N.3 - GIUGNO 2018
Supplemento al Settimanale Via Vai n.22 dell’ 8 Giugno 2018 COPIA OMAGGIO
DEDICATO AI GENITORI E AI BAMBINI DA ZERO A TREDICI
www.viavaideipiccoli.it. FB:viavaideipiccoli 1
Sommario
n.4 giugno - luglio 2018
Direttore Responsabile:
Flavia Micol Andreasi
PARLIAMONE
micolandreasi@gmail.com
05. 12. 20. 22. 26. 30. 32.
Caporedattore Carlotta Ravanello Carlotta Ravanello
Elena Montecchio
carlotta.ravanello@gmail.com
Redazione e Grafica redazione@viavaideipiccoli.it
M.Chiara Ghinato
Natascia Pavani
Flavia Micol Andreasi Mariachiara Ghinato Elena Montecchio Natascia Pavani Carlotta Ravanello Progetto grafico Mariachiara Ghinato
Franco Ravanello
Direttore Responsabile: dr. Flavia Micol Andreasi Promo Studio Editore Rovigo. Via Sacro Cuore 7 tel. 0425.28282 cell. 329 6816510 info@viavainet.it
Promo Studio Comunicazione grafica e pubblicità
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LIFESTYLE 10. A casa dei nonni 23. Puntare sull’autostima 45. Moda Mare
chiaraghinato@gmail.com
ATTIVAMENTE
Stampa Grafiche Nuova Tipografia Corbola (Ro)
11. Tra lama e alpaca 28. Sapori d’Estate 38. Hobby e Giochi per le vacanze
Concessionaria pubblicità PROMO STUDIO snc
CENTOSTORIE
Roberto Samiolo
Il Viavai dei Piccoli supplemento al Settimanale Via Vai Reg. Tribunale di Rovigo n.1/94 del 9/2/94
Girotonda, i giovedi dei piccoli Mai abbassare la guardia Tra pensiero magico e fantasia Sull’utilità delle noia Frutta e Verdura Cani e vacanze 70 anni della Costituzione Italiana
adv@viavaideipiccoli.it
Franco Ravanello franco.ravanello@gmail.com
Roberto Samiolo samioloroberto@gmail.com
hanno collaborato: Sandra Bassini, Rosanna Beccari, Federica Boniolo, Sara Bordiga, Valentina Borrella, Antonio Caserta, Martina Cavallari, Maurizio Fantinato, Michela Ferrati, Veronica Ferrarese, Glenda Incao, Emilia Mazzetto, Paul Mazzucco, Coi Momok, Raffaele Peretto, Francesca Rigon, Rossella Rizzi, Paola Zerba.
si ringraziano: le edicole e le farmacie per la collaborazione
www.viavaideipiccoli.it ilviavaideipiccoli@gmail.com FB viavaideipiccoli
8.
Uno sguardo al passato nella ridente campagna 34. Big bang 40. Una vacanza di libri 41. L’uomo dei mille cappelli
STAR BENE 14. 16. 18. 19. 25. 31. 37.
Arriva l’estate Mamma ho tanto mal di testa Le coliche nel neonato Le cicogne I traumi dentali Lenti a contatto La mia prima visita dal dentista
editoriale
Micol Andreasi direttore
Partecipare ad una festa di compleanno di un undicenne è un bel modo per comprendere tante cose. Qualche settimana fa ero proprio ad una di queste feste. La casa era addobbata come si conviene all’occasione. Nell’aria un profumo di biscotti e pizzette appena sfornate. Il rumore allegro intorno annunciava la presenza di tanta gente. Ma non era il vociare elettrizzato dei ragazzini, dei loro canti o delle risate sguaiate, ma quello più uniforme e metallico delle tante suonerie dei loro cellulari, quello dei volumi degli smartphone: tanti quanti il numero degli invitati. Ognuno il suo. Sono rimasta defilata, come è sempre bene fare quando l’invito viene dalla mamma del festeggiato, mia carissima amica impegnata a sfornare manicaretti e a conservare intatta la decorazione in glassa di una torta straordinaria. Così mi sono sistemata tra la cucina ed il portico, dove stavano tutti. Sulla mia comoda poltroncina, per circa due ore ho continuato a godere delle attenzioni culinarie della mia amorevole amica, scambiando con lei battute e qualche pensiero. Ma soprattutto ho osservato (in modo discreto e senza farmi notare) quella strana popolazione di preadolescenti, con la fronte piegata sullo schermo della loro protesi tecnologica, sempre connessa. Solo in due momenti li ho visti sollevare lo sguardo: per il taglio della torta e la sua degustazione (direi di gran successo! ) e per lo scarto vorace dei regali… Poi di nuovo catalizzati nel loro mondo virtuale… Quando il tempo dei saluti è arrivato, hanno tutti ringraziato e abbracciato il padrone di casa con un “Bella festa eh!”. Improvvisamente, nella mia posizione defilata, mi sono sentita assalire da una prepotente sensazione di inadeguatezza ai tempi (qualcuno la chiama invecchiamento). Loro, la popolazione di preadolescenti, si erano divertiti così, usando la tastiera e lo schermo dello smartphone per comunicare con il vicino. Con cui, magari, hanno continuato a scambiarsi emoticon o foto anche da casa, dopo cena o a notte fonda. O lo fanno ora, mentre io scrivo l’editoriale. Sulla strada del ritorno, lungo quel silenzioso viale di alberi che mi accompagna sempre alla porta di casa e mentre mi riappropriavo del mio tempo, un pensiero diverso mi si affacciava alla mente: “Quanto tempo sprecato!” Sprecato? Si, consumato senza senso alcuno. Senza il senso di quella partecipazione che è relazione vera, non virtuale. Che richiede fatica, che ci espone rendendoci vulnerabili, che può provocare frustrazione quando le risposte non corrispondono alle attese. Che rischia di farci sperimentare la nostra debolezza, l’insicurezza…rivelandoci il nostro limite: il più grande di tutti i maestri di vita. Quella protesi tecnologica cui i nostri ragazzi restano attaccati è proprio un bel surrogato alla fatica di “imparare ad essere”. Divoratrice di ogni possibilità di silenzio intorno e di noia. Sempre connessi, sempre informati, sempre in vetrina o a contare i like, come è possibile annoiarsi o fare silenzio. E perché mai dovremmo? Perché il silenzio è il terreno dove succede l’incontro profondo con se stessi. Quell’incontro che la società frenetica cerca di portarci via, distraendoci. Perché solo in quell’incontro, il nostro limite ci indica la via per superare noi stessi e farci nuovi, diventare adulti. Perché è dentro quel luogo, poco di tendenza, che c’è il segreto della felicità: assoluta questione di relazione, con noi e con gli altri. Così se vi capiterà di partecipare ad una festa di preadolescenti, mi raccomando…fate di tutto perché osino viverla come un incontro, rischino il piacere della partecipazione, provino il brivido di mettersi in gioco ed imparare ad essere:
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con il sostegno ROVIGO
Comune di Rovigo
Accademia dei Concordi
Associazione culturale
Asino d’Oro
I GIOVEDI DEI PICCOLI IN PIAZZA DELLA ROTONDA giugno-luglio 2018 Prima di tutto un luogo: quello denso di storia di piazza XX Settembre con il maestoso tempio della Beata Vergine del Soccorso, più noto come “la Rotonda”, per la sua pianta centrale a forma ottagonale. Iniziata su progetto di Francesco Zamberlan, uno dei più capaci collaboratori di Andrea Palladio, alla fine del Cinquecento, fu realizzata in un lungo lasso di tempo proprio grazie alle donazioni ed al coinvolgimento di tanti fedeli. Solo verso la fine del Settecento fu terminato il campanile, progettato da un altro nome illustre dell'architettura italiana, Baldassare Longhena. La Rotonda: non solo un luogo di devozione, un monumento di grande fascino, uno scrigno prezioso di opere d'arte al suo interno, ma soprattutto uno spazio simbolo della città e dell'amore dei suoi cittadini, quell'amore che ne ha permesso l' edificazione. Poi ci sono i bambini: i loro giochi, i canti, i balli semplici come un giro-
tondo, fatti di relazioni, di mani che si stringono e di avventure. I bambini di Rovigo e non, con la loro fame di sperimentare e di conoscere. Con il bisogno, che è di ogni cittadino, di riappropriarsi degli spazi urbani, vivendoli, imparando ad apprezzarli e soprattutto a rispettarli. Infine, ma non per ultime: ci sono le storie e quelli che le raccontano e contribuiscono a trasformare una piazza in un'esperienza densa di emozioni da portare a casa, da conservare tra i ricordi, per dire un giorno: “Questo luogo lo conosco, ci sono stato bene, è importante per me”. Eccola qui GIROTONDA: la prima manifestazione dedicata ai bambini in piazza XX Settembre e un omaggio ad un luogo che ha ancora tanto da raccontare e da insegnare. Assessorato alla Cultura del Comune di Rovigo Associazione Culturale L'Asino d'oro Il Viavai dei Piccoli
Anteprima con M.Gianola (21 maggio 2018) 5
21.6
14.6
giovedi
giovedi
con Manuela
Monari autrice
di Atelie
Giochi, coccole, baci, abbracci, principi e ranocchi, in un grande cerchio che si muove! Lettura animata di Un bacio in viaggio e Tutto un abbraccio e altre storie salterine sul prato
o sd Rovig
La Principessa dell’Oceano
Tutto in un abbraccio o nel viaggio di un bacio?
r Danza a
Lasciatevi trasportare dai protagonisti, Maui e Vaiana, in questa avventura all'insegna del viaggio e della scoperta. Solcate l'oceano assieme a loro alla ricerca del cuore di Tefiti. Liberamente ispirato al cartone Disney che ha fatto innamorare grandi e piccini, uno show coinvolgente!!!
Capriole all’insù
5.7
giovedi
Un cuore coraggioso affronterà un’avventura che nasce per caso giocando e arrampiocandosi, annusandosi e allontanadosi per poi ritrovarsi nel profumo dell’amicizia. Due attori in scena, uno sui trampoli e uno sui piedi, che guardano il mondo dell’insù e il mondo dell’ingiù trovando un ponte magico dove incontrarsi forlin e Andrea Zan o rd za iz P ce Beatri
ag i e M e o c r Ci e coinvolfrizzante
12.7 giovedi
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ta ago Una sera le magie del m n o circensi. gente c gli artisti e d y e y k ic R con bab e festa culture di d n a r g Una i, s uccabimb o. dance, tr spettacolo di fuoc i, in c pallon
la Giostra Magica
Nella grande magia del buio, la lavagna luminosa proietta le immagini di un racconto realizzate sul momento. Il risultato è un gigantesco libro che si anima, si colora, e si racconta lasciandosi ispirare dalla musica, trasformando le note in segni, gli acuti in graffi...
di I bestiolini Gek Tessaro
ratore tore e illust
au Gek Tessaro
28.6 giovedi
P
MERENDE offerte da: • Corte Carezzabella, Az. Agricola di S.Martino di Venezze; • Emporio Borsari, Badia Polesine • NaturaSì di Rovigo ZUCCHERO FILATO E POP CORN GADGET offerti da • Ottica Toffoli • DRM clinica odontoiatrica • AVIS Rovigo • Prolife ESPOSIZIONE • Running Bike B-BIP Bellelli, Badia P. • Sapori di Capolavia, prodotti bio Az. Agricola Grignano Polesine
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Cinque appuntamenti dedicati alle storie ed ai bambini con visite guidate gratuite al Tempio della Rotonda a cura di Pop Out Rovigo tutti gli eventi sono gratuiti 14 giugno 2018 ore 21.00 LETTURE ANIMATE
TUTTO IN UN ABBRACCIO O NEL VIAGGIO DI UN BACIO? con l’autrice Manuela Monari
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28 giugno 2018 ore 21.00 TEATRO DISEGNATO
I BESTIOLINI con l’autore Gek Tessaro inoltre presentazione del libro
Casa, dolce casa, Spinotto di Alberto Cristini e incontri con Lega Naz. per la Difesa del Cane Gruppo Astrofili Polesani
05 luglio 2018 ore 21.00 SPETTACOLO
CAPRIOLE ALL’INSÙ con Beatrice Pizzardo e Andrea Zanforlin inoltre incontro con la Lega Nazionale
per la Difesa del Cane.
21 giugno 2018 ore 21.00 SHOW DI DANZA
LA PRINCIPESSA DELL’OCEANO di Atelier Danza asd Rovigo
12 luglio 2018 ore 21.00 GRANDE FESTA FINALE
CIRCO E MAGIE con l’Ass.ne Giostra Magica 7
CENTOSTORIE pagine di storia
uno sguardo al passato nella ridente Riflesso della saggezza spontanea contadina…. La campagna offre ancora suggestioni e pace. Soprattutto nell’andar lento per luoghi, lungo strade secondarie o sentieri abbandonati, lungo argini di fiumi che continuano, a tratti, a serpeggiare tra fasce d’alberi e che dall’alto mostrano distese di grano, di mais, di soia, anche di giallissima colza. Il mondo agreste rappresenta ancora un rifugio, un isolamento negli spazi aperti senza barriere di paesaggi che lasciano mostrare l’orizzonte e che, nonostante i mutamenti, ancora sanno raccontare il loro passato attraverso gli edifici superstiti, le case padronali e le dimore dei braccianti, alcune adattate a confortevoli agriturismi o fattorie didattiche, qualche villa e oratorio, attraverso numerosi canali di razionali bonifiche sempre attivi da secoli, attraverso anche i più recenti reticoli di regolari terre che continuano ad essere tanto generose e fertili.
a cura di
Raffaele Peretto Archeologo
“Cosa rende ridente la campagna, questo canterò, o Mecenate, la stagione in cui si dissoda la terra, si legano agli olmi le viti; come si governa il bestiame, si allevano le greggi…”
nota
...................................... Chi è Mecenate? Mecenate Gaio (70-8 a.C.) politico e letterato romano, consigliere di Augusto; protesse poeti come Virgilio e Orazio. Dal nome deriva mecenatismo, azione rivolta a promuovere e favorire l’arte 8
Così Virgilio, il grande poeta mantovano vissuto tra il 70 e il 19 a.C. al tempo di Augusto, inizia a descrivere nelle sue Georgiche le tecniche e gli accorgimenti per coltivare la terra e allevare il bestiame, senza trascurare, nello sviluppo dell’articolato trattato, anche quelle particolari suggestioni ed atmosfere che caratterizzano la laboriosa vita agreste.
