press conferences sala casinò
12.30 CONFERENZA STAMPA DI APERTURA DELLA 78. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA, presentazione delle Giurie VENEZIA 78, ORIZZONTI, VENEZIA OPERA PRIMA “LUIGI DE LAURENTIIS” 13.15 LES PROMESSES (Orizzonti) 14.00 MADRES PARALELAS (Fuori Concorso) Solo accreditati, prenotazione obbligatoria/ Press holders, only upon reservation
8.30
Sala Darsena
11.30
Sala Perla
VENEZIA 78 - FILM DI APERTURA press - industry
GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry
Pedro Almodóvar (123’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
Iván Fund (87’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
MADRES PARALELAS (Parallel Mothers)
8.30
PalaBiennale
ORIZZONTI - FILM DI APERTURA press - industry
LES PROMESSES (The Promises)
Thomas Kruithof (98’) v.o. francese st. italiano/inglese
9.00
Sala Perla
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC FILM DI APERTURA press - industry
ERA IERI (It Was Yesterday) Valentina Pedicini (15’) v.o. italiano st. inglese
KARMALINK
Jake Wachtel (102’) v.o. khmer, inglese st. italiano/inglese
9.15
Sala Casinò
ORIZZONTI press - industry
LES PROMESSES (The Promises)
Thomas Kruithof (98’) v.o. francese st. italiano/inglese
10.45
PalaBiennale
VENEZIA 78 - FILM DI APERTURA press - industry
MADRES PARALELAS (Parallel Mothers)
Pedro Almodóvar (123’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
11.00
Sala Darsena
ORIZZONTI - FILM DI APERTURA press - industry
LES PROMESSES (The Promises)
Thomas Kruithof (98’) v.o. francese st. italiano/inglese
11.00
Sala Giardino
PROIEZIONI SPECIALI press - industry
PIETRO IL GRANDE (Pietro the Great)
13.45
TOU SHENG, JI DAN, ZUO YE BEN (Hair Tie, Egg, Homework Books)
Luo Runxiao (15’) v.o. cinese mandarino st. italiano/inglese
MULAQAT (Sandstorm)
Seemab Gul (20’) v.o. urdu st. italiano/inglese
HELTZEAR (Hold)
Mikel Gurrea (17’) v.o. basco st. italiano/inglese
LA FÉE DES ROBERTS (The Boob Fairy) Léahn Vivier-Chapas (14’) v.o. francese st. italiano/inglese
IL TURNO (The Shift)
Chiara Marotta, Loris Giuseppe Nese (14’) v.o. italiano st. inglese
DON’T GET TOO COMFORTABLE
Shaima Al-Tamimi (9’) v.o. inglese, arabo st. italiano/inglese FUORI CONCORSO
LIANG YE BU NENG LIU (The Night)
Tsai Ming-liang (19’) v.o. cinese mandarino st. italiano/inglese ORIZZONTI CORTI FUORI CONCORSO
PREGHIERA DELLA SERA (DIARIO DI UNA PASSEGGIATA) Evening Prayer (Diary of a Walk) Giuseppe Piccioni (17’) v.o. italiano st. inglese
14.00
Sala Perla
MADELEINE COLLINS Antoine Barraud (102’) v.o. francese st. italiano/inglese
BIENNALE COLLEGE CINEMA
THE CATHEDRAL
16.00
Ricky D’Ambrose (87’) v.o. inglese st. italiano
Sala Volpi
ORIZZONTI press - industry
Sala Darsena
ORIZZONTI - FILM DI APERTURA pubblico - tutti gli accrediti
LES PROMESSES (The Promises)
Thomas Kruithof (98’) v.o. francese st. italiano/inglese
LES PROMESSES (The Promises)
Thomas Kruithof (98’) v.o. francese st. italiano/inglese
DAILY#1 V E N I C E
Sala Giardino
ORIZZONTI - CONCORSO CORTI press - industry
GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry
Antonello Sarno (10’) v.o. italiano st. inglese
11.00
PIEDRA NOCHE (Dusk Stone)
SEGUE A P. 8
1 September 2021
F I L M
F E S T I VA L
2
#1
intervista Roberto Cicutto
di Massimo Bran e Mariachiara Marzari
© La Biennale di Venezia - ASAC - Photo by Andrea Avezzù
S
e la 77esima è stata l’edizione da mission impossible, portata a termine perfettamente tra lo stupore e il conforto generali, questa 78. Mostra del Cinema non può che essere l’edizione da dove tutto, ma proprio tutto deve ripartire di slancio, con rinnovate visioni forti della resistenza esemplare offerta al mondo nel disgraziato 2020. Con Roberto Cicutto, Presidente de La Biennale di Venezia, abbiamo fatto il punto su questa attesissima ripartenza e sulle altre direzioni aperte nella poliedrica casa Biennale. Edizione seconda dell’età pandemica. Persistenze e nuove disposizioni A chi, l’anno scorso, mi domandava se fossi orgoglioso di rappresentare l’unico grande evento culturale che avrebbe avuto luogo in presenza rispondevo di no, nel senso che non poteva rappresentare certo un motivo di orgoglio trovarsi in una simile situazione, a livello mondiale per giunta! Più che per l’orgoglio, quindi, poteva esserci spazio per la soddisfazione di essere riusciti a trovare delle metodologie che potessero coniugare le esigenze di visitatori e addetti ai lavori, la cui sicurezza veniva naturalmente prima di ogni altra cosa, disegnando una strada agibile, percorribile anche dagli altri grandi eventi culturali internazionali in questo scenario completamente stravolto dal virus.
L’anno scorso l’incertezza era totale. Quest’anno ne sappiamo di sicuro qualcosa in più, anche se ciò non si traduce assolutamente in facilitazioni a livello pratico e organizzativo; spero solo, e ne sono peraltro ragionevolmente convinto, che vaccini e green pass ci accompagnino verso una situazione sempre più sotto controllo. I segnali a riguardo anche in termini di maggiore fiducia sono già eloquenti per quanto ci attiene, basti considerare la grande, attesissima ‘novità’ dell’edizione di quest’anno, vale a dire la presenza delle delegazioni dei film da tutto il mondo, USA compresi, che l’anno scorso era stata per forza di cose praticamente azzerata. La dimensione autoriale al cospetto della rivoluzione digitale La rivoluzione tecnologica muta il nostro lavoro di ora in ora, ma ciò che sta alla base di tutto rimangono i contenuti, che certo oggi possono contare su diversi tipi di pubblico, che è poi il vero, profondo cambiamento prodotto da questi nuovi formati e modalità di fruizione delle opere audiovisive. Un cambiamento che investe sia i contenuti, con la radicale trasformazione delle tipologie di queste opere destinate al pubblico, vedi il vorticoso sviluppo della serialità, sia i media attraverso i quali questi contenuti vengono visti. Credo che Venezia faccia molto bene a non creare delle barriere di tipo espressivo per svolgere al meglio quella che è la propria costitutiva mission, vale a dire valorizzare i talenti già confermati e scoprirne di nuovi. Ottima quindi la scelta di Barbera e della Biennale di aprire la Mostra alle piattaforme e alle diverse forme di produzione e distribuzione, proprio a conferma di come il talento non debba essere ostacolato in alcun modo, tantomeno trincerandosi in rassicuranti certezze che certezze più non sono. Non credo che Venezia abbia espresso un atto di coraggio eroico in tale direzione, quanto piuttosto un semplice atto di realismo e lucidità. Cosa mai da dare per scontata però. Le due convergenti direzioni della rotta Biennale Il nostro compito come istituzione culturale impegnata praticamente in tutte le arti è duplice: produrre visioni aperte in cui ogni singola attività, ogni singolo evento riconosca le sue radici, il suo senso primo e ultimo di esistere qui; tenere viva la capacità di adattamento al mutare dei tempi, sia esso di breve o di lunga prospettiva. Rischiare accompagnati da serie e profonde visioni deve far parte del nostro mestiere e non solo in termini organizzativi, ma anche e soprattutto sul piano della ricerca. Consolidando e innovando sulla frontiera digitale Una piattaforma ce l’avevamo già, la Sala Web. L’idea che ha avuto Barbera, accolta con entusiasmo dal CdA, è stata di consentire a dei film presenti in Mostra negli anni passati di poter godere di una certa visibilità, data l’impossibilità o difficoltà di una loro distribuzione. Ci siamo quindi attrezzati per fare in modo che si verificasse l’incontro tra queste cinematografie e un pubblico ad esse interessato. Da qui la nascita del nuovissimo Biennale Channel, il tutto grazie all’ormai consolidata partnership da noi costruita con MYmovies, leader in Italia del cinema in streaming. L’altra nuova nostra scommessa, quella più innovativa direi, è certamente il VR, che anche quest’anno siamo costretti, per ragioni logistiche legate alla sicurezza e al distanziamento, ad allestire in una modalità esclusivamente e letteralmente virtuale. Ma, in presenza o meno, è su questa nuova modalità espressiva dell’esperienza filmica immersiva che stiamo scommettendo, convinti come siamo che sia una delle direzioni in cui l’audiovisivo riserverà le migliori SEGUE A P. 4 sorprese da qui ai prossimi anni.
