DAILY#5_6sett2020_WEB_VeNews+Ciak

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VENICE FILM FESTIVAL press conferences sala casinò

12.00 SALVATORE - SHOEMAKER OF DREAMS (Fuori Concorso) 13.00 KHORSHID (SUN CHILDREN) (Venezia 77) 14.00 ASSANDIRA (Fuori Concorso) 15.00 THE WORLD TO COME (Venezia 77) 16.00 PANEL “BIENNALE COLLEGE - CINEMA: A SPECIAL FORMULA” Solo accreditati, prenotazione obbligatoria/ Press holders, only upon reservation

8.15

Sala Grande

9.15

Sala Astra 2

VENEZIA 77 press - industry

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

Mona Fastvold (104’) v.o. inglese st. italiano

Abel Ferrara (65’) v.o. inglese, italiano, moldavo st. italiano/inglese

THE WORLD TO COME

8.30

Sala Darsena

FUORI CONCORSO press - industry

ASSANDIRA

Salvatore Mereu (128’) v.o. italiano, sardo, inglese, tedesco st. italiano/inglese

8.30

Sala Pasinetti

VENEZIA 77 tutti gli accrediti

PIECES OF A WOMAN Kornél Mundruczó (128’) v.o. inglese st. italiano

8.30

Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC press - industry

ACCAMÒRA (In questo momento) [ACCAMÒRA (Right now)] Emanuela Muzzupappa (11’) v.o. italiano, dialetto calabrese st. italiano, inglese

HAYALETLER (Ghosts)

Azra Deniz Okyay (90’) v.o. turco, arabo st. italiano /inglese

9.00

PalaBiennale

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

MANDIBULES (Mandibles) Quentin Dupieux (77’) v.o. francese st. italiano/inglese

9.00

Sala Giardino

SPORTIN’ LIFE

10.45

Sala Grande

FUORI CONCORSO press - industry

ASSANDIRA

Salvatore Mereu (128’) v.o. italiano, sardo, inglese, tedesco st. italiano/inglese

11.00

Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI EVENTO SPECIALE tutti gli accrediti

DAS NEUE EVANGELIUM (The New Gospel)

Milo Rau (107’) v.o. italiano, inglese, francese st. inglese/italiano A seguire incontro con gli autori/Q&A

11.00

Sala Astra 1

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

MANDIBULES (Mandibles) Quentin Dupieux (77’) v.o. francese st. italiano/inglese

11.15

PalaBiennale

VENEZIA 77 tutti gli accrediti

MISS MARX

Susanna Nicchiarelli (107’) v.o. inglese st. italiano, inglese

11.15

Sala Volpi

ORIZZONTI tutti gli accrediti

THE MAN WHO SOLD HIS SKIN

VENEZIA 77 press - industry

Kaouther Ben Hania (104’) v.o. inglese, arabo, francese st. italiano/inglese

Mona Fastvold (104’) v.o. inglese st. italiano

11.15

THE WORLD TO COME

9.00

Sala Volpi

Sala Pasinetti

VENEZIA 77 tutti gli accrediti

PIECES OF A WOMAN

ORIZZONTI tutti gli accrediti

Kornél Mundruczó (128’) v.o. inglese st. italiano

Gia Coppola (94’) v.o. inglese st. italiano

11.15

MAINSTREAM

9.00

Sala Astra 2

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

Sala Astra 1

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

SPORTIN’ LIFE

MANDIBULES (Mandibles) Quentin Dupieux (77’) v.o. francese st. italiano/inglese

Abel Ferrara (65’) v.o. inglese, italiano, moldavo st. italiano/inglese

11.30

9.15

Mona Fastvold (104’) v.o. inglese st. italiano

Sala Casinò

ORIZZONTI tutti gli accrediti

THE MAN WHO SOLD HIS SKIN Kaouther Ben Hania (104’) v.o. inglese, arabo, francese st. italiano/inglese

DAILY#5

Sala Darsena

VENEZIA 77 press - industry

THE WORLD TO COME

11.30

Sala Giardino

VENEZIA 77 press - industry

THE WORLD TO COME Mona Fastvold (104’) v.o. inglese st. italiano

SEGUE A P. 8

6 September 2020



L

ife choices, moral doubts, second thoughts: recurrent themes in today’s films. Iranian Majid Majidi is in Competition with Khorshid (Sun Children), on the life of a child labourer in Tehran. The World to Come by Mona Fastvold, set in the late 1800s, is about two wives falling in love with each other. Assandira by Salvatore Mereu is about a shepherd who is persuaded by his son to turn his farm into a guesthouse. The Third War is about a young anti-terrorist soldier in Paris, by Giovanni Aloi. The impossible escape of Larsen and Rajae, a rocker and a prostitute, is told in Zanka Contact by Ismaël El Iraki. Regret for having abandoned an injured neo-Nazi grips Alessandro Gassmann, protagonist of Non odiare by Mauro Mancini.

Choices di Riccardo Triolo

Scelte di vita, dubbi morali, ripensamenti. Sono i temi ricorrenti tra i film in cartellone oggi. Autore attento alla condizione giovanile, l’iraniano Majid Majidi, già invitato in Nuovi Territori nel 2002, concorre al Leone d’Oro con Sun Children, avventuroso e realistico apologo morale sulle vicissitudini di un bambino affidato a una scuola-riformatorio di Teheran, combattuto tra bene collettivo e tornaconto personale. Katherine Waterston, Vanessa Kirby (vista ieri in Pieces of a Woman), Christopher Abbott (protagonista della miniserie diretta da Clooney Catch 22) e Casey Affleck sono i protagonisti di The World to Come di Mona Fastvold, norvegese, compagna e collaboratrice di Brady Corbet. La storia, ambientata alla fine dell’Ottocento, si concentra sulle vicende di due mogli che finiscono per innamorarsi l’una dell’altra. Metaletterario l’approccio del sardo Salvatore Mereu, di casa a Venezia fin dall’esordio con Ballo a tre passi (premio Opera Prima 2003). Per Assandira , Mereu scrittura il grande vecchio autore di Padre padrone, Gavino Ledda, per interpretare il ruolo di un pastore che si fa convincere dal figlio a impiantare un agriturismo nel suo vecchio ovile. È uno studio psicologico della pressione cui è sottoposto un giovane militare di pattuglia a Parigi per la sorveglianza antiterrorismo The Third War del milanese Giovanni Aloi, al suo primo lungometraggio. La fuga impossibile di Larsen e Rajae, un rocker tossicomane e una prostituta dalla voce strepitosa, è la vicenda raccontata in Zanka Contact, film d’esordio del marocchino Ismaël El Iraki, in lizza per Orizzonti. Il rimorso per aver abbandonato al suo destino un neonazista ferito da un pirata della strada attanaglia infine Alessandro Gassmann, protagonista di Non odiare, esordio al lungometraggio di Mauro Mancini.

past conferences

Io sogno il giorno in cui non sarà più interessante parlare di quante donne ci sono in un festival e non le conteremo più Susanna Nicchiarelli

interview Majid Majidi

La nuda realtà

N B

orn in Tehran in 1959, Majid Majidi is the first Iranian director to receive an Academy Award Nomination for Best Foreign Language Film (Children of Heaven, 1996). With his latest film, Khorshid (Sun Children), in Competition at the Festival, his focus shifts back on the surprising world of children, especially those who have been abandoned and are in difficulty, but who deserve more justice and dignity. All the young protagonists seem to be experienced actors. In everyday life, they are child workers. How did you cast them? We had over 3000 auditions, over a four month period, before identifying our actors. Some are real street children, like Shamila (Zahra) and her brother Aboulfazl. They are Afghan immigrants on screen but also in real life. They live with their parents and just like in the film, they split their days between working in the streets or subway and attending a school for child workers. I visited their school a year ago. Shamila was like a light, so self-assured, with a natural charisma. I then met with her younger brother and I asked them to argue in their language. They were so natural and perfect that we asked them to come to the casting. Their acting strength came from their life experience. As for Rouhollah (Ali), he too had never acted. He was pure, with a raw energy, determined to give more than expected. To cast the main character was the hardest task. But Rouhollah surpassed all the others because he had such an intensity, such a desire to get the lead — much like the character in the movie, so determined to find the treasure and save his mother. The character of the teacher embodies something any of us should do for children in danger: assume a role of individual responsibility where society falls short and is in some cases ruthless… The real treasure is these kids and their potential. Education is their inalienable CONTINUA... right and it is the key to their futures...

on è stato possibile intervistare Salvatore Mereu prima della prima proiezione della sua Assandira, che passa oggi Fuori Concorso alla Mostra. Solo una breve dichiarazione che tuttavia racchiude l’idea stessa del film, in cui la natura umana viene posta al centro della storia restituendo al contempo il legame fortissimo del regista sardo con la terra d’origine, mai idealizzata, mostrandola nella sua nuda realtà di oggi. «In quasi tutte le storie, - dichiara Mereu - anche quando sono raccontate da altri, si può trovare traccia di se stessi. Quante volte leggendo un libro, vedendo un film, ascoltando un racconto, essendo testimoni involontari di un fatto, abbiamo avuto la sensazione di averlo vissuto, o di averlo pensato? E partire da sé, anche quando sono gli altri a fornirci il pretesto, è sempre il modo più sicuro per raggiungere l’obiettivo. Qualche anno fa, leggendo Assandira di Giulio Angioni, ho avuto la stessa sensazione. Provavo un sentimento di frustrazione e di indignazione nei confronti della rappresentazione di quel mondo a cui appartengo, quello della Sardegna rurale, massacrato dall’industria turistica, dall’idea che in nome del guadagno facile si possa passare sopra tutto, anche sopra la dignità delle persone. Questa è stata la molla iniziale che mi ha spinto a intraprendere questa avventura. Ma in Assandira questo non è che l’aspetto esteriore, la parte, per così dire, sociologica. In una storia non manca mai una parte nascosta che può attenere al nostro privato, più di quanto noi stessi non siamo disposti ad ammettere, che ci attrae ancora di più perché raccontarla ci aiuta a fare ordine dentro noi stessi».

