DAILY#9 81. Mostra del Cinema di Venezia - 5Sept2024 Venews+Ciak

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Reality breaks into film in a million different shapes. Let’s start with an Out of Competition feature, an ‘unauthorized’ documentary by Russian-Canadian filmmaker Anastasia Trofimova. Her Russians at War about the current war in Ukraine seeks to steer clear of propaganda on either side, focusing instead on Russian soldiers’ bewilderment and disillusionment. From neighbouring Georgia comes filmmaker Dea Kulumbegashvili, who participates in the main Competition with her film April, the story of an abortionist midwife who defies law for humanitarian reasons. Iddu by Fabio Grassadonia and Antonio Piazza, starring Elio Germano, Toni Servillo and Barbora Bobulova, is about real-life Mafia gangster Matteo Messina Denaro, a thirty-year fugitive who evaded capture until eight months before his eventual death. Also in the main Competition is the first Singaporean film at the VFF: Stranger Eyes by Siew Hua Yeo, a meta-linguistic thriller on truth, appearance, and looks. In the Orizzonti section, we’ll have the short film line-up as well as stories of women facing difficult, dangerous choices: South African film Carissa by Jason Jacobs and Devon Delmar, Tunisian film Aïcha by Mehdi Barsaoui, and Iranian movie Shahed (The Witness) by Nader Saeivar In the International Film Critics’ Week programme, we shall see Perfumed with Mint by Muhammed Hamdy, a story about phantasms and obsession. In the Venice Days programme, Sugar Island, a film on a woman’s right to survive between magic and reality.

Idi Roberto Pugliese

rrompe la realtà, nelle sue varie forme. A cominciare, fuori gara, dal doc “non autorizzato” della moscovita Anastasia Trofimova Russians at War, ovvero la guerra tra Russia e Ucraina testimoniata al netto delle rispettive propagande, indagando sul fronte russo la disillusione e lo smarrimento dei soldati di Putin. Dalla vicina Georgia (in Concorso) proviene poi Dea Kulumbegashvili, acclamata a San Sebastian nel 2020 con Beginning, con April, storia di un’ostetrica che in un ospedale di campagna pratica aborti sfidando la legge per ragioni umanitarie. Alla latitanza di Matteo Messina Denaro si ispira invece Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (lanciati alla Semaine di Cannes nel 2013 con Salvo), protagonista il camaleontico Elio Germano con Toni Servillo e Barbora Bobulova, mentre – sempre in competizione – la prima volta a Venezia di Singapore si celebra con Stranger Eyes di Siew Hua Yeo, thriller metalinguistico su verità, apparenza e sguardo. In Orizzonti, oltre ai corti, ancora storie di donne alle prese con scelte difficili e pericolose, sia nel sudafricano Carissa di Jason Jacobs e Devon Delmar, che in Aïcha del tunisino Mehdi Barsaoui e Shahed (The Witness) dell’iraniano Nader Saeivar – in Orizzonti Extra – altro thriller a sfondo politico. Per SIC, dall’Egitto arriva invece Perfumed with Mint di Muhammed Hamdy, storia di fantasmi e ossessioni personali. Nelle Giornate degli Autori ancora donne in lotta per il diritto a sopravvivere tra realtà e magia con la giovanissima madre di Sugar Island della caraibica Johanné Gómez Terrero e (eventi speciale) l’anziana transgender di Alma del desierto della colombiana Mónica Taboada Tapia

8.30 Sala Grande

VENEZIA 81 press - industry STRANGER EYES

Siew Hua Yeo (126’)

v.o. cinese mandarino st. italiano/inglese

8.45 Sala Darsena

VENEZIA 81 press - industry

IDDU (SICILIAN LETTERS)

Fabio Grassadonia, Antonio Piazza (131’)

v.o. italiano, dialetto siciliano st. italiano/inglese

8.45 Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC FILM DI CHIUSURA press - industry DOMENICA SERA (SUNDAY NIGHT)

Matteo Tortone (16’)

v.o. italiano st. inglese

LITTLE JAFFNA

Lawrence Valin (100’)

v.o. francese, tamil st. italiano/inglese

9.00 PalaBiennale

VENEZIA 81 tutti gli accrediti

DIVA FUTURA

Giulia Louise Steirgerwalt (128’)

v.o. italiano, ungherese st. inglese/italiano

9.00 Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA

pubblico - tutti gli accrediti

AL BAHS AN MANFAZ L KHOROUG AL SAYED RAMBO (SEEKING HAVEN FOR MR. RAMBO)

Khaled Mansour (100’)

v.o. arabo st. italiano/inglese

9.00 Sala Casinò

FUORI CONCORSO - SERIES press - industry

M - IL FIGLIO DEL SECOLO 1-4 (M - SON OF THE CENTURY)

Joe Wright (212’)

v.o. italiano st. inglese/italiano

9.00 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI press - industry CONSTEL·LACIÓ PORTABELLA (PORTABELLA CONSTELLATION)

Claudio Zulian (88’)

v.o. catalano, spagnolo st. italiano/inglese

9.00 Sala Astra 1

FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti TWST / THINGS WE SAID TODAY

Andrei Ujica˘ (86’) v.o. inglese, francese, tedesco st. italiano/inglese

9.00 Sala Astra 2

FUORI CONCORSO - SERIES pubblico 14+ - tutti gli accrediti LOS AÑOS NUEVOS 6-10 (THE NEW YEARS)

Rodrigo Sorogoyen, Sara Cano, Paula Fabra (225’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

11.00 Sala Grande

VENEZIA 81 press - industry

IDDU (SICILIAN LETTERS)

Fabio Grassadonia, Antonio Piazza (131’) v.o. italiano, dialetto siciliano st. italiano/inglese

11.00 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti

MANJI (ALL MIXED UP)

Yasuzô Masumura (90’) v.o. giapponese st. italiano/inglese

11.00 Sala Astra 1

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti LES FLOCONS D’OR (GOLDFLAKES)

Werner Schroeter (164’)

v.o. spagnolo, francese, tedesco st. italiano/inglese

press conferences palazzo del casinò

11.30 RUSSIANS AT WAR (Fuori Concorso)

12.10 APRIL (Venezia 81)

12.50 M - IL FIGLIO DEL SECOLO (1- 4) (Fuori Concorso – Series)

13.30 IDDU (SICILIAN LETTERS) (Venezia 81)

14.10 STRANGER EYES (Venezia 81)

intervista

Nel ruolo di Presidente di Giuria

Opera Prima è stata una scelta rivendicata con orgoglio da Alberto Barbera, che ne ha elogiato lo sguardo competente, intelligente e libero, lontano dai sentieri dell’omologazione critica sempre più diffusa. Lo abbiamo intervistato per discutere del cinema presente e soprattutto futuro, tra solide convinzioni e forti auspici.

Da Presidente della Giuria Opera Prima, che premia il miglior lungometraggio d’esordio presente nelle diverse sezioni della Mostra, ci può illustrare le regole che detta giuria si è data per funzionare al meglio?

La Giuria Opera Prima valuta, per l’appunto, le opere prime di tutte le sezioni del festival: Concorso (anche se quest’anno non c’è nessuna opera prima), Orizzonti, Orizzonti Extra, Settimana della Critica, Giornate degli Autori, per un totale di una ventina di film, suddivisi in una media di tre al giorno. Non li analizziamo subito dopo la visione, lasciandoli decantare qualche giorno. Ci siamo dati tre momenti di incontro e confronto prima della riunione finale decisiva. Di riunione in riunione analizziamo ogni opera e mettiamo da parte quelle che ci sembrano meritevoli di una considerazione ulteriore. Tenga conto che, a differenza delle altre che hanno a disposizione un rilevante numero di premi, la nostra giuria assegna un premio ‘secco’ che prevede l’assegnazione di 100.000 dollari. Il criterio di base che ci siamo dati è che il nostro compito non è tanto quello di delineare una cartografia dell’esistente, quanto quello di semplicemente premiare i possibili talenti del futuro. Non ci basta, insomma, la nobiltà dei contenuti: vogliamo visioni di un cinema futuro.

Confrontiamo l’opera prima di cinquant’anni fa di Nanni Moretti, Io

past conferences

sono un autarchico, con le opere prime di oggi, come, ad esempio, Aftersun, della giovane regista scozzese Charlotte Wells, o April, di Dea Kulumbegashvili. Sono due maniere opposte di concepire un’opera d’esordio, dato che quelle di oggi nascono già come film perfetti, in perfetto auto-controllo, senza nessun difetto di gioventù. Cosa è cambiato in questi cinque decenni? Possiamo studiare l’opera prima come fosse un genere che si modifica nel tempo, oppure è solo il prodotto individuale di un talento individuale?

L’opera prima è modellizzabile in base al momento storico, soprattutto per quel che riguarda i meccanismi produttivi. Le opere prime di qualche decennio fa, quando il cinema era meno assistito, potevano osare l’indipendenza con più determinazione di quanto possa avvenire oggi. Le problematiche oggi connesse alla produzione di un film, ricerca delle risorse economiche in primis, sono così complesse da spingere i debuttanti a cercare subito per i propri lavori una forma compiuta. Per quanto riguarda il mio gusto personale, se debbo scegliere tra un compito ben fatto ma che percorre strade già battute e un’opera prima imperfetta ma di grande talento, sceglierò sempre la seconda.

Se andiamo a vedere l’età dei recenti vincitori del Premio Opera Prima vediamo che comunque si tratta di autori che hanno compiuto i quarant’anni. Possiamo tranquillamente affermare che a quarant’anni nel cinema si è oggi ancora giovani?

GIURIA OPERA PRIMA

Gianni Canova

Presidente Critico cinematografico (Italia) La figura di Gianni Canova esprime al meglio l’ardua traiettoria che, partendo da una passione totalizzante per il cinema, riesce talvolta a realizzare - attraverso opportunità prese al volo, azzardi rischiosi, visione manageriale del mondo - una vera e propria avventura professionale dai molteplici interessi e da alcune cadute. Avendo sempre il cinema come patrimonio culturale, ma affrontandolo nella affascinante versatilità delle sue numerose declinazioni, Gianni Canova ha fondato riviste, curato mostre, insegnato cinema, scritto libri, presentato film in tv. Da ultimo, nel 2018, è stato nominato rettore dello IULM a Milano, primo docente di cinema a diventare rettore universitario.

Ricky D’Ambrose

Sceneggiatore e regista (USA)

Giovane regista indipendente americano, il suo secondo film, The Cathedral, prodotto da Biennale College Cinema, racconta attraverso l’album di famiglia vent’anni di vita del giovane Jesse. Cartoline, fotografie, lettere, ricordi: è la storia raccontata attraverso le memorie familiari, come fa Annie Ernaux coi suoi libri, come ha fatto Catarina Vasconcelos col suo film La metamorfosi degli uccelli

Bárbara Paz

Regista, artista visiva, attrice e produttrice (Brasile)

Attrice, produttrice, regista brasiliana. Il suo doc Babenco, Tell Me When I Die, focalizzato sull’ultimo periodo di vita del marito, il regista Hector Babenco, è stato premiato alla Mostra del Cinema nel 2019. Artista talentuosa e multidisciplinare, ha vinto la prima edizione del reality show carioca Casa das artistas

Taylor Russell

Attrice e regista (Canada)

Anche l’attrice canadese è stata iniziata al successo al Lido, vincendo la Coppa Mastroianni grazie alla sua interpretazione nel film di Guadagnino Bones and All Ma prima aveva recitato una parte in Waves-Le onde della vita di Trey Edward Shults, che inspiegabilmente mi ostino a ritenere un capolavoro.

