Torino e Chicago: due modelli di smart city a confronto Ho avuto l’opportunità di essere presente ad un incontro nella Sala Colonne di Palazzo civico questa mattina. L’incontro è stato organizzato dalla Città di Torino e Fondazione Torino Smart City in collaborazione con Amerigo, ENAM, Fondazione Torino Wireless ed Unione Industriale di Torino. Al tavolo dei relatori c’erano: Piero Fassino (Sindaco della Città di Torino), Enzo Lavolta (Assessore all’Innovazione della Città di Torino e Presidente Fondazione Torino Smart City), Marco Marturano (Responsabile Chapter Milano di Amerigo), Kyle Scott (Console Generale degli Stati Uniti a Milano), John Tolva (già Direttore dell’Ufficio Innovazione e Tecnologie della Città di Chicago, ora Presidente della società Positive Energy Practice). Sono state dette molte cose e tutte interessanti, ma vorrei enuclearne solo alcune perchè mi sembrano suscettibili di riflessioni anche chi, come noi di Vicini, cerca di dare voce all’impegno del volontariato ed alle idee dal basso. Kyle Scott ha detto che il termine smart city è quasi diventato una modalità di marketing urbano.
lazioni digitali? Può sembrare una domanda astrusa, invece è la nostra battaglia quotidiana. Battaglia col proprio smartphone (per chi lo usa) che fa sembrare umani i rapporti twittati o facebookccati, battaglia con le email che hanno preso il posto di molte riunioni ritenute inutili, battaglia con un mondo virtuale, quello dentro la rete, che è diventato una second life per molti. Le due osservazioni. quella di Piero Fassino che il modello smart non può essere prevalentamente tecnologico, ma al contrario è il modello culturale quello innovativo e la considerazione di John Tolva che un quinto dei dati è solo tra macchine, mi ha come interrogato, e non è la prima volta, su come ognuno di noi usa questi strumenti. La risposta che mi sono dato è che sono “martelli di un falegname” per costruire mobili ed oggetti utili alla vita delle persone. Per cui se “smart” crea spazi per “la relazione fisica” tra le persone, che traduco, “incontro” tra le persone (cittadini, istituzioni e tutti gli altri) allora sono martelli usati come martelli. Ma se “smart” toglie spazio alle relazioni fisiche o, in altre parole, alle relazioni interpersonali riducendo lo scambio umano attraverso i media, i social ed i dati , allora è meglio che “smart” cambi modello culturale e ritrovi il modello culturale de “la facilità dell’incontro”, smart appunto…ma di persona.
John Tolva ha detto, tra le tantissime altre cose, che l’analisi della enormità dei dati porta a nuovi processi nel governo di una città, che le cose “materiali” possono essere usate come oggetti di internet e che più del 20% dei dati scambiati sono dati scambiati tra macchine e non tra persone.
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ANNO 1 - Numero 7
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29 APRILE 2014
Alice Munro con le parole di Susanna Basso L’incontro dei Gruppi di Lettura organizzato giovedì 10 aprile scorso alla Biblioteca civica di Villa Amoretti, nell’ambito del Progetto LeggerMente, era dedicato alla figura e all’opera di ALICE MUNRO, Premio Nobel per la Letteratura 2013. SUSANNA BASSO, storica traduttrice della scrittrice canadese, ha aperto l’incontro con un excursus fondamentale sul ruolo del traduttore, cui ha dedicato il saggio “Sul tradurre. Esperienze e divagazioni militanti”, edito da Mondadori nel 2010.
Stimolo ed ansia del traduttore è il tentativo di restituire qualcosa, un “prodotto” a suo modo originale, un’opera a sé di cui la traduzione rappresenta solamente un processo. Un percorso del quale è un esempio la difficoltà di chi si trova a dover tradurre opere che sono state scritte all’età di 36 ed a quella di 76 anni: esiste una forma espressiva di una trentaseienne ed un’altra di una settantaseienne? O semplicemente si tratta di un’evoluzione della lingua in un arco di tempo così ampio? Come rendere in italiano l’assenza di una connotazione femminile nel linguaggio (dato che gli aggettivi non si declinano), sempre che l’assenza sia intenzionale? Occorrono una grande passione per le parole ed una sensibilità profonda come quella di Susanna Basso per trasmettere la complessità di opere come “Segreti svelati”, “Troppa felicità”,“Danza delle Ombre felici” (per citare solo alcuni titoli) o rendere le valenze simboliche di certi termini come “lenta” e “non del tutto a posto”, riferito a bimbe con grossi limiti intellettuali, parole che diventano in alcuni racconti un “lasciapassare” per definire l’orrore insito nell’esistenza umana.
franco direttore@vicini.to.it
Alice Munro è sicuramente la più importante scrittrice canadese contemporanea e tra i maestri del racconto breve. Nei suoi racconti narra fatti, storie di persone comuni alle prese con la vita di tutti i giorni; che pensano al passato e al futuro; che affrontano le situazioni o le subiscono. La sua è una scrittura semplice? Solo apparentemente: in realtà è quella semplicità che richiede anni di lavoro, di riscrittura. E’ la semplicità che nasconde la complessità dell’essere umano: la scrittrice è infatti grande osservatrice della vita, anche nella sua crudezza e senza proporre giudizi morali. Le sue sono prevalentemente storie al femminile: sorelle con sorelle, madri con figlie, amiche. Particolare attenzione è dedicata alle vicende di donne adolescenti e mature, ai momenti cruciali della loro vita: matrimonio, maternità, solitudine, vecchiaia.
Piero Fassino ha sottolineato come il modello culturale di governance in Italia (ed Europa) è verticale come lo volle Napoleone, mentre ora la società si sta orizzontalizzando e l’organizzazione sociale non è certo solo più verticale, nelle relazioni…almeno. Quindi il titolo di questo articolo andrebbe riscritto così: Due modelli di smart city a confronto: relazioni fisiche VS re-
La lettura della Munro, avverte Susanna Basso, lettrice paziente prima che traduttrice, richiede calma e attenzione. Il lettore frettoloso rischia di perdersi nel flusso della quotidianità, fermandosi alla grande raffinatezza descrittiva ma sorvolando su particolari che si rivelano poi determinanti, inespressi e nascosti ma improvvisamente travolgenti. Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TO Via Rubino 45 10137, Torino, presso Cascina Roccafranca, Bottega Comunicazione Contatti: N° 7 in versione pdf, Aprile 2014 Email : redazione@vicini.to.it Telefono +39.011.19836617 Fax +39.011.19837119 Sito web: www.vicini.to.it Se volete collaborare, scriveteci. Pag. 8
Una grande scrittrice “incontrata” attraverso le parole e l’appassionato lavoro di una grande traduttrice. Se il termine arte si addice a figure che producono qualcosa di “unico” ed irripetibile, il traduttore si pone come colui che ha il compito ed il merito di trasformare ciò che è unico in “originale”: dopo la traduzione l’opera d’arte è replicata, non più unica, ma unicamente e per sempre originale.
Rossella Lajolo Giampaolo Nardi
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Progetto Di Casa in Casa: 4 domande a Renato Bergamin Il progetto presentato dalla Cascina Roccafranca, che mette in Rete le Case di quartiere torinesi, ha vinto il primo premio del bando Che Fare, che grazie a finanziamenti privati, si è posto l’obiettivo di fa emergere e sostenere le nuove forme di produzione culturale in atto in Italia. E la risposta al bando e’ stata altissima, come ha documentato Marco Belpoliti su La Stampa del 15 aprile scorso. Con esempi e buone pratiche virtuose da tutta la penisola: a dimostrazione che nonostante, la lunga crisi economica e sociale che in questi anni ha colpito duramente il nostro Paese, energie e realtà collettive hanno continuato a seminare e produrre nuovi modelli di cultura e anche di welfare sociale.
Roccafranca, così come per le altre Case di Quartiere, essa è legata alle attività commerciali e para commerciali che esistono al proprio interno (caffetteria e ristorante) e che producono entrate. Tuttavia parliamo sempre di auto sostenibilità parziale, che significa fare spendere il meno possibile all’ente pubblico, che però deve riconoscere e sostenere anche economicamente strutture private che svolgono una funzione pubblica. Il volontariato rappresenta anche un risparmio gestionale, ma il vero valore dell’esperienza di volontariato é legato all’idea progettuale in sè: di stimolo e risposta ai bisogni delle persone ìn difficoltà ma anche di desiderio delle persone di sentirsi attive, utili e partecipi ad una vita sociale più solidale.” La creazione della Rete delle Case di Quartiere prevederà, nei prossimi mesi, un’intensa attività di coordinamento, come e quando pensate di partire?
“L’inaugurazione ufficiale del progetto è fissata per il 22 maggio dalle ore 18.30 in poi in Cascina Roccafranca per festeggiare tutti insieme la vittoria: ci saranno coloro che collaborano nelle Case di Quartiere, sarà l’occasione per incontrarsi e per iniziare a conoscere il progetto “Di Casa in Casa”. Poi vi saranno subito altri due passaggi: la firma del Protocollo di intesa tra le Case e la creazione del gruppo di lavoro, affiancato da un esperto, per la definizione e la stesura di un documento che descriva il modello di coordinamento adottato, le finalità, le responsabilità e i compiti da realizzare.Vi sarà la creazione di gruppi di lavoro a cui parteciperanno tutte le Case su 6 ambiti tematici per lavorare su idee progettuaDa più di un anno il nostro giornale Vicini segue costante- li che alla fine confluiranno in un unico progetto di portata mente tutte le Case del Quartiere con sezioni dedicate alle “più cittadina”. loro molteplici iniziative, è naturale, quindi, che approfondiamo l’argomento, progetto e premio, con Renato Bergamin, La presentazione del progetto prevede una specifica azione Direttore della Fondazione Cascina Roccafranca e Respon- di comunicazione e, come giornale on line cittadino nato in sabile del progetto vincitore. Cascina Roccafranca, ci sentiamo già positivamente coinvolti…possiamo avere qualche anticipazione? Nell’articolo di Belpoliti viene messo in rilievo come la comunicazione in rete, in questo caso attraverso la piattaforma “Anche per quanto riguarda la comunicazione abbiamo virtuale, abbia fatto da finestra ma anche da collante alle previsto la creazione di gruppo di lavoro, che partendo da diverse proposte, é stato così anche per voi? un’analisi delle modalità di comunicazione oggi utilizzate dalle diverse Case, ne esplori le potenzialità e le ipotesi di “Sicuramente la piattaforma é servita per conoscere meglio miglioramento, con l’obiettivo di amplificare e rafforzare le gli altri progetti, io ad esempio ho letto con interesse quelli iniziative di comunicazione verso i cittadini. Vi sarà poi il piache sono passati nella fase finale. Ritengo però che lo stru- no di comunicazione vero e proprio del progetto e dei vari mento sia stato molto utile per gli esperti di progettazione step che realizzeremo.” e per gli addetti ai lavori, ma non credo sia stata utilizzato moltissimo da chi ha votato i progetti.” Grazie Renato e per chi vuole saperne di più appuntamento il 22 maggio in Cascina Roccafranca! In questi anni Cascina Roccafranca ha anche sperimentato un nuovo modello di welfare community leggero capace di alimentare pratiche sociali ed educative che favoriscono la responsabilità di tutti i cittadini, ovvero molti volontari e gruppi informali, accanto ad associazioni più strutturate. Si vuole riproporre questo modello anche alle altre Case di Quartiere per favorire una sostenibilità finanziaria futura, anche in assenza di finanziamenti pubblici? “In Cascina Roccafranca questi sono stati i primi tentativi di dar corso ad un welfare più leggero, inteso come intervento verso chi è più in difficoltà: voglio ricordare la grande collaborazione con i servizi sociali verso gli anziani soli o con problemi di depressione, il lavoro importante dei gruppi e delle cooperative che trattano il disagio mentale. Per quanto riguarda l’auto sostenibilità economica per Cascina
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Mascia Manzon masciam@vicini.to.it
Presente e futuro della Provincia di Torino Lo scorso 3 aprile la Camera dei Deputati ha definitivamente approvato il disegno di legge recante “Disposizioni sulle città metropolitane, province e fusioni di comuni”, ovvero la legge n. 56 del 7 aprile 2014 che consentirà la trasformazione delle province in enti di secondo livello, cioè non più elettivi, abolendo così i costi degli organi politici territoriali. Questa almeno la principale motivazione della campagna mediatica di questi ultimi anni. Ma il provvedimento, che si compone di un unico articolo e 151 commi prevede un riassetto molto più ampio degli equilibri tra gli enti locali territoriali esistenti e in via di costituzione. Che sarà tuttavia provvisorio, poiché si compirà definitivamente solo con la riforma costituzionale del Titolo V, che avrà tempi più lunghi, e correlati alla stabilita’ del Governo in carica. La nuova legge al comma 5 individua 10 città metropolitane (già previsione di legge mai attuata nel testo unico degli enti locali di ben 14 anni fa!!), tra cui Torino, il cui territorio coincide con quello della Provincia; nuovi organi (sindaco, consiglio e conferenza metropolitani i cui incarichi saranno esercitati a titolo gratuito) ma stesse funzioni già attribuite alle province, oltre a quelle nuove che potranno scaturire dal processo complessivo di riordino delle funzioni, previsto dai commi successivi. Senza entrare nelle polemiche che hanno accompagnato il lungo iter di questa legge, si può comunque affermare che solo tra qualche anno sarà possibile valutare se i risparmi derivanti dai tagli dei costi della politica di 107 Province potranno compensare gli inevitabili costi reali ed economici che tale profonda modifica del sistema territoriale locale comporterà per i cittadini. Da rilevare la nuova centralità attribuita ai Comuni, di cui però si auspica e incentiva, con procedimenti semplificati, la fusione in Unione di Comuni per meglio gestire secondo criteri di efficienza ed economicità i servizi pubblici, che solo un livello territoriale di area più vasta può garantire. La previsione di Consigli comunali più grandi, con 10 consiglieri, per i Comuni sotto i 3.000 abitanti: quindi riconoscimento dell’istanza di democraticità’ territoriale, ma anche aumento dei costi della politica.
seguito del passaggio da Provincia a Città metropolitana. In questo caso, per garantire continuità alla gestione dei rifiuti, la Città di Torino si e’ portata avanti, con l’adesione al protocollo d’intesa per la costituzione di un tavolo di coordinamento tra tutti i partecipanti al consorzio d’ambito, a supporto politico-amministrativo del passaggio istituzionale di competenze in corso.provincia_torino Alla nuova Città Metropolitana, che inizierà ad esercitare le sue funzioni dal 1^ gennaio 2015, la Legge assegna le funzioni già di competenza delle Province quali, gestione edilizia scolastica e programmazione rete scolastica, pianificazione territoriale e tutela e valorizzazione dell’ambiente, autorizzazione e controllo trasporto privato, gestione strade provinciali, e ne prevede di nuove quali la strutturazione di sistemi coordinati di gestione o organizzazione dei servizi pubblici, la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale e dei sistemi di informatizzazione e digitalizzazione del territorio metropolitano, il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e la promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale. Diversa la sorte della gestione delle politiche attive del lavoro e dei 13 Centri per l’Impiego ad oggi esistenti sul territorio provinciale, che vengono disciplinati dal secondo atto del cd. Jobs Act, ovvero il Disegno di Legge delega in materia di ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro e politiche attive che prevede, entro 6 mesi dall’entrata in vigore del DDL delega Lavoro, l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione partecipata da Stato, Regioni e Province autonome, vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, a cui attribuire le competenze in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e Aspi. Si apre dunque una fase delicata di passaggi istituzionali volta ad assicurare l’organizzazione dei nuovi enti senza creare disservizi ai cittadini. E i 1700 dipendenti della Provincia di Torino? Attesa, poche informazioni e poche certezze. Le sorti del personale infatti, sono legate in primo luogo alla definizione dei criteri generali per l’individuazione dei beni, delle risorse finanziarie e umane connesse alle funzioni che saranno trasferite, con decreto del Consiglio dei Ministri, previo parere Conferenza Unificata Stato- Regioni, che dovrà essere emanato entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge. Ricordiamo che le principali organizzazioni sindacali, lo scorso novembre, siglarono con il Governo allora in carica un Protocollo di Intesa a tutela dei lavoratori delle province, che prevedeva ” per il personale trasferito presso gli Enti subentranti a seguito del riordino delle funzioni: – la garanzia dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato in corso, nonché di quelli a tempo determinato in corso fino alla scadenza per essi prevista; - il mantenimento delle posizioni giuridiche ed economiche, con riferimento alle voci del trattamento economico fondamentale e accessorio, in godimento all’atto del trasferimento, nonché l’anzianità di servizio maturata; - per gli Enti subentranti, invece, la garanzia che gli effetti derivanti dal trasferimento delle funzioni non rilevino, ai fini della disciplina sui limiti dell’indebitamento, nonché di ogni altra disposizione di legge che, per effetto del trasferimento, possa determinare inadempimenti dell’ente subentrante.“ Adesso tale protocollo dovrebbe iniziare a produrre la sua efficacia garantendo il presidio concreto sul riordino istituzionale e sulla riallocazione delle funzioni e delle risorse, comprese quelle umane, grazie ai previsti tavoli permanenti di confronto nazionali e regionali, partecipati da Governo e parti sociali, dove si monitoreranno i processi, si vigilerà sulle tutele dei lavoratori, compreso il diritto alla formazione e riqualificazione del personale trasferito e si decideranno le sorti di quei lavoratori, ad oggi appartenenti ad aree di competenza non trasferite alla Città Metropolitana (solidarietà sociale, cultura, parchi).
I primi effetti di questo lungo processo di abolizione delle Province, ed in particolare della Provincia di Torino, di cui spesso la maggior parte dei cittadini poco conosce le competenze e funzioni, si iniziano già vedere: ad esempio nel vuoto di governance del ciclo integrato dei rifiuti nel territorio, gestito oggi dalla Conferenza d’ambito per il 50% di competenza provinciale, che si verrà a creare a
Questa e’ la situazione attuale della Provincia di Torino. In questo limbo istituzionale e contrattuale, i dipendenti provinciali intanto lavorano e aspettano le nuove destinazioni. Mascia Manzon masciam@vicini.to.it Pag. 7
Rinasce Cascina Fossata La vecchia CASCINA FOSSATA di Borgo Vittoria verrà finalmente riportata a nuova vita. Dopo anni di abbandono e progetti di riqualificazione mai portati a compimento l’edificio, di grande interesse storico e architettonico, ora indegnamente in mano al degrado, avrà radicale ristrutturazione e trasformazione.
mercati, centri commerciali pubblici e spazi per manifestazioni temporanee. Nel dicembre 2011, non potendosi più rinviare il recupero fisico-funzionale dell’intera Cascina e dei suoi spazi interni ed esterni, è stato indetto un bando per la raccolta di manife-
IL CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE A “LEZIONE” DI ACCOGLIENZA TURISTICA VERSO IL 2015 I migliori ambasciatori di Torino? Coloro che ci vivono, i cittadini e coloro che ci lavorano quotidianamente come i Vigili del Corpo di Polizia Municipale. E con questa convinzione che la Polizia Municipale di Torino e Turismo Torino e Provincia si sono fatti promotori, su espressa iniziativa del Sindaco della Città di Torino, di un corso di formazione e accoglienza turistica – in vista dei molteplici eventi previsti nel corso del 2015 tra cui Expo Milano – in collaborazione con le Associazione di categoria Guide Turistiche G.I.A. e FederAgit, coinvolgendo le categorie che maggiormente hanno relazioni dirette con i potenziali visitatori.
Cascina a corte chiusa di origine seicentesca, probabilmente prende il nome dai Fossata, suoi proprietari tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento. La cascina svolse un ruolo di primo piano durante l’assedio di Torino del 1706 ad opera dei Francesi. Nel Settecento incrementò i suoi appezzamenti e subì varie trasformazioni e ampliamenti strutturali, diventando a fine secolo un piccolo borgo rurale autosufficiente. Tra il Sette e l’Ottocento ebbe vari proprietari, tra cui il duca del Chiablese, i Savoia ramo Carignano e il Duca di Genova. Nel luglio del 1943, in pieno conflitto mondiale, subì un pesante bombardamento, in seguito al quale venne parzialmente ristrutturata. Ancora negli anni ’70 del Novecento era abitata da una famiglia di contadini. Poi arrivò il degrado strutturale inarrestabile. Oggi si è avviato l’iter di approvazione del progetto di riqualificazione, riuso e gestione del complesso rurale, e di alcuni spazi esterni. L’area interessata sorge tra le vie Sospello, Ala di Stura, Randaccio e la scuola Elementare “Franchetti”. La Giunta, su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo, ha approvato, in data 8 aprile scorso, progetto e schema di convenzione. L’ultimo atto spetta ora al Consiglio comunale. L’area, di 13.900 metri quadrati, è di proprietà della società immobiliare Sololo s.s. e viene ceduta alla Città a titolo gratuito ad uso pubblici servizi, mentre la superficie di edilizia privata verrà concentrata a nord di via Sospello. Per poterne ampliare le possibilità di riqualificazione, il Consiglio comunale ha approvato, nel marzo 2009, una variante al Prg che estende la destinazione a servizi pubblici, attrezzature di interesse comune, spazi pubblici, parco per il gioco e lo sport, con nuove possibilità d’uso: residenze collettive, Pag. 6
stazioni di interesse. Le società Sharing srl e Polaris Investment Italia Sgr spa si sono aggiudicate il bando che prevede la cessione del diritto di superficie per 80 anni per la riqualificazione funzionale, il riuso per servizi pubblici e la gestione dell’immobile. L’investimento complessivo proposto dai vincitori è di 14,8 milioni di euro, e prevede la creazione di un centro polifunzionale per il quartiere con una residenza collettiva temporanea, un centro di ospitalità, attività di commercio e somministrazione, spazi per attività associative ed artigianale, aree verdi e altri servizi di utilità pubblica. Verrà recuperata la Villa padronale e il piano terreno degli altri edifici, oltre a parte degli attuali piani superiori. Il progetto si sviluppa su una corte esterna, con la parte commerciale, residenza collettiva e centro di accoglienza, e una corte interna, dove, all’interno dell’antico forno, della ghiacciaia e della cappella, ci saranno spazi per la reception e di ritrovo ad uso dei cittadini in accordo con la Circoscrizione, e botteghe artigiane e commerciali, ristorazione e pubblici esercizi. “Sarà così possibile recuperare un’area cittadina, oggi in condizioni di forte degrado –ha affermato l’assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo – e riportare in condizioni di funzionalità pubblica un antico edificio rurale, rappresentativo delle numerose cascine che caratterizzavano il territorio torinese prima dello sviluppo industriale della città”. Se tutto andrà in porto, Borgo Vittoria avrà la sua Casa del Quartiere. Rossella Lajolo rossellal@vicini.to.it
“E’ importante – ha detto il Sindaco Fassino – che la Città sappia proporsi anche attraverso il proprio personale di Polizia Municipale in modo accogliente, inclusivo ed efficace. Pag.Spesso 3 i nostri Vigili sono il primo riferimento per i turisti che arrivano a Torino e che desiderano godere in sicurezza la città, ed è quindi fondamentale che essi sappiano mettersi in relazione con chi arriva. Un passo in più rispetto a quanto già fatto in passato, per migliorare ancora e completare la nostra capacità turistica”.
ampio programma di attività dedicata all’accoglienza turistica. Una marcia in più per accogliere, indirizzare, assistere i tanti turisti che scelgono la nostra bella Città come meta da visitare. La presenza degli Agenti sulla strada, oltre garantire sicurezza, diventa punto di riferimento prezioso e qualificato cui attingere e fruire in tutto l’arco delle 24 ore. In poche parole: “contattateci, siamo al vostro servizio”. Il corso si articola in 12 sessioni singole per un totale di 558 operatori, della durata di 6 ore cadauna, nelle giornate di martedì e giovedì dalle 07.30 alle 13.30. La singola lezione, che coinvolge circa 47 operatori, è così strutturata: dalle ore 07.30 alle 8 introduzione e benvenuto al corso da parte del Comandante del Corpo di Polizia Municipale; segue il tour di un’ora del centro cittadino a bordo dell’autobus turistico City Sightseeing; una volta rientrati in sede tocca a Turismo Torino e Provincia fare una breve presentazione sulla propria mission e attività; dalle 10 sino alle 13.30 saranno invece le guide delle due Associazioni di Categoria, Agi e Federagi, a prendere la parola e iniziare il corso vero e proprio: dopo un aggiornamento legislativo sulle professioni turistiche, seguiranno nozioni storiche su Torino: i periodi storici, le principali attrattive turistiche, cosa fare e vedere, i vari collegamenti, come muoversi in città. Come sottolinea Maurizio Montagnese, Presidente di Turismo Torino e Provincia “Siamo fermamente convinti che l’accoglienza sia l’essenza stessa dell’esperienza turistica; una risposta efficace, un’attenzione in più verso coloro che giungono in visita nella nostra città e il tempo che viene dedicato, sono elementi di grande valore; ci fa quindi piacere che i Vigili del Corpo di Polizia Municipale siano disponibili a partecipare per offrire un servizio in più alla città grazie alla preziosa collaborazione delle due Associazioni Guide”. Angelo Tacconi loris@vicini.to.it
Come sottolinea Giuliana Tedesco, Assessore alla Polizia Municipale della Città di Torino “L’obiettivo del percorso formativo che inizia oggi è quello di esaltare la capacità di accogliere dei nostri civich, da sempre punto di forza nella relazione con i cittadini di Torino. Il Corpo di Polizia Municipale vuole innovarsi in sintonia con la nuova vocazione turistica della città: parteciperanno al corso di formazione più di 500 Vigili che contribuiranno a rendere l’offerta turistica della nostra città ancora più completa”. E’ partito quindi l’8 aprile sino al 10 giugno, il corso di accoglienza e formazione turistica organizzato da Turismo Torino e Provincia con la preziosa collaborazione della G.I.A., Associazione Regionale di Guide, Interpreti e Accompagnatori turistici del Piemonte e la FederAgit, Federazione Italiana Guide Turistiche, Accompagnatori e Interpreti. Come evidenzia Alberto Gregnanini, Comandante del Corpo di Polizia Municipale “Abbiamo creduto e condiviso da subito questa iniziativa che si inserisce all’interno di un più Pag. 3
IL 25 APRILE DI TUTTI GLI ITALIANI Carlo Germano non è solo un amico, tra i fondatori del Gruppo Tra le Righe che si riunisce in Cascina Roccafranca. Ex psicologo ed insegnante (per scelta, ha fatto il professore nelle carceri per 10 anni: lui dice di essere stato in carcere più di un delinquente), è anche un ex partigiano.
Nel Vercellese ritornano per un’azione che consisterà nel presidiare il corso principale di Vercelli dal quale si sospetta che passeranno truppe tedesche fino a quel momento acquartierate in un vicino albergo. Si tratta di trovare un punto favorevole per piazzare una mitragliatrice. Chiedono educatamente a una signora, evidentemente una persona benestante, di poter salire sul suo balcone dal quale si dominava il corso.
Gli ho chiesto di raccontare, con la lucidità e la leggerezza che ho spesso apprezzato, un episodio che lo avesse coinvolto all’epoca della Liberazione. Nella speranza di catturare sensazioni anziché stereotipi. Ecco il racconto. “Quando la signora ci ha aperto la porta noi le abbiamo spiegato che dovevamo sistemare l’arma sul balcone e le abbiamo chiesto Sfollato a Cigliano nel Vercellese in una casa dei nonni, accetta di di darci dei giornali per creare un corridoio tra la porta d’ingresso e il balcone e non sporcare il pavimento. “La mitragliatrice non è un gioiello della tecnologia e perde olio.” I giornali offertici non erano dei quotidiani, ma delle riviste di propaganda fascista e noi li usammo per il nostro scopo. Noi non abbiamo assolutamente commentato il tipo di giornale e l’abbiamo ringraziata. Abbiamo sistemato l’arma che poi non è stata usata. Mia considerazione: sarebbe stato utile alla Patria se quella collaborazione, di quel singolo momento. tra partigiani e “fascisti” fosse diventata una norma di rispetto e di vita. Eravamo tutti “italiani”.
I palazzi di Barriera si tingono d’arte con B.ART Binomio non nuovo ai cittadini della capitale sabauda. A partire dagli anni Novanta, infatti, non sono mancate le iniziative che hanno trasformato muri, edifici e facciate del capoluogo piemontese in spazi per la creatività di artisti e writers provenienti da tutto il mondo.
miglioramento della qualità ambientale e culturale del quartiere, dando anche un importante spazio al coinvolgimento attivo dei suoi abitanti.
MurArt, PicTurin, il MAU (Museo d’Arte Urbana) e NizzArt sono solo alcuni dei progetti e degli eventi che hanno donato colori, storie, personaggi dove prima c’erano solo mattoni e intonaci ingrigiti dal traffico cittadino. Da Parco Dora a Campidoglio, passando per Vanchiglia e Aurora fino a via Nizza.
Per scegliere l’artista che ridipingerà il volto di Barriera di Milano, il bando B.ART ha previsto una giuria di territorio, con la quale si vogliono coinvolgere le varie voci che animano e vivono il quartiere: dagli abitanti agli studenti, dai commercianti e imprenditori ai rappresentanti delle tante associazioni attive in quartiere. Diventare giurati per B.ART significa anche partecipare a un workshop formativo sulle opere finaliste, tenuto dalla giuria di esperti, e votare poi il vincitore che “graffitterà” Barriera di Milano con la propria opera d’arte muraria.
E Barriera di Milano? Da via Bologna fino a via Cigna non mancano sgargianti murales che hanno dato un nuovo volto ai muri delle vecchie fabbriche e degli edifici scolastici. Ma una grossa novità è in arrivo per il mondo dell’arte muraria in quartiere. Nel mese di aprile sarà infatti pubblicato “B.ART – Arte in Barriera”, il bando internazionale realizzato da Fondazione Contrada Torino Onlus, all’interno del Programma Urban Barriera di Milano.
Nota: mi sono permesso di aggiungere le virgolette a “fascisti” perché faccio fatica a credere che ci fossero tanti fascisti spontanei tra la popolazione civile.
gianpaolon@vicini.to.it
Troverete tutte le informazioni, bando e molto altro su http:// arteinbarriera.com/ Per info e contatti:
Da “Sodoma ad Hollywood” a Torino Gay & Lesbian Film Festival Il 17 aprile, presso il Museo Nazionale del Cinema, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del 29^ TGLFF – Torino Gay & Lesbian Film Festival, diretto da Giovanni Minerba. Il Festival avrà luogo nelle sale del Cinema Massimo di Torino, da mercoledì 30 aprile a martedì 6 maggio 2014, con una ricca programmazione: 137 titoli provenienti da 40 nazioni, la maggior parte inediti in Italia – di cui 6 anteprime mondiali, 3 internazionali e 6 europee. Quest’anno la rassegna Lgbt si presenta con una nuova immagine e un nuovo logo: addio a “Da Sodoma ad Hollywood” e benvenuto Torino Gay & Lesbian Film Festival, per una formula più ricca di temi e sezioni. Ad inaugurare la manifestazione, il 30 aprile alle ore 21, sarà Azul y no tan rosa (Blue and Not So Pink), del venezuelano Miguel Ferrari, su un’aggressione omofoba. La chiusura del 6 maggio sarà invece firmata dalla commedia Bananot dell’israeliano Eytan Fox . Nel mezzo tante pellicole dove i protagonisti sono principalmente i ragazzi: giovani alla ricerca della propria identità sessuale, coppie omosessuali lacerate dalla difficoltà di avere un bambino e i turbamenti/ansie di genitori eterosessuali dinanzi al coming out dei propri figli. Vladimir Luxuria, quest’anno, curerà una finestra dedicata alla drammatica situazione degli omosessuali russi in seguito al varo di una legge, da parte di Vladimir Putin, che vieta tassativamente la propaganda gay. L’ex parlamentare italiana e ora attivista per i diritti civili è stata anche fermata a Sochi, in occasione delle Olimpiadi Invernali 2014, perché rea di avere provocatoriamente sfilato avvolta nei colori della rainbow per il parco olimpico.
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Per rimanere aggiornati sulle modalità di partecipazione alla giuria di territorio potete rivolgervi allo sportello del Comitato Urban in corso Palermo 122 o visitare il sito www.arteinbarriera.com Infine venerdì 11 aprile alle ore 11.30, il Circolo dei Lettori, in via Bogino 9, ospiterà la presentazione pubblica del bando internazionale B.ART – Arte in Barriera, realizzato da Fondazione Contrada Torino Onlus all’interno del Programma Urban. L’incontro è aperto a tutti gli interessati.
Gianpaolo Nardi venire arruolato in una brigata partigiana che sta costituendo un capitano dell’esercito italiano sfuggito ai repubblichini, Domenico Marchisio (poi divenuto Senatore). Nei mesi prima della Liberazione la sua unità agiva nel Biellese, zona Serra.
Inoltre chiunque può diventare un giurato per B.ART!
Fondazione Contrada Torino Onlus mail: info@arteinbarriera.com
Previsti omaggi al cantautore e chitarrista statunitense Lou Reed e all’attore Philip Seymour Hoffman (Il dubbio, Onora il padre e la madre) entrambi recentemente scomparsi. Quest’anno il “Premio Dorian Gray” alla carriera sarà assegnato ad Emma Dante, drammaturga, regista e attrice di cinema e teatro. Madrina del 29^ TGLFF – Torino Gay & Lesbian Film Festival sarà l’attrice Ambra Angiolini, divenuta una vera icona gay dopo il suo debutto cinematografico nel 2007 in Saturno Contro del regista italo – turco Ferzan Ozpetek . Lorenzo Beatrice lorenzob@vicini.to.it
Il progetto si rivolge a artisti figurativi, grafici, designer e architetti che vorranno proporre un’opera d’arte, un’idea, un concept in grado di dipanarsi come un racconto sulle tredici facciate cieche di alcuni edifici del quartiere, che sono state mappate dagli organizzatori e promotori del bando in una precedente fase. Dopo la raccolta di tutte le proposte saranno due diverse giurie a decretare l’opera vincitrice. La prima, la giuria di esperti, composta da rappresentanti della Città di Torino, degli enti organizzatori e da soggetti esperti e qualificati operanti nel settore artistico, grafico e della comunicazione, si occuperà di stilare una graduatoria di un massimo di cinque opere, selezionandole tra quelle pervenute in base a criteri specifici stabiliti dal bando. I progetti prescelti saranno poi presentati in un incontro pubblico alla seconda giuria, quella di territorio, composta da tutti i cittadini e gli abitanti accreditati, che procederà alla votazione del vincitore. Un’opera d’arte pubblica, diffusa e partecipata sarà il risultato del bando B.ART, che tra gli oltre trenta progetti di riqualificazione del Programma Urban Barriera di Milano, promuove l’arte come strumento di rigenerazione urbana e di
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IL 25 APRILE DI TUTTI GLI ITALIANI Carlo Germano non è solo un amico, tra i fondatori del Gruppo Tra le Righe che si riunisce in Cascina Roccafranca. Ex psicologo ed insegnante (per scelta, ha fatto il professore nelle carceri per 10 anni: lui dice di essere stato in carcere più di un delinquente), è anche un ex partigiano.
Nel Vercellese ritornano per un’azione che consisterà nel presidiare il corso principale di Vercelli dal quale si sospetta che passeranno truppe tedesche fino a quel momento acquartierate in un vicino albergo. Si tratta di trovare un punto favorevole per piazzare una mitragliatrice. Chiedono educatamente a una signora, evidentemente una persona benestante, di poter salire sul suo balcone dal quale si dominava il corso.
Gli ho chiesto di raccontare, con la lucidità e la leggerezza che ho spesso apprezzato, un episodio che lo avesse coinvolto all’epoca della Liberazione. Nella speranza di catturare sensazioni anziché stereotipi. Ecco il racconto. “Quando la signora ci ha aperto la porta noi le abbiamo spiegato che dovevamo sistemare l’arma sul balcone e le abbiamo chiesto Sfollato a Cigliano nel Vercellese in una casa dei nonni, accetta di di darci dei giornali per creare un corridoio tra la porta d’ingresso e il balcone e non sporcare il pavimento. “La mitragliatrice non è un gioiello della tecnologia e perde olio.” I giornali offertici non erano dei quotidiani, ma delle riviste di propaganda fascista e noi li usammo per il nostro scopo. Noi non abbiamo assolutamente commentato il tipo di giornale e l’abbiamo ringraziata. Abbiamo sistemato l’arma che poi non è stata usata. Mia considerazione: sarebbe stato utile alla Patria se quella collaborazione, di quel singolo momento. tra partigiani e “fascisti” fosse diventata una norma di rispetto e di vita. Eravamo tutti “italiani”.
I palazzi di Barriera si tingono d’arte con B.ART Binomio non nuovo ai cittadini della capitale sabauda. A partire dagli anni Novanta, infatti, non sono mancate le iniziative che hanno trasformato muri, edifici e facciate del capoluogo piemontese in spazi per la creatività di artisti e writers provenienti da tutto il mondo.
miglioramento della qualità ambientale e culturale del quartiere, dando anche un importante spazio al coinvolgimento attivo dei suoi abitanti.
MurArt, PicTurin, il MAU (Museo d’Arte Urbana) e NizzArt sono solo alcuni dei progetti e degli eventi che hanno donato colori, storie, personaggi dove prima c’erano solo mattoni e intonaci ingrigiti dal traffico cittadino. Da Parco Dora a Campidoglio, passando per Vanchiglia e Aurora fino a via Nizza.
Per scegliere l’artista che ridipingerà il volto di Barriera di Milano, il bando B.ART ha previsto una giuria di territorio, con la quale si vogliono coinvolgere le varie voci che animano e vivono il quartiere: dagli abitanti agli studenti, dai commercianti e imprenditori ai rappresentanti delle tante associazioni attive in quartiere. Diventare giurati per B.ART significa anche partecipare a un workshop formativo sulle opere finaliste, tenuto dalla giuria di esperti, e votare poi il vincitore che “graffitterà” Barriera di Milano con la propria opera d’arte muraria.
E Barriera di Milano? Da via Bologna fino a via Cigna non mancano sgargianti murales che hanno dato un nuovo volto ai muri delle vecchie fabbriche e degli edifici scolastici. Ma una grossa novità è in arrivo per il mondo dell’arte muraria in quartiere. Nel mese di aprile sarà infatti pubblicato “B.ART – Arte in Barriera”, il bando internazionale realizzato da Fondazione Contrada Torino Onlus, all’interno del Programma Urban Barriera di Milano.
Nota: mi sono permesso di aggiungere le virgolette a “fascisti” perché faccio fatica a credere che ci fossero tanti fascisti spontanei tra la popolazione civile.
gianpaolon@vicini.to.it
Troverete tutte le informazioni, bando e molto altro su http:// arteinbarriera.com/ Per info e contatti:
Da “Sodoma ad Hollywood” a Torino Gay & Lesbian Film Festival Il 17 aprile, presso il Museo Nazionale del Cinema, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del 29^ TGLFF – Torino Gay & Lesbian Film Festival, diretto da Giovanni Minerba. Il Festival avrà luogo nelle sale del Cinema Massimo di Torino, da mercoledì 30 aprile a martedì 6 maggio 2014, con una ricca programmazione: 137 titoli provenienti da 40 nazioni, la maggior parte inediti in Italia – di cui 6 anteprime mondiali, 3 internazionali e 6 europee. Quest’anno la rassegna Lgbt si presenta con una nuova immagine e un nuovo logo: addio a “Da Sodoma ad Hollywood” e benvenuto Torino Gay & Lesbian Film Festival, per una formula più ricca di temi e sezioni. Ad inaugurare la manifestazione, il 30 aprile alle ore 21, sarà Azul y no tan rosa (Blue and Not So Pink), del venezuelano Miguel Ferrari, su un’aggressione omofoba. La chiusura del 6 maggio sarà invece firmata dalla commedia Bananot dell’israeliano Eytan Fox . Nel mezzo tante pellicole dove i protagonisti sono principalmente i ragazzi: giovani alla ricerca della propria identità sessuale, coppie omosessuali lacerate dalla difficoltà di avere un bambino e i turbamenti/ansie di genitori eterosessuali dinanzi al coming out dei propri figli. Vladimir Luxuria, quest’anno, curerà una finestra dedicata alla drammatica situazione degli omosessuali russi in seguito al varo di una legge, da parte di Vladimir Putin, che vieta tassativamente la propaganda gay. L’ex parlamentare italiana e ora attivista per i diritti civili è stata anche fermata a Sochi, in occasione delle Olimpiadi Invernali 2014, perché rea di avere provocatoriamente sfilato avvolta nei colori della rainbow per il parco olimpico.
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Per rimanere aggiornati sulle modalità di partecipazione alla giuria di territorio potete rivolgervi allo sportello del Comitato Urban in corso Palermo 122 o visitare il sito www.arteinbarriera.com Infine venerdì 11 aprile alle ore 11.30, il Circolo dei Lettori, in via Bogino 9, ospiterà la presentazione pubblica del bando internazionale B.ART – Arte in Barriera, realizzato da Fondazione Contrada Torino Onlus all’interno del Programma Urban. L’incontro è aperto a tutti gli interessati.
Gianpaolo Nardi venire arruolato in una brigata partigiana che sta costituendo un capitano dell’esercito italiano sfuggito ai repubblichini, Domenico Marchisio (poi divenuto Senatore). Nei mesi prima della Liberazione la sua unità agiva nel Biellese, zona Serra.
Inoltre chiunque può diventare un giurato per B.ART!
Fondazione Contrada Torino Onlus mail: info@arteinbarriera.com
Previsti omaggi al cantautore e chitarrista statunitense Lou Reed e all’attore Philip Seymour Hoffman (Il dubbio, Onora il padre e la madre) entrambi recentemente scomparsi. Quest’anno il “Premio Dorian Gray” alla carriera sarà assegnato ad Emma Dante, drammaturga, regista e attrice di cinema e teatro. Madrina del 29^ TGLFF – Torino Gay & Lesbian Film Festival sarà l’attrice Ambra Angiolini, divenuta una vera icona gay dopo il suo debutto cinematografico nel 2007 in Saturno Contro del regista italo – turco Ferzan Ozpetek . Lorenzo Beatrice lorenzob@vicini.to.it
Il progetto si rivolge a artisti figurativi, grafici, designer e architetti che vorranno proporre un’opera d’arte, un’idea, un concept in grado di dipanarsi come un racconto sulle tredici facciate cieche di alcuni edifici del quartiere, che sono state mappate dagli organizzatori e promotori del bando in una precedente fase. Dopo la raccolta di tutte le proposte saranno due diverse giurie a decretare l’opera vincitrice. La prima, la giuria di esperti, composta da rappresentanti della Città di Torino, degli enti organizzatori e da soggetti esperti e qualificati operanti nel settore artistico, grafico e della comunicazione, si occuperà di stilare una graduatoria di un massimo di cinque opere, selezionandole tra quelle pervenute in base a criteri specifici stabiliti dal bando. I progetti prescelti saranno poi presentati in un incontro pubblico alla seconda giuria, quella di territorio, composta da tutti i cittadini e gli abitanti accreditati, che procederà alla votazione del vincitore. Un’opera d’arte pubblica, diffusa e partecipata sarà il risultato del bando B.ART, che tra gli oltre trenta progetti di riqualificazione del Programma Urban Barriera di Milano, promuove l’arte come strumento di rigenerazione urbana e di
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Rinasce Cascina Fossata La vecchia CASCINA FOSSATA di Borgo Vittoria verrà finalmente riportata a nuova vita. Dopo anni di abbandono e progetti di riqualificazione mai portati a compimento l’edificio, di grande interesse storico e architettonico, ora indegnamente in mano al degrado, avrà radicale ristrutturazione e trasformazione.
mercati, centri commerciali pubblici e spazi per manifestazioni temporanee. Nel dicembre 2011, non potendosi più rinviare il recupero fisico-funzionale dell’intera Cascina e dei suoi spazi interni ed esterni, è stato indetto un bando per la raccolta di manife-
IL CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE A “LEZIONE” DI ACCOGLIENZA TURISTICA VERSO IL 2015 I migliori ambasciatori di Torino? Coloro che ci vivono, i cittadini e coloro che ci lavorano quotidianamente come i Vigili del Corpo di Polizia Municipale. E con questa convinzione che la Polizia Municipale di Torino e Turismo Torino e Provincia si sono fatti promotori, su espressa iniziativa del Sindaco della Città di Torino, di un corso di formazione e accoglienza turistica – in vista dei molteplici eventi previsti nel corso del 2015 tra cui Expo Milano – in collaborazione con le Associazione di categoria Guide Turistiche G.I.A. e FederAgit, coinvolgendo le categorie che maggiormente hanno relazioni dirette con i potenziali visitatori.
Cascina a corte chiusa di origine seicentesca, probabilmente prende il nome dai Fossata, suoi proprietari tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento. La cascina svolse un ruolo di primo piano durante l’assedio di Torino del 1706 ad opera dei Francesi. Nel Settecento incrementò i suoi appezzamenti e subì varie trasformazioni e ampliamenti strutturali, diventando a fine secolo un piccolo borgo rurale autosufficiente. Tra il Sette e l’Ottocento ebbe vari proprietari, tra cui il duca del Chiablese, i Savoia ramo Carignano e il Duca di Genova. Nel luglio del 1943, in pieno conflitto mondiale, subì un pesante bombardamento, in seguito al quale venne parzialmente ristrutturata. Ancora negli anni ’70 del Novecento era abitata da una famiglia di contadini. Poi arrivò il degrado strutturale inarrestabile. Oggi si è avviato l’iter di approvazione del progetto di riqualificazione, riuso e gestione del complesso rurale, e di alcuni spazi esterni. L’area interessata sorge tra le vie Sospello, Ala di Stura, Randaccio e la scuola Elementare “Franchetti”. La Giunta, su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo, ha approvato, in data 8 aprile scorso, progetto e schema di convenzione. L’ultimo atto spetta ora al Consiglio comunale. L’area, di 13.900 metri quadrati, è di proprietà della società immobiliare Sololo s.s. e viene ceduta alla Città a titolo gratuito ad uso pubblici servizi, mentre la superficie di edilizia privata verrà concentrata a nord di via Sospello. Per poterne ampliare le possibilità di riqualificazione, il Consiglio comunale ha approvato, nel marzo 2009, una variante al Prg che estende la destinazione a servizi pubblici, attrezzature di interesse comune, spazi pubblici, parco per il gioco e lo sport, con nuove possibilità d’uso: residenze collettive, Pag. 6
stazioni di interesse. Le società Sharing srl e Polaris Investment Italia Sgr spa si sono aggiudicate il bando che prevede la cessione del diritto di superficie per 80 anni per la riqualificazione funzionale, il riuso per servizi pubblici e la gestione dell’immobile. L’investimento complessivo proposto dai vincitori è di 14,8 milioni di euro, e prevede la creazione di un centro polifunzionale per il quartiere con una residenza collettiva temporanea, un centro di ospitalità, attività di commercio e somministrazione, spazi per attività associative ed artigianale, aree verdi e altri servizi di utilità pubblica. Verrà recuperata la Villa padronale e il piano terreno degli altri edifici, oltre a parte degli attuali piani superiori. Il progetto si sviluppa su una corte esterna, con la parte commerciale, residenza collettiva e centro di accoglienza, e una corte interna, dove, all’interno dell’antico forno, della ghiacciaia e della cappella, ci saranno spazi per la reception e di ritrovo ad uso dei cittadini in accordo con la Circoscrizione, e botteghