Optima Salute Gold - Settembre 2014

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IL PIÙ DIFFUSO MENSILE DI SALUTE IN FARMACIA

N. 228 ANNO XXIII Settembre 2014

Odontofobia

La paura del dentista nasce da bambini

Bellezza

Pelle: come ritrovare elasticità e lucentezza

Salute

Tanti buoni motivi per fare attività fisica

Dossier

L’alimentazione da 0 a 16 anni

In questo numero

FACCIAMO PREVENZIONE! STILE DI VITA, ALIMENTAZIONE E TEST DI CONTROLLO MIRATI



Sommario Anno XXIII N.228 Settembre 2014

Collaboratori Francesca Aquino, Chiara Baldetti, Jeffrey Allan Bodan, Stefano Borgognoni, Benedetta Ceccarini, Stefano Ciani, Pompeo D’Ambrosio, Francesco Fioroni, Andrea Giordano, Maria Mazzoli, Roberto Moraldi, Simona Peretti, Maria Pia Pezzali, Giuseppe Rinonapoli, Rolando Rossi, Gelsomina Sampaolo, Filippo Tini, Gian Marco Tomassini, Mario Tomassini, Gianluca Tuteri Consulente scientifico Dottor Pompeo D’Ambrosio Fotografie Tipsimages - Fotolia - iStock Illustrazioni Sabrina Ferrero Editore Comifar Distribuzione S.p.a. Via Fratelli Di Dio, 2 20026 Novate Milanese (MI) Registrazione del Tribunale di Milano n.727 del 04/12/2008 Fotolito e Stampa Bringing ideas to life = Charterhouse MARkETING SERVICES FRoM koNICA MINoLTA

Prezzo per copia euro 1,00 Costi di abbonamento: copie 50 copie 100 copie 150 copie 200 copie 300 copie 500

€ 250,00 € 365,00 € 505,00 € 655,00 € 950,00 € 1.545,00

Rivista ceduta esclusivamente in abbonamento attraverso il canale Farmacia Info e abbonamenti: www.optimasalute.it

omaggio del tuo farmacista

Nel numero di giugno avevamo accennato alla difficoltà sempre più crescente di fare una qualsivoglia spesa alimentare, a partire dall’impegno massimale che ormai bisogna avere per leggere etichette scritte con caratteri minuscoli e spesso incomprensibili, che si palleggiano la filiera mescolando abilmente origini, produzione e distribuzione del prodotto. Alle nostre perplessità di utenti aggiungiamo quanto denunciato recentemente dalla Coldiretti, a proposito di formaggio senza latte, vino senza uva, cioccolato senza cacao, carne annacquata eccetera. Tutti prodotti, è bene chiarire, che vengono messi in commercio legalmente, cioè autorizzati da normative europee. Più dettagliatamente, nei formaggi fusi si può incorporare la polvere di caseina e caseinati al posto del

IL PIÙ DIFFUSO MENSILE DI SALUTE IN FARMACIA

N. 228 ANNO XXIII Settembre 2014

Odontofobia

La paura del dentista nasce da bambini

Bellezza

Pelle: come ritrovare elasticità e lucentezza

Salute

Tanti buoni motivi per fare attività fisica

Dossier

L’alimentazione da 0 a 16 anni

latte, è consentito aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero o di ottenerlo usando polveri “miracolose” contenute in wine-kit. Chiudiamo con l’olio d’oliva, del quale l’Italia è il maggior importatore mondiale, ma solo un italiano su quattro, rileva la Coldiretti, è cosciente del fatto che la gran parte dell’extravergine in vendita sia (purtroppo) ottenuto totalmente o per la maggior parte con olio straniero.

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Direttore responsabile Claudio Sampaolo Coordinamento editoriale Roberta Stagno Grafica e impaginazione Enrico Marinelli email: info@studiorocchetti.com Redazione Studio Rocchetti Comunicazione Strada Lacugnano Giardino, 3 06132 Perugia e mail: redazione@studiorocchetti.com Tel. 075 5170247 Fax 075 5171430 Marketing e pubblicità Francesca Capalbo Tel. 06 41481370 Fax 06 41481383 Gabriele Iannella Tel. 06 41481292 email: optima@comifar.it

di Claudio Sampaolo Zelig AGRICOLTURA DA DIFENDERE

Rubriche in Farmacia 6 LaAttualità hit parade delle novità Post-it 9 Pro-memoria della salute Hobby House 64 Cinema, musica e libri Ultima pagina 66 Oroscopo, ricette, appuntamenti, curiosità di Francesca Aquino

Testata associata

di Gelsomina Sampaolo

OPTIMASALUTE

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Sommario Anno XXIII N.228 Settembre 2014

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Dossier L’alimentazione, da 0 a 16 anni Seguiamo passo dopo passo la crescita di un bambino: dall’allattamento, allo svezzamento, dalla prima infanzia all’adolescenza. I consigli, le calorie, gli snack...ed una sana attività motoria per crescere in salute a cura di Gianluca Tuteri, pediatra

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Rubrica dei perché Come convincere un sedentario di Pompeo D’Ambrosio

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Dolore, le dolci terapie Agopuntura, omeopatia, manipolazioni & C. di Andrea Giordano

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Consigli in corsa Cinque dritte per principianti senza esperienza e agonisti troppo spavaldi di Claudio Sampaolo

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Benedetta caffeina Quando il caffè diventa un valido alleato della salute di Francesca Aquino

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Il bambino e il dentista L’“odontofobia” è una delle paure più diffuse. Come evitarla. di Benedetta Ceccarini

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L’ansia da messaggi La continua consultazione di WhatsApp può dare dipendenza. di Gelsomina Sampaolo

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bambini

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Amiche per la pelle Passata l’estate è ora di ritrovare elasticità e lucentezza di Maria Mazzoli

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Korcula, perla della Croazia Una full immersion tra città antiche e fondali cristallini di Maria Pia Pezzali

viaggi

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Veterinario Questo lo mangio anch’io 10 ingredienti dei padroni per ravvivare la pappa di Fido di Chiara Baldetti

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Attualità in Farmacia INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Le novità e i prodotti in vendita in Farmacia

Vitamina C Carlo Erba, un integratore alimentare a base di Vitamina C La Vitamina C, conosciuta anche con il nome di acido ascorbico, è un componente importante della nostra dieta quotidiana. In caso di scarso apporto di Vitamina C nella tua dieta, o in quei casi in cui c’è una maggiore necessità, come durante l’influenza, in caso di raffreddore o nei periodi di stanchezza, Vitamina C Carlo Erba, ti aiuta a mantenere il regolare metabolismo energetico e a favorire la regolare funzionalità del sistema immunitario. Basta una compressa al giorno da sciogliere in un bicchiere d’acqua (150ml).

L’aiuto naturale per il benessere femminile La casa e la famiglia, il lavoro, gli amici, lo sport: tra mille impegni essere donna può diventare stressante. VITAVIVA propone un innovativo integratore multi-funzione che, in modo naturale, contribuisce al benessere dell’organismo, controllando le principali problematiche femminili. Vitaviva Multi-Flor Donna è un integratore alimentare formulato specificamente per le donne che vogliono sentirsi sempre in forma. Contiene: ● Fermenti lattici per riequilibrare la flora batterica intestinale ● Vitamine del gruppo B per rafforzare le difese immunitarie ● Magnesio per coadiuvare l’equilibrio psico-fisico ● Mirtillo rosso per preservare la funzionalità delle vie urinarie ● Rodiola per sostenere la resistenza allo stress ● Melissa per prevenire il gonfiore intestinale Può essere assunto tutti i giorni e nei periodi di maggiore stress ed affaticamento. Disponibile in flaconcini pronti da bere.

Admagra Cell, Dren, Slim: 3 semplici mosse per un trattamento completo Buccia d’arancia, ristagno di liquidi e chili in eccesso: i tre segnali di una silhouette fuori forma. ADMAGRA è una linea di 3 prodotti specifici per un rimodellamento completo e un corpo sano. ADMAGRA CELL: mix di principi attivi esclusivi senza allergeni, conservanti, parabeni, alcol, profumo e coloranti. è una crema trattamento per gli inestetismi della cellulite ad azione decongestionante e drenante dei tessuti adiposi. ADMAGRA DREN: l’unica tisana pronta concentrata a base di 25 erbe macerate a freddo studiata per favorire il drenaggio dei liquidi in eccesso. ADMAGRA SLIM: 1 compressa al giorno per coadiuvare la stimolazione del metabolismo basale, sfruttando la termogenesi delle cellule adipose per un significativo dimagrimento della massa grassa preservando il tono della massa muscolare.

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Quando l’intestino “fa i capricci”... Da un’antica ricetta un aiuto naturale, pratico e completo Regolarità intestinale e digestione sono le funzioni del nostro organismo che per prime subiscono le conseguenze negative del nostro stile di vita. Quando in tutta fretta consumiamo pasti ricchi di grassi, poveri di fibre e per di più conduciamo una vita sedentaria e stressante, la cattiva digestione, il gonfiore e la pigrizia intestinale sono i disturbi più frequenti. Il “pronto soccorso naturale” può venire dalla sapiente selezione di erbe officinali racchiuse nella minicompressa di Elisir Depurativo Ambrosiano “le 20 buone erbe”che, assunta la sera quando serve, aiuta fisiologicamente a riequilibrare l’intestino. Quanto alla fase digestiva, un gradevole sorso di Elisir Ambrosiano “le 20 buone erbe”, ottenuto dalla “macerazione” delle erbe selezionate, favorisce digestione e diuresi aiutando a depurare l’organismo da scorie e tossine. Da Pool Pharma in Farmacia.

Non contare sulla fortuna, conta su Paranix Prevent Non si può evitare di essere attaccati dai pidocchi! Ciò che possiamo fare è creare un ambiente sfavorevole e poco gradito ai nostri parassiti. L’importante è non farsi trovare mai impreparati facendo una corretta attività di prevenzione con i giusti rimedi. Proteggi attivamente la tua famiglia e il tuo bambino con Paranix Prevent che: · Crea un ambiente sfavorevole all’insediamento dei pidocchi · Riduce la possibilità di adesione delle lendini · Aiuta a prevenire eventuali re-infestazioni · Nutre e ammorbidisce i capelli · è naturale e pertanto può essere utilizzato tutti i giorni, senza effetti collaterali.

Timodore: la cura dei piedi per il benessere di tutto il corpo L’eccessiva sudorazione dei piedi è un fastidioso disturbo che può colpire persone di qualsiasi età e in qualsiasi stagione dell’anno. Farmaceutici Dottor Ciccarelli, brand storico sinonimo di affidabilità e italianità, risponde a questo tipo di problema con la linea Dottor Ciccarelli Igiene Piede: una gamma completa a marchio Timodore, realizzata appositamente per prendersi cura del benessere e dell’igiene dei piedi di tutta la famiglia. I prodotti della linea contengono nella loro formulazione estratti naturali e principi attivi dalle proprietà antisettiche, deodoranti e ammorbidenti che donano ai piedi una sensazione unica di freschezza che dura tutto il giorno.

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Post-it salute di Francesca Aquino

La t-shirt della salute

Una t-shirt in grado di monitorare battito cardiaco, respirazione e diversi altri parametri è stata lanciata da un’azienda canadese di abbigliamento sportivo e presentata sulla rivista del Mit Technology Review. La maglietta funziona grazie ad una serie di elettrodi d’argento inseriti nel tessuto all’altezza del torace che comunicano con una piccola ‘scatola nera’ contenuta in una tasca ricavata nell’indumento. I dati vengono poi inviati attraverso bluetooth allo smartphone del possessore. L’azienda sta studiando applicazioni non legate soltanto all’esercizio fisico.

Contraccezione: Italia fanalino di coda

L’Italia resta ‘fanalino di coda’ tra i Paesi europei rispetto alla contraccezione: ancora oggi il 59% delle donne in età fertile (15-49 anni) non utilizza alcun metodo contraccettivo; il 15% non ne ha mai fatto uso e il 44% ha smesso di utilizzarlo. Tuttavia, sta crescendo il movimento d’opinione sulla contraccezione consapevole, anche con campagne on-line, più vicine ai giovani. Il divario con gli altri Paesi resta però ampio: solo il 16,2% delle donne italiane usa contraccettivi ormonali mentre in Francia la contraccezione ormonale è usata regolarmente dal 41,5% delle donne.

Mal di testa, nuova terapia

Secondo l’OMS oltre 2,5 miliardi di individui nel mondo soffre di mal di testa. E per la cefalea a grappolo e l’emicrania oggi esistono nuove cure finalizzate alla prevenzione degli attacchi. “Conosciamo cosa avviene nel cervello durante un attacco di mal di testa. Per questo esistono terapie personalizzate. E sempre più efficaci”, dichiara Piero Barbanti, Direttore dell’Unità per la cura e la ricerca su cefalee e dolore dell’IRCCS San Raffaele Pisana. L’ultimo strumento contro questo disturbo è una sorta di cerchietto per capelli, che viene posto sulla fronte per 20 minuti al giorno tutti i giorni per 4 mesi e stimola elettricamente il trigemino iperattivo, riducendo le emicranie.

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Come convincere un sedentario DOMANDA DEL MESE Ho passato i 50, sono un po’ sovrappeso e vorrei cominciare a fare attività fisica. Ma non ho voglia né tempo. Mi può aiutare? di Pompeo D’Ambrosio medico sportivo, cardiologo

Nella vita quotidiana esistono dati oggettivi e riscontri soggettivi: senza essere filosofi, non possiamo però dire che ciò che appare come indiscutibilmente giusto per qualcuno abbia necessariamente lo stesso valore per altri. Questo è valido a maggior ragione in campo medico. Un bicchiere riempito per metà, ha un contenuto pari al 50% della massima quantità disponibile; se però la vediamo secondo interpretazioni non più incontrovertibili, quel 50% diventa un bicchiere

“mezzo pieno” o “mezzo vuoto”. Questo ragionamento stavolta riguarda il caso del soggetto 50enne, sedentario, in sovrappeso, che non ha mai praticato sport in vita sua. Un tempo, fino a 40-50 anni fa, raggiungere la soglia degli 80 era un traguardo considerevole, per cui un uomo di 40 anni veniva definito “di mezza età”, ma in maniera impropria, perchè in realtà, nella media statistica, questo obiettivo era stato ampiamente superato. Ora il criterio è diverso, e,

anche se 50 anni di una persona sono stati trascorsi all’insegna della pigrizia, o comunque dell’inattività fisica, un (quasi) altrettanto lungo periodo di quanto rimane può essere ravvivato dalla presenza del movimento. La prima domanda da porsi, a questo punto, è “perché fare sport”? Il passo successivo, invece, è capire come convincere un soggetto radicalmente inattivo per 50 anni a fare un cambiamento così importante. Non è un problema tanto facile da

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risolvere. L’abitudine è l’adattamento negativo dell’uomo all’ambiente: questa è una definizione presa a prestito dalla fisiologia, che esprime come il cambiamento in genere sia vissuto come un qualcosa di negativo, sia a livello psicologico che metabolico. Se è evidente il primo concetto, spieghiamo anche come l’organismo, per rispettare il principio della omeostasi (resistere a tutti i cambiamenti), fa di tutto per opporsi a qualsiasi trasformazione. Questo significa che il nostro corpo cerca di opporsi a qualsiasi mutazione, lieve o radicale che sia, creando delle modifiche, apparentemente trascurabili, al proprio stato. In questo caso viene mutuata dal celebre romanzo “Il Gattopardo” la filosofia di comportamento riassunta grosso modo da “cambiare tutto per non cambiare nulla”. Pensando in campo sportivo alle attività di resistenza, abbiamo subito un esempio che fa al caso in questione: già dopo poche settimane di training aerobico effettuato con continuità (corsa, nuoto, ciclismo), compaiono i primi adattamenti. Senza scendere in particolari, la frequenza cardiaca a riposo si riduce (bradicardia), aumenta l’efficienza respiratoria, migliora la capacità di cedere ossigeno ai muscoli e si instaurano una serie di cambiamenti nell’organismo. Tutto ciò avviene proprio per tener fede a quel principio di omeostasi (rimanere immodificati nel tempo) che governa il nostro corpo. Eppure capita sempre più spesso di ascoltare discorsi come questo: “Fare sport è faticoso, non porta vantaggi, è una fastidiosa perdita di tempo, tanto prima o poi di qualcosa si deve morire”. È da qui che bisogna partire. Cerchiamo di rovesciare queste cre-

denze. La fatica è una condizione di benessere interiore, definibile come una “sgradevole condizione iniziale, in grado però, al solo ricordo di averla fatta, di dare gioia e serenità successivamente”. La fatica, a ben pensarci, è il succo della vita. E lo stesso significato del termine “riposo” non avrebbe più alcun senso se non fosse intimamente collegato al concetto di fatica e non sopraggiungesse dopo un periodo di disagio, fisico o psichico non importa. Pensiamo per un attimo all’aggettivo che da sempre accompagna la parola riposo, e cioè meritato.

Perdendo peso si allunga anche la qualità della vita

La sosta dopo l’esercizio, la quiete dopo la tempesta, l’approdo in porto dopo una lunga navigazione sono situazioni essenzialmente simili, in cui cioè si raggiunge una condizione di equilibrio e di stabilità dopo un percorso più o meno movimentato: dopo la giusta fatica, arriva il meritato riposo. Poiché lo sport si pratica per diletto (tanto è vero che chi non lo fa in modo professionistico viene definito “dilettante”), anche questo concetto è perfettamente integrato con la fatica. Non si tratta assolutamente di tempo perso, perché, anche in termini di economia, è maggiore la vita residua guadagnata con la pratica costante di un’attività fisica rispetto a quanto si è speso in precedenza a sudare e a faticare. Perciò la scusa di non ricavarne

alcun vantaggio cade in partenza. Prima o poi si deve effettivamente morire, però è meglio che ciò accada dopo un lungo periodo di benessere psico-fisico: su quest’ultimo aspetto (fisico) non ci sono problemi, ora bisogna cercare di capire, o far capire, i vantaggi psicologici. Lo si è detto tante volte, ma è giusto ribadire le proprietà delle endorfine, le ormai famose sostanze prodotte dall’organismo in seguito a uno sforzo. Hanno le stesse caratteristiche chimiche delle sostanze oppiacee, determinano una piacevole sensazione di euforia, limitano la sensazione del dolore fisico, danno addirittura dipendenza, al punto che, se non si pratica sport per un po’ di giorni, compare una sorta di sindrome da astinenza che può essere contrastata solamente con la ripresa dell’attività. Se questo non è sufficiente, lo stadio successivo si basa sul tentativo di convincere un pervicace sedentario in sovrappeso che quei chili di troppo nuocciono alla salute: questa è impresa difficile, non impossibile. Innanzitutto bisogna puntare sul fatto che perdendo peso si allunga la vita, non solo in termini quantitativi, migliora anche la qualità della stessa. Se finora non ha mai fatto alcunché per scoprire questa verità, ora è arrivato il momento, perché non è mai troppo tardi. Già, ma se finora non si è combinato niente, perché iniziare proprio ora? Questo potrebbe essere l’interrogativo cui rispondere. Allora, come procedere a questo punto? Cercando di metterla sul piano della sfida, spiegando al nostro amico che, iniziando a fare un’attività fisica, anche la più banale, compariranno le sensazioni più sgradevoli e negative che si possano immaginare: dolori musco-


lari, stanchezza che si protrae per giorni, articolazioni legnose e tumefatte, il tutto accompagnato da una spiacevole sensazione di impotenza. In questo modo, gli si potrebbe suggerire, meglio continuare a stare in poltrona che faticare. Anche perché quello stupido dimagrimento, quella impalpabile lucentezza che compare nella pelle di chi ha fatto sport, quell’inutile sensazione di benessere interiore che traspare anche nello sguardo, quell’abbassamento di pressione legato all’esercizio fisico ma anche al calo di peso, quella intollerabile riduzione della circonferenza addominale che tanto bene faceva per incrementare il rischio di malattie cardiovascolari, bene, tutto questo è legato all’esercizio fisico. Per non parlare inoltre dell’abbassamento dei valori della glicemia al disotto dei livelli di guardia. Questo risultato si ottiene non con l’allenamento, cioè non con un esercizio spasmodico che deve di volta in volta essere aumentato e dosato con la precisione di un orafo, ma semplicemente con un po’ di buona volontà e costanza; ciò che si legge e si sente un po’ dovunque, cioè che sono sufficienti

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tre uscite di 30’ di esercizio aerobico per iniziare a godere dei primi benefici, è pura verità. Un’intensità elevata o un numero maggiore di sedute settimanali vanno lasciate a chi è insaziabile o vuole stupire il mondo con le proprie prestazioni: non è certo il nostro caso! Come cominciare? Alzandosi una mattina prima del solito, facendo il primo regalo a se stessi: andare a recuperare la macchina parcheggiata la sera prima, non sotto casa ma più lontano, concedendosi poi una bella colazione al bar, di quelle che i dietologi e i soloni di turno sconsigliano: cappuccino e cornetto. Ma come, tante belle parole, e poi? La vita è un insieme di compromessi, di rimpianti e rimorsi, di prese e lasciate, di contraddizioni indescrivibili. Un cappuccino è ricco di grassi, il cornetto altrettanto, lo si può leggere o ascoltare in qualsiasi articolo o discussione legato alla corretta alimentazione. Beh, allora anche il fumo fa male, eppure al condannato a morte si è sempre concessa l’ultima sigaretta, come pure è indiscutibile che i superalcolici siano dannosi, ma allora si deve rinunciare al famoso “bicchiere della staffa” come ultima arma per tentare di sedurre la ra-

gazza di cui ci si è invaghiti? Altra possibile strategia per il nostro cinquantenne è proporgli (fargli proporre) uno “scambio alla pari”, un qualcosa di particolarmente allettante, tra le sue attività, i suoi hobby e passatempi, con la promessa che, se verrà aiutato, incoraggiato, accompagnato a fare qualcosa ad essi inerenti, ascolterà per una volta i consigli e le raccomandazioni di chi lo vuole per una volta “in movimento” e proverà ad iniziare. Non avrà, in questo modo, sicuramente niente da perdere, in cambio correrà il rischio opposto, cioè di lamentarsi per quanto ha perso in passato per non aver iniziato prima. A questo proposito va detto che spesso il vero problema che spinge a proseguire nell’inattività non è tanto la mancanza di convinzione, quanto il fatto di essere soli, senza la presenza o la compagnia di qualcuno che aiuti, incoraggi, motivi. Un conto è apprezzare qualcosa di cui si conoscono già i lati positivi, i vantaggi, le qualità, un altro è lanciarsi in un’avventura verso l’ignoto, di cui non si sa che poco o niente; è facile snocciolare con eleganza gli aspetti positivi che contraddistinguono l’attività fisica, più difficile non accompagnare colui cui vogliamo far abbandonare la sedentarietà. Una volta appresi i primi rudimenti e fatti i primi tentativi, camminare costituisce forse il gesto più naturale per un bambino, ma se non viene acquisita la padronanza e la sicurezza, per un po’ si corre il rischio di fare come chi non sa nuotare e, lasciato improvvisamente da solo dove l’acqua è alta, si aggrappa disperatamente a chi viene in suo soccorso e lo trascina a fondo. A questo punto, sapete qual è il modo migliore per convincere la nostra “preda” a fare un tentativo che, ne siamo sicuri, avrà certamente successo? Immodestamente, fargli leggere questo articolo: oplà, il gioco è fatto! ■




Consigli in corsa Cinque dritte per principianti senza esperienza e agonisti troppo spavaldi di Claudio Sampaolo

â–˛

Chi corre molto, diciamo almeno quattro-cinque volte a settimana o

chi della corsa ha fatto uno stile di vita, anche esagerando un po’, è

di solito restio ad ascoltare suggerimenti, a meno che non si tratti di

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nuove metodiche di allenamento, nuove tabelle con ripetizioni e interval training mutuati (magari) da preparazioni di imprendibili kenyoti o dei (forse) più umani etiopi Kenenisa Bekele e Haile Gebrselassie. Per il resto tutti sanno tutto. Diamolo per assodato. Ma gli altri? I podisti della domenica, chi corre due-tre volte a settimana, anche solo 20’ per volta, chi è costretto a calpestare l’asfalto per mancanza di percorsi nel verde e di tempo, chi non ha amici allenatori o con esperienza ai quali chiedere consigli? Ecco agli “altri” regaliamo queste cinque pillole, forse banali per i maestri del running (ma occhio a chi è troppo spavaldo e sicuro di sé), sicuramente di buon senso, da tenere bene a mente, per tutti gli altri.

1. Occhiali a specchio

Correre indossando occhiali da sole per qualcuno è una esigenza imposta dall’oculista (chi scrive queste righe), per altri un fatto di moda, uno status symbol. Occhiali con le montature di tutti i colori, lenti a specchio intercambiabili, forme sempre più aerodinamiche, nascondono una insidia niente male: nelle zone d’ombra o peggio ancora infilandosi in una pineta o in un bosco, impediscono di vedere dove si mettono i piedi. Così è facile inciampare su un improvviso scalino ai bordi della strada, girare la caviglia in una buca infida o sopra un avvallamento, per non palare delle radici, subdole come nessun altro, che spuntano all’improvviso e ti portano inevitabilmente a rotolare in terra.

Soluzione

Lo capirebbe anche un bambino: toglietevi gli occhiali, metteteli in testa, oppure, se avete l’elastico porta occhiali (griffato) lasciateli penzolare sotto il collo. Ma liberate la vista. Sembra un consiglio banale, ma dovreste vedere quanti podisti trasgrediscono, sicuri del fatto proprio, più o meno pari di

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quelli che corrono di notte (soprattutto d’inverno), non infilano alcunché di fosforescente e finiscono per rischiare la pelle ad ogni incrocio.

2. Scarpe killer

Non parleremo di battistrada consumati, tomaie leggermente bucate, differenze di pronazione (cioè come piegate la pianta del piede verso l’interno quando entra a contatto col terreno) e più in generale della durata media di una scarpa. Si tratta di valutazioni spesso soggettive, perché citare un range che va da 300 a 1000 km, senza tener presenti altri parametri (peso di chi le indossa, tipi di lavaggio, persino temperatura) non ha granché senso.

Quando attraversate la strada ricordatevi che le auto sono più veloci di voi...

Ha invece senso quello che è successo ad un nostro amico podista che lo scorso inverno, correndo spesso all’imbrunire è finito in terra per tre volte in un mese e si è fatto venire tutti i dubbi di questo mondo. Una carenza della muscolatura del quadricipite? Allenamento troppo pesante e/o stanchezza da smaltire? Problemi più importanti, magari fisiologici legati alla circolazione sanguigna? Niente di tutto questo. La colpa, si è saputo poi, era stata della scarpa destra, che aveva la punta leggermente scollata e ad ogni piccolo intoppo fungeva da catapulta per il piede. Questo nonostante il suo “guru” lo avesse confortato spiegandogli che stava correndo male, con fatica, e non alzando adegua-

tamente i piedi ad ogni impatto, finiva per strisciare troppo in terra, azionando la terribile e inaspettata catapulta.

Soluzione

Dite che siamo nel campo dell’eccezione che conferma la regola? Può darsi, ma imparate a voler bene alle vostre scarpette, controllatele e guardatele bene ogni volta che tornate. Non le tirate in un angolo del bagno di servizio fino alla prossima corsa. Potrebbero vendicarsi.

3. Curve contromano

Tutti i manuali di running sottolineano che il modo corretto per correre lungo le strade, che ci sia o meno un traffico sostenuto, è quello di portarsi sulla sinistra della carreggiata, cioè contromano, in modo da poter vedere “in faccia” una automobile o un altro mezzo che viene verso di voi. E fin qui ci siamo. Ma in caso di una curva coperta? Se c’è abbastanza spazio per correre bene al di fuori della carreggiata, se vi sentite al sicuro, continuate pure, altrimenti bisogna variare la traiettoria.

Soluzione

Poco prima di arrivare alla curva coperta (significa che chi arriva nel senso contrario non ha la possibilità di vedervi, se non quando sarebbe troppo tardi) portatevi dall’altra parte della carreggiata, sulla destra. Se la strada ha la sede molto larga o c’è molto traffico non abbiate paura di fermarvi e attraversate solo quando ne sarete sicuri. Mai all’ultimo minuto. Ricordatevi che le auto sono più veloci di voi, anche se vi sentite pronti per imprese epiche alle prossime Olimpiadi. Fatta la curva sulla destra, poi, potrete riportarvi a sinistra. Sempre effettuando la “traversata” in condizioni di sicurezza. Anche in questo caso il consiglio sembrerà banale, quasi pleonastico, ma evidentemente non vi siete mai trovati un allegro podista davanti al muso dell’auto.



4. Sos auricolari

Siate sinceri: quante volte correndo con gli auricolari e la musica a palla vi siete spaventati a morte solo perché un altro podista (che non avevate sentito) vi ha affiancato e superato, arrivando come un’ombra minacciosa dalle vostre spalle? E quante volte invece una bici, un motorino, un’auto ha rischiato di inforcarvi senza requiem mentre voi ascoltavate (ridendo) il Trio Medusa o Lillo & Greg? Succede a chi ha bisogno di un sottofondo per correre, quasi un mantra per non pensare alla fatica o ai chilometri che corrono rapidamente sotto i piedi.

Soluzione

Le abitudini sono dure da cambiare. Ma si può sempre usare qualche briciolo di buon senso. Già esiste una bella differenza se correte su strada o su un percorso nel verde. Nel primo caso il consiglio è di non usare assolutamente gli auricolari, di stare con le orecchie dritte e stare concentrati sui rumori del traffico. Nel secondo, se proprio non riuscite a fare a meno di radio, iPod o altre diavolerie, abbassate l’audio o infilatevi un solo auricolare. Non abbiamo accennato ad una “fauna” di podisti del tutto nuova, coloro che corrono parlando al cellulare. Un po’ perché sono pochi e non fanno casistica, un po’ perchè sollecitano molta invidia. Chi riesce a correre e parlare contemporaneamente è ben allenato. Beato lui...

5. Senza ritorno

Capita spesso di sentire amici podisti lamentarsi perché non riescono ad allungare il minutaggio delle sedute oppure perché si annoiano sempre sullo stesso percorso. In tutti e due i casi occorre inventarsi delle varianti e, assolutamente, non correre nei pressi della propria auto, non avere mai in testa, neppure lontanamente, l’idea calamitante (non solo i pigri) che in

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5’ si può smettere di correre, risalire in auto e tornare a casa.

Soluzione

La cosa migliore sarebbe seguire un percorso senza via d’uscita che non sia quella di tornare indietro al punto di partenza. Questo è un buon sistema per stabilire in anticipo quanto correre: quaranta minuti (20’ + 20’), un’ora (30’ + 30’) o quel che si vuole. Per trovare

nuovi percorsi, ammesso che siate nel verde (la città dovreste conoscerla, no?) si può andare alla ventura, seguendo i sentieri tracciati e tenendo d’occhio il cronometro, perché poi dovrete tornare indietro. Oppure perlustrare la zona con la mountain bike per evitare sorprese. E poi, alla fine, se non ce la fate e tornate indietro camminando, nessun problema. Non lo saprà mai nessuno... ■




Il bambino e il dentista Si chiama “odontofobia”, ed è una delle paure più diffuse anche tra gli adulti. Ma si tratta di una preoccupazione che nasce da piccoli. Ecco come evitarla di Benedetta Ceccarini

Il nome corretto è “odontofobia”, più comunemente nota come paura del dentista, e colpisce circa il 60% degli italiani alle prese con la cura dei propri denti. Principalmente si ha paura di pro-

vare dolore, ma spesso si tratta di un timore irrazionale causato da preconcetti sbagliati, dal fastidio di avere le mani di qualcun altro in bocca, o anche dall’avversione per siringhe, medicinali e am-

biente ambulatoriale in genere. Di solito nasce fin dalla prima visita dal dentista, da piccoli, soprattutto quando genitori e dentista non prendono le dovute precauzioni e accorgimenti per

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evitarlo. Ecco perché vogliamo aiutare voi e i vostri bambini con alcuni consigli pratici. “Ci sono casi in cui si impiega oltre un quarto d’ora solo per far sedere il bambino sulla poltrona spiega il dottor Marco Turco, dentista e responsabile dei programmi di cura Samadent - durante gli anni in cui il bambino perde i denti da latte per mettere i denti permanenti, è opportuno fare dei controlli periodici dal dentista, per questo è necessario educare il piccolo paziente a vederlo come una figura amica o, almeno, non negativa”. Innanzitutto la prima visita dal dentista pediatrico (o pedodentista) deve essere fatta all’età di 1 anno, a meno che il pediatra non ritenga necessaria una visita precedente. Successivamente i bambini dovranno essere controllati ogni 6 o 12 mesi in modo tale da monitorare l’igiene orale, la dieta e lo sviluppo dell’intera bocca. È consigliabile che la prima esperienza del bambino dal dentista non coincida con la necessità di eseguire un trattamento, una semplice visita di controllo sarà sicuramente meno traumatica come primo approccio. Non rimandate troppo a lungo la

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prima visita perché più il bambino è piccolo, più sarà ben disposto verso le novità e non avrà preconcetti verso l’ambiente medico (che più avanti potrebbe associare con siringhe, tamponi, ecc…). Mai e poi mai minacciare il bambino, usando il dentista come una punizione (ad esempio se mangia troppi dolci o non vuole lavarsi i denti) e, se anche voi genitori soffrite di paura del dentista, cercate di controllarla, per non influenzare vostro figlio e presentateglielo come un amico che si prenderà cura dei suoi dentini. Per prenotare le visite scegliete momenti della giornata in cui i

bambini non sono stanchi (quindi nervosi), come la mattina o metà pomeriggio, dopo il riposino. Mentre siete in sala d’attesa distraetelo con giochi o disegni da colorare, spesso disponibili dai dentisti pediatrici. Noterete inoltre che lo studio del dentista pediatrico è colorato e accogliente, come dovrebbe essere l’ambulatorio del pediatra, simile ad un asilo, per far sentire i bambini in un ambiente sereno e conosciuto. I dentisti pediatrici, poi, sono abituati a “trattare” con i pazienti più piccoli ed hanno affinato una serie di tecniche ed espedienti, come

IL CALENDARIO DEI “DENTINI” Di solito i primi dentini compaiono a 6-10 mesi ma il lasso di tempo può essere più ampio, tra i 4 e i 17 mesi, a seconda del bambino. Anche il completamento della dentizione da latte, formata da 8 incisivi, 4 canini e 8 molari, può avvenire in periodi variabili, di solito tra i 24 e i 30 mesi. La caduta dei primi denti decidui di solito avviene intorno ai 6 anni. Dapprima cadono gli incisivi superiori, poi i canini, poi i molari. Contemporaneamente alla caduta degli incisivi, compaiono i primi molari permanenti. Dai 6 ai 12 anni, dunque, sarà normale osservare la presenza contemporanea di denti da latte e denti permanenti.



L’ATTRAZIONE-SPAZZOLINO E L’IGIENE ORALE I bambini, di norma, dovrebbero imparare a lavarsi i denti da soli intorno ai 6-7 anni. Questo non significa che non ci proveranno prima, anche perché spazzolino e dentifricio rappresentano un’attrattiva simile a qualsiasi altro gioco per i più piccini. Insegnategli comunque a farlo sempre in vostra presenza, per evitare inconvenienti, almeno fino ai 10 anni di età. Come per tutti, anche per i bambini il consiglio è di lavare i denti dopo ogni pasto, 3 volte al giorno dunque, finché non diventa un’abitudine consolidata. Il momento più importante per l’igiene dentale quotidiana resta quello prima di andare a letto, perché, mentre durante il giorno la saliva svolge un ruolo disinfettante e antibatterico, la notte l’organismo va in uno stato di metabolismo basale dove la produzione della saliva diminuisce notevolmente e quindi cala anche il livello di protezione dei denti. Vi ricordiamo che esistono dentifrici e spazzolini specifici per i più piccoli (alcuni anche commestibili, per evitare inconvenienti se il bambino dovesse ingoiarli), mentre l’uso del filo interdentale è consigliato dopo i 6-7 anni di età, quando i bambini hanno acquisito una certa manualità. Esistono diverse tecniche per lavare i denti ai bambini. Ve ne illustriamo alcune, per non farvi trovare impreparati al primo approccio con spazzolino e dentifricio.

per molti altri oggetti, la prima cosa che fa è cercare di toglierlo di mano al genitore per giocarci. A questo punto si rende necessario un secondo spazzolino, ma spesso e volentieri anche questo finirà tra le manine di vostro figlio. Qui entra in gioco il terzo spazzolino, per riuscire finalmente a lavare i denti, una volta che entrambe le mani sono impegnate. 2) Usare i racconti: come esistono le favole per mangiare o dormire, ci sono anche quelle per lavare i denti. Distraete il bambino descrivendogli tutto quello che c’è nella sua bocca (denti, lingua, gengive, palato… anche con una canzoncina) oppure provate a fare un elenco di tutti i cibi che quel giorno sono entrati nella sua bocca e che volete togliere ben bene dai dentini. 3) La TV: essendo la madre di tutte le distrazioni, c’è chi la usa anche per lavare i denti ai propri figli, distratti quel tanto che basta per avere la loro collaborazione. Valgono allo stesso modo anche iPad, computer e simili. 4) L’aiuto da casa: quando il bambino è davvero poco collaborativo, necessita dell’aiuto di un altro genitore, per tenerlo fermo o distrarlo mentre gli lavate i denti. Ma tranquilli, dopo alcune volte che si esegue questa manovra il bambino capirà che sarà meglio non opporre resistenza per sbrigare il compito più velocemente e senza fastidi.

Per ulteriori consigli, dritte e un forum dedi1) Usare più spazzolini: quando un bambino cato, vi consigliamo il portale vede per la prima volta lo spazzolino, come http://www.ildentistadeibambini.it/. coinvolgerli nella visita facendogli alzare e abbassare la poltrona o toccare gli strumenti che useranno, mettere schermi con cartoni animati o musiche per bambini durante la visita e, soprattutto, hanno una pazienza degna dei migliori educatori, che li porta a dedicare ad ogni bambino tutto il tempo necessario per tranquilliz-

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zarlo e rendere la visita un gioco. C’è persino chi ha sviluppato doti artistiche alla Patch Adams, gonfiando i guanti chirurgici come palloncini per giocare con i piccoli pazienti. Se, però, siamo di fronte ad un caso particolarmente ostico di odontofobia, esistono anche rimedi farmacologici come la seda-

zione cosciente inalatoria. Si tratta di una tecnica innovativa, anallergica e priva di effetti collaterali che consiste nel far inalare al bambino un mix di ossigeno e gas esilarante, attraverso apposite mascherine attive, per indurre un rilassamento generale e favorire la diminuzione dell’ansia e della sensibilità al dolore. ■




Dolore, le dolci terapie Spesso utilizzate insieme alla medicina convenzionale anche agopuntura, manipolazione e omeopatia danno buoni risultati di Andrea Giordano medico internista

I dati riportati su “Complementary and alternative medicine use among adults” riferiti alla situazione USA 2002, mostrano che 62 su 100 statunitensi fanno ricorso alle medicine complementari. In Austria, Francia, Germania e Gran Bretagna fino al 40% della popolazione ricorre a cure

non convenzionali. Dai dati ISTAT nel nostro paese il 15% circa della popolazione ricorre alla CAM (acronimo anglosassone di Medicina Complementare ed Alternativa). La discrepanza dei dati è notevole ma va detto che nelle statistiche statunitensi è considerata

medicina alternativa anche la preghiera. In questo articolo prenderemo in esame le principali medicine complementari (agopuntura, omeopatia, fitoterapia e trattamenti manuali) cercando di definirle e collocarle nella scacchiera dei presidi disponibili per la lotta

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al dolore. Un primo aspetto da puntualizzare è che questa teoria della medicina alternativa è ormai un po’ datata e nel secolo attuale ha lasciato il posto alla “medicina integrata”, la cui definizione prospetta e stimola la possibile collaborazione tra modelli terapeutici differenti. In Italia ricorrono alle CAM più frequentemente donne laureate o diplomate, dirigenti, imprenditori e liberi professionisti. Il nord Italia si affida alle cure non convenzionali molto più frequentemente del meridione. Un dato molto interessante è questo: tre persone su quattro si sono rivolte alle terapie complementari non in modo esclusivo ma integrandole con la medicina classica. Questa condivisione di più approcci medici è scelta dalla gran parte dei pazienti e su questo dovrebbe riflettere chi è convinto della incomunicabilità del modello olistico della medicina alternativa. Credo che in modo molto lucido e contemporaneo, nonostante lo scritto che sto per citare sia datato 1972, Gregory Bateson antropologo e psichiatra affermava che: “All’interno di questa scienza [la medicina] c’è una conoscenza straordinariamente scarsa… del corpo visto come sistema autocorrettivo organizzato in modo cibernetico e sistemico. Cannon ha scritto un libro sulla saggezza del corpo ma nessuno ha scritto un libro sulla saggezza della scienza medica, poiché la saggezza è proprio ciò che le fa difetto. Per saggezza intendo la conoscenza del più vasto sistema interattivo”. Come dire: l’uomo è un tutt’uno e non la semplice somma delle parti ma una complessità articolata che richiede un approccio globale come globale è la patologia o il sintomo. Il dolore cronico, di tutto ciò, ne è l’esempio più calzante. In questo caso, più che mai, esiste una contrapposizione basata sulle

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prove di efficacia. Da una parte, infatti, il mondo biomedico produce prove di efficacia con studi clinici validi che rappresentano il pane quotidiano della EBM (Evidence Based Medicine), mentre dall’altra parte c’è il mondo delle CAM che i “compiti a casa” li fa meno spesso e decisamente meno ordinati ma che probabilmente non è indagabile con il metodo scientifico classico. In modo pragmatico comunque al di sopra di tutte le querelle, i contrasti e le contrapposizioni c’è l’uomo, il paziente, con un problema che lo affligge e la necessità assoluta di una soluzione.

Osteopatia e chiropratica utili per chi ha dolore muscoloscheletrico

Da sempre medici e pazienti occidentali hanno guardato con molta curiosità ed attenzione alla medicina cinese. Questa interpreta la salute come uno stato di equilibrio e la malattia come la perdita di questo equilibrio. La cura per la scienza cinese passa attraverso lo stimolo di flussi energetici in canali idonei (meridiani) che percorrono il corpo e vengono stimolati da aghi (agopuntura), calore (moxibustione), pressione delle dita (tuina), movimento e automanipolazione (qigong e taiji quan). Per la cura del dolore l’agopuntura è una delle metodiche più usate e si basa sulla stimolazione con ago di punti dolenti o punti specifici di controllo del dolore. Degli agopunti se ne sa di più da dopo l’avvento della RMN funzionale, metodica di diagnostica per immagini che valuta il cervello se-

condo la sua attivazione in risposta a stimoli differenti. Reputo che il dato di maggior rilievo di questi studi è che metodiche di diagnosi del mondo occidentale sono utilizzate per spiegare fondamenti e dinamiche della medicina orientale. Anche pratiche di meditazione e ginnastiche energetiche come taiji e qigong vengono frequentemente usate nella terapia del dolore relato a patologie come ad esempio l’Artrite Reumatoide, ottenendo miglioramento dei movimenti delle gambe, aumentandone la fluidità articolare e facilitando così l’analgesia. Spesso rientra in programmi di cure integrate anche la medicina omeopatica, alternativa per eccellenza tra le scienze mediche, ma che sta trovando una sua collocazione in protocolli terapeutici articolati, nonostante la contrapposizione dogmatica con la medicina convenzionale. I preparati omeopatici vengono realizzati con una procedura di dinamizzazione di prodotti di base vegetali, animali o minerali che vengono scelti proprio perché in grado di riprodurre nel sano i sintomi della malattia stessa; da qui il nome di omeopatia dal greco omoios (simile) e patos (sofferenza) che si contrappone al principio di allopatia della medicina tradizionale. La malattia secondo la medicina omeopatica nasce da una perdita delle dinamiche della forza vitale e la cura è quindi un tentativo di riequilibrio che va stimolato al fine di riconquistare lo stato di salute. Il fatto che anche dosi molto piccole di sostanze (dette appunto in gergo comune dosi omeopatiche) siano in grado di riattivare dinamiche perse o sovvertite è dovuto all’effetto ormetico delle sostanze stesse (detto anche effetto bifasico) tale per cui dosi molto basse hanno effetti significativi come dosi elevate.



Le diluizioni di sostanze omeopatiche a volte sono tali per cui nei preparati non c’è più traccia del principio attivo e si sfrutta quindi la teoria della memoria dell’acqua, secondo cui il solvente, in cui un principio è diluito, mantiene memoria di esso e della sua azione anche quando non lo contiene più. Non esiste una sola omeopatia ma varie omeopatie: unicista se usa un rimedio per volta, complessista che utilizza più rimedi insieme e omotossicologica che sfrutta le omotossine per riattivare le funzioni disintossicanti dell’organismo. Diversamente alternativa è la fitoterapia, pratica antichissima che si basa sull’uso di piante medicinali. L’ho definita diversamente alternativa poiché in realtà più convenzionale delle altre, infatti anche l’industria farmaceutica utilizza numerose sostanze vegetali per la sintesi dei farmaci. Nonostante tutto comunque il mercato dei fitoterapici è stato sempre separato e parallelo a quello dei farmaci tradizionali. Attualmente la segnalazione di reazioni avverse di erbe medicinali, prodotti erboristici ed integratori è oggetto di una valutazione continua da parte dell’Istituto Superiore di Sanità con modalità che sono del tutto simili a quelle della farmacovigilanza. Grandi diffusioni, nella lotta al dolore cronico hanno le tecniche antistress e meditative. La più famosa metodica di rilassamento occidentale è il training autogeno, questo e le altre metodiche meditative si basano sull’induzione di un rilassamento profondo in grado di potenziare i circuiti antistress e amplificare la capacità di adattamento dell’individuo. È intuitivo quanto la cura di questo aspetto psicologico e mentale sia di aiuto e sostegno in malattie che sono causa di dolore cronico ed invalidante. In ultimo è opportuno accennare

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alle terapie manuali: osteopatia, chiropratica, shiatsu e tuina. Osteopatia e chiropratiche sono discipline occidentali, condividono tra loro la filosofia di fondo sviluppandosi entrambe sulla interconnessione tra postura, sistema muscolo-scheletrico, sistema nervoso ed organi. A queste due pratiche si rivolgono soprattutto persone con dolore muscolo-scheletrico dove, soprattutto in problematiche croniche, meccaniche e posturali, la riorganizzazione manuale dell’assetto corporeo contribuisce significati-

vamente allo stato di salute. Shiatsu e tuina sono invece metodiche di origine orientale che si basano sulla pressione e stimolazione manuale dei punti che sono lungo meridiani energetici che sono gli stessi dell’agopuntura. Oggi quindi la spinta verso una medicina integrata è sempre più forte, ma perché si realizzi occorre intraprendere un dialogo costruttivo e virtuoso con una crescita interculturale che apra prospettive diverse di gestione della malattia e di salvaguardia della salute dell’uomo. ■




INSERTO GOLD SETTEMBRE 2014

FACCIAMO PREVENZIONE! IMPARIAMO A PRENDERCI CURA DELLA NOSTRA SALUTE VALORE SALUTE: IL NETWORK DI FARMACIE AL SERVIZIO DELL’INFORMAZIONE E DELLA PREVENZIONE Questo mese non ci limitiamo a “parlare” di prevenzione con uno speciale interamente dedicato all’autoanalisi del sangue e alla rilevazione della pressione, ma ti invitiamo in Farmacia per imparare a riconoscere ed ascoltare i campanelli di allarme che il nostro organismo ci invia in caso di “pericolo”. Le Farmacie del Network si stanno dotando di strumenti professionali innovativi per rispondere in termini di vicinato ed in modo appropriato alla domanda sempre più frequente di monitoraggio e prevenzione. Misurazione periodica quindi... a portata di mano, senza peraltro dimenticare che prevenzione non significa solo “misurare” ma anche e soprattutto uno stile di vita sano basato su alimentazione bilanciata e attività fisica quotidiana. Le Farmacie Valore Salute che da sempre mettono al centro del loro operato la salute dei cittadini e trovano nell’informazione e nella prevenzione i principi ispiratori del Network, ti aspettano per consigliarti e guidarti nella scelta dei prodotti e dei servizi più idonei alle tue esigenze di salute. Passa nella tua Farmacia Valore Salute a conoscere attività e servizi che abbiamo pensato per te e per chi fa parte della tua famiglia, compresi gli amici a quattro zampe.

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Ipertensione e autoanalisi La cosiddetta “pressione alta” interessa oltre il 30% della popolazione. Un parametro da tenere sotto controllo con strumenti e test adeguati, che è possibile effettuare anche in farmacia a cura della redazione di Optima Salute

“Ho la pressione alta”. Quante volte, tra parenti, amici, semplici conoscenti, avete sentito pronunciare questa frase? Tante, immaginiamo, visto che, secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità,

l’ipertensione arteriosa è un problema che in Italia colpisce in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne, quindi una popolazione compresa tra i 15 ed i 18 milioni, che ha come conseguenza circa 240 mila


decessi ogni anno. Numeri importanti per una malattia subdola, silenziosa, che non dà disturbi e con sintomi che spesso si presentano dopo molti anni, quando sono stati già provocati danni all’organismo. Il sistema di allarme più efficace consiste nel controllare regolarmente la pressione arteriosa e mantenerla a livelli raccomandati, che come vedremo permette di diagnosticare l’ipertensione, verificare l’efficacia della terapia ed evitare pericolose complicanze, visto che stiamo parlando di una condizione che rappresenta il fattore di rischio più importante per ictus, malattie legate all’invecchiamento (disturbi della memoria, disabilità), nonché per infarto del miocardio, aneurismi, occlusione delle arterie degli arti inferiori, insufficienza renale cronica e retinopatia. Nella maggior parte dei casi non è facile stabilire con certezza le cause dell’ipertensione, che viene pertanto definita “essenziale”. Per questo motivo si parla di un insieme di fattori predisponenti, che favoriscono la comparsa della malattia, come un aumento del tono del sistema nervoso simpatico, una diminuita capacità di eliminazione di sodio da parte del rene, fattori genetici, alimentari o dello stile di vita, invecchiamento. L’ipertensione secondaria sorge in conseguenza di altre malattie (5-10% dei casi) ben definite, come patologie del rene (nefropatia parenchimale bilaterale, malattia reno-vascolare...), coartazione dell’aorta, patologie endocrine (ipertiroidismo, sindrome di Cushing...) oppure può manifestarsi in seguito a terapie a base di cortisone, ciclosporine o FANS. Tra i fattori di rischio la predisposizione genetica incide per circa il 30%, ma sono considerate pericolose anche scorrette abitudini alimentari o stili di vita sbagliati (fumo, alcol, vita sedentaria, sovrappeso e stress). Gli uomini sono più soggetti al rischio di diventare ipertesi fino a 30-40 anni, poi la situazione si inverte. Per quanto riguarda i bambini, nell’80-90% dei casi sviluppano un’ipertensione secondaria (legata a fattori ormonali, renali o ad anomalie cardiache), mentre negli anziani un lieve aumento della pressione sistolica (tra 10 e 20 mmHg in più) è tollerabile a causa dell’età.

