DAILY#10 81. Mostra del Cinema di Venezia - 6-7Sept2024 Venews+Ciak
Curtains are about to set on the Venice Film Festival. The upcoming TV series M – Il figlio del secolo by Joe Wright is maybe one of the most anticipated premieres in town. Starring as Benito Mussolini an amazing Luca Marinelli Closing the Competition are two final chapters of as many trilogies. The first is Love (after Sex and Dream) by Norwegian Dag Johan Haugerud – a film on changing sexual mores, and on male homosexuality in particular. The second is an elegy: Youth: Homecoming by Chinese documentarist Wang Bing, a film on the crushed dreams of exploited textile workers. Out of Competition, plenty of weighty titles: our beloved Takeshi Kitano is back with mysterious, metalinguistic film Broken Rage, while Francesca Comencini presents her autobiographical, familial The Time It Takes, starring Fabrizio Gifuni. In the Orizzonti section, workplace drama One of those Days when Hemme Dies by Turkish filmmaker Murat Fıratoğlu and the very current Of Dogs and Men by Israeli Dani Rosenberg, a film on an adolescent’s adventure to find his dog after the October 7 massacre. The International Film Critics’ Week ends with Little Jaffna by Lawrence Valin, a film on a Tamil neighbourhood in Paris. The Venice Days programme’s last entry is Basileia, filmmaker Isabella Torre’s debut feature. As we wait in trepidation for the award ceremony, our screens will show Horizon: An American Saga by – and starring – Kevin Costner and the Gothic The American Backyard by Pupi Avati.
Sdi Roberto Pugliese
ta per calare il sipario sulla Mostra e tocca a un’altra serie l’appuntamento forse più atteso: M – Il figlio del secolo di Joe Wright dal lavoro di Antonio Scurati, fresco delle polemiche per la censura subìta in Rai: nei panni di Mussolini uno spiazzante Luca Marinelli. A chiudere la gara due capitoli finali di altrettante trilogie: lo scottante Love (dopo Sex e Dream) del norvegese Dag Johan Haugerud sul cambiamento dei costumi sessuali, segnatamente all’omosessualità maschile, e l’elegiaco Youth: Homecoming del documentarista cinese Wang Bing sui sogni infranti di una comunità di lavoratori tessili. Ma fuori gara fioccano gli appuntamenti di peso. Ecco il gran ritorno dell’amatissimo Takeshi Kitano col misterioso e metalinguistico Broken Rage e l’autobiografico e “famigliare” Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini (la sorella scenografa Paola riceve il Premio Campari) con Fabrizio Gifuni. In Orizzonti si attendono il dramma del lavoro One of Those Days when Hemme Dies del turco Murat Fıratoğlu e – attualissimo – Of Dogs and Men dell’israeliano Dani Rosenberg , sull’odissea di un’adolescente alla ricerca del suo cane dopo gli orrori del 7 ottobre a Gaza. La SIC chiude con Little Jaffna di Lawrence Valin, nome di un quartiere parigino abitato dalla comunità Tamil, e le Giornate degli Autori con Basileia, opera prima di Isabella Torre, dedicato allo spietato e affascinante Aspromonte. Nella giornata finale di sabato aspettiamo i Leoni con Horizon: An American Saga, la monumentale epopea western di e con Kevin Costner, e con L’orto americano, il ritorno di Pupi Avati alle tonalità soprannaturali e gotiche a lui sempre care; nel cast Filippo Scotti, Rita Tushingham e Chiara Caselli
9.00 Sala Grande
VENEZIA 81 press - industry KJÆRLIGHET (LOVE)
Dag Johan Haugerud (119’) v.o. norvegese st. italiano/inglese
9.00 Sala Darsena
FUORI CONCORSO press - industry
IL TEMPO CHE CI VUOLE
(THE TIME IT TAKES)
Francesca Comencini (110’)
v.o. italiano st. inglese
9.00 PalaBiennale
VENEZIA 81 tutti gli accrediti STRANGER EYES
Siew Hua Yeo (126’)
v.o. cinese mandarino st. italiano/inglese
9.00 Sala Giardino
ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti SHAHED (THE WITNESS)
Nader Saeivar (100’) v.o. farsi st. italiano/inglese
9.00 Sala Casinò
FUORI CONCORSO - SERIES press - industry M - IL FIGLIO DEL SECOLO 5-8 (M - SON OF THE CENTURY)
Joe Wright (200’) v.o. italiano st. inglese/italiano
9.00 Sala Corinto
VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI press - industry
“I WILL REVENGE THIS WORLD WITH LOVE” S. PARADJANOV
Zara Jian (110’) v.o. armeno, inglese, russo st. italiano/inglese
9.00 Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI
pubblico - tutti gli accrediti SANATORIUM UNDER THE SIGN OF THE HOURGLASS
Stephen Quay, Timothy Quay (76’)
v.o. polacco st. italiano/inglese
9.00 Sala Volpi
FUORI CONCORSO press - industry
HORIZON: AN AMERICAN SAGA (CHAPTER 2)
Kevin Costner (190’) v.o. inglese st. italiano/inglese
9.00 Sala Astra 1
ORIZZONTI CORTI - FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti F II - LO STUPORE DEL MONDO
Alessandro Rak (6’)
v.o. italiano st. inglese
ORIZZONTI CORTI - CONCORSO WHO LOVES THE SUN
Arshia Shakiba (19’) v.o. arabo st. italiano/inglese
MINHA MÃE É UMA VACA (MY MOTHER IS A COW)
Moara Passoni (15’)
v.o. portoghese st. italiano/inglese THREE KEENINGS
Oliver McGoldrick (10’)
v.o. inglese st. italiano/inglese SHADOWS
Rand Beiruty (12’) v.o. arabo st. italiano/inglese
JAMES
Andres Rodríguez (20’) v.o. spagnolo, k’iche’ st. italiano/inglese
O Rúnar Rúnarsson (20’) v.o. islandese st. italiano/inglese
9.00 Sala Astra 2
FUORI CONCORSO - SERIES pubblico - tutti gli accrediti
M - IL FIGLIO DEL SECOLO 1-4 (M - SON OF THE CENTURY)
Joe Wright (212’) v.o. italiano st. inglese/italiano
11.00 Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico 14+ - tutti gli accrediti ANTIKVARIATI (THE ANTIQUE)
Rusudan Glurjidze (132’) v.o. georgiano, russo st. italiano/inglese
SEGUE A P. 10
press conferences palazzo del casinò
VENERDÌ 6 SETTEMBRE
12.30 QING CHUN GUI (YOUTH –HOMECOMING) (Venezia 81)
13.30 KJÆRLIGHET (LOVE) (Venezia 81)
14.15 IL TEMPO CHE CI VUOLE (Fuori Concorso)
15.00 BROKEN RAGE (Fuori Concorso)
SABATO 7 SETTEMBRE
12.30 HORIZON: AN AMERICAN SAGA –CAPITOLO 2 (Fuori Concorso)
13.15 L’ORTO AMERICANO (Fuori Concorso)
L’arte disturbante del documentario
di Anne Gauthier
Da oltre vent’anni Wang Bing, in Concorso con Youth: Homecoming, è uno dei registi di documentari più affermati al mondo. La sua opera si caratterizza, all’interno del gruppo dei grandi documentaristi contemporanei (Frederick Wiseman, Errol Morris, Joshua Oppenheimer, Agnes Varda, ecc.), per una focalizzazione esclusiva dell’interesse del regista sui molteplici aspetti della storia della Repubblica Popolare Cinese. Che l’argomento sia la crisi industriale di un distretto (Il distretto di Tiexi), i campi di rieducazione maoisti degli anni ‘50 (Dead Souls), la vita in un remoto villaggio della provincia dello Yunnan (Three Sisters), la performance del direttore d’orchestra Wang Xilin che, nudo sul palcoscenico di un teatro parigino, rievoca le torture e la prigionia subite durante la Rivoluzione Culturale (Man in Black), la giornaliera routine del lavoro di operai impiegati nei campi di estrazione del petrolio del deserto del Gobi (Crude Oil), gli ultimi dieci giorni di vita di Fang Xiuying malata di Alzheimer (Mrs. Fang), la vita sospesa tra schiavismo e piaceri adolescenziali di un gruppo di giovani impiegati negli infernali laboratori tessili della città di
Director's cuts
Zhili (i tre capitoli della saga Youth l’ultimo dei quali, Homecoming, sarà proiettato alla Mostra del Cinema), la radicalità del lavoro di Wang Bing non sta mai solo nella sua volontà di rappresentare i contrasti clamorosi tra la fragile patina della ideologia comunista e una situazione industriale chiaramente orientata allo sfruttamento intensivo dei lavoratori e ad una totale assenze di garanzie legislative. La sua caratteristica essenziale sta piuttosto nel metodo utilizzato per girare, attraverso il quale riprende operai e testimoni in modo quasi inavvertito, mescolandosi a loro, accumulando centinaia di ore di girato che poi monta con puntiglioso rigore. Mentre Wiseman ci mostra le stanze segrete di dispositivi complessi come musei, biblioteche, prigioni in lavori ove ogni parola pesa, Wang ci immerge in un flusso di parole leggere e senza peso, dalle quali, a tratti, emerge l’elemento di riflessione e di critica. È per questo motivo che i suoi doc durano otto, nove, quattordici ore: la verità irrompe come folgore da uno strato continuo di sbadata superficialità e questo ne aumenta la violenza disturbante.
Cinema, lifeblood for all generations
The Venice Classics are all of extraordinary beauty and interest. This section is a festival within the festival, which enjoys, and this is the most intriguing and encouraging aspect to underline, a growing participation from younger audiences. This proves once again that the history of cinema, when properly proposed, is lifeblood for all generations, and it is not just “mere” material for specialists or nostalgic enthusiasts.
past conferences
Quando ho letto la sceneggiatura ho trovato tutto talmente inverosimile che si è aperta, da attore, un’autostrada di verosimiglianza
Toni Servillo
Focus Takeshi Kitano di
Cesare Stradaioli
Il Sensei ritorna a casa. La Mostra del Cinema di Venezia è, infatti, il luogo dove è definitivamente nata la sua popolarità mondiale e dove più volte ha presentato molti dei suoi straordinari lavori. Sarcastico, provocatore, irridente soprattutto verso se stesso, ferocemente critico verso il suo Giappone – dal quale però non si allontana mai a lungo, curiosamente simile a Fassbinder che non lasciava mai la sua odiata e amata Monaco – e malgrado ciò capace di mettere nei suoi film squarci di grande, quanto inaspettata, umanità e altrettanta tenerezza che sistematicamente spiazzano lo spettatore, Takeshi Kitano è universalmente considerato, unitamente a Yukio Mishima nella letteratura, il più influente esponente di una corrente di pensiero tanto critico quanto fortemente anticonformista, specialmente verso una occidentalizzazione della società nipponica giudicata ottusa e alienante. Per quanto possa sembrare paradossale, “beat” Takeshi nasce come attore comico, anche se in realtà, lui è prima di tutto pittore, come ci si aspetta che siano i grandi registi cinematografici: i suoi quadri, come l’immancabile mare, rappresentano del resto la cifra di fondo di quasi tutti i suoi film, capaci di rovesciare qualsiasi cliché, stilema o status quo.
Takeshi’s five
Sonatine (1993)
Vite perdute e senza senso compiuto che si incontrano al culmine di un surreale e magnifico balletto di uomini e marionette in stile sumo: torna il mare nelle sue tematiche.
Hana-bi – Fiori di fuoco (1997)
Vorticoso e crudele carosello di situazioni in cui nessun protagonista mostra un minimo di umanità, fino al tragico e dolcissimo finale con suicidio in riva all’immancabile mare. Leone d’Oro a Venezia 54.
L’estate di Kikujiro (1999)
Di nuovo Kitano mette in difficoltà il pubblico con una coinvolgente vicenda di abbandono e ritrovo: due figure, che più diverse non potrebbero essere, vivono le loro solitudini in un road movie made in Japan.
Dolls (2002)
Freddo, distaccato, quasi afono: un amore solo apparentemente impossibile tra un ragazzo e una ragazza che si legano, non solo metaforicamente, per sempre. Silenziosa e rarefatta poesia.
Zatoichi (2003)
È davvero cieco il massaggiatore viandante o il suo è solamente un modo per difendersi dal mondo stolto e venale che lo circonda? Pura violenza e umorismo nero che finisce con un formidabile balletto. Leone d’Argento a Venezia 60.
