Supplemento al Settimanale Via Vai n.21 del 2 giugno 2017 COPIA OMAGGIO
DEDICATO AI GENITORI E AI BAMBINI DA ZERO A TREDICI
N.4 - GIUGNO 2017
W le Vacanze GIOCHI. FESTE E PASSEGGIATE... È ARRIVATA LA NOSTRA ESTATE
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Natascia Pavani
Supplemento al Settimanale Via Vai n.21 giugno 2017 Promo Studio Editore Rovigo. Via Sacro Cuore 7 Reg. Tribunale di Rovigo n.1/94 del 9/2/94 Direttore Responsabile: dr. Flavia Micol Andreasi Stampa Grafiche Nuova Tipografia Corbola (Ro) Redazione e pubblicitĂ via Sacro Cuore 7 Rovigo tel. 0425.28282 cell. 329 6816510 cell. 342 1330495 cell. 338 8156880 info@viavainet.it seguici su: www.viavaideipiccoli.it FB viavaideipiccoli
Promo Studio Comunicazione
Rossella Rizzi
M.Chiara Ghinato
Direttore Responsabile: Flavia Micol Andreasi Caporedattore Carlotta Ravanello Redazione Elena Montecchio Micol Andreasi Natascia Pavani Rossella Rizzi hanno collaborato Francesco Bedendo Valentina Borella Monica Brenner Chiara Converso Evelin Crepaldi M.Vittoria Dainese Paola De Biase Consuelo Dolcetto Maurizio Fantinato Laura Ferlini Erica Finotti Chiara Govoni Elena Lavezzo Roberta Marinelli Emilia Mazzetto Paolo Milanese Sara Piffer Giulia Romagnolo Barbara Sanna Cristiana Smorgon Alessandra Tozzi Chiara Turolla Paola Zerba Progetto grafico Mariachiara Ghinato PubblicitĂ Franco Ravanello Rossella Rizzi Roberto Samiolo
Carlotta Ravanello
Sommario
Elena Montecchio
Franco Ravanello
Roberto Samiolo
PRIMO PIANO 4. Il fascino della natura 7. Montagna e Mare 9. In vacanza con i nonni 10. Cosa metto in valigia
PARLIAMONE 13. Mangiar bene per crescere sani 14. Educare a Tavola 15. Cibo come una medicina 35. Abitare la scuola
SCUOLA E DINTORNI 32. Il personaggio: Il maestro Paolo 42. Parola di Prof.: il foglio bianco 46. La lettera: Caro via vai dei piccoli
SALUTE E BENESSERE 16. Il pediatra di famiglia: Plagiocefalia 18. W il vasino 19. Rimettersi in forma 46. Il Consultorio diocesano
ASSOCIAZIONI 26. Semel Scout, Semper Scout 45. CSI: A tutto doposcuola
FACCIAMO INSIEME 22. Festa di Compleanno 28. Dino Egg Soap 29. La corsa delle meduse 30. Semifreddo alle fragole
UN LUOGO DA SCOPRIRE 36. Mulino al Pizzon
LETTURE E RACCONTI 38. Il lago delle fate 40. Proposte di lettura
APPUNTAMENTI 47. Il Via Vai dei piccoli, teatro, incontri..
IL VILLAGGIO EDUCANTE Ex-ducere: trarre fuori, ovvero educare. A partire da quando? Da subito, dal primo incontro. E’ lo sguardo d’amore della mamma verso il suo bambino, subito dopo averlo partorito, il primo atto educante. Poi c’è lo sguardo accogliente del papà. Ci sono i fratelli, i nonni, gli amici. Ciascuno di loro ha un ruolo fondamentale nel “trarre fuori” quel bambino. Nel permettergli di diventare autenticamente sé stesso, di scoprire il senso. E arriva il tempo della scuola, dello sport, dell’animazione… e sono ancora sguardi ed è ancora educare. Non si senta escluso nessuno. Perché non è mai stato tanto chiaro come ora: “per educare un bambino ci vuole un villaggio”. Facciamo qualche esempio.
editoriale
Micol Andreasi direttore
Se un genitore ce la mette tutta per trasmettere il messaggio secondo cui l’abito non è la cosa più importante e che è altro ciò che conta davvero, ma a scuola i bambini si trovano a competere quasi quotidianamente su chi indossa la T-shirt più alla moda, di certo il messaggio di quel genitore non andrà a buon fine. Non andrà a buon fine soprattutto perché gli sguardi, invece di cadere sulla persona, cadranno sulla maglietta. E così pure, se l’invito alla cura delle cose e delle persone incontra, durante le passeggiate in città, gli sguardi indifferenti di adulti arrabbiati, parchi dissestati, panchine segnate da parole volgari, marciapiedi sconnessi e pericolosi, quell’invito alla cura cadrà nel vuoto. E se da mamma il mio massimo impegno è garantire la felicità di mio figlio, ma la mia spinta è l’ansia e la paura, di certo non sarò un esempio convincente. E non lo saranno il maestro, la catechista, l’allenatore, se vivranno la loro azione esclusivamente come un dovere ed una fatica. Se invece passeggiando nel parco, posso godere di uno spazio ben curato e persino di una piccola eco-libreria (nel parco di San Pio X a Rovigo c’è), da cui posso prendere e leggere un libro che qualcuno gratuitamente e generosamente ha messo a disposizione di tutti, il messaggio sarà chiaro e indelebile. Lo sarà anche quello passato attraverso lo sguardo di chi saluta amorevolmente tutti quelli che incrocia. Sarà indelebile e chiaro anche il messaggio della nonna che, a sera, allestendo la tavola, vi aggiunge un mazzetto di fiori del suo giardino per rendere ancora più “bella” la cena che si appresta a servire. In fondo il messaggio è una risposta di senso. Una risposta che non arriva con un sms, ma che ogni ragazzo riesce a trarre da sé, attraverso gli sguardi che lo hanno educato. E sono gli sguardi ed i gesti di un intero villaggio. Un villaggio che un senso lo ha trovato davvero. Micol Andreasi
primo piano a cura di
Micol Andreasi
il faSciNo
della
Natura
POLESINE TRA TERRA E ACQUA: UNA VACANZA DA SCOPRIRE Mare, mare, mare quanta voglia di arrivare…recita una vecchia canzone! E senza fare troppa strada ecco che nella bella provincia Polesana ci troviamo luoghi irresistibili e alcune delle spiagge più pulite d’Italia. Quella di Rosolina, detta anche “la Perla del Delta”, ha infatti ottenuto anche quest’anno il prestigioso riconoscimento della Bandiera Blu per il suo mare pulito, la qualità e la ricchezza dei servizi offerti. Si tratta di oltre 8 chilometri di spiaggia attrezzata con stabilimenti balneari, attrattive per i bambini, pronto soccorso e bagnini patentati. La sabbia è sottile ed è anticipata da una profonda e lussureggiante pineta, dove rifugiarsi quando la calura estiva è eccessiva. Nel Parco del Delta del Po, dalla parte veneta, oltre a Rosolina ci sono altre spiagge, alcune dal fascino straordinario. Sono l’isola del Bacucco, Barricata e Boccasette. Al Bacucco, nel comune di Ariano Polesine, si arriva da Gorino Sullam. Qui si può prendere la barca o il traghetto e arrivare dall’altra parte della costa. La chiamano anche l’Isola dell’Amore, perché da sempre i giovani pescatori vi si recano con le loro fidanzate. La Barricata è nel comune di Porto Tolle. Si arriva alla sua spiaggia attraversando un ponte mobile di barche. In realtà si tratta proprio di un’isola posta tra il Po di Tolle ed il mare. A due passi dal suo porto, il paesaggio di qui si fa ancora più suggestivo per la presenza delle cavane, che sono i ricoveri per le barche, e per l’emergere dal mare degli steccati di legno che servono per l’allevamento dei mitili. Qui le chiamano le peociare. Anche la spiaggia di Boccasette è nel comune di Porto Tolle. Si trova su uno scanno, cioè su di un’isola formata da sabbia e modellata dal vento e dalle onde, caratterizzata al proprio interno da una fitta vegetazione e dai canneti. La sua funzione è difendere la laguna dal mare. Anche alla spiaggia di Boccasette si arriva da un ponte di legno, che sovrasta una valle. Nella spiaggia ci sono stabilimenti balneari con bar, ristoranti e servizio di ristoro. 4
Da visitare:
Il regno delle ocarine ocarina
In ognuna delle spiagge del Delta, oltre a godere del mare e della sabbia sottilissima, si gode di una natura ancora poco toccata dalla presenza dell’uomo e da un profumo intenso di salsedine. Verso mezzogiorno o sul far della sera, è il profumo del pesce fresco servito nei punti ristoro della spiaggia a farsi irresistibile e invitante. E’ il pesce del Delta: una delizia che piace ai grandi e fa bene ai bambini. E se la spiaggia dopo i giochi d’acqua e i castelli di sabbia diventa monotona, dall’altra parte del mare, verso la terra, risalendo i rami del fiume Po, che in queste terre trova la sua foce, si entra in una varietà di ambienti che non si finisce di scoprire. Sono le valli, le lagune, le golene, le dune fossili o collinette sabbiose che anticamente erano le linee di costa. In questi ambienti vivono circa 300 specie diverse di uccelli. Tra loro: il cormorano, la cicogna, il fenicottero rosa, l’airone cenerino, il cigno, il nibbio, la pernice rossa, l’aquila di mare, il gabbiano, il martin pescatore, il falco di palude. Quasi 500 sono gli esemplari tra mammiferi, anfibi, rettili. E la vegetazione è ricchissima.
Senza dubbio uno dei luoghi da far visitare ai bambini, dopo una gita al mare nel Delta del Po, è il
Museo laboratorio delle Ocarine di Benvenuto e Giuseppina Fecchio.
Si trova in via Bologna in località Grillara di Ariano Polesine. Inserito nel Sistema museale provinciale, quello di Grillara è secondo in Italia dopo quello di Budrio. Mostra centinaia di ocarine diverse, tutte in terracotta e tutte capaci di intonare suoni diversi. Qualcuno le chiama fischietti, ma in realtà dei fischietti sono la derivazione. Appartengono, infatti, alla famiglia dei ‘flauti globulari’. Le ha create per la prima volta a Budrio il musicista Giuseppe Donati, era il 1836. Ma è certo che strumenti in terracotta capaci di emettere suoni fossero costruiti fin dall’antichità. Le Ocarine esposte a Grillara parlano di un pezzo di storia del Polesine e della famiglia Fecchio, rimasta l’unica in loco a costruirle, e testimoniano di un tempo e di una luogo impastati di terra e acqua e tanti sogni. (www.ocarinedelpo.it)
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moNtagNa mare Su una cosa tutti concordano: che si scelga il mare, la montagna o la campagna, ciò che conta è trascorrere il maggior tempo possibile della tanto agognata vacanza all’aria aperta, a contatto con la natura, lontano dai fumi e dai rumori della città, magari a piedi scalzi. Oltre a permettere al nostro bimbo di fare il pieno di vitamina D, ci libereremo dallo stress accumulato nell’anno. E’ a questo che serve la vacanza. Lasciamo allora la scelta della meta alla preferenza personale di ciascuno, facciamo invece alcune precisazioni circa l’utilità maggiore dell’una o dell’altra in riferimento ai temperamenti dei bambini.
L’aria di montagna fa bene in tutte le stagioni. D’estate è una meta consigliata soprattutto per quei bambini dal temperamento molto vivace. Il clima e le temperature più basse, infatti, li aiutano a rilassarsi e a riposare meglio durante la notte. L’aria rarefatta dell’alta quota age-
vola le vie respiratorie e l’apparato circolatorio. Proprio perché contiene
meno ossigeno, spinge il corpo a compiere inspirazioni più profonde e aumentare il ritmo del respiro, stimolando positivamente i polmoni e i bronchi. Con una percentuale molto bassa di umidità, inquinamento e sostanze allergizzanti, la montagna rappresenta la condizione ideale anche per i bambini che soffrono di asma e affezioni dell’apparato respiratorio. Ma fino a quale altitudine è consentito andare con un neonato o un bimbo piccolo? I pediatri consigliano fino ai 1800-2000 metri. Il cambio di altitudine rende l’acclimatamento per un neonato troppo impegnativo.
per i vivaci
Non dimentichiamo di proteggere i bimbi con la crema solare . Il mare è meta indicata soprattutto per i bimbi un pò più pigri. Sole e spiaggia fanno bene agli abitudinari del pomeriggio sul divano davanti alla Tv e a quelli che tendono facilmente ad ingrassare. Lo spazio ampio della spiaggia permette di muoversi liberamente, giocare, socializzare, fare movimento divertendosi. Inoltre, l’aria ricca di iodio, aiuta a stimolare l’attività della tiroide, ghiandola che controlla la produzione degli ormoni che regolano il metabolismo. Le temperature più alte, stimolano la sete e fanno diminuire la voglia di mangiare cibi pesanti e grassi, a favore di frutta fresca e verdura. Attenzione a non esporre troppo i bimbi al sole. I raggi solari sono particolarmente dannosi tra le 11.30 del mattino e le 17. Anche negli orari più tranquilli è necessario indossare il cappellino, avere la crema solare e magari poter contare sulla disponibilità di un ombrellone.
per i pigri
La campagna o le gite negli agrituri-
smi sono una valida alternativa al mare ed alla montagna. I bambini di qualunque età possono godere di giornate all'aria aperta, di una giusta dose di sole, di un contatto con la natura e gli animali. Attenzione però alle eventuali allergie da contatto (alberi, fiori, foglie, frutta) o respiratorie (pollini, acari, peli di animali)nei bambini predisposti. Tra i tanti vantaggi dell’estate e della vacanza in campagna, al mare o in montagna ce n’è un altro: poter camminare a piedi scalzi. Per
i nostri bambini un vero e proprio esercizio di benessere. Camminare sui terreni con asperità o cedevoli, come l'erba, la terra e la sabbia, serve come momento di sviluppo corretto del piede. Su questi terreni, lasciamo il bambino con i piedi scalzi il più possibile. Siamo in vacanza e ce lo indicano i pediatri!
