Optima Salute Gold - Dicembre 2014_Gennaio 2015

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IL PIÙ DIFFUSO MENSILE DI SALUTE IN FARMACIA

Influenze

N. 231 ANNO XXIII Dicembre 2014 Gennaio 2015

Come affrontare i malanni di stagione

Pelle d’inverno

Più belle e luminose con l’aiuto della cosmetica

Vacanze

Natale-relax alle terme di Ischia

Dossier

2015: Dieta Mediterranea

In questo numero

ALLERGIE ALIMENTARI E CONTROLLO DEL PESO TUTTO QUELLO CHE È IMPORTANTE SAPERE



Sommario Anno XXIII N.231 Dicembre 2014 Gennaio 2015

Direttore responsabile Claudio Sampaolo Coordinamento editoriale Roberta Stagno Grafica e impaginazione Enrico Marinelli email: info@studiorocchetti.com Redazione Studio Rocchetti Comunicazione Strada Lacugnano Giardino, 3 06132 Perugia e mail: redazione@studiorocchetti.com Tel. 075 5170247 Fax 075 5171430 Marketing e pubblicità Francesca Capalbo Tel. 06 41481370 Fax 06 41481383 Gabriele Iannella Tel. 06 41481292 email: optima@comifar.it Collaboratori Francesca Aquino, Chiara Baldetti, Jeffrey Allan Bodan, Benedetta Ceccarini, Stefano Ciani, Pompeo D’Ambrosio, Francesco Fioroni, Andrea Giordano, Maria Mazzoli, Roberto Moraldi, Simona Peretti, Maria Pia Pezzali, Giuseppe Rinonapoli, Rolando Rossi, Gelsomina Sampaolo, Filippo Tini, Gianluca Tuteri Consulente scientifico Dottor Pompeo D’Ambrosio Fotografie AGF Creative - Fotolia - iStock Illustrazioni Sabrina Ferrero Editore Comifar Distribuzione S.p.a. Via Fratelli Di Dio, 2 20026 Novate Milanese (MI) Registrazione del Tribunale di Milano n.727 del 04/12/2008 Fotolito e Stampa Bringing ideas to life = Charterhouse

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Post-it

Rubriche

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MARkETING SERVICES FRoM koNICA MINoLTA

Prezzo per copia euro 1,00 Costi di abbonamento: copie 50 copie 100 copie 150 copie 200 copie 300 copie 500

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Rivista ceduta esclusivamente in abbonamento attraverso il canale Farmacia Info e abbonamenti: www.optimasalute.it

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Attualità in Farmacia La hit parade delle novità

Post-it Pro-memoria della salute di Francesca Aquino

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Hobby House Cinema, musica e libri

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Ultima pagina Oroscopo, ricette, appuntamenti, curiosità

di Gelsomina Sampaolo

omaggio del tuo farmacista

Testata associata

N. 231 ANNO XXIII Dicembre 2014 Gennaio 2015

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Sommario Anno XXIII N.231 Dicembre 2014 Gennaio 2015

Dossier 2015: Dieta Mediterranea

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Se state pensando di iniziare il nuovo anno cambiando regime alimentare, perdere peso e stare meglio con voi stessi, ecco i consigli di uno che se ne intende: il professor Giorgio Calabrese, dietologo, nutrizionista, volto televisivo della Rai. Che sull’argomento ha appena scritto un nuovo libro e qui racconta come districarsi tra luoghi comuni, falsi divieti e alimentazione corretta a cura di Maria Pia Pezzali

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Febbre, antibiotici & C. I consigli del medico di base per riconoscere e curare i malanni di stagione

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di Gelsomina Sampaolo

bambini

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Ebola: tutto quello che dovete sapere Come è nata e come si affronta la “peste” del Terzo Millennio di Chiara Baldetti

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Quando il bambino è in vacanza Come gestire le feste di Natale: occhio all’eccesso di cibo di Gianluca Tuteri

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Le trappole del letargo Venti consigli per non passare un inverno da sedentari di Francesca Aquino

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Bella d’inverno Proteggere la pelle con l’aiuto della cosmetica di Gelsomina Sampaolo

viaggi

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Ischia: l’isola di Natale Una vacanza-relax nel magico mono delle terme di Maria Pia Pezzali

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Attualità in Farmacia INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Le novità e i prodotti in vendita in Farmacia

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Dall’esperienza Sensodyne: Prosmalto, protezione quotidiana contro l’erosione da acidi! L’erosione dello smalto è un fenomeno in crescita provocato dall’acidità presente nella nostra alimentazione quotidiana. Gli acidi contenuti negli alimenti possono infatti indebolire lo smalto dei denti, che così si può consumare più facilmente. Prosmalto è un dentifricio formulato specificatamente per aiutare a proteggere i denti dagli effetti dell’erosione da acidi, in grado di rinforzare lo smalto indebolito. Inoltre offre tutti i benefici di un normale dentifricio al fluoro: pH neutro, aiuta a proteggere dalla carie e lascia una piacevole sensazione di freschezza in bocca.

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Froben Gola, in soccorso del mal di gola

Il mal di gola si manifesta comunemente con bruciore e difficoltà a deglutire. Generalmente un modo per contrastarlo in maniera adeguata è utilizzare antinfiammatori ad azione localizzata, in forma di collutori o spray che agiscono direttamente sulla zona infiammata e sul dolore. Froben Gola Collutorio e Froben Gola Spray, a base di Flurbiprofene, rappresentano una soluzione per sconfiggere il dolore del cavo oro-faringeo, eliminando rapidamente l’irritazione. Alla prima comparsa della sintomatologia bastano due-tre spruzzi al giorno affinché il principio attivo agisca immediatamente sulla zona interessata dall’infiammazione. Sono medicinali a base di flurbiprofene che possono avere effetti indesiderati anche gravi, leggere attentamente il foglio illustrativo. Autorizzazione del 15/09/2014.

Difendi le tue mani, sbarazzati del dolore con Urgo Ragadi Mani Le mani sono il nostro biglietto da visita ed è importante che siano sempre curate e presentabili. A volte, invece, soprattutto in inverno, capita di avere antiestetiche lesioni, screpolature e micro taglietti, spesso anche molto dolorosi, dovuti all’estrema secchezza della pelle o ad aggressioni chimiche e ambientali. Da Laboratoires Urgo la soluzione: l’innovativo Ragadi Mani, cerotto liquido pronto all’uso. Trasparente e discreto, grazie all’innovativa tecnologia Filmogel® di cui si avvale, forma un film protettivo che isola le screpolature dalle aggressioni esterne permettendo così di continuare, senza dolore o fastidio, le proprie attività. Il cerotto Urgo, oltre a donare un immediato sollievo, favorisce la cicatrizzazione grazie alla sua formula, arricchita con olio di ricino e olio di germe di grano, ricco di vitamina E.

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Post-it salute di Francesca Aquino

I Supernonni non esistono!

Chi sperava di trovare, prima o poi, il segreto della longevità dovrà mettersi il cuore in pace: i Supernonni, dotati di geni speciali nel Dna, che magari consentono di superare i 100 anni, non esistono. Lo ha certificato uno studio dell’università californiana di Standford, condotto sul genoma di 17 super centenari - tra le persone più anziane del mondo - che non ha rilevato alcuna variazione genetica specifica legata a una longevità protratta.

Obesità infantile: rischi cardiaci

Secondo uno studio effettuato su 101 giovani e giovanissimi (9-16 anni) dall’Università di Leipzig in Germania e pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, i bambini obesi presentano già segni evidenti di malattia cardiaca. Il loro cuore si presenta ingrossato e fa fatica a funzionare bene e a pompare il sangue. Anche le analisi del sangue dei ragazzi mostrano i segni dell’effetto dell’obesità sulla salute cardiovascolare, con eccesso di trigliceridi e colesterolo cattivo.

Allarme merenda

La merenda sarebbe il pasto più a rischio per i bambini, secondo quanto emerge da uno studio promosso da “Polli Cooking Lab”, osservatorio sulle tendenze alimentari. Sono stati intervistati nutrizionisti e oltre 125 chef per raccogliere i giusti consigli su come organizzare una merenda sana, gustosa e creativa. Secondo gli chef coinvolti questo sarebbe il pasto più “a rischio” della giornata, troppo spesso considerato un momento in cui fare strappi alla regola nell’alimentazione del bambino. La merenda (sia a metà mattina che nel pomeriggio), invece, dovrebbe costituire un pasto vero e proprio, equilibrato e bilanciato, come gli altri.

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Febbre, antibiotici & C. Riconoscere, prevenire e curare influenze e sintomi parainfluenzali. I consigli del dottor Pietro Solinas, medico di famiglia e guardia medica di Gelsomina Sampaolo

Siamo in piena stagione da sindrome influenzale: nasi che colano, mal di gola, febbre e telefonate preoccupate al medico di famiglia per un consiglio o una prescrizione. Anche noi abbiamo fatto qualche domanda al dott. Pietro Solinas, che non è solo un medico di famiglia ma presta anche servizio come guardia medica e per questo è abituato a rispondere ad ogni tipo di richiesta, e fare, quando la situazione lo consente, diagnosi telefoniche. Dott. Solinas, innanzitutto quali sono le domande che le vengono rivolte più spesso nella sua attività di medico di guardia?

“La maggior parte delle telefonate arriva a causa di febbri, seguite da casi di vomito e diarrea, dolori addominali e muscolari e disturbi respiratori”. Chi telefona più spesso in caso di febbre? “Soprattutto genitori apprensivi. Questo probabilmente è frutto di una brutta abitudine e di una scarsa educazione sanitaria, perché ci si allarma troppo presto per quella che in realtà è una normale risposta del nostro organismo ad un attacco virulento. I pazienti non sanno ancora bene cos’è esattamente e a cosa serve la febbre, altrimenti sarebbero più tranquilli e aspetterebbero prima di chiamare allarmati la guardia medica”.

Ci sono due scuole di pensiero: lasciarla sfogare o curarla subito, con antipiretici e antibiotici. Lei cosa consiglia? “Dal mio punto di vista è un discorso di correttezza nei confronti del nostro organismo. Partendo dal concetto che la febbre, come detto, è una reazione normalissima ad un attacco virale o batterico, se possibile va lasciata agire, essendo la prima difesa che il nostro sistema oppone. Detto ciò, va sottolineato come alcune categorie di pazienti richiedano una protezione maggiore ed un aiuto più immediato, fornito dagli antibiotici, come: bambini sotto i 3 anni a rischio di convulsioni, anziani sopra i 70 anni, chi soffre di particolari

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patologie che potrebbero peggiorare con la febbre (cardiopatici, obesi, chi soffre di malattie respiratorie…) e in caso di complicanze come sinusite, polmonite, faringite, otite, ecc… L’antibiotico è un aiuto in più che diamo al nostro organismo e bisogna fare attenzione soltanto a non fornirlo troppo presto o senza vera necessità per non viziare il nostro corpo, rischiando di abbassarne inutilmente le difese immunitarie già compromesse”. Quando è lecito, allora, allarmarsi per una febbre? “Di norma la febbre non influenzale dovrebbe esaurirsi nel giro di 3 giorni, soprattutto se lasciata “sfogare”. C’è da allarmarsi solo se persiste in maniera continua sopra i 39-40 per più di un giorno o se supera i 7 giorni (in caso di influenza) ed è associata ad altri sintomi duraturi”. Qual è il normale decorso di una sindrome influenzale? “Solitamente queste sindromi partono dal naso con il raffreddore, per poi passare al mal di gola (gola arrossata) e “tosse imponente” che può sfociare, in alcuni casi, in tracheite e bronchite. Spesso, ma non sempre, questi sintomi sono accompagnati da febbre più o meno alta”. Che differenza c’è tra una sindrome influenzale e l’influenza vera e propria? “La prima è l’insieme dei disturbi tipici dell’influenza (febbre, raffreddore, mal di gola, mal di testa, tosse, dolori muscolari…) che possono coglierci in ogni stagione dell’anno e sono solitamente più blandi dell’influenza vera e propria. Quest’ultima si manifesta durante l’inverno, a causa di virus, ed è più intensa sia come sintomatologia che come durata”. Qual è il sintomo influenzale a cui il medico presta più attenzione dopo la febbre? “La tosse è il sintomo che ci interessa di più: possiamo dedurre molto sullo stadio dell’influenza a

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partire da una tosse giovane, imponente, secca o grassa. Inoltre, va tenuta sotto osservazione soprattutto se non accenna a diminuire poiché potrebbe sfociare in polmonite, soprattutto tra gli anziani. Anche se quest’anno abbiamo assistito ad un numero elevato di polmoniti giovanili (soprattutto in primavera). Si è trattato molto spesso di polmoniti virali, ma che predispongono a forme batteriche, micoplasmi atipici e contagiosi che approfittano di un virus o di una complicanza per attaccare l’organismo”. Come possiamo fare per aiutare anche le difese immunitarie? “Generalmente consiglio sempre di associare all’assunzione dell’antibiotico quella di fermenti lattici vivi, che aiutano a riequilibrare la flora intestinale, indebolita da questi farmaci, i quali non possono distinguere i batteri buoni (la nostra flora) da quelli patogeni. Questo vale in particolar modo per i bambini, la cui flora batterica è molto delicata”. Quando ritiene giusto prescrivere l’antibiotico ai bambini? “Anzitutto non prescindere mai dalla visita medica ed evitare l’autoprescrizione. Per i bambini sopra i 3 anni di età, generalmente si consiglia la somministrazione dell’antibiotico dopo il sesto giorno di febbre. È chiaro, però, che se è in età pediatrica (ricordiamolo, la più esposta agli attacchi influenzali, febbri e tossi sono all’ordine del giorno in questa stagione) il bambino ha la febbre ma sembra stare bene, gioca, è tranquillo e non lamenta disturbi, si può cercare di evitare anche la tachipirina. Se invece sta visibilmente male, si lamenta, è debole, non vuole alzarsi dal letto, allora è il caso di intervenire e nel giro di 3 giorni passa tutto. Nel caso dei bambini consiglio particolare attenzione al rischio di tonsillite. Se vostro figlio lamenta un forte bruciore e mal di gola, a volte tanto da non voler nemmeno aprire la bocca, urge

una visita del pediatra”. E con gli anziani come è più corretto comportarsi? “I pazienti sopra i 70 anni sono comunque da considerarsi più delicati degli altri, per questo in caso di febbre si cerca sempre di visitarli di persona e prescrivere un antibiotico a scopo protettivo. A maggior ragione se presentano altre condizioni mediche per cui seguono già una terapia”. Ma le sindromi influenzali ci sono solo d’inverno? “Un tempo era così, adesso c’è sempre l’influenza invernale un po’ più aggressiva delle altre, ma vediamo e subiamo forme virali tutto l’anno. In primavera ed estate sono spesso causate da streptococchi, da curare con gli antibiotici perché non presentano sintomi classici ma più intensi e duraturi (es. tonsillite acuta o febbre particolarmente alta)”. Per quanto riguarda altri sintomi meno frequenti, ma pur sempre diffusi, come vomito e diarrea cosa si chiede al paziente per eseguire una diagnosi telefonica? “Se non c’è un’epidemia gastrointestinale in corso, dunque escluso il virus, è buona norma chiedere cosa si è vomitato e con quale frequenza. Se si è vomitato una volta sola l’ultimo pasto ingerito, si tratta di un vomito alimentare, che non dovrebbe destare particolari sospetti; in questi casi è giusto comunque chiedere al paziente cosa aveva mangiato e se altri hanno accusato lo stesso disturbo, per escludere un’intossicazione alimentare. Se invece il vomito è secondario, accompagnato da dolori addominali, continuativo e violento, si rende necessaria la visita domiciliare, con un’iniezione di antiemetico. Soprattutto negli anziani e bambini molto piccoli, dobbiamo prestare particolare attenzione all’associazione tra vomito e diarrea, che su soggetti debilitati



possono portare ad uno scompenso idroelettrolitico, potenzialmente e seriamente pericoloso”. Dal punto di vista di un medico di famiglia, come sono recepite le vaccinazioni dai suoi pazienti? “Mentre fino a qualche anno fa era il medico a doverle consigliare ogni anno, da qualche tempo sono loro stessi a richiederle agli inizi dell’autunno, a volte anche prima che queste siano disponibili. Che sia per “ansia preventiva” o perché vi hanno trovato reale giovamento, è un ottimo risultato. Anche perché il vaccino non solo aiuta a prevenire l’influenza, ma nel caso in cui questa si manifesti comunque si mostra meno aggressiva. Inoltre, un tipo di vaccino che ritengo importante è quello orale antibatterico. Si tratta di lisati batterici, ovvero gruppi di batteri “disattivati” e inseriti in una compressa che aiutano l’organismo ad allenarsi contro di essi. Si possono assumere tutto l’anno, in quantità e dosi che dipendono dalla formulazione, ma sono molto importanti perché creano gli input giusti per le nostre difese immunitarie in vista dei virus invernali”. Altri consigli per affrontare l’influenza preparati? “Oltre alle consuete buone pratiche igieniche e di buonsenso (lavare sempre le mani, stare lontano da chi presenta sintomi influenzali, coprirsi bene prima di uscire, ecc...), nei periodi di epidemia sarebbe bene evitare i luoghi affollati al chiuso ed evitare eccessivi sbalzi di temperatura tra l’interno e l’esterno. Per gli amanti dei rimedi naturali consiglio di prendere sempre il sole d’estate, per fare una scorta di vitamina D che stimola le difese immunitarie e di provare l’echinacea in compresse o gocce, che ha un’azione immunostimolante. E, soprattutto, non pretendete guarigioni immediate e miracolose!”.

