GAUMONT PRESENTA CURIOSA FILMS E GAUMONT
UNA PRODUZIONE
press conferences sala casinò
12.00 ARIAFERMA (Fuori Concorso) 12.45 SUNDOWN (Venezia 78) 13.30 ILLUSIONS PERDUES (Venezia 78) 14.15 MONA LISA AND THE BLOOD MOON (Venezia 78) Solo accreditati, prenotazione obbligatoria/ Press holders, only upon reservation
PalaBiennale
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
LAST NIGHT IN SOHO Edgar Wright (118’) v.o. inglese st. italiano/inglese
8.30
9.30
Sala Pasinetti
VENICE PRODUCTION BRIDGE FINAL CUT IN VENICE industry gold - trade
THE MOTHER OF ALL LIES
Sala Grande
VENEZIA 78 press - industry
ILLUSIONS PERDUES (Lost Illusions)
Asmae El Moudir (60’) v.o. arabo st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
10.30
PalaBiennale
Xavier Giannoli (144’) v.o. francese st. italiano/inglese
VENEZIA 78 tutti gli accrediti
8.30
Gastón Duprat, Mariano Cohn (114’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
Sala Darsena
VENEZIA 78 press - industry
MONA LISA AND THE BLOOD MOON Ana Lily Amirpour (106’) v.o. inglese st. italiano/inglese
8.30
Sala Astra 1
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
BECOMING LED ZEPPELIN Bernard MacMahon (137’) v.o. inglese st. italiano/inglese
VENEZIA 78 tutti gli accrediti
COMPETENCIA OFICIAL (Official Competition)
Gastón Duprat, Mariano Cohn (114’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
Sala Astra 2
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
BECOMING LED ZEPPELIN Bernard MacMahon (137’) v.o. inglese st. italiano/inglese
9.00
Sala Giardino
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
SCENES FROM A MARRIAGE (ep. 1-2) Hagai Levi (115’) v.o. inglese st. italiano/inglese
9.00
11.00
Sala Darsena
VENEZIA 78 press - industry
ILLUSIONS PERDUES (Lost Illusions)
Xavier Giannoli (144’) v.o. francese st. italiano/inglese
11.15
Sala Volpi
ORIZZONTI tutti gli accrediti
8.30 Teatro Piccolo Arsenale
8.45
COMPETENCIA OFICIAL (Official Competition)
Sala Volpi
AMIRA
Mohamed Diab (98’) v.o. arabo st. italiano/inglese
11.15
Sala Pasinetti
VENICE PRODUCTION BRIDGE FINAL CUT IN VENICE industry gold - trade
MAMI WATA
C.J. Obasi (60’) v.o. inglese st. francese A seguire incontro con gli autori/Q&A
11.15
Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI tutti gli accrediti
IL PALAZZO
Federica Di Giacomo (100’) v.o. italiano st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
11.15
Sala Astra 1
ORIZZONTI tutti gli accrediti
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
Harry Wootliff (102’) v.o. inglese st. italiano/inglese
Edgar Wright (118’) v.o. inglese st. italiano/inglese
9.00
11.30
LAST NIGHT IN SOHO
TRUE THINGS
Sala Perla
Sala Grande
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC press - industry
VENEZIA 78 press - industry
Federico Demattè (17’) v.o. italiano st. inglese
Ana Lily Amirpour (106’) v.o. inglese st. italiano/inglese
INCHEI
MOTHER LODE
MONA LISA AND THE BLOOD MOON Scritto da XAVIER GIANNOLI
Read/Download
Matteo Tortone (86’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
9.15
Sala Casinò
ORIZZONTI tutti gli accrediti
AMIRA
Mohamed Diab (98’) v.o. arabo st. italiano/inglese
DAILY#5 V E N I C E
LAURENT LUFROY / COURAMIAUD - FOTO ROGER ARPAJOU
8.00
Adattamento e dialoghi XAVIER GIANNOLI e
SEGUE A P. 8
5 September 2021
F I L M
JACQUES FIESCHI
Direttore della fotografia CHRISTOPHE BEAUCARNE AFC SBC Montaggio CYRIL NAKACHE Scenogafie RITON DUPIRE-CLÉMENT ADC Costumi PIERRE-JEAN LARROQUE AFCCA Sonoro FRANÇOIS MUSY RENAUD MUSY DIDIER LOZAHIC Assistente alla regia MATHIEU SCHIFFMAN Segreteria di edizione SARAH LERES JOHANNA COLBOC AFR Casting MICHAËL LAGUENS Direttore di produzione PASCAL BONNET Direttrice di postproduzione SUSANA ANTUNES Produttrice esecutiva CHRISTINE DE JEKEL
F E S T I VA L
Prodotto da OLIVIER DELBOSC e SIDONIE DUMAS Produttore associato ÉMILIEN BIGNON Coprodotto da CEDRIC ILAND e SYLVAIN GOLDBERG Una coproduzione CURIOSA FILMS GAUMONT FRANCE 3 CINEMA PICTANOVO GABRIEL INC. UMEDIA Con la partecipazione di CANAL+ FRANCE TÉLÉVISIONS CINÉ+ CURIOSA FILMS ET - GAUMONT - FRANCE 3 CINÉMA - GABRIEL INC. Con il sostegno del CENTRE NATIONAL©2021 DU CINEMA DE L’IMAGE ANIMÉE Con- UMEDIA il sostegno della RÉGION ÎLE-DE-FRANCE e della REGION HAUTS-DE-FRANCE In collaborazione con CNC In collaborazione con UFUND ORANGE STUDIO Con il sostegno del TAX SHELTER DU GOUVERNEMENT FÉDÉRAL DE BELGIQUE ET DES INVESTISSEURS TAX SHELTER
TEM PESTA
E
R A I CI NEM A
P R ES EN TA N O
TON I SE RVI LLO
SI LVI O ORLAN DO
AR IA FERM A DI RET TO DA
DAL 14 OTTOBRE AL CINEMA UNA PRODUZIONE TEMPESTA / CARLO CRESTO-DINA CON RAI CINEMA IN COPRODUZIONE CON AMKA FILMS PRODUCTIONS IN COPRODUZIONE CON RSI RADIOTELEVISIONE SVIZZERA IN COLLABORAZIONE CON VISION DISTRIBUTION CON IL SUPPORTO DI EURIMAGES SOSTENUTO DA UFFICIO FEDERALE DELLA CULTURA (UFC) IN COLLABORAZIONE CON SKY IN COLLABORAZIONE CON PRIME VIDEO IN ASSOCIAZIONE CON QUICKFIRE SOSTENUTO DA MIC-DGCA CON IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE AUTONOMA SARDEGNA CON IL SOSTEGNO DELLA FONDAZIONE SARDEGNA FILM COMMISSION OPERA REALIZZATA CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE LAZIO - FONDO REGIONALE PER IL CINEMA E L’AUDIOVISIVO UNA DISTRIBUZIONE VISION DISTRIBUTION CON TONI SERVILLO SILVIO ORLANDO FABRIZIO FERRACANE SALVATORE STRIANO ROBERTO DE FRANCESCO PIETRO GIULIANO NICOLA SECHI LEONARDO CAPUANO ANTONIO BUIL GIOVANNI VASTARELLA FRANCESCA VENTRIGLIA ORGANIZZATORE GENERALE GIORGIO MAGLIULO AIUTO REGIA DAVID MARIA PUTORTÌ CASTING ALESSANDRA CUTOLO ACTING COACH ANTONIO CALONE COSTUMI FLORENCE EMIR TRUCCO MARY SAMELE MONTAGGIO DEL SUONO DANIELA BASSANI SUONO XAVIER LAVOREL SCENOGRAFIA LUCA SERVINO MUSICHE ORIGINALI PASQUALE SCIALÒ MONTAGGIO CARLOTTA CRISTIANI FOTOGRAFIA LUCA BIGAZZI COPRODOTTO DA MICHELA PINI AMEL SOUDANI PRODOTTO DA CARLO CRESTO-DINA SCRITTO DA LEONARDO DI COSTANZO BRUNO OLIVIERO VALIA SANTELLA DIRETTO DA LEONARDO DI COSTANZO
2
#5
ARTWORK MARCO LOVISATTI | MARCOLOVISATTI.IT
LEON ARDO DI COSTAN ZO
A
sophisticated literary premise for Xavier Giannoli’s Lost Illusions, the story of the (dis)honorable life of a young man in Restoration-era France starring Benjamin Voisin, Cécile de France, Xavier Dolan, and Gérard Depardieu. Mexican director Michel Franco presents Sundown, with Tim Roth and Charlotte Gainsbourg. Mona Lisa and the Blood Moon by Ana Lily Amirpour, the third film in competition, touches the realm of fantasy as it follows the story of a girl whose superpowers allow her to escape the asylum she was kept in. Another story between the real and the fantastic is in the Orizzonti section: Il paradiso del pavone by Laura Bispuri. Of a totally different style is the second Orizzonti title: halfway between crime story and psychological thriller, Miracle by Bogdan George Apetri won’t fail to surprise us.
