel caso di infestazione importante, poi, potrebbe andare incontro anche ad una parassitosi interna, perché la pulce può veicolare, attraverso il suo morso, altri parassiti (es. la tenia) che si insediano a livello dell’apparato digerente creando ulteriori problemi all’animale. Nei gatti un altro effetto da scongiurare è l’Emobartonellosi, una malattia ematica causata da un parassita che entra nel sangue attraverso la pulce che funge da vettore. Anche se i sintomi scompaiono possono esserci ricadute e come sempre gli animali più a rischio sono quelli che escono all’aperto, ma non sono del tutto esenti quelli che vivono in casa. Anche le zecche, come le pulci, sono ematofaghe (cioè si nutrono del sangue dell’animale ospite) e sono vettori di pericolose malattie, perché durante il morso rigurgitano nella ferita sulla cute la maggior parte dei liquidi assunti con il pasto. Possono veicolare malattie anche gravi come le Rickettsiosi (una malattia infettiva che provoca febbre, cefalea, vasculite ed eruzione cutanea, trattabile solo con antibiotici), l’Ehrlichiosi ( che infetta i globuli rossi fino a causare un’alterazione del loro funzionamento e la distruzione delle piastrine, i suoi sintomi sono febbre e inappetenza), la malattia di Lyme (o Borreliosi, che colpisce anche l’uomo e provoca febbre alta, zoppia, gonfiore articolare e altri disturbi gravi), ecc… Poiché le femmine delle zecche sono particolarmente voraci, un’infestazione massiva potrebbe causare anche anemia nell’animale. Se troviamo sul nostro cane o gatto pulci o zecche dovremo innanzitutto cercare di toglierle il prima possibile, applicandovi uno specifico prodotto antiparassitario e staccandole dopo qualche

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minuto con una pinzetta fatta apposta. Meglio ancora sarebbe rivolgersi subito al veterinario, che oltre ad intervenire localmente raccomanderà la cura più adatta per eliminare rapidamente i parassiti. Normalmente il trattamento funziona uccidendo quelli adulti o indebolendo le larve. Dal momento che il trattamento generalmente uccide i parassiti in una sola delle loro fasi vitali, è importante ricordarsi anche di pulire con cura la cuccia dell’animale, i suoi oggetti (coperte, cuscini, giocattoli) e il suo ambiente di vita in generale.

Pulci o zecche vanno tolte applicando un prodotto antiparassitario e staccandole dopo qualche minuto con una pinzetta Un normale ciclo di lavaggio in lavatrice di oggetti e coperte non ucciderà le pulci, ma un’asciugatura in asciugatrice ad alte temperature può farlo in 30 minuti. Consigliamo anche l’acquisto di un prodotto spray antipulci da spruzzare in casa su tappeti, imbottiture, divani, lungo i muri e nella cuccia dell’animale.

Zanzare e pappataci

Fra le patologie trasmesse da questi parassiti, senza dubbio le più conosciute e pericolose per gli animali sono la filariosi cardiopolmonare e la leishmaniosi. La prima può colpire sia il cane

che il gatto e la sua pericolosità deriva dal fatto che il parassita nella forma larvale vive nel sistema circolatorio, mentre da adulto (dopo 6 mesi circa) risiede nel cuore e nelle arterie polmonari degli animali che ne vengono colpiti e si riproduce molto rapidamente. La filariosi, purtroppo, non presenta dei sintomi immediatamente riconoscibili, ma progressivamente noterete dimagrimento, spossatezza, scarsa resistenza, tosse… Questi sintomi, però, compaiono quando sono già in atto lesioni cardiache e polmonari ed è dunque meglio prevenirne la comparsa con una profilassi e dei prodotti specifici quali compresse o tavolette appetibili, fialette cutanee o iniezioni, sempre su consiglio veterinario. Se avete il dubbio che il vostro animale sia affetto da filariosi, il metodo più sicuro per diagnosticarla è un esame del sangue, in grado di individuare la presenza dei vermi adulti nel cuore, ma non di quelli giovani ancora in fase di sviluppo. Ecco perché il test andrebbe eseguito almeno ogni due anni prima di iniziare la stagione della prevenzione. Per quanto riguarda la Leishmaniosi, poi, questa viene trasmessa dai flebotomi (o pappataci) e può manifestarsi con sintomatologia cutanea o degli organi interni, come: dermatite esfoliativa (tipo forfora), perdita di peso, alopecia intorno agli occhi, sulle zampe, sul dorso, lesioni alle orecchie o agli occhi, dolori articolari, lesioni renali. La Leishmaniosi è diagnosticabile attraverso esame del sangue, delle urine o citologico. Per questa malattia non esistono moltissimi mezzi di prevenzione, uno dei più semplici può essere quello di far dormire il cane in casa nel periodo più a rischio (primavera-estate). Per l’impiego dei diversi prodotti da utilizzare per la prevenzione di questi parassiti, è indispensabile


rivolgersi al proprio medico veterinario che sarà in grado di scegliere l’antiparassitario più idoneo al vostro animale e darvi tutte le indicazioni relative al suo impiego.