Jacob Wong

Curatore di festival e direttore di mercati cinematografici (Cina)

Grande conoscitore del cinema del Far East. Ha co-prodotto lavori di grandissimi registi come Jia Zhangke, Tsai Ming Liang, Mohammad Makhmalbaf, ed è delegato della Berlinale per il cinema cinese.

Non è mai una questione anagrafica, l’anagrafe è sempre una questione mentale. Certo, è vero che il cinema, anche quello italiano, nel suo periodo più intenso aveva una politica che facilitava... CONTINUA...

We had to find every day what was the truth, what was the honest moment

Lady Gaga

Director's cuts

Newcomers

I would like the public to understand the importance of the presence of twelve debuting directors in the Competition section out of twentyone titles. It is important to see Siew Hua Yeo alongside Guadagnino, Dea Kulumbegashvili in the same section as Almodóvar, or even a work like Vermiglio by Maura Delpero at close quarters with a Todd Phillips. This is the beauty of cinema.

SEGUE A P. 8
Michael Polansky and Lady Gaga © Lexus Italia
La Biennale di Venezia - Foto ASAC © Andrea Avezzù

Italia, Arabia Saudita, Qatar, 123’)

Aya è una giovane donna quasi trentenne che vive a Tozeur, una piccola cittadina nel sud della Tunisia, senza prospettive future. Un giorno, il minivan con cui si reca al lavoro ogni giorno ha un incidente. Poiché è l’unica sopravvissuta, decide di cogliere l’occasione per sparire e cominciare una nuova vita nella capitale Tunisi. La sua nuova identità viene però compromessa quando diventa testimone di un errore della polizia. Nato nel 1984, Mehdi Barsaoui si è diplomato all’Istituto Superiore di Arti Multimediali di Tunisi, per poi trasferirsi in Italia, dove ha completato gli studi al DAMS di Bologna. I suoi cortometraggi Sideways (2010), Bobby (2014) e We Are Just Fine Like This (2016) sono stati selezionati da diversi festival internazionali, vincendo numerosi premi. Nel 2019, Barsaoui ha partecipato alla Mostra del Cinema di Venezia esordendo con il suo primo film, Un figlio Maria Casadei

intervista

In Aïcha, come in Un fils, la questione dell’identità è centrale. Cosa la spinge a esplorare questa tematica?

Nei miei film cerco semplicemente di mostrare la situazione attuale del mondo arabo, in particolare della Tunisia, e di capire cosa ci rende ciò che siamo. La Tunisia è un crocevia culturale e, come spesso accade in questo tipo di melting pot, la questione dell’identità diventa inevitabile. La primavera araba del 2011 e il desiderio di libertà ed emancipazione che ha suscitato hanno reso la questione identitaria ancora più pressante. È anche un film sull’emancipazione, in particolare sulla liberazione dal peso sociale, religioso e famigliare che grava sulle spalle di una donna.

Nei suoi film lei affronta temi universali come la libertà individuale e il peso delle tradizioni. Che impatto spera che Aïcha avrà sul pubblico, in Tunisia e a livello internazionale?

La domanda a cui vorrei rispondere è: come possiamo vivere liberi, senza preoccuparci dei pesi che gravano su di noi? Nella nostra cultura araba, ho la sensazione che il peso che portiamo

sia più gravoso rispetto al resto del mondo, anche se ammetto di non aver vissuto in altri Paesi, se non per un breve periodo in Italia. Per liberarsi di questo peso, il personaggio del film decide di affrancarsi da tutto: dal senso di colpa verso i suoi genitori, dal senso di colpa per essere rimasta in vita. Intraprende un viaggio verso la vera liberazione, senza mai cadere nell’egoismo o nell’egocentrismo. Nelle nostre società arabe, alcune figure sono sacralizzate, come i genitori, che occupano una posizione dominante nella gerarchia famigliare.

Nella religione, lo status del padre e della madre è così importante che si dice addirittura che chi non ottiene la benedizione dei propri genitori non avrà un posto in Paradiso. Ciò che il mio personaggio infligge ai suoi genitori, ovvero la sua morte, è l’atto più terribile per un padre o una madre e rappresenta un atto di ribellione incommensurabile. In vita, questa donna non ha il coraggio di emanciparsi; lo fa quindi attraverso il simulacro della morte, e questo percorso verso una nuova identità la porta a emanciparsi dai genitori, nella vita. Rinunciare alla propria identità, quella che ci è stata data dai nostri genitori, è il più grande affronto che si possa far loro. Per me era importante rompere con questi precetti prestabiliti, poiché la pressione che sentiamo nel mondo arabo nel cercare costantemente di soddisfare i nostri genitori è troppo grande.

Il personaggio di Aya è al centro del film. Come ha collaborato con l’attrice protagonista

CARISSA Orizzonti

Young Carissa lives with her grandmother, Wilhelmiena, in a small village in the Cederberg Mountains of South Africa. Seeing her spend her days on her phone, completely inactive, Wilhelmiena urges her granddaughter to apply for a job at a new golf club under construction in the mountains. However, when Carissa discovers that the resort will be built on her long-absent grandfather’s rooibos tea plantations, she faces a difficult choice: accept the job or join her grandfather in trying to reclaim the land. The main roles being played by locals, and the close collaboration with the Wupperthal community, along with on-location shooting, gives Jacobs and Delmar’s debut film a semi-documentary aesthetic. Co-screenwriters and co-directors of numerous film, theater, animation, and TV projects, Jason Jacobs and Devon Delmar present their debut feature film at the Venice Film Festival. In 2023, the film was part of the Final Cut in Venice program.

Marisa Santin

Alla ricerca di verità, abbiamo consentito all’azione di svolgersi davanti alla macchina da presa, lasciando che fosse l’ambiente a dirci che storia raccontare.

Jason Jacobs, Devon Delmar

by Jason Jacobs, Devon Delmar with Gretchen Ramsden, Wilhelmiena Hesselman, Hendrik Kriel, Elton Landrew (South Africa, 89’)
di Mehdi Barsaoui
con Fatma Sfar, Nidhal Saadi, Yasmine Dimassi, Hela Ayed (Tunisia, Francia,

THE WITNESS

by Nader Saeivar

with Maryam Bobani, Nader Naderpour, Hana Kamkar, Abbas Imani, Ghazal Shojaei, Fahrid Eshaghi (Germany, Austria, 100’)

Tarlan è un’insegnante di danza che vive in Iran, è vedova da tanti anni e dalla vita non si aspetta più niente ormai. Quando una sua amica viene assassinata dal marito, importante esponente del governo, la donna si trova a combattere contro un muro di omertà eretto proprio da chi su quell’assassinio dovrebbe indagare. Tarlan dovrà decidere se cedere alle forti pressioni politiche o rischiare il tutto per tutto, rivelando tutto ciò di cui è a conoscenza. Iraniano classe 1975, Nader Saeivar è regista, sceneggiatore e produttore. Tra i tanti progetti realizzati, ha collaborato con Jafar Panahi alla scrittura di Trois Visages, vincitore al Festival di Cannes nel 2018 del Prix du scénario. D.C.

Tarlan is a dance teacher living in Iran. She has been a widow for many years and expects nothing more from life. When a friend of hers is murdered by her husband, an important government official, she finds herself fighting against a wall of silence erected by the very people who should be investigating the murder. Tarlan will have to decide whether to give in to strong political pressure or risk it all by revealing everything she knows. Nader Saeivar, born in 1975 in Iran, is a director, screenwriter, and producer. Among his many projects, he collaborated with Jafar Panahi on the screenplay for Three Faces, which won the Prix du Scénario at the Cannes Film Festival in 2018.

interview Nader Saeivar

Throughout your career, you have recurrently explored the theme of governmental control and manipulation. What new dimensions does The Witness bring to this discourse?

In this movie, the type of government control is different. As the people’s reaction to tyranny and dictatorship changes day by day, the government is forced to apply other types of control to maintain its dominance over the people. Now in Iran, the struggle has become more public and people’s fear of the government has decreased a lot compared to the past. The government has somehow been forced to retreat in some stages! For this reason, their attitude towards each other has changed. It can be said

that despite the virtual media that has fallen into the hands of people, many events that used to remain secret are easily revealed and people are more aware of political and social events.

Much like in Three Faces, this work also embraces a female perspective. What defines the protagonists of your narratives?

I have been inspired by Iranian women fighters to create this character. Especially from mothers who have lost their children in the protests in the last two years. For justice and getting their rights, they even got involved with Iran’s judicial and legal system. But no one has listened to their voice yet. Many of these mothers can be seen in the streets of Iran. Gohar Eshghi, as one of these oppressed mothers, is a symbol of Iranian mothers’ litigation.

Who do you consider your foremost influences within the cinematic landscape?

Like most filmmakers of my generation, I was influenced by Russian and Eastern European cinema. In our youth, it was not possible to show American and Western European films in Iran. The eighties in Iran belonged to Tarkovsky, Parajanov, CostaGavras, etc. However, meeting Jafar Panahi and discovering his cinema was a significant turning point in my professional life. He looks like my cinema. It was as if I had prepared all the materials to build a building. But I didn’t have a plan and I didn’t know where to start. Jafar Panahi gave me this map.

Un passo nel futuro

Matt Pyke, artista e designer che ha saputo ridefinire il ruolo della tecnologia nell’arte, abbracciandola come una vera e propria estensione dell’umano, fondatore dello studio Universal Everything, utilizza software avanzati e algoritmi complessi per dar vita a opere digitali immersive in cui l’interazione tra dati si condensa nell’iconica immagine della “figura che cammina”, un curioso organismo dalle sembianze antropomorfe che, catturato nell’atto di passeggiare, assorbe informazioni e stimoli esterni restituendo, attraverso la sua pelle, un originale mosaico di forme, texture e colori. Questo viandante digitale fa tappa alla Fondazione Giorgio Cini trasformandosi in un vero e proprio Chameleon che per dodici minuti guida gli spettatori in una passeggiata visionaria tra gli ambienti un tempo adibiti a monastero e oggi sede di istituti, centri studi e biblioteche. Chameleon, infatti, trasfigura mentre è in movimento, riflettendo i colori e i luoghi – giardini, sale, chiostri, biblioteche – che attraversa lungo il suo percorso. Nel suo peregrinare non si limita a mimetizzarsi passivamente, bensì viene plasmato e trasformato dalla forza attrattiva della grande eredità culturale insita nell’Isola di San Giorgio Maggiore e nella stessa Fondazione, da anni impegnata nella digitalizzazione del proprio patrimonio. Un approccio interdisciplinare in cui arte, tecnologia e storia concorrono all’elevazione del patrimonio culturale: in questo fertile incontro tra passato e futuro, la macchina si trasforma così in prezioso alleato, divenendo non solo uno strumento di conservazione, ma anche di riscoperta, capace di amplificare la narrazione storica rendendola attuale, vivida e accessibile. E mentre Chameleon passeggia, con il suo continuo mutare riflette l’evoluzione costante della cultura umana; una cultura che, pur radicata nel passato, non cessa di camminare verso l’avvenire, accogliendo con entusiasmo ogni innovazione. Adele Spinelli

Universal Everything. Chameleon

5 settembre h. 11, Conferenza Stampa

6 settembre h. 11-18, Proiezione

Biblioteca del Longhena, Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore www.cini.it | www.archive-venice.org

Orizzonticorti/1

FUORI CONCORSO

F II – LO STUPORE DEL MONDO

Alessandro Rak (Italia, 6’)

In pochi minuti e con giochi musicali e di rime Rak ci presenta l’essenza di Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero, celebre per le sue scomuniche ma anche per il suo vivace intelletto.