IL PARADISO DEL PAVONE Orizzonti
ARIAFERMA (The Inner Cage) FUORI CONCORSO di Leonardo Di Costanzo con Toni Servillo, Silvio Orlando, Fabrizio Ferracane (Italia, Svizzera, 117’)
OLTRE LE SBARRE
Love & Feathers di Roberto Pugliese
U
n côté letterario di lusso è quello esibito in competizione da Illusions perdues di Xavier Giannoli, tratto dal romanzo in tre parti di Honoré de Balzac, storia del cursus (dis)honorum di un giovanotto nella Francia della Restaurazione. Nel cast Benjamin Voisin, Cécile de France, Xavier Dolan e Gérard Depardieu, che si affiancano ad altre due star di giornata, Tim Roth e Charlotte Gainsbourg, protagonisti del dramma familiare Sundown del messicano Michel Franco. Mona Lisa and the Blood Moon dell’angloamericana Ana Lily Amirpour, terzo film in gara, abita invece la categoria del fantastico con la vicenda di una ragazza dai poteri speciali che fugge dal manicomio dove è reclusa. Nel cast Kate Hudson e Jeon Jong-seo. Altra storia tra realtà e fantasia, spiccatamente surreale, si annuncia quella in Orizzonti ne Il paradiso del pavone di Laura Bispuri, con Paco, il variopinto pennuto, di cui al titolo, assurto al ruolo di coprotagonista innamorato (!), affiancato da Alba Rohrwacher, Maya Sansa e dalla ritrovata Dominique Sanda. Di tutt’altro tenore invece il secondo film di Orizzonti: a metà tra la crime story e il thriller psicologico, la storia di Miracol del rumeno Bogdan George Apetri non mancherà di sorprendere. Ma c’è poi un insperato spazio per gli amanti dello “scult” e del B-movie (e forse anche qualche lettera più giù…) con la proiezione speciale di Inferno rosso: Joe D’Amato sulla via dell’eccesso, il doc che Manlio Gomarasca e Massilimiano Zanin hanno dedicato ad Aristide Massaccesi (1936-1999), indiscusso re del porno – e di molto altro – all‘italiana.
past conferences
I think that the saddest part of the story is that we will never know her. And that’s all she wanted Kristen Stewart
di Laura Bispuri con Dominique Sanda, Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Carlo Cerciello, Fabrizio Ferracane, Leonardo Lidi, Tihana Lazović (Italia, Germania, 89’)
SEGRETI E BUGIE In un giorno d’inverno per festeggiare il compleanno di Nena tutta la sua famiglia si ritrova nella casa davanti al mare. Ci sono il marito Umberto, i figli Vito e Caterina con la cugina Isabella, la nuora Adelina e l’ex genero Manfredi con Joana, la nuova fidanzata, la nipote Alma, la domestica Lucia con sua figlia Grazia. Non manca neppure Paco, il pavone di Alma, che si innamora di una piccola colomba dipinta in un quadro: un amore impossibile che riuscirà a mettere in discussione i sentimenti di tutti. Laura Bispuri (Roma, 1977) regista e sceneggiatrice, è laureata in cinema alla Sapienza di Roma. Nel 2010 ha diretto Passing Time, per il quale ha ricevuto il David di Donatello come miglior cortometraggio, mentre con Biondina le è stato assegnato il Nastro d’Argento come talento emergente dell’anno. Nel 2015 dirige il suo primo lungometraggio, Vergine giurata , col quale partecipa in Concorso a Berlino: inizia il sodalizio con Alba Rohrwacher. Nel 2018 realizza Figlia mia , film presentato a Berlino e vincitore di diversi premi internazionali.
Girato all’interno di un vero istituto di reclusione, la storia racconta di un carcere in via di dismissione, in cui sono rimasti un limitato numero di detenuti e qualche agente penitenziario. In un clima di sospensione generale dovuto all’attesa del trasferimento in un’altra struttura si stabilisce un rapporto singolare tra il capo delle guardie e un detenuto. Giorno dopo giorno l’attesa li porta a dare sempre meno importanza alle regole, che sembrano non avere più valore. I prigionieri si ritrovano a formare una nuova comunità, seppur molto fragile... Leonardo Di Costanzo (Ischia, 1958) è un importante e apprezzato documentarista. Nel 2012 ha presentato a Venezia, nella sezione Orizzonti, L’intervallo. Il film ottiene un grande successo di critica e si aggiudica i premi FIPRESCI e Pasinetti, nonché il David di Donatello come miglior regista esordiente. Nel 2013 torna alla Mostra come giurato della sezione Orizzonti, mentre nel 2017 gira il suo secondo lungometraggio, L’intrusa.
Il carcere di Mortana nella realtà non esiste: è un luogo immaginario, potrebbe essere ovunque in Italia o nel mondo. Il carcere definisce una situazione bloccata che congela tutto in un’attesa dove ogni gesto, anche piccolo, diventa una riflessione sulla colpa, sulla pena, sullo scandalo della prigionia. Il film è stato girato a Sassari, tra la gabbia del carcere e il lockdown, che ha chiuso regista, autori, attori ogni sera in un hotel, ‘in cattività’. Si creava così uno strano clima di ‘convivialità’, che di giorno coinvolgeva anche agenti, direzione e qualche detenuto. Quando il convivio finiva, tutti rientravano nei loro ruoli, nei loro uffici, nelle loro celle, nelle loro camere. «Di fronte a questo drastico ritorno alla realtà, avvertivamo spaesamento. E proprio questo senso di spaesamento ha guidato la realizzazione del film: Ariaferma non è un film sulle condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull’assurdità del carcere». (Leonardo Di Costanzo)
intervista Fabrizio Ferracane di Fabio Marzari
L
’attore siciliano (Mazara del Vallo, 1975) è a Venezia con due film molto diversi tra loro, così come molto diversi sono i due ruoli da lui interpretati: da un lato un personaggio allegro e vitale ne Il paradiso del pavone di Laura Bispuri (Orizzonti) e dall’altro un uomo all’antica, fermo nelle proprie convinzioni non certo libertarie in Ariaferma di Leonardo Di Costanzo (Fuori Concorso), dove recita al fianco di Toni Servillo e Silvio Orlando. Lei sta lavorando moltissimo in questo periodo, a significare un sicuro interesse da parte dei registi verso il suo lavoro attoriale, oltre ad un indubbio risveglio delle produzioni dopo la drammatica e forzata lunga pausa dovuta alla pandemia. Proprio partendo da questo come è cambiata in lei, se è cambiata, la percezione del suo lavoro dopo il Covid? Onestamente non ho la sensazione sia cambiata, forse perché ho avuto la fortuna di lavorare molto. Sicuramente è cambiata la gestione del tempo sul set perché adesso, ad esempio, la produzione deve effettuare i tamponi a tutta la troupe e agli attori, un tempo in più che non era mai stato contemplato prima. A mio modesto parere tutto ciò ha portato a una maggiore igiene sul set e a una maggiore organizzazione, il che non guasta assolutamente! Come è stato interpretare due personaggi così antitetici e quale dei due è stato più complesso da affrontare? Sicuramente Manfredi ne Il paradiso del Pavone! Con Laura abbiamo fatto un lavoro molto dettagliato per ogni scena e singola inquadratura. Lei sapeva bene cosa voleva e riusciva a spiegarmelo con esempi molto chiari; io ho seguito la sua traccia per modellare un personaggio sorridente, che non sta sul lato tragico della vita – almeno in apparenza – e che cerca di non posare lo sguardo. L’agente Coletti, nel film di Leonardo Di Costanzo, al contrario, vede o bianco o nero. È il classico uomo convinto che ‘chi sbaglia paga’ e che c’è un solo modo per pagare. In Ariaferma mi spostavo all’interno di una situazione ben precisa, e la direzione da seguire era a senso unico. Il mio ruolo è stato di muovermi all’interno di questo tracciato, facendo attenzione a non uscire da quei confini così netti. Lei alterna il teatro al cinema e ha studiato con maestri importanti per arrivare al suo grado di eccellenza professionale. Cos’è per lei il talento? Penso che il talento sia una dote naturale e che debba essere modellato di volta in volta, a seconda di ciò che si è chiamati ad essere. È vero però che per riuscire bene in questo mestiere sono imprescindibili l’allenamento, la giusta ottica e un atteggiamento che miri ad una crescita espressiva sia come attore ma anche come persona, proprio come la preparazione che potrebbe fare un atleta sportivo.
#5 3
Focus Tim Roth
MIRACOL (Miracle)
itself, as viewers will see. One of the challenges in this film was to treat the two chapters differently because the two characters are indeed different. Each is looking for something else, and yet, to make sure that they feel like two units of the same story, they are like two pages of the same book. I trust the audience will appreciate how the two different parts will find common layers and connection points, and will feel like a whole in the end, even though the film is quite clearly separated into two separated halves.
Orizzonti
di Cesare Stradaioli
C
’è sempre qualcosa di particolare che distingue gli attori britannici quando recitano in film di cineasti di altra provenienza. Spesso parliamo di distacco, del classico understatement isolano che caratterizza tanti modi di fare, di dire e di comportarsi di quelli che sono nati al di là della Manica. Ovviamente, per chi ha orecchio e il privilegio di vedere il film in lingua originale, è più facile accorgersi di loro dal modo in cui danno un accento particolare a quello che dicono, anche quando interpretano personaggi di tutt’altra etnia. Tuttavia, anche nella totalità di quelli doppiati in italiano, si percepisce sempre qualcosa di diverso e in questo senso un attore come Tim Roth non rappresenta un’eccezione. Nel suo caso, poi, si trova di frequente quel tocco di ironia, anche malefica, talvolta velenosa, che dà una connotazione inconfondibile allo stile recitativo della gran parte delle sue interpretazioni, in una carriera cominciata nei primi anni ‘80 con il gruppo di attori denominato “Brit Pack”, nelle cui fila vi erano Gary Oldman, Colin Firth e Daniel Day-Lewis, e che lo ha portato, nella sua versatilità, a essere diretto da registi quali Werner Herzog, Woody Allen, Coppola, Wenders, oltre che da Quentin Tarantino, del quale insieme a Samuel L. Jackson rappresenta un po’ l’attore icona. Ma Roth si è concesso anche una regia (Zona di guerra, 1999) e una o rint notevole presenza televisiva in diverse ofiction. di C iva r Ambiguo, mai lineare, spesso ‘doppio’ nei ruoli che interpreta, più che sulla fisicità – che il to rin suo naturale distacco tarpa un po’ – fa leva di Co riva su una peculiare gestualità (una per tutte: la parte del rapinatore naif in Pulp Fiction), 6. efficace questa sì davvero poco british e però nel deviare l’attenzione dello spettatore, in un curioso gioco di separazione fra voce, sguardo e movimento delle mani, che rafforza l’idea di una recitazione a più strati, non sempre subito identificabili.
