DAILY#7 81. Mostra del Cinema di Venezia - 3Sept2024 Venews+Ciak

Page 1


Former Agent 007 Daniel Craig in queer version – desperate and addicted in Luca Guadagnino’s Queer – is one of the most anticipated performances in Competition. The film faces off Harvest by Athina Rachel Tsangari, adapted from Jim Crace’s novel of the same name and starring Caleb Landry Jones. Out of Competition, the montage documentary 2073 by Asif Kapadia imagines what the world will look like in fifty years. Spoiler: not well at all. Fabrice Du Welz worked on the infamous case of Belgian serial rapist and killer Marc Dutroux, who inflamed the country in the 1990s. In the Orizzonti section, plenty space for women and women’s stories, starting with indie American filmmaker Sarah Friedland, whose Familiar Touch is a reflection on old age, and following with Carine Tardieu’s L’attachement, starring Valeria Bruni Tedeschi. More on other sections: in the International Film Critics’ week line-up is Don’t Cry, Butterfly by Vietnamese filmmaker Du’o’ng Diêu Linh: betrayal, dream, reality, and magic. Two women, similar yet different, are the protagonists in Taxi monamour by Ciro De Caro. TV series Los años nuevos by Rodrigo Sorogoyen, Sara Cano, and Paula Fabra is a ten-episode story of ten New Year’s Days of a couple in their thirties. Last but not least, Bestiaries, Herbaria, Lapidaries is an ‘encyclopedic journey’ through the animal, plant, and mineral worlds, directed by Massimo D’Anolfi and Martina Parenti

Breaking… worse

di Roberto Pugliese

L’ex 007 Daniel Craig in versione Queer, disperato e tossicomane nell’omonimo film di Luca Guadagnino, è in Concorso tra le performance più attese; dovrà vedersela con Harvest della greca Athina Rachel Tsangari (a Venezia nel 2010 con l’inquietante Attenberg), tratto dal romanzo di Jim Crace, vicenda di riscatto contadino nella tumultuosa Inghilterra del Cinquecento: tra i protagonisti Caleb Landry Jones (a Venezia 80 nel bessoniano Dogman). Fuori gara, il doc di montaggio 2073 dell’angloindiano Asif Kapadia (suo il biopic Amy sulla popstar Winehouse) cerca di ipotizzare come sarà il mondo fra cinquant’anni, con risposte tutt’altro che confortevoli, mentre il belga Maldoror di Fabrice Du Welz si ispira al celebre scandalo giudiziario del “mostro di Marcinelle”, che infiammò il Paese negli anni ‘90. Fuori Concorso anche Bestiari, Erbari, Lapidari, un ‘viaggio enciclopedico’ nel mondo animale, vegetale e minerale targato Massimo D’Anolfi e Martina Parenti. In Orizzonti largo alle (storie di) donne con la statunitense “indie” Sarah Friedland, che riflette sulla vecchiaia in Familiar Touch, e Valeria Bruni Tedeschi, vibratile protagonista de L’attachement della franco-belga Carine Tardieu. Al femminile volge anche la SIC con Don’t Cry, Butterfly della giovane vietnamita Du’o’ng Diêu Linh, tradimenti e sogni tra realismo e magia; e due donne, simili e diverse, sono anche le protagoniste di Taxi monamour (Giornate degli Autori) di Ciro De Caro. Dopo Cuarón e Vinterberg, la sezione delle serie tv passa al trio spagnolo Rodrigo Sorogoyen (Madre, As bestas), Sara Cano e Paula Fabra con Los años nuevos, dieci episodi per altrettanti capodanni di un lui e una lei trentenni: chi vi vede analogie con il Dieci inverni (2009) di Valerio Mieli non ha tutti i torti...

8.30 Sala Grande

VENEZIA 81 press - industry HARVEST

Athina Rachel Tsangari (131’) v.o. inglese st. italiano/inglese

9.00 Sala Darsena

VENEZIA 81 press - industry

QUEER

Luca Guadagnino (135’) v.o. inglese st. italiano/inglese

9.00 PalaBiennale

VENEZIA 81 tutti gli accrediti

VERMIGLIO

Maura Delpero (119’) v.o. italiano, dialetto trentino st. italiano/inglese

9.00 Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti KING IVORY

John Swab (130’) v.o. inglese st. italiano/inglese

9.00 Sala Casinò

FUORI CONCORSO - SERIES press - industry

LOS AÑOS NUEVOS 1-5 (THE NEW YEARS)

Rodrigo Sorogoyen, Sara Cano, Paula Fabra (225’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

9.00 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI press - industry

LE CINÉMA DE JEAN-PIERRE LÉAUD

Cyril Leuthy (63’)

v.o. francese st. italiano/inglese

9.00 Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC press - industry SANS DIEU

Alessandro Rocca (10’)

v.o. francese st. italiano/inglese

PAUL & PAULETTE TAKE A BATH

Jethro Massey (109’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

9.00 Sala Astra 1

BIENNALE COLLEGE CINEMA pubblico - tutti gli accrediti MEDOVYI MISIATS (HONEYMOON)

Zhanna Ozirna (84’)

v.o. ucraino st. inglese/italiano

9.00 Sala Astra 2

FUORI CONCORSO pubblico 14+ - tutti gli accrediti

PHANTOSMIA

Lav Diaz (245’)

v.o. filippino (tagalog) st. italiano/inglese

11.00 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti

TOKYO SENSO SENGO HIWA - EIGA DE ISHO WO NOKOSHITE SHINDA OTOKO NO MONOGATARI (THE MAN WHO PUT HIS WILL ON FILM)

Nagisa Oshima (94’) v.o. giapponese st. italiano/inglese

11.00 Sala Astra 1

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti

JEUX INTERDITS (GIOCHI PROIBITI)

René Clément (102’)

v.o. francese st. italiano/inglese

11.15 Sala Grande

VENEZIA 81 press - industry QUEER

Luca Guadagnino (135’) v.o. inglese st. italiano/inglese

11.30 PalaBiennale

VENEZIA 81 tutti gli accrediti THE ROOM NEXT DOOR

Pedro Almodóvar (107’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

press conferences palazzo del casinò

10.50 VENICE IMMERSIVE

11.30 2073 (Fuori Concorso)

12.10 BESTIARI, ERBARI, LAPIDARI (Fuori Concorso)

12.50 HARVEST (Venezia 81)

13.30 LOS AÑOS NUEVOS (THE NEW YEARS) (Fuori Concorso – Series)

14.10 QUEER (Venezia 81)

15.00 MALDOROR (Fuori Concorso)

BESTIARI, ERBARI, LAPIDARI

FUORI CONCORSO

di Massimo d’Anolfi, Martina Parenti (Italia, Svizzera, 206’)

intervista

Massimo D’Anolfi

Martina Parenti di Mariachiara Marzari

Dopo Spira Mirabilis (2016) e Guerra e pace (2020), la coppia di documentaristi torna Fuori Concorso al Lido con Bestiari, Erbari, Lapidari, una sorta di enciclopedia cinematografica e poetica divisa in tre atti, ciascuno dei quali realizzato secondo gli stilemi di un particolare linguaggio documentaristico.

Questi “sconosciuti”...: come animali, vegetali e minerali sono diventati il soggetto del vostro lavoro?

E come viene rappresentato l’agire umano attraverso di essi?

Da tempo desideravamo realizzare un film sul mondo vegetale, anche se le piante sono difficili da pensare e ancora più difficili da filmare, ragione per cui il progetto rimaneva sospeso. Tuttavia, in modo carsico, ciclicamente riaffiorava alla nostra attenzione. Durante l’autunno del 2020, dopo la nostra partecipazione alla Mostra di Venezia con Guerra e pace, abbiamo iniziato a pensare al film successivo. Ma il mondo era chiuso a causa del Covid e questo condizionava pesantemente le possibilità di realizzazione. L’immaginazione era fertile, ma dovevamo fare i conti con numerosi limiti di mobilità.

past conferences

Abbiamo quindi ipotizzato di circoscrivere il film al perimetro della città in cui abitiamo, Milano. Un giorno un’amica ci ha detto che dal veterinario del quartiere erano ricoverate due tigri appena nate, entrambe con la polmonite. Siamo andati subito a vederle e ne siamo rimasti rapiti. Così, in un’associazione di idee immediata, abbiamo collegato animali e piante, da cui l’incubazione del titolo: Bestiari, Erbari. Seguendo la tradizione medievale, abbiamo aggiunto le pietre ai due soggetti, e così è nato il primo trattamento: Bestiari, erbari, lapidari di città. Volevamo realizzare un film in non più di un anno, un tempo davvero breve rispetto al nostro consueto modo di lavorare. Poi il mondo ha iniziato a riaprirsi e il progetto ha preso una sua nuova piega. È cresciuto. Abbiamo guardato oltre il perimetro cittadino e, dopo quattro anni, abbiamo finalmente ultimato il film, un lavoro in cui l’uomo e il suo agire diventano parte integrante del nostro paesaggio cinematografico.

MALDOROR

OUT OF COMPETITION

interview

Fabrice Du Welz by Andrea Zennaro

Belgian filmmaker

Fabrice Du Welz presents his new film at the Venice Film Festival, Out of Competition, today. Du Welz tells the story of a crime that took place in his country thirty years ago.

Un film che diventa trattato scientifico in bilico tra l’antico e il contemporaneo, con uno sviluppo drammaturgico unico e tre diversi dispositivi di messa in scena. Come avete costruito l’impianto filmico per affrontare un argomento così enciclopedico? Fin dal primo soggetto il film univa i tre regni della natura. Abbiamo quindi ‘assegnato’...

I think there’s an incredible life force in Pedro’s movies. When you watch them, it’s almost as if you can feel everyone’s heartbeat

Julianne Moore

What motivated you to make a film about this crime story, one that shook your country? When the scandal broke out, in the mid-90s, I was twenty years old and I was naïve enough to assume that the adult world was a safe, well-organized place. Like most people of my generation, I was overwhelmed by an apocalyptic case, mixed with information being withheld, absurd, preposterous, mediocre implications, and carelessness. We Belgians couldn’t shake off this case for a long time – it was a cesspool in which Belgian citizens were thrown, witnessing, appalled, how helpless the parents of the little victims were in the face of the flaws and the absurdity of the justice system. We found out later on that the investigation had been bogged down by police rivalries that caused dysfunction and irreparable damage. In Belgium, like anywhere else in the world, we all wondered – how did we get there? In the back of my mind, I’d always thought that I’d like to make a film about this tragedy. Because the facts are particularly gruesome, it was difficult for me to take ownership of the material, especially in Belgium where the scandal is still a highly sensitive issue. When I began talking about making a film ‘inspired’ by the Dutroux scandal, I had to put up with a lot of hostility. I had to find the right angle, the right lens, the right distance, without ever hurting the victims. Most importantly, I realized that it was key to set the story in Charleroi where the people are still affected by the scandal. It’s an industrial city, which used to be very affluent back in the 1800s and which has since been hit hard by social and economic decline. As a Brussels resident myself, coming from an upper-middle class family, I had no idea, as I was scouting locations in Charleroi, that the city was very much a character in its own right. It was key to approach working-class people living there and people with Sicilian descent that worked in the mines with the utmost dignity.