Un autore che mi piace tantissimo e che ha sempre portato in Mostra dei lavori davvero originali e intensi. La Sardegna che racconta è in continua tensione tra modernismo e cultura rurale e le sue tradizioni sono ancora profondamente radicate nella società contemporanea dell’isola. Credo che l’idea geniale sia stata quella di coinvolgere nel progetto Gavino Ledda, indimenticato autore di Padre padrone, qui come interprete nel ruolo proprio di un padre, ma ‘buono’, alle prese con un figlio che ha sacrificato tutti i valori in nome di un dio-turismo che non guarda in faccia alle tradizioni popolari, rendendole disponibili ad uno sfruttamento sempre più mediocre e stereotipato al servizio di un turismo frettoloso da cartolina. Fantastica l’alchimia che si viene a creare tra il personaggio interpretato da Ledda e il commissario di polizia. Alberto Barbera

La versione di Jim Jim Shepard è un artista statunitense che insegna scrittura creativa e sceneggiatura in un college in Massachusetts. Il mondo che verrà è una raccolta di racconti basati su fatti realmente avvenuti. L’edizione americana contiene anche la fitta bibliografia consultata. Un esempio ne è HMS Terror, che in forma di diario riprende la tragica spedizione avvenuta nel 1845 del comandante Sir John Franklin, che con due navi si immerse nel deserto artico nel tentativo di scoprire il mitico passaggio a nord ovest. Il tono è dimesso, umile nella voce del protagonista, un ragazzo che, dopo aver vissuto in una cittadina talmente piccola dove «il massimo divertimento consisteva nel lanciare pietre agli asini riottosi che finivano negli orti delle cucine», sognava i grandi viaggi in mare. Non vi è enfasi, climax, terrore, ma una registrazione di eventi che ineluttabilmente porta alla catastrofe finale. Anche Consigli di sicurezza per una vita in solitudine narra di normali uomini inermi che si trovano a fronteggiare catastrofi naturali, dove però pesa la decisione di altri uomini di sfidare l’ambiente. Qui siamo nel pieno della

Guerra fredda. Per costruire un sistema radar efficace si innalzano nel 1958 enormi torri a 100 km dalla costa di Long Island posando piloni in acciaio di 92 metri. La Texas Tower numero 4 crolla durante un uragano nel 1961. Anche qui comuni uomini che hanno l’ultimo pensiero per le loro mogli. Più lirico e breve Canzone d’amore cretese: un bue che cade in ginocchio, un bimbo che prende la mano del padre fiducioso nella salvezza, quando l’isola vulcanica di Santorini esplode nel 1600 a.C. decretando la fine dell’era minoica. The World to Come di Mona Fastvold è privo di eventi sconvolgenti: due vite di donne che si incontrano in una terra sperduta e flagellata dalle piogge, dove solitudine e duro lavoro sono la quotidianità. L’autore fa dire alla protagonista talmente umile da essere senza nome: «Occuparmi della mia istruzione è l’unica cosa che impedisce all’infelicità di avere il sopravvento... sottrarre un po’ di tempo al lavoro è cosa saggia. Se ci si china sempre si finisce per non alzarsi più». Leitmotiv di Jim Shepard in ogni intervista: se un mondo migliore potrà mai esserci, non ci sarà senza cultura. Loris Casadei

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ZANKA CONTACT

and violence, the craziness that is lodged everywhere. And the specific kind of magical thinking, a link to the invisible which is always there… That, to me, is very cinematic.

Orizzonti

di Ismaël El Iraki con Khansa Batma, Ahmed Hammoud, Saïd Bey, Abderrahmane Oubihem, Mourad Zaoui (Francia, Marocco, Belgio, 120’)

ONLY LOVERS SURVIVE In an unknown, underground, and dangerous Morocco, Casablanca is the backdrop for the encounter between Larsen, a self-destructive rocker, and the beautiful Rajae, a prostitute with a bad temper but an extraordinary voice. The common passion for music makes them fall in a fiery and wild love, which can unleash fearsome consequences. When Rajae rebels against her most cruel and powerful client, the two lovers make a desperate escape to the south, towards redemption. Will their love survive? Ismaël El Iraki was born in Morocco in 1983 and emigrated to France in 2001. After studying Philosophy and Cinema at the Sorbonne, he joined the Direction Department of La Fémis in 2004. All of his short films are about Morocco and are linked to the “Nayda” artistic movement of Moroccan counterculture characterized mainly by hiphop and rap. His latest two short films are both well-known successes: Carcasse (2007), awarded at the Short Film Corner in Cannes and H’rash (2009), Special Mention at the International Short Film Festival of Clermont-Ferrand. Zanka Contact is his first feature film.

interview Ismaël El Iraki by Andrea Falco

H

ow hard has it been to portray in film your home country of Morocco in all its complex reality? For everyone involved in the making of Zanka Contact, it was clear we weren’t aiming to make yet another portrait of the country’s situation. We wanted to show the world quite the opposite of that: Moroccan imagination. We were there to capture and manufacture emotions. The team formed a strong bond around that idea. This is the prime rule in cinema: your emotion is the only thing that’s real. It’s the main reason we chose to shoot film in Cinemascope, a radical decision for a low-budget movie. We had so little film, everything we filmed had to have soul: documentary was the enemy. This movie doesn’t tell you about Casablanca: it puts you in a Casaoui’s mind. It celebrates the Casablanca spirit, a culture that fascinates me: the poetic language, the mix of tenderness

How did you go about choosing the soundtrack for your movie? Basically, music wrote this film. I had this idea of watching a song develop from a hummed melody to a fully recorded song while the characters who write it fall in love. The song grows as their love blooms. It’s a simple idea. I wrote the part for Moroccan rockstar Khansa Batma, who infused the character along the years of rewrites with her voice, her story, her powerful onstage and offstage attitude. The music was composed by rocker and highschool friend Alexandre Tartière, someone I’ve known and admired since I was 15. While writing, I’d send him a whistled memo or bits of lyrics, he’d reply with a riff idea... It’s a gamble to describe in script form music that does not exist yet. Somehow Alex read my heart and delivered what I hoped those songs would sound. He’s a witch! We then worked with Khansa to tailor it to her voice: those sessions mixed singing, screenwriting (fitting the lyrics I wrote in the screenplay) and acting. We recorded the soundtrack months before shooting, a lesson learned from the great duo of Leone and Morricone, so we could blast it on set to give the emotion to the actors and the crew… And all the rest we did live. All the performed music in the movie is captured live on 35mm film. The singing is real, the guitar is real, the emotion is real. Khansa sang live, actor Ahmed Hammoud took guitar lessons and was live-dubbed on set by co-composer Neyl Nejjai, the Moroccan Slash. Rockband Kadavar played live... As for the source songs, they were listed in the script. Some scenes were born from the music I was listening to in writing: the montage set to a Silver Mount Zion song, the Moroccan seventies rock of Fadoul or les Variations, the Moroccan Led Zeppelin. Whole scenes of the movie revolve around the characters listening to a record: Mariem Hassan’s desert rock anthem Id Chad, Bobby Blue Bland’s 1950s soul heartbreaker I’ll Take Care of You… The lyrics echo in the dialogue and the tone in the directing and the rhythm in the editing. There is no decorative music in this movie: the songs were there first. Can your film be considered a love story and a rock epic? Our goal as a film crew was to make you laugh, scare you, excite you with music, make you emotional and even to make you cry… all at the same time. An emotional roller coaster, that was the idea. So yeah, we definitely set out to make a Moroccan-style epic rock ‘n’ roll love story. Whether it can be considered that or not... that’s for you to say!

Director's cuts

Free, open, experimental

Orizzonti has always been the freest, most open and experimental section of the VFF. It hasn’t lost its soul, but it has grown with time. It is a section where we can experiment with diverse authors and many now-accomplished filmmakers began their career in this very section. Even more interesting is the fact that many renowned directors got back into fame under the aegis of innovation and 4

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challenged themselves to explore new horizons. A film that stroke us is Listen by Ana Rocha de Sousa, inspired by a real story and set in suburban London: Bela and Jota, a Portuguese couple with three children, struggle to make ends meet. When, due to a misunderstanding involving their deaf daughter, social services get involved with the family, the children are taken from them. The movie tells the story of the legal battle that these migrant parents must face to keep their family together. Another surprising movie is Zanka Contact by Ismaël el Iraki. Nobody could ever expect a Moroccan movie to be halfway between a Tarantino flick, a spaghetti western, and Sailor & Lula by David Lynch.