Sinossi film lato CIAK p. 3
ONE OF THOSE DAYS WHEN HEMME DIES
Orizzonti
by Murat Firatog˘lu
Just another day in the life of Eyüp, a poor boy who is involved in the drying and salting of tomatoes under the scorching summer sun, anxiously waiting for his daily wage. A story to understand how and how often each of us comes into direct or indirect contact with death; how every day the possibilities of dying – or killing someone – are countless. The Turkish filmmaker Murat Fıratoğlu (1983) directed, wrote, produced, and acted in the film presented in Venice this year. He has a background in film from the Diyarbakır Art Center Cinema Club and has participated in several workshops conducted by the Turkish director Reha Erdem. He lives in Istanbul, where he combines his legal practice with his film career. Davide Carbone
In questo film ho cercato di esprimere come gli aspetti drammatici, tragici e comici di ogni comportamento umano siano in realtà banali. Alla fine, siamo tutti sulla stessa barca.
Murat Fıratog˘lu
OF DOGS AND MEN Orizzonti
“The horrific October 7 attack and the ensuing war unleashed unimaginable suffering, defying comprehension. The humanity, or denial of humanity, within them is profoundly disturbing. Can these events even be represented, recounted, narrated?” With this chilling awareness, director Dani Rosenberg begins filming in the Nir Oz kibbutz in the aftermath of the brutal Hamas attack. The story he tells delves into the horrors etched into the place through the eyes of Dar, a sixteenyear-old girl who returns to her kibbutz at dawn in search of her dog, missing after the massacre she herself survived. Not far from there, beyond the Gaza fence, a relentless cycle of death and destruction is beginning, which Dar witnesses, caught between those seeking revenge and those who, despite everything, still cling to a glimmer of faith in humanity. After his initial short films, Dani Rosenberg (Tel Aviv, 1979) directed the feature film The Death of Cinema and My Father Too, which was presented at Cannes in 2020. His film The Vanishing Soldier was presented at Locarno in 2023.
Marisa Santin
Vogliamo onorare le esperienze di tutti coloro che sopportano le devastazioni della guerra, sforzandoci di ritrarre la loro umanità in mezzo all’oscurità.
Dani Rosenberg
EDGE OF NIGHT Orizzonti Extra
Atthe heart of the story are two brothers, forced by an authoritarian father to enlist in the army, which profoundly impacts their lives. Their relationship with each other and with their father drives the unfolding events, leading to unexpected twists during a journey in which one brother escorts the other to prison. Born in Germany in 1967, Türker Süer is a director and screenwriter with three appearances at the Berlin International Film Festival: in 2005 with Shaving Hacke, in 2010 with The Best Father Ever, and in 2012 with Brothers D.C.
Anche se è ambientata in Turchia, i temi di questa storia sono universali: farsi strada in un sistema sempre più autoritario e lottare per mantenere la propria identità, tra sfiducia e pregiudizi.
Türker Süer
with Salih Tas¸çı, Murat Fıratog˘lu, Sefer Fıratog˘lu, Günes¸ Sayın, Ali Barkın Birkan, Fırat Bozan, Çetin Fıratog˘lu (Turkey, 93’)
by Dani Rosenberg with Ori Avinoam, Natan Bahat, Nora Lifshitz, Yamit Avital (Ori Avinoam, Natan Bahat, Nora Lifshitz, Yamit Avital)
by Türker Süer with Ahmet Rıfat S¸ungar, Berk Hakman (Germany, Turkey, 85’)
Orizzonti
CONCORSO
MOON LAKE
Jeannie Sui Wonders (USA, 12’)
Tess, ragazza riservata e un po’ eccentrica, si ritrova a macchiare il pavimento durante un pigiama party: un film che indaga i turbamenti dell’adolescenza femminile, affrontando il tema della vergogna legata al corpo e le insicurezze che ne derivano.
NEREDEYSE KESINLIKLE YANLIS ˛ (ALMOST CERTAINLY FALSE)
Cansu Baydar (Turchia, 20’)
Dopo essere scappati dalla guerra in Siria, Hanna e il fratello Nader si stabiliscono a Istanbul. Quando la ragazza incontra Ibo, un giovane turco, si ritrova a dover conciliare il suo sogno di emigrare in Europa con le responsabilità verso Nader.
IL BURATTINO E LA BALENA
Roberto Catani (Francia, Italia, 8’) Il corto, composto da disegni su foglio bianco realizzati con la tradizionale tecnica del disegno animato, racconta la storia di un burattino che non diventa bambino.
NIME BAZ, NIME BASTEH (AJAR)
Atefeh Jalali (Spagna, 13’)
Una donna e un uomo coinvolti in una relazione clandestina trascorrono la notte insieme nell’appartamento di lei. Tuttavia, quella stessa notte, la moglie dell’uomo viene arrestata durante una protesta, portando a un’improvvisa trasformazione nel loro rapporto.
MARION
Joe Weiland, Finn Constantine (Francia, UK, 13’)
Marion, madre e unica donna in Francia a praticare il salto dei tori, rappresenta il percorso di una donna che si fa strada in un ambiente maschile, cercando di conciliare la maternità con la realizzazione del suo sogno.
DUYAO MAO (THE POISON CAT)
Tian Guan (Cina, 18’)
Hunter Tai ha iniziato a notare una connessione inspiegabile tra i misteriosi eventi nel villaggio e il comportamento bizzarro di sua moglie. La sua vita tradizionale sembra disintegrarsi, facendo eco alla profezia contenuta nella leggenda del Gatto Velenoso.
RENÉ
VA ALLA GUERRA (RENÉ GOES TO WAR)
Luca Ferri, Morgan Menegazzo, Mariachiara Pernisa (Italia, 19’) Il giovane René vive immerso nei boschi della Slovenia. Durante le vacanze estive si dedica a giochi solitari, immaginando di proteggere i confini del suo Paese da invasori nemici e allestendo avventure eroiche nella sua fantasia.
Osteggiato in vita per i suoi film, estranei ai precetti del realismo socialista, Sergej Paradjanov riesce comunque ad ottenere riconoscimento a livello internazionale grazie al suo stile cinematografico unico. A cent’anni dalla nascita, il cineasta armeno viene ricordato in un docu-drama diretto dalla giovane regista, produttrice e attrice Zara Jian (Leona End Mark, 2022), fondatrice di Boomerang Media.Am, casa di produzione internazionale ed indipendente con base a Yerevan, Armenia. E.B.
“I will revenge this world with love” S. Paradjanov di Zara Jian (Armenia, Francia, 110’)
REAR WINDOW
Sergej Paradjanov appartiene alla sparuta pattuglia di registi che non solo hanno creato dei capolavori, ma che hanno anche definito un linguaggio nuovo nel cinema, un nuovo modo di coniugare immagini, suoni, parole. Nato a Tbilisi da genitori armeni, frequenta a Mosca i corsi di regia dell’Istituto Statale di Cinematografia e poi comincia la gavetta negli studi di Kiev, dove per oltre dieci anni realizza documentari, corti e lungometraggi ispirati alla solida tradizione del realismo russo anni ‘50. Ora, sarà anche vero che Paradjanov ha rigettato quei film, definendoli “spazzatura”, ma insomma, non è che si possa essere troppo d’accordo con lui. Dopotutto se fosse stato per Kafka, di lui avremmo letto solo Le metamorfosi, Un medico di campagna e poco altro… E, allora, dico senza paura che Rapsodia ucraina, Il fiore sulla pietra, Il primo ragazzo, tutti datati tra il ‘59 e il ‘62, sono gran bei film, nei quali è possibile individuare indizi del genio futuro del regista (basti a ciò la scena iniziale nel campo di girasoli de Il primo ragazzo, dove c’è già l’essenza di quell’estasi visiva che diventerà poi la chiave del cinema del regista armeno). È con Le ombre degli avi dimenticati del 1964, che Paradjanov raggiunge quella libertà espressiva che gli permette di realizzare un’opera assoluta, di radicale embricamento tra immagini parole e suoni, tra narrazione e simbolismo religioso, tra storia, religione ed etnografia. Il film è un tapis roulant di immagini, emozioni, suoni, in una perfezione di ripresa in perenne movimento tra campi lunghissimi e dettagli esasperati, ma che ancora mantiene, sia pure a maglie larghe, una struttura di narrazione lineare. Che sparirà nel secondo capolavoro di cinque anni più tardi, Il colore del melograno, una sequenza lunga 80 minuti di tableaux vivants di abbacinante bellezza ripieni di corpi, animali, oggetti, simboli religiosi, che raccontano secondo linee narrative fantasiose la storia del poeta armeno del XVIII secolo Sayat-Nova. È troppo per la censura russa, del resto il disgelo si era interrotto qualche anno prima con la morte di Chruscev: il film viene ritirato, Paradjanov arrestato nel 1974, liberato solo nel 1977, riarrestato per qualche mese nel 1982. Per quindici anni non può più lavorare. Ma prima di morire, nel 1990, riesce a realizzare altri due grandi film: La leggenda della fortezza di Suram e Asik Kerib - Storia di un ashug innamorato, anch’essi tessere imperdibili dell’opus di un genio della vita e del cinema quale è stato Sergej Paradjanov. Anne Gauthier
SOUNDTRACKS
L’81. edizione attraverso in/dimenticabili momenti di musica per il cinema a cura di F.D.S.
MIGLIOR COLONNA SONORA
1
Alberto Iglesias per la colonna sonora di The Room Next Door, per aver composto una musica che è un portale per entrare nel rimosso della storia.
2
Daniel Blumberg per la colonna sonora di The Brutalist, vero e proprio controcanto disturbato e fantasmatico alle immagini.
3
Louis Sclavis, Alexey Kochetkov e Kioomars Musayyebi per la colonna sonora di Why War, un ininterrotto flusso musicale che fa del film un oratorio a più voci.
MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
Finalement, dal film omonimo di Claude Lelouch, cantata da Kad Merad e Barbara Pravi.
MIGLIORE CANZONE NON ORIGINALE
Come as You Are, cantata dai Nirvana nel film Queer di Luca Guadagnino.
MIGLIORE COVER DI UNA CANZONE NON ORIGINALE
Bewitched, Bothered and Bewildered, di Richard Rodgers e Lorenz Hart, cantata da Joaquin Phoenix in Joker: Folie à deux
ARIA DA OPERA LIRICA
Maria Callas in O mio babbino caro, dal Gianni Schicchi di Giacomo Puccini nel biopic Maria
SOUND DESIGN
Corinne de San Jose per il sound design di Phantosmia di Lav Diaz, per aver creato il perfetto suono della foresta tropicale.
TITOLI DI CODA
The Brutalist, per aver inserito negli illeggibili titoli di coda quell’inno insuperato di gioia che è One for you, One for me dei Fratelli La Bionda.
MARCELLO, COME HERE&
Cent9anni e oltre cento volte Mastroianni
Mostra del Centro Sperimentale di Cinematografia a cura di Laura Delli Colli
Venezia - Isola di San Servolo 31 agosto 2024 3 9 gennaio 2025 h. 10.00-21.00 Ingresso gratuito
3 scelte, estetiche, emozionali, irriducibilmente individuali, dei 5 nostri inviati speciali sul pianeta cinema in 11 giorni vissuti famelicamente. 81 volte Venezia attraverso dei fermo-immagine fuori da ogni logica premiale, ‘solo’ per restituire in libertà il meglio che ci portiamo via da questa straordinaria festa di immagini in divenire.
ROBERTO PUGLIESE
The Order di Justin Kurzel (CONCORSO) Thriller politico perfetto, immerso in un’atmosfera cupa e minacciosa, dai ritmi incalzanti, per parlare dei veleni razzisti e neonazisti e delle minacce nell’America di ieri e di oggi.
LORIS CASADEI
Ainda estou aqui (I’m Still Here) di Walter Salles (CONCORSO)
Un diario storico e sociale per non dimenticare, che il regista riesce a restituire attraverso la storia intimamente drammatica di una famiglia.
Vittoria di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman (ORIZZONTI EXTRA)
Come un racconto ambientato a Napoli riesca ad uscire dagli schemi convenzionali per raccontare una storia di grande umanità. Finalmente una vera famiglia con valori.
The Room Next Door di Pedro Almodóvar (CONCORSO) Recitazioni insuperabili quelle di Tilda Swinton e Julianne Moore, che reggono interamente il film riuscendo a non far trapelare mai la noia: di fatto un dialogo a due.