The film’s pace is very fast, yet it maintains an intimate focus on the characters. How did you strike the right balance in the structure of the work?

I approached the project like a pared-down cross-section of a sprawling scandal. I felt like moving the narrative...

by Fabrice Du Welz with Anthony Bajon, Alba Gaïa Bellugi, Alexis Manenti, Sergi López, Laurent Lucas, David Murgia, Béatrice Dalle, Lubna Azabal, Jackie Berroyer, Mélanie Doutey, Félix Maritaud (Belgium, France, 155’)
SEGUE

con Pio

Focus

Valeria Bruni Tedeschi

V

aleria Bruni Tedeschi è prima di tutto un’attrice e, dopo aver vinto diversi premi per le sue interpretazioni, negli ultimi anni si è affermata anche come una regista che è riuscita a imporre il suo stile al contempo delicato e potente, leggero e drammatico. La vita, le prove vissute o quelle con cui tuttora si trova a confrontarsi costituiscono la trama di partenza delle sue opere, che si collocano sempre al confine tra realtà e fiction. Dalla fuga della sua famiglia in Francia per scappare alle brigate rosse (È più facile per un cammello…, 2003) alla sua ossessione per la maternità (Actrices, 2007), Bruni Tedeschi offre allo spettatore il romanzo della sua vita, guardandosi bene però dal realizzare film autobiografici. Sceglie attori con cui ha un rapporto intimo (sua madre, Marisa Borini, o il suo ex-compagno Louis Garrel), lasciando loro ampio spazio per interpretare la sua idea e arrivare ad un esito che non avrebbe immaginato. Mettendo in scena i propri problemi in modo ironico e tenero, facendoci ridere e piangere, ci dimostra, come dichiarava dopo l’uscita di Un castello in Italia (2013), che «vedere la vita dalla prospettiva tragicomica è una vittoria».

Tratto dal romanzo L’Intimité di Alice Ferney, adattato dalla regista insieme ad Agnès Feuvre (César 2022 per la migliore sceneggiatura originale con The Divide) e all’autrice e collaboratrice di lunga data Raphaële Moussafir, il film ruota attorno alla storia di Sandra (Bruni Tedeschi), una cinquantenne orgogliosamente indipendente che si ritrova all’improvviso e suo malgrado a condividere il suo spazio e la sua intimità con il vicino di casa e i suoi due figli. Contro ogni previsione, Sandra inizia ad affezionarsi sempre più a questa nuova famiglia allargata. Ma chi è Sandra ai loro occhi? E cosa sono loro per lei? Regista e scrittrice di romanzi young adult, Carine Tardieu è al suo quinto lungometraggio dopo La tête de maman (2007), Du vent dans mes mollettes (2012), adattamento del romanzo e fumetto omonimo di Raphaële Moussafir con Isabella Rossellini, Toglimi un dubbio (2017), presentato alla Quinzaine di Cannes, e I giovani amanti, candidato ai César per la miglior attrice nel 2023 con Fanny Ardant nel ruolo di Shauna. C.S.

VENICE IMMERSIVE

Idi Carine Tardieu

intervista

Carine Tardieu di Delphine Trouillard

Quali sono state le principali fonti di ispirazione per la sceneggiatura di L’attachement e come hanno plasmato il modo in cui ha affrontato la messa in scena? Il film è tratto da un romanzo di cui una battuta mi aveva profondamente colpita: quando il giovane Elliott apprende della morte della madre, commenta «Di già?». Il rapporto particolare con il tempo che ci viene imposto dai bambini ha avuto un grande impatto sulla messa in scena. Fin dalla fase scrittura, abbiamo scelto di sviluppare il film lungo un periodo di due anni, il tempo del lutto e dell’attaccamento, scandendolo con cartelli che indicano l’età della sorellina. Sono stata molto colpita dall’uso efficace delle ellissi nei film Madres paralelas di Almodóvar e Boyhood di Richard Linklater, entrambi focalizzati sui legami

nchiesta e denuncia funzionano da sempre nel mondo delle XR. Per lo più in forma di video a 180°, di taglio testimoniale o più marcatamente finzionale. A rendere interessante All I Know About Teacher Li è la natura intermediale dell’opera, insieme alla scelta tecnico-espressiva della realtà mista e dell’interattività. L’occasione è perfetta: una produzione USA che denuncia la natura repressiva del potere in Cina in epoca Covid, attraverso il racconto di un mediattivista cinese di stanza in Italia, noto come Teacher Li. Congiunzione astrale favorevole, dunque, per consentire al regista Zhuzmo di dirci tutto, di mostrarci tutto, attraverso un impianto narrativo che sfrutta bene le potenzialità della realtà mista dosando coerentemente le possibilità di interazione all’interno del pezzo. Una voce narrante ci rivela chi è Teacher Li e come agisce, mentre noi siamo invitati a lanciare origami che ricordano l’uccellino del vecchio Twitter o l’aereoplanino di Telegram in uno spazio geometrico a griglie e maglie, dove via via si aprono i video diffusi in rete dall’attivista. Teacher Li è stato bannato da Weibo, il social cinese dove diffondeva i suoi comics, per 52 volte, approdando infine a Twitter nel 2015 e diventando la voce delle proteste libertarie che attraversano la Cina sotto silenzio. Celebri le immagini degli studenti della White Paper Revolution, ragazzi che in silenzio ostentano fogli bianchi simbolo della censura che impedisce loro di esprimere dissenso. Torna la carta, come simbolo e come suggestione espressiva che ben si contrappone alla tridimensionalità immersiva e impalpabile del mezzo: i fogli bianchi che si piegano e diventano origami che il fruitore deve afferrare e lanciare. E torna l’interazione, però pensata, meno fine a se stessa: a un certo punto il lancio degli origami, necessario a far procedere il pezzo, avviene in uno spazio misto, reale e virtuale, scelta che ci catapulta nel ‘qui e ora’, facendoci emergere dalla bolla virtuale e chiamandoci all’azione. Scelte espressive queste che confermano non solo l’efficacia del mezzo, qui adoperato spingendo l’acceleratore sulle sue peculiarità e non solo come occasione comunicativa, ma soprattutto attestano la maturità degli autori che sembrano finalmente dominarlo e piegarlo al proprio discorso. Dopo tanti discorsi piegati goffamente al mezzo, non è poco.

ALL I KNOW ABOUT TEACHER LI di Zhuzmo (USA, 20’)

familiari. Anche Noah Baumbach e Claude Sautet, noti per la loro capacità di rappresentare sentimenti complessi con apparente semplicità, mi hanno molto ispirata. Inoltre, la presenza dei bambini sul set, poi, imponeva al contesto una certa leggerezza, con una macchina da presa sufficientemente mobile per riprendere l’imprevisto.

Il tema del legame affettivo è centrale nel film. Come ha voluto affrontare questo argomento nella narrazione e cosa spera che il pubblico ricordi a riguardo?

Durante la scrittura avevo in mente la teoria di John Bowlby, secondo la quale il bambino si attacca prima di tutto a chi si prende cura di lui, spinto da un istinto di sopravvivenza che non è necessariamente sinonimo di affetto. Elliott e Alex si legano prima di tutto alla loro vicina non per chi sia lei, ma semplicemente perché ‘è lì’. Il loro amore crescente è una conseguenza di questa cristallizzazione iniziale. Sandra scopre suo malgrado quanto sia difficile combattere contro i legami di attaccamento quando si impongono. Tuttavia, mi stava a cuore preservare in lei una certa forma di indipendenza, permettendole di rimanere “libera” fino in fondo, affinché il suo attaccamento a questa famiglia non fosse percepito come un sacrificio. Spero che il pubblico possa riflettere su come i legami affettivi si formino e si evolvano, e su quanto sia complesso e talvolta inevitabile il loro impatto sulle nostre vite.

Un film che esplora le dinamiche emotive tra i personaggi. Come ha lavorato con Valeria Bruni Tedeschi per catturare questa intensità e vulnerabilità?

Il personaggio di Sandra è per Valeria quasi contro natura. Con la borsa, gli occhiali e un taglio di capelli piuttosto corto, le abbiamo costruito una silhouette inedita che ha subito adottato. Valeria, di natura...

Director's cuts

Bold, crazy, outrageous

Guadagnino is a director who evolves from film to film, creating something different and unique every time, without repeating himself. The fact that he is a great director has been evident for some time, but I believe this is his most successful work. I regret that the film was cut from its original three and a quarter hours, because for once I found the length absolutely not excessive. Visually and stylistically bold, crazy and outrageous, the movie reproduces at Cinecittà entire Mexico City neighbourhoods in the 1950s. It’s an imaginary and softened reconstruction not a faithful depiction of the ugliness and misery of areas characterized by extreme poverty. Daniel Craig, in the role of William Burroughs, offers the audience what can be described as the performance of a lifetime. His interpretation is truly extraordinary, very courageous in some very explicit sex sequences, excellent in fully trusting Guadagnino’s vision. Craig’s performance reaffirms his status as one of the best actors at present.

Marmaï, Valeria Bruni Tedeschi, Vimala Pons, Raphaël Quenard, César Botti (Francia, Belgio, 106’)

FAMILIAR TOUCH

American director Sarah Friedland’s debut film tells the story of Ruth, an eighty-year-old woman about to enter an assisted living facility, as she navigates conflicting emotions and desires in the search for a new definition of her identity and memory. The film was made in collaboration with the residents and staff of a continuing care retirement community in California, who participated both as cast and crew. Sarah Friedland is an American director and choreographer who worked as a caregiver for New York artists with memory problems, learning to interpret their body language. Her feature film debut, Familiar Touch, reflects this personal experience. Her previous short films have been showcased at numerous international festivals, including New York and New Orleans. In 2023, she was named one of the 25 New Faces of Independent Film by Filmmaker Magazine. M.S.