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UNA SCORPACCIATA DI ENERGIA
iN vacaNza coN a cura di dr.ssa Chiara Govoni
Psicologa Psicoterapeuta
i NoNNi
Estate, tempo di vacanza. O almeno lo è per i bambini, non sempre e contemporaneamente anche per i genitori. In questi casi la presenza dei nonni diventa un vero e proprio salvavita, ancora di più quando sono disponibili a portarsi in vacanza al mare, in montagna, in campagna o semplicemente a casa loro, per qualche giorno, i nipotini. Così mamma e papà, indaffarati e stanchi per il tanto lavoro, riescono a respirare, almeno quando tornano a casa di sera… In vacanza con i nonni, il legame transgenerazionale si rinsalda. La vacanza si traforma in un’occasione per costruire ricordi indelebili e per conoscere meglio i genitori attraverso gli aneddoti ed i ricordi dei nonni. Il distacco dai genitori, inoltre, permette ai bambini di sperimentare un senso maggiore di autonomia. E se qualche genitore obiettasse che c’è il rischio che i nonni vizino troppo i piccoli, è bene che sappia che il ruolo dei nonni è diverso. E’ dovere e prerogativa dei genitori educare alle regole, non dei nonni. E poi, bastano pochi giorni per recuperare le abitudini casalinghe. Comunque sia, prendere accordi con i nonni sugli orari e sulle abitudini da mantenere è fondamentale, ma ricordiamoci che di vacanza si tratta e che proprio per questo qualche sgarro alle regole ci sta. Non diventeranno cattive abitudini. La nostalgia di casa potrebbe condizionare qualche momento della vacanza dei bambini, ma basterà una telefonata per farla passare. La tecnologia aiuta moltissimo. L’importante è non assillare i bambini con telefonate continue o messaggini. Invece di rassicurare e di aiutarli a crescere in autonomia, si trasmette loro un senso di ansia improduttivo. Un consiglio ai nonni in partenza con i nipotini… Giocate con i vostri ragazzi. Lasciatevi andare. Fate i giochi di una volta, imparate i giochi più attuali. Ne beneficerete e tornerete a casa più giovani e felici.
Farmaci: cosa mettere in valigia Una cosa è fondamentale quando si preparano le valigie: non dimenticarsi le medicine necessarie per tutta la famiglia, ma soprattutto: non ESAGERARE portandosi via l'intera farmacia di fiducia! Sarebbe uno spreco! Se il vostro bambino è affetto da una patologia cronica, bisogna accertarsi che i farmaci che utilizza abitualmente siano sufficienti per tutto il periodo di vacanza. Ecco l'elenco valido per i viaggi al mare e in montagna: 1 antipiretico-analgesico come il paracetamolo o l'ibuprofene preferibilmente non in versione supposte 2 crema antistaminica, utile per lenire il bruciore da punture d'insetto e antistaminico in gocce per eventuali reazioni allergiche o per attenuare l’eritema solare 3 crema per ematomi da traumi 4 un farmaco anticinetosico in sciroppo o in gomma da masticare, se il vostro bambino soffre di mal d'auto, nave o aereo 5 un prodotto antidiarroico e sali reidratanti/ fermenti lattici in bustine in caso di vomito e/o diarrea, per evitare la disidratazione; 6 repellenti per zanzare; 7 antisettico per uso topico: cerotti, salviette disinfettanti 8 un termometro elettronico 9 prodotto a base di ammonica, in caso di irritazioni causate dalle meduse e non dobbiamo assolutamente dimenticare le creme solari! 9
coSa
fashion a cura di
Rossella Rizzi consulente d’immagine
metto in
valigia?
Care mamme, state finalmente per partire con i vostri bambini per la tanto attesa vacanza e alle prese con il solito grande dubbio: cosa metto in valigia? Ecco alcuni piccoli trucchi per avere la valigia perfetta: Preparare una Lista! Le liste sono il primo segreto per avere tutto sotto controllo: giorno per giorno scrivere su un foglio il look da indossare durante la giornata e per la sera, comprese le scarpe, bijoux ed accessori abbinati. Butta tutto sul letto! Prima di cominciare a preparare la valigia mettete tutti i vostri look sul letto e controllate, con lista alla mano, che ci sia tutto. Così riuscirete a capire se i look che avevate pensato hanno bisogno di un'aggiustatina o se possono funzionare. Poi..si comincia! Le scarpe per prime Sul fondo della valigia posizionate le scarpe, incastrandole una opposta all’altra come nelle scatole e, se delicate, avvolte in un sacchetto. Posizionatele ai lati, lungo i bordi della valigia. Non piegate, arrotolate! Una delle cose fondamentali è come riporre gli abiti. Arrotolando i vari capi anzichè piegarli, la valigia risulterà più ordinata e riuscirete a riempire anche gli spazi vuoti, nei quali potrete posizionare costumi e biancheria intima.
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Per primi i capi più pesanti A questo punto potete iniziare con il primo strato con i capi con tessuti più pesanti che non si stropicciano facilmente, come pantaloni e jeans. T-shirt e bluse A questo punto inserite nella valigia le tshirt arrotolate e le bluse o camicie più eleganti per la sera. Accessori e trucchi Non usate un solo beauty-case che vi occuperà solo tanto spazio ma munitevi di tanti piccoli flaconcini e di piccole trousse che potete usare per riempire eventuali buchi vuoti. Vestiti e foulard L’ultimo strato è dedicato agli abiti dai tessuti leggeri che si stropicciano facilmente e infine stendete un foulard di cotone coprendo tutto, in modo tale che la cerniera della valigia non si inceppi rovinandovi vestiti preziosi. I must have da portare sempre con voi: • il LITTLE BLACK DRESS, l’abitino nero che vi salva in ogni situazione che potrete utilizzare anche in due sere diverse semplicemente cambiando gli accessori e il capo spalla! • un BLAZER o CARDIGAN per le serate più fresche e per proteggervi dall’aria condizionata nei ristoranti • una POCHETTE CON TRACOLLA, comoda e non ingombrante che potrete usare di sera per le vostre passeggiate • una BORSA CAPIENTE per il mare o uno zainetto per il giorno per le passeggiate in montagna o al lago • SANDALI BASSI per il giorno e un paio con crystal gioiello per la sera • una SCARPA CON TACCO per eventuali serate di Gala o a tema, spesso organizzate da alberghi o stabilimenti balneari!
E per i vostri bambini? A partire dai 5, 6 anni è utile (e anche divertente) che il bambino abbia una sua piccola valigia o uno zainetto che si preparerà e trasporterà da solo, per imparare a scegliere cosa portarsi calibrando anche le sue forze. Oltre a seguire i piccoli consigli suddetti, ricordatevi di mettere sempre in valigia: • pigiamino • magliette almeno due al giorno • pantaloni e gonnelline almeno 3 • vestitini o completini più eleganti per la sera, per una festa in hotel o una passeggiata lungo mare, almeno 3 • body, canottiere e calzini • felpa o maglioncino con il cappuccio (protegge orecchie e collo dall’aria condizionata). • scarpe da tennis • sandalini (se andate al caldo) • costume da bagno e accappatoio. • crema solare per il mare e la montagna Capi e accessori strategici e multiuso: • bandana (che può diventare cappello, sciarpa, cintura) • copertina o sciarpona da usare come telo o base per il gioco. Gli indispensabili per affrontare il viaggio: biberon, ciuccio (se lo usa), pannolini, merendina, un maglioncino, salviette umidificate, una bottiglia d'acqua, il gioco preferito, fiabe registrate o cd di musica per bambini, copertina. Chewin gum o caramelle gommose per aiutare a compensare ed evitare il mal di orecchio in aereo o sulle strade di montagna. Eccoci pronti a partire, finalmente! La vacanza sarà impegnativa con i bimbi ma non lasciatevi scoraggiare: sfoderate il vostro sorriso, l'unico accessorio che si abbina con tutto!
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parliamone
ALIMENTAZIONE a cura di
Erica Finotti Biologa Nutrizionista
mangiar bene PER CRESCERE SANI La parola dieta significa “stile di vita” e quindi anche equilibrio alimentare. Deve essere intesa come quella corretta alimentazione che garantisce un’armonica integrazione sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo dei cibi ottenendo un apporto adeguato di energia e di nutrienti che è in grado di prevenire sia carenze (condizione di sottopeso)che eccessi nutrizionali (condizione di sovrappeso). Ricordiamoci che in natura esistono tutti gli alimenti per il fabbisogno umano! Perché i nostri bambini diventino degli adulti sani e forti dobbiamo assicurare loro un’alimentazione equilibrata e varia accompagnata sempre da un’attività fisica costante e non è un caso (lo dico quotidianamente ai genitori) che questi siano i capisaldi della dieta mediterranea. Le diete vegetariane e vegane si possono percorrere ma, essendo più impegnative, necessitano di una preparazione specifica e non possono essere affrontate con superficialità. Soprattutto quando si parla di alimentazione nel bambino. Consiglio di rivolgersi ai professionisti della nutrizione Non dimentichiamo mai che la fase della vita in cui il bambino imposta e consolida le abitudini alimentari è l’età scolare pertanto è in questo periodo che la famiglia e la scuola devono contribuire allo sviluppo di uno stile alimentare salutare Esempi di merenda nei bambini
La merenda deve solo "ricaricare" e non deve far arrivare il bambino troppo sazio al pasto successivo, ma neanche troppo affamato. Tra la merenda e il pranzo (o la cena) devono passare almeno due ore. Variare spesso la merenda, in modo da variare anche i nutrienti che fornisce scegliendo tra: una porzione di frutta fresca o macedonia, un frullato, una spremuta di frutta fresca, una merendina o un piccolo panino dolce o salato, 3-4 biscotti, pane e marmellata, frutta secca, tazza di latte con cereali o biscotti (attenzione a non esagerare è uno spuntino NON una colazione!), vista l’estate che si avvicina, un gelato (quello artigianale e possibilmente alla frutta!) 12
Errori alimentari comuni Tra gli errori nutrizionali più frequenti spiccano: - Gli eccessi di alimenti di origine animale soprattutto formaggio e carne consumati anche una decina di volte a settimana - Lo scarso apporto di vitamine e fibre dovuto alla mancanza di frutta e verdure, cereali integrali e legumi - Uno scarso consumo di pesce - Il bere spesso bevande zuccherate e gassate Cattive abitudini ricorrenti sono: - Una colazione assente o inadeguata - Una cena troppo abbondante con carenze nel resto della giornata - Il consumare cibi “spazzatura” come snack o patatine - Mangiare nei fast-food con pasti ad elevato contenuto calorico ricchi di grassi saturi, di sale e di conservanti ma poveri di fibre e vitamine
Le regole per una corretta alimentazione 1 - Consumare 5 pasti. L’assunzione del cibo deve essere ripartita in 5 momenti nel corso della giornata: prima colazione, spuntino di metà mattina, pranzo, merenda, cena, senza saltare nessuno dei pasti. 2 - Variare ogni giorno gli alimenti e la loro proporzione per non rischiare eccessi o carenze nutrizionali. Non esiste l’alimento completo in grado di fornire tutti i nutrienti nelle giuste quantità e nei giusti rapporti, ad eccezione del latte nell’alimentazione del neonato nei primi mesi di vita. Indicativamente, la dieta giornaliera deve prevedere un apporto del 20% di proteine, del 20-30 % di grassi e del 50-60% di carboidrati. La giornata alimentare del bambino deve essere distribuita in modo razionale: una buona prima colazione (15% delle calorie totali), uno spuntino leggero (5% delle calorie totali), un pranzo equilibrato (40% delle calorie totali), una merenda nutriente (10% delle calorie totali) e una cena variata (30% delle calorie totali). 3 - Le verdure e la frutta devono essere presenti ogni giorno nell’alimentazione del bambino 4 - Il pane, la pasta o gli altri cereali e patate devono essere presenti in ogni pasto principale 5 - Utilizzare come condimento l’olio d’oliva ed evitare il burro 6 - Bere tanta acqua per il buon mantenimento dell’equilibrio idro-salino 7 - Limitare il consumo di sale così da ridurre i fattori di rischio di sviluppo di ipertensione. 8 - Mangiare in relazione a quanto si consuma. Il fabbisogno energetico varia a seconda dell’età, del sesso, della conformazione fisica, della statura e del tipo di attività che si svolge. Quindi bisogna evitare l’eccessiva introduzione di calorie per prevenire l’eccessivo aumento di peso! 9 - Scegliere metodi di cottura idonei al fine di preservare al meglio il valore nutrizionale degli alimenti (evitare i soffritti, le lunghe cotture e l’utilizzo di sughi e creme complesse). 10 -Aumentare l’esercizio fisico e ridurre la vita sedentaria. La domenica prendete l’abitudine di una passeggiata o “biciclettata” in città o una gita al mare, sui colli o in montagna l’importante è muoversi all’aria aperta
Rischi di una dieta scorretta in età infantile Una dieta non equilibrata e poco varia può contribuire allo sviluppo di sottopeso, sovrappeso o di obesità che causano problemi non solo durante l’infanzia ma possono avere ripercussioni nel corso della vita da adulti. L’obesità pediatrica causa sin dalla tenera età temibili alterazioni ematochimiche (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, insulino-resistenza) e problemi di ordine psicologico (insicurezza, senso di vergogna, isolamento) Spesso i bambini in sovrappeso lamentano dolori muscolari e a seconda del grado di obesità si ha una gravità crescente di quadri di dimorfismi che si sviluppano a causa di un sovraccarico ponderale su strutture che sono sì forti, ma non sono certo “progettate” per mantenere il peso che avrebbe un adulto su una struttura da bambino. La presenza di queste deformazioni, anche quando sono lievi, comporta il manifestarsi di dolore soprattutto nelle situazioni di maggior carico (i giochi dinamici e gran parte delle attività sportive). Il bambino, lamentando dolore, tende a muoversi il meno possibile, il che porta ad aggravare il grado di obesità, instaurando così un circolo vizioso difficile da interrompere; inoltre i bambini obesi presentano un rischio 4-5 volte maggiore di andare incontro a fratture ossee. Per capire se il proprio bambino è in sovrappeso oppure è a rischio obesità consultate il vostro pediatra che, dopo un’attenta visita, vi consiglierà eventualmente di rivolgervi ad uno specialista come il nutrizionista per intervenire su più fronti e risolvere il problema.