RICCARDO TRIOLO
A Simple Silence di Craig Quintero
(VENICE IMMERSIVE – CONCORSO)
Tra teatro e videoarte, Quintero ha filmato una trilogia che fa leva sulle potenzialità del video 360° con la maturità espressiva di chi, venendo dal teatro, sa giocare con lo spazio e ridefinire il ruolo dello spettatore.
The Gossips’ Chronicles di Corinne Mazzoli
(BIENNALE COLLEGE CINEMA IMMERSIVE – FUORI CONCORSO)
Quando il site-specific diventa una tendenza irrinunciabile delle arti digitali immersive e contribuisce a farne maturare il linguaggio. Sound e vision spiazzanti, interazione ironica con lo spazio reale, maestria tecnica.
All I Know About Teacher Li di Zhuzmo
(VENICE IMMERSIVE – CONCORSO)
Inchiesta interattiva, uso ben ponderato della realtà mista, attivismo transmediale. Ci sono tutti gli ingredienti per rilanciare il potenziale politico delle XR contro il silenzio imposto ai media tradizionali.
FABIO DI SPIRITO
Nonostante di Valerio Mastandrea (ORIZZONTI) Sorprendente, spiazzante e brillantissimo esordio registico di uno dei nostri migliori attori, riflessione fantastica sui temi della morte e della memoria in una chiave originalmente soprannaturale.
M - Il figlio del secolo di Joe Wright (FUORI CONCORSO – SERIE) Il bestseller di Scurati prende vita in una messa in scena fiammeggiante, visionaria, dai ritmi a volte insostenibili, in una ricostruzione puntuale, necessaria e attualissima dell’ascesa del fascismo.
The Mahabharata di Peter Brook (VENEZIA CLASSICI)
Perché quando Krishna rivela ad Arjuna come raggiungere la saggezza del distacco dalle cose ci siamo commossi con la stessa intensità del 1989 alla prima del film.
Wishing on a Star di Peter Kerekes (ORIZZONTI)
Palesemente il film più divertente della Mostra.
Quiet Life di Alexandros Avranas (ORIZZONTI)
Per tutto il film abbiamo pensato che si trattasse di finzione, per poi scoprire che la sindrome da rassegnazione esiste davvero nei bambini delle famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro case per guerre, povertà o autoprotezione. Sconvolgente.
ANDREA ZENNARO
One to One: John & Yoko di Kevin Macdonald, Sam Rice-Edwards (FUORI CONCORSO) La fase più politica e antagonista di John nella New York seminale e perturbata dei primi ‘70. Al suo fianco Yoko, linfa vitale della crescita artistica di Lennon nel suo ultimo decennio di vita. Il potere della musica contro la violenza e gli orrori del mondo. Ainda estou aqui (I’m Still Here) di Walter Salles (CONCORSO)
Un viaggio intimista all’interno degli affetti di una famiglia colpita dalla repressione dittatoriale, che racchiude con una straordinaria intensità emozionale tutto il dolore di un popolo oppresso.
From Darkness to Light di Michael Lurie, Eric Friedler (VENEZIA CLASSICI – DOC)
Un lavoro di ricerca sopraffino alla scoperta di un film perduto, ormai entrato nella leggenda, di un grande uomo di spettacolo che mette in gioco tutta la sua carriera per portarlo a termine.
The Order
M - Il figlio del secolo
Ainda estou aqui (I’m Still Here)
Quiet Life
A Simple Silence
Wishing on a Star
From Darkness to Light
FAR EAST FILM FESTIVAL
24th APRIL — 2nd MAY 2025
TEATRO NUOVO, VISIONARIO
UDINE, ITALY
“Non
intervista
Georgy Molodtsov di Riccardo Triolo
Chiudiamo il nostro viaggio nell’Immersive Island con una chiacchierata con Georgy Molodtsov, regista e produttore specializzato in XR e cinema che ricordiamo per aver curato i live virtuali di Jean-Michel Jarre. Dal 2016 è uno degli esperti leader nella produzione di video VR/360, è stato curatore di oltre 50 festival XR in Europa. Quest’anno è alla Mostra fra i Best of Immersive (fuori concorso) con Mormoverse: Under the Pillow, miglior storia immersive al Raindance Immersive del 2023.
Venice Immersive si è affermata come una delle principali piattaforme per esperienze immersive. Cosa crede la distingua dagli altri festival nel mondo e perché Venezia è diventata un punto di riferimento così importante per l’innovazione nel campo della XR?
Molti eventi nel mondo hanno immaginato il concetto di ‘metaverso’ durante la pandemia, ma Venezia ha continuato a percorrere una strada che non solo valorizza le opere d’arte nel campo della XR, ma offre anche l’opportunità di competere con le opere XR tradizionali. Questo dà ai creatori e ai costruttori di
RESTAURI
Lmondi una grande fiducia, perché sanno di poter ottenere approvazione da alcune delle voci più importanti nel settore.
Potrebbe fornire una panoramica dell’evoluzione dei festival XR a livello globale? Quali sono i trend chiave o le tematiche emergenti che ha osservato negli ultimi anni?
Formati performativi nel metaverso, narrazione in realtà mista e opere commissionate dai festival per offrire una visione e un’esperienza ai creatori: questi i trend attualmente in voga. Il Tribeca Film Festival, ad esempio, ha commissionato la maggior parte delle opere per un formato espositivo specifico, rendendole uniche per il festival. Strumenti come il Vision Pro o il Quest 3, insieme agli SDK forniti dai creatori di hardware e software, permettono di sperimentare con la realtà mista in modo più semplice, dando ai creatori maggiore flessibilità per testare nuovi concetti. Il supporto per la cattura del movimento corporeo completo su diverse piattaforme del metaverso ha reso le performance teatrali online multiplayer più professionali e accessibili, permettendo una rappresentazione corporea più naturale in VR e ampliando la gamma di generi presentabili.
Il mercato XR sta subendo cambiamenti significativi. Come descriverebbe questa fase? La vede come una crisi o più come una transizione? Quali fattori specifici stanno guidando questi cambiamenti?
Il calo del mercato dei videogiochi ha influenzato quasi tutti, ma il mercato XR, essendo una nicchia “sotto il radar” delle grandi aziende, non ne ha risentito tanto. Anzi, molti professionisti di alto livello sono diventati...
CONTINUA...
Edipo, un’isola necessaria
La giuria ufficiale del Premio Isola Edipo è al lavoro: Francesca d’Aloja, Esmeralda Calabria e Federica Di Giacomo, accompagnate da una giuria di giovani studentesse e studenti, seguite a vista dall’infaticabile Silvia Jop, che con Sibylle Righetti ed Enrico Vianello sono l’anima e il corpo di Isola Edipo, annunceranno oggi il vincitore dell’edizione 2024 dedicata al centenario di Franco Basaglia. «Quest’anno Isola Edipo – ha ricordato Angelo Righetti durante l’incontro Riprendiamoci i diritti – consegnerà per la settima volta il Premio della Sostenibilità e dell’inclusione. L’arte è tale perché include, parla senza parole come divenire di continuo l’altro. Nei tempi della guerra, della rassegnazione alla disuguaglianza e della ribellione al fosco destino che ci spetta se non ripareremo i danni apportati all’ambiente e alle relazioni umane, questo Festival è stato un vero, vitale balsamo culturale. Patti Smith ha ridato luce a Pasolini presentando uno spettacolo irripetibile di arte, parole e musica come barriera alle guerre, dove “i ricchi e potenti mandano a morire i figli dei poveri”, come diceva Gino Strada. La forma sincretica espressiva di tutte le arti portata al Lido e al Festival da Patti Smith, navigando sulla barca che ospitò Pasolini, hanno posto un sigillo prezioso su Venezia 81. In coerenza con la sua storia, Edipo Re ha celebrato il secolo della nascita di Franco Basaglia, capace come sappiamo per primo di chiudere i manicomi, rilanciando i diritti sociali e restituendo valore umano alla diversità, alla follia, all’uguaglianza, all’irrazionalità. Il tutto ridando forza e primazia alla prassi affettiva rendendo secondarie le tecniche».
Sono stati giorni intensi quelli vissuti lungo Riva Corinto e Sala Laguna, dove masterclass, incontri, proiezioni hanno proposto prospettive etiche e nuovi immaginari poetici, con al centro la riflessione sulla mutazione climatica, sui diritti, sulle differenze e sulla libertà. «Anche quest’anno - racconta Sibylle Righetti - la scommessa del dialogo tra la cultura in tutte le sue forme, la città e la Mostra del Cinema è stata vinta e attraverso le relazioni e le connessioni nate si pensa già con rinnovata forza e crescente entusiasmo al prossimo anno».
6 settembre, Premio Isola Edipo 2024
a prima donna della storia del cinema mai nominata per l’Oscar come miglior regista travolge l’Italia agostana con l’indimenticabile pellicola casereccia che combina magistralmente umorismo, ironia e cinismo. Le sinuose dune di Sardegna sono un palcoscenico intimo dove si svolge una moderna battaglia fra i sessi che si nutre e si prende gioco della lotta di classe marxista più classica. Una metafora arguta del compromesso storico tanto in politica quanto tra le lenzuola, fu tuttavia definito (Anthony Kaufman) come «forse il film più scandalosamente misogino mai realizzato da una donna». L’alchimia erotica e intellettuale fra Melato, bellissima e autentica, e Giannini, splendido “stramicione meridionale”, consolida una coppia memorabile del cinema italiano che resterà per sempre incisa nei nostri cuori. Wertmüller, preziosa assistente di Fellini, ha scritto e diretto circa trenta film, seguendo sempre il proprio istinto divertito e incassando con disinvoltura i fendenti della critica. Etichettata tanto misogina, reazionaria, bigotta, quanto femminista, visionaria, anticonformista, ha sfidato il pubblico in Italia e all’estero con i suoi racconti incendiari di anarchia, fascismo, criminalità dedicando uno sguardo amoroso alla “questione meridionale” esordendo con I Basilischi, che resta l’unica bellissima versione de I vitelloni girata da una donna. Sguaiata e focosa non somiglia a nessuno se non per alcuni tratti sanguigni e spiritosi al grandissimo Tinto Brass. Da rivedere sempre. Lorenza Ambrosio Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto di Lina Wertmüller (1974, Italia, 114’) Restauro: Fondazione Cineteca di Bologna, Minerva Pictures, Mediaset
Howard Hawks riscrive The Front Page, splendido film di Lewis Milestone del 1931, con una trovata che è sicuramente gustosa ma con un suo alto valore interpretativo: Hildy diventa donna (Rosalind Russell); Walter Burns è Cary Grant. Raccontava Hawks che l’idea saltò fuori praticamente per caso: quando ne parlò a Ben Hecht, lui rispose «Vorrei averci pensato prima». Oltre alla questione lavoro, Hildy e Walter sono una coppia divorziata, il che aggiunge pepe ai maneggi di Cary Grant contro il terzo incomodo, il fidanzato Ralph Bellamy. È una memorabile commedia screwball, dove Hawks studia di raggiungere un ritmo ancora più veloce di quello di Milestone. La sceneggiatura di Charles Lederer ha un dialogo mitragliato, overlapping, incalzante e spiritosissimo («È all’ospedale, temono che guarirà») e si concede anche un paio di battute metanarrative. In gran forma, Rosalind Russell e Cary Grant formano la classica “coppia eroica” hawksiana: un uomo e una donna, due professionisti, che pensano allo stesso modo. Giorgio Placereani
His Girl Friday (La signora del venerdì) di Howard Hawks (1940, USA, 92’) Restauro: Sony Pictures Entertainment
La versione di... Lewis e Billy
La commedia The Front Page di Ben Hecht e Charles MacArthur, feroce satira dei giornalisti, cinici cacciatori di titoloni, tutti attorno alle ultime ore di un poveraccio condannato a morte ingiustamente, ha lasciato il segno nell’inconscio collettivo, anche grazie allo splendido film di Lewis Milestone del 1931. Hildy Johnson, il cronista di punta del Morning Post che vuole abbandonare il mestiere per sposarsi, è Pat O’Brien; il suo direttore Walter Burns, pronto ai giochi più sporchi pur di impedire il matrimonio e tenersi Hildy, è un eccezionale Adolphe Menjou. Un Hildy in questa versione di particolare meschinità (“Mi dimetterò per telefono”) cerca di ribellarsi al suo dominatore Burns: ma è una sorta di gioco sadomasochistico. Commedia dal ritmo vivacissimo, di una cattiveria che potrebbe perfino battere la futura versione di Billy Wilder, il film è un esempio di vivificazione dello spazio grazie a magistrali movimenti di macchina, montaggio brillante e pregevoli invenzioni di regia.