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LE DOMANDE (E LE RISPOSTE) DEL MEDICO DI GUARDIA Essendo il dott. Solinas anche medico di guardia, gli abbiamo chiesto una classifica delle domande più diffuse e delle situazioni più particolari in cui si è trovato a dover operare. 1) Il virus calma tutti “Quando un paziente telefona allarmato lamentando sintomi preoccupanti e si sente rispondere che “ce l’hanno in tanti, è un virus che gira in questo periodo”, immediatamente si calma. Il calmante più efficace è il mal comune evidentemente”. 2) Non siamo il 118 “A volte i pazienti telefonano indifferentemente a 118 o guardia medica, equiparandone la valenza. Non è così: l’ambulanza va chiamata solo in casi di urgenza e gravità, la guardia medica per tutto il resto. Spesso questi due servizi sono costretti a passarsi le reciproche chiamate”. 3) Non respiro più “Una frase certamente allarmante da comunicare al medico di guardia. Dispnea? Attacco di panico? Soffocamento? Più spesso si tratta di semplice naso chiuso”. 4) Dottoresse in guardia “Soprattutto durante i turni di notte (quando i medici in servizio sono 5, mentre di giorno sono 8) si cerca di tutelare le donne che svolgono questo mestiere. Quando arriva una telefonata “sospetta”, da parte di un soggetto particolarmente aggressivo o nervoso, soprattutto se uomo e giovane, sono i medici di guardia uomini ad intervenire”. 5) Non siamo il telefono amico “Sono molto frequenti, soprattutto di notte, le telefonate di persone ansiose, che lamentano disturbi del sonno o preoccupazioni generiche che spesso possono essere risolte con una chiacchierata con il medico. In questi casi, una volta escluso l’attacco di panico o eventuali altri sintomi fisici, si cerca di calmare l’interlocutore nel minor tempo possibile, per liberare la linea telefonica. In fondo, non siamo il telefono amico”. 6) Non siamo psichiatri “Altro fenomeno diffuso e negativo per le guardie mediche sono le telefonate da parte di malati psichiatrici. Tra di noi infatti non esistono psichiatri e nessuno psichiatra è in servizio di notte, perciò non essendo il nostro campo, in casi estremi ci vediamo costretti a chiedere un Trattamento Sanitario Obbligatorio che comporta il dispendio di molto tempo ed il coinvolgimento di molti soggetti (forze dell’ordine, ambulanza, psichiatra)”. ■



tutto quello che dovete sapere Come è nata e come si affronta la “peste” del Terzo Millennio di Chiara Baldetti

Ebola: ormai da alcuni mesi solo nominare questo virus incute timore. A volte razionalmente (pensiamo a chi torna da viaggi o lavoro dal focolaio individuato in Africa Occidentale: Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone), altre irrazionalmente. In ogni caso, proviamo a

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far chiarezza su tutto, seguendo le linee guida dettate dal Ministero della Salute.

Cos’è

Una malattia acuta grave, caratterizzata da comparsa improvvisa di febbre elevata, astenia intensa, dolori articolari e musco-

lari, inappetenza e mal di stomaco, mal di testa, mal di gola. Questi primi sintomi possono essere seguiti da vomito, diarrea, esantema cutaneo diffuso, iniezione congiuntivale, singhiozzo, tosse, dolore al petto, difficoltà respiratorie o di deglutizione. I fenomeni emorragici, sia cutanei



che viscerali, possono comparire in genere al sesto-settimo giorno, soprattutto a carico del tratto gastrointestinale (ematemesi e melena) e dei polmoni. Si accompagnano a petecchie, epistassi, ematuria, emorragie sottocongiuntivali e gengivali, meno-metrorragie.

Test

L’infezione da malattia da virus Ebola può essere confermata solo attraverso test virologici. La letalità è compresa tra il 50 e il 90%; nell’epidemia in corso è di poco superiore al 50%. Il periodo di incubazione è mediamente di 8-10 giorni con un range di 2-21 giorni. Al momento non è possibile identificare i pazienti infetti durante il periodo di incubazione (ovvero prima dell’inizio dei sintomi), neanche con i test molecolari.

Incubazione

Durante il periodo di incubazione le persone non sono considerate a rischio di trasmettere l’infezione. Il paziente diventa contagioso tramite secrezioni quando comincia a manifestare sintomi, e si mantiene contagioso fino a quando il virus è rilevabile nel sangue. Per questo motivo, per evitare di infettare chiunque altro nella comunità, i pazienti infetti devono essere attentamente monitorati e sottoposti a test virologici prima della dimissione, per garantire che il virus non sia più rilevabile in circolo. La trasmissione del virus tramite allattamento e per via sessuale può proseguire anche dopo la guarigione clinica. In particolare, la permanenza del virus nello sperma può verificarsi fino a 7 settimane dopo la guarigione e, in casi eccezionali, anche oltre (fino a 12 settimane).

Trasmissione

Le informazioni scientifiche disponibili, desunte dalle pregresse epidemie di Ebola, evidenziano come il virus Ebola si trasmetta attraverso: • il contatto diretto (per via cutanea o mucosale) con sangue o altri liquidi/materiali biologici, quali saliva, feci, vomito, sperma. • il contatto indiretto (per via cutanea o mucosale), con oggetti contaminati con sangue o altri liquidi biologici (ad esempio aghi). Non vi sono evidenze di trasmissione del virus per via aerea. La probabilità di trasmissione del virus cambia nel corso della malattia con l’evolversi delle manifestazioni cliniche. All’inizio, quando è presente solo febbre in assenza di vomito o diarrea o di manifestazioni emorragiche, il rischio di trasmissione è basso; nelle fasi tardive, quando compaiono manifestazioni emorragiche, il rischio è significativamente più elevato e rimane molto alto anche dopo la morte. Per questo motivo, le precauzioni di

isolamento raccomandate sono incrementate in relazione alla fase del percorso assistenziale, in ragione della valutazione del rischio (cioè probabilità che il paziente sia stato effettivamente esposto ad un malato di Ebola, stadio e decorso clinico della malattia).

Previsioni

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che per poter arrivare ad un controllo dell’attuale epidemia saranno necessari almeno 69 mesi, durante i quali dovranno essere messi in campo interventi forti e coordinati. La probabilità di importazione di casi nel nostro Paese è molto bassa; tuttavia è necessario che la capacità di risposta del Sistema Sanitario Nazionale, nell’ipotesi del verificarsi di casi, sia mantenuta, ovvero implementata, a livelli adeguati, per una corretta e tempestiva individuazione e gestione degli stessi, anche allo scopo di prevenire una possibile trasmissione di questo agente patogeno altamente infettivo. ■




Quando il bambino è in vacanza La gestione delle feste di Natale: occhio all’eccesso di cibo, non dimenticare i compiti e godetevi di più i vostri figli di Gianluca Tuteri pediatra

Le vacanze di Natale sono le più attese da grandi e piccini. La prima pausa dall’inizio dell’anno scolastico vede i nostri bambini protagonisti, circondati dall’affetto di nonni, zii e genitori; l’atmosfera della festa è sentita con grande partecipazione poiché è concesso loro di andare a letto più tardi, ma-

gari di essere coinvolti nei giochi degli adulti, di mangiare dolci, per non parlare della gioia e della sorpresa che suscita in loro l’attesa di Babbo Natale e dei suoi doni. Perciò il Natale è un periodo magico, unico, quasi come fosse un mondo a sé, ma a volte gestire i cambiamenti repentini delle gior-

nate, tipo la chiusura della scuola materna o dell’asilo nido, i compiti, gli stravizi in cucina, la corsa frenetica all’acquisto dei regali, alle tradizionali visite ai presepi, ai mercatini, alle piazze affollate di babbi natale e befane, può davvero generare l’ansia del Natale e far perdere il senso vero

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delle vacanze: la famiglia.

Libri aperti…

Innanzitutto per non cadere senza forze alla ripresa della scuola, iniziamo a gestire i compiti del periodo natalizio, infatti sentir parlare di letture, riassunti, problemi, può essere davvero uno scoglio duro per i piccoli scolari; ecco perché per evitare capricci e svogliatezza è utile non rimandare lo svolgimento dei compiti agli ultimi giorni, ma distribuirli in piccole parti per tutto il periodo di vacanze; è preferibile svolgere un esercizio per ogni materia ogni giorno, in modo tale che il bambino non perda il contatto con nessuna delle discipline. Può essere utile dividere i compiti giornalieri tra mattina e pomeriggio per evitare che si affatichi e che li esegua svogliatamente, magari concentrando le materie più ostiche nella prima parte della giornata e lasciare quelle più agevoli per il pomeriggio. Se il vostro bambino è particolarmente vivace e non ama star seduto è preferibile seguirlo passo dopo passo nello svolgimento del lavoro, sedendosi accanto a lui per supportarlo qualora vi chieda aiuto. Il consiglio è quello di lasciar fare a loro il lavoro evitando di correggere gli eventuali errori, tale compito spetta agli insegnanti ed è importante non sminuirne l’autorità; magari sedetevi vicino e leggete un libro, un giornale, in modo tale che il bambino non si senta solo mentre fa il suo dovere. Se invece ha già raggiunto un certo livello di autonomia potete limitarvi ad un rapido controllo al termine del lavoro svolto: tutto è più facile se vissuto con serenità e giorno dopo giorno.

La “lista” dei giochi

Una gestione particolare è richiesta per l’arrivo dei regali, visto che in questo periodo le nostre case si trasformano in succursali di una

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catena di giocattoli: qualunque cosa diremo a nonni, zii, amici, non riusciremo mai a sfuggire alla marea di doni che i nostri piccoli ricevono ogni anno. Se poi sono figli unici e a dicembre compiono anche gli anni, è la fine! Probabilmente sarà necessario chiedere la concessione edilizia per un piano in più in casa… Ma il vero problema è un altro: come evitare l’indigestione di giochi a cui possono andare incontro i nostri figli? E soprattutto come possiamo aggirare il rischio di vederli abbandonati dopo pochi giorni? La migliore alleata è sicuramente la lista, mai fuori moda, da cui si può scegliere il dono più divertente e nello stesso tempo più educativo, tra quelli compresi in un elenco quasi sempre sovrabbondante. Il secondo passo della tattica di gestione è il razionamento! I bambini scelgono due regali fra tutti i loro doni, mentre gli altri si portano o in mansarda o in cantina a seconda di quanto sono voluminosi. Quando avranno sviscerato questi due giochi andremo a sceglierne altri due dalla pila di quelli archiviati. In questo modo i piccoli non si annoiano, la casa non è som-

mersa da mille doni alla rinfusa, i pezzi non vengono persi e il divertimento è assicurato per parecchio tempo.

Le porzioni a tavola

Certamente stiamo parlando di quella che è considerata la festa dei bambini per eccellenza, fatta quasi su misura; ma lo è davvero anche quando sono molto piccoli? Sicuramente la risposta è sì, nonostante sia importante la gestione dei piccolissimi rispettando i loro ritmi e le loro abitudini, così da vivere un indimenticabile Natale, soprattutto se è il primo che trascorrono insieme a voi. Quindi, cari genitori di un lattante, cercate di rispettare gli orari della poppata e del riposo e se avete ospiti mantenete in casa uno spazio tranquillo, dove il bimbo possa riposare senza troppi rumori o confusione. È bene evitare di fumare in casa e controllare che i giochi che scartate per loro siano sicuri. Accertatevi che non siano rimasti a portata di bambino avanzi di cibi o oggetti che possono diventare un pericolo, se volete fare il tradizionale giro di piazze, presepi e mercatini, fatelo



nelle ore di minor afflusso, infine attenzione agli sbalzi di temperatura tra interno ed esterno, soprattutto se vi spostate nelle ore notturne. A Natale non dobbiamo solo svolgere compiti, scegliere i regali, incontrare i familiari, cambiare le abitudini, ma anche controllare e gestire il nostro corpo proteggendolo dalle continue tentazioni culinarie e dalle abbuffate a cui incorriamo sia noi adulti che i nostri piccoli durante le vacanze, rischiando di lasciarci andare un po’ troppo a tavola. Perciò è necessario darsi delle regole festeggiando solo il Natale e la vigilia, Santo Stefano, l’ultimo dell’anno, Capodanno e l’Epifania, considerando tutti gli altri giorni di vacanza come giorni normali, anche e soprattutto a tavola. Se ci si limita a qualche eccesso solo nelle festività, la situazione può essere più facilmente tenuta sotto controllo. Un altro consiglio è di non imbandirla con duecento piatti tutti in una volta, ma di servirli poco per volta. È bene non dare ‘mezze porzioni’ soltanto ai più piccoli se poi noi adulti mangiamo in maniera smodata: le regole devono valere per tutti, altrimenti diventano controproducenti e

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frustranti per i bambini; piuttosto, per controllare le quantità, le porzioni le devono fare i genitori, valutando quali siano le quantità giuste per le loro età e senza lasciare che i piccoli si servano da soli; quindi se ci piace mangiare possiamo farlo, basta ridurre la porzione e darci qualche piccola regola. Ricordiamo che a Natale i piccoli sospendono le attività sportive, quindi sarebbe importante mantenere un po’ di moto magari pattinando sul ghiaccio, approfittando di camminare tra i presepi e mercatini… stando però lontani dalle bancarelle dei dolciumi, anche se, è vero, che il freddo brucia calorie, per cui qualche dolcetto ci può stare, ma sempre con moderazione!