di Bogdan George Apetri con Ioana Bugarin, Emanuel Parvu, Cezar Antal, Ovidiu Crisan, Valeriu Andriuta (Romania, Repubblica Ceca, Lettonia, 118’)
UNEXPECTED OUTCOMES
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interview Bogdan George Apetri by Marisa Santin
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he film has two parts, one for each character. The pace and setting appear to change to fit better either personality, one more spiritual, slowpaced, and reflective; the other more frenzied, pragmatic, fast. What in fact happens is all the more unexpected because of it. The film seems to wander in the territories of crime story and psychological thriller. Over the course of the movie, events take place and, little by little, the audience is subject to continual changes in perspective. The young nun and the policeman. Tell us more about the two protagonists... The goal is always to shoot a film in such a way that, once you see the finished movie, you can’t possibly imagine it played out any other way. It’s a crystallization process aimed at finding the right way of filming a particular project, the one and only way to put that story in its unique cinematic form. And this crystallization process doesn’t start with the plot for me, it usually starts with the characters, their trajectories, the subtext, with what the scenes are about. It’s a natural process, because the two different halves were not necessarily thought out as “slow vs fast” from the get-go – the characters and the meaning of their scenes imposed the two respective paces organically, at the time of the shooting. Perhaps the rhythm was further refined in editing, but not by much, since every scene in this film is a one long, uninterrupted shot for reasons that are solely connected to the film via Selvo
Cristina Tofan is a nun who is only nineteen when she has to make a very difficult choice. Trying to find a desperate solution, the young woman secretly leaves the monastery to reach a hospital in the nearby city. There, being unable to deal with such a complicated situation, Cristina decides to go back to the convent, unaware of what is going to happen to her. Police officer Marius Preda will be responsible for reconstructing the girl’s movements step by step to solve an increasingly intricate case. Born in Romania, Bogdan George Apetri left his position as a lawyer to study film at Colombia University, where he is a professor now. He made his debut, in 2002, with the short film The Arrival of the Train at the Station, followed by A Very Small Trilogy of Loneliness (2006) and Last Day of December (2008), both of which won awards at numerous international festivals. In 2010, he directed his first feature film, Outbound, which in Locarno won the e award for actress for rbest lvo Sa the interpretation of the via protagonist Ana Laru. via Corone
PALA BIENNALE
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Il Daily Ufficiale di Venezia 78 lo trovi sempre nei seguenti luoghi:
via Sandro Gallo
1. Chioschetto PalaBiennale 2. Procuratie 3. Bar Al Leone d’Oro 4. La Bufalina 5. Quattro Fontane
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#5
via Dardanelli
PALAZZO DEL CASINÒ
via Candia
via Morosini
HOTEL EXCELSIOR
via Quattro Fontane
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SALA DARSENA
PALAZZO DEL CINEMA SALA GIARDINO
BAR AL LEONE D’ORO
Lungomare Marconi
Settimana della Critica
intervista Gábor Fabricius di Manuela Santacatterina
Darsena Casinò
2
What are your points of reference in film, both for you as a director and for Miracol in particular? I like filmmakers who know how to tell a tale cinematically, who are aware of the power of the medium and how it can uniquely tell stories in a way that is simply impossible to express in any other way. It’s a cliché, but a story is just a story… What interests me is how we tell stories, the way we use cinema to bring them to life. It’s something I see more and more rarely nowadays to be honest, so I always admire directors (past and present) who understand that we use film to tell stories, and who try to push the medium a little bit, in their own way – they are my point of reference, in general. The list is too long and too diverse to mention anyone in particular, and none had a direct bearing on my film. In fact, I stop watching films for the most part when I write, shoot, and edit. Not for fear of being influenced, but because I want my energy focused on finding the right shape for my own film, and that’s hard enough. I can only find inspiration within my story, within my characters. Nothing comes from outside the film, and if it does, then it’s probably CONTINUES... not very...
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Lungomare Marconi TERRAZZA BIENNALE
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983, dietro la cortina di ferro dell’Europa orientale. Frank è il cantante di un gruppo punk che dà voce alla propria generazione contro un regime totalitario. Rinchiuso in un ospedale psichiatrico, sacrificherà tutto pur di resistere. Erasing Frank è il primo lungometraggio di Gábor Fabricius. Cosa significa per lei la parola ‘resistenza’? Identità, coscienza, scelta, libertà. Momento in cui possiamo celebrare la nostra identità. Per preservarla dobbiamo compiere un atto equilibrato di resistenza e cooperazione. È così che disegniamo le nostre identità, specie quando vengono messe in discussione. Perché questa storia, per il suo debutto? Ho pensato fosse una parabola universale nella storia dei punk e della ‘psichiatria politica’, per come questa vicenda sia stata usata contro chiunque fosse
Focus Joe D’Amato
COSTA BRAVA Orizzonti Extra
di Giorgio Placereani
SOUND TRACKS
N
ominate un genere e Aristide Massacesi, alias Joe D’Amato, – cui rende omaggio Inferno rosso. Joe D’Amato sulla vita dell’eccesso, di Manlio Gomarasca (Nocturno) e Massimiliano Zanin – l’ha fatto. Nominate un film popolare di successo e si è automaticamente inseriti nella sua scia. Re della serie C (come Cinema), ha girato oltre duecento film – ed ha avuto quasi altrettanti pseudonimi. Eccellente direttore della fotografia, dirigeva e fotografava film dopo film con un mix di artigianato e cinismo. L’esordio, firmato Dick Spitfire, fu un western comico, Scansati... A Trinità arriva Eldorado, con battute demenziali che talvolta sono puro Jacovitti (il venditore ambulante: «Omaggio! Ogiugno! Oluglio!»). Western spaghetti, horror, decamerotici, postatomici, fantasy d’azione (Ator l’invincibile), zombi, softporn (L’alcova, Il piacere), porno hardcore: tutto quello che funzionava al momento era buono, spingendosi fino all’erotismo hongkonghese (I racconti della camera rossa, China and Sex). In Francia c’erano i film di Emmanuelle? Lui fece la serie di Emanuelle (con una emme) – oggi più famosa. Brass gira (e rinnega) Caligola? Ecco Caligola... la storia mai raccontata (mal recitato, ma regia competente). Immagini di un convento si dice nei credits tratto da Diderot, ma deriva piuttosto da Borowczyk. Da Fuga di mezzanotte di Alan Parker trasse una famosa versione porno con lo stesso titolo. Il porno non gli interessava in particolare ma ne girò una quantità e molti erano buoni (per esempio Sahara, dalla foto curata, ovviamente sua, con una continuità d’inquadratura del sesso che crea una specie di ‘montaggio proibito’ e si stacca notevolmente dalla sciatteria diffusa). Anche lo contaminò con l’horror: memorabile Le notti erotiche dei morti viventi. Eh sì, lavorava sull’eccesso, con horrorsplatter estremi come Antropophagus e Buio Omega. Ma anche al di fuori dell’eccesso è raro che un suo film non si ricordi – almeno per qualche dettaglio – con piacere.
Settimana 35. Settimana Internazionale Internazionale della Critica della Critica
diverso. Nella recente storia europea è stato l’attacco più estremo ai principi di individualità, identità e libertà. Un simbolo universale di totalitarismo. Un film molto attuale, nonostante sia ambientato nel 1983. C’è sempre il rischio di un attacco alla libertà attraverso l’uniformazione, anche se pensiamo che ’quei tempi’ siano finiti. Ogni generazione dovrebbe impegnarsi a preservarla per le generazioni future. La libertà è fluida: bisogna comprenderne l’essenza per accorgersi quando qualcuno te la sta togliendo... Come ha lavorato a scenografia e costumi? Dovevano essere sobri e realistici. La pelle è l’unica interfaccia e qualità umana, in un mondo totalitario.
a cura di F.D.S.
di Mounia Akl con Nadine Labaki, Saleh Bakri, Nadia Charbel, Ceana Restom, Geana Restom, Liliane Chacar Khoury, Yumna Marwan (Libano, Francia, Spagna, Svezia, Danimarca, Norvegia, Qatar, 106’)
UNSORTED COLLECTION The Badris are a free-spirit, adventurous family who decide to leave Beirut, a chaotic and polluted city, and find refuge in their mountain cottage, an ecologically self-sufficient house. While looking for stability, their environmentalist’s utopian life is upended by a garbage dump being built right by their nest. As the volume of garbage dumped there increases, the higher the tension runs in the family, which begin to doubt their solidity.
Mounia Akl (Lebanon, 1989) is a director and screenwriter living between Beirut and New York, graduated in architecture from ALBA and with an MFA in directing from Columbia University. In 2016 her short film Submarine was selected by the Cannes Cinéfondation and was presented at the Toronto International Film Festival. In the following year, she returned to Cannes with the Lebanon Factory to participate in the Quinzaine des Réalisateurs.
Director's cuts
Audience Award
Of the Sconfini section, we wanted to maintain the good practice of making director and audience meet. We loved how well this formula has worked over the years; the audience loved to see the movie in the Red Cube (Il Cinema nel Giardino) and then have a face-to-face with filmmakers and cast. This year, for the first time, we established a new award to be given by the audience. A direct, vital way to involve the thousands VFF enthusiasts that every year spend eleven great days of cinema here on the Lido. I firmly believe that the public will love it as they get in touch with films that haven’t been produced with a blockbuster mindset. This is yet another initiative we undertook to make the usual Festival system evolve. New horizons, indeed. There will be plenty surprises, believe me.