EDITORIALE di Massimo Bran
Voce del verbo sparigliare D
iciamoci la verità, senza un briciolo di retorica e nemmeno un grammo di enfasi: la scorsa estate, ancora completamente attoniti da questo tsunami pandemico che aveva travolto la grammatica dei nostri giorni, di tutti noi, nessuno avrebbe scommesso neanche un centesimo sulla remota possibilità che la Mostra del Cinema si sarebbe potuta svolgere. Tra tutti i festival e le mostre che la Biennale organizza annualmente, la Mostra al Lido è costitutivamente il più complesso da gestire in una situazione inedita del genere, per numero di spettatori e visitatori che affollano in quei giorni l’area, per le centinaia di proiezioni e di eventi che si susseguono senza tregua, per il fatto di dover gestire in spazi chiusi la compresenza di centinaia di persone insieme, per quanto le capienze vengano necessariamente ridotte. Insomma, una sfida davvero da far tremare le vene dei polsi. Eppure è andata, sì, eccome! Mentre tutti i grandi festival internazionali generalisti issavano bandiera bianca, qui si è deciso di resistere in trincea, vincendo infine, già. Avercela fatta
lo scorso anno in quelle incredibili condizioni ha dato ancora più energia ad Alberto Barbera e al suo staff per impegnarsi in nuove sfide, continuando in quel lavoro incessante di ascolto e di restituzione di un mondo come quello del cinema in rutilante divenire, con le sue ataviche e ora anche inedite preoccupazioni, con nuovi fremiti a scuotere le sue già fragili certezze, con le rivoluzionarie, più che nuove, modalità di fruizione e distribuzione dei suoi contenuti annessi e connessi. Una Mostra che scommette ancora una volta sul futuro, con nuove sezioni, soprattutto con una visione sempre più aperta sulle commistioni che il cinema sempre più incessantemente presenta da un punto di vista artistico, produttivo, distributivo, cercando di trascendere anno dopo anno la sacralità dei confini rigidi che per decenni hanno connotato il fare-festival.
Ho ancora nelle orecchie la sua fantastica reazione quando gli ho comunicato la notizia: «Mamma mia, Alberto, che regalo pazzesco mi fai! Non me lo merito…»
Director's cuts
Irresistibile Leone
È stata la prima persona che chiamai nel 1999, alla mia prima esperienza a Venezia, per far parte della giuria. Roberto Benigni decise allora di non accettare perché non si riteneva all’altezza; figuriamoci se non lo era… Però, insomma, davvero non se la sentiva: un animale di razza come pochi altri, quale lui è, deve corporeamente sentire di dover esserci verticalmente in un dato proscenio, qualsivoglia esso sia. Lo deve vivere con pienezza, non può conoscere mezze misure. Sarebbe stata sicuramente allora, in quel ruolo, una scelta dirompente, ma tanto fu. In passato era stato più volte a Torino, non al festival, accompagnando Nicoletta Braschi, sua moglie, che era lì impegnata in uno spettacolo del Teatro Stabile e vi era stata quindi l’occasione di frequentarsi. Quest’anno mi sono chiesto quale potesse essere la figura che più di ogni altra aveva segnato gli ultimi quarant’anni di cinema e di teatro italiani, ma anche della miglior televisione, uno capace come mai nessuno prima di portare la grande letteratura nel piccolo schermo, coinvolgendo milioni di utenti su una materia che normalmente è roba per pochi, purtroppo. Nel Settecentesimo della morte di Dante pensare a Roberto è stato immediato. Ho ancora nelle orecchie la sua fantastica reazione quando gli ho comunicato la notizia: «Mamma mia, Alberto, che regalo pazzesco mi fai! Non me lo merito…». #1 3
SEGUE DA P. 3
GIURIA
Intervista Roberto Cicutto
Inoltre quello che stiamo portando avanti nei diversi ambiti della Biennale, ossia dare nuova vita a tutta una serie di contenuti che qui quotidianamente trattiamo, non è altro che l’espressione concreta di un uso intelligente delle nuove tecnologie: non vogliamo che la Biennale sia ricordata unicamente per le diverse edizioni dei propri festival, ma che diventi un veicolo di comunicazione e di contenuti valido per sempre per tutti coloro i quali intendono vivere e muoversi nel cuore pulsante del confronto, del dibattito culturale globale. Le nuove tecnologie si delineano come lo strumento che ci permette di fare tutto questo. Attività permanenti e nuovi orizzonti generazionali La Biennale può diventare, per studenti e ricercatori, il laboratorio ideale in cui poter mettere in pratica quello che è stato studiato in maniera teorica, il luogo in cui potersi ‘sporcare le mani’. Chi studia arte, architettura, cinema, musica, danza o teatro deve trovare nella Biennale il terreno ideale per la sperimentazione del proprio talento. A ottobre si parte con un progetto che comprende 4 università ed altri istituti di alta formazione: 110 studenti parteciperanno alla raccolta di dati riguardanti tutti e 6 i comparti artistici della Biennale, per creare un grande database incentrato sulla provenienza geografica, politica e formativa degli artisti che alle diverse Biennali hanno partecipato. Un lavoro che sarà completato progressivamente con l’integrazione con quanto da noi digitalmente catalogato dell’offerta dei ‘tesori’ presenti negli archivi delle altre grandi istituzioni culturali cittadine. Un progetto di digitalizzazione di contenuti culturali della storia e della contemporaneità, una volta ultimato, semplicemente unico al mondo. Altra, nuovissima nostra creazione, che segue quelli già da anni istituiti per gli altri settori, è il Biennale College Arte, attraverso il quale ci rivolgiamo idealmente ai futuri curatori e agli artisti di domani. Abbiamo ricevuto più di 300 domande, da cui saranno selezionati 17 artisti in formazione che vedranno 4 delle loro opere esposte nella mostra del prossimo anno. Ecco, questa è la nuova rotta che intendiamo solcare nel presente e nel futuro nel grande mare del confronto quotidiano, fertile tra i diversi linguaggi espressivi che la Biennale ospita e coltiva da oltre un secolo. E il grande progetto di ricollocazione dell’ASAC in una meravigliosa ala dell’Arsenale rappresenterà il cuore pulsante di tutto ciò, la vera, rinnovata casa delle attività permanenti. Venezia capitale del contemporaneo: il ruolo della Biennale nel sistema-città Quando abbiamo annullato l’edizione 2020 della Biennale Architettura, siamo stati considerati degli ‘assassini’, salvo diventare poi degli ‘eroi’ quando abbiamo comunicato che la Biennale Cinema si sarebbe tenuta: questo mi ha dato l’ennesima conferma di quanto la Biennale sia importante per Venezia e, mi auguro, per il mondo intero. Mi ha fatto anche capire però quanto sia importante superare l’impantanamento del nesso causa-effetto, ossia pensare subito al mancato indotto per la città che l’annullamento di una manifestazione culturale comporta. La Biennale è un attore certamente nodale per la qualità dell’offerta culturale della città, quindi anche per l’impiego del relativo indotto nonché per il contributo a elevare la qualità della presenza turistica a Venezia, però non è pensabile immaginare, o ancora peggio pretendere, che questa per quanto importante Istituzione debba farsi carico dei destini qualitativi dell’industria culturale della città tutta. Noi siamo un attore, per quanto importante, del sistema e siamo felice di esserlo. Ma un attore da solo, anche il più grande, non fa un film.
VENEZIA 78 Bong Joon-ho | President
Director, screenwriter (South Korea) Sette film, sette stazioni di un personale viaggio sul Male come naturale escrescenza della natura umana./ Seven films, seven stations of a personal journey on Evil as a natural outgrowth of human nature.
Saverio Costanzo Director (Italy)
Regista con una particolare sensibilità per gli adattamenti di romanzi (In memoria di me, La solitudine dei numeri primi, Hungry Hearts e la serie dell’Amica geniale sono tutti tratti da romanzi italiani), dovrà applicare l’equilibrio e la misura che sono caratteristiche del suo cinema alla valutazione dei film in Concorso, con un retro-pensiero alla possibilità di dare tangibili riconoscimenti alla forte partecipazione quest’anno dei film italiani./ A director with a particular sensitivity for adaptations of novels. He will have to use balance and measure, which are the main features of his works, when rating the films in competition, taking into consideration the opportunity of giving a tangible recognition to the strong participation of Italian films this year.
Virginie Efira Actress (Belgium/France) È passata da una carriera di conduttrice tv a diventare una delle icone femminili del cinema francese degli ultimi dieci anni./ Virginie Efira actress who started her career as a TV presenter to becoming one of the women icons of French cinema of the last ten years. Cynthia Erivo Actress, singer, composer (UK) La storia del cinema, soprattutto quello USA, è infarcita di cantanti convertite alla recitazione e nominate all’Oscar come migliori attrici, o addirittura vincitrici della statuetta (Judy Garland, Diana Ross, Cher, Bette Midler, Jennifer Hudson). Ma solo quattro hanno vinto sia per la categoria attrici che per quella di cantanti: Barbra Streisand, Mary J. Blige, Lady Gaga. La quarta è Cynthia Erivo./ The history of cinema, especially in the USA, is full of singers who became actresses and were nominated for the Oscars as best actress, or even winners of the statuette (Judy Garland, Diana Ross, Cher, Bette Midler, Jennifer Hudson). However, only four of them have been awarded a prize for both the actress and singer categories: Barbra Streisand, Mary J Blige, Lady Gaga. The fourth is Cynthia Erivo. Sarah Gadon Actress, producer (Canada)
Cinephile, nel settembre 2007 al Toronto Film Festival a 20 anni assiste alla conferenza stampa di Eastern Promises (La promessa dell’assassino), con Cronenberg e Mortensen. Da allora diventa la musa di Cronenberg e recita negli ultimi tre film del regista canadese (A Dangerous Method, Cosmopolis, Maps to the Stars)./ Cinephile. In September 2007, at the Toronto Film Festival, at the age of 20 she attended the press conference of Eastern Promises, with Cronenberg and Mortensen. Since then, she has become Cronenberg’s muse and starred in his last three movies (A Dangerous Method, Cosmopolis, Maps to the Stars).