Una scelta difficile

Prima di terminare mi preme spendere qualche riga su una questione non rara e non sempre semplice che richiede intelligenza e rispetto dei bisogni del figlio e dell’altro coniuge: il Natale da figli di genitori separati. Anche se normalmente tutti i bimbi di coppie separate passano alcuni giorni o periodi con l’altro genitore, il Natale risulta uno dei periodi più tristi

per i piccoli che devono trascorrere la festa con mamma o con papà e che ogni volta vengono costretti a rivivere ed a ricordare i vecchi tempi in cui la famiglia era unita, sentendo notevolmente la distanza e l’assenza dell’uno o dell’altro genitore. Perciò la cosa migliore per affrontare al meglio la situazione senza far pesare ai bambini la distanza è cercare un accordo in tempi utili, rispettandolo, in modo da non privare i figli della presenza né dell’uno, né dell’altro genitore, facendo loro sentire così l’affetto e la vicinanza. Se i bimbi hanno un’età in cui sono capaci di scegliere, sarebbe opportuno coinvolgerli e chiedere direttamente come vorrebbero trascorrere le feste, accontentando i loro desideri circa la scelta, per esempio, di passare il Natale con la mamma e l’Epifania con il papà. Se la separazione è recente anche i bimbi soffriranno di più e sicuramente non sarà come gli anni precedenti quando l’atmosfera natalizia cresceva giorno dopo giorno, il compito del genitore è quindi di provare a mantenere viva la tradizione, ricreando un’atmosfera magica, comprando insieme nuove decorazioni, cantando le tipiche canzoni, allestendo l’albero ed il presepe e soprattutto trascorrendo del tempo prezioso con i piccoli. Ricordiamoci sempre che il regalo più bello che possiamo donare ai nostri figli è il nostro tempo, più che regali costosi, più che i viaggi in parchi di divertimento o serate al cinema; per loro sarà importante vivere qualche intensa ora, con voi genitori, serenamente giocando o leggendo insieme favole. Questo tempo non tornerà più e fra qualche anno nessun bambino vorrà più sentire le nostre favole, né ci chiederà di giocare con lui; riflettiamo, regaliamo e facciamo tesoro del tempo dedicato ai nostri cuccioli… Natale dopotutto è una buona occasione per diventare migliori! ■




Le trappole del letargo

Se nella stagione fredda diventate immancabilmente pigri e sedentari, schiavi di poltrona, tv e grandi abbuffate, eccovi i consigli giusti per non commettere errori di Francesca Aquino

Ogni anno, più o meno in questo periodo, ha luogo un fenomeno da documentario per cui uomini e donne dopo una lunga giornata di lavoro si rintanano nelle loro case, coperti da molteplici strati di vestiti e possibilmente davanti a un caminetto, una tv o entrambe le cose. Quando fuori fa freddo, in pratica, anche noi andiamo in una sorta di letargo, che ci porta ad abbandonare spesso e volentieri le buone abitudini salutari acquisite durante l’estate, a favore della pigrizia indotta dalle basse temperature. Se coprirsi ed evitare raffreddori e influenza è un bene, però, non dobbiamo esagerare e diventare troppo casalinghi, se vogliamo evitare il risultato opposto,

ovvero acciacchi, doloretti, adipe in eccesso e, a volte, anche un pizzico di depressione che può manifestarsi quando le giornate sono tutte uguali. Ecco perché abbiamo pensato di darvi qualche consiglio per evitare di cadere nelle solite “trappole” dell’inverno e arrivare a Capodanno senza rimorsi, né la necessità di una dieta.

1) Non fermatevi

La trappola: senza neanche rendervene conto, con l’arrivo dell’inverno cominciate a saltare palestra e attività fisiche varie, poi a febbraio vi ritrovate a piangere lacrime di coccodrillo alla ricerca della forma perduta.

Il trucco: cercate di evitare assolutamente il collegamento sportbel tempo. Certo, non potrete andare a correre in tshirt e shorts, ma non ci sono scuse che reggano con tutte le attività al chiuso di cui disponete o l’abbigliamento tecnico studiato appositamente per fare sport in questa stagione. I vantaggi: è molto più facile continuare il solito allenamento piuttosto che riprenderlo daccapo dopo due mesi di riposo e poi comincerete l’anno nuovo a metà dell’opera!

2) Stop alle rimpatriate

La trappola: con i primi freddi, come per magia, vi ricordate dell’esistenza dei vostri parenti e

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amici da andare a trovare e da invitare a casa, in un turbinio di cene, aperitivi e caffè. Il trucco: inserite nel vostro programma di allenamento la variabile amici e parenti. Se, ad esempio, di solito andavate in palestra cinque volte alla settimana, riducetele a tre, se invece non ci andavate proprio, riducete le cene. I vantaggi: non cederete alla tentazione di lasciar perdere dopo aver saltato un paio di volte l’allenamento.

3) C’è vita oltre l’inverno

La trappola: basta una pioggia, un po’ di vento o anche solo il cielo grigio a farvi desistere dal fare sport all’aperto. Il trucco: se esiste tutta una serie di sport invernali (come lo sci di fondo) ci sarà un motivo e, soprattutto, la possibilità di muoversi anche col freddo. Anche una lunga camminata veloce può andare bene per respirare un po’ d’aria pura, e vi scalderete subito! I vantaggi: gli esercizi aerobici fanno un gran bene al sistema cardiovascolare, soprattutto per le gambe. E fanno bruciare fino a 800 calorie all’ora.

5) Bere, bere, bere

La trappola: con il freddo la sete si fa sentire di meno, ma attenzione alla disidratazione! Il trucco: la quantità di acqua da bere non varia di stagione in stagione, soprattutto quando si fa attività fisica. I vantaggi: certamente d’estate l’idratazione assume un ruolo più importante per l’organismo, ma molti dimenticano l’essenzialità di questo gesto al sopraggiungere dei primi freddi. Ricordate che l’aria degli ambienti chiusi, riscaldata dai termosifoni, è molto più secca del normale e, per questo, bere molto è una regola che vale in tutte le stagioni.

6) Sì ai cibi consolatori

La trappola: prendere l’inverno come un lasciapassare per tutti i cibi ipercalorici che ci capitano a

tiro, perché “tanto col freddo consumiamo di più”. Il trucco: quella tipica voglia invernale di cibi “consolatori” (in inglese “comfort food”, ovvero quelli che ci fanno subito stare meglio) non sempre fa rima con dolciumi o fritto, ma può anche voler dire brodo di pollo, zuppa di verdure o un altro piatto che magari vi ricorda l’infanzia. I vantaggi: non è una leggenda quella secondo cui il brodo di pollo è un toccasana contro i malanni di stagione, secondo alcuni studi, infatti, se mangiato come antipasto aiuta a consumare meglio le calorie dell’intero pranzo.

7) In fuga dall’aperitivo La trappola: l’inverno è anche il periodo degli aperitivi con i colleghi e delle cene in casa, a cui la tentazione di sfamarsi con pata-

4) Relax non pigrizia

La trappola: in questa stagione, soprattutto durante le feste, molti vanno in vacanza o a trovare parenti lontani, accantonando l’attività fisica per giorni. Il trucco: se siete in partenza per la settimana bianca cercate di farla essere tale e non una settimana di cibi ipercalorici in hotel. Se siete in giro per il mondo da amici o parenti, cercate una struttura attrezzata con una palestra, oppure cercate di ritagliarvi qualche momento di attività fisica, anche una bella passeggiata con i bambini o il cane (anche quello dei parenti, all’occorrenza). I vantaggi: eviterete di interrompere e poi riprendere bruscamente il vostro abituale workout.

Anche in inverno si respira aria pura e salutare

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tine e dolci è forte. Il trucco: se proprio dovete mangiare da una ciotolina, fate in modo che sia quella delle noccioline, prendetene solo una manciata e poi allontanatevi per evitare di finirle tutte! I vantaggi: le noccioline sono ricche di proteine e grassi “buoni”. Inoltre è stato dimostrato che danno un senso di sazietà, impedendovi di continuare a mangiare come se foste appena scampati a una carestia.

8) Occhio ai brindisi

La trappola: bastano due bicchierini di spumante, un liquore o un amaro a fine pasto per assumere più della metà del nostro fabbisogno di grassi saturi, ma a questo non pensiamo quando si tratta di brindare e fuori è freddo. Il trucco: limitate gli aperitivi coi colleghi ad una volta a settimana (per non essere sempre quelli tutti casa e lavoro) e cercate di ridurre i rischi scegliendo un bicchiere di vino rosso al posto di cocktail e superalcolici. Sorseggiatelo lentamente per evitare che i bicchieri diventino due e cercate di bere anche dell’acqua per contrastare la disidratazione da alcolici. I vantaggi: il vino, rispetto agli altri alcolici, ha un apporto calorico molto più ridotto e limitarne il consumo, soprattutto fuori pasto, può evitarvi anche qualche figuraccia con gli altri e il ritiro della patente!

9) Snack o non snack?

La trappola: al primo borbottio dello stomaco, davanti alla scrivania o in giro per commissioni, siete tentati di fiondarvi su merendine ripiene e patatine fritte, sempre disponibili nelle macchinette dell’ufficio e nei bar. Il trucco: non fatevi trovare impreparati dal buco allo stomaco di metà mattina/pomeriggio, cercate di avere sempre a portata di mano uno snack ipocalorico e una bevanda calda. I vantaggi: una bella tazza di the

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verde (ma anche di cioccolata calda senza zucchero) vi riscalderà lo stomaco e, soprattutto, lo terrà impegnato per circa 20 minuti, mettendo a tacere i borbottii.

10) Controllatevi

La trappola: soprattutto quando mangiate fuori casa, al ristorante o da amici, evitate di finire le porzioni troppo abbondanti e i bis (anche se la zia è contenta). Il trucco: per evitare di ingozzarvi, placate la fame con un antipasto misto da condividere con gli altri e poi scegliete un primo o un secondo e non entrambi. I vantaggi: non sarà solo lo stomaco a ringraziare, ma anche il portafogli.

11) Lavatevi le mani

La trappola: decine di persone che incontrerete ogni giorno saranno raffreddate, è normale. Ma ad alcune di loro sarete costretti a stringere la mano, mentre altri ve li ritroverete a starnutire sul sedile accanto dell’autobus e non potrete farci niente. Il trucco: cominciate a dare il buon esempio in casa lavandovi (e facendo lavare) bene le mani con acqua calda e sapone ogni volta che si rientra dall’esterno. Evitate di toccarvi occhi, naso o bocca dopo aver stretto mani o essere stati in luoghi pubblici. I vantaggi: si tratta della più sem-

plice delle precauzioni, che si impara fin dall’asilo, cerchiamo di non scordarla strada facendo.

12) Lo sport difensivo

La trappola: smettere di fare sport durante l’inverno è sbagliato anche perché ci porta ad un indebolimento del fisico proprio quando ne avrebbe più bisogno. Il trucco: non abbandonare mai e poi mai un allenamento, soprattutto quello cardio. I vantaggi: chi fa regolarmente attività fisica è meno soggetto a raffreddore e influenza per l’aumento delle difese immunitarie. Se invece siete già raffreddati non lasciatevi intimidire, un po’ di esercizio non dovrebbe peggiorare la situazione. Fermatevi solo se presentate i primi sintomi dell’influenza (febbre, dolori articolari, tosse...) e consultate il medico.

13) Dolce dormire

La trappola: quando si riprende il tran-tran quotidiano del lavoro e della scuola, il rischio è quello di sentirsi sempre stanchi e finire per recuperare il sonno perso a casaccio, nei momenti sbagliati, sballando il naturale ritmo sonno-veglia. Il trucco: è il segreto di Pulcinella, ma il ritmo circadiano si aggiusta semplicemente andando a dormire e alzandosi sempre alla stessa ora ogni giorno. I vantaggi: mantenere gli stessi



orari di sonno ed evitare pasti pesanti (soprattutto la sera), troppi caffè e alcolici sono il modo migliore per prevenire l’insonnia.

14) Verdure di stagione

La trappola: le verdure, non si sa perché, vengono associate maggiormente alla stagione calda. Forse per l’abbondanza di insalate e pomodori, ma non dimentichiamoci che ci sono vegetali per ogni mese dell’anno. Il trucco: buttatevi sulle verdure invernali ricche di carotene, come la zucca, le carote e le zucchine. I vantaggi: il livello delle vostre difese immunitarie aumenterà di un terzo formando uno scudo contro raffreddore e tosse.

15) Respirate

La trappola: per paura dei colpi di freddo o di raffreddori viene naturale tenere tutte le finestre chiuse, anche quando si sta in una stessa stanza per ore. Il trucco: se volete evitare di aprire le finestre troppo spesso, procuratevi un depuratore d’aria, da ripulire spesso. I vantaggi: quello che può sembrare un semplice raffreddore, spesso, è invece una reazione allergica alla polvere che si crea negli ambienti chiusi.

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16) Cuore di mamma

La trappola: siccome fuori è freddo o piove, il pranzo della domenica a casa della mamma diventa una panacea a tutti i mali. E il “ne vuoi ancora” non è una domanda, ma un’affermazione. Il trucco: per non deludere le aspettative di vostra madre seguite un ordine ben preciso. Iniziate con i cibi più sani e limitatevi ad assaggiare contorni e dolci. E al posto del bis, fatevi dare un contenitore con gli avanzi per il giorno dopo. I vantaggi: eviterete di sovraccaricare le arterie e la digestione e la mamma sarà contenta lo stesso.

17) Un posto al sole

La trappola: anche quando fuori il cielo è sgombro, il mese di dicembre ci fa sempre optare più spesso per Tv e pantofole piuttosto che per una bella passeggiata. Il trucco: cercate di approfittare delle belle giornate, sono sempre meno da qui a febbraio. Cercate di uscire soprattutto la mattina, chi può anche andando al lavoro a piedi. I vantaggi: l’assenza di sole durante l’inverno può causare letargia o stati di depressione. Quello che per qualcuno è semplice meteoropatia, può anche aggravarsi e ren-

derci irritabili per tutto il giorno. Basta invece qualche minuto di sole per risollevarci l’umore, perché negarcelo?

18) Relax, per davvero

La trappola: partire per la montagna o il week-end romantico e tornare più stanchi e nervosi di prima. Il trucco: in vacanza capita di stancarsi tanto soprattutto quando si sconvolgono gli orari a cui siamo abituati. Cercate di riposare sia appena arrivati che prima di partire, senza buttarvi in attività frenetiche alle quali non siete abituati. Evitate per quanto possibile di fare viaggi troppo lunghi per brevi soggiorni fuori, rischiando di trascorrere in macchina la maggior parte della vacanza. Infine, è sempre bene lasciare un giorno libero di “decompressione” tra il ritorno a casa e quello in ufficio. I vantaggi: è scientificamente provato che la maggior parte di noi si sente spossata al ritorno dalle vacanze, quindi cercate di prenderla con calma, non è una maratona.