CONCORSO

WHO LOVES THE SUN

Arshia Shakiba (Canada, 19’)

Nelle difficili circostanze in cui versa la Siria del Nord a causa della guerra civile, la popolazione cerca di sopravvivere come può. Con l’industria petrolifera ufficiale al collasso, Mahmood sarà costretto ad affrontare ardue condizioni di lavoro e complesse dinamiche locali.

MINHA MÃE É UMA VACA (MY MOTHER IS A COW)

Moara Passoni (Brasile, 15’)

Definito dalla regista un “western latinoamericano”, nel corto vediamo Mia, una bambina a cui manca l’amore materno, confrontarsi con l’ignoto, con un giaguaro assassino e con i suoi primi desideri.

THREE KEENINGS (Elena)

Oliver McGoldrick (UK, Irlanda, USA, 10’)

Assunto per piangere ai funerali, come da antica tradizione celtica, Ian inizia un viaggio attraverso le campagne nordirlandesi, che lo porterà ad abbandonare la maschera di apatia per tornare a sentire.

SHADOWS

Rand Beiruty (Francia, Giordania, 12’) Ahlam, madre quattordicenne, si fa strada tra le ombre di un aeroporto affollato riflettendo sul viaggio che la porterà a riprendere in mano la propria vita lontana dalla famiglia e dall’unica città che abbia mai conosciuto, Baghdad.

JAMES

Andres Rodríguez (Guatemala, Messico, 20’) Per James, un giovane indigeno, la solitudine della città è opprimente. Tra i ritmi frenetici della metropoli, capisce che farsi strada in questo mondo può significare dover calpestare gli altri. O

Rúnar Rúnarsson (Islanda, Svezia, 20’) Toccante e poetica vicenda di un uomo vulnerabile che cerca di completare un compito apparentemente semplice, scoprendo che il più grande ostacolo si cela dentro di sé.

intervista

Film Commission

Friuli Venezia Giulia Film Commission è presente quest’anno a Venezia con importanti film in Concorso e nelle varie sezioni collaterali, segno di un grande lavoro sviluppato negli anni. Facciamo un passo indietro: quando nasce la Film Commission e come ha costruito questo suo successo in termini di produzioni e di conseguenti ricadute positive sul territorio?

La FVG Film Commission esiste dal 2000, quindi il prossimo anno festeggiamo 25 anni di attività, mentre nel 2003 abbiamo lanciato il Film Fund, primo territorio a dotarsi di un contributo regionale importante per il finanziamento alle produzioni. Inizialmente la Film Commission era un’associazione, tuttavia data l’attività sempre più articolata nel 2022 la struttura è passata in capo a PromoTurismoFVG, l’Ente che si occupa dello sviluppo, promozione e gestione del territorio del Friuli Venezia Giulia in chiave turistica.

Io ho iniziato a far parte di questa bella avventura nel 2022, rivestendo il ruolo di coordinatrice della Film Commission. Stiamo lavorando moltissimo in un territorio relativamente piccolo ma ricco di tipicità – in un’ora si passa dal mare alla montagna, attraverso colline e città d’arte, paesini storici e aree urbane –, in grado di offrire una grandissima varietà di location tali da attrarre piccole e grandi produzioni nazionali ed estere. Il tutto condito ovviamente dal fatto che negli anni siamo riusciti a costruire una rete di maestranze che tuteliamo e valorizziamo attraverso un continuo e prezioso lavoro di formazione, sostenuto da un altro fondo regionale specifico.

La soddisfazione maggiore? Vedere le produzioni che ritornano a girare sul nostro territorio! Il fondo è molto cresciuto da quando facciamo parte di PromoTurismoFVG; l’Assessorato alle Attività Produttive e Turismo continua a investire su di noi, a credere nella nostra attività. In tal senso eloquenti le parole che l’Assessore stesso, Sergio Emidio Bini, ha avuto modo di esprimere a riguardo durante la presentazione all’Italian Pavilion del progetto Corti senza Confine: «Il 2024 chiude il primo triennio di lavoro della FVG Film Commission in sinergia con PromoTurismoFVG che ha visto più che raddoppiare la dotazione del fondo con risorse economiche destinate alle produzioni che scelgono il Friuli Venezia Giulia. Quest’anno, solo nei primi sei mesi, la FVG Film Commission ha assistito già 80 progetti e 20 finanziati nelle prime due call. Un risultato significativo anche alla luce del fatto che il terzo bando si chiuderà il 30 settembre. Sono numeri che attestano l’ottimo lavoro svolto in questi anni da questo soggetto divenuto attore centrale anche nella comunicazione e nella promozione turistica più in generale della nostra Regione».

Venezia 81 con Gianni Amelio e il suo Campo di Battaglia, Fuori Concorso con la serie attesissima M - Il figlio del secolo, Orizzonti con Wishing on a Star di Péter Kerekes, le Giornate degli Autori con Alpha. Una presenza viva su tutti i fronti, è proprio il caso di dire...

La versione di... Antonio

Vi sono numerosi richiami tra il primo stupendo romanzo di Antonio Scurati, Il rumore sordo della battaglia (2002), e M - Il figlio del secolo (2018). Il giovane Sebastiano e il condottiero di Ventura Malacarne disprezzano le armi da tiro, di recente introduzione alla fine del 1400, e chi le usa, preferiscono guardare negli occhi il nemico. In M Albino Volpi arruolato negli Arditi amava uscire da solo dalle trincee armato di un solo coltello per sgozzare la sentinella nemica. O i Caimani del Piave, gli incursori specializzati nell’attraversare il fiume di notte per assassinare le vedette del nemico. Scurati è uomo informato sui fatti, è stato infatti il Curatore del Centro Studi sui linguaggi della guerra e della violenza presso l’Università di Bergamo. L’altro legame più determinante è il silenzio dei più di fronte alla violenza. Mussolini, in un romanzo sempre documentato e ancorato alle fonti storiche, si presenta con i suoi dubbi interiori, ma anche in tutta la sua ambizione, le sue contraddizioni sono incessantemente esplorate. Non sono taciute le responsabilità dell’uomo, ma più grandi sono quelle delle autorità, del sistema, della maggioranza silenziosa. Nel 1924 il memoriale Cesare Rossi, fascista della prima ora, accusa Mussolini del sequestro e omicidio di

Siamo veramente soddisfatti quest’anno, sì: il territorio viene fuori molto e bene, fotografia, natura, paesaggi..., con immagini bellissime, vedi quella di Villa Manin su Campo di Battaglia Ma non solo questa naturalmente: c’è il meraviglioso borgo di Venzone, Gorizia con le scale e il ballatoio dell’appartamento scelto da Amelio in Via Rastello e con una via nella quale è stata girata l’attesissima serie tratta dall’omonimo best seller di Antonio Scurati M – Il figlio del secolo (in Regione hanno girato due settimane), che passa oggi Fuori Concorso. Wishing on a Star è un documentario ben riuscito, passato nei giorni scorsi in Orizzonti, che racconta la storia di un’astrologa napoletana che vive ad Aiello del Friuli attorno alla quale si dipanano una serie di fantastici personaggi. Alpha, infine, per le Giornate degli Autori, è un film al quale abbiamo dato solo supporto logistico, girato in parte ai Laghi di Fusine e in alcuni altri luoghi della Regione. Oltre a questi film ‘veneziani’, mi piace qui ricordare anche Gloria di Margherita Vicario, quest’anno passato in concorso a Berlino, una produzione a cavallo tra 2022 e 2023 che è stata davvero molto significativa per noi.

Progetti in corso, progetti futuri.

Siamo ora alle prese con la lavorazione de La valle dei sorrisi, nuovo film di Paolo Strippoli con protagonista Michele Riondino, produzione Fandango e Nightsdream. Stanno girando a Pontebba, da dove si trasferiranno poi in zona Udine. A breve inizieranno le riprese dell’opera seconda della triestina Laura Samani, Un anno di scuola prodotto da Nefertiti Film, lavoro molto atteso perché ben restituisce il nostro impegno a far crescere e a rendere protagonista il nostro territorio a tutti i livelli di produzione.

Vi sono, infine, in cantiere altri importanti progetti di cui al momento non posso ancora anticipare nulla. Diciamo che siamo stati tranquilli in questi primi sei mesi del 2024; da ora in poi si scatena… l’inferno.

Giacomo Matteotti. Tutti giudicano il Primo Ministro spacciato. Eppure, nella seduta del 3 gennaio, Mussolini alza il libro delle regole democratiche in faccia ai parlamentari e li sfida a far valere l’art 47 per accusarlo e portarlo dinanzi all’Alta Corte di Giustizia. Nessuno dei presenti oserà fiatare. Interessante il tentativo di penetrare nei procedimenti mentali di Mussolini, da parte di Scurati sempre ben attento a non demonizzarlo. Ad esempio alla Fondazione dei Fasci del 1919 il futuro dittatore presumibilmente si interroga, chiedendosi se ha qualcosa da dire, guarda i pochi partecipanti, «spostati, delinquenti, genialoidi… pregiudicati… una bohème politica di reduci, ufficiali e sottufficiali… – e confessa che – li desidera come il maschio desidera la femmina e insieme li disprezza». Romanzo avvincente, pieno di inneschi esplorativi raramente approfonditi (il ruolo della Francia nel finanziare il primo fascismo? O l’incontro tra Bordiga e Lenin a fine Ottobre 1922…) e con una scrittura da romanzo d’avventura, così come dalla definizione della Treccani, “ricca di colpi di scena”. Loris Casadei

SOUNDTRACKS

L’81. edizione attraverso in/dimenticabili momenti di musica per il cinema a cura di F.D.S.

Joker: Folie à deux

Todd Phillips riscopre il “musicarello” e realizza un film basandosi esclusivamente sull’elemento musicale. Mentre Brady Corbet trasforma la colonna sonora in un ‘corpo’ antagonista alle immagini, mentre Iglesias con Almodóvar fa della colonna sonora un elemento di indagine psicologica del rimosso del film, Phillips compie un’operazione ancora più rischiosa, più estrema, e realizza un musical senza danza che fa dei momenti musicali l’elemento dello snodo narrativo del film. Senza remissione, un pezzo dopo l’altro, che sia la musica originale di Hildur Guðnadóttir, sempre straniante e pulsante di una vena malata, oppure le cover di canzoni famose del Grande Quaderno Americano che vengono cantate nella narrazione ‘reale’ del film, o invece quelle che rappresentano i numerosi momenti di esaltazione delle visioni psicotiche di Joker (e sono quelle con Lady Gaga, soprattutto). Tre forme musicali, tre linee narrative che s’incastrano continuamente tra loro e danno vita al corpo del film. Questo grande sintomo della depressione dell’Occidente.

Chiara Valenti Omero
Sergio Emidio Bini

Supporting Emerging Voices in Cinema Worldwide

Doha Film Institute Grants Programme Film, TV and Web Series

Doha Film Institute continues its commitment to nurturing emerging filmmakers through its Grants programme. First and second-time filmmakers from around the world, as well as established directors from the MENA region, are invited to apply for funding.

Consideration for funding is open to short and feature-length films in development, production, and post-production. TV and web series are also eligible for development and production support.

For more information on eligibility criteria and submission guidelines, please visit: dohafilminstitute.com/financing/grants/guidelines

‘Perfumed with Mint’ by Muhammed Hamdy / Feature Narrative / Egypt, France, Tunisia, Qatar/ 100 minutes / 39th Critics’ Week, Venice Film Festival

intervista

Gaia Furrer

Direttrice artistica

Giornate degli Autori di Marisa Santin

Giornate degli Autori ormai da tantissimi anni offre al Lido un programma di altissima qualità. Come avete costruito la vostra selezione quest’anno, quali tematiche emergono e quali geografie?

Di ‘geografie’ effettivamente ne esploriamo davvero molte. Dal Sudan, una realtà poco rappresentata che purtroppo vive una guerra ormai da troppi anni, raccontata nel documentario Soudan, souvienstoi della giornalista franco-algerina Hind Meddeb, alla Mongolia di To Kill a Mongolian Horse della scrittrice e regista Xiaoxuan Jiang, dalle Alpi Svizzere nel thriller Alpha di Jan-Willem van Ewijk all’Amazzonia di Manas di Marianna Brennand, oltre a Italia, Olanda e Francia… Abbiamo delle geografie estreme che ci guidano lungo un filo logico che non è stato un tema scelto a priori, ma è emerso come una tendenza osservata in quasi tutti i film: al centro ci sono personaggi solo apparentemente fragili, che in realtà si rivelano custodi di una forza meritevole di essere raccontata. Personaggi un po’ folli, un po’ ai margini, ma con un coraggio fortissimo. Si tratta di film che raccontano vicende a volte tragiche, ma lo fanno con leggerezza, portando avanti la voglia di resistere e andare avanti: c’è un personaggio del cortometraggio Kora di Cláudia Varejão che dice: «Per ricominciare, bisogna andare avanti». Credo che a questo proposito sia emblematica anche

RESTAURI

classici

Tratto dal romanzo del 1928 di Jun’ichirō Tanizaki, Manji ritorna sugli schermi dopo il restauro della Kadokawa Corporation. Il romanzo era stato pubblicato per la prima volta sulla rivista giapponese Kaizō e successivamente è stato adattato al cinema diverse volte: è stato diretto nel 1964 dal talentuoso regista e sceneggiatore giapponese Yasuzô Masumura ed è riapparso sugli schermi nel 1983, con una versione definita pornografica, poi nel 1998 e successivamente nel 2006 per poi essere presente anche quest’anno al festival di Venezia. Veronica Triolo

Manji (All Mixed Up) di Yasuzô Masamur (1964, Giappone, 90’) Restauro: Kadokawa Corporation

La versione di... Vya¯sa

l’immagine del manifesto di quest’anno, una donna che cammina sul filo, ad altezza vertiginosa, accompagnata dal volo degli aironi. Un filo che sorvola un mondo in cui succede di tutto, un mondo che implode ed esplode, ma che non le impedisce di andare avanti imperterrita per la sua strada.

Ci sono novità per il film Antikvari, bloccato per una questione di copyright di sceneggiatura. Avremo modo di vederlo?

Antikvari, secondo lavoro della regista georgiana Rusudan Glurjidze, è stato il primo film che abbiamo invitato. Parla di una storia d’amore ambientata nel 2006, quindi nell’anno in cui i russi hanno espulso illegalmente migliaia di georgiani dalla Russia. È un film che ha uno sfondo politico importante e che abbiamo amato per come sa dare risalto a storie personali ed emozionanti nel contesto della tragedia di un popolo. Abbiamo dovuto accogliere insieme alla Biennale un provvedimento che è venuto dal Tribunale di Venezia e che riguardava una questione di diritti sulla sceneggiatura del film. Abbiamo dovuto sospendere le prime due proiezioni per tutelare il più possibile il film e la regista. Per fortuna i nostri avvocati si sono attivati in tempo record per ottenere un nuovo provvedimento del Tribunale a tutela della libertà d’espressione di un’artista e ora siamo in grado di mantenere la terza proiezione, prevista il 6 settembre in Sala Perla alle 11, alla presenza dell’autrice.

Cinema al femminile. Alice Rohrwacher Premio alla carriera e Federica di Giacomo Premio SIAE al talento creativo dopo aver aperto le Giornate con Coppia aperta quasi spalancata. Un bel periodo per il cinema al femminile, italiano e non… Ben 18 registe su 25 film; è sicuramente un anno molto positivo per la presenza femminile. Nel documentario di...

Peter Brook porta prima sulla scena e poi sul grande schermo il poema epico indiano Mahābhārata. La trasposizione cinematografica era inizialmente di nove ore. Queste sono state ridotte a sei, poi a tre, per premetterne l’uscita nei teatri e in formato DVD. Alla realizzazione dell’opera hanno collaborato anche i registi francesi JeanClaude Carrière e Marie-Hélène Estienne. Maria Casadei

The Mahabharata di Peter Brook (1989, Francia, UK, USA, 173’) Restauro: Brook Productions

Il poema epico indiano Maha¯bha¯rata (La grande storia dei Bha¯rata), composto da centomila strofe in sanscrito, è la più vasta composizione poetica al mondo. La sua prima versione, risalente al IV secolo a.C., è chiamata Jaya, letteralmente “trionfo” o “vittoria,” e viene attribuita al poeta Vya¯sa Secondo la leggenda, Brahma¯, il Creatore dell’Universo, concesse la visione dell’intera opera al poeta, che chiese aiuto al dio elefante, Ganesha, per trascrivere il racconto. Il testo, che da Jaya prese il nome di Bha¯rata, venne trasmesso oralmente alla corte dei re, crescendo in qualità e quantità man mano che ogni interprete introduceva nuove aggiunte. Intorno al 400 a.C. l’opera venne nominata Maha¯bha¯rata Il testo racconta le gesta eroiche e gli intrighi di due rami di una famiglia, i Pa¯ndava e i Kaurava, tra loro cugini, che si scontrano in una battaglia sanguinosa nell’antica città di Hastina¯pura. L’opera presenta numerose digressioni, come la Bhagavadga¯ta¯, una riflessione filosofica sulla vita e condotta umana. Prima che lo scontro tra i Pa¯ndava e i Kaurava abbia inizio, il dio Krishna rivela ad Arjuna l’importanza di adempiere al proprio dovere con il dovuto distacco e assoluta dedizione. Maria Casadei

INFINITI POSSIBILI [prima assoluta]

Isola Edipo, cinema, arti, letteratura e attualità all’insegna dei diritti e della sostenibilità, presenta in prima assoluta il film documentario Luigi Nono. Infiniti Possibili di Manuela Pellarin, prodotto da KUBLAI in occasione del centenario della nascita del compositore e dei trent’anni di attività della Fondazione Archivio Luigi Nono sotto l’affettuosa e scrupolosa direzione della moglie Nuria Schoenberg Nono. «Prima del documentario – racconta la regista – a me Luigi Nono era noto soprattutto per le polemiche, le contestazioni e i pregiudizi che le sue produzioni provocavano. Mi sono trovata quindi nella posizione perfetta di chi vuole capire cosa si nasconde dietro lo stereotipo. Nei vari incontri con Nuria ho raccolto la sua testimonianza, la storia d’amore con Gigi, l’intensissima avventura della loro vita insieme. Con pazienza mi ha spiegato il lavoro e la musica del marito. Mi ha accompagnata, è stata assolutamente fondamentale per la realizzazione di questo lavoro. Il soggetto del film-documentario è sostenuto da quest’approccio di curiosità e scoperta che nella rappresentazione viene messo in risalto da un giovanissimo allievo di composizione del conservatorio Benedetto Marcello. Con Davide ci siamo messi sulle tracce del compositore, della sua città, la Venezia acustica che tanta parte ha avuto nella sua formazione».

Luigi Nono. Infiniti possibili (68’) di Manuela Pellarin 5 settembre h. 10, Sala Laguna

L’ARTE DELLA GIOIA

Romanzo che ruota intorno alla figura di Modesta, donna vitale e scomoda, potentemente immorale secondo la morale comune. Una donna siciliana in cui si fondono carnalità e intelletto, capace di scombinare ogni regola del gioco pur di godere del vero piacere, sfidando la cultura patriarcale, fascista, mafiosa e oppressiva in cui vive. L’arte della gioia è l’opera scandalo di Gagliarda Potenza, un’autobiografia immaginaria, un romanzo d’avventura, un romanzo di formazione, ma anche un romanzo erotico, politico e psicologico. Insomma, un romanzo indefinibile, che conquista e sconvolge. Arena Mymovies rende omaggio a Gagliarda Potenza. A cent’anni dalla sua nascita, un’indagine letteraria sull’autrice dell’Arte della gioia attraverso un podcast di Emons Records. 5 settembre h. 17.30, Arena MYmovies / Riva Corinto

TITIZÉ – A VENETIAN DREAM

Attori, acrobati, musicisti e interpreti multidisciplinari immersi in universi onirici e rarefatti. Da luglio a ottobre 2024 è in scena al Teatro Goldoni, in prima assoluta, Titizé – A Venetian Dream, lo spettacolo co-prodotto dal Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale con la Compagnia Finzi Pasca. L’opera è scritta e diretta da Daniele Finzi Pasca, tra i membri fondatori dell’omonima compagnia di base a Lugano in Svizzera, che nei suoi quarant’anni di attività internazionale ha realizzato oltre 40 spettacoli, fra cui 3 cerimonie olimpiche, 2 spettacoli per il Cirque du Soleil e 8 opere liriche, calcando i palcoscenici di circa 600 teatri e festival in 46 paesi di tutto il mondo per oltre 15 milioni di spettatori. Il Teatro Goldoni e la Compagnia Finzi Pasca scelgono la Mostra del Cinema per presentare i numeri del successo di Titizé, la prossima tournée internazionale e il ritorno al Goldoni nel 2025. Intervengono: Giampiero Beltotto, presidente del TSV – Teatro Nazionale; Cristiano Corazzari, Assessore alla Cultura Regione del Veneto; Daniele Finzi Pasca, autore e regista dello spettacolo. 5 settembre h. 19.30, Spazio Regione del Veneto, Hotel Excelsior

Constel-lació Portabella ripercorre la vita del grande regista, produttore e sceneggiatore Pere Portabella, attraversando gli ultimi settant’anni di storia politica e culturale della Spagna, sua patria, e mettendo in luce il suo attivismo politico prima, durante e dopo il regime franchista. Elena Bortoli

Constel·lació Portabella di Claudio Zulian (Spagna, 88’)

11.15 Sala Giardino

ORIZZONTI CORTI - FUORI CONCORSO press - industry

F II - LO STUPORE DEL MONDO Alessandro Rak (6’)

v.o. italiano st. inglese

ORIZZONTI CORTI - CONCORSO WHO LOVES THE SUN

Arshia Shakiba (19’)

v.o. arabo st. italiano/inglese

MINHA MÃE É UMA VACA (MY MOTHER IS A COW)

Moara Passoni (15’)

v.o. portoghese st. italiano/inglese THREE KEENINGS

Oliver McGoldrick (10’)

v.o. inglese st. italiano/inglese SHADOWS

Rand Beiruty (12’)

v.o. arabo st. italiano/inglese

JAMES Andres Rodríguez (20’)

v.o. spagnolo, k’iche’ st. italiano/inglese

O Rúnar Rúnarsson (20’)

v.o. islandese st. italiano/inglese

11.15 Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI EVENTO SPECIALE pubblico - tutti gli accrediti

ALMA DEL DESIERTO (SOUL OF THE DESERT)

Mónica Taboada Tapia (87’)

v.o. wayuunaiki, spagnolo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

11.30 Sala Darsena

VENEZIA 81 press - industry STRANGER EYES

Siew Hua Yeo (126’)

v.o. cinese mandarino st. italiano/inglese

11.45 PalaBiennale

VENEZIA 81 tutti gli accrediti JOKER: FOLIE À DEUX

Todd Phillips (138’) v.o. inglese st. italiano/inglese

13.45 Sala Grande

FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti RUSSIANS AT WAR

Anastasia Trofimova (129’) v.o. russo st. italiano/inglese

13.45 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti THE MAHABHARATA

Peter Brook (173’) v.o. inglese st. italiano

13.45 Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico - tutti gli accrediti NERO ARGENTO (BLACK SILVER)

Francesco Manzato (20’) v.o. italiano st. inglese MOATTAR BINANAA (PERFUMED WITH MINT)

Muhammed Hamdy (113’) v.o. arabo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.00 Sala Astra 2

VENEZIA CLASSICI DOCUMENTARI

14.30 Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti CARISSA

Jason Jacobs, Devon Delmar (89’) v.o. afrikaans st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.30 PalaBiennale

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti HAPPY HOLIDAYS

Scandar Copti (124’) v.o. arabo, ebraico st. italiano/inglese

14.30 Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA press - industry SHAHED (THE WITNESS)

Nader Saeivar (100’) v.o. farsi st. italiano/inglese

14.30 Sala Astra 1

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti BEND OF THE RIVER (LÀ DOVE SCENDE IL FIUME)

Anthony Mann (91’) v.o. inglese st. italiano

15.00 Sala Casinò

FUORI CONCORSO - SERIES pubblico - tutti gli accrediti

M - IL FIGLIO DEL SECOLO 1-4 (M - SON OF THE CENTURY)

Joe Wright (212’) v.o. italiano st. inglese/italiano

16.30 Sala Grande

VENEZIA 81 pubblico 14+ - tutti gli accrediti APRIL

Dea Kulumbegashvili (134’) v.o. georgiano st. italiano/inglese

16.45 Sala Volpi

FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti

PISNI ZEMLI, SHCHO POVILNO HORYT’ (SONGS OF SLOW BURNING EARTH)

Olha Zhurba (95’) v.o. ucraino, russo st. italiano/inglese

17.00 Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

AÏCHA

Mehdi Barsaoui (123’) v.o. arabo st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

17.00 Sala Giardino

ORIZZONTI CORTI - FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti F II - LO STUPORE DEL MONDO

Alessandro Rak (6’) v.o. italiano st. inglese

ORIZZONTI CORTI - CONCORSO WHO LOVES THE SUN

Arshia Shakiba (19’) v.o. arabo st. italiano/inglese MINHA MÃE É UMA VACA

SHADOWS

Rand Beiruty (12’) v.o. arabo st. italiano/inglese

JAMES

Andres Rodríguez (20’)

v.o. spagnolo, k’iche’ st. italiano/inglese

O Rúnar Rúnarsson (20’) v.o. islandese st. italiano/inglese

17.00 Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico 14+ - tutti gli accrediti

SUGAR ISLAND

Johanne Gómez Terrero (91’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

17.00 Sala Astra 2

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

PAVEMENTS

Alex Ross Perry (128’) v.o. inglese st. italiano/inglese

17.15 PalaBiennale

VENEZIA 81 pubblico - tutti gli accrediti

JOUER AVEC LE FEU (THE QUIET SON)

Delphine Coulin, Muriel Coulin (119’) v.o. francese st. italiano/inglese

17.15 Sala Astra 1

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti PAVEMENTS

Alex Ross Perry (128’) v.o. inglese st. italiano/inglese

17.30 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accreditiCONSTEL·LACIÓ PORTABELLA (PORTABELLA CONSTELLATION)

Claudio Zulian (88’) v.o. catalano, spagnolo st. italiano/inglese

19.00 Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry HEMME’NIN ÖLDÜG ˘ Ü GÜNLERDEN BIRI (ONE OF THOSE DAYS WHEN HEMME DIES)

Murat Fıratog˘lu (83’) v.o. turco st. italiano/inglese

19.00 Sala Pasinetti

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI tutti gli accrediti MANJI (ALL MIXED UP)

Yasuzô Masumura (90’) v.o. giapponese st. italiano/inglese

19.15 Sala Grande

VENEZIA 81 pubblico IDDU (SICILIAN LETTERS)

Sala Corinto

DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti

SANS DIEU Rocca (10’) v.o. francese st. italiano/inglese

PAUL & PAULETTE

TAKE A BATH

Jethro Massey (109’) v.o. inglese st. italiano/inglese

19.30 Sala Perla

VENEZIA 81 press - industry

QING CHUN: GUI (YOUTH: HOMECOMING)

Wang Bing (152’) v.o. cinese st. italiano/inglese

19.30 Sala Volpi

ORIZZONTI press - industry

AL KLAVIM VEANASHIM (OF DOGS AND MEN)

Dani Rosenberg (82’) v.o. ebraico st. italiano/inglese

19.30 Sala Astra 2

FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti

PISNI ZEMLI, SHCHO POVILNO HORYT’ (SONGS OF SLOW BURNING EARTH)

Olha Zhurba (95’) v.o. ucraino, russo st. italiano/inglese

19.45 PalaBiennale

VENEZIA 81 pubblico

IDDU (SICILIAN LETTERS)

Fabio Grassadonia, Antonio Piazza (131’) v.o. italiano, dialetto siciliano st. italiano/inglese a seguire

VENEZIA 81 pubblico

STRANGER EYES

Siew Hua Yeo (126’)

v.o. cinese mandarino st. italiano/inglese

20.00 Sala Darsena

FUORI CONCORSO press - industry

BROKEN RAGE

Takeshi Kitano (62’) v.o. giapponese st. italiano/inglese

20.00 Sala Astra 1

FUORI CONCORSO - SERIES pubblico 14+ - tutti gli accrediti LOS AÑOS NUEVOS 6-10 (THE NEW YEARS)

Rodrigo Sorogoyen, Sara Cano, Paula Fabra (225’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

21.00 Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti

SHAHED (THE WITNESS)

Nader Saeivar (100’) v.o. farsi st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

21.00 Sala Pasinetti

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI tutti gli accrediti THE MAHABHARATA

Peter Brook (173’) v.o. inglese st. italiano

21.30 Sala Darsena

VENEZIA 81 press - industry

QING CHUN: GUI (YOUTH: HOMECOMING)

Wang Bing (152’) v.o. cinese st. italiano/inglese

21.30 Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry AL KLAVIM VEANASHIM (OF DOGS AND MEN)

Dani Rosenberg (82’) v.o. ebraico st. italiano/inglese

22.00 Sala

22.00 Sala Corinto

HORYT’ (SONGS OF SLOW BURNING EARTH)

Olha Zhurba (95’) v.o. ucraino, russo st. italiano/inglese

22.30 Sala Perla FUORI CONCORSO press - industry BROKEN RAGE

Takeshi Kitano (62’) v.o. giapponese st. italiano/inglese

21.00Sala Web

ORIZZONTI CORTI FUORI CONCORSO F II - LO STUPORE DEL MONDO

Alessandro Rak (6’) v.o. italiano st. inglese

ORIZZONTI CORTI - CONCORSO WHO LOVES THE SUN Arshia Shakiba (19’) v.o. arabo st. italiano/inglese THREE KEENINGS Oliver McGoldrick (10’) v.o. inglese st. italiano/inglese SHADOWS Rand Beiruty (12’) v.o. arabo st. italiano/inglese

JAMES Andres Rodríguez (20’) v.o. spagnolo, k’iche’ st. italiano/inglese

GIORNATE DEGLI AUTORI ALMA DEL DESIERTO Mónica Taboada-Tapia (87’)

Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders.

MARCELLO, COME HERE& Cent9anni e oltre cento volte Mastroianni

Mostra del Centro Sperimentale di Cinematografia a cura di Laura Delli Colli

Venezia - Isola di San Servolo 31 agosto 2024 3 9 gennaio 2025 h. 10.00-21.00 Ingresso gratuito

Fabio Grassadonia, Antonio Piazza (131’) v.o. italiano, dialetto siciliano st. italiano/inglese

Il successo veneziano al Teatro Goldoni e la prossima tournée dello spettacolo ufficiale della Città di Venezia

Intervengono

DANIELE FINZI PASCA

Autore e regista dello spettacolo

CRISTIANO CORAZZARI

Assessore alla cultura della Regione del Veneto

GIAMPIERO BELTOTTO Presidente del TSV – Teatro Nazionale

FAR EAST FILM FESTIVAL

24th APRIL — 2nd MAY 2025

TEATRO NUOVO, VISIONARIO

UDINE, ITALY

SALA GRANDE

DI FULVIA CAPRARA

RED CARPET SCINTILLANTI E CINEMA CHE FA PENSARE

Sul tappeto rosso della Mostra entrata in dirittura finale le star mettono in scena la favola di un mondo luminoso e sorridente, dove il cinema può diventare la cura di tutte le ansie, la sfilata di abiti può occupare a tappeto gli spazi del web, gli applausi infiniti possono diventare motivo di lacrime e commozione. È il festival, bellezza, e tu non ci puoi fare niente, avrebbe detto l’Humphrey Bogart dell’Ultima minaccia. Eppure, quest’anno, oltre le apparenze, oltre la parata roboante di nomi celebri, il tono generale dell’appuntamento non può fare a meno di riflettere un “mood” che di festoso ha ben poco. Il racconto delle guerre e delle contrapposizioni, ma anche quello delle derive razziste e intolleranti, strappa l’inevitabile primo piano. Non solo nelle trame che, direttamente, fanno riferimento ai conflitti, basta pensare a Why War di Amos Gitai oppure ad Happy Holidays del regista Scandar Copti sulle dinamiche di due famiglie, una araba e una israeliana, ma anche in quelle di opere mainstream, destinate al grande pubblico, costruite sul talento e sulle attrattive di star globali. È stato così per The Order di Justin Kurzel, con Jude Law nei panni di un poliziotto dell’Fbi deciso a sventare le trame sanguinarie di un’organizzazione razzista nell’America profonda dei primi Anni ’80, ma anche, ieri, per Joker: folie à deux, di Todd Phillips, nella rosa dei titoli più attesi della rassegna. Il primo Joker, nel 2019, annunciava l’onda crescente della ribellione, parlava di un malcontento rabbioso pronto a sovvertire l’ordine costituito di una società basata sull’emarginazione dei più fragili. Nel nuovo capitolo, protagonista ancora una volta Joaquin Phoenix, la luce della speranza è del tutto spenta, il vitalismo delle masse pronte a prendersi la rivincita annega nella disperazione. E a Lady Gaga, voce da usignolo, bravissima, applauditissima, tocca il compito di sancire la fine dell’utopia. In amore, ma non solo. L’ora più buia sta per tornare e il cinema ci dice che, per superarla, dovremo impiegare davvero tutta la forza che ci è rimasta. n