Alexander Nanau Director (Romania) Regista, sceneggiatore e produttore, autore di Collective, che sotto le spoglie di un docuinchiesta sulla corruzione della sanità rumena è in realtà il thriller più avvincente degli ultimi anni./ Romanian director, screenwriter and producer, author of Collective, which, under the guise of a docu-investigation into the corruption of Romanian health care, is actually the most compelling thriller of the last few years. Chloé Zhao Director, screenwriter, producer, editor (China)
È una delle icone del cinema contemporaneo e della sua fungibilità estetica, divisa com’è tra le ballate country su cowboy e houseless che l’hanno resa famosa e il nuovo film della Marvel in uscita a novembre, The Eternals, con un budget di 200 milioni di dollari./ She is one of the icons of contemporary cinema and its aesthetic fungibility: from the country ballads about cow-boy and houseless that made her famous to the new Marvel movie scheduled for release in November, The Eternals, with a budget of 200 million dollars.
PLAYLIST VENEZIA 78 a cura di Fabio Di Spirito
P
erché, nel comunicato stampa di presentazione della 78. Mostra del Cinema di Venezia, a firma Alberto Barbera, viene citato Nicolas Boileau, mediocrissimo poeta e critico letterario francese vissuto a cavallo tra Seicento e Settecento? Classico name dropping da ufficio stampa esuberante o chiave di lettura di una precisa strategia? Dopotutto, Boileau è famoso per aver canonizzato gli elementi principali dell’estetica barocca: il dolce artificio, il piacere, la commozione, il muovere gli affetti. E nello stesso comunicato, verso la fine, troviamo una vera e propria dichiarazione di adesione al barocco cinematografico, là dove il senso del cinema è definito come quello di “stupire, meravigliare, coinvolgere e commuovere”. Méliès insieme all’universo espanso della Marvel insomma… Sappiamo che il barocco non possedeva ancora il concetto di furto artistico: in assenza Vivo Andrea Laszlo De del copyright, gli artisti utilizzavano normalmente il Simone (Vivo, 2021) materiale altrui e proprio per riciclarlo, riprodurlo, Una canzone pazzesca, rigenerarlo. E questa è la chiave di lettura della playlist che ascolto praticamente per questa Mostra: la natura fantasmatica della musica ogni mattina e che ogni
volta mi emoziona. L’ho scoperta per caso in radio. Immaginate la sorpresa quando l’ho sentita nelle colonne sonore di tre diversi film qui in Mostra, due italiani e un francese… (Alberto Barbera) 4
#1
The Arts and the Hours
Jean-Philippe Rameau (Debussy – Rameau di Vikingur Olafsson, 2020)
contemporanea, quella più nuova, in un oceano di citazionismi e copiature senza ritegno. La haunted music, studiata da Simon Reynolds e Mark Fisher, che prende a prestito il passato per trasformarlo in un disturbo della memoria, in una vaporizzazione distorta della tradizione. Non più il post-modernismo arrogante della citazione disarticolata dalla Storia, ma un progetto barocco, melanconico, e forse luttuoso, di ridefinire il passato per smemorarsene, in cui nostalgia e paura della futura estinzione si confondono. Rivivere il passato come un presente distorto è già stato il tema di alcuni film: ricordiamo Memento di Christopher Nolan, il greco Apples, presentato proprio a Venezia l’anno scorso, o, fondamentale, quel Ricomincio da capo di Harold Ramis che, guarda il caso, viene ancora citato nel comunicato stampa come simbolo filmico di una catena pandemica che sembra non avere fine. Troppe coincidenze verrebbe come minimo da dire. Guardare allora alle opere di questa edizione di Venezia come al possibile ritorno di un barocco filmico che ripudia equilibri e geometrie per proporci il perturbante di una memoria che cade e risorge, che dimentica e ricorda, potrebbe essere, sì, una chiave di lettura davvero interessante.
Haunted Graffiti Ariel Pink (The Doldrums, 2004)
Satellite Anthem Icarus
Boards of Canada (The Campfire Headphase, 2005)
Thronged with Ghosts
The Caretaker (Selected Memories from the Haunted Ballroom, 1999)
D#1 today
D#2/09
Lidi paralleli di Roberto Pugliese
Anno 1988, 45. edizione della Mostra diretta da Guglielmo Biraghi. Le proiezioni stampa avvenivano al primo piano dell’Hotel Excelsior. All’anteprima di Mujeres al borde de un ataque de nervios ricordo un sulfureo Pedro Almodóvar aggirarsi sogghignando: «Sono qui solo per far dispetto a Gian Luigi Rondi (precedente direttore che nel 1983 ne aveva osteggiato l’op. 3 Entre tinieblas, ndr)». Altri tempi, altro clima, altri furori. Oggi il 71enne Pedro ha – in parte – smussato i propri artigli e ama piuttosto riflettere sui sentimenti, sul dolore, sulla memoria, accentuando la predilezione per il mélo e per la dimensione femminile. Come dimostra il suo Madres paralelas di apertura: due partorienti a confronto in una stanza d’ospedale con vissuti e attese diversissimi, in quello che è anche un ritrovarsi di attrici care al regista spagnolo come Penélope Cruz, Rossy De Palma, Aitana SánchezGijón e Julieta Serrano.
D#3/09
A 31 anni dal film che la rivelò a Venezia, Un angelo alla mia tavola, riecco in gara Jane Campion con The Power of the Dog e un cast stellare: Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst, Jesse Plemons... Attesa condivisa con È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, con l’immancabile Toni Servillo. Da oltreoceano arriva l’omaggio a Leonard Cohen, la musica protagonista al Festival, Hallelujah!
Ma in quella 45. edizione un altro personaggio femminile si stagliò con terribile evidenza, procurando alla sua interprete la Coppa Volpi: la madre trentenne del durissimo Une affaire de femmes di Claude Chabrol, che in tempo di guerra aiuta donne disperate ad abortire e finisce sulla ghigliottina. Trentatré anni dopo ritroviamo la grande Isabelle Huppert nell’apertura di Orizzonti con Les promesses di Thomas Kruithof (La meccanica delle ombre), sindaca politicamente corretta ma dalle ambizioni mai sopite. In questa ouverture al femminile, perfetto viatico per il futuro della seconda Mostra nell’era Covid (e un memento sulla pandemia lo offre la città cinese spopolata in cui si aggirano i due amanti in Shen Kong di Chen Guan, che dà il via alle Giornate degli Autori), a ristabilire la parità di genere ci pensa il geniaccio toscano Roberto Benigni, che riceve oggi il Leone alla carriera. The year was 1988, 45th Venice Film Festival. Press screenings were held at Hotel Excelsior and a sardonic Pedro Almodóvar, at Lido to present Women on the Verge of a Nervous Breakdown, commented how he was there only to spite erstwhile VFF director Gian Luigi Rondi, who opposed the screening of Almodóvar’s previous film, Dark Habits. Different times, different climates, different moods. His latest film, Madres paralelas, opens the VFF with a story of two mothers-to-be who share a hospital room, each with their own very different life and attitude. Isabelle Huppert opens the other main section, Orizzonti, starring in Les promesses by Thomas Kruithof. Two movies centered on women to launch the second Film Fes-tival in the Covid era. Balancing the genders will be Roberto Benigni, who will be awarded the Golden Lion for Lifetime Achievement today.
Oneohtrix Point Never (Magic Oneohtrix Point Never, 2020)
È il giorno del Premio Campari Passion for Film assegnato a Marcus Rowland, lo scenografo di Last Night in Soho di Edgar Wright, con la “regina degli scacchi” Anya Taylor-Joy e Matt Smith (il giovane Principe Philip di The Crown), Fuori Concorso. Attenzione però, in gara torna a Venezia la coppia Penélope Cruz e Antonio Banderas in Competencia Oficial di Mariano Cohn e Gastón Duprat.
The Festival at a Glance D#5/09
I Don’t Love Me Anymore
È il più atteso: Dune, il kolossal fantascientifico – nel cast Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Charlotte Rampling, Oscar Isaac – di Denis Villeneuve Fuori Concorso, ma attenzione perché in gara c’è Spencer, nuovo biopic di Pablo Larraín, con la sorprendente Kristen Stewart/Lady Diana e l’esordio dietro la macchina da presa di Maggie Gyllenhaal, con The Lost Daughter, con la grande Olivia Colman.
D#4/09
Homeless
D#6/09
Un côté letterario di lusso in Illusions perdues di Xavier Giannoli (Concorso). Nel cast Benjamin Voisin, Cécile de France, Xavier Dolan e Gérard Depardieu, che si affiancano ad altre due star di giornata, Tim Roth e Charlotte Gainsbourg, protagonisti di Sundown di Michel Franco. Per l’Italia, Alba Rohrwacher e Maya Sansa in Il paradiso del pavone di Laura Bispuri.