19) Caldo caraibico

La trappola: le temperature troppo basse all’esterno ci fanno venire voglia di trovare un caldo rifugio in casa, alzando sempre più il termostato, a volte tanto da ritrovarci in maniche corte sul divano. Ciò avviene a maggior ragione negli appartamenti dove il riscaldamento è centralizzato e non possiamo controllarlo. Il trucco: la temperatura casalinga deve essere di 19-22 gradi e le stanze vanno periodicamente areate per evitare l’annidarsi di microbi e allergeni. In caso di riscaldamento centralizzato, vi consigliamo di far installare sui radiatori delle termovalvole con cui regolare la temperatura. Anche l’umidità va tenuta sotto controllo, usando umidificatori per i termosifoni. I vantaggi: se non altro risparmierete sulla bolletta del gas. ■




INSERTO GOLD DICEMBRE 2014 GENNAIO 2015

BRINDIAMO ALLA SALUTE CON ALIMENTAZIONE SANA! Un’alimentazione sana e bilanciata è alla base di una di una buona salute ed è strumento di fondamentale importanza per la prevenzione. Insomma mangiare in modo corretto ed equilibrato è sicuramente il primo indiscutibile passo per stare bene prevenendo numerose patologie, da quelle più banali e comuni a quelle più gravi ed insidiose. Ecco perché in occasione delle festività natalizie abbiamo deciso di regalarvi uno speciale dedicato a temi di grande attualità: le allergie alimentari, l’infiammazione da cibo e il controllo del peso. Un approfondimento utile e interessante a cura del Dott. Attilio Speciani, allergologo e immunologo clinico. E ancora una volta ti invitiamo a venire nelle Farmacie Valore Salute per imparare a riconoscere ed ascoltare i campanelli di allarme che il nostro organismo ci invia, anche in fatto di alimentazione. Le farmacie del Network si stanno dotando di strumenti professionali innovativi per rispondere in modo appropriato alla domanda sempre più frequente di monitoraggio e prevenzione. Cerca la Farmacia Valore Salute più vicina a te su www.valoresalute.it

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ALLERGIE ALIMENTARI

E INFIAMMAZIONE DA CIBO Talvolta a causa di fatti traumatici, infettivi, virali o per situazioni emotive, le persone sviluppano reazioni agli alimenti. Si tratta dei fenomeni che per lungo tempo sono stati chiamati “intolleranze” e che oggi, in modo scientificamente più corretto, si definiscono con il termine di “infiammazione da cibo” di Attilio Speciani, allergologo e immunologo clinico

Il mondo delle allergie alimentari è in costante evoluzione e a livello internazionale sta prendendo forma una nuova consapevolezza scientifica che anziché vedere nel cibo un colpevole, lo considera un amico e una fonte di energia; al contrario, ogni persona dovrebbe

capire quali segnali invia il nostro corpo per imparare a modificare alcune abitudini alimentari (spesso sbagliate o ripetitive) e recuperare la tolleranza, proprio come accade con lo svezzamento dei neonati. Qualsiasi neonato è allergico e intollerante a qualsiasi


cibo: solo attraverso un processo attivo come lo svezzamento si riesce a ricostruire un rapporto corretto con gli alimenti, diventare tolleranti e fare propria l’energia del sole che si nasconde dentro di essi. Eppure talvolta, a causa di fatti traumatici, infettivi, virali o per situazioni emotive, questa tolleranza può essere persa e le persone sviluppano reazioni agli alimenti. Si tratta dei fenomeni che per lungo tempo sono stati chiamati “intolleranze” e che oggi, in modo scientificamente più corretto si definiscono con il termine di “infiammazione da cibo”. Qualsiasi alimento, infatti, può provocare in persone sensibilizzate la produzione di citochine e sostanze infiammatorie che provocano tutta la sequenza di sintomi, malattie e disturbi che un tempo erano messi in relazione con le cosiddette intolleranze alimentari. Il livello di sostanze infiammatorie come BAFF e PAF, molecole che inducono i sintomi delle reazioni a cibo descritte nella tabella, può essere misurato con precisione attraverso test come Biomarkers, prelievi di poche gocce di sangue dal polpastrello effettuati in farmacia e successivamente analizzati da laboratori accreditati.

I sintomi dell’infiammazione da cibo Apparato gastrointestinale

Meteorismo, gastrite, dolori addominali, crampi

Sistema respiratorio Riniti e sinusiti, asma, broncopatia Cute

Eczema, orticaria, acne, dermatiti

Sistema nervoso

Emicrania, cefalea, insonnia, stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione

Apparato genitourinario

Cistiti, vaginiti, candida

Sistema muscolare e articolare

Artrite, dolori muscolari, artropatia reumatica, fibromialgia

Metabolismo, diabete e obesità

Sovrappeso, resistenza insulinica, iperglicemia

Altro

Congiuntiviti, afte, infezioni ricorrenti, eritema solare

Attraverso questi test è possibile capire il livello d’infiammazione correlata al cibo presente in un individuo, definire il profilo alimentare personale e agire in conseguenza per aiutare a ridurre quella stessa infiammazione e a controllarne gli effetti sulla salute. In pratica si può definire che tipo di dieta seguire e quali alimenti controllare per ridurre l’infiammazione e recuperare il benessere. Da una intolleranza alimentare, infatti, si può guarire, in modo semplice. Per capire quanto conti l’infiammazione da cibo, basta pensare che l’infiammazione sia un’esperienza condivisa da tutti, tanto che i farmaci antinfiammatori (che molti conoscono come analgesici,

antifebbre, farmaci antidolorifici, antiemicranici e così via) sono in assoluto i più venduti al mondo, almeno come numero di pezzi. La recente definizione della “Gluten sensitivity” (una intolleranza al glutine che provoca gli stessi sintomi della celiachia senza esserla e che riguarda anche oltre il 20% della popolazione sana) ha gettato altre luci sui fenomeni infiammatori da cibo. La reazione al glutine (spesso indistinguibile sul piano clinico da quella della celiachia) dipende dall’attivazione di reazioni infiammatorie difensive dell’organismo nei confronti del glutine (e quindi della pasta, del pane, della pizza e così via). La reazione infiammatoria è una specie di “luce di allarme” perché si cambi il comportamento alimentare. Se poi l’avvertimento non è ascoltato, le conseguenze possono essere anche gravi. Senza toccare malattie immunologiche come il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) o l’Artrite reumatoide, che sono comunque in connessione con questo tipo d’infiammazione, il semplice fatto di ingrassare in modo non compreso (per effetto sulla resistenza insulinica) o soffrire di colite è certamente in relazione con questi aspetti infiammatori. BAFF e PAF, infatti, facilitano l’ingrassamento, causano resistenza insulinica, irritano il colon e inducono dolore e gonfiore a livello delle articolazioni. Lo studio delle reazioni alimentari passa anche attraverso la valutazione delle IgG (Immunoglobuline G per gli alimenti). Grazie a scoperte molto recenti, sappiamo che le IgG nei confronti di un alimento possono essere semplicemente il segno di una precedente attivazione immunologica nei confronti di quel cibo (come quando da piccoli si è sofferto di una particolare reazione alimentare) oppure indicare quali cibi si stiano mangiando in modo eccessivo o in modo ripetuto e sistematico. Il profilo alimentare così definito è una guida per impostare un approccio alimentare di riequilibrio verso uno specifico gruppo di cibi o quell’alimento assunto in eccesso che scatena infiammazione. In questo modo si può aiutare l’organismo a recuperare un controllo immunologico della risposta al cibo attraverso una pratica in tutto simile allo svezzamento infantile, ripercorrendo un percorso fisiologico di salute alimentare e immunologica e guarire. I risultati dei test indicati forniscono una guida pratica e personalizzata per impostare la propria dieta nel percorso di guarigione. In questo percorso, molti supporti naturali possono aiutare il recupero della tolleranza e il controllo dell’infiammazione: Ribilla (Perilla e Ribes), Minerali, Inositolo, Enzimi, Curcuma e molti antiossidanti naturali che il farmacista è in grado di suggerire in relazione agli specifici bisogni di ciascuno.


Controllare il peso attivando il metabolismo 1) La nuova piramide alimentare

Negli anni passati sono state proposte piramidi alimentari che avrebbero dovuto aiutare a perdere massa grassa e a prevenire l’obesità. La maggior parte di queste, rivalutate con il senno di oggi, erano condizionate da un vero eccesso di carboidrati, spesso senza alcuna distinzione tra quelli raffinati e quelli integrali. Negli ultimi anni finalmente, visto il fallimento delle vecchie piramidi e grazie a nuove ricerche sull’importanza dei “segnali” per attivare il metabolismo, ogni singolo pasto (prima colazione compresa) è proposto con una composizione bilanciata tra carboidrati, proteine, frutta e verdura. Nella pratica, ognuno di questi tre tipi di alimenti deve rappresentare un volume di circa 1/3 del piatto. Inoltre, dopo anni di condanna, viene ridato valore alle proteine, nella giusta quantità di circa 1 grammo per chilo di peso. Carboidrati raffinati, gusto dolce e assenza di proteine dai pasti sono tra i segnali più potenti per alterare il metabolismo degli zuccheri e facilitare l’aumento di peso.

2) Diete ipocaloriche?

La storia dell’umanità insegna che nelle popolazioni che mangiano meno (e si muovono di più) è raro trovare persone obese o diabetiche. Questo ha erroneamente portato la scienza a ritenere, negli anni passati, che le diete ipocaloriche potessero risolvere il problema del sovrappeso e dell’obesità che colpisce in modo sempre più ampio la popolazione mondiale. La

realtà dei fatti documenta però ogni giorno che quando una persona in sovrappeso inizia a mangiare meno, affidandosi a diete ipocaloriche, da un lato perde peso (spesso più muscolo che grasso) ma dall’altro lo recupera in brevissimo tempo appena cessa il rigoroso controllo alimentare. In modo ancora più preoccupante inoltre, in molte persone si vede un’iniziale perdita di peso, seguita però da un graduale, lento e inesorabile recupero dei chili perduti nonostante la prosecuzione della dieta ipocalorica (fatto dovuto all’abbassamento del metabolismo provocato dalla stessa riduzione calorica).

3) Il fallimento a lungo termine del solo controllo calorico

Le analisi scientifiche hanno documentato che la percentuale di persone in grado di mantenere per almeno due anni la perdita di peso ottenuta con una dieta ipocalorica è al massimo dell’1-2% mentre già nel volgere di un anno, quasi l’80% delle persone “a dieta” ha ripreso (a volte con gli interessi) il peso precedente. Questo ci conferma che una dieta ipocalorica prolungata non può essere la soluzione del problema “obesità”. È indispensabile capire quali segnali inviare ai centri di regolazione della fame, del metabolismo e anche ai centri della motivazione psicologica. Alcuni studi molto recenti segnalano ad esempio che un brevissimo periodo di forte riduzione calorica (non superiore alle 18-20 ore), può lanciare un deciso segnale all’organismo, stimolando specifi-


camente il consumo di grasso. Proseguire invece una dieta ipocalorica per lungo tempo significa mandare all’organismo un segnale di povertà e di scarsezza alimentare, a fronte delle quali, ogni organismo mette in moto strumenti di difesa dalla “carestia”, cercando di accumulare grasso anche dopo avere introdotto ridotte quantità di calorie. La qualità dei cibi, la loro integralità, gli orari in cui mangiare, il modo in cui combinare i piatti, il controllo dei segnali di pericolo e di quelli infiammatori sono tutti nuovi fattori che si possono imparare a gestire per recuperare il benessere. Qualcosa, finalmente, sta cambiando.

4) Diete di segnale

Gli studi più recenti sul metabolismo hanno spiegato che l’intero organismo risponde sempre a stimoli e segnali che non sono più solo la quantità di calorie, ma molti altri, come l’infiammazione, il rapporto tra i diversi alimenti nello stesso piatto, l’orario di assunzione del cibo, lo stato emotivo e tanti altri fattori. Due persone simili, mangiando la stessa quantità di calorie in una giornata, potrebbero avere risposte opposte, riguardo ai diversi segnali ricevuti. Una persona che introduca 1200 calorie (come in una classica dieta ipocalorica), mangiandole tutte insieme in un piatto composto di carboidrati, solo per la cena, potrebbe probabilmente accumulare grasso. La stessa persona, mangiando un pasto di 1000 calorie, ben bilanciate tra proteine, carboidrati integrali e frutta durante la prima colazione, e aggiungendo altre 500 o 600 calorie per il pranzo o la cena (usando perciò anche più calorie di quelle previste), sempre mantenendo bilanciati i rapporti tra gli alimenti, riceverebbe invece un segnale di attivazione metabolica, e se avesse grasso in eccesso lo consumerebbe, senza patire la fame. Gestendo in modo intelligente segnali metabolici, situazioni di allarme per l’organismo, orari dei pasti, infiammazione e molti altri “messaggi”, si può finalmente conquistare e mantenere la forma, in modo molto più incisivo che attraverso il solo conteggio delle calorie.

5) Infiammazione, iperglicemia e segnali di allarme

L’infiammazione da cibo, cioè la produzione di sostanze infiammatorie connesse con l’assunzione di alcuni alimenti (per alcuni i latticini, per altri i lieviti, per altri ancora il glutine e così via), è una esperienza comune che viene spesso riferita dalle persone che dopo avere mangiato alcuni cibi si sentono “infiammati”. Si tratta di un segnale di pericolo per l’organismo, che influisce direttamente sul metabolismo degli zuccheri e sull’accumulo del grasso oltre che sul sistema immunitario: tra le sostanze infiammatorie, alcune (come BAFF e PAF, misurabili con il test Biomarkers), riducono la sensibilità insulinica e favo-

riscono l’innalzamento della glicemia e l’accumulo di massa grassa. L’infiammazione rappresenta per l’organismo un segnale di allarme, esattamente come la mancanza di sonno o lo stress prolungato, da cui gli esseri umani hanno imparato a difendersi modificando il metabolismo e accumulando scorte. Controllare l’infiammazione attraverso l’alimentazione aiuta a regolare il metabolismo e a mantenere la propria forma fisica.

6) Zucchero e dolcificanti per ingrassare

Il sapore dolce rappresenta per ogni essere umano, da centinaia di migliaia di anni, un segnale potente di “ricchezza di calorie” e uno stimolo per spingere l’organismo a farne scorta, inducendo una fame reattiva che compare pochi minuti dopo averne mangiato, sia che si tratti di zucchero di canna, sia che si usino miele, fruttosio o altri zuccheri. Il gusto dolce, anche se dovuto a dolcificanti ipocalorici o “a zero calorie”, non ne apporta magari nessuna in quel pasto, ma come ricerche recenti hanno dimostrato, fa sì che nel pasto successivo l’organismo si riprenda quello che gli spettava, talvolta con gli interessi (facilitando l’ingrassamento). È un destino scritto sin dal paleolitico in cromosomi che sono presenti anche oggi in ogni persona. Chi vuole ridurre il peso corporeo riducendo la massa grassa, può gustarsi un dolce sano e ben fatto solo in qualche momento di “sgarro” gioioso, imparando prima a ridurre e poi a eliminare l’uso di qualsiasi dolcificazione.

