VENICE FILM FESTIVAL
Amyriad words and miles of film, fiction and non-, have been spent on Marilyn Monroe. Fifty years since her death, Andrew Dominik set out to explore, more than the myth of Marilyn, Norma Jeane’s inner life in his latest fea ture film, Blonde, starring Ana de Armas. The film builds upon Joyce Carol Oates’ novel, also titled Blonde. From Iran, also in the main competition, is the third feature film by Vahid Jalilvand (Orizzonti Award for Best Direction in 2017 for No Date, No Signature): Shab, Dakheli, Divar (Beyond the Wall), a modern parable on disability, solitude, and maternity. In the Orizzonti section, Trenque Lauquen by Laura Citarella, starring Laura Paredes, is the story of Laura (yes, there’s three of them), who has mysteriously disappeared off a town in the Buenos Aires Province. Out of Competition, Dry by Paolo Virzì This is my story di Roberto Pugliese Fiumi d’inchiostro e chilometri di pellicola, fiction e non, sono corsi su Marilyn Monroe ma, a 50 anni dalla mor te, Andrew Dominik si ripromette con Blonde (Venezia 79) di esplorare, più che il mito di Marilyn, l’interiorità di Nor ma Jeane (Ana de Armas nel ruolo): il punto di partenza è il romanzo omonimo di Joyce Carol Oates. Dall’Iran arriva, sempre in corsa per il Leone, l‘op. 3 di Vahid Jalilvand (Premio Orizzonti per la regia nel 2017 con No Date, No Si gnature), Shab, Dakheli, Divar (Beyond The Wall), parabola moderna su malattia, solitudine e maternità. In Orizzonti un trionfo di „Laure“ si celebra nelle quattro ore e più di Trenque Lauquen: Laura Paredes è l’interprete, Laura Citarella la regista e Laura il nome della protagonista, mi steriosamente scomparsa in una cittadina della provincia di Buenos Aires. Complessa ricerca di un‘identità femminile (vissuta però come una prigione) è anche quella di Have You Seen this Woman? (SIC) dei serbi Dušan Zorić e Matija Gluščević. Fuori Concorso è Siccità di Paolo Virzì, titolo lapidario grazie ad una parola drammaticamente contem poranea, a riportarci nel presente: con Monica Bellucci, Claudia Pandolfi, Valerio Mastandrea e Silvio Orlando abitanti di una Roma dove non piove da tre anni e la sete è divenuta categoria dello spirito. Italiano, ma non-fiction, è anche l’altro Fuori Concorso, The Matchmaker di Bene detta Argentieri: storia di Tooba Gondal, sorta di Primula Rossa del jihadismo britannico. Un’alleanza al femminile, dolce, vitale e malinconica è, infine, il viaggio on the road di Stefania Sandrelli e Silvia D’Amico nell’opera prima del regista veneto Corrado Ceron, Acqua e Anice (GdA).
12. 15 THE MATCHMAKER (Fuori Concorso) 13.00 SHAB, DAKHELI, DIVAR (BEYOND THE WALL) (Venezia 79) 13.45 BLONDE (Venezia 79) 14.30 SICCITÀ (Fuori Concorso) press conferences palazzo del casinò DAILY#9 8 Sept 2022
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2 #9 Mostra interattiva Procuratie Vecchie Piazza San Marco 105, Venezia Dal mercoledì al lunedì thehumansafetynet.org10-19
In edicola
Paolo Virzì (124’) v.o. italiano st. inglese
interview Vahid Jalilvand by Andrea Falco V ahid Jalilvand is an old friend of the Venice Film Festival, where his first two films earned critical acclaim and awards. His third feature film, Beyond the Wall, is in the main competition this year. The Iranian filmmaker will present it today: it is a sophisti cated action flick that slowly reveals an almost poetic inspiration. Are there any pieces of Iranian literature or cin ema employing such an interesting plot scheme as your film? How did you come up with it?
La versione di... Joyce Carol Joyce Carol Oates è un’in tellettuale americana, scrittrice prolifica, poetessa e Unadrammaturga.dellesuetecniche preferi te è recuperare zone d’ombra di un evento o di un personag gio con strumenti di indagine quasi poliziesca. È questo che avviene in Blon de. Sin dall’inizio avverte che il romanzo è di finzione. Non è quindi una biografia di Marilyn Monroe, nonostante «alcuni personaggi qui ritratti abbiano una corrispondenza nella sua vita e nel suo ambiente». In realtà il racconto proce de con molta accuratezza storica, ma sicuramente una distorsione o meglio una deliberata selezione nella raccolta di fatti è evidente. Mi ricordo che immediatamente dopo la morte dell’attrice circolavano notizie su una famigerata scena di bagno in piscina nuda per il film Something’s Got to Give e il settimanale italiano più diffuso, di orientamento cattolico, si preoccupò di chiarire che non di nudo si trattava, ma di un leggero costume da bagno color carne. Un idolo allora non si poteva svilire. D’altronde, apro il supplemento letterario de «Il Sole» del 21 agosto e nell’articolo di pagina sette dedicato al filosofo Castoriadis, domina una foto dove il pensatore è ritratto sullo sfondo di un immenso ritratto di Marilyn. Il romanzo inizia con la sua morte «E giunse la Morte lungo il Boulevard nell’esangue luce color seppia», e la Oates mette in bocca a Marilyn: «Sì, ho visto la Morte. L’avevo sogna ta la notte prima. Molte notti prima. Non avevo paura». E svanisce così ogni ipotesi di complotto, che fa male alla coscienza americana. Due pagine e mezzo dedicate alla scoperta delle prime mestruazioni con riflessioni di una candida ragazza degli anni ‘50, che con orrore ascolta i commenti dei ragazzi del tipo «guardate il sedere di quella, la biondina». L’anno terribile di Marilyn, il 1947, viene accennato e bypassato con note di un suo ipotetico diario. Non meraviglia, visto che la Oates confessa di essersi innamorata e interessata sin da giovane della quindicenne Norma Jeane Baker dopo aver visto sue foto di un concorso di bellezza in California del 1941. Tutto sommato, romanzo godibile in tutte le sue 750 pagine, ma sappiate, io amo ancora le favole di Cenerentola e Biancaneve. Loris Casadei
ORIZZONTI - CONCORSO CORTI press - industry SNOW IN SEPTEMBER Lkhagvadulam Purev-Ochir (20’) v.o. mongolico st. italiano/inglese TRIA - DEL SENTIMENTO DEL TRADIRE (Tria) Giulia Grandinetti (17’) v.o. greco, italiano st. italiano/inglese III Salomé Villeneuve (12’) v.o. francese st. italiano/inglese THE FRUIT TREE Isabelle Tollenaere (15’) v.o. inglese st. italiano RUTUBET (The Moisture)
The initial idea for this movie came from a poem, actually. One should be able to feel the texture of that poem in the main concepts reflected in the movie.
FUORI CONCORSO press - industrySICCITÀ (Dry)
Turan Haste (20’) v.o. turco st. italiano/inglese NOCOMODO Lola Halifa-Legrand (13’) v.o. francese st. italiano/inglese 11.15 Sala Perla GIORNATE DEGLI AUTORI – EVENTO SPECIALE pubblico - tutti gli accrediti ACQUA E ANICE (Olimpia’s Way) Corrado Ceron (110’) v.o. italiano st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A 11.45 Sala Darsena
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accreditiGLI ULTIMI GIORNI DELL’UMANITÀ (The Last Days of Humanity) Enrico Ghezzi, Alessandro Gagliardo (200’) v.o. italiano, inglese, francese, spagnolo st. inglese/italiano 9.00 Sala Giardino ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti NOTTE FANTASMA (Ghost Night) Fulvio Risuleo (84’) v.o. italiano st. inglese 9.00 Sala Corinto
THEARTEBIENNALEGUIDE+VENICEFILMFESTIVAL+BIENNALEMUSICA
It’s always incredibly an honor to be here in any capacity. They’ve never asked me to be on the jury. I’m not sure why Casey Affleck
3#9 SEGUE A P. 7 8.00 PalaBiennale
The Venice Film Festival always had an eye for Iranian cinema. Does this help production back in your home country? Quite frankly, it really depends on the theme of the movie, whether it is political or not. The fact that festivals like the Venice Film Festival like Iranian cinema doesn’t necessarily hinder nor facilitate our work. It could go either way, depend ing on the subject of the movie. Another perspective I have is that I don’t see the presence of Iranian cinema at the Venice Film Festival the consequence of any particular fondness on Venice’s part, I see it as a result of Iranian filmmakers trying to stand shoulder to shoulder with international filmmakers. This year, two Iranian movies were at Cannes, and there are four at Venice now. I would like to see this presence as a welcome effect of our effort as filmmakers. I am looking forward to our films being seen worldwide.
past conferences
VENEZIA 79 tutti gli accrediti THE SON Florian Zeller (124’) v.o. inglese st. italiano/inglese 8.30 Sala Grande FUORI CONCORSO press - industrySICCITÀ (Dry) Paolo Virzì (124’) v.o. italiano st. inglese 8.30 Sala Darsena VENEZIA 79 press - industry BLONDE Andrew Dominik (165’) v.o. inglese st. italiano/inglese 8.30 Sala Casinò
When I made my first movie, Wednesday, May 9, I was asked what inspired me, and it was Iranian poet Ferdowsi and his book Shahnameh; for my second film, No Date, No Signature, it was another Iranian poet, Hafez. For my third film, the current, it was yet another ancient Iranian poet, Dehlawi. In his poetry, there’s something I would call poetic madness: it’s a feeling, more than a tangible literary device. As I was writing Beyond the Wall, I tried to feel and employ the same poetic madness. It’s not something you see, it’s something one should feel throughout the movie.
Whose story is your film? Leila’s or Ali’s? It’s very hard to separate the two. Leila is, in fact, part of Ali’s existence. Also, the way the two relate to one another goes beyond the canons of interpersonal relationships and spills over into the way the movie works. If I had to answer briefly, this is Ali’s story.
You worked in theatre in your youth, and we think it shows in Beyond the Wall in its bare bones scenography. Did we get it right? It may remind of that, yes, but it was not my inten tion to do that, it wasn’t planned. What I can say is that through my experience in theatre, more than gaining a theatrical atmosphere, I learnt to under stand drama. I can also say that my experience in radio production helped me understand audiences. That may be the influence theatre had on me and on my work in general. The way I wanted scenography to work is for it to be simply realistic. We imagine that someone who is blind does not necessarily have a lot of ornament, colourful wallpaper, things of that sort. We need to easily identify that the apartment we see is Ali’s home. I wanted these choices to work into the film’s believability, which is what we see prima facie It is the first layer of the movie, and it should take us further into the story. Beneath it, that’s where we find the surreal components of the film.
VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI press - industry BONNIE Simon Wallon (83’) v.o. inglese st. italiano/inglese 9.00 Sala Perla SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC press - industry HAPPY BIRTHDAY Giorgio Ferrero (22’) v.o. russo, inglese st. italiano/inglese MALIKATES (Queens / Reines) Yasmine Benkiran (83’) v.o. darija st. italiano/inglese 10.30 PalaBiennale FUORI CONCORSO tutti gli accrediti DREAMIN’ WILD Bill Pohlad (110’) v.o. inglese st. italiano/inglese 11.00 Sala Grande VENEZIA 79 press - industry BLONDE Andrew Dominik (165’) v.o. inglese st. italiano/inglese 11.00 Sala Corinto FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti FREEDOM ON FIRE: UKRAINE’S FIGHT FOR FREEDOM Evgeny Afineevsky (118’) v.o. ucraino, russo st. italiano/inglese 11.00 Sala Giardino FUORI CONCORSO - CORTOMETRAGGI press - industry CAMARERA DE PISO (Maid) Lucrecia Martel (11’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese IN QUANTO A NOI (From Our Side) Simone Massi (5’) v.o. italiano st. inglese A GUERRA FINITA Simone Massi (5’) v.o. italiano st. inglese
TRIA - DEL SENTIMENTO DEL TRADIRE Giulia Grandinetti (Italia, 17’) Una nuova politica di controllo del le nascite viene approvata a Roma con l’obiettivo di riorganizzare le famiglie e contenere i livelli demografici. Tre è il numero massimo di figli imposto a ciascuna coppia immigrata. Cosa accadrebbe se questa circostanza immaginaria ma plausibile diventasse realtà effettiva?/ Demographiccontainment policies are enacted in Rome. Each im migrant family can have a maximum of three children. What would happen if this imaginary, but realistic, sce nario became the reality? III Salomé Villeneuve (Canada, 12’) È estate: il sole batte cocente sui corpi e sulla vegetazione riarsa. È il pomeriggio ideale per divertirsi, immersi nel verde della boscaglia. Ma qualcosa coglie di sorpresa i tre fratelli: il contatto con la natura diventerà per loro il primo, traumatico, inatteso incontro con la morte./ It’s the height of sum mer. The sun shines hard on the skin and burns the ground. For three brothers, this is the perfect evening to have fun in the woods, but something incredible hap pens, and being in contact with nature will be for them the first traumatic, unexpected near-death experience.
RUTUBET (The moisture) Turan Haste (Turchia, 20’) Molte sono le difficoltà che İshak deve affrontare, tanto sul piano famigliare quanto su quello lavo rativo. Da un lato la dura battaglia legale intrapresa con la moglie per l’affidamento del figlio, dall’altro i grattacapi con lo studente Yusuf, il più ingesti bile della classe./ İshak has to face many difficulties, both because of his family and his job. On one hand there is a custody battle against his wife and on the other Yusuf.
NOCOMODO Lola Halifa-Legrand (Francia, 13’) «S’accommode, je “commode”, tu “commodes”, nocomodo! » Un grido silenzioso ma potente, di rifiuto contro la terribile realtà degli abusi sessuali, è messo in bocca dalla regista alla piccola Selma, molestata a sette anni da un socio del padre. Una toccante interpretazione che esprime l’indicibile./ «S’accommode, je “commode”, tu “commodes”, nocomodo! » A silent but powerful scream against the social plague of sexual abuse comes from Selma, who was raped by his father’s associate when she was seven. A touching piece of film about an unspeak able truth.
THE FRUIT TREE Isabelle Tollenaere (Belgio, 15’) Nella tranquilla, solitaria Califor nia City, Sharleece è alla ricerca di una casa in affitto. A poco a poco, al presente, si sovrappongono antiche memorie legate alla prima città d’infanzia, Los Angeles. Un ritorno al passato inatteso che ha inizio guardando fuori dalla finestra./ Sharleece is looking for a rental home in the sleepy, secluded town of California City. As time goes on, memories of her hometown of Los Angeles surface and overlap the present as her past life comes back with a bang.
You spoke of “cartographies of books as maps to live”. What is the ideal literary cartography for your film? It was clear since the very begin ning that there was going to be a monster in the film. I mean, not an actual monster, but something dark and mysterious entering the scene. When I started working on the subject, I read Frankenstein again and then a biography of Mary Shelley to find out, among other things, that her mother was a feminist. One reading led to another and another, in a kind of literary journey. Each book added something to the film. In Twain’s Tom Sawyer, for example, I found adventure, nature, childhood. In Thoreau’s Walden, the idea of walk ing aimlessly, without a destination. All of this made it into the movie. 4 #9
Orizzonti interview Laura Citarella by Marisa Santin di Laura Citarella con Laura Paredes, Ezequiel Pierri, Rafael Spregelburd, Elisa Carricajo, Juliana Muras, Verónica Llinás, Cecilia Rainero (Argentina, Germany, Part 1: 128’ / Part 2: 132’)
Nel cinema il colore, si sa, è portatore di valore drammaturgico. Lo diceva Ejzenstejn, che opponeva all’uso naturalistico del colore una maggiore libertà espressiva, prendendo a modello artisti come Kandinskij e Van Gogh, che hanno basato la loro ricerca personale proprio sul colore. Gli anni ‘30 nel cinema segnarono il debutto del colore impresso su pellicola, non più come sperimentazione in post-produzione, tentata fin dagli albori della settima arte. Da allora il colore permea le immagini in movimento, conferendo al racconto un movimento emozionale inedito, sospeso tra realismo e valore espressivopittorico. In The Miracle Basket, esperienza narrativa in VR dell’olandese Abner Preis, a colpire è proprio l’uso del colore. Nella computer grafica il colore è necessariamente pittorico, studiato e trasferito sulle forme e sui volumi creati artificialmente. A volte la scelta estetica cede al naturalismo, vale a dire a una resa realistica del colore in favore di un’immersione quanto più verosimile possibile nella realtà ricreata, altre –come in questo e in molti altri casi – si cerca piuttosto un valore tutt’altro che naturalistico. Per ragioni tecniche o di scelta espressiva (poco importa quando le scelte economiche determinano uno stile coerente e riconoscibile, come fu per i cosiddetti b-movies, fucina di idee rivoluzionarie), il colore può conferire al mondo creato in realtà virtuale un’impronta emozionale pensata, voluta, dipinta ad arte per ottenere una temperatura emotiva funzionale alla resa espressiva del pezzo. Preis, qui a confronto con un tema cruciale per il nostro futuro come il rispetto dell’ambiente (tema ricorrente nei progetti immersivi), usa lo stile visivo e in particolare il colore in chiave ironica e pop. La scelta dunque, riscontrabile peraltro in altri suoi lavori, tutti accomunati dall’intenzione di suscitare empatia e buonumore anche e soprattutto a contatto con tematiche drammatiche, appare perfettamente coerente tanto con la poetica dell’artista, quanto all’interno dell’opera stessa. Il che significa che l’eredità delle arti visive e del cinema, quando in crocia nuove possibilità espressive in mezzi affini per presupposti e sviluppo, ci offre chiavi di lettura interessanti per il futuro del racconto per immagini tutto. Ragione in più per continuare a guardare e contaminare universi linguistici ed espressivi solo apparentemente distanti.
Awoman disappears, and two men start looking for her. Both have a valid reason to, and each has a different opinion on the reasons behind the woman’s disappearance. Their investigation is the base plot for several other stories, shown in non-lin ear fashion (the audience may think of Tarantino) that will reserve most surprises for the film’s second half. On the back ground, the Argentinian pampa, with the city of Trenque Lauquen, where all stories convene. Laura Citarella was born in 1981 in La Plata, Argen tina, where she attended the Film University. She has been working with production company El Pampero Cine on inde pendent production, free from corporative influ ence, and aimed at ex perimentation since 2005. El Pampero produced, among others, La flor, an 868-minute feature, currently the longest in Argentinian film. Citarella has also won the Buenos Aires International Festi val of Independent Cinema Award for Ostende (2011) and the BAFICI in 2015 for La mujer de los perros, a film produced as part of the Biennale College Cinema programme.
Natural and the feminine. Is there a line here? If by feminine, you mean something that is always mutable and that cannot be labelled in definitions or categories, that remains ambigu ous and that preserves all potential for transformation – then yes, there is a connection between the two. However, I am not interested in speaking of feminine in terms of contrast between men and women. I am not one to give lectures on feminism. I must say, though, that the two ‘poor’ chaps who spend the whole length of the movie trying to patch together clues to Laura’s whereabouts don’t look all that smart in the end…
Orizzonticorti/1 sociate of mine at El Pampero Cine, where we produce indie cinema. They are family to me, and we have something in common with Laura— the character: we all love stories.
VENICE IMMERSIVE di Riccardo Triolo
SNOW IN SEPTEMBER Lkhagvadulam Purev-Ochir (Francia, Mongolia 20’) Mongolia centro-settentrionale: Ulan Bator. Sullo sfondo degra dato di un condominio fatiscente dell’epoca sovietica, chiacchiere e divertimento ani mano le conversazioni di due ragazzi, Anuka e Davka. I temi principali: manga e sesso. L’arrivo inatteso di una donna più matura porterà però novità impensate, di sturbanti…/ Ulaanbaatar, Mongolia. Friends Anuka and Davka spend some fun time together, with a crumbling block of flats from the Soviet era as a background. The main topics of the conversation are manga and sex, but the arrival of an older woman brings unexpected and disturbing news.
IsLauquenTrenqueonly a physical place? And why did you choose to give it such an important position as that of the title? I was born in La Plata, but Trenque Lauquen is the hometown of my parents and where most of my family lives. Some of them were extras in the movie: my uncles, even my grandmother! It’s a rural region just under 500 km from Buenos Aires, a land of prairie, pampa, and gauchos. It is also the place where I spent my childhood and my happiest summers. It is changing rapidly: old buildings, which I loved using as set for my film, are torn down regularly to make space for modern ones, it almost looks as if de velopers are in a frenzy to erase the past as quickly as possible. I felt the need to freeze time for a while. My film is a way to portray the Trenque Lauquen I know and cherish before it changes forever. Three Lauras: yourself the director, the actress Laura Paredes, and Laura the main character. What do these three Lauras have in common? It’s a kind of love triangle! Actress Laura Paredes, who also contributed to the screenplay, is a dear friend of mine as well as Mariano Llinás’s wife. Mariano is an as
TRENQUE LAUQUEN
THE MIRACLE BASKET di Abner Preis (Paesi Bassi, 14’) FUORI CONCORSO
All three love to find and create new stories starting with situations or details of what we see, things that may seem insignificant, but that cause in us a real passion for invention.
L’AINA LUNA di Renato Cubo (Luigi Manca)
Ma chi l’ha deciso che durante una tempesta gli umani si possono riparare e invece noi asini ci dobbiamo prendere tutta la pioggia a testa? E dire che stamattina qua il cielo era talmente limpido che sembrava come appena lavato. Ma poi è arrivata questa cosa della tempesta, e quegli umani che urlavano tutto il giorno “motore” e “azione”, sono scappati in ogni dove. E io sono rimasta fuori. Proprio io, la più importante, quella che ha dato il nome a questo posto: ché come io ho dato il nome all’Asinara, i sardi hanno dato il nome alla Sardegna. E invece cosa ne ho avuto? Che gli umani adesso sono al riparo e io sto qua a pigliarmi tutto il vento a faccia. Erano quasi meglio i tipi che c’erano prima: gli uomini messi qua per punizione. Io ero picco la, ma me li ricordo. E poi me l’ha raccontato pure mamma. Bella lei, che non c’è più da così tanto tempo, che c’ho il ricordo talmente sbiadito, che comincio a pensare che non sia mai stata viva. A un certo punto li hanno mandati via tutti, e invece a noi asini ci hanno lasciato qua. Credo perché, se andiamo via, finisce che l’isola perde il nome. Mì un C’hannotuono.preso sempre per tonti gli umani, ma è tutta una cosa loro. Mica ci hanno mai messo alla prova: mica ci hanno mai guardato bene. Io invece sì che ho imparato un sacco di cose osservandoli: io so che gli umani si sono inventati delle cose che chiamano “bugie a fin di bene”, per non sentirsi in colpa quando le dicono; che sono ridicoli quando cercano di mettersi le calze stando in piedi, e che quando sono in ritardo dicono “scusa, mi stavo facen do bello”, ma che non sempre ci riescono. E che poi la maggior parte di loro spesso non ascolta, perché nel frat tempo si sta preparando per quello che dovrà dire quando l’altro ha finito.
5DAY#9 9
Giovedì 8 settembre RSVP
La guerra boera, la morte della regina Vittoria, l’affondamento del Titanic e la Grande Guerra sono gli storici avvenimenti che, insieme alle gioie e alle tragedie familiari, costellano 33 anni di cavalcata esi stenziale, dal Capodanno del 1899 a quello del 1933, di una ricca famiglia londinese e di quella dei propri ser vitori. L’anno dopo la sua uscita si aggiudicherà ben tre Oscar. F.D.S. Cavalcade di Frank Lloyd (1933, USA 112’)
La Rete è molto avara di noti zie sul regista, che colpevol mente non conosco. Sappiamo che cominciò a importare e di stribuire negli USA i film erotici che allora si andavano facendo nell’Europa del Nord. Decise poi di fare il regista realizzando film che diventarono famosi per il forte senso della composizione e per l’argomento erotico, che virava nel softcore. Fu davvero così? ThereseF.D.S.and Isabelle di Radley Metzger (1968, Fran cia, Germania, Paesi Bassi, 18’)
Èun “vaso di Pandora” ciò che lo scrittore e regista francese Wallon, autore di Tati Express (2016), sco perchia: Bonnie è il titolo del docufilm incentrato sulla direttrice di casting Bonnie Timmermann, il cui lavoro ha dato innovative propulsioni al cinema e alla tv degli anni ‘80 e ‘90. È un voyage d’affaires nei suoi metodi di lavoro, nei suoi rapporti coi cast diretti e – in gene rale – nell’organizzazione del complesso microcosmo nascosto dietro la mdp, attraverso esclusivi filmati di provini e interviste mozzafiato rivolte a lei e ai brillanti registi e attori con cui ha lavo rato. Elena Migotto Bonnie di Simon Wallon (USA, 83’)
Chiarini, come del resto moltissimi altri straordi nari protagonisti della cultura di quei travaglia ti anni, vive un percorso esistenziale e professio nale a tinte contrastanti, che si dipana in una sorta di doppio binario: da una parte si dimostra un diligente funzionario fascista militante, compiu to, dall’altra esprime una straordinaria capacità di dare vita a grandi eventi e a grandi istituzioni culturali. Ha ideato e diretto durante il Ventennio, tanto per dirne due a dir poco rilevanti, il Centro Sperimentale di Cinematografia e la rivista «Bian co e Nero», ha tenuto assieme i maggiori docenti della scuola di cinema italiana, è diventato regista. Insomma, un percorso di qualità altissima. Quando lo hanno chiamato a dirigere la Mostra ha voluto compiere questa missione da protagoni sta, in un periodo storico come gli anni ’60 in cui capitava spesso di imbattersi in direttori impegnati a mimetizzarsi con la Mostra stessa, cercando di non salire in nessun modo alla ribalta. Molti di noi giovani in quegli anni grazie a lui hanno potuto vedere e capire una gran quantità di film impor tanti; abbiamo imparato ad amare il cinema anche grazie alla sua capacità di portare a Venezia i gran di protagonisti di questa nuova arte e in particolar modo partecipando alle memorabili retrospettive da lui ideate e promosse. [Estratto dell’intervista a Gian Piero Brunetta di Fabio Di Spirito, pubblicata su «Venezia News», #267, settembre 2022]
GOLIATH di Adilkhan Yerzhanov con Berik Aytzhanov, Daniyar Alshinov, Dmitrij Chebotarev, Alexandra Revenko, Rabiya Abish, Yerken Gubashev (Kazakistan, Russia, 92’)
14.00 – 14.50, Italian Pavilion, Hotel Excelsior Happy Birthday Sardegna Film Commission! 18.30 – 20.00, Isola Edipo, Riva di Corinto, via Falier Vitale, 1 Celebrate the winners of Green Drop Awards 2022! Aperitivo di Networking con la Sardegna Film Commission
RESTAURI classici DOC classici
Ènel villaggio kazako di Karatas che si ambienta la sto ria di Goliath. Poshaev, un ufficiale locale sconsiderato e spregevole, governa il villaggio da tempo e, nonostante procuri alloggio e impiego a tutti i suoi cittadini, condanna a morte chiunque osi sfidare la sua autorità. La famiglia del povero Arzu, la cui moglie informa le autorità dei cri mini che avvengono a Karatas, subirà lo stesso destino.
Nato nel 1982 a Jezkazgan in Kazakistan, Adilkhan Yerzhanov nel 2009 si laurea alla Kazakh National Aca demy of Arts in regia cinematografica. Partecipa due volte a Cannes e si aggiudica l’Asia Pacific Screen Award nel 2019 per “Achievement in Directing” con il film A Dark, Dark Man. Nel 2020 è nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia con Yellow Cat, candidato poi all’Oscar come Miglior film straniero.
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A guerra finita
Daily Venezia79 Supplemento di n. 267 settembre 2022 Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996
Venice Production Bridge e Final Cut in Venice Si è conclusa la 7. edizione di Venice Production Bridge, l’appuntamento della Mo stra dedicato ai professionisti del settore, che per una settimana ha offerto spazi e servizi a supporto delle attività commerciali degli addetti ai lavori. 2477 accreditati provenienti dalle più importanti realtà del settore, tra incontri, dibattiti, strette di mano e meeting one-to-one per i progetti ospitati come il Venice Gap-Finance Market e i Vod Market Days. Un risultato record rispetto agli scorsi anni, a dimostrazione di una ripartenza effettiva e duratura per il futuro del cinema. A chiusura di VPB sono stati assegnati anche i premi del progetto Final Cut in Venice, arrivato alla 10. edizione, che supporta film in post-produzione con sostegni in denaro e servizi essenziali. 68 progetti presentati, 8 finalisti e ben 4 film premiati, con produzioni che spaziano dalla Francia al Senegal, dal Libano al Qatar. Sara Sagrati
6 #9 TRACKSSOUND a cura di F.D.S. Dreamin’ Wild_Non c’è dubbio che Dreamin’ Wild sia un film hauntology, in cui le canzoni del disco realizzato trent’anni prima, era il 1979 – quando aveva 17 anni –ritornano nella vita di Donnie Emerson distorte, come fantasmi del passato che infe stano il presente. La nostalgia diventa allora un ritorno delle idee e dei ricordi del passato impossibili da controllare, anzi, sotto forma di disturbi e di turbamenti. Va anche detto che la gemma musicale dei fratelli Emerson, Baby, fu rifatta trent’ anni dopo dando un importante contributo al revival degli Emerson, da un musicista dal nome molto af fascinante, Ariel Pink Haunted Graffiti (vedete che ritorna, il concetto di hauntology?), che trasformò la melassa zucche rosa dell’originale in un pezzo indie, rispettoso dell’originale ma con un vago andamento militare. Va anche detto, e qui chiudo, che il 6 gennaio 2021 APHG si trovava a Washing ton in mezzo ai sostenitori di Donald Trump in attesa di dare l’assalto al Campidoglio. Lui sostiene che si trovava lì per un concerto da tenersi per i ribelli, ma quando è co minciato l’assalto, è tornato in albergo.…
intervista
La mia prima Mostra è stata quella del 1984, seguita nell’85 da Cannes. Non ho mai bucato un’edizione, tranne quella di Cannes saltata per la pandemia due anni fa. Posso dire di vantare una discreta memoria sto rica e personale. Ho visto ristrutturare le stanze dell’Hotel Excelsior, la hall e la corte moresca e conosco personalmente gran parte del personale dell’albergo e della Mostra. Alcuni di loro li ho visti crescere fino ad arrivare alla pensione.