Daily Venezia 81 Supplemento di n. 291-292 settembre 2024 Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996

Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran

Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale) Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione) Paola Marchetti (direzione organizzativa) Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari

Luca Zanatta (graphic design)

Hanno collaborato Loris Casadei, Maria Casadei, Fabio Di Spirito, Massimo Macaluso, Giorgio Placereani, Roberto Pugliese, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Delphine Trouillard, Andrea Zennaro Anaïs Arangath, Chloé Arangath, Elena Bortoli, Luca Oberti, Adele Spinelli, Veronica Triolo, Bianca Vasti

Stampa CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA

www.chinchio.it

redazione@venezianews.it

www.venezianews.it/daily2024

AFTER PARTY Orizzonti Extra

The happy and carefree life of young student Jindřiška falls apart when she discovers that her father is drowning in debt. One morning, she wakes up to find the house filled with bailiffs, seizing everything and searching for her father; debt collectors are also on his trail. Stunned by this new reality and with only her best friend by her side, Jindřiška must decide in a single day whether to try to help her father or save herself before it’s too late. Filmed in 2022 in the satellite suburbs of Prague, After Party is an autobiographical film in which the director condenses his own family saga into 24 hours, offering a portrait of a generation left to fend for itself but still capable of fighting back.

Vojtěch Strakatý, born in 1988, studied directing and screenwriting at FAMO in Písek. The screenplay for his debut film, After Party, won the Star of Tomorrow Award from the Film Foundation at the Karlovy Vary IFF in 2018. His second feature film, On the Other Side of Summer, shot in 2023, is currently in post-production. C.S.

DOC classici

Emblema

attoriale della Nouvelle Vague, grazie alla sua interpretazione ne I 400 colpi (1959) di François Truffaut, Jean-Pierre Léaud si ritrova appena quattordicenne ad essere uno degli attori più richiesti dal cinema d’autore. Con Truffaut entrerà nel personaggio di Antoine Doinel per ben cinque volte, diventando una sorta di alter ego del regista. Il documen-

tario ripercorre la straordinaria carriera di questo attore che ha recitato per grandi autori quali Godard, Bertolucci, Cocteau, Pasolini, Varda, Kaurismäki, Ming-liang, Eustache, Ruiz e molti altri. Andrea Zennaro

Le cinéma de Jean-Pierre Léaud di Cyril Leuthy (Francia, 64’)

La versione di... William

Il termine “queer” ha un campo semantico molto vario, diagonale, aperto alle differenze, all’inglese strano, ambiguo. Oggi spesso indica identità fluida, in particolare di genere. William S. Burroughs nasceva cento anni fa, uno dei massimi protagonisti della letteratura americana della Beat Generation, quella mitica di Ginsberg e Kerouac, ma anche quella del maccartismo e della guerra in Corea, della paura di un complotto omosessuale e del conseguente allontanamento dei sospetti gay da ogni incarico governativo. Vita maledetta quella di Burroughs: nonostante un inizio promettente – laurea ad Harvard e master a Vienna, rampollo di ricca famiglia di industriali – si dedica a droghe e riti esoterici. Si sposa, ma per sfuggire a una denuncia per uso di stupefacenti si rifugia a Città del Messico. Ubriaco, uccide la moglie con un colpo di pistola. Inizia il suo peregrinare soprattutto in Centro e Sudamerica, ma anche in Africa e in Europa. Sono almeno trenta le località citate nel viaggio. Inizia a scrivere Queer nel 1952, ma il romanzo verrà poi pubblicato solo a metà degli anni ‘80; Kerouac, che lo visita, così lo descrive: «un genio folle in un appartamento pieno di spazzatura. Stava scrivendo. Aveva un aspetto feroce, però gli occhi erano innocenti, azzurri e bellissimi». Le droghe sperimentate sono a elenco completo, compresa la amazzonica – da noi tornata recentemente ai disonori della cronaca – Yage o Ayahuasca, indicata come in grado di suscitare forme di telepatia. Il protagonista del romanzo ci appare come persona disintegrata, insicura, sempre bisognosa di un qualche contatto. Ma, come si descrive Burroughs, «le limitazioni dei suoi desideri erano come le sbarre di una gabbia, come catena e collare…, non si era mai rassegnato e i suoi occhi guardavano fuori tra le sbarre, attenti, all’erta, in attesa che il guardiano dimenticasse di chiudere la porta...». Romanzo non facile. Senza sogni, senza speranze. Loris Casadei

SOUNDTRACKS

L’81. edizione attraverso in/dimenticabili momenti di musica per il cinema a cura di F.D.S.

The Brutalist_La bulimia creativa di Brady Corbet si estende anche alla colonna sonora, che nel suo film assume una connotazione anomala, spiritata, quasi malata. Una colonna sonora che dura quasi quanto tutto il film, che sappiamo tutti essere fuori misura, e che non è affatto elemento connesso alla narrazione ma un corpo estraneo, quasi in opposizione. La sensazione è di stare ad assistere a un altro film cui siano state tolte le immagini, un film esclusivamente sonoro che sfida, provoca, aggredisce quello vero. Standard cantati da Billie Holiday, estratti jazz, oppure la musica originale di Daniel Blumberg, o addirittura pezzi di musica atonale: un puzzle di tessere spaiate ulteriormente arricchito da effetti speciali, che li “impastoiano” con voci lontane, distorte, alterate. È una colonna sonora spettrale abitata dai fantasmi che sembra abitare la mente di László Tóth.

Phantosmia_In quell’inesauribile regesto della storia e delle mitologie filippine di Lav Diaz, il film narra la storia del sergente Hilarion Zabala, irriducibile guerriero dell’esercito che comincia ad avvertire cattivi odori di origine psicologica. Nel film, che dura quattro ore, non c’è un secondo di musica, se si eccettua una sgangherata schitarrata fatta dal figlio del protagonista. Tuttavia una colonna sonora c’è egualmente: sono i suoni della foresta pluviale tropicale, quell’infinita eccitazione del bioma che esplode sotto la vegetazione. È un capolavoro di bellezza, di pulizia, di varietà: Cecil Buban è la sound register e Corinne de San Jose la sound designer

Doppio sogno

Grazie alla scelta visionaria di Luca Guadagnino, per la prima volta il visitatore di Homo Faber, alla Fondazione Giorgio Cini nell’Isola di San Giorgio Maggiore dall’1 al 30 settembre, è invitato ad entrare e ad immergersi nell’immaginifico set di The Journey of Life, l’attesissima mostra sotto la sua direzione artistica dove il fare artigiano è il protagonista universale di un racconto sulla vita umana, sviluppata in dieci ineludibili tappe, dalla nascita all’aldilà. Ciascuna riunisce in spazi unitari di mirabilia quanto esteticamente straordinario risulta ai sensi l’ordinario viaggio della vita, offrendo un’esperienza inedita, al pubblico cinefilo e non, proprio grazie all’allestimento immersivo come la scenografia di un film o, meglio ancora, come un’installazione d’arte site specific, nata dal dialogo ad hoc instaurato con la magnificenza del complesso architettonico e paesaggistico della Fondazione Giorgio Cini. Fonti d’ispirazione sono per Guadagnino «Venezia, la sua storia come città d’arte, Carlo Scarpa e l’architetta italo-brasiliana Lina Bo Bardi», che in maniera diversa e propria hanno disegnato il futuro, così come fa oggi lo stesso regista, assecondando la realtà con una necessaria dilatazione immaginifica. Giovanna Tissi

by Sarah Friedland with Kathleen Chalfant, Carolyn Michelle, Andy McQueen, H. Jon Benjamin (USA, 91’)
by Vojteˇch Strakatý with Eliška Bašusová, Anna Tomanová, Jan Zadražil (Czech Republich, 89’)

Un ragazzo appartenente ad un gruppo di filmmaker militanti assiste al suicidio di uno degli altri membri, in possesso della sua cinepresa Bolex, che viene subito sequestrata dalla polizia. Il protagonista cerca in tutti i modi di recuperare la pellicola filmata dal suicida e, con l’aiuto della fidanzata di quest’ultimo, scoprire cosa avesse filmato prima di morire. Un’opera sperimentale frutto dello spirito rivoluzionario sessantottino nipponico, che mescola metacinema e influssi della Nouvelle Vague, con l’aggiunta di ingredienti da pink movie Andrea Zennaro Storia segreta del dopoguerra: dopo la guerra di Tokyo di Nagisa Oshima (1970, Giappone, 94’) Restauro: Oshima Productions

Capolavoro del cinema indiano, il film esplora i temi della tradizione e dell’ostracismo in una società rurale. Basato su un racconto dello scrittore U.R. Ananthamurthy, il film offre un ritratto realistico della vita rurale e critica sottilmente l’ipocrisia di una società patriarcale ancora troppo legata alle tradizioni, al punto da perdere il contatto con la realtà. Grazie a Kasaravalli, nel sud dell’India inizia a emergere una moderna sensibilità artistica che si avvicina al cinema politico italiano degli anni ’70. Bianca Vasti

Ghatashraddha (Il rituale) di Girish Kasaravalli (1977, India, 108’)

Restauro: The Film Foundation World Cinema, Film Heritage Foundation

Settimana della Critica

intervista

Numeri da record per l’edizione 2024 della Settimana Internazionale della Critica, con nove titoli scelti tra oltre 700 provenienti da ogni parte del mondo. Un mondo in cui spaesamento e sospensione sembrano regnare incontrastati e di cui il cinema si fa strumento di comunicazione urgente, con titoli diversi tra loro che dialogano grazie al principio dell’attrazione degli opposti, come ci racconta la Delegata Generale Beatrice Fiorentino.

Dal programma SIC emerge un cinema che più che offrire risposte, regala dubbi capaci di stimolare la curiosità dello spettatore, animandone lo sguardo attento. Cosa avete cercato e trovato nei titoli selezionati quest’anno?

Lavoriamo senza preconcetti, aperti alla scoperta e alla sorpresa, con la stessa premessa irrinunciabile degli anni passati: restare il più possibile connessi con il presente del mondo, provando a ipotizzare le tendenze più interessanti per il futuro del cinema. In questo modo restiamo riconoscibili e coerenti, schivando il rischio di diventare prevedibili o ripetitivi. Abbiamo trovato nove film dal tratto deciso, figli dei tempi in cui viviamo, che ne rispecchiano – ciascuno a suo modo – lo stato di incertezza, la tensione, lo spaesamento, la precarietà, l’attesa.

Da sempre la SIC si è dimostrata sezione aperta all’avanguardia, senza preclusioni di sorta: come

critica cinematografica, tuttavia, crede che esistano dei capisaldi dai quali non si può prescindere nella valutazione di un film?