Le indicazioni che ci vengono trasmesse dalle liriche di Virgilio costituivano, ancora fino agli anni Cinquanta-Sessanta del secolo scorso, le regole comuni per gestire un podere agricolo. Da millenni la vita nei campi era legata al rispetto dell’ambiente che, per quanto sempre più antropizzato, continuava a godere una buona salute, con un suo equilibrio, non intaccato dai preoccupanti livelli di tossicità presenti oggi nel suolo, nell’acqua, nell’aria. Il rispetto della campagna era evidente anche nelle attenzioni riservate per il suo sfruttamento: le terre “dolci”, limoso-sabbiose, erano più adatte a un certo tipo di raccolto, altre “forti”, prevalentemente argillose, garantivano rigogliosità alle colture; c’erano le terre “alte”, quelle “basse”, strettamente legate all’evoluzione geomorfologica dell’area e corredate da attivi sistemi di drenaggio e controllo delle acque tramite scoli e fossati. Sostanzialmente fino a metà del secolo scorso ben poco era cambiato da quando l’agricoltura, dopo il suo avvio con il Neolitico (ottomila anni fa), aveva raggiunto consolidate tecnologie già in età romana e in seguito progressivamente perfezionatesi sulle basi di esperienze tramandate.
campagna Per le nostre campagne il brusco passaggio nella gestione del mondo rurale è stato determinato dall’avvento della meccanizzazione e soprattutto da modelli sempre più incalzanti della prima globalizzazione. C’è stata, in un breve arco di tempo, una reazione drastica contro l’immagine di un mondo di sacrificio e di povertà, che di riflesso ha sconvolto le radici secolari della nostra identità. Se la meccanizzazione e le nuove tecniche agrarie hanno portato ad alleviare fatiche e contemporaneamente alla maggiore produttività del suolo, si è andato sempre più perdendo il legame tra uomo e natura, si sono sviluppati linguaggi nuovi che soppiantavano i precedenti. Il lavoro bracciantile si ridusse progressivamente e di conseguenza i contadini cercarono altrove nuovi mestieri. Iniziarono a scomparire le stalle dove si allevavano, anzi si addomesticavano, animali per renderli docili a trasmettere la loro forza per trainare carri ed aratri: il bovaro dava loro, a tutti, un nome sempre cortese e che spesso rispecchiava il carattere della bestia. Gli edifici, anche maestosi con barchesse e fienili, furono adattati se non soppiantati da prefabbricati per allevare e in breve ingrassare animali da macello.
Si registrò in quegli anni anche lo sconvolgimento della nostra edilizia rurale. Vennero in diversi casi abbandonate sia case padronali che semplici dimore di contadini, per buona parte dignitose che, per alcuni particolari della loro identità, si caratterizzavano da quella di province limitrofe. Il rinnovamento, favorito da un generale benessere economico e da politiche istituzionali incuranti del recupero dell’edilizia preesistente, favorirono la costruzione di nuove dimore, atipiche, scandite da moduli ripetitivi di “case all’americana” (così si diceva), magari sull’aia divelta di una corte, magari con imponenti scale esterne, magari su collinette artificiali. Anche le tecniche agricole hanno concorso a modificare gli scenari della campagna. Oggi i concimi chimici, le sementi di laboratorio, gli immancabili trattamenti antiparassitari, consentono produzioni cospicue in ogni terreno; i campi sono sempre più estesi, livellati, privati da filari di alberi e scoline in quanto disturbano l’utilizzo e le manovre di macchine sempre più potenti, pesanti, tecnologiche. Certamente è impensabile tornare all’aratro trainato da buoi aggiogati per dissodare la terra o alla falce per mietere il grano, prima di stenderlo sull’aia. Ormai sono i musei a conservare le testimonianze di questo passato prossimo, mentre restano solo nella memoria dei meno giovani immagini di intense attività agricole e quotidiane con tante voci di genti e animali e diffusi suoni e chiassosi giochi di bimbi in ogni corte: “io mi ricordo quando andavo d’estate a fare il bagno nel Canalbianco e nel fiume mia madre sciacquava il bucato…mi ricordo quel sapore fresco dell’acqua chiara, trasparente che lasciava intravedere le alghe fluitare nel fondo…”.
Se il progresso, la ricerca, le innovazioni tecnologiche hanno portato indubbi ed irrinunciabili vantaggi alla nostra vita, oggi è l’ambiente che soffre. Si sono invertite le parti rispetto a quando era la nostra vita tanto sofferta e difficile.
Allora, però, il lavoro dei campi e la precarietà pressoché quotidiana dell’esistenza trovavano sostegno nella fede profonda verso i valori della terra alla pari di quelli della vita, tanto da giungere a rendere quest’ultima più lieta. E’ proprio dentro a questa sommersa cultura contadina che si possono ritrovare le soluzioni per ripristinare i giusti equilibri, eliminare le disparità economiche e social, ristabilire, almeno in parte, la salute del nostro pianeta.
il bagno nel Canalbianco 9
a caSa dei nonni LIFE STYLE c’era una volta
a cura di
Micol Andreasi
Adriano Azzi
alla scoperta di oggetti, giochi, abbecedari, quaderni, abbigliamento, mobili, attrezzi dei mestieri, mezzi di trasporto... della civiltà contadina polesana. Per ritrovare le tanti voci che affollavano la campagna polesana fino a quasi un cinquantennio fa, bisogna entrare in un museo etnografico e della civiltà contadina. Ce n'è uno ricchissimo proprio nel cuore della provincia di Rovigo, Fratta Polesine, a palazzo Dolfin Boniotti. E' un edificio della seconda metà del Cinquecento, ristrutturato con i contributi della Regione, della Provincia, del Comune e soprattutto dei tanti volontari del Manegium, il gruppo culturale e di ricerca che da 35 anni si occupa della gestione della collezione e dell'edificio stesso. Su tre piani, il museo etnografico mostra, attraverso immagini, documenti e centinaia di oggetti lo sforzo compiuto dai polesani per migliorare la loro vita, dalla fine del Settecento, quando l'unico modo per spostarsi e movimentare le merci erano le barche sui canali, fino alla metà degli anni Cinquanta. Barche, carrozze, biciclette, tricicli, gioghi per i buoi, tinelli, mannaiuole, torchi, zare in alluminio per il latte, saponi fatti in casa con la soda caustica, abiti di canapa, filatoi, macchine da cucire, persino ferri da stiro in ghisa. Allestita proprio come doveva essere negli anni Venti è l'aula di una scuola elementare con l'abbecedario appeso al muro e un'enorme tavola pitagorica, il pallottoliere, la pesante lavagna, i banchetti di legno con le cartelle di cartone. C'è anche la camera da letto con l'immancabile munega, fondamentale d'inverno per scaldare il letto con le braci senza appiccare il fuoco. E la cucina che della società contadina era la stanza più importante della casa, perchè dopo le ore del lavoro in campagna, vi si trascorreva gran parte del tempo, perché era l'unica riscaldata, perché era il luogo della condivisione. E c'è persino la ricostruzione di un capitello, uno dei tanti che fino a qualche anno fa arredavano la campagna: con i lumini, con i fiori, con le collane del rosario, che gli uomini e le donne portavano come atti di devozione, per ringraziare o per invocare l'aiuto del Santo cui era dedicato. Ci sono poi due intere sale dedicate agli attrezzi dei mestieri: il calzolaio, il falegname, il barbiere, il pollaiolo... E' tutta contenuta qui dentro la civiltà contadina del Polesine, la sua umiltà, la dedizione al lavoro, lo spirito di sacrificio, l'attaccamento alla famiglia, il piacere della convivialità. Il museo è aperto tutte le domeniche ed i giorni festivi dalle 15 alle 18 e su prenotazione si può visitare anche in altri giorni. Ad accompagnare i visitatori c'è sempre un volontario del Manegium e, se siete fortunati, proprio il maestro Adriano Azzi, presidente dell'associazione, vera anima del luogo, studioso sopraffino e cuore generoso. Museo etnografico della civiltà contadina. Fratta Polesine (Ro) Palazzo Dolfin Boniotti. Via Riviera Scolo 11 - cell. 340 2246742 Sig.Azzi
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IN CORTE BENETTI ATTIVAMENTE
lama ed alpaca a cura di Micol
tra
Andreasi
Non serve prendere l’aereo e volare fino in Perù o in Bolivia per vedere da vicino lama e alpaca, basta arrivare a Corte Benetti, a poca distanza dal centro di Rovigo. Venendo dall’ospedale, in via Ippolito Nievo, il viale alberato che collega alla frazione di Buso, sulla sinistra si trova l’ingresso ad una delle aziende agrituristiche di maggior fascino del Polesine. Ettari di verde lussureggiante, alloggi, sale convegni, ma soprattutto cavalli, mini horses, caprette, gatti, anatre, oche, cigni, galline, conigli, qualche pavone e almeno 30 tra alpaca e lama. Da aprile scorso ci sono anche 4 asinelli. Qui i volatili scorrazzano liberi quasi tutto il giorno. I cigni sono maestosi nel loro attraversare il laghetto al centro della corte, quanto goffi quando cercano di camminare fuori dall’acqua. I pavoni, ambiziosi, mostrano la loro coda, le oche starnazzano, mentre i conigli appaiono e scompaiono di gran velocità. Nei paddock, curati come appartamenti privati, ci sono i cavalli che hanno appena finito di correre. Lama ed alpaca sono chiamati per nome, ognuno ha il suo. Quando arrivano i bambini, sono un’attrazione irrinunciabile, con i loro musetti simpatici ed il loro carattere socievole. Ti fissano negli occhi, chiunque tu sia, ed emettono un gridolino, come a voler rispondere o a chiedere attenzione. Tranquilli, non sputano. O almeno non lo fanno se non quando devono difendersi o sono arrabbiati. Ma accade di rado e quasi sempre per questioni tra animali. A raccontare tutto di loro è il signor Massimo, un amico della famiglia Benetti, di Simonetta, di Dario e di Fabio, come loro innamorato della campagna
Simonetta Benetti
itinerari
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Tra Lama ed Alpaca in Corte Benetti
polesana e degli animali cui dedica gran parte del suo tempo. E’ lui, di solito, che accoglie i visitatori di Corte Benetti, svelando tutti i segreti di ogni animale, ma soprattutto dei lama e degli alpaca. Avverte che è bene non sostarvi troppo alle spalle, perché, involontariamente potrebbero calciare. E inoltre conviene sempre mantenere separati i maschi dalle femmine, per questo stanno in recinti diversi. Racconta che gli alpaca, come i lama appartengono alla famiglia dei camelidi, senza gobba però. Sono tilopodi, ovvero non hanno gli zoccoli. Sono erbivori e benché il loro habitat naturale siano l’alta montagna o le aree aride, sono animali molto adattabili e stanno benissimo anche nella nostra pianura Polesana. E’ sempre Massimo ad insegnare come distinguerli a colpo d’occhio. Dice che gli alpaca sono un po’ più piccoli e più leggeri dei lama e hanno il labbro superiore diviso in due metà. Poi invita ad osservare la forma delle orecchie. Quelle degli alpacasono dritte, mentre quelle dei lama hanno una forma più curva, con la punta rivolta all'interno, e sembrano delle "banana". Gli alpaca hanno inoltre un manto più soffice e pregiato. Fin dai tempi degli Incas, la loro lana era apprezzatissima. Entrambi hanno un carattere docile e simpatico e per questo sono straordinari anche per la pet-terapy. E’ per questo che a far visita alla corte Benetti sono molte famiglie con i bambini, scuole elementari o materne e addirittura gli anziani di molte case di riposo. “Nulla è più rigenerante – spiega Massimo – di una passeggiata in campagna con i lama o gli alpaca”. E infatti i lama-trekking oraganizzati dalla famiglia Benetti sono frequentatissimi. Ma è rigenerante anche trascorrere semplicemente qualche ora in compagnia di questi straordinari animali, magari, all’ombra fresca degli alberi della Corte. Corte Benetti è il frutto di un lungo impegno e di tanta dedizione da parte di una famiglia intera, che alla campagna Polesana è legata da generazioni. Ma è anche il sogno del più giovane della famiglia, Fabio. E’ con lui, che la passione si è trasformata in un progetto imprenditoriale ancora in evoluzione, aperto alle novità, ma legato alla tradizione della cultura contadina, lo si legge nella semplicità dei modi con cui vengono accolti i visitatori, nelle colazioni, nei buffet preparati e serviti con i prodotti dell’orto, nella cura degli animali. E’ ancora con lui che un pezzo di campagna polesana, alle porte della città, ha recuperato il suo canto.
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PARLIAMONE Educando
Unitinrete:
MAI ABBASSARE LA GUARDIA BULLISMO a cura di
Glenda Incao pedagogista clinico
Ma quando si parla di bullismo, di cosa si sta parlando? “Un’azione offensiva e/o aggressiva reiterata nel tempo ai danni di qualcun altro in una relazione asimmetrica”. In questa relazione, una parte più forte (i bulli) agisce con comportamenti aggressivi verso una parte debole (le vittime). Come ci accorgiamo che nostro figlio è vittima di bullismo? Dall’umore che cambia, dal bisogno di isolarsi, dai danni eventuali a cose o vestiti, da improvvisi malesseri fisici, peggioramento dell’andamento scolastico, disturbi del sonno e dell’appetito...facendo attenzione a tutto ciò che ad un certo punto cambia … Cosa fare nel momento in cui ci si rende conto che qualcosa non va? Parlare, osservare, affiancare, approfondire…il dialogo sempre aperto tra genitori e figli, un dialogo fatto di ascolto, profondo, senza giudizio, porta sicuramente a costruire una relazione efficace, in cui la fiducia fa da padrona. E il bullo in tutto questo? Sfatiamo il luogo comune che il bullo appartenga per forza a famiglie disagiate: non è così! Il bullo è un bambino/ragazzo dell’età di nostro figlio o forse appena un po’ più grande. Sicuramente ha una forte impulsività, ha bisogno di dominare gli altri, ha una elevata autostima
apparente. Come per la vittima anche il suo essere bullo può essere riconosciuto. Innanzitutto quasi sempre, c’è qualcuno che, come la scuola rende noti, comunicandoli ai genitori, alcuni atteggiamenti del ragazzo/a che denunciano un malessere. E’ utile per i genitori provare a mettersi in contatto con gli insegnanti, creando con loro una rete collaborativa per il bene del ragazzo, senza partire in quarta sulla difensiva e soprattutto osservare attentamente il proprio figlio. Anche se questo può provocare dolore o difficoltà. Il bullismo è reato!!! E’ bene conoscere di cosa potrebbe essere capace nostro figlio per prevenire danni e ripercussioni anche gravi su di lui. Di tanti mestieri credo che l’unico al mondo per il quale è impossibile la delega è il mestiere del genitore. Intendo dire che c’è un solo modo per far crescere dei figli sereni non vittime e nemmeno bulli, è occuparsi senza deleghe di loro, rimanendo loro accanto, osservandoli.
