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Fipe - La ripresa del Paese passa dalla ristorazione
LA RIPRESA DEL PAESE PASSA DALLA RISTORAZIONE
di Lino Enrico Stoppani Presidente di FIPE
Il ritorno in presenza di una fiera internazionale importante come TUTTOFOOD, con i suoi 945 espositori e oltre 500 buyers provenienti da tutto il mondo, rappresenta un interes-
sante e incoraggiante segnale per chi spera
in una piena ripresa delle attività fuoricasa. Interessante, perché si tratta di una manifestazione ampiamente simbolica per il food italiano, come vetrina e come momento di confronto della lunga filiera alimentare del Paese. Dalla produzione alla somministrazione, TuttoFood rappresenta infatti un quadro composito di quel Made in Italy alimentare che tra cultura, tradizioni, innovazione proprio oggi deve trovare nuovi spunti e sinergie per rilanciarsi. E poi questa manifestazione è, appunto, un segnale incoraggiante perché arriva a una settimana esatta da un avvenimento decisivo per i destini del mondo della ristorazione italiana: la fine del
regime di smartworking per i dipendenti pub-
blici, chiamati il 15 ottobre a ritornare a lavorare in presenza. I pubblici esercizi - quelli situati tanto nei centri storici delle città e a ridosso dei centri direzionali distaccati - hanno infatti sofferto in maniera drammatica per lo svuotamento degli uffici, pubblici come privati. In numeri, il
Centro Studi di FIPE ha stimato che il rientro in ufficio da parte dei funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione permetterà
di recuperare circa il 20% dei 7 miliardi a cui corrispondeva il valore della pausa pranzo prima della pandemia. Certamente la pandemia, e non solo per il tema della “pausa pranzo”, ha costretto molti pubblici esercizi a rivedere il pro-
prio modello di business, integrandolo con
servizi digitali indispensabili per raggiungere una platea sempre più ampia e differenziata di clienti. Si è trattato - e si tratta - di una transizione tutt’altro che indolore, che deve essere favorita, accompagnata e incentivata da politiche pubbliche mirate a qualificare ulteriormente l’offerta di locali che, oggi più che mai, sono il biglietto da visita di un Paese che ha un disperato bisogno di veder ripartire i flussi turistici internazionali. In queste settimane dunque si riparte, con l’irrinunciabile obiettivo di non chiudere più, grazie all’allargamento costante della platea di vaccinati e all’introduzione del green pass come strumento di garanzia per mantenere aperte imprese e attività. Indietro non si torna e non si può tornare: non vanno infatti tralasciati gli effetti degli ultimi 18 mesi, né in termini negativi, sulla fragilizzazione delle nostre imprese, né in termini di innovazione, sui cambiamenti imboccati che portano al settore una sfida di modernità, prima di tutto culturale. Consapevoli che dai ristoranti alle gastronomie, dalle imprese biologiche alle catene, dalle reti di distribuzione complesse fino a quelle indispensabili di carattere tradizionale – come gli alimentari nei nostri quartieri e nei nostri paesi – oggi più che
mai la partita si gioca sul campo diffuso del-
la qualità: qualità manageriale, qualità del servizio, oltre che qualità del prodotto. Questo è in sintesi il “tutto” che speriamo di trovare con forza nella grande fiera del “food” che torna a Milano.