Credo sia necessario avere riferimenti solidi, un bagaglio di visioni quanto più possibile esteso da utilizzare come una bussola, ma è altrettanto fondamentale avere la capacità di contestualizzare ogni singola opera e dimostrare l’apertura mentale necessaria ad assimilare quanto il cinema sia materia viva, in continua evoluzione. Il cinema che si produce oggi nasce in un quadro completamente differente rispetto al passato; non ha senso adottare gli stessi criteri di valutazione che si applicavano anche solo vent’anni fa. Non bisogna avere paura di cambiare. Può essere spiazzante, lo so, ma è importante aggiornare il proprio sguardo alla stessa velocità con cui anche il canone si aggiorna.

Homegrown è l’unico documentario in programma quest’anno, dedicato ad un appuntamento (le elezioni americane) che tra due mesi vivrà una tappa cruciale. Quali i motivi di questa scelta?

AROUND THE FESTIVAL

La potenza nascosta di una bambola, di una zitta e di una presunta assassina

Un seminario originale, quello in programma questa mattina in Sala Laguna nell’ambito di Isola Edipo. Protagonista Labodif, il laboratorio di ricerca, formazione e comunicazione che si distingue per il suo orientamento specialistico ed innovativo verso la valorizzazione delle differenze di genere. Fondato dalla regista e scrittrice Gianna Mazzini e dall’economista Giovanna Galletti, la peculiarità di Labodif è quella di utilizzare metodi che emergono da anni di studi in gruppi di lavoro sulla differenza. Il titolo del seminario, La potenza nascosta di una bambola, di una zitta e di una presunta assassina, promette di fare davvero la differenza. 3 settembre h. 10, Sala Laguna, Isola Edipo

Le Vie dell’immagine

La seconda edizione del Premio per le arti della visione, promosso da Cinematografo, Giornate degli Autori e NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, che viene conferito ai cineasti che si sono distinti in pratiche artistiche dalla visione trasversale rispetto a diversi linguaggi, è stato assegnato quest’anno a Marjane Satrapi. Figura poliedrica nel panorama artistico internazionale, Satrapi, nata in Iran e naturalizzata francese, è una fumettista, regista, sceneggiatrice e illustratrice di grande talento. È famosa soprattutto per la sua opera a fumetti, poi divenuta un film, Persepolis, in cui rappresenta la vita e le condizioni delle donne in Iran dopo la rivoluzione islamica che trasformò il Paese da monarchia a dittatura teocratica. Il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali e nel 2024 è stato restaurato in versione 4K e distribuito dalla Cineteca di Bologna.

Incontro con Marjane Satrapi, 3 settembre h. 15, Sala Laguna Cerimonia di premiazione, 3 settembre h. 17.15 Terrazza Cinematografo, Hotel Excelsior

Le Città del Cinema

L’anno scorso dei nove titoli a disposizione ben quattro erano non-fiction, che secondo stili e approcci molto diversi restituivano lo stato di vitalità del cinema documentario degli ultimi anni. Superfluo ribadirlo: il documentario è cinema, quando la proposta è forte non saremo certo noi a mettere paletti. È esattamente il caso di Homegrown, che si inserisce nella migliore tradizione del documentario civile americano grazie alla straordinaria capacità di fotografare una realtà agghiacciante senza esprimere giudizi, mantenendosi sempre alla giusta distanza, guardando dritto in faccia le contraddizioni e la fragilità delle moderne...

Una piattaforma streaming che diventa live: è il nuovo format che MYmovies ha creato per l’edizione 2024 del Festival di Venezia. Una vera Arena, inserita nel contesto di Isola Edipo in Riva Corinto, crocevia di culture, esperienze e persone, che oggi offre un viaggio nei luoghi dei film cult girati in Italia. Cercare la location di un celebre film, immaginare di rivivere una scena indimenticabile rappresentano degli spunti, delle suggestioni, sempre più connotanti in chi viaggia alla scoperta di una città. Morellini Editore e MYmovies con Le Città del Cinema di AA.VV., presentato per l’appunto oggi in Arena MYmovies, offre ai viaggiatori più cinefili una divertente guida ricca di spunti, citazioni ed estensioni digitali. Il team di critici e giornalisti di MYmovies porta il lettore alla (ri)scoperta di luoghi resi memorabili da alcune scene topiche della storia del cinema: Pino Farinotti racconta la Milano di Visconti, Antonioni, Lattuada e la Napoli di Martone, Sorrentino, Eduardo, Totò, Troisi; Paola Casella le innumerevoli pellicole girate a Roma, da De Sica a Fellini, da Visconti a Rossellini, fino a Nanni Moretti, Muccino e ancora Sorrentino; Giancarlo Zappoli la Bologna di Pupi Avati e Pier Paolo Pasolini e la Venezia di Visconti, Sergio Leone e Woody Allen. E poi ancora Paola Casella per Bari, Marzia Gandolfi per Torino e per Palermo, Roberto Manassero per Genova e Firenze, Simone Emiliani per Trieste, il quale ha qui raccontato anche i luoghi della Sardegna, unica eccezione a una narrazione che celebra i luoghi urbani. 3 settembre h. 17.30, Arena MYmovies, Riva Corinto

MARCELLO, COME HERE&

Cent9anni e oltre cento volte Mastroianni

Mostra del Centro Sperimentale di Cinematografia a cura di Laura Delli Colli

Venezia - Isola di San Servolo 31 agosto 2024 3 9 gennaio 2025 h. 10.00-21.00 Ingresso gratuito

© Alice Durigatto

11.30 Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI - EVENTO

SPECIALE pubblico - tutti gli accrediti

MOGUC ´ NOST RAJA (POSSIBILITY OF PARADISE)

Mladen Kovacˇevic´ (75’)

v.o. inglese, indonesiano, balinese, russo, serbo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

11.45 Sala Darsena

VENEZIA 81 press - industry HARVEST

Athina Rachel Tsangari (131’) v.o. inglese st. italiano/inglese

13.45 Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico - tutti gli accrediti BILLI IL COWBOY (COWBOY BILLI)

Fede Gianni (15’)

v.o. italiano st. inglese MU’A TRÊN CÁNH BU’O’M (DON’T CRY, BUTTERFLY)

Du’o’ng Diêu Linh (97’) v.o. vietnamita st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.00 Sala Grande

FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti 2073

Asif Kapadia (85’) v.o. inglese st. italiano/inglese

14.00 Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA press - industry AFTER PARTY Vojte˘ch Strakatý (89’) v.o. ceco st. italiano/inglese

14.00 Sala Astra 2

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti VOLONTÉL’UOMO DAI MILLE VOLTI

Francesco Zippel (97’) v.o. italiano st. inglese

14.30 Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti FAMILIAR TOUCH

Sarah Friedland (91’) v.o. inglese, spagnolo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.30 PalaBiennale

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti HAPPYEND

Neo Sora (114’) v.o. giapponese st. italiano/inglese

14.30 Sala Astra 1

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti BLOOD AND SAND (SANGUE E ARENA)

Rouben Mamoulian (125’) v.o. inglese st. italiano

14.45 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti GHATASHRADDHA (THE RITUAL)

Girish Kasaravalli (108’) v.o. kannada st. italiano/inglese

15.00 Sala Casinò

FUORI CONCORSO - SERIES pubblico 14+ - tutti gli accrediti LOS AÑOS NUEVOS 1-5 (THE NEW YEARS)

Rodrigo Sorogoyen, Sara Cano, Paula Fabra (225’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

16.00 Sala Grande

VENEZIA 81 pubblico - tutti gli accrediti HARVEST

Athina Rachel Tsangari (131’) v.o. inglese st. italiano/inglese

16.00 Sala Giardino

FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti BESTIARI, ERBARI, LAPIDARI (BESTIARIES, HERBARIA, LAPIDARIES)

Massimo D’Anolfi, Martina Parenti (206’) v.o. inglese, tedesco, italiano st. italiano/inglese

16.45 Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico - tutti gli accrediti

TAXI MONAMOUR

Ciro De Caro (113’) v.o. italiano/ucraino st. inglese/italiano

A seguire incontro con gli autori/Q&A

17.00 Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti L’ATTACHEMENT (THE TIES THAT BIND US)

Carine Tardieu (106’) v.o. francese st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

17.00 PalaBiennale

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti FINALEMENT (FINALLY)

Claude Lelouch (129’) v.o. francese st. italiano/inglese

17.00 Sala Volpi

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti BABY INVASION

Harmony Korine (80’) v.o. inglese st. italiano/inglese

17.00

Sala Astra 2

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti MISTRESS DISPELLER

Elizabeth Lo (94’) v.o. cinese st. italiano/inglese

17.15 Sala Astra 1

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti MISTRESS DISPELLER

Elizabeth Lo (94’) v.o. cinese st. italiano/inglese

17.30 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti LE CINÉMA DE JEAN-PIERRE LÉAUD

Cyril Leuthy (63’) v.o. francese st. italiano/inglese

18.45 Sala Grande

VENEZIA 81 pubblico 14+ QUEER

Luca Guadagnino (135’) v.o. inglese st. italiano/inglese

19.00 Sala Volpi

ORIZZONTI press - industry PAVEMENTS

Alex Ross Perry (128’) v.o. inglese st. italiano/inglese

19.00 Sala Astra 2

FUORI CONCORSO - PROIEZIONI SPECIALI pubblico - tutti gli accrediti LEOPARDI IL POETA DELL’INFINITO (LEOPARDI POET OF THE INFINITY)

Sergio Rubini (245’) v.o. italiano st. inglese

19.15 Sala Corinto

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti THINGS THAT MY BEST FRIEND LOST

Marta Innocenti (15’) v.o. italiano st. inglese NO SLEEP TILL

Alexandra Simpson (93’) v.o. inglese st. italiano/inglese

19.15 Sala Pasinetti

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI tutti gli accrediti

TOKYO SENSO SENGO HIWAEIGA DE ISHO WO

NOKOSHITE SHINDA OTOKO NO MONOGATARI (THE MAN WHO PUT HIS WILL ON FILM)

Nagisa Oshima (94’) v.o. giapponese st. italiano/inglese

19.30 Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry

HAPPY HOLIDAYS

Scandar Copti (124’)

v.o. arabo, ebraico st. italiano/inglese

19.30 Sala Perla

FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry

PISNI ZEMLI, SHCHO POVILNO HORYT’ (SONGS OF SLOW BURNING EARTH)

Olha Zhurba (95’) v.o. ucraino, russo st. italiano/inglese

19.45 Sala Darsena

VENEZIA 81 press - industry

JOUER AVEC LE FEU (THE QUIET SON)