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Il pasto consumato tutti insieme, è un momento significativo della vita di una famiglia. parliamone
ALIMENTAZIONE a cura di
Valentina Borella Pedagogista
Alessandra Tozzi Psicologa
educare
a tavola
Costruire un giusto rapporto con il cibo fin dalla nascita è importante per una vita sana in età adulta. L’atto di alimentarsi è un atto complesso; oltre ad essere l’esigenza primordiale di nutrirsi è il risultato dell’interazione di varianti sociali, culturali e psicologiche. Tutti i sensi sono coinvolti nella fase evolutiva alimentare del bambino: vista, olfatto, gusto, tatto ma anche udito interagiscono nella costruzione del rapporto del bambino con il cibo. La presentazione dei piatti, gli aromi, gli odori, i rumori della cucina sono esperienze sensoriali che incrementano il bagaglio del bambino nella sua crescita. L’importanza di consumare i pasti in un ambiente sereno, condiziona il modo in cui viviamo il cibo e il suo “peso” emotivo; basti pensare a quanti momenti importanti della nostra vita sono stati celebrati di fronte ad una tavola imbandita. I referenti per l’alimentazione del bambino che hanno un ruolo importante nel suo sviluppo e nel suo approccio al cibo sono prima di tutto i genitori e la famiglia, gli insegnanti, il servizio di refezione scolastica e le figura professionali quali il pediatra, il 14
medico di famiglia e la dietista. Il pasto consumato tutti insieme, che di solito è la cena, è per molti aspetti un momento significativo della vita di una famiglia. Preparare da mangiare per le persone che ci stanno a cuore ha molte implicazioni: “Si cucina sempre pensando a qualcuno, altrimenti stai solo preparando da mangiare”. Il cibo che cuciniamo per la famiglia, in particolare, per i figli, simboleggia, in un certo senso l’amore e la cura che riserviamo loro. Questo aspetto, implica che molti dei conflitti riguardanti l’alimentazione hanno in realtà origini diverse. Il cibo durante i pasti sta in mezzo a noi e può diventare motivo di conflitti familiari. A volte, naturalmente, il problema è davvero il cibo, o più in generale, l’alimentazione. In fin dei conti, vogliamo che i nostri figli crescano sani e robusti. Ci dimentichiamo spesso delle variabilità. Per esempio, ci meravigliamo, se improvvisamente i bam bini non ne vogliono più sapere delle carote, che fino a quel momento hanno mangiato volentieri, ci affanniamo per trovare spiegazioni di questo comportamento che molto sempli cemente è che i gusti dei bambini
Nulla, a tavola, è più valido del buon esempio.
cambiano. Ciò che possiamo fare come genitori è dedicarci ad una spesa consapevole, facendo in modo che in casa sia disponibile sempre una scelta equilibrata di alimenti. Inoltre, cucinare rappresenta un modo molto concreto, orientato all’azione, di nutrire (in tutti i sensi), la famiglia e di essere presenti per lei. Le regole a tavola sono fondamentali, e fondamentale è che esse siano chiare, costanti e condivise. Se una regola è terminare ciò che si ha nel piatto, sarà nostra accortezza calibrare il quantitativo di cibo nel piatto del bambino per metterlo nelle condizioni di rispettare la regola senza forzare se non ha tanta fame. Il buon esempio è il più autorevole atto educativo che si possa fare a tavola. Contribuisce a creare un’atmosfera piacevole e di condivisione. Da quest’atmosfera non sono banditi i conflitti, l’armonia non si può prescrivere per decreto. Tuttavia, se gli adulti sono educati a tavola, hanno un’alimentazione varia ed equilibrata, apprezzano gli sforzi del cuoco e stanno bene con la loro famiglia, i bambini si adegueranno a questo comportamento.
a cura di
Roberta Marinelli
biologa specializzata
cibocome
uNa mediciNa “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”: sono parole di Ippocrate, il padre della medicina, che ben 400 anni prima della nascita di Cristo, aveva compreso l’importanza dell’alimentazione in rapporto al nostro stato di salute fisico e psichico. Negli ultimi anni si assiste ad un rinnovato interesse per una corretta alimentazione ed è sempre più crescente l’importanza dei nutrienti (minerali, vitamine, acidi grassi…) presenti negli alimenti, come strumento di prevenzione di un gran numero di patologie: l’acido folico ad esempio previene i difetti del tubo neurale nel nascituro, il sale addizionato di iodio previene la massa tiroidea (gozzo), gli omega 3 prevengono patologie cardiovascolari… Nel 1850 Ludwig Feuerbach, celebre filosofo tedesco, afferma che “l’uomo è ciò che mangia”. Troppo spesso presi
dalla vita frenetica ci troviamo a mangiare panini, merendine, bibite e ad imbandire le nostre tavole con pietanze che eccedono nelle calorie, e che il nostro organismo non riesce a bruciare. Iniziano così a scatenarsi una serie di infiammazioni croniche e silenti, innescate da una dieta sbagliata che accelera i processi patologici. Ippocrate osservò che esistevano reazioni avverse agli alimenti dopo l’assunzione di alcuni cibi che si manifestavano con disturbi gastro intestinali e orticaria. Le reazioni avverse agli alimenti oggetto dei nostri studi sono le allergie alimentari propriamente dette reazioni immediate, in cui la sintomatologia (orticarie, riniti, asma, dermatiti...) compare nell’arco di poche ore, mentre nelle intolleranze alimentari o reazioni ritardate i sintomi compaiono anche dopo alcuni giorni a seguito dell’assunzione anche frequente di alcuni
alimenti. In questo caso si possono manifestare sintomi e malattie a carico di qualsiasi organo, apparato o sistema (orticarie, coliti, gastriti, cefalee, obesità…). Nel caso dell’allergia l’alimento individuato dovrà essere eliminato definitivamente dalla dieta mentre nel caso delle intolleranze alimentari, dopo un periodo di astinenza prescritta, potrà essere reintrodotto con gradualità nel regime alimentare. Il test per le intolleranze alimentari si esegue con un semplice prelievo del sangue, che permette di capire, mediante metodiche affidabili, quali alimenti devono essere temporaneamente sospesi dalla propria dieta per un periodo di tempo che dipende dal grado di reazione riscontrata in modo da poter “disintossicare” l’organismo.
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PLAGIOCEFALIA salute & benessere
PLAGIOCEFALIA
a cura di
La prevenzione della plagiocefalia da posizione: tecniche di riposizionamento del neonato
LA VOCE DEL MEDICO
dr. Francesco Bedendo Pediatra di Famiglia
La plagiocefalia o testa obliqua “schiacciata” (dal greco plagio-obliquo e kefalox =testa) è una condizione di sempre più frequente riscontro nei bambini di pochi mesi di vita. Da quando, in seguito alle raccomandazioni suggerite dall’ American Academy of Pediatrics, per la prevenzione della SIDS(morte in culla) a partire dal 1992, i bambini vengono posti a dormire sulla schiena o in alternativa su di un fianco favorendo lo schiacciamento del capo (prevalentemente nucale o parietale). La AAOP ferme restando tutte le raccomandazioni posturali ha richiamato successivamente l’attenzione sull’insorgenza della plagiocefalia posturale; da parte nostra “aggiungiamo” alcuni accorgimenti per prevenire l’insorgenza della PP seguendo le tecniche di riposizionamento.
BONUS ASILO NIDO DA 1000 EURO
Destinato alle famiglie con bimbi nati o adottati dal primo gennaio 2016. Non sono previsti limiti di reddito. 16
Questi accorgimenti permettono di prevenire la PP, evitando l’ instaurarsi di un vizio posturale e di ridurre gli effetti di quelle PP già istauratesi. Serviranno, inoltre, a ridurre: l’ansia dei genitori, preoccupati per possibili danni neurologici, psicologici e fisici permanenti nel loro piccolo bimbo; il costo economico sanitario ed il possibile danno biologico che alcuni accertamenti inappropriati potrebbero comportare. Tanto più precocemente si interverrà, tanto più evidenti e rapidi saranno i risultati estetici e funzionali. Il medico pediatra trarrà vantaggio da questa prevenzione in quanto, se un bambino che ha già praticato queste tecniche di riposizionamento non dovesse ottenere miglioramento, potrà con più forza sospettare una craniosinostosi (grave patologia delle ossa del cranio) ed avere così il tempo per intervenire. L’obiettivo del riposizionamento è quello di incoraggiare il bambino ad appoggiare la testa dove non è già schiacciata e a non creare una posizione abituale tale da provocare un ulteriore schiacciamento della volta cranica. Le domande si potranno presentare dal 17 luglio al 31 dicembre 2017.
E' destinato per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati, per bimbi fino ai tre anni.Può essere richiesto, in alternativa, per il pagamento dell'assistenza a casa per bambini della stessa età affetti da gravi patologie. L'importò verrà erogato con cadenza mensile dall'Inps, in 11 rate da 90,91 euro ciascuna, per un totale di 1000 euro. info: www.inps.it
CONSIGLI AI GENITORI Allo scopo preventivo e in presenza di diagnosi di plagiocefalia posturale, ecco i miei consigli ai genitori: Durante il sonno
• I bambini dovrebbero essere posti sempre supini (sulla schiena) per dormire. Modificate la posizione del sonno disponendo il bambino ai lati opposti del lettino alternando le notti • Riadattate periodicamente la disposizione della mobilia della stanza del bambino (lettino, fasciatolo…). Il neonato è attirato dalla fonte luminosa e tenderà a girare la testa verso la finestra . • Se il bambino succhia il dito proponetegli quello dell’altra mano e coprite la manina che è solito usare. • Quando il bambino è addormentato spostategli la testa dal lato opposto a quello preferenziale, in modo che appoggi la parte non appiattita. Durante la veglia
• Controllate il bambino nel periodo di veglia, favorendo giochi a pancia sotto. Più tempo passa giocando a pancia sotto meglio è! Molti bambini resistono poco in questa posizione sollevando la testa solo perché non sono abituati, ma con il tempo la pre-
feriranno. Mettetevi sul tappeto per terra con il bimbo e all’altezza dei suoi occhi e giocate a nascondino in modo che possa osservare il vostro viso. Scegliete dei giocattoli tra quelli a lui familiari e stimolatelo a seguirne i movimenti catturando la sua attenzione. • Riducete il tempo che il bambino trascorre su seggiolini d’auto, passeggini, seggioloni o qualsiasi altro supporto dove appoggi la sua parte posteriore. • Se il bambino presenta un torcicollo lo stretching e il massaggio al collo sono movimenti da fare con cura solo dopo la valutazione del medico che vi può insegnare come fare gli esercizi domestici in modo corretto . Durante il pasto
• Alternate il braccio con cui il bambino è tenuto sia se è allattato al seno che con il biberon • Quando il bambino mangia le pappe, incoraggiatelo a girare la testa dal lato che non preferisce Al cambio del pannolino
• I pannolini dovrebbero essere cambiati di lato in modo che il bambino
giri la testa verso chi lo sta accudendo. In questo modo evitate la posizione preferenziale. In viaggio
• Nel seggiolino d’auto dei semplici asciugamani arrotolati possono essere utili a posizionare la testa su un lato o sull’altro oppure si possono disporre sotto il rivestimento del seggiolino dei materiali molli come la gommapiuma per ammorbidire la parte dove appoggia la testa. Spostate il seggiolino dell’auto verso il lato dell'automobile dove il bambino può guardare verso il finestrino girando la testa dal lato opposto a quello preferito. • Usate il marsupio frontale permette al bambino di non appoggiare su supporti rigidi che imprimono forze inutili alla testa • Il tempo trascorso nei passeggini deve essere ridotto al minimo. • Esistono cuscini appositamente studiati che contribuiscono a mantenere il bambino con la testa nella posizione che si preferisce, tuttavia l’utilizzo dei cuscini posizionatori deve essere valutato dal pediatra caso per caso.
Bibliografia consultabile sul sito: www.viavaideipiccoli.com/voce d’esperto Ulteriori informazioni sull’argomento sono reperibili in rete all’indirizzo: www.dottorbedendo.it/nascita_consiglipuericul_plagiocefalia.htm
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salute & benessere
PSICOLOGIA
W
a cura di Consuelo Dolcetto, psicologa
il vasino
Il passaggio dal pannolino al vasino è un’azione delicata e graduale Il periodo migliore in cui si comincia l’educazione alle funzioni fisiologiche è quello tra i 2 ed i 3 anni d’età.