Le coppie registiche funzionano. Lo insegnano i fratelli, Coen come Taviani. Gli omonimi, come i Daniels. O anche quelli dai nomi e cognomi diversi, ma che sanno che quando c’è una visione comune corroborata da uno sguardo critico reciproco allora il resto viene da sé. È interessante notare che un’altra coppia di registi, quella formata da Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana, si è concentrata negli ultimi anni in un racconto di mafia, di fantasia e d’ispirazione classica, Il conte di Montecristo, nella loro bella serie TheBadGuy, di cui vedremo la seconda stagione all’inizio del 2025. Anche a loro auguriamo di debuttare prima o poi nel concorso veneziano, come accade quest’anno a Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, che con Iddu portano invece sul grande schermo una storia italiana invece molto, troppo vera. Quella della latitanza, lunga e certamente agevolata da silenzi e distrazioni, di Matteo Messina Denaro boss di Cosa Nostra catturato nel gennaio del 2023, in una clinica privata, come curiosamente predetto proprio da Stasi e Fontana. Viene da chiedersi se sia il cinema che attinge dalla realtà o viceversa. Grassadonia e Piazza di Messina Denaro avevano già parlato nel loro precedente film, Sicilian Ghost Story ispirato alla tragica storia di Giuseppe Di Matteo, figlio di Santino, collaboratore di giustizia che troppo sapeva sulla strage di Capaci. Le sue colpe ricaddero su Giuseppe, che dopo due anni e più di prigionia venne sciolto nell’acido pochi giorni prima del suo quindicesimo compleanno. Per ordine di Iddu, come viene genericamente indicato nel

film, in cui ha le fattezze di Elio Germano, attore che di fronte alle sfide non si tira mai indietro. Iddu è segregato in un appartamento, suo contatto con il mondo è una donna, interpretata da Barbora Bobulova. L’uomo non è solo in quella casa: gli fanno sempre compagnia i fantasmi del passato, dal padre a tutti quelli a cui ha tolto la vita. Fuori, qualcuno gli offre qualcosa, che paradossalmente sa di libertà. Dopo due partecipazioni al Festival di Cannes alla Semaine de la Critique, anche con il loro film d’esordio, Salvo, Grassadonia e Piazza fanno il salto, con un cast di prima grandezza, a cui si aggiungono, oltre ai citati, Toni Servillo, Tommaso Ragno, Antonia Truppo, quel Fausto Russo Alesi apprezzatissimo in Rapito di Marco Bellocchio, e soprattutto con una storia che farà inevitabilmente discutere. Ma, cosa più importante, che non fa dimenticare. Perché Matteo Messina Denaro Iddu non lo potrà vedere, ha raggiunto tutti quelli che ha voluto lo precedessero. Ma noi che siamo ancora qui non dimentichiamolo. Soprattutto, non dimentichiamo che non si sparisce per trent’anni senza l’aiuto di qualcuno. n

TUTTI PAZZI PER LADY GAGA

Servizio a pag. 4.

STRANGER EYES

Per la prima volta un film di Singapore approda in competizione alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il regista è Siew Hua Yeo, noto per aver vinto con il suo secondo film, A Land Imagined, il Pardo d’oro a Locarno nel 2018, il quale ora presenta un thriller dal titolo Stranger eyes (Mò shì lù). Protagonisti del giallo, che trova il suo innesco nelle videocamere di sorveglianza, sono due acclamati attori taiwanesi, Lee Kang-Sheng e Wu Chien-Ho. Wu interpreta Darren, un giovane padre la cui figlia neonata è scomparsa da due anni quando riceve alcuni misteriosi filmati della sua vita intima familiare. Darren sospetta che il suo vicino Goh, interpretato da Lee, sia il voyeur legato alla scomparsa della figlia e decide di iniziare a spiarlo, ma non si rende conto che questo lo porterà ad un agghiacciante confronto con se stesso. Secondo il regista Stranger Eyes esplora il concetto dell’essere spiati, «riguarda i modi con cui

vediamo gli altri, come essi ci guardiamo e come percepiamo noi stessi nell’essere visti». Il direttore artistico Alberto Barbera la presenta come «un’opera a strati che si presta a più letture, un’escursione metalinguistica sul cinema, in cui si avverte l’eco dei film di Hitchcock, in particolare La finestra sul cortile (1954), ma anche la larvata denuncia di un Paese sotto l’occhio delle videocamere di sorveglianza e infine una riflessione sulla nozione di famiglia. Un’opera più complessa di quel che appare a prima vista al di là di quello che è un ben oliato meccanismogiallosuveritàemenzogna»

Vania Amitrano

RUSSIANS AT WAR

Giovane regista russa, nata a Mosca ma cresciuta a Toronto, Anastasia Trofimova ha girato film documentari e cortometraggi nei principali territori di guerra, in Siria, Iraq, Libano, Congo, Senegal, Guinea, Serbia, Bosnia e altri Paesi; alla 81ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia presenta Fuori concorso il suo settimo documentario, Russians At War Senza essere ufficialmente accreditata Trofimova è riuscita ad accedere al fronte russo della guerra contro l’Ucraina aggregandosi ad un gruppo di medici e paramedici dietro le retrovie dal quale ha potuto filmare in prima persona per un anno intero il conflitto dal lato meno noto. Da lì ha raccolto le testimonianze di soldati e ripreso la dura e drammatica vita quotidiana sul fronte. «Lacosapiùinteressante – ha commentato il direttore artistico Alberto Barbera - è forse seguire nel corso di un anno il passaggio dall’adesione, spesso acritica talvolta addirittura volontaria, di questi soldati alle motivazioni patriottiche della propaganda russa, sino alla disillusione più totale dopo aver sperimentato sulla propria pellel’insensatezzadelconflittoelefalsitàdellapropagandarussa» RussiansatWarcerca di andare al di là dei titoli dei giornali per scoprire le reali condizioni anche dei soldati russi, che, volontari o meno, giorno dopo giorno combattono per ragioni che appaiono loro sempre più oscure, sempre più consapevoli che tutto ciò che hanno sentito sulla guerra nei media russi è falso. Dubitando del loro scopo combattono solo per sopravvivere. Per montare il film Trofimova è poi naturalmente dovuta espatriare prima in Canada e poi in Francia.

Van. Am.

LA SERIE PIù ATTESA

M - IL FIGLIO

(Serie, Ep. 1 – 8)

La serie, ispirata all’omonimo libro di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega, è il ritratto moderno e graffiante di Benito Mussolini e della sua ascesa politica, dalla fondazione dei Fasci di Combattimento fino all’imposizione della più feroce dittatura che l’Italia abbia conosciuto. Gli otto episodi racconteranno la storia di un Paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri. Ripercorrerà la Storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in Parlamento nel 1925, dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. Offrirà, inoltre, uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, con l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell’epoca. A dare il volto al Duce è Luca Marinelli, vincitore del David di Donatello, del Nastro d’Argento, della Coppa Volpi a Venezia e del prestigioso Shooting Stars Award al Festival di Berlino. Il debutto su Sky è atteso nel 2025.

Tiziana Leone

APRIL

Il concorso di Venezia 81 è anche l’occasione per scoprire come prosegue il percorso di nuove voci del cinema mondiale da poco emerse con apprezzate opere prime. È il caso della georgiana Dea Kulumbegashvili, che al Lido porta il suo secondo lungometraggio di finzione April, dopo aver trionfato col precedente Beginning al Festival di San Sebastián 2020, aggiudicandosi la Conchiglia d’Oro al miglior film, la Conchiglia d’Argento alla regista e quella all’attrice protagonista Ia Sukhitashvili, oltre che il Premio della Giuria alla sceneggiatura. In quel potente esordio la cineasta ci aveva portato in una piccola città della Georgia dominata dall’intolleranza religiosa e dalla violenza patriarcale, narrando, spiega la stessa Kulumbegashvili, «il viaggio di una donna per accettare sé stessa, nonostante l’infinito abisso che affronta». Il tutto raccontato con uno stile asciutto e insieme evocativo, tra lunghe inquadrature fisse (restituendo bene il senso di prigionia della protagonista) e momenti di trascendenza che fanno pensare a Bresson. Quella di April (in cui ritroviamo la stessa attrice di Beginning) sarà un’altra storia immersa nelle contraddizioni del Paese d’origine della filmmaker, dove l’interruzione di gravidanza è ancora un reato. Al centro troviamo infatti l’ostetrica Nina, che pratica aborti clandestinamente per aiutare le pazienti a cui è vietato decidere sul proprio corpo. Un tema, quest’ultimo, ancora attualissimo e frequentato dal cinema, basti pensare al Leone d’oro 2021 L’événement.

ARRIVA AL LIDO LA STORIA KOLOSSAL TRATTA DAL BEST SELLER DI SCURATI SULL’ASCESA AL POTERE DI BENITO MUSSOLINI, DESTINATA A FAR DISCUTERE

Emanuele Bucci

LADY GAGA REGINA DEL RED CARPET: “VOLEVOCAMBIAREILMONDO”

LA DIVA SOVVERTE IL PROTOCOLLO E GIUNGE A PIEDI AL PALAZZO DEL CINEMA TRA DUE ALI DI FOLLA: “IN JOKER: FOLIE À DEUX OGNUNO DI VOI PUÒ DECIDERE IL SIGNIFICATO DELLA STORIA”

Nessuno come Gaga. È lei la regina del red carpet di questa Mostra del cinema, capace di smuovere una folla stretta in un delirio collettivo mentre la segue nel breve tratto di strada fra l’Excelsior e il Palazzo del cinema. A piedi. Nessuna macchina, Lady Gaga preferisce camminare, stretta fra due ali di folla che la polizia fatica a contenere. Protagonista di Folie à deux di Todd Phillips, secondo capitolo di Joker in concorso per il Leone d’oro a Venezia 81 con Joaquin Phoenix, Stefani Germanotta solca il red carpet insieme al fidanzato Michael Polansky, nero il suo abito, come il cappello scultura che indossa. Il suo popolo, che da giorni la aspetta, è li in estasi: lei si avvicina per firmare autografi e salutare, proprio come aveva fatto con la stampa in mattinata. Phillips le ha ritagliato un ruolo da dama nera che riesce a piegare Joker, sedotto prima e abbandonato poi, in un gioco in cui è la musica a unire le due anime perse. «Non è un musical – sottolinea l’attrice – Ma il modo in cui la musica consente ai personaggi di esprimersi perché scena e dialogo non sono sufficienti Abbiamo lavorato molto sul modo in cui cantare, per me è stato necessario dimenticare la tecnica». Si è innamorata non solo del suo ruolo, ma dell’intero film: «Sembra undipinto– svela Gaga -dallamusicaaicostumi LavorareconPhoenixèstatosemplicissimo, una esperienza molto diversa da qualsiasi altra mai fatta prima. A volte quando vengono raccontate storie su persone incomprese abbiamo l’opportunità di scoprire quel mondo». Ora questo secondo, attesissimo, capitolo che Phoenix non considera un semplice sequel, viene consegnato al pubblico. «Vogliamo che siate voi a decidere cosa questo film significa per voi piuttosto che decidere noi, per voi», spiega ancora Lady Gaga, che confessa di aver cominciato a fare musica fin da piccola «per avere qualcosa da dire, per questo adoro i film, per le storie che si possono raccontare e che possono aiutare le persone a sentirsi bene o a fuggireinunmondodiverso». «A vent’anni – conclude – volevo cambiare il mondo. E musica ecinemahannolacapacitàelaforzadicambiareilmodoincuilepersonesisentono».