Delphine Coulin, Muriel Coulin (119’) v.o. francese st. italiano/inglese

19.45 PalaBiennale

VENEZIA 81 pubblico 14+

QUEER

Luca Guadagnino (135’) v.o. inglese st. italiano/inglese a seguire

VENEZIA 81 pubblico

HARVEST

Athina Rachel Tsangari (131’) v.o. inglese st. italiano/inglese

20.00 Sala Astra 1

FUORI CONCORSO pubblico 14+ - tutti gli accrediti

PHANTOSMIA

Lav Diaz (245’) v.o. filippino (tagalog) st. italiano/inglese

21.00 Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti AFTER PARTY

Vojte˘ch Strakatý (89’) v.o. ceco st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

21.30 Sala Grande

FUORI CONCORSO pubblico 14+ - tutti gli accrediti

MALDOROR

Fabrice du Welz (155’) v.o. francese st. italiano/inglese

21.45 Sala Perla

VENEZIA 81 press - industry

JOUER AVEC LE FEU (THE QUIET SON)

Delphine Coulin, Muriel Coulin (119’) v.o. francese st. italiano/inglese

21.45 Sala Pasinetti

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI tutti gli accrediti GHATASHRADDHA (THE RITUAL) Girish Kasaravalli (108’) v.o. kannada st. italiano/inglese

21.45 Sala Volpi

ORIZZONTI press - industry

HAPPY HOLIDAYS

Scandar Copti (124’) v.o. arabo, ebraico st. italiano/inglese

22.00 Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry PAVEMENTS

Alex Ross Perry (128’) v.o. inglese st. italiano/inglese

22.00 Sala Corinto

GIORNATE DEGLI AUTORI

EVENTO SPECIALE press - industry

ALMA DEL DESIERTO (SOUL OF THE DESERT) Mónica Taboada Tapia (87’) v.o. wayuunaiki, spagnolo st. italiano/inglese

22.15 Sala Darsena

FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry

PISNI ZEMLI, SHCHO POVILNO HORYT’ (SONGS OF SLOW BURNING EARTH)

Olha Zhurba (95’) v.o. ucraino, russo st. italiano/inglese

21.00 Sala Web GIORNATE DEGLI AUTORI SELON JOY (THE BOOK OF JOY) Camille Lugan (86’) v.o. francese st. italiano/inglese MOGUCNOST RAJA (POSSIBILITY OF PARADISE)

Mladen Kovacˇevic´ (21’) v.o. inglese, indonesiano, balinese, russo, serbo st. italiano/inglese

Opera Prima

Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders.

Pubblico Accreditati Press Public Pass holders Industry

SALA GRANDE

DI EMANUELE BUCCI

VENEZIA 81

E IL VIAGGIO (NEL TEMPO) AL TERMINE DELLA DEMOCRAZIA

La distopia è ormai il genere più “realistico” del cinema contemporaneo. Non a caso a Venezia 81 il nuovo lavoro di Asif Kapadia, 2073, è ambientato nel futuro (cupo, dominato da ultraliberisti e dittatori), ma figura tra le opere di non-fiction. L’esperimento del regista (che unisce filmati d’archivio e fantascienza) è riconducibile al corto sperimentale Lajetée (1962) di Chris Maker, in cui un uomo veniva spedito indietro nel tempo da un mondo post-apocalittico, e tutto era narrato attraverso un montaggio di fotografie, come anticipando il probabile punto di vista di uno spettatore di Venezia 81, di fronte a tanti titoli che ci trasportano dal futuro al passato più o meno prossimo per parlarci di un tema ormai sentito ovunque: la crisi della democrazia (incapace di risolvere le sue contraddizioni sociali e politiche) e la paura di nuovi autoritarismi nazionalisti e xenofobi. Come il viaggiatore di Maker, un atteso salto (o scatto fotografico) ci porterà alle origini del regime fascista, con Luca Marinelli che da villain cinefumettistico di Jeeg Robot si fa villain del ‘900 in M. Ma altri “scatti” dei giorni scorsi ci hanno mostrato una setta di neonazisti Usa tentare il colpo di Stato nel 1984 di The Order, sulla base di teorie suprematiste che, ci ricorda il film, influenzeranno anche gli insorti trumpiani di Capitol Hill nel 2021 (mostrati nel doc Homegrown, alla SIC, apertasi con la Francia distopica di Planet B). Dal Brasile, invece, Walter Salles in Aindaestouaqui rievoca la vera storia di un desaparecido negli anni ’70 della dittatura militare e il doc Apocalypse in the Tropics di Petra Costa si è soffermato sul potere crescente dei fondamentalisti religiosi sotto Bolsonaro. Sembra che il cinema si faccia carico del timore che le pagine più buie della Storia possano ripetersi, sia pur in forme diverse. E che sia utile non solo rammentare il passato, ma anche ascoltare i moniti dal domani. n

IL

QUEER

in Mostra

Luca Guadagnino era un adolescente quando per la prima volta lesse “Queer”, secondo romanzo di William S. Burroughs, scritto nel 1952 ma pubblicato solo nel 1985 perché considerato troppo scandaloso e controverso, troppo pieno di omosessualità. Per oltre trent’anni il regista candidato all’Oscar per Chiamami col tuo nome (2017) ha desiderato realizzare un film basato sul romanzo di Burroughs, considerato uno dei padri della beat literature, ma solo mentre era impegnato nelle riprese di Challengers (2024) ebbe finalmente l’occasione di poter cominciare a lavorare ad un adattamento dell’opera per il cinema. Sul set a Boston Guadagnino propose il libro allo sceneggiatore Justin Kuritzkes, il quale iniziò a scriverne la sceneggiatura mentre stavano ancora lavorando a Challengers. Queer, ora in concorso alla 81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è ambientato nel 1950, è la storia di William Lee, interpretato da un Daniel Craig eccezionale in questo ruolo per lui inconsueto, americano sulla soglia dei quaranta espatriato a Città del Messico. William trascorre le sue giornate quasi da solo, fino a quando non incontra Eugene Allerton (Drew Starkey), un giovane studente di cui si infatua. Inizialmente riluttante, Eugene alla fine cede alle avances di William il quale comincia ad illudersi di poter stabilire finalmente una connessione intima con qualcuno. Tra impulsi sessuali e dipendenza dalla droga, Queer è, secondo Guadagnino, un omaggio a Michael Powell e Emeric Pressburger: «Ho visto Scarpette rosse almeno 50 volte e penso che di Queer apprezzerebbero le scene di sesso, che sono numerose e abbastanza scandalose». Dal

breve romanzo semiautobiografico in cui Burroughs ha trasposto la sua stessa amicizia con Adelbert Lewis Marker (1930-1998), un militare della Marina americana congedato a Città del Messico, Guadagnino ha realizzato quello che secondo lui è il suo film più personale, ma anche il più esplicito, audace e astratto, sospeso tra fantasie, allucinazioni e realtà. Queer, girato quasi interamente negli studi di Cinecittà, dove è stato ricostruito molto fedelmente un quartiere della Città del Messico degli anni ’50, è interpretato anche da Lesley Manville, Jason Schwartzman e Henrique Zaga. Il film, prodotto dallo stesso Guadagnino con Lorenzo Mieli per The Apartment del gruppo Fremantle, si avvale delle musiche di Trent Reznor e Atticus Ross, vincitori di due premi Oscar per le colonne sonore di Soul (2020) e The Social Network (2010). n

CHECK IN

Sonia Bergamasco, Anna Foglietta, Vittoria Puccini e Rocio Muñoz Morales, testimonial della Mostra Dive e Madrine all’arrivo al Lido. n. 7 Martedì 3

DI VANIA AMITRANO

HARVEST

Athina Rachel Tsangari torna a Venezia dopo tanti anni. C’era stata nel 2010 con la sua opera seconda, Attenberg, film che valse la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile all’attrice Ariane Labed. Harvest è il suo quarto lavoro ed è tratto dal romanzo omonimo di Jim Crace, inedito in Italia. È ambientato in un remoto villaggio della campagna inglese del tardo ‘500, al termine di quella rivoluzione agricola che trasformò i terreni da beni collettivi a beni posti sotto il controllo diretto e legale dei proprietari terrieri. Nel corso di una settimana seguiamo Walter Thirsk, uomo di città datosi all’agricoltura, e l’impacciato proprietario Charles Kent, suo amico d’infanzia, affrontare il trauma della modernit à, in una sorta di interpretazione tragicomica del genere western. «Harvest è un film sulla resa dei conti - spiega Tsangari nelle note di regia - che si svolge in un mondo liminale e illustra le prime crepe della “rivoluzione” industriale. Non ci sono eroi. Solo persone comuni e imperfette. L’ho immaginato come un dagherrotipo, o il suo equivalente moderno, una Polaroid esposta lentamente al crepuscolo». Rimanendo sulla fotografia, il film è girato in 16mm con una grana evidentissima, proprio per esaltarne la meticolosa ricostruzione di ambienti e atmosfere dell’epoca.

Tra i protagonisti troviamo Caleb Landry Jones, reduce della splendida interpretazione in Dogman proprio qui a Venezia lo scorso anno, Harry Melling , il Dudley Dursley di Harry Potter, e Rosy McEwen , protagonista di Blue Jean, film vincitore del Premio del Pubblico BNL alle GdA di Venezia 2022.

2073

Come ha detto il Direttore artistico di Venezia 81 Alberto Barbera presentando il programma della Mostra, quella tra cinema di finzione e documentario è una «distinzione sempre più arbitraria». E lo dimostra un film come 2073 di Asif Kapadia, che vedremo nella sezione Fuori concorso – Non fiction. Ma la cornice, già suggerita dal titolo, è quella di un futuro distopico. Che ci porterà a riflettere, in un montaggio di immagini autentiche, sulle emergenze di oggi che potrebbero diventare le catastrofi di domani, dagli autoritarismi alla crisi climatica. L’ispirazione, non a caso, è venuta da un capolavoro post-apocalittico, il cortometraggio sperimentale La jetée (1962) di Chris Maker, dove l’esperienza di un viaggiatore del tempo è narrata attraverso una serie di fotografie, riflettendo (anche) sui meccanismi della memoria e sul nostro rapporto con le immagini. «Vogliorealizzareun’epopeasullostatodelmondo», ha dichiarati Kapadia a proposito di 2073, «utilizzando elementi di fantascienza come lente attraverso la quale esaminare le enormi domande che stiamo affrontando come specie e, si spera, trovare soluzioni, prima che sia troppo tardi». Il regista inglese ha alle spalle un notevole percorso dentro e fuori il genere documentaristico, con titoli come l’opera prima The Warrior (2001, premiata ai BAFTA), Far North (2007, presentato a Venezia) e vari lavori su personalità dello sport e dello spettacolo come il pilota automobilistico Ayrton Senna in Senna (2010), la cantante Amy Winehouse in Amy (2015, vincitore dell’Oscar) e il calciatore Maradona in DiegoMaradona (2019).