Condividere e aggregare, per ripartire

È

una prima volta importante quella di Maria Pia Ammirati. Già direttrice delle Teche Rai, la giornalista-scrittrice arriva a questa edizione della Mostra anche da presidente di Istituto Luce Cinecittà, ruolo che ricopre da pochi mesi. Esordio indimenticabile quello a un Festival in tempo di Covid. Che effetto le fa? Forte. È un’edizione importante che dà un segnale al mondo dell’audiovisivo. Siamo grati che uomini coraggiosi come Roberto Cicutto e Alberto Barbera abbiano deciso di far riaprire le danze del cinema internazionale da qui. E se c’è la Mostra non può non esserci Istituto Luce Cinecittà: al Lido siamo presenti con ben cinque documentari e con lo spazio dell’Italian Pavilion. Da una parte diamo la possibilità di condividere uno sguardo sul mondo, dall’altra offriamo l’accoglienza fisica che permette di aggregare tutti gli attori in campo. Condividere e aggregare sono parole a cui tengo molto, perché insieme significano che è sempre possibile mettersi in moto, ripartire.

Quali sono i documentari di ILC quest’anno a Venezia? Abbiamo firmato la pre-apertura della Mostra con Molecole di Andrea Segre, che ritorna sul lockdown raccontando un’altra storia, oltre le paure legate alla pandemia, quella del rapporto tra un padre e un figlio. C’è Guerra e pace di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, che in Orizzonti racconta l’ultracentenaria relazione tra cinema e conflitti. Aspettiamo Notturno, il film in Concorso di Gianfranco Rosi che parla della strana quotidianità di chi è costretto a vivere in paesi in guerra. Giuseppe Pedersoli con La verità su La dolce vita, Fuori Concorso, ci regala un punto di vista inedito sulla realizzazione del più celebre film italiano al mondo, il capolavoro di Fellini prodotto da suo nonno, Giuseppe Amato. E The Rossellinis, il film di chiusura della SIC, girato da Alessandro Rossellini, il primo nipote di Roberto, ci offre la possibilità di sbirciare tra le vicende familiari di uno dei clan più noti del mondo del cinema. Che segnali ci sono dal mondo produttivo? In quali progetti sarà coinvolta Cinecittà? Ci stiamo riappropriando del nostro ruolo di principale attrattore di produzioni. Siamo in grado di garantire alti standard dei protocolli di sicurezza oltre a un’indiscutibile qualità degli spazi e delle maestranze. Abbiamo un piano straordinario di occupazione dei teatri di posa che per le prossime settimane prevede il tutto esaurito grazie alla realizzazione di prodotti sia per il cinema che per la televisione. In particolare per la settima arte si stanno svolgendo le riprese di Lei mi parla ancora di Pupi Avati, di Leonora addio di Paolo Taviani, e di Un Natale su Marte, diretto da Neri Parenti. Contemporaneamente si stanno allestendo i set per L’ombra di Caravaggio di Michele Placido, che batte il primo ciak a novembre, mentre per il piccolo schermo si stanno ultimando le riprese di Domina, serie TV per Sky.


LA TROISIÈME GUERRE Orizzonti

VVR

di Riccardo Triolo

M9

SOUND TRACKS a cura di Joe Morse (alias F.D.S.)

di Giovanni Aloi con Anthony Bajon, Karim Leklou, Leïla Bekhti (Francia, 92’)

BAPTISM OF FIRE Leo has just finished training and is taking up his first assignment in counterterrorist surveillance. He finds himself in Paris unsure of what to do; his orders are to “continue lurking and be alert for any threat”. Sent to maintain order in a protest, whilst surrounded by an angry mob he finds an abandoned cell phone and is convinced it belongs to a drug dealer. This starts a series of events in which emotional instability and paranoia take control of his actions, when keeping a clear mind would be the correct thing to do. The story of Alì, a worker specialized in asbestos reclamation, is presented with an intimate and human outlook, focusing on the difficult choices made by the protagonist. The same attention is also found in Tensione superficiale from 2020. Giovanni Aloi, Italian director and screenwriter, has already been in competition in Venice in 2015 with the short film E.T.E.R.N.I.T., receiving excellent critical acclaim and receiving from the jury then chaired by Jonathan Demme the pass to participate in the Berlin Film Festival the following year. The Third War is his first feature film.

D

ove guardare se di fronte si apre il mare e tutto intorno è buio? Il suono della risacca mi aiuta ad orientarmi. Mi volto. Intorno a me, nessuno. Alle mie spalle, dune e declivi sabbiosi. Fioche luci rivelano una presenza umana, lontana. Seguo quel gruppo di persone che tengono ciascuna una lanterna, lassù sulle dune. Mi ignorano, scompaiono dietro un’altura. Di nuovo la risacca. La spuma del mare si avvicina, comincio a temere l’alta marea. Invece l’acqua arriva dall’alto: piove. Alzo gli occhi verso la pioggia, la vedo cadere sul mio sguardo che annega, si perde. Ora sono in un abisso freddo. Vedo piante acquatiche, il fondale sabbioso, l’acqua torbida. Scorgo strani esseri dalla forma elementare, incolori. Lo sguardo recupera la sua luce primigenia, la sua coscienza amniotica. Seguo quelle forme di vita primordiale per sprofondare in un primitivo silenzio. La tecnica immersiva del VR qui è usata per ricondurre la percezione dello spettatore a riconoscere nell’ambiente sintetico suoni e forme naturali elementari. Con Hush l’immersività della realtà virtuale conferma il proprio potenziale di esperienza meditativa e rivelatrice, portando lo spettatore a prestare attenzione alla percezione e a interrogarsi sul senso della sua stessa presenza. Il virtuale non è altro che un’estensione del naturale.

HAVFOLKET KALDER MØRKNET VAND (HUSH) CONCORSO di Vibeke Bryld (Danimarca, 10’)

Settimana della Critica

intervista Mauro Mancini di Andrea Morandi

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er tematica e potenza il suo Non odiare è già tra i 10 titoli più forti di questa Mostra, dove passerà oggi all’interno della Settimana della Critica, prima di arrivare poi al cinema il 10 settembre. Così abbiamo chiesto al regista Mauro Mancini, qui al suo debutto, di raccontarci qualcosa in anteprima, magari partendo proprio dalla scelta di Alessandro Gassmann per interpretare il protagonista, il medico Simone Segre. «Allora, spesso, durante la stesura del copione, durante i giorni in cui rielaboravo la sceneggiatura - ci rivela Mancini - mi ero ritrovato a immaginare il personaggio di Simone Segre proprio con le fattezze di Alessandro Gassmann. Mi piaceva l’idea di rompere lo stereotipo cinematografico dell’ebreo alto, magro e con il naso adunco. Le raffinate doti attoriali di Alessandro e la sua presenza scenica imponente erano perfette anche per questo scopo». Ma poi come hai convinto Gassmann? Dopo aver letto la sceneggiatura di Non odiare Alessandro mi mandò un SMS molto bello in cui, tra le altre cose, mi diceva di volermi incontrare. Quando ci vedemmo per la prima volta in un bar del centro, a Roma la prima cosa che mi disse fu: «Il tuo è un film necessario. Ho amato molto la sceneggiatura, ci sono pochissime parole. Fammi parlare ancora meno, se possibile». Fu amore a prima

35. Settimana Internazionale della Critica

vista. Quello che mi interessa è proprio cercare di usare meno parole possibili. L’altro attore chiave è Luka Zunic. Come lo hai trovato? Il personaggio di Marcello, interpretato da Luka, era senza dubbio il più delicato e complicato del cast. Per trovarlo abbiamo fatto una lunghissima ricerca. La fase di scouting e di casting è durata molto, tanto da sembrare a un certo punto senza via d’uscita. Poi un giorno si è presentato ai provini un ragazzo magrissimo, dinoccolato, con i capelli biondo platino e il doppio taglio, senza dubbio visto l’abbigliamento e la maniera di parlare affascinato dal mondo della trap. Niente di più lontano da quello che sarebbe dovuto essere Marcello. Eppure, in un istante, quando l’ho guardato negli occhi ho creduto di averlo trovato. Mi ricordo di aver pensato: «Speriamo faccia un buon provino». Fortunatamente, fu così. Era di certo un diamante grezzo ma era palese già dalle prime battute un grande istinto recitativo, un talento cristallino. Qual è l’obiettivo di Non odiare? Quello di trasmettere un sentimento, un’emozione con la messa in scena, con la luce, con un movimento di macchina o un’inquadratura specifica. Per questo, quello che abbiamo fatto fin dalla prima stesura è stato un lavoro di asciuttezza verbale, cercando di spostare il peso di ogni scena sempre sul livello visivo.

PADRENOSTRO_Ratchev & Carratello sono i compositori della colonna sonora di PADRENOSTRO. Insieme hanno scritto più di cinquanta colonne sonore, tra serie TV, film e documentari. In questo film numerosi sono però gli inserimenti di musiche già esistenti (il che avrebbe fatto felice Kubrick, che odiava le colonne sonore originali). In particolare da sottolineare la presenza decisiva di tre canzoni degli anni ‘70, periodo di ambientazione del film. Sembra quasi che la scelta sia stata fatta per rappresentare i tre grandi filoni della canzone italiana di quei tempi: Sereno è di Drupi, emblema della easy song di massa; Buonanotte Fiorellino di De Gregori, bandiera del cantautorato italiano; Impressioni di Settembre della Premiata Forneria Marconi, in rappresentanza del progressive rock che allora andava tanto di moda. Se poi aggiungiamo l’inserimento di Pippo non lo sa del Trio Lescano e un’insistente presenza della versione pianistica dell’Allegro dell’Estate delle Quattro Stagioni di Vivaldi, ecco che abbiamo un ottimo esempio di utilizzo di colonna sonora che rappresenta tutto l’arco democratico della musica italiana.

Gaza mon amour_Il film dei fratelli Nasser è una simpatica novella non solo sull’amore maturo, ma anche sulla vita normale che si conduce a Gaza tra polizia corrotta e asfissianti reti parentali. E non v’è dubbio che il finale sia una precisa citazione dei film di James Bond, quando l’agente segreto, appena distrutto il covo del Malvagio, si chiudeva con la bellona di turno dentro il mezzo che li aveva appena tratti in salvo, rifiutandosi di parlare con M. Ma che c’azzecca la sublime romanza di Musette Quando m’en vo’ soletta nel secondo quadro della Bohème?

In collaborazione con Hot Corn

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Un’Isola, il Cinema di Mariachiara Marzari

I

l maestrale soffia in Mostra. Il 6 e il 7 settembre arrivano Fuori Concorso a Venezia77 e come evento speciale della GdA due pellicole molto attese Made in Sardegna. Il primo è Assandira, il nuovo lungometraggio di Salvatore Mereu, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Giulio Angioni, autore anch’esso sardo, con protagonista un incredibile Gavino Ledda, immerso nel paesaggio rupestre dell’isola, e Nilde Iotti, il Tempo delle Donne dell’eclettico Peter Marcias, un racconto che inquadra più che la figura politica, la donna e il suo tempo. Un coinvolgente ritratto i cui tratti salienti sono chiaramente modellati dalla profonda passione politica e dal grande senso civile di questa straordinaria protagonista della sinistra italiana e, più estesamente, delle istituzioni del nostro Paese. A presentare questa due giorni sarda a Venezia Nevina Satta, direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission, e vero deus ex machina del fare cinema nell’isola. Che cosa questi due film restituiscono del lavoro fatto in questi anni nella promozione dell’audiovisivo in Sardegna? Fa molto effetto ritornare a Venezia con il nuovo film di Salvatore Mereu. Esattamente otto anni fa qui con Bellas Mariposas abbiamo presentato la nascita della Sardegna Film Commission, costituita come Fondazione dalla Regione Sardegna per lo sviluppo della filiera audiovisiva nella nostra splendida isola. Ora siamo ritornati con risultati straordinari, che festival dopo festival non solo celebrano i talenti sardi e i film Made in Sardegna, ma testimoniano l’impegno della Regione Sardegna con un investimento sulla filiera pari a oltre 5 milioni l’anno. Filiera che espande i suoi confini entrando con forza nel segmento ANIMATION, rappresentata da professionisti competenti, giovani talenti del 2D formati dalla Film Commission in collaborazione con il team canadese di Toon BOOM, con l’ausilio di produttori locali che si stanno mettendo in gioco dopo anni di lavoro su film, serie TV, documentari. Con il nuovo CdA impegnato negli incontri istituzionali della Mostra del Cinema si vuole ribadire che non solo la Sardegna è terra di cinema, ma anche

fecondo terreno per l’investimento internazionale e fucina di sperimentazione per videogame, serialità TV e nuovi formati sui quali la Fondazione Sardegna Film Commission, presieduta da Gianluca Aste, intensifica le opportunità formative per i giovani del territorio. Come il cinema è riuscito in questi anni a restituire le unicità di quest’isola, i suoi inconfondibili tratti naturalistici e identitari? Sempre nei film girati nei nostri territori si sente dire che la Sardegna, inquadratura dopo inquadratura, diventa coprotagonista della storia. La nostra è una terra che entra nel sangue e nell’anima, che ti accoglie con le sue spigolose coste e il verde smeraldo ipnotico delle sue acque, ti abbraccia con la forza di una comunità millenaria sinceramente curiosa e accogliente, ti seduce con i suoi profumi e con una natura incontaminata che riconduce al senso profondo dell’esistenza. Ecco perché in un momento storicamente così difficile per il nostro pianeta siamo venuti in forze a Venezia, accompagnati dal profumo del Mirto, anche nella forma dell’igienizzante alimentare per le mani Sterile85 delle distillerie di Silvio Carta (nostro gadget richiestissimo!), a ricordare i nostri sapori evocando l’unicità della nostra isola anche da un punto di vista naturalistico.

Finale non scritto

La versione di Giulio

Si può dire che Gavino Ledda abbia lottato per tutta la vita. Contro certe idee, certe convinzioni, certe visioni del mondo, in nome di un diritto alla cultura che troppo spesso viene dato per scontato. Padre padrone del 1975 è il romanzo autobiografico in cui racconta la propria storia, opera che si aggiudicò il Premio Viareggio e ispirò i fratelli Taviani per l’omonimo film che due anni più tardi vinse la Palma d’Oro al Festival di Cannes, annoverando tra gli interpreti Omero Antonutti nei panni del padre e un giovanissimo Nanni Moretti nel ruolo di un giovane pastore. Il protagonista del libro ha sei anni appena quando il padre lo costringe ad abbandonare la scuola e seguirlo nella vita pastorale, condannandolo di fatto all’analfabetismo. Rispetto al romanzo, Gavino condurrà vita pastorale per un arco di tempo molto più ampio, fino ai vent’anni, ottenendo la licenza media durante il servizio militare e proseguendo negli studi una volta congedatosi dall’esercito. La sua voglia di riscatto ha avuto la meglio su un destino che appariva segnato, portandolo a completare un percorso di studi coronato nella laurea in glottologia che lo renderà scrittore e poeta, profondo conoscitore della lingua italiana e sarda. Nel film di Salvatore Mereu lo vediamo impegnato in un ribaltamento di prospettiva geniale, nei panni cioè di un padre alla ricerca di verità e di salvezza. Se non per se stesso, almeno per la sua terra e per un figlio forse mai del tutto capito… Davide Carbone

Giulio Angioni, prima ancora che scrittore e poeta, è stato un importante antropologo, allievo di Ernesto de Martino, di cui tutti ricordano Sud e Magia o Morte e pianto rituale. Nato nel sud della Sardegna, a Guasila, ambienta molti dei suoi romanzi nell’Isola, nell’immaginario paese di Fraus che nella memoria storica è una antica frazione del suo villaggio natale. Un posto «dove la cosa più aggiornata è il giornale di ieri – e dove – non vi sono sentieri noti, ma solo minacce giù in fondo sino al nulla». Assandira (Sellerio), da cui è liberamente tratto l’omonimo film di Salvatore Mereu, si presenta come un innocuo libretto con in copertina un acrilico su tela di Max Liebermann, nel quale splende la gioia di vivere in mezzo alla natura. Nulla di più contrastante con l’amara descrizione di questo paesaggio sardo. Il protagonista è il vecchio Saru, che vede la sua vita sconvolta dal ritorno del figlio Mario, emigrato precocemente, con a fianco la compagna danese Grete (nella realtà il figlio dello scrittore è emigrato in Danimarca e lì vive con la moglie

Come è ripartito il lavoro sul territorio dopo questi lunghi mesi di lockdown? Siamo stati una delle regioni Covidfree in Italia per diversi mesi, eppure la fine dell’estate ci ha ricordato che i tempi stanno cambiando e occorre essere sempre vigili. Nei lunghi mesi di lockdown anche nella nostra isola tutte le attività sono diventate virtuali e su piattaforma: per noi è stata un’opportunità di connessione e networking internazionale davvero straordinaria. Ci siamo parallelamente impegnati a preparare i professionisti del territorio con grande rigore attraverso un ciclo di corsi di formazione sui protocolli Covid, quindi sul lavoro in piena sicurezza, così da trovarci pronti ad accogliere le produzioni nazionali e internazionali in qualunque circostanza. La Regione si è impegnata a garantire test gratuiti per i professionisti presenti e per i set ospitati in un’ottica di costruttiva e seria fiducia nella professionalità di tutti gli addetti coinvolti nel segno della massima prudenza. È stato commovente vedere le persone nelle arene estive alle proiezioni in Piazza, sold out, rispettare il distanziamento senza perdere la voglia di sognare attraverso le storie raccontate nel grande schermo. Siamo certi che la magia della nostra terra abbia ancora tante anime da stregare al cinema.

scandinava), desiderosi di lanciare un agriturismo dove far rivivere ai turisti del Nord Europa le esperienze forti, talvolta mitiche, talvolta vere, dell’antica pastorizia sarda. Il vecchio pastore riprenderà vincastri, orbace e mastruca per sollecitare la curiosità degli ospiti. Ma con una sensazione di estraneità, che gli fa rispondere così alla domanda di quale fosse il suo ruolo: «Non lo so più nemmeno io e aspetto di sapere». E Giulio Angioni commenta efficacemente: «all’improvviso il vecchio ha visto il mondo fare un girotondo su sé stesso, gli si è sollevato fino a sbattergli sul muso rovesciandolo a terra come morto». Mondo nuovo, mondo vecchio, dove ogni particolarità è in realtà replicata all’infinito. Gran maestro della parola è lo scrittore. La responsabilità dell’incendio finale e della fine di Assandira la lasciamo ai lettori, abbandonando Saru che sogna Assandira «come un luogo misterioso, mentre l’astore plana sulla preda, e sono io la preda, e perdere la strada, perdermi nel buio o perché il sole è troppo chiaro che ti offusca gli occhi». Loris Casadei

#5 7


14.15 SEGUE DA P. 1

Sala Pasinetti

Sala Casinò

ORIZZONTI tutti gli accrediti

MAINSTREAM

Abel Ferrara (65’) v.o. inglese, italiano, moldavo st. italiano/inglese

Gia Coppola (94’) v.o. inglese st. italiano

14.15

Gia Coppola (94’) v.o. inglese st. italiano

13.45

Sala Grande

Sala Astra 2

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti Abel Ferrara (65’) v.o. inglese, italiano, moldavo st. italiano/inglese

Luca Guadagnino (12’) v.o. italiano, inglese st. inglese/italiano FUORI CONCORSO

16.15

SALVATORE SHOEMAKER OF DREAMS

Luca Guadagnino (120’) v.o. italiano, inglese st. inglese/italiano

14.00

Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

LA TROISIÈME GUERRE (The Third War)

Giovanni Aloi (92’) v.o. francese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.00

PalaBiennale

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

LA TROISIÈME GUERRE (The Third War)

ZANKA CONTACT

Ismaîl El Iraki (120’) v.o. arabo, inglese st. italiano/inglese

Sala Pasinetti

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

SPORTIN’ LIFE

ZANKA CONTACT

Ismaîl El Iraki (120’) v.o. arabo, inglese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

16.30

14.00

THE WORLD TO COME

Sala Giardino

VENEZIA 77 press - industry

Mona Fastvold (104’) v.o. inglese st. italiano

16.30

THE WORLD TO COME

14.00

Sala Volpi

ORIZZONTI tutti gli accrediti

MAINSTREAM

Gia Coppola (94’) v.o. inglese st. italiano

Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC tutti gli accrediti

WHERE THE LEAVES FALL Xin Alessandro Zheng (16’) v.o. italiano, cinese st. italiano, inglese

NON ODIARE (Thou Shalt Not Hate)

Mauro Mancini (96’) v.o. italiano st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.00

Abel Ferrara (65’) v.o. inglese, italiano, moldavo st. italiano/inglese

18.30

Sala Pasinetti

PIECES OF A WOMAN

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

MANDIBULES (Mandibles) Quentin Dupieux (77’) v.o. francese st. italiano/inglese

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

Quentin Dupieux (77’) v.o. francese st. italiano/inglese

Sala Grande

VENEZIA 77 pubblico - tutti gli accrediti

KHORSHID (Sun Children)

ŚNIEGU JUŻ NIGDY NIE BE ˛ DZIE (Never Gonna Snow Again)

Małgorzata Szumowska, Michał Englert (113’) v.o. polacco, russo st. italiano/inglese

Sala Astra 1

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti Edgardo Pistone (15’) v.o. italiano, napoletano st. inglese

SHORTA

Anders Ølholm, Frederik Louis Hviid (108’) v.o. danese, arabo st. italiano/inglese

19.15

Sala Grande

VENEZIA 77 pubblico - tutti gli accrediti

Sala Casinò

ORIZZONTI tutti gli accrediti

THE MAN WHO SOLD HIS SKIN Kaouther Ben Hania (104’) v.o. inglese, arabo, francese st. italiano/inglese

19.15

Sala Astra 2

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti

LE MOSCHE (The Flies)

Edgardo Pistone (15’) v.o. italiano, napoletano st. inglese

SHORTA

Anders Ølholm, Frederik Louis Hviid (108’) v.o. danese, arabo st. italiano/inglese

19.30

Sala Volpi

GUERRA E PACE (War and Peace)

Martina Parenti, Massimo D’Anolfi (128’) v.o. italiano, francese st. inglese e italiano/inglese

Sala Perla 2

v.o. inglese st. italiano

19.45

Sala Darsena

VENEZIA 77 press - industry

ŚNIEGU JUŻ NIGDY NIE BE ˛ DZIE (Never Gonna Snow Again)

Małgorzata Szumowska, Michał Englert (113’) v.o. polacco, russo st. italiano/inglese

20.00

Sala Perla

OMELIA CONTADINA (Paesant Homily) Alice Rohrwacher, JR (9’) v.o. italiano st. inglese FUORI CONCORSO

20.30

Arena Lido

THE WORLD TO COME Mona Fastvold (104’) v.o. inglese st. italiano a seguire VENEZIA 77 pubblico

Majid Majidi (99’) v.o. farsi st. italiano/inglese

16.45

Sala Volpi

ORIZZONTI tutti gli accrediti

THE MAN WHO SOLD HIS SKIN

LA NUIT DES ROIS (Night of the Kings)

22.15 MISS MARX

Susanna Nicchiarelli (107’) v.o. inglese st. italiano, inglese

22.15

OMELIA CONTADINA (Paesant Homily) Alice Rohrwacher, JR (9’) v.o. italiano st. inglese FUORI CONCORSO

NARCISO EM FÉRIAS (Narcissus Off Duty)

Renato Terra, Ricardo Calil (84’) v.o. portoghese st. italiano/inglese

22.15 SPACCAPIETRE (Una promessa)

Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio (104’) v.o. italiano st. inglese

22.30

20.30

Arena Giardini

VENEZIA 77 pubblico

THE WORLD TO COME

Majid Majidi (99’) v.o. farsi st. italiano

21.45

ŚNIEGU JUŻ NIGDY NIE BE ˛ DZIE (Never Gonna Snow Again)

Małgorzata Szumowska, Michał Englert (113’) v.o. polacco, russo st. italiano/inglese

22.30

Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio (104’) v.o. italiano st. inglese

21.00

H HHHH HHHH H

HHH½ HHH½ HHH½ H½

HHH½

Salvatore Mereu (128’) v.o. italiano, sardo, inglese, tedesco st. italiano/inglese ALEX VICENTE EL PAIS

HANNS-GEORG RODEK DIE WELT

BEN CROLL INDIEWIRE

JONATHAN ROMNEY THE OBSERVER

PIERRE EISENREICH FABIEN BAUMANN POSITIF

SCREEN INTERNATIONAL

INTERNATIONAL CRITICS

THE HOLLYWOOD REPORTER

HH

Sala Web

ORIZZONTI

ZANKA CONTACT

Opera Prima Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders.

Sala Grande

ASSANDIRA

HHH HH½ H HH½ HH½

Sala Astra 2

GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

HHHHH HHH½ HHH H½ HHHHH HHH

Sala Darsena

VENEZIA 77 press - industry

Majid Majidi (99’) v.o. farsi st. italiano

Kaouther Ben Hania (104’) v.o. inglese, arabo, francese st. italiano/inglese

HHH HHHH½ HHH H½

Sala Astra 1

GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry

KHORSHID (Sun Children) Mona Fastvold (104’) v.o. inglese st. italiano

KHORSHID (Sun Children)

AMANTS QUO VADIS, AIDA? THE DISCIPLE PADRENOSTRO PIECES OF A WOMAN MISS MARX

Sala Perla 2

FUORI CONCORSO - PROIEZIONI SPECIALI press - industry

Ismaîl El Iraki (120’) v.o. arabo, inglese st. italiano/inglese

Mona Fastvold (104’) v.o. inglese st. italiano a seguire VENEZIA 77 pubblico

S ARS

Sala Perla

VENEZIA 77 tutti gli accrediti

SPACCAPIETRE (Una promessa)

VENEZIA 77 pubblico

SPORTIN’ LIFE

14.15

Philippe Lacôte (92’) v.o. francese, dioula st. italiano/inglese

Renato Terra, Ricardo Calil (84’) v.o. portoghese st. italiano/inglese

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

Sala Volpi

Philippe Lacôte (92’) v.o. francese, dioula st. italiano/inglese

NARCISO EM FÉRIAS (Narcissus Off Duty)

THE WORLD TO COME

22.15 ORIZZONTI press - industry

FUORI CONCORSO - PROIEZIONI SPECIALI press - industry

Sala Astra 1

Abel Ferrara (65’) v.o. inglese, italiano, moldavo st. italiano/inglese

Sala Casinò

ŚNIEGU JUŻ NIGDY NIE BE ˛ DZIE (Never Gonna Snow Again)

ORIZZONTI press - industry

VENEZIA 77 tutti gli accrediti

LE MOSCHE (The Flies)

MANDIBULES (Mandibles)

19.15

OF A WOMAN Sala Giardino PIECES Kornél Mundruczó (128’)

19.00

Sala Astra 2

Małgorzata Szumowska, Michał Englert (113’) v.o. polacco, russo st. italiano/inglese

19.30

Kornél Mundruczó (128’) v.o. inglese st. italiano

PalaBiennale

Małgorzata Szumowska, Michał Englert (113’) v.o. polacco, russo st. italiano/inglese

ORIZZONTI press - industry

VENEZIA 77 tutti gli accrediti

19.00

Sala Astra 1

16.45

Sala Perla 2

VENEZIA 77 press - industry

16.45

14.00

Lili Horvát (95’) v.o. ungherese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

SPORTIN’ LIFE

Sala Darsena

Mona Fastvold (104’) v.o. inglese st. italiano

FELKÉSZÜLÉS MEGHATÁROZATLAN IDEIG TARTÓ EGYÜTTLÉTRE (Preparations to Be Together for an Unknown Period of Time)

22.00

VENEZIA 77 press - industry

LA NUIT DES ROIS (Night of the Kings)

Mati Diop (20’) v.o. francese st. inglese/italiano

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

VENEZIA 77 press - industry

GIORNATE DEGLI AUTORI WOMEN’S TALES tutti gli accrediti

17.30

Abel Ferrara (65’) v.o. inglese, italiano, moldavo st. italiano/inglese

Giovanni Aloi (92’) v.o. francese st. italiano/inglese

Sala Giardino

Sala Perla

IN MY ROOM

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

16.30

17.00

PalaBiennale

VENEZIA 77 press - industry

ŚNIEGU JUŻ NIGDY NIE BE ˛ DZIE (Never Gonna Snow Again)

Malgorzata Szumowska (9’) senza dialoghi

PalaBiennale

16.15

MAINSTREAM

NIGHTWALK

SPORTIN’ LIFE

FUORI CONCORSO PROIEZIONI SPECIALI tutti gli accrediti

FIORI, FIORI, FIORI!

Sala Casinò 19.15

ORIZZONTI tutti gli accrediti

SPORTIN’ LIFE

11.30

17.00

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

HH HHH HHH½

HH HHHH½ HHH½ HH½ HHH H½

21.45

Pubblico Public

Accreditati Pass holders

Sala Giardino

VENEZIA 77 press - industry

ŚNIEGU JUŻ NIGDY NIE BE ˛ DZIE (Never Gonna Snow Again)

Małgorzata Szumowska, Michał Englert (113’) v.o. polacco, russo st. italiano/inglese

21.45

Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry

GUERRA E PACE (War and Peace)

Martina Parenti, Massimo D’Anolfi (128’) v.o. italiano, francese st. inglese e italiano/inglese

21.45

Sala Pasinetti

VENEZIA 77 tutti gli accrediti

PIECES OF A WOMAN Kornél Mundruczó (128’) v.o. inglese st. italiano

VENICE FILM FESTIVAL

Daily Venezia77 Supplemento di :venews n. 247 settembre 2020 Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996

Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale), Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione), Paola Marchetti (direzione organizzativa), Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari, Federica Cracchiolo, Claudia Frasson, Filippo Vianello, Luca Zanatta (graphic design) Hanno collaborato Loris Casadei, Fabio Di Spirito, Roberto Pugliese, Sara Sagrati, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Delphine Trouillard, Andrea Zennaro Fotografie Nicola Vianello Stampa WWW.TIPOGRAFIACOLORAMA.COM Via Garda, 13 - San Donà di Piave (VE) redazione@venezianews.it - www.venezianews.it

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77. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA

in Mostra

IL PUNTO DI FABIO FERZETTI

PADRI NOSTRI, FATTI VOSTRI

LA SATIRA DI DISEGNI A PAG. 5

J

im Shepard è uno dei più interessanti scrittori americani contemporanei. In Italia è stato scoperto da poco: solo nel 2012 la 66th and 2nd, pubblicò una raccolta di suoi racconti, curata da Timothy Small. Le storie di Shepard viaggiano grazie a due motori che lavorano in parallelo. La vita, gli eventi che la scandiscono, le azioni che provocano conseguenze a catena. Il secondo è la Storia, in cui l’essere umano è inevitabilmente calato e in balia. Per questo quasi tutto quello che scrive Shepard è frutto di una lunga e accurata ricerca, spaziando nel tempo e nello spazio. I suoi personaggi hanno visto la catastrofe di Chernobyl e l’orrore dell’Olocausto, sono stati scienziati in Antartide e calciatori fuggiti da un regime per giocare con Cruyff. In Italia sono al momento editi, oltre il suddetto volume, due romanzi, e un’altra raccolta di storie brevi, dal titolo quest’ultima Il mondo che verrà, The World to Come. Proprio dal racconto omonimo, lo stesso Shepard, ha ricavato la sceneggiatura che ha convinto Mona Fastvold a dirigere il film. “Di solito non prendo in

THE WORLD TO COME

considerazione di lavorare a storie non scritte da me” ha dichiarato la regista “ma quando ero alle ultime pagine avevo ormai deciso di accettare”. Fastvold ha già respirato l’aria del Lido, nei panni di sceneggiatrice dei due film di Brady Corbett (di lei marito) L’infanzia di un capo e Vox Lux. E di intrecci veneziani ce ne sono altri, a partire dal secondo sceneggiatore del film, Ron Hansen, autore del romanzo L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, da cui Andrew Dominik trasse un film splendido, in concorso nel 2007, con protagonista, più di Brad Pitt, Casey Affleck, che troviamo nel cast di The World to Come. Al suo fianco Katherine Waterston, Vanessa Kirby e Christopher Abbott, due coppie

CHECK-IN Ieri è arrivato al Lido Alessandro Gassmann, protagonista del film Non odiare di Mauro Mancini

@Maurizio D’Avanzo

Sarà solo un caso, sarà un segno dei tempi, ma in quattro film italiani su quattro, fra quelli visti finora al Lido, la questione dell’eredità che i genitori lasciano ai figli, e del suo peso spesso difficile da sostenere, è centrale. Di più: è il proverbiale elefante nella stanza, che possiamo anche far finta di non vedere ma sta lì e condiziona ogni momento della nostra vita. Non solo sociale ma interiore. Che si tratti della “signorina Marx”, alle prese con un padre a dir poco ingombrante nel film di Susanna Nicchiarelli, o del figlio del vicequestore scampato per miracolo a un agguato terroristico (Padrenostro di Claudio Noce), i genitori insomma costituiscono un peso con cui bisogna saper fare i conti, in tutte le epoche e a tutte le età. E se poi sono genitori non esattamente felici, come quelli di Lacci di Daniele Luchetti, il fardello diventa addirittura insopportabile. Mentre il tormentato protagonista di Non odiare di Mauro Mancini (Settimana della Critica), il chirurgo Alessandro Gassman, ci mette tutto il film a capire che dietro la sua scelta di non soccorrere un moribondo con tatuaggi nazisti sul petto, c’è anche il fantasma del padre, sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti ma in modo certo non indolore. È chiaro che una coincidenza così insistita, per di più in film tutti italiani, non può essere solo un caso. Il cinema, da sempre, dà voce anche a istanze che scavalcano i singoli film e la volontà degli autori. Evidentemente in Italia abbiamo qualche problema con l’eredità dei nostri padri, nel senso più generale della parola. O forse questa difficoltà allude a un problema ancora più generale, che è quello del mancato o comunque insoddisfacente ricambio generazionale. Sarà anche per questo che Nicchiarelli riesuma le pagine meno gloriose del padre del comunismo con gli occhi di una figlia dipinta con insistenza come nostra contemporanea, malgrado l’ambientazione ottocentesca. Il passato non è una terra straniera. È il codice segreto iscritto nel nostro futuro. n

sposate che vivono nelle lande rurali del Midwest nell’anno di grazia 1856. Una ha da poco perso la loro bambina. La madre trova sollievo nell’amicizia di una donna che vive con il marito nella vicina fattoria. Il rapporto la aiuta a sopportare il dolore e a dare un senso diverso alla sua stessa vita. The World to Come è un’opera che riempie il vuoto, quello della natura in cui sono immersi, forse sperduti, questi quattro personaggi, soprattutto quello che c’è dentro ognuno di loro. La mancanza, costante e schiacciante, di un posto preciso in cui essere, individuo e felice. Una sensazione che, nel mondo che è arrivato, soffriamo senza ancora rendercene conto. n ALESSANDRO DE SIMONE


Venice’s lifestyle department store

Calle del Fontego dei Tedeschi steps from the Rialto Bridge, Venice

@tfondaco


in Mostra

KHORSHID – SUN CHILDREN

Il cinema iraniano contemporaneo vive un momento particolarmente complesso, legato a doppio filo alle politiche interne, e quindi alle molte censure a cui devono sottostare cineasti e produttori, soprattutto i più indipendenti, e naturalmente al complesso sistema di sanzioni ed embarghi incrociati da parte di Stati Uniti, Unione Europea e Nazioni Unite, che rende molto difficile e costosa la reperibilità dei materiali per lavorare. Eppure, nonostante questi non indifferenti impedimenti, il movimento cinematografico nel paese è sempre incredibilmente vitale. Lo dimostrano i molti giovani registi che riescono a mandare i loro cortometraggi in giro per il mondo, aggirando in un modo o nell’altro i blocchi a cui è sottoposto internet in Iran, tra cui quello dei pagamenti online internazionali, che spesso impedisce di iscrivere i propri film ai festival. È proprio il caso di dire che l’arte non conosce ostacoli e confini, lo stesso vale per le forme del racconto, universali anch’esse. Nel cinema iraniano contemporaneo c’è una riscoperta dei generi classici applicata alle lezioni impartite e lasciate dai grandi maestri del cinema del loro paese. Lo dimostra Majid Majidi nel suo Khorshid (Sun Children), in concorso quest’anno per la prima volta alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Majidi è tutt’altro che un esordiente, il suo primo film, Pedar, del 1996, frequentò festival importanti come San Sebastian e Torino, vincendo premi, e negli anni

DAILY n. 5 - DOMENICA 06.09.2020

ha frequentato Berlino e anche Venezia, nel 2002, nella sezione Nuovi Territori. Majidi è della generazione di Jafar Panahi, hanno solo un anno di differenza, e come lui aperto a un cinema con contaminazioni occidentali. Khorshid si divide tra il classico neorealismo iraniano e una tradizione letteraria d’appendice, di dickensiana memoria. Un bambino che vaga per le strade di Teheran viene arrestato per un furtarello e messo in riformatorio. Uno dei suoi educatori gli svela un giorno che proprio sotto la scuola è nascosto un tesoro. Il giovane inizia così la sua ricerca, ponendosi però di fronte a un dilemma morale: usare questa ricchezza a fin di bene o tenerla egoisticamente per sé? Una situazione ricorrente nel cinema iraniano, quella della scelta, mettendo a confronto l’individuo con la collettività. Un sentimento radicato che spiega anche il desiderio dei cineasti iraniani di far viaggiare i loro film. Per raccontare un paese che ha bisogno di sentirsi libero di scegliere. n ADS

NON ODIARE

KHORSHID – SUN CHILDREN Canada/Ungheria, 2020 Regia: Kornél Mundruczcò, Interpreti: Vanessa Kirby, Shia LaBeouf, Ellen Burstyn, Jimmie Fails, Molly Parker, Sarah Snook, Iliza Shlesinger, Benny Safdie Durata: 115’

IN CONCORSO

D’AMORE: «SIAMO NECESSARI, DIMOSTRIAMOLO»

NON ODIARE Italia, Polonia, 2020 Regia Mauro Mancini Interpreti Alessandro Gassmann, Sara Serraiocco, Luka Zunic Durata 96’

SIC - IN CONCORSO

Simone Segre è un affermato chirurgo di origini ebraiche alle prese con un dilemma morale. Quando, per caso, si trova sulla scena di un incidente la cui vittima è un uomo con una svastica nazista tatuata sul petto, deve decidere se salvarlo o lasciarlo morire. Una scelta istintiva, presa d’impulso, che avrà ripercussioni sulla sua vita e su quella della famiglia toccata dalla disgrazia. Un cristallino esempio di cinema civile, frontale, come quello che si faceva un tempo. La regia è controllata, mai banalmente al servizio del cosiddetto messaggio, sempre attenta alle dinamiche umane e politiche, al servizio della complessità. Non odiare va dritto al cuore dell’antisemitismo che ancora flagella il nostro paese. n

«In un momento in cui siamo considerati quelli che non servono a nulla, questo festival ribadisce che siamo necessari, che serviamo». Marco D’Amore è alla sua quarta Venezia ma parlare della Mostra ancora gli fa accendere quegli occhi che così spesso abbiamo visto inquadrati in situazioni drammatiche. Attore (è il Ciro di Marzio di Gomorra) e regista (Nastro d’argento con L’Immortale), il casertano classe 1981 è al Lido ma non per un film. «Sono qui per raccontare la passione di un giovane talento, Luca Nemolato, che è di Scampia ma ha avuto successo a Los Angeles ideando, per esempio, l’umanoide anfibio protagonista di The Shape of Water», spiega, «Mi sembrava giusto raccontare attraverso la sua esperienza che questo mestiere non è semplicemente il racconto di una bellezza superficiale ma il frutto di un patimento. D’altronde passione e patimento hanno la stessa radice». Lido a parte, D’Amore racconta di essere in partenza con Gomorra, la serie che l’ha reso celebre. «Sono carico a pallettoni», rivela tamburellando le dita sul tavolo per esprimere quell’energia che non vede l’ora di sfogare sulla macchina da presa, quella voglia di interpretare, girare e vedere che è onnipresente in questa

Venezia della ripartenza. D’Amore proprio tra un paio di giorni inizierà le riprese di alcune puntate della quinta stagione, che potrebbe essere l’ultima. «Io personalmente sento che è finito il percorso e che sia giusto e dignitoso dare una grande conclusione a Gomorra. Questo annus horribilis potrebbe concludersi con una meravigliosa fine che lasci tutti senza fiato. Ovviamente poi ci sono delle sorprese che possono nascere improvvisamente, chissà». A livello di film veneziani, D’Amore punta su Padrenostro: «È un film bellissimo, dove c’è uno sguardo profondo di un autore importante come Claudio Noce. Ti fa dimenticare che sei un attore, un regista, un produttore e diventi uno spettatore che si incanta e si diverte. Come tutti». n ALESSIO LANA

BEATRICE FIORENTINO

CIAK | 3


in Mostra H APPUNTAMENTI H DALLA BIENNALE

Variazione di programma: The World To Come di Mona Fastvold domenica 6 settembre in Sala Grande ore 19.15 avrà accesso Pubblico - Tutti gli accrediti.

SALA TROPICANA 1. Ore 11.00: incontro sul Social World Film Fest. Intervengono Ludovica Nasti e Giuseppe Alessio Nuzzo. CAMPARI LOUNGE/CLUB 77. Ore 11.30: Giovanni Aloi incontra la stampa. SALA TROPICANA. Ore 12.00: Filming Italy Best Movie Award conferenza stampa di presentazione. I candidati parteciperanno a un pranzo con pietanze preparate dallo chef internazionale Tino Vettorello. TERRAZZA CAMPARI. Ore 13.00: Incontro con alcuni degli attori premiati al Filming Italy Best Movie. Sono attesi Francesca Archibugi, Salvatore Esposito, Ficarra e Picone, Angela Finocchiaro, Claudia Gerini. SALA TROPICANA 1. Ore 13.30: Bottega cinema, cultura & bollicine. Si presentano progetti per il prossimo anno e anche un prosecco dedicato ad Alberto Sordi, con l’intervento di Stefania Sandrelli, Sandro Bottega, Lino Pujia, Paola Comin, Charlie Arturarola. SALA TROPICANA. Italian Pavillion Ore 14.00:L Donato Ciociola presenta i progetti per il 2021 relativi al progetto Cinecibo di cui Michele Placido è presidente onorario. Di seguito proiezione del cortometraggio Red Shoes della regista Isabella Weiss. SALA TROPICANA 1. Ore 16.30: “Cinema sinonimo di incontro”, Castiglione Cinema, Lecco Film Fest con Matteo Burico (sindaco di Castiglione del Lago), Lorenzo Riva, Davide Milani, Gianluca Arnone e Marina Sanna. Modera Angela Prudenzi. Ore 18.00: - Incontro con Gregorio Paonessa e Marta Donzelli produttori del film in Concorso Ufficiale Miss Marx di Susanna Nicchiarelli; modera Piera Detassis. CAMPARI LOUNGE. Ore 18.00: Cocktail Creation lounge Campari. Evento con Carolina Crescentini , Fotini Peluso e il giovane Eduardo Valdarnini. ISOLA EDIPO. Ore 19.30: Showcase di Vinicio Capossela, uno dei musicisti del film The New Gospel di Milo Rau. SALA DEGLI STUCCHI. Hotel Excelsior Ore 21.00: Cerimonia di premiazione del Filming Italy Best Move Award con Rocìo Muñoz Morales, madrina della manifestazione.

STASERA GUADAGNINO E IL “CALZOLAIO DELLE DIVE”

“Questo è il lavoro di tutta la mia vita: fare scarpe perfette. Rifiutando di mettere il mio nome su quelle che non lo sono. Quindi, per favore, al di là del ragazzino scalzo e ignorante che è diventato un celebre calzolaio, concentrate la vostra attenzione sul piacere che deriva dal camminare bene”. Si specchia nelle parole dell’autobiografia di Salvatore Ferragamo il senso della nuova sfida di Luca Guadagnino, che porta a Venezia fuori concorso la sua incursione nel genere documentario con Salvatore - Shoemaker of dreams, prodotto da Francesco Melzi D’Eril e Gabriele Moratti, e che sarà distribuito nel mondo da Sony. La sfida è l’angolazione dalla quale affrontare, senza tradirlo, il racconto di un uomo artefice di un successo divenuto mito e che non ha mai ceduto all’idea di diventare personaggio. E al festival c’ è attesa di capire in che modo il regista di Chiamami col tuo nome sia riuscito a comporre, attraverso le immagini e le interviste raccolte, una rappresentazione fedele della vita di Salvatore Ferragamo fondendola con la rilettura personale di un uomo che rappresenta un pezzo di storia della moda e della società italiane, che sappia rispettarne la potentissima semplicità. Perché la formula rivoluzionaria dell’arte del calzolaio dei sogni sta nell’aver compreso che le calzature perfette sono quelle che fanno sentire a suo agio una donna e sanno farla sognare. Una bellezza fatta di sostanza, maestria, storia e anima. Stasera “Scarpe larghe di dentro e strette di fuori”, scherzava Toto’. La prima di Salvatore – Shoemaker of dreams è in programma oggi alle 13.45 in Sala Grande. n SYLVIA BARTYAN

IL RICORDO DI PIETRO COCCIA COMMUOVE A VENEZIA

Ondata di commozione ieri alla commemorazione di Pietro Coccia. A più di una anno dalla scomparsa prematura del fotografo del cinema italiano, qualche lacrima anche sul volto di Madalina Ghenea (a destra in uno scatto di Coccia) al premio Cinecibo dedicato al miglior fotografo professionista che quest’anno è Daniele Venturelli (nella foto).