Diceva Gino Strada: «Un mondo senza guerra è un’altra utopia che non possiamo attendere oltre». Impossibile non dargli ragione, anche se la cronaca di questi mesi restituisce uno stato perma nente di forte tensione quasi oltre l’orlo della crisi e non solo di nervi. Il regista Simone Massi presenta Fuori Concorso A guerra finita, un corto in cui parla della guerra nella sua essenza: sofferenza, morte, fuga dei civili di fronte all’orrore delle armi. In questo lavoro Massi prende spunto da scene di guerre realmente avvenute – dalla Seconda Guerra Mondiale ai campi profu ghi della Guerra dei sei giorni, dall’attacco al ponte di Mostar alle auto incendiate nella guerra in Siria – per raccontare quello che le accomuna tutte. «Questo film – spiega Massi – è nato dopo la scomparsa di Gino Strada nel 2021. Mandai un messaggio di affetto a Simonetta Gola, moglie di Gino Strada, appena ricevuta la notizia della sua morte. Lei mi rispose proponendomi di fare un film per Gino ed ecco A guerra finita
La Mostra è cambiata perché è cambiato un po’ tutto, in primis il modo di realizzare la Mostra stessa. L’aspetto forse più proble matico oggi è che c’è troppa carne al fuoco, troppe cose a cui dover dare retta per un appuntamento che si è espanso all’ennesima potenza. Sono cambiati i contenuti, molti plicati a dismisura soprattutto per chi ci lavora dall’interno e ne segue tutte le attività: solo oggi ho ricevuto quattro diversi inviti per altrettanti appuntamenti, ad orari ravvicina tissimi. Una tendenza che di sicuro dopo i due anni di pandemia ha subìto un’ulteriore impennata, con il sentimento diffuso di dover re cuperare il tempo perduto facendo scorta di socialità. Insomma, una grande, vitale energia, ma al con tempo una evidente frammentarietà della proposta. Del resto è il cinema di oggi, sempre meno monolitico, sempre più atomizzato. Anche quest’anno il vostro Italian Pavilion ha svolto il tradizionale, prezioso ruolo di imprescindibile punto di incontro per gli operato ri del settore. Incontri, conferen ze, dialoghi che hanno coinvolto il meglio del nostro cinema e non solo. Quale il bilancio di questa edizione che si sta chiudendo e come questa vostra funzione nel contesto della Mostra si sta evolvendo? L’Italian Pavilion è senza ombra di dubbio l’epicentro degli incontri e delle attività collaterali ai film in Mostra. I contenuti che proponiamo crescono di anno in anno, quindi anche noi non siamo immuni da questa tendenza di moltiplicare eventi ed attività; la stanchezza nello star dietro ad eventi che si sus seguono a ritmo incalzante è però ripagata dalla loro ottima riuscita, di cui siamo ovviamente contentissimi. Anche quest’an no abbiamo una serie di incontri dal carattere...
The Son_Per Hans Zimmer gli ultimi anni sono stati estremamente proficui: nel 2021 ha firmato la colonna sonora di No Time to Die quest’anno quella di Top Gun: Maverick. Quella di The Son non ci ha sentazionenonforseaccompagnamentoapproccioentusiasmato,particolarmenteadottandounmoltosobrioedialfilm:nellaconsapevolezzasbagliatachelarappredelladepressione borderline naledigrafica,suaprotagonistadell’adolescentedelfilm,nellaprecisionequasipornononavessebisognounamusicatroppopersoeavvolgente.
Giancarlo Di Gregorio di Massimo Bran Quando si pensa alla Mostra del Cinema l’attenzione del pubblico va su bito, in forma esclu siva, verso lo star sy stem, il red carpet, le facce, insomma, che danno peso mediatico all’evento. Eppure un festival di questo livello è una macchina complessa mossa da molti protagonisti che lavorano dietro le quinte, che sono poi quelli che alla fine governano i fili dei delicati ingranaggi che muovono questa dieci giorni internazionale di grande cinema. Giancarlo Di Gregorio, direttore Festival e Mercati di Cinecittà, è certamente una di queste insostituibili figure, vero decano del fare rete nella grande arena lidense. Giunto alla sua 39esima edizione consecutiva in presenza lavorativa, ci è sembrato interessante interrogarlo su come questa macchina delle emozioni si sia evoluta in questi ultimi quattro decenni, cercan do di provare a guardarla dal di dentro, questa macchina in azione. 90 anni di Mostra del Cinema, 79esima edizio ne. Numeri a un passo dalle tre cifre. Cinecit tà accompagna praticamente da sempre la Mostra con la sua centrale presenza nel cuore vivo del festival. Come ha visto cambiare in quasi quattro decenni di partecipazione que sta grande macchina dello spettacolo?
@stephaniebellartee Villa Zavagli, Lungomare Marconi, Lido 178.2K follower A soli 22 anni ha già maturato la ca pacità di stare in scena delle veterane, con tanto di stiletto 12 coordinato. Si muove con disinvoltura e un pizzico di timidezza tra gli eventi del Lido, in rotta verso il suo futuro d’attrice. Non a caso il suo film preferito è The Terminal #stardust #Venezia79#contentcreatorallido
Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran Redazione Marisa Santin, Mariachiara Marzari, Paola Marchetti, Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari, Luca Zanatta Stampa CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it www.venezianews.it/daily2022redazione@venezianews.it
#repost GENTE COMUNE Storie che accadono tra le pareti delle case che costellano il nostro Paese: i giovani e talentuosi registi e sceneggiatori Riccardo Campagna e Federico Savonitto (foto) le svelano nel loro Un nemico invisi bile (Italia, 2022, 75’). Vicenda privata di una famiglia triestina che da 16 anni cerca di far giustizia ricomponendo i pezzi di un puzzle giudiziario. La vita dei Rasman, è stata infatti sconvolta dall’omicidio del figlio disabile Riccardo da parte della Polizia. I genitori novantenni e la sorella Giuliana sono alla ricerca di una giustizia che li aiuti a elaborare un avvenimento in comprensibile. Man mano che le speranze di ottenere una piena giustizia si allonta nano emergono manie di persecuzione che sfociano nell’irrazionale. In programma oggi, alle 21.30 in Sala Laguna nell’ambito de Le Notti Veneziane, la rassegna curata da Giornate degli Autori con Isola Edipo, il cui focus quest’anno è il giovane cinema italiano d’autore. UN NEMICO INVISIBILE di Riccardo Campagna, Federico Savonitto Notti Veneziane Sala Laguna, ore 21.30 Pubblico, ingresso gratuito Prenotazione obbligatoria su giornatedegliautori.com
VENEZIA 79 pubblico 14+ BLONDE Andrew Dominik (165’) v.o. inglese st. italiano/inglese
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti CAVALCADE Frank Lloyd (112’) v.o. inglese st. italiano 14.00 Sala Perla SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti LA STANZA LUCIDA (Lucid Room) Chiara Caterina (20’) v.o. italiano st. inglese DA LI STE VIDELI OVU ŽENU? (Have You Seen This Woman?)
19.15 Sala Pasinetti VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti UCHO (The Ear) Karel Kachynˇa (96’) v.o. ceco st. italiano/inglese 19.30 Sala Corinto SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti RESTI (Remains) Federico Fadiga (13’) v.o. italiano st. inglese ANHELL69 Theo Montoya (74’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese 19.30 Sala Perla FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry NUCLEAR Oliver Stone (105’) v.o. inglese, francese, russo st. italiano/inglese 19.30 Sala Volpi ORIZZONTI press - industry A NOIVA (The Bride) Sérgio Tréfaut (81’) v.o. portoghese, francese, arabo st. italiano/inglese 20.00 Sala Darsena
Antonio Lukich (106’) v.o. ucraino, tedesco st. italiano/inglese 16.15 Sala Grande VENEZIA 79 pubblico - tutti gli accrediti SHAB, DAKHELI, DIVAR (Beyond the Wall) Vahid Jalilvand (126’) v.o. farsi st. italiano/inglese 16.45 Sala Corinto VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico 18+ - tutti gli accrediti THERESE AND ISABELLE Radley Metzger (118’) v.o. francese st. italiano/inglese 16.45 Sala Perla GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico 14+ - tutti gli accreditiLES DAMNÉS NE PLEURENT PAS (The Damned Don’t Cry) Fyzal Boulifa (110’) v.o. darija, francese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A 17.00 Sala Giardino FUORI CONCORSO - CORTOMETRAGGI pubblico - tutti gli accrediti CAMARERA DE PISO (Maid) Lucrecia Martel (11’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese IN QUANTO A NOI (From Our Side) Simone Massi (5’) v.o. italiano st. inglese A GUERRA FINITA Simone Massi (5’) v.o. italiano st. inglese
ORIZZONTI - CONCORSO CORTI pubblico - tutti gli accrediti SNOW IN SEPTEMBER Lkhagvadulam Purev-Ochir (20’) v.o. mongolico st. italiano/inglese
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti JANG-E JAHANI SEVOM (World War III) Houman Seyedi (107’) v.o. farsi st. italiano/inglese 14.00 Sala Corinto
12.30 Sala Casinò VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti UCHO (The Ear) Karel Kachynˇa (96’) v.o. ceco st. italiano/inglese 13.00 PalaBiennale
Dušan Zoric´, Matija Glušcˇevic´ (78’) v.o. serbo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A 14.15 Sala Grande
VENEZIA 79 pubblico 14+ BLONDE Andrew Dominik (165’) v.o. inglese st. italiano/inglese a FUORIseguireCONCORSO pubblicoSICCITÀ (Dry) Paolo Virzì (124’) v.o. italiano st. inglese 20.00 Sala Casinò ORIZZONTI press - industryCHLEB I SÓL (Bread and Salt) Damian Kocur (100’) v.o. polacco st. italiano/inglese 21.00 Sala Giardino ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti GOLIATH Adilkhan Yerzhanov (92’) v.o. kazako st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A 21.30 Sala Volpi ORIZZONTI press - industryCHLEB I SÓL (Bread and Salt) Damian Kocur (100’) v.o. polacco st. italiano/inglese 21.30 Sala Pasinetti VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico 14+ - tutti gli accrediti KAMIGAMI NO FUKAKI YOKUBO (Profound Desires of the Gods)
Cristina Gros‚an (83’) v.o. ceco st. italiano/inglese 22.00 Sala Perla VENEZIA 79 press - industry LES MIENS (Our Ties) Roschdy Zem (85’) v.o. francese st. italiano/inglese 22.15 Sala Grande FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accreditiSICCITÀ (Dry) Paolo Virzì (124’) v.o. italiano st. inglese 22.15 Sala Casinò ORIZZONTI press - industry A NOIVA (The Bride) Sérgio Tréfaut (81’) v.o. portoghese, francese, arabo st. italiano/inglese Opera Prima Accesso in sala consentito solo fino a 10 mi nuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders. 21.00 Sala Web FUORI CONCORSO - NON FICTION THE MATCHMAKER Benedetta Argentieri (88’) v.o. inglese, arabo, tedesco st. italiano/inglese ORIZZONTI TRENQUE LAUQUEN Laura Citarella (250’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
Shohei Imamura (174’) v.o. giapponese st. italiano/inglese 22.00 Sala Darsena
VENEZIA 79 press - industry LES MIENS (Our Ties) Roschdy Zem (85’) v.o. francese st. italiano/inglese 20.00 PalaBiennale
SEGUE DA P. 3
VENEZIA 79 pubblico 14+ - tutti gli accrediti SAINT OMER Alice Diop (123’) v.o. francese st. italiano/inglese 18.00 Sala Casinò VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti BONNIE Simon Wallon (83’) v.o. inglese st. italiano/inglese 19.00 Sala Grande
FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry NUCLEAR Oliver Stone (105’) v.o. inglese, francese, russo st. italiano/inglese 22.00 Sala Corinto GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico - tutti gli accreditiBEŽNÁ (OrdinarySELHÁNÍFailures)
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti THE MATCHMAKER Benedetta Argentieri (88’) v.o. inglese, arabo, tedesco st. italiano/inglese 14.30 Sala Darsena ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti TRENQUE LAUQUEN - PART I intervallo/intermission 20’ TRENQUE LAUQUEN - PART II Laura Citarella (Part I 128’ - Part II 132’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A 14.30 Sala Giardino ORIZZONTI EXTRA press - industry GOLIATH Adilkhan Yerzhanov (92’) v.o. kazako st. italiano/inglese
7#9 INTERNATIONAL CRITICS SCREEN INTERNATIONAL HOLLYWOODTHE REPORTER VERDICTFILMTHE MACHERETMATHIEU MONDELE CROLLBEN WRAPTHE KOCHTOMMASO PAISEL ROMNEYJONATHAN OBSERVERTHE HOLLENDERBARBARA RZECZPOSPOLITA KOTHENSCHULTEDANIEL FRANKFURTER RUNDSCHAU WHITE NOISE HHH HHH HHHH HHH HH½ HHH HHH HHH½ HHHH TÁR HHHH HHHHH HHHH HHH HHHH HHH½ HHHH HHHH HHHH BARDO HHH½ HHH HHH H HHHH H HHH HHH½ UN COUPLE H HHH½ HHH HH HH½ HH HHH HH HH½ BONES AND ALL HHHH HHHH HHHH HH HH½ HH½ HHHH HHH½ HHHH ATHENA HHH HHHH HHH H HHH½ H½ HHH HHHH HH ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED HHHH HHHHH HHH½ HH½ HHHH HHHH½ HHHH HHHH HHH MONICA HHHH HH HH½ HHH HHH HH½ ARGENTINA, 1985 HHHH HHH½ HHHH HH HHH HHH HHHH HHHH½ HHH½ LES ENFANTS DES AUTRES HHH HHHH HHH½ HH½ HHH½ HH HHHH HH½ HH½ L’IMMENSITÀ HHH HHH½ HHH H HH HH HHHHH HHH½ THE WHALE HHH HHHH HHHH½ H HHH HHHH½ HHH HHHH HH½ THE BANSHEES OF INISHERIN HHHHH HHHHH HH½ HH HHH½ HHH½ HHHHH HHHHH HHH LOVE LIFE HH½ HHH HHH½ HHH½ HHH HHH½ HHH HHHHH THE ETERNAL DAUGHTER HHH HHH½ HH HH½ HHH HHHH HHH HHH HHHH IL SIGNORE DELLE FORMICHE HH HHH HHH½ HH H HHHH½ H½ SAINT OMER HHHH HHHH HHHHH HHHH HHHH HHH HHHHH HHH HH½ THE SON HHH HH½ HHH½ H½ HHH HH½ HHH HHHHH HH½
14.30 Sala Casinò VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico 14+ - tutti gli accrediti KAMIGAMI NO FUKAKI YOKUBO (Profound Desires of the Gods) Shohei Imamura (174’) v.o. giapponese st. italiano/inglese 15.15 PalaBiennale ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti (Luxembourg,LJUKSEMBURGLJUKSEMBURG,Luxembourg)
TRIA - DEL SENTIMENTO DEL TRADIRE (Tria) Giulia Grandinetti (17’) v.o. greco, italiano st. italiano/inglese III Salomé Villeneuve (12’) v.o. francese st. italiano/inglese THE FRUIT TREE Isabelle Tollenaere (15’) v.o. inglese st. italiano RUTUBET (The Moisture) Turan Haste (20’) v.o. turco st. italiano/inglese NOCOMODO Lola Halifa-Legrand (13’) v.o. francese st. italiano/inglese 17.00 Sala Volpi VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti FRANCO ZEFFIRELLI, CON FORMISTA RIBELLE (Franco Zeffirelli, Rebel Conformist) Anselma Dell’Olio (123’) v.o. italiano, inglese st. inglese/italiano 17.30 PalaBiennale
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THE SQUARE by RUbElli poUR lA MAiSon VAlMonT
Didier Guillon, President and Artistic Director of Valmont Group Beauty and Art are intertwined with one common purpose : promoting Excellence, as Valmont and Rubelli made possible with the silk scarf
“ Brands can no longer be self-centered : bridges must be built to other universes. ”
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DI OSCAR COSULICH
Le uniche icone della cultura popolare americana in grado di competere con il mito di Marilyn sono, secondo The Guide to United States Popular Culture, Elvis Presley e Mickey Mouse perché «nessun’altra star ha mai ispirato una così vasta gamma di emozioni, dalla lussuria alla pietà, dall’invidia al rimorso». Non stupisce allora che oggi, rivisitati nel corpo di Ana de Armas, si tornino a celebrare il mito della diva e le sofferenze della donna che, nella sua breve e sfortunata esistenza, non solo ha interpretato film entrati nella storia, ma è stata ed è tuttora capace di ispirare cineasti di tutto il mondo, ma anche pittori, musicisti, scrittori, fumettisti, tutti egualmente avvinti al suo magnetismo insuperabile. Impossibile qui citare tutti gli omaggi extracinematografici a lei dedicati: tra i tanti ricordiamo i Twenty-five Colored Marilyns e il Marilyn Diptych realizzati da Andy Warhol, la Wrapped Magazine Marilyn di Christo e Mao Monroe di Salvador Dalí. A dimostrare l’universalità di Marilyn gli omaggi che ha ricevuto trascendono generi e confini. Tra i riferimenti più curiosi al mito ricordiamo l’episodio 23 della stagione 4 del Muppet Show, dove Miss Piggy e Carol Channing cantano DiamondsareaGirl’sBestFriend riprendendo la scena di Gli uomini preferiscono le bionde del 1953 (rivisitata anche da Madonna in un suo videoclip) e il fumetto Dead Presidents di Brian Posehn, Gerry Duggan e Tony Moore del 2013, dove Deadpool è chiamato ad uccidere le versioni zombie dei presidenti degli Stati Uniti Washington, Lincoln F.D. Roosevelt e, quando tocca a JFK, inevitabilmente si trasforma in Marilyn prima di eliminarlo, strizzando l’occhio a un contrappasso legato alla vulgata che vuole la povera Marilyn “suicidata” proprio a causa della sua relazione con Kennedy. Nella musica non si può non citare The Jean Genie di David Bowie e Candle in the Wind, che Elton John ha in seguito riadattato per il funerale di Lady D, ma anche Applause di Lady Gaga, Who Killed Marilyn? dei Misfits, Celluloid Heroes dei Kinks senza dimenticare che esiste un gruppo metal chiamato Norma Jean, a celebrare il vero nome di Marilyn. La sua più gioiosa reincarnazione è però nella sesta espansione del videogioco The Sims, nel quartiere Studios dove, se si è in possesso dell’espansione superstar, Marilyn apparirà nelle feste più scatenate, a bordo di una limousine rosa, inseguendo il sogno digitale di una vita eterna. n
L’arrivo al Lido di Ana de Armas, protagonista di Blonde nei panni di Marilyn Monroe. DI OSCAR COSULICH
Andrew Dominik, regista di Blonde, aggiungendo che «il film si concentra molto sul rapporto di Norma con se stessa e con quest’altra persona, Marilyn, che è al tempo stesso la sua armatura e la cosa che mi naccia di consumarla». Quello del regista e scrittore neozelandese è un felice ritorno in concorso alla Mostra di Venezia dopo che, nel 2007, The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford, aveva permesso a Brad Pitt di aggiudicarsi la Coppa Volpi. Nel 2012 Do minik ha poi portato Killing Them Softly concorso a Cannes, prima di tornare a Venezia fuori concorso nel 2016, con One More Time With BlondeFeeling , scritto e diretto da Dominik do l’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates dopo l’anteprima veneziana sarà su Netflix dal 23 settembre dove, ed è la prima volta in asso luto per un Netflix Original, sarà marchiato dal divieto di visione ai minori di 17 anni. «Abbiamo lavorato su questo film molte ore ogni giorno, per quasi un anno», ha raccontato Ana de Armas, «Ho letto il romanzo di Joyce Carol Oates, studiato centinaia di fotografie, di video, di registra nimoaazioniaudio,difilmati,tuttoquellosucuisonoriuscitametterelemani.Tuttelescenedelfilmsonoispirateimmaginiesistenti.Passavamoinrassegnaognimidettagliodiognifotografiaediscutevamocosastesseavvenendoquandolafotoerastatascattata.Laprimadomandaerasempre:“CosastavaprovandoquiNormaJean?”.Volevamoraccontareillatoumanodellasuastoria.LanotorietàèquellocheharesoMarilynlapersonapiùvisibilenelmondo,maèanchequellocheharesoNormaJeanlapiùinvisibile».AnadeArmashadonatotuttasestessaaMarilyn,mostrandounimpegnoinstancabile:ognimattinadei
«Marilyn era una donna pro fondamente traumatizzata e quel tipo di trauma esige
MITOMARILYNIMMORTALE CHECK-IN
BLONDE
47 giorni delle riprese passava tre ore al trucco e parrucco prima di poter andare sul set dove era chiamata a interpre tare scene emotivamente estenuanti (per non parlare dello sforzo effettuato per nasconde re l’accento cubano). La sua interpretazione ha impressionato Dominik, che ha dichiarato di essere stato «molto fortunato ad avere dibravissima.Anaperchéèingradodifarequalunquecosa.ÈstataCoglieval’essenzadiMarilyninunattimo,dimostrandounasensibilitàafiordipelleecomprendendotuttelemierichieste.GrazieallapresenzaAnaogniscenaprendevavita» n
SALA DARSENA FAR 25FESTIVALFILMEAST UDINE–ITALY 21–29 APRIL FAREASTFILM.COM2023 FAR FAREASTFILM.COM21–UDINE–ITALY25FESTIVALFILMEAST29APRIL2023 in Mostra79ª MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA n. 9 giovedì 8 settembre 2022
DI TIZIANA LEONE Angelina Jolie, Nanni Moretti, Pietro Castellitto, Paola Cortellesi, Saverio Costanzo, sono soltanto alcuni degli artisti che hanno scelto Cinecittà per girare i loro nuovi film. «Abbiamo produzioni internazionali, italiane, produttori indipendenti, streamers, majors – sottolinea Nicola Maccanico , amministratore delegato di Cinecittà – Presto arriverà anche M, la serie tratta del libro di Scurati. Puntiamo a chiudere il 2022 in attivo». Il grande passato di Cinecittà passa attraverso il futuro di una realtà industriale in grado di competere con i grandi studios internazionali. «Oggi ci sono 11 produzioni che lavorano, a Cinecittà entrano 2500 persone al giorno – sottolinea Maccanico – Stiamo lavorando su innovazione tecnologica e sostenibilità, due elementi fondamentali per essere protagonisti ancor di più nel mercato». L’uso di pannelli solari, l’attenzione sullo spreco energetico, l’impatto zero, non sono questioni di moda, ma di concorrenza, perché solo riuscendo a stare al passo con le richieste “green”, Cinecittà potrà aumentare le sue produzioni. «L’obiettivo è di raggiungere l’impatto zero in 10 anni», aggiunge Maccanico, convinto anche che servano più spazi, perché i metri quadrati a disposizione sono tanti, ma non abbastanza. «I 19 teatri che Cinecittà ha la mettono all’avanguardia rispetto alla media - afferma – Ma c’è bisogno di teatri più grandi, per questo ne costruiremo cinque nuovi, oltre che ristrutturane quattro. In questo modo la nostra capacità produttiva aumenterà del 60%. Entro giugno 2023 assegneremo le gare, per completare i lavori entro il 2026» di allargarsi su altri terreni, bisognerà aspettare le decisioni del Comune di Roma. «Abbiamo un contratto di pre-acquisto conclude Maccanico riusciremo a portarlo a casa costruiremo altri otto teatri di posa, ma la fase istruttoria è piuttosto lunga» n
Mettere a fuoco «l’“altra faccia” delle donne dell’Isis,smontandounanarrazioneportataavantisiada loro stesse sia dai media occidentali»: questo l’obiettivo dichiarato della giornalista e regista Benedetta Argentieri col doc The Matchmaker, fuori concorso a Venezia 79. Il film punta perciò a indagare il fenomeno delle donne che dai Paesi occidentali hanno scelto di aderire allo Stato Islamico, senza cadere negli «stereotipi che le vogliono o vittime, possibilmente di un uomo, oppure fanatiche che inneggiano alla jihad». Cuore dell’indagine sono le sette ore di intervista che Argentieri, in un campo di detenzione siriano, ha realizzato a Tooba Gondal . Ovvero, la ragazza fuggita da Londra a 21 anni diventando “ The ISIS Matchmaker ”, molto attiva sui social media tra il 2014 e il 2017 e accusata di aver reclutato almeno dodici donne occidentali, tra cui delle minorenni, partite per sposarsi in Siria con miliziani del Califfato. Ne emerge il ritratto di «una donna che ha fatto una scelta radicale di cui si assume la responsabilità, ma fino a un certo punto. E che cercava anche di usare a suo vantaggio me e la mia telecamera per uscire dalla prigionia», spiega Argentieri . Che aggiunge: «Come regista ho cercato di capire, senza giudicare. Io non voglio dare risposte, voglio raccontare una storia, poi gli spettatori si faranno la loro idea». Ai recenti avvenimenti in Medio Oriente, la filmmaker ha già dedicato diversi lavori. Tra questi, i doc Our War (2016, co-diretto con Bruno Chiaravallotti e Claudio Jampaglia), sulle combattenti internazionali unitesi all’YPG in Siria per fronteggiare l’ISIS, e I Am the Revolution (2018), su tre diversi casi di donne in lotta per la libertà e l’uguaglianza in Afghanistan, Iraq e Rojava. Em. Bu. THE MATCHMAKER Italia, 2022. Regia Benedetta Argentieri. Durata 1h e 28’.
SICCITÀ DI VANIA AMITRANO La pandemia ci ha ricordato - tra le altre cose - quanto sia delicato ed essenziale il rispetto dell’equilibrio tra uomo e natura: con Siccità, Fuori Concorso a Venezia 79, il regista Paolo Virzì ha voluto cogliere e rappresentare questo fondamentale aspetto. Nel suo film, ambientato a Roma in un’epoca non troppo distante dal presente, la popolazione è afflitta da tre anni di assenza di pioggia . Il cineasta toscano, coadiuvato nella sceneggiatura dai suoi ormai storici colleghi Francesca Archibugi e Francesco Piccolo e da Paolo Giordano , scrittore e autore di due saggi sul nostro tempo e sul COVID-19, ha voluto interrogarsi su ciò che potrebbe accadere nel prossimo futuro dopo la pandemia, senza sapere quanto profetico, almeno in parte, sarebbe stato il suo sguardo. In una capitale afflitta dalla sete e dai divieti imposti a causa della siccità, i personaggi, in bilico tra paura e follia, conducono
THE MATCHMAKER
DAILY n. 9 - GIOVEDÌ 08.09.2022 p. 3in Mostra
MACCANICO: “CINECITTÀ MOTORE DI SVILUPPO”
Una «metafora concentrazionaria che non potrebbe essere più rappresentativa dell’Iran di oggi»: così il Direttore di Venezia 79 Alberto Barbera ha definito Beyond the Wall (Shab, dakheli, divar), il primo dei due film iraniani in concorso alla Mostra. E quel Paese (insieme all’Ucraina in guerra) gode di un focus politico privilegiato al Festival di quest’anno, dopo la stretta repressiva del governo locale che ha arrestato a luglio tre dei suoi maggiori registi, tra cui l’altro cineasta in gara per il Leone d’oro, Jafar Panahi. Beyond the Wall, invece, porta la firma di Vahid Jalilvand , nome tutt’altro che nuovo al Lido. Dove si è affermato nella sezione Orizzonti, con Chaharshanbeh, 19 Ordibehesht (2015, primo lungometraggio di finzione dopo oltre trenta documentari) e soprattutto Il dubbio – Un caso di coscienza (Bedoune tarikh, bedoune emza, 2017). Al centro di quest’ultimo, un medico forense e un padre indigente, entrambi angosciati dal sospetto di aver causato involontariamente la morte di un bambino. Un drammatico apologo tra legge, morale, scienza e diseguaglianze di classe, vincitore del Premio Orizzonti alla regia e all’interpretazione di Navid Mohammadzadeh . E ritroviamo l’attore in Beyond the Wall, nel ruolo di Ali, un uomo cieco che, dopo aver tentato invano il suicidio, scopre che nel suo appartamento si è rifugiata Leila ( Diana Habibi ), ricercata dalla polizia. La donna soffre inoltre di epilessia ed è angosciata per la sorte del figlio di quattro anni, smarrito durante una protesta operaia finita nel caos. Nel cast torna anche l’altro protagonista de Il dubbio, Amir Aghaei . Insieme a No Bears di Panahi (alla Mostra il 9 settembre), il nuovo film di Jalilvand è dunque un’occasione per riflettere sulla società iraniana e sostenerne il cinema più coraggioso, in un momento particolarmente difficile per gli artisti invisi al regime degli ayatollah, come conferma il recente attentato allo scrittore Salman Rushdie. n BEYOND THE WALL Shab, dakheli, divar, Iran, 2022. Regia Vahid Jalilvand. Interpreti Navid Mohammadzadeh, Diana Habibi, Amir Aghaee. Durata 2h e 6’. le proprie esistenze legati da un destino beffardo e tragico Dopo il viaggio intimo di Ellah e John, presentato in Concorso a Venezia 74, Virzì torna alla Mostra del Cinema con un film corale, come il regista ci ha più volte abituato, interpretato da un cast ricco di star. Monica Bellucci, Sara Serraiocco, Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Claudia Pandolfi, Tommaso Ragno, Vinicio Marchioni, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli e molti altri sono i protagonisti di storie che si sfiorano soltanto tra loro, accomunati, però, da una disperata condizione che appiana le differenze. «Una galleria di personaggi ugualmente innocenti e colpevoli – spiega Virzì -, un’umanità spaventata, affannata, afflitta dall’aridità delle relazioni, malata di vanità, mitomania, rabbia, che attraversa una città dal passato glorioso come Roma, che si sta sgretolando e “muore di sete e di sonno”». Luca Bigazzi , direttore della fotografia, ritrae una Roma assolata, riarsa, ingiallita, in cui anche il Tevere si è trasformato in una polverosa discarica e in cui la siccità si riflette sui volti stessi dei suoi abitanti, sudati, ma inariditi nello sguardo. n
THE WALL DI EMANUELE
BEYOND BUCCI
«Sì, ma la musica del corto - scherza Valentina - è una musica che sostiene la storia...abbiamofattodeiproviniperscegliereilcompositore».
L’ITALIA E IL MONDO
NEL PALMARÈS DI SON OF A PITCH
C’è il cinema italiano , ma ci sono anche l’ Iran , il Kyrgyzstan e Taiwan tra i vincitori della II edizione di Son of a Pitch , il concorso internazionale per corti realizzati da registi Under 30. Li hanno annunciati all’Italian Pavilion Pierfrancesco “Pif” Diliberto e il montatore Premio Efa de La grande bellezza Cristiano Travaglioli Luisa al mare di Giuseppe Caponio si aggiudica il Premio Territori invisibili, di confine e di domani. Miglior corto Shhh! di Shamir Raiapov. Tra i 1000 titoli in gara si sono affermati anche The Pitman di Neja Haji Mirzaei (Miglior regia), The Only Woman di Ehsan Solgie (Premio Intercultural), Shine on Us di Shang-Yan Jiang (Premio del Pubblico e Premio Sostenibilità) e Outlaw di Yu-Ching Ling (Premio Futuro).
HUGH JACKMAN: “Come genitori siamo terrorizzati dalle scelte che facciamo per i nostri figli. Io ne ho due, hanno 17 e 22 anni e con loro condivido la mia vulnerabilità. Essere padre significa anche commettere LAURAerrori”DERN: "Quando ci si sente soli e impotenti, ci si può rivolgere a molti che ci sono già passati. Dobbiamo coinvolgere la comunità nella conversazione sulla salute mentale, anche se a volte ci sentiamo isolati: è la dualità dell'essere umano."