CYBER BULLISMO a cura di
Federica Boniolo psicologa
Il cyberbullismo può essere considerato l’evoluzione del bullismo, perpetrato a mezzo delle tecnologie. Molto spesso i due fenomeni vanno di pari passo, in quanto molti episodi di bullismo vengono immortalati e poi pubblicati o condivisi sui social network o su whatsapp. Le caratteristiche che lo rendono particolarmente preoccupante e subdolo, sono l’assenza di limiti spazio-temporali e l’anonimato. La possibilità di essere attaccati 24 ore su 24, anche a distanza, fa si che la vittima abbia la percezione di non avere scampo, con il conseguente insorgere di stati di ansia generalizzata e di impotenza che possono portare a depressione, ritiro sociale e tentativi di suicidio.
Le tipologie principali di cyberbullismo sono: flaming generare discussioni violente fra utenti della rete; harassment persecuzione tramite messaggi, commenti, post... denigration presa in giro, divulgando anche notizie false sulla vittima; cyberstalking persecuzione al fine di impaurire la vittima exclusion esclusione dai social per isolare la vittima; impersonation furto di identità ; Altri fenomeni comportamentali che riguardano la rete e che incidono moltissimo nella vita dei ragazzi, le cui conseguenze possono essere molto pericolose sono: sexting o invio di proprie foto dal carattere esplicitamente sessuale; challenge, sfide a cui i ragazzi sono chiamati a partecipare per dimostrare il loro coraggio; vamping, tendenza dei ragazzi a chattare o stare sui social per molte ore anche di notte per il bisogno di restare connessi con gli altri e con ciò che accade in rete. Qualche consiglio per i genitori: • Informatevi e frequentate anche voi la rete: solo così sarete in grado di conoscere e capirne dinamiche e pericoli • ricordate ai vostri figli che siete voi responsabili di ciò che fanno con cellulare e pc, e fatevi dare le password di accesso • insegnategli a non divulgare i loro dati sensibili in rete • fate attenzione se vostro figlio cambia improvvisamente le proprie abitudini, passando un tempo esagerato online, oppure distaccandosene totalmente o se, dopo aver interagito col cellulare, appare irritato, pensieroso o triste, se lo vedete spesso stanco, con umore che cambia repentinamente, rendimento scolastico che crolla e ritiro sociale con perdita di interesse per attività come sport o uscite con gli amici, è segno di qualcosa che non va, e potrebbe trattarsi di bullismo o cyberbullismo E se vi confida di essere vittima di cyberbullismo, fategli salvare tramite screenshot ogni contenuto usato online contro di lui (foto, post, messaggi), ditegli di non rispondere alle provoca-
zioni, insegnate l'uso della funzione blocca/segnala presente in tutti i principali social network, ma soprattutto denunciate insieme a lui la cosa alle autorità competenti, allertando la Polizia Postale in caso il cyberbullo agisca in forma anonima: in pochissimo tempo riuscirete a risalire alla sua identità e potrete procedere con la denuncia. Anche per navigare in rete, così come in mare, è necessario prima di tutto imparare a nuotare!
COSA DICE LA LEGGE a cura di
Michela Ferrati avvocato
La Legge n. 71/2017, all’art. 1 definisce quali sono le condotte che vanno a costituire atti di cyberbullismo. I genitori ed i minori che abbiano compiuto 14 anni possono inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet/social/media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato personale del minore quando esso abbia subito condotte rientranti nella definizione di cyberbullismo. E’ possibile anche rivolgersi al Questore per chiedere, fino a quando non sia stata proposta querela, un provvedimento amministrativo definito “ammonimento”. Anche le scuole hanno un ruolo di primaria importanza. Ogni istituto scolastico deve individuare, fra i docenti, un referente avente il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto al cyberbullismo, anche avva lendosi della collaborazione delle forze dell’ordine e delle associazioni e dei centri di aggregazione giovanili presenti sul territorio. Il Dirigente Scolastico, qualora venga a conoscenza di atto di cyberbullismo, deve informare tempestivamente i genitori attivando adeguate azioni di carattere preventivo
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2 - Prima di fare giocare i bambini all’aperto nelle giornate più calde, assicurarsi che il bambino assuma una adeguata quantità di acqua, per garantire la idratazione. Se l’attività
STAR BENE Il Pediatra
fisica si prolunga oltre un’ora, è opportuno somministrare bevande contenenti zuccheri e sali minerali, in particolare se il clima è molto umido 3 - Ricordiamo di prevenire le punture di insetti: l’estate è il momento A .Case
rt a
dottor
Antonio Caserta Pediatra di Famiglia
8 REGOLE D’ORO PER AFFRONTARE BENE LA VITA ALL’ARIA APERTA 1 - Proteggere i bambini dalla eccessiva esposizione solare
con l’uso costante e ripetuto di creme a fattore di protezione alta, almeno SPF 30, meglio se resistenti all’acqua. Nei bimbi sotto i tre anni che hanno la cute molto delicata e sottile e nei soggetti con pelle a tendenza atopica, meglio la protezione a fattore SPF 50. I vestiti rappresentano una buona difesa, ci sono capi studiati per la protezione solare con filtri o tessuti speciali. E’ bene ricordare di applicare la crema almeno ogni due ore, soprattutto se il bambino suda molto. E’ stato calcolato che l’80 % della esposizione solare nella vita avviene nei primi 20 anni di vita, e questo spiega perché dobbiamo essere attenti a ridurla il più possibile : 14
arriva l’estate! affrontiamola in sicurezza
una buona protezione dal sole durante l’infanzia costituisce un’ottima forma di prevenzione contro i tumori della pelle nell’età adulta. Evitare l’esposizione nelle ore di maggiore irraggiamento (tra le 11 e le 16). I lattanti sotto i sei mesi non debbono essere tenuti sotto la luce diretta solare, ma protetti da un ombrello o in passeggino. Particolare attenzione ai soggetti con fototipo chiaro, al numero di nei, alla familiarità per melanoma. Per la protezione degli occhi indossare cappello con visiera o se si prevede esposizione prolungata occhiali da sole con lenti protettive dai raggi UV .
delle zanzare, che oggi pungono non solo durante la notte. Attenzione anche ad api, zecche e acari. Le zecche, che possono essere responsabili di malattie trasmissibili all’uomo, si possono incontrare specie camminando nei boschi delle nostre meravigliose montagne, per cui è utile indossare pantaloni lunghi e calzature alte. Attenzione ai ristagni di acqua vicino ai luoghi dove giocano i bambini, che vanno comunque protetti con dei repellenti per insetti adatti alla loro età. Repellenti: diciamo subito che quelli di sintesi (chimici) sono di dimostrata efficacia. L’Istituto Superiore di Sanità ne sconsiglia l’uso sotto i 2 anni per i possibili effetti tossici. Un buon consiglio per i piccoli è di utilizzarli sui vestiti. Oltre tale età, utili lozioni/gel a base di icaridina a concentrazioni del 10% (Autan®), il Deet a concetrazioni entro il 20% va bene alle nostre latitudini, e la permetrina su indumenti e zanzariere, va bene nelle aree endemiche per malaria. Fra i repellenti naturali di estrazione vegetale, efficace il citriodiol (PMD), derivato da eucalipto. Ci sono poi prodotti a base di essenze naturali come citronella, geranio, lavanda, la cui durata d’azione è limitata, protezione bassa e che non sono presidi medico-chirurgici ma solo cosmetici Non applicate il repellente sulle mani dei piccoli ed evitate la zona intorno agli occhi e alla bocca.
4 - L’estate è il momento delle piscine, del mare e dei giochi d’acqua. Oltre alle usuali norme di sicurezza che impongono di sorvegliare sempre i bambini che si trovano in prossimità dell’acqua (anche bassa) dobbiamo ricordare che l’ambiente umido favorisce la diffusione di germi.
I bambini molto piccoli, proprio per il fatto di portare il pannolino, possono facilmente trasmettersi l’un l’altro dei germi, che passano attraverso la condivisione dell’acqua delle piscine. La clorazione dell’acqua, anche bene eseguita, non sempre è sufficiente ad impedire il passaggio di germi patogeni. Meglio quindi evitare ai bambini piccolissimi l’uso di piscine comuni, e disinfettare bene le piccole piscine di uso domestico, che vanno sempre svuotate dopo l’uso, anche per motivi di sicurezza. Nei bambini più grandi, così come negli adulti, il periodo estivo favorisce l’insorgenza delle otiti esterne. Il ristagno d’acqua nell’orecchio crea un ambiente ideale per la crescita di germi: per prevenire le infezioni controlliamo sempre che i bambini si asciughino le orecchie, evitando l’uso di bastoncini cotonati, e, se si fre-
quentano spesso piscine o giochi acquatici, pulire il condotto dopo il bagno con una soluzione lievemente acida (anche acqua e aceto possono andare bene). 5 - Precauzioni In montagna.
Altitudini superiori a 2000 metri non sono consigliabili per un lattante. L'alta quota determina irritabilità, inappetenza e disturbi del sonno. Il problema si pone soprattutto nell’utilizzo di impianti di risalita per la velocità di salita o di discesa: in sostanza, le variazioni brusche di quota possono dare problemi di compensazione della pressione fra l'orecchio medio e l'esterno, con conseguente trauma sul timpano. 6 - Non lasciamo che i bambini si annoino: durante l’estate la grande
disponibilità di tempo spesso contrasta con le scarse opportunità dovute alla vita di città. Meglio creare un programma di impegni e attività, ad esempio sul calendario, che creerà un’ attesa e per cui i bambini si possono preparare, stimolando così la loro immaginazione.
Cercate di impiegare il loro tempo facendovi aiutare durante la giornata in piccoli compiti, e tenete a disposizione materiali che possono usare in attività creative ( cartone, colori, forbici) oltre a tanti libri da leggere nelle giornate in cui non è possibile uscire. 7 - Attenzione alle infezioni da alimenti. Nel periodo estivo i germi cre-
scono meglio per le alte temperature. E’ più che mai importante ricordarsi di lavarsi bene le mani prima di manipolare gli alimenti. Carne, pesce e uova devono essere preparate su piani separati dalle verdure e, cotti ad alte temperature subito prima di essere serviti. Le superfici della cucina devono essere accuratamente disinfettate con soluzioni clorate. Evitate di dare ai bambini alimenti più a rischio quali carni poco cotte o alimenti preparati in anticipo e conservati in frigorifero insieme ad alimenti crudi. 8 – In viaggio con i bimbi
Auto: il problema piu’ fastidioso è la cinetosi cioè quell’insieme di disturbi che colpiscono durante i viaggi tipo nausea, vomito, vertigini, pallore, continua >
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arriva l’estate! affrontiamola con sicurezza
A quante mamme è capitato di dover rispondere al proprio figlio che ci guarda e dice “mamma, ho tanto mal di testa…!”.
sudorazione fredda dovuti alle sollecitazioni provocate dal mezzo in movimento. Fate soste frequenti per permettere ai bimbi di muoversi e distrarsi, fate mangiare un pasto leggero prima della partenza, portate snack tipo crackers, fette biscottate, biscotti secchi, non fate leggere in viaggio; possono essere utili rimedi naturali a base di zenzero o farmaci della categoria degli antistaminici , uno dei piu’ usati è il dimenidrato ( Xamamina ® , Travelgum ® ) a partire dai 2 anni d’età . Fate soste ogni 2-3 ore per permettere ai bimbi di muoversi e scaricare le energie, prima di partire fornitevi di giochi e libri per passare il tempo, usate l’aria condizionata evitando temperature glaciali, non lasciate i bimbi da soli nelle aree di servizio né in auto al sole .Raccomando cinture di sicurezza sempre allacciate (sia gli adulti che i bambini piu’ grandicelli anche sul sedile posteriore e anche se protestano ), con seggiolini omologati secondo le norme del Codice della strada . Bicicletta: voglio spendere qualche consiglio su questo diffusissimo mezzo usato per muoversi specie qui in pianura . La bici è un mezzo economico, silenzioso, non inquinante e contribuisce a ridurre il traffico. I bimbi devono usare il casco di protezione sia se vanno da soli che quando sono trasportati nel seggiolino , ci sono caschi a partire da una circonferenza di 46 cm., ( riferibile ad 1 anno di circa ). I seggiolini devono riportare l’omologazione ( UNI ENI4344: 2005). L’età minima per essere trasportato è 9 mesi e il limite massimo è 8 anni. Aereo: male alle orecchie e jet-lag. La causa dell’otalgia è dovuta alle variazioni di pressione repentine tipiche del volo , specie se è presente un infezione delle vie respiratorie o un’infiammazione dell’orecchio. Fate bere o date da succhiare il ciuccio nella fase di decollo e atterraggio. Il jet lag è il malessere che si avverte dopo aver cambiato rapidamente fuso orario. Arrivati a destinazione mettete i bimbi a letto e adottate l’orario dei pasti secondo l’ora locale.
Come comportarci? A cosa pensare? Cosa rispondere? In realtà il mal di testa nel bambino esiste ed è nella maggior parte dei casi di natura primaria, cioè non causato da nessuna patologia specifica. Solo in pochi casi, invece, la cefalea si chiama secondaria perché è sintomo di una patologia che si manifesta anche con il dolore alla testa. Tra le più frequenti ci sono la sinusite, il difetto visivo, le anomalie dentarie, l’aumento della pressione cerebrale da lesioni che occupano spazio e l’ipertensione. Tutti i bambini possono soffrire di mal di testa, a volte già nel primo anno di vita, anche se con manifestazioni diverse e spesso difficili da riconoscere. L’età tipica è quella scolare e spesso i bambini che soffrono di cefalea hanno almeno un genitore che soffre o ha sofferto di questo disturbo.
8 – In viaggio con i bimbi
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Le forme più frequenti sono due: • la cefalea tensiva, in cui il dolore è di solito frontale, descritto come un “senso di peso”, d’intensità lieve o moderata, non tale comunque da impedire al bambino di giocare, parlare e mangiare. Spesso è scatenata da eventi emotivi, da stanchezza, disagio familiare o scolastico, da litigi o incomprensioni. Anche l’uso prolungato di video (smartphone, telefonino, giochi elettronici) possono facilitare gli episodi di cefalea. Non sempre richiede una terapia specifica e il dolore può risolversi anche con il riposo e in una situazione di tranquillità. • l’emicrania: il dolore è più forte, a volte localizzato in un punto preciso, è descritto dal bambino come “sento
STAR BENE Il Pediatra
dottoressa
FRANCESCA RIGON
specializzata in Neurologia Pediatrica in servizio presso il reparto di Pediatria dell’Aulss 5
mamma ho tanto
mal di teSta!!! il cuore in testa”, può accompagnarsi a vomito, fastidio alla luce e ai suoni forti e continui e può portare il bambino anche a rinunciare alle attività più divertenti. In alcuni casi l’attacco è preceduto dall’ “aura”, cioè un evento che anticipa il dolore, come la visione di lucine o macchie scure, formicolio ad un braccio o dolore addominale. Ma torniamo al nostro bimbo che ci dice “mamma, ho male alla testa”... Quali sono le prime cose da fare?
Dobbiamo innanzitutto osservarlo, vedere se il suo aspetto è cambiato (pallido, con occhiaie, sofferente?), se interrompe le sue attività per cercare silenzio e tranquillità, se evita i video (telefono, tablet), se il dolore continua o dura pochi minuti. In certi casi, quando, nonostante la tranquillità ed il riposo, il dolore non passa o quando il dolore è da subito molto forte e invalidante, è indicato somministrare un farmaco antidolo-
rifico e valutare sia l’effetto che il tempo necessario perché si abbia beneficio (se dopo 5 minuti è passato tutto, è difficile che sia merito del farmaco!). La mamma dovrà poi tener conto di tutti gli episodi di mal di testa, scrivendo il cosiddetto “diario della cefalea”, perché anche la frequenza e l’andamento degli episodi hanno una grande importanza per valutare la necessità di eseguire esami approfonditi. Se ci sono delle situazioni particolari come una frequenza alta di episodi (quasi tutti i giorni), risvegli notturni del bambino per il forte dolore alla testa o quando contemporaneamente si associano altri cambiamenti o nuovi sintomi è utile parlarne subito con il Pediatra che, mettendo insieme la storia del bambino, le caratteristiche del mal di testa e la visita, deciderà cosa è più appropriato e indicato per risolvere il problema.
F. Rigo n
Spesso le mamme arrivano velocemente a conclusioni tragiche: se ha mal di testa di certo avrà qualcosa di serio…devo fare subito tutti gli esami…aiutooo!! Altre mamme invece pensano che i bambini non possano soffrire di mal di testa e non danno attenzione alla richiesta di aiuto... In realtà il mal di testa nel bambino esiste ed è bene conoscerlo.
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SoScoliche
Le coliche insorgono improvvisamente spesso nelle ore serali e sono di difficile gestione.
STAR BENE osteopatia
Le coliche del neonato sono tra i disturbi più frequenti tra le 2 settimane ed i 4 mesi di vita e, seppur non gravi, portano spesso i genitori ad un notevole livello di stress e a frequenti richieste di visite anche in pronto soccorso. Dal greco “νόσος κωλική” (affezione del colon) che significa in contatto con il colon, le coliche insorgono improvvisamente spesso nelle ore serali e sono di difficile gestione. Tra le varie cause abbiamo: • incompleta formazione della flora batterica intestinale e maturazione dell’apparato digerente (in Francia sono in corso degli esperimenti dove al neonato partorito con taglio cesareo viene fatta assumere tramite un tampone la flora batterica vaginale della mamma), • intolleranza al lattosio del latte artificiale, anche se introdotto dall’ alimentazione della mamma che allatta, • eccessiva presenza di gas nelle anse intestinali, • eccessiva presenza di motilina, un ormone che altera la dinamica delle contrazioni intestinali, ossia la peristalsi. Quando le varie cause siano state sondate e il pediatra accerti l’assenza di condizioni patologiche, il trattamento osteopatico può essere di valido supporto. John Wernham (1907-2007), uno dei più grandi osteopati della storia, nonché mio professore, era solito ripetere che “ Every bride should visit an Osteopath” (Ogni sposa dovrebbe essere vista dall’osteopata). Questo perché il trattamento del neonato comincia dal trattamento della mamma prima e durante la gravidanza, per eliminare o perlomeno ridurre le possibili condizioni determinanti il cattivo andamento del parto. L’osteopatia e gli osteopati si sono occupati di gravidanza parto e neonati sin dagli albori della disciplina, ed esistono svariati studi a cura di Paul 18
scientifici pubblicati che mostrano una significativa riduzione dei tempi di travaglio e di complicanze peri e post parto sia per il nascituro che per la mamma. Il parto, al giorno d’oggi, è una procedura fortemente medicalizzata, spesso non rispettosa della fisiologia dell’atto e può esitare in parti difficili, sia troppo veloci che troppo lenti, con la necessità di interventi medici e paramedici (vedi la manovra di Kristeller o l’utilizzo di ventose o del forcipe). Considerate le dimensioni esigue del neonato e la carenza di tono, queste condizioni più o meno marcate di stress, compressioni, trazioni, torsioni, sulla struttura scheletrica e sul cranio del nascituro possono determinare l’instaurarsi di ciò che gli osteopati chiamano “lesione osteopatica”, ossia una perversione dei movimenti meccanici di alcuni tratti della colonna e delle funzioni fisiologiche connesse come la normale distribuzione del sangue, della linfa, il loro drenaggio, la normale distribuzione degli stimoli nervosi agli organi. Le zone del corpo più esposte a queste sollecitazioni lesive sono le cerniere fisiologiche della colonna, cioè quelle zone di passaggio tra aree a diversa mobilità, come il passaggio craniocervicale, e toraco-lombare che rappresentano aree di emergenza di una serie di strutture nervose che governano il funzionamento del tratto gastro-intestinale. L’osteopata esperto, con dolci ma precise manovre individua e aggiusta le relazioni mio-osteo-neuro-legamentose della colonna e cranio del neonato ponendo la giusta enfasi nelle aree di interesse e laddove individui delle lesioni osteopatiche. Rallenta o stimola l’attività del sistema nervoso che coordina il funzionamento viscerale riportando la peristalsi, ossia il fisiologico movimento dei visceri ad una normale attività ritmica, in poche sedute.
Mazzucco osteopata
L'azienda Ulss 5 Polesana è costituita da due presidi ospedalieri: l'ospedale di Rovigo e l'ospedale di Adria, entrambi con U.O di Ostetricia-Ginecologia, Sala Parto, Pediatria e Nido attive e funzionanti 24h.
STAR BENE maternità
le
cicogne
1. Perché le gestanti possono accedere con facilità alle informazioni necessarie ed utili a vivere serenamente la gravidanza con i corsi di accompagnamento alla nascita del consultorio e gli incontri di presentazione del reparto 2. Perché il team di ostetriche di Rovigo e Adria è costantemente impegnato a rendere ogni nascita la più dolce e positiva possibile, nel totale rispetto della fisiologia, riducendo al minimo la medicalizzazione e rendendo la gestante indiscussa protagonista di un'esperienza unica ed irripetibile, mistica e spirituale ad un tempo. 3. Perché all'ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Rovigo è stato inaugurato un reparto Maternità tutto nuovo, prima parte di un progetto che si concluderà con la ristrutturazione delle sale parto: un reparto ancora più confortevole e tranquillo per le future mamme ed i loro bebè. Centro di riferimento dell' ULSS 5 Polesana per la gestione delle gravidanze fisiologiche e a rischio. 4. Perché l'assistenza erogata è centrata sulla donna, informata ed attivamente partecipe alle scelte riguardo la gestione della gravidanza, le modalità del travaglio e del parto, le cure del neonato, il periodo puerperale. 5. Perché il modello organizzativo del reparto sia di Rovigo che di Adria prevede il contatto pelle a pelle subito dopo il parto, il clampaggio tardivo del funicolo, l'allattamento precoce al seno e la presenza del partner per favorire il momento di forte aggregazione fra madre, padre e nuovo nato e la loro reciproca conoscenza. L'importanza del contatto prolungato fra genitori e bambino dopo il parto, considerato il primo
scelgono l’AUlss 5
passo per il benessere neonatale, facilita la pratica dell'allattamento al seno e sviluppa le competenze per rendere la madre più fiduciosa nell'accudire il proprio bambino una volta rientrata a casa. 6. Perchè ad Adria c'è la possibilità al travaglio-parto one to one, con l'utilizzo della vasca, la musicoterapia, rispettando l'intimità del momento con luci soffuse e con la presenza di una persona di fiducia. Il blocco parto, inoltre, dispone di tre distinte sale travaglio-parto, ciascuna di colore diverso, ampia e confortevole, per garantire la privacy ed il raccoglimento della coppia-triade e dove sono garantiti anche due importanti livelli essenziali di assistenza ossia la partoanalgesia gratuita (8:00-20:00, 7/7giorni) previo colloquio anestesiologico e la raccolta del sangue cordonale a scopo donazionale, previo arruolamento 7. Perché il presidio di Adria ha aderito al progetto UNICEF per divenire “Ospedale amico del Bambino” e della mamma, ponendo al centro della propria attenzione la coppia madrebambino, i padri e le famiglie attorno a loro. Ovvero attraverso un'assistenza personalizzata, continua ed olistica, della donna (con visite gratuite e convenzionate negli ambulatori ospedalieri e territoriali) e con la presa in carico presso il reparto 8. Perché con la pratica del rooming-in (neonato in stanza vicino alla mamma), le neomamme rientrano a casa già istruite a rispondere prontamente alle esigenze dei loro cuccioli. 9. Perchè il sostegno ai neo genitori ed ai loro bebè continua anche dopo le dimissioni grazie all'ambulatorio del puerperio e le consulenze telefoniche in reparto. tutti i servizi su: www.aulss5.veneto.it
Adria
Rovigo 19
E tu, cosa vuoi fare da grande?
Dopo aver formulato la domanda dovremmo smettere di parlare e restare ad ascoltare, soltanto per farci contagiare dall’entusiasmo e dalla fiducia con cui un bambino, rispondendo, cerca di verbalizzare il suo futuro.
PARLIAMONE Educando
tra V. Bore ll
a
penSiero magico e f antaSia
dottoressa
Valentina Borella Pedagogista Clinico Educatore Professionale
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I bambini ci guardano con la testa all’insù, siamo grandi ai loro occhi. Per i bambini è naturale identificarsi nei ruoli e nelle persone che incontrano e vivono nella loro vita. Alla base del gioco simbolico sta tutto ciò che un bambino ha vissuto in relazione con noi adulti che ce ne prendiamo cura. Il gioco li proietta nel mondo degli adulti, che loro imitano facendo finta di essere dottori, insegnanti o negozianti. Realtà e pensiero magico si mescolano ed il bambino si sperimenta in una dimensione protetta, nella quale riesce a costruire, gestire e vivere, sentendosi già grande. In questa dimensione ogni traguardo diventa raggiungibile ed è giusto che sia così. I bambini hanno progetti grandi, si proiettano senza timore nel futuro spinti dalle proprie emozioni del “qui e ora” che vivono completamente, assaporandone ogni istante. Non c’è fretta di uccidere il pensiero
magico, lasciando spazio alla consapevolezza delle difficoltà della vita che inevitabilmente incontreranno. Creatività ed immaginazione possono essere una marcia in più, una risorsa per trovare soluzioni di fronte alle difficoltà, senza soccombere. Certo è che, nella vita dei propri figli, il compito dei genitori è di aiutarli a tenere i piedi ancorati a terra per poter, diventando grandi, comprendere come poter concretizzare le proprie passioni ed i propri talenti, conciliandoli con le esigenze di un mondo reale. Tuttavia, interrogarsi sul proprio futuro può, al contrario, generare una crisi, che implica una riflessione, sia essa fantasiosa o concreta. Se un bambino o un ragazzo appare insicuro di fronte alla domanda “cosa vuoi fare da grande”, gli adulti intorno a lui (senza metter fretta, ansia, timore) dovrebbero aiutarlo a guardarsi dentro, a scoprire le proprie
I bambini e i ragazzi hanno sogni grandi colmi di coraggio e di speranza.
inclinazioni, i propri interessi, ciò che attiva in lui la passione, il desiderio di raggiungere una meta. La motivazione è alla base dei sogni e delle energie necessarie per realizzarli. La domanda “…e tu cosa vuoi fare da grande” può sembrare banale, ma sogni e desideri espressi dai bambini non devono essere sottovalutati, perché possono aiutarci a conoscerli meglio e aiutare noi genitori a sintonizzarci sulle loro frequenze.
In questo periodo storico ciò che colpisce l’immaginario dei giovani non sono più soltanto coraggio, intelligenza o doti eccezionali, ma anche fama, notorietà, ricchezza. I genitori, senza minimizzare le aspirazioni dei propri figli, dovrebbero insegnare loro che i sogni si realizzano grazie a sacrifici, tenacia, entusiasmo e impegno. Ben altra cosa sono i facili guadagni ed i successi effimeri. I giovani hanno il diritto di scegliere liberamente il proprio fu-
turo e, finché possono, di sognare. L’adulto dovrebbe evitare di condizionali con i suoi bisogni, ma semmai guidarli a trovare la strada mettendo davanti a tutto la realizzazione dell’altro, non la propria. I bambini e i ragazzi hanno sogni grandi colmi di coraggio e di speranza. E noi? E tu? Si tu, che cosa vorresti fare da grande?
WoRk HARD. DREAM BIG.
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PARLIAMONE psicologia
ore 10
SULL’UTILITÀ DELLA NOIA NEI BAMBINI E se non si organizzasse nulla? O meglio se tra un’attività necessaria e una piacevole si lasciasse anche il tempo per annoiarsi? Non accadrebbe niente di spiacevole, anzi la noia può essere uno spazio costruttivo importante per i bambini, come ci spiega la dr.ssa Martina Cavallari, Psicologa ad indirizzo clinico e formatrice insegnanti da più di quindici anni.
dottoressa
Martina Cavallari Psicologa 22
ore 18
can to palestra y o e ingles calcio ga danza nuoto bici
Danza, nuoto, canto, pianoforte, inglese e calore cio, e nei fine settimana impegni cadenzati ogni 15 ora: sono queste le giornate di molti bambini e bambine, organizzate e gestite, spesso con grande fatica, da mamma e papà, a volte con il contributo dei nonni.
M. Cav allari
ore 11
ore 21
ore 16
ore 9
ore 20
E’ molto utile lasciare al bambino uno spazio e un tempo per sentire ciò che desidera realmente, per percepire le proprie preferenze e anche per divenire consapevole delle relative difficoltà per concretizzarle. Diversamente, il bambino rischia di non
distinguere ciò che desidera da ciò che, invece, desiderano la mamma,
il papà, i nonni...per lui. Con giornate dense di impegni definiti da altri, il piccolo potrà arrivare a sentire in modo stressante la richiesta di performance e potrà anche aumentare la sua sensazione di dipendenza. Per molti genitori far fare mille attività al proprio figlio è una garanzia per renderlo competitivo in tutti i campi, per assicurargli la migliore prestazione, che spesso è percepito come l’unico mezzo per avere successo nella vita. E così anche il weekend viene saturato di impegni, senza lasciare tempo libero da trascorrere in famiglia, o magari in compagnia di qualche amico o di un libro per poter sentire il silenzio dentro e fuori, riflettere sulle tante esperienze fatte dal lunedì al venerdì, maturare propri pensieri. Nell’esperienza di più di quindici anni, svolta negli ambulatori di Rovigo, Este e Reggio Emilia, riscontro senza distinzioni, che questa tendenza di riempire le giornate dei nostri
bambini è molto diffusa, pur essendo faticosa, e diciam o l o , s p e s s o anche dispendiosa. La noia fa paura, la noia è depressiva: rappresenta il vuoto, la solitudine e l’isolamento. Inoltre, la noia può essere letta come simbolo di una potenziale mancanza di futuro progettuale, e chi lo vorrebbe per i propri figli? C’è inoltre il timore che i bambini non possano o non riescano a gestire questi momenti di vuoto, ma se non si trovano mai nella situazione di potersi sperimentare ed allenare quando ne saranno capaci? Imparare a gestire la noia è un traguardo strategico per un bambino,
un'abilità preziosa, che gli tornerà molto utile anche da adulto, quando la realtà che non sarà più filtrata, adattata, edulcorata dai genitori. Ecco perché avere lo spazio per imparare a conoscersi, ascoltando se stessi, andando oltre il riconoscersi nei consigli e nell'organizzazione degli altri, aiuta a distinguere ciò che si è. E si è anche se non c'è l'altro. È importante però fare attenzione, però, a non lasciarlo troppo solo: potrebbe infatti percepire di non valere, di non contare. I momenti liberi da impegni e attività programmate, sono preziosi per imparare a conoscersi, per faci-
litare concretamente una crescita sana e serena. Tempi per poter semplicemente fissare le nuvole e immaginare, per disegnare senza un tema o uno scopo, per cantare senza dover rendere conto a qualcuno del proprio risultato. Quanto farebbe bene anche a noi adulti?
a cura di Micol Andreasi
LIFE STYLE famiglia
C’È UN METODO PER ESSERE FAMIGLIA FELICE: PUNTARE SULL’AUTOSTIMA intervista a Barbara Tamborini
Le famiglie felici esistono eccome. Ma non sono quelle perfette, senza problemi, dove non si litiga mai ed è tutto in ordine. Le famiglie felici sono quelle dove c’è un alto livello di autostima. A dircelo sono Alberto Pellai e Barbara Tamborini coautori del libro bestseller “Il metodo di una famiglia felice”, nella vita marito e moglie e genitori di 4 figli. Medico, psicoterapeutra dell’età evolutiva, ricercatore di Scienze Bio-Mediche all’Università di Milano lui, psicopedagogista e scrittrice lei. “Il Metodo di una famiglia felice - ci spiega Barbara Tamborini - è nato dalla volontà di mettere a fattor comune ciò che nella nostra numerosa famiglia abbiamo sperimentato del difficile, ma affascinante ruolo dell’essere genitori e dell’essere coppia” Che cos’è la famiglia? E’ il luogo dove costruire la felicità. Essere con persone che ti conoscono profondamente, che per questo sanno quando aiutarti, sostenerti, seguirti o lasciarti solo a provare, è l’unico modo per costruire l’autostima. Non intendo solo quella dei ragazzi, ma anche quella di noi genitori che a nostra volta dai figli riceviamo ciò che è utile per sentirci amati, quindi riconosciuti. La famiglia è il luogo degli sguardi che affermano: ”eccomi”, “io sono con te”, “tu sei importante”. E’ questa l’autostima ? L’autostima è questione complessa che nel libro cerchiamo di spiegare riconducendola a 6 dimensioni relazionali. Con gli altri o con gli amici; con le nostre emozioni ovvero con la capacità di esprimere ciò che proviamo senza far scattare la rabbia; con l’ambiente esterno ed il protagonismo; con la scuola ed il lavoro; con il nostro corpo – di gran lunga la relazione più complicate perché non è facile sentirsi bene nella semplicità e magari in un corpo che non rispecchia ciò che desideravamo o non in conformità con i modelli estetici dominanti. E poi c’è la relazione con la famiglia. Qui dentro ci portiamo, il più delle volte, i vissuti di tutte le altre dimensioni relazionali . Per questo è fondamentale sentirla come un luogo in cui stare bene, in cui ci si sente visti. Laddove ci sono famiglie con solide relazioni, qualunque sia la difficoltà presente in una delle altre dimensioni, essa trova presto il suo posto. Quanto sono importanti le regole? Sono fondamentali. Sono il territorio di costruzione della personalità del bambino, determinano la sua capacità di stare in un ambiente. Il bimbo nasce con un senso di onnipotenza, assecondato nei primi mesi di vita da mamma e papà. Le regole insegnano l’attesa, la frustrazione, ad accettare le sconfitte e la fatica, educano al senso del limite: tutto ciò che è alla base delle costruzione di un’autentica relazione. Telefonini e tablet... si o no, per essere felici? A casa nostra no fino alla fine della terza media. La preadolescenza, quella fasce di età che va dai 10 ai 14 anni circa, è facile preda della noia, occasione splendida per ogni piccolo uomo o piccola donna in trasformazione e crescita. Ecco, il cellulare sposta la possibilità di sperimentarla, di incontrare il tempo vuoto e quindi di imparare la fatica di uscirne, socializzando, sviluppando competenze pratiche, sperimentando. Con il cellulare o il tablet a disposizione viene spontaneo scegliere la via più facile e meno faticosa: un post su facebook, qualche messaggino…E’ tempo perso. Ha qualche consiglio da dare per gestire al meglio i mesi vacanza? Per i genitori che lavorano, credo che la cosa migliore sia sempre attingere a ciò che offre il territorio, cercando proposte educative strutturate come i centri estivi organizzati dai Comuni o quelli parrocchiali, ma ce ne possono essere molte altre. Come riesce a conciliare tutto: il lavoro, quattro figli? Io e mio marito abbiamo la fortuna di poter essere professionalmente complementari. E mentre lui lavora fuori, io posso farlo da casa. Così mi è più facile seguire i nostri ragazzi. Per il resto, procedo per tentativi d’errore. 23
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I TRAUMI DENTALI dr.ssa Sue
Ellen Bedon
odontoiatra, esperta di pedodonzia Clinica DRM Rovigo
Tra le cause che spingono i genitori a portare i loro figli in urgenza dal dentista c’è senza dubbio il trauma dentale da caduta accidentale. Nella prima infanzia i bambini iniziano a camminare con o senza girello e questo rappresenta il momento più frequente per il verificarsi di cadute e collisioni in ambiente domestico, ma la traumatologia dentale è una patologia ad altissima incidenza anche in età scolare e in età adulta. La tempestività di intervento e la corretta scelta terapeutica rappresentano un fattore di assoluta importanza in quanto il trauma potrebbe avere gravi conseguenze estetiche, mediche e psicologiche per il bambino. Che cosa si intende per trauma dentario? Il trauma dentario è un danno a livello degli elementi dentali e/o alle sue strutture di sostegno, causato da un urto, una caduta, o un colpo e che può avere diverse tipologie e diversa gravità. Nello specifico, i traumi ai tessuti duri del dente consistono in infrazioni coronali (cioè microfratture o linee a livello dello smalto), fratture coronali complicate o non complicate (a seconda che coinvolgano o meno anche la polpa e il nervo del dente) oppure radicolari (se coinvolgono anche la radice) e in quest’ultimo caso si possono verificare una lussazione, ovvero una mobilizzazione del dente all’interno del suo alveolo, un parziale rientro nella gengiva, un parziale sfilamento o addirittura un’avulsione, ovvero una fuoriuscita del dente dalla sua stessa sede. Quanto sono frequenti i traumi dentari? Il picco di incidenza dei traumi dentari è fra i 2 e i 3 anni in dentizione decidua, pe-
riodo in cui i bambini cominciano a muoversi e a correre ma stanno ancora sviluppando un’adeguata coordinazione motoria, mentre in dentizione permanente è tra i 9 e i 10 anni di età, fase in cui le attività sportive e ricreative diventano più numerose. Quali sono i sintomi di un trauma dentale? Spesso i denti traumatizzati subiscono una contusione, che si manifesta con una leggera mobilità, gonfiore delle gengive e dolore alla pressione e alla masticazione che tende a regredire in qualche giorno. Nel tempo si potrebbe poi osservare un cambiamento del colore del dente colpito il quale potrebbe assumere un tono grigiastro se c’è stata necrosi della polpa traumatizzata. Cosa fare in caso di trauma? Innanzitutto è necessario reagire con tranquillità rasserenando il bambino. Si deve lavare la ferita con acqua corrente e cercare di arrestare l’eventuale sanguinamento comprimendo con una garzina l’area traumatizzata. Si deve poi controllare se i denti sono integri o se sono rotti, e in quest’ultimo caso è importante cercare i frammenti o nel caso più grave il dente intero, metterli in soluzione fisiologica, nella saliva o nel latte e portarli al dentista nel più breve tempo possibile. Come interverrà il dentista sul dente traumatizzato? Il dentista esaminerà clinicamente e radiograficamente il dente interessato e valuterà come intervenire a seconda del caso. Se il trauma ha interessato solo i tessuti duri si potrà optare per una semplice limatura dello smalto scheggiato, oppure per una terapia conservativa che consiste nell’adesione del frammento rotto o in una ricostruzione con materiali compositi. Se invece con il trauma c’è stata anche esposizione della polpa del dente si dovrà procedere con la devitalizzazione e con la successiva ricostruzione estetica. Mentre nel caso in cui sia avvenuta una lussazione della radice si provvederà al suo riposizionamento e ad uno splintaggio (il dente viene cioè stabilizzato fissandolo ai denti adiacenti) per qualche settimana e seguiranno poi controlli clinici e radiografici periodici. In caso di avulsione completa si può reimpiantare il dente? Se l’avulsione riguarda un dente deciduo
non si consiglia in nessun caso il reinserimento nell’alveolo, mentre è generalmente indicato se il dente è permanente. Minore è il tempo intercorso fra il trauma e il reimpianto e migliore sarà la prognosi. Un dente avulso ha buone pobabilità di essere reimpiantato se questo intervallo di tempo è di massimo 2-3 ore. In questo caso occorrerà la verifica della copertura antitetanica e anche una copertura antibiotica precoce la quale avrà lo scopo di diminuire il rischio di infezioni. In seguito andrà osservato un protocollo di controlli a distanza per escludere l’insorgenza di eventuali complicanze. Un trauma a un dente da latte può danneggiare il definitivo? Se il dentino colpito è da latte il problema non va sottovalutato in quanto la sua radice si trova vicina al dente permanente corrispondente, non ancora uscito e in formazione, perciò il trauma potrebbe risultare di disturbo al suo normale sviluppo. Questi difetti potrebbero variare da una lieve alterazione nella mineralizzazione dello smalto con la comparsa di macchie, fino ad una dislocazione del germe del dente permanente che potrebbe necessitare di una successiva terapia ortodontica. Sarà l’esame radiografico ad appurare questo eventuale rischio e questa evenienza sarà tanto più probabile nei casi in cui il trauma ha portato ad intrusione del dentino da latte (il dente apparirà più corto di quelli vicini) Come prevenire i traumi dentari? I traumi dentari sono eventi prevenibili. Per quanto riguarda i bambini nei primi anni di vita bisogna prestare attenzione agli ostacoli presenti negli ambienti domestici e ricreativi, invece per tutti i bambini e i ragazzi che praticano sport di contatto o a rischio di cadute accidentali è indispensabile l’utilizzo di paradenti durante l’attività atletica in modo da ridurre al minimo tale evenienza In ultimo è importante sottoporre il bambino a una visita ortodontica specialistica nel caso in cui presenti dei denti superiori molto sporgenti rappresentando questo un fattore di rischio che aumenta notevolmente la possibilità di trauma in caso di caduta accidentale.Concludendo, qualsiasi trauma del distretto oro-facciale deve essere sempre valutato con estrema attenzione e tempe- stività in quanto è proprio il fattore tempo che in molti casi influenza la prognosi (guarigione). █ pagina
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e frutta verdura PARLIAMONE
a tavola con i colori del benessere
nutrizione
Frutta e verdura rappresentano un gruppo di alimenti essenziali per un’alimentazione sana ed equilibrata sia per adulti che per bambini,
S. Bass in
i
a cura di
Sandra Bassini dietista Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione, ULSS 5 Polesana
angurie pomodori fragole
arancie albicocche zucca VERDURA
1% 4 porzioni al di 30%
2-3 porzioni al di
33% 25%
1 porzione al di
qualche volta a settimana
5%
meno di 1 volta a settimana
5%
mai
uva nera melanzane prugne
FRUTTA
2% 4 o più porzioni al di 27%
2-3 porzioni al di
37% 28% 3%
1 porzione al di
qualche volta a settimana
meno di 1 volta a settimana
4%
mai Consumo di Frutta e di Verdura nell’arco della settimana Fonte: Sistema di Sorveglianza OKkio alla Salute. Risultati dell’indagine anno 2016 Regione Veneto
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Kiwi zucchine broccoli
mela cavolfiore cipolla
collocandosi alla base della piramide alimentare secondo il modello della dieta mediterranea. I prodotti ortofrutticoli, a ridotto contenuto calorico, non sono solo una fonte preziosa di vitamine, sali minerali, fibre, zuccheri, acqua, ma anche di altre sostanze ad azione protettiva, prevalentemente di tipo antiossidante chiamati phytochemicals , che ci aiutano a prevenire le patologie cronico-degenerative, cardiovascolari, tumorali. Questi composti organici vegetali, conferiscono i famosi 5 colori della
salute: il rosso, il giallo-arancione, il verde, il blu-viola, il bianco.
