DAILY#3 78. Mostra del Cinema di Venezia - 3Sept2021 Venews+Ciak

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press conferences sala casinò

12.00 TRANCHÉES (Fuori Concorso) 12.45 DUNE (Fuori Concorso) 13.30 SPENCER (Venezia 78) 14.15 THE LOST DAUGHTER (Venezia 78) Solo accreditati, prenotazione obbligatoria/ Press holders, only upon reservation

8.15

Sala Grande

9.00

Sala Volpi

FUORI CONCORSO press - industry

ORIZZONTI tutti gli accrediti

Denis Villeneuve (155’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Yuri Ancarani (100’) v.o. italiano st. inglese

DUNE

8.30

Sala Darsena

ATLANTIDE

9.15

Sala Casinò

VENEZIA 78 press - industry

ORIZZONTI tutti gli accrediti

Pablo Larraín (111’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Peter Kerekes (93’) v.o. russo, ucraino st. italiano/inglese

8.30

11.00

CENZORKA (107 Mothers)

SPENCER

PalaBiennale

Sala Darsena

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

FUORI CONCORSO press - industry

Paul Schrader (112’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Denis Villeneuve (155’) v.o. inglese st. italiano/inglese

THE CARD COUNTER

DUNE

8.30

11.00

Sala Astra 1

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG

Daniel Geller, Dayna Goldfine (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese

PalaBiennale

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

È STATA LA MANO DI DIO (The Hand of God) Paolo Sorrentino (130’) v.o. italiano st. inglese

11.00

Sala Volpi

8.30 Teatro Piccolo Arsenale

ORIZZONTI tutti gli accrediti

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

Peter Kerekes (93’) v.o. russo, ucraino st. italiano/inglese

È STATA LA MANO DI DIO (The Hand of God) Paolo Sorrentino (130’) v.o. italiano st. inglese

Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC press - industry

NOTTE ROMANA (Roman Nights)

Sala Astra 1

THE CARD COUNTER Paul Schrader (112’) v.o. inglese st. italiano/inglese

11.15

Sala Casinò

ORIZZONTI tutti gli accrediti

ATLANTIDE

Valerio Ferrara (11’) v.o. italiano st. inglese

Yuri Ancarani (100’) v.o. italiano st. inglese

A SALAMANDRA (The Salamander)

Alex Carvalho (120’) v.o. portoghese st. italiano/inglese

Sala Astra 2

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG

11.15

Sala Astra 2

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

THE CARD COUNTER Paul Schrader (112’) v.o. inglese st. italiano/inglese

11.30

Sala Grande

VENEZIA 78 press - industry

Daniel Geller, Dayna Goldfine (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese

9.00

11.00

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

8.45

8.45

CENZORKA (107 Mothers)

SPENCER

Pablo Larraín (111’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Sala Giardino Read/Download

BIENNALE COLLEGE CINEMA press - industry

NUESTROS DÍAS MÁS FELICES (Our Happiest Days)

Sol Berruezo Pichon-Rivière (100’) v.o. spagnolo st. inglese/italiano

DAILY#3 V E N I C E

SEGUE A P. 8

3 September 2021

F I L M

F E S T I VA L


2

#3


T

he most anticipated Dune, a sci-fi blockbuster by Denis Villeneuve starring Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Charlotte Rampling, and Oscar Isaac. Spencer is a new biopic (after Neruda and Jackie) by Pablo Larraín, starring Kristen Stewart as Lady Diana. A woman’s torments are the focus on Maggie Gyllenhaal’s first film as a director: The Lost Daughter, starring Olivia Colman. In the Orizzonti section, À plein temps by Eric Gravel is the story of a mother (Laure Calamy) desperately looking for a job. In Orizzonti Extra, a troubled teenager is the protagonist in La ragazza ha volato by Wilma Labate, written by the D’Innocenzo brothers.

Restless Women di Roberto Pugliese

S

e gran parte dell‘attesa è per il film Fuori Concorso Dune, il kolossal fantascientifico (nel cast Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Charlotte Rampling, Oscar Isaac) che l‘imprevedibile Denis Villeneuve ha tratto dal ciclo narrativo di Frank Herbert a quasi quarant’anni dallo sfortunato film di David Lynch, molto ci si attende in gara da Spencer, nuovo biopic (dopo Neruda e Jackie) del cileno Pablo Larraín, con la sorprendente Kristen Stewart nei difficili (e già molto sfruttati da cinema e tv) panni di Lady Diana, colta nei giorni in cui decide di porre fine al proprio matrimonio. Tormenti femminili sono anche al centro dell’esordio dietro la macchina da presa, sempre in Venezia 78, di un’attrice talentuosa quanto anomala, Maggie Gyllenhaal, con The Lost Daughter, tratto da La figlia oscura di Elena Ferrante. Protagonista principale il premio Oscar Olivia Colman. La giornata decisamente rivolta al pianeta donna segnala in Orizzonti À plein temps del francese Eric Gravel, storia di una madre (Laure Calamy) alle prese con la disperata ricerca di un impiego, e in Orizzonti Extra l’adolescente irrequieta di La ragazza ha volato di Wilma Labate, scritto da Fabio e Damiano D‘Innocenzo.

past conferences

Posso dire, parafrasando il titolo, che da vent’anni ad oggi c’è voluta ’a man’ e’ ddio Toni Servillo

intervista Beatrice Fiorentino di Davide Carbone

Le sette opere prime si affiancano al concorso di corti SIC@ SIC, rampa di lancio per alcuni tra i più promettenti talenti del cinema italiano. Da quest’anno Delegata Generale, ma da diverso tempo nella Commissione di Selezione della SIC, Beatrice Fiorentino ci accompagna alla scoperta della 36. Settimana Internazionale della Critica. Quali passi dei suoi predecessori sente di voler percorrere e quali invece i nuovi percorsi da intraprendere? L’idea è stata da subito quella di lavorare in continuità rispetto al passato, la scoperta è la nostra

LA RAGAZZA HA VOLATO Orizzonti Extra

di Wilma Labate con Alma Noce, Luka Zunic, Rossana Mortara, Livia Rossi, Massimo Somaglino (Italia, Slovenia, 93’)

SOFFI DI SILENZIO Nadia è un’adolescente con un carattere piuttosto problematico e un’indole solitaria. È nata a Trieste, città di confine e crocevia di culture diverse, spazzata da un vento forte e potente durante la stagione fredda. La giovane vive in una zona periferica, ma non degradata. Tuttavia, subisce una violenza sessuale e non riesce a fare nulla per evitarlo, incapace di opporre resistenza. Oltretutto, Nadia decide di non condividere in famiglia ciò che le è successo e di non denunciare l’uomo. Wilma Labate (Roma, 1949) è una regista, scrittrice e direttrice della fotografia. Risale al 1992 il suo film d’esordio, Ambrogio, seguito da La mia generazione (1996). Nel 2003 presenta a Venezia il documentario Maledetta mia . Ciò segna solo l’inizio di una lunga serie di partecipazioni alla Mostra: ritornerà, infatti, con Signorina Effe (2007), La pecora nera (2010) di Ascanio Celestini, Raccontare Venezia (2017) e Arrivederci Saigon (2018). Quest’ultimo ha ottenuto una nomination ai David di Donatello come Miglior Documentario.

intervista Wilma Labate di Fabio Marzari

L

a regista Wilma Labate si confronta con un tema difficile e lo fa in maniera asciutta, priva di ogni retorica, ma al tempo stesso partecipata, come sempre nei suoi lavori, mantenendo un ragionevole equilibrio e una giusta distanza. A Orizzonti Extra sullo schermo il dramma di Nadia, una sedicenne vittima di violenza sessuale.

Nelle note di regia lei parla di personaggi che subiscono la vita nel disordine e nell’inerzia, che danno l’impressione di non avere capacità reattiva. Il suo è un film che guarda ai troppi sconfitti dalla vita? No, in realtà no. Sono le persone che io osservo fin dal primo piano sequenza dalle finestre con la macchina da presa e quelle che altrettanto guardo nell’ultimo piano sequenza, fuori dal balcone. Sono persone che sopravvivono, che non hanno troppo poco, ma non hanno nemmeno molto, più vicini ad una vita dignitosa da middle class povera. Quei due piani sequenza li ho voluti girare proprio perché volevo fosse chiaro come la storia potesse accomunare più soggetti, ciascuno con storie altrettanto valide da raccontare. Colpisce molto la bravura della protagonista femminile, Alma Noce, e di quello maschile, Luka Zunic, a cui è stato affidato di sicuro un ruolo non facile. Trovare gli attori giusti è stato complesso? Sì, abbastanza. È stato complesso e appassionante lavorare con loro. Quando li ho scelti sentivo che avrei potuto trovarmi molto bene con entrambi e infatti non sono stata per niente smentita. Alma Noce è versatile e talentuosa, recita in modo

priorità. Andiamo a caccia di nuovi autori e di nuove possibilità, di rotte non ancora tracciate o per lo meno insolite. Ho lavorato in grande sintonia con Giona Nazzaro nei cinque anni condivisi alla SIC, volevamo e ancora vogliamo capire cosa sia il cinema del presente. Ma il presente cambia e la nostra curiosità deve assecondare quei cambiamenti. Sarà la realtà a indicarci i nuovi percorsi da intraprendere. Barbera ha parlato di un cinema italiano ‘in stato di grazia’: che panorama emerge in tal senso dal contesto SIC? Un cinema inquieto e multiforme, in grado di stupire prendendo direzioni inaspettate. In Concorso abbiamo un film di puro genere, Mondocane di Alessandro Celli, con l’Ilva sullo sfondo che guarda ai B-movies anni ‘70 e a molto cinema americano. “Popolare” in senso nobile, intrattiene senza rinunciare alle istanze politiche. Che invece sono centrali in Mother Lode, il film di un regista italiano, Matteo Tortone, che però abbiamo scelto come “film dal mondo”, girato in Perù, in una città mineraria sulle Ande. Tra documentario e fiction, un manifesto sui paradossi del neoliberismo con innesti di realismo magico. Anche in chiusura c’è un italiano che guarda fuori dai confini nazionali, Gianluca Matarrese: La dernière séance è la conversazione con il suo amante, un gio-