7) Il dolce, il grasso e la fame

Quando si mangia o si beve qualcosa di dolce (bibite incluse), o si mangia un cibo molto grasso, un meccanismo presente in ogni uomo, dal paleolitico a oggi, stimola attraverso la fame, la ricerca di altro zucchero o di altri cibi grassi. I cromosomi del paleolitico, identici a quelli dell’uomo odierno, inducono a sfruttare tutta la densità energetica di questi alimenti, trasformando in grasso le calorie introdotte e stimolandone un’assunzione ripetuta e frequente, per difendersi da una possibile futura mancanza di cibo. Sono alimenti che stimolano una fame crescente per altri cibi simili a quelli appena mangiati (come sa chiunque si sieda davanti alla TV con un pacchetto di biscotti). Per dimagrire quindi, cibi molto grassi e dolci vanno allora gustati con piacere e in compagnia scegliendo con cura le poche occasioni in cui farlo.

8) La prima colazione e l’esercizio fisico

La prima colazione del mattino è da sempre uno dei fondamentali stimoli del metabolismo, e consente di attivare il consumo delle calorie inutili. Va fatta entro un’ora dal risveglio e deve contenere la giusta


quantità di proteine. Di mattina invece, l’italiano medio consuma di solito una quantità risibile di proteine. Affiancando ad esempio ai cereali o al pane integrale la giusta quantità di uova, semi oleosi, crepes, yogurt, prosciutto o ricotta, si migliora la sensibilità insulinica e si evitano i cali di energia e la fame della tarda mattina, garanzia di successivo innalzamento glicemico e di conseguente accumulo di grasso. Camminare a passo sostenuto, usare il meno possibile l’auto o i mezzi pubblici, fare le scale di casa e scendere qualche fermata prima dal tram, sono tutti strumenti efficaci e utili per ridurre la sedentarietà e generare salute.

9) Alcuni trucchi per dimagrire

Sonno e riposo consentono di dimagrire: si può sognare di perdere peso e ritrovarsi davvero più magri al risveglio. La mancanza di sonno è un segnale di allarme che facilita l’ingrassamento, mentre il giusto riposo notturno riequilibra molti aspetti metabolici. La masticazione prolungata consente di attivare meccanismi che facilitano il consumo delle calorie accumulate sotto forma di scorta di grasso e migliorano quindi il benessere. Le posate si chiamano così perché vanno “posate” tra un boccone e l’altro… Quando si ha fame, si potrebbe avere sete (i centri nervosi che si occupano di fame e sete sono vicinissimi tra loro). Prima di buttarsi sul cibo, si può bere un abbondante bicchiere d’acqua, che in molti casi fa sparire insieme sete e fame. Se poi la fame persiste, ci si pensa… Mantenere la cottura dei carboidrati e delle verdure sempre un po’ “al dente”; la cottura prolungata trasforma i carboidrati rendendoli molto più assorbibili e facilitano la loro rapida trasformazione in glucosio e quindi successivamente in grasso.

10) Movimento

La chiave di un dimagrimento corretto e duraturo si basa su un cambiamento dello stile di vita che ri-

duca la sedentarietà e porti ad aumentare l’attività fisica. Lo scopo di questa scelta è ottenere la perdita di tessuto adiposo superfluo e allo stesso tempo incrementare l’attività del metabolismo. Il movimento regolare (che cioè diventa una sana abitudine vitale), fa consumare a scopo energetico i grassi di riserva e produrre nuova massa magra (sono parametri valutabili in farmacia con una bilancia impedenziometrica). Una simbiosi perfetta per riacquistare nuove forme e mantenerle con facilità. L’attività fisica inoltre, migliora e stabilizza l’umore, aiutando a migliorare il rapporto con il cibo e con la bilancia. In genere il livello adeguato di movimento si ottiene praticando un’attività aerobica (nuoto, camminata, bicicletta, corsa) per circa 3 ore settimanali (pari a circa 30 minuti al giorno), che equivalgono a circa 10.000 passi al giorno. Anche abituarsi a non prendere l’ascensore e fare piccoli spostamenti a piedi può essere di aiuto nel ridurre la sedentarietà. È anche possibile attivare “il segnale del cacciatore”, da inviare all’organismo per stimolare il consumo di grasso. Come probabilmente facevano nel Paleolitico i comuni antenati cacciatori, alternare brevi momenti di sforzo intenso (20-30 secondi) a brevi momenti di camminata (altri 30-40 secondi), può portare a stimolare il consumo di grasso con solo 15-20 minuti di attività fisica giornaliera. Una possibile soluzione per chi ha poco tempo, che impedisce a chiunque di trovare scuse.

11) Come usare le bilance

Conoscere il proprio peso è un utile strumento di monitoraggio nel tempo per il proprio stato di salute. Tuttavia, a parità di peso, il corpo può cambiare forme e taglie in accordo con la diversa composizione in tessuto adiposo e massa muscolare. Un chilo di grasso occupa molto più volume di un chilo di muscolo, e a parità di peso, chi ha più muscolo e meno grasso è più sano e usa pantaloni e gonne di taglia inferiore. Con l’aiuto del farmacista, attraverso l’uso di specifiche bilance impedenziometriche, questi parametri possono essere valutati con facilità e fornire a tutti utili informazioni sullo stato di forma. Il principio su cui operano queste bilance è l’impedenziometria, cioè la capacità che ha il corpo di condurre la corrente elettrica. Il muscolo che è ricco d’acqua (per il 70-75%) è un buon conduttore, mentre il tessuto adiposo è isolante e si oppone al passaggio di corrente. Salendo sulla bilancia, il corpo è attraversato da un impercettibile segnale elettrico. Attraverso un particolare calcolo, che si basa sulla media standard della popolazione e integra peso, altezza, sesso, età e livello di attività fisica, i parametri fisici misurati dalla bilancia, vengono tradotti in massa magra, idrata-


zione e massa grassa. Un corretto dimagrimento comporta una perdita di peso che dovrebbe avvenire prevalentemente in termini di calo della massa grassa, favorendo con i giusti segnali metabolici e con il controllo dell’infiammazione la crescita della massa muscolare.

12) Come usare il centimetro

Il fatto che il grasso in eccesso si localizzi nei “posti sbagliati” è l’elemento estetico che più disturba soprattutto le donne. C’è anche una precisa correlazione tra lo stato generale di salute e il deposito a livello della circonferenza addominale. Quanto più aumenta il giro vita, tanto più cresce il grasso viscerale, cui è associato maggiore rischio cardiovascolare e di diabete. Con un semplice metro da sarta, non elastico, questo valore può essere monitorato con facilità, anche a casa propria. Il nastro va posizionato a livello della vita, secondo un piano orizzontale parallelo al pavimento. La vita rappresenta la parte più stretta dell’addome e normalmente si trova sopra alla parte superiore del bordo laterale della cresta iliaca (sopra l’anca). Nel caso tale zona non fosse ben evidente, la misura va presa all’altezza dell’ombelico. Si tratta di un metodo indiretto ma pratico, economico e dotato di una discreta attendibilità per seguire l’andamento di un percorso di salute. Questi sono i valori di riferimento, diversi per uomo e donna, che indicano i valori di riferimento della circonferenza vita, che sarebbe opportuno non superare.

13) Gli esami che aiutano a fare le scelte giuste

Le strategie per conquistare la forma e facilitare la perdita di massa grassa richiedono anche la precisazione di alcuni esami ematici, che aiutano a capire se nell’organismo ci sono segnali di pericolo (come quelli infiammatori) o alterazioni metaboliche che spingono l’organismo ad accumulare grasso. Con il proprio medico si possono definire i valori da studiare, ma le farmacie più attente possono oggi fornire in tempo reale dei servizi di supporto che aiutano a fare le scelte giuste. Attraverso il profilo “lipidico” ad esempio, si possono conoscere gli aspetti più classici, come i valori di Colesterolo HDL (spia dell’attività fisica) e i valori

di glicemia e trigliceridi (spesso li ha alti chi mangia tardi, di sera, un eccesso di carboidrati). Il profilo “generale” associa poi anche la misura delle proteine del plasma, che sono uno specchio fedele della giusta introduzione di proteine nell’alimentazione. Per ora, il livello d’infiammazione è indicato dal BAFF e dal PAF, citochine che esprimono una possibile reazione ad alimenti e rappresentano per l’organismo dei segnali di pericolo. Vengono misurati attraverso il test “Biomarkers” i cui risultati indicano anche come scegliere i cibi, in relazione al profilo alimentare individuale, per migliorare la sensibilità insulinica e rendere più efficaci i cambiamenti alimentari necessari per il corretto dimagrimento.

14) Che cosa fare in pratica

Le indicazioni che portano al dimagrimento e al mantenimento durevole del benessere e della forma fisica, sono quelle che portano al cambiamento dello stile di vita. I segnali più importanti arrivano dalla qualità dei cibi (integrali), dal movimento fisico, dalla riduzione e poi dall’eliminazione della dolcificazione quotidiana, dal controllo della infiammazione da cibo e dalla corretta utilizzazione in ogni singolo piatto della giusta quantità di proteine. In pratica, quindi: 1) Associare sempre carboidrati e proteine nello stesso pasto; 2) Scegliere, quando possibile, cibi a basso indice glicemico; 3) Utilizzare in prevalenza carboidrati integrali e ricchi in fibra; 4) Ridurre e se possibile eliminare gli zuccheri semplici e la dolcificazione; 5) Praticare attività fisica con regolarità per aumentare la sensibilità insulinica; 6) Distribuire i pasti di ogni giornata in modo tale che la prima colazione sia il pasto più ricco, mentre pranzo e cena vadano successivamente a ridursi in quantità; 7) Assaporare e masticare a lungo i cibi prima di deglutirli; annusare le preparazioni alimentari prima di portarle alla bocca e assaporarli e gustarli mentre li si mastica induce forti segnali di sazietà; 8) Controllare i segnali infiammatori, come quelli delle reazioni agli alimenti, mangiando quei cibi “a rotazione” per recuperare tolleranza alimentare; 9) Mantenere sempre un buon apporto di verdura in ogni pasto; 10) Bere molta acqua; 11) Mangiare la giusta quantità ai tre pasti per meglio sfruttare l’azione di scioglimento del grasso che si attiva tre ore dopo l’introduzione alimentare. Nelle prime fasi di cambiamento dietetico può essere utile l’uso di snack o spezza fame, meglio se con un corretto bilanciamento tra carboidrati e proteine.


15) Dividere in tre il piatto e aumentare il contenuto di fibra

Per molti anni lo studio del metabolismo si è concentrato sull’importanza della quantità di calorie da introdurre nell’organismo. Solo pochi ricercatori hanno evidenziato quanto fosse importante, invece, scegliere il momento giusto della giornata per assumere certi cibi. Uno studio pubblicato sul Journal of Nutrition nel giugno 2014 ha chiarito una volta per tutte che il migliore effetto di stimolo del metabolismo si ottiene distribuendo le proteine della giornata in modo equilibrato e corretto in tutti e tre i pasti della giornata. Le diete di segnale suggeriscono che si utilizzi in ognuno dei tre pasti una quantità ben coordinata di proteine, carboidrati, frutta e verdura. Nelle nostre indicazioni, questo rapporto è legato a una quantità di circa un terzo per ciascuno dei gruppi considerati. Alterando questi rapporti, si genera resistenza insulinica, che facilita ingrassamento, diabete, obesità e altre malattie metaboliche o cardiovascolari. L’eccesso relativo di carboidrati rappresenta un “segnale di allarme” simile a quello dell’infiammazione da cibo, che stimola nello stesso modo l’accumulo di grasso. L’OMS indica in 0,9 - 1,0 g di proteine per chilo di peso, la quantità di proteine necessaria a una persona normale in una giornata qualsiasi. Una persona di 70 Kg deve mangiare circa 70 g di proteine in una giornata, ed è quindi utile che queste siano distribuite in modo simmetrico, con 25 g al mattino, 25 g al pomeriggio e infine 20-25 g alla sera (bilanciando il piatto con volumi simili di carboidrati complessi e di verdura).

16) Quante proteine nel piatto?

Una persona sana del peso di 70 chili che voglia perdere massa grassa, ha la necessità di mangiare 6570 g di proteine durante una intera giornata. Un pezzo di pesce (o una fetta di tacchino) del peso di circa 100 grammi contiene circa 18-20 g di proteine. Questa persona dovrebbe mangiare all’incirca 3 fette di pesce per poter raggiungere la quantità necessaria, oppure due etti di formaggio grana (33 g per 100 g), 400 grammi di stracchino (18 grammi per 100 g) o tre bistecche da 100 g l’una (22 g per 100 g). Si tratta di una quantità che non può e non deve essere utilizzata solo in un pasto (come fa a cena la maggior parte degli italiani), ma distribuita durante l’intera giornata, possibilmente integrando altri cibi ricchi di proteine come cereali integrali, uova e semi oleosi fin dall’inizio della giornata, nella giusta quantità e valorizzando anche le proteine vegetali.

17) Indice glicemico e segnali

Ci sono cibi a basso indice glicemico, come cereali integrali, alcuni frutti, quasi tutte le verdure, pane e

pasta integrale e soprattutto i legumi, che evitano di fare schizzare verso l’alto la glicemia. A volte basta sostituire gli alimenti ad alto indice glicemico, come pane bianco, zucchero, dolci industriali e cereali raffinati con i rispettivi cibi integrali, per stimolare il metabolismo, controllare l’innalzamento della glicemia e attivare un maggiore consumo di grassi. Generalmente la frutta non determina sbalzi glicemici, anche se alcune persone, per reattività individuale, la devono usare con maggiore cautela. L’organismo risponde quindi a segnali semplici che possono essere attivati e preservati con le giuste scelte alimentari, per mantenere in equilibrio le oscillazioni zuccherine.

18) Integratori e segnali

Nessun integratore o farmaco potrà sostituirsi al cambio dello stile di vita. Si dimagrisce attraverso una corretta attività fisica e attraverso le scelte alimentari che abbiamo tratteggiato. Molti integratori però possono aiutare a controllare i segnali di pericolo dati dall’infiammazione e mettere l’organismo in grado di usare al meglio le proprie risorse e sfruttare al meglio l’effetto dei cambiamenti alimentari introdotti. Ad esempio si possono utilizzare in cucina spezie utilizzate già da secoli per la loro capacità di normalizzare la glicemia, come la cannella o la curcuma. Si possono affiancare alla dieta, integratori a base di Cromo, di Zinco, di Magnesio e di Omega 3 (olio di Perilla, Olio di Ribes, Oli di pesce) noti per la loro azione di miglioramento della sensibilità insulinica e per il loro effetto di riduzione dell’infiammazione. Altri integratori, a base di Inositolo (che pure migliora la sensibilità insulinica), agiscono da secondo messaggero nella regolazione fine del metabolismo. Il farmacista è al fianco di ogni cliente per suggerire eventualmente le scelte più utili e più efficaci.