D#8/09
D#9/09
Laurie Strode, alias Jamie Lee Curtis, è tornata. In Sala Grande, alla presenza della Leonessa d’oro Jamie Lee, verrà proiettato Fuori Concorso Halloween Kills, secondo capitolo del fortunato sequel del 2018 di David Gordon Green. In Concorso passa Gabriele Mainetti e il suo attesissimo Freaks Out, sul tappeto rosso Claudio Santamaria e Aurora Giovinazzo.
Burial (Untrue, 2007)
Fuori Concorso arriva La scuola cattolica di Stefano Mordini, con il meglio del cinema italiano, da Fabrizio Gifuni a Valentina Cervi, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca e un folto gruppo di attori giovani, ma già grandi! Per chiudere, due omaggi doverosi: Ezio Bosso. Le cose che restano di Giorgio Verdelli e Storia d’amore, ricordo del grande Citto Maselli.
Autori, stili e storie narrate ci ricordano quanto sia difficile – e bellissimo – remare controcorrente. A cominciare dai fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo in Concorso con America Latina, protagonista Elio Germano, con Astrid Casali. Fuori Concorso, Les choses humaines dell’attore e regista Yvan Attal, nel cast Charlotte Gainsbourg.
A Pilgrim’s Path
Belbury Poly (The Belbury Tales, 2012)
Rock in the Video Age
D#7/09
Con Qui rido io di Mario Martone arriva in scena Eduardo Scarpetta (Toni Servillo), il comico napoletano da cui nacque tutto l’oro di Napoli, da De Filippo a Murolo. Uno spaccato di storia e insieme un pezzo importante dello spettacolo italiano nelle mani del più teatrale tra i registi europei che non manca mai di stupire.
D#10-11/09
Il re è tornato. Ridley Scott, premio Cartier Glory to the Filmmaker, è al Lido con The Last Duel. Matt Damon è il cavaliere Jean De Carrouges, che sfidò a duello lo scudiero Jacques Le Gris (Adam Driver) accusandolo di aver stuprato sua moglie (Jodie Comer). Nel cast anche Ben Affleck. Film di chiusura di questa ricchissima edizione, Il bambino nascosto del fuoriclasse Roberto Andò.
Jan Jelinek (Loop-Finding-Jazz-Records, 2001)
Les Barricades Mystérieuses
François Couperin (America: A Prophecy di Thomas Adès, 2004) #1 5
6
#1
IL PESO DI UNA PROMESSA Isabelle Huppert è Clémence, combattiva sindaca della periferia parigina in procinto di concludere il proprio mandato dopo aver impiegato l’intera carriera a lottare per la propria comunità afflitta da disuguaglianze, disoccupazione e povertà. Tuttavia, quando le viene offerta la carica di Ministro, Clémence avverte l’ambizione prendere il sopravvento a scapito della devozione verso i suoi cittadini. La sua integrità politica e le promesse elettorali sopravvivranno a queste nuove aspirazioni? Thomas Kruithof, francese, classe 1976, esordisce nel 2013 con il cortometraggio Retention, che gli vale diversi riconoscimenti, tra cui il Prix Coup de Cœur du Public Unifrance e il premio del pubblico del Peace & Love Film Festival di Örebro, in Svezia. Nel 2017, scrive e dirige il suo primo lungometraggio, La meccanica delle ombre, con cui partecipa al Torino Film Festival. Con Les promesses, Kruithof è alla seconda prova come regista e sceneggiatore al lungometraggio. Isabelle Huppert plays Clémence, a combative mayor of a Parisian suburban community who is concluding her term after having spent her entire career fighting for the community plagued by inequality and poverty. However, when she is offered the role of Minister, Clémence’s ambition seems to prevail over her devotion towards her citizens. Thomas Kruithof was born in France in 1976. He made his debut, in 2013, with the short film Retention, through which he won several awards, including the Prix Coup de Cœur du Public Unifrance and the audience prize of the Peace & Love Film Festival in Örebro, Sweden. In 2017, he wrote and directed his first feature film, The Mechanics of Shadows, with which he participated in the Torino Film Festival.
GIURIA
LES PROMESSES
ORIZZONTI
Orizzonti
di Thomas Kruithof con Isabelle Huppert, Reda Kateb, Naidra Ayadi, Jean-Paul Bordes, Mustapha Abourachid, Soufiane Guerrab (Francia, 98’)
interview Thomas Kruithof by Katia Amoroso
© Jérôme Prébois
R
accontare il significato del coraggio in politica in modo realistico. Questa l’idea alla base di Les promesses. Kruithof sceglie di rappresentare le dinamiche della vita di un sindaco che affronta i problemi dei suoi cittadini e la propria ambizione. E le promesse costituiscono la moneta di scambio: tutti i personaggi del film ne sono soggetti in qualche modo. Cosa l’ha spinta a raccontare il mondo della politica secondo il prisma delle promesse? In generale i film politici parlano sempre di potere. Io avevo voglia di parlare per davvero dell’azione concreta quindi sono partito dalla politica locale e dall’obiettivo di un sindaco: salvare un sobborgo parigino. Da una parte emergono gli interessi dei cittadini, dall’altro sono in gioco le volontà del governo centrale parigino. Desideravo attraversare tutti i diversi livelli del mondo politico. E le promesse sono le monete di scambio della politica. Mi piace molto l’idea della parola “promessa” perché non è legata solo al potere ma anche ad un’intenzione morale, e a un dialogo più intimo verso se stessi. Si può mentire e rinunciare a delle promesse per delle buone ragioni. Il film racconta infatti diversi punti di vista: Daily Venezia78 Supplemento di n. 255 settembre 2021 Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996 Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale), Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione), Paola Marchetti (direzione organizzativa), Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari, Luca Zanatta (graphic design) Hanno collaborato Katia Amoroso, Loris Casadei, Maria Casadei, Fabio Di Spirito, Massimo Macaluso, Roberto Pugliese, Sara Sagrati, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Andrea Zennaro, Shanna Beggio, Ludovica Schiavone Stampa WWW.TIPOGRAFIACOLORAMA.COM Via Garda, 13 - San Donà di Piave (VE) redazione@venezianews.it - daily2021.venezianews.it
ogni personaggio è come un sol-dato in un campo di battaglia che si misura con le proprie promesse. Come è stato lavorare con Isabelle Huppert? È impressionante vederla lavorare. La prima cosa che colpisce è il suo entusiasmo e la sua generosità durante le riprese. Si è totalmente dedicata al film. Quello che mi ha sorpreso è che pur conoscendo benissimo Isabelle e tutti i suoi film, pensavo di sapere come avrebbe interpretato le varie scene. E invece mi ha stupito moltissimo con un dinamismo straordinario. Isabelle ha aggiunto colori all’interpretazione, vulnerabilità, forza e ambiguità al personaggio. Quello che davvero mi attrae della sua arte è una capacità innata nel lasciare certi squarci ‘aperti’, non risolti, creando una profondità che corrisponde alla realtà. E lo stesso vale per Reda Kateb. In generale trovo che la bellezza del lavoro con alcuni attori sia lasciare loro le porte aperte. Verbalizzo tutti i dettagli prima delle riprese ma quando si comincia gli attori giocano un ruolo fondamentale e contribuiscono a rendere il film ancora più ricco di complessità e di spunti. Nel film si parla di una impavida sindaca al potere. Come vede il ruolo delle donne in politica? Ancora oggi la politica rimane un settore con prevalenza maschile. Il mio film non è centrato sull’essere donna in politica, ma inevitabilmente questo tema si percepisce durante tutto il tempo, come se costituisse una filigrana lungo cui si dipana l’azione. C’è sempre un riflesso di misoginia che rende difficile essere una donna in politica. Il modo in cui si esprime il personaggio interpretato da Isabelle Huppert credo sia effettivamente condizionato dal suo essere donna e da tutto ciò che ne consegue. Ha una personalità dura e coraggiosa che si coniuga però con le sue fragilità e complessità.
Jasmila Žbanić | President Director, screenwriter (Bosnia Erzegovina) Bosnia, guerra balcanica e la relativa condizione femminile sono le coordinate geografico-mentali del cinema di Žbanic. Il suo Quo Vadis Aida? è stato uno dei film più belli nel Concorso del 2020./ Bosnia, the Balkan war and status of Bosnian women are the geographical-mental coordinates of Žbanic’s movies. Her Quo Vadis Aida? was one of the most beautiful movies in the 2020 Competition in Venice. Mona Fastvold
Director, screenwriter (Norway) Sceneggiatrice della folgorante opera prima di Brady Corbet, Infanzia di un Capo, e regista del Mondo che Verrà, qui in Concorso l’anno scorso. Forse la ricordiamo più per la prima che per la seconda…/ Screenwriter of Brady Corbet’s dazzling first work, Childhood of a Leader, director of The World to Come, in competition last year. Perhaps we remember her more for the first one...
Shahram Mokri
Director, screenwriter, critic (Iran) Il suo film passato in Orizzonti 2020, Careless crime, sull’incendio nel 1978 del cinema REX ad Abidan che provocò la morte di 420 persone, lo ricordiamo con meraviglia per la sua geometria escheriana che univa passato storico e presente visionario, pathos e ragione, genere e forma./ Iranian director who took part in Orizzonti 2020 with his movie, Careless Crime, dealing with the Abadan Rex cinema fire in 1978, which killed 420 people. We remember him with wonder for his Escherian geometry that combined historical past and visionary present, pathos and reason, genre and form.
Josh Siegel Curator (USA) È il curatore per il cinema del MoMA di New York, molto attento al problema del recupero e del restauro delle vecchie pellicole./ He is the cinema curator at the MoMA in New York, very attentive to the recovery and restoration of old films. Nadia Terranova Writer (Italy)
Una scrittrice in giuria in mezzo ai cinematografari, è un recente vezzo di Venezia (l’anno scorso Lagioia)./ The presence of a writer in the jury made of film makers and cinephiles is a recent quirk of Venice (last year Lagioia).
Focus Isabelle Huppert di Katia Amoroso
U
na carriera tra cinema e teatro caratterizzata dai grandi numeri: è infatti fra le attrici più premiate della storia del cinema e protagonista di oltre un centinaio di film. Musa ispiratrice di Claude Chabrol, uno dei maestri della Nouvelle Vague, Isabelle Huppert realizza con lui ben sette film, da Violette Nozière (premio come migliore attrice a Cannes) fino a Madame Bovary (1991), mentre nel 1995, con Il buio nella mente, vince la sua seconda Coppa Volpi al Festival del Cinema di Venezia. La loro collaborazione prosegue in Rien ne va plus (1997) e Grazie per la cioccolata (2000). Un altro sodalizio chiave della sua carriera è quello con Benoît Jacquot, con il quale gira cinque film: Storia di donne, L’école de la chair, Niente scandalo, La fausse suivante e Villa Amalia. L’attrice francese ha dato vita durante la sua carriera ad una serie di personaggi femminili controversi e irrequieti che formano tutti assieme un composito ventaglio dell’inconscio femminile:
assassine, infanticide, avvelenatrici, matricide… Nel 2001 Michael Haneke la sceglie come protagonista del film La pianista grazie al quale vincerà l’European Film Award e il premio come miglior attrice a Cannes. Nel 2016 partecipa a Lei di Paul Verhoeven, che le regala la prima nomination all’Oscar della sua carriera. Nel 2020 il New York Times la dichiara migliore attrice del ventunesimo secolo.
#1 7
intervista Bruno Di Marino di Riccardo Triolo
VVR
nuove opportunità al cinema, a patto che si superi l’idea obsoleta di narrazione lineare e anche quella di montaggio in termini di consequenzialità, altrimenti si rischia di continuare a fare cinema senza sfruttare le peculiarità di questo dispositivo.
A
nche quest’anno il Daily copre la sezione Venice VR Expanded, la più sperimentale della Mostra, con alcuni contenuti inediti, utili a muoversi nella galassia della realtà virtuale e delle nuove tecnologie immersive. Per cominciare col piede giusto, abbiamo incontrato Bruno Di Marino, docente di Estetica dei new media all’Accademia di Frosinone e autore di Nel centro del quadro (Aesthetica Edizioni, 2021), illuminante – e lungimirante – teoria dell’arte immersiva. Che senso ha una sezione VR in un festival cinematografico? Che rapporto c’è tra cinema e VR? Credo che ce ne sia un gran bisogno, ma se dirigessi io la Mostra del Cinema creerei anche altre sezioni più attente alle nuove tecnologie. La VR offre infinite
Partiamo dal concetto di immersività, tema che, nel tuo Nel centro del quadro, riconduci a diverse esperienze di fruizione artistica. L’immersività non è quindi una prerogativa esclusiva delle esperienze di VR… Ovviamente no e nel mio libro racconto, soffermandomi su tutte le forme d’arte, come e quanto questo concetto sia stato attivo e presente anche in passato. È evidente che la VR sembra offrire il più alto grado di immersività, ma in realtà tutto ciò che consente allo spettatore di perdere il contatto con il mondo reale e di essere assorbito dentro l’opera può essere definito immersivo, con modalità di volta in volta differenti. Io sintetizzo in 14 punti finali quali debbano essere le caratteristiche di un’opera CONTINUA... immersiva...
SEGUE DA P. 1
16.00
e/and
16.30
8
#1
Sala Giardino
ORIZZONTI - CONCORSO CORTI press - industry
PID POKATI MAI (New Abnormal)
Sorayos Prapapan (15’) v.o. thailandese st. italiano/inglese
DESCENTE (4 AM)
Mehdi Fikri (11’) v.o. francese st. italiano/inglese
KANOYAMA (The Last Day) Momi Yamashita (19’) v.o. giapponese st. italiano/inglese
LOS HUESOS (The Bones) Cristóbal León, Joaquín Cociña (14’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
FALL OF THE IBIS KING
Josh O’Caoimh, Mikai Geronimo (10’) v.o. inglese st. italiano/inglese
TECHNO, MAMA
DIRETTA DELLA CERIMONIA DI APERTURA OPENING CEREMONY LEONE D’ORO ALLA CARRIERA A ROBERTO BENIGNI
a seguire VENEZIA 78 - FILM DI APERTURA
MADRES PARALELAS (Parallel Mothers)
Pedro Almodóvar (123’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
19.00
Sala Giardino
VENEZIA 78 press - industry
THE POWER OF THE DOG Jane Campion (136’) v.o. inglese st. italiano
19.30
Sala Volpi
ORIZZONTI press - industry
ATLANTIDE
Vasili (12’) v.o. burmese st. italiano/inglese
FUORI CONCORSO press - industry
ATO (The Act)
Bárbara Paz (20’) v.o. portoghese st. italiano/inglese
16.30
Sala Volpi
FUORI CONCORSO press - industry
SCENES FROM A MARRIAGE (ep. 1-2) Hagai Levi (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese
16.30
Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI tutti gli accrediti
SHEN KONG
Chen Guan (103’) v.o. cinese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
PalaBiennale
Jane Campion (136’) v.o. inglese st. italiano/inglese
19.00
Sala Grande
78. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA inviti
CERIMONIA DI APERTURA OPENING CEREMONY e/and
LEONE D’ORO ALLA CARRIERA A ROBERTO BENIGNI
a seguire VENEZIA 78 - FILM DI APERTURA
MADRES PARALELAS (Parallel Mothers)
Sala Perla
HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG Daniel Geller, Dayna Goldfine (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese
19.30
Sala Perla 2
FUORI CONCORSO press - industry
HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG Daniel Geller, Dayna Goldfine (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese
19.30
Sala Astra 1
GIORNATE DEGLI AUTORI press industry
MIZRAHIM, LES OUBLIÉS DE LA TERRE PROMISE (The Forgotten Ones) Michale Boganim (93’) v.o. ebraico st. italiano/inglese
19.45
Sala Casinò
ORIZZONTI press - industry
CENZORKA (107 Mothers) Peter Kerekes (93’) v.o. russo, ucraino st. italiano/inglese
19.45
Sala Astra 2
GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry
MIZRAHIM, LES OUBLIÉS DE LA TERRE PROMISE (The Forgotten Ones) Michale Boganim (93’) v.o. ebraico st. italiano/inglese
20.00 Arsenale
Teatro Piccolo
VENEZIA 78 - FILM DI APERTURA pubblico
MADRES PARALELAS (Parallel Mothers)
Pedro Almodóvar (123’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese a seguire ORIZZONTI - FILM DI APERTURA pubblico Pedro Almodóvar (123’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
MADRES PARALELAS (Parallel Mothers)
Pedro Almodóvar (123’) v.o. spagnolo st. italiano a seguire ORIZZONTI - FILM DI APERTURA pubblico
LES PROMESSES (The Promises) Thomas Kruithof (98’) v.o. francese st. italiano
21.30
PalaBiennale
VENEZIA 78 press - industry
THE POWER OF THE DOG Jane Campion (136’) v.o. inglese st. italiano/inglese
22.00
Sala Giardino
THE POWER OF THE DOG Jane Campion (136’) v.o. inglese st. italiano
Sala Volpi
ORIZZONTI press - industry
19.30
ORIZZONTI CORTI FUORI CONCORSO
Arena Lido
VENEZIA 78 - FILM DI APERTURA pubblico
22.00
FUORI CONCORSO
SAD FILM
20.30
VENEZIA 78 press - industry
Yuri Ancarani (100’) v.o. italiano st. inglese
Saulius Baradinskas (18’) v.o. lituano st. italiano/inglese
THE POWER OF THE DOG
Come da tradizione, il giorno che precede l’apertura della Mostra la terrazza dell’Hotel Danieli, uno dei luoghi più spettacolari di Venezia, ha ospitato il party di «Variety» in onore del presidente di Giuria, il regista sudcoreano premio Oscar Bong Joon-ho. Alberto Fol, Executive Chef di Terrazza Danieli, si è ispirato alla sua cinematografia creando originalissimi piatti. Durante la serata, «Variety» ha conferito l’International Achievement in Film Award ad Alberto Barbera e, per la prima volta nella storia del premio, alla Biennale di Venezia. www.terrazzadanieli.com
Sala Darsena
Thomas Kruithof (98’) v.o. francese st. italiano/inglese
Les promesses (The Promises)
VENEZIA 78 press - industry
Stairway to Paradise
19.00
78. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA inviti
18.30
VENEZIA ALL-IN-ONE
PalaBiennale
ORIZZONTI - FILM DI APERTURA pubblico - tutti gli accrediti
LES PROMESSES (The Promises)
Thomas Kruithof (98’) v.o. francese st. italiano/inglese
VAPORETTI IN APP
CENZORKA (107 Mothers) Peter Kerekes (93’) v.o. russo, ucraino st. italiano/inglese
22.00
Sala Perla
FUORI CONCORSO press - industry
HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG Daniel Geller, Dayna Goldfine (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese
22.00
Sala Perla 2
FUORI CONCORSO press - industry
HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG Daniel Geller, Dayna Goldfine (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese
22.00
Sala Astra 1
GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry
AL GARIB
Ameer Fakher Eldin (112’) v.o. arabo st. italiano/inglese
22.15
Sala Casinò
ORIZZONTI press - industry
ATLANTIDE
Yuri Ancarani (100’) v.o. italiano st. inglese
22.15
Sala Astra 2
GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry
AL GARIB
Ameer Fakher Eldin (112’) v.o. arabo st. italiano/inglese
Opera Prima Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders.