terribilmente istintivo e questo mi ha molto aiutato. Abbiamo vissuto quasi in simbiosi durante la lavorazione, anche perché c’era il lockdown, avendo quindi molto tempo per concentrarci sul film, per parlare, per provare. Ma in realtà questo suo istinto che io ho assecondato è stato un modo anche di dare una direzione al film, lavorando insieme con grande passione, con grande gioia, con grande vitalità. L’altro interprete, Luka Zunic, è credibile nel suo ruolo di ragazzo normale che diventa un mostro, senza quasi rendersene conto. Si fatica quasi a definirlo tale; l’atto che compie per lui è quasi normale, che consuma in modo del tutto istintivo, ma certamente è un mostro. Anche Luka-attore è un fascio di nervi istintivi; non ricorre ai canoni scolastici nello stile di recitazione. Questo aspetto della loro natura è stato decisivo nel selezionarli come interpreti del film; direi che li ho scelti soprattutto per questo. Una bravura messa in scena con uno sguardo torvo, che quasi mai cede al sorriso, che culmina in una scena come quella dello stupro che è un pugno nello stomaco dalla drammaticità asciutta, perfettamente bilanciata con l’intento cronachistico. Come ha costruito questa parte chiave del film? Durante tutta la narrazione io ho voluto astenermi dal giudizio. Anche in quella scena dello stupro mi sono astenuta; che poi sia una scena che colpisce allo stomaco è perché siamo riusciti a volgere su di essa uno sguardo privo di giudizio. Lo spettatore deve trovare disagio e dolore, così tanto più forte sarà l’imbarazzo. È stato un lavoro molto importante, per me e anche per i due attori, così giovani, che avrebbero potuto compiere delle scivolate in quei CONTINUA... ruoli così...

co di dominio e sottomissione che passa per l’universo del bondage, i traumi dell’AIDS e anche la teoria delle immagini. Quali le istantanee della selezione di quest’anno? Un cantante punk forzato al silenzio, il viaggio di un gruppo di uomini in fuga dalla morte ai tempi di Colombo, una ghost-story nell’Iran pre-rivoluzionario in un clima di isteria collettiva che fa pensare ai no-vax, un romance impossibile, una riflessione sullo spazio nella Russia putiniana attraverso le immagini di Google Maps usate dai pusher per spacciare sul web. Tutte storie fuori dal tempo, eppure perfettamente calate nel presente. Come la pandemia si è riflessa sulle oltre 600 opere iscritte alla selezione 2021? L’intera selezione è un riflesso indiretto delle nostre esperienze recenti. Dopo quasi due anni vissuti ‘a distanza’ ci siamo chiesti: come guardiamo al cinema oggi? Quali storie cerchiamo? La risposta è in nove film dal respiro ‘universale’, con storie che invitano alla connessione, cercano nel passato risposte ai dubbi di un presente fragile, spingono a riflettere su quegli aspetti cruciali che sono stati sconvolti dal Covid: il senso della vita e della morte, le (nuove) coordinate dello spazio e del tempo, i corpi, le distanze, la paura.

#3 3


Focus Denis Villeneuve di F.D.S.

EL HOYO EN LA CERCA Orizzonti

D

a autore, 25 anni fa, di film indie (Un 32 agosto sulla terra, Maelström e Polytechnique) a regista di film ad altissimo budget (dai 165 milioni dollari di Dune ai 185 di Blade Runner 2049, che però è stato un fallimento al box office), la carriera di Denis Villeneuve è stata un’escalation in cui un solido mestiere ha interagito con una forte sensibilità estetica, così da offrire un’idea di ‘cinema mainstream d’autore’. L’occhio di Villeneuve si esalta nei campi lunghi con movimenti lentissimi, a rappresentare distese sterminate di campi, boschi, metropoli incuranti delle umane vicende, un doppio insensibile che può solo contenere, nella sua tremenda bellezza, il viaggio che l’uomo percorre alla ricerca del ruolo che gli spetta nel mondo. Perché la confusione dei ruoli sociali, l’instabilità dei legami affettivi e l’incertezza sulle proprie origini sono le chiavi da cui partire per interpretare il suo cinema: la protagonista di Maelström si innamora del figlio dell’uomo che ha ucciso accidentalmente, il protagonista di Enemy è ossessionato da un suo sosia che forse è lui stesso o forse no ma con cui si scambia la compagna, La donna che canta è una lunga ricerca di parenti sconosciuti che parte dal Canada, passa in Medio Oriente e ritorna in Canada per approdare al classico trauma edipico, nel sequel Blade Runner 2049 il replicante K, alla ricerca di un robot nato e non costruito, scopre che quel robot è proprio lui, figlio di un’unione uomo-robot, in Arrival umano e alieno tentano di costruire un ponte decodificando i rispettivi linguaggi, in Sicario legalità e illegalità si mescolano con il segreto obiettivo di arrivare a un caos controllato piuttosto che a un ordine troppo complesso. Confusione, instabilità, alterazioni dell’ordine sociale, situazioni limite di fronte alle quali l’accettazione del male e la faticosa acquisizione che esso non è altro da noi ma una parte di noi diventa la cifra etica del cinema di Villeneuve.

Denis’ five Maelström (2000) Anche a inizio carriera confusione e problemi con i ruoli erano il tema che seduceva Villeneuve. Polytechnique (2009) La strage del 6 dicembre 1989 all’École Polytechnique di Montreal, raccontata dalla parte delle vittime.

La donna che canta (2010) Dal Canada ad una terra che assomiglia molto al Libano, un viaggio à rebours nel tempo e nell’orrore.

Sicario (2015) Se il male nei fratelli Coen è un Javier Bardem ‘altro da noi’, l’Alejandro di Benicio del Toro è il male che si è infiltrato dalla nostra parte. Blade Runner 2049 (2017) Il passato oramai dissolto con la distruzione dei big data center rivive attraverso una ricerca edipica della verità che porta al padre.

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#3

di Joaquín del Paso con Valeria Lamm Williams, Yubah Ortega, Luciano Kurti, Eric Walker, Santiago Barajas, Enrique Lascurain (Messico, Polonia, ‘100)

SUSPICION OF INTRUSION Like every year, the prestigious Los Pinos boys’ boarding school organizes student retreats to a campsite nestled in the countryside around Mexico City. Guided by teachers and religion, the children are led on the path of physical and moral development to prepare for insertion into an elite society where only money and skin color matter. The tranquility of the camp, however, is disturbed by the discovery of a hole in the fence and a series of inexplicable events. The boys could now be targeted by dangerous organ traffickers and fear is rampant... Mexican director of photography and director, Joaquín del Paso attended the Polish National Film School in Łódź and the International Film School in Cuba. In 2010 he founded Amondo Films, a production company based in Warsaw, Delhi, and Mexico. His first awardwinning feature film Maquinaria Panamericana premiered at the Berlinale Forum 2016 and received a Special Mention at the Torino Film Festival.

interview Joaquín del Paso by Chiara Sciascia

E

l hoyo en la cerca is a fiction movie, though at the same time, it brings to light the trouble with private education in Latin America, which is an elitist system deeply enmeshed with Catholicism. What led you to make a film about this? This film is based on real life events. I feel very close to this subject as I attended a similar school run by the Opus-Dei for a couple of years, over the course of which I experienced moments of punishment and psychological manipulation. At the time, it felt like I was being put through some sort of endurance training, in which kids are taught how to be ruthless and without empathy for the other. I felt an urgency to shed a critical light onto how this educational system, hand-in-hand with the catholic religion, are deployed in reinforcing entrenched structures of power, tailored to create psychological walls between people. These invisible barriers contribute fundamentally to ongoing racial, gender and class-based abuse, as well as leaving deep wounds in the lives of those who experienced first-hand the almost cult-like indoctrination practiced in such institutions. I want to consider how this educational system might function to create hard people, ready to crush anyone in order to succeed and to reinforce the status quo of power. This is your second feature film after Maquinaria Panamericana, the story of factory workers trying to keep afloat the business they worked for. In both movies, there is something of your own life – your family history in the former, your childhood in the latter. Are there any other analogies in either film? Although it has never been my intention to do a self-portrait of any kind, all my films are based on something deeply personal. They talk about my reconstruction of the past,

my interpretation of the present, my anxieties of the future, and about the things that interest me, hurt me, or trouble me. However, the viewer shouldn’t know they’re watching a piece of my life, but rather a complete universe that is contained in the film itself, I’d like the viewer to experience my films with the lightness that comes from the anonymous use of fiction, without feeling a confrontation with the author itself. Saying it shortly, I like to camouflage inside my own films. You are part of the Amondo Films Collective, which meets in Warsaw and New Delhi. In 2016, you founded its Mexican chapter, Amondo Cine, with whom you produced and coproduced your movies. How did this multi-cultural experience come about, what reasons behind it and what goals? When I moved back from Lodz, Poland to Mexico City to start my path as a feature film director, I kept the same spirit as I had learned back in film school. I made Maquinaria Panamericana with an international crew, and soon after I partnered with Fernanda de la Peza, and created a new company with the same spirit. The company is now called Cárcava Cine. We believe that joining talents from around the world can provoke new dialogues and can achieve great results, in The hole in the fence the script was co-written by me and my long-time collaborator Lucy Pawlak from the UK, the editing was made by Mexican editor Paloma López, sound design was created by the Argentinian sound director Guido Berenblum and the score was composed by American composers Michael Stein and Kyle Dixon. This incredible mix of talents created the unique experience of The Hole in the Fence. Regarding the future: We’re finishing Natalia Lopez’s debut feature Manto de gemas and next year we will shoot Gabriel Herrera Torres’s debut feature Ana Doesn’t Want to Be Seen Dancing.