VANESSA KIRBY: "In The Son i personaggi non sono in grado di parlare di ciò che accade dentro di loro: è stata una delle cose più dolorose da interpretare. Florian Zeller è un maestro nel catturare le cose inconsce e represse".
ora ho fatto la colonna sonora di un cortometraggio che è quello di Valentina che si chiama Essere oro». Da dove arriva l'idea? «Ungiorno,Valentinahacominciato a scrivere una sceneggiatura che è sgorgata così, dal nulla. Ha pensato di farne la regia e dall’idea iniziale di un lungometraggio, che faremo in futuro, è partita con un cortometraggio che è un gioiello di 15’ che per ora non si può vedere» «È stato scelto da due festival - aggiunge Valentina Cenni - cerchiamodicapireche vita avrà. È la storia di una bambina che cerca di rimettere in ordine il suo nido familiare che è stato distrutto da dei temporali emotivi... Ma Essere oro è anche un augurio, essere luce di fronte al dolore, alla morte. Essere un faro nella notte» E il lungometraggio? «Quellononvediamol’oradifarlo,èunastoriabellissimaaggiunge Bollani - manonhanullaachevedereconlastoriadelcortometraggio»
La colonna sonora giusta è naturalmente fondamentale per un film. «Ho sentito le musiche di Nino Rota prima di vedere i film per le quali erano state scritte - racconta Bollani - Quando poi ho visto i film di Fellini ho avuto la conferma di quello che avevo già pensato solo ascoltando le musiche. “Si certo, era proprio quello che immaginavo”, mi dicevo. Non capivo quello che voleva raccontare il film ma le atmosfere che voleva evocare erano chiarissime» Un’alchimia perfetta che capita anche altre volte. «Come tra Bernard Hermann e Alfred Hitchcock, ognuno tira fuori il meglio dall’altro. Oppure Sergio Leone e Ennio Morricone. Ho fatto due esempi scontati ma mi sento però di suggerire anche un altro connubio perfetto, quello tra Roman Polansky e il pianista jazz polacco Krzysztof Komeda. Musiche bellissime anche da sole, ma con le immagini sono perfette» n
ORE 12.00. SALA LAGUNA: Incontro con lo sceneggiatore Alessandro Camon che al Lido accompagna The Listener diretto da Steve Buscemi ORE 12.00. CAMPARI LOUNGE: Next Ge neration Awards. Mi Hub Agency premia una nuova generazione di talenti con il Next Generation Awards. Premi a Nicolas Mau pas, Carolina Sala, Matteo Oscar Giuggioli, Amanda Campana.
LE FRASIdel giorno
ORE 15.00. SALA TROPICANA 1: La riviera di Ulisse. Undici comuni del basso Lazio riuniti presentano le bellezze del proprio territorio. ORE 16.00. SALA LAGUNA: Incontro con Edgar Reitz in occasione del restauro del la serie Heimat 2. A seguire proiezione di Heimat 2 e Herman (episodio 1) e Juan (episodio 2).
Paolo Virzì il commento più ironico. «Porto Siccità in Laguna, ma mi hanno detto che dovrebbe piovere». Il regista, appena sbarcato al Lido, è arrivato alla premiazione sorridente, carico di applausi, gli stessi che la sala ha tributato a Gianni Amelio , felice di ricevere il premio per il Miglior film Giuseppe Tornatore ha inviato un video saluto alla platea di Venezia, lì dove il suo Ennio è nato. «La vita di Ennio è cominciata l’anno scorso proprio a Venezia, ricevere questo premio è doppio motivo di orgoglioperme». Un orgoglio diverso per Ricky Tognazzi , autore de Lavoglia matta di vivere, dedicato al padre. «Questo premio va a Ugo – ha ammesso -. Realizzare questo doc mi ha consentito di conoscerlo meglio» Premio speciale per le testate giornalistiche a Ciak, al cui party, sostenuto anche da sponsor come Campari e Pata , hanno partecipato ieri sera gran parte dei vincitori del premio Starlight . Nel numero di domani tutti i dettagli. Lo Starlight International Cinema Award è andato anche realtà impegnate nel sociale. Il premio è realizzato da Zaccaria Comm. e Sileo Prod. di Francesca Rettondini, con Apei - Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana, presieduto dallo chef Iginio Massari. Tangoo, digital media partner, ha scelto di consegnare il premio Tangoo per il cinema, creato da Rosa Mundi, fra gli artisti selezionati per la Biennale Arte Venezia 2022. Tiz. Leo. RAGNO, CIAK TRA I VINCITORI DELLO STARLIGHT
AMELIO,
TOGNAZZI E
DI BIAGIO COSCIA
APPUNTAMENTI H
in Mostra H
ORE 10.30. SALA TROPICANA 1: Premio speciale a Edgar Reitz, regista dell’opus Heimat. Una iniziativa della Fondazione Ente dello Spettacolo e Giornate degli Au tori. Con Davide Milani, Gianluca Arnone, Giorgio Gosetti.
A Gianni Amelio il premio per Miglior Film per Il Signore delle formiche, Tommaso Ragno Miglior attore per le sue interpretazioni in Ti mangio il cuore e Siccità, a Paolo Virzì e Aurora Quattrocchi il Premio alla carriera , mentre hanno ricevuto riconoscimenti speciali Ricky Tognazzi per il documentario sui 100 anni della nascita del padre Ugo e Giuseppe Tornatore per Ennio. Questi alcuni dei premi consegnati nel corso della cerimonia dello Starlight Internationl Cinema Award , in una sala gremita e alla presenza del direttore della Biennale Cinema Alberto Barbera. «Dedico questo premio – ha commentato Ragno - a tutte le persone che mi hanno insegnato tantissimo e grazieallequalimisonoconvintochepotevofarequestolavoro.Èunlavorochesifatuttiinsiemeeiosonostatofortunato»Èdi
«Sono molto contento di questo premio perché non me lo aspettavo. Non so se prenderlo come un incoraggiamento oppure volevano dirmi “ok, ci hai già convinti”». Scherza Stefano Bollani alla vigilia della consegna del Premio Soundtrack Stars (domani ore 15, Italian Pavilion).
ORE 16.30. SPAZIO INCONTRI: Premio Col laterale Cinema&Arts. Gli host sono Kalam bur Teatro e Ateatro. ORE 18.00. DES BAINS: Il Dopocinema di Cosmopolitan con Fabio Rovazzi, Anna Sa froncik, Marta Losito, Amanda Campana, Valentina Vignali. La musica è quella dell’ar chivio della Cam Records.
«Ilmiorapportoconlecolonnesonore - dice il pianista - èiniziatoquandohovisto Jesus Christ Superstar. Ho pensato che fosse meraviglioso e penso che quella musica collegata a quelle immagini funzioni benissimo ancora oggi». Stefano Bollani con Valentina Cenni dal 5 settembre ha ripreso la trasmissione Viadeimatti n. 0 per Rai 3, ma il pianista è anche autore della colonna sonora de Il Pataffio di Francesco Lagi. «IlfilmdiLagièambientatoinunMedioevoimmaginarioemisonodivertitoascrivereunamusicaperclavicembalo,flautoepercussioni.Poiilfilmprendeunaviamoltointrospettivaeanchemoltodrammaticaealloracominciaadapparireilpianoforteediventatuttomoltopiùcaldo.Misonodivertitomoltoinquestogiocoma
ORE 12.00. SALA TROPICANA 1: About Women. Intervista alla Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metso la. Partecipano Roberto Cicutto e Marino Smiderle.
STEFANO BOLLANI: LA COLONNA SONORA PERFETTA? UNA MAGIA…
ORE 14.00. SPAZIO INCONTRI: 27° Forum FEDIC (Federazione Italiana dei Cineclub). Il futuro del corto d’autore: Filmmaker FE DIC del Cinema indipendente e della Scuola Organizzato da FEDIC (Federazione Italiana dei Cineclub).
ORE 13.30. SALA TROPICANA 1: La ragio ne: Voci e storie a Venezia, le interviste di Fulvio Giuliani. Partecipa Yeman Crippa pri matista italiano campione europeo oro nei 10.000 metri.
ORE 10.00. SPAZIO INCONTRI: Ukrainian Day. Iniziativa per manifestare solidarietà all’Ucraina e un sostegno ai suoi artisti, con particolare attenzione alle condizio ne dell’industria. Con Roberto Cicutto, Alberto Barbera, l’Ambasciatore dell’U craina in Italia, Yaroslav Melnyk, la re sponsabile del National Cinema Institution dell’Ucraina, Marina Kuderchuk e altri.
PER
CAST DI THE SON: HUGH JACKMAN, LAURA DERN, ZEN MCGRATH, IL REGISTA FLORIAN ZELLER E VANESSA KIRBY. STEFANIA SANDRELLI RICEVE IL PREMIO BIANCHI 2022 DALLE MANI DI LAURA DELLI COLLI, PRESIDENTESSA DEL SNGCI, ALLA PRESENZA DI ALBERTO BARBERA
AL LIDO con STEFANO DISEGNI BORGHESE INVENTA IL PIATTO PER VENEZIA 2022
Non solo cinema, Venezia ha anche il suo piatto, creato dallo chef Alessandro Borghese. «È l’ombrina in Barena – racconta – È il piatto che ho dedicato a Venezia e alle sue barene, le piccole dune che affiorano dalla Laguna, fatto con le spezie che qui sono arrivate dall’Oriente».
LIDO CARPET IL
Stefano Disegni Channel E
“Gli occhi mangiano per primi, ma è nella bocca che il gusto vince” è stampato sul menù del suo ristorante a Cannaregio : una legge che lo chef ha fatto sua anche nella vita, unendo la forma della tv alla sostanza del cibo; l’una non esclude l’altro, in un’evoluzione che non conosce barriere, tanto meno mediatiche. La cucina come il cinema è sempre più una forma d’arte , i piatti come film, nati dalla fantasia di chef che, come cineasti, danno forma ad opere che chiamano per nome, in attesa di una recensione che verrà, rigorosamente a base di stelle e di gusto personale. Tiziana Leone
DAILY n. 9 - GIOVEDÌ 08.09.2022 p. 5in Mostra
LAND RED
Gli ingredienti sono un mix di mare come il trancio di ombrina, di terra come la bietola alla brace e la crema di mandorla e di spezie come curry verde, tahina di sesamo nero e tamarindo, con l’aggiunta di olio all’erba cipollina e olio all’aneto.