Pubblico Public
Accreditati Pass holders
#1 9
presenta
UNA QUESTIONE DI STILE
Il cinema di Wong Kar Wai in versione restaurata In the Mood for Love Happy Together Angeli perduti Hong Kong Express Days of Being Wild As Tears Go By
DOPO IL SUCCESSO DELL’ESTATE, DISPONIBILE PER LE RASSEGNE D’AUTUNNO tucker@tuckerfilm.com
n. 1 Mercoledì 1 settembre 2021
78ª MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA
in Mostra
SALA GRANDE DI FLAVIO NATALIA
LA SFIDA DI UNA RASSEGNA RICCHISSIMA In questi anni così anomali e difficili per il cinema, spetta alla 78ª Mostra del cinema di Venezia il compito più importante: dare il definitivo colpo di gong verso il ritorno a una normalità fatta di grandi film, titoli di richiamo, sale che tornano a popolarsi. Un compito che già lo scorso anno, quando sembrava che l’emergenza Covid fosse in via di assorbimento, la Mostra ha saputo svolgere, presentando i migliori film disponibili in quel momento, con quattro continenti (America inclusa) off limits per la pandemia, e un’efficienza nelle misure di contenimento del virus che non tolse a chi c’era il piacere di tornare a vivere la passione per il cinema. E ancora una volta il vincitore al Lido, Nomadland, è andato poi a sbancare gli Oscar. Stavolta però è diverso: siamo nell’era dei green pass e delle vaccinazioni a tappeto, ed è lecito sperare che l’emergenza Covid sia davvero in via di assorbimento. E allora, nell’universo cinema, la partita del rilancio si gioca a colpi di titoli attesissimi e di grandi star. Una sfida che il direttore Alberto Barbera, assieme al presidente della Biennale Roberto Cicutto, hanno di nuovo mostrato di saper accettare e rilanciare: attraendo grandi registi verso il concorso, da Almodóvar
MADRES PARALELAS
Il nuovo film di Almodóvar apre stasera la Mostra
DI OSCAR COSULICH
«N
asco come regista proprio a Venezia nel 1983, nella sezione Mezzogiorno/Mezzanotte. Trentotto anni dopo vengo chiamato a inaugurare la Mostra. Non riesco ad esprimere la gioia, l’onore e quanto questo rappresenti per me senza cadere nell’autocompiacimento. Sono molto grato al festival per questo riconoscimento e spero di esserne all’altezza». Pedro Almodóvar, Leone d’oro alla carriera nel 2019, segue a pag. 3 ha commentato così l’annuncio che Madres paralelas, in concorso alla 78ª Mostra di Venezia, ne sarebbe stato anche il film d’apertura, spiegando poi che «con Madres paralelas ritorno all’universo femminile, alla maternità, alla famiglia. Parlo dell’importanza degli antenati e dei discendenti. L’inevitabile presenza della memoria. Ci sono molte madri nella mia filmografia, quelle che fanno parte di questa storia sono molto diverse. Come narratore, in questo momento mi ispirano di più madri imperfette. Sarà un dramma intenso. INTERVISTA AD ALBERTO BARBERA A PAG. 3 leO almeno così spero». La storia, da lui stesso sceneggiata, è perfettamente in linea con la 225x25_Venezia_Madres_Paralelas.qxp_200 31/08/21 13:10dell’autore: Pagina 1Janis (Penélope SERENA ROSSI:”EMOZIONE UNICA” A PAG. 3 poetica narrativa
“LA MOSTRA DEL RINASCIMENTO”
Cruz) e Ana (Milena Smit), condividono la stanza nell’ospedale in cui stanno per partorire. Sono due donne single, alle prese con una gravidanza inattesa. Janis ha superato i quarant’anni, non ha rimpianti e nelle ore che precedono il parto esulta di gioia. Ana è invece un’adolescente spaventata e traumatizzata per quanto le è capitato. Janis tenta di rincuorarla nelle passeggiate che le vedono aggirarsi come sonnambule tra le corsie dell’ospedale. Le poche parole scambiate tra loro in quelle ore creano un vincolo molto forte tra le due e il fato complicherà in modo tanto clamoroso quanto inaspettato la vita di entrambe. Nel film si alternano così gioia e dolore, inquietudine e preoccupazione, in un’altalena emotiva che si riflette nelle ambientazioni dove si alternano le location asettiche dell’ospedale a quelle del quartiere multietnico e centrale di Lavapies, a Madrid, che ha ospitato le riprese principali del il 23° lungometraggio di Almodóvar, scritto nei mesi del primo lockdown e girato all’inizio di quest’anno. Da parte sua il direttore della Mostra Alberto Barbera ha definito Madres paralelas «un
ritratto intenso e sensibile di due donne che si misurano con i temi di una maternità dai risvolti imprevedibili, della solidarietà femminile, di una sessualità vissuta in piena libertà e senza ipocrisie, sullo sfondo di una riflessione sulla necessità ineludibile della verità, da perseguire senza esitazioni». n
CHECK-IN
L’arrivo di Paolo Sorrentino al Lido
Venice’s lifestyle department store
Calle del Fontego dei Tedeschi steps from the Rialto Bridge, Venice
@tfondaco
in Mostra › segue da pag. 1
a Larraín a Jane Campion, “glassando” la Mostra con anteprime mondiali, da Dune di Denis Villeneuve a The Last Duel di Ridley Scott, a Ennio, in cui Tornatore rilegge il percorso dell’amico Morricone. E schierando in gara anche i grandi del nostro cinema, da Paolo Sorrentino ai fratelli D’Innocenzo, da Mario Martone a Freaks out di Gabriele Mainetti, oltre a Il buco di Michelangelo Frammartino. Il tutto, in un contorno di eventi, riscoperte e titoli di richiamo che attraversano tutte le sezioni della Mostra, ricchissima ma lontana dall’idea di ‘’ammucchiata” bulimica di titoli lasciata dall’ultimo Cannes. E allora, un bentornato ai Blockbuster e alla Mostra di Venezia che ne sa attirare tanti. Un altro al grande cinema d’autore e al meglio di quello italiano, che si apprestano
TORNA IL DAILY IN VERSIONE DIGITALE Anche quest’anno Ciak in Mostra avrà una versione digitale. Da stamani le migliaia di accreditati alla Mostra del Cinema riceveranno via mail ogni mattina il link per fruire un quotidiano dedicato a Venezia 78, realizzato da Ciak con la redazione di Venews: tutto sui protagonisti, gli appuntamenti, i film, le curiosità della rassegna. In lingua italiana e in inglese.
DAILY n. 1 - MERCOLEDÌ 01.09.2021
BARBERA, “IL CINEMA NON È MAI STATO COSÌ VIVO” IL DIRETTORE DELLA MOSTRA DEL CINEMA: “ABBIAMO POTUTO SCEGLIERE TRA MOLTISSIMI FILM. SENTIAMO LA RESPONSABILITÀ DI GUIDARE LA RIPARTENZA. LA SORPRESA? C’È UN FILM FRANCESE IN ORIZZONTI…” DI FLAVIO NATALIA
«Preparare questa edizione della Mostra è stato particolarmente faticoso, ma presto è diventato entusiasmante. Eravamo preoccupati che la pandemia avesse fatto calare il numero e la qualità delle produzioni. Invece è accaduto il contrario: il sistema ha ripreso a produrre in modo impressionante, e all’insegna di una elevata qualità. E ci è toccato lasciar fuori prodotti che in un anno normale sarebbero stati in concorso. Si tratta di un segnale confortante, anche in prospettiva futura: il cinema è tutt’altro che piegato dalla pandemia. Non è mai stato così vivo, vitale, curioso, interessante, originale». Alberto Barbera, direttore della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, sintetizza così il senso dell’edizione numero 78, al via oggi. «C’è una sorta di rinascimento dal punto di vista produttivo ed economico – spiega - E per reggere il peso di una concorrenza globale è diventato determinante il livello di qualità. Negli ultimi mesi si sono riversate sul
cinema una quantità di risorse impressionanti, bisogna risalire agli anni d’oro, i ’50 e i ’60 per trovare quantità simili. Credo che ciò si debba al bisogno delle piattaforme di avere sempre nuovi contenuti di film e di serie. I produttori
più grandi si permettono di pagare in anticipo le professionalità tecniche migliori pur di non rischiare di non averle a disposizione nel momento in cui si iniziano le lavorazioni». Questo, in tempi di lockdown, si è tradotto per Barbera e il suo staff in «mesi e mesi passati a guardare film in casa al mattino, il pomeriggio e la sera, in infinite riunioni su zoom», consapevoli della «responsabilità di quella che davvero sarà una ripartenza. Lo scorso anno ci eravamo illusi, poi le altre ondate del covid hanno costretto tutti a fare i conti con nuovi lockdown. Stavolta è diverso: i produttori hanno bisogno di continuare a lavorare, i distributori non possono continuare a tenere fermi i film in attesa di tempi migliori per farli uscire. E tutti hanno bisogno del momento di promozione che Venezia può offrire». Barbera spiega così le modalità di costruzione di un programma ricchissimo, per il quale si attende al Lido «un numero di presenze che secondo i primi dati sarà persino del 50 per cento maggiore dello scorso anno: per metà, la proposta è fatta di grandi autori, di film hollywoodiani di qualità. L’altra metà è costruita su nostre scoperte, frutto di quell’attività di esplorazione che non abbiamo mai smesso di fare e che dà un senso al nostro lavoro». Tra questi film, il direttore della Mostra sceglie («a malincuore, perché vorrei citarli tutti») À plein temps, di Eric Gravel, una produzione francese presente nella sezione Orizzonti. «Vedrete, vi sorprenderà». n
SERENA ROSSI, “ESSERE SU QUEL PALCO È UN SOGNO”
L’ATTRICE E SOUBRETTE NAPOLETANA CONDURRÀ LE SERATE DI APERTURA E CHIUSURA DELLA MOSTRA
È uno dei volti femminili del momento del cinema e della tv. Negli ultimi tre anni Serena Rossi ha raccolto un successo dopo l’altro, grazie a una rincorsa presa a Venezia 74 da protagonista in Ammore e malavita (per lei un David, un Ciak d’oro e un Nastro d’argento), dei Manetti Bros. E proprio stasera, in attesa che esca in sala quel Diabolik in cui i suoi amici Manetti le hanno chiesto di interpretare l’ex compagna del protagonista, Serena, 36 anni compiuti ieri, ex attrice di Un posto al sole, e poi di teatro, tv e cinema, e cantante, soubrette, conduttrice tv, vive uno dei momenti che certificano l’impennata di una carriera: la conduzione della serata inaugurale della 78ma mostra del Cinema di Venezia. Sul palco sai starci, hai condotto decine di ore di tv in diretta. Stasera però avrai davanti il gotha del cinema. Che effetto fa? Mi fa tremare le gambe! Ci saranno tutti i colleghi, gli addetti ai lavori. Ma ormai ho imparato che l’autenticità è preziosa. E quindi sarò… me. E spero che mi verrà perdonato se sbaglierò qualcosa. Le figure non totalmente dedicate al grande schermo non sempre sono benvenute nell’ambiente del cinema. È stato così anche per te?