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2015:Dieta Mediterranea

Se state pensando di iniziare il nuovo anno cambiando regime alimentare, perdere peso e stare meglio con voi stessi, ecco i consigli di uno che se ne intende: il professor Giorgio Calabrese, dietologo, nutrizionista, volto televisivo della Rai di Maria Pia Pezzali

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Basta: da domani mi metto a dieta! Alzi la mano chi, con lo scoccare del fatidico Capodanno, non ha pronunciato questa frase. Più o meno un pensiero che abbiamo fatto tutti, complici una serie di fattori: qualche chiletto di troppo, un po’ di pigrizia fisica, magari un po’ di stress accumulato durante l’anno che volge al termine e, immancabilmente, le festività di dicembre. Con queste ultime che, come purtroppo sappiamo, danno spesso il colpo di grazia. Ed ecco quindi i buoni propositi che immancabilmente ci accompagnano ad ogni nuovo inizio anno: “dal 1° gennaio (i più onesti dicono dal 6 o meglio, da dopo la Befana) cambio tutto: mi iscrivo in palestra e mangio solo insalata. Al massimo uno yo-

gurt se mi prende la fame!”. Allora, per tutti ma davvero tutti, ecco la vera buona notizia del 2015: dimagrire si può, eccome, ma mangiando... tutto. Come è possibile? Semplicissimo: con una dieta, o meglio un regime alimentare, a noi sicuramente caro: la Dieta Mediterranea o DM. La vera Dieta Mediterranea è quella che ci permette di stare bene, senza “soffrire” che è la vera chiave di volta di tutto. Per saperne di più, abbiamo incontrato il professor Giorgio Calabrese, medico specializzato in Scienza dell’alimentazione, noto volto televisivo, giusto in occasione della presentazione del suo nuovo libro “Dimagrire con la Dieta Mediterranea”.

“No alle diete iperproteiche” consumo di proteine vegetali rispetto a quelle animali, diminuzione dei grassi saturi a favore di quelli vegetali insaturi, abbassamento della quota calorica globale, aumento dei carboidrati complessi, introduzione di fibra alimentare, giusta alternanza tra carne bianca, pesce e carne rossa. Un’alimentazione “onnivora” basata sulle sane tecniche di cottura”.

IL DIETOLOGO DI JUVE E TV

Professor Giorgio Calabrese (foto da www.gcalabrese.it)

“La Dieta Mediterranea - recita l’introduzione al libro - è un regime alimentare in grado di accontentare tutti: sia chi deve perdere chili, sia chi è normopeso. Uno stile di vita fatto di regole e abitudini ispirate alla tradizione mediterranea che in tutto il mondo è sinonimo di buona salute, prevenzione delle malattie e lunga vita sana. Perché la DM è incentrata soprattutto sulla corretta scelta degli alimenti e i suoi principi più importanti sono riassunti in poche linee guida: maggiore

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Giorgio Calabrese, siciliano di Rosolini (Siracusa), è laureato in medicina e chirurgia e specializzato in scienza dell’alimentazione, dietologo, docente di alimentazione e nutrizione umana presso le università di Alessandria, Torino e Messina. Volto televisivo e consulente della Rai per le trasmissioni di “Unomattina”, “Sabato&Domenica”, “Porta a Porta”, “Linea Blu”, “La vita in diretta”, “Tg2 salute”, “Medicina 33”, “Eatparade” e “I fatti vostri”. Ha scritto dodici libri su temi specifici della dieta per i bambini, le donne in gravidanza, Cibo Etico e Cibo Dietetico, la dieta e lo stress. L’ultimo, “Dimagrire con la Dieta Mediterranea”, edito da Cairo Editore e scritto a quattro mani con la moglie Caterina, è uscito lo scorso ottobre. È anche dietologo della Juventus.



Professore, che cosa è la Dieta Mediterranea?

“È la madre di 22 figli multirazziali e multilingue: Gibilterra, Spagna, Francia, Principato di Monaco, Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Montenegro, Albania, Grecia, Turchia, Cipro, Siria, Israele, Libano, Egitto, Libia, Malta, Tunisia, Algeria, Marocco. Tutti Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, il Mare nostrum come lo chiamavano gli antichi Romani, i cui alimenti nascono nei climi dolci di questo grande mare. I figli maggiori, per elezione geografica, sono tre: Grecia, Italia e Spagna, a buon titolo patrie della DM. Se le abitudini alimentari variano e subiscono trasformazioni differenti da Paese a Paese, gli alimenti classici della Mediterranea vengono elaborati a seconda della cultura locale, delle tradizioni etniche e della religione. Ma vi sono alcune caratteristiche comuni che corrono attraverso tutti i Paesi accumunandone i tratti come: un elevato consumo di frutta, verdura, patate, fagioli, nocciole, semi, noci, pane e cereali. Uso dell’olio extra vergine di oliva per cucinare o condire, moderate quantità di carne, giuste dosi di pesce, moderate quantità di grasso, consumo moderato di vino (mai a digiuno e sempre ai pasti), alimentazione con prodotti stagionali, freschi a km zero; stile di vita attivo con movimento fisico giornaliero”.

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È quello che troviamo in questo suo ultimo libro incentrato sulla DM?

“Sì, partendo da un concetto: noi abbiamo tante diete nel mondo e soprattutto tante diete che hanno un Dna comune: sono tutte iperproteiche, alle quali poi si cambia “vestito”, assegnando nomi sempre diversi. In realtà è sempre la stessa. Io perseguo da 40 anni la Dieta Mediterranea e sono gli stessi anni che ho impiegato per scrivere questo libro. Questo è il mezzo ufficiale che utilizzo nei miei studi medici, come clinico, dal paziente che ha la colite, a quello che ha il colesterolo alto a chi ha la cellulite a chi è trapiantato di cuore. Questo per far capire che lo utilizzo dalla patologia più semplice a quella più ripetitiva, ma senza avere grandi problemi, fino a coloro che magari devono adattare la propria vita e dunque anche l’alimentazione a seguito di un intervento rilevante. Nel libro ho cercato di far capire come diventiamo prima sovrappeso e poi obesi; quali sono gli alimenti che non sono di per sé “obesogeni” o “dimagranti”, ma sono alimenti che se inseriti in un certo meccanismo, in una certa quantità, in una certa frequenza e con certi condimenti associati possono favorire questo aumento di peso. Infine spiego le caratteristiche degli alimenti e gli espedienti alimentari per sfruttarli al meglio. È un volume destinato a tutti, dall’ambito familiare a quello universitario”.



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LE LINEE GUIDA 1) Più proteine vegetali (si trovano nei legumi e nei cereali: ceci, piselli, fagioli, lenticchie, farro...) rispetto a quelle animali (carne, pesce, uova, latte, formaggi e latticini) 2) Frutta, verdura, cereali, legumi e pesce non devono mai mancare a tavola 3) Consumare sempre alimenti di stagione 4) Bere almeno due litri di acqua naturale al giorno 5) Diminuzione dei grassi saturi, presenti in carni grasse, insaccati, fritture di ogni tipo, burro, strutto, margarine e qualsiasi altro grasso idrogenato, latte intero, panna, formaggi grassi, frattaglie, uova, insaccati. Preferire i grassi vegetali insaturi, che troviamo nell’olio d’oliva (omega 9), nella frutta secca, nell’olio di canapa e nel pesce grasso come il salmone (omega 3) nell’olio di mais, girasole e soia (Omega 6)

6) Aumento del consumo dei carboidrati complessi. Si trovano principalmente nei cereali e derivati (pasta, pane, riso, orzo, farro, mais, segale ecc.), nei tuberi (es. patate)

7) Non privarsi di alcunché, ma adottare una giusta alternanza tra carne bianca, pesce e carne rossa 8) Consumare alimenti ricchi di fibre come farine integrali, mandorle, legumi, broccoli, carciofi, cereali ed in alcuni tipi di ortaggi

9) Spesso non sono gli alimenti in se che fanno male ma il modo sbagliato di cucinarli 10) Olive e uva, dunque olio e vino (entrambi con sana oculatezza).

“Non esistono alimenti vietati” Quindi la sua lettura non è da considerarsi solo per la fatidica “prova bikini”, giusto?

“Giusto. È un libro che non ha una validità “stagionale” ma bensì è uno strumento utilissimo per correggere la propria alimentazione e il proprio stile di vita durante tutto l’anno. La Dieta Mediterranea è “includente”, ovvero onnivora e non ci sono alimenti evitati (a differenza delle diete “escludenti” che escludono appunto quasi tutto privilegiando principalmente una sola qualità di alimenti). La Dieta Mediterranea regala uno stile di vita sano e vario”.

Ovvio che la dieta, così come generalmente la intendiamo, non può essere uguale per tutti...

“Esattamente. Ciò che è importante, è avere una dieta “personalizzata”. La DM è etica, antropocentrica, equilibrata, conviviale, allegra, colorata, trasversale, duttile. Va bene per tutti perché è il “regime dietetico che funziona”.

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Professore quanto è importante anche il “quando” mangiamo? Ovvero, spesso ci capita di vedere persone che lo fanno davanti al computer, alla TV, per strada o addirittura in auto.

“Quello non è mangiare. Mangiare è un momento di riflessione con se stessi. Anche lo stato d’animo condiziona fortemente il “cosa e come” mangiamo. Se dopo una giornata stressante, ad esempio, torniamo a casa e troviamo un’atmosfera tesa e poco conviviale, tenderemo ad un pasto veloce, frugale, silenzioso. Mangiare diventa sinonimo di “non parlare”, una forma di difesa e barriera verso chi ci sta intorno. Lo stato d’animo “condiziona” anche le nostre scelte alimentari. Perché si tratta di una forma di adattamento alla vita e in particolare a quel momento della vita. Quindi in base a come quotidianamente noi viviamo la nostra giornata, saremo più inclini a fare una scelta alimentare di un certo tipo anziché di un altro.




Insomma, la scelta del cibo è fortemente condizionata dal nostro stato emotivo”.

Quindi non si può pensare alla dieta come ad un rapporto disgiunto dalla vita. L’una condiziona l’altra e viceversa?

“La dieta non è un rapporto disgiunto con la vita. È spesso la vita che ti porta la dieta, o al contrario, è la dieta che ti porta la vita. Ma c’è un altro concetto importante e che tratto anche in questo libro: “il secondo cervello condiziona la Dieta Mediterranea”. Le leggo alcune righe: “All’inizio degli anni Novanta si è scoperto che nel nostro intestino c’è una sorta di “secondo cervello” che funziona quasi esattamente

come il nostro primo cervello. Quali sono i rapporti fra il cervello e l’intestino? Quando si introduce del cibo iniziano i meccanismi della digestione che abbiamo scoperto non vengono gestiti oramai solo dal cervello posto nel nostro cranio, ma anche dal sistema nervoso autonomo detto secondo cervello che è nell’intestino. I due cervelli si collegano grazie a due strutture, ovvero il midollo spinale e il nervo vago; proprio in quest’ultimo sono stati trovati molti neuroni cerebrali che invece di essere nell’encefalo si trovano nell’apparato digerente”. Con ciò abbiamo potuto scoprire, ad esempio, che la serotonina, cioè l’ormone del buonumore, viene prodotta più nell’intestino che nell’encefalo. Quindi quando mangio in modo appagante, l’intestino manda al cervello un messaggio di buonumore”.

“Per dimagrire bisogna mangiare” Esistono cibi buoni e cibi cattivi?

“A stomaco pieno si ragiona meglio, dicevano le nostre mamme. Vero, se lo stomaco è pieno di cibi

buoni. E poi non esistono cibi “cattivi”. Esistono cibi cucinati in modo cattivo. Non esiste il “cibo spazzatura”. Esiste del cibo che se cucinato male, diventa

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spazzatura. Talvolta si vive di “preconcetti” o di “modelli”: ad esempio, se pensiamo all’uovo, pensiamo che fa male. Addirittura lo usiamo anche per denigrare qualcuno …“neanche due uova fritte sai fare!”. Questo perché l’icona collettiva dell’uovo è che questo sia “fritto”, dannoso alla nostra salute. Quindi non è l’alimento (uovo in questo caso) in sé che fa male, ma è il modo in cui lo si cucina. Sono le “cattive compagnie” che rovinano il cibo e queste sono le tecniche di cucina. Quindi preparare gli alimenti in modo sano è il segreto per non escludere nulla dalla nostra alimentazione”.

Non escludiamo nulla ma… quanto mangiare? Meglio una colazione abbondante e poi un pasto leggero oppure viceversa? Insomma, le diete classiche spesso ci obbligano a “regole” che fatichiamo a seguire.

“Allora, il motto di Calabrese è: per dimagrire bisogna mangiare. Cinque pasti invece di due. Piccoli, ma calibrati sul proprio personale fabbisogno quotidiano e calibrati sul nostro stile di vita e lavoro. Il concetto di base, da assimilare e ricordare sempre, è sapere chi sono e cosa devo fare. Quotidianamente. E questo non è uguale per tutti. È necessario prendere consapevolezza delle nostre attività giornaliere (e quindi il nostro dispendio energetico; ndr) e modificare la nostra alimentazione in base a queste attività. Occorre flessibilità. Le abitudini, anche in termini di orario, cambiano anche da regione a regione, da città e città. Il concetto è che noi dobbiamo trovare un equilibrio che ci porti ad avere una garanzia. Che è la garanzia nel sapere che oggi la mia macchina-uomo deve fare mille km, due km, duecento km, magari in salita, oppure in pianura, oppure lungo una strada sterrata o con del fango. Queste condizioni cambiano il nostro modo di fare “benzina”. Si tratta di esempi molto semplici ma che aiutano a costruirsi una forma mentis diversa, calibrata e quindi personalizzata sulle nostre reali ed effettive esigenze di vita quotidiana. Così come ogni giorno è diverso dall’altro, anche il nostro modo di nutrirci dovrà esserlo”.

Secondo queste indicazioni, il concetto di “dieta” è molto volubile, cambia, si trasforma…

“Deve cambiare. Il concetto “dieta” è normalmente inteso solo come “dimagrante”, invece deve essere “nutriente”. Ecco dove si trova la differenza. Ed è il motivo per cui ho voluto scrivere questo libro, per far capire che si dimagrisce con la Dieta Mediterranea. Quindi, per noi, cosa è importante? Conoscere prima l’uomo o la donna; poi conoscere la sua vita; poi conoscere il suo umore. Cambia l’umore, cambia la quotidianità, ma è importante nutrirsi sempre mediterraneo. È importante farsi consigliare un corretto modello alimentare, realizzato con buon senso ma soprattutto competenza. Quindi alla domanda: “siamo tutti uguali?”, la risposta è “no”. Alla domanda “possiamo mangiare tutti allo stesso modo?”, la risposta è ancora no. Il regime può essere simile, ad esempio dobbiamo mangiare tanta fibra, tante volte, poi ci sarà il soggetto che avrà il colesterolo alto e mangerà meno carne, l’altro che ha le purine mangerà meno pesce e via dicendo”.

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Che cosa non deve mai mancare nella nostra alimentazione, in due parole?

“Frutta, verdura, cereali e legumi devono esserci sempre. Questi sono alla base perché apportano fibra vegetale. Poi è importante alternare sempre gli alimenti e cibi che contengono gli stessi nutrienti ma che hanno una condizione di digeribilità, di assorbibilità diversa. Quindi ritorniamo al concetto iniziale che è poi quello di fondo: se io mangio un po’ di tutto e lo so cucinare bene e condire bene, non avrò mai problemi. La semplicità è alla base, anche dell’alimentazione”.

Uno dei segreti della corretta alimentazione è consumare frutta e verdura di stagione a km zero

Professor Calabrese, come iniziare allora bene questo nuovo anno?