La versione di Balzac Proviamo a dimenticare la sterminata letteratura di e su Honoré de Balzac cercando nello specifico di misurare perché il suo Illusioni perdute è un romanzo da leggere e perché è di grande attualità. È stato scritto nel 1836, dopo gli anni della Restaurazione e la fine dell’illusione napoleonica, anno della conquista coloniale dell’Algeria e della prima pandemia della storia moderna, il colera. Lo Stato francese, dopo la nuova rivoluzione del ‘30, inizia la costruzione della sua grandeur e Luigi Filippo inaugura con una parata militare l’Arco di Trionfo. Ma è anche l’anno della fondazione de «La Chronique de Paris» da parte di Balzac stesso con le firme di Victor Hugo e Théophile Gautier. La letteratura contro la stampa foraggiata dal Governo. Non a caso il romanzo inizia con la vita in una stamperia di provincia e il tema della stampa percorrerà tutto il libro. Al consumismo parigino che nasce in quegli anni con il sistema moda Balzac oppone una terribile requisitoria contro il potere della stampa. Si deve immediatamente consumare, le esperienze devono essere veloci; Lucien, il protagonista, dice: «Lavorare! Non è forse la morte per le anime avide di godimenti?». Ma si coglie anche il nesso tra domanda sociale e innovazione scientifica, tra le istanze morali e il potere soggiogante del denaro. Il potere dell’oro. Il romanzo di Balzac è il grande apologo morale ove sono anticipate tutte le forze che corromperanno la società odierna. Vi è un’altra direzione di lettura, quella che racconta in modo preciso la vita a Parigi in quegli anni. La descrizione dei luoghi accuratissima, la nascita dell’industria della profumeria, la descrizione degli abiti di alta moda di allora, il primo servizio di taxi pubblico, ovviamente in carrozza, il tema dei diversi, dagli ermafroditi ai “lions”, la nuova fabbrica del divertimento di massa con il vaudeville o il primo star system, da Rossini a Olympe Pélissier, fino a Luigi Lablache. Non spaventino le settecento pagine del libro. Scorrono veloci come le puntate di una serie di successo. Loris Casadei
Atlantide_Ancarani segue i fioi dei barchini con lo sguardo incantato e purissimo con cui, un po’ di anni fa (1963), Kenneth Anger in Scorpio Rising osservava i bikers di Los Angeles. Detentori di una pratica e di un sapere condannati dalla società, ma affascinanti ai limiti dell’esoterico. La musica techno con i suoi urli debordanti è la sola colonna sonora possibile per un film coraggiosissimo.
Dune_È il ‘marchio Zimmer’, prendere o lasciare. Sinfonismi pieni di riverberi digitali, nenie orientaleggianti a celebrare quel che di Oriente c’è in noi, ritmi percussivi di tribale ferocia. Tutto confezionato con un package di altissima professionalità. La musica fluisce praticamente per tutto il film, a supportarlo senza un istante di requie. Solo a due terzi del racconto, tutto d’un colpo, accade il miracolo: tre secondi di silenzio, in cui tutto (dialoghi, effetti, musica) si interrompe. Rimaniamo come storditi e increduli, da questa strana concessione di un attimo di silenzio. La musica di Hans Zimmer: l’esorcismo contro il silenzio, il tentativo di negarlo.
The Lost Daughter_ Improbo compito, quello di Dickon Hinchliffe (ex Tindersticks, autorevole gruppo inglese attivo dagli anni ’90, autore delle musiche di Locke e di Peaky Blinders), di venire in soccorso con la musica ad un film come questo. Ci prova, farcendo il film di innumerevoli canzoni che comunque hanno anche una funzione diegetica all’interno della sceneggiatura: Roberta Flack, pop greco, Judy Garland. Tra tutte, spicca la trascinante People Like Us dei Talking Heads.
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Venice’s lifestyle department store
Calle del Fontego dei Tedeschi steps from the Rialto Bridge, Venice 6
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@tfondaco
Al centro esatto della Mostra
Stainos, cocciule, bentu e sali (Lagune, cozze, vento e sale)
di Fabio Marzari Confesso che non avrei pensato che la tenacia di Sibylle Righetti, Enrico Vianello e Silvia Jop potesse arrivare a tanto, assuefatto al solito immobilismo tipico lagunare. Invece Arcipelago Isola Edipo, per merito loro è stato in grado nel giro di pochi anni di consolidare la sua posizione all’interno delle buone pratiche della Mostra fino a diventare uno dei luoghi più innovativi, creativi, divertenti e anche simpaticamente vain del Lido, in cui incontrare ed incontrarsi, senza correre il rischio di impattare in ex Gieffini, vallette di quarta fila delle televisioni nazionali, influencer sfigati/e et similia che si sentono invece irresistibilmente attratti dal red carpet. Hanno iniziato il 31 agosto e finiranno a notte fonda l’11 settembre offrendo a piene mani cinema, arti e attualità all’insegna dei diritti e della sostenibilità accompagnati dal Social Food Festival della Rete Internazionale dell’Economia Sociale, in collaborazione con Giornate Degli Autori, con il patrocinio della Veneto Film Commission e la media partnership di MYmovies. La scelta attuata è quella di ascoltare e confrontarsi con più voci, evitando di cadere nell’autoreferenzialità in cui spesso naufragano iniziative similari. Si attua un principio fondamentale che è dato dal pluralismo, ricordando a tutti che si può fare informazione seria e creare un dibattito interessante anche divertendosi, senza timore di violare il sancta sanctorum dei cinefili che si beano nel resistere alla noia di pellicole imbarazzanti fingendo e bluffando con un entusiasmo esagerato che non ha ragione di esistere. Altra carta vincente è lo stare con Venezia a portata di sguardo, una Venezia sognante, delineata nei contorni, metaforicamente da poter riempire di pensieri e non solo di ammirata bellezza, con alle spalle i luoghi della Mostra, quasi a segnare una via di mezzo possibile in cui oltre ai film ci può stare un mondo di idee, vissute nella contemporaneità. Anche la scelta delle partnership gastronomiche è chiaro segnale di un’ottima volontà e grande lungimiranza: dalle magie gastronomiche del Glam accompagnato da Moët & Chandon, assieme allo chef Donato Ascani, al Local accompagnato dallo chef Matteo Tagliapietra, passando per l’Osteria alle Testiere, Meteri Cucina, Pensione Wildner, Osteria Bacaro Risorto e della chef Giulia Busato – Giuppiness. C’è del nuovo, da qualche tempo, finalmente!
Un incontro per condividere con il pubblico il racconto di un viaggio di ricerca intrapreso nel luglio scorso dai partecipanti alla Ocean Fellowship, promossa da TBA21– Academy a Ocean Space, nell’arco di un location scouting curato dalla Fondazione Sardegna Film Commission. Dalla Sardegna a Venezia: la narrazione della sostenibilità attraverso i linguaggi contemporanei con le voci dei protagonisti e le immagini dell’inedito cortometraggio documentario realizzato da Giulia Camba. Si segue la loro navigazione lungo la costa sud-occidentale della Sardegna, dal Sulcis verso l’area protetta del Sinis: uno sguardo che muove dal mare verso terra, per investigare l’impatto dell’attività mineraria e il mutare della costa nelle lagune del golfo di Oristano, oltre che per apprendere come pescatori, attivisti, biologi marini e ricercatori di quest’area mediterranea stiano operando in un’ottica di sostenibilità. L’evento è gratuito, previa prenotazione su Eventbrite. 5 settembre h. 10 | Ocean Space, Ex Chiesa San Lorenzo, Venezia www.sardegnafilmcommission.it | www.ocean-space.org
VVR
di Riccardo Triolo
E
se il VR fosse la nuova frontiera per il giornalismo d’inchiesta? Ormai mature, le tecnologie immersive sanno percorrere molte vie, alcune autonome, nel solco dell’esplorazione del proprio linguaggio specifico: l’immersività, l’interattività, la capacità di creare mondi virtuali e reclutare, assieme alla vista, altri sensi. Altre strade sono invece già segnate, ma grazie al VR percorrono nuove direzioni. È il caso di Reeducated, coproduzione USA-Kazakistan firmata da quattro creatori. L’intenzione è la denuncia, la forma è l’inchiesta giornalistica. Il pezzo è la ricostruzione dell’esperienza di detenzione di tre uomini imprigionati in uno dei famigerati campi di rieducazione dello Xinjiang, la più vasta provincia cinese. L’effetto di realismo e la veridicità non sono però ricostruiti mimeticamente - il racconto non procede per dislocazioni, illusionismi - bensì raggiunti mediante un singolare ibrido stilistico: la grafica di stile fumettistico, bidimensionale e bicromatica, è usata per rappresentare la detenzione, a cominciare dal disegno dello spazio carcerario. Ancora una volta, il mezzo è il messaggio: sperimentiamo la prigionia in prima persona, per compiere però una valutazione oggettiva dei fatti, ascoltando le testimonianze (attraverso una voce fuori campo), ripercorrendo le tracce mnemoniche transcodificate in un’opera grafico-narrativa immersiva che ripensa il digitale in chiave analogica, chiedendoci di comprendere e di ricordare.