Quando gira il suo remake di The Front Page (Prima pagina, 1974), sceneggiandolo con I.A.L. Diamond, Billy Wilder trova nella commedia di Hecht e MacArthur il proprio “testo ideale” – se lo vedessimo fuori contesto crederemmo che tutta l’invenzione sia sua – per esprimere la sua visione della vita e la sua antipatia verso il giornalismo (suo antico mestiere); e già che ci siamo, per gli psicoanalisti. Anche l’uso degli oggetti, come la fatidica scrivania, benché venga da Hecht, appare assolutamente wilderiano. Una novità è che Jack Lemmon e Walter Matthau, ottimi nei panni di Hildy e Walter Burns, sono già una coppia cinematografica (La strana coppia, Gene Saks, 1968, Non per soldi… ma per denaro, Billy Wilder, 1966) e questo, se toglie qualcosa alla sorpresa, aggiunge il piacere di un collaudato gioco di coppia. Nei dialoghi Wilder rende più esplicita la grande metafora della storia. Quando un giovane giornalista dice di Hildy “Credevo fosse sposato con Walter Burns”, coglie nel segno! Giorgio Placereani
11.15 Sala Darsena
VENEZIA 81 press - industry
KJÆRLIGHET (LOVE)
Dag Johan Haugerud (119’) v.o. norvegese st. italiano/inglese
11.15 Sala Giardino
ORIZZONTI CORTI - CONCORSO press - industry
MOON LAKE
Jeannie Sui Wonders (12’)
v.o. inglese st. italiano/inglese
NEREDEYSE KESINLIKLE
YANLIS¸ (ALMOST CERTAINLY FALSE)
Cansu Baydar (20’)
v.o. turco, arabo st. italiano/inglese
IL BURATTINO E LA BALENA
Roberto Catani (8’)
senza dialoghi
NIME BAZ, NIME BASTEH (AJAR)
Atefeh Jalali (13’)
v.o. farsi st. italiano/inglese
MARION
Joe Weiland, Finn Constantine (13’)
v.o. francese st. italiano/inglese
DUYAO MAO (THE POISON CAT)
Tian Guan (18’)
v.o. cinese st. italiano/inglese
RENÉ VA ALLA GUERRA (RENÉ GOES TO WAR)
Luca Ferri, Morgan Menegazzo, Mariachiara Pernisa (19’) v.o. sloveno st. italiano/inglese
11.15 Sala Corinto
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti
HIS GIRL FRIDAY (LA SIGNORA DEL VENERDÌ)
Howard Hawks (92’) v.o. inglese st. italiano
11.30 Sala Grande
FUORI CONCORSO press - industry IL TEMPO CHE CI VUOLE (THE TIME IT TAKES)
Francesca Comencini (110’) v.o. italiano st. inglese
11.30 PalaBiennale
VENEZIA 81 tutti gli accrediti
IDDU (SICILIAN LETTERS)
Fabio Grassadonia, Antonio Piazza (131’) v.o. italiano, dialetto siciliano st. italiano/inglese
11.30 Sala Astra 1
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti MANJI (ALL MIXED UP)
Yasuzô Masumura (90’) v.o. giapponese st. italiano/inglese
13.45 Sala Perla
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC FILM DI CHIUSURA pubblico 14+ - tutti gli accrediti DOMENICA SERA (SUNDAY NIGHT)
Matteo Tortone (16’) v.o. italiano st. inglese LITTLE JAFFNA
Lawrence Valin (100’)
v.o. francese, tamil st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
14.00 Sala Grande
VENEZIA 81 pubblico - tutti gli accrediti QING CHUN: GUI (YOUTH: HOMECOMING)
Wang Bing (152’)
italiano/inglese
14.00 Sala Corinto
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti TRAVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO NELL’AZZURRO
MARE D’AGOSTO (SWEPT AWAY... BY AN UNUSUAL DESTINY IN THE BLUE SEA OF AUGUST)
Lina Wertmüller (114’) v.o. italiano st. inglese
14.00 Sala Astra 1
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti THE MAHABHARATA
Peter Brook (173’) v.o. inglese st. italiano
14.00 Sala Astra 2
VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti CONSTEL·LACIÓ PORTABELLA (PORTABELLA CONSTELLATION)
Claudio Zulian (88’) v.o. catalano, spagnolo st. italiano/inglese
14.15 Sala Darsena
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti HEMME’NIN ÖLDÜGÜ GÜNLERDEN BIRI (ONE OF THOSE DAYS WHEN HEMME DIES)
Murat Fıratog˘lu (83’) v.o. turco st. italiano/inglese
A seguire incontro con gli autori/Q&A
14.15 PalaBiennale
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti AÏCHA
Mehdi Barsaoui (123’) v.o. arabo st. italiano/inglese
14.30 Sala Giardino
ORIZZONTI EXTRA press - industry GECENIN KIYISI (EDGE OF NIGHT)
Türker Süer (85’) v.o. turco st. italiano/inglese
15.00 Sala Casinò
FUORI CONCORSO - SERIES pubblico - tutti gli accrediti
M - IL FIGLIO DEL SECOLO 5-8 (M - SON OF THE CENTURY)
Joe Wright (200’) v.o. italiano st. inglese/italiano
16.00 Biennale
Match Point Arena
tutti gli accrediti, senza prenotazione MASTERCLASS PUPI AVATI
Conduce Angela Prudenzi
16.30 Sala Corinto
VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti “I WILL REVENGE THIS WORLD WITH LOVE” S. PARADJANOV
Zara Jian (110’) v.o. armeno, inglese, russo st. italiano/inglese
16.45 Sala Volpi
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti RUSSIANS AT WAR
Anastasia Trofimova (129’) v.o. russo st. italiano/inglese
17.00 Sala Grande
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti BROKEN RAGE
Takeshi Kitano (62’) v.o. giapponese st. italiano/inglese
17.00 PalaBiennale
VENEZIA 81 pubblico 14+ - tutti gli accrediti
APRIL
Dea Kulumbegashvili (134’) v.o. georgiano st. italiano/inglese
17.00 Sala Giardino
ORIZZONTI CORTI - CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
MOON LAKE
Jeannie Sui Wonders (12’) v.o. inglese st. italiano/inglese
NEREDEYSE KESINLIKLE YANLIS¸
(ALMOST CERTAINLY FALSE)
Cansu Baydar (20’) v.o. turco, arabo st. italiano/inglese IL BURATTINO E LA BALENA
Roberto Catani (8’) senza dialoghi
NIME BAZ, NIME BASTEH (AJAR)
Atefeh Jalali (13’) v.o. farsi st. italiano/inglese
MARION
Joe Weiland, Finn Constantine (13’) v.o. francese st. italiano/inglese
DUYAO MAO (THE POISON CAT)
Tian Guan (18’) v.o. cinese st. italiano/inglese
RENÉ VA ALLA GUERRA (RENÉ GOES TO WAR)
Luca Ferri, Morgan Menegazzo, Mariachiara Pernisa (19’) v.o. sloveno st. italiano/inglese
Jason Jacobs, Devon Delmar (89’) v.o. afrikaans st. italiano/inglese
17.15 Sala Darsena
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti AL KLAVIM VEANASHIM (OF DOGS AND MEN)
Dani Rosenberg (82’) v.o. ebraico st. italiano/inglese
A seguire incontro con gli autori/Q&A
17.30 Sala Astra 1
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti CARISSA
Jason Jacobs, Devon Delmar (89’) v.o. afrikaans st. italiano/inglese
19.00 Sala Grande VENEZIA 81 pubblico 14+ KJÆRLIGHET (LOVE)
19.00 Sala Astra 2
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti RUSSIANS AT WAR
Anastasia Trofimova (129’) v.o. russo st. italiano/inglese
Changes
19.15 Sala Corinto
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico - tutti gli accrediti
NERO ARGENTO (BLACK SILVER)
Francesco Manzato (20’) v.o. italiano st. inglese
MOATTAR BINANAA (PERFUMED WITH MINT)
Muhammed Hamdy (113’) v.o. arabo st. italiano/inglese
19.30 Sala Darsena
FUORI CONCORSO - FILM DI CHIUSURA press - industry
L’ORTO AMERICANO (THE AMERICAN BACKYARD)
Pupi Avati (107’) v.o. italiano/inglese st. inglese/italiano
19.30 Sala Volpi
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti HIS GIRL FRIDAY (LA SIGNORA DEL VENERDÌ)
Howard Hawks (92’) v.o. inglese st. italiano
20.00 PalaBiennale
VENEZIA 81 pubblico 14+ KJÆRLIGHET (LOVE)
Dag Johan Haugerud (119’) v.o. norvegese st. italiano/inglese a seguire
FUORI CONCORSO pubblico IL TEMPO CHE CI VUOLE (THE TIME IT TAKES)
Francesca Comencini (110’) v.o. italiano st. inglese
20.00 Sala Casinò
PROIEZIONI SPECIALI 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica in collaborazione con Giornate degli Autori e Settimana della Critica pubblico - tutti gli accrediti IL POSTINO
Michael Radford (108’) v.o. italiano st. inglese
20.00 Sala Astra 1
FUORI CONCORSO - SERIES pubblico - tutti gli accrediti M - IL FIGLIO DEL SECOLO 1-4 (M - SON OF THE CENTURY)
Joe Wright (212’) v.o. italiano st. inglese/italiano
20.30 Sala Perla
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti BESTIARI, ERBARI, LAPIDARI (BESTIARIES, HERBARIA, LAPIDARIES)
Massimo D’Anolfi, Martina Parenti (206’) v.o. inglese, tedesco, italiano st. italiano/inglese
21.00 Sala Giardino
ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti GECENIN KIYISI (EDGE OF NIGHT)
Türker Süer (85’) v.o. turco st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
21.30 Sala Grande
CERIMONIA DI PREMIAZIONE pubblico - tutti gli accrediti PREMIO CAMPARI PASSION FOR FILM A PAOLA COMENCINI FUORI CONCORSO IL TEMPO CHE CI VUOLE (THE TIME IT TAKES)
Francesca Comencini (110’) v.o. italiano st. inglese
21.30 Sala Volpi
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti TRAVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO NELL’AZZURRO
MARE D’AGOSTO (SWEPT AWAY... BY AN UNUSUAL DESTINY IN THE BLUE SEA OF AUGUST)
Lina Wertmüller (114’) v.o. italiano st. inglese
21.30 Sala Astra 2
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti RUSSIANS AT WAR Anastasia Trofimova (129’) v.o. russo st. italiano/inglese
22.00 Sala Darsena
FUORI CONCORSO - FILM DI CHIUSURA press - industry L’ORTO AMERICANO (THE AMERICAN BACKYARD) Pupi Avati (107’) v.o. italiano/inglese st. inglese/italiano
22.00 Sala Corinto
GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico 14+ - tutti gli accrediti MANAS Marianna Brennand (101’) v.o. portoghese st. italiano/inglese
21.00 Sala Web ORIZZONTI CORTI - CONCORSO MOON LAKE Jeannie Sui Wonders (12’) v.o. inglese st. italiano/inglese MARION
Joe Weiland, Finn Constantine (13’) v.o. francese st. italiano/inglese THREE KEENINGS
Oliver McGoldrick (10’) v.o. inglese st. italiano/inglese RENÉ VA ALLA GUERRA (RENÉ GOES TO WAR)
Luca Ferri, Morgan Menegazzo, Mariachiara Pernisa (19’) v.o. sloveno st. italiano/inglese
GIORNATE DEGLI AUTORI ALPHA. Jan-Willem van Ewijk (98’) VAKHIM Francesca Pirani (100’)
Marisa Santin (coordinamento editoriale) Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione) Paola Marchetti (direzione organizzativa) Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari Luca Zanatta (graphic design) Hanno collaborato Lorenza Ambrosio, Loris Casadei, Maria
Elena Bortoli, Luca Oberti, Adele Spinelli, Veronica Triolo, Bianca Vasti
FUORI CONCORSO - SERIES pubblico - tutti gli accrediti
M - IL FIGLIO DEL SECOLO 1-4 (M - SON OF THE CENTURY)
Joe Wright (212’) v.o. italiano st. inglese/italiano
9.00 PalaBiennale
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
IL TEMPO CHE CI VUOLE (THE TIME IT TAKES)
Francesca Comencini (110’) v.o. italiano st. inglese
9.00 Sala Giardino