La versione di David Crollato il progetto ambiziosissimo del Dune di Jodorowsky, del quale ci restano gli affascinanti disegni, Dino De Laurentiis coinvolge nella sfida David Lynch, fresco del successo di Elephant Man. Il suo Dune (1984), estremamente innovativo, si rivelerà però un flop di pubblico e di critica; Lynch stesso ne parla come un fallimento. Eppure... Dune è geniale nell’uso della voce interiore, che udiamo anche nelle scene di dialogo, non solo per il protagonista Paul Atreides, ma per vari altri personaggi (non il villain Barone Harkonnen, perché questi esprime a gran voce i propri sentimenti, secondo una sorta di impudicizia che lo caratterizza). Si può osservare che così, in un film che inizia con una prova di telepatia (la sacerdotessa), gli stessi spettatori diventano telepatici. Con le visioni di Paul, poi, Dune amplia perversamente i meccanismi del flash-forward e dell’anticipazione. Tutto il film ha una specie di sospensione straniata e onirica molto lynchana. Nel cinema di Lynch ha un ruolo centrale l’aspetto scenografico. Su questo piano Dune è sontuoso e spiazzante: le sue soluzioni visuali creano quel “tempo misto” fra diverse epoche che caratterizza l’opera

del regista. Il suo Undicesimo Millennio è uno strano incrocio di stili arcaici, ottocenteschi e futuristici. Basta pensare alle divise di gala, o alla navetta con cui il Duca Leto esplora per la prima volta il deserto: è più vicina a Jules Verne e al Nautilus che al modernismo della fantascienza dei Cinquanta e Sessanta. Il difetto peggiore – come segnala Michel Chion nel suo bellissimo libro sul regista americano – è che Lynch è irreparabilmente a disagio nel dirigere scene di massa, specie nei combattimenti. Anche il grande attacco finale alla capitale è deludente. E tuttavia quando ci spostiamo all’interno del Palazzo, con la grande scena finale dove l’ultima parola spetta all’inquietante bambina Alia (così aliena che sarebbe degna della Loggia Nera), ne usciamo risarciti. In ultima analisi il Dune di Lynch era un film più avanti del suo tempo. Giorgio Placereani


À PLEIN TEMPS

Orizzonti

di Éric Gravel con Laure Calamy (Francia, 85’)

RUNNING AGAINST TIME Julie is a mother who would sacrifice anything to properly raise her two children in the countryside. Meanwhile, she works in a luxury hotel in Paris, waiting for the end of the crisis in the job market since this would allow her to find a more fulfilling job. When Julie finally has an opportunity and can have the interview she has been waiting for a long time, life seems to go against her: the city is totally paralyzed by a national strike that blocks public transport. This unexpected event puts at risk the woman’s fragile mental balance. Now she can only run against time and beat it, at any cost. Éric Gravel is a French-Canadian director, screenwriter, editor, and co-founder of the Kino movement in Paris. He made his directorial debut with the short films Ce n’était qu’un rêve (2004) and Eau Boy (2007). In 2017, he produced his first feature film, Crash Test Aglaé, a joyful road movie for women, in which Gravel has already dealt with the theme of precariousness in the job sector.

VENICE ARCHITECTURE SHORT FILM FESTIVAL Community è il titolo e il tema affrontato nell’edizione 2021 di Venice Architecture Film Festival, in corso fino al 5 settembre ai Giardini della Marinaressa (Linea 1/Fermata Giardini). Attraverso i contenuti dei film selezionati, documentari, animazione e cortometraggi, il Festival è un viaggio per esplorare la percezione delle città come luoghi di sviluppo culturale. Tre sezioni: The Architecture Short Film Competition; VAFF/ Films And International relations, in collaborazione con il Canadian Centre of Architecture, BARQFestival, Move Cine Arte; VAFF/Fringe, i migliori film degli studenti dell’Università IUAV di Venezia e dell’AA School of Architecture di Londra. www.archituned.com

Focus Olivia Colman SOUND TRACKS a cura di F.D.S.

Il cinema al tempo del Covid_Ci sono opere di musica classica che, per comune sentire, non dovrebbero mai e poi mai andare a finire nella colonna sonora di un film. Sarà che sono cariche dell’immane peso di essere troppo riconoscibili o di essere possibili entry-point per gli inesperti nel mondo della classica per la loro ‘orecchiabilità’, fatto sta che, al di là della loro intrinseca qualità, l’ascolto al cinema le espone ad una spiacevole sensazione di banalizzazione e involgarimento. Un minuscolo tabù socialmente imbarazzante. Primo esempio di questa infelice categoria è senza dubbio la Gnossienne n.1 di Erik Satie, autore peraltro di un’altra campionessa della categoria, la Gymnopédie n.1, usata ad esempio (ahi, ahi) da Emma Dante ne Le sorelle Macaluso. Altro motivo che andrebbe interdetto è la Suite per orchestra jazz di Shostakovich, in particolare il secondo movimento (l’ha potuto usare senza farsi troppo male solo Kubrick in Eyes Wide Shut). Ebbene, in meno di 45 minuti il documentario di Andrea Segre riesce a far entrare entrambe nella propria colonna sonora: un’impresa memorabile, che ci lascia stupefatti. Madres paralelas_Non ha più la levità ribalda dei giorni lontani, Pedro Almodóvar. Ma la lentezza da rettile con cui fa avanzare la sceneggiatura del suo film ha ancora qualcosa di magico. Le vicende dei suoi protagonisti oramai vengono avvolte dalla necessità di dare ascolto alle pressanti domande della Storia e della memoria del mondo. Una volta forse avveniva il contrario, era la Storia spagnola che si intravedeva come eco lontana dei destini delle sue donne e dei suoi uomini. Eppure anche questo Almodóvar ci piace tantissimo. La scena madre del film, anziché la compostissima colonna sonora di Alberto Iglesias, fatta di delicata sobrietà cameristica stavolta lontana dalla citazione del mood musicale iberico, vede come sfondo musicale la lancinante Summertime cantata da Janis Joplin. Il film ci spiega perché, ed è un altro modo con cui la storia entra in questa pellicola…

Biennale College Dopo aver diretto il suo primo lungometraggio, The Death of the Master, nel 2017 José María Avilés (Ecuador, 1988) ritorna sul grande schermo con Al Oriente. La pellicola segue le vicende di Atahualpa. Mentre sta lavorando alla costruzione di una strada che attraverserà la catena montuosa delle Llangantes, questi viene a conoscenza di un’antica leggenda secondo cui gli Inca avrebbero nascosto il loro tesoro proprio tra quelle vette nel lontano 1533. Creando un ponte tra presente e passato, Atahualpa decide di porsi a capo di una spedizione alla ricerca delle ricchezze perdute. Sala Giardino h. 17.00

di Sara Sagrati

C

on quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che hanno loro, quelle nate per interpretare una regina. Olivia Colman, con quell’accento british, la voce pacata ma leggermente acuta, l’incedere austero e quella smorfia capace di spezzarti le reni, la regalità se la porta dentro, racchiudendo una britannicità senza tempo. Non a caso ha studiato a Cambridge e si è diplomata alla Bristol Old Vic Theatre School, lei che è esplosa all’attenzione del cinema ‘che conta’ proprio interpretando Anna d’Inghilterra in La favorita, presentato alla Mostra del Cinema e con cui ha vinto l’Oscar, ma che da anni era già una regina nei cuori dei sudditi britannici. Fin dal 2000, infatti, appare regolarmente sul grande ma soprattutto sul piccolo schermo in molte serie tv, tra cui l’intramontabile Doctor Who (episodio L’undicesima ora), fino a raggiungere presto ruoli da protagonista, sia in patria (Peep Show, Green Wing) sia in progetti più internazionali (The Night Manager). Ma è grazie alla serie Broadchurch che conquista tutto il mondo, dimostrando di poter fare tutto quello che vuole sullo schermo, non importa se piccolo o grande. E allora con quella faccia un po’ così, e quella drammaticità così umana, Maggie Gyllenhaal non poteva che scegliere lei per interpretare Leda in The Lost Daughter (La figlia oscura tratto dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante), suo primo film da regista e in Concorso. Un ritratto femminile meno regale, forse, ma sicuramente… reale.

Olivia’s five Hot Fuzz di Edgar Wright (2007) Piccolo ruolo al fianco di tutta la banda “del cornetto”. Olivia percorre i primi ideali gradini verso l’ascesa a Buckingham Palace.

Tirannosauro di Paddy Considine (2011) Il più volte compagno di set Paddy Considine questa volta la dirige nel ruolo di una donna cristiana che cerca di redimere il rabbioso Peter Mullan.

La favorita

La versione di Elena Noi ci fidiamo dell’Enciclopedia Treccani. Così per noi Elena Ferrante è “affermata scrittrice italiana, nata a Napoli nel 1943, autrice fra l’altro dei quattro romanzi del ciclo L’amica geniale”. Non ci addentriamo quindi nella querelle sulla vera identità dell’autrice, al tema Annamaria Guadagni ha addirittura dedicato un libro-inchiesta, La leggenda di Elena Ferrante. Certa è la sua prossimità con il mondo televisivo e cinematografico. Il regista Mario Martone già aveva trasposto in pellicola il suo L’amore molesto e Roberto Faenza I giorni dell’abbandono. Anche L’amica geniale è diventata serie televisiva italo-americana (Rai 2018), complici gli espliciti apprezzamenti della first lady Obama. Netflix ha già in lavorazione con Fandango una nuova serie tratta da La vita bugiarda degli adulti. La scrittura in effetti è molto moderna, asciutta, tesa a riportare gli eventi in veloce successione. Siamo agli antipodi delle due pagine e mezzo che Marcel Proust ha impiegato per descrivere la schiuma delle onde. La narratrice e protagonista de La figlia oscura è Leda, insegnante universitaria di successo. Inizia un mistery pieno di equivoci, depistaggi e rivelazioni. Le frasi scorrono veloci e la lettura non può essere abbandonata. Scrittura fascinosa di una vicenda dietro la quale domina il tema della maternità quale massima antagonista delle speranze coltivate in gioventù, che la protagonista definisce «tutte bruciate, mi sembrava di precipitare all’indietro verso mia madre, mia nonna, la catena di donne mute e stizzose da cui derivavo». A voi le amare pagine finali. Loris Casadei

di Yorgos Lanthimos (2018) Dopo The Lobster torna sul set con Lanthimos per uno di quei ruoli che valgono una carriera: dolente, fisico e intenso.

Fleabag di Phoebe Waller-Bridge (2017-2019) Una carriera tv ricca di ruoli da protagonista in serie come Broadchurch e The Crown, che raggiunge l’apice con la matrigna di Phoebe WallerBridge. Indimenticabile.

The Father - Nulla è come sembra di Florian Zeller (2020) Ogni primo piano, ogni gesto, ogni camminata è misurata, calcolata al millimetro, ma sempre naturale e credibile. E poi… che eleganza!

#3 5


FLASHBACK

2020

IDM FILM FUND & CO M M I S S I O N U P CO M I N G F U N D I N G C A L LS Die geförderten Projekte des Jahres

TYPES OF FUNDING Production Funding Development and Pre-Production Funding Short Film Funding film.idm-suedtirol.com

6

#3

© Martin Rattini

Call 1 / 2 0 2 2 : De ad l i n e 2 5 . 0 1 . 2 0 2 2 Call 2 / 2 0 2 2 : De ad l i n e 0 3 . 0 5 . 2 0 2 2 Call 3 / 2 0 2 2 : De ad l i n e 3 0 . 0 9 . 2 0 2 2

TA K E # 1 3

Call 3 / 2 0 2 1 : De ad l i n e 2 1 . 0 9 . 2 0 2 1


VVR

Settimana della Critica

Focus Kristen Five-question Game

intervista Alessandro Celli

Stewart

di Riccardo Triolo

di Sara Sagrati

Settimana 35. Settimana Internazionale Internazionale della Critica della Critica

di Manuela Santacatterina

(Jörg Courtial) #1 Cosa racconta la tua opera? È un intenso viaggio emozionale lungo l’evoluzione della Terra e dell’uomo. #2 Un motivo per indossare il visore e sceglierla? Vi ritroverete all’origine della vita, faccia a faccia con i nostri antenati, testimoni della vera natura dell’uomo. Ci è voluta un’eternità prima che la Terra divenisse il posto che conosciamo e un batter d’occhio perché la cambiassimo come non mai. Quest’opera immersiva racconta la nostra storia.

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BEN CROLL INDIEWIRE

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JONATHAN ROMNEY THE OBSERVER

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THE FILM VERDICT

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BARBARA HOLLENDER RZECZPOSPOLITA

Il personaggio di Testacalda è molto caratterizzato... Lo abbiamo costruito con Borghi, che ha cercato una chiave per dare corpo e anima a Testacalda. In sceneggiatura avevamo indicato un adulto che doveva giganteggiare fra i piccoli. Ho sempre pensato fosse una buona cosa che il nostro attore facesse suo il personaggio. Abbiamo avuto un dialogo molto intenso sulle motivazioni di Testacalda, volevamo creare un cattivo “tridimensionale”.

SUSAN VAHABZADEH SÜDDEUTSCHE ZEITUNG

For years, we have been fantasizing about building our own digital platform for those films that met the audience’s favour at the festival but couldn’t find a way to theatrical distribution. Today, thanks to our partner Mymovies, we have exactly that! For over a month now, on this media we called Biennale Channel, we will be able to see mostly films from emerging countries, which were able to spark the attention of critics and audience at the festival and which will be able to circulate to a wider public. Mymovies have been working hard as of late and have been responsible for our web streaming screenings at the Festival for a while. This year, they will market 22 feature films and 14 short films. Basically, all productions we contacted enthusiastically accepted this market opportunity, not necessarily for financial returns, which won’t amount to much, but for the MADRES PARALELAS chance to be recognized as THE POWER OF THE DOG artists and to reach a larger È STATA LA MANO DI DIO number of people from all THE CARD COUNTER over the world.

Dove hai trovato i due giovani protagonisti? Giuliano Soprano (Pisciasotto) lo abbiamo fermato mentre era con gli amici in spiaggia, Dennis Protopapa (Mondocane) aveva raccolto un nostro volantino. Sono molto amici nella vita e il caso ha voluto che si incontrassero al provino. Sono due ragazzi vivaci e dotati di una grande sensibilità.

PIERRE EISENREICH POSITIF

Digital audiences

Com’è stato lavorare con Matteo Rovere? Fondamentale. È un film in cui il produttore mette una firma grande. Si è innamorato del soggetto e mi ha aiutato con tutti i mezzi di cui disponeva. Matteo è fenomenale, segue tutto nel minimo dettaglio. Sa convincere e ascoltare. Realizza progetti rischiosi che altri non sosterrebbero mai.

TOMMASO KOCH EL PAIS

Director's cuts

Da dove arriva la storia di Mondocane? Volevo raccontare un rapporto di amicizia, in un contesto iconico e primordiale. Leggendo la cronaca ho notato quanto spesso la situazione dell’acciaieria a Taranto finisse sulle prime pagine dei giornali, una storia italiana che poteva essere particolare e universale al tempo stesso.

THE HOLLYWOOD REPORTER

GENESIS CONCORSO di Jörg Courtial (Germania, 13’)

SCREEN INTERNATIONAL

#5 Un pronostico per il futuro dell’arte immersiva? L’uomo ha sempre voluto creare realtà alternative, fin dalla notte dei tempi. Arte, teatro, musica, letteratura, fotografia, religione sono mondi in cui però spesso non è possibile entrare. Con questa tecnologia siamo in grado di creare ambienti in cui immergerci completamente: è la realizzazione di una richiesta ancestrale dell’uomo. L’arte immersiva evolverà in un mondo parallelo da abitare, un mondo più rispettoso e più umano.

robabilmente non è la prima cosa che viene in mente pensando a lei, ma non deve essere facile essere Kristen Stewart. Attrice fin dall’età di otto anni, scoperta da un agente a una recita di Natale, vicina al mondo dello spettacolo per il lavoro dei genitori, è cresciuta davanti alla macchina da presa. Provini, particine, a undici anni è già sul set con Glenn Close e a dodici con Jodie Foster. Molti, per molto meno, hanno perso la brocca ma non Kristen: le sue interpretazioni venivano notate e lodate, anche se piccole, anche se piccola, dimostrando grande maturità, etica del lavoro e gestione dello stress. E poi è arrivata l’apocalisse Twilight, il successo stratosferico e una vita da copertina. In tutti i sensi: è l’ultimo grande idolo di milioni di ragazzini e ragazzine, e poi Robert Pattinson, la storia con Rupert Sanders, le lamentele per il broncio, il coming out e bla bla bla. Kristen sopravvive a tutto, audace nel gestire una carriera che poteva (s)cadere in picchiata, continuando a dimostrare grande maturità ed etica del lavoro. Autori con la A maiuscola, film indipendenti e una prima regia. Un atteggiamento vivace, curioso, imbronciato, fluido, non in merito alle preferenze sessuali, ma proprio come interprete: sempre capace di adattarsi, svicolare, sorprendere. Non deve essere facile essere Kristen Stewart, no, ma l’ultima grande diva non lo dà proprio a vedere e si appresta a trasformarsi nella principessa Diana in Spencer, il nuovo biopic “dell’anima” di Pablo Larraín. A proposito di divismo…

MICHEL CIMENT FRANCE CULTURE

#4 Qual è il tuo background? Sono un designer industriale, con una formazione da fotografo che ha molto influenzato il mio stile. Creo animazioni e VFX (visual effects) dal 1998 e presto sono stato affascinato dalle possibilità delle tecnologie immersive. Nei miei lavori VR cerco la ricchezza dei dettagli in modo che ogni immagine sia artisticamente la più perfetta possibile.

lessandro Celli debutta nel lungometraggio con Mondocane, con protagonista Alessandro Borghi nei panni di Testacalda. È lui il capo delle Formiche, gang di una Taranto diventata una città fantasma in un futuro non molto lontano. Due orfani tredicenni sognano di entrare in quella banda: Pietro, detto Mondocane, e Christian chiamato Pisciasotto. Ma qualcosa si incrina nel loro equilibrio...

P

INTERNATIONAL CRITICS

#3 Quali opportunità espressive ti offre la tecnologia immersiva? La VR ci permette di accedere a mondi sconosciuti. La ricchezza di dettagli e l’impressione di autenticità ci consente di vivere eventi da una prospettiva ravvicinata, intima. Persino le immagini a noi più familiari assumono una luce del tutto nuova. L’arte immersiva ci fa provare emozioni con un’intensità mai raggiunta prima.

A

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#3 7


SEGUE DA P. 1

11.30

Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti

Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA press - industry

LAND OF DREAMS

Shirin Neshat, Shoja Azari (113’) v.o. inglese, farsi, spagnolo st. italiano/inglese

11.30

14.30

Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI tutti gli accrediti

SHEN KONG

Chen Guan (103’) v.o. cinese st. italiano/inglese

LA RAGAZZA HA VOLATO (The Girl Flew) Wilma Labate (93’) v.o. italiano st. inglese

14.30 Teatro Piccolo Arsenale PROIEZIONI SPECIALI pubblico 14+ - tutti gli accrediti

PIETRO IL GRANDE (Pietro the Great)

17.00

AL ORIENTE (To Oriente) José María Avilés (100’) v.o. spagnolo st. inglese/italiano

17.00

CENZORKA (107 Mothers) Peter Kerekes (93’) v.o. russo, ucraino st. italiano/inglese

Antonello Sarno (10’) v.o. italiano st. inglese

17.15

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

BIENNALE COLLEGE CINEMA

ATLANTIDE

Jane Campion (136’) v.o. inglese st. italiano/inglese

13.45

Ricky D’Ambrose (87’) v.o. inglese st. italiano

PalaBiennale

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

EL HOYO EN LA CERCA (The Hole in the Fence) Joaquín del Paso (100’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

13.45

THE CATHEDRAL

Sala Pasinetti

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG

16.00

PalaBiennale

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

À PLEIN TEMPS (Full Time) Eric Gravel (85’) v.o. francese st. italiano/inglese

16.15

Sala Grande

VENEZIA 78 pubblico - tutti gli accrediti

SPENCER

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC tutti gli accrediti

LUNA PIENA (Full Moon) Isabella Torre (15’) v.o. italiano st. inglese

MONDOCANE (Dogworld)

Alessandro Celli (110’) v.o. italiano st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.00

Sala Volpi

Pablo Larraín (111’) v.o. inglese st. italiano/inglese

16.30

Sala Pasinetti

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG Daniel Geller, Dayna Goldfine (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese

16.30

Yuri Ancarani (100’) v.o. italiano st. inglese

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

ATLANTIDE

Sala Astra 1

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG Daniel Geller, Dayna Goldfine (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

EL HOYO EN LA CERCA (The Hole in the Fence)

Joaquín del Paso (100’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

Sala Casinò

ORIZZONTI tutti gli accrediti

CENZORKA (107 Mothers) Peter Kerekes (93’) v.o. russo, ucraino st. italiano/inglese

14.15

Sala Astra 2

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG Daniel Geller, Dayna Goldfine (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese

#3

Sala Perla 2

HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG

PalaBiennale

VENEZIA 78 pubblico - tutti gli accrediti

THE CARD COUNTER

Sala Perla 2

THE POWER OF THE DOG

16.45 Teatro Piccolo Arsenale ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti

LAND OF DREAMS

Shirin Neshat, Shoja Azari (113’) v.o. inglese, farsi, spagnolo st. italiano/inglese

17.00

Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

À PLEIN TEMPS (Full Time)

Eric Gravel (85’) v.o. francese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

22.15

Sala Astra 2

GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry

IL PALAZZO

Denis Villeneuve (155’) v.o. inglese st. italiano a seguire VENEZIA 78 pubblico

23.55

21.00

PalaBiennale

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

SPENCER

DUNE

Denis Villeneuve (155’) v.o. inglese st. italiano/inglese

PalaBiennale

LA RAGAZZA HA VOLATO (The Girl Flew)

Sala Darsena

21.00

Sala Web

ORIZZONTI EXTRA

LA RAGAZZA HA VOLATO (The Girl Flew) Wilma Labate (93’) v.o. italiano st. inglese

VENEZIA 78 press - industry

IL BUCO

Michelangelo Frammartino (93’) v.o. italiano st. inglese

Sala Pasinetti

VENEZIA 78 tutti gli accrediti Jane Campion (136’) v.o. inglese st. italiano

Denis Villeneuve (155’) v.o. inglese st. italiano/inglese a seguire VENEZIA 78 pubblico

21.45

Opera Prima Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders.

Sala Perla 2

FUORI CONCORSO press - industry

BECOMING LED ZEPPELIN

SPENCER

Bernard MacMahon (137’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Sala Darsena

22.00

Pubblico Public

Accreditati Pass holders

Sala Grande

VENEZIA 78 pubblico

THE LOST DAUGHTER

IL BUCO

19.30

Daily Venezia78 Supplemento di n. 255 settembre 2021 Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996

Sala Volpi

ORIZZONTI press - industry

TRUE THINGS

Harry Wootliff (102’) v.o. inglese st. italiano/inglese

19.30

È STATA LA MANO DI DIO (The Hand of God)

Federica Di Giacomo (100’) v.o. italiano st. inglese

THE POWER OF THE DOG

Michelangelo Frammartino (93’) v.o. italiano st. inglese

Paul Schrader (112’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Arena Lido

DUNE

FUORI CONCORSO pubblico

DUNE

Sala Perla

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

FUORI CONCORSO pubblico

19.00 Teatro Piccolo Arsenale

Paul Schrader (112’) v.o. inglese st. italiano/inglese

THE CARD COUNTER

Jake Wachtel (102’) v.o. khmer, inglese st. italiano/inglese

20.30

22.15

Paolo Sorrentino (130’) v.o. italiano st. inglese

KARMALINK

21.45

VENEZIA 78 pubblico - tutti gli accrediti

Sala Astra 2

Sala Astra 2

Jane Campion (136’) v.o. inglese st. italiano/inglese

VENEZIA 78 press - industry

VENEZIA 78 pubblico - tutti gli accrediti

19.45

21.45

19.30

16.45

Harry Wootliff (102’) v.o. inglese st. italiano/inglese

TRUE THINGS

Jane Campion (136’) v.o. inglese st. italiano

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

Sala Casinò

Mohamed Diab (98’) v.o. arabo st. italiano/inglese

AMIRA

Wilma Labate (93’) v.o. italiano st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

19.00

22.15

ORIZZONTI press - industry

ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti

Sala Pasinetti

16.30

THE CARD COUNTER

Sala Casinò

IL PALAZZO

ORIZZONTI press - industry

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

Pablo Larraín (111’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Sala Astra 1

19.45

Pablo Larraín (111’) v.o. inglese st. italiano

Sala Grande

Daniel Geller, Dayna Goldfine (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese

VENEZIA ALL-IN-ONE 8

18.00

THE POWER OF THE DOG

ORIZZONTI tutti gli accrediti

14.15

Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman (81’) v.o.napoletano, arabo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

19.00

Sala Perla

14.15

CALIFORNIE

Denis Villeneuve (155’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Loup Bureau (85’) v.o. ucraino st. italiano/inglese

14.00

Sala Perla

DUNE

TRANCHÉES (Trenches)

Federica Di Giacomo (100’) v.o. italiano st. inglese

ERA IERI (It Was Yesterday)

GIORNATE DEGLI AUTORI tutti gli accrediti

Sala Astra 1

Michelangelo Frammartino (93’) v.o. italiano st. inglese

IL BUCO

Valentina Pedicini (15’) v.o. italiano st. inglese

17.15

22.00

GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry

Yuri Ancarani (100’) v.o. italiano st. inglese

FUORI CONCORSO pubblico

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti - pubblico

Sala Giardino

VENEZIA 78 press - industry

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico - tutti gli accrediti

18.45

Sala Grande

14.00

Sala Casinò

19.45

ORIZZONTI tutti gli accrediti

Paul Schrader (112’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Daniel Geller, Dayna Goldfine (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese

14.00

Sala Volpi

ORIZZONTI tutti gli accrediti

11.30 Teatro Piccolo Arsenale THE POWER OF THE DOG

Sala Giardino

BIENNALE COLLEGE CINEMA pubblico 14+ - tutti gli accrediti

Sala Perla

FUORI CONCORSO press - industry

BECOMING LED ZEPPELIN

Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran

Maggie Gyllenhaal (121’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Bernard MacMahon (137’) v.o. inglese st. italiano/inglese

22.00

19.30

IL BUCO

Sala Astra 1

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico - tutti gli accrediti

ERA IERI (It Was Yesterday) Valentina Pedicini (15’) v.o. italiano st. inglese

KARMALINK

Jake Wachtel (102’) v.o. khmer, inglese st. italiano/inglese

TRANSFER PRIVATO IN APP

Sala Giardino

VENEZIA 78 press - industry Michelangelo Frammartino (93’) v.o. italiano st. inglese

22.00 ORIZZONTI press - industry

AMIRA

Mohamed Diab (98’) v.o. arabo st. italiano/inglese

Sala Volpi

Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale), Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione), Paola Marchetti (direzione organizzativa), Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari, Luca Zanatta (graphic design) Hanno collaborato Katia Amoroso, Loris Casadei, Maria Casadei, Fabio Di Spirito, Massimo Macaluso, Giorgio Placereani, Roberto Pugliese, Sara Sagrati, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Andrea Zennaro, Shanna Beggio, Ludovica Schiavone Stampa WWW.TIPOGRAFIACOLORAMA.COM Via Garda, 13 - San Donà di Piave (VE) redazione@venezianews.it daily2021.venezianews.it


Laure CALAMY

FULL TIME UN FILM DI

ÉRIC GRAVEL

con ANNE SUAREZ GENEVIÈVE MNICH NOLAN ARIZMENDI SASHA LEMAITRE CREMASCHI CYRIL GUEÏ LUCIE GALLO AGATHE DRONNE MATHILDE WEIL scritto da ÉRIC GRAVEL direzione artistica THIERRY LAUTOUT direttore della fotografia VICTOR SEGUIN sonoro DANA FARZANEHPOUR FRANCK CARTAUT VALÉRIE DELOO FLORENT LAVALLÉE montaggio MATHILDE VAN DE MOORTEL musiche originali IRÈNE DRÉSEL casting YOUNA DE PERETTI assistente alla regia LUCILE JACQUES costumi CAROLINE SPIETH trucco SYLVIE AÏD-DENISOT acconciature GEOFFREY COPPINI sceneggiatura MARIE PRUAL direttore di produzione PAUL SERGENT prodotto da RAPHAËLLE DELAUCHE e NICOLAS SANFAUTE una coproduzione NOVOPROD CINÉMA NOVOPROD FRANCE 2 CINÉMA HAUT ET COURT DISTRIBUTION con la partecipazione di CANAL+ CINÉ+ FRANCE TÉLÉVISIONS con il sostegno de LA RÉGION BOURGOGNE-FRANCHE-COMTÉ CENTRE NATIONAL DU CINÉMA ET DE L’IMAGE ANIMÉE in associazione con PALATINE ETOILE 18 HAUT ET COURT DISTRIBUTION BE FOR FILMS vendite internazionali BE FOR FILMS distribuito in Francia da HAUT ET COURT DISTRIBUTION distribuito in Italia da I WONDER PICTURES e UNIPOL BIOGRAFILM COLLECTION cinéma

PROSSIMAMENTE AL CINEMA #3 9



n. 3 venerdì 3 settembre 2021

78ª MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA

in Mostra

SALA GRANDE DI OSCAR COSULICH

DUNE: BACK TO THE FUTURE AL LIDO Che esista una forte fascinazione della Mostra del Cinema per la fantascienza e il fantastico è tanto lampante quanto spesso dimenticato dalla vulgata, che narra il Festival come luogo privilegiato solo per film lontani dai generi e possibilmente “punitivi” per lo spettatore medio. Dopo Gravity di Alfonso Cuarón, che il 28 agosto 2013 ha aperto fuori concorso la Mostra prima di vincere 7 premi Oscar e il suo Arrival in concorso nel 2016, Denis Villeneuve torna al Lido, stavolta fuori concorso, con quella che è sicuramente la sua opera più ambiziosa: il primo capitolo della saga kolossal dedicata a Dune. In realtà, il legame tra fantascienza e arte è evidente: dato che l’arte narra, trasfigurandola e sublimandola, la nostra realtà fin dall’alba dei tempi, la fantascienza offre la possibilità, per chi sa interpretarla, di aprire una finestra sul futuro. Pensate al romanzo Dune, dove lo scrittore Frank Herbert, già nel 1965, anticipa temi oggi di prepotente attualità: dalla necessità di trovare uno sviluppo segue a pag. 3 >

IL RED CARPET DI OGGI PAG. 5 BENIGNI FA IL “PROFESSORE” A PAG. 4

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DUNE RITORNO SU ARRAKIS

Dopo David Lynch e Alejandro Jodorowsky, il cinema si confronta nuovamente con la monumentale opera di Frank Herbert DI ALESSANDRO DE SIMONE

S

ono passati 27 anni da quando gli spettatori di tutto il mondo sono atterrati per la prima volta su Arrakis, il pianeta della Spezia, il Melange, materia prima che tutto l’universo si contende, in particolare le casate degli Atreides e degli Arkonnen, in lotta per il dominio della galassia. Ma ridurre a questo Dune, la saga stellare nata dalla penna di Frank Herbert, è ovviamente riduttivo, soprattutto perché tutti i registi che ci si sono avvicinati si sono scottati, proprio per la vastità del mondo immaginato dallo scrittore britannico. È successo a David Lynch, in una megaproduzione firmata Dino De Laurentiis, uno di quei film entrati nella leggenda per i problemi produttivi, i contrasti tra il regista, reduce dal successo di The Elephant Man ma con una poetica molto personale, e il tycoon italiano, che si aspettava probabilmente un giovane talento facilmente plasmabile. Non è andata così, e nonostante tutto il Dune Lynch resta ancora oggi un film dal fascino indiscusso, grazie anche alle scelte di cast del regista americano. Ci aveva provato anche Alejandro Jodorowsky a portare sullo schermo l’epopea 18:13 Pagina 1di Herbert, e non a caso perché fantascientifica

c’è molto nella mistica di Paul Atreides, il protagonista del primo romanzo della saga, del realismo magico e della psicomagia che sono alla base della personale filosofia di Jodorowsky. La palla adesso è passata a Denis Villeneuve, regista che non ha certamente paura delle sfide, come ha già dimostrato raccogliendo l’eredità di Ridley Scott per raccontare una seconda avventura ambientata nel mondo del futuro dei replicanti. Blade Runner 2049 è un film che ha diviso i cultori dell’originale, ma a cui è impossibile negare l’incredibile fascino visivo. Lo stesso che ha Arrival, altra opera che potremmo definire di fantascienza esistenziale e che proprio alla Mostra del cinema di Venezia del 2016 debuttò con grande successo. Quando il direttore artistico Alberto Barbera ha annunciato l’anteprima mondiale di Dune a Venezia, si è avvertito un fremito nella Forza, tanto per citare un’altra grande saga stellare. E non poteva essere altrimenti, trattandosi di un film che il pubblico di tutto il mondo attende da oltre un anno e che vanta uno dei cast più ricchi mai visti. A partire da Timothée Chalamet, attore a cui il ruolo del Prescelto

sembra cucito addosso. Al suo fianco un’altra giovane dal radioso futuro, Zendaya, che come ha già dichiarato lo stesso Villeneuve sarà la vera protagonista del prossimo film della saga. E poi in ordine sparso, Oscar Isaac, Josh Brolin, Rebecca Ferguson, Jason Momoa, Dave Bautista, Stellan Skarsgaard, Charlotte Rampling, Javier Bardem. Benvenuti su Arrakis. Bentornati al grande cinema. n

CHECK-IN Benedict Cumberbatch, protagonista di The Power of the Dog di Jane Campion al Lido


Venice’s lifestyle department store

Calle del Fontego dei Tedeschi steps from the Rialto Bridge, Venice

@tfondaco


in Mostra ›  segue da pag. 1

ecologicamente sostenibile, fino a quell’empowerment femminile, cui il mondo si sta faticosamente adeguando solo oggi. Se questo non bastasse, ricordiamo anche che la fantascienza non più antropocentrica di Herbert è stata una delle fonti primarie di George Lucas nell’edificare la saga di Star Wars. E se si pensa che il rapporto fiduciario tra la fantascienza, il fantastico e la Mostra di Venezia sia nato solo negli anni 2000, sarà bene andare a riguardarne la storia: il 6 agosto 1932 il film che ha aperto la prima edizione della Mostra, è stato Dr. Jekyll and Mr. Hyde di Rouben Mamoulian. Alla proiezione fa seguito un grande ballo nei saloni dell’Excelsior e alla fine la pellicola ottiene due premi non ufficiali (allora non c’era competizione), attribuiti a Fredric March (miglior attore) e Rouben Mamoulian (miglior film originale). In quella stessa edizione poi si proietta anche Frankenstein di James Whale, in un’edizione con l’all-star dell’horror classico. Da allora l’attenzione al genere non è mai mancata: da Star Wars: L’Impero colpisce ancora (1980) a E.T. l’Extra-Terrestre (1982), fino a Independence Day (1996), sono molti i kolossal fantascientifici passati alla Mostra. L’unica nota stonata risale proprio al 1982, quando Ridley Scott presentò in concorso l’epocale Blade Runner, che consacra al cinema il talento letterario di Philip K. Dick. In quella peraltro ricca edizione il film fu ignorato dalla giuria, che diede il Leone d’Oro a Lo stato delle cose di Wenders e quello d’Argento a Imperativo di Zanussi. Probabilmente oggi sarebbe

SPENCER P

DAILY n. 3 - VENERDÌ 03.09.2021

I TANTI VOLTI DI DIANA

ablo Larraín è affascinato dalle figure femminili tragiche. Aveva già indagato la straordinaria e controversa figura di Jacqueline Bouvier, meglio nota come Jackie Kennedy, vedova del presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy. E come aveva fatto per lei, anche per Diana Spencer ha scelto di raccontare la sua parabola in un momento e in un arco temporale ben preciso. Un fine settimana, quello in cui la principessa triste prese la decisione di divorziare da un intero regno, ma non dai suoi sudditi. Perché Lady D è stata una SPENCER figura in qualche modo rivoluzionaria, la Cile, UK 2021, Regia Pablo Larraín con Kristen Stewart, Jack scheggia impazzita in un meccanismo Farthing, Sally Hawkins, rodato da secoli, quello della monarchia Timothy Spall Durata 111’ Distribuzione 01 Distribution britannica. «Siamo tutti cresciuti sapendo cos’è una favola» racconta il regista cileno, che torna a Venezia dove era stato l’ultima volta David Croneberg, dato che è nel cast di Crimes nel 2019 con il quasi musical reggaeton Ema. E of the Future, nuovo atteso film del maestro continua affermando che «Diana Spencer ne ha canadese. cambiato il paradigma e ha ridefinito le icone Dopo Jean Seberg, un altro ruolo di donna libera idealizzate della cultura pop, per sempre. Questa e tormentata per lei che forse è l’attrice che più è la storia di una principessa che ha deciso di non di molte altre può comprendere come ci si sente diventare regina, ma ha scelto di costruirsi da sola a essere prigioniere. La accompagna un cast la propria identità. È una favola al contrario». notevole, con Jack Farthing (oggi protagonista Icona pop all’inizio della sua carriera è stata anche di un altro film del concorso, The Lost anche Kristen Stewart, grazie alla saga di Daughter) che incarna un quasi giovane Principe Twilight in cui interpretava la protagonista Bella. Carlo. A seguire Sally Hawkins (qui a Venezia Una dimensione da cui si è staccata una volta protagonista del Leone d’oro di Guillermo Del terminata, squarciando il velo del marketing che Toro La forma dell’acqua), Sean Harris (villain aveva accompagnato la promozione dei film, a degli ultimi due Mission: Impossible), Amy partire dalla love story con Robert Pattinson. Oggi Mansing, Timothy Spall e Olga Hellsing nei panni Kristen è invece una musa del cinema d’autore, della cognata Sarah Ferguson. da Olivier Assayas a Woody Allen e adesso anche OSCAR COSULICH

THE LOST DAUGHTER Leda è una donna quasi di mezz’età, sta passando una vacanza in una località di mare e le sue giornate sono scandite dalla presenza di una giovane madre e di sua figlia, presenze che scatenano in lei un malessere legato al suo passato. Questa, in sintesi per non svelare nulla, la trama di The Lost Daughter, film tratto dal romanzo La figlia oscura di Elena Ferrante che segna l’esordio alla regia di Maggie Gyllenhaall, sorella di Jake, attrice raffinata e intellettuale che nella sua carriera non ha mai fatto scelte semplici. Basta pensare a Secretary, film scandalo del 2002 che lanciò la sua carriera arrivata fino alle soglie dell’Oscar nel 2009 come non protagonista in Crazy Heart (che diede invece la statuetta a Jeff Bridges). Adesso ha deciso di continuare la tradizione di famiglia, dato che entrambi i genitori sono registi (il padre Stephen è autore di un paio di film interessanti come Il cuore nero di Paris Trout e A Dangerous Woman). The Lost Daughter è una storia tutta al femminile che ha colpito immediatamente la neoregista. «Quando ho letto il romanzo una parte nascosta della mia esperienza di madre, compagna e donna stava trovando voce per la prima volta. Come ci si sente a essere seduti accanto alla propria madre, al proprio marito, alla propria moglie o figlia nel momento in cui sentimenti ed esperienze comuni a lungo taciuti, trovano invece voce?» Una domanda a cui cerca di dare risposta attraverso questo film dalle molte anime, intese

Numerose le produzioni, tra cinema e tv, dedicate a Lady D. Danno il via nel 1982 Carlo e Diana – Una storia d’amore, con Caroline Bliss (poi Miss Moneypenny di 007), e Il romanzo di Carlo e Diana, con Catherine Oxenberg, che tornerà in Carlo e Diana – Scandalo a corte (1992). Seguono tra le altre Serena Scott Thomas ne La vera storia di Lady D (1993) e Julie Cox ne La principessa triste (1996). Nel 1997, anno della tragica scomparsa di Diana, Toni Collette è un’attrice omonima in Diana & Me. La morte di Lady D è al centro di The Queen (2006) di Stephen Frears, con Helen Mirren nei panni di Elisabetta II. Nel 2013 Naomi Watts è la Diana di Oliver Hirschbiegel. Di recente, l’acclamata serie The Crown ha trovato la sua Lady D prima nella pluripremiata Emma Corrin e poi in Elizabeth Debicki. Em. Bu.

Dall’alto Serena Scott Thomas, Emma Corrin e Naomi Watts. Tutte hanno interpretato Lady Diana

THE LOST DAUGHTER USA, Regno Unito, Grecia, Israele 2021 Regia Maggie Gyllenhaal, Dakota Johnson, Peter Sarsgaard, Jessie Buckley Durata 121’ Distribuzione Bim

come generi, e impreziosito da interpreti di altissimo livello, a partire dalla protagonista, Olivia Colman, premio Oscar come miglior attrice protagonista per The Favourite, che proprio a Venezia, dove fu film d’apertura nel 2018, iniziò la sua trionfale award season. È lei a dare corpo e passione a Leda, che non riesce a smettere di guardare la giovane madre Nina, interpretata da Dakota Johnson. Leda la si vede anche in età più giovane e la incarna Jessie Buckley, attrice irlandese in continua ascesa (la ricordiamo nelle due serie già cult Chernobyl e Fargo, la quarta stagione). Nel cast principale troviamo anche Ed Harris, che come la Gyllenhall portò il suo film d’esordio dietro la macchina da presa qui a Venezia. Era il 2000 e il film era Pollock, biopic del grande artista americano. E dato che il cinema è una questione di famiglia, non poteva mancare il marito della regista, Peter Sarsgaard che, curiosamente, come già successo a Maggie (The Dark Knight), vedremo presto avere a che fare con Batman, nel nuovo film del vendicatore di Gotham interpretato da Robert Pattinson e diretto da Matt Reeves.


in Mostra H APPUNTAMENTI H Ore 10.00. SALA TROPICANA 1 HOTEL EXCELSIOR: presentazione del libro Edipo Re – A forza di sognare con Silvia Jop, Sibylle Righetti ed Enrico Vianello. Ore 11.00. SALA TROPICANA 1 HOTEL EXCELSIOR: intervista a Gianni Canova con Fulvio Giuliani. Ore 12.30. SALA TROPICANA 1 HOTEL EXCELSIOR: About Women. L’Europa casa di valori, cultura e uguaglianza. Tiziana Ferrario intervista David Sassoli. Ore 16.00. SALA TROPICANA 1 HOTEL EXCELSIOR: Premio Carlo Lizzani. Alla settima edizione del premio intervengono Giovanna Pugliese, Luciano Sovena. Ore 16.30. WEB: Sul sito priceless.com e sul canale youtube di Mastercard appuntamento con «See life through a different lens: contactless connections - Exploring the power of cinema to connect us». Ospite di oggi Tim Roth. Ore 17.00. SALA TROPICANA 1 HOTEL EXCELSIOR: Hearst Movie Confidence in Mostra con Piera Detassis. Ore 18.00. HOLLYWOOD LOUNGE: Giulia Di Quilio presenta la serie: È il sesso bellezza! Ore 18.00 e ore 19.00. THE BOX RIVA DI CORINTO: presentazione di Parole. Operetta per voce e piano, voce Umberto Contarello, pianoforte Danilo Rea. Ore 21.00. MARINA DI SANT’ELENA - CINEMA SANT’ELENA: presentazione di “Doge Venice Carpet“ e proiezione del cortometraggio Humanity’s Time Life di Rosa Mundi con la musica dal vivo di Mario Bajardi. Ore 21.30. SALA LAGUNA: Proiezione Parole. Operetta per voce e piano Umberto Contarello

LA FRASE

del giorno “A noi il destino non ci piace, perché il destino è il contrario della libertà”

(Alessandro Borghi in Mondocane)

IL PROFESSOR BENIGNI STREGA I SUOI ALLIEVI DI SYLVIA BARTYAN

«Magari sarei potuto essere un pretino di campagna. Ma ho sempre sentito fortissimo l’istinto di raccontare. Anzi, di mostrare». Alla «lectio magistralis» seguita ieri al conferimento del Leone d’oro alla carriera, Roberto Benigni ha forse deluso chi si aspettava di assistere da subito a una rappresentazione istrionica. Ma, ancora una volta, ha saputo arrivare nel cuore. Prima rispondendo a una (mia) domanda su cosa altro avrebbe potuto fare nella vita, poi mettendosi a nudo parlando del tempo che passa, sentimenti, cose in cui credere. La lectio, moderata da Gianni Canova, è iniziata con una lezione di storia del cinema e su chi ha fatto il cinema: i suoi “modelli”, «autori spirituali che esprimono sentimenti», per lui la «sommità fiorita», «la cosa più importante della vita», che è fatta «non solo di istinti o emozioni». Benigni ha citato Chaplin, i suoi gesti muti e «quella capacità di essere poetici e far ridere allo stesso tempo», che lo rendono «uno di quei personaggi che ti seguono sempre, con il linguaggio del sogno». E ha citato Fellini, «un incendio vero, il più grande regista del ‘900», grazie anche alla «tecnica impeccabile» e alla capacità di «concentrare in un solo film una ventina di scene madri, come nella Dolce Vita e in 8 ½». Benigni ha iniziato a mostrarsi spiegando cosa è per lui fare un film: «Non divertimento ma impegno, da affrontare con studio, dedizione,

SORRENTINO: «SE LA ZIA DEL FILM FOSSE ESISTITA..» DI TIZIANA LEONE

L’emozione in punta di ironia. Paolo Sorrentino affronta l’incontro con la stampa per È stata la mano di Dio unendo ragione e sentimento e offrendo al personaggio interpretato da Luisa Ranieri la battuta più ironica della giornata. «Se avessi avuto una zia come lei, la mia vita sarebbe stata diversa, invece è stata quella che è stata perché i miei vicini di casa erano davvero amanti del Tirolo». Una zia che l’attrice ha interpretato senza nemmeno chiedere al regista se fosse reale o immaginaria. «Mi sono avvicinata a questa donna con rispetto – confessa la Ranieri - non sapevo se fosse realmente esistita, non aveva più

«IL FUTURO È DEL NOSTRO CINEMA»

LE PROSPETTIVE DELL’AUDIOVISIVO IN UN CONVEGNO CON IL MINISTRO FRANCESCHINI, SCROSATI (FREMANTLE), MACCANICO (CINECITTÀ) E MATTEO ROVERE (PRODUTTORE)

«Il compito dell’Italia non può essere solo quello di tutelare il nostro passato, bisogna inserirsi nel contemporaneo, soprattutto nei settori in cui l’Italia è stata grande, come nel cinema internazionale. Sono convinto che ci siano finestre che si aprono sulla storia dell’umanità, come sta accadendo ora, in cui dobbiamo coniugare l’era digitale con l’esplosione del mercato e la creatività italiana». Il Ministro della Cultura Dario Franceschini, intervenuto al convegno “Il ruolo degli studios europei nel nuovo mercato audiovisivo globale”, organizzato da Cinecittà all’Excelsior, non ha dubbi: mai come in questo momento il genio italiano può fare la differenza. «Le risorse messe a disposizione dallo Stato per Cinecittà e la nuova governance – aggiunge - ci mettono in condizione di esercitare un ruolo di leadership Da sinistra Nicola a livello europeo, rendendo l’Europa il più grande Maccanico e Matproduttore di contenuti culturali». È la tecnologia la teo Rovere. Sulla destra, Andrea chiave fondamentale della nuova era. «Oggi abbiamo Scrosati. la possibilità di pensare film prima non immaginabili – sottolinea Nicola Maccanico, Ad di Cinecittà – Se oggi Nolan volesse girare una scena in un sottomarino nel

disciplina e onore. Quando il regista dice sì, la scena resta per sempre ed è una responsabilità e un peso». Ed è ancora più difficile oggi, «epoca in cui siamo straziati da immagini che non ci danno tregua». Poi è sceso anche fisicamente dalla cattedra per abbracciare una delle presenti, che aveva svelato di aver scelto l’Italia per viverci dopo aver visto La vita è bella. E improvvisa, è giunta la sua confessione sul «tempo che passa e che va assecondato», anche se porta con sé «la sensazione di essere io a rincorrere le idee e non più di sentire le idee che mi assalgono». E la spiegazione sul perché un suo nuovo film tarda ad arrivare: «vedo l’idea crescere, e a un certo punto non mi convince più». Poi la chiusura, per ribadire che «i sentimenti sono tutto», ed è «mille volte meglio innamorarsi di persone e situazioni e abbandonarsi alle emozioni invece che resistervi». E si va via con l’impressione di aver ricevuto da lui una vera lezione: su come leggerezza e profondità possano convivere. E su come la finzione del cinema sia in realtà la finzione che a ciascuno di noi è richiesta per affrontare in modo adeguato la complessità della vita. n importanza, era scritta benissimo». Il Sorrentino da Oscar lascia spazio all’uomo tornato a Venezia quasi vent’anni dopo: «Sono venuto qua 20 anni fa – ricorda – all’inizio della carriera. Mi piace pensare di esser tornato con la possibilità di avere un altro, nuovo inizio». E a chi gli chiede quanto sia stato difficile girare la scena d’addio ai suoi genitori, concede poche, incisive parole. «C’era sempre qualcuno che chiedeva dove mettere la macchina da presa. Quando arrivava l’emozione, dovevo pensare ad altro. È stata una salvezza».

mezzo dell’oceano sarebbe realizzabile con costi molto diversi: gli studi sono diventati il luogo in cui le cinematografie anche minori possono competere con Hollywood su un certo tipo di storie, prima non accessibili. Cinecittà può esser un hub di riferimento per i produttori in cerca di eccellenza, ma le grandi opportunità moltiplicano la competizione, la sfida è alta». E a fare la differenza sono i contenuti. «Con Fremantle abbiamo prodotto Il ministro Franceschini con 60 serie nel corso del 2021 e 14 film – sottolinea Andrea Scrosati, la moglie Michela Di Biase COO di Fremantle - La gran parte sono state prodotte in Europa, sul red carpet grazie a un pool di talent incredibili e a una grande presenza degli streamer prima difficile da immaginare. Dei 15 contenuti più visti al mondo su Netflix a luglio 2020, cinque non venivano da Usa e tre venivano dall’Europa, a luglio 2021 nove non venivano dagli Usa e cinque dall’Europa. Quando realizzi una serie come L’amica geniale, un produttore italiano ha la ragionevole ambizione di poter parlare a un pubblico internazionale». Ma il futuro nel cinema cammina insieme a tematiche come la sostenibilità ambientale. «I set producono una serie di emissioni di CO2 come in qualsiasi altro processo industriale – aggiunge Matteo Rovere, alla regia della seconda stagione di Romulus di Sky, la prima serie a impatto zero per le emissioni di carbonio – Esistono una serie di protocolli per ridurre le immissioni puntando alla neutralità, compensando la differenza attraverso processi di riforestazioni o processi specifici». TIZIANA LEONE


in Mostra

DAILY n. 3 - VENERDÌ 03.09.2021

Lido LAND Foto di Maurizio D’Avanzo

Luisa Ranieri e Luca Zingaretti

film ntino con il cast del suo

Benedict Cumberbatch

Sorre

Zoe Saldana Kirsten Dunst

Paolo Sorrentino con tonio la moglie Daniela D’An

AL LIDO con

www.stefanodisegni.it

STEFANO DISEGNI

Alessandro Borghi Matt Dillon



in Mostra SALA GRANDE DUNE: BACK TO THE FUTURE AT LIDO

Venice Film Festival has always been fascinated by the sci-fi genre. Alfonso Cuarón’s Gravity opened out of competition the festival on August 28 2013 and then won 7 Oscars. Arrival competed in 2016 and this year Denis Villeneuve is back to Lido out of competition with his most ambitious project, the first chapter of the Dune saga. The connection between art and scifi is crystal clear: art tells reality from the dawn of time and sci-fi gives the chance to those who are can do it to open a window on the future. Frank Herbert’s Dune was written in 1965, but the novel anticipates themes that are on the news today. Sustainable environment, female empowerment. And Herbert was also one the most important reference for George Lucas’ Star Wars. The relationship between fantastic cinema and Venice Film Festival started from the very beginning. The first movie ever screened in Venice was Rouben Mamoulian’s Dr. Jekyll and Mr. Hyde and after the screening, there was a great ball at the Excelsior and the movie won two unofficial awards (there was not a competition at that time) to Fredric March (best actor) and Rouben Mamoulian (best movie). In the same first edition was also screened James Whale’s Frankenstein, a classic horror festival. But the sci-fi genre has been always present. Star Wars: Empire Strikes Back (1980), E.T. (1982) until Independence Day (1996) are some of the blockbusters screened during the years. The only discordant note dates back 1982, when Ridley Scott was in competition Blade Runner, but the jury ignored the movie and the Golden Lion was won by Wenders’ Der Stand der Dinge and Zanussi’s Imperativo won the Silver Lion. Today would be probably different. n

DAILY n. 3 - VENERDÌ 03.09.2021

CALIFORNIE

Californie è il primo film di finzione dell’affermata coppia di documentaristi Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, noti per il pluripremiato documentario Butterfly (2018), CALIFORNIE realizzato in tre anni per raccontare Italia, 2021, Regia Alessandro l’ascesa, la bruciante sconfitta e la Cassigoli, Casey Kauffman, faticosa rinascita di Irma Testa, pugile Interpreti Khadija Jaafari, Ikram italiana appena premiata a Tokyo col Jaafari, Maria Amato,

bronzo. Californie, è l’ideale anello di congiunzione tra documentario e finzione: girato in cinque anni racconta la storia di Jamila (Khadija Jaafari), ragazza marocchina che vive in una città portuale dell’Italia del Sud. A 9 anni Jamila ha sogni, modelli di riferimento e curiosità per la vita, ma le difficoltà e il senso di emarginazione che prova quando è con i suoi coetanei la induriscono e la rendono sempre più diffidente. Comincia allora ad idealizzare il suo Paese di origine, dove dichiara di voler tornare e lascia la scuola per lavorare a tempo pieno nel negozio “Californie” e diventare un giorno una brava parrucchiera. OSCAR COSULICH

Durata 78’

MONDOCANE

MONDOCANE Italia, 2021 Regia Alessandro Celli Interpreti Dennis Protopapa, Giuliano Soprano, Alessandro Borghi, Barbara Ronchi Durata 1 h e

«Un coming of age che ragionasse in modo un po’ “surreale” sulla cronaca»: questa l’intenzione del regista Alessandro Celli (al primo lungometraggio di finzione) per Mondocane, prodotto dalla Groenlandia di Matteo Rovere con Minerva Pictures e Rai Cinema. In una Taranto distopica parzialmente evacuata a causa dell’inquinamento, interdetta e popolata da pochi disperati in lotta per la sopravvivenza, i due tredicenni Pietro detto Mondocane e Christian detto Pisciasotto cercano di entrare nella gang delle Formiche, capeggiata da Testacalda (Alessandro Borghi). Nel cast anche Barbara Ronchi. Il film (nelle sale italiane per 01 Distribution) avrà la sua prima alla Settimana Internazionale della Critica, preceduto dal corto Luna piena di Isabella Torre.

Giovanna Taviani al Lido con Cùntami: «La Sicilia è il futuro dell’umanità» «Metto sempre dei viaggi nei miei film», racconta Giovanna Taviani, regista di Cùntami (prodotto da Cloud 9 Film in collaborazione con Rai Cinema), in anteprima alle Notti Veneziane. Con lei anche uno degli attori cuntisti narrati nel film, Gaspare Balsamo, che fa incontrare Don Chisciotte e Peppino Impastato: «Due personaggi che condividono la poetica della follia, dell’impegno e dell’immaginazione». Un ritratto della Sicilia, che «è dentro il mio cuore», afferma Taviani, «e secondo me è il futuro dell’umanità». Il cui patrimonio è riletto dai cuntisti e dalla stessa regista come qualcosa di dinamico e aperto al presente: «Il mio interesse come autrice», spiega Taviani, «è quello di attualizzare la tradizione, il mito». Perché, come dice Balsamo, «avere a che fare col passato significa essere un seme costantemente in fioritura». Emanuele Bucci

EMANUELE BUCCI

GUERRE STELLARI F. Ferzetti L’ESPRESSO

MADRES PARALELAS THE POWER OF THE DOG È STATA LA MANO DI DIO IL COLLEZIONISTA DI CARTE

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A. Finos REPUBBLICA

P. Mereghetti IL CORRIERE DELLA SERA

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M. Mancuso IL FOGLIO

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F. Alò A. De Grandis F. Pontiggia IL MESSAGGERO IL GAZZETTINO IL FATTO QUOTIDIANO

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F. Caprara LA STAMPA

P. Armocida IL GIORNALE

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C. Piccino IL MANIFESTO

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MEDIA 3,5

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3,2

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3,8

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3,5

HHHHH LA PERFEZIONE ESISTE HHHH DA NON PERDERE HHH INTERESSANTE HH PREGI E DIFETTI H DIMENTICABILE

in Mostra

Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web) - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Giulia Bianconi, Tiziana Leone - Foto: Maurizio D’Avanzo - STAMPA: WWW.TIPOGRAFIACOLORAMA.COM - Via Garda, 13 - San Donà di Piave (VE).

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