La pressione giusta

Per definizione (Ministero della Salute) la pressione arteriosa “è la forza esercitata dal sangue contro la parete delle arterie. A ogni battito del cuore, il sangue esce dal ventricolo sinistro attraverso la valvola aortica, passa nell’aorta, e si diffonde a tutte le arterie. Quando il cuore si contrae e il sangue passa nelle arterie, si registra la pressione arteriosa più alta, detta ‘sistolica’ o ‘massima’; tra un battito e l’altro il cuore si riempie di sangue e all’interno delle arterie si registra la pressione arteriosa più bassa, detta ‘diastolica’

o ‘minima’. La misurazione della pressione si registra a livello periferico, usualmente al braccio e viene indicata da due numeri che indicano la pressione arteriosa sistolica e la diastolica, misurate in millimetri di mercurio (es. 120/80 mmHg). Quando i valori di sistolica e/o di diastolica superano i 140 (per la massima) o i 90 (per la minima), si parla di ipertensione”. Secondo la classificazione del JNC 7 (Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation and Treatment of High Blood Pressure) si considera ‘normale’ una pressione sistolica inferiore a 120 mmHg e una pressione diastolica inferiore a 80 mmHg. Al di sopra dei 140 mmHg di massima o dei 90 mmHg di minima si è ipertesi. Si parla di ipertensione ‘sistolica isolata’ quando è solo la massima ad essere alta (cioè ≥ 140 mmHg).

ClaSSIFICazIonE DEll’IPERtEnSIonE aRtERIoSa SEConDo Il

JnC 7

Pressione sistolica Pressione diastolica

Normale Pre-ipertensione Ipertensione stadio 1 Ipertensione stadio 2 Ipertensione sistolica isolata

(in mmHg)

(in mmHg)

90-119 120-139 140-159 ≥ 160

60-79 80-89 90-99 ≥ 100

≥ 140

≤ 90

Come misurarla

La pressione si misura con un apparecchio che si chiama sfigmomanometro, ma per avere risultati attendibili occorre adottare delle misure ben precise. La cosa migliore, in ogni caso, è di farsela misurare, quando possibile, dal medico di famiglia o dal farmacista di fiducia. Vediamo il dettaglio:


1) È essenziale non aver fatto sforzi negli ultimi 5-10 minuti, nemmeno le scale per salire in ambulatorio e non aver fumato o bevuto caffè nell’ultima mezzora. Dopodiché, mettersi seduti comodamente, ben appoggiati allo schienale, senza incrociare in alcun modo le gambe o i piedi. 2) Appoggiare l’avambraccio su un tavolo o su un

supporto stabile, mantenendo il braccio all’altezza del cuore. Prima dell’applicazione del bracciale è necessario rimuovere tutti gli indumenti che costringono il braccio, dopodiché si posiziona il manicotto dello sfigmomanometro al di sopra della piega del gomito, facendo attenzione a renderlo ben aderente al braccio ma né troppo stretto, né troppo lento. In caso di obesità bisognerà utilizzare gli appositi bracciali, più alti e più larghi di quelli standard.

3) Utilizzando lo sfigmomanometro a mercurio o l’anaeroide (apparecchio professionale) è necessario gonfiare il manicotto fino a 30 mmHg oltre la scomparsa sia dei rumori provenienti dal fonendoscopio che del polso radiale: in questo momento la pressione

Il “detective” Holter Perché monitorare la Pressione arteriosa nelle 24 ore (Holter Pressorio)? Il monitoraggio della pressione arteriosa delle 24 ore è una metodica ormai ampiamente diffusa ed accessibile anche in Farmacia, che permette di monitorare la pressione in maniera accurata e dettagliata durante tutta la giornata. Il paziente Iperteso, o sospettato di esserlo, deve essere sottoposto ad un monitoraggio della pressione arteriosa delle 24 ore, per valutare con precisione la variazione pressoria nelle diverse attività della giornata: mentre lavora, nei momenti di relax casalingo, e soprattutto di notte, quando sono maggiori i rischi di eventi cardiovascolari. Ciò permette al Medico di migliorare la diagnosi di Ipertensione arteriosa, di rendere più efficace il trattamento antiipertensivo e quindi di meglio prevenire le Malattie Cardiovascolari da essa conseguenti. Il monitoraggio della pressione delle 24 ore (Holter Pressorio) è indicato: • Per confermare la diagnosi di Ipertensione. • Quando si vuole valutare l’efficacia del trattamento antiipertensivo, in termini di copertura delle 24 ore. • In casi di significativa discrepanza tra la pressione misurata nell’ambulatorio Medico, in Farmacia o a casa.

del bracciale è superiore alla pressione arteriosa. 4) Posizionare il fonendoscopio sulla arteria brachiale (parte interna del braccio, non posizionare il fonendoscopio sotto il manicotto) e sgonfiare lentamente il manicotto: il primo tono udibile corrisponde alla pressione arteriosa sistolica, l’ultimo tono udibile alla pressione arteriosa diastolica. Eseguire due misurazioni a distanza di qualche minuto; il valore medio fra le due misurazioni viene considerato il valore della persona. 5) Utilizzando il misuratore elettronico basta invece azionare il bottone per il gonfiaggio automatico del bracciale; gli apparecchi automatici offriranno la lettura completa della pressione arteriosa sistolica, della diastolica e delle pulsazioni cardiache. 6) La pressione arteriosa può essere rilevata indifferentemente al braccio destro o sinistro. A volte però possono esserci differenze tra un braccio e l’altro, e in questo caso bisogna misurare la pressione dal braccio dove risulta più elevata.

7) In generale è consigliabile misurare la pressione la mattina al risveglio e la sera.


• In casi di Ipertensione resistente al trattamento farmacologico assunto regolarmente. • In casi di sospetta Ipertensione durante il sonno notturno. • In casi di sospetta Ipertensione arteriosa in gravidanza. • In episodi di Ipotensione Arteriosa. La Pressione Arteriosa che sembra normale in alcuni momenti della giornata, può non esserlo per tutte le 24 ore, ed esporre quindi al rischio di Malattie Cardiovascolari.

Perchè effettuare l’Holter Pressorio in Farmacia? L’importanza della Farmacia nell’erogare servizi, come il monitoraggio della Pressione delle 24 ore, è riconosciuto dal punto di vista legislativo dal Ministero della Salute con il decreto del 16 dicembre 2010. La Farmacia è infatti il presidio della Salute sul territorio dove poter effettuare sia prestazioni analitiche di prima istanza, rientranti nell’area dell’autocontrollo (test di glicemia, colesterolo, trigliceridi, emoglobina, ecc.), che esami strumentali specialistici, come l’Holter Pressorio.

La pressione arteriosa può essere rilevata dal braccio destro o sinistro

L’obiettivo per il Servizio Sanitario Nazionale è quello di migliorare il servizio al paziente, sgravare le strutture ospedaliere di attività erogabili sul territorio e ridurre i costi. Il servizio Holter Pressorio in Farmacia è effettuato: • Con apparecchi di nuova generazione accurati e validati da Società Scientifiche. • In conformità a quanto previsto dalle Linee Guida. • Nel rispetto della legge sulla privacy e per il trattamento dei dati sensibili del Paziente. • Con personale qualificato a svolgere tale attività. • Con un altissimo livello qualitativo grazie alla telemedicina che garantisce la supervisione e la diagnosi dell’esame del Medico.

I Vantaggi del servizio Holter Pressorio in Farmacia sono: • L’esame è praticamente sotto casa, ma in un ambito sanitario e professionale. • Tempi di attesa brevi, in Farmacia non si fanno lunghe code per prenotare o effettuare l’esame. • Tempi rapidissimi di rilascio del referto (c.a. 2 ore) e possibilità di invio anche per e-mail a paziente e Medico. • Prezzi contenuti, allineati o inferiori, al ticket sanitario previsto. Al tuo Farmacista Valore Salute puoi sempre rivolgerti con fiducia!


sciutto crudo contiene già la dose giornaliera raccomandata. Per questo è importante leggere sempre l’etichetta dei prodotti confezionati che compriamo, in modo da valutare la quantità di sale: se si mangia un prodotto salato è importante compensare con un altro senza o con basso contenuto di sale. Consumare non più di 5 g di sale al giorno riduce la pressione arteriosa fino a 6-8 mmHg. alcol. Limitarne il consumo a non più di 1 bicchiere di vino al giorno per le donne, non più di 2 per gli uomini. Un drastico cambio di abitudini può portare a ridurre la pressione arteriosa di 2-4 mmHg. Peso. Dimagrire considerevolmente, in caso di sovrappeso/obesità porta vantaggi innegabili. Ogni 10 kg persi, la pressione arteriosa si riduce di circa 5-10 mmHg. attività. Praticare regolarmente attività fisica aerobica, mettendo come base almeno 30 minuti di camminata a passo veloce, bicicletta, nuoto, per almeno 5 volte/settimana. Grazie all’esercizio, infatti, si consumano calorie, si abbassano le resistenze periferiche, aumentano le fibre muscolari lente e s’innesca un circolo virtuoso che determina una riduzione della pressione. L’aumento dell’attività motoria produce la riduzione di 4-9 mmHg. Fumo. Smettere, non ci sono vie di mezzo. Stress. Imparare a gestirlo, usando tecniche yoga, di meditazione, rilassamento, e tutto quello che è utile per allontanare le tensioni. Se nonostante il cambiamento dello stile di vita i valori pressori non tornano alla norma, dopo circa sei mesi è necessario il ricorso a una terapia farmacologica.

Alimentazione e “vita” mirate

Secondo le linee guida del Ministero della Salute uno dei cardini della prevenzione è l’alimentazione, che deve essere possibilmente ricca di fibre (frutta e verdure) e pesce, povera di grassi saturi (quelli di origine animale, carni rosse, salumi, insaccati, formaggi) e con il giusto contenuto di calorie. ● Verdura e frutta: sono importanti perché molto ricche di fibre e potassio: un’alimentazione del genere, tipica dell’area mediterranea dei primi anni ’60, aiuta ad abbassare la pressione di circa 8-14 mmHg. ● Sale: va ridotto gradualmente quello aggiunto alle pietanze e la quantità di cibi saporiti che ne contengono in abbondanza, come dado da cucina, cibi in scatola, carne, tonno, sardine, alici, salse, sottaceti, formaggi, salumi e insaccati. La quantità di sale che si consuma nella giornata non dovrebbe superare i 5 grammi (pari ad un cucchiaino da tè). Un etto di pro-

Perdere 1000 calorie a settimana, un significativo aiuto per la salute

I farmaci maggiormente utilizzati contro l’ipertensione sono: diuretici, simpaticolitici, inibitori adrenergici (betabloccanti), calcio antagonisti (diidropiridine, benzodiazepine, difenilalchilamine, fenilalchilamine), inibitori del sistema renina-angiotensina (captopril, enalapril, lisinopril, perindopril e ramipril), vasodilatatori ad azione diretta. Normalmente i farmaci hanno un tempo di risposta che varia dalle 2 alle 6 settimane dall’inizio della terapia. Se dopo 5-6 settimane non si è raggiunto un risultato adeguato, generalmente si tende ad associare un altro farmaco.


L’IPERTENSIONE IN ITALIA REGIONE PER REGIONE Nord Ovest: il 33% degli uomini e il 29% delle donne sono ipertesi; il 20% degli uomini e il 15% delle donne sono in una condizione di rischio. Centro: il 31% degli uomini e il 29% delle donne sono ipertesi; il 18% degli uomini e il 13% delle donne sono in una condizione di rischio. Nord Est: il 37% degli uomini e il 29% delle Sud e Isole: il 33% degli uomini e il 34% donne sono ipertesi; il 22% degli uomini e il delle donne sono ipertesi; il 17% degli uo16% delle donne si trovano in una condi- mini e il 13% delle donne sono in una conzione di rischio. dizione di rischio.

L’ipertensione arteriosa, secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità col “Progetto Cuore” colpisce più nel nord est che altrove. Le regioni meno a rischio sono Valle d’Aosta, Marche e Abruzzo, quelle che stanno peggio Friuli Venezia Giulia e Calabria. Ecco il dettaglio al completo.

Analisi e... autoanalisi

Se un paziente ha valori alterati relativamente a colesterolo totale, Hdl, Ldl, trigliceridi e glicemia a digiuno ed è anche affetto da ipertensione arteriosa, ci troviamo di fronte alla più diffusa patologia del terzo millennio, almeno nei paesi occidentali, pericolosa per il rischio elevato di contrarre malattie cardiovascolari: la sindrome metabolica, cioè è una patologia multifattoriale che coinvolge più organi ed apparati. Si ha la certezza diagnostica quando, a valori di circonferenza addominale superiori alla norma (più di 94 cm nell’uomo e 80 nella donna, segno della deposizione di tessuto adiposo viscerale) si associano almeno due tra i fattori negativi precedenti: ipertensione, aumento del colesterolo Ldl o dei trigliceridi, diminuzione del colesterolo Hdl (ha un effetto protettivo nei confronti dell’arteriosclerosi), aumento della glicemia. La terapia della sindrome metabolica è legata, oltre che alla cura delle singole patologie, anche e soprattutto a una modificazione dello stile di vita. In questo ambito assume importanza fondamentale l’attività fisica e una diminuzione delle calorie introdotte con il cibo: in generale si può affermare che assumere una quota di 1000 kcal settimanali in meno comporti una significativa diminuzione della mortalità, (anche se non è ancora ben chiara la dose ottimale, condizionata com’è dal sesso, età, eventuali patologie concomitanti, e componenti genetiche e psichiche). Secondo le linee guida della società internazionale del diabete, la dose ottimale di attività fisica (prevalentemente aerobica) da svolgere è stimata in 3 sedute settimanali di 4550’ oppure 5 da 30’. Questa sindrome rappresenta un notevole pericolo per la salute: ogni aumento di 5 cm della circonferenza addominale comporta un aumento dell’11,9% di possibilità di ammalarsi di pato-

logie cardiovascolari. Riassumendo per punti: 1. l’attività fisica comporta calo ponderale; 2. una diminuzione di peso determina un abbassamento dei valori pressori; 3. conseguentemente si riduce la circonferenza addominale; 4. migliora l’insulinoresistenza alla base del diabete e in ogni caso si riduce la posologia dei farmaci ipoglicemizzanti; 5. una dieta ipocalorica comporta un calo dell’ipertrigliceridemia; 6. dieta e attività fisica aumentano la frazione del colesterolo HDL; 7. l’esercizio fisico comporta la produzione delle arcinote endorfine, droghe “endogene” che aumentano il buonumore e facilitano la prosecuzione di questi “sacrifici”; 8. in questo modo si è motivati a perseverare nel cambiamento, così importante per il proprio futuro; 9. anche i markers dell’infiammazione, causa di danni al sistema vascolare scompaiono, riducendo il rischio cardiovascolare globale; 10. una volta automatizzati, questi comportamenti possono essere trasferiti anche nei figli e nei giovani in genere, perché è da quest’età che la prevenzione ha la maggiore efficacia. I controlli periodici relativamente a prestazioni analitiche di prima istanza rientranti nell’area dell’autocontrollo (test di glicemia, colesterolo, trigliceridi, emoglobina, ecc.) possono essere effettuati in “autoanalisi” anche in farmacia, cioè nel primo presidio della salute sul territorio. Bisogna infatti considerare che pur essendo i test suddetti una importante fonte di informazione utile per controllare e mantenersi vigili sul nostro stato di salute, spesso tendiamo a rinviare l’appuntamento, essenzial-


mente per mancanza di tempo o per pigrizia. Oggi, invece, si può effettuare l’autoanalisi in farmacia, usando una semplice goccia di sangue capillare prelevata dal polpastrello. Misurando in questo modo facile e indolore importanti parametri, si passano preziose informazioni sul nostro stato di salute al medico di base o dallo specialista, contribuendo sollecitamente a prevenire o scoprire una malattia, oppure semplicemente di controllare l’andamento di una terapia. Un’alterazione dei livelli di glucosio nel sangue (glicemia) può far suonare un campanello d’allarme per svariate condizioni patologiche: dal diabete a tumori e patologie acute o croniche del pancreas e del fegato, patologie endocrine dell’ipofisi, del surrene e della tiroide, insuffi-

cienza renale e infarto del miocardio e cerebrale. La maggior parte delle malattie che interessano le vie biliari e il fegato viene “annunciata” da un’alterazione dei valori di gamma glutamil-transferasi (GGT) e transaminasi (GPT e GOT), mentre un aumento della concentrazione di creatinina può essere indice di danno renale, così come possono esserlo aumentati valori di potassio e di acido urico. Altri due parametri molto importanti legati a rischio cardiovascolare, come abbiamo già accennato, sono il colesterolo e le sue frazioni (Hdl e Ldl) e i trigliceridi. Un calo della concentrazione di emoglobina nel sangue, con valori insufficienti ad assicurare la fornitura d’ossigeno alle cellule, invece, può essere sintomo di anemia.

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L’alimentazione, da 0 a 16 anni

Dall’allattamento allo svezzamento, dalla prima infanzia all’adolescenza. I consigli del pediatra per crescere in salute a cura di Gianluca Tuteri pediatra

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Gli studi internazionali più accreditati ritengono che la corretta alimentazione e l’attività fisica costante siano da considerarsi “prevenzione primaria”, una pratica che consente a tutte le età di guadagnare salute e prevenire o ridurre il rischio di contrarre molte malattie. La necessità di educare i bambini ad una corretta ed equilibrata alimentazione è un compito della classe medica, alla quale però occorre la collaborazione quotidiana dei genitori, della scuola, delle istituzioni, perché, dalla nascita al completo sviluppo, l’alimentazione e lo stile di vita determinano la salute delle persone. Abituarsi, fin dalla tenera età, ad un’equilibrata alimentazione influisce sulle abitudini alimentari di domani ed assumere tutti i nutrienti necessari al nostro organismo, mantenere un peso adeguato alla propria altezza, praticare quotidianamente attività fisica, sono fattori che agiscono positivamente sul nostro stato di salute. Oggi sappiamo che la corretta ed equilibrata alimentazione è importante per la salute dei nostri figli, sin dal concepimento: le future mamme e le donne incinte possono ormai contare su consigli per l’alimentazione e lo stile di vita specifici per le loro esigenze. Ogni mamma sa che la gravidanza è un momento importante e impegnativo, per questo il percorso deve essere controllato, passo per passo, dal ginecologo. Dopo il parto, invece, a seguire, guidare e controllare la salute e la crescita di un bambino dall’allattamento, allo svezzamento, dalla prima infanzia all’adolescenza, è il pediatra, figura di fiducia che accompagnerà per molti anni i genitori e i loro figli nell’impegnativo mestiere di crescere un piccolo.

Dieta varia, completa, equilibrata L’alimentazione è parte essenziale di questa crescita, perché ne influenza sia la struttura fisica sia le abitudini alimentari che, da 0 a 16 anni, si saranno radicate nei loro comportamenti; l’insegnamento delle regole per un corretto nutrimento è in gran parte compito dei genitori e questo ambito educativo necessita di convinzione, conoscenza ed applicazione quotidiana. Noi e i nostri bambini mangiamo alimenti, ma il nostro corpo li trasforma (metabolizzazione) in nutrienti, che poi, a loro volta, vengono utilizzati in vario modo per alimentare le cellule del nostro organismo. Per soddisfare il nostro fabbisogno dobbiamo seguire una dieta varia, completa ed equilibrata. Le calorie dovranno essere bilanciate proporzionalmente tra quante se ne introducono e quante se ne spendono, sia nell’attività quotidiana sia per dormire. L’alimentazione sarà corretta ed equilibrata se si manterrà un esatto apporto di macronutrienti e di micronutrienti.

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Macronutrienti:

si definiscono macronutrienti le proteine, i carboidrati (zuccheri) e i grassi (lipidi). Le proteine vengono utilizzate per la costituzione delle cellule e dei tessuti (funzione detta plastica): sono i “mattoncini” che fanno crescere i muscoli e i tessuti dell’organismo dei nostri bambini, forniscono 4 Kcal per grammo e vengono distinte in proteine di origine animale e vegetale. Le prime sono contenute in pesce, carne, uova, latte e derivati, vengono definite ad alto valore biologico perché complete di tutti gli amminoacidi essenziali, assunti necessariamente con gli alimenti, dal momento che il nostro organismo non è in grado di produrli. Le proteine di origine vegetale, invece, sono fornite da legumi e cereali, vengono definite a basso valore biologico, perché non contengono tutti gli amminoacidi essenziali.


I carboidrati apportano 4 Kcal per grammo e il nostro organismo li utilizza come fonte di energia, si distinguono in semplici (zucchero, fruttosio, miele, ecc.) o complessi, come l’amido (presente in pasta, riso, pane, patate, farro, orzo). I carboidrati semplici vengono assorbiti rapidamente, quelli complessi più lentamente durante la giornata. I grassi apportano 9 Kcal per grammo e forniscono al nostro corpo energia che, se non utilizzata, si accumula determinando un aumento di peso. I grassi vengono distinti in grassi di origine vegetale ed animale. Origine vegetale: quelli contenuti in olio di oliva, di mais, di girasole, margarine. Grassi di origine animale: contenuti in carne, insaccati, carni stagio-

nate, formaggi, uova, pesce, frutti di mare e nei condimenti come burro, panna, strutto, lardo.

Micronutrienti:

sono minerali e vitamine che non apportano calorie, ma svolgono molte funzioni per tutto il nostro organismo. Essi hanno il ruolo di bio-regolatori, assicurano cioè il corretto utilizzo di proteine, grassi e carboidrati. Alcuni di loro, come le vitamine A, E, C, D lo zinco, il selenio, il calcio, il fosforo e il ferro hanno molteplici funzioni e sono potenti antiossidanti con funzioni protettive delle cellule. Abbiamo capito come la corretta educazione a tavola segua le varie tappe dello sviluppo di un bambino dallo svezzamento all’adolescenza, iniziamo perciò le istruzioni pratiche di questa sana nutrizione.

Le tappe della crescita 1) Svezzamento È il passaggio graduale dal nutrimento liquido al nutrimento solido e dall’alimento esclusivo (latte) ad una vasta gamma di alimenti con differente gusto e composizione. Non esiste un vero e proprio calendario di inizio e di introduzione dei nuovi alimenti, ogni bambino ha caratteristiche differenti che devono essere considerate per ottenere un’alimentazione ottimale durante lo svezzamento. In generale le linee guida suggeriscono il 6°mese come inizio e incitano il mantenimento per un certo periodo dell’allattamento in-

sieme al divezzo, che ha anche il compito di fornire un adeguato apporto di ferro mediante la carne ed il pesce, poiché intorno al 6°mese il latte non assicura più un ottimale accrescimento. È chiaro che lo svezzamento è, inoltre, quel processo che permette di conoscere nuovi gusti diversi da quello dolce del latte, il cibo cambia consistenza, diventa semisolido e saporito, per di più il piccolo deve apprendere un processo per lui articolato e complesso: la deglutizione e deve staccarsi gradualmente dal caldo, rassicu-

Dal latte ai cibi semi-solidi

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rante ed accogliente seno materno per passare ad un oggetto freddo che non trasmette emozioni: il cucchiaino. Il piccolo è inoltre abitudinario ed ha bisogno di certezze, può pertanto essere utile ricreare il “rito” della pappa in un luogo ben definito con modalità e strumenti che lui riconosce, in fin dei conti la pappa è un momento piacevole da trascorrere a contatto con i genitori, in un luogo tranquillo e senza distrazioni. Il seggiolone deve diventare il suo “ambiente pappa”: un posto comodo, senza costrizioni, piacevole e colorato. Sul seggiolone il bambino può giocare prima

e dopo il pasto, mai durante. Il cucchiaino non deve essere né troppo grande né troppo piccolo, non deve essere mai troppo colmo, va portato alla bocca solo quando il bambino ha deglutito il boccone precedente e va inserito in bocca fino a metà lingua. Il piattino deve essere piccolo, perché il bambino ha necessità di una porzione più piccola rispetto a quella degli adulti. Deve inoltre essere infrangibile, termico (soprattutto per i bambini che impiegano tanto tempo a mangiare, così da preservare la temperatura corretta dell’alimento), colorato e piacevole alla vista.

INTRODUZIONE GRADUALE DEI CIBI cereali: crema di riso e di mais tapioca per la prima pappa, poi dopo il 7° mese crema multi cereali e semolino frutta: inizio mela e pera, poi tutta la frutta di stagione verdura: per la prima pappa il colato e poi il passato carne: prima liofilizzata, poi omogeneizzata (agnello o coniglio inizialmente, poi vitello e pollo) e al 7°mese fresca al vapore pesce: dal 7° - 8° mese platessa, sogliola,

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nasello, merluzzo formaggio: parmigiano e formaggi freschi yogurt: naturale al 6° - 7°mese legumi: dopo l’8°mese due volte alla settimana associati ai cereali uovo: tuorlo entro l’anno di età sale: a 12 mesi olio extra vergine: occupa da sempre una posizione privilegiata, contiene acidi grassi essenziali latte vaccino: al 12° mese.


2) Bambini da 1 a 3 anni A questa età i bambini cominciano a manifestare le loro preferenze, anche negli alimenti. Iniziano a muoversi in autonomia e possono mangiare il cibo che si porta abitualmente in tavola. Purtroppo il sovrappeso e l’obesità infantile non sono un rischio remoto, la percentuale di bambini e adolescenti in questo stato è molto elevata anche in Italia già in questa epoca di vita. È bene, cari genitori, che osserviate la crescita del vostro bambino, misuratene

l’altezza e pesatelo almeno una volta al mese. Non utilizzate il metodo dell’Indice di Massa Corporea o BMI. La diagnosi è complessa, pertanto è bene che sia il pediatra a calcolarlo e fornire i consigli ed i suggerimenti opportuni. Eccone alcuni utili per una corretta alimentazione: ricordate che i bambini in sovrappeso hanno molte più possibilità di rimanere tali o di diventare obesi da adulti con conseguenze importanti sulla salute.

I “NO” DA PRONUNCIARE Diminuire le porzioni, mettere nel piatto solo dell’organismo. quello che si vuole che il bambino mangi. ● Variare quindi l’alimentazione (che deve ● Diminuire la misura dei bocconi e allunessere corretta ed equilibrata) è l’unico gare la durata del pasto. modo per garantire l’assunzione dei nutrienti necessari, facendo attenzione alle ● Dopo i 24 mesi, diminuire la quantità del calorie. latte vaccino. ●

Se prende ancora il biberon, non aggiungere biscotti, cereali o zucchero. ●

Non dare succhi di frutta, ma solo frutta fresca, senza aggiunta di zucchero.

Controllare il ritmo della sua crescita, con il pediatra potrai sapere se sei sulla strada giusta. ●

Nei bambini sono consigliati al massimo 5 pasti al giorno: colazione, merenda del ● Non nutrire il bambino la notte. mattino, pranzo, merenda del pomeriggio e cena, (consigliabile assumere a merenda ● Aumentare il tempo di gioco attivo, farlo uno yogurt o un frutto). divertire e muoversi, giocare con lui. ● Non spizzicare lontano dai pasti consi● Non esiste un alimento che da solo possa soddisfare tutte le esigenze di nutrienti gliati. ●

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3) Bambini tra 4 e 10 anni A questa età il bambino è in grado di procurarsi gli alimenti anche da solo, indipendentemente dal volere dei genitori: abbiamo, infatti, tutti presente l’immagine dell’infante su una sedia che cerca di prendere ciò che gli piace mangiare e gli viene negato da mamma e papà. In età scolare subentrano anche altri fattori che condizionano la scelta dell’alimento da assumere: l’imitazione dei compagni, l’influenza della

pubblicità e la ricerca di gratificazione nel cibo. L’Istituto Nazionale per gli Alimenti e la Nutrizione consiglia, perciò, di controllare sempre le etichette, in quanto i prodotti dell’industria, benché attraenti e molto pubblicizzati, hanno uno scarso valore nutrizionale e un’alta densità calorica. Gli ingredienti sono scritti in ordine decrescente sulla base della percentuale (il primo è quello presente in percentuale più alta).

OCCHIO AGLI SNACK È bene controllare la percentuale dei grassi, sorprese!). Esistono snack che forniscono soprattutto negli snack che vanno limitati e anche proteine di buona qualità, calcio, scelti in base al minore contenuto di lipidi su ferro e fibre come pane, yogurt, piccole 100 grammi di prodotto: se il contenuto com- porzioni di cioccolato, gelato, frutta fresca, plessivo di grassi di uno snack supera i 9 g qualche scaglia di parmigiano. per porzione, è opportuno non consumarne ● Cambiare gli snack nella settimana, perpiù di una porzione al giorno. ché la varietà degli alimenti è alla base di ● Scegliere gli snack con il minor apporto una sana ed equilibrata alimentazione. energetico (ad es. 100-150 kcal per por- ● Accompagnare sempre gli snack con uno zione). Una piccola dose di energia per rica- o due bicchieri di acqua, evitando le bibite ricarsi è più che lecita, ma va ricordato che zuccherate. 1 frollino può apportare anche 50 calorie. ● Non far consumare spuntini e snack davanti ● Limitare gli snack esclusivamente a colaalla Tv. Lo spuntino è un aiuto importante, zione, o allo spuntino di metà mattina o alla soprattutto quando gli intervalli fra i pasti merenda. Non aggiungerli a fine pasto. sono lunghi; esso aiuta anche a non arrivare ● Controllare la data di scadenza (per evitare con troppa fame all’ora del pasto successivo. ●

4) Ragazzi 10-15 anni: accrescimento Al termine dell’età evolutiva tutti gli apparati dovrebbero essere giunti al loro completamento fisiologico. Il corretto sviluppo di scheletro e muscoli, del sistema cardiovascolare, respiratorio, nervoso, immunitario dipendono soprattutto dall’alimentazione, dall’attività fisica e dalla stimolazione ambientale. Gli alimenti di origine animale come la carne, il pesce, il latte ed i latticini contengono proteine di alto valore biologico che sono la principale fonte di approvvigionamento per la formazione ed il mantenimento della massa muscolare: cercate quindi di dare ai vostri ragazzi la giusta quantità di questi alimenti. Lo sviluppo adeguato della massa muscolare durante l’adolescenza si rifletterà sulla forza e la resistenza che i ragazzi avranno da adulti; oltre a ciò i muscoli rappresentano la maggior parte della massa magra che deve essere

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preponderante rispetto alla massa grassa. Nell’adolescenza si forma circa il 45% della massa ossea definitiva. È quindi molto importante che i nutrienti che andranno a costituire l’osso (calcio, fosforo, vitamina D) siano assunti nella quantità giusta. Una corretta alimentazione è alla base di un adeguato accrescimento nell’epoca puberale; essa deve essere varia, moderata, equilibrata in calorie e completa di tutti i nutrienti necessari. Varia: la varietà consente di assumere tutti i nutrienti. I bambini e gli adolescenti, in particolare nei pasti principali, devono abituarsi a mangiare di tutto. Se a tavola i genitori mangeranno gli stessi cibi, il ragazzo troverà “normale” imitarli, per sentirsi “grande”. Moderata: l’obesità è in agguato. Controlla il peso


del tuo bambino e regolati di conseguenza, spesso accade che i genitori eccedano nella quantità a scapito della qualità. Completa: la presenza di alimenti diversi, in proporzioni adeguate, rende ogni pasto più gustoso e i nutrienti più facilmente assimilabili.

DISTRIBUZIONE SETTIMANALE DEGLI ALIMENTI latte e yogurt legumi formaggi frutta e verdura carne pesce salumi uova

tutti i giorni 1-2 volte 2-3 volte tutti i giorni almeno 3-4 volte 3-4 volte 2 volte 2 volte

E lo sport deve essere un divertimento Quando si aumenta di peso, sia da bambini, sia da adolescenti che da adulti, è raro che si possa attribuire la colpa a predisposizioni genetiche o a specifiche patologie. Nella maggioranza dei casi la causa è dovuta ad una alimentazione troppo abbondante e ad una scarsa attività fisica. Gli esperti parlano di corretto “bilancio energetico”: tante calorie si assumono e altrettante si devono consumare. Ecco perché l’attività fisica è insostituibile per mantenere un regolare peso corporeo e i suoi benefici, indipendentemente dall’azione sulla massa adiposa, sono così rilevanti che tutti i bambini e gli adolescenti dovrebbero dedicarvi più tempo ogni giorno. L’attività fisica e lo sport sono parte integrante della vita dei bambini e degli adolescenti, ed hanno implicazioni di carattere educativo e psicologico. Le abitudini di vita frenetiche coinvolgono anche i più piccoli, che spesso, sin dai primi anni di vita, vengono spronati dai genitori “a fare in fretta” e a gestire giornate fitte di impegni legati a scuola, sport e vita sociale. Lo sport dovrebbe essere una forma di divertimento e favorire il rilassamento psicologico, diversamente dalla scuola che impegna la maggior parte della giornata e delle energie. Purtroppo però spesso questo non avviene, perché alcuni ragazzi lo percepiscono invece come un obbligo e non come un divertimento, anche a causa delle aspettative di genitori che amano personalmente un certo sport e pretendono

che i figli lo pratichino, ottenendo anche dei buoni risultati. Spingere i bambini a fare una cosa che non li

W IL CALCIO! Il calcio è il minerale di cui il corpo umano è più ricco. Per il 99% è localizzato nelle ossa, il rimanente è distribuito nel sangue e nei muscoli. È importantissimo perché costituisce “l’impalcatura” dello scheletro e dei denti, ed è indispensabile per molte reazioni biochimiche che regolano la vita e l’attività delle cellule. I bambini da 1 a 4 anni ne hanno un fabbisogno giornaliero di 800 mg, mentre tra gli 11 e i 17 si passa a 1.300. Il latte e i suoi derivati sono la fonte più ricca di questo minerale, ma occorre ricordare che apportano calcio e calorie in modo molto diverso. Infatti, i derivati del latte si caratterizzano non soltanto per la quantità di calcio che forniscono, ma anche per il loro contenuto di proteine, grassi, e quindi calorie.

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diverte può portarli ad avere frustrazioni e a smettere di praticare l’attività fisica non appena gliene verrà offerta la possibilità. Incentivarli a muoversi o a fare sport significa educarli rispettando i loro gusti, perché il divertimento è un incentivo, mentre l’obbligo non lo è. A volte occorre proporre molte attività differenti, avendo quindi pazienza e costanza affinché il bambino trovi la sua equazione “movimento = divertimento”.

L’attività motoria è anche un importante mezzo di socializzazione

Con l’aumentare dell’età e del grado di scolarità, diminuisce la percentuale di bambini e adolescenti che pratica abitualmente sport, nonostante i grandi benefici che i ragazzi e le ragazze potrebbero ottenere dalla pratica di una regolare attività fisica, non necessariamente troppo intensa né forzatamente agonistica. L’attività motoria assume un ruolo importante sia come mezzo d’espressione della propria naturale esuberanza sia, più in generale, come forma di educazione e formazione. Nell’età dello sviluppo, lo sport favorisce una percezione ottimale della propria immagine, migliora la capacità di adattamento di ragazze e ragazzi alla

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ALCOL E ADOLESCENZA Un occhio di riguardo durante l’adolescenza all’assunzione di alcol. Purtroppo i ragazzi sono sempre più indotti a bere diverse tipologie di alcolici. Di solito questa abitudine nasce per imitazione o per sentirsi “grandi”; uno degli aspetti negativi dell’alcol è costituito dal fatto che esso fornisce solo energia e non nutrienti, in più i ragazzi che assumono eccessive quantità di alcol durante l’adolescenza presentano un rischio aumentato di sviluppare malattie cardiache, epatiche, all’apparato digerente e mostrano una diminuita concentrazione nello studio. gestione degli impegni quotidiani, consentendo un buon controllo emotivo, una migliore autostima e aumentando la capacità di socializzazione. Se a tutto ciò si aggiunge l’efficacia indiscussa dell’attività motoria sulla salute dell’organismo è chiaro che lo sport risulta utile sin dai primi anni d’età. Ebbene, cari genitori, abbiamo capito che il cibo corre a fianco dell’età dei nostri figli e se alimentarsi significa benessere, educazione con uno sguardo attento al futuro, è anche vero che noi siamo, e soprattutto i bambini saranno, quello che mangiamo; bisogna imparare, perciò, che insieme tutti i giorni possiamo “mangiare” un po’ di salute! ■




Benedetta caffeina

Per molto tempo il caffè è stato demonizzato per i suoi effetti collaterali, ma nelle dosi consigliate potrebbe diventare anche un valido alleato della nostra salute di Francesca Aquino

La tazzina di caffè, soprattutto in un paese come il nostro, in cui quella del barista è considerata quasi un’arte, è sacra in alcuni momenti della giornata. Appena alzati, dopo pranzo e, per alcuni, dopo cena, il caffè è un’abitudine irrinunciabile. C’è chi proprio non riesce a carburare senza, chi lo preferisce dolce, chi amaro, chi macchiato (si stimano oltre 20 modi di prepararlo diversi), ma comunque quando ar-

riva il momento di rinunciarci è dura. Questo momento corrisponde spesso all’ordine del medico, a seguito di disturbi gastrici, intestinali o nervosi, per i quali è meglio ridurre se non addirittura eliminare il nostro “vizio” quotidiano. Al caffè sono stati imputati diversi effetti collaterali e, negli ultimi anni, è stato demonizzato quasi alla stregua di sigarette e alcol, anche se, a ben vedere, non presenta affatto gli stessi rischi per la

salute, sempre a patto di moderarne il consumo alle dosi consigliate (vedi box). Certo, essendo una bevanda stimolante e contenendo caffeina, ha certamente degli effetti sul nostro organismo (altrimenti molti di noi neanche lo berrebbero!) e alcuni di questi possono sfociare in conseguenze dannose se non si sta attenti. Controindicazioni. Un consumo elevato di caffè espone ad esempio a danni al sistema digerente (a

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LE DOSI CONSIGLIATE La dose di caffeina consigliata in una dieta equilibrata è di 300 mg al giorno (uguale a tre tazzine di caffè espresso o 6 tazze di tè). La stessa quantità può essere ingerita anche con 10 lattine di coca-cola, 8 tazze di cioccolata calda o 400 grammi di cioccolato extrafondente. Per questo motivo bisognerà prestare attenzione alla combinazione nella propria dieta di questi elementi ed eventualmente anche di farmaci stimolanti. Un consumo abituale di caffè poi porta ad una certa tolleranza della caffeina. Nei bambini la dose quotidiana di caffeina non dovrebbe superare i 100 mg, equivalenti grossomodo ad una coca-cola o un quadrato di cioccolato causa dell’elevata acidità dei succhi) ed è controindicato se si soffre d’insonnia, ipertensione o disturbi cardiaci. Infine, l’effetto inibitorio del caffè sull’assorbimento di calcio e ferro può favorire l’instaurarsi di quadri anemici e osteoporotici. Ma se questi lati negativi del caffè sono piuttosto noti, non possiamo dire altrettanto per quelli positivi. Ecco perché abbiamo deciso di illustrarveli… e farvi sentire meno in colpa mentre mettete la moka sul fornello. Ovviamente la com-

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fondente. Per gli uomini la dose “pericolosa” di caffeina è di circa 100 grammi, certamente difficilmente raggiungibili per via alimentare, ma comunque da tenere in conto per quanto riguarda tutti gli effetti collaterali associati ad un consumo eccessivo di caffè. Per quanto riguarda le calorie, poi, una tazzina di caffè amaro ne contiene circa 2 , un caffè amaro macchiato con latte 10, un caffè con un cucchiaino di zucchero circa 20. Il contenuto in caffeina è basso nel caffè solubile, medio nell’espresso e alto nella moka tradizionale. Il caffè che contiene più caffeina è quello ottenuto con la caffettiera napoletana, non filtrato.

ponente principale e responsabile degli effetti (sia positivi che negativi) del caffè sul nostro organismo è la caffeina. Questa sostanza stimola la secrezione gastrica e biliare, il sistema nervoso, la funzionalità cardiaca e il dimagrimento (ma attenzione, solo per chi beve il caffè amaro!). A dosi moderate (4mg al giorno per ogni chilo di peso) la caffeina stimola la secrezione gastrica, salivare e biliare (con effetto blandamente digestivo), rallenta la

frequenza cardiaca, provoca dilatazione coronarica e broncodilatazione (può migliorare condizioni allergiche e asmatiche), migliora l’attività psicomotoria, l’umore, la resistenza a sonno e fatica, ha proprietà diuretiche e anoressizzanti (viene usata per coadiuvare le terapie dell’obesità). A dosi massicce invece (> = 10mg/kg al giorno) può causare bruciori ed acidità di stomaco, esofagite e reflusso gastroesofageo, ha un effetto ansiogeno e provoca tremori, insonnia ed eccitabilità. Chicchi. Oltre alla caffeina, però, non tutti sanno che i chicchi di caffè contengono anche altre sostanze dall’effetto positivo sulla nostra salute, come antiossidanti, antimutageni e antinfiammatori. Secondo recenti ricerche, infatti, il caffè sarebbe una delle fonti alimentari più abbondanti in antiossidanti naturali, che ci aiutano a mantenerci in salute. Gli antiossidanti rallentano o prevengono i danni da radicali liberi e alcuni studi scientifici provano che probabilmente sono proprio gli acidi clorogenici contenuti nel caffè (specie quello di tipo verde) che provvedono agli effetti preventivi su patologie come Parkin-


son e Diabete di tipo 2. Nel 2002 una ricerca pubblicata dalla rivista Lancet affermava che la probabilità di sviluppare Diabete di tipo 2 si riduceva del 50% nei soggetti che consumavano quotidianamente una quantità ingente di caffè rispetto ai 2 caffè al giorno della media. E questo vale ancor di più per il caffè decaffeinato: un altro studio, pubblicato nel 2006 su Archives of Internal Medicine, ha evidenziato come il consumo di 6 tazze di caffè decaffeinato al giorno può ridurre il rischio di Diabete di tipo 2 del 33% contro il 21% del caffè normale. Il caffè aiuterebbe anche nella difesa della funzionalità cognitiva secondo quanto pubblicato recentemente sull’European Journal of Clinical Nutrition: il declino cognitivo si dimezza nei soggetti abituati a consumare almeno tre tazze di caffè al giorno. La caffeina sarebbe addirittura in grado di aumentare la frequenza di alcune onde cerebrali migliorando memoria e apprendimento. Idratazione. Una delle notizie più recenti, fornita dal “Consorzio Promozione Caffè” è che ai benefici conosciuti va aggiunto il contributo ad una corretta idratazione del nostro organismo. Gli studiosi della Facoltà di Sport e Scienze Motorie dell’Università di Birmingham (Regno Unito) hanno, infatti, voluto sfatare un falso mito, dimostrando che un consumo moderato di caffè aiuta ad idratare il nostro corpo. Sophie Killer, ricercatrice e principale autrice dello studio, ha commentato: “La nostra ricerca mira a stabilire gli effetti di un regolare consumo di caffè nello stato d’idratazione dell’organismo, nell’ambito di un normale stile di vita; abbiamo indagato questo perché, nonostante la mancanza di prove scientifiche, è convinzione diffusa che il consumo di caffè possa causare la disidratazione”. Su un campione di bevitori abituali di caffè, i ricer-

catori inglesi hanno misurato e confrontato gli effetti del consumo moderato di caffè nero rispetto a uguali volumi d’acqua sul bilancio idrico e sullo stato d’idratazione. I 50 partecipanti di sesso maschile (le donne sono state escluse a causa di possibili fluttuazioni dell’equilibrio dei fluidi derivanti dai cicli mestruali) sono stati divisi in due gruppi e testati in due fasi. Nella prima, è stato richiesto, a un gruppo, di bere quattro tazze al giorno (200 ml) di caffè nero e, all’altro, di bere acqua per tre giorni e, nella seconda fase, viceversa. Valutando lo stato d’idratazione tra i due gruppi non sono emerse differenze significative. Secondo la Società Italiana di

Scienza dell’Alimentazione (SISA): “Si è sempre avuta la sensazione, ribadita più volte anche in sedi scientifiche ufficiali, che il problema di un possibile significativo contributo del caffè a rischi di disidratazione fosse sopravvalutato. Questo studio conferma in pieno la fondatezza di questa sensazione. In conclusione: il timore che un normale consumo di caffè possa comportare il rischio di provocare o facilitare uno squilibrio idro-elettrolitico o una disidratazione, pur presente a volte nell’immaginario collettivo, risulta del tutto esagerato e privo di basi reali, come dimostrato ora ulteriormente anche in via sperimentale”.

CAFFÈ SPORT Numerose ricerche scientifiche hanno evidenziato una corrispondenza tra assunzione di caffeina prima della pratica di sport e qualità delle performance muscolari durante l’attività. Recentemente l’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC) ha segnalato un’interessante ricerca dell’Università di Derby (UK) intitolata “L’effetto del consumo di caffeina sulla torsione e l’attività muscolare durante l’esercizio fisico di resistenza negli uomini”. La ricerca è stata condotta su un campione di uomini adulti allenati dell’età media di 22 anni, ai quali sono stati somministrati caffeina (6 mg/kg) e placebo. Sessanta minuti dopo l’assunzione, i partecipanti hanno effettuato sei ripetizioni di estensione del ginocchio a tre velocità angolari diverse. Ripetute misurazioni hanno indicato che la torsione muscolare era significativamente più alta se associata all’assunzione di caffeina rispetto al placebo. Inoltre, con l’aumento della velocità angolare, l’attività muscolare è risultata maggiore nei soggetti che avevano assunto caffeina. Certamente questi risultati sono un’ulteriore prova degli effetti positivi del caffè sulla salute, ma ricordate che un atleta risulta positivo ai controlli antidoping quando la concentrazione di caffeina nelle sue urine supera i 0,012 mg/ml . In genere si consiglia di non assumere più di 6-8 tazzine di caffè espresso o due tre tazze di caffè tradizionale, nelle tre ore precedenti la competizione. ■

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L’ansia da messaggi La continua consultazione di WhatsApp può diventare pericolosa e dare dipendenza. Lo prova una ricerca scientifica di Gelsomina Sampaolo

Con le nuove abitudini e tecnologie sempre più all’avanguardia a disposizione di tutti, arrivano anche nuovi disturbi e manie. Abbiamo parlato qualche tempo fa della dipendenza da social network (la FOMO, o paura di per-

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dersi qualcosa) e dei disturbi, anche fisici, causati dall’uso eccessivo di smartphone e simili, come tunnel carpale e gomito del tennista. Oggi approfondiamo la nostra indagine grazie ad una recente ricerca che viene dall’Uni-

versità del Kuwait. Il Dr. Abdullah Sultan, esperto di comportamento dei consumatori, ha deciso infatti di analizzare 552 individui nell’uso della più famosa chat per messaggistica istantanea su cellulare, WhatsApp.


Questa applicazione, per chi non la conoscesse, permette di scambiarsi brevi messaggi con i propri contatti telefonici, appoggiandosi alla linea internet, gratuitamente, con la rapidità e la comodità di una chat.

Almeno quando mangiate o dormite disattivate la suoneria

Secondo quanto pubblicato dal Dr. Sultan sulla rivista “The Social Science Journal” WhatsApp potrebbe dare dipendenza agli oltre 500 milioni di utenti al mondo: il 32% dei soggetti intervistati (quasi 1 su 3) ha dichiarato di controllarla fino a 12 volte l’ora e il 53% si sente dipendente dall’applica-

zione. Più nel dettaglio, tendono a sviluppare questo tipo di tecno-dipendenza i soggetti più socievoli, con ansia sociale, alla ricerca costante di comunicazione, informazioni e intrattenimento. Maggiormente a rischio sono chiaramente i ragazzi più giovani, che con questo tipo di tecnologia hanno più dimestichezza, ma anche i 30/40enni di oggi sono piuttosto dipendenti dai loro smartphone e c’è anche chi usa questi sistemi di messaggistica per relazioni extra-coniugali, come racconta Carla Signoris nel suo ultimo libro “E Penelope si arrabbiò”, incentrato sul tradimento coniugale. Ma come fare a capire se si è “in pericolo”? Ecco qualche segnale:

1. Non riuscite a resistere all’im-

pulso di controllare il cellulare nell’esatto istante in cui suona la notifica di un messaggio.

2. Controllate il telefono anche se non ha suonato.

3.

Aprire WhatsApp è la prima cosa che fate al mattino o la sera prima di andare a letto.

4. Controllate sempre lo status dei vostri amici e/o fidanzati/e per vedere l’ultima volta che si sono connessi. 5. Cambiate spesso la vostra foto profilo o status per far sapere a tutti che siete on-line. 6. Condividete catene di messaggi con tutti i vostri contatti (anche quelli che potrebbero non gradire). 7.

Scrivete su WhatsApp a un amico, anche se sapete che lo vedrete tra poco o ce l’avete proprio davanti.

8. Rispondete ai messaggi anche

mentre state mangiando, leggendo, guidando, lavorando... Se presentate anche solo uno di questi “sintomi” è il caso di correre ai ripari con delle semplici regole e un po’ di buonsenso.

TUTTI I TRUCCHI PER SMETTERE Ecco qualche dritta per controllare la propria mania da messaggistica: 1. Gestite i vostri contatti con cura: WhatsApp vi mette praticamente a disposizione di tutti 24 ore su 24, aggiungendo automaticamente tutti i vostri contatti telefonici. Potete però bloccare i contatti indesiderati. 2. Separate lavoro e piacere: come sopra, tenete in considerazione il fatto che con WhatsApp siete visibili a tutti i vostri contatti, di lavoro e non. Se non volete dover rispondere a messaggi di lavoro anche quando siete a cena fuori, prendete le dovute precauzioni. O procuratevi un numero diverso per il lavoro. 3. Spegnete l’applicazione: disattivate WhatsApp quando vi state riposando o siete fuori

dall’orario di lavoro. Se qualcuno dovesse cercarvi urgentemente può sempre chiamarvi o scrivervi un “antiquato” SMS. 4. Disattivate la suoneria: qualunque sia la suoneria che avete associato a WhatsApp, rischia di diventare il vostro incubo. Ogni volta che sentite quel fischio, campanello o musichetta, non riuscite a non prendere in mano il telefono. A mali estremi, estremi rimedi: se siete al lavoro, alla guida, a tavola o a letto la parola d’ordine dovrà essere “silenzioso”. 5. Scegliete un’alternativa: WhatsApp non è l’unico modo per comunicare fortunatamente. Ad esempio, invece che scrivere un messaggio al collega, alzatevi e arrivate in fondo al corridoio... due passi vi faranno anche bene! ■

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Amiche per la pelle Passata l’estate è ora di ricominciare a trattare bene la nostra cute, messa a dura prova da sole, mare e un po’ di incuria. Cosa fare per ritrovare elasticità e lucentezza di Maria Mazzoli

Sbiaditi come capi passati in candeggina. Così squamati da somigliare ad un rettile e talmente avvizziti da fare concorrenza alle prugne secche. Anche quando se ne va, l’abbronzatura lascia il segno. Non risparmiandoci macchie e antiestetici capillari su

guance e cosce. Chi più chi meno, dopo tanto sole, mare e piscina si ritrova a fare i conti con la propria pelle. Che non fa sconti se si è sottovalutata l’efficacia dei prodotti solari, di quelli idratanti e nutrienti, se si è esagerato con le ore di esposizione e

bevuta poca acqua. Siamo qui a tirare il bilancio di una tintarella tanto agognata, così desiderata da averla intensificata con lettini solari, lasciata senza fattore protettivo una volta raggiunta la doratura, privata di qualche peeling ogni tanto per

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rimuovere le cellule morte. Una “lista nera” di comportamenti che aggiunti a salsedine (o cloro per chi ha scelto la piscina) e docce frequenti “autorizzano” la pelle a regalarci quell’aspetto opaco e raggrinzito dopo una bella abbronzatura. Tra gli addetti ai lavori è emerso, addirittura, che alla fine di ogni vacanza la pelle dimostra in media 2-3 anni di più, con labbra e contorno occhi maggiori indiziati del peggioramento. Se si fuma, poi, le cose vanno anche peggio: a 40 anni se ne “guadagnano” 4 di più, a 50 anni fino a 5. Inoltre, è ormai risaputo che esporsi continuamente ed eccessivamente al sole, anno dopo anno, lascia indubbiamente segni indelebili anche sulle pelli più resistenti all’esposizione. Si rischia, in

ACIDO GLICOLICO E PEELING Si tratta di un peeling chimico, più o meno profondo, un trattamento estetico che stimola, attraverso l’applicazione di una sostanza (chimica) sulla pelle, l’esfoliazione ed il conseguente ricambio della pelle. Agisce nella pelle del viso attraverso l’azione di vari meccanismi: ● stimola la rigenerazione cellulare rimuovendo ed esfoliando le cellule morte dello strato corneo provocando una vera e propria accelerazione del ricambio cellulare che avviene già naturalmente nel derma. ● elimina le cellule della pelle danneggiate e degenerate, che vengono sostituite da cellule epidermiche normali. ● produce un’infiammazione che attiva la produzione di collagene ed elastina (rivitalizzazione e ringiovanimento del derma mediante stimolazione dei fibroblasti con formazione di collagene autologo). Un peeling al viso può quindi agire sia a livello del derma più superficiale o a livello più

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profondo. Dati i possibili rischi ed effetti indesiderati, si consigliano varie sedute di peeling superficiali o di media profondità piuttosto che un peeling profondo. La raccomandazione, una volta effettuato il trattamento, è seguire le indicazioni date dal medico che ha effettuato il trattamento. Tra queste, quella di proteggersi totalmente dal sole e dai raggi solari e lampade UVA - UVB per almeno due mesi dopo l’applicazione del peeling (anche in casa) con prodotti che contengano schermi e filtri solari protettivi. Utilizzare un detergente delicato, evitando qualsiasi tipo di sfregamento o irritazione e mantenere la cute costantemente protetta con prodotti emollienti. Anche se il peeling viene eseguito da un medico estetico esperto, quindi serio professionista con esperienza, non dimentichiamo che la sua penetrazione nella cute può non essere uniforme e creare quindi complicazioni (come infezioni o esiti cicatriziali).


SOS RUGHE Prendersi cura della pelle anche dopo la fine dell’estate è importante. Soprattutto del viso se è stato esposto all’azione aggressiva dei raggi UVA, spesso causa di invecchiamento accelerato della pelle. Il calore, inoltre, lo disidrata in profondità facendogli perdere l’elasticità cutanea. Un quadro che richiede l’intervento di un trattamento medico da associare ad un trattamento domiciliare con uno specifico dermocosmetico. L’ideale sarebbe utilizzare un cosmetico funzionale a base di specifici ingredienti antiaging, utili per rallentare l’invecchiamento cutaneo e le condizioni correlate quali rughe, discromie, colorito spento e opaco, perdita di tono e di elasticità. L’obiettivo è ripristinare la fisiologica idratazione della cute che, specialmente dopo le vacanze, risulta fortemente compromessa. L’ideale, secondo i dermatologi, è iniziare ad usare, almeno una volta al giorno, una crema ad pratica, quel fenomeno denominato foto-aging ovvero un processo biologico che invecchia precocemente e profondamente la cute proprio a causa dei raggi solari. Pelle disidrata o rughette che siano, non possiamo però piangerci addosso. E all’insegna del “meglio tardi che mai” è ora di iniziare a rimediare con qualche piccolo trucco che miri a nutrirla e a farla tornare morbida e idratata. Troppo sole, ricordiamolo, ispessisce lo strato superficiale della pelle, per questo la prima mossa è liberarla dalle cellule morte. Quindi: ● usare regolarmente il guanto di crine; ● fare uno scrub settimanale (i primi tempi anche due a settimana) scegliendo prodotti di qualità; ● utilizzare un detergente ricco e non aggressivo: ottimi quelli a base di burro di karité, olio di jojoba, olio di avocado e sostanze

alta concentrazione di principi attivi (tipo i sieri), idratante ma anche capace di ripristinare quelle sostanze indispensabili per irrobustire le cellule della pelle. Le creme (o le varie formulazioni) devono quindi stimolare il rinnovamento cellulare e integrare la corretta e profonda idratazione. Grazie alla presenza di alcune specifiche molecole, riuscire a mantenere e a proteggere l’elasticità cutanea conservando le fibre elastiche e favorendo la formazione di nuove fibre collagene. Devono contenere, inoltre, vitamina C in grado di svolgere un’azione antiossidante, ma anche altre sostanze utili in profondità, negli spazi intercellulari, e in superficie, per mantenere l’integrità del film idrolipidico permettendogli di svolgere correttamente la sua funzione di barriera contro gli agenti esterni, una delle cause dell’invecchiamento cutaneo.

dal forte potere nutriente; ● utile farsi una maschera superidratante e ricca di vitamine A ed E, nonché di principi attivi come ceramidi, fosfolipidi, acido ialuronico e collagene;

stendere su tutto il corpo una crema idratante, massaggiando velocemente dal basso verso l’alto e insistendo sui punti ruvidi come i gomiti; ● bere almeno un litro/un litro e ●

Dopo ogni vacanza la pelle “dimostra” 2-3 anni in più

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mezzo di acqua al giorno. Queste le mosse che si possono fare, da subito, a casa. Un primo grande passo per restituire alla pelle elasticità e lucentezza. Dopodichè, a seconda del tipo di inestetismo, occorrerà valutare lo specifico trattamento, caso per caso. Se, ad esempio, il vostro problema sono le macchie scure, quelle che restano con lo sbiadire dell’abbronzatura su zigomi, fronte e décolléte (quindi melasmi o lentiggini solari) meglio consultare il dermatologo. A disposizione ci sono diversi prodotti, tipo cosmetici depigmentanti, a base di acido tioglicolico, arbutina, acido kojico, acido azelaico, estratto di liquirizia, vitamina C, che nel giro di qualche mese dovrebbero attenuare questi inestetici accumuli di melanina. Non potete pretendere però di “cancellare” i piccoli nei scuri che fioriscono su gambe e braccia, che vanno tenuti sotto controllo con una valutazione pe-

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riodica da uno specialista. Sempre per le macchie potete rivolgervi a dermatologi e chirurghi estetici per valutare un peeling chimico a base di acido glicolico. Un trattamento, ricordiamo, che può essere effettuato solo dai medici e quando ormai si è sicuri di non esporsi più al sole. Se, invece, il vostro problema è l’avvizzimento generale della cute del volto, quindi un’accentuazione delle rughe preesistenti o la comparsa di altre, magari più piccole, è il momento di iniziare ad applicare con regolarità un prodotto anti-aging, che dovrà essere poi utilizzato durante tutto l’inverno. Sempre estremamente validi i cosmetici a base di acido glicolico, gluconolattone, retinolo, retinaldeide, vitamina C ed acido ialuronico, tutte sostanze capaci di levigare e ricompattare la vostra pelle in modo davvero apprezzabile. Tra le sostanze anti-radicali liberi, che promettono di proteggere le

cellule dell’epidermide dal danno ossidativo dei raggi ultravioletti, ci sono l’estratto del the verde e l’alfa-tocoferolo. E per i piccoli capillari? Potete provare ad applicare un buon cosmetico dalla funzione decongestionante a base di hamamelis, rusco, meliloto, ginkgo biloba, mirtillo, aloe, ma non aspettatevi miracoli: per eliminarli completamente e definitivamente è necessario ricorrere al laser. Trascorsa l’estate, di fatto, anche se durante la stagione calda avete preso tutte le precauzioni per proteggere la pelle dall’esposizione solare, la cura della cute deve continuare. Durante le varie esposizioni, infatti, si è comunque disidratata, determinando effetti controproducenti sulla capacità di produzione di collagene ed elastina, sostanze indispensabili per l’elasticità e la tonicità della pelle. Elisir di morbidezza, compattezza e lucentezza. ■




Korcula, la perla della Croazia

Una full immersion nella più affascinante tra le 1.244 isole che punteggiano l’Adriatico, tra città antiche, fondali cristallini e ben 182 km di coste Testo e foto di Maria Pia Pezzali giornalista, scrittrice e viaggiatrice

La costa croata con le sue 1.244 isole è tra le più frastagliate del Mediterraneo. Sono lembi di terra, scogli e rupi rimasti in superficie dopo l’innalzamento del livello del mare Adriatico, 15mila anni fa, ma di queste solo 67 presentano insediamenti umani e Korcula è probabilmente quella che occupa una posizione di privilegio rispetto a tutte le altre, essendo stata tra le prime ad aprirsi al mercato turistico internazio-

nale. Il suo nome di origine greca (Korkyra Melaina) trae ispirazione dall’abbondanza di pini che crescono sull’isola, regalandole un aspetto non molto diverso da quello che ci aspetteremmo di incontrare lungo l’arco alpino. Korcula vanta ben 182 km di coste baciate da un mare limpido e dal colore intenso, dove le bianche falesie affondano le radici in acque ricche di vita. Scordatevi l’Adriatico italiano, perché qui, grazie ad

una geografia sommersa tutta particolare, il mare è tra i più limpidi e profondi, traboccante di vita e colori. Se arriverete su quest’isola resterete affascinati dal piccolo arcipelago che la precede, caratterizzato da una ventina di isolotti disabitati, ricoperti di macchia mediterranea e facilmente accessibili. Tra essi ricordiamo Badija, con spiagge di ghiaia ed uno splendido convento francescano.

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La vacanza migliore con maschera, pinne e gommone

Korcula è anche il nome del più importante centro storico e turistico dell’isola, che sorge sulle fondamenta di un’antica colonia greca. È riconoscibile per le vie disposte a spina di pesce e per i suoi edifici gotico-rinascimentali. Tra essi spicca la cattedrale di S. Marco, con interni sfarzosi nei quali sono custoditi alcuni capolavori di grandi pittori italiani. Se giungete sull’isola approdando invece a Vela Luka (che significa “Grande Baia”) al calar della sera, la cittadina vi accoglierà con un vento leggero e la luce del tramonto che pennella di rosa le rocce nivee, ammorbidendone i contorni spigolosi. Alle spalle di una piccola isola, non dissimile ad un enorme panettone, si apre una grande baia abbracciata da boschi e piccole colline. Quasi un paesaggio nordico: se non fosse per l’aria calda ed il mare cristallino potremmo benissimo pensare di essere finiti in qualche regione dell’Europa settentrionale. Eppure siamo in Mediterraneo e, a dire il vero, stentiamo ancora a crederci. Vela Luka è l’abitato più grande dell’isola, un paese con quasi 5000 abitanti che dista 42 km da Korcula, tutti percorribili lungo

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l’unica strada che attraversa l’isola e che qui si conclude. L’abitato si sviluppò all’inizio del XIX secolo in una profonda baia al riparo dai venti e oltre agli edifici abitati, qui notiamo alcuni alberghi e un Sanatorio per malattie reumatiche e riabilitazione, il ‘Kalos’. Gli abitanti sono dediti all’agricoltura, alla pesca, al turismo e all’industria. Qui si trovano il cantiere navale Greben, il conservificio del pesce Jadranka e alcuni altri minori impianti industriali. Un centro culturale ha sede in un edificio barocco rimodernato, l’antica villa Castello, dove si può visitare una preziosa collezione archeologica con reperti della grotta neolitica Vela Spilja (“grotta grande”) e romani rinvenuti in varie località dei dintorni. Qui è custodita pure una collezione d’arte moderna: quadri, grafiche, sculture di artisti nazionali e stranieri donati a Vela Luka negli anni Settanta. Nella cittadina è presente anche una Galleria di Anka Prizmic-Sega, privata, inaugurata nel 1983 nella quale sono esposti numerosi quadri e sculture di questa artista nata a Vela Luka.

La “città murata”

Da ovunque deciderete di iniziare

la vostra vacanza sull’isola di Korcula, non fermatevi ad una sua visita superficiale, ma entrate nell’anima vera di questa terra, esplorandone i fondali e navigandola in superficie, a caccia delle tante minuscole baie che orlano le sue coste. Chiusa al turismo per tanti anni, prima a causa della politica protezionistica di Tito e poi delle guerre, il paese è oggi un autentico Eden di natura e storia. Un dedalo fatto di isole e scogli ricoperti di pini e macchie, tutt’intorno una cintura di pietra, bianca come la neve, li separa da un’acqua trasparente dalle sfumature turchesi. Prima di entrare in porto ci godiamo la leggera brezza serale, annusando l’aria come dei segugi, riempiendo i polmoni di un inconfondibile aroma di resina. Qui nulla è artificiale: la natura è ancora vergine, l’acqua è trasparente, il sole tiepido e le persone sono semplici e cordiali. Le prime “tracce” scritte sull’esistenza di una città medievale sull’isola di Korcula, le fornisce lo storico e imperatore bizantino Porfirogenèto nel X secolo, che parla di una “città murata”. Numerosi indizi portano a concludere che questa città sorgesse nel punto dell’antico nucleo


urbano, dove però non si sono conservati edifici nello stile romanico dell’epoca. E tuttavia i modesti resti di antichi muri e di ornamenti architettonici, ma soprattutto i documenti di archivio

dimostrano senza lasciar dubbi che in questo posto, nel XIII secolo, esisteva già una città cinta di mura, con vie e piazze, con chiese e pubblici edifici, con case di abitazione. In quell’epoca a Korcula

dominava la famiglia veneziana degli Zorzi, ma essendo un periodo turbolento, soggetto a frequenti cambiamenti di dominatori, si suppone che, in situazioni piuttosto burrascose, le mura e altri edifici subissero più volte danneggiamenti. La Korcula del XIII secolo era una città molto più modesta di quella che poi fu rinnovata e ampliata all’inizio del XV secolo. Le vecchie case erano a un solo piano, raramente a due, costruite con pietra rozzamente lavorata o con muri a secco, senza alcun ornamento. Non eccellevano neppure le chiese, le logge e gli altri edifici pubblici. Pertanto all’inizio del Quattrocento si procedette ad una radicale ricostruzione, per cui del vecchio, delle singole costruzioni preesistenti, rimase pochissimo o nulla. Nella prima metà dell’Ottocento e fino alla seconda guerra mondiale Korcula vivacchia come cittadina di provincia che comincia a orientarsi lentamente verso il turismo, visto che l’industria, i nuovi metodi di produzione e i modi di vivere avevano represso quelle che erano state fino a quel momento le principali fonti economiche: le costruzioni navali e la lavorazione della pietra a livello artigianale. In quell’epoca furono costruiti alcuni alberghi e ville nei pressi della città. Dopo la seconda guerra mondiale, con la fondazione di cantieri navali a livello industriale, si manifestò il bisogno di nuove abitazioni per le maestranze, sicché sorsero interi quartieri nuovi a occidente e oriente della città, sulle alture sovrastanti la costa, e sorsero nuovi alberghi, edifici pubblici, la nuova riva, la Marina. Nel nucleo antico della città presero ad essere restaurati gli edifici in rovina o danneggiati, adattati a case di abitazione o destinati ad uso pubblico.

Visita in gommone

Le guerre si sa, non portano nulla di buono. Ma qui una cosa posi-

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tiva forse l’hanno fatta: proteggere per anni dall’esplosione del turismo di massa un ecosistema terrestre e marino estremamente delicato. Il mare, limpido e puro, svela i suoi fondali anche dalla superficie facendoci navigare sopra un tappeto di cristallo. Approfittate per affittare una piccola imbarcazione tipo gommone e godetevi l’isola, ma dal mare. Potrete allungare una mano e sfiorare quella meravigliosa superficie che sembra non esistere. Il fondale parrebbe a pochi centimetri e soltanto l’ecoscandaglio vi farà notare che dalla chiglia della vostra imbarcazione a quella sabbia candida vi separano ben dodici metri di acqua. Dall’alto si possono osservare nitidamente i piccoli massi che spiccano sul candore della sabbia; intorno qualche pesce nuota pigramente. Korcula vanta spiagge, insenature e baie bellissime, molte riparate dai venti ed ornate di vegetazione, tappe ideali per regalarsi qualche tuffo rigenerante. Da Gradina,

quella grande e più affollata a Punta Klijuc, più piccola e riservata. Dalle sfumature turchesi la prima, pennellata di smeraldo la seconda.

Dalla cima del monte Hum appare una veduta straordinaria sulla baia

Qualunque sia la vostra tinta preferita, non perdete occasione di indossare maschera e pinne e dedicare un po’ di tempo allo snorkeling a caccia dei piccoli abitanti nascosti tra un masso e l’altro. Un viaggio intorno a Korcula significa tranquillità e relax. Anche a terra la vita segue ritmi lenti e compassati. Si trovano pub e ge-

laterie, dove la sera è possibile sostare per una birra o una coppa di gelato. Niente rumori assordanti, niente calca fragorosa e nervosa. Niente. I ristoranti del porto, specialmente nelle cittadine di Korcula e Vela Luka, nell’estremità opposta dell’isola, offrono specialità croate, a base di carne o pesce che vi consiglio di non perdere: doni del mare (molluschi bivalvi, pesci e crostacei) e alcuni deliziosi dolci della tradizione, come i cukarini (in italiano zuccarini), le rozate di Dubrovnik ed i klašuni, si abbinano perfettamente ad alcuni ottimi vini isolani: il grk, il pošip, il plavac ed il rubata. Infine se volete godere di un panorama mozzafiato vi consiglio di salire lungo la strada che costeggia lo stabile di Greben (una fabbrica di scialuppe in vetroresina) e di raggiungere la cima del monte Hum dove oltre all’osservatorio della marina austriaca dell’ex impero austro ungarico, vi si aprirà una veduta straordinaria sulla baia di Vela Luka.

NOTIZIE & CONSIGLI DOCUMENTI Per visite d’affari o turistiche della durata fino a tre mesi è sufficiente un passaporto valido. I visti non sono necessari per chi proviene dalla Unione Europea.

TRAGHETTI Una linea collega Kor ula con le principali città della costa dalmata: Dubrovnik/Ragusa, Split/Spalato, Hvar/Lesina e Rijeka/Fiume. Ci sono linee di autobus che collegano fra di loro tutti gli abitati dell’isola con corse che si ripetono più volte al giorno.

AEROPORTI INTERNAZIONALI Zagreb, Osijek, Pula, Mali Losinj, Rijeka, Zadar, Split, Brac, Dubrovnik.

che ed alberghi. Vengono accettate tutte le più importanti carte di credito: American Express, Diners, Eurocard/Mastercard, Visa. Gli oggetti di pelle lavorata, di cristallo e porcellana, i prodotti in ceramica ed i prodotti dell’artigianato sono di ottima qualità e si possono acquistare a prezzi convenienti.

MANGIARE E DORMIRE Ecco una selezione di ristoranti di Vela Luka che abbiamo provato, con cucina a base di carne alla brace, pesce e ottimi i vini locali: Feral, Konoba Sidro, Gostionica Pod Bore. Sempre a Vela Luka abbiamo visitato questi hotel: Dalmacija, Hum, Adria, Posejdon e Jadran.

LINK UTILI PER APPROFONDIMENTI MONETA E ACQUISTI La valuta ufficiale è la kuna croata (ce ne vogliono circa 7,5 per un euro) e può essere cambiata presso banche, cambiavalute ufficiali, poste, agenzie turisti-

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http://www.iKorčulainfo.com/it/alberghi-isola-di-curzola/ http://www.iKorčulainfo.com/it/citta-di-Korčula/ http://croatia.hr/it-IT/Homepage http://www.Korčula.net/. ■



Questo lo mangio anch’io

10 Ingredienti presi dalla dieta dei padroni per ravvivare la pappa di Fido di Chiara Baldetti

La tentazione di dare un boccone della vostra cena al vostro cane, soprattutto quando vi guarda con quegli occhioni lacrimosi e si apposta sotto il tavolo, è grande. Lo sappiamo. Ma sappiamo anche tutti che il 90% dei pasti da “umani” non sono adatti alla dieta degli animali e, anzi, spesso sono dannosi per la loro salute. Però vi sarà sorto il dubbio che crocchette e bocconcini, per quanto sfiziosi, siano insipidi o comunque non soddisfino il vostro amico a quattro zampe, no?

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Se volete ravvivare la sua pappa con ingredienti da condividere, vi diamo 10 alimenti che possono essere introdotti nella loro dieta senza controindicazioni, con una ricetta per ognuno.

1. Banana

Ricche di potassio (ottimo per muscoli e vasi sanguigni), fibre e magnesio, le banane contengono anche la vitamina B6 che aiuta a metabolizzare le proteine e trasportare l’ossigeno al cervello e ai muscoli. Non solo per i padroni!

Schiacciatene una e mescolatela alle crocchette, vedrete quanto gli piacerà!

2. Rutabaga

È un vegetale che spesso anche noi padroni ignoriamo, simile alla rapa o al ravanello, ottima se bollita o per fare il purè. Ricca di vitamina C, potassio e carotenoidi, importantissimi per il sistema immunitario e la riduzione di malattie associate con l’invecchiamento. Per il vostro cucciolo bollitela e riducetela in purea, poi aggiungete dell’olio


d’oliva e la pappa è pronta.

3. Patata dolce

Ricca di sostanze nutritive, come carotenoidi e vitamina C, la patata dolce possiede anche antiossidanti, piridossina, potassio, fibre e magnesio. Sono anche un’ottima fonte di rame, ferro e manganese (minerali essenziali per il corretto funzionamento cellulare e la sintesi delle proteine). Bollitele, schiacciatele e conditele con dell’olio extravergine, come per la rutabaga.

4. Semi di lino

Noi li aggiungiamo alle insalate per i loro benefici su pelle, ossa e funzionalità cerebrali, ma sono anche ricchi di fibre, manganese, magnesio, fosforo e rame. Macinatene una cucchiaiata e aggiungeteli alla pappa del cane, potete anche scegliere l’olio di semi di lino, ma gli toglierete il gusto di sgranocchiarli.

minerali. Sono stati provati i suoi effetti positivi sul metabolismo, il sistema immunitario e la risposta anti-tumorale. Non ha un sapore o un odore molto forte, quindi può essere bollita e aggiunta al cibo per cani senza che facciano gli schizzinosi.

8. Mirtilli

Devono il loro colore scuro alle antocianidine, degli antiossidanti molto potenti che aiutano a contrastare i processi d’invecchiamento. Cercate però di non esagerare con questi spuntini perché hanno un effetto lassativo… e chi dovrà pulire poi siete voi!

9. Rosmarino

È una pianta aromatica, ma non solo, è anche ricca di fibre, ferro e

calcio ed ha alcuni agenti antinfiammatori e antiossidanti. Lavatene un rametto e aggiungete le foglie triturate ai bocconcini di carne per renderli più saporiti.

10. Cardo rosso

Noto anche come cardo svizzero, appartiene alla stessa famiglia degli spinaci ed è ricco di sostanze nutritive che si conservano meglio se viene sbollentato leggermente e non lasciato cuocere a lungo. È ottimo per il sistema cardiocircolatorio, la vista e il sistema immunitario, oltre che quello muscolare. Una volta sbollentato, tagliatelo a pezzetti e conditelo con dell’olio d’oliva… se siete fortunati Fido vorrà anche bere l’acqua di cottura! ■

5. Yogurt

I probiotici dello yogurt aiutano a ripristinare la flora intestinale, oltre a fornire proteine, calcio, fosforo, vitamina B12, potassio e zinco. Una cucchiaiata di goloso yogurt magro è ottima per fargli mandare giù una medicina!

6. Salmone

Ricco di Omega 3, è ottimo per la pelle, la pelliccia e le funzioni cerebrali, oltre ad aiutare nella guarigione di processi infiammatori come l’artrite, spesso diffusa tra i cani. Quando preparate il salmone sulla piastra per voi, mettetene da parte un po’ per il cane, poi fatelo raffreddare (anche in frigo) prima di darglielo.

7. Alga Nori

Potrebbe non far parte della vostra dieta quotidiana, essendo un ingrediente tipico della cucina giapponese, ma se siete appassionati di sushi probabilmente ce l’avete ben presente. È ricca di proteine, fibre, vitamine C, E, B e

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Hobby House di Gelsomina Sampaolo

Libreria BAMBINI Il mio alfabetiere da colorare Pensato per i più piccini, che non vanno ancora a scuola, un grande albo per divertirsi a colorare... e imparare l'alfabeto! Rubino M.; Giunti; Euro 5,90

La signora della casa rossa Anika si è appena trasferita con i genitori in un paesino fuori città. La sua nuova vicina,la signora Victoria, è una simpatica vecchietta forse un po’ invadente… nascerà una grande,inaspettata amicizia. Girel S., Seo J.; Sironi; Euro 14,90

IN SALUTE Caffeina, storia e cultura della droga più famosa del mondo La prima storia del più famoso stimolatore dell’umore, di come è stato scoperto e dei suoi utilizzi più comuni. Con introduzione di Ernesto Illy. Bealer B.K., Weinberg B.; Donzelli; Euro 34,00

Vivere sereni Più di cento tecniche per aiutare ad aiutarsi nel labirinto del mondo e trovare la strada della felicità perché, come dice un grande saggio, l'unico dovere che abbiamo è quello di essere felici. Marinangeli L.; Bordeaux; Euro 14,00

BEST SELLER Adulterio Lei ha 30 anni e una vita apparentemente perfetta. Ma non si accontenta. Incontra l’ex fidanzato ed è pronta a tutto per riconquistare questo amore. Dovrà scendere nel profondo delle emozioni umane per trovare finalmente la sua redenzione. Coelho P.; Bompiani; Euro 18,00

Cinema Dallas Buyers Club Regia: J.M.Vallée;con M. McConaughey, J. Leto, J. Garner. trama: La storia di un uomo qualunque che si mette contro la legge pur di sopravvivere all’Aids. Giudizio: un racconto di omofobia e redenzione. Oscar per McConaughey e Leto.

64 OPTIMASALUTE

Albergo Italia Eritrea, 1899. Un soldato italiano si fa sedurre da una ragazza, complice di una banda di ladri.Intanto ad Asmara nel lussuoso Albergo Italia un oscuro faccendiere, viene ucciso nella notte. C’è un collegamento tra l'omicidio e il furto? Lucarelli C.; Einaudi; Euro 12,00

Musica Jack White Lazaretto Secondo album solista dopo l’esperienza White Stripes, conferma che White è la cosa migliore che potesse capitare alla musica dei nostri tempi. Eclettico, innovativo, ma sempre legato alle radici blues e folk.



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ricette

Crema di luppolo 600 gr di germogli di luppolo 500 gr di patate 2 dl di panna liquida sale; pepe rosa Sbucciate le patate e lessatele. Dieci minuti prima della fine della cottura aggiungete i germogli di luppolo. Senza scolare, frullate il tutto e incorporate il resto degli ingredienti. Mescolare fino ad ottenere una crema densa e vellutata. Servite con pezzetti di pane croccante.

marxismi la televisione “Trovo che la televisione sia molto educativa. ogni volta che qualcuno l’accende, vado in un’altra stanza a leggere un libro”. (Groucho Marx)

history

Quanti erano i Mille? Le camice rosse imbarcate a Quarto il 6 maggio 1860 furono tra 1089 e 1092, secondo l’elenco revisionato personalmente da Giuseppe Garibaldi. Alcuni hanno impropriamente inserito nella lista anche il nome della moglie Anita, morta in effetti nel 1849. In effetti non partirono solo uomini di mare. Ben 166 venivano da Bergamo, 62 da Brescia, 58 da Pavia e quasi la metà (443) erano lombardi. Le professioni più rappresentate? 284 operai/artigiani, 253 intellettuali, 205 possidenti, 204 militari.

Web Zone Un milione di Yo La app più sintetica del mondo si chiama “Yo” ed equivale più o meno allo squillo sul cellulare tanto in voga negli anni ’90: serve a mandare ai propri contatti o a ricevere uno «Yo», cioè un ciao. è il modo americano per salutare, congratularsi o mostrare il pollice in su. Che sia una sciocchezza o un’idea semplicemente brillante non sappiamo. Fatto è che al suo inventore sono stati offerti più di un milione di dollari di finanziamenti...

66 OPTIMASALUTE

oroscopo segno del Mese VerGine

Gentili e affettuosi, in amore sarete disponibili al dialogo. Con facilità porterete a termine un impegno di lavoro complesso e avrete soddisfazioni. Non credete ai facili guadagni.

Ariete 21/03 - 20/04

Siate flessibili, otterrete vantaggi. Lavoro: opportunità in vista.

toro 21/04 - 20/05

In amore cercate di essere coerenti. Applicatevi sul lavoro.

GeMelli 21/05 - 21/06

Propositivi in amore e nel lavoro arriverà l’occasione attesa.

cAncro 22/06 - 22/07

Irrazionali in amore. Questioni di denaro: non agite d'impulso.

leone 23/07 - 23/08

Soddisfazioni dal partner. opportunità economiche in arrivo.

BilAnciA 23/09 - 22/10

Nel lavoro Saturno e Plutone sono dalla vostra. Successo.

scorpione 23/10 - 22/11

Serve più equilibrio in amore e nel lavoro costruite un team in sintonia.

sAGittArio 23/11 - 21/12

In amore evitate i contrasti. Nel lavoro valutate le alternative.

cApricorno 22/12 - 20/01

Sole e Marte vi ricaricano. Lavoro: guardate oltre gli ostacoli.

AcquArio 21/01 - 19/02

Amore in vista. Lavoro: proposte allettanti e sarete qualificati.

pesci 20/02 - 20/03

Dedicate tempo al partner. Lavoro: approfittate degli appoggi.

Un “vecchio” amico Secondo gli ultimi dati raccolti in Italia, Facebook sarebbe ormai il social network prediletto dagli over 40. Se alla sua nascita, dieci anni fa, infatti, era principalmente usato dalla fascia di età 19-24 anni (29% degli utenti totali), oggi le fasce che lo usano di più sono quelle 36-45 (21%) e 46-55 (13%), con un aumento veloce e improvviso degli over 56 (8,6% del totale). I più giovani si sarebbero spostati su Twitter o sulle piattaforme e app di messaggistica istantanea (come Whatsapp), più immediate e per una cerchia di contatti più ristretta.

Istruzioni & uso Non tutti abbiamo dimestichezza con la terminologia di Twitter. Ecco un glossario-base per principianti. Tweet: è un messaggio di 140 caratteri al massimo. Following: le persone che seguiamo, delle quali leggiamo i tweet Follower: le persone che ci seguono e che leggono i nostri tweet. Hashtag: sono parole chiave precedute dal simbolo # (in inglese hash). Compaiono nei risultati di ricerca e consentono di aggregare tweet sullo stesso argomento. Utili per seguire eventi, discussioni e introdurre tematiche importanti in tempo reale. @ (Menzione): anteposta al nome di un utente, la @ consente di menzionarlo e chiamarlo in causa in una discussione. Retweet (RT): funzione che permette di inoltrare il tweet di un altro utente.

concerti le date del mese Afterhours: 6 a Sesto San Giovanni (Carroponte), 12 a Ravenna (area esterna Pala De Andrè); Emis killa: 11 a Sesto San Giovanni (Carroponte); Pharrell: 20 ad Assago (Mediolanum Forum); Elisa: 27 a Verona (Arena); Gloria Gaynor: 21 Milano (Alcatraz); Bluvertigo: 5 Ravenna (Pala De Andrè); Elio e le storie tese: 5 Verona (Teatro Romano); Ligabue: 13 Bologna (Stadio Dallara).




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