Non prima, in quanto lo sviluppo neurologico del controllo degli sfinteri non è completo fino allo sviluppo dei nervi della muscolatura volontaria. Insieme allo sviluppo del controllo neurologico c’è un cambiamento soprattutto psicologico: il “potere di controllare”. Rappresenta il potere di dare e trattenere. Per il bambino, questo è un momento di cambiamento
e come tutti i cambiamenti può portare con sé difficoltà e crisi. Così, a volte, il processo dell’evacuazione tende ad essere più lungo e “faticoso”. Alcuni bimbi, infatti, tendono a trattenere le feci. E’ in questi casi che entra in gioco la fantasia dell’adulto così da fare della toilette un
luogo dove raccontare storielle e scherzare così che questa cosa che fa male al pancino esca e, una volta uscita, senza troppe smancerie o disgusto, faccia il suo viaggio nello scarico! L’estate è la stagione più adatta per iniziare questa avventura verso l’auto-
nomia sfinterica perché è più facile gestire il “cambio” e, libero da troppi abiti, il bambino riesce a sentire meglio lo stimolo. Altra cosa importantissima è valutare la condizione migliore per seguire il vostro piccolo: il clima familiare deve essere per lo più sereno (soprattutto tra i genitori).
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E’ bene anche avere tempo a disposizione, pazienza, evitando atteggiamenti esageratamente autoritari, colpevolizzanti e non cadere nell’errore di togliere-rimettere il pannolino, che genera confusione ed ansia. Guai a voi se userete la leva del senso di colpa: “se fai la pipì a letto arriva l’uomo nero e ti porta via” oppure se fai ancora la cacca addosso la mamma non ti vuole più bene”… Il pannolino va tolto modificando gradualmente alcune abitudini, come ad esempio far bere il bambino prima del
sonnellino pomeridiano e poi accompagnarlo in bagno. Vedendo voi o il fratellino sul water vi chiederà di provare… Se ne ha paura perché teme di caderci dentro o addirittura di esserne risucchiato, usate un riduttore oppure il vasino. Cercate di dargli un ritmo, accompagnatelo in bagno appena sveglio (prima/dopo il pasto, prima del sonnellino, dopo la merenda). Per quanto riguarda il controllo degli sfinteri notturno consiglio questa tecnica comportamentale
della durata di un mese: mettete la tela cerata sul letto, fate fare pipì al vostro bambino prima di andare a letto, lo svegliate circa 2 h dopo l’addormentamento e gli fate fare di nuovo la pipì. Se succede che la fa durante la notte, non colpevolizzatelo, anzi incoraggiatelo affinché la prossima volta sia quella giusta…nel giro di un mese dovrebbe avere acquisito questa abitudine e non fare più la pipì a letto. Ultima raccomandazione: collaborate con le educatrici del Nido, è un proseguimento del vostro ruolo di genitore! Buona missione!
RIMETTERSI IN FORMA DOPO IL PARTO
salute & benessere
DOPO IL PARTO a cura di
Barbara Sanna personal trainer
La prima cosa da evitare appena dopo il parto è lanciarsi nella pratica di programmi di allenamento intensi, magari associati a diete ipocaloriche drastiche. Una corretta attività fisica svolta sia durante la gravidanza che dopo il parto non è solo in grado di rendere l’evento meno traumatico, ma va anche a migliorare le capacità di recupero dell’organismo stesso, tutelando alcune delle strutture sottoposte a stress durante la fase gestazionale quali la colonna vertebrale, la muscolatura addominale. Particolare attenzione e riguardo si deve avere per il pavimento pelvico, una struttura muscolare situata nella pelvi, costituita da muscoli sovrapposti l’uno sull’altro come a formare una sorta di imbuto, sui quali giacciono gli organi della vita riproduttiva, la vescica e parte degli intestini e la cui funzionalità è strettamente connessa alla presenza o meno ad esempio dell’incontinenza urinaria durante la fase gestazionale.
L’esercizio fisico e l’alimentazione dovrebbero essere impostate nel rispetto dei cambiamenti fisiologici ed ormonali cui la donna è andata soggetta durante la fase della gestazione e che continuano nella fase post parto. Particolari cautele sono necessarie inoltre qualora la mamma stia allattando, per non interferire con questa delicata ed importantissima fase. Non si può quindi pensare di ritrovare nell’immediata fase post parto la silhouette che si aveva prima della gravidanza. Sarà possibile ritornare ad un peso ottimale e ad una migliore forma fisica, ma sarà necessario attendere il tempo fisiologicamente necessario.
• In caso di parto cesareo non ci si può allenare prima
• Durante la fase di riadattamento fisico nel periodo post parto sotto la spinta ormonale il corpo della neo mamma può essere soggetto ad un accumulo idrico nel tessuto interstiziale. Tale fenomeno è molto comune e può essere arginato eseguendo un’attività fisica mirata all’allenamento della resistenza aerobica, ottima la camminata, poiché riesce anche in modo estremamente efficiente a stimolare il reflusso venoso periferico ed a sollecitare il circolo linfatico. Grazie all’attivazione della cosiddetta “Soletta di Lejars”, un frastagliato strato di capillari presenti nella pianta del piede, durante la camminata il sangue fluisce dalla periferia verso il centro del corpo, quasi pompato dall’azione di un secondo cuore. • Importanti sono gli esercizi dedicati all’armonizzazione posturale della colonna vertebrale. Essa durante la fase gestazionale subisce stress strutturali e meccanici, anche se temporanei, che possono determinare sofferenza in alcune zone della stessa come la curva lombare.
da ricordare
di sei settimane, periodo minimo necessario per la guarigione della ferita. Nel frattempo è bene cercare di stare in piedi il maggior tempo possibile per aiutare il corpo a riprendersi più facilmente. Durante il periodo di attesa è sconsigliato fare qualsiasi esercizio per la parete addominale. Si possono iniziare anche da subito semplici esercizi per riattivare la circolazione sanguigna ed alcuni esercizi per i muscoli pelvici. • Se la donna ha subito episiotomia e/o suturazioni, prima di intraprendere qualsiasi allenamento, è necessario attendere la rimozione dei punti e la completa guarigione della ferita. • Durante il periodo dell’allattamento è fondamentale non praticare un allenamento che stimoli la produzione di acido lattico, che in quanto acido può accumularsi nel latte materno con il rischio di compromettere l’allattamento stesso.
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FESTE&PARTY a cura di
Alessandra Tozzi
festa di
Psicologa dell’età evolutiva
compleanno
animazione
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Che siano uno, due o 10 anni, il giorno del compleanno è per vostro figlio sempre qualcosa di speciale. Celebrarlo equivale a dare importanza alla sua vita, riconoscendo il valore unico che assume nella vostra e nel cuore di chi gli sta vicino. Nell’era del confronto mediatico però, sembra che anche le feste di compleanno debbano diventare una gara tra mamme a chi organizza l’evento più glamoor della città, e questo inevitabilmente provoca più stress che soddisfazione.
Come organizzare un party perfetto
Ecco allora qualche consiglio utile per organizzare un party perfetto, senza cadere nella trappola del “la mia è più bella!”? 1-Se fino ai 3-4 anni saranno sufficienti i nonni e i parenti più stretti, dall’inserimento alla scuola dell’infanzia, i bimbi avranno piacere di festeggiare con altri bambini. Tenetene conto! 2-Non potrà mancare la torta, vera protagonista della festa! Che sia preparata dalla mamma o dalla pasticceria, poco importa. L’importante è che tenga conto dei gusti dei piccoli invitati e abbia delle candeline da spegnere. 3-Quanti bambini invitare? Tutta la classe o solo gli amichetti più stretti? Dipende molto dalla location dove organizzate la festa. Se disponete di uno spazio grande fate in modo che nessuno si senta escluso. 4-Prevedete qualche gioco strutturato, se riuscite. L’aiuto di un animatore terrà occupati i bambini evitando noia e bisticci. 5-La musica, non deve mancare mai! 6-Scegliete di scartare i regali alla fine, dopo il taglio della torta. In questo modo il festeggiato non sarà distratto dai nuovi giochi e resterà con i suoi amici fino alla fine della giornata. 7-Il buffet è per i bambini! Non serviranno troppe cose e anche con costi esigui riuscirete ad accontentare tutti. 8-Se i genitori degli invitati restano alla festa devono partecipare ai giochi! 9-Siate i primi a divertirvi! Questo è il vero segreto.
Come organizzare una festa di compleanno all’aperto a cura di Paola De Biase animatrice Per prima cosa, indipendentemente
che la festa di compleanno sia o meno all’aperto bisogna ascoltare e capire cosa piacerebbe al bambino/a. Molte volte infatti si incorre nell’errore di decidere l’animazione al posto suo e questo inficia la buona riuscita della festa. Trattandosi di festa all’aria aperta bisogna comunque cercare un posto che, in caso di maltempo, permetta comunque un riparo (gazebo e simili) e che abbia un punto per la corrente. Non conviene iniziare la festa prima delle 16.30-17.00 onde evitare colpi
di caldo. Il posto prescelto inoltre deve essere distante da pericoli quali laghetti, fossi ecc.. La cosa importante da ricordare sempre è che gli animatori non sono dei baby sitter e perciò i genitori devono comunque sempre avere un occhio vigile sui propri bimbi. Durante la stagione calda, come intrattenimento, sconsiglio il truccabimbi e consiglio invece giochi di gruppo compresi quelli di una volta, la caccia al tesoro, i balli, i giochi d’acqua e palloncini. E’ molto bello
ed importante sopratutto per i bimbi
che anche i genitori (ove possibile) si facciano coinvolgere nelle varie attività Anche il buffet deve essere leggero, adatto perciò alla stagione calda, con molte bevande. Può andare benissimo anche uno spettacolo di magia o di bolle come parte integrante dell’animazione o fiabe animate. Allestimenti di palloncini possono essere previsti ma se
la giornata è ventosa si rischia di rincorrerli per tutta la location. Molto belli sono anche i Gonfiabili. Bisogna accertarsi che siano a norma, certificati e revisionati, che lo spazio dove si vogliono posizionare sia libero da alberi e siepi e che il terreno non sia troppo dissestato. I gonfiabili molto alti vanno ancorati al terreno e durante l’utilizzo ci vuole sempre una supervisione E’ inoltre importante che tutti i materiali e le attrezzatre usate siano di prima qualità e a norma dall’im-
pianto audio, ai trucchi, ai palloncini. Per togliersi ogni pensiero ed avere la certezza di una festa perfetta, conviene allora affidarsi ai professionisti dell’animazione per bambini.
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di Micol Andreasi
SEMEL SCOUT SEMPER SCOUT
Scout
(Scout una volta, Scout per sempre)
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Si riconoscono tra mille: calzettoni alti, pantaloncini di velluto blu, camicia azzurra, fazzolettone colorato al collo ed un grande cappello di panno verde scuro. Sono gli scout. Quella che indossano è la loro uniforme. Non un vestito qualunque, ma il distintivo di una scelta di vita. E si indossa completa solo dopo aver fatto la promessa, uno dei momenti più significativi dello scoutismo.
Era la fine del XIX secolo quando il generale inglese Lord Baden Powell diede forma alla sua proposta educativa. I principi su cui si basava erano 4: la formazione del carattere, il servizio al prossimo, la salute e la forza fisica, l’abilità manuale. Negli anni questi principi hanno trovato piena espressione all’interno di una prospettiva cristiana cattolica. Formare il carattere – ci spiega Chiara Turolla, che insieme a Pietro Paganelli è responsabile di zona dell’Agesci, con il compito di coordinare le attività dei vari gruppi - significa aiutare il ragazzo a diventare pienamente autonomo, capace di discernere, di fare cioè scelte consapevoli e libere. Servire il prossimo - aggiunge - significa mettersi a disposizione della comunità e del contesto nel quale si vive. Significa sviluppare sensibilità verso i più deboli e verso il creato. E significa anche adottare l’atteggiamento del mettersi in gioco sempre, senza resistenze, rinunciando alla logica del lamento e dello sconforto. Occuparsi della salute e della forza fisica vuol dire educare ad una giusta e corretta alimentazione, al giusto movimento, al prendersi cura del proprio corpo non per narcisismo, ma perché è il dono più prezioso che Dio abbia fatto ad ogni uomo. Sviluppare l’abilità manuale – puntualizza ancora Chiara Turolla - è come permettere ai ragazzi di acquisire piccole, grandi competenze per cavarsela in ogni situazione, per aiutare meglio, per valorizzare l’essenzialità contro ogni logica di spreco e consumismo. Ecco che cos’è lo scoutismo: un’esperienza di vita dove conta più il fare del dire e dove la condivisione, il servizio, l’aiuto reciproco, il contatto diretto con la natura sono gli unici grandi maestri. Dove ogni piccola conquista del ragazzo si chiama preda o tappa ed è l’intera comunità a riconoscerla con una cerimonia. Tutto è conquista, avventura, fantasia, metafora, gioco. Ma tutto è così tremendamente vero da far credere che lo scoutismo non sia una partentesi ricreativa nella vita di un ragazzo, ma un’esperienza tanto formativa da lasciare il segno nella sua vita e nelle sue scelte future. Insomma è come se le parole della promessa “con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per migliorare me stesso, aiutare gli altri ed osservare la legge…” pronunciate all’inizio del percorso e sperimentate nella strada, rimanessero scolpite per sempre nel cuore… E allora “Semel scout, semper scout”.
Nella provincia di Rovigo i gruppi Scout sono 12 Tranne quello di Lendinara che fa capo agli Scout d’Europa, tutti gli altri sono parte dell’Agesci, associazione guide e scout cattolici italiani. in Polesine gli scout sono 820, di loro: • 333 sono Lupetti di età compresa tra 8 e 12 anni • 289 gli Esploratori e le Guide dai 12 ai 16 anni • 198 i Rover e le Scolte dai 16 ai 21 anni • 193 i Capi in servizio.
Il campo estivo è il momento conclusivo dell’attività annuale di ogni gruppo. • Per i Lupetti si tratta di vivere una settimana d’avventura e di fantasia lontano da casa con Mowgli, Bagheera, Baloo, Kaa e gli altri protagonisti del libro della giungla di Kipling, testo che fa da ambientazione fantastica al percorso educativo. • Per i ragazzi del reparto si tratta di un campeggio, quasi sempre in montagna, autogestito in cui tutto è costruito da zero e si dorme in tenda. • Per i rover e le scolte invece c’è la rute: zaino in spalla, scarponi allacciati, qualche cerotto per le vesciche e via… I momenti comuni a tutta la zona sono: la Caccia di Primavera per il Branco dei Lupetti; il San Giorgio per il reparto. Il Consiglio di Zona. 27
Dinosauri che passione! facciamo insieme
a cura di
Paola Zerba
geologa e paleontologa
Soaps
saponette con i dinosauri
materiali
come si realizzano
Per la creazione delle saponette a forma di mezzo uovo contenenti mini-riproduzioni di dinosauro sono necessari i seguenti materiali: • Kinder Merendero svuotati e puliti (saranno i nostri stampi) • Glicerina trasparente una confezione da sciogliere in microonde (per produrre saponi, non va bene quella liquida ad uso estetico). bastano 250 gr. per farne 2-3.
1. Inserire nello "stampo kinder merendero" una riproduzione di dinosauro. Dovrà essere distesa, inserita in modo che possa venire ricoperta completamente fino al bordo dalla glicerina calda. 2. Tagliare con un coltello dei pezzi di glicerina solida (anche a forma di cubetti) ed inserirli nella tazzina fino a riempirla. 3. Con la pipetta versare un paio di gocce di essenza profumata e da 2 a 6 gocce di colorante alimentare per raggiungere la colorazione desiderata. (l' aggiunta delle gocce di colorante e di essenza può essere eseguita anche nello step successivo, ma bisogna essere molto veloci nel farlo) 4. Inserire nel forno a microonde per circa 10 - 20 secondi (dipende dalla quantità di glicerina e dall' impostazione del forno; consiglio di procedere a 600W ), è utile controllare che non faccia bolle. 5. Si toglie la tazzina contenente glicerina sciolta, ovvero un liquido molto caldo e colorato, si mescola giusto un paio di secondi con uno stuzzicadenti e si procede con la colata nello stampo a mezzo uovo. La glicerina deve essere versata con decisione e velocità nello stampo fino a ricoprirlo interamente. Se dovesse formarsi una pellicola opaca o con bollicine (cosa che succede se aggiungete e riscaldate più volte della glicerina già fusa e poi solidificata) la potrete eliminare facilmente con uno stuzzicadenti, passandoci sopra, con movimento orizzontale). 6. Mettere la saponetta su una superficie orizzontale per qualche minuto (basta tenerla ferma con 2 dita) oppure su un porta uovo, facendo attenzione che non s'inclini. Poi potrete spostarla in un posto asciutto e tranquillo per 1ora e 30 minuti 7. Trascorso il tempo necessario per un indurimento ottimale della glicerina passeremo alla parte conclusiva. Per liberare la saponetta sarà sufficiente scaldare lo stampo con le mani e procedere praticando piccole pressioni con le dita.
• Essenza della profumazione preferita
(bastano poche gocce)
• Colorante alimentare
(sono sufficienti i 3 colori principali) • Riproduzioni di mini-dinosauro
in plastica non superiori ai 6-7 cm. (alcune specie si prestano maggiormente a questo tipo di uso, sono sconsigliati gli pterosauri perchè con le ali non entrano in modo idoneo nello stampo) • una o più tazzine (in base a quanti sa-
poni si vogliono realizzare)
• una pipetta/contagocce • uno stuzzicadenti • un coltello e/o cucchiaio
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dinoegg
la corsa delle
Libera la creatività!
meduse
....................................................................................................... tratto da uno dei tanti Kit “toucanBox”
Decora la medusa con i pallini adesivi e incolla gli occhietti
Taglia il nastro spesso in 8 parti uguali. Infilare una striscia in ogni foro di entrambe le meduse
Quest’estate non annoiarti davanti a schermi e intrattenimenti passivi, divertiti utilizzando i Kit creativi realizzati da ToucanBox
Lo scopo di ogni kit è suggerire un’idea, fornire tutto il materiale per realizzarla, senza fermarsi al solo divertimento: ogni attività stimola l’apprendimento e lo sviluppo di nuove capacità. Ogni Kit è completo di un libretto a tema con giochi, disegni, pagine da colorare, curiosità, ricette e tanto altro.
Taglia le cartucce in 4 parti uguali. Attaccale lungo le linee guida di ogni medusa
Dedicato ai bambini dai 3 agli 8 anni, il kit viene spedito direttamente a casa. Avvolgi un adesivo intorno alle e stremità dei nastrini. Infilane poi uno all’interno delle cannucce di ogni medusa
Infila due perline a ogni estremità dei nastrini. Fai un bel nodo per tenerle ferme
Attacca le ventose al vetro di una finestra e appendi una medusa a ogni gancetto. Fai scivolare la medusa fino alla fine del nastro. Quando sei pronto con ogni mano tieni un’estremità del nastro. Tira un capo alla volta per far salire la medusa fino in cima.
.......................................................................................................
Ordina il tuo primo Kit creativo gratis seguendo le istruzioni riportate nel modulo sottostante.
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facciamo insieme
IN CUCINA a cura di
Maurizio Fantinato docente di Enogastronomia Istituto Alberghiero “G.Cipriani� di Adria (Ro)
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Semifreddo alle
fragole Ingredienti:
Albumi 75g (di circa 2 uova medie) Zucchero 150 g Acqua 30 g 1 cucchiaio d'aceto Fragole 300 g Panna fresca liquida 200 g 6 stampi alluminio usa e getta
Come si fa - in cucina, passo per passo ... Lavare, frullare e passare al setaccio le fragole
Come prima cosa, laviamo bene le fragole. Con l’aiuto di mamma o papà, le versiamo in un robot da cucina e le frulliamo fino ad ottenere una purea omogenea. Passiamo al setaccio la purea per trattenere eventuali semini. Preparare lo sciroppo di zucchero
Ora prepariamoci per la cottura dello zucchero! Meglio chiedere l’aiuto di un adulto! In un pentolino dal fondo spesso, versiamo lo zucchero semolato, aggiungiamo l'acqua e scaldiamo a fuoco basso per sciogliere bene lo zucchero. Quando lo sciroppo comincia a bollire, immergiamo il nostro termometro per alimenti per assicurarci che arrivi alla temperatura di 121°. Se non abbiamo il termometro, possiamo regolarci con le bolle. Quando saranno numerose e bianche, lo zucchero sarà sciolto. Montare a neve gli albumi e versare lo sciroppo e la purea di fragole
Una volta che lo sciroppo ha raggiunto i 121°, versiamolo a filo sopra gli albumi che abbiamo montato a neve con le fruste elettiche o con una planetaria da cucina (anche in questo caso è bene lavorare con un adulto).
Ricordiamoci che il composto deve essere bello spumoso e compatto. Per garantire più durata alla compattezza aggiugiamo un cucchiaio di aceto. Versiamo la purea di fragole e mescoliamo con una spatola amalgamando bene i due composti. Incorporare la panna fresca montata a neve
A parte, montiamo la panna fresca (con le solite fruste e l’aiuto di un adulto). Una volta pronta, la incorporiamo al composto di fragole mescolando dal basso verso l’alto molto delicatamente. Versare negli stampini e mettere in freezer
Versiamo il tutto negli stampi monouso. Per distribuire meglio il composto all’interno dei singoli stampini, sbattiamoli un paio di volte sul tavolo. Mettiamo tutto in freezer per 12 ore circa. Impiattare
Trascorse le 12 ore… possiamo estrarre i nostri semifreddi… Possiamo servirli passandoli in un piattino e decorando a piacimento con foglioline di menta, una spruzzata di panna montata, dei pezzetti di cioccolato fondente… Fantastici!!!
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a cura di Micol Andreasi
parliamone
IL PERSONAGGIO
il maestro
Paolo
E LA SCUOLA CHE INSEGNA A DIVENTARE GRANDI
Come è finito nella scuola dell’infanzia? “Per caso. Dopo il diploma magistrale, studiavo Composizione al Conservatorio di Perugia. Una mia collega di quel periodo lavorava come maestra in una scuola materna privata. Mi chiese di sostituirla per una malattia… Una settima di scuola è diventata un mese e poi…una scelta di vita. Nel 1999 c’è stato il concorso pubblico, l’ho vinto in Veneto e ho iniziato ad insegnare prima a Padova e poi a Rovigo. Non mi sono mai pentito della scelta che ho fatto, perché credo che il mio sia il lavoro più bello del mondo”. Cosa lo rende tanto speciale? “Il fatto che ci si occupa dello sviluppo e della crescita di una persona nella sua complessità. Si accompagnano i bambini ad acquisire autonomia dalla gestione delle funzioni base, come tenere una forchetta o fare pipì, alla verbalizzazione delle proprie emozioni, passando per l’interiorizzazione della regola, la condivisione, e soprattutto per il gioco. Così, il bambino, in un clima di spensieratezza e di amicizia, passo dopo passo cresce e diventa un piccolo adulto. Capace anche di trascrivere il proprio nome, contare o usare tecniche diverse per colorare un disegno. Credo che in nessuna altra tappa del percorso scolastico di un ragazzo si riesca ad abbracciare una dimensione così globale dell’individuo. Questo rende speciale il mio lavoro”. Lavorare con i bambini significa entrare nel privato di tante famiglie… Come sono cambiate le relazioni all’interno dei nuclei familiari? “Non ho ancora vent’anni di osservazione, ma di alcuni cambiamenti mi sono accorto. Ad esempio mi sono accorto che i genitori sono diventati più consapevoli dell’importanza del tempo da dedicare ai propri figli. Perché educare è cosa diversa dal dare e offrire opportunità, è invece accompagnare il bambino a scoprire chi è. Negli anni è cambiato anche il ruolo del papà. Prima sempre troppo impegnato al lavoro per partecipare alla vita scolastica dei figli, ora è più presente e coinvolto. Ciò vale anche quando i genitori sono separati. E’ inutile dirlo, i bambini sono trasparenti… non c’è bisogno di chiedere loro nulla, della loro famiglia raccontano tutto”.
Paolo Milanese, per i bambini della scuola materna “Principe di Napoli” di Rovigo, è il maestro Paolo. Come lui ce ne sono davvero pochi, per la sua capacità di entrare in relazione con i suoi giovani alunni, per il sorriso con cui accoglie le tante emozioni diverse che ogni mattina entrano nella sua aula, per la passione con cui vive il suo mestiere. Ma anche perché, a dire il vero, sono proprio pochi gli uomini che scelgono di fare il maestro di professione.
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Nella scuola italiana dovrebbero esserci più insegnanti maschi? “Certo che si. L’educazione, fin dai tempi antichi, è stata in capo agli uomini. Poi, per fortuna, nei secoli il ruolo della donna si è emancipato ed il suo peso soprattutto nella scuola di ogni ordine e grado è cresciuto. La grande assenza di insegnanti maschi dell’ultimo periodo è in parte il risultato di un retaggio culturale secondo cui l’uomo, all’interno di un contesto familiare, deve guadagnare di più rispetto alla donna. Per questo motivo, per lui la scuola è diventata poco attrattiva. Vincere questo retaggio significa offrire l’opportunità a tanti uomini di realizzare la propria vocazione professionale e significa anche offrire ai nostri ragazzi una scuola più ricca e complessa in cui il messaggio sia chiaro: nulla in una società che vuole davvero essere felice è più importante dell’educare!”. Qual è la sua ricetta per una scuola dell’Infanzia felice? “Credo che serva soprattutto tanta umanità, che significa saper ascoltare con pazienza, guardare dritto negli occhi per raggiungere il cuore…e mettere al centro di ogni progetto educativo sempre e solo il ragazzo ed il suo bene. Questa ricetta vale sempre, ma vale soprattutto oggi che la scuola italiana sta inseguendo il modello americano delle competenze e dei saperi specifici. Così la scuola dell’infanzia da luogo di giocosità ludica diventa un luogo di propedeutica alla primaria, con il rischio possibile di trascurare quel sapere profondo che si consolida nell’imparare a stare qui ed ora a contatto con ciò che sono. In questo modello nuovo di scuola, l’umanità degli educatori e degli insegnanti è assolutamente fondamentale”.
I P N OS I
La nuova frontiera della Psicologia e della Salute Dott. Paolo Ballaben
Dott. Fabio Varotto
Psicologo e Psicoterapeuta
Psicologo e Psicoterapeuta
Socio Ordinario della Società Italiana di Ipnosi Presidente di SOS Abusi Psicologici
Socio Ordinario della Società Italiana di Ipnosi
........................................................ ........................................................ 328 6641482
335 8400042
Problematiche di coppia e di famiglia Depressione Ipnosi ospedaliera (dolore cronico ed oncologico training ipnotico per parto, ansia pre post operatoria) Abuso psicologico e bullismo
Disturbi da stress e psicosomatici (colon irritabile, acufeni, dermatiti iper-idrosi) Disturbi ossessivo-compulsivi Problemi caratteriali (timidezza, scarsa autostima, dipendenza affettiva, controllo della rabbia)
Problematiche adolescenziali Disturbi d'ansia Disturbi della personalità Gioco d'azzardo patologico Dipendenze emotive
Educazione alla sessualità e all'affettività Sessualità tra (in)fertilità e gravidanza Disfunzioni sessuali maschili e femminili Sessualità nel post menopausa Sessualità ed endometriosi
Dott. Matteo De Tomi
Dott.ssa Emanuela Capucci
........................................................ ........................................................ Psicologo e Psicoterapeuta
Psicologa, Sessuologo clinico
Socio Ordinario della Società Italiana di Ipnosi Consulente SOS Abusi psicologici presso gli istituti scolastici
Socio FISS (Fed. Italiana Sessuologia Scientifica), Socio C.I.R.S (Centro Interdisciplinare per la Ricerca e la Formazione in Sessuologia
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Rovigo, Corso del Popolo 229 - www.modellidicambiamento.com i nostri specialisti sono iscritti alla Società italiana di Ipnosi che garantisce professionalità e competenza attraverso aggiornamenti annuali, nazionali e internazionali
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parliamone
UNA NUOVA SENSIBILTÀ VERSO LA SCUOLA PARTE DALLA CURA DELL’EDIFICIO
ABITARE LA SCUOLA a cura di
Elena Lavezzo
Insegnante e architetto
I nostri bambini e ragazzi trascorrono quasi più tempo a scuola che a casa, quindi meritano ambienti curati, di qualità, sicuri e in cui si sta bene. Ma chi pensa alla scuola? Di questo si è parlato ad “Abitare la Scuola” il convegno che si è svolto il 19 maggio presso l’Aula Magna del Celio con l’ obiettivo di attivare un tavolo tecnico di lavoro sull’edilizia scolastica in provincia di Rovigo. Vi propongo alcune riflessioni. La cura Lo spazio è un linguaggio e come tale è in grado di comunicare il senso di attenzione e di educare alla cura chi lo abita. Quando a settembre entro in un aula, mentre saluto i miei studenti, mi guardo attorno e faccio con lo sguardo una rapida analisi: intonaci scrostati, pareti un tempo bianche diventate beige, battiscopa staccati, attaccapanni penzolanti, la tapparella bloccata in basso, la finestra con cartello “rotta non aprire” e il mio elenco potrebbe continuare (non tutte le scuole, ma molte hanno problemi). Lo spazio scolastico è un bene comune e se è trasandato trasmette l’idea che la scuola non meriti attenzione e nemmeno chi ci lavora o ci studia. Se uno spazio è sciatto io e anche i miei studenti non vediamo l’ora di andarcene! Qualità Lo spazio scolastico non è solo il luogo fisico, ma ha un grande valore pedagogico. In uno spazio bello si impara meglio. Uno spazio, inteso come oggetto pedagogico, di qualità è utilizzabile didatticamente, può attivare percorsi formativi autonomi. Ma le nostre scuole hanno per la maggior parte ancora un assetto tardo ottocentesco
con aule organizzate secondo lo schema maestro/allievi della lezione frontale, cioè cattedra da una parte e banchi in file dall’altra. Insomma, le aule dei nostri figli sono uguali alle aule di quando eravamo studenti noi, ci sono persino gli stessi banchi. I docenti si trovano oggi a dover progettare per competenze (sì, perché il programma non esiste più e le metodologie didattiche sono cambiate!), ma sono costretti a lavorare in aule tradizionali e senza laboratori, insomma in uno spazio istituzionale ancora basato sul concetto di “trasmissione del sapere” e non di “costruzione del sapere”. Lo spazio scolastico è per eccellenza lo spazio della relazione tra le persone. Indire propone il Modello 1+4 degli spazi educativi per il nuovo millennio in cui “1” è lo spazio di gruppo, l’ambiente di apprendimento polifunzionale del gruppoclasse, l’evoluzione dell’aula tradizionale che si apre alla scuola e al mondo e “4” sono gli spazi complementari, non più subordinati, agli ambienti della didattica quotidiana. Sono l’Agorà, lo spazio informale, l’area individuale e l’area per l’esplorazione. L’esplorazione del mondo esterno è fondamentale nella scuola dell’infanzia e primaria. Eppure, molte scuole di Rovigo, per loro stessa struttura, negano proprio questa possibilità di relazione con la realtà esterna. Se i bambini di Mario Lodi non avessero potuto vedere ciò che accadeva fuori dalla finestra della loro aula non avrebbero mai scritto insieme al loro maestro il bellissimo libro titolato “Cipì”. Sulla sicurezza Ci sono aspetti facilmente visibili e aspetti che necessitano di occhi e ricerche più approfondite. Gli edifici in cui ogni giorno si recano i nostri figli sono spesso senza agibilità, senza collaudo statico, con coperture ancora in amianto, non a norma sotto diversi
aspetti dall’antincendio alle norme igienico sanitarie, dalle altezze dei davanzali o dei parapetti alla superficie aero-illuminanti. Quando scegliamo la scuola diamo per scontato che tutto sia a norma, ma spesso non è così. In ben 25 Comuni polesani ci sono scuole con amianto. Benessere Le scuole sono spesso fredde in inverno e troppo calde in estate. Nelle scuole che frequentano i nostri figli l’involucro edilizio (muri/finestre) è poco isolato e non ci sono impianti meccanici di ventilazione controllata per il trattamento continuo dell’aria. Le aule accolgono qualche decina di ragazzi ed è inevitabile che si debbano aprire le finestre per garantire il ricambio e la salubrità dell’aria. Questo comporta dispersione del calore in inverno e incide negativamente sul benessere dei ragazzi con inevitabili sbalzi termici, ma anche sui costi per il riscaldamento che sostiene il Comune, quindi la comunità. Scuole realizzate recentemente secondo progetti lungimiranti sono dotate della Ventilazione Meccanica Controllata che permette il continuo ricambio dell’aria evitando così allergie e lo scadimento della qualità dell’aria interna. La città di Rovigo è precipitata dalla sessantunesima alla ottantaduesima posizione (su ottantasei) nella classifica delle scuole in base alle buone pratiche (certificazioni, manutenzioni, servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, avvio di pratiche ecocompatibili, esposizioni a fonti di inquinamento ambientale interne ed esterne, ecc). Tutti insieme, cittadini amministratori e progettisti, possiamo fare molto per promuovere una nuova sensibilità verso questi spazi che hanno un ruolo importantissimo, addirittura empatico, nella crescita dei cittadini del domani. 35
un luogo da scoprire
MULINO AL PIZZON favola di
Evelin Crepaldi
Animatore Culturale di Turismo e Cultura
Profumo di rumore PaNe
acqua
di
Una favola per riscoprire il mulino storico di Fratta Polesine: Mulino al Pizzon Fino a qualche tempo prima, il cane Ossoi era solito tornarsene a casa con vecchie ciabatte tra i denti, o ossi di chissà quale epoca storica.
Da una settimana però, la bocca del suo cane non aveva più l’odore nauseabondo delle cose rinvenute sotto terra. Qualcuno doveva averlo preso in simpatia tanto da allungargli dei pezzi di pane...Nell’aria si respirava un profumo nuovo, bussava alla porta delle case di Fratta? Anna amava i misteri e le giornate calde d’estate erano la giusta ambientazione per le sue investigazioni. Correva fra i papaveri e le
spighe di grano inseguendo il suo cane. Giusto il tempo per raccogliere
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illustrazione di Giulia Romagnolo, anni 7
un fiore di malva da mettere tra i capelli e poi via, il passo accelerava di nuovo dietro l’animale. Le scarpe cominciavano a farle male, quando Osso sparì in mezzo agli alberi. Così, con i piedi sempre più doloranti, cominciò l’inseguimento. Il rumore dell’acqua si faceva sempre più vicino, i rovi le graffiavano le ginocchia. Un soffio di vento le
diede il benvenuto, mentre una grande casa si ergeva di fronte ai suoi occhi. Davanti all’uscio, un impaziente Osso attendeva scodinzolando. Anna si accucciò, si fece piccola piccola, nell’intento di non farsi vedere. “ Ne vuoi un pezzo anche tu?” una voce tuonò dall’alto. “Di cosa?. “ Un
pezzo di pane piccola birbante. Hai fame? Vieni, serve un po’ di acqua
pulita su quelle ginocchia sbucciate!” Anna non ebbe il coraggio di
alzare gli occhi, sentì solamente una mano ruvida e forte afferrare la sua e guidarla verso il retro della casa. Osso, il suo cane, la seguiva e appena girato l’angolo il rumore dell’acqua divenne il bianco della schiuma che gorgogliava fra le pale di una enorme ruota. La mano dell’uomo curvata a forma di cucchiaio si calò nell’acqua limpida e poi arrivò gelida sulle ginocchia doloranti. “Che c’è? non hai mai visto un mulino?”. La bocca spalancata di Anna raccontava la sorpresa di chi si tro-
vava di fronte per la prima volta a qualcosa di estremamente bello e affascinante. “Quella grande ruota
serve a macinare il grano. La farina poi diventa pane. E’ grazie a quella pala che il tuo cagnolino ogni giorno può riempire la sua pancia”.
La voce si spense, la mano bagnata dell’uomo si ritrasse e dopo aver sostato sulla camicia frettolosamente, sparì nella tasca del gillet per ricomparire impugnando una pagnotta. Anna riconobbe subito quel profumo e mentre timidamente ne assaggiava un pezzo, il vecchio continuò. “Tutti si chiedono perché sia così buono.
Guarda laggiù, lo Scortico si getta fra le acque del Canalbianco, i due corsi d’acqua si incontrano come due inna-
morati che si scambiano un dolce bacio. Solo in questo posto magico poteva sorgere un mulino. È l’amore la chiave di tutto, la chiave per fare dell’ottima farina e del delizioso pane. E io amo tremen-
damente questo luogo poiché ci sono nato. Mi specchio da ottant’anni in quest’acqua e invecchio come i salici che si incurvano sulle rive. Ora vieni
con me, entriamo, ti svelerò la mia ricetta a patto che fra gli ingredienti tu ci metta sempre un pizzico del tuo cuore!”
Anni dopo, Anna raccontò a suo figlio :
“Non sarei diventata la panettiera più felice di Fratta senza la farina del Mulino al Pizzon!” Ecomuseo Mulino al Pizzon via Pizzon 929 Fratta Polesine (Ro) Museo, locanda, ristorante, squero Ogni sabato ore 15.00 Corso di voga alla veneta Passeggiate a piedi e in bici lungo le rive del Canalbianco e la pista ciclabile Adige-Po.
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letture&racconti
FAVOLE &FILASTROCCHE
il a cura di
ldaellge o e fat
Chiara Converso
illustrazione di Emilia Mazzetto
C’era una volta...
un bellissimo lago, le cui
acque diventavano più azzurre o più verdi a seconda dei raggi del sole che le montagne intorno lasciavano passare. Si racconta che quel lago fosse incantato: di notte le fatine dai bo-
schi attorno vi giungevano e si divertivano a giocare con l’acqua… Si diceva che se qualcuno fosse riuscito a scorgere anche una sola fatina, avrebbe potuto esprimere un desiderio, e quel desiderio si sarebbe avverato.
Sulle rive del lago sorgevano poche casette, e una di queste apparteneva alla famiglia di , una bimba che adorava quel posto perchè in quella casa ci tornava ogni volta che aveva qualche giorno di vacanza dalla scuola. Era la sua seconda casa, i suoi genitori l’avevano comprata poco dopo la sua nascita e lei la adorava! Poi, accanto c’era il lago con i suoi colori.
Matilde
E le ...quante volte prima di andare a dormire era rimasta sotto al portico di casa per vedere se riusciva a scorgere qualcosa, anche solo un piccolo movimento, ma non era mai riuscita a vedere niente, e ogni volta la mamma le diceva che quella delle fatine era una leggenda, soltanto un racconto degli abitanti del posto.
fate
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Matilde, però, continuava a crederci. Era convinta che
prima o poi sarebbe riuscita a vederle. Quell’estate, a differenza delle altre, i nonni non sarebbero partiti per la vacanza al lago con la famiglia di Matilde, perchè la nonna era am-
malata.
La bimba era molto dispiaciuta, perchè la vacanza senza di loro non sarebbe stata la stessa.
Matilde aveva intuito che la nonna non aveva una semplice influenza, ma qualcosa di più serio, lo aveva capito ascoltano le conversazioni di mamma e papà…
Quell’estate, a differenza delle altre, sembrava che i colori del lago, seppur meravigliosi, fossero più spenti, quasi più tristi. ,giocava con le sue acque, e come sempre ogni sera cercava le fate. Ma le fate non comparivano mai…
Matilde
Una notte...la bimba si svegliò all’improvviso: non aveva male alla pancia, non aveva fatto brutti sogni, ma I suoi occhietti si erano aperti e non volevano più tornare a dormire. Decise di avvicinarsi alla finestra della sua camera per guardare un pochino il suo lago sotto le stelle, e ad un tratto...scorse un piccolo movimento, le sembrò di vedere qualche cerchio che si espandeva come quelli che creano le libellule quando si appoggiano sull’acqua. Poco dopo un fruscio e poi uno scin-
Matilde
tillio… si stropicciò gli occhi, forse era il sonno che giocava brutti scherzi.
All’improvviso le vide, tutte insieme: tante fatine che si rincorrevano, giocavano sull’acqua, racco glievano gocce di rugiada dalle piante intorno, ridevano, facevano a gara per chi riusciva a formare il numero più grande di cerchi, dentro ai quali poi danzavano.
Erano bellissime e colorate, e Matilde non osò neppure chiamare i suoi genitori per paura che le fate la sentissero e si nascondessero. Dall’emozione era rimasta senza fiato.
Ad un tratto si ricordò del desiderio, e il suo pensiero andò subito alla nonna: desiderava che la sua nonnina stesse bene. Poi la bimba si addormentò. Il giorno dopo raccontò a mamma e papà di aver visto le fatine. Ma gli adulti, si sa, sono increduli e così I genitori di non seppero fare di meglio che sorridere in modo un po’ distaccato...
Matilde
Quello stesso giorno, nella casetta del lago squillò il telefono; era la nonna. Era inspiegabilmente guarita, pronta a fare le valigie per raggiungere e la sua famiglia, per trascorrere insieme le vacanze sul Lago delle Fate.