“Innanzitutto con la stagionalità: questo ci porta verso il km zero e la filiera corta. Portando anche un vantaggio per l’ambiente. Gli alimenti tendono ad essere più freschi, poiché i passaggi e le distanze sono ridotte. Ma è importante anche capire da chi compro e come compro. Positività nel rapporto con me stesso. Molte persone, infatti, quando sono stressate, arrabbiate o addolorate cercano la propria compensazione nei cibi dolci. Anche la solitudine è un buon alleato del consumo esagerato di cibo, si cerca una compensazione, un piacere capace di fare compagnia. E questo vale anche per altre situazioni come la noia, gli insuccessi, il clima stesso. Il freddo e il caldo ci portano a scegliere pasti diversi. Ma ci vuole anche cultura, per sapere scegliere i cibi buoni o comunque migliori. Ecco, questo libro serve a fare chiarezza anche su questo ultimo aspetto. Inoltre bisogna sapere che quando si segue un menu Dieta Mediterranea (all’interno del libro ne indico alcuni) è importante bere almeno due litri di acqua naturale al giorno e praticare una moderata attività fisica”. ■

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Bella d’inverno Nella stagione fredda la pelle è messa a dura prova: vediamo come proteggerla con l’aiuto della cosmetica di Gelsomina Sampaolo

Le basse temperature sono nemiche delle difese immunitarie, non solo quando si parla di raffreddori e disturbi stagionali, ma anche per quanto riguarda la nostra pelle, che in questo periodo deve essere protetta e curata forse più che

nelle altre stagioni. Il freddo e il vento causano una perdita di lipidi e sostanze nutritive, che normalmente ricoprono l’epidermide, proteggendola, con il risultato di sentirsela secca, senza elasticità, fino a soffrire di prurito e lesioni.

Ecco perché dovremmo costruire uno scudo protettivo, servendoci di quanto la cosmesi ci mette a disposizione per affrontare le giornate più gelide. Di seguito trovate sei verbi da imparare a memoria per combattere l’inverno con le

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armi giuste. Dovranno diventare i vostri imperativi contro il freddo.

1. Idratare

Innanzitutto è una buona abitudine, in ogni stagione, stendere su viso e corpo uno strato di idratazione, una crema che faccia al caso vostro da usare al mattino prima del trucco e alla sera prima di andare a letto (meglio, in questo caso, un prodotto specifico per la notte che ristabilisca il naturale equilibrio dopo una lunga giornata). Non ci stancheremo mai di ripetere che la crema idratante va scelta con cura, basandosi sul proprio tipo di pelle (secca, normale o grassa) e non prendendo la prima che ci capita a tiro o quella più economica: meglio spendere qualche euro in più e guadagnare in salute! I prodotti naturali, ad esempio a base di burro di karité, sono altamente consigliabili in questa stagione perché ricchissimi di sostanze nutrienti e poco o per niente aggressivi.

2. Ossigenare

L’igiene della pelle, poi, ha lo stesso valore dell’idratazione durante l’inverno. Per evitare che il vostro volto si opacizzi a causa delle cellule epiteliali morte e dell’occlusione dei pori causata dalla combinazione letale freddo+smog, cercate di favorirne l’ossigenazione con saponi o gel detergenti non aggressivi, idratanti e illuminanti e mettendo in calendario un bello scrub viso ogni settimana con prodotti esfolianti arricchiti magari con vitamine (A ed E soprattutto) e acidi grassi essenziali. Per l’ossigenazione è fondamentale anche ricordare alcune buone abitudini di vita, come: non tenere i riscaldamenti troppo alti, umidificare e areare periodicamente gli ambienti chiusi e bere tanta acqua (anche sotto forma di the o tisane nel caso in cui le basse tempera-

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ture vi abbiano tolto la sete).

3. Proteggere

Prima di uscire di casa ogni mattina ricordatevi di indossare la vostra protezione su misura, ovvero una crema giorno a base oleosa che mantenga l’idratazione per tutta la giornata. Le creme a base di grassi naturali, infatti, creano un film idrolipidico che trattiene la naturale idratazione sulla pelle senza però “soffocarla”. Tra questi prodotti troviamo l’olio di jojoba, l’olio di rosa mosqueta, quello di karité, di Macadamia o di Argan e il germe di grano. Una buona difesa contro le intemperie è rappresentata anche dai prodotti spray da vaporizzare sul viso per idratarlo, come le acque arricchite con vitamine e minerali, che aiutano anche a fissare il trucco o lenire eventuali rossori, a seconda della formulazione.

4. Alleviare

In caso di freddo intenso e sbalzi di temperatura tra ambienti interni ed esterni, è normale che la pelle si arrossi, causandoci qualche fastidio e, perché no, un po’ di imbarazzo. Per questo esistono prodotti specifici per prevenire l’arrossamento o restituire sollievo, da applicare prima del trucco o anche contenuti nelle formule di BB cream e fondotinta in crema con elementi anti-rossore e lenitivi. Nel caso in cui, però, il problema sia persistente e si trasformi nella cosiddetta rosacea (un’infiammazione che, a causa della rottura dei capillari, provoca arrossamento su naso, guance, mento e fronte), vi consigliamo prodotti specifici da usare ogni giorno per la detersione e l’idratazione del viso e fondotinta e correttore sui toni del giallo o verde (i cosmetici rosati accentuano il rossore). Attenzione però a non auto-diagnosticarvi la rosacea perché il rossore può essere momentaneo o determinato da altri fattori

(vampate, capillari rotti, infiammazioni, stress...), in questo caso consultate il vostro dermatologo che saprà indicarvi la soluzione più adatta.

5. Riparare

Quando è troppo tardi ed il freddo ha già mostrato i suoi pessimi effetti, non resta che rimediare nel miglior modo possibile. Se non amate utilizzare tanti prodotti, potete scegliere una crema riparatrice per tutto il corpo, sempre meglio se a base di oli e burri naturali (di riso, lino, iperico, mandorle dolci, etc…) che riporteranno sollievo e la naturale idratazione alla vostra epidermide. D’inverno è importante ricordarsi di idratare il corpo anche dall’interno, per questo vi consigliamo di curare l’alimentazione invernale mettendo sempre in tavola frutta e verdura di stagione e, se necessario, inserendo nella vostra routine quotidiana un integratore specifico per fornire il giusto apporto di vitamine e sali minerali all’organismo.

6. Abbronzare

Per chi va in settimana bianca, ecco qualche consiglio per proteggere la pelle. Abbronzarsi in montagna è bello e facile, forse anche troppo, ecco perché dovrete ricordare sempre di prepararla all’esposizione al sole anche un mese prima della partenza, assumendo vitamina A (che tonifica e stimola la sintesi di melanina), C, E, antiossidanti e minerali (soprattutto ferro, zinco e magnesio). Una volta sulla neve, non dimenticate mai il filtro solare con fattore di protezione alta (tra 30 e 50), senza mai cedere alla tentazione di abbandonarlo, neanche quando ci sono le nuvole, perché i raggi solari filtrano ugualmente. La sera, poi, prima di fiondarvi sui ricchi pasti da baita, ricordatevi sempre di reidratare con una crema ricca di



vitamine e sostanze lenitive, per prevenire arrossamenti e secchezza, con quella fastidiosa sensazione di pelle che tira.

La normale crema idratante che usate a casa potrebbe non essere abbastanza nutriente dopo una giornata in montagna, perciò mu-

nitevi di un doposole specifico, magari con vitamina E e fattore Q10 per contrastare l’invecchiamento.

IDRATAZIONE PER TUTTO IL CORPO Il viso è sicuramente la parte del corpo a cui facciamo più caso ogni giorno, ma non dobbiamo dimenticarci del resto, anche se non lo vediamo così spesso riflesso nello specchio. Ecco qualche consiglio in pillole per proteggere tutto il corpo durante l’inverno. Le mani sono la parte del corpo, insieme al viso, più esposta al freddo invernale. Specialmente se sono delicate, si screpolano facilmente e avete notato anche una certa fragilità nelle unghie, mettete sul comodino una crema che agisca contemporaneamente su pelle e unghie, da stendere sulle mani ogni sera prima di dormire (così non vi darà fastidio nelle incombenze quotidiane). Ottime quelle a base di mieli, oli essenziali ed acidi grassi naturali. ●

I piedi (soprattutto quelli delle donne) soffrono il freddo anche d’estate, figuriamoci quando le temperature calano davvero! Oltre a pediluvi e calzini di lana, vi consigliamo una crema o un gel anti-freddo, prodotti di ultimissima generazione formulati con estratti naturali (come zenzero, rosmarino, limone, eucalipto o lavanda). Per saperne di più chiedete consiglio al Farmacista. ●

Le labbra sono costantemente screpolate in questa stagione? Sentite sempre la necessità di idratarle? Mettete in borsa o in macchina (perché anche gli uomini possono cedere per una volta alla cosmesi, per il bene della salute) un balsamo labbra riparatore, meglio se formulato in crema in modo da creare un velo protettivo du-

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raturo. Il balsamo labbra migliore per l’inverno dovrà contenere fattori idratanti come il burro di karité, l’olio di Argan, vitamine, oli essenziali, cera d’api, acido ialuronico e uno specifico protettivo per vento e sole se andate in montagna. ● L’occhio, si sa, vuole la sua parte. Soprattutto il contorno occhi, poi, è una zona piuttosto delicata da trattare con particolare cura in presenza del freddo invernale. Per questo vi consigliamo di applicare un’emulsione o un gel protettivo idratante tutti i giorni, per contrastare la secchezza e il conseguente invecchiamento cutaneo. Per chi poi soffre di rossore agli occhi causato dalle basse temperature o dal vento, ricordatevi di portare sempre con voi un collirio decongestionante a base di camomilla o delle lacrime artificiali (disponibili anche in pratiche monodosi). E proteggetevi anche dal sole invernale, con occhiali, sia in città che in montagna. Un buon paio di lenti deve proteggere dai raggi UVA e UVB con un filtro protettivo del 100%.

Forse non lo sapevate ma anche i capelli possono soffrire il freddo. Lo dimostrano sfibrandosi, sciupandosi e perdendo lucentezza. Per evitare tutto questo, scegliete un tris di prodotti (shampoo, balsamo/maschera e olio per lo styling) specifici per l’idratazione, ad esempio a base di Quinoa, semi di lino, olio di girasole, olio di cocco, olio di jojoba, germe di grano. ■ ●



INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Unghie belle, unghie sane! Firmato: Dott.ssa Paola Minasi Medico Chirurgo Specialista Chirurgia Plastica Ric ed Estetica Medicina Estetica

La passione per un manicure perfetto è ormai diffusa tra tutte le donne: dal centro estetico a casa, nessuna rinuncia al make-up per rendere le mani splendide e al passo con la moda. I prodotti che applichiamo sono spesso molto aggressivi ma non sempre conosciamo le ragioni dei danni che essi possono causare. Alcune di queste sostanze, presenti nei comuni prodotti per unghie, possono rovinarle, sfaldarle, ingiallirle. È importante dunque partire da lontano e conoscere come è fatta l’unghia e la sua anatomia. La sua parte visibile, chiamata lamina ungueale, è formata da scaglie cornee, ed è costituita dalla stessa sostanza che costituisce i capelli, la cheratina, che conferisce resistenza e durezza. È composta di vitamine, aminoacidi, minerali, grassi e acqua. Il suo equilibrio è delicatissimo e il cambiamento del suo aspetto (fragilità, ingiallimento) può dipendere da vari fattori. Alcuni sono da considerarsi patologici, quali la mancanza di minerali (ferro, rame, selenio e zinco) e di vitamine (A, B6, E), o disfunzioni ormonali che possono compromettere la produzione di cheratina, generando quindi fragilità. Altri invece derivano da gesti quotidiani che possono comprometterne la salute, per esempio le tecniche e i prodotti che vengono utilizzati per il manicure e ai quali non viene spesso prestata l’opportuna attenzione. Per la ricostruzione in gel, ad esempio, si usano di frequente trattamenti troppo aggressivi e in aggiunta non si lascia riposare l’unghia neanche per brevi periodi. L’uso di smalti di qualità scadente senza la stesura

di una base protettiva provoca una cattiva traspirazione dell’unghia, con il conseguente indebolimento. Se così stressata, l’unghia si disidrata e si opacizza, e di conseguenza ingiallisce. L’attenzione alla qualità dei prodotti e alla frequenza del loro utilizzo è quindi sicuramente d’uopo. Altro comportamento che danneggia fortemente la cheratina consiste nell’esporre le mani agli agenti chimici presenti in detersivi e prodotti per l’igiene della casa. Paradossalmente, anche l’uso dell’acqua calda rende l’unghia più morbida, e quindi più fragile. L’uso di guanti di gomma per svolgere le mansioni domestiche è quindi anch’esso d’obbligo. Ancora, va prestata attenzione agli effetti dell’abitudine, inconscia, di rosicchiarsi le unghie (onicofagia), che si manifesta in momenti di stress, di eccitazione o, al contrario, di noia o inattività. A causa del sanguinamento delle cuticole, che sono la parte di pelle posta alla base e ai lati dell’unghia, si ha l’insorgenza di infezioni batteriche o virali e malattie, causate dal contagio di germi attraverso le piccole lesioni. Non tutti sanno, poi che, come succede per la pelle, i raggi UV

creano danni anche alle unghie, visto che la cheratina subisce l’azione dei raggi UV. A seguito di una eccessiva esposizione, si può avere una variazione di colore della lamina ungueale, che assume una colorazione giallognola. Infine i danni causati dal tabagismo. L’abitudine al fumo, che ha conseguenze ben più gravi sul nostro organismo, ha effetti anche sull’aspetto delle unghie. Non solo un cambio di colore, da rosa a giallo, ma lo sfaldarsi e assottigliarsi della struttura ungueale sono la naturale conseguenza di un eccessivo uso di sigarette e della nicotina in esse contenuta. Cosa fare dunque? Esistono sul mercato linee di prodotti che, particolarmente studiati nella composizione chimica e nella qualità delle materie prime, aiutano a risolvere le piccole problematiche non patologiche: smalti rinforzanti arricchiti da vitamine, oppure dal sapore fortemente amaro per scoraggiare l’oncofagia; filtri solari o sbiancanti per proteggere e mantenere il naturale colore. L’importante è saper scegliere sul mercato e affidarsi alle aziende che hanno investito nella ricerca per prodotti sicuri.




L’isola di Natale

Una vacanza diversa per le prossime feste: il benessere e il relax delle terme, lo spettacolo di delfini, balene e capodogli, una cucina sfiziosa. Benvenuti a Ischia, dove le luci della ribalta non si spengono nemmeno in inverno Testo e foto di Maria Pia Pezzali giornalista, scrittrice e viaggiatrice

Un porto sicuro, un rifugio formidabile protetto da ogni tempesta. Una collana di paesini affacciati sul mare, frivoli e civettuoli, brillanti e spensierati sotto la luce della luna e le stelle del firmamento. E poi un antico cratere, si vede dalla forma, che racconta di come il porto fosse un lago vulcanico prima che, poco più di un se-

colo fa, aprissero il passaggio che è diventato l’attuale entrata. Questa è Ischia, l’Ischia che appare a chi vi arriva dal mare, dopo aver attraversato il Golfo di Napoli. La genesi vulcanica dell’isola è anche il suo carattere dominante e la sua ricchezza. Una fama legata ai fenomeni di termalismo molto frequenti, noti ed apprezzati fin da

tempi antichissimi e che ancora oggi attirano i turisti, anche sotto Natale, quando si può gustare il piacere di un bagno caldo e curativo quando fuori fa freddo. Ischia è la più grande delle isole partenopee e si sviluppa su una fascia costiera di circa 35 km, interrotti da numerosi belvedere disseminati nei sei comuni in cui è

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amministrativamente divisa. E se da uno di questi belvedere vi capita di scorgere un capodoglio, una balena o un gruppo di delfini, non stropicciatevi gli occhi, non si tratta di un miraggio. Ischia è oramai l’isola dei cetacei.