La frutta e la verdura di colore rosso, come i pomodori, l’anguria, le ciliegie, le fragole, i ravanelli, contengono il licopene e le antocianine, quella di colore giallo-arancione, come le arance, la zucca, le albicocche, il betacarotene, la frutta e la verdura di colore verde, come i broccoli, il kiwi, le zucchine, contengono l’acido folico e la clorofilla. Nell’uva nera, nelle melanzane, nelle prugne di colore bluviola troviamo le antocianine, mentre le sostanze ad azione protettiva tipiche degli alimenti di colore bianco come la mela, la pera, la cipolla, il cavolfiore, l’aglio sono gli isotiocianati e la quercetina.
Quante porzioni di frutta e verdura devono assumere i bambini?
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) i bambini, come gli adulti, devono assumere almeno 5 porzioni tra frutta e verdura al giorno ma siamo ben lontani da queste raccomandazioni. Infatti, secondo lo studio di sorveglianza nutrizionale OKkio alla salute 2016 della Regione Veneto, dal questionario compilato dai genitori, emerge che solo il 27 % dei bambini intorno agli 8 anni consuma 2-3 porzioni al giorno di frutta, mentre solo il 30% consuma verdura 2-3 porzioni al giorno. A quanto corrisponde una porzione di frutta e di verdura per un bambino? Per un bambino della scuola
primaria una porzione di frutta corrisponde a 150 g (equivale a una mela media, oppure a 2-3 mandarini), una porzione di verdura cruda, tipo l’insalata a 50 g, una porzione di verdura cotta a circa 120 g, pesata a crudo e al netto da scarti.
Consigli pratici per promuovere il consumo di frutta e verdura per i nostri bambini
• Anticipiamo il pasto con una porzione di verdura cruda, curandone la presentazione (taglio, accostamento di colori, utilizzo di piatti colorati), • Proponiamo la frutta a colazione, a merenda a scuola, intera o a pezzi, nel pomeriggio come macedonia, oppure come spiedini di frutta; magari accompagnata con un vasetto di yogurt naturale, • Incoraggiamo i bambini meno propensi a consumare frutta e verdura con il nostro esempio. • Promuoviamo l’assaggio, la sperimentazione di nuove pietanze a base di verdure, variando le ricette, sia nel contesto familiare che in quello della refezione scolastica.
Quali prodotti ortofrutticoli preferire……e altri suggerimenti
• Utilizzare prodotti ortofrutticoli di stagione, di produzioni locali; sono più gustosi e hanno un maggior valore nutritivo, • Consumare un’ampia varietà di frutta e verdura per ottenere i benefici derivati dall’interazione di tutte le sostanze in esse contenute (vitamine, sali minerali, fibra, phytochemicals), • Utilizzare metodi di cottura che consentano la minore perdita di vitamine e di sali minerali, permettendo di mantenere maggiore sapore (al forno, al valore, in pentola a pressione disponendo la verdura nel cestello e non a contatto con l’acqua).
Per un bambino della scuola primaria
Per un bambino della scuola primaria
equivale a
equivale a
UNA PORZIONE DI FRUTTA =
150 gr.
(una mela media o 2-3 mandarini)
UNA PORZIONE DI VERDURA =
cruda 50 gr. cotta 120 gr.
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Sapori d’eState
ATTIVAMENTE in cucina a cura di
Maurizio Fantinato docente di Enogastronomia all’ Istituto Alberghiero “G.Cipriani” Adria (Ro)
M.Fant
inato
D’estate, cari bambini e cari genitori, abbondate di verdure!!! Vi propongo un primo piatto facile facile da fare e saporito!
SPAGHETTI DI VERDURE AL PESTO CASALINGO E’ un piatto semplice che valorizza i prodotti dell’orto di questa stagione e del nostro territorio. Un gioco di sapori e colori che piace ai grandi ma anche ai bimbi più diffidenti e restii alle verdure. procuratevi
Lo studio fornisce un Servizio di consulenza, diagnosi, riabilitazione nel vasto campo della neuropsicologia/psicologia, neuropsicomotricità e logopedia attraverso l’applicazione di una specifica metodologia, basata sulla ricerca scientifica più avanzata dell’assessment, prevenzione, potenziamento e riabilitazione delle disarmonie dello sviluppo, dei disturbi di apprendimento e ritardi di linguaggio. Il Centro Polo Apprendimento di Rovigo opera con la diretta supervisione della prof.ssa Daniela Lucangeli e della prof.ssa Elisabetta Genovese
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2 zucchine 2 carote 2 peperoni di colori diversi 2 melanzane senza buccia 1 gamba di sedano qualche pomodoro datterino 1/2 cipolla uno spicchio d’ aglio, grana, olio, sale grosso.
Lavate e mondate le verdure. Tagliate a cubetti piccoli le verdure e poi passatele in padella con olio e sale per qualche minuto. Mi raccomando a fuoco lento. Dopo averle lasciate raffreddare (operazione necessaria per conservare integro il colore), con un frullatore ad immersione sminuzzate tutte le verdure fino ad ottenere una crema (e’ bene conservare da parte qualche pezzetto intero per la decorazione del piatto). Preparate gli spaghetti e quando saranno al dente saltateli nella padella della vostra crema di verdure... Aggiungetevi il grana, un cucchiaio di Olio extravergine di Oliva e se vi va una foglia di basilico fresco...
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PARLIAMONE animali
V.Ferra rese
a cura di
Veronica Ferrarese educatrice cinofila
Vacanza significa relax per voi, ma anche per il vostro fedele amico! Eppure ho notato spesso che le personescelgono destinazioni e tipologie di vacanze non adatte ai loro amici pelosi. Il mio primo consiglio è quello
di decidere la vacanza considerando l’indole del nostro cane e le esperienze che ha vissuto nel corso della sua vita. Mi spiego meglio: se il
nostro cane non è abituato ad ambienti urbani, per lui soggiornare in posti affollati diventa un vero incubo. A dirla tutta, anche i cani più socializzati e socievoli del mondo non amano essere trascinati tra folla e mercatini in pieno ferragosto, meglio una struttura che vi permetta, all’occorrenza, di lasciare il cane in camera senza doverlo costringere ad inutili vicissitudini e poco piacevoli. Cosa certa è che il cane preferisce una vacanza a contatto con la natura ricca di passeggiate ed escursioni magari in un agriturismo immerso nel verde. Per una vacanza serena è fondamentale che il vostro cane abbia acquisito delle competenze che gli
permettano di attenuare o recuperare lo stress del viaggio. Può essere fon30
cani e vacanze damentale l’aiuto di un educatore cinofilo che anzitempo vi possa guidare e consigliare al meglio. Una delle cose per cui il cane deve essere abituato è l’automobile ed in generale i mezzi di trasporto pubblici; fondamentali per questo sono il trasportino e la museruola (obbligatoria sui mezzi pubblici come funivia, nave, traghetto etc.) e ai quali il cane va educato gradualmente e dunque molto tempo prima di partire. Prima di partire assicuratevi allora che abbia imparato alcune regole di base come saper aspettare il proprietario presso la camera d’albergo o semplicemente fuori dal negozio, dimostrarsi tranquillo nei luoghi pubblici senza recare disturbo ai passanti etc..
trasportino; kit pronto soccorso, tuttavia informatevi dove si trova il veterinario più vicino al vostro soggiorno.
Ricordatevi di mettere in valigia: • passaporto o libretto sanitario, tut-
per voi e per il vostro cane c’è sempre il rispetto. Per cui: niente forzature o costrizioni! Ultima raccomandazione: rispettate le persone e l’ambiente che vi circondano, raccogliete le deiezioni, accompagnate l’amico a 4 zampe a fare la pipì nei luoghi consoni… solo così sarà benvoluto dall’intera comunità.
tavia solo il passaporto ha valenza legale ed è obbligatorio per i viaggi all’estero. Fondamentale è aver eseguito tutte le profilassi vaccinali ed i trattamenti antiparassitari; • portare con voi una museruola; i sacchetti per la raccolta delle deiezioni; ciotole acqua e cibo; cuccia o
Se proprio non potete portare con voi il vostro cane, allora la soluzione
ideale è trovare qualcuno che si occupi di lui mentre voi siete lontani, un parente, un amico con cui però l’animale abbia già confidenza. In alternativa ci sono le pensioni per cani. Ce ne sono diverse anche in Polesine. E’ importante tuttavia sceglierla accuratamente andando preventivamente a visitarla, conoscere il personale che si occuperà del vostro cane e abituarlo gradualmente alla pensione, perché non ci siano traumi. Alla base di una vacanza serena
a cura di
lenti a contatto
in età pediatrica
dr.ssa Gloria Birolo ortottista Ottica Toffoli, Rovigo
I benefici delle lenti a contatto morbide nella qualità di vita dei portatori, oramai non sono più un segreto. Negli ultimi anni, però, c’è stata un’apertura verso l’utilizzo di questa tipologia di correzione, in età pediatrica.
Ciò, è stato favorito dai numerosi studi effettuati, riguardo gli effetti delle lenti a contatto morbide, nel bambino. Il sistema visivo del bambino è in via di sviluppo; si tratta, quindi, di un periodo delicato e importante.
L’applicazione delle lenti a contatto, in età prescolare, viene consigliata in situazioni refrattive complesse, elevate ametropie e anisometropie, ovvero difetti visivi molto elevati o differenze marcate tra i due occhi. A volte può essere correlata ad alcune patologie oculari congenite, altre volte a motivi terapeutici.
Perché il medico oculista, in alcuni casi, valuta questa tipologia di correzione?
La lente a contatto può garantire una visione nitida, un corretto rapporto visuo-spaziale, prevenire l’insorgenza di ambliopia e migliorare lo sviluppo cognitivo. Permette tipologie di correzioni che la lente oftalmica, a volte, non rende possibile.
Applicare le lenti a contatto ai bambini richiede pazienza e professionalità.
Davanti non abbiamo solo un piccolo paziente, ma dei genitori che dovranno seguirlo in tutto il percorso applicativo.
Il centro optometrico ha il ruolo di seguire la famiglia e di dare loro tutte le indicazioni per rendere il porto delle lenti a contratto il più sicuro possibile.
In base all’età e alle caratteristiche del difetto da correggere si deve scegliere, insieme al medico oculista, la tipologia del materiale da utilizzare nella lente ed il sistema di conservazione più adatto. Il genitore di un piccolo portatore, deve poter ricevere da noi tutte le informazioni necessarie per essere in grado di gestire il porto delle lenti a contatto nella quotidianità.
Per questo, sia il bambino, quando fosse possibile, sia il genitore, devono poter eseguire le operazioni di inserimento e rimozione delle lenti. I genitori devono essere in grado, inoltre, di controllare il corretto posizionamento delle lenti a contatto per notare così, eventuali dislocazioni.
L’interazione tra medico oculista, ortottista, optometrista ed i genitori sono le premesse per ottenere i migliori risultati. Il team di ottica Toffoli, è a disposizione nel nostro centro ottico per qualsiasi approfondimento o anche per un semplice consulto telefonico.
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PARLIAMONE costituzione
a cura di
Rosanna Beccari Docente di lettere e latino Referente provinciale di Toponomastica femminile
R.Becc a ri
Il linguaggio della politica • Assemblea Costituente: organo legislativo preposto alla stesura e approvazione della Costituzione • Sessista: discriminazione dei sessi in base ad una presunta superiorità maschile • Uguaglianza di genere e pari opportunità: parità tra uomini e donne • Patria potestà: potere del capo famiglia su tutti i membri familiari • Disparità salariale: differenza di stipendio con le donne sottopagate
Angelina (Lina) Merlin di Pozzonovo (Pd)
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Il compleanno della Costituzione Italiana 70 anni di legalità Lo sapevate, cari ragazzi, che quest’anno la nostra Costituzione ha compiuto 70 anni? Il 2 giugno 1946, infatti, gli italiani, e per la prima volta le italiane, si recarono alle urne per scegliere la forma di governo da dare al Paese (vinse la repubblica sulla monarchia) ed eleggere l’Assemblea Costituente, che avrebbe scritto la Costituzione italiana, entrata in vigore il 1° gennaio 1948. La più grande novità di quelle elezioni fu dunque la partecipazione femminile alla vita politica del Paese, ma, anche se le elettrici prevalevano numericamente sugli elettori, su 556 deputati eletti in Parlamento, solo 21 (il 4 %) furono le donne, dette Madri Costituenti.
Portano il loro segno: l’art. 3 della Costituzione che disciplina il principio di uguaglianza, l’art. 29 che riconosce l’uguaglianza tra i coniugi, l’art. 30 che tutela i figli nati al di fuori del matrimonio, l’art. 37 che regola il lavoro delle donne e dei minori, l’art. 51 che garantisce alle donne l’ammissione ai pubblici
uffici e alle cariche elettive. Ma la loro presenza si avverte dietro a tutte le rivendicazioni dei diritti dei più deboli (donne, bambini e anziani, disoccupati e pensionati, emigrati) e nel valore fondamentale riconosciuto alla famiglia nello Stato italiano. E qual è la situazione oggi? Anche se in settant’anni sono state realizzate molte conquiste da parte delle donne per la parità tra i sessi, in realtà, molta strada resta ancora da fare nel nostro Paese (e non solo). Per esempio, in campo politico, nel mondo sono ancora troppo poche le donne leader ed in Italia abbiamo avuto qualche donna ministro (la prima Tina Anselmi nel 1976), tre presidenti della Camera dei Deputati (Nilde Iotti, Irene Pivetti, Laura Boldrini), due vice presidenti del Senato (Emma Bonino e Valeria Fedeli) e solo quest’anno è stata eletta la prima donna presidente del Senato (Elisabetta Alberti Casellati), mentre la Presidenza della Repubblica e del Consiglio, fino ad ora, sono sempre state appannaggio di uomini.