Matilde
CRUCIFRUTTA Trova e scrivi il nome esatto dei frutti
giochi Sotto l’ombrelloNe CRUCIPUZZLE Le parole possono trovarsi in qualsiasi direzione (da destra verso sinistra e viceversa, dall’alto verso il basso e viceversa e in diagonale!). Al termine le lettere rimaste scoperte ti daranno una frase divertente!
Soluzioni: Carne Cioccolata Formaggio Insalata Mela Panino Patate Prosciutto Spaghetti Spinaci
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per tutta la famiglia letture&racconti
IN LIBRERIA
L’autore
Daniele Novara è pedagogista, counselor e formatore. Vive a Piacenza dove nel 1989 ha fondato il Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti. Dal 2004 è docente del Master in Formazione interculturale presso l’Università Cattolica di Milano e dal 2002 dirige «Conflitti», rivista italiana di ricerca e formazione psicopedagogica. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: Punire non serve a nulla. Educare i figli con efficacia evitando le trappole emotive (BUR Biblioteca Univ. Rizzoli 2016), Ognuno cresce solo se sognato. Antologia essenziale della pedagogia critica (la meridiana 2016), Meglio dirsele. Imparare a litigare bene per una vita di coppia felice (BUR Biblioteca Universale Rizzoli 2015), Urlare non serve a nulla (Rizzoli 2014), Litigare fa bene. Insegnare ai propri figli a gestire i conflitti per crescere più sicuri e felici (Rizzoli 2013 e 2015), Alice nel paese dei Diritti (Sonda 2013, con Mario Lodi e Pia Valentinis), Litigare con metodo. Gestire i litigi dei bambini a scuola (Erickson 2013, con Caterina Di Chio), Litigare per crescere. Proposte per la prima infanzia (Erickson 2010).
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proposte
di lettura “Punire non ha nulla a che vedere con l'educazione. Le punizioni sono elementi estranei ai processi educativi e non hanno nessuna chance di favorire davvero la crescita dei nostri figli”. (Daniele Novara) Il libro:
L’esperienza, le ricerche, gli interventi e le interviste a mamme, papà e figli portano a un’analisi delle abitudini educative di ieri e di oggi, mettendo anche in risalto quanto le punizioni generino sensi di colpa e frustrazione perfino negli stessi adulti. È possibile farne a meno? La risposta è sì: è possibile crescere i propri figli affidandosi a un metodo educativo nuovo e si può fare a meno di attacchi e sgridate, di quel “…quando ci vuole ci vuole!” che le accompagna e di cui poi tante volte ci si pente. E soprattutto si possono relegare punizioni mortificanti, fisiche e dolorose all’archeologia della storia pedagogica. Passo dopo passo, nel libro viene invece raccontato come voltare pagina e pensare a una buona educazione che attraverso poche, chiare e ben definite mosse giuste porta vantaggi significativi ad ogni elemento della famiglia, a breve e a lungo termine e durante i vari periodi di sviluppo.
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Il commento di Cristiana Smorgon
Mio figlio di 7 anni, guarda sorpreso il titolo del libro che leggo e mi dice: “sono molto molto d’accordo!”. Piace anche a me questo titolo, perché io ho sperimentato da figlia la generazione delle mamme “Sturm und Drung” (assalto e tempesta…di sberle) e ho vissuto sempre la punizione fisica con un senso di umiliazione ed ingiustizia. …ma non mi piacciono neppure i genitori amici e i loro figli maleducati. “Educare i figli con efficacia evitando le trappole emotive…”: cosa vorrà dire? Leggendo il libro si scopre che punire non ha nulla a che fare con il processo educativo (e-duco: etimologicamente porto fuori). Molto spesso le nostre punizioni (sia fisiche, il classico ceffone, sia privative: “ti tolgo l’i-pad per 3 gg!”) non vengono nemmeno capite dai figli, ma solo subite come lo sfogo estemporaneo di genitori stressati. E siccome i nostri figli hanno il desiderio profondo di (com)piacere ai genitori, nessun loro comportamento ribelle è attuato appositamente per farci impazzire. Siamo noi ad organizzare male la nostra rete educativa. Dunque cosa fare?Ve lo lascio scoprire in un libro piacevole scritto dal pedagogista Daniele Novara, che insegna a rispettare i tempi di crescita dei figli e a gestire con calma e organizzazione la loro educazione. Perché sconfiggere il caos è già aver vinto metà battaglia!
Togliamo il pannolino? E chi meglio del nostro amico Topo Topotto ci può aiutare? La casa editrice olandese Clavis ristampa per l’ottava volta il libro “Posso guardare nel tuo pannolino?” di Guido Van Genechten. Questo albo illustrato con alette è davvero molto divertente, un vero capolavoro, e il nostro topolino tanto curioso, che sbircia in tutti i pannolini dei suoi amici, ha aiutato veramente tanti bambini a passare al vasino! Per i piccolissimi (6-12 mesi) tutti i libri “impermeabili”, sarebbero perfetti sia per il mare che per la piscina!
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Per chi prevede di immergersi nella natura, che sia al mare o in montagna, “I regali della natura”, edito da Terre di Mezzo, è l’ideale per creare e divertirsi con semi, fiori, foglie e legno; un manuale ricco di idee per realizzare oggetti e decorazioni con i doni della natura.
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Per chi potrà riposare a casa qualche giorno, una piccola idea: “Ogni cosa al suo posto” di Rebecca Winward, Edizioni Logos, dove l’obiettivo più importante è quello di trovare un posto per tutti gli oggetti!!! Che ne penseranno i nostri bambini???
Sta arrivando l’ Estate!!! ....................
a cura di Monica Brenner
Pensando invece alle vacanze, per chi ha scelto la montagna, molto interessante può essere l’albo “L’inventario illustrato della montagna” di V. Aladjidi e E. T ch o u k r i e l , da poco pubblicato dalla casa editrice L’Ippocampo. È un libro che raccoglie informazioni sulla flora e fauna della montagna e che, grazie alle illustrazioni scientifiche realizzate con inchiostro a china, può piacere sia ai piccoli (2 anni) che ai grandi (7 anni) perché i disegni sono grandi, semplici e chiari.
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Per chi dovesse fare un viaggio nelle zone del Mediterraneo sarebbe perfetto il nuovo libro di Lucia Scuderi “Il giardino delle meraviglie”, un meraviglioso albo illustrato con storie, segreti, ricette sulle piante del Mediterraneo, edito da Donzelli Editore e disponibile in libreria solo da qualche giorno. Anche in questo caso il libro è accessibile a diverse fasce d’età perché le illustrazioni di grande effetto e qualità possono accontentare sia i piccolissimi che i grandissimi!
Per gli innamorati della musica, consiglio senza ombra di dubbio, il vincitore del premio Andersen di quest’anno (categoria di Divulgazione) “Mr Gershwin I grattacieli della musica” Ed. Curci collana Curci Young. Qui si racconta la storia del geniale musicista fin dai suoi esordi. Il libro, scritto da Susie Morgensten e illustrato da Sébastien Mourrain, è accompagnato da un cd, dove non poteva mancare la famosa Rapsodia in Blu e altri brani leggendari. E’ un libro adatto a tutti!
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Per chi non sa rinunciare alle fiabe preziose, c’è la raccolta della Donzelli Editore che pubblica le fiabe più famose in edizioni di qualità, eleganza e raffinatezza. La carta, per esempio, è di grammatura consisten- te e la stampa è precisa e nitida; gli illustratori scelti sempre con sapienza. Di recentissima pubblicazione per esempio: “Tutte le fiabe di Perrault” con illustrazioni di Élodie Nouhen, e “Le mie fiabe africane” con trentatre illustrazioni originali di sedici artisti africani.
Buone Vacanze! 41
scuola
PAROLA DI PROF.
il foglio
Consigli pratici per affrontare il tema di italiano a cura della professoressa
Sara Piffer
Diamo la parola ai protagonisti: “Tutto quel bianco mi fa il vuoto dentro, non mi viene più un’idea neanche per sbaglio”
(Tommaso)
“All’inizio ho un mucchio di idee, ma poi…mi perdo”
(Marta)
“Io davanti ad un foglio bianco provo il terrore di non riuscire a farci stare tutto ciò che vorrei scrivere”
(Giulia)
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biaNco NoN fa Piu’
Paura
…Ecco quel che provano alcuni di voi il giorno del “tema” in classe davanti al famoso foglio bianco. E’questo il momento in cui il professore sente rivolgersi domande vitali quali ad esempio: “Ma devo dividere a metà il foglio o posso scrivere una riga sì e una no?”; “Il nome in alto a destra e a sinistra la data o viceversa?”; “Posso usare la matita in brutta?”…. quasi a voler rubare qualche istante al momento dell’inizio, a volerlo allontanare un pochino, sì perché la risposta a queste domande la sapete dalla terza elementare, no? Generalmente ciò che blocca sono due timori di natura opposta: la totale mancanza di idee o l’eccessiva quantità di idee. La prima provoca, come dice Tommaso, “un vuoto dentro”, un senso di smarrimento; la seconda un accumulo entusiasta difficile però da gestire, “mi perdo” dice infatti Marta. Il Tommaso di turno procederà fissando corrucciato il foglio come una chiromante con la sfera di cristallo o facendo vagare lo sguardo fuori dalla finestra alla ricerca di un’illuminazione. La Marta di turno impugnerà la penna senza perdere un nanosecondo, perché non si sa mai che qualcuna delle tante idee scappi via, e comincerà la sua personale lotta contro il tempo per farcele stare proprio tutte sul quel benedetto foglio. Il tema di Tommaso sarà di quindici righe scritte in grande, con lo stesso concetto ribadito tre volte. Quello di Marta di tre fogli protocollo fitti fitti, zeppi di spunti e interessanti intuizioni lasciati allo stadio di abbozzo, non approfonditi (d’altro canto in tre ore come si fa ad approfondire quaranta idee) e men che meno legati tra loro. Che fare?
Caro Tommaso, hai mai notato che l’insegnante di italiano ha la netta tendenza a spiegarti come è strutturata una pagina di diario, a farti leggere degli estratti di diari celebri, a farti esercitare a casa nella scrittura di questa tipologia di testo… per poi proporti in classe una traccia in cui ti chiede di scrivere …una pagina di diario? E se magari tratterà della globalizzazione in geografia, approfondendola in antologia con testi che riguardano alcuni aspetti di questo stesso tema…e intanto spiegherà e ti farà provare a scrivere il testo argomentativo….secondo te che traccia ti proporrà? Intendo dire che quasi sempre dietro alla richiesta di scrivere un determinato tipo di testo c’è un lavoro di preparazione per darti gli strumenti per poterlo affrontare. Si tratta quindi di provare ad avere uno sguardo d’insieme su ciò che ti viene proposto, di non considerare ogni ora di lezione a se stante…di chiederti “perché mi propone questo? Cosa vuole insegnarmi?”. Così facendo è probabile che di fronte al foglio bianco tu possa trovarti nella condizione di chi deve far mente locale per raccogliere le idee seminate in diverse ore di lezione e dar loro una forma e non di chi implora un’ispirazione divina.
Cara Marta e cara Giulia è davvero entusiasmante avere tante idee su un argomento…il fatto è che…sì insomma…come dire…per spiegarmi mi viene solo questo esempio qui: quando i miei figli erano piccoli adoravano dipingere con i colori a dita (avete presente quei vasetti di tempera in cui si immergono le dita usandole come pennelli?), partivano con il giallo, lo arricchivano di rosso.. così diventava arancione, allora aggiungevano un po’ di blu e via col verde, perché non un tantino di nero, giusto un goccio di viola…e per finire da quest’apoteosi di tinte mischiate tra loro risultava immancabilmente un uniforme color… FANGO. “Ma non è possibile! Erano colori bellissimiiiiii! Non è giusto! C’è un imbroglio!”, a volte ci scappavano persino due lacrime. E’ che erano proprio troppi quei colori…. Il testo risultante da una sfilza di idee sciorinate una di seguito all’altra non lascia un’impressione molto diversa in chi lo legge. Vero è anche che ogni creazione degna di questo nome ha origine dal caos, da un miscuglio di elementi in cui il creatore interviene per dividere, scegliere, far ordine, dare senso.
Avere tante idee è il caos primigenio, potete scrivere queste idee in libertà su un foglio, nel disordine che preferite, poi le rileggete e immaginate come potreste collegarle tra loro per creare un discorso dotato di un filo logico. In questa fase vi accorgerete da sole che alcune proprio non riuscite a farcele stare in alcun modo…è un dolore, lo so... ma dovete metterle da parte, magari le potrete utilizzare un’altra volta. Depennate le idee di troppo, rileggete quelle rimaste e chiedetevi quali sono più importanti per dire quel che volete dire, quali vale la pena approfondire con riflessioni, esempi… Automaticamente farete una seconda selezione, perché vi renderete conto che usare le altre buttandole lì così, in una specie di elenco della spesa, non aggiungerebbe niente al vostro pensiero. Le idee da quaranta sono diventate venticinque e poi dieci o forse meno…perché in tre ore si scrive un tema non un saggio enciclopedico! Ora sì che potete iniziare a scrivere e son certa che, con un po’ di esercizio, vi verrà un dipinto..ehm..un testo in cui le varie parti sono in equilibrio e ben connesse tra loro.
