Vicini Speciale Novembre 2015

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5 Novembre: Conoscenza e Cultura con la Sharing Economy Continuamo ad occuparci di Sharing Economy con la nostra serie di convegni: “A PROPOSITO DI CONDIVISIONE: la sharing economy ci può aiutare?” Come spesso accade ai fenomeni che godono di improvviso successo, sotto lo stesso cappello ricadono pratiche molto diverse tra loro. Per fare ordine, è utile individuarne i tratti distintivi. • Il primo è la condivisione, l’utilizzo comune di una risorsa, intesa come profilo distinto dalle forme tradizionali di reciprocità, redistribuzione e scambio. • Il secondo è la relazione peer-to-peer: la condivisione avviene tra persone (o organizzazioni), a livello orizzontale e al di fuori di logiche professionali, con una caduta dei confini tra finanziatore, produttore e consumatore. • Il terzo è la presenza di una piattaforma tecnologica, che supporta relazioni digitali, dove la distanza sociale è più rilevante di quella geografica e la fiducia è veicolata attraverso forme di reputazione digitale. Il 5 novembre, alle 20,45, sempre in Cascina Roccafranca, il tema sarà Conoscenza & Cultura. Questa volta ci occuperemo di : www.oilproject.org, www.skillbros.it, superfred.it, lifelearning.it, www.teatroxcasa.org, looksplanet.com Queste realtà si occupano di scambio della conoscenza e della cultura. Avremo come relatori che ci porteranno la loro esperienza: Giacomo Sbalchiero (fondatore di Superfred.it) e Raimondo Brandi (cofondatore di teatroxcasa.org).

ANNO 1 - Numero 12

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Le possibili direzioni della Sharing Economy

Un interessante articolo è stato citato in uno studio della Fondazione Feltrinelli che il nostro giornale ha ripreso ampiamente e il cui titolo è “drammaticamente suggestivo”: “Il pane e le rose (e un’app che ce li consegni)” .

Potete trovare un approfondimento sulle possibili “direzioni” che può prendere la Sharing Economy nell’articolo riportato nella prima pagina di questo speciale. I prossimi incontri saranno

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MOBILITA’, il 3 dicembre CONSUMO&DENARO, il 21 gennaio 2016 TEMPO, il 18 febbraio 2016

sempre alle 20,45 in Cascina Roccafranca

5. Il sottotitolo “Fuori dal derby fra cheerleader dell’innovazione e anti-capitalisti fuori tempo massimo, come si sta evolvendo il dibattito sul modello lavorativo della sharing economy” da subito l’idea che la riflessione Antonio Aloisi e Valerio De Stefano è concentrata sulla problematica del lavoro, ed è una riflessione da leggere tutta! Ma allargando lo sguardo , il cuore della questione è , a mio parere, questo: la sharing economy può prendere più di una direzione e questo anche a prescindere dall’andamento negli States. 1.

Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TO Via Rubino 45 10137, Torino, presso Cascina Roccafranca, Bottega Comunicazione Contatti: Email : redazione@vicini.to.it Sito web: www.vicini.to.it Se volete collaborare, scriveteci.

2. N° 12 in versione pdf, Novembre 2015

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può essere veicolo di scambio e riuso che mette in crisi la concezione del libero mercato che si basa su due miti: • il consumo infinito senza saturazione delle cose in possesso; • il mercato che si autoregola magicamente mentre è sempre (storicamente) regolato da fattori esterni al mercato che lo drogano e lo indirizzano tra una crisi ricorrente e l’altra; può essere veicolo di precarizzazione del lavoro umano facendo diventare tutti freelance senza tutele sociali e questa è una direzione del virus (economy) che cresce rigoglioso lì dove le cosiddette “piattaforme abilitanti” non consentono lo scambio di valore tra utenti omogenei, ma impongono tariffe ai prestatori ed ai clienti ricavandone un profitto. può essere vettore di “distruzione” di un sistema di monopoli produttivi che impongono cosa scegliere da commedia partner di Cascina Roccafranca

NOVEMBRE 2015

prare, quale energia consumare (si pensi agli idrocarburi quando il motore ad idrogeno è pronto dagli anni ’50 ma non industrializzato), chi può guadagnare sui propri investimenti finanziari (sul serio intendo!) e chi non può farlo perchè sotto una certa soglia di investimento si raccolgono solo le briciole da sotto il tavolo … almeno il prestatore finale, non certo chi mette assieme tutto il risparmio degli altri (leggi Banche) può essere solo una modalità di marketing per vendere di più un prodotto con concezione del tutto legata al profitto, ma vestita da parole come collaborazione e condivisione un po’ come i fitoterapici che agiscono sul principio della medicina allopatica (chimica) ma il cui concetto è sempre quello del principio attivo operante, tanto che i fitoterapici usati senza cognizione (medica) possono fare danni (side effect) come le medicine chimiche solo che non hanno il “bugiardino” che ti terrorizza può essere un modo di usare la tecnologia per incontrarsi fuori da Internet, conoscersi, creare legami significativi e risparmiare riusando cose non utilizzate e scambiandosi servizi senza che qualcuno ti autorizzi a farlo dall’alto. Ma può essere – anche -una via “laterale” per ragionare su un mondo che stiamo consumando nella consapevolezza di usare di più di quello che è in grado di ricreare con il lavoro che sta regredendo ai livelli della prima rivoluzione industriale.

La visione del mondo “socialista” ha esaurito la sua visione, come del resto quella liberale-capitalista, ma quest’ultima ha “inglobato” la prima dando al piacere, alla ricchezza, al potere, al dominio sugli altri la forza finanziaria per proseguire. Quindi il nostro mondo globalizzato è, al di là delle etichette e Cina compresa, un mondo in cui qualche individuo domina su molti e i suoi rapporti con gli altri individui sono o di dominanza per i propri personali interessi o di alleanza (temporanea) per diversi dominati. Certo stanno tagliando l’albero su cui vivono (loro e noi) o, con un’immagine migliore, il ramo sul quale sono appollaiati, ma se ne fregano: non hanno sentimenti forti se non quello della sopravvivenza edonistica che al massimo si allunga fino ai figli, ma per nipoti ho dei seri dubbi e per i pronipoti il problema sarà di altri. E’ inutile dire che personalmente faccio il tifo per la sharing economy 5. Franco - direttore@vicini.to.it A PAGINA 8 IL PROGRAMMA DEGLI ALTRI INCONTRI: LA SHARING ECONOMY CI PUÒ AIUTARE?”

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Non bull-ARTI di me. Un’iniziativa contro il bullismo tra gli adolescenti

Un Restart Party da raccontare Così lavora un Restart Party, ci racconta la responsabile di TESS, che ha organizzato l’evento a Candiolo il 31 maggio: non ci sono attrezzature speciali, bastano cacciavite, forbici da elettricista, pinzette. Non ci sono ricambi, sarebbe del tutto impraticabile disporne di una varietà appena sufficiente. Ma la logica dell’esperimento non è la riparazione, bensì la dimostrazione che con poche cognizioni, un minimo di attrezzatura e una guida competente e partecipe, si può provvedere da soli a riparare un elettrodomestico, un hard disk, una bicicletta. Ad esempio, può bastare la sostituzione di una semplice cinghia di trasmissione, poco più di un elastico da cartoleria, per rimettere in funzione il nostro vecchio registratore. Come? Ti consegnano la cinghia divenuta lasca e ne cerchi una simile per conto tuo. In un’ora sono stati riparati: • • •

Una radio con mangianastri, valore commerciale zero, ma per la bimba era la sua radio. Un phon della suocera che era “scoppiato” (un corto circuito). Un karaoke giocattolo che non amplificava.

Guasti piuttosto banali, risolti i quali si è riusciti a riportare a nuova vita (restart) 3 oggetti che, con ogni probabilità, sarebbero finiti nei rifiuti.

Non si tratta solo di risparmio, forse neppure giustificato dal tempo speso per l’intervento: il risultato molto più significativo è la riduzione di rifiuti, in genere assai poco recuperabili, spesso inquinanti, e comunque originati da materiali che rappresentano risorse scarse, come ferro, magnesio, rame. Ah, non dimentichiamo: lo strumento principale dell’operazione rimane lo spirito di solidarietà. Gianpaolo Nardi

Incubi, persecuzioni online, solitudine, insuccessi.

ro svolto.

Sono le parole chiave del videoclip realizzato da una ventina di ragazzi dai 14 ai 19 anni delle scuole superiori di Torino, che hanno partecipato al progetto del centro studi «Sereno Regis»: «Non bull- arti di me 2.0».

Ricordardiamo qui che, a seguito di un D.L. del 2013, molte scuole stanno dotando gli alunni (ci risulta anche le quarte di alcune scuole elementari) di dispositivi elettronici per le loro letture e ricerche. Ci auguriamo che, oltre che nella didattica, sia un passo avanti nell’educazione ad un uso della rete improntato alla convivenza civile.

Sul tema della sopraffazione il Centro Studi Sereno Regis propone in questi giorni “E ora… non bull-ARTI di me!”, un testo che raccoglie racconti brevi e fumetti realizzati dalle ragazze e dai ragazzi torinesi, realizzato nell’ambito nell’ambito del Piano Adolescenti. Curato dall’Assessorato alle Politiche Educative della Città di Torino.

Gianpaolo Nardi

Il volume, curato e stampato dal Centro Studi, intende parlare ai giovani che sono stati protagonisti di episodi di bullismo, con un ruolo di prevaricatori o di spettatori. Contiene, inoltre, una raccolta di suggerimenti per imparare a riconoscere queste situazioni violente, come primo passo per reagire. Il testo sarà distribuito nelle scuole di Torino Il progetto è stato sviluppato per contrastare i fenomeni di violenza fra pari sul web (cyberbullismo), sollecitando la creatività e l’uso responsabile della rete come veicolo di messaggi educativi positivi prodotti da adolescenti per i loro coetanei.

MUFANT, MuseoLab del FANTASTICO e della FANTASCIENZA di TORINO Da sabato 17 ottobre 2015 dalle ore 15.00 alle 22.00 in via Reiss Romoli 49bis a TORINO, importante apertura per tutti gli appassionati di fantascienza, fantasy e horror! Dopo aver completato i lavori di ristrutturazione, il MuFant – MuseoLab del Fantastico e della Fantascienza – apre i nuovi spazi di via Reiss Romoli 49 bis a Torino.

Il percorso comprende: una sezione su Star Trek; una su Star Wars; una sala sulla protofantascienza con libri, riviste e immagini che richiamano autori come Verne, Salgari, Wells, Yambo; due saloni in cui vengono esposti fenomeni di culto di ieri e di oggi, come il gotico, i supereroi dei fumetti, gli sceneggiati Rai anni Sessanta, i manga e gli anime, il cyberpunk, i successi fantasy, da Harry Potter a Il signore degli anelli, la criptozoologia fantastica; inoltre sono a disposizione una biblioteca specializzata, dedicata alla memoria di Riccardo Valla, con oltre diecimila titoli; una galleria d’arte – la G.A.F. “Galleria d’Arte Fantastica”, dedicata al contemporaneo, alle giovani artiste e ai giovani artisti e ai nuovi linguaggi espressivi; due sale per le mostre temporanee; una sala proiezioni che, a partire dal 2016, diventerà un laboratorio permanente dedicato al videogioco. Una grande occasione, quindi, per tutti gli appassionati del Fantastico Moderno di trascorrere una giornata all’interno del MuFant per scoprire una pulsante realtà culturale torinese, unica nel suo genere.

I ragazzi hanno lavorato in gruppi sviluppando il pensiero critico, la capacità di raccontare storie e imparato mettendo le mani in pasta.

Il Museo ha un sito web: www.mufant.it Il MuFant di Torino, che rappresenta il primo museo del genere in Italia e uno tra i pochi in Europa, si pone come polo culturale dedicato all’immaginario Fantastico e Fantascientifico che, a partire dall’Ottocento in poi, ha letteralmente invaso le varie forme espressive: letteratura, cinema, televisione, fumetti, illustrazione, giochi, videogiochi e musica. I visitatori potranno seguire un articolato percorso espositivo che li porterà a vivere una incredibile avventura attraverso i tre generi della fantascienza, del fantasy e dell’horror nelle loro diverse forme espressive. Pag. 2

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I risultati sono stati molto positivi: 800 ragazzi dai 14 ai 19 anni delle scuole superiori di Torino hanno preso parte alle attività di sensibilizzazione su questo tema e 100 di loro hanno partecipato, al di fuori dell’orario scolastico, a laboratori di teatro, fumetti, videomaking, hip hop e scrittura creativa e di Comix, realizzando prodotti artistici per dire la loro contro il bullismo.

Info: mufant2013@gmail.com fb: Stella Mufant Orari apertura al pubblico dal 17 ottobre 2015: Gio e Ven 15.00/19.00 Sab e Dom 15.00/19.00 Su prenotazione: Lun e Mar. dalle 15.00/18.00 Mercoledì chiuso.

Attraverso questo percorso le ragazze e i ragazzi sono riusciti a mettere in luce le molteplici forme che il bullismo, anche quello online, possono assumere. Inoltre, sono stati coinvolti in un percorso di accompagnamento alla costruzione di un luogo di aggregazione e di espressione artistica. I prodotti realizzati (racconti, video, scene teatrali, fumetti coreografie di hip hop) saranno diffusi attraverso l’utilizzo di licenze Creative Commons, per tutelare e valorizzare il lavo-

Beppe Laudani

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“Anciove ch’a bogio”: festa e memoria L’acciuga, cibo povero che ha contribuito al sostentamento di molti paesi della Valle Maira in Provincia di Cuneo tra la fine dell ‘800 e i primi del ‘900 , è stata la protagonista dell’evento tenutosi la mattina del 25 ottobre in Piazza Castello nell’ambito delle manifestazioni di Agorà a Torino – progetto di “Expo Milano 2015 nutrire il pianeta, energia per la vita”, in collaborazione con Città di Torino e Compagnia di San Paolo. Video, musica,balli, poesia e testimonianze dirette di acciugai hanno animato la performance organizzata dal giornale online Vicini e dall’ Associazione Piemonte Cultura, che ha attirato molte persone di passaggio nella piazza, anche stranieri e turisti di altre città d’ Italia. Molti torinesi, oltre a conoscere il giornale Vicini e l’ Associazione Piemonte Cultura hanno così appreso la storia dell’acciuga che, proveniente dalla Liguria attraverso le vie del sale, è approdata in valle Macra, in particolare a Celle di Macra , dove c’è attualmente una sezione dedicata all’acciuga all’interno del Museo degli antichi mestieri itineranti( Museo Seles). Dapprima usata come espediente per contrabbandare ba-

rili di sale che stava sotto lo strato superficiale di acciughe in modo da non dover pagare dazi appunto “ salati”, l’acciuga divenne poi mezzo attraverso il quale i giovani del paese potevano, durante la pausa invernale dal lavoro dei campi, racimolare qualche soldo da mandare alle famiglie, povere e numerose. In che modo ? Vi domanderete. Una volta che un abitante del paese ebbe fatto fortuna trasferendosi in pianura e smerciando le acciughe mandò a chiamare i ragazzi di famiglie di cui si fidava, fornì loro un carretto con un barile di acciughe e li mandò alla ventura, di casa in casa, a vendere la merce. Il ragazzo ritornava poi dal suo “ padroncino” col ricavato della vendita e poteva avere in cambio un altro barile di acciughe e trattenere un piccolo guadagno e così, di barile in barile, poteva pian pian racimolare i soldi necessari a mettere in piedi un’attività propria. Ma d’estate i lavori al paesello richiamavano i giovani, cosicchè fare l’ “acciugaio” era un lavoro stagionale, fino a quando lo Stato non impose di prendere la residenza là dove si svolgeva l’attività, allo scopo di poterla tassare. Così ben presto i giovani trasferirono in pianurea anche il rePag. 6

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sto della famiglia, mogli, figli, genitori anziani e così i paesi di montagna si spopolarono. Con l’avvento dell’industria e della vendita su larga scala il mestiere di “ acciugaio” a poco a poco scomparve. Questa storia, già avvincente di per sé, è stata narrata al pubblico presente attraverso un video girato appunto al museo di Seles a cura di Vicini, e un testo in rima che lo ha accompagnato, ma soprattutto attraverso le testimonianze di acciugai e figli di acciugai, intervistati nel video o addirittura presenti alla manifestazione. Il tutto intercalato da brani di musica occitana a cura di musicisti dell’ Associazione Piemonte Cultura, che hanno suonato “ courente” e musiche della nostra tradizione popolare occitana e piemontese. Numerosi gli spettatori presenti che si sono alternati nel corso della mattinata in quanto la performance è stata ripetuta più volte e ancora più numerose le persone che si sono avvicinate, hanno chiesto informazioni sull’attività, sul giornale Vicini e sull’ Associazione Piemonte Cultura, pur non potendo trattenersi perchè di passaggio durante la visita a musei o attrattive turistiche della città. La lettura del testo è stata resa gradevole dall’interpretazione di un’attrice della compagnia teatrale dei “ Saltapasti” che ha valorizzato con la sua dizione perfetta parole semplici eleggere ma ma efficaci nel narrare la storia dell’acciuga. Possiamo aggiungere una curiosità per le persone interessate a questo tema : Celle di Macra e altri paesi limitrofi hanno fornito gli acciugai che migravano in pianura, ma l’acciuga come cibo non è mai arrivata in quei paesi: poichè era un cibo salato richiedeva tanto pane e i campi di montagna non troppo fertili non producevano farina a sufficienza. La manifestazione comprendeva anche un’attività per i bambini : la composizione di una piramide alimentare su cui si dovevano applicare delle tesserine raffiguranti i principali cibi che mangiamo ogni giorno, naturalmente nell’ordine di quantità in cui vanno consumati. Molto bravi i bambini partecipanti al gioco,che si sono divertiti e hano ricevuto in premio la spilletta del giornale Vicini. Il tutto si è concluso con le parole del sindaco di Celle di Macra, Antonio Garino, che gentilmente ha portato in esposizione alcuni manufatti del museo, come la “ stadere” per pesare le acciughe e alcuni esemplari di “ barili” in cui venivano vendute. Molto interessanti anche le testimonianze dirette di alcuni “ acciugai” in pensione scesi a condividere questa giornata con noi da Celle di Macra e la lettura di una poesia sull’acciuga composta da uno di loro. La manifestazione è stata caratterizzata da un’atmosfera di festa a cui ha contribuito molto la musica dal vivo che si diffondeva per tutta la piazza e attirava le persone a conoscere un mondo legato a un mestiere ormai scomparso e a un cibo ormai poco diffuso, ma che tanto ha contribuito a sostenere l’economia delle valli del Cuneese per un certo periodo di tempo. Auspichiamo che altri eventi del genere recuperino altri cibi, o racconti o mestieri della tradizione e aspettiamo eventuali proposte. Franca Guiot Per chi volesse approfondire ecco una piccola bilbliografia: D. Crestani “Anciuìe e caviè ‘d Val Mairio, Cuneo 1992 P. Ghio “Gent Perdùo” Cuneo 2015 N. Orenco (narrativa) “Il salto dell’acciuga”, Torino 1997 P. Raina “La mia valle aveva un’anima”, Borgo San Dalmazzo 1982 P. Raina “I Reis Chanten Encaro”, Borgo San Dalmazzo 1997 P. Raina “le caresso del temp”, Borgo San Dalmazzo 2013 L. Rangoni “Le vie dell’Acciuga”, Torino 2001 G. Roveda” Anciuè , Anciuèèè”, Busca M. Vigliero Lami, “l’aòice delle meraviglie”, Venezia, 1998

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Le tante facce della Sharing Economy: uno studio della FGF

Come noi di Vicini, chi si occupa di Sharing Economy non può non averne una visione con luci ed ombre.

Pur essendo personalmente convinto delle molteplici potenzialità positive della sharing economy, gli aspetti che vanno verso una modalità che marginalizza le persone in una società ancora più frammentata e senza certezze sono più di uno. Ci è stato segnalato questo studio (piuttosto lungo ed articolato) della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli che riportiamo come rassegna stampa ed al quale rimandiamo per gli approfondimenti. (Fonte: http://www.fondazionefeltrinelli.it) “(…) Da un lato, il forte incremento del tasso di disoccupazione giovanile e il rischio di marginalizzazione di un importante segmento della società. Dall’altro, la possibilità di analizzare le trasformazioni in atto a partire dalle strategie inedite messe in campo da chi sconta una difficile integrazione nel mondo del lavoro e dagli scenari evolutivi disegnati dal progresso delle tecnologie. Tra le novità introdotte dalla combinazione di crisi economica, tecnologie digitali, nuovi bisogni sociali e sensibilità culturali emergenti, troviamo la sharing economy. (…) Michel Bauwens, studioso e fondatore della P2P Foundation, afferma che l’economia collaborativa sta crescendo integrandosi col sistema capitalista tradizionale e che quest’ultimo stia sfruttato le risorse e le innovazioni che il modello collaborativo sta creando e mobilitando per il guadagno privato. QUANTA “ECONOMY” GENERA LO “SHARING”? Secondo le stime della società di consulenza Price waterhouse Coopers (PwC), attorno a questa “nuova economia”, nei prossimi 10 anni, si creerà un giro di ricchezza che sfiorerà i 335 miliardi di dollari. Questo spiega perché in questo settore gli investimenti stiano continuando a crescere. Nata dal basso in una logica pienamente “bottom up”, (…) suggerisce Adam Arvidsson, occorre interrogarsi sulla tenuta stessa del binomio “sharing economy”: cosa c’è di “sharing” e cosa c’è di “economy”? Arvidsson identifica due tipi di sharing economy. Uno a prevalenza “sharing”, che si alimenta delle reti collaborative, che riesce a innovare facendo della condivisione il suo tratto caratteristico, ma che spesso si riduce a un fenomeno che genera poche risorse in termini di valore monetario. Ed uno orientato al lato “economy”, che maschera vecchie logiche del sistema economico con una veste solo apparente di innovazione.

COSA ACCADE NEL NOSTRO PAESE? L’Italia rappresenta un caso di studio molto interessante, poiché alle sfide poste dall’economia collaborativa sta rispondendo con modelli e sperimentazioni molto peculiari che conciliano i valori e la cultura con l’innovazione. (…)Proprio la maggiore consapevolezza delle persone e la capacità di attivarsi re-inventando nuove forme di aggregazione e di dialogo, stanno contribuendo alla sperimentazione di pratiche collaborative inedite e peculiari. Nel nostro Paese tali modelli si stanno sviluppando attingendo a una cultura della condivisione che affonda le sue radici nella tradizione, (…) come il caso dei coworking. Si tratta di un fenomeno sempre più diffuso e molto eterogeneo, (…) si presenta anche sotto forme che non necessariamente hanno come priorità lo sviluppo di esperienze professionali, quanto quello di costruire spazi di condivisione di progetti con finalità sociale, come sta accadendo a Matera con il progetto di coworking rurale di Casa Netural. Un altro esperimento interessante è quello che sta sta portando avanti Christian Iaione di LabGov, il Laboratorio per la Governance dei beni comuni, attraverso la co-progettazione e la co-gestione dei beni comuni, tramite partenariati pubblico-privati. (…) L’emersione della collaborazione, in tutti gli ambiti della vita sociale, dall’economia al lavoro, rappresenta dunque un fenomeno complesso, non privo di criticità e spesso ancora ben lontano dall’affermarsi come paradigma dominante. Allo stesso tempo però, sta offrendo una nuova prospettiva e una sfida affascinante per canalizzare le risorse e le energie latenti nella comunità, verso la creazione di nuove pratiche di innovazione che sicuramente sapranno influenzare anche il futuro.” Franco Fratto

QUAL È IL SUO IMPATTO SUL MONDO DEL LAVORO? Già da tempo diversi osservatori stanno mettendo in guardia sul “lato oscuro” della sharing economy, cioè sul rischio che dentro questa categoria, ormai onnicomprensiva proprio perché non ancora definita chiaramente, si possano nascondere tentativi di elusione delle normative sulla tassazione e sulla concorrenza, o sistemi di gestione poco chiari (…) trasformando il mercato del lavoro in una “eBay degli umani”. Cercare di chiarire questi aspetti rappresenta una delle sfide più interessanti per il futuro dell’economia collaborativa (…) Luoghi di scambio che portano con sé la possibilità di un riconoscimento reciproco per coloro – lavoratori non standard, freelance, lavoratori autonomi – che scontano una condizione di frammentazione sociale. (…) Alcuni soggetti economici stanno, infatti, rimodulando i propri servizi in chiave collaborativa, per non essere esclusi da fette del mercato o per evitare di offrire prodotti che non incontrano più le esigenze e le abitudini dei consumatori (…)

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Le altre facce della medaglia. Dialogo teatrale sul carcere Dialogo teatrale sul carcere: dal 24 al 27 novembre alla Casa Circondariale di Torino. Il coordinamento registico è di Claudio Montagna.

UN FUTURO PER IL PALAZZO DEL LAVORO? E’ singolare come l’incendio appiccato all’interno del Palazzo del Lavoro di Pierluigi Nervi, abbia risvegliato dal torpore coloro che hanno consciamente od inconciamente lasciato questo capolavoro di architettura in balia del degrado per questi ultimi lunghi anni, nelle secche Consiglio di Stato, con i ricorsi che hanno costretto il Comune a far ripartire l’iter di modifica del piano regolatore. Grazie all’assessore Stefano Lo Russo, si sta cercando una corsia preferenziale , per ac-

Martedì 24 novembre 2015 Mercoledì 25 novembre 2015 Giovedì 26 novembre 2015 Venerdì 27 novembre 2015 Casa Circondariale di Torino – via Maria Adelaide Aglietta 35 (già Strada Pianezza 300) MODALITÀ DI PRENOTAZIONE Per ogni serata c’è una disponibilità massima di 120 posti. La prenotazione è obbligatoria e può essere fatta: via e-mail a: info@teatrosocieta.it – per telefono al numero: 3931954753. La segreteria, attiva dal 5 ottobre al 28 ottobre, è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00. Fuori orario, è possibile lasciare un messaggio per essere richiamati.

Torna l’esperienza del teatro in carcere. “Le altre facce della medaglia” è il titolo delle quattro serate proposte, con la regia di Claudio Montagna, dalla compagnia Teatro e Società in collaborazione con la Cattedra di Sociologia del Diritto del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino. L’appuntamento è presso il teatro della Casa Circondariale Lorusso Cutugno il 24-25-26-27 novembre e per partecipare è assolutamente necessario iscriversi entro il 28 ottobre. Si affronteranno domande e risposte sul carcere attraverso il teatro, per approfondire e mettere a confronto i punti di vista sulla legge di riforma penitenziaria, a quarant’anni dalla sua approvazione, dando voce a chi quotidianamente vive a contatto con quella realtà. Gli spettatori sono preparati dall’invio, insieme all’autorizzazione all’ingresso in carcere, di un estratto che ne evidenzia i temi e i problemi principali. Ogni sera il dialogo sarà aperto dagli spettatori, con domande scritte sul tema; a rispondere sarà un gruppo di detenuti attraverso scene ideate con tecniche dell’improvvisazione teatrale. Pochi minuti, intensi e ricchi di significato, chiusi dai commenti di chi lavora per il carcere o da esperti e studiosi del settore, seguiti dal breve intervento di uno studente di giurisprudenza che confronta ciò che ha visto e sentito con la sua formazione teorica. Le serate teatrali “Le altre facce della medaglia” si collocano all’interno del progetto Passi oltre i confini realizzato da Teatro Società grazie al sostegno di “Progetto libero – linee guida in ambito carcerario” della Compagnia di San Paolo e con la partecipazione dell’Assessorato alla Cultura della Città di Torino. Il progetto è condiviso operativamente dalla Direzione, dagli educatori e dagli agenti della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno e dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino nell’ambito della Cattedra di Sociologia del diritto.

E’ possibile prenotarsi fin d’ora per qualunque data tra quelle elencate, tuttavia, a causa del numero ristretto di posti e della complessità delle procedure, si raccomanda di prenotarsi soltanto se si è certi di poter essere presenti. Per ciascuna delle date indicate, in base all’ordine di arrivo delle richieste, l’ufficio preposto della Casa Circondariale definirà e comunicherà l’elenco dei partecipanti alle serate. IL PROGETTO TEATRALE L’Assessorato alla cultura della Città di Torino e la direzione della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” (ex “Le Vallette”) promuovono dal 1993 un progetto permanente di laboratorio teatrale, condotto con i detenuti delle Sezioni presenti nel Padiglione A. Il laboratorio teatrale, sostenuto economicamente dalla Compagnia di San Paolo, è diretto da Claudio Montagna e condotto da lui e dai collaboratori di TS Teatro e Società; si svolge con incontri mirati con i protagonisti e culmina con gli eventi teatrali aperti al pubblico e finalizzati all’incontro tra detenuti e società civile.

Lo speriamo tutti. Angelo Tacconi

PIANO PARTICOLAREGGIATO REGALDI: PARTE LA GRANDE TRASFORMAZIONE DELLA ZONA NORD DI TORINO È stato illustrato in Commissione Urbanistica il Piano Particolareggiato dell’area Regaldi che individua una nuova Zona Urbana di trasformazione (Z.U.T.) con una superficie territoriale pari a 118.780 mila metri quadri. Si tratta del primo importante tassello di trasformazione di una porzione dello scalo Vanchiglia, connesso alla variante 200. L’area interessata è quella compresa tra i corsi Novara e Regio Parco e il proseguimento delle vie Regaldi e Ristori, a poca distanza dal Cimitero Monumentale, ed è legata anche alla realizzazione della linea 2 della Metropolitana.

Fino ad Aprile 2011 si è lavorato principalmente con un gruppo di detenuti provenienti dalla VI sezione del Padiglione A, in seguito con detenuti provenienti da differenti sezioni del Padiglione A. Tra gli eventi teatrali realizzati LO SCIMMIONE E LA TARTARUGA (2011), ASTUZIA DEL MURO (2010), TEATRO DI GUERRA (2008), TAGLIARE LA CORDA (2007), HO VISTO SUZANNE (2005) da cui il regista Davide Ferrario ha tratto il film omonimo. Il progetto Passi oltre i confini prosegue la riflessione avviata negli anni da Claudio Montagna e dalla compagnia teatrale Teatro e Società presso la Casa Circondariale di Torino, sul tema della giustizia con l’evento teatrale “Cicatrici e Guarigioni” - ottobre 2013 e con “Ognuno ha la sua legge uguale per tutti” – novembre 2014. Rossella Lajolo

Programmazione - ore 21.00

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Lo Russo estensore del provvedimento – Il riuso di spazi industriali dismessi, la restituzione alla Città di nuove funzioni urbane, la costruzione di nuovi spazi pubblici e l’integrazione architettonica di funzioni diverse come il commercio e la residenza rappresentano le cifre distintive del progetto. Una nuova centralità urbana che costituisce un elemento fondamentale nella strategia di sviluppo della zona Nord e nella riqualificazione di Barriera di Milano. Il piano costituisce altresì il presupposto per la progettazione e l’avvio della realizzazione della seconda linea di metropolitana. Torino ancora una volta si conferma un’eccellenza nei progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana attraverso modalità innovative di partnership tra pubblico e privato.” Il progetto prevede un nuovo fronte urbano sulla via Regaldi e su corso Novara e di un parco lineare posto lungo il corso Regio Parco che anticipa la futura connessione con il sistema dei parchi di Torino Città delle Acque, su cui si affacceranno le nuove attività residenziali, commerciali e i servizi.

Lo sviluppo dell’intero ambito, previsto in un decennio, si articola in tre diverse unità di intervento, la prima compresa tra il fronte di Corso Novara e la via Pacini (U.I.1 estesa su 65.545 mq di superficie territoriale), la seconda (U.I.2 estesa su 8.114 mq di superficie territoriale) tra le vie Quittengo e Pacini, la terza (U.I.3 estesa su 45.121 mq di superficie territoriale) compresa tra la via Pacini, Regaldi in progetto e il Corso Regio Parco. “Col Piano Particolareggiato Regaldi diamo avvio concreto ad una delle più grandi trasformazioni urbane della Città di Torino – commenta l’assessore all’Urbanistica Stefano

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cellerare l’iter della variante, per far si che la proprietà sia in grado di poter vendere tutto il pacchetto completo agli investitori, che nel frattempo si sono affacciati per chiudere l’operazione, i francesi di Klepierre e gli americani di Pimco. Durante un sopralluogo in via Ventimiglia, l’assessore Lo Russo, ha ribadito l’intenzione entro metà novembre di chiudere la valutazione ambientale, senza la quale non si può arrivare ad un accordo con il comune di Moncalieri. In effetti uno dei nodi più importanti da sciogliere resta quello che il sindaco di Moncalieri, Montagna ha posto come imprescindible nell’accordo: la realizzazione del sottopasso sotto la rotonda Maroncelli. Nel contempo anche il numero dei parcheggi da definire per il futuro shopping center ed il posizionamento finale della ruota panoramica che “rotola” tra il Valentino, e il piazzale del Palazzo a Vela. L’assessore Lo Russo ha dato assicurazione che alla fine una decisione verrà presa e finalmente il tanto agognato progetto di riqualificazione partirà.

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Rispetto al progetto adottato nel gennaio 2011, la Superficie Lorda di Pavimento (SLP) generata dal progetto ammonta a 81.026 mq. destinata per un massimo del 60% a residenze e per un minimo del 40% ad attività commerciali e a servizi (ASPI ed Eurotorino). La superficie edificata si riduce pertanto rispetto a quanto previsto nella precedente versione del Piano particolareggiato del 2011 (85.114 mq) mentre la distribuzione commerciale, inizialmente prevista come “Localizzazione urbana periferica non addensata di tipo L2”, tenuto conto del minor dimensionamento della localizzazione commerciale, potrà essere individuata in nella tipologia L1. Particolarmente significativa inoltre la quota di 4.800 metri quadrati di SLP destinata a interventi di Social housing che verrà realizzata nella prima unità di intervento(U.I.1) della trasformazione dell’ambito. Angelo Tacconi

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Le altre facce della medaglia. Dialogo teatrale sul carcere Dialogo teatrale sul carcere: dal 24 al 27 novembre alla Casa Circondariale di Torino. Il coordinamento registico è di Claudio Montagna.

UN FUTURO PER IL PALAZZO DEL LAVORO? E’ singolare come l’incendio appiccato all’interno del Palazzo del Lavoro di Pierluigi Nervi, abbia risvegliato dal torpore coloro che hanno consciamente od inconciamente lasciato questo capolavoro di architettura in balia del degrado per questi ultimi lunghi anni, nelle secche Consiglio di Stato, con i ricorsi che hanno costretto il Comune a far ripartire l’iter di modifica del piano regolatore. Grazie all’assessore Stefano Lo Russo, si sta cercando una corsia preferenziale , per ac-

Martedì 24 novembre 2015 Mercoledì 25 novembre 2015 Giovedì 26 novembre 2015 Venerdì 27 novembre 2015 Casa Circondariale di Torino – via Maria Adelaide Aglietta 35 (già Strada Pianezza 300) MODALITÀ DI PRENOTAZIONE Per ogni serata c’è una disponibilità massima di 120 posti. La prenotazione è obbligatoria e può essere fatta: via e-mail a: info@teatrosocieta.it – per telefono al numero: 3931954753. La segreteria, attiva dal 5 ottobre al 28 ottobre, è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00. Fuori orario, è possibile lasciare un messaggio per essere richiamati.

Torna l’esperienza del teatro in carcere. “Le altre facce della medaglia” è il titolo delle quattro serate proposte, con la regia di Claudio Montagna, dalla compagnia Teatro e Società in collaborazione con la Cattedra di Sociologia del Diritto del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino. L’appuntamento è presso il teatro della Casa Circondariale Lorusso Cutugno il 24-25-26-27 novembre e per partecipare è assolutamente necessario iscriversi entro il 28 ottobre. Si affronteranno domande e risposte sul carcere attraverso il teatro, per approfondire e mettere a confronto i punti di vista sulla legge di riforma penitenziaria, a quarant’anni dalla sua approvazione, dando voce a chi quotidianamente vive a contatto con quella realtà. Gli spettatori sono preparati dall’invio, insieme all’autorizzazione all’ingresso in carcere, di un estratto che ne evidenzia i temi e i problemi principali. Ogni sera il dialogo sarà aperto dagli spettatori, con domande scritte sul tema; a rispondere sarà un gruppo di detenuti attraverso scene ideate con tecniche dell’improvvisazione teatrale. Pochi minuti, intensi e ricchi di significato, chiusi dai commenti di chi lavora per il carcere o da esperti e studiosi del settore, seguiti dal breve intervento di uno studente di giurisprudenza che confronta ciò che ha visto e sentito con la sua formazione teorica. Le serate teatrali “Le altre facce della medaglia” si collocano all’interno del progetto Passi oltre i confini realizzato da Teatro Società grazie al sostegno di “Progetto libero – linee guida in ambito carcerario” della Compagnia di San Paolo e con la partecipazione dell’Assessorato alla Cultura della Città di Torino. Il progetto è condiviso operativamente dalla Direzione, dagli educatori e dagli agenti della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno e dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino nell’ambito della Cattedra di Sociologia del diritto.

E’ possibile prenotarsi fin d’ora per qualunque data tra quelle elencate, tuttavia, a causa del numero ristretto di posti e della complessità delle procedure, si raccomanda di prenotarsi soltanto se si è certi di poter essere presenti. Per ciascuna delle date indicate, in base all’ordine di arrivo delle richieste, l’ufficio preposto della Casa Circondariale definirà e comunicherà l’elenco dei partecipanti alle serate. IL PROGETTO TEATRALE L’Assessorato alla cultura della Città di Torino e la direzione della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” (ex “Le Vallette”) promuovono dal 1993 un progetto permanente di laboratorio teatrale, condotto con i detenuti delle Sezioni presenti nel Padiglione A. Il laboratorio teatrale, sostenuto economicamente dalla Compagnia di San Paolo, è diretto da Claudio Montagna e condotto da lui e dai collaboratori di TS Teatro e Società; si svolge con incontri mirati con i protagonisti e culmina con gli eventi teatrali aperti al pubblico e finalizzati all’incontro tra detenuti e società civile.

Lo speriamo tutti. Angelo Tacconi

PIANO PARTICOLAREGGIATO REGALDI: PARTE LA GRANDE TRASFORMAZIONE DELLA ZONA NORD DI TORINO È stato illustrato in Commissione Urbanistica il Piano Particolareggiato dell’area Regaldi che individua una nuova Zona Urbana di trasformazione (Z.U.T.) con una superficie territoriale pari a 118.780 mila metri quadri. Si tratta del primo importante tassello di trasformazione di una porzione dello scalo Vanchiglia, connesso alla variante 200. L’area interessata è quella compresa tra i corsi Novara e Regio Parco e il proseguimento delle vie Regaldi e Ristori, a poca distanza dal Cimitero Monumentale, ed è legata anche alla realizzazione della linea 2 della Metropolitana.

Fino ad Aprile 2011 si è lavorato principalmente con un gruppo di detenuti provenienti dalla VI sezione del Padiglione A, in seguito con detenuti provenienti da differenti sezioni del Padiglione A. Tra gli eventi teatrali realizzati LO SCIMMIONE E LA TARTARUGA (2011), ASTUZIA DEL MURO (2010), TEATRO DI GUERRA (2008), TAGLIARE LA CORDA (2007), HO VISTO SUZANNE (2005) da cui il regista Davide Ferrario ha tratto il film omonimo. Il progetto Passi oltre i confini prosegue la riflessione avviata negli anni da Claudio Montagna e dalla compagnia teatrale Teatro e Società presso la Casa Circondariale di Torino, sul tema della giustizia con l’evento teatrale “Cicatrici e Guarigioni” - ottobre 2013 e con “Ognuno ha la sua legge uguale per tutti” – novembre 2014. Rossella Lajolo

Programmazione - ore 21.00

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Lo Russo estensore del provvedimento – Il riuso di spazi industriali dismessi, la restituzione alla Città di nuove funzioni urbane, la costruzione di nuovi spazi pubblici e l’integrazione architettonica di funzioni diverse come il commercio e la residenza rappresentano le cifre distintive del progetto. Una nuova centralità urbana che costituisce un elemento fondamentale nella strategia di sviluppo della zona Nord e nella riqualificazione di Barriera di Milano. Il piano costituisce altresì il presupposto per la progettazione e l’avvio della realizzazione della seconda linea di metropolitana. Torino ancora una volta si conferma un’eccellenza nei progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana attraverso modalità innovative di partnership tra pubblico e privato.” Il progetto prevede un nuovo fronte urbano sulla via Regaldi e su corso Novara e di un parco lineare posto lungo il corso Regio Parco che anticipa la futura connessione con il sistema dei parchi di Torino Città delle Acque, su cui si affacceranno le nuove attività residenziali, commerciali e i servizi.

Lo sviluppo dell’intero ambito, previsto in un decennio, si articola in tre diverse unità di intervento, la prima compresa tra il fronte di Corso Novara e la via Pacini (U.I.1 estesa su 65.545 mq di superficie territoriale), la seconda (U.I.2 estesa su 8.114 mq di superficie territoriale) tra le vie Quittengo e Pacini, la terza (U.I.3 estesa su 45.121 mq di superficie territoriale) compresa tra la via Pacini, Regaldi in progetto e il Corso Regio Parco. “Col Piano Particolareggiato Regaldi diamo avvio concreto ad una delle più grandi trasformazioni urbane della Città di Torino – commenta l’assessore all’Urbanistica Stefano

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cellerare l’iter della variante, per far si che la proprietà sia in grado di poter vendere tutto il pacchetto completo agli investitori, che nel frattempo si sono affacciati per chiudere l’operazione, i francesi di Klepierre e gli americani di Pimco. Durante un sopralluogo in via Ventimiglia, l’assessore Lo Russo, ha ribadito l’intenzione entro metà novembre di chiudere la valutazione ambientale, senza la quale non si può arrivare ad un accordo con il comune di Moncalieri. In effetti uno dei nodi più importanti da sciogliere resta quello che il sindaco di Moncalieri, Montagna ha posto come imprescindible nell’accordo: la realizzazione del sottopasso sotto la rotonda Maroncelli. Nel contempo anche il numero dei parcheggi da definire per il futuro shopping center ed il posizionamento finale della ruota panoramica che “rotola” tra il Valentino, e il piazzale del Palazzo a Vela. L’assessore Lo Russo ha dato assicurazione che alla fine una decisione verrà presa e finalmente il tanto agognato progetto di riqualificazione partirà.

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Rispetto al progetto adottato nel gennaio 2011, la Superficie Lorda di Pavimento (SLP) generata dal progetto ammonta a 81.026 mq. destinata per un massimo del 60% a residenze e per un minimo del 40% ad attività commerciali e a servizi (ASPI ed Eurotorino). La superficie edificata si riduce pertanto rispetto a quanto previsto nella precedente versione del Piano particolareggiato del 2011 (85.114 mq) mentre la distribuzione commerciale, inizialmente prevista come “Localizzazione urbana periferica non addensata di tipo L2”, tenuto conto del minor dimensionamento della localizzazione commerciale, potrà essere individuata in nella tipologia L1. Particolarmente significativa inoltre la quota di 4.800 metri quadrati di SLP destinata a interventi di Social housing che verrà realizzata nella prima unità di intervento(U.I.1) della trasformazione dell’ambito. Angelo Tacconi

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“Anciove ch’a bogio”: festa e memoria L’acciuga, cibo povero che ha contribuito al sostentamento di molti paesi della Valle Maira in Provincia di Cuneo tra la fine dell ‘800 e i primi del ‘900 , è stata la protagonista dell’evento tenutosi la mattina del 25 ottobre in Piazza Castello nell’ambito delle manifestazioni di Agorà a Torino – progetto di “Expo Milano 2015 nutrire il pianeta, energia per la vita”, in collaborazione con Città di Torino e Compagnia di San Paolo. Video, musica,balli, poesia e testimonianze dirette di acciugai hanno animato la performance organizzata dal giornale online Vicini e dall’ Associazione Piemonte Cultura, che ha attirato molte persone di passaggio nella piazza, anche stranieri e turisti di altre città d’ Italia. Molti torinesi, oltre a conoscere il giornale Vicini e l’ Associazione Piemonte Cultura hanno così appreso la storia dell’acciuga che, proveniente dalla Liguria attraverso le vie del sale, è approdata in valle Macra, in particolare a Celle di Macra , dove c’è attualmente una sezione dedicata all’acciuga all’interno del Museo degli antichi mestieri itineranti( Museo Seles). Dapprima usata come espediente per contrabbandare ba-

rili di sale che stava sotto lo strato superficiale di acciughe in modo da non dover pagare dazi appunto “ salati”, l’acciuga divenne poi mezzo attraverso il quale i giovani del paese potevano, durante la pausa invernale dal lavoro dei campi, racimolare qualche soldo da mandare alle famiglie, povere e numerose. In che modo ? Vi domanderete. Una volta che un abitante del paese ebbe fatto fortuna trasferendosi in pianura e smerciando le acciughe mandò a chiamare i ragazzi di famiglie di cui si fidava, fornì loro un carretto con un barile di acciughe e li mandò alla ventura, di casa in casa, a vendere la merce. Il ragazzo ritornava poi dal suo “ padroncino” col ricavato della vendita e poteva avere in cambio un altro barile di acciughe e trattenere un piccolo guadagno e così, di barile in barile, poteva pian pian racimolare i soldi necessari a mettere in piedi un’attività propria. Ma d’estate i lavori al paesello richiamavano i giovani, cosicchè fare l’ “acciugaio” era un lavoro stagionale, fino a quando lo Stato non impose di prendere la residenza là dove si svolgeva l’attività, allo scopo di poterla tassare. Così ben presto i giovani trasferirono in pianurea anche il rePag. 6

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sto della famiglia, mogli, figli, genitori anziani e così i paesi di montagna si spopolarono. Con l’avvento dell’industria e della vendita su larga scala il mestiere di “ acciugaio” a poco a poco scomparve. Questa storia, già avvincente di per sé, è stata narrata al pubblico presente attraverso un video girato appunto al museo di Seles a cura di Vicini, e un testo in rima che lo ha accompagnato, ma soprattutto attraverso le testimonianze di acciugai e figli di acciugai, intervistati nel video o addirittura presenti alla manifestazione. Il tutto intercalato da brani di musica occitana a cura di musicisti dell’ Associazione Piemonte Cultura, che hanno suonato “ courente” e musiche della nostra tradizione popolare occitana e piemontese. Numerosi gli spettatori presenti che si sono alternati nel corso della mattinata in quanto la performance è stata ripetuta più volte e ancora più numerose le persone che si sono avvicinate, hanno chiesto informazioni sull’attività, sul giornale Vicini e sull’ Associazione Piemonte Cultura, pur non potendo trattenersi perchè di passaggio durante la visita a musei o attrattive turistiche della città. La lettura del testo è stata resa gradevole dall’interpretazione di un’attrice della compagnia teatrale dei “ Saltapasti” che ha valorizzato con la sua dizione perfetta parole semplici eleggere ma ma efficaci nel narrare la storia dell’acciuga. Possiamo aggiungere una curiosità per le persone interessate a questo tema : Celle di Macra e altri paesi limitrofi hanno fornito gli acciugai che migravano in pianura, ma l’acciuga come cibo non è mai arrivata in quei paesi: poichè era un cibo salato richiedeva tanto pane e i campi di montagna non troppo fertili non producevano farina a sufficienza. La manifestazione comprendeva anche un’attività per i bambini : la composizione di una piramide alimentare su cui si dovevano applicare delle tesserine raffiguranti i principali cibi che mangiamo ogni giorno, naturalmente nell’ordine di quantità in cui vanno consumati. Molto bravi i bambini partecipanti al gioco,che si sono divertiti e hano ricevuto in premio la spilletta del giornale Vicini. Il tutto si è concluso con le parole del sindaco di Celle di Macra, Antonio Garino, che gentilmente ha portato in esposizione alcuni manufatti del museo, come la “ stadere” per pesare le acciughe e alcuni esemplari di “ barili” in cui venivano vendute. Molto interessanti anche le testimonianze dirette di alcuni “ acciugai” in pensione scesi a condividere questa giornata con noi da Celle di Macra e la lettura di una poesia sull’acciuga composta da uno di loro. La manifestazione è stata caratterizzata da un’atmosfera di festa a cui ha contribuito molto la musica dal vivo che si diffondeva per tutta la piazza e attirava le persone a conoscere un mondo legato a un mestiere ormai scomparso e a un cibo ormai poco diffuso, ma che tanto ha contribuito a sostenere l’economia delle valli del Cuneese per un certo periodo di tempo. Auspichiamo che altri eventi del genere recuperino altri cibi, o racconti o mestieri della tradizione e aspettiamo eventuali proposte. Franca Guiot Per chi volesse approfondire ecco una piccola bilbliografia: D. Crestani “Anciuìe e caviè ‘d Val Mairio, Cuneo 1992 P. Ghio “Gent Perdùo” Cuneo 2015 N. Orenco (narrativa) “Il salto dell’acciuga”, Torino 1997 P. Raina “La mia valle aveva un’anima”, Borgo San Dalmazzo 1982 P. Raina “I Reis Chanten Encaro”, Borgo San Dalmazzo 1997 P. Raina “le caresso del temp”, Borgo San Dalmazzo 2013 L. Rangoni “Le vie dell’Acciuga”, Torino 2001 G. Roveda” Anciuè , Anciuèèè”, Busca M. Vigliero Lami, “l’aòice delle meraviglie”, Venezia, 1998

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Le tante facce della Sharing Economy: uno studio della FGF

Come noi di Vicini, chi si occupa di Sharing Economy non può non averne una visione con luci ed ombre.

Pur essendo personalmente convinto delle molteplici potenzialità positive della sharing economy, gli aspetti che vanno verso una modalità che marginalizza le persone in una società ancora più frammentata e senza certezze sono più di uno. Ci è stato segnalato questo studio (piuttosto lungo ed articolato) della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli che riportiamo come rassegna stampa ed al quale rimandiamo per gli approfondimenti. (Fonte: http://www.fondazionefeltrinelli.it) “(…) Da un lato, il forte incremento del tasso di disoccupazione giovanile e il rischio di marginalizzazione di un importante segmento della società. Dall’altro, la possibilità di analizzare le trasformazioni in atto a partire dalle strategie inedite messe in campo da chi sconta una difficile integrazione nel mondo del lavoro e dagli scenari evolutivi disegnati dal progresso delle tecnologie. Tra le novità introdotte dalla combinazione di crisi economica, tecnologie digitali, nuovi bisogni sociali e sensibilità culturali emergenti, troviamo la sharing economy. (…) Michel Bauwens, studioso e fondatore della P2P Foundation, afferma che l’economia collaborativa sta crescendo integrandosi col sistema capitalista tradizionale e che quest’ultimo stia sfruttato le risorse e le innovazioni che il modello collaborativo sta creando e mobilitando per il guadagno privato. QUANTA “ECONOMY” GENERA LO “SHARING”? Secondo le stime della società di consulenza Price waterhouse Coopers (PwC), attorno a questa “nuova economia”, nei prossimi 10 anni, si creerà un giro di ricchezza che sfiorerà i 335 miliardi di dollari. Questo spiega perché in questo settore gli investimenti stiano continuando a crescere. Nata dal basso in una logica pienamente “bottom up”, (…) suggerisce Adam Arvidsson, occorre interrogarsi sulla tenuta stessa del binomio “sharing economy”: cosa c’è di “sharing” e cosa c’è di “economy”? Arvidsson identifica due tipi di sharing economy. Uno a prevalenza “sharing”, che si alimenta delle reti collaborative, che riesce a innovare facendo della condivisione il suo tratto caratteristico, ma che spesso si riduce a un fenomeno che genera poche risorse in termini di valore monetario. Ed uno orientato al lato “economy”, che maschera vecchie logiche del sistema economico con una veste solo apparente di innovazione.

COSA ACCADE NEL NOSTRO PAESE? L’Italia rappresenta un caso di studio molto interessante, poiché alle sfide poste dall’economia collaborativa sta rispondendo con modelli e sperimentazioni molto peculiari che conciliano i valori e la cultura con l’innovazione. (…)Proprio la maggiore consapevolezza delle persone e la capacità di attivarsi re-inventando nuove forme di aggregazione e di dialogo, stanno contribuendo alla sperimentazione di pratiche collaborative inedite e peculiari. Nel nostro Paese tali modelli si stanno sviluppando attingendo a una cultura della condivisione che affonda le sue radici nella tradizione, (…) come il caso dei coworking. Si tratta di un fenomeno sempre più diffuso e molto eterogeneo, (…) si presenta anche sotto forme che non necessariamente hanno come priorità lo sviluppo di esperienze professionali, quanto quello di costruire spazi di condivisione di progetti con finalità sociale, come sta accadendo a Matera con il progetto di coworking rurale di Casa Netural. Un altro esperimento interessante è quello che sta sta portando avanti Christian Iaione di LabGov, il Laboratorio per la Governance dei beni comuni, attraverso la co-progettazione e la co-gestione dei beni comuni, tramite partenariati pubblico-privati. (…) L’emersione della collaborazione, in tutti gli ambiti della vita sociale, dall’economia al lavoro, rappresenta dunque un fenomeno complesso, non privo di criticità e spesso ancora ben lontano dall’affermarsi come paradigma dominante. Allo stesso tempo però, sta offrendo una nuova prospettiva e una sfida affascinante per canalizzare le risorse e le energie latenti nella comunità, verso la creazione di nuove pratiche di innovazione che sicuramente sapranno influenzare anche il futuro.” Franco Fratto

QUAL È IL SUO IMPATTO SUL MONDO DEL LAVORO? Già da tempo diversi osservatori stanno mettendo in guardia sul “lato oscuro” della sharing economy, cioè sul rischio che dentro questa categoria, ormai onnicomprensiva proprio perché non ancora definita chiaramente, si possano nascondere tentativi di elusione delle normative sulla tassazione e sulla concorrenza, o sistemi di gestione poco chiari (…) trasformando il mercato del lavoro in una “eBay degli umani”. Cercare di chiarire questi aspetti rappresenta una delle sfide più interessanti per il futuro dell’economia collaborativa (…) Luoghi di scambio che portano con sé la possibilità di un riconoscimento reciproco per coloro – lavoratori non standard, freelance, lavoratori autonomi – che scontano una condizione di frammentazione sociale. (…) Alcuni soggetti economici stanno, infatti, rimodulando i propri servizi in chiave collaborativa, per non essere esclusi da fette del mercato o per evitare di offrire prodotti che non incontrano più le esigenze e le abitudini dei consumatori (…)

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Non bull-ARTI di me. Un’iniziativa contro il bullismo tra gli adolescenti

Un Restart Party da raccontare Così lavora un Restart Party, ci racconta la responsabile di TESS, che ha organizzato l’evento a Candiolo il 31 maggio: non ci sono attrezzature speciali, bastano cacciavite, forbici da elettricista, pinzette. Non ci sono ricambi, sarebbe del tutto impraticabile disporne di una varietà appena sufficiente. Ma la logica dell’esperimento non è la riparazione, bensì la dimostrazione che con poche cognizioni, un minimo di attrezzatura e una guida competente e partecipe, si può provvedere da soli a riparare un elettrodomestico, un hard disk, una bicicletta. Ad esempio, può bastare la sostituzione di una semplice cinghia di trasmissione, poco più di un elastico da cartoleria, per rimettere in funzione il nostro vecchio registratore. Come? Ti consegnano la cinghia divenuta lasca e ne cerchi una simile per conto tuo. In un’ora sono stati riparati: • • •

Una radio con mangianastri, valore commerciale zero, ma per la bimba era la sua radio. Un phon della suocera che era “scoppiato” (un corto circuito). Un karaoke giocattolo che non amplificava.

Guasti piuttosto banali, risolti i quali si è riusciti a riportare a nuova vita (restart) 3 oggetti che, con ogni probabilità, sarebbero finiti nei rifiuti.

Non si tratta solo di risparmio, forse neppure giustificato dal tempo speso per l’intervento: il risultato molto più significativo è la riduzione di rifiuti, in genere assai poco recuperabili, spesso inquinanti, e comunque originati da materiali che rappresentano risorse scarse, come ferro, magnesio, rame. Ah, non dimentichiamo: lo strumento principale dell’operazione rimane lo spirito di solidarietà. Gianpaolo Nardi

Incubi, persecuzioni online, solitudine, insuccessi.

ro svolto.

Sono le parole chiave del videoclip realizzato da una ventina di ragazzi dai 14 ai 19 anni delle scuole superiori di Torino, che hanno partecipato al progetto del centro studi «Sereno Regis»: «Non bull- arti di me 2.0».

Ricordardiamo qui che, a seguito di un D.L. del 2013, molte scuole stanno dotando gli alunni (ci risulta anche le quarte di alcune scuole elementari) di dispositivi elettronici per le loro letture e ricerche. Ci auguriamo che, oltre che nella didattica, sia un passo avanti nell’educazione ad un uso della rete improntato alla convivenza civile.

Sul tema della sopraffazione il Centro Studi Sereno Regis propone in questi giorni “E ora… non bull-ARTI di me!”, un testo che raccoglie racconti brevi e fumetti realizzati dalle ragazze e dai ragazzi torinesi, realizzato nell’ambito nell’ambito del Piano Adolescenti. Curato dall’Assessorato alle Politiche Educative della Città di Torino.

Gianpaolo Nardi

Il volume, curato e stampato dal Centro Studi, intende parlare ai giovani che sono stati protagonisti di episodi di bullismo, con un ruolo di prevaricatori o di spettatori. Contiene, inoltre, una raccolta di suggerimenti per imparare a riconoscere queste situazioni violente, come primo passo per reagire. Il testo sarà distribuito nelle scuole di Torino Il progetto è stato sviluppato per contrastare i fenomeni di violenza fra pari sul web (cyberbullismo), sollecitando la creatività e l’uso responsabile della rete come veicolo di messaggi educativi positivi prodotti da adolescenti per i loro coetanei.

MUFANT, MuseoLab del FANTASTICO e della FANTASCIENZA di TORINO Da sabato 17 ottobre 2015 dalle ore 15.00 alle 22.00 in via Reiss Romoli 49bis a TORINO, importante apertura per tutti gli appassionati di fantascienza, fantasy e horror! Dopo aver completato i lavori di ristrutturazione, il MuFant – MuseoLab del Fantastico e della Fantascienza – apre i nuovi spazi di via Reiss Romoli 49 bis a Torino.

Il percorso comprende: una sezione su Star Trek; una su Star Wars; una sala sulla protofantascienza con libri, riviste e immagini che richiamano autori come Verne, Salgari, Wells, Yambo; due saloni in cui vengono esposti fenomeni di culto di ieri e di oggi, come il gotico, i supereroi dei fumetti, gli sceneggiati Rai anni Sessanta, i manga e gli anime, il cyberpunk, i successi fantasy, da Harry Potter a Il signore degli anelli, la criptozoologia fantastica; inoltre sono a disposizione una biblioteca specializzata, dedicata alla memoria di Riccardo Valla, con oltre diecimila titoli; una galleria d’arte – la G.A.F. “Galleria d’Arte Fantastica”, dedicata al contemporaneo, alle giovani artiste e ai giovani artisti e ai nuovi linguaggi espressivi; due sale per le mostre temporanee; una sala proiezioni che, a partire dal 2016, diventerà un laboratorio permanente dedicato al videogioco. Una grande occasione, quindi, per tutti gli appassionati del Fantastico Moderno di trascorrere una giornata all’interno del MuFant per scoprire una pulsante realtà culturale torinese, unica nel suo genere.

I ragazzi hanno lavorato in gruppi sviluppando il pensiero critico, la capacità di raccontare storie e imparato mettendo le mani in pasta.

Il Museo ha un sito web: www.mufant.it Il MuFant di Torino, che rappresenta il primo museo del genere in Italia e uno tra i pochi in Europa, si pone come polo culturale dedicato all’immaginario Fantastico e Fantascientifico che, a partire dall’Ottocento in poi, ha letteralmente invaso le varie forme espressive: letteratura, cinema, televisione, fumetti, illustrazione, giochi, videogiochi e musica. I visitatori potranno seguire un articolato percorso espositivo che li porterà a vivere una incredibile avventura attraverso i tre generi della fantascienza, del fantasy e dell’horror nelle loro diverse forme espressive. Pag. 2

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I risultati sono stati molto positivi: 800 ragazzi dai 14 ai 19 anni delle scuole superiori di Torino hanno preso parte alle attività di sensibilizzazione su questo tema e 100 di loro hanno partecipato, al di fuori dell’orario scolastico, a laboratori di teatro, fumetti, videomaking, hip hop e scrittura creativa e di Comix, realizzando prodotti artistici per dire la loro contro il bullismo.

Info: mufant2013@gmail.com fb: Stella Mufant Orari apertura al pubblico dal 17 ottobre 2015: Gio e Ven 15.00/19.00 Sab e Dom 15.00/19.00 Su prenotazione: Lun e Mar. dalle 15.00/18.00 Mercoledì chiuso.

Attraverso questo percorso le ragazze e i ragazzi sono riusciti a mettere in luce le molteplici forme che il bullismo, anche quello online, possono assumere. Inoltre, sono stati coinvolti in un percorso di accompagnamento alla costruzione di un luogo di aggregazione e di espressione artistica. I prodotti realizzati (racconti, video, scene teatrali, fumetti coreografie di hip hop) saranno diffusi attraverso l’utilizzo di licenze Creative Commons, per tutelare e valorizzare il lavo-

Beppe Laudani

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5 Novembre: Conoscenza e Cultura con la Sharing Economy Continuamo ad occuparci di Sharing Economy con la nostra serie di convegni: “A PROPOSITO DI CONDIVISIONE: la sharing economy ci può aiutare?” Come spesso accade ai fenomeni che godono di improvviso successo, sotto lo stesso cappello ricadono pratiche molto diverse tra loro. Per fare ordine, è utile individuarne i tratti distintivi. • Il primo è la condivisione, l’utilizzo comune di una risorsa, intesa come profilo distinto dalle forme tradizionali di reciprocità, redistribuzione e scambio. • Il secondo è la relazione peer-to-peer: la condivisione avviene tra persone (o organizzazioni), a livello orizzontale e al di fuori di logiche professionali, con una caduta dei confini tra finanziatore, produttore e consumatore. • Il terzo è la presenza di una piattaforma tecnologica, che supporta relazioni digitali, dove la distanza sociale è più rilevante di quella geografica e la fiducia è veicolata attraverso forme di reputazione digitale. Il 5 novembre, alle 20,45, sempre in Cascina Roccafranca, il tema sarà Conoscenza & Cultura. Questa volta ci occuperemo di : www.oilproject.org, www.skillbros.it, superfred.it, lifelearning.it, www.teatroxcasa.org, looksplanet.com Queste realtà si occupano di scambio della conoscenza e della cultura. Avremo come relatori che ci porteranno la loro esperienza: Giacomo Sbalchiero (fondatore di Superfred.it) e Raimondo Brandi (cofondatore di teatroxcasa.org).

ANNO 1 - Numero 12

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Le possibili direzioni della Sharing Economy

Un interessante articolo è stato citato in uno studio della Fondazione Feltrinelli che il nostro giornale ha ripreso ampiamente e il cui titolo è “drammaticamente suggestivo”: “Il pane e le rose (e un’app che ce li consegni)” .

Potete trovare un approfondimento sulle possibili “direzioni” che può prendere la Sharing Economy nell’articolo riportato nella prima pagina di questo speciale. I prossimi incontri saranno

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MOBILITA’, il 3 dicembre CONSUMO&DENARO, il 21 gennaio 2016 TEMPO, il 18 febbraio 2016

sempre alle 20,45 in Cascina Roccafranca

5. Il sottotitolo “Fuori dal derby fra cheerleader dell’innovazione e anti-capitalisti fuori tempo massimo, come si sta evolvendo il dibattito sul modello lavorativo della sharing economy” da subito l’idea che la riflessione Antonio Aloisi e Valerio De Stefano è concentrata sulla problematica del lavoro, ed è una riflessione da leggere tutta! Ma allargando lo sguardo , il cuore della questione è , a mio parere, questo: la sharing economy può prendere più di una direzione e questo anche a prescindere dall’andamento negli States. 1.

Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TO Via Rubino 45 10137, Torino, presso Cascina Roccafranca, Bottega Comunicazione Contatti: Email : redazione@vicini.to.it Sito web: www.vicini.to.it Se volete collaborare, scriveteci.

2. N° 12 in versione pdf, Novembre 2015

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può essere veicolo di scambio e riuso che mette in crisi la concezione del libero mercato che si basa su due miti: • il consumo infinito senza saturazione delle cose in possesso; • il mercato che si autoregola magicamente mentre è sempre (storicamente) regolato da fattori esterni al mercato che lo drogano e lo indirizzano tra una crisi ricorrente e l’altra; può essere veicolo di precarizzazione del lavoro umano facendo diventare tutti freelance senza tutele sociali e questa è una direzione del virus (economy) che cresce rigoglioso lì dove le cosiddette “piattaforme abilitanti” non consentono lo scambio di valore tra utenti omogenei, ma impongono tariffe ai prestatori ed ai clienti ricavandone un profitto. può essere vettore di “distruzione” di un sistema di monopoli produttivi che impongono cosa scegliere da commedia partner di Cascina Roccafranca

NOVEMBRE 2015

prare, quale energia consumare (si pensi agli idrocarburi quando il motore ad idrogeno è pronto dagli anni ’50 ma non industrializzato), chi può guadagnare sui propri investimenti finanziari (sul serio intendo!) e chi non può farlo perchè sotto una certa soglia di investimento si raccolgono solo le briciole da sotto il tavolo … almeno il prestatore finale, non certo chi mette assieme tutto il risparmio degli altri (leggi Banche) può essere solo una modalità di marketing per vendere di più un prodotto con concezione del tutto legata al profitto, ma vestita da parole come collaborazione e condivisione un po’ come i fitoterapici che agiscono sul principio della medicina allopatica (chimica) ma il cui concetto è sempre quello del principio attivo operante, tanto che i fitoterapici usati senza cognizione (medica) possono fare danni (side effect) come le medicine chimiche solo che non hanno il “bugiardino” che ti terrorizza può essere un modo di usare la tecnologia per incontrarsi fuori da Internet, conoscersi, creare legami significativi e risparmiare riusando cose non utilizzate e scambiandosi servizi senza che qualcuno ti autorizzi a farlo dall’alto. Ma può essere – anche -una via “laterale” per ragionare su un mondo che stiamo consumando nella consapevolezza di usare di più di quello che è in grado di ricreare con il lavoro che sta regredendo ai livelli della prima rivoluzione industriale.

La visione del mondo “socialista” ha esaurito la sua visione, come del resto quella liberale-capitalista, ma quest’ultima ha “inglobato” la prima dando al piacere, alla ricchezza, al potere, al dominio sugli altri la forza finanziaria per proseguire. Quindi il nostro mondo globalizzato è, al di là delle etichette e Cina compresa, un mondo in cui qualche individuo domina su molti e i suoi rapporti con gli altri individui sono o di dominanza per i propri personali interessi o di alleanza (temporanea) per diversi dominati. Certo stanno tagliando l’albero su cui vivono (loro e noi) o, con un’immagine migliore, il ramo sul quale sono appollaiati, ma se ne fregano: non hanno sentimenti forti se non quello della sopravvivenza edonistica che al massimo si allunga fino ai figli, ma per nipoti ho dei seri dubbi e per i pronipoti il problema sarà di altri. E’ inutile dire che personalmente faccio il tifo per la sharing economy 5. Franco - direttore@vicini.to.it A PAGINA 8 IL PROGRAMMA DEGLI ALTRI INCONTRI: LA SHARING ECONOMY CI PUÒ AIUTARE?”

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