Magari in un passato non troppo recente qualche resistenza l’ho percepita. Però la mia famiglia e il mio compagno mi hanno sempre ricordato: ‘La tua rivincita è sul campo, le chiacchiere alla fine non spostano niente’. E non ho drammatizzato. Sei ex aequo con Miriam Leone nella nostra Power List degli attori, registi e autori più influenti del cinema. E tra poco vi ritroveremo nello stesso film, Diabolik, tu come ex del protagonista, lei come oggetto del suo interesse. Che esperienza è stata? I Manetti mi hanno chiamata per dirmi: “Ti vogliamo bene e sei sempre stata la nostra protagonista però quello di Eva Kant non sembra un ruolo per te”. Ho risposto: “E secondo voi ci rimango male? Come posso pensarmi nei panni di Eva Kant?”. E loro: “Però ti vorremmo con noi comunque”. “Con voi mi calo in qualunque ruolo”. E così io che interpreto sempre donne dal temperamento forte, in Diabolik sono Elisabeth Gay, remissiva al mille per mille. Quella avvenente è Miriam! Recitare è stato difficile perché si parte da un fumetto, da una realtà un po’ astratta, le battute erano anche scritte in una forma inconsueta. Ho gli occhi viola! E parlo con un accento che non è il mio. Però con i Manetti più le cose sono difficili e strane, più sono divertenti.
Serena Rossi è arrivata al Lido ieri, 31 agosto, giorno del suo 36° compleanno. Condurrà la serata di apertura e chiusura della Mostra.
Chiudi gli occhi e pensa al personaggio che avresti voluto essere in uno dei grandi film di sempre. Mary Poppins! Quello con Julie Andrews. E mi sarebbe piaciuto anche essere nata qualche anno prima, e poter vivere il cinema di Mastroianni, Loren, De Sica, Ettore Scola. Non mi stanco mai di riguardare quei film.
in Mostra Film di apertura, prima mondiale, opera prima
SHEN KONG (OUT OF THIS WORLD) Macao, 2021, Regia Chen Guan, Interpreti Wei Ruguang, Deng Keyu, Durata 101’ Produzione Blue-sea HR&CS Co.ltd, Macau Produzione esecutiva Cheng Qingsong GIORNATE degli AUTORI selezione ufficiale in concorso
Un’immagine di Shen Kong
Dopo l’esordio alla regia col cortometraggio F**k (2016), l’attore, sceneggiatore e regista affronta la prova del primo lungometraggio raccontando a modo suo il dramma che il mondo sta vivendo ormai da più di un anno e mezzo. Allo scoppio della pandemia a Li You (Wei Ruguang) è accordato un lungo periodo di ferie mentre Xiaoxiao (Deng Keyu) è costretta a restare in una città che non conosce. I due innamorati vagano per le strade della città alla ricerca di cose divertenti da fare, mentre una strana atmosfera pesa sul paesaggio urbano. Per entrambi, un po’ alla volta, tutte le emozioni, gli stati d’animo, i valori morali e gli istinti diventano meri strumenti per soddisfare i loro desideri. Ma dopo averli soddisfatti e aver raggiunto l’apice dell’euforia, cosa possono fare ancora per continuare a provare emozioni? Tutto quello che resta sono solo i segni che hanno inferto alla città. OSCAR COSULICH
H APPUNTAMENTI H Ore 15.00. ITALIAN PAVILLION: Reimagine: Come il cinema racconta la scienza e la cultura. Proiezione di Reimagine e incontro con Pasquale Frega, Manuela Cacciamani, Laura Delli Colli, Francesco Rutelli. Ore 16.30. WEB: Sul sito priceless.com e sul canale youtube di Mastercard primo appuntamento con “See life through a different lens: contactless connections - Exploring the power of cinema to connect us”. Ospite di oggi Robin Wright. Ore 21.00. MARINA SANT’ELENA, CAMPO DELLA CHIESA VENEZIA: Primo appuntamento per un inedito fuorifestival che sarà parallelo alla Mostra del Cinema. Oggi una serata dedicata all’ecologia: “Venezia per il mare, Venezia per la terra” con scrittore ed esperti.
ANTEPRIME, OMAGGI E NOVITÀ ALLE NOTTI VENEZIANE 10 lungometraggi e 6 eventi speciali per le Notti Veneziane, dirette da Gaia Furrer e Silvia Jop con le Giornate degli Autori e Isola Edipo, nella nuova Sala Laguna, ex sala parrocchiale di S. Antonio del Lido, recuperata e dedicata a Valentina Pedicini. Dopo Il mondo a scatti di Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli, apre Welcome Venice di Andrea Segre, con Andrea Pennacchi e Paolo Pierobon. Il 2 settembre c’è Cùntami di Giovanna Taviani, il 3 Logos Zanzotto di Denis Brotto e Parole di Umberto Contarello. Seguono il 4 Naviganti di Daniele De Michele aka Don Pasta e Hugo in Argentina di Stefano Knuchel. Il 5 torna Sabina Guzzanti con Spin Time – Che fatica, la democrazia!, mentre il 6 al Teatro Goldoni ci sono Fellini e l’ombra di
Una scena di Welcome Venice
Catherine McGilvray, I nostri fantasmi di Alessandro Capitani (con Michele Riondino) e il doc Isolation, di Michele Placido, Jaco van Dormael, Julia von Heinz, Olivier Guerpillon e Michael Winterbottom. Lo stesso giorno in Sala Laguna omaggio a Libero De Rienzo in uno dei suoi ultimi film, Una relazione di Stefano Sardo. Il 7 abbiamo Caveman di Tommaso Landucci e La nave sul monte di Elisabetta Sgarbi, l’8 Coriandoli di Maddalena Stornaiuolo e Giulia di Ciro De Caro, il 9 Princesa di Stefania Muresu e Les enfants de Cain di Keti Stamo. Chiudono il 10 Trastwest di Ivano De Matteo e Tonino De Bernardi. Un tempo, un incontro di Daniele Segre. EMANUELE BUCCI
VENEZIA 78 SECONDO ZEROCALCARE Sarà una Mostra del Cinema «più accessibile degli altri anni», secondo il fumettista Zerocalcare (aka Michele Rech), al Lido come Presidente della Giuria del concorso Bookciak, Azione!. «Da un lato sono contento, perché vorrà dire che mi addormenterò di meno in sala», prosegue ridendo. Anche se, aggiunge, «le cose che mi facevano addormentare mi stimolavano, offrendomi uno sguardo su cose diverse che di solito non vedi». Sul ruolo ricoperto in quest’occasione: «Non sono bravo a fare le cose istituzionali. Onestamente, l’ho presa come una gag! Nel senso che sono un appassionato di cinema e un lettore ma non ho nessuno strumento critico e accademico per dare giudizi». I suoi film più attesi alla Mostra? «Per il mio lato mainstream, Sorrentino e Dune. Ma aspetto molto anche Land of Dreams». Film del cuore? «L’odio di Mathieu Kassovitz». EM.BU.