Quel che bolle sottoterra

La storia eruttiva e tettonica dell’isola è molto complessa e l’età rilevata dei materiali vulcanici risale a circa 150.000 anni fa, con la grande eruzione che generò il tufo verde del monte Epomeo (la massima altezza ischitana: dalla sua cima si ha una superba quanto inconsueta visuale sull’intero golfo di Napoli dominato dalla sagoma del Vesuvio) ed è caratterizzata da consistenti movimenti verticali che coinvolgono la parte centrale del territorio. A queste attività vulcaniche vanno aggiunti i fenomeni vulcano-tettonici e quelli connessi all’azione di agenti esogeni i cui effetti si traducono in azioni di erosione, tra-

sporto e sedimentazione di materiale magmatico sciolto. Il modello idrogeologico comunemente accettato prevede l’esistenza di due falde basali sovrapposte: quella sottostante, alimentata da acque provenienti dal mare, di conseguenza ad elevato contenuto sa-

lino, delimitata superiormente da una superficie concava verso l’alto. Un’altra, di alimentazione piovana, quindi meno mineralizzata, che essendo meno densa “galleggia” sulla prima ed è delimitata superiormente da una superficie convessa.

ADOTTA UNA BALENA Oceanomare Delphis onlus (ODO) che dedica tutte le sue energie allo studio e monitoraggio dei cetacei in Mediterraneo, trova nelle acque di Ischia un’opportunità unica per lo studio di questi mammiferi tanto che dal 1991 vi si registra la presenza di ben sette diverse specie mediterranee: balenottere comuni, stenelle striate, grampi e gruppi sociali di capodoglio. Dal 1997 la ricerca si è focalizzata sul canyon di Cuma, una profonda valle sottomarina situata a nord dell’isola d’Ischia. Questi canyon giocano un importante ruolo negli eventi biologici e sono spesso delle aree di alta diversità di specie per via delle loro caratteristiche oceanografiche. Oceanomare Delphis è regolarmente presente sull’isola ed effettua uscite in mare per l’avvistamento dei cetacei con il veliero-

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laboratorio Jean Gab, uno splendido cutter del 1930 sapientemente ristrutturato. E se questo Natale volete presentarvi sotto l’albero con un regalo davvero speciale, seguite l’iniziativa “Adotta una pinna!”. Potrete adottare un delfino comune del Mediterraneo (o regalare una adozione), per supportare la conservazione dei cetacei, proteggere la sua popolazione e l’ambiente in cui vivono. Info su www.oceanomaredelphis.org.



La zona di contatto tra le due è caratterizzata da una fascia di diffusione in cui le acque assumono un’attività chimica intermedia. Lo spessore di tale fascia varia da zona a zona e nella stessa zona può variare nel corso dell’anno.

Territorio “terapeutico”

L’Isola, già ricchissima di sorgenti di acque termali dalle innumerevoli virtù terapeutiche, rinomate nel mondo come “Le Terme di Ischia”, gode anche di una fortunata collocazione geografica che assicura all’intero territorio isolano condizioni climatiche ed ambientali

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ideali per ritemprare il corpo e lo spirito. Oltre alle sorgenti, dunque, parchi e centri benessere, incastonati in un ambiente composto dalle balze rocciose del Monte Epomeo, dalle dolci colline coltivate a vigneto, dalle riposanti pinete, la fresca brezza marina, le spiagge accoglienti anche d’inverno per lunghe passeggiate. E infine i panorami, tanti e suggestivi, che fanno dell’antica terra di Inarime una sorta di dolce giardino incantato dove godere degli effetti benefici delle fonti dell’eterna giovinezza. Aree con campi fumarolici e sorgenti idrotermali sono distribuite lungo pressoché tutta la

fascia retrocostiera dell’Isola, in particolare nella località Maronti e in prossimità dei centri abitati di Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno e Forio. Ulteriori concentrazioni si hanno nel comprensorio interno lungo il bordo occidentale dell’Epomeo e nell’entroterra di Barano e di Panza. Oggi quasi tutti gli alberghi più grandi hanno le loro terme private e per questa ragione il turismo vive quasi ininterrottamente per dodici mesi l’anno. Ischia fuori stagione non è dunque un posto triste ed abbandonato, privo di servizi e con i negozi chiusi. Al contrario è in grado di offrire tutto quello di cui si possa avere bisogno, sia per le cose essenziali sia nel campo dei divertimenti. Oltre a godere del relax e di quella bellezza purificata che solo le terme sanno dare, le principali affezioni curate sono: malattie dell’apparato locomotore, dell’apparato respiratorio, patologie dermatologiche e ginecologiche. I trattamenti di benessere e relax come massaggi, fanghi, saune, sono solo alcuni dei tanti esempi che potremmo citare per godere in pieno benessere il nostro weekend sull’isola. Infatti l’obiettivo della moderna medicina termale non è solo curare il corpo da malattie e disturbi più o meno gravi ma anche contribuire a trovare un equilibrio psico-fisico recuperando la dimensione estetica dei trattamenti. Ed è in quest’ottica che le acque termali diventano principio attivo di prodotti cosmetici: gli oligoelementi di cui sono ricche le acque salsobromiodiche e sulfuree dell’Isola Verde, infatti, apportano innumerevoli effetti benefici sul trofismo cutaneo sia direttamente che indirettamente, attraverso i prodotti dell’elaborazione delle acque termali da parte delle cosiddette bioglee, alghe e batteri. Insomma, tutto quello che serve per tornare a casa divertiti, felici e… più belli.



NOTIZIE & CONSIGLI Come arrivare Traghetti e aliscafi garantiscono collegamenti rapidi, regolari e frequenti tra i porti di Ischia, Casamicciola e Forio e quelli di Napoli (Molo Beverello per auto e passeggeri, Mergellina per passeggeri) e Pozzuoli (consigliata per il facile raggiungimento dall’autostrada). Per gli orari e le corse consigliamo di consultare le pagine web delle principali compagnie: Caremar: www.caremar.it - Alilauro: www.alilauro.it - SNAV: www.snav.it. Ed infine il sito www.traghettionline.com.

INFO Dove mangiare Lacco Ameno: Il Delfino (Mimì) Corso Angelo Rizzoli, 106 - Tel. 081 900252

Giardini Poseidon Terme Via Mazzella, loc. Citara, Forio Tel. 081 9087111 - www.giardiniposeidon.it

Sul Cretaio: Il Focolare di Riccardo D’Ambra Via Cretajo al Crocefisso, 3 - Barano d’Ischia Tel. 081 902944

Parco Termale Castiglione Via Castiglione, 62, Casamicciola Terme Tel. 081 982551 - www.termecastiglione.it

Ischia Porto: Baia del Clipper Via Porto 123 - Tel. 081 3334209

Hotel del benessere Albergo della Regina Isabella (5 stelle lusso) Piazza Santa Restituita, 1 Lacco Ameno - Tel. 081 994322 www.reginaisabella.it

Forio: Da Paolo Via Mazzella 196 - Tel. 081 909583 Sant’Angelo: Dal Pescatore Piazzetta Sant’Angelo, 12 - Tel. 081 999206 Parchi termali Tropical Via Ruffano, 26, Sant’Angelo Tel. 081 999242 - www.parco-tropical.com

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Albergo San Montano (5 stelle) Via Nuova Monte Vico, Lacco Ameno Tel. 081 994033 - www.sanmontano.com Grand Hotel il Moresco & SPA (5 stelle) Via Gianturco, 16, Ischia Tel. 081 981355 - www.ilmoresco.it. ■



Hobby House di Gelsomina Sampaolo

Libreria BAMBINI Non sono stato io, è stata la balena Qualcuno ha combinato un sacco di disastri, mentre la mamma era al telefono. Ma chi? Una storia sulle bugie a cui ricorrono i bambini per evitare le punizioni. Le Huche M., Pinson P.; Tourbillon; Euro 7,95

Leggere è un’avventura Benvenuti all’Isola dei personaggi famosi. Quello che hai letto diventa realtà. E il protagonista sei tu. Un libro pieno di libri per scoprire che la lettura è un mondo in cui puoi perderti, ritrovarti e conoscere la parte più vera di te. Birattari M.; Feltrinelli; Euro 13,00

IN SALUTE Curarsi con i libri Rimedi letterari per ogni malanno. Come curare un cuore spezzato con Emily Brontë, il mal di testa con Hemingway, l’impotenza con “Il bell’Antonio” di Brancati, i reumatismi con il “Marcovaldo” di Calvino. Elderkin S., Berthoud E.; Sellerio; Euro 18,00

Omeopatia per le donne 19 possibili volti dell’universo femminile: ciascuno con il suo biotipo, con un’ampia rassegna dei disturbi più comuni (acne, dismenorrea, panico, patologie del seno, emicrania, cellulite) e, per ogni malessere, i rimedi più adatti. Pagnanelli R., Orel C.; Xenia; Euro 9,90

I giorni dell’eternità Storia di 5 famiglie nel corso del ‘900. Attraverso tutti gli sconvolgimenti sociali, politici ed economici: dai diritti civili, agli omicidi politici, al Vietnam, al Muro di Berlino, alla crisi dei missili di Cuba, fino alla nascita del rock’n’roll... Follett K.; Mondadori; Euro 25,00

L’ora di lezione Periferia di Milano, anni ‘70. Giulia, giovane professoressa di lettere «salva» l’autore con la sua passione. Una riflessione sul ruolo sociale dell'insegnamento. Recalcati M.; Einaudi; Euro 14,00

BEST SELLER

Cinema Alabama Monroe Regia: F. Van Groeningen con V. Baetens, J. Heldenbergh Trama: lei tatuatrice, lui musicista country bluegrass. Un amore travolgente, una figlia e un destino tragico. Giudizio: film belga candidato all’Oscar, emoziona anche per le eccezionali musiche.

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Musica Stromae Racine Carrée Il poliedrico artista belga, che già spopolava nel 2010 con la hit “Alors on dance”, continua a mietere successi da ballare. Ma attenzione ai testi, il ragazzo ha anche qualcosa da dire.



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ricette ●

Linguine al limone e salmone 400 gr. di linguine 1 limone non trattato 50 gr. di burro prezzemolo tritato, sale, pepe 200 gr. di salmone affumicato

Grattugiare la scorza del limone e spremere il succo. Cuocere gli spaghetti in acqua salata. Nel frattempo in una padella sciogliere il burro e aggiungere le scorzette di limone. Versare il succo, scolare la pasta al dente e saltarla in padella con il salmone ridotto a striscioline. Cospargere di pepe e prezzemolo.

w allen! Fumo & nuvole “Ho smesso di fumare. Vivrò una settimana di più e in quella settimana pioverà a dirotto...”. (Woody Allen)

Lo Sapevate?

Babbo Natale è turco Babbo Natale dovrebbe chiamarsi Babbo Nicola, perché le sue origini derivano proprio dallo stesso personaggio storico, San Nicola, vescovo di Myra (oggi Demre, Turchia) di cui si racconta che resuscitò cinque fanciulli, rapiti e uccisi da un oste, e che per questo era considerato il protettore dei bimbi. Nei paesi nordici si chiama Santa Claus, cioè Sinterklaas, traduzione olandese di San Nicola.

Web Zone Aste in casa Era già possibile acquistare e vendere opere d’arte su eBay, ma ora la piattaforma di aste virtuali ha stretto un accordo con la storica casa d’aste inglese Sotheby’s per mettere per la prima volta online l’asta diretta. Le sessioni d’asta saranno trasmesse in diretta streaming sul sito e si potrà partecipare direttamente da casa. Una vera svolta nel mercato dell’arte, che pare aver deciso di svecchiarsi tramite questi nuovi mezzi.

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oroscopo delle Feste SaGittario

Per risolvere le questioni, più che allontanarvi dalla persona amata affrontate le difficoltà. Basta con la precarietà: raccoglierete ciò che avete seminato. Agite con umiltà.

capricorno

Dando troppa libertà al partner rischiate di essere fraintesi. Nel lavoro non siate impazienti di raggiungere i risultati se volete gustarvi il successo della vittoria.

acquario 21/01 - 19/02

Nel lavoro intensificate i contatti. Siate più lungimiranti.

peSci 20/02 - 20/03

I progetti slittano, le promesse saltano? Andate in vacanza.

ariete 21/03 - 20/04

Nelle relazioni sarete pieni di vitalità. Progetti a gonfie vele.

toro 21/04 - 20/05

Le tensioni si allentano. I buoni affari si intensificano.

GemeLLi 21/05 - 21/06

Il lavoro avanza secondo i piani. Recuperate la stanchezza.

cancro 22/06 - 22/07

In amore rivalutate un’amicizia. ottimi guadagni in arrivo.

Leone 23/07 - 23/08

Saturno vi farà ottenere tutto ciò che volete, in ogni campo.

verGine 24/08 - 22/09

Meglio essere chiari, sinceri e diretti. Serenità in amore.

BiLancia 23/09 - 22/10

Fatevi notare, ma da chi conta: la vostra notorietà crescerà.

Scorpione 23/10 - 22/11

Delusioni nel lavoro. Amore: dite la verità, eviterete discussioni.

I post “spia” Facebook sa anche quando ci innamoriamo, di chi e quanto dura l’innamoramento. Spiega Carlos Diuk, data scientist di Facebook: “Nei cento giorni prima che la relazioni inizi si osserva un lento ma costante aumento del numero di post nella timeline condivisa dalla futura coppia, che comincia a scemare quando tutto inizia, per calare drasticamente, raggiungendo il punto più basso dopo 85 giorni”.

Clicca e paga Twitter ha iniziato i test per il pulsante «acquista ora», che permetterà agli utenti del social network di comprare un prodotto cliccando direttamente sulla pubblicità che vedono sulla loro pagina. In questo modo Twitter prevede di ampliare l’attività di vendita di spazi pubblicitari anche se non stima inizialmente alcun impatto significativo sui ricavi. Si pagherà con un tweet senza dover digitare ogni volta i dati della carta di credito sul cellulare.

concerti Arisa: 9 Roma (Auditorium Parco della Musica), 13 Milano (Teatro dal Verme). Giovanni Lindo Ferretti: 4 Torino (Hiroshima mon amour). Fiorella Mannoia: 1 Verona (Teatro Filarmonico), 3 Lucca (Teatro del Giglio), 5 Milano (Teatro degli Arcimboldi), 13 Cesena (Carisport), 15 Brescia (Palabanco), 16 Bergamo (Creberg Teatro), 19 Torino (Auditorium del Lingotto G. Agnelli), 27 e 28 Roma (Auditorium Parco della Musica). Patti Smith: 1, Bergamo (Creberg Teatro), 2 Parma (Teatro Regio), 5 Udine (Teatro Nuovo Giovanni da Udine). Pino Daniele: 11 Bari (Palaflorio), 17 Napoli (PalaPartenope), 22 Assago (Mediolanum Forum). Elisa: 2 Firenze (oBIHall), 5 Bologna (Estragon), 9 Milano (Alcatraz). Giorgia: 14 Napoli (PalaPartenope), 15 Roma (Palalottomatica), 18 Padova (Gran Teatro Geox), 20 Torino (Pala Alpitour), 21 Assago (Mediolanum Forum). Stromae: 15 Assago (Mediolanum Forum), 17 Roma (Palalottomatica).




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