Emanuele Bucci

MALDOROR

Era il 1996 quando il Belgio venne sconvolto dalle tragiche vicende legate a Marc Dutroux, poi ribattezzato per tutti il Mostro di Marcinelle . Dutroux nel corso di 10 anni aveva rapito, torturato e violentato sei ragazze, età compresa tra gli otto e i diciannove anni. Il caso si rivelò però molto più complesso e controverso, coinvolse le più alte cariche del paese, con il sospetto che venisse coperta una rete di pedofili di cui facevano parte anche persone molto influenti. Alla fine gli unici colpevoli furono Dutroux e la moglie Michèle Martin, ma ancora oggi sono molte le ombre che avvolgono l’indagine. Fabrice Du Welz trae spunto da questi fatti per dare una sua versione, attraverso l’ossessione nei confronti del caso di un giovane poliziotto, Paul Chartier, assegnato a una squadra speciale che è sulle tracce del mostro. Du Welz, che a Venezia portò nel 2008 l’ottimo Vynian, horror psicologico sullo sfondo dello tsunami in Thailandia, ha una fascinazione particolare nei confronti della ricerca delle origini del male. A questo unisce una cura dell’immagine, della messa in scena e della narrazione che sconfina continuamente tra i generi, dall’horror al thriller psicologico all’action. Maldoror ha la struttura di un poliziesco, ma anche in questo caso con molte contaminazioni. Protagonista del film è Anthony Bajon , già visto a Venezia nel 2022, sempre in divisa, in Athena, nel 2021 come figlio di Vincent Lindon in Un altro mondo di Stéphane Brizé e l’anno prima in Allons enfants di Giovanni Aloi e Andrea Barone

Alessandro De Simone

BESTIARI, ERBARI, LAPIDARI

Quando parliamo di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, parliamo di due fra i più anomali e radicali documentaristi italiani in circolazione. I loro film sono poemi visivi fatti di figure e luoghi sospesi tra storia, scienza e metafisica. Come l’aeroporto di Malpensa ne Il castello (2011, Premio speciale della giuria a Torino), o il poligono militare nella Sardegna di Materia oscura (2013). Col doc fuori competizione Bestiari, erbari, lapidari, D’Anolfi e Parenti tornano al Lido, dove erano stati in concorso con Spira Mirabilis (2016), meditazione su immortalità e rigenerazione attraverso l’acqua, l’aria, la terra, il fuoco e l’etere, e ad Orizzonti 2020 con Guerra e pace, che ripercorreva il rapporto tra cinema e conflitti armati. Stavolta, invece, i registi propongono un’enciclopedia tripartita fra animali, vegetali e pietre. Ma nel terzo capitolo, ha anticipato il Direttore della Mostra di Venezia Alberto Barbera, «l’emozioneprendeilsopravvento sull’approccio materico e distaccato». «Crediamo», dichiarano D’Anolfi e Parenti, «che il nostro compitosiaquellodi“re-inventare”unavisioneeunarappresentazionedelrealeecercaredi instaurare relazioni vitali fra gli elementi che compongono le inquadrature dell’opera. Così facendo, non cerchiamo il “reale”, ma la rappresentatività del reale e l’occasione per raccogliere i racconti, le storie, le riflessioni su noi umani. A ogni spettatore il compito di arricchire il film con il proprio bagagliodiesperienze,interessi,lettureovisionicinematografiche».

LOS AÑOS

NUEVOS

(Fuori concorsoserie)

Ana e Oscar hanno trent’anni, lui è intrappolato da un pessimo contratto medico e ha ancora una dipendenza dalla sua ex, lei senza compagno né lavoro, si sente persa e progetta di trasferirsi. Sembrano due vite ancora in cerca di una direzione, ma quando le loro strade si incrociano diventa difficile lasciare la città che fino a poco tempo prima sembrava invece l’unica via di fuga. Il tempo scorre in fretta e nel corso dei dieci anni successivi i due dovranno fare i conti con le decisioni che prenderanno. «Los años nuevos finisceperparlaredellavita,enon credodiesagerarequandodicochel’esperienzavisivaesonoracheavrannoglispettatoriguardando la serie assomiglierà molto alla contemplazione della vita e della crescita di due persone comuni –sottolinea il regista - È come guardare il riassunto dei nostri ultimi dieci anni di vita condensati in setteoreemezzadiriprese,conimomentichiave,lepartinoioseeleesperienzeindimenticabili» Tiziana Leone

Em.Bu.

PEDRO, JULIANNE & TILDA

«Fare un film completamente in inglese è stato come cominciare una nuova era e aveva bisogno di un veicolo adatto: in questo caso è stato il romanzo ‘What Are You Going Through’ di Sigrid Nunez. The Room Next Door è un film a favore dell’eutanasia: la Spagna è il quarto paese europeo ad avere una legge sull’eutanasia ma credo sia urgente che questa legge esista in tutto il mondo». (Pedro Almodóvar)

«Viviamo in un mondo pieno di pericoli, perché il cambiamento climatico non è uno scherzo. E non so quante dimostrazioni occorrano ancora per essere sicuri che sia reale. Il film parla di una donna agonizzante in un mondo che probabilmente è anch’esso agonizzante. Credo che l’unica soluzione, per quanto sembri pretenziosa, sia che ognuno, a partire da casa propria, si esprima contro tutto questo negazionismo. Dobbiamo fermare queste manifestazioni negazioniste perché il pianeta è in pericolo, ma potrebbe correre un pericolo molto più grande». (Almodóvar sui problemi del mondo)

«Nei film di Pedro Almodóvar c’è sempre forza vitale, si sente il battito del cuore, cosa significa essere vivi e avere un corpo. In questo film amo il modo in cui Pedro ritrae l’amicizia femminile tra due donne grandi, così poco rappresentata nei film. Non c’è alcun regista in grado di farlo come Pedro. La profondità autentica del loro rapporto mi ha commossa e si è riflessa sul rapporto tra me e Tilda. Ci siamo confidate tante cose, anche quelle più banali, come il semplice parlare di scarpe. Serve anche questo per avvicinarti ad una persona e capire chi sei». (Julianne Moore)

«In The Room Next Door affrontiamo il tema della morte, ma abbiamo parlato così tanto della vita che mi sembra che questo film parli della vita più di ogni altra cosa. Io non ho paura della morte, non l’ho mai avuta, penso che accettare il passaggio per certe persone sia difficile, ma per qualche motivo, per certe esperienze nella mia vita, ho preso coscienza della morte presto. In ogni caso il viaggio di “transizione” verso la morte richiede molta autodeterminazione e questo film è davvero un trionfo. Martha ha un tale senso di avventura e di celebrazione della vita: la fede nell’evoluzione è il vero cuore del film». (Tilda Swinton)

ACCORSI: “NON ABBIATE PAURA DI ESSERE SCORRETTI”

L’ATTORE PROTAGONISTA DI UN’AFFOLLATA MASTERCLASS ALLA CAMPARI LOUNGE

Ha conquistato tutti Stefano Accorsi nella Masterclass che ieri ha tenuto alla Lounge Campari , ha scherzato e dispensato consigli ai giovani attori intervenuti per ascoltarlo. «Cercate sempre la vostra voce, perché è l’unico modo di essere protagonisti», ha sottolineato l’attore che nel suo curriculum ha anche la sceneggiatura di una trilogia, 1992, 1993, 1994, la serie Sky sul periodo politico legato a Tangentopoli. «In quegli anni non arrivavano i progetti che desideravo dall’Italia, in Francia lavoravo, ma non ero soddisfatto, così ho iniziato a scrivere un soggetto di una serie che indagava il mondo della politica – ha raccontato l’attore – Era nata come un biopic su Berlusconi, ma all’epoca era primo ministro e mi consigliarono di cambiare, così ho inserito nel racconto personaggi finti accanto a quelli veri». Mai ha pensato di smettere. «Ho avuto momenti in cui tutti ti chiamano perché sei un genio e altri in cui non ti chiamano perché sei un coglione – ha scherzato – Ma non ho mai pensato di smettere». Conciliare carriera e amore si può «sono sempre tornato a casa ogni fine settimana, anche quando non avevo ancora i figli» e cosa fondamentale in un mestiere in cui «non bisogna avere paura di essere scorretti» è mantenere «sempre un piede nella realtà». Tiziana Leone

LA FRASE del giorno

«C’è solo una cosa su cui non puoi avere il controllo: l’ispirazione»

Peter Weir

spettatori, il valore del volontariato nei progetti di promozione cinematografica

FESTA PER PETER WEIR IN SALA GRANDE

Si è trasformata in un appassionato (e grato) omaggio del pubblico presente in Sala grande (con larga prevalenza di giovani) la cerimonia di consegna del Leone d’oro alla carriera a Peter Weir. L’autore di Picnic ad Hanging Rock, Witness, L’attimo fuggente, Truman Show e di tanti altri film entrati nella storia del cinema è stato più volte lungamente applaudito dai presenti, mentre è toccato ad Ethan Hawke, tra i protagonisti de L’attimo fuggente, il compito di una laudatio conclusasi con le stesse parole della celebre scena del film con Robin Williams, “Capitano, mio capitano..”, mentre in sala e sul palco l’emozione si mescolava alla commozione, come se la magia di tanti film del grande regista australiano fosse sbucata dallo schermo in cui era appena stato proiettato un montaggio delle sue scene celebri per avvolgere la Sala grande. A premiare Weir, prima della proiezione del suo Master and Commander, il direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera e il presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco. Al mattino Hawke era stato protagonista nella Match Point Arena di una affollatissima Conversazione del ciclo voluto da Biennale e Cartier. n

A NANNI MORETTI IL PREMIO BIANCHI 2024

A Venezia 81 è stata (anche) la giornata di Nanni Moretti, cui è andato il 47° Premio Bianchi, assegnato dai Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) d’intesa con la Biennale per celebrare l’eccellenza di una personalità del cinema italiano. La consegna del riconoscimento, alla presenza del direttore della Mostra Alberto Barbera e della presidente SNGCI Laura Delli Colli, si è tenuta in Sala Corinto, dove è stato proiettato il cult del regista-attore Ecce Bombo , restaurato dal CSC – Cineteca Nazionale e vincitore, all’uscita, del Nastro d’argento al miglior soggetto originale. Moretti, ha ricordato Delli Colli, fu definito allora «il poeta più intelligente e sottile, più affettuoso e disincantato, più ironico e malinconico di quel tempo. Una definizione che resta, con l’impegno, il talento, l’originalità e soprattutto la coerenza di un autore che è riuscito, nel suo personalissimo stile, “a raccontare una generazione, con i suoi desideri, i suoi inciampi e le sue paure”. Ed è per questo che la stampacinematograficaquest’annogliesprimeaVeneziailsuoaffettuosograzie». n