Oggi alle 19, Arcipelago Isola Edipo ospita Rosa Bosch, celebre produttrice cinematografica, per presentare la mostra Undici visioni grafiche. Manifesti di Edel Rodríguez – Mola, omaggio a Pedro Almodóvar. Prodotta da Centro Studi Cartel Cubano, la mostra documenta il rapporto di stima e ammirazione che lega Almodóvar a Cuba, tanto che nel 2019 in occasione della sua visita furono promossi eventi, mostre e un Concurso de Carteles per raccogliere e premiare le visioni più originali di giovani grafici dedicate al maestro spagnolo. www.cartelcubano.org
REEDUCATED
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BEN CROLL INDIEWIRE
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BARBARA HOLLENDER RZECZPOSPOLITA
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JONATHAN ROMNEY THE OBSERVER
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THE FILM VERDICT
redazione@venezianews.it daily2021.venezianews.it
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SUSAN VAHABZADEH SÜDDEUTSCHE ZEITUNG
Stampa WWW.TIPOGRAFIACOLORAMA.COM Via Garda, 13 - San Donà di Piave (VE)
MADRES PARALELAS THE POWER OF THE DOG È STATA LA MANO DI DIO THE CARD COUNTER SPENCER THE LOST DAUGHTER IL BUCO COMPETENCIA OFICIAL
PIERRE EISENREICH POSITIF
Hanno collaborato Katia Amoroso, Loris Casadei, Maria Casadei, Fabio Di Spirito, Massimo Macaluso, Giorgio Placereani, Roberto Pugliese, Sara Sagrati, Luka Stojnić, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Andrea Zennaro, Shanna Beggio, Ludovica Schiavone
TOMMASO KOCH EL PAIS
Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale), Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione), Paola Marchetti (direzione organizzativa), Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari, Luca Zanatta (graphic design)
THE HOLLYWOOD REPORTER
Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran
SCREEN INTERNATIONAL
INTERNATIONAL CRITICS
Daily Venezia 78 Supplemento di n. 255 settembre 2021 Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996
MICHEL CIMENT FRANCE CULTURE
FUORI CONCORSO di Sam Wolson, Ben Mauk, Nicholas Rubin, Matt Huynh (USA, Kazakistan, 20’)
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#5 7
SEGUE DA P. 1
11.30
Sala Giardino
FUORI CONCORSO press - industry
SCENES FROM A MARRIAGE (ep. 3-4-5) Hagai Levi (178’) v.o. inglese st. italiano/inglese
11.30
Sala Casinò
ORIZZONTI tutti gli accrediti
14.15 Teatro Piccolo Arsenale
17.15
BIENNALE COLLEGE CINEMA pubblico 14+ - tutti gli accrediti
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti
NUESTROS DÍAS MÁS FELICES (Our Happiest Days)
Sala Darsena
IL PARADISO DEL PAVONE (The Peacock’s Paradise)
Sol Berruezo Pichon-Rivière (100’) v.o. spagnolo st. inglese/italiano
Laura Bispuri (89’) v.o. italiano st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
15.00
17.15
Sala Giardino
Sala Giardino
ORIZZONTI EXTRA press - industry
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti
Mounia Akl (106’) v.o. arabo st. italiano/inglese
Laura Bispuri (89’) v.o. italiano st. inglese
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
15.00
17.15
Edgar Wright (118’) v.o. inglese st. italiano/inglese
VENICE PRODUCTION BRIDGE FINAL CUT IN VENICE industry gold - trade
TRUE THINGS
COSTA BRAVA (Costa Brava, Lebanon)
Harry Wootliff (102’) v.o. inglese st. italiano/inglese
11.30
Sala Astra 2
LAST NIGHT IN SOHO
11.30 Teatro Piccolo Arsenale FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
LAST NIGHT IN SOHO Edgar Wright (118’) v.o. inglese st. italiano/inglese
13.00
PalaBiennale
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti
MIRACOL (Miracle)
Bogdan George Apetri (118’) v.o. rumeno st. italiano/inglese
14.00
Sala Grande
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti - pubblico
ARIAFERMA (The Inner Cage)
Leonardo Di Costanzo (117’) v.o. italiano st. inglese
Sala Pasinetti
TAHT EL KARMOUSS (Under the Fig Trees)
Erige Sehiri (90’) v.o. arabo st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
15.30
PalaBiennale
Sala Volpi
ORIZZONTI tutti gli accrediti
TRUE THINGS
16.30
Sala Perla 2
BECOMING LED ZEPPELIN
16.30 Teatro Piccolo Arsenale
ILLUSIONS PERDUES (Lost Illusions)
Bernard MacMahon (137’) v.o. inglese st. italiano/inglese
Edgar Wright (118’) v.o. inglese st. italiano/inglese
MIRACOL (Miracle)
Bogdan George Apetri (118’) v.o. rumeno st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
14.15
Sala Casinò
ORIZZONTI tutti gli accrediti
AMIRA
LAST NIGHT IN SOHO
17.00
Sala Volpi
ORIZZONTI tutti gli accrediti
AMIRA
Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI tutti gli accrediti
Juanjo Giménez (104’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
14.15
17.00
Sala Astra 2
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
Bernard MacMahon (137’) v.o. inglese st. italiano/inglese
Edgar Wright (118’) v.o. inglese st. italiano/inglese
BECOMING LED ZEPPELIN
LAST NIGHT IN SOHO
VENEZIA ALL-IN-ONE 8
#5
Sala Darsena
L’ÉVÉNEMENT (Happening) Audrey Diwan (100’) v.o. francese st. italiano/inglese
19.45
Sala Casinò
Sala Astra 1
19.45
Sala Perla
FUORI CONCORSO press - industry
EZIO BOSSO. LE COSE CHE RESTANO (Ezio Bosso. The Things That Remain) Giorgio Verdelli (104’) v.o. italiano st. inglese
20.00
Sala Pasinetti
VENEZIA 78 tutti gli accrediti
IL BUCO
Arena Lido
ILLUSIONS PERDUES (Lost Illusions) Xavier Giannoli (144’) v.o. francese st. italiano a seguire VENEZIA 78 pubblico
Alex Carvalho (120’) v.o. portoghese st. italiano/inglese
COSTA BRAVA (Costa Brava, Lebanon)
Ana Lily Amirpour (106’) v.o. inglese st. italiano
PalaBiennale
A SALAMANDRA (The Salamander)
ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti
19.30
Mounia Akl (106’) v.o. arabo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
Audrey Diwan (100’) v.o. francese st. italiano/inglese
19.30
Sala Volpi
Sala Giardino
VENEZIA 78 press - industry
L’ÉVÉNEMENT (Happening) Audrey Diwan (100’) v.o. francese st. italiano/inglese
22.00
Sala Casinò
ORIZZONTI press - industry
PUBU (The Falls)
Chung Mong-Hong (129’) v.o. cinese st. italiano/inglese
22.00
Sala Pasinetti
VENEZIA 78 tutti gli accrediti
IL BUCO
Michelangelo Frammartino (93’) v.o. italiano st. inglese
GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry
21.00
L’ÉVÉNEMENT (Happening)
22.00
22.00
Valerio Ferrara (11’) v.o. italiano st. inglese
VENEZIA 78 press - industry
Audrey Diwan (100’) v.o. francese st. italiano/inglese
Kiro Russo (85’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
EL GRAN MOVIMIENTO
MONA LISA AND THE BLOOD MOON
Sala Giardino
L’ÉVÉNEMENT (Happening)
ORIZZONTI press - industry
21.45
Sala Grande
VENEZIA 78 pubblico
MONA LISA AND THE BLOOD MOON
ORIZZONTI press - industry Chung Mong-Hong (129’) v.o. cinese st. italiano/inglese
19.30
Sala Astra 1
ANATOMIA
Ola Jankowska (112’) v.o. polacco st. italiano/inglese
22.15
Sala Volpi
ORIZZONTI press - industry
EL GRAN MOVIMIENTO Kiro Russo (85’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
22.15
Sala Perla
VENEZIA 78 tutti gli accrediti
COMPETENCIA OFICIAL (Official Competition)
Gastón Duprat, Mariano Cohn (114’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
22.15
Sala Astra 2
GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry
ANATOMIA
Ola Jankowska (112’) v.o. polacco st. italiano/inglese
23.55
PalaBiennale
PROIEZIONI SPECIALI pubblico 14+ - tutti gli accrediti
INFERNO ROSSO. JOE D’AMATO SULLA VIA DELL’ECCESSO (Inferno Rosso. Joe D’Amato on the Road of Excess)
Manlio Gomarasca, Massimiliano Zanin (70’) v.o. italiano, inglese, francese st. inglese
21.00
Sala Web
FUORI CONCORSO
ARIAFERMA
Leonardo Di Costanzo (117’) v.o. italiano st. inglese
Opera Prima
Sala Perla 2
VENEZIA 78 tutti gli accrediti
TRES (Out of Sync)
Mohamed Diab (98’) v.o. arabo st. italiano/inglese
Sala Astra 2
Ana Lily Amirpour (106’) v.o. inglese st. italiano/inglese
Sala Darsena
VENEZIA 78 press - industry
PUBU (The Falls)
Mohamed Diab (98’) v.o. arabo st. italiano/inglese
17.00
MONA LISA AND THE BLOOD MOON
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti
NOTTE ROMANA (Roman Nights)
Sala Astra 1
Xavier Giannoli (144’) v.o. francese st. italiano/inglese a seguire VENEZIA 78 pubblico
VENEZIA 78 pubblico
19.15
16.45
ILLUSIONS PERDUES (Lost Illusions)
20.30 Xavier Giannoli (144’) v.o. francese st. italiano/inglese
Michel Franco (83’) v.o. inglese, spagnolo st. italiano/inglese
VENEZIA 78 pubblico
Michelangelo Frammartino (93’) v.o. italiano st. inglese
Sala Grande
VENEZIA 78 pubblico - tutti gli accrediti
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti
VENEZIA 78 pubblico
Bernard MacMahon (137’) v.o. inglese st. italiano/inglese
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
Sala Darsena
Sala Grande
BECOMING LED ZEPPELIN
Tommaso Santambrogio (20’) v.o. italiano st. inglese
14.15
Hagai Levi (178’) v.o. inglese st. italiano/inglese
18.45
L’ULTIMO SPEGNE LA LUCE (Closing Time)
BECOMING LED ZEPPELIN
PalaBiennale
Bernard MacMahon (137’) v.o. inglese st. italiano/inglese
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC tutti gli accrediti
Sala Astra 1
Bernard MacMahon (137’) v.o. inglese st. italiano/inglese
SCENES FROM A MARRIAGE (ep. 3-4-5)
SUNDOWN
14.00
BECOMING LED ZEPPELIN
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
14.00
Gábor Fabricius (103’) v.o. ungherese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
Sala Pasinetti
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
17.30
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
19.30 Teatro Piccolo Arsenale
VENEZIA 78 press - industry
Michelangelo Frammartino (93’) v.o. italiano st. inglese
16.45
ELTÖRÖLNI FRANKOT (Erasing Frank)
Harry Wootliff (102’) v.o. inglese st. italiano/inglese
17.15
Alex Carvalho (120’) v.o. portoghese st. italiano/inglese
19.45
TRUE THINGS
IL BUCO
Harry Wootliff (102’) v.o. inglese st. italiano/inglese
Sala Perla
Sala Casinò
ORIZZONTI tutti gli accrediti
VENEZIA 78 pubblico - tutti gli accrediti
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
14.00
IL PARADISO DEL PAVONE (The Peacock’s Paradise)
22.00
A SALAMANDRA (The Salamander)
IL BUCO
Michelangelo Frammartino (93’) v.o. italiano st. inglese
19.30
Sala Astra 2
Ana Lily Amirpour (106’) v.o. inglese st. italiano/inglese
21.45
Sala Perla 2
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti
FUORI CONCORSO press - industry
Valerio Ferrara (11’) v.o. italiano st. inglese
Giorgio Verdelli (104’) v.o. italiano st. inglese
NOTTE ROMANA (Roman Nights)
EZIO BOSSO. LE COSE CHE RESTANO (Ezio Bosso. The Things That Remain)
PARCHEGGI IN APP
Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders.