Si possono anche adottare alcuni accorgimenti pratici, come tenere il cane al chiuso la sera, trattarlo con un repellente per zanzare, evitare di andare a passeggio nel-

le aree più infestate dalle zanzare, ecc... ma è bene ricordare che la prevenzione farmacologica è sicuramente la più sicura ed efficace.

Le regole del “buon padrone” La prevenzione in medicina veterinaria può essere riassunta in pochi punti: 1. Utilizzo di antiparassitari efficaci e con effetto duraturo come gli spoton o i collari di ultima generazione (da 30 giorni per gli spot on fino a 4-5 mesi per i collari) contro pulci, zecche e flebotomi.

metaboliche (diabete, insufficienza renale, pancreatiti ecc.).

5. Cura e igiene del pelo, soprattutto nei mesi più caldi. Sia i cani che i gatti devono essere lavati con prodotti idonei e non aggressivi e spazzola2. Rinnovo delle vaccinazioni perio- ti regolarmente, soprattutto durante diche soprattutto in caso di situazio- la stagione calda in cui avviene la ni di promiscuità (canili, pensioni, co- muta del pelo. lonie feline ecc.). In questa fase gli antiparassitari vanno associati alla pulizia. 3. Controlli radiografici dei cani giovani di media e grossa taglia (4 - 6 6. Ultimo, ma non meno importante, mesi) per la prevenzione delle malat- il consiglio principe della prevenziotie congenite come le displasie. ne animale: date ascolto al vostro medico veterinario e stabilite con lui 4. Educazione alimentare dei cuccio- un ciclo preventivo di vaccinazioni e li contro cattive abitudini che predi- trattamenti antiparassitari, prima che spongono all’obesità e altre malattie sia troppo tardi. n

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Hobby House

di Gelsomina Sampaolo

Libreria Bambini

Un libro per ogni perchè

La separazione dei genitori, la paura del buio, la mancanza di mamma o di papà,prendere le medicine quando si è malati... 10 favole per capire come affrontare le situazioni più “spaventose”. Mauti E.; C.S.Erickson; Euro 16,00

Un’ereditiera ribelle, vita e avventure di peggy guggenheim

L’avvincente storia della ricca ereditiera ribelle che cambiò il mondo dell’arte. Dall’Europa agli Stati Uniti, Peggy frequentò gli artisti più famosi. Colloredo S.; Einaudi Ragazzi; Euro 8,50

In Salute

Bambini e omeopatia Il rapporto fra medico omeopata e il bambino con le sue patologie. Una guida per genitori con l’intento di spiegare chi è l’omeopata e come collaborare con lui. Grandi V.; Xenia; Euro 12,39

Sempre connessi

Una guida per genitori e insegnanti per non perdere le tracce dei propri ragazzi, sempre su Facebook. Spunti, riflessioni e test. Calabretta M.; Franco Angeli; Euro 19,00

Best Seller

Momenti di trascurabile infelicità

Dopo “Momenti di trascurabile felicità”, Piccolo torna a raccontare l’allegria degli istanti di cui è fatta la vita, ma questa volta prova a prenderli dalla parte sbagliata. Dal condividere l’ombrello con qualcuno, alle recite dei bambini, al farsi la doccia. Piccolo F.; Einaudi; Euro 13,00

Cinema Whiplash

Regia: D. Chazelle con J. K. Simmons, M. Teller Trama: un brutale maestro di un’orchestra jazz scarica la sua frustrazione su un batterista principiante. Giudizio: uno dei migliori film musicali in circolazione. Con una svolta psicologica finale.

64 OPTIMASALUTE

Sangue e neve

Oslo, Olav è un killer, dislessico e tenero di cuore a cui viene ordinato di uccidere la moglie fedifraga del suo capo. Olav si innamora e i guai non possono che aumentare. Nesbø J.; Einaudi; Euro 17,00

Musica L’abitudine di tornare Carmen Consoli

L’abitudine di tornare è quella di Carmen Consoli, “la cantantessa” che dopo 6 anni di silenzio fa uscire questo nuovo disco che non delude con il folk-pop agrodolce al quale ci aveva abituato.



Ultima pagina

ricette Fagioli alla bottarga • 50 gr di bottarga • 200 gr fagioli cannellini in scatola • 1 limone • 3 cucchiai di olio extra vergine • pepe qb • 10 foglie di rucola • sale qb • 2 coste di sedano Mescolate le coste di sedano a listarelle, i fagioli cannellini lessati, la bottarga a listarelle e 10 foglie di rucola. Emulsionate i 3 cucchiai di olio, 1 di succo di limone, sale e pepe. Condite e servite.