LA CAMPANIA FUCìNA DEL CINEMA ITALIANO

Portobello di Marco Bellocchio sul caso Tortora, il film tv Rai Champagne – Peppino Di Capri di Cinzia TH Torrini, Roberta Mente notaio in Sorrento di Vincenzo Pirrotta: sono alcune delle prossime produzioni sostenute dalla Film Commission Regione Campania, che a Venezia presenta 6 opere alla Mostra. «Mi piace ricordare che erano “napoletani” due degli ultimi tre film selezionati per rappresentare l’Italia agli Oscar (È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Nostalgia di Mario Martone), entrambi supportati e finanziati nella loro realizzazione da noi», dichiara Titta Fiore, presidente della Film Commission. Nell’incontro il direttore Maurizio Gemma ha sottolineato che «l’intensità del nostro contributo corrisponde al doppio di quello di regioni come il Lazio e l’Emilia Romagna:dal2017sonostatistanziati70milioniperoltre700opere.Ilnostrosistemadiaccoglienzae facilitazionedellaproduzioneaudiovisivaadessoriverberainLagunaisuoibeneficieffetti».

Ore 9.30. SPAZIO INCONTRI Hotel Excelsior Final Cut in Venice. I 7 progetti selezionati avranno la possibilità di trovare finanziamenti durante incontri one-to-one in un’area dedicata all’Hotel Excelsior.

Ore 9.45. SPAZIO INCONTRI. La Regola del Gioco. Incontro promosso da 100autori, AIDAC, ANAC, e WGI, nell’ambito della XXI edizione delle Giornate degli Autori con il sostegno di SIAE.

Ore 10.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 1. Presentazione degli eventi dell’esercizio cinematografico: ANEC giornate professionali del cinema di Sorrento, FICE incontri del cinema d’essai Lucca, ACEC evento Sale della comunità. Ore 10.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 2. Presentazione del cortometraggio Medley di Alessandro D’Ambrosi e Santa De Santis. Promosso dalla Polizia di Stato. Ore 11.00. LA VILLA. Si parla del film Il costruttore di sogni con Banca Mediolanum e l’incontro tra la vicepresidente Sara Doris e la community di Giffoni. Ore 11.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 2. Fra autori e

Ore 11.30. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 1. Consegna premio Gina Lollobrigida. Ci saranno il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, Chiara Sbarigia, Pietrangelo Buttafuoco, Claudia Piaserico. Modera Cristina Battocletti. Ore 12.45. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 1. Cinema e sostenibilità. L’industria del cinema e dell’audiovisivo di fronte alla sfida della sostenibilità. A cura di ANICA Academy. Ore 14.00. SPAZIO INCONTRI. Seminario sulla parità di genere e l’inclusione nell’industria del cinema. Organizzato da La Biennale di Venezia, Eurimages e Women in Film, Television & Media Italy.

Ore 14.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 1. Presentazione del bando delle produzioni per il 2024. Promosso dalla Calabria film commission. Ore 14.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 2. Presentazione del 13° International Tour Film Festival di Civita.

Ore 15.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 2. Presentazione del programma del Festival MISFF 2024 promosso da associazione Montecatini cinema APS.

Ore 15.00. SALA LAGUNA. Premio Le vie dell’imma-

gine a Marjane Satrapi. L’autrice iraniana si racconta al pubblico nell’ambito del premio per le arti della visione conferito da Cinematografo, Giornate degli Autori e NABA, Nuova Accademia di Belle Arti. Prenotazione obbligatoria. Ore 15.00. LA VILLA. Presentazione del progetto vincitore del contest Record in your mind per il nuovo spot antipirateria. Un’idea nata dal confronto tra Massimo Russo (CEO di Control Cine Service Italia) e Marco Spagnoli che modererà l’incontro.

Ore 16.00.ITALIAN PAV. Tropicana 2. Presentazione del secondo Tropea Film Festival, quest’anno dedicato a Marcello Mastroianni. Diretto da Emanuele Bertucci si svolgerà dall’8 al 14 settembre. Tra gli ospiti, Madalina Ghenea, Anton Giulio Grande. Presidente di Giuria Mimmo Calopresti Ore 17.00. SPAZIO INCONTRI. Final Cut in Venice. Cerimonia di premiazione. Ore 17.00. LA VILLA. Fest of Creators, in partnership con Rai Cinema e Giffoni Innovation Hub. Protagonisti, 11 tra i più noti content creator del mondo del cinema.

Ore 17.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 1. Consegna del premio Women in Cinema Award

Ore 17.00. REEF BEACH BAR. Il dopo cinema di Cosmopolitan. Ospiti: Silvia D’amico, Alex Di Giorgio, Ludovica Ragazzo, il cast di Young Blood, Madalina Ghenea. Ore 17.10. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 2. Gold Vicenza. L’arte orafa di Vicenza, promosso da Ondamovie. Ore 17.30. CASA DEGLI AUTORI. Incontri. Conversazioni sul ruolo dell’Intimacy Coordinator a cura di Federica Illuminati e Atelier Illuminati. Ingresso libero. Ore 17.30. LA VILLA. ITA Airways e Gen-Z premiano il progetto Diari di Volo. Sguardi dal Futuro dedicato ai giovani screenwriter. Ore 17.45. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 1. Incontro sul tema 50 anni di UNICEF in Italia Ore 18.30. GIARDINI DI VILLA INES. Anteprima del trailer del film XX secoli di secondi. Con: Gessica Notaro, Carlo Tedeschi, Clelia Parisi. Ore 22.00. SINA CENTURION PALACE, VENEZIA. 20ª edizione del premio Diva e Donna

Moran

per Georgina Rodriguez,
Atias, Gianluca Cerasola, Alessia Orro, Vittoria Schisano, Gessica Notaro, Anna Falchi , Simona Branchetti.
Oscar Cosulich

LIDO LAND

CORTINAMETRAGGIO COMPIE 20 ANNI

«Siamo ai 20 anni di festival, che ormai rappresenta un momento di confronto tra i giovani esordienti del cinema», ha esordito ieri Maddalena Mayneri fondatrice e presidente di Cortinametraggio durante la presentazione insieme al direttore artistico Niccolò Gentili e al presentatore Roberto Ciufoli della nuova edizione dal 17 al 23 marzo prossimo a Cortina d’Ampezzo. Volto del 2025: la giovane Barbara Venturato (L’Italia chiamò di Luca Lucini e Rido perché ti amo di Paolo Ruffini). L’obiettivo: scoprire e valorizzare i nuovi volti del cinema attraverso il meglio della cinematografia breve italiana. Tra le novità: il bando di partecipazione (dal 9 settembre su Filmfreeway) e la sezione internazionale dedicata al cinema portoghese. Alessandra Farro

DOMANI L’ULTIMO LEOPARDI, GIRATO ANCHE IN PUGLIA

ALLE 19 L’ULTIMA ANTEPRIMA DELLA MINISERIE DI SERGIO RUBINI, REALIZZATA CON LA APULIA FILM COMMISSION

Domani alle 19 in Sala Astra 2, ultima occasione per godere in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia della miniserie Leopardi. il poeta dell’infinito, di Sergio Rubini, prodotta da RaiCom, inserita fuori concorso nella Selezione ufficiale e attesa poi su Raiuno il 16 e 17 dicembre. La storia di uno dei più grandi poeti della nostra letteratura e ambientata nelle Marche, a Roma e a Napoli, ma in realtà contiene anche importanti “porzioni” di Puglia. Il sostegno dell’Apulia Film Fund di Regione Puglia e Apulia Film Commission, infatti, ha consentito di ricostruire a Taranto vecchia e Martina Franca alcune sequenze ambientate a Napoli. La residenza di Antonio Ranieri, amico di Leopardi, è stata ricostruita nel Museo Civico Romanazzi Carducci di Putignano (Bari), alcune scene sono girate sulla spiaggia di Vignanotica (Foggia) e due tipografie, nella storia situate a Firenze e Milano, sono state ricostruite nella Tipografia Portoghese di Altamura (Bari). L’operazione è realizzata nell’ambito dell’intervento  Promuovere il Cinema 2024, finanziato dalla Regione Puglia e realizzato dalla Fondazione Apulia Film Commission, a valere su risorse POC Puglia 204-2020, Azione 6.7. I protagonisti della storia sono Leonardo Maltese, Cristiano Caccamo, Giusy Buscemi, Valentina Cervi, Fausto Russo Alesi, Bruno Orlando, Serena Iansiti, Maria Vittoria Dallasta, Andrea Pennacchi, Roberta Lista, Alessandro Preziosi, Alessio Boni.