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
HORIZON: AN AMERICAN SAGA (CHAPTER 1)
Kevin Costner (181’) v.o. inglese st. italiano/inglese
9.00 Sala Casinò
VENEZIA 81 tutti gli accrediti QING CHUN: GUI (YOUTH: HOMECOMING)
Wang Bing (152’) v.o. cinese st. italiano/inglese
9.00 Sala Corinto
ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti
GECENIN KIYISI (EDGE OF NIGHT)
Türker Süer (85’)
v.o. turco st. italiano/inglese
9.00 Sala Perla
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC
FILM DI CHIUSURA
pubblico 14+ - tutti gli accrediti
DOMENICA SERA (SUNDAY NIGHT)
Matteo Tortone (16’)
v.o. italiano st. inglese
LITTLE JAFFNA
Lawrence Valin (100’)
v.o. francese, tamil st. italiano/inglese
9.00 Sala Astra 1
ORIZZONTI CORTI - CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
MOON LAKE
Jeannie Sui Wonders (12’) v.o. inglese st. italiano/inglese
NEREDEYSE KESINLIKLE YANLIS¸ (ALMOST CERTAINLY FALSE)
Cansu Baydar (20’)
v.o. turco, arabo st. italiano/inglese IL BURATTINO E LA BALENA
Roberto Catani (8’) senza dialoghi NIME BAZ, NIME BASTEH (AJAR)
Atefeh Jalali (13’)
v.o. farsi st. italiano/inglese
MARION
Joe Weiland, Finn Constantine (13’) v.o. francese st. italiano/inglese
DUYAO MAO (THE POISON CAT)
Tian Guan (18’) v.o. cinese st. italiano/inglese
RENÉ VA ALLA GUERRA
(RENÉ GOES TO WAR)
Luca Ferri, Morgan Menegazzo, Mariachiara Pernisa (19’) v.o. sloveno st. italiano/inglese
9.00 Sala Astra 2
FUORI CONCORSO - SERIES pubblico - tutti gli accrediti M - IL FIGLIO DEL SECOLO 5-8 (M - SON OF THE CENTURY)
Joe Wright (200’) v.o. italiano st. inglese/italiano
11.15 Sala Astra 1
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti
His Girl Friday (La signora del venerdì)
Howard Hawks (92’) v.o. inglese st. italiano
11.30 PalaBiennale
VENEZIA 81 tutti gli accrediti KJÆRLIGHET (LOVE)
Dag Johan Haugerud (119’) v.o. norvegese st. italiano/inglese
11.30 Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico - tutti gli accrediti TO KILL A MONGOLIAN HORSE
Xiaoxuan Jiang (98’) v.o. mongolo, cinese st. italiano/inglese
14.00 Sala Perla
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico - tutti gli accrediti FILM PREMIATO
14.00 Sala Astra 1
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti TRAVOLTI DA UN INSOLITO
DESTINO NELL’AZZURRO
MARE D’AGOSTO (SWEPT AWAY... BY AN UNUSUAL DESTINY IN THE BLUE SEA OF AUGUST)
Lina Wertmüller (114’) v.o. italiano st. inglese
14.00 Sala Astra 2
VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti “I WILL REVENGE THIS WORLD WITH LOVE”
S. PARADJANOV
Zara Jian (110’) v.o. armeno, inglese, russo st. italiano/inglese
14.30 Sala Darsena
FUORI CONCORSO - SERIES pubblico - tutti gli accrediti M - IL FIGLIO DEL SECOLO 5-8 (M - SON OF THE CENTURY)
Joe Wright (200’) v.o. italiano st. inglese/italiano
Pupi Avati
di Andrea Zennaro
14.30 Sala Casinò
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
CLOUD
Kiyoshi Kurosawa (124’) v.o. giapponese st. italiano/inglese
15.00 PalaBiennale
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti HEMME’NIN ÖLDÜG ˘ Ü GÜNLERDEN BIRI
(ONE OF THOSE DAYS WHEN HEMME DIES)
Murat Fıratog˘lu (83’) v.o. turco st. italiano/inglese
15.00 Sala Giardino
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
HORIZON: AN AMERICAN SAGA (CHAPTER 2)
Kevin Costner (190’) v.o. inglese st. italiano/inglese
16.45 Sala Volpi
VENEZIA 81 pubblico - tutti gli accrediti QING CHUN: GUI (YOUTH: HOMECOMING)
Wang Bing (152’) v.o. cinese st. italiano/inglese
17.00 PalaBiennale
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
BROKEN RAGE
Takeshi Kitano (62’) v.o. giapponese st. italiano/inglese
17.00 Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico 14+ - tutti gli accrediti
SUGAR ISLAND
Johanne Gómez Terrero (91’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
17.00
Sala Astra 2
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti AL KLAVIM VEANASHIM (OF DOGS AND MEN)
Dani Rosenberg (82’) v.o. ebraico st. italiano/inglese
17.15 Sala Astra 1
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti AL KLAVIM VEANASHIM (OF DOGS AND MEN)
Dani Rosenberg (82’) v.o. ebraico st. italiano/inglese
19.00 Sala Grande
81. MOSTRA INTERNAZIONALE
D’ARTE CINEMATOGRAFICA
inviti
CERIMONIA DI PREMIAZIONE AWARD CEREMONY
19.00 PalaBiennale
81. MOSTRA INTERNAZIONALE
D’ARTE CINEMATOGRAFICA pubblico DIRETTA DELLA
CERIMONIA DI PREMIAZIONE AWARD CEREMONY – LIVE
FUORI CONCORSO - FILM DI CHIUSURA L’ORTO AMERICANO (THE AMERICAN BACKYARD)
Pupi Avati (107’) v.o. italiano/inglese st. inglese/italiano a seguire FILM PREMIATO pubblico MIGLIORE OPERA PRIMA
19.00 Sala Corinto
GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico - tutti gli accrediti ALPHA Jan-Willem Van Ewijk (100’) v.o. olandese st. italiano/inglese
19.30 Sala Astra 2
VENEZIA 81 pubblico - tutti gli accrediti
QING CHUN: GUI (YOUTH: HOMECOMING)
Wang Bing (152’) v.o. cinese st. italiano/inglese
20.00 Sala Perla
ORIZZONTI - FILM PREMIATO pubblico - tutti gli accrediti MIGLIOR FILM ORIZZONTI
20.00 Sala Volpi
GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico 14+ - tutti gli accrediti SELON JOY (THE BOOK OF JOY)
Camille Lugan (86’) v.o. francese st. italiano/inglese
20.00 Sala Astra 1
FUORI CONCORSO - SERIES pubblico - tutti gli accrediti
M - IL FIGLIO DEL SECOLO 5-8 (M - SON OF THE CENTURY)
Joe Wright (200’) v.o. italiano st. inglese/italiano
21.00 Sala Grande
FUORI CONCORSO - FILM DI CHIUSURA pubblico - tutti gli accrediti L’ORTO AMERICANO (THE AMERICAN BACKYARD)
Pupi Avati (107’) v.o. italiano, inglese st. inglese/italiano
21.00 Sala Darsena
VENEZIA 81 - FILM PREMIATO pubblico - tutti gli accrediti LEONE D’ORO
ella filmografia di Pupi Avati esiste una sorta di “linea gotica” rappresentata da una serie di opere insolite dal chiaro sapore horror. Già il suo primo lungometraggio Balsamus, l’uomo di Satana del 1968 aveva una declinazione grottesca, ma di orrore c’era ben poco e lo stesso vale per la sua seconda opera, Thomas e gli indemoniati del 1970. È con La casa dalle finestre che ridono del 1976, girato tra Comacchio e Minerbio, che il regista inventa un vero e proprio nuovo sottogenere gotico padano: con la collaborazione alla sceneggiatura di Maurizio Costanzo, il film ebbe subito un grande successo, diventando col tempo un vero e proprio cult. Avati inserì elementi gotici anche nel successivo Tutti defunti... tranne i morti (1977) ma, soprattutto, nel 1983 diresse un altro horror atipico, anch’esso memorabile per originalità e ambientazioni. Zeder, scritto ancora insieme a Costanzo ispirandosi ai libri Il mistero delle cattedrali e Le dimore filosofali di Fulcanelli, con i suoi terreni K in grado di far resuscitare i morti, ha molti tratti in comune con il romanzo Pet Sematary di Stephen King, uscito lo stesso anno: impressionanti alcune similitudini, tra cui il finale.
Più di recente Avati è tornato al genere gotico con due interessanti lavori, Il nascondiglio del 2007 e Il signor Diavolo del 2019, ma occorre ricordare anche la serie televisiva della Rai Voci notturne del 1995, da lui scritta per la regia di Fabrizio Laurenti, che inizia in modo simile a Twin Peaks e ci porta in giro per una Roma esoterica.
21.00 Sala Giardino
VENEZIA 81 - FILM PREMIATO pubblico - tutti gli accrediti GRAN PREMIO DELLA GIURIA a seguire VENEZIA 81 - ORIZZONTI EXTRA PREMIO DEL PUBBLICO ARMANI BEAUTY
21.00 Sala Casinò
VENEZIA 81 - FILM PREMIATO pubblico - tutti gli accrediti MIGLIORE REGIA
21.30 Sala
Pupi’s three
L’arcano incantatore (1996) Il libro Pseudomonarchia
Daemonum è al centro di una storia esoterica ambientata nel XVIII secolo.
Il nascondiglio (2007) Una casa maledetta, luogo di atroci delitti e perversioni in una cittadina lungo il Mississippi.
Il signor Diavolo (2019) Possessioni demoniache con annessi esorcismi nel Veneto degli anni Cinquanta.
SALA GRANDE
DI OSCAR COSULICH
UNA MOSTRA MOLTO ANIMATA
Nell’estate in cui il pubblico ha premiato l’animazione (Inside
Out 2 guida gli incassi italiani con € 46.133.500 e con $ 1.668.469.176 nel mondo, al nono posto del box office di tutti i tempi) e mentre nelle sale Cattivissimo Me 4 perpetua il mito di Gru e dei suoi Minions, anche a Venezia l’animazione è celebrata in tutte le sue potenzialità e tecniche. Ha aperto le danze Tim Burton, tornando alle origini in Beetlejuice Beetlejuice, con un flashback in stop-motion che narra la dipartita di Glenn Shadix (nel primo film era interpretato da Jeffrey Jones, non richiamabile sul set per problemi giudiziari), qui trasformato in un pupazzo di plastilina. Alle Giornate degli Autori Sanatorium Under The SignOftheHourglass segna il ritorno, a vent’anni di distanza dal loro ultimo cortometraggio, dei Quay Brothers per mettere in scena il racconto dello scrittore Bruno Schulz, in un viaggio spettrale dove animazione e live action si fondono in un raffinato omaggio stilistico a maestri come Walerian Borowczyk, Jan Lenica e Jan Švankmajer Non meno interessante FII–Lostuporedelmondo, corto animato presentato a Orizzonti realizzato da Alessandro Rak per celebrare gli 800 anni dell’Università pubblica più antica del mondo e che all’animazione unisce una grande performance vocale di Massimiliano Gallo a dar voce allo spirito rivoluzionario di Federico II.
Poteva già bastare, ma il colpo a sorpresa è venuto da Todd Phillips, aprendo il suo nerissimo e cupissimo Joker: Folie à Deux con un cartoon che, fin dallo stacco musicale, evoca i solari Looney Tunes della Warner per mettere in scena un cruento duello tra il Joker e la sua ombra, tema che è simbolica sintesi del film. Non solo, Phillips ha affidato la direzione del corto a Sylvain Chomet (AppuntamentoaBelleville), perché tra maestri del cinema non esistono barriere di linguaggi e stili: conta solo l’arte e, come dice Guillermo del Toro, «l’animazioneèlaformad’artepiùpura» n
in Mostra
IL TEMPO CHE CI VUOLE
DI CLAUDIA GIAMPAOLO
Un padre e una figlia. Il cinema e la vita. Alla Mostra di Venezia arriva fuori concorso Il tempo che ci vuole, il film più personale e toccante di Francesca Comencini, che indaga il legame con suo padre, il grande regista Luigi Comencini (Marcellinopaneevino, UnragazzodiCalabria, Incompreso,LeavventurediPinocchio).
Affidandosi alle interpretazioni intense di Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano, Comencini ricostruisce alcune tappe cruciali della sua vita, un’infanzia da favola macchiata, in adolescenza, dalla dipendenza da droghe. Sullo sfondo, le vicende drammatiche degli anni di Piombo in Italia, con tutte le illusioni rivoluzionarie dei giovani e le stragi non ancora chiarite. «Questo film è il racconto molto personale di momenti con mio padre emersi dai ricordi e rimasti vividi e intatti nella mia mente - ha dichiarato Francesca Comencini. - Attraverso la mia storia spero di riuscire a raccontare le cadute di ogni adolescente, quandolafavolasiincrina,diventiunapersonasgraziataeribellee senti di essere una delusione» Nei suoi panni, la 26enne Romana Maggiora Vergano reduce dal successo incredibile di C’è ancora domani. «Ho scoperto che essere diretta dalla vera protagonista delfilm è un’esperienzaimpagabile» ha raccontato l’attrice a Ciak «Durante le riprese ho cercato di mantenere massimo ascolto e rispetto per la sua visione, facendo mie le suggestioni e le esperienze vissute da Francesca. È stato un percorso rivelatorio e avereFabrizioGifuniaccantounprivilegio» n
ROMANA MAGGIORA VERGANO: «UN’OCCASIONE UNICA»
Per Romana Maggiora Vergano, già co-protagonista di C’è ancora domani (per cui è stata candidata ai David di Donatello), è stata «un’occasione unica» interpretare Francesca Comencini diretta da quest’ultima: «Ho cercato di mantenere massimo ascoltoerispettoperlasuavisione», spiega a Ciak l’attrice, per cui è stato «un privilegio» avere accanto Fabrizio Gifuni. Ma, precisa lei «non sono Francesca Comencini in sé, ma la figlia di un padre. Abbiamo cercato di rendere la storia più universale possibile». A proposito della cineasta, Maggiora Vergano commenta: «È molto diretta e professionale, ma anche delicata. Si esprime attraverso una durezza poetica, che rappresenta il suo modo di agire in tutto». Non a caso il suo film preferito è Amori che non sanno stare al mondo. Le scene più belle sul set de Il tempo che ci vuole? «Quelle girate nel centro storico di Napoli», città dov’è ambientato l’ultimo film di Luigi Comencini Marcellino pane e vino
Alessandra Farro
Il Daily di Ciak e VeNews, la conferma di un sucesso.
GRAZIE!
YOUTH: HOMECOMING
Per il Direttore di Venezia 81 Alberto Barbera è «ilpiùgrandedocumentaristacinese», per un illustre competitor al concorso del Lido, Luca Guadagnino, i suoi sono «i film più belli che si fanno negli ultimi vent’anni»: stiamo parlando di Wang Bing, il cui Youth:Homecoming arriva in competizione per il Leone d’oro il penultimo giorno della Mostra, e potrebbe rimettere in discussione i pronostici sul palmarès. Per nulla indulgente col governo e la storia del suo Paese (il suo unico film di finzione, IdannatidiJiabiangou, del 2010, racconta le dure condizioni dei detenuti in un campo di lavoro maoista negli anni ’50), il cineasta è noto anche per la durata fluviale dei suoi documentari, a volte divisi in più parti: come Il distretto di Tiexi (2003), composto di tre capitoli (per un totale di nove ore) che raccontano il declino, all’alba del Terzo Millennio, di un complesso industriale un tempo fiorente della Cina nordorientale. Anche Youth: Homecoming è il terzo capitolo di una trilogia, formata con i precedenti Youth(Spring)e Youth(HardTimes), presentati quest’anno rispettivamente a Cannes e a Locarno. Al centro del trittico ci sono i giovani operai tessili di Zhili, vicino Shangai (emigrati dalle zone rurali). In Spring e Hard Times vedevamo il contrasto fra la loro vitalità e le difficili condizioni di lavoro, con ritmi di produzione frenetici, aspre trattative per la paga e tensioni con i dirigenti, uno dei quali fugge con il denaro. Homecoming segue invece il ritorno a casa dei protagonisti dopo il fallimento della fabbrica. Al Festival veneziano, Wang Bing potrebbe dunque aggiudicarsi un altro dei suoi numerosi riconoscimenti, che includono due premi Orizzonti, rispettivamente con Tre sorelle (2012) e BitterMoney (2016), e il Pardo d’oro a Locarno nel 2017 con Mrs.Fang
Emanuele Bucci
BROKEN RAGE
C’è stato un tempo in cui Takeshi “Beat” Kitano alla Mostra del cinema di Venezia era di casa, vincendola anche, con il magnifico Hana-bi (1997), ma in seguito sarebbero arrivati in Laguna anche Brother (2000), il sontuoso Dolls(2002), Zatoichi (2003), Takeshis (2005), Glory to the Filmmaker (2007), Achille e la tartaruga (2008), Beyond Outrage (2012), Outrage Coda (2015). E arriviamo a oggi, con questo Broken Rage , un esperimento cinematografico, uno dei tanti a dire il vero nella carriera dell’attore e regista giapponese. Un film breve, sessantuno minuti, in realtà due cortometraggi che raccontano la stessa storia. Perfettamente identici, se per una cosa: il primo è un duro poliziesco, il secondo è una commedia. Un esempio di come la scrittura possa cambiare il senso delle immagini e una dimostrazione dell’assoluto potere che hanno i generi all’interno del linguaggio cinematografico. Il protagonista di Broken Rage è un sicario che si muove nei bassifondi della malavita. La sua vita è a rischio: da una parte lo sta braccando la Yakuza, dall’altra la polizia non vede l’ora di mettergli le manette. Una storia cupa, tesa, violenta. Ma anche divertentissima, piena di gag, una roba quasi slapstick. Negli stessi momenti, con le stesse inquadrature. Magia del cinema, come si suole dire. Kitano ha detto che è «molto onorato di essere stato invitato all’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Veneziaperl’anteprimamondialediBrokenRage. È davvero un film che azzarda un nuovo stile.Sepiacesseatuttinesareientuasiasta» Beat Takeshi, se non esistessi ti si dovrebbe inventare.
Alessandro De Simone
KJÆRLIGHET (LOVE)
È il 2° capitolo della trilogia del regista e scrittore norvegese Dag Johan Haugerud dedicata alla sessualità, al desiderio e alla trasgressione nella moderna società nordica, Kjærlighet (Love) è ora in concorso a Venezia 81. All’inizio di quest’anno Haugerud aveva presentato Sex, primo capitolo della trilogia “SexDreams Love”, nella sezione Panorama al 74° Festival Internazionale del Cinema di Berlino; il film narra la storia di due uomini eterosessuali sposati, due spazzacamini nella moderna Norvegia, che con le loro esperienze sfidano la nozione convenzionale di mascolinità e le norme sociali rispetto alla sessualità, all’orientamento e all’identità di genere. Con Kjærlighet(Love) Haugerud estende la sua esplorazione narrativa anche alla sfera femminile con una storia che vede protagonista Andrea Bræin Hovig, nota attrice teatrale e cantante norvegese, nel ruolo di Marianne, un’infermiera in cerca di relazioni non convenzionali. Durante un incontro al buio su un traghetto Marianne conosce Tor (Tayo Cittadella Jacobsen), con lui sperimenta un approccio più libero e disinvolto verso l’amore e le relazioni sessuali e comincia a chiedersi se gli incontri occasionali senza impegno possano essere una gratificante occasione anche per lei. «Stiamo tutti navigando in un panorama in cui, attraversovarimedia,siamoincoraggiatiariconoscereeabbracciareinostriimpulsiebisogni – ha spiegato il regista Dag Johan Haugerud - Allostessotempo,sceglierediviverelanostrasessualitàinmodialternativi apparecomeunarotturaradicaleeimpegnativarispettoalleconvenzionieaivaloritradizionali.Itrefilm,che hannouncomunedenominatorequeer,miranoadiscuterediquestoamodoloro»
M - IL FIGLIO DEL SECOLO
IRROMPE
ALLA MOSTRA
IERI PRESENTAZIONE E RED CARPET. IL PROTAGONISTA LUCA MARINELLI: “PER SETTE MESI NEI PANNI DEL DUCE, DA ANTIFASCISTA UNA ESPERIENZA DOLOROSA”
«Per fare questo lavoro onestamente devi sospendere il giudizio, e sospendere per i sette mesi delle riprese il giudizio su Mussolini da antifascistaconvintoqualesonoèstataunadellecosepiùdolorosedella mia vita. Vengo da una famiglia antifascista e ne sono fermamente convinto, ma ho capito che interpretare il Duce potevaessereunamanieraperprendermiunapiccolaresponsabilitàstorica».
Luca Marinelli, protagonista della serie M - Il figlio del Secolo, diretta da Joe Wright, tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega, in arrivo nel 2025 in esclusiva su Sky e NOW, irrompe Fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con tutto il suo carico di attualità. La presunta censura piovuta su Scurati, depennato qualche mese fa da un programma Rai, è ancora una ferita aperta. «Trovosiavergognosociòche è successo – chiarisce Marinelli - Siamoinunpaesedemocraticoenoninunadittatura» . «Hosemprepensatocheil cinema– aggiunge Scurati - fosseilnaturaleprolungamentodelmioromanzo-documentarioTrattandosidelfascismo erafondamentaleraccontarloconunosguardonuovo,masempreantifascistaepurnellesuediversitàcredocheilfilm conservilavocazionedirappresentareinformamobilitantelecoscienzedeglispettatoriefarcapirequaleseduzione avesseilfascismoefarprovare“repulsa”».Scritta da Stefano Bises e Davide Serino, la serie, la cui colonna sonora è composta da Tom Rowlands dei The Chemical Brothers, ha nel cast anche Francesco Russo e Barbara Chichiarelli. La scelta di far guardare in camera Mussolini che, in determinati momenti, si rivolge direttamente allo spettatore per raccontare i suoi veri pensieri ha per Wright un significato particolare. «Credochenoncisiadistinzione tra Mussolini uomo e politico, sono assolutamente inscindibili: il fascismo è la versione politica della mascolinità tossica. I tonigrotteschiusatiavoltesonostatiunatraiettoriascelta,perchéeraunacifrachegliapparteneva.Questo latoda“bestiadapalcoscenico”comevenivadefinitoMussolini,lohausatoperarrivarealpotere».
Tiziana Leone
Vania Amitrano
TORNATORE, BUY, PIETRO CASTELLITTO E ROMANA MAGGIORA
VERGANO
PREMIATI DA CIAK
SERATA SUPER ESCLUSIVA DEL NOSTRO MENSILE AL GRITTI CON CARTIER, PLOOM, BANCA IFIS, VENINI E SAN BENEDETTO E TANTI OSPITI DEL MONDO DEL CINEMA
È stato un “saluto alla Mostra” in una cornice super esclusiva, tra gli stucchi e i broccati di uno dei saloni d’onore dell’Hotel Gritti, a Venezia, quello voluto da Ciak per festeggiare Venezia 81 all’insegna dell’eleganza e degli ospiti del mondo del cinema. Neanche la pioggia è riuscita a disturbare il party, realizzato con la collaborazione di Cartier, Ploom, Banca Ifis, Venini e San Benedetto, che è anche stato l’occasione per consegnare quattro Ciak d’oro ad altrettanti protagonisti assoluti del cinema italiano e internazionale. Ad iniziare da Giuseppe Tornatore, premiato finalmente con il Ciak d’oro Classic per il successo di Ennio, il suo documentario dedicato ad Ennio Morricone che ha spopolato in sala lo scorso anno. Margherita Buy ha invece ricevuto il Ciak d’oro Classic 2024 alla (nuova carriera) sulla spinta della straordinaria qualità delle sue ultime interpretazioni, da Esterno notte a Dieci minuti, e al debutto come regista nel fortunato Volare. Due i vincitori del Ciak d’oro Rivelazione alla Mostra, istituito lo scorso anno per celebrare appunto il nostro talento che si mette in evidenza in occasione dell’appuntamento cinematografico più importante dell’anno. Pietro Castellitto ha ricevuto quello, non ancora consegnato, di Venezia 80 per la regia e l’interpretazione di Enea, per altro ribadita qui a Venezia 81 dalla straordinaria prova da attore in Diva Futura di Giulia Steigerwalt. A Romana Maggiora Vergano è andato invece quello di Venezia 81, per la superba, matura prova in Iltempochecivuoledi Francesca Comencini del quale è protagonista insieme a Fabrizio Gifuni. La giovane interprete romana, lanciata da Paola Cortellesi in C’è ancora domani, è apparsa visibilmente emozionata al momento della consegna del Ciak d’oro Ai vincitori anche un prezioso vaso d’autore offerto da Venini. A condurre la serata il direttore di CiakFlavio Natalia, con Selene Caramazza, la giovane attrice siciliana il cui debutto sul grande schermo in Cuori puri fu accolto da una raffica di premi internazionali e che il pubblico della tv generalista vedrà tra poche settimane su Raidue nella prima stagione di The Bad Guy (la seconda è in arrivo su Prime Video entro l’autunno). Tra gli invitati, top manager del mondo del cinema, attori, attrici, influencer, giornalisti e figure di riferimento del mondo della comunicazione. Un nome tra tutti, quello della supermodella Bar Refaeli. Per tutti, oltre al momento della premiazione, lo sguardo su Venezia di notte ha spaziato dalla cupola di San Marco alla Giudecca, lungo il Canal Grande, tra cocktail e chiacchiere nell’eleganza assoluta di Cartier. n
Giuseppe Tornatore
Tiziana Rocca e Romana Maggiora Vergano
GERMANO, SERVILLO
E FABIO GRASSADONIA SU IDDU
IL FILM SI È AGGIUDICATO IL PREMIO LIZZANI AL MIGLIOR
FILM ITALIANO E IL PREMIO MIMMO ROTELLA
ELIO GERMANO: In ciascuno di noi si nasconde la possibilità di diventare Iddu, basta sostituire I valori in cui crediamo con altri valori, come quelli pericolosamente pubblicizzati in questa epoca storica: la difesa dei propri spazi, del proprio territorio, della propria famiglia, il sentirsi al di sopra degli altri, la difesa della proprietà, dell’impresa, l’esaltazione del cinismo e del profitto, la fascinazione per le armi. Perciò questo personaggio ci mette in discussione.
TONI SERVILLO:
Quando ho letto il carteggio e la sceneggiatura ho trovato tutto talmente inverosimile che si è aperto per me un lavoro come attore estremamente appassionante. Catello è un saltimbanco assediato dalla disperazione. Ogni volta è come se andasse in scena, cambiando atteggiamento, recita.
FABIO GRASSADONIA:
La storia di Matteo Messina Denaro è la storia del figlio perfetto. Il padre ha riconosciuto subito nel bambino il suo erede naturale, pur non essendo il primogenito. Rappresentazione di quella forma patologica di patriarcato che ha bloccato lo sviluppo civile di determinati territori e ha generato figli disumanizzati. Per noi questo era il cuore della faccenda.
H APPUNTAMENTI H
Ore 10.00. CASA DEGLI AUTORI. Consegna GDA Director’s Award. A deciderlo una giuria di dieci ex partecipanti al progetto 27 Times Cinema, guidata da Joanna Hogg Tutor dei lavori della giuria è Karel Och, direttore artistico del Festival di Karlovy Vary. Ore 10.30. CASA DELLA CRITICA. Presentazione dei libri Ken Loach. Il cinema come lotta e testimonianza (Ed. Falsopiano), Pietro Germi. Un maledetto imbroglio (Profondo rosso) Presentazione dei libri con gli autori Roberto Lasagna e Giorgio Barberis
Ore 11.00. ITALIAN PAV. Tropicana 1. Consegna Premio Lapellicolad’oro-Mestierieartigiani del Cinema italiano
Ore 11.00. ITALIAN PAV. Tropicana 2. TV 2000 presenta 4 documentari su Giovani, Adolescenza,Santità,Simbologiadelsacro. Promosso da Ente dello Spettacolo. Ore 11.00. SPAZIO INCONTRI. Premio Collaterale Fondazione FAI: Persona,Lavoro,Ambiente (5ª edizione) Organizzato da Fondazione FAI. Ore 12.00. ITALIAN PAV. Tropicana 1. Consegna 10° Premio Carlo Lizzani collaterale in occa-
Margherita Buy e Flavio Natalia
DA VENEZIA ALLE SALE: LA PUGLIA PROTAGONISTA IN 5 STORIE IN ARRIVO TRA ITALIA E USA
DALL’ITALO MESSICANO CASIELPARAÌSO
Romana Maggiora Vergano
Pietro e Sergio Castellitto
A L’ULTIMA SETTIMANA DI SETTEMBRE, FILM E SERIE REALIZZATE CON IL CONTRIBUTO DELLA APULIA FILM COMMISSION
il 12 settembre uscirà distribuito da Medusa L’Ultima settimana di Settembre , road-buddy-movie che ha per protagonisti nonno e nipote, interpretati da Diego Abatantuono, alias Pietro Rinaldi, un anziano scrittore in declino, vedovo e con il progetto di suicidarsi per il suo compleanno, e dal giovane giovane Biagio Venditti, nei panni di Mattia, che resta orfano all’improvviso, portando Pietro a doversi occupare di lui. L’UltimasettimanadiSettembreè l’opera prima del regista pugliese Gianni De Blasi, originario di Scorrano, in provincia di Lecce, una delle location del film, assieme a Nardò e Gallipoli. A produrlo sono Attilio De Razza e Nicola Picone per Tramp Limited, in associazione con Passo Uno Cinema (di cui De Blasi è vicepresidente), Medusa Film e Prime Video. Il film è stato realizzato con il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia. La storia, tratta dall’omonimo romanzo di Lorenzo Licalzi, è scritta da Pippo Mezzapesa, Antonella W. Gaeta e dallo stesso De Blasi. Sempre il 12 settembre in Messico e USA uscirà Casi el Paraìso di Edgar San Juan, girato a Bari, Taranto, Lecce, Ruvo, Giovinazzo, Bitritto, storia di un nobile italiano che si trasferisce in Messico negli anni ’50 per fuggire a mecenati e amanti. In arrivo anche alcuni prodotti seriali girati nella regione: la seconda stagione di Storia di una famiglia perbene che uscirà sulle reti Mediaset, Leopardi - Il poetadell’infinitoche approderà a dicembre su Raiuno e QuinonèHollywoodin arrivo in ottobre su Disney+. L’operazione è realizzata nell’ambito dell’intervento “Promuovere il Cinema 2024”, finanziato dalla Regione Puglia e realizzato dalla Fondazione Apulia Film Commission, a valere su risorse POC Puglia 204-2020, Azione 6.7. n
sione di Venezia 81 al Miglior Film Italiano. Ore 14.00. ITALIAN PAV. Tropicana 1. Consegna Premio Soundtrack Star Award. Ore 14.50. ITALIAN PAV. Tropicana 1. Annuncio vincitori Premi Pasinetti. Promosso da SNGCI Ore 14.00. SPAZIO INCONTRI We Breast Organizzato dall’Intergruppo Parlamentare Nuovefrontiereterapeuticheneitumoridellamammella Ore 15.00. ITALIAN PAV. Tropicana 1. Consegna Premio UNIMED 2024 (Unione delle Università del Mediterraneo). Ore 15.00. SALA LAGUNA. Ad occhi aperti. Promosso da Anac con isola Edipo e GdA. 4ª edizione dell’incontro dedicato al rapporto tra cinema e scuola. Ore 15.00. CASA DELLA CRITICA. Anticipazione del programma del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica (Alessandria, 5-13 ottobre 2024) Modera l’incontro Paolo Micalizzi
Ore 16.00. SPAZIO INCONTRI. XIV edizione del Social Criticism Collateral Award Sorriso Diverso Venezia Award. Organizzato da Dream On
Ore 16.00. ITALIAN PAV. Tropicana 1. Consegna Premio Nuovo IMAIE Talent Award 2024. I due nuovi talenti sanno premiati da Sara Ciocca e Teresa Saponangelo
Ore 16.00. MATCH POINT AREA. Masterclass con Pupi Avati. Conduce Angela Prudenzi. Ore 17.00. ITALIAN PAV. Tropicana 1. Cerimonia di premiazione Leoncino d’oro. Promosso da Agiscuola, ANEC e Accademia del Cinema Italiano - Premi
LIDO LAND
I registi di Iddu Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con Elio Germano e Toni Servillo (anche nella foto in basso).
Elio Germano e Toni Servillo
Il cantautore Colapesce, autore della colonna sonora di Iddu
Il regista di M-Il
FESTA PER PAPMUSIC
Presentato il film PAPMusic-Animation for Fashion, primo lungometraggio di animazione 3D in Full CGI scritto e diretto dalla cantautrice LeiKiè. Uscirà in sala il 26 settembre. n
UNA SATIRA DA PREMIO
Il prestigioso premio del Codacons Ridateci i soldi, ideato dal conduttore televisivo Gianni Ippoliti è stato consegnato ieri mattina, tra un acquazzone e l’altro, al nostro vignettista di fiducia Stefano Disegni. La motivazione è la strip dello scorso numero su Joker: Folie à deux. A consegnare il riconoscimento il direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera «Prima di collaborare con Ciak nel 1996 - ha detto Ippoliti - Stefano Disegni già disegnava sullanostrabacheca.Nellasuavignettahamesso in chiaro che il Joker di folie à deux non è quello cheamavamo,quindiridateciisoldi» «Collaboro con Ciak da tanto di quel tempo che meriterei un Leoned’Oroallacarriera,possibilmenteindenaro contante» ha detto il disegnatore ad Alberto Barbera che non ha capito che Disegni era, per una volta, serio. n
DISEGNI
AL LIDO con STEFANO
figlio del Secolo Joe Wright con Haley Bennett
Alissa Jung e Luca Marinelli
Antonio Scurati
Barbora Bobulova
HORIZON - AN AMERICAN SAGA
CAPITOLI 1 & 2
È sempre stato come i suoi personaggi Kevin Costner: intrepido, coraggioso e guascone. Che sia un campo di baseball o un paesino sperduto del vecchio West, lui comunque va dritto per la sua strada. Come ha fatto per Horizon, la saga western per cui, come un altro sognatore e visionario come Francis Ford Coppola, ha messo a rischio una considerevole cifra personale per la produzione. Ma per un uomo che nella vita ha vinto sette premi Oscar con il suo film d’esordio alla regia, Balla coi lupi , i soldi sono solo uno strumento. Sarebbe interessante prima o poi fare un’analisi in parallelo delle carriere di Costner e Robert Redford, anche lui un attore che all’opera prima ha conquistato l’Academy, che ha cavalcato a lungo nel western (Butch Cassidy, Corvo Rosso, ma anche l’allora contemporaneo Il cavaliere elettrico) e ha rubato basi su un diamante. Il migliore si intitolava il film, ovvero Redford, e proprio perché lui il protagonista fu virato in quasi Messia rispetto all’uomo esecrabile del romanzo di Malamud. Costner invece ama le sue figure di talento ma piene di difetti e segnate dalla vita. È sempre stata la sua grande forza, da Fandango in poi, passando per Bull Durham, Revenge, fino al patriarca di Yellowstone, successo televisivo clamoroso che ha sacrificato sull’altare di Horizon–AnAmericanSaga. La parte iniziale l’ha presentata a Cannes e la riporta qui a Venezia 81, dove a seguire vedremo l’anteprima mondiale del secondo capitolo. La storia di Hayes Allison e di tutti i personaggi che ruotano attorno a lui nella San Pedro Valley per ora continua, nonostante il box office non abbia premiato il primo atto e questo secondo sia stato per il momento rimandato dalla Warner
Discovery a data da destinarsi entro il 2024. Ma in compenso, i dati di streaming del film sulla piattaforma Max, dove è stato rilasciato il 23 agosto, sono la dimostrazione che il western è il cinema, e quindi non tramonterà mai. Infatti le riprese della terza parte di questa epopea sono già partite, a spese di Costner naturalmente. D’altronde, che cosa ci fai con due ettari di pannocchie se non puoi costruirci il campo da baseball dei tuoi sogni?