Curiosità
Nilde Iotti Teresa Mattei Angelina (Lina) Merlin Angiola Minella Rita Montagnana Maria Nicotra Teresa Noce ottavia Penna Elettra Pollastrini Maria Maddalena Rossi Vittoria Titomanlio
La mimosa come simbolo della festa della donna fu proposta da Teresa Mattei. La prima donna presidente di una squadra di calcio (il Siracusa) fu Maria Nicotra. Filomena Delli Castelli fu tra i creatori della tv dei ragazzi in RAI. La prima donna proposta all’elezione di Presidente della Repubblica fu Ottavia Penna.La prima donna presidente del Senato: Elisabetta Alberti Casellati Elisabetta Alberti Casellati
Madri Costituenti. Provenivano da ogni parte del Paese, di età diversa (la più giovane Teresa Mattei aveva 25 anni e la più matura Lina Merlin, unica veneta, aveva 59 anni), lavoravano e possedevano per lo più titoli di studio alti: quattordici erano laureate, molte insegnanti, due giornaliste, una sindacalista e una casalinga. Nove militavano nel partito democristiano, nove nel partito comunista, due nel partito socialista, una nel partito dell’Uomo Qualunque. Molte erano mogli e madri ed avevano alle spalle storie d’impegno sociale e politico, a volte, esperienze di lotta partigiana, di carcere per attività antifascista, di esilio o deportazione. Ci avete mai pensato? Che a scrivere la Costituzione c’erano anche le donne, sebbene in netta minoranza: delle 21 Costituenti, infatti, solo 5 fecero parte della Commissione dei 75, incaricata della stesura della Carta Costituzionale: Federici, Iotti, Merlin, Noce, Penna (per pochi giorni, sostituita nel 1947 da Gotelli). Eppure la loro presenza influì moltissimo: nonostante i pregiudizi della società, l’opposizione e diffidenza dei colleghi uomini, unite nel nome delle donne, riuscirono a scardinare antichi pregiudizi sessisti, avviando la costruzione della vera uguaglianza di genere. In tempi in cui le donne erano sottoposte alla patria potestà, non accedevano a molti ruoli della Pubblica Amministrazione e la disparità salariale era sancita dalla legge, le deputate sostennero il diritto alle pari opportunità tra i sessi a casa, al lavoro e nella società.
Maria Agamben Adele Bei Bianca Bianchi Laura Bianchini Elisabetta Conci Filomena Delli Castelli Maria De Unterrichter Nadia Gallico Angela Gotelli Angela Maria Guidi
Teresa Mattei
Madri Costituenti:
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Come è nato il mondo?
CENTOSTORIE scienza a cura di
Paola Zerba geologa e paleontologa
Generalmente tutti i bambini sono attratti dalle cose che non conoscono ..e tra le domande che prima o poi vi faranno i vostri bambini c'è senza dubbio la fatidica ''Come è nato il mondo e chi lo ha creato?'' Che siate credenti o meno, una risposta la dovrete trovare. Per capire, a tal proposito, come educare i bambini su una tematica così affascinante ed articolata, che sorge con l'età dei primi perché, per poi aumentare di complessità, proveremo a comprendere come spiegare la creazione del mondo ai bambini tramite semplici ma fondamentali passaggi.
E’ nato prima l’uovo o la gallina?!
La nostra Galassia: la via lattea.
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Nettuno
Urano
Saturno
Giove
Marte
Terra
Venere
Mercurio
Sembra un modo di dire..o un vero e proprio enigma per grandi e piccini… In realtà potremo dare una spiegazione al “paradosso dell’ uovo e della gallina”, ovvero un quesito illogico, strano, ma che suscita molta curiosità. Per quanto all’ apparenza risulti difficile, in verità una risposta, per lo meno scientifica, la possiamo dare…e non può essere altro che "l'uovo". Per comprendere questa risposta, legata all’ origine della vita, all’ evoluzione della specie, occorre considerare che, da un punto di vista evoluzionistico, gli uccelli (e dunque anche le galline) derivano da determinati ceppi di rettili, animali a sangue freddo dotati della capacità di deporre uova. Il diretto predecessore degli uccelli, perciò, deponeva già le uova, pur non essendo ancora, in senso stretto, un uccello né tanto meno una gallina. Le prime uova infatti risalgono alla specie animale dei rettili vissuti circa 350 milioni di anni fa. Un'altra ragione a sostegno della nascita dell'uovo prima della gallina la possiamo trovare se pensiamo ai primi esseri viventi. Erano organismi molto semplici, formati da una sola cellula (unicellulari), da cui poi si svilupparono le altre forme viventi, fatte da tante cellule. E l’uovo, dunque, che è fatto da una sola (maxi) cellula, è nato prima della gallina. Svelato l’ arcano, vediamo ora di spiegare in modo semplice ma accurato i passi fondamentali che ci aiutino a capire la creazione dell’ Universo, del Sole e naturalmente della nostra Terra.
I Pianeti
Big Bang
Circa 14 miliardi di anni fa da un’ esplosione cosmica ... tutto ha avuto origine
L’ Universo in principio era talmente piccolo da essere concentrato in un unico punto! La materia dell’ Universo aveva una temperatura elevatissima ed occupava un piccolo spazio. Fu allora che avvenne la grande esplosione e, subito dopo, l’ Universo cominciò ad espandersi ed a raffred darsi. Solo dopo molto tempo, quando divenne molto più freddo, si crearono le condizioni ideali per la formazione degli atomi più semplici che esistono (idrogeno ed elio, ovvero gas) quindi non risulta difficile immaginarsi una grandissima quantità di gas dispersa nell’ Universo in quel tempo! Con il progressivo raffreddamento di questi gas si formarono le prime stelle, originate dalla materia sparsa nell’ Universo raccolta in di-
verse zone; in seguito le stelle, attraendosi tra loro con la forza di gravità, si concentrarono in un mucchio, formando le galassie.
Infine si verificò l’ esplosione di una stella che formò polveri e gas, questi si raggrupparono attorno ad un unico centro e circa 5 miliardi di anni fa naquero i pianeti, quindi anche la nostra Terra. Quest’ ultima risulterebbe evidentemente più giovane del Sole, dal momento che pare abbia “solo” circa 4,5 miliardi di anni! La Terra si formò da un ammasso di polveri, gas e particelle in movimento intorno al Sole che cominciarono ad addensarsi tra loro grazie alla forza di
il big bang (foto dal National Geographic)
gravità, una forza che agisce su ogni cosa dell’ Universo, attraendo tutto il materiale sparso nello spazio v i c i n o finchè non fu ben ripulito! All’inizio era una palla rovente di roccia fusa, ma lentamente cominciò
a raffreddarsi e, circa 4 miliardi di anni fa, sulla superficie iniziò a formarsi la crosta quasi allo stesso modo in cui si forma la pellicina di panna sul latte che bolle! Ancora oggi la Terra al suo interno è caldissima; la lava che esce dai vulcani infatti viene dall’ interno della Terra. E proprio di vulcani dovremo parlare per capire la formazione dell’ atmosfera terrestre, composta da vari gas fuoriusciti dai vulcani e da vapore acqueo. Naturalmente sempre grazie alla presenza della forza di gravità, quindi a questa sorta di attrazione, l’ atmosfera non si disperdeva nello spazio. Il vapore condensando produsse la pioggia, moltissima pioggia, tanto che cominciò a piovere per 400 milioni di anni, fino alla formazione di mari e oceani! E in questi oceani, forse, si formarono con l’energia dei fulmini le prime molecole complicate, quelle che compongono gli organismi viventi più semplici, e i primi aggregati di mole-
cole, una specie di brodo caldo primordiale. Le sostanze chimiche, provenienti dalle fosse vulcaniche sottomarine, si sono solidificate ed hanno creato le condizioni necessarie per la formazione delle prime cellule. Per tre miliardi di anni, gli organismi semplici e microscopici sono stati la forma più avanzata di vita sul pianeta. I cianobatteri ed altri microbi che producono ossigeno hanno cominciato a fiorire, sviluppandosi in colonie che pompavano enormi quantità di ossigeno. E’ stato questo aumento di ossigeno la chiave per l’ avvento del regno animale; finalmente si può dare il via ad un’ evoluzione di vita, quindi ad una diversificazione di specie, che si distribuisce nelle 5 principali Ere geologiche. Il sole e la terra
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vivi una bella giornata all’aria aperta nel parco di Valle Verde
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LA MIA PRIMA VISITA DAL DENTISTA! odontoiatrica/ortodontica
Come affrontare la prima visita.
• La prima visita deve essere per il bambino un' esperienza positiva, piacevole e gratificante. • E' raccomandabile fissare l’appuntamento in giorni tranquilli (in cui il bambino non abbia altri impegni) preferibilmente al mattino o nel primo pomeriggio (non deve essere stanco). • E’ preferibile portare il bambino al primo appuntamento accompagnato da solo un genitore ( il bambino potrebbe pensare che la presenza di tutti e due i genitori sia sintomo di una situazione grave) ed arrivare all’appuntamento giusto 10 minuti prima dell’orario fissato per permettere al bambino di giocare con altri bambini in sala d’attesa. • Meglio evitare di dire al bambino come comportarsi durante l’appuntamento (non piangere o essere bravo), non nominare parole che possano provocare nel bambino paura (come per esempio male, paura, dolore) e informare il bambino riguardo la visita solo qualche giorno prima senza enfatizzare troppo questo evento. A che età fare la prima visita.
E' consigliata verso i 3-4 anni indipendentemente dalla presenza o meno di problematiche dentali. Durante la prima visita il bambino ha l'opportunità di prendere confidenza sia con il personale odontoiatrico che con l'ambiente. Durante la prima visita vengono spiegati al piccolo paziente ed ai genitori i principi fondamentali della prevenzione e le eventuali fasi del piano di trattamento. E' utile inoltre per avere
qualche consiglio per evitare che cattive abitudini si instaurino in maniera profonda nel bambino. Prima di affrontare qualsiasi intervento operativo è utile che medico e piccolo paziente entrino in sintonia, raggiungendo insieme “un'alleanza terapeutica”. Attraverso il gioco il bambino si sentirà a suo agio, mediante il dialogo e la spiegazione di ciò che dovrà affrontare il dentista cercherà di capire le sue paure e di ottenere la sua fiducia. Durante la prima visita in genere vengono date specifiche istruzioni e dimostrazioni di come spazzolare quotidianamente i denti, motivando i bambini all'igiene orale quotidiana. Paura del dentista?
La paura è un’emozione importantissima che ci aiuta a capire da cosa dobbiamo difenderci. La paura del bambino che si trova la prima volta davanti ad uno specialista con tanto di camice che fa cose che neanche mamma e papà conoscono è degna di molto rispetto. Molto spesso, però, il bambino ha paura solo perché non conosce quella realtà. Il dentista sa che al bambino bisogna spiegare tutto ciò che farà nell’immediato e nel successivo appuntamento. Quando il bambino sa cosa dovrà affrontare e decide in piena autonomia di farlo, senza forzature né imposizioni, collaborerà anche nelle manovre più difficili. Spiegato loro che non c’è bisogno di anestesia perché spesso la cura dei denti decidui non la richiede, i bambini diventano subito bravissimi e collaboranti e stupiscono per la loro capacità.
Cos'è la fluoroprofilassi?
L'adeguata presenza di fluoro nel cavo orale riduce il rischio di carie. Ad oggi, l'utilizzo del fluoro per via topica (dentifrici, gel, collutori) è considerato più efficace rispetto a l'utilizzo della via sistemica (compresse, gocce). E' consigliato quindi utilizzare dentifrici fluorati ma con un'accurata supervisione da parte del genitore della quantità di dentifricio somministrato per evitare fluorosi (eccessiva assunzione di fluoro). Cos'è la sigillatura dei solchi?
La sigillatura è una metodica di prevenzione della carie che consiste nell'applicazione di uno smalto fluorato sui solchi dei molari permanenti che erompono attorno ai 6-7 anni. Infatti nei bambini la maggior parte delle carie si manifesta nelle irregolarità dello smalto, mentre con i sigilli si mantengono i denti sani nel tempo. Una novità: lo scanner intraorale!
Da oggi possiamo dire addio alle fastidiose impronte per l'apparecchio! Queste nuove apparecchiature permettono di prendere le impronte senza l'utilizzo della pasta e “far giocare” i bambini con una telecamera intra orale. Dott.ssa Pipinato Roberta Dott.ssa Pipinato Marta Dott. Zulian Sergio Dott.ssa Revenaz Mercedes
Rovigo, via del Sacro Cuore 11 tel. 0425 463364 - 338 7741808 www.studiozulianpipinato.it █ pagina
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IL BRACCIALETTO
ATTIVAMENTE facciamo insieme a cura di
mamma Carlotta
hoBBye giochi D'estate i bambini sono a casa per tre interminabili mesi... e a volte fa proprio comodo avere qualche idea per far passare loro del tempo creando delle cose utili con materiali di recupero, nuovi, o raccolti durante le paseggiate in campagna o al mare. Ecco alcune idee.
per essere alla moda... Con che cosa realizzare un braccialetto coloratissimo per l'estate sia per le bimbe che per i maschietti semplice ma di grande effetto? Con le cannucce! Per prima cosa tagliare le cannucce tutte alla stessa altezza. La misura dipende da quanto grande si desidera il braccialetto. Noi li abbiamo realizzati di 2 cm. e di 1 cm. Prendere un filo lungo circa m.1.50, doppiarlo e ad una delle due estremità fare un'asola. Prendere l’estremità del filo di sinistra e infilarlo da sx verso dx e il filo di destra da dx verso sx nel tubicino della cannuccia. Tirando entrambi i fili il tubicino che avete infilato si avvicinerà pian pianino verso l'asola. Il procedimento dovrà essere ripetuto fino a quando non sarà ricoperto quasi tutto il filo. Alla fine chiudere il braccialetto annodando i due fili.
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Occorrente • Cannucce colorate • filo, spago, rafia • forbici, righello e penna difficoltà: media
Il VENTAGLIO SOS Caldo? L'estate sta arrivando e le temperature sono in aumento... Cosa c'è di meglio, e di più classico, d'estate di un bel ventaglio fai da te?