BORISate

Indice futuro «Ho conosciuto un chiromante molto sbrigativo e sintetico. Anziché leggere tutta la mano, legge solo l’indice» (Boris Makaresko)

Lo Sapevate?

Il “chiodo” compie 100 anni Che cosa hanno in comune Marlon Brando in “Il Selvaggio”, Fonzie in “Happy Days”, John Travolta in “Grease”? Un giubbotto nero di pelle, il “chiodo”, appunto, che nasce giusto un secolo fa. Creato appositamente per gli aviatori che dovevano proteggersi dal freddo, prima di approdare a Hollywood è diventato uno status-symbol da motociclista, indossato su una maglietta e un paio di jeans Levis 501 con il risvolto e gli stivali Frye a punta quadrata o i Walker a punta tonda con la fibbia.

Web Zone

È nato il wi-fi sharing Alcune aziende hanno sviluppato l’idea di sfruttare la banda della connessione Internet domestica, spesso poco utilizzata, aprendola agli altri. In cambio si accede a un network che ci permette, quando siamo in giro, di collegarci alle reti wi-fi private di altri utenti gratis, legalmente e senza rischi. Basta richiedere al proprio gestore telefonico (in Italia ha iniziato Vodafone) l’installazione del software di Fon sul vostro router.

66 OPTIMASALUTE

oroscopo Segno del Mese GEMELLI Il sole vi dà impulsi insperati, approfittatene per tagliare i ponti con le situazioni che vi creano disagio e riguadagnare posizioni sul lavoro puntando ad un solo obiettivo. Tenete a freno la vostra anima spendacciona. Più complicità col partner.

Cancro 22/06 - 22/07

Più cinismo sul lavoro. In arrivo un’affettuosa amicizia...

Leone 23/07 - 23/08

Un rene nuovo? In rete In Italia non è ancora possibile farlo ma in altri Paesi europei una persona in attesa di trapianto può chiedere l’organo in questione ai propri amici “social”. In Olanda, ad esempio, il primo trapianto da amici-su-Facebook è avvenuto lo scorso gennaio: l’appello del malato ha ottenuto 2.700 condivisioni e in meno di un anno l’uomo ha avuto un rene nuovo. In Germania i volontari devono essere parenti di primo o secondo grado o amici stretti, ma in l’Italia le regole sono applicate più rigidamente e pur essendo ammessa la donazione da parte di amici, questa non è mai avvenuta.

Piccoli intoppi stagionali, ma poi grandi notizie per il lavoro.

Vergine 24/08 - 22/09

Tagliate i rami secchi, soprattutto nel lavoro. Più sogni in amore.

Bilancia 23/09 - 22/10

Troppe sfide, prendetevi una pausa. E aprite il cuore.

Scorpione 23/10 - 22/11

Siete inaffondabili. E ora inizierà un periodo fortunato.

Sagittario 23/11 - 21/12

Troppo stress nel lavoro, riposatevi. Riflessione in amore.

Capricorno 22/12 - 20/01

Lavoro in grande ripresa, nuovi incontri estivi.

Acquario 21/01 - 19/02

Grande serenità e stabilità. Il sole vi rigenera.

Pesci 20/02 - 20/03

Arrivano ottime novità nel lavoro, cuore in agitazione.

Ariete 21/03 - 20/04

Troppa ansia in amore, cambiamenti nel lavoro.

Toro 21/04 - 20/05

Lavoro: fuori la fantasia. Coraggio in amore.

Dimmi come cinguetti, ti dirò chi sei GlobalWebIndex ha stilato il profilo dell’utente medio di Twitter, che si distingue dagli altri social network per le sue abitudini in Rete. In particolare è per il 40% più propenso a navigare per condividere contenuti, comunicare le proprie opinioni (39%) ed esprimersi (36%). Preferisce Samsung a Apple e Android a iOS.

CONCERTI

Le date del mese Vasco: 8 Bari, 12 e 13 Firenze, 17 e 18 Milano, 22 e 23 Bologna, 27 e 28 Torino; Tiziano Ferro: 20 Torino, 23 Firenze, 27 Roma; Meghan Trainor: 4 Milano; Kiss: 11 Verona; Paolo Nutini: 23 Trieste; Lorenzo Jovanotti: 20 Ancona, 25 e 27 Milano, 30 Padova; Subsonica: 13 Monza, 14 Mondovì, 20 Napoli, 26 Padova; Bob Dylan: 27 San Daniele del Friuli, 29 Roma; Patti Smith: 14 Roma, 16 Catania, 18 Firenze, 19 Verona, 20 Bollate; Van Morrison: 6 Brescia; Bluvertigo: 12 Monza; Mumford&Sons: 30 Roma.




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