CORTINAMETRAGGIO,

“MENO DI TRENTA”, IL CINEMA DI DOMANI

IL FESTIVAL TORNA A CORTINA

ALL’EXCELSIOR PRIMO SGUARDO A CORTINAMETRAGGIO 2021 Presentata all’Hotel Excelsior la 16esima edizione del Festival Cortinametraggio (15-21 marzo 2021), il cui bando uscirà alla chiusura della Mostra di Venezia. Lo storico appuntamento con i corti italiani (ideato e diretto da Maddalena Mayneri) durante il lockdown si era convertito in diretta streaming, ma per l’anno prossimo intende tornare in presenza a Cortina d’Ampezzo in una sala più grande e con molte altre novità: tra queste, una sezione specifica per i corti realizzati in quarantena, nonché l’apertura ai lungometraggi, con un programma di anteprime che scopriremo prossimamente. E si potranno realizzare le Cortiadi (già rimandate causa Covid), dove i tre soggetti vincitori nel 2020 diventeranno film girati durante la settimana del Festival. Un Festival che «dicono porti fortuna», afferma Mayneri, e in effetti tra i suoi ex vincitori ci sono registi di successo come Paolo Genovese e corti come A Cup of Coffee with Marylin, di Alessandra Gonnella, Nastro d’Argento 2020. n EMANUELE BUCCI

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Operazione svecchiamento all’Italian Pavilion: “Meno di Trenta” arriva alla Mostra e offre l’opportunità a giovani talenti italiani di farsi conoscere dagli amanti del cinema. Dopo il premio assegnato nel dicembre 2019, ecco incontri-intervista in diretta streaming sul canale italianpavilion.it, che restano poi a disposizione del pubblico. Fino a ieri il format è stato dedicato alle donne: all’attice Blu Yoshimi, intervistata dai conduttori Stefano Amadio di cinemaitaliano e Cristiana Paternò di Cinecittànews, sono seguite Olga Torrico, regista e interprete del corto “Gas Station”, presentato alla Sic e Sara Serraiocco, protagonista “Non Odiare”. Tra i prossimi ospiti gli studenti di Lampedusa, in collegamento web per presentare il corto girato in estate sull’isola; il regista milanese Xin Alessandro Zheng; l’attrice, cantante e imitatrice Liliana Fiorelli. Meno di Trenta è organizzato da cinemaitaliano e da cinecittànews con la collaborazione dell’Italian Pavilion. n


in Mostra

DAILY n. 5 - DOMENICA 06.09.2020

Lido LAND Foto di Maurizio D’Avanzo

La provocante mise di Matilde Gioli.

In alto, Oliver Stone con la famiglia. A destra, Emma Marrone.

Pierfrancesco Favino saluta il Lido di Venezia.

A sinistra il presidente della Rai, Marcello Foa con la moglie. In alto Mads Mikkelsen con la moglie, Hanne Jacobsen. A sinistra, la regista di Miss Marx, Susanna Nicchiarelli.

Carolina Crescentini

AL LIDO con

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STEFANO DISEGNI

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ANIMATION FEATURE FILMS Animation feature films with a minimum duration of 52 minutes; serial animation products with a minimum running time of 24 minutes.

CATEGORY SHORT FILMS

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CREATIVE DOCUMENTARIES Creative documentaries with a minimum duration of 52 minutes, mainly intended for theatrical exploitation; creative documentaries, in one or several parts, not primarily intended for theatrical exploitation.

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www.apuliafilmcommission.it filmfund@apuliafilmcommission.it

>> WHO CAN APPLY? MICRO, SMALL AND MEDIUM ENTERPRISES with primary code ATECO 59.11. Applicants can be sole producers, co-producers or service companies acting as executive producers of the audiovisual works.


in Mostra

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Film

DAILY n. 5 - DOMENICA 06.09.2020

DAS NEUE EVANGELIUM (THE NEW GOSPEL)

L’

PREPARATIONS TO BE TOGETHER FOR AN UNKNOWN PERIOD OF TIME

arte di Milo Rau tende alla vita, significa tutto», ha scritto nel 2018 il vescovo Hermann Glettler di Innsbruck su Vatican News a proposito di Orestes in Mosul, che Rau ha organizzato nell’ex capitale dello Stato islamico. Rau affronta ora il Nuovo Testamento e ha girato a Matera, nei luoghi già utilizzati da Pier Paolo Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo) e Mel Gibson (Passion). Quella di Rau è una rivolta della dignità, guidata dall’attivista Yvan Sagnet, per i diritti dei migranti arrivati in Europa attraverso il Mediterraneo, ridotti in schiavitù nei campi di pomodori nel sud Italia e costretti a vivere nei ghetti in condizioni disumane. Sagnet è il primo Gesù cinematografico nero della storia, affiancato da Enrique Irazoqui (il Gesù di Pasolini), Maia Morgenstern (la vergine Maria di Mel Gibson), Marcello Fonte e attori e attrici di ogni estrazione sociale in Italia.

OSCAR COSULICH

DAS NEUE EVANGELIUM (THE NEW GOSPEL)

Lili Horvát, dopo aver diretto apprezzati cortometraggi e lavori televisivi, debutta al cinema nel 2015, con Szerdai gyerek (The Wednesday Child), storia di formazione di una bambina cresciuta senza madre. Con la sua opera seconda l’Ungheria partecipa per la prima volta alle Giornate degli Autori. Marta (Natasa Stork) è una brillante neurochirurga e opera negli Stati Uniti. Quando la donna s’innamora decide di tornare a Budapest e iniziare una nuova vita con l’uomo che ama, ma all’appuntamento sul Ponte della Libertà lui non si presenta. Dopo averlo inutilmente atteso Marta inizia a cercarlo e quando finalmente lo trova, quello che lei pensava essere l’amore della sua vita sostiene di non averla mai vista prima.

Germania, Svizzera, 2020, Regia Milo Rau, Interpreti Yvan Sagnet, Marcello Fonte, Enrique Irazoqui, Maia Morgenstern Durata 107’ GIORNATE degli AUTORI

OSCAR COSULICH

IL PUNTO OUR FATHERS, YOUR BUSINESS It’s maybe by chance or sign of the times, but four Italian movies out of four among those already watched at Lido until now talk about the legacy left by parents to their sons and the often hard to bear weight. Moreover, it’s the typical elephant in the room that we cant pretend not to notice, but it’s there and affects every moment of our life. Not only our social life but even the inner one. It can be “signorina Marx” dealing with an overwhelming father in Susanna Nicchiarelli’s feature or the son of a deputy commissioner luckily survived by an attack (Padrenostro di Claudio Noce), parents are a weight to deal with in every age and moment of everyone’s life. If they are not partuclarly happy parents, as the couple of Daniele Luchetti’s Lacci, the weight becomes unbearable. The tormented protagonist of Non odiare by Mauro Mancini (International Critic’s Week), the surgeon Alessandro Gassman, takes the entire movie to understand that behind his choice to do not help a dying with nazi tattoo there’s the ghost of his father, barely survived of a German lager. It’s crystal clear that such a recurring coincidence, moreover always in Italian movies, is not by chance. Cinema gives voice to instances that bypass each movie and the will of authors. We have a few problems dealing with what our father left to us. Or maybe this struggle refers to a more general problem that is about the unsatisfying or missing generational turnover. Maybe is the reason why Nicchiarelli exhume the less glorious pages of the father of communism through the eyes of a daughter persistently depicted as our contemporary in spite of XIX century set. Past is a strange land. It’s the secret code written in our future.

PREPARATIONS TO BE TOGETHER FOR AN UNKNOWN PERIOD OF TIME Ungheria, 2020, Regia Lili Horvát, Con Natasa Stork, Viktor Bodó, Benett Vilmányi Durata 95’ GIORNATE degli AUTORI

S ARS S ARS GUERRE STELLARI AMANTS QUO VADIS, AIDA?

F. Ferzetti CIAK L’ESPRESSO

E. Morreale REPUBBLICA

P. Mereghetti IL CORRIERE DELLA SERA

M. Mancuso IL FOGLIO

M. Gottardi LA NUOVA VENEZIA

F. Alò A. De Grandis F. Pontiggia IL MESSAGGERO IL GAZZETTINO IL FATTO QUOTIDIANO

F. Caprara LA STAMPA

P. Armocida IL GIORNALE

C. Piccino IL MANIFESTO

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THE DISCIPLE

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MISS MARX

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PADRENOSTRO

PIECES OF A WOMAN

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HHHHH LA PERFEZIONE ESISTE HHHH DA NON PERDERE HHH INTERESSANTE HH PREGI E DIFETTI H DIMENTICABILE

in Mostra

Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Alessandro De Simone, Alessio Lana, Emanuele Bucci, Claudia Giampaolo (web) - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Nanni Delbecchi, Fabio Ferzetti, Beatrice Fiorentino, Michela Offredi, Flavia Salierno - Foto: Maurizio D’Avanzo - STAMPA: WWW.TIPOGRAFIACOLORAMA.COM - Via Garda, 13 - San Donà di Piave (VE).

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