Occorrente • Piatto di cartone o cartoncino non troppo rigido • Paletta del gelato o matita • Forbici • Colla a caldo o vinilica per i dettagli: occhietti, paillettes, tessuto. difficoltà: facile La realizzazione è molto semplice. Se optate per il piatto di cartone stampa fantasia o tinta unita basterà farlo tagliare nella forma che più desiderate: dal classico tondo al romantico cuore. Poi fissare all'estremità inferiore della figura il manico, ottenuto utilizzando le palette del gelato. Se invece volete creare un ventaglio più originale ho pensato alla forma circolare ma plissettata! In questo caso dovete prendere 4 fogli di cartoncino A4 (tipo bristol) da piegare a fisarmonica. Poi ripiegare a metà. Lo stesso procedimento dovrete ripeterlo altre 3 volte. Alla fine incollate tra di loro i quattro “ventaglietti” e al centro potrete porre un bottone per dare un'ulteriore tocco di colore! Il ventaglio è pronto! 39
vacanza diliBri una
CENTOSTORIE libri e racconti
a cura di
Sara Bordiga bibliotecaria
S. Bord iga
Dai 3 anni. Il mio primo libro… di Eric Carle, La Margherita, 2017 Eric Carle (chi non conosce l’autore del “Piccolo bruco maisazio”, bestseller della prima infanzia!) non delude mai, anche quando, con un intento didattico, propone dei libri “per imparare”. Forme, numeri e colori, proposti in maniera giocosa, con le pagine fustellate divise in due, per consentire, divertendosi a cercarli, i corretti abbinamenti. Tre piccoli libricini da viaggio e non solo. Dai 6 anni Le Milleunamappa, EDT Giralangolo Cosa ci si porta in valigia per orientarsi in vacanza, ed arrivare a destinazione laddove il cuore e le gambe ci portano? Una mappa, ovviamente! Se poi la mappa è resistente agli strap pi e all’acqua, e ci guida alla scoperta del viaggio di Marco Polo o quello di Ulisse, del bosco di Cappuccetto o del paese meraviglioso di Alice sembrerà di viaggiare sempre, anche quando saremo “spiaggiati” sul divano di casa o sul bordo della piscina cittadina. (sono già 17 le mappe pubblicate da EDT!) 40
• I libri “delle vacanze” ci fanno pensare spesso ai compiti e
• I “libri per le vacanze”, invece, sono quelli che stanno benisagli esercizi da terminare.
simo in valigia, nello zaino, nella borsa da spiaggia. Un po’ perché sono piccoli e comodi, magari non hanno tante pagine, o forse perché hanno una storia che fa pensare alla libertà dell’estate, al tempo libero, al divertimento, alle gite e alle passeggiate! Ecco la nostra piccola selezione per trascorrere i mesi più caldi dell’anno tuffandosi tra pagine indimenticabili
Dai 5 anni. Le avventure di Lester e Bob di Ole Könnecke, Beisler, 2015 Un papero sicuro di sé ed un orso impacciato: una strana coppia dall’autore della – già divertentissima – serie su “Camillo”. Brevi storie ironiche di amicizia e relazione in stampatello maiuscolo per i primi lettori autonomi ma adattissime per una lettura ad alta voce, che farà sorridere bambino e genitore. Piccole freddure per i mesi cald
Dai 10 anni Tonja Valdiluce di Maria Parr, Beisler, 2017 Montagna, amici, spensieratezza: già si delineano gli elementi per una vacanza perfetta. Ma Tonja, in montagna, ci vive tutto l’anno. Anzi, vive in Val di luce, ed è l’unica bambina del suo villaggio. Ed ha un amico del cuore. Di 74 anni! Tonja è avventurosa, testarda, piena di entusiasmo e di sorrisi, la protagonista ideale per un romanzo pieno d’avventura ed entusiasmo, che appare così legato alla tradizione dei grandi scrittori nordici per ragazzi, a partire dalla Astrid Lindgren di Pippi Calzelunghe.
CENTOSTORIE favole
l’uomo dei mille cappelli
favola di
Coi Momok illustrazioni di
Emilia Mazzetto
L’uomo dei mille cappelli
studentessa Liceo Artistico “Roccati” Rovigo
Il ragazzo dei mille cappelli non li aveva mai conosciuti i suoi genitori. Era cresciuto a casa di una zia paterna appassionata di collezionismo, il più delle volte sempre solo. La zia trascorreva giorni interi a frequentare mostre, salotti, mercatini e ad acquistare ogni genere di ‘valore’. Si, ‘valore’ : lei li chiamava così tutti quegli oggetti stravaganti, alcuni antichi, altri non, che le riempivano la casa. Tra questi, c’era una colezione spropositata di cappelli da ogni parte del mondo, di ogni epoca…ordinati in un’enorme camera delle meraviglie. E’ qui dentro che il ragazzo dei mille cappelli, fin da quando era molto piccolo, trascorreva gran parte del suo tempo. Era la sua stanza preferita. Lì dentro: provava e riprovava, si divertiva guardandosi allo specchio e ad incontrare tante immagini diverse riflesse da quello specchio. E ciò gli bastava per sentirsi meno solo. E la zia, benché custode gelosissima delle sue collezioni, lasciava fare. In fondo al cuore le faceva piacere pensare che quel bambino senza genitori e sempre solo provasse una qualche gioia, indossando i suoi cappelli. 41
Così fu per lungo tempo. Ogni giorno il bimbo indossava un cappello diverso. Ne aveva uno per ogni occasione: per la colazione, per il pranzo, per la cena, per la domenica, per la scuola, per guardare la tv, per lavarsi, per dormire…e così divenne un uomo, e nessuno – dico – nessuno, lo aveva mia visto senza un cappello in testa. Era il ragazzo dei mille cappelli. Un giorno accadde una cosa tanto stravagante quanto sconvolgente. Di buon mattino, come sempre, nella meravigliosa stanza della collezione della zia, dopo aver scelto il cappello del giorno stava per posizionarlo sulla testa, quando si accorse che qualcosa non andava… Per la prima volta in tanti anni, non riuscì ad indossarlo. Suo malgrado, lo cambiò. Ne scelse un altro e lo provò. Ma ancora il cappello non rimaneva sulla sua testa. Ritentò con altri, ma l’esito fu il medesimo. In agitazione si recò allo specchio per osservare che cosa mai fosse accaduto alla sua testa… Si scrutò e riscrutò e si accorse che un gran bernoccolo gli era cresciuto in cima alla nuca … Ecco l’impedimento!!! Cominciò ad allarmarsi quando, dopo aver tenuto il ghiaccio per qualche ora, quella protuberanza non si riduceva. Interessò il medico, che lo visitò d’urgenza, senza però riscontrare nulla di grave, se non il fatto che non riuscisse più ad indossare i cappelli. Chiamò lo specialista, che ipotizzò si trattasse di un brufolo invece che di un bernoccolo e lo mise a dieta bianca… Per giorni non osò mostrarsi in pubblico. Senza i suoi cappelli non riusciva proprio ad accettare la sua immagine e neppure ad immaginarsi la vita. Una sera, mentre era immerso nella disperata ricerca della soluzione al suo problema e consultava migliaia di libri, lesse di un caso analogo al suo e si incuriosì. Si trattava di un uomo di qualche anno più grande di lui residente oltre il mare. Volle raggiungerlo nella speranza di tornare ad indossare presto uno dei mille cappelli.
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L’uomo dei mille cappelli
Partì e dopo qualche giorno di viaggio, con la testa fasciata bussò alla porta della persona che stava cercando. L’uomo aprì. Aveva due occhi neri sorridenti, un fisico asciutto ed energico, lunghi capelli raccolti all’indietro. Fece accomodare sul divano il ragazzo dei mille cappelli e si fece raccontare ciò che era successo. “Non potrò mai più indossare i miei cappelli se non elimino questo brutto bernoccolo o brufolo che mi è cresciuto sulla testa – raccontò piagnuccolando il ragazzo, mentre si sbendava.- E senza i miei cappelli io mi sento disperato e solo”. L’uomo ascoltò il ragazzo con attenzione e comprensione e quando ebbe terminato di parlare lo abbracciò…. “Quella protuberanza che tu chiami bernoccolo o brufolo e che vuoi eliminare – gli rispose rassicurante – è in realtà la tua occasione per scoprire chi sei davvero”. Il ragazzo dei mille cappelli fu basito. E tacque. “Ci sono solo poche persone al mondo che hanno questa caratteristica - continuò l’uomo - e una di queste è mio fratello”. Poi, si spostò i lunghi capelli di lato e mostrò un bel bernoccolo sulla sua testa molto simile a quello del ragazzo. Gli raccontò che quando era molto piccolo perse i genitori e che suo fratello di poche settimane era stato affidato alle cure di una zia che però non diede mai più notizie... Gli raccontò anche che se non abbandonò mai la speranza di ritrovare suo fratello perché sapeva che al mondo c’erano così poche persone ad avere quel bernoccolo che, spargendo la notizia, prima o poi, era certo che lo avrebbe trovato. “Il mio bernoccolo - disse - fu la mia speranza ed il mio conforto. Oggi il tuo bernoccolo è la mia gioia e la tua gioia”. Il ragazzo dai mille cappelli si sciolse in un liberatorio pianto e poi in un riso fragoroso…Era felice. Non lo avrebbe mai creduto possibile! Eppure quel giorno, senza nessuno dei suoi mille cappelli, si sentiva più vivo e bello che mai!!! E consapevole di non essere più solo.
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LIFE STYLE Moda Fashion
moda mare
Quali saranno i costumi di tendenza per l’estate 2018?
Care mamme, ormai ci siamo, l'estate è arrivata e nell'aria cresce il profumo di salsedine e la voglia di mare e di vacanze ! Non pensate subito alla prova costume, so che vorreste affrontarla il più avanti possibile, ma tanto per avere una scusa e fare un po' di "movimento", cosa ne dite di pensare al prossimo shopping a caccia di costumi, così da trovare la giusta grinta? Infondo, si sa, lo shopping è uno sport antistress, quindi fatelo subito!!! Primo fra tutti, vero protagonista dell'estate, il costume intero!! E diciamocelo, un modello speciale che aiuta ad assottigliare la silhouette quindi un valido alleato da inserire sicuramente in valigia. Tra i must-have dei costumi interi prediligete in particolare quelli di ispirazione anni '90, più sexy con la scollatura che si fa quest'anno super profonda, quasi verticale che valorizza anche i seni meno prosperosi. Il costume intero non è il modello migliore per abbronzarsi, ma di certo il più elegante da sfoggiare in spiaggia e sicuramente da indossare nei primi giorni di esposizione al sole oppure per l'happy hour al tramonto. Dal nero al bianco, passando al rosso, una soluzione perfetta per chi ama portare in vacanza pochi costumi ma dallo stile impeccabile.
Decisamente più giocosi, invece, quelli con stampe colorate e fiorate, o per le più romantiche il modello monospalla con rouches e stoffa a quadretti, da vera parigina. Altro modello molto in voga è quello a righe bianche e rosse: semplice, ma molto raffinato e soprattutto intramontabile.
a cura di
Rossella Rizzi consulente d’immagine ed event planner
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Passando al mondo dei bikini, ci addentriamo nel romanticismo anni '50 con rouches e slip a vita altissima, un trend che continua imperterrito, nonostante non sia il più semplice da sfoggiare, soprattutto a discapito dell'abbronzatura. Eppure questi modelli di bikini hanno il loro fascino, soprattutto nelle versioni più maliziose come quelle che quasi si confondono con la lingerie, con pizzi e trasparenze dal sapore naif con fiori e lacci suoi fianchi. Dato il modello, meglio indossarlo per un party in piscina il pomeriggio o per fare qualche passeggiata in spiaggia al tramonto. Persistono i costumi con il reggiseno a fascia, diventati un vero e proprio must-have per tutte quelle che amano prendere il sole senza l'antiestetico segno delle spalline. Ma se lo scorso anno lo trovavamo in versione dritta e
liscia, quest'anno i più fashion sono quelli con dettagli che ci ricordano la moda anni '80 d'ispirazione retrò con maniche e volant che scendono sulle spalle. Per chi ha un fisico a diamante e un po' burroso, meglio preferire un bel costume intero contenitivo, evitando le fantasie a fiori e prediligendo la tinta unita o le geometrie, per un risultato più donante.
Per apparire davvero chic anche sulla spiaggia, non perdete di vista anche capi copricostume come i kimono crochet, gli abiti lunghi a fiori slip dress (con le spalline ultra sottili), i kaftani leggeri perfetti anche per l'aperitivo serale in riva al mare e per chi ama uno stile elegante e sofisticato. Il beachwear si ispira ai colori e ai profumi della natura mediterranea, alla gioia dei viaggi e del tempo libero. Le spiagge, la macchia mediterranea, i
giardini, le stampe foliage. Il blu è protagonista, ma con tocchi di corallo, in tutte le sue gradazioni. C’è anche il bianco che fa da sfondo a fiori come rose e peonie, sulle quali si posano api, libellule e coccinelle. Il Jungle è uno dei temi principali, che colora costumi con un’estetica vintage con reminiscenze hippy e etniche, mentre il classico motivo tropical assume brillanti toni pastello. E per i più piccoli? Immergetevi in stampe che evocano giardini tropicali, lussureggianti foreste, fantasie multicolore ! Sui costumi da bagno sbocciano fiori e ondeggiano le foglie al vento, mentre fanno capolino api, farfalle e coccinelle. Anche per le bimbe preferite costumi interi o bikini a triangolo, da vera piccola donna. Adorabili nonché comodissimi, gli abitini o completini in spugna, assolutamente perfetti per il mare, soprattutto per il ritorno della spiaggia. Per i bimbi il focus punta sugli accessori come visiere, sandalini colorati, tshirt e canotte con costumi coordinati. Look che giocano anche molto sul concetto di mix and match e sugli outfit coordinati tra fratelli o amichetti del cuore! Davvero cool i boxer con culisse che lasciano libertà di movimento
I NOSTRI SERVIZI
• Pre-scuola • Doposcuola • Pre-animazione • Animazioni: Natalizia, Pasquale di Carnevale ed Estiva • Animazioni feste di compleanno • Laboratorio teatrale e scenografico • Corsi di danza Hip Hop • Corso di Zumba, Hatha Yoga • Tonificazione • Ginnastica Posturale • Totalbody per adulti • Spazio bimbi con Zumba, Yoga e ginnastica posturale • Ludoteca 46
Vacanza! Vacanza!
perché regolabili con un laccetto. Intramontabile e sempre chic la stampa marinière a righe bianche e blu, su costumi e completini. Allora mamme, siamo pronte per il mare? Pronti, costume, viaaa ! a cura di Rossella Rizzi
C’è un paese non lontano da qui dove ogni bimbo starebbe notte e dì; un paese citato pure dal Rodari famoso, fatto di vacanza e gelato strepitoso.
La cosa più bella deve ancora venire: niente compiti prima di partire! Tutta la settimana ci si diverte solamente, nessuna tabellina da tenere a mente!
Chiunque piccino ci può andare in questo bel posto a due passi dal mare; l’importante è che la scuola abbia finito, magari con bei voti sarebbe gradito.
Qui vien concesso anche di urlare tra sabbia, risate e tuffi nel mare. Ogni giorno si conoscono nuovi amici per stare insieme e giocare felici.
Tutto il giorno è una festa allegra, si corre e si nuota senza tregua. Alla sera continua il divertimento, in mezzo alle giostre è tutto un fermento.
La settimana sta per volare, i bimbi son tristi: dovran rincasare. Nel cuore sigilleranno quest’aria di festa narrandola poi alla loro maestra.
filastrocca di Rita Bimbatti
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