L’ORTO AMERICANO
DA VENEZIA ALLO STREAMING LION RAZ: “PRIMA SODA, POI FAUDA 5”
Pupi Avati chiude fuori concorso Venezia 81 con un racconto gotico, genere in cui il regista di RegalodiNatale si è distinto da tempi non sospetti (La casa dalle finestre che ridono, Zeder) e che ha frequentato più di recente con Il signor Diavolo Come quest’ultimo, anche L’orto americano (prodotto da Minerva, DUEA e Rai Cinema, distribuito in Italia da 01) è tratto da un romanzo omonimo del cineasta, fra elementi storici e soprannaturali. Il Filippo Scotti di ÈstatalamanodiDio(con cui ottenne il Premio Mastroianni al Lido) è un aspirante scrittore che, nella Bologna degli anni ’40, s’innamora di un’ausiliaria statunitense (Chiara Caselli). Fra le interpreti si segnala inoltre Rita Tushingham, pluripremiata Sapore di miele e indimenticata (anche) nel Dottor Zivago «Nell’attuale proposta di “ritorno al gotico”», «con L’orto americano abbiamodilatatoiconfiniambientandounaporzioneinizialedelracconto nelMidwestamericanoelapartesuccessivainquella sorta di Midwest italianoche èilgrandedeltadel . Per il cineasta è anche il primo lungometraggio dove mette in scena il Secondo dopoguerra italiano, col Paese ancora segnato dalla fame e dalle devastazioni del conflitto: «Sarà il mostrare proprio questa Italia ridotta in macerie, nella comparazione con la “rassicurante” America, a tratteggiaresimbolicamenteildisagiomentalecheaccompagnal’ionarrantedellanostrastoria» Emanuele Bucci
L’ATTORE CHE INTERPRETA DORON NELLA
SERIE DI NETFLIX DI SUCCESSO È PROTAGONISTA DI UN FILM AMBIENTATO NEI KIBBUTZ DEGLI ANNI ’50, TRA MEMORIA E LACERAZIONI, PRESENTATO IN ANTEPRIMA A VENEZIA
“Ci sarà una quinta stagione di Fauda. La stiamoscrivendo. Anchelaterribile, drammatica attualità che stiamo vivendo lo richiede”. Lo ha svelato Lion Raz, il Doron di Fauda , appunto, l’attore israeliano più noto a livello internazionale, sbarcato al Lido per un’anteprima mondiale svoltasi a margine della Mostra del Cinema, quella di Soda di Erez Tadmor, di cui la star di Fauda è protagonista, con accanto l’attrice Rotem Sela. Il film, tratto da una storia realmente accaduta, ambientata nel 1956 in Israele, vede Sela nel ruolo di una sarta sospettata di essere stata un kapò durante la Shoah, e Raz nelle vesti di Shalom, un ex partigiano che si innamora della sarta, mentre attorno a lei le voci si moltiplicano, mettendo in crisi anche lui. La vicenda è simile a quella vissuta dal padre del regista, partigiano ebreo durante la Seconda Guerra Mondiale trasferito in Israele. “E’difficilegiudicareilpersonaggiointerpretatodaSela – ha detto Raz – chehadovutosceglieretracollaborareo vederemorireiproprifigli”. Raz, che di Fauda è anche ideatore e produttore, così come di altre storie di grande successo internazionale, da Hit & Run a Ghost of Beirut , è un ex membro delle forze speciali israeliane, nelle quali si arruolò dopo aver visto morire la sua fidanzata in un attentato. La sua visione del conflitto israelo-palestinese è considerata non ortodossa nel suo Paese, dove più, di una volta si sono levate critiche a Fauda da settori della destra. Per lui la differenza tra il pur drammatico periodo trattato nel film e l’oggi è soprattutto una: “Allorac’eracomunquelasperanzadiunavvenire migliore,oggino”. Su come far cessare la cruenta occupazione israeliana di Gaza seguita alle stragi di Hamas del 7 ottobre ha una ricetta semplice: “bastarilasciaregliostaggiisraeliani.Elaguerrafinirà”.
Lorenzo Martini
JOKER E IDDU TRA I VINCITORI DEL SOUNDTRACK STARS AWARD
La colonna sonora di Joker: Folie à deux , a cura di Hildur Guðnadóttir e impreziosita dalle performance di Joaquin Phoenix e Lady Gaga, vince ai Soundtrack Stars Awards, i premi collaterali ideati e prodotti da Andrea Camporesi (Free Event) e organizzati con il SNGCI. La giuria della 12 ª edizione, presieduta da Laura Delli Colli e formata da Alessandra Magliaro, Alessandra Vitali, Giuseppe Fantasia, Denise Negri, Paolo Sommaruga, Stefania Ulivi, Fulvia Caprara, Carola Carulli, Flavio Natalia, Marina Sanna e Susanna Rotunno ha incoronato poi Colapesce per Iddu tra le colonne sonore dei film italiani a Venezia 81. Soundtrack Stars Award dell’anno a Margherita Vicario per Gloria!. I Premi speciali sono andati a Fabio Massimo Capogrosso (sue le colonne sonore di Se posso permettermi e Il tempo che ci vuole) e CAM Sugar, omaggiando anche Piero Piccioni per il restauro (a Venezia Classici) di Travolti da un insolitodestinonell’azzurromared’agosto . Apertura musicale dell’evento di quest’anno a cura del fisarmonicista Raffaele Damen n
A TECLA INSOLIA E MARTINA SCRINZI IL NUOVO IMAIE
Due attrici promettenti e apprezzate a Venezia 81 si aggiudicano il Nuovo IMAIE Talent Award, premio collaterale della Mostra: si tratta di Tecla Insolia per Familia (Orizzonti) e di Martina Scrinzi per Vermiglio (Concorso). Sono state selezionate dal SNGCI e dal SNCCI, presieduti rispettivamente da Laura Delli Colli e Cristiana Paternò. Madrina di quest’edizione dei riconoscimenti, la decima, è stata Teresa Saponangelo n
Alessandro De Simone
Lion Raz, la star di Fauda, al Lido con Rotem Sela per l’anteprima di Soda
Le Giornate degli Autori si chiudono tra i miti e la natura selvaggia dell’Aspromonte, in Calabria, dov’è ambientato Basileia, opera prima della giovane regista italiana Isabella Torre. È lì che seguiamo un archeologo e i suoi aiutanti cercare un antico tesoro, per poi scoprire che i loro scavi sprigionano creature misteriose e mitiche che cambieranno per sempre la vita degli abitanti di un remoto villaggio di montagna. «L’Aspromonte, con il suo paesaggio aspro e spietato, è il vero protagonista della mia storia» spiega Torre, di ritorno a Venezia dopo aver presentato nel 2021 il corto Luna piena, alla SIC. «Lì il passatoèunapresenzacostante,depositario dellatradizione,eiltentativodiriportarloalla luce piegandolo agli imperativi della scienza e del commercio scatena reazioni violente e mostruose»
ClaudiaGiampaolo
in Mostra
Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web), Tiziana Leone - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Vania Amitrano, Giulia Bianconi, Mattia Pasquini - Foto: Maurizio D’Avanzo - Stampa: CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it.
LITTLE JAFFNA
Id., Francia, 2024. Regia Lawrence Valin Interpreti Lawrence Valin, Puviraj Raveendran, Vela Ramamoorthy. Durata 1h e 40’.
SIC – EVENTO SPECIALE FILM DI CHIUSURA - PRIMA MONDIALE
La 39ªa Settimana Internazionale della Critica chiude col lungometraggio fuori concorso Little Jaffna, che il regista e interprete Lawrence Valin (candidato al César per il corto TheLoyalMan) ha tratto dal suo omonimo corto del 2018. Siamo nella comunità Tamil del quartiere parigino che dà il titolo al film, e il giovane poliziotto Michael è incaricato di infiltrarsi in una banda che pratica estorsioni e riciclaggio di denaro in favore dei separatisti dello Sri-Lanka. «Cinema popolare dall’anima fiera, con un afflato politico e civile che non smarrisce mai il gusto per l’intrattenimento», lo ha definito la Direttrice e Delegata generale della SIC Beatrice Fiorentino. Si conclude anche SIC@SIC, col corto (anch’esso fuori competizione) Domenica sera di Matteo Tortone. Emanuele Bucci
ANTIKVARIATI (THE ANTIQUE)
Georgia, Svizzera, Finlandia, Germania. 2024. Regia Rusudan Glurjidze. Interpreti Salome Demuria, Sergey Dreiden, Vladimir Daushvili. Durata 132’.
IN CONCORSO/FILM DI CHIUSURA
La regista e produttrice di Tbilisi Rusudan Glurjidze ha esordito alla regia nel 2016 con Skhvisi sakhli. Antikvariati, che Glurjidze ha anche sceneggiato, è ambientato a San Pietroburgo nel 2006, all’epoca della deportazione illegale di migliaia di georgiani e racconta la storia dei giovani amanti Lado (Vladimir Daushvili) e Medea (Salome Demuria). Lado è coinvolto nel contrabbando di mobili antichi dalla Georgia alla Russia, mentre Medea, stanca dell’immaturità del suo compagno, acquista un appartamento nel centro storico di San Pietroburgo. Il prezzo è molto basso perché è venduto con all’interno il suo proprietario, Vadim Vadimich (Sergey Dreyden), uomo all’antica e supponente, ma la cosa non preoccupa Medea che è pronta a trasferirvisi. Al momento della deportazione di migliaia di georgiani dalla Russia, Lado è catturato e deportato, il magazzino dell’antiquariato è saccheggiato e Medea si nasconde in un armadio. Oscar Cosulich
THE ANTIQUE, AUTORIZZATA LA PROIEZIONE
Dopo la sospensione delle proiezioni decisa in via cautelativa a seguito di un Decreto d’urgenza del Tribunale di Venezia, il film The Antique potrà essere mostrato il 6 settembre in concorso alle Giornate degli Autori, in accordo con la Biennale. Lo ha autorizzato un provvedimento dello stesso tribunale, a seguito del ricorso presentato dalla regista Russudan Glurjidze e dalle GdA, a tutela del diritto morale dell’autrice sulla propria opera. n
GUERRE STELLARI
PASSIONE VIOLONCELLO
FESTIVAL D’AUTUNNO | 21 SETTEMBRE – 24 OTTOBRE 2024
GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE
ORE 18
Presentazione del festival
QUATUOR CAMBINI-PARIS
Enrico Graziani violoncello
Francesco Granata pianoforte estratti da opere per violoncello e pianoforte di BONIS, BOULANGER, FARRENC e GRANDVAL
ingresso gratuito
SABATO 21 SETTEMBRE ORE 19.30
SCUOLA GRANDE
SAN GIOVANNI EVANGELISTA
Passione violoncello
QUATUOR CAMBINI-PARIS
Julien Chauvin e Karine Crocquenoy violini
Pierre-Éric Nimylowycz viola
Atsushi Sakai violoncello Marion Martineau violoncello opere per quintetto con due violoncelli di BAUDIOT, FRANCHOMME e GOUVY
DOMENICA 22 SETTEMBRE
0RE 17
Violoncelli in coro
Anne Gastinel, Xavier Phillips, Lila Beauchard e Leonardo Capezzali violoncelli opere per ensemble di violoncelli di ERB, OFFENBACH, FRANCHOMME, FAYE-JOZIN e SCHMITT
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE
ORE 19.30
Il Beethoven francese
QUATUOR DUTILLEUX
Guillaume Chilemme e Matthieu Handtschoewercker violini
David Gaillard viola Thomas Duran violoncello
Victor Julien-Laferrière violoncello opere per quintetto con due violoncelli di ONSLOW e GOUVY
GIOVEDÌ 3 OTTOBRE
ORE 19.30
Sere straniere
Yan Levionnois violoncello
Guillaume Bellom pianoforte opere per violoncello e pianoforte di BOËLLMANN, MAGNARD e VIERNE
MARTEDÌ 8 OTTOBRE
ORE 19.30
L’arte del violoncello
Edgar Moreau, Gabriel Guignier e Jean-Baptiste de Maria violoncelli opere per ensemble di violoncelli di LA TOMBELLE, D’OLLONE, BATTANCHON, FRANCHOMME e OFFENBACH
GIOVEDÌ 10 OTTOBRE
ORE 18
Storie di musica a palazzo conferenza di Neda Furlan in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia ingresso gratuito
MARTEDÌ 15 OTTOBRE
ORE 19.30
Note su misura
Aurélien Pascal violoncello
Josquin Otal pianoforte opere per violoncello e pianoforte di CHEVILLARD, DUMAS, HURÉ e LECOCQ
GIOVEDÌ 24 OTTOBRE
ORE 19.30
Il tempo ritrovato
Miriam Prandi violoncello
Gabriele Carcano pianoforte opere per violoncello e pianoforte di DEBUSSY, BOULANGER e FRANCK
Palazzetto Bru Zane San Polo 2368, Venezia +39 041 30 37 615
tickets@bru-zane.com
Visite guidate gratuite Ogni giovedì 14.30 italiano 15.00 francese 15.30 inglese BRU-ZANE.COM