人 间 喜 剧 From 28.08 to 27.11.2022 Every day except Tuesday 10 am - 6 pm Abbazia di San Giorgio Maggiore, Isola di San Giorgio, Venezia Tomomotdesign Ai Weiwei LA COMMEDIA UMANA MEMENTO MORI thanks to in partnership with
The only icons of American pop culture that can compete with Marilyn are, according to The Guide to United States Popular Culture, Elvis Presley and Mickey Mouse. Because, quoting the guide, “no other star has ever inspired such a wide range of emotions — from lust to pity, from envy to remorse”. It is not surprising. Today the myth of the diva is celebrated and embodied by Ana de Armas in Andrew Dominik’s Blonde. But we also have to remember the sufferings of the woman who, in her short and unfortunate existence, not only starred in films that made history but was and still is capable of inspiring filmmakers from all over the world, as well as painters, musicians, writers, and cartoonists. All equally gripped by her unsurpassed magnetism. It is impossible to mention all the extra-cinematic tributes dedicated to her: among the many are the Twenty-five Colored Marilyns and the Marilyn Diptych made by Andy Warhol, Christo’s Wrapped MagazineMarilyn and Salvador Dalí’s Mao Monroe Demonstrating Marilyn’s universality, the tributes she received transcend genres and boundaries. There are many curious references to the myth. Episode 23, season 4 of The Muppet Show: Miss Piggy and Carol Channing sing Diamonds are a Girl’s Best Friend, reprising the scene from 1953’s Gentlemen Prefer Blondes (also revisited by Madonna in one of her video clips). In the 2013 comic book Dead Presidents by Brian Posehn, Gerry Duggan and Tony Moore, Deadpool must kill zombie versions of U.S. presidents Washington, Lincoln, F. D. Roosevelt. When it is JFK’s turn, Deadpool inevitably transforms himself into Marilyn before eliminating him, winking at a counterpoise related to the vulgate that wants poor Marilyn “committed suicide” because of her relationship with Kennedy. In music, we cannot fail to mention David Bowie’s The Jean Genie and Candle in the Wind, which Elton John later repurposed for Lady D’s funeral. But also Lady Gaga’s Applause, Who Killed Marilyn? by the Misfits, Celluloid Heroes by the Kinks, and a metal band called Norma Jean, celebrating Marilyn’s real Hername.most joyous reincarnation, however, is in the sixth expansion of The Sims video game, in the Studios neighbourhood where, if you have the superstar expansion, Marilyn will appear at the wildest parties, riding in a pink limousine, chasing the digital dream of eternal life. n Davide Di Francesco (web), Tiziana Leone - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Vania Amitrano, Giulia Bianconi, Mattia Pasquini - Foto: Maurizio D’Avanzo Stampa: CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it
ACQUA E ANICE
SALA DARSENA MARILYN IMMORTAL MYTH BY OSCAR COSULICH GUERRE STELLARI F. Ferzetti L’ESPRESSO A. Finos REPUBBLICA P. Mereghetti IL DELLACORRIERESERA M. Mancuso IL FOGLIO F. Alò IL MESSAGGERO A. De Grandis IL GAZZETTINO F. Pontiggia IL QUOTIDIANOFATTO M. Gottardi LA VENEZIANUOVA F. Caprara LA STAMPA P. Armocida IL GIORNALE C. Piccino IL MANIFESTO MEDIA WHITE NOISE HH½ HHH½ HH HHHHH HH½ HHH HH HHH HH½ HH½ HH½ 2,8 TÁR HHH½ HHHH HH½ H HHH½ HHH H HHH½ HHH½ HHH HH 2,8 BARDO HH HHH½ H HHH HHHH H HHH HH HHH HHHH½ HH 2,6 BONES AND ALL HHH HHHH½ HHH HHHH HHHHH HHHH HH½ HHH½ HHHH HHHH HHHHH 3,9 ATHENA HHH HHH½ H HHHHH HHH HHH HH HHHH HHHH HHH½ H 3,0 UN COUPLE HHH½ NP HHH½ H H HH½ H NP HH HHH HHHHH 2,5 ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED NP NP HHH½ NP HHH½ HH½ HHH½ HHH HHH HHH NP 3,1 MONICA HH HHHH HH H HH HHH½ HHH HHHH HHH½ HHH½ HHH 2,9 ARGENTINA, 1985 HHH½ HHH½ HHH½ HHHH HHHH½ HHH HH½ HHH½ HHHH HHH HH½ 3,4 THE WHALE H½ HHH HH HH HH½ HHH½ H½ HHH½ HHH HH½ HH½ 2,5 LES ENFANTS DES AUTRES HH HHH HH HHH HH½ HH½ H½ HH½ HH½ HHH H½ 2,4 L’IMMENSITÀ HHH HHHH HH½ HH HHH H½ HH HH HHH½ HHH HHH 2,7 LOVE LIFE HHHH HHHH HHHH½ HHH HHH HHH HHH½ HHH HHH½ HHHH HH½ 3,5 THE BANSHEES OF INISHERIN HHH½ HHHH½ HHHH HHHHH HHHH HHHH HHHH HHHH HHH½ HHH½ HH 3,8 THE ETERNAL DAUGHTER HH½ HHH H½ H HH HH HHH H½ HHHH HH½ HH½ 2,3 IL SIGNORE DELLE FORMICHE HHHH HHHH HHHH HH½ HHHH HHH HH½ HHH½ HHHH HHH½ HH 3,4 SAINT OMER HHHH½ HHH HHHH½ HHH HHHH HHH½ HHHH HHH HHHH HHH½ HHHH 3,7 THE SON HH HHH HHH HH H½ HH H HHH HH½ HH½ HH 2,2 HHHHH LA PERFEZIONE ESISTE HHHH DA NON PERDERE HHH INTERESSANTE HH PREGI E DIFETTI H DIMENTICABILE NP VOTO NON PERVENUTO in Mostra Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo,
THE DAMNED DON’T CRY Les damnés ne pleurent pas, Francia Belgio Marocco 2022 Regia Fyzal Boulifa, Interpreti Abdellah El Hajjouji, Aicha Tebbae, Antoine Reinartz, Durata 110’ Dopo le migliori amiche Lynn e Lucy, in Les damnés ne pleurent pas Fyzal Boulifa racconta Selim e Fatima-Zahra, una madre e una figlia continuamente in fuga e in cerca di un nuovo inizio. Come quello che la madre promette alla figlia, dopo che questa ha scoperto la verità sul proprio passato. Tangeri sarà l’occasione per conquistare un po’ di normalità, e realizzare i loro sogni, anche a costo di incrinare il fragile legame di affetto che le lega e forse rinunciare a certa fiducia infantile. Da un Marocco lacerato da disparità economiche e sociali, lo sceneggiatore e regista britannico - premiato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes per i corti Rate Me e The Curse e nominato come miglior regista esordiente ai British Independent Awards nel 2019insiste nel cercare la speranza nascosta che potrebbe cambiare la vita di tutti noi. Mattia Pasquini
HAVE YOU SEEN THIS WOMAN?
Da li ste videli ovu ženu?, Serbia/Croazia, 2022. Regia Dušan Zorić, Matija Gluščević. Interpreti Ksenija Marinković, Isidora Simijonović. Durata 1h e 19’. Tre situazioni, tre diverse declinazioni dello stesso personaggio, Draginja: in una di esse, trova un cadavere che le somiglia, in un’altra ingaggia un finto marito da mostrare alle amiche, nella terza vaga senza memoria per le strade.
DAILY n. 9 - GIOVEDÌ 08.09.2022 p. 7in Mostra www.ciakmagazine.it Facebook.com/CiakMagazine Twitter.com/CiakMag Instagram.com/CiakMag
Sono le diramazioni di Have You Seen This Woman? (Da li ste videli ovu ženu?) di Dušan Zorić e Matija Gluščević, in gara alla Settimana Internazionale della Critica con questo primo lungometraggio di finzione (dopo diversi corti e doc). Ed è, afferma la Direttrice della SIC Beatrice Fiorentino, il film più «spiazzante di tutta la selezione», dove il corpo è «politico nel suo essere “non conforme”, alla conquista dello schermo e di un suo spazio nel mondo». Per il concorso di SIC@SIC, invece, spazio al corto La stanza lucida di Chiara Caterina. Emanuele Bucci UN NEMICO INVISIBILE Italia, 2022. Regia: Riccardo Campagna, Federico Savonitto Interpreti: Maria Albina Rasman, Duilio Rasman, Giuliana Rasman, Manuel Jarc, Nicolò Giraldi, Filippo Bruno, Claudio Defilippi, Felice Casson Durata: 75’ Il 27 ottobre 2006, Riccardo Rasman, secondogenito di una famiglia di contadini istriani esuli in Italia, viene brutalmente ucciso nella sua abitazione durante un intervento della Polizia. Un nemico invisibile di Riccardo Campagna e Federico Savonitto cerca di esplorare la complessità di una vita familiare distrutta. I genitori di Riccardo, ormai anziani, e la sorella Giuliana cercano giustizia dalle istituzioni, ma continuano a trovare indifferenza. «Da una storia con un forte tema civile ci connettiamo con i territori cercaredicomeancorapiùvastieuniversalidellacondizioneumana,lanecessitàdidareunsensoalladisperazioneunamadreacuivienetoltounfigliosenzaragione-spieganoidueregisti-Ilnostrofilmvuoleessereunabbraccioatuttelepersonechecontinuanoadidareunsensoall’ingiustiziaealdolore» Van. Am.
Interpreti: Stefania Sandrelli Silvia D’Amico Paolo Rossi Luisa De Santis Diego Facciotti, Paolo Cioni, Giancarlo Previati, Stefano Bicocchi aka Vito. Durata: 115’ «Un inno alla vita e alla libertà di scegliere di essere felici», questo è Acqua e anice per il regista Corrado Ceron : un racconto on the road dalla doppia anima che cerca di cogliere gli aspetti più profondi e divertenti dello spirito di due donne. Stefania Sandrelli è Olimpia, leggenda del liscio, che a 70 anni decide di rimettere in strada il furgone della sua orchestra per intraprendere una tournée speciale nei luoghi che l’hanno resa famosa e tra le persone che l’hanno amata. Mentre la giovane Maria, interpretata da Silvia D’Amico , le fa da autista in questo ironico e commovente viaggio. La sceneggiatura è firmata da Ceron insieme a Federico Fava , anche autore de Il signore delle formiche di Gianni Amelio , in Concorso a Venezia 79, e Valentina Zanella , anche produttrice del film. Vania Amitrano
Italia, 2022. Regia: Corrado Ceron