La giornata di The Room Next Door

A sinistra Pedro Almodóvar con i protagonisti del film. In basso a sinistra, Julianne Moore e Tilda Swinton

AL LIDO con STEFANO DISEGNI

A destra, l’olimpionica di Parigi 2024, Alice D’Amato

In basso, Stefano Accorsi

DIVE & MADRINE PER CELEBRARE “L’ETERNO FEMMININO”

LA MOSTRA DI CINECITTÀ E MIC AFFIANCA LE STAR DEL PASSATO ALLE PROTAGONISTE DI OGGI

«Come un cane in chiesa, nell’apoteosi del cinema, mi permetto di parlare di teatro. La drammaturgia e la capacità attoriale delle Dive qui rappresentatedimostranolaloropotenzaebellezza,unamanifestazione del divino contenuto nell’etimo stesso del loro nome e per questo ricordo qui Carmelo Bene quando, citando Shakespeare, diceva: “Piano, toccatela piano perché fu donna”»: il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco ha aperto così la mostra Dive & Madrine a cura di Lucia Borgonzoni e Chiara Sbarigia, in esposizione fino al 7 settembre nella hall dell’Hotel Excelsior. Presenti l’autore delle fotografie Uli Weber e le madrine Sveva Alviti, Sonia Bergamasco, Anna Foglietta, Rocio Morales, Caterina Murino, Vittoria Puccini e Kasia Smutniak

In quest’esposizione, organizzata da Ministero della Cultura e Archivio Luce Cinecittà, si scopre la storia del nostro cinema attraverso le immagini di otto dive del passato in scatti da vari archivi (tra cui il Luce), affiancate e reinterpretate da otto attrici contemporanee

DA VENEZIA A TORINO IL CINEMA INCONTRA I VIDEOGAME

(madrine di passate edizioni della Mostra del Cinema), vestite da maison italiane nelle foto scattate a Cinecittà da Uli Weber, celebrando il Made in Italy fra moda, costume

Troviamo così Silvana Mangano reinterpretata da Kasia Smutniak; Sophia Loren evocata da Caterina Murino; Sonia Bergamasco come Alida Valli, Stefania Sandrelli/Rocio Morales; Claudia Cardinale/ Serena Rossi; Virna Lisi/Vittoria Puccini; Mariangela Melato/Anna Foglietta fino ad arrivare a Monica Vitti/Sveva Alviti, che dice «di lei mi sono riconosciuta nell’incomunicabilità,comeselamacchinafotograficamidessefastidio»

IWONDER LANCIA THESUBSTANCE

Dalla nuova sperimentazione di Harmoky Korine in Baby Invasion alla rivisitazione immersiva del celebre Riven, Venezia 81 ci parla del rapporto sempre più stretto tra film e mondo videoludico. Non è un caso allora che il Museo Nazionale del Cinema di Torino (in collaborazione con l’Università) abbia aperto Video Game Zone, area permanente dedicata al videogioco nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana. Un modo per aprirsi a «nuovi linguaggi che possano dialogare in manieratrasversale», afferma il presidente del Museo Enzo Ghigo, mentre il direttore Domenico De Gaetano, curatore dello spazio con Fabio Viola, sottolinea come tra i due media «le intersezioni e le influenze reciproche sono innumerevoli e sempre più evidenti». L’area include proiezioni di film e serie legati al gaming, materiali come trailer e making of dei giochi e molto altro. Una selezione di contenuti è disponibile anche sulla piattaforma streaming del Museo, InTO Cinema n

A VENEZIA 81 L’INTELLIGENZA

ARTIFICIALE DAL CUORE UMANO

IL REPLY AI FILM FESTIVAL OSPITATO DA MASTERCARD PROPONE UN CONCORSO DI CORTI REALIZZATI CON L’AI DI BIRGIT KRUEGER

Al party di IWONDERFULL c’erano anche la presidente dei Giornalisti cinematografici (SNGCI) Laura Delli Colli e il direttore di Ciak Flavio Natalia, nella foto insieme ad Andrea Romeo, fondatore e CEO di IWONDER.

Oltre mille cortometraggi da più di 59 paesi tra cui: USA, Regno Unito, Italia, Germania, Spagna, Francia Brasile, Cina, India e Corea, si sono iscritti al Reply AI Film Festival, prima competizione internazionale ideata da Reply aperta a tutti i creativi che abbiano realizzato un cortometraggio utilizzando nuove tecnologie e strumenti di Intelligenza Artificiale. I vincitori della prima edizione del concorso saranno premiati oggi nell’evento finale dell’iniziativa, che si terrà il 3 settembre, ospitato da Mastercard, presso la lounge Priceless dell’Hotel Excelsior a Venezia. Al contest hanno preso parte artisti AI, registi, scrittori, animatori, artisti VFX e semplici appassionati. Dagli oltre 1000 film iscritti sono stati selezionati 12 cortometraggi sviluppati intorno al tema Synthetic Stories, Human Hearts, i finalisti sono quelli che hanno maggiormente valorizzato l’incontro tra il talento umano e la tecnologia. Questo 12 finalisti avranno la possibilità di partecipare all’evento ospitato a Venezia da Mastercard, sponsor del Festival da sempre vicino al mondo del cinema per connettere appassionati, interpreti e nuovi talenti alla loro passione per la settima arte. L’evento è l’occasione in cui la giuria internazionale, composta da Adam Kulick, Caleb & Shelby Ward, Denise Negri, Filippo Rizzante, dal nostro direttore Flavio Natalia, Julien Vallée & Eve Duhamel, Monica Riccioni, Paul Trillo e Rob Minkoff, annuncerà i tre vincitori assoluti del concorso. «SiamoentusiastidiospitareaVenezial’eventodipremiazionedelReplyAIFilmFestival,unaspeciale

occasionededicataagiovanitalentidelcinemachepotrannoaccrescereleopportunitàdiconfrontoe connessione», ha dichiarato Luca Fiumarella, Head of Marketing Italia di Mastercard «Da sempre Mastercard è vicino al mondo del cinema con il triplice obiettivo di avvicinare gli appassionati a questaarte,supportareigiovanitalentiperchépossanoesprimerealmeglioilloropotenzialee,infine, continuareamettereadisposizioneinnovazioneetecnologiepiùall’avanguardiaintuttiisettori,siano essilegatialbusinessoallepassioni,perabilitareunasocietàpiùinclusivaesostenibile»

«IlReplyAIFilmFestivalnonèsolounacompetizionepervalorizzarel’innovazioneelacreatività,ma èancheun’opportunitàperigiovanitalentidiimmergersinellenuovetecnologie,acquisirecompetenze avanzate e dare vita a nuove narrative. Come le Reply Challenges, un programma di competizioni tecnologiche e creative, anche il Reply AI Film Festival testimonia l’impegno di Reply nell’abilitare modelli formativi innovativi, capaci di coinvolgere le nuove generazioni», ha commentato Filippo Rizzante, CTO di Reply «Ifinalistiselezionatisonol’esempiodelfortedesideriononsolodiraccontare, ma anche di sperimentare nuove tecnologie nel campo cinematografico. L’evento di premiazione sarà una vetrina dell’innovazione e della capacità della tecnologia di attivare nuovi scenari creativi, più accessibili e sostenibili» n

Oscar Cosulich

ALLA SIC UN VIETNAM MAGICO E LIRICO

DON’T CRY, BUTTERFLY

Mu’a trên cánh bu’ó m, Vietnam/Singapore/Filippine/Indonesia, 2024. Regia Du’o’ong Diê . u Linh Interpreti Lê Tú Oanh, Nguyên Nam Linh, Lê Vu˜ Long. Durata 1h e 37’.

SIC – Concorso - prima mondiale

Alla 39ª Settimana Internazionale della Critica c’è anche il Vietnam, con l’opera prima di Du’o’ong Diêu Linh Don’t Cry, Butterfly, che la Direttrice artistica e Delegata Generale della SIC Beatrice Fiorentino descrive come «un film visionario, una storia familiare dal sapore dolceamaro ambientata tra mura domestiche che si fanno potente metafora della società». Con due protagoniste femminili, Tam e sua figlia Ha: la prima, scoperto che il marito la tradisce, si rivolge a un’esperta di riti magici nella speranza di riconquistarlo, l’altra sogna un futuro migliore all’estero. Ma nella casa c’è anche un misterioso spirito visibile solo alle donne. Prosegue anche la competizione di SIC@SIC, col corto Billiilcowboy di Fede Gianni.

POSSIBILITY OF PARADISE

T.O. Mogućnost raja, Serbia/Svezia, 2024. Regia Mladen Kovačević. Con Ivana Sahami, Dino Magnatta, Ling Lai, Shinta Sukmawati. Durata 1h e 15’.

GdA – Eventi Speciali 2024 - prima mondiale Alcuni scolari che vivono su un’isola aspettando che la pioggia cessi, un imprenditore che tenta di costruire un resort nella giungla, un’ex pubblicitaria impegnata in un affare per la sua nuova villa. Sono solo alcuni dei personaggi di Possibility of Paradise (tra gli Eventi speciali fuori concorso delle 21me Giornate degli Autori), scritto e diretto dal serbo Mladen Kovačević (pluripremiato con i suoi precedenti lavori, tra cui Unplugged, 4 Years in 10 Minutes e Another Spring). «L’ambientazione del film», spiega il regista, «ricorda volutamente un’isola collinare con il giardino dell’Eden sulla sua cima. Tuttavia, ornata di palme e occupata da stranieri, questa specie di paradiso richiama l’immaginario coloniale; l’antica ricerca di Dio,dell’oroedellagloriaèoradiventatauna richiesta di felicità».

Emanuele Bucci

in Mostra

Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web), Tiziana Leone - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Vania Amitrano, Giulia Bianconi, Mattia Pasquini - Foto: Maurizio D’Avanzo - Stampa: CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it.

SEYDOU TORNA AL LIDO E SOGNA DA CALCIATORE

Anche se ha vinto il Premio Marcello Mastroianni a Venezia 2023 con Io capitano, Seydou Sarr sogna da sempre di diventare un calciatore, come racconta in Seydou–Il sogno non ha colore di Simone Aleandri, doc (domani su Rai 3 e poi RaiPlay) testimonial della campagna  Keep racism out della  Lega Serie A contro il razzismo, presentato alle  Giornate degli Autori nella sezione Confronti, insieme agli ad Paolo Del Brocco (Rai Cinema) Gianluca Cannizzo (Wonder Project) e  Luigi De Siervo della Lega Serie A col presidente  Lorenzo Casi «Sono contento di essere di nuovo qui dopo aver partecipato col film che mi hacambiatolavita – racconta Sarr – e chemihafattocresceretantoescoprire cose che non conoscevo. Garrone è un padre per me. Quando Del Brocco mihapropostodigirareildocumentariohoaccettatosubito,giàemozionato». Alessandra Farro

Emanuele Bucci

TAXI MONAMOUR

2024, Regia Ciro De

GIORNATE DEGLI AUTORI – CONCORSO 2024Dopo il successo di Giulia, presentato nel 2021 alle Giornate degli Autori, il regista Ciro De Caro (SpaghettiStory, 2013) e Rosa Palasciano, candidata come miglior interprete nel 2023 sia ai David di Donatello che ai Nastri d’argento, sono tornati insieme in Taxi Monamour, film ora in concorso nella stessa rassegna. Scritto a quattro mani da De Caro e Palasciano, il film racconta «la storia dell’incontro e di un addio tra due donne molto diverse, che però scoprono di avere un bisogno comune». Rosa Palasciano interpreta Anna, che, mentre si trova ad affrontare in solitudine la propria malattia, incontra Cristi (Yeva Sai), una ragazza ucraina in fuga dalla guerra. «Sono due donne che si rendono conto di avere il sacrosanto diritto di fare della propria vita quello chevogliono», spiega De Caro. Vania Amitrano

GUERRE STELLARI

Italia,
Caro Con Rosa Palasciano, Yeva Sai Valerio Di Benedetto, Ivan Castiglione, Matteo Quinzi, Taras Synyshyn, Halyna Havryliv, Laurentina Guidotti Durata 113’

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.