Tiziana Leone

IL FEDERICO II DI RAK: UN INTELLETTUALE LIBERO

IL REGISTA PORTA AL LIDO UN CORTO PER GLI 800 ANNI DELL’UNIVERSITÀ FONDATA DALL’IMPERATORE

FII – Lo stupore del mondo è il corto animato Fuori concorso a Orizzonti realizzato in 4 mesi da Alessandro Rak per gli 800 anni dell’Università pubblica più antica del mondo ed è stato prodotto da Mad Entertainment in collaborazione con la Federico II di Napoli. Passato alla storia come Stupor Mundi, Federico II (che nel corto ha la voce di Massimiliano Gallo) portò sulla testa parecchie corone, tra cui quella di Imperatore del Sacro Romano Impero ma il suo rapporto controverso col Papato gli costò ben tre scomuniche. «Quando l’Università degli Studi Federico II di Napoli mi ha proposto di realizzare il corto sapevo che non sarebbe stato facile soddisfare il palato degli esperti committenti. In pochi minuti non avrei saputo realizzare qualcosa di esaustivo o che gettasse nuova luce su un personaggio così rilevante. Ho pensato invece di concentrarmisulpubblicochedavveromiinteressavacolpire:glistudentiuniversitari.Ilcortoèdedicatoa loro» Oscar Cosulich

Ore 16.00. CASA DEGLI AUTORI. Masterclass della regista britannica Joanna Hogg, membro della giuria. Modera Akim Zejjari

ANTONIO ALBANESE PREMIATO DA FAMIGLIA CRISTIANA

Il premio Famiglia Cristiana è stato consegnato ieri ad Antonio Albanese dal direttore del settimanale don Stefano Stimamiglio. La motivazione è nella capacità di Albanese di fondere nel cinema con originalità comicità e dramma, satira politica e denuncia sociale, la realtà contemporanea. Il riferimento è sopratutto ai suoi ultimi film con ruoli drammatici come Un mondo a parte, diretto da Riccardo Milani, Cento domeniche diretto dallo stesso Albanese e Grazie ragazzi «Purtroppo, alla luce della realtà che ci circonda - ha detto Antonio Albanese - il mio film veramente drammatico è però Qualunquemente» n

VALDITARA PREMIA GLI STUDENTI

Ore 9.30. SPAZIO INCONTRI. Presentazione del documentario Un’altra idea di stare. Organizzato da Associazione Borghi Autentici d’Italia

Ore 10.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 1. Panel Le nuove frontiere dell’industria dell’audiovisivo. Promosso da Istituto per il Credito Sportivo e Culturale

Ore 10.30. CASA DELLA CRITICA. Presentazione del libro La Storia e le storie. Il cinema (e non solo) di Pupi Avati a cura di Claudia Bersani e Giancarlo Zappoli

Ore 11.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 2. Sindacato e imprese: fare sistema per lo sviluppo del cineaudivisivo: legislazione,contrattazione,professioni (su invito).

Ore 12.30. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 1. I prodotti audiovisivi italiani all’estero tra Cinema e Televisione. Promosso da Rai Offerta Estero.

Ore 14.00. SPAZIO INCONTRI 30° Forum Fedic su Ilfuturo del Corto d’Autore, a cura di Paolo Micalizzi, Fedic Cinema. In programma Cinemad’Inchiestacon la serie TV Fango di Marco Cortesi e Mara Moschini e trailer di filmmaker del Cinema Indipendente e della Scuola. Ore 15.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 2. L’audiovisivo oltre le barriere. Promosso da Artis-Project.

Ore 16.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 2. Cinematografo incontra il Cardinale José Tolentino de Mendonça e Marco Perego. Promosso da Ente dello Spettacolo.

Ore 16.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 1. AGIS, ANEC: l’osservatorio spettacolo e ambiente, progetto che rientra nell’ambito del Next Generation UE.

Ore 16.30. SPAZIO INCONTRI. “Cinema&Arts” Premio Collaterale di Venezia 81. Organizzato da Kalambur Teatro. Ore 17.00. ITALIAN PAV. Sala Tropicana 2. Cinematografo incontra Yeo Sew Hua. Promosso da Ente dello Spettacolo. Ore 17.00. ITALIAN PAV. 36° edizione del premio Leoncino D’Oro e Segnalazione Cinema For UNICEF, istituzione che quest’anno festeggia 50 anni di attività in Italia.

Ore 17.00. REEF BEACH BAR. Il dopo cinema di Cosmopolitan rassegna di interviste e talk. Ospiti di questa sera Sara Toscani Benedetta Cimatti e Sveva Alviti

Ore 17.30. LAZZARETTO VECCHIO. Michel Reilhac modera un incontro con il direttori di Telos Emil Dam Seidel e Dorotea Saykaly

Ore 19.00. CASA DELLA CRITICA. Cocktail per il premio Luciano Sovena. Solo su invito.

PER I FILM SULLA VIOLENZA DI

GENERE

Sono cinque gli istituti vincitori del concorso scolastico Da uno sguardo – film di studentesse e studenti sulla violenza contro le donne, premiati ieri alla Biennale, luogo di destinazione naturale del progetto promosso dal Ministero dell’istruzione e del merito, dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio e dal Ministero della cultura, con una presentatrice d’eccezione, Claudia Gerini «Siamo rimasti colpiti - ha spiegato Giuseppe Valditara, Ministro dell’istruzione - dalla risposta positiva dei giovani che hanno aderito al progetto. I corti vincitori sono trascinanti, reali, entusiasti,mostranorispettoversol’essereumanoaprescinderedalla provenienza, dall’appartenenza o dallo stile». Valditara ha premiato i ragazzi delle secondarie di I e II grado insieme a Eugenia Roccella (Ministro della famiglia, natalità e pari opportunità), alla presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sui femminicidi e sulla violenza di genere Martina Semenzato, e agli assessori della regione Veneto Laura Besio (politiche giovanili) e Cristiano Corazzari (cultura e turismo). Alessandra Farro

In alto: Todd Phillips, Lady Gaga e Joaquin Phoenix scherzano sul red carpet.
La popstar attorniata dalla folla di fan per gli autografi.

LIDO LAND

TRA CINEMA E MENTE UMANA NEL LIBRO DI FLAVIA SALIERNO

Si è parlato dell’antico e sempre stretto legame tra cinema e psicoanalisi alla presentazione, nella Casa degli Autori al Lido di Venezia, del libro Il cinema sul lettino. Libere associazioni di una psicoanalista tra cinema e psiche di Flavia Salierno, curatrice su Ciak della rubrica Psicocinema, i cui testi sono raccolti nel volume, arricchito da un’introduzione dell’autrice sulle intersezioni fra la settima arte e la scienza fondata da Sigmund Freud. «Non pensavo che l’approccio psicoanalitico interessasse a tante persone», ha detto Salierno commentando il successo della sua rubrica pezzo i lettori. Dialogando col direttore di Ciak Flavio Natalia, l’autrice ha riflettuto su alcuni dei titoli più significativi passati a Venezia 81, come il secondo Joker (dove si mette a fuoco «quello che può avvenire quando due psicosi si incastrano»), l’affresco familiare intrecciato col dramma dei desaparecidos brasiliani Ainda estou aqui, e Why War, che prende le mosse dal carteggio dello stesso Freud con Albert Einstein. Salierno ha detto la sua anche sul successo di C’è ancora domani di Paola Cortellesi, elogiandone la capacità di «rendere semplice e fruibile un argomentocosìdifficileeattuale». n

AL LIDO con STEFANO DISEGNI

Lady Gaga e il fidanzato
Michael Polansky
Claudia Gerini, Margherita Buy e Malika Ayane
Lady Gaga con Alberto Barbera e Pietrangelo Buttafuoco
Il regista Todd Phillips
Joaquin Phoenix

NELLA «STRANA, VITALISSIMA REALTÀ»

DI DIVA FUTURA

I colori pastello degli anni ’90, le musiche di quel periodo, piene di vita e di energia, anche torbida, che cercavano una via per uscire. È la strana, vitalissima vicenda di Riccardo Schicchi e del suo sogno di trasformare la pornografia in un inno alla vita. Il senso di Diva Futura, il film italiano diretto da Giulia Louise Steigerwalt, interpretato da Pietro Castellitto nel ruolo del creatore dell’universo a luci rosse popolato dalle varie Moana e Cicciolina. Accanto a lui, Barbara Ronchi in quello del suo braccio destro, finita per caso nell’agenzia in attesa di ‘diventare giornalista’. «Rappresento la persona che dal mondo normale si ritrova in questa strana, divertentissima, vitalissima realtà», ha spiegato l’attrice che al Lido è presente, con ruoli molto diversi uno dall’altro, anche in altri tre film, il drammatico Familia di Francesco Costabile, l’intimista Nonostante di Valerio Mastandrea e il corto - divertissement di Marco Bellocchio Se possopermettermi-CapitoloII «La sintonia con Giulia - ha aggiunto - ladavoperscontatadopolafantastica esperienzadisettembre,quellaimmediata,conPietroèstataunapiacevolesorpresa» «Ilbellodellastoria,edilavorareconGiulia-ha detto Castellitto - èchenessunpersonaggioèfunzionaleaduna tesi.sirespiraun’areadirealtà»

«Mi sono imbattuta - ha spiegato Steigerwalt - in Non dite alla mamma che faccio la segretaria di Debora Attanasio, e l’energia che pervadeva la storia di Schicchi mi ha conquistata, ho voluto raccontarla. il film si è scrittodasolo,contuttiipersonaggi‘biggerthanlife’comediconoglianglosassoninonstaanoigiudicareilloro sogno,macredosiastatointeressanteraccontarechecenefosseuno» n

IL PREMIO CARLO LIZZANI ALLE SALE CHE RESISTONO

Per il decimo anno alla Mostra del Cinema di Venezia gli esercenti italiani “più coraggiosi” hanno ricevuto il premio Carlo Lizzani. A conferirlo, il direttore Alberto Barbera e la giuria (Flaminia e Francesco Lizzani e il presidente dell’ANAC Ranieri Martinotti). Due i premi d’onore: a Gaetano Renda, per la direzione artistica dei cinema Centrale, Due Giardini e Fratelli Marx di Torino e per la promozione del cinema d’essai della città, e a Domenico Dinoia, per la “devozione” nella direzione delle sale milanesi Massimo Troisi e La Palestrina, oltre all’impegno contro la chiusura negli anni di altre sale lombarde. Tre, invece, gli esercenti cosiddetti “coraggiosi”: Silvano Andreini per Il Nuovo di La Spezia, Emanuela Stefani per il Gambrinus di Pennabilli e Tonino Errico per il Cinema delle Province di Roma.In occasione del decimo compleanno, il premio allarga il suo orizzonte, conferendo un riconoscimento anche a una sala europea: La Clef del V arrondissement di Parigi, riaperta da un collettivo di 30 giovani parigini che l’hanno salvata dalla demolizione.