Pubblico Public
Accreditati Pass holders
#5 9
n. 5 domenica 5 settembre 2021
78ª MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA
in Mostra
SALA DARSENA DI EMANUELE BUCCI
UNA POTENTE IDEA DI CINEMA Scendere giù nelle cavità della terra mentre tutti, in Italia e nel mondo (è il 1961) puntano a crescere, verticalmente, verso l’alto. Lasciare il Nord industrializzato per visitare un angolo di quel Sud da cui tanti, (non solo) allora, partivano. È un film di “contro-movimenti” Il buco di Michelangelo Frammartino. Che sfida altri quattro, competitivi e ben più manistream titoli italiani in concorso, oltre alla schiera di internazionali che contano (anche) sul ritorno delle star hollywoodiane. Ma, per certi versi, il nuovo lungometraggio dell’acclamato regista de Il dono e Le quattro volte ha già vinto. Nel suo essere, a propria volta, un “contro-movimento” rispetto all’idea e alla pratica di cinema dominante. Senza nulla togliere alla forza immaginifica di un kolossal come il Dune di Denis Villeneuve, al carisma di un Antonio Banderas, all’intensità di una Olivia Colman, ai virtuosismi poetici di un Sorrentino o alle peripezie cantate da un Almodóvar, il film di Frammartino spariglia, probabilmente come nessun altro, le carte dei titoli più in vista di Venezia 78. Perché ci dice che un modo di fare cinema alternativo a ogni (pur legittima) convenzione drammaturgica o spettacolare odierna non solo è possibile, segue a pag. 3 >
ANYA TAYLOR-JOY PAG. 5 RICORDANDO PIERA A PAG. 4
MyPass Venezia
MONA LISA AND THE BLOOD MOON
A
Venezia 78 il (super)potere è nelle mani degli esclusi, dei discriminati, dei diversi: non solo con i Freaks Out di Gabriele Mainetti, ma anche con la protagonista del nuovo film di Ana Lily Amirpour, Mona Lisa and the Blood Moon. Al centro, Kate Hudson (Golden Globe per Quasi famosi, vista quest’anno anche in Music) nel ruolo di una donna con abilità paranormali evasa da un manicomio. Una fuga che la porterà a New Orleans, dove dovrà sopravvivere servendosi anche delle sue capacità fuori dal comune. Non può che puntare alto, la regista (nata nel Regno Unito, di origini iraniane e naturalizzata americana) che proprio al Lido nel 2016 si è aggiudicata il Premio Speciale della Giuria con The Bad Batch: cruda e irriverente allegoria dell’America in crisi, tra bande cannibali e ambigui santoni in un Texas post-apocalittico dove sono scaricati i rifiuti della società. Prima ancora, però, la cineasta si era rivelata col lungometraggio d’esordio A Girl Walks Home Alone at Night (2013), da lei stessa definito uno «spaghetti western iraniano a base di vampiri»:
recitato in persiano ma intriso di cultura pop occidentale, in un bianco e nero espressionista sullo sfondo di una città (l’immaginaria Bad City) degradata e alienante. Erano già chiari i tratti salienti del cinema di Amirpour: dalla postmoderna contaminazione di generi e tradizioni alla predilezione per personaggi (soprattutto femminili) anomali e marginali. Nel frattempo, la regista si è cimentata anche con la serialità (Legion, Castle Rock, The Twilight Zone). E se con The Bad Batch aveva diretto star come Keanu Reeves e Jason Momoa, in Mona Lisa and the Blood Moon il cast comprende Jeon Jong-seo (Burning – L’amore brucia) e Craig Robinson (The Office, Ghosted, Songbird). Un racconto «sorprendente, coloratissimo e funky» (per citare il Direttore di Venezia 78 Alberto Barbera), una cineasta indie in ascesa, una rinnovata attenzione alle storie e ai talenti femminili (tanto più “di genere”) nell’anno della Palma d’oro a Titane: gli ingredienti perché la Mona Lisa di Amirpour sbanchi ci sono tutti. EM.BU.
LA CURIOSITÀ Il nostro lettore più giovane
CHECK-IN Michael Ajao, nel cast di Last Night in Soho, proiettato ieri al Lido
in Mostra › segue da pag. 1
ma è in atto. Quello de Il buco è un cinema delle profondità, non solo fisiche ma anche estetiche e psichiche. Scavando in quanto abbiamo sotto (e dentro) di noi, per mostrarcelo non meno enigmatico, sorprendente e significativo di quanto sta intorno e al di sopra. Un poema epico, nel suo essere un trionfo del collettivo e dei suoi particolari (pieni di irriducibile dignità) sui particolarismi e gli individualismi. Nel suo (ri)edificare e celebrare i valori comunitari dell’incontro e della ricerca, più che dello sviluppo fine a se stesso o a una ricchezza che non arriva mai a tutti. Un poema dove l’uomo non è il vertice ma “solo” un elemento, tra i tanti, di una natura sottratta a gerarchizzazioni antropocentriche. E di un cinema che fa quasi totalmente a meno di parole e musiche, con la radicalità di una rivoluzione fatta di immagini e suoni che non sapevamo o ci eravamo scordati. A Venezia stiamo vedendo, e vedremo, tanti bei film, e anche alcuni grandi film. Ma quello de Il buco è, appunto, al di là di ogni valutazione estetica o di contenuto che tocca ad altri dare, il manifesto di una rivoluzione, in forma di preghiera laica sul nostro rapporto col pianeta, la Storia, l’esistenza. Una rivoluzione che forse non travolgerà il sistema, ma potrebbe cambiare, profondamente, chi vi assiste. Cosa chiedere di più al cinema? n
DAILY n. 5 - DOMENICA 05.09.2021
SUNDOWN
SUNDOWN Messico, Francia, Svezia, 2021. Regia Michel Franco. Interpreti Tim Roth, Charlotte Gainsbourg, Iazua Larios, Henry Goodman, Albertine Kotting McMillan, Samuel Bottomley. Durata 83’
DI ALESSANDRO DE SIMONE
M
ichel Franco, dopo il Leone d’Argento conquistato l’anno scorso per il crudo e in qualche modo profetico Nuevo Orden, torna a Venezia, ancora in concorso, con Sundown, uno scontro tra culture molto diverse. Una ricca famiglia inglese è in vacanza ad Acapulco. Alice e Neil Bennett, in compagnia dei giovani Colin e Alexa, si godono il mare e il sole messicano, finché uno spiacevole evento non li costringe a interrompere il loro relax. Ma sono sarà l’unico sconvolgimento a cui andranno incontro i quattro e l’equilibrio stesso della famiglia verrà meno. Sundown è solo apparentemente un film diverso nella carriera di Michel Franco, regista messicano che invece racchiude in questo film molti dei temi già visti nei suoi precedenti film, a partire dallo studio delle dinamiche familiari, spesso ipocrite e basate su rapporti che si tengono insieme per miracolo, la violenza sopita che esplode dirompente, il contrasto sociale. Tutte cose che ha declinato negli anni in forme molto diverse e originali, ma che portano sempre allo stesso senso di disperazione e di critica nei confronti della società contemporanea. Era così nel suo durissimo Después de Luci´Ia, il suo secondo film, in cui affronta il fenomeno del bullismo all’interno di una dinamica familiare segnata da una tragedia. E sempre di famiglia, molto disfunzionale e con tanti sordidi segreti, parla Las hijas de April. Franco ama esplorare le psicologie delle persone messe in condizioni estreme, un processo
ILLUSIONS PERDUES
I
l primo lungometraggio francese in concorso a Venezia 78 parte, è il caso di dirlo, dai classici: Illusions perdues, infatti, porta al cinema l’omonimo romanzo di Honoré de Balzac (17991850), pubblicato fra il 1837 e il 1843 in tre parti (I due poeti, Un grande uomo di provincia e Eva e David, noto anche come La sofferenza dell’inventore). Momento fondamentale nella vastissima serie di opere che compongono la (incompiuta) Comédie humaine del grande scrittore realista, Illusions perdues fu annunciato dallo stesso Honoré de Balzac come «l’opera capitale nell’opera». Al centro, la vicenda del giovane Lucien, che dalla città natale Angoulême si reca a Parigi nella speranza di avere successo in poesia e nella società. Ma le sue illusioni dovranno scontrarsi con la crudele realtà della capitale francese postRestaurazione, dove l’unica legge è quella del vendere e del comprare, che non risparmia nulla. A raccogliere la sfida di adattare l’opera letteraria (già trasposta da Maurice Cazeneuve nella miniserie del 1966 Le illusioni perdute) è il regista e sceneggiatore Xavier Giannoli. Quest’ultimo è un vero e proprio habitué del Lido, dove ha già portato in concorso Superstar (2012, dal romanzo Il privilegio di essere una star, di Serge Joncour)
ILLUSIONS PERDUES Francia, 2021 Regia Xavier Giannoli. Interpreti Benjamin Voisin, Cécile de France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Salomé Dewaels, Jeanne Balibar, Gérard Depardieu, André Marcon. Distribuzione I Wonder Pictures. Durata 2 h e 24’
e Marguerite (2015, candidato ai César per film, regia e sceneggiatura). L’esordio nel lungometraggio era stato invece Corpi impazienti (2003), anch’esso adattamento di un romanzo, Les corps impatients di Christian de Montella. A coadiuvare Giannoli, un cast che annovera star come Gérard Depardieu, Cécile de France (vista di recente a Cannes in The French Dispatch di Wes Anderson) e l’acclamato regista-attore canadese Xavier Dolan. Nella parte di Lucien abbiamo invece Benjamin Voisin, co-protagonista di Estate ’85 di François Ozon.
