VEDERE Italia 2/2021

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Cotechino e Lenti,

due chiacchiere tra persone semplici

Cosa vedono gli occhi Il primo piatto vi è piaciuto? Mantengo la promessa, vi intrattengo con un’altra portata: approfondiamo il concetto di valore con alcune premesse, un pochino di spiegazione scientifica resa facilmente intellegibile e una conclusione ovvia che potrebbe portarvi a cambiare, anche abbastanza radicalmente, il modo di vendere un certo gruppo di lenti. Cominciamo a dire che ci sono lenti che sono praticamente identiche quale che sia il fornitore da cui le acquistiate; parlo delle monofocali finite, le cosiddette lenti stock o pronte a magazzino. Aggiungiamo anche le lenti monofocali di normale ricetta che devono essere eseguite in questo modo perché la disponibilità delle prime è limitata entro un certo campo di poteri, diciamo, ma solo per esemplificare, tra – e + 6.00 con cilindro sino a – 2.00, in alti indici potrebbe essere diverso. Curva anteriore e curva posteriore ovviamente diverse in ogni potere ma, a parità di potere, la curva anteriore (la cosiddetta curva base) probabilmente variabile tra un produttore ed un altro. Ma non è questo il punto importante. Tutte queste lenti sono costruite secondo un calcolo matematico basilare, quindi uguale per tutti, che parte dalla formula di Gullstrand:

dove Pe è il potere equivalente e Da è la potenza della superficie anteriore e Dp è la potenza della superficie posteriore, s è lo spessore al centro e N l’indice di rifrazione del materiale di costruzione. Da e Dp vanno espressi con lo stesso indice. Giuro sulla

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VEDERE ITALIA – nr. 2 /   2021

memoria dello zio Aldo che non riferirò altre formule che questa (per questa puntata …). Allora dove sta il valore, nel senso: perché ci sono prezzi diversi nel mercato? Sino a vent’anni fa esistevano fabbricanti Italiani, Europei, Orientali … ora tutto viene da Cina, Tailandia e (raramente) Corea, quindi oggi la differenza non sta nel chi le ha costruite e dove le ha costruite. Invece, siccome queste lenti sono al 90% trattate (leggasi indurite e antiriflesso), ecco, qui compare una differenza; siccome il trattamento vale tanto quanto la lente o forse di più (pensate al costo di produzione di una tra le lenti più volgari, una in policarbonato che con uno stampo a figure multiple si scodella al ritmo di 10 lenti ogni 30 secondi: costo = una frazione di tallero!!) ecco che compaiono prezzi variabili. In alcuni casi il trattamento è semplicemente essenziale, in altri è un buon idrofobico, in altri un super idro-oliopolvere-ecc. repellente. Ma non solo, può essere magari garantito per un paio d’anni, a volte invece si sbriciola ad un minimo di salto termico…. Quante differenze in pochi euro…. Ma questo lo sapete, anche se mi sembrava doveroso ricordarvelo: veniamo alla vera differenza approfondendo il titolo di questa chiacchierata. Visita in studio: mettete una lente nell’occhialino di prova (o usate il vostro forottero supermega elettronicato) e cosa vedrà il paziente che viene invitato a leggere lettera per lettera l’ottotipo a 6 metri sul muro? Un bel raggio riflesso gli piomberà, debitamente deformato dalla sua ametropia, quindi mal focalizzato, sulla retina. Con opportuna correzione da voi velocemente individualizzata (e non uso questo participio passato a caso) e compensante (e non uso questo participio


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