Alessandra Farro

LUCIANA FINA ALLE NOTTI VENEZIANE CON

SEMPRE

DIVA FUTURA

GIULIA LOUISE STEIGERWALT: Ho deciso di raccontare il mondo di Diva Futura perché mi aspettavo di torvare tutto tranne che questo. Mi serviva entrarci con gli occhi iniziali di Debora, la segretaria, che sono gli occhi di tutti noi, per poi stravolgere il punto di vista andando in una direzione opposta. La violenza associata oggi al porno non faceva parte dell'idea di Schicchi. In quella famiglia c'era solo un grande entusiasmo, inconsapevolezza e cialtroneria, da cui poi sono derivati anche dolori.

PIETRO CASTELLITTO:

Personalmente conoscevo solo lo Schicchi sul viale del tramonto, il lato più avanguardista del personaggio l’ho scoperto crescendo. Ho capito che in lui c'era una grande aderenza tra il corpo e il pensiero. Questo è un film su un uomo che è riuscito a fare la vita che voleva fare e rimanere fedele alla visione del bambino dentro di sé. Lo trovo molto poetico.

BARBARA RONCHI:

Conoscevo Cicciolina, Eva Henger, Moana Pozzi prese singolarmente come pornodive, ma non sapevo niente dell’Agenzia, non sapevo che facessero parte di una famiglia, che vivessero tutte insieme, che si aiutassero l’una con l’altra. Con questo film ho scoperto che avevano dei sogni, dei desideri personali, ma che quando varcavano la soglia dell’Agenzia erano considerate in maniera molto differente.

DENISE CAPEZZA:

Interpretare Moana Pozzi è stata una bella sfida perché è un’icona ancora viva nell'immaginario, ma del suo privato si sa poco. È morta a soli 33 anni e rispetto alle altre pornodive non ha avuto la possibilità di raccontarsi da adulta. È stato semplice entrare in contatto con il lato pubblico di Moana, la sua versione sicura e disinvolta di sé, ma è stato molto più difficile raccontare la sua parte privata, il suo desiderio di affermazione sociale.

DALLE STAR DI VENEZIA ALLE

ICONE DI TORINO

La passione per il cinema, celebrata anche quest’anno dalla Mostra di Venezia , si nutre anche attraverso il collezionismo. Ce lo ricorda la mostra MovieIcons.OggettidaisetdiHollywood, visitabile sino al 13 gennaio al Museo Nazionale del Cinema di Torino , organizzata da quest’ultimo con la galleria Theatrum Mundi di Arezzo e curata dai direttori dell’uno, Domenico De Gaetano , e dell’altra, Luca Cableri . 117 oggetti originali di scena, costumi e memorabilia dai set hollywoodiani, tra cui la piuma di Forrest Gump, la bacchetta di Harry Potter, il casco delle truppe imperiali di Star Wars, per un’esposizione che, dichiara De Gaetano , vuole «delineare un diario di bordo, quasi una mappa dei veloci cambiamenti creativi e tecnologici del cinema, attraverso i suoi oggetti simbolici». Rispondendo, aggiunge Enzo Ghigo , Presidente del Museo torinese, a un duplice intento: «Da un lato fare mostre spettacolari che attirino il grande pubblico e dall’altro ideare proposte che fidelizzino il pubblico più giovane». n

PUGLIA, UN AUTUNNO

DI EVENTI DEDICATI AL CINEMA

DAL 25 AL 27 OTTOBRE A BARI L’APULIA DIGITAL EXPERIENCE IN COLLABORAZIONE CON RAICOM E DALL’8 ALL’11 NOVEMBRE L’APULIA FILM FORUM CON L’EUROPEAN PRODUCERS CLUB

C’è stato un 25 Aprile anche nella storia del Portogallo, quando, 50 anni fa, la Rivoluzione dei Garofani pose fine alla dittatura fascista di António Salazar: di quella fase ci parla il doc di Luciana Fina Sempre (oggi in anteprima alle Notti Veneziane). Il film è realizzato montando materiali d’archivio della Cinemateca Portuguesa e della RTP (Rádio e Televisão de Portugal). «Viviamoinun’epocaoscura», dichiara la regista a Ciak, «dove l’idea del futuro è persa in quest’oscurità, e la cosa che più ha da insegnarci quell’esperienza rivoluzionaria è la capacità di immaginare un mondo emancipato». Il lavoro di Fina è allora un tentativo di «ripensare alla Storia attraverso il cinema», rievocando e omaggiando, non senza una vena di malinconia, un’epoca in cui il mezzo audiovisivo non si limitava ad osservare il cambiamento della società, «nefacevaparte». Emanuele Bucci

La Puglia si appresta a tornare al centro della promozione delle forme di cinema più innovative. Duele manifestazioni più attese, entrambe realizzate con la spinta della Apulia Film Commission. Si terrà dal 25 al 27 ottobre a Bari, all’Apulia Film House, la seconda edizione dell’Apulia Digital Experience (ADE), la conferenza internazionale dedicata all’innovazione digitale nelle industrie creative realizzata in collaborazione con Rai COM e che riunisce le aziende che fondono la creatività alla spinta allo sviluppo tecnologico. Dall’8 all’11 novembre, inoltre, si terrà l’Apulia Film Forum, che potrà contare sulla partnership con l’European Producers Club (EPC), l’associazione dei produttori indipendenti europei, che ha garantito la sua presenza. n

LE CONTRADDIZIONI DEL NORD AFRICA ALLA SIC PERFUMED WITH MINT

Moattar binanaa, Egitto/Francia/Tunisia/Qatar, 2024. Regia Muhammed Hamdy Interpreti Alaa El Din Hamada, Mahdy Abo Bahat, Abdo Zin El Din. Durata 1h e 53’.

SIC – CONCORSO - PRIMA MONDIALE

L’ultimo film in concorso alla Settimana Internazionale della Critica è Perfumed with Mint, opera prima di Muhammed Hamdy (già direttore della fotografia per titoli come TheSquare). Nella vicenda del medico Bahaa e del suo amico Mahdy, in fuga dai fantasmi del passato, c’è, anticipa la Direttrice e Delegata generale della SIC Beatrice Fiorentino, l’immagine di «una generazione condannata all’esilio perenne, incompresa e braccata per la sua germogliante “diversità”». Facendo emergere, attraverso il filtro del realismo magico, «le tensioni sociali di un Nord Africa ancora spaccato fra tradizione e modernità». Nello stesso giorno in gara per SIC@SIC abbiamo il corto NeroArgento di Francesco Manzato.

Emanuele Bucci

LABIRINTI

Gerardi, Finn Ronsdorf. Durata 77’.

GdA - CONFRONTI - PRIMA MONDIALE

Dopo l’incontro del 30 agosto e prima di quello previsto a Roma, il dibattito delle Giornate degli Autori (presso il nuovo spazio Confronti ) sulla condizione e il riconoscimento, spesso non facile, dei nuovi autori cinematografici prosegue con la proiezione di Labirinti (ore 18 in Sala Laguna), primo lungometraggio di Giulio Donato Protagonista è Francesco, giovane introverso di un paesino montano della Calabria. L’incontro con un libro cambia la vita del ragazzo, che per inseguire il suo sogno si metterà contro le regole “labirintiche” della società e il suo stesso migliore amico Mimmo. «La mia intenzione», ha detto il regista, «eraquelladipartiredalvero e creare filmando qualcosa di nuovo. Ho deciso di posizionare il racconto a metà tra realtà e finzione, mantenendo questo approccio in tutti gli aspetti del film».

Emanuele Bucci

ALMA DEL DESIERTO

Colombia/Brasile, 2024. Regia

Mónica Taboada-Tapia. Interpreti

Georgina Epiayu, María Santa

Pushaina Pushaina, Antonio Ipuana, Francisco ‘Jesús’ Urrariyu, Florentina Vanegas, Yesid de Jesus Bouriyu. Durata 87’

GdA - EVENTI SPECIALI - FUORI CONCORSO

Colombiana, di Cartagena, Monica Taboada-Tapia è dovuta tornare alle proprie origini per trovare lo spunto del film che presenta alle Giornate degli Autori. Il suo ultimo Alma del Desierto ci porta infatti negli aridi paesaggi di La Guajira, dove Georgina, un’anziana donna Wayúu transgender, si mette in viaggio per rivedere i fratelli prima che sia troppo tardi. «Scoprireil passato della famiglia di mia madre a La Guajira è stata la motivazione iniziale» dice la regista di quella che viene presentata come una storia di resistenza e un’appassionata lotta per la giustizia. «Una storia proibita che non doveva essere narrata» e nella quale mostrare una «Colombiapost-coloniale,dominata da sistemi feroci» dove la solidarietà tra persone di diverse etnie diventa «un atto di pura resistenza e ribellione contro un sistema politico che continua a opprimerciperrimanerealpotere»

MattiaPasquini

SUGAR ISLAND

Repubblica Dominicana, Spagna. 2024. Regia Johanné Gómez Terrero. Interpreti Yelidá Díaz, Ruth Emeterio, Juan María Almonte, Génesis Piñeyro, Diógenes Medina. Durata 91’.

GDA - CONCORSO - OPERA PRIMA Dopo i documentari Bajolascarpas (2014) e CaribbeanFantasy (2016), la produttrice, sceneggiatrice e regista domenicana Johanné Gómez Terrero esordisce nel cinema di finzione con Sugar Island, dove analizza le radici coloniali dell’industria dello zucchero e il ruolo duraturo della spiritualità nei movimenti di liberazione. La tredicenne Makenya ( Yelidá Díaz ) vive in un villaggio Batey situato in una piantagione di canne da zucchero e una gravidanza indesiderata la costringe ad affrontare l’età adulta. Sua madre è influenzata dagli spiriti della tradizione chiamati Misteri e suo nonno lotta per i diritti previdenziali. L’automazione industriale li mette a rischio di essere trasferiti senza nessun indennizzo, quando un serpente che rappresenta i Misteri induce Makenya ad abbracciare sia il potere terreno, sia la dimensione soprannaturale, spingendola nel regno dell’impossibile. Oscar Cosulich

GUERRE STELLARI

in Mostra

Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web), Tiziana Leone - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Vania Amitrano, Giulia Bianconi, Mattia Pasquini - Foto: Maurizio D’Avanzo - Stampa: CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it.

Italia, 2024. Regia Giulio Donato. Interpreti Francesco Grillo, Simone Iorgi, Stella Mastrantonio, Davide Fasano, Antonio

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