culminato per ora con Nuevo Orden. I genitori Bennett sono interpretati da una coppia di grandi attori. Tim Roth è alla seconda collaborazione con Michel Franco, dopo l’interessante Chronic, che vinse anche il premio per la sceneggiatura a Cannes 2015. Al suo fianco troviamo Charlotte Gainsbourg, che a Venezia 78 è presente anche con un secondo film, ma fuori concorso, Les choses humaines, diretto da Yvan Attal che è anche il suo compagno di vita. «Non è un caso che Sundown sia ambientato ad Acapulco» ha commentato Franco a proposito del film. «L’esplorazione di tutte le prospettive che emergono ad Acapulco è anche uno studio sui personaggi, e un’analisi di dinamiche familiari. Il sole occupa un posto di primaria importanza: colpisce sempre in modo aggressivo e diretto». ADS
IL GRIDO D’AIUTO DEI REGISTI AFGHANI «Tutti gli archivi ora sono sotto il controllo dei talebani, molti registi indipendenti che negli ultimi anni avevano partecipato a festival importanti, in poche ore hanno visto sparire il loro lavoro. Avete presente Schindler’s List? Ecco, ad agosto nel mio Paese è successo qualcosa del genere». Al panel internazionale organizzato dalla Biennale Cinema sulla situazione dei registi in Afghanistan, la regista Sahraa Karimi, prima presidente donna dell’Afghan Film Organisation, non lascia dubbi su quanto sta succedendo nel suo Paese, di fronte agli occhi impassibili del mondo intero. «Volevamo creare un paese migliore con i nostri artisti – aggiunge Sarah Mani, documentarista afghana - Ma questi avvenimenti ci hanno lasciato senza nulla e chissà se domani i talebani arriveranno anche nel resto del mondo. Nel mio recente film raccontavo degli abusi subiti da una ragazza, in Afghanistan purtroppo servono più di dieci anni per chiedere giustizia». Moderato dal giornalista Giuliano Battiston, il panel ha voluto accendere un faro sullo stato dell’arte in quel tragico angolo di mondo. «Non potete nemmeno immaginare quanto sia stato difficile - prosegue Karimi – far capire a qualcuno del governo l’importanza del cinema. Negli anni abbiamo cercato i finanziamenti per le nostre produzioni, abbiamo convinto le persone a raccontare le loro storie e a non aver paura della cinepresa. Ma dal 15 agosto è tutto finito, abbiamo dovuto decidere se partire o rimanere. E non si tratta solo di pochi registi, ma di un’intera generazione giovane di menti brillanti, scappate senza nemmeno aver il tempo di portare con sé le proprie cose». Per Vanja Kaludjerciz, direttrice artistica dell’International Film Festival di Rotterdam, la Mostra di Venezia «è un podio fondamentale per rivolgerci alla comunità internazionale, perché come sentito dalle testimonianze delle due registe, la situazione lì è davvero critica». TIZIANA LEONE
in Mostra H APPUNTAMENTI H Ore 10.00. SPAZIO REGIONE VENETO – HOTEL EXCELSIOR: Spazio al talento femminile. Incontro fra le registe Isabel Sandoval e Kauther Ben Hania. Modera Penny Martin. Ore 10.00. SALA LAGUNA: Incontro Ad occhi aperti: il cinema va a scuola. Ore 11.00. SALA TROPICANA 1: Gala accademico di Side Academy con Stefano Siganakis, Stefano Ferrio, Sarah Arduini. Ore 12.00. SPAZIO REGIONE VENETO/FILM COMMISION: Mila, il potere del messaggio nell’animazione con il direttore Rai Ragazzi Luca Milano. Ore 12.00. HOTEL EXCELSIOR: Filming Italy Best Movie partecipazioni annunciate di Gabriella Pession, Vittorio Storaro, Antonio Banderas, Andrea Bocelli, Nina Zilli, Cochi Ponzoni, Can Yaman, Rafael Cebrián, Diane Kruger, Darko Perić, Jaime Lorente, Carlo Verdone, Vittoria Puccini, Alessandro Haber, Greta Scarano, Sarah Felberbaum, Chiara Francini, Valeria Golino, Anna Valle, Susanna Nicchiarelli, Donatella Finocchiaro, Gabriele Muccino, Elio Germano, Alba Rohrwacher, Gabriele Salvatores, Francesco Bruni, Sidney Sibilia, Alex Infascelli, Walter Veltroni, Giorgio Diritti, Lodo Guenzi, Sara Lazzaro, Katia Follesa, Luca Bernabei, Angelo Spagnoletti, Evgenia Markova. Ore 13.00. TERRAZZA CAMPARI: tutti gli attori di Filming Italy. Ore 15.00. ITALIAN PAVILLION: Spazio al talento femminile. Incontro fra le registe Ciara Bravo e Patricia Allison. Modera Penny Martin. Ore 16.00. SPAZIO ITALIAN PAVILLION: Presentazione del libro Storytelling Digitale le nuove produzioni 4.0 con Simone Arcagni e Francesco Rutelli. Ore 16.00. SALA TROPICANA 1: About Women. Arte ponte tra mondi. Intervengono Laura Delli Colli, Marta Donzelli, Patrizia Asproni. Ore 16.30. WEB: Sul sito priceless.com e sul canale youtube di Mastercard appuntamento con «See life through a different lens: contactless connections - Exploring the power of cinema to connect us». Ospite di oggi Marisa Tomei. Ore 16.00. SALA LAGUNA: Saluto a Picchio. Un ricordo di Libero De Rienzo. Ore 16.45. SPAZIO REGIONE VENETO HOTEL EXCELSIOR: Anteprima Non mi lasciare con Vittoria Puccini, Alessandro Roja, Sarah Felberbaum. Ore 17.00. CASA DEGLI AUTORI – SPAZIO INCONTRI: MFN, il festival lungo un anno: nuovi film per nuovi pubblici. Ore 18.00. SPAZIO FEDS SALA TROPICANA: Consegna del premio Robert Bresson, giunto alla 22ª edizione, ad Alice Rohrwacher. Ore 18.30. ISOLA EDIPO – SPAZIO FDA: Ricordati che devi ridere di Enrico Caria e Stefano Disegni con Oscar Cosulich. Ore 19.00. PADIGLIONE REGIONE VENETO HOTEL EXCELSIOR: premio Kineo. Madrina dell’evento: Madaline Ghenea. Premio Humanity Award a Cinzia Angelini. Sarà presente il regista David Warren. Ore 21.00. MARINA DI SANT’ELENA - CINEMA SANTELENA: – Nel giorno della regata storica, proiezione della versione restaurata del film di Lina Wertmüller Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto con un collegamento live con Giancarlo Giannini. Ore 21.30. SALA LAGUNA: Presentazione di Spintime, che fatica la democrazia! di Sabina Guzzanti.
COMPETENCIA OFICIAL: QUELLO CHE IL PUBBLICO NON VEDE DI TIZIANA LEONE
Penélope Cruz: «Nessuna parodia, ma un omaggio alla nostra professione. È stato molto divertente interpretare questa persona un po’ psicopatica, di grande intelligenza, molto affascinante, ma anche sciocca, senza filtri, non interessata a quello che gli altri pensano di lei. Non mi piacerebbe affatto somigliarle». Antonio Banderas: «Se il personaggio fosse stato molto simile a me non l’avrei fatto, io non sono così anzi. È un furbo, maschilista, non ha obiettivi nobili anche se è molto trasparente. Nel film abbiamo analizzato il successo, l’invidia, la competizione, le insicurezze, tutti elementi chiari, che diventano una sorta di lente per raccontare le caratteristiche dell’essere umano. Potrebbe essere applicata anche nell’ambito della politica». Mariano Cohn: «Gli spettatori assistono ai film già conclusi, ma dietro c’è un mondo che non conoscono. È stato il nostro punto di partenza per la sceneggiatura, cui hanno partecipato in tanti. Gli attori ci hanno aiutato con la loro esperienza».
SOLLIMA, UNA VITA NEL CINEMA Il regista Stefano Sollima è tra i protagonisti dell’evoluzione dell’audiovisivo italiano. Figlio d’arte, ha contribuito alla trasformazione del cinema politico della tradizione in cronaca contemporanea, per amplificarne lo spirito di denuncia sul grande schermo, nella serialità e sulle piattaforme streaming. Il regista romano ieri ha ricevuto il premio Siae alla carriera. «Il suo nome è arrivato al successo nazionale per serie diventate di culto come Romanzo Criminale e Gomorra, - recita la motivazione - e con i film Suburra e ACAB - All Cops Are Bastards. Stefano Sollima è cresciuto professionalmente sul set dei film del padre Sergio, e da autodidatta ha imparato a raccontare le dinamiche socioculturali con particolare realismo e disinvoltura di linguaggi, sapendo comunicare trasversalmente con tutte le generazioni di spettatori».