TORNA BOOKCIAK, AZIONE!, CON ZEROCALCARE E L’OMAGGIO A CECILIA MANGINI DI EMANUELE BUCCI
La pre-apertura delle Giornate degli Autori si è svolta come sempre al confine tra cinema e letteratura, con la cerimonia del concorso Bookciak, Azione!, ideato e diretto da Gabriella Gallozzi e giunto alla decima edizione, nel segno delle tante resistenze del nostro tempo. La giuria, presieduta dal fumettista Zerocalcare (che affianca Wilma Labate, Teresa Marchesi e Gianluca Arcopinto), ha valutato i “bookciak” (corti ispirati a una rosa di libri) ed eletto i vincitori: Guardare attraverso, di Lorenzo Vitrone (da Pesci di vetro di Sergio Oricci), This
Is Fine di Gianmarco Nepa (da Penelope alla peste di Veronica Passeri), Damnatio Memoriae, di Edoardo Martinelli (da Sangue del nostro sangue, di Claudio Bolognini e Fabrizio Fabbri). Per la sezione Memory Ciak, in collaborazione con LiberEtà, Spi-Cgil e Premio Zavattini, il riconoscimento va a Frammenti di Mauro Armenante e Chiara Capobianco (da Radici andata e ritorno di Vincenzo Mazzeo). Da Penelope alla peste è tratto anche Penelope a Rebibbia, premiato nella sezione rivolta alle allieve detenute del liceo artistico Enzo Rossi, nella casa circondariale “G. Stefanini” di Roma. La cerimonia in Sala Laguna è stata preceduta da un commovente omaggio a Cecilia Mangini, con la proiezione del suo ultimo film, Il mondo a scatti, realizzato con Paolo Pisanelli.
in Mostra
DAILY n. 1 - MERCOLEDÌ 01.09.2021
LA SERATA D’APERTURA CON IL PRESIDENTE MATTARELLA
S
arà Rai Movie a trasmettere in diretta, a partire dalle 19, la serata d’apertura di Venezia 78, che sarà condotta da Serena Rossi nella Sala Grande del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), con inizio alle ore 19.00. Sarà possibile seguirla in diretta anche sul sito web ufficiale della Biennale di Venezia www.labiennale. org e sugli account ufficiali di Facebook (La Biennale
di Venezia) e YouTube (BiennaleChannel). Alla serata saranno presenti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Ministro della Cultura Dario Franceschini. Saranno presenti in sala le Giurie internazionali al completo. Nel corso della serata avrà luogo la consegna del Leone d’oro alla carriera al regista e attore Roberto Benigni.
La Biennale di Venezia, come già preannunciato, conferma la decisione di non organizzare quest’anno la tradizionale cena di gala in occasione dell’inaugurazione della 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, mercoledì 1 settembre al Lido di Venezia, certa della condivisione da parte di tutti di un tono di sobrietà e prudenza. A Lido sono attive strutture di controllo per contenere il rischio Covid-19.
LIDO LAND PAOLO SORRENTINO È STATO UNA DELLE PRIME STAR A RAGGIUNGERE IL LIDO. ANCHE TONI SERVILLO, PROTAGONISTA DEL SUO È STATA LA MANO DI DIO, È SBARCATO IERI. PENÉLOPE CRUZ E PEDRO ALMODÓVAR HANNO AFFIDATO A UN POST L’IMMAGINE DEL LORO ARRIVO. LA SCENA DELLA VIGILIA È STATA PER SERENA ROSSI. TRA I TOP MANAGER GIÀ ALLA MOSTRA, NICOLA MACCANICO AD DI CINECITTÀ.
AL LIDO con
www.stefanodisegni.it
STEFANO DISEGNI
in Mostra SALA GRANDE The challenge of a great festival
In these years, so anomalous and difficult for the industry, the 78th Venice Film Festival has the most important task: giving the definitive gong shot to come back to normal that means great and popular movies and theatres filled with the audience. This commitment started in the best possible way last year, when Venezia 77 screened the best movies available while four continents were closed for pandemic. Safety measures during the festival were perfect and the passion for the movies remained untouched. And the Golden Lion (Nomadland) won the Oscars once more. This time is different. We are already living in the age of Green Pass and vaccines and it’s fair hoping that the emergency is fading away. In the cinema universe the rules of the game are set by having the most awaited movies and talents. A challenge that the director Alberto Barbera and the President of La Biennale Roberto Cicutto accepted and relaunch once more attracting great directors to the competition, from Almodóvar to Larraín to Jane Campion, “glazing” the exhibition with world premieres, such as Villeneuve’s Dune, Ridley Scott’s The Last Duel, Ennio in which Tornatore reviews life and art his friend Morricone. There are also great Italian directors. Paolo Sorrentino, D’Innocenzo brothers, Mario Martone Gabriele Mainetti and his Freaks Out and The Cave by Michelangelo Frammartino. Venezia 78 is all this and more: events, great titles, classics rediscovered and many interesting movies across all the section of the festival. All shaped in a completely different way than the bulimic bunch experienced in Cannes. Then welcome back blockbusters and Venice Film Festival. And welcome back to great directors and Italian cinema at its best. They will all crowd Venezia 78.
DAILY n. 1 - MERCOLEDÌ 01.09.2021
PRE-APERTURA RICORDANDO NINO MANFREDI La cerimonia di pre-apertura di Venezia 78 ha festeggiato l’immenso Nino Manfredi, a cento anni dalla nascita, con la proiezione di Per grazia ricevuta (1971) in una nuova edizione restaurata a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e di Istituto Luce – Cinecittà. Primo lungometraggio diretto (oltre che interpretato) da Manfredi (nel ruolo del protagonista Benedetto Parisi), il film racconta tra dramma e umorismo i danni di un’educazione improntata a superstizione e sessuofobia. Ad affiancare l’attore, altri volti indimenticabili come Lionel Stander, Paola Borboni, Delia Boccardo, Mario Scaccia, Mariangela Melato. EMANUELE BUCCI
L’INTERVENTO
CINQUE (O SEI) FESTIVAL IN UNO DI FABIO FERZETTI
Dialogo immaginario tra due appassionati della Mostra, che provano a decifrare i temi possibili di una rassegna che quest’anno si presenta ricchissima
“Sarà la Venezia delle donne, non solo dietro la macchina da presa ma come protagoniste di un cinema sempre più problematico e consapevole”. “Macché, sarà la Venezia della guerra, dei sensi di colpa e dei fantasmi di un passato mai risolto, dalla Guantanamo del film di Paul Schrader al delitto del Circeo riesumato da La scuola cattolica di Mordini, che adatta il romanzo-monstre di Edoardo Albinati”. “Dà retta a me, la chiave è un’altra: dopo la grande fuga del 2020 causa pandemia, quest’anno al Lido tornano gli americani: c’è il Dune di Villeneuve, The Last Duel di Ridley Scott, un processo per stupro in panni medievali, insomma ci sono pellicole targate Warner, Disney, Universal…”. “Non farti incantare, è vero che Venezia è un grande trampolino per gli Oscar, lo stesso Barbera rivendica questo ruolo e questa vocazione. Però quest’anno l’Italia manda ben 5 film in concorso, non succedeva dal 1984, qualcosa vorrà dire. E poi non è bello che in gara, fianco a fianco, sfilino autori diversissimi come Martone e Frammartino, Mainetti e Sorrentino, senza dimenticare i D’Innocenzo che con America Latina firmano uno degli oggetti più misteriosi della Mostra?”. “Quasi quasi mi hai convinto. Al cinema non si addice il patriottismo, ma questi film puntano tutti molto in alto. La “dynasty” napoletana di Martone, alle prese con gli intrecci artistico- familiari di Scarpetta e dei De Filippo, l’avventura speleologica di Frammartino, un’ora e mezzo in una grotta senza musica né dialoghi, i freaks post-neorealisti di Mainetti, l’autobiografia di Sorrentino… Se non portiamo a casa un premio quest’anno non ci riusciamo più!”. “Lo vedi che invece cedi al cine-patriottismo? Guarda che la concorrenza è agguerrita. Il grande Brizé, sempre dalla parte dei lavoratori in La legge del mercato e In guerra, stavolta ribalta il tavolo facendo dell’immancabile Vincent Lindon un manager in crisi. Del film di Jane Campion si dice già tutto il bene del mondo. Pablo Larraín potrebbe fare finalmente il colpo grosso unendo il suo strepitoso talento alla figura di Lady D, per giunta interpretata da Kirsten Stewart. I due film russi in gara, tra purghe staliniste e guerra in Ucraina, promettono emozioni forti e grande regia. Per non parlare di un certo Almodóvar, che apre la
Mostra con un film dal titolo già geniale, Madres paralelas…”. “Io sarò patriottico, ma tu punti sui grandi nomi. Mentre la metà dei concorrenti quest’anno sono semisconosciuti. E io spero che vinca proprio uno di loro”. “Se è per questo non c’è solo il Concorso. Chi riuscirà a destreggiarsi anche fra Orizzonti, Giornate degli Autori e Settimana della Critica, getterà uno sguardo sul futuro. Molto spesso le vere sorprese vengono proprio da lì. Uno dei nomi di Orizzonti quest’anno, per esempio, l’uruguayano Rodrigo Plà, vinse il Leone del futuro–Premio De Laurentiis per la migliore Opera prima con La zona alle Giornate del 2007. La vera gara non si svolge solo dentro, ma tra le varie sezioni della Mostra, sempre in lotta per accaparrarsi la rivelazione dell’anno. È il bello di ogni Festival. Anche se per i film delle sezioni parallele conquistare l’uscita al cinema diventa sempre più difficile. E questo è un problema che i festival da soli purtroppo non possono risolvere”. n
in Mostra
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