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CSI A TUTTO DOPOSCUOLA di Maria Vittoria Dainese
Abbiamo ribaltato il modello tradizionale di doposcuola e lo abbiamo trasformato, aiutando i ragazzi a misurarsi con i loro limiti e a superarli, in uno spazio educativo e ludico, in cui impegno personale, lavoro di gruppo, raggiungimento degli obiettivi, verifica, consapevolezza di sé, rispetto delle regole sono gli strumenti utilizzati. C’è un unico momento nella vita di ognuno, in cui sbagliando si impara senza produtrre danni: è il momento della scuola e soprattutto del doposcuola. E’ lì, che ogni ragazzo, affiancato da un educatore, riesce a mettersi in gioco, a sbagliare, a provare e a riprovare, a misurarsi e a superarsi. A Boara Pisani e a Vescovana, durante l’anno scolastico, abbiamo trasformato il momento della mensa scola
stica in un’occasione per conoscere e valorizzare il cibo, l ’alimento, il lavoro di assimilazione del corpo. Abbiamo giocato a misurare l’energia prodotta e quella consumata giocando, correndo o stando anche fermi. Nel doposcuola, che inizia sempre dopo qualche momento di puro svago, abbiamo cercato di trasferire i modi del gioco nell’impegno scolastico, così da affrontare insicurezze, dubbi e limiti con quello spirito propositivo che è proprio del gioco. Tutto questo sempre con l’ aiuto di un educatore esperto di didattica e di sport. Perché lo sport è uno strumento straordinario per interiorizzare regole, misurarsi con i limiti e imparare a fare squadra. Questo tipo di attività è stata proposta anche nel doposcuola che il CSI gestisce a Rovigo. Qui i ragazzi arrivano dopo aver pranzato a casa loro. Diversi gli obiettivi raggiunti dalla
nostra attività di doposcuola: combattere la sedentarietà e sostenere il ragazzo nel desiderio di mettersi in gioco, favorire l’autostima e l’integrazione, acquisire maggior autonomia nello svolgimento dei compiti, consolidando il metodo di studio e rafforzando la capacità logico-analitica. Ad arricchire la proposta del CSI ci sono state anche numerose iniziative integrative svolte da settembre a giugno: feste a tema a Natale e a Carnevale, l’incontro con la Polizia di Stato sui problemi di internet e l’abuso dei cellulari, l’uso “intelligente” di internet per ricerche scolastiche e il pranzo al buio a Vescovana, E tanti momenti di attività ludica e sportiva come il calcio, la pallavolo, il tamburello e altri, ma anche creativa e riflessiva come pittura, lettura di storie fantastiche per i più piccoli e giochi di società. Non abbiamo portato i libri in campo, ma l’energia dello sport
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C’è un luogo a Rovigo dove si può imparare l’amore di coppia:
LA POSTA
Caro Via vai dei Piccoli
Il Consultorio diocesano per la famiglia
L’ARTE DI RIMANERE SPOSI FELICI Sessanta secondi di dedizione totale per chiedersi “come stai” guardandosi dritto negli occhi, o semplicemente riconoscersi come priorità uno dell’altra. Ecco il segreto per un felice e duraturo matrimonio. Ecco un rimedio semplice ai danni di una quotidianità accelerata e frenetica che, molte volte, rischia di soffocare quello che un tempo era un promettente rapporto di coppia. Basta poco per perdersi di vista anche quando si vive sotto lo stesso tetto. Basta alimentare il “non detto”, tacere le emozioni, smettere di comunicare. E così quel ‘non detto’ comincia a mettersi in circolo e a generare malessere… che talvolta diventa così incontenibile da avere conseguenze devastanti. Il matrimonio non è un punto di arrivo, ma di partenza. Esattamente come la scelta di una vita di coppia. Ci vuole arte per mantenere vivo il fuoco e soprattutto per continuare a scegliersi nonostante la quotidianità e il tempo che passa. Lo sanno bene quelli del Consultorio diocesano che al supporto alla famiglia ed alla coppia dedicano tutta la loro energia. Lo fanno dal 1993, da quando è stato istituito a Rovigo. Da allora un’ equipe di professionisti volontari tra medico, avvocato, ginecologo, sessuologo, psicologo, pedagogista, assistente sociale e consulenti familiari si occupano di dare supporto alle coppie in difficoltà. L’obiettivo del Consultorio è proprio quello di prestare un servizio gratuito a supporto concreto della 46
vita familiare e di tutte le dinamiche che la riguardano: la preparazione al matrimonio, l’adozione, l’affido, l’educazione dei figli, l’elaborazione di un lutto, la consulenza ginecologica per sterilità o difficoltà sessuali, la consulenza legale. “A volte – racconta Ermanna Pelà, consulente familiare da sempre attiva al Consultorio – la soluzione ai problemi di una coppia è proprio dietro l’angolo. Il fatto è che siamo così sfiduciati che non riusciamo a vederla e non riusciamo proprio ad andarci dietro a quell’angolo. Chiedere aiuto, parlare con un consulente capace, prima di ogni cosa, di ascoltare, è un modo saggio per affrontare la vita e investire nella famiglia. Altre volte basta riappropriarsi di parole gentili o gesti di tenerezza per rinsaldare una comunicazione ed un rapporto che sembrava sfilacciarsi. Non c’è nulla che aiuti ad avvicinarci all’altro quanto un gesto di tenerezza. E nulla più dell’abitudine a questa gestualità è utile ai nostri figli, per farli sentire amati ”. Ogni anno sono circa cento le persone che si rivolgono al Consultorio Diocesano per la famiglia, si tratta di giovani coppie, sposi o genitori e figli, ma anche single. La sede di Rovigo del Consultorio Diocesano è in via Pascoli, 51. E’ aperta tutti giorni: il lunedì, mercoledì e venerdì di mattina; il martedì ed il giovedì di pomeriggio. Il numero di telefono è 0425 422500.
sono la mamma di una ragazzina che è ormai prossima alla scuola secondaria superiore. E io sono tremandamente spaventata. Lo sono perché la mia bambina, convive da sempre con un grave handicap, che mi porta a proteggerla, più di quanto sia necessario. Fino a questo momento ho vissuto la scuola come un luogo protetto e rassicurante. Conosco personalmente tutte le maestre e le famiglie dei compagni di scuola…ma l’anno prossimo tutto sarà diverso … Risponde Laura Ferlini
docente di sostegno e formatore Cara Mamma, voglio rassicurarla di fronte alle sue ansie. In questo nostro mondo di ragazzi che corrono velocemente sulle ruote dei social-media e fuori dagli schemi, la scuola è diventata un microcosmo, una vera comunità di ricerca e apprendimento in cui gli insegnanti tutti cercano di aiutare i nostri ragazzi, nessuno escluso, a prepararsi alla complessità della vita futura. Ma andiamo con ordine. Chi è il ‘diverso’? Il diversamente abile? Chi sono gli ‘altri’? Non siamo forse tutti diversi ma uguali? Si è diffusa da tempo una scuola di pensiero dove la parola handicap è ormai tramontata. Ci si esprime oggi per la maggior parte con disabile, o con diversamente abile. Questi vocaboli sono stati modificati soprattutto quando l’OMS ha pubblicato la "Classificazione internazionale del funzionamento, della salute e della disabilità", testo riconosciuto da 191 Paesi come il nuovo strumento per descrivere e misurare la salute e la disabilità delle popolazioni. Questo ha portato a sottolineare che le situazioni di svantaggio molto spesso sono soprattutto all’esterno, fuori del soggetto in difficoltà, dell’individuo disabile e che si possono colmare attraverso degli strumenti, le abilità sociali, la partecipazione, un ambiente favorevolmente strutturato, tra cui l’aiuto degli altri, dei compagni di classe anche. La disabilità poi, non è legata solo alla nascita, ma è uno status che può essere anche causato da fattori esterni e vissuto nella piena maturità della propria vita, perché disabili si diventa, anche, in ogni momento dell’arco di vita. E questo a Scuola, ai ragazzi viene insegnato bene. Basta poco e la vita cambia per sempre.
viavai dei piccoli EVENTI • LABORATORI • SPETTACOLI • INCONTRI In tutti i casi ciò che fa la differenza, che porta ad uno stato di benessere del soggetto, è il contesto ambientale in cui è inserito e gli strumenti tecnologici che lo supportano, che lo aiutano a colmare il gap della distanza con gli altri. Ed è qui che la scuola può fare veramente molto. La Scuola, che prima di tutto educa alla pluralità, alla molteplicità di punti di vista, al rispetto dell’alterità, insegna come costruire una propria identità, forma i cittadini del domani. E qui sta il vero nocciolo della questione. Perché chi è inficiato sul piano cognitivo o è completamento bloccato, certamente non può colmare con uno strumento il gap che lo rende ‘diverso’, ma può avere comunque altre abilità che vanno a colmare quello svantaggio…E i docenti di sostegno -che sono il loro naturale prolungamento verso la dimensione sociale -, quelli che lo fanno per scelta, queste cose le conoscono bene e le insegnano agli altri, ai compagni di classe e ai colleghi. Per cui Signora Mamma, non si angusti. Questo modo complesso di essere certamente non tutti lo percepiscono. Ci vuole allenamento per poter ‘sentire’ cosa vuole comunicarti tuo figlio, il tuo alunno, il tuo compagno, quel ragazzo speciale che incontri ogni tanto a scuola, con il quale vorresti metterti in ascolto, vorresti entrare in empatia. E come in tutte le cose ci vuole il suo tempo. Ma quale luogo migliore della Scuola può offrirti questa opportunità? Negli anni infatti proprio grazie all’attenzione alla disabilità si sono susseguite leggi (su tutte si ricordi la 104/1992 – Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), decreti, circolari e sentenze che hanno permesso di passare dall’inserimento all’integrazione degli alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali) nella scuola, fino a ottimizzare gli interventi attraverso l’individualizzazione e la personalizzazione degli apprendimenti, soprattutto in presenza di diagnosi specifiche (legge 170/2010). Inoltre, in virtù della massiccia presenza di ragazzi di altre nazionalità, mai come oggi la scuola punta ad un approccio didattico di personalizzazione e individualizzazione delle conoscenze, per permettere a tutti di essere aiutati, anche grazie alle recenti direttive e circolari ministeriali sui BES del 2012-2013. Allora, cara mamma, la differenza come risorsa diventa veramente il focus su cui poter far leva in ambito scolastico: diverso non significa migliore o peggiore ma ‘con altre caratteristiche’, che comportano una ricchezza da condividere e non un problema da risolvere.
manifestazioni Ferrara, sottomura di Via Baluardi
FERRARA IN FIABA 2017 ven.9 giugno
▪ 16.00 Le Avventure di Peter Pan Fiaba Animata. I Muffins Spettacoli ▪ 17.30 La Sirenetta Fiabe in Musica Spettacolo Musico/Teatrale. I Muffins Spett. ▪ 18.30 In Fondo al Mare Danza Sportiva. Scuola Easy Dance di Stefan Green ▪ 19.30 Anna&Elsa: L’Estate può attendere Fiabe in Musica - Spettacolo Musico/Teatrale I Muffins Spettacoli ▪ 20.30 La Fola di Mario - Spett. Teatrale. Officina Teatrale A_ctuar ▪ 21.30 le Avventure di Aladdin&Jasmine + La Bella&La Bestia Notte di Fiaba - Spettacolo Musico/Teatrale. I Muffins Spettacoli
sab.10 giugno
▪ 11.00 Alice nella Scatola delle Meraviglie Compagnia teatrale Le Meccaniche Semplici ▪ 12.00 Le Avventure di Peter Pan Fiaba Animata. I Muffins Spettacoli ▪ 14.30 Le Avventure di Aladdin&Jasmine Fiabe in Musica. I Muffins Spettacoli ▪ 15.30 L’Anatroccolo Stonato - Fiaba Musicale - Scuola di Musica “Piffany Piano Room ▪ 16.30 Il Libro delle Favole - Concerto Animato Comp. ABC (Attori- Ballerini-Cantanti) ▪ 17.30 Danzando tra le fiabe - Spettacolo di danza classica e moderna. Scuola Multidanza ▪ 18.30 La Bella e La Bestia Fiabe in Musica I Muffins Spettacoli ▪ 19.30 C’era una volta, c’era e c’è ancora Narrazione - Martina Folena
▪ 21.00 The Rainbow Show – Musical Scuola Ms Danza
dom.11 giugno
▪ 11.00 Biancaneve e i setti Nani - Musical Primaria Collegio Brandolini Roda di Oderzo ▪ 12.00 Il Libro delle Favole” Concerto Animato. Comp. ABC (Attori- Ballerini-Cantanti) ▪ 13.00 Le Avventure di Peter Pan. Fiaba Animata. I Muffins Spettacoli ▪ 14.00 Alice nella Scatola delle Meraviglie Compagnia teatrale Le Meccaniche Semplici ▪ 15.00 La Sirenetta Spettacolo Musico/Teatrale. I Muffins Spettacoli ▪ 16.00 Un Coro di Fiabe Corale Associazione Giulia Onlus ▪ 17.00 Prime Note Incantate Concerto Disney Scuola di Musica Prime Note ▪ 18.30 Anna&Elsa: l’Estate può attendere Spettacolo Musico/Teatrale. I Muffins ▪ 19.30 Alice nella Scatola delle Meraviglie Compagnia teatrale Le Meccaniche Semplici ▪ 21.00 Notte di Fiaba: Le Avventure di Aladdin&Jasmine + La Bella&La Bestia Spett. Musico/Teatrale – I Muffins Spettacoli
libri e laboratori sab.10 giugno 2017 ore 16.30 Rovigo il Pozzo Magico - libreria, via Oberdan 4
MR GERSHWIN I grattacieli della musicalibro vincitore del Premio Andersen di quest'anno (categoria di Divulgazione)stupendo albo illustrato edito da Curci (Curci Young) Un pomeriggio dedicato al grande artista. musicista e compositore letture e laboratorio manuale-creativo. info e iscrizioni: pozzosognalibri@gmail.com
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articolo a pag. 15: Cibo come una medicina