RICORDANDO IL GENIO DI PIERA All’Italian Pavillion omaggio a Piera Degli Esposti, con l’incontro Piera degli Esposti. Genio italiano, moderato dal Presidente dell’Anica Francesco Rutelli, con un’anteprima di Tutte le storie di Piera, il doc di Peter Marcias sulla grande attrice (e non solo) teatrale, televisiva e cinematografica. Tra i partecipanti, oltre allo stesso Marcias, Nicola Maccanico (AD di Cinecittà S.p.A.), Gian Luca Farinelli (Direttore della Cineteca di Bologna), Giorgio Gosetti (Delegato Generale delle Giornate degli Autori), il regista teatrale Piero Maccarinelli e, con un video-messaggio, il Presidente della Biennale Roberto Cicutto. Toccante conclusione di Franco Degli Esposti, che ha citato le parole con cui Eduardo De Filippo descrisse l’attrice: «Chist’ è u’ verbo nuovo, int’a chesta voce ce stan ‘o cielo e ‘o mare». EMANUELE BUCCI
Stefano Sollima riceve il premio SIAE alla carriera
Le foto di Antonietta De Lillo sulla Mostra del Cinema di Venezia degli anni di Lizzani Bernardo Bertolucci al Lido
VENEZIA 78 ALLA TERRAZZA CAMPARI
Tra i luoghi più attivi nel racconto dei protagonisti del cinema a Venezia 78, c’è la Campari Lounge, che ospita confronti con attori e registi internazionali. Ieri è toccato a Laure Calamy, protagonista di Á Plein Temps di Eric Gravél, in concorso a Orizzonti, Alba Rohrwacher (oggi alle 18 riceverà il premio Bresson), Sara Serraiocco e il giovane Lorenzo Zurzolo.
in Mostra
DAILY n. 5 - DOMENICA 05.09.2021
LIDO LAND
IL MOMENTO MAGICO DI ANYA TAYLOR-JOY «Ogni giorno mi innamoro sempre di più del mio lavoro, mi sento privilegiata e fortunata nel poter lavorare con persone di così grande talento». Così Anya Taylor-Joy ha sintetizzato il suo momento d’oro, vissuto tra cinema e tv. L’attrice, 25 anni, arriva (per la prima volta) a Venezia come protagonista di Last Night in Soho, sulle ali del successo mondiale de La regina degli scacchi, la miniserie che l’ha resa una delle star più amate del momento, regalandole anche un Golden Globe e una nomination ai prossimi Emmy. Elegante, dotata di grande talento e di una bellezza anticonvenzionale, la diva Anya ha stregato (e continua a stregare) tutti, tra cui Edgar Wright che l’ha voluta come co-protagonista nel suo Last Night in Soho, thriller psicologico presentato Fuori Concorso alla Mostra, dove interpreta una misteriosa donna degli anni ’60 che l’ha fatta cimentare anche con il ballo e il canto. «Recitare con la musica è glorioso, inoltre sono innamorata delle canzoni di quel periodo» - spiega in conferenza stampa - «La scena del canto? È stata spaventosa, avevo sempre cantato solo sotto la doccia!».
Penélope Cruz e Antonio Banderas
Jessica Chastain e Oscar Isaac
CLAUDIA GIAMPAOLO
Michelangelo Frammartino (in basso a destra) con la banda de Il Buco
AL LIDO con
www.stefanodisegni.it
STEFANO DISEGNI
May 22nd 2021> February 27th 2022 ART EXHIBITION AT
PALAZZO BONVICINI Calle Agnello, 2161/A, Venice everyday 10 am - 6 pm Screenings on Mondays, Saturdays and Sundays at 11am upon reservation. For bookings please call at +39 041 805 0002
www.fondationvalmont.com
in Mostra
DAILY n. 5 - DOMENICA 05.09.2021
TRES (OUT OF SYNC)
Il regista di Esquivar y pegar (2010), documentario sul pugile carcerato Benito Eufemia, scrive (con Pere Altimira) e dirige l’incubo in cui cade la sound designer C. (Marta Nieto). Lei è una professionista di talento, la cui passione per il lavoro le fa trovare rifugio in sala di registrazione, dove fugge dai turbamenti delle relazioni interrotte con il suo ex, dai colleghi e da sua madre. C. passa ore nello studio montando e mixando tracce sonore, ma quando consegna un paio di lavori dove il missaggio
IL PALAZZO (THE PALACE)
mostra difetti di sincronizzazione i colleghi, ipotizzando che stia attraversando una fase di instabilità psicologica, smettono di affidarle nuovi progetti. C. si rende conto che, come in un film dalla colonna sonora fuori sincrono, la sua mente processa i suoni in ritardo rispetto alle immagini e giorno dopo giorno l’intervallo di tempo tra immagini e suono aumenta, tanto da costringerla a lasciare il lavoro e riconsiderare tutta la sua vita. OSCAR COSULICH IL PALAZZO (THE PALACE
Spagna, Lituania, 2021. Regia Juanjo Giménez. Interpreti Marta Nieto, Miki Esparbé, Fran Lareu, Luisa Merelas, Cris Iglesias, Julius Cotter, Iria Parada. Durata 104’
ERASING FRANK
Italia, Repubblica Ceca, 2021. Regia Federica Di Giacomo. Interpreti Mauro Fagioli, Corrado Puccetti, Andrea Sanguigni, Alessandra Tosetto, Francesca Duscià, Simone Vricella, Virginia Zulli. Durata 100’
Dopo Liberami (2016), bel documentario sulle pratiche di esorcismo contemporaneo, la regista Federica Di Giacomo si cimenta nel ritratto struggente e intenso di una comunità di amici che, come in una versione documentaristica de Il grande freddo, si ritrova dopo molti anni per ricordare e celebrare la vita e la morte prematura dell’amico più emblematico del gruppo. Il tutto è ambientato a Roma, dove il proprietario di un palazzo, comportandosi come un mecenate rinascimentale, ha offerto negli anni asilo a una eclettica comunità di amici. Lì hanno potuto coltivare i progetti artistici più aleatori e ora gli ex-condomini si riuniscono dopo la morte prematura di Mauro, visionario regista che non ha mai finito un film nella sua vita, ma ha lasciato ore di filmati in cui li dirigeva nei ruoli più stravaganti, rendendoli complici di un capolavoro incompiuto.
È una storia di oppressione e di resistenza Eltörölni Frankot (titolo internazionale Erasing Frank), scritto e diretto da Gábor Fabricius, in competizione alla Settimana Internazionale della Critica. Siamo nell’Ungheria del 1983, dove un cantante punk si oppone con la sua musica al regime locale, venendo per questo rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Tra realismo e onirismo, una denuncia degli autoritarismi di ieri e di oggi che proietta il lungometraggio d’esordio di Fabricius (anche romanziere) nella miglior tradizione del cinema ungherese ed est-europeo recente, dal maestro Béla Tarr a László Nemes passando per il russo Kirill Serebrennikov. A precedere la proiezione, il corto L’ultimo ERASING FRANK spegne la luce, di Tommaso (ELTÖRÖLNI FRANKOT) Santambrogio, in concorso Ungheria, 2021 Regia Gábor Fabricius. per SIC@SIC. Interpreti Benjamin Fuchs, Kincső Blénesi,
OSCAR COSULICH
SALA DARSENA A POWERFUL CINEMA CONCEPT Going down in a cave while the entire world is going the other way up. It’s 1961. Michelangelo Frammartino‘s Il buco is a movie about countermovements. Even here in Venice challenges four other Italian movies in competition definitely more mainstream and a bunch of international movies with Hollywood stars. But the movie directed by the author of Il dono and Le quattro volte already won its award. Because it is a counter-movement in the current idea of making movies. Without diminishing Denis Villeneuve’s Dune, the charismatic Antonio Banderas, the intense Olivia Colman, the virtuoso Paolo Sorrentino or the poetic Almodóvar, Frammartino confounds the competition of Venezia 78. Another kind of cinema is possible, different from the current dramatic and entertainment conventions. Il buco is about deepness, physical, aesthetic and psychological and digs inside us. It’s an epic poem that celebrates the collective value of meeting and researching. A poem in which man is not on top of the chain, but he’s also one of the elements of the nature. Frammartino does not use words and music, his soundtrack is made sounds and rumors unknown or forgotten. We are watching so many good movies in Venice. Beyond any content and aesthetic evaluation that other critics have to make in this case, Il buco is the manifesto of a revolution in the shape of a laic prayer about our relationship with our planet, history, existence. A revolution that will not change cinema industry, but that could change deeply the audience. Is there anything more to ask to the art of making movies? n
TRES (OUT OF SYNC)
EMANUELE BUCCI
Andrea Waskovich, István Lénárt. Durata 1 h e 39’ SIC – IN CONCORSO
GUERRE STELLARI F. Ferzetti L’ESPRESSO
MADRES PARALELAS THE POWER OF THE DOG È STATA LA MANO DI DIO IL COLLEZIONISTA DI CARTE SPENCER THE LOST DAUGHTER
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A. Finos REPUBBLICA
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P. Mereghetti M. Mancuso IL CORRIERE IL FOGLIO DELLA SERA
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F. Alò A. De Grandis F. Pontiggia IL MESSAGGERO IL GAZZETTINO IL FATTO QUOTIDIANO
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M. Gottardi LA NUOVA VENEZIA
F. Caprara LA STAMPA
P. Armocida IL GIORNALE
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C. Piccino IL MANIFESTO
MEDIA
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3,5
HHHH
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3,8
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3,5
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2,3
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2,5
COMPETENCIA OFICIAL
HHHH
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IL BUCO
HHHH
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HHHH HHHH1/2 NP
HHH
HH
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HH1/2
HHH
HHH1/2 HHHH1/2 HHH1/2 HHH
HHH
HHH1/2
NP
3,2
HHHH
3,0
HHHHH LA PERFEZIONE ESISTE HHHH DA NON PERDERE HHH INTERESSANTE HH PREGI E DIFETTI H DIMENTICABILE
in Mostra
Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web) - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Giulia Bianconi, Tiziana Leone - Foto: Maurizio D’Avanzo - STAMPA: WWW.TIPOGRAFIACOLORAMA.COM - Via Garda, 13 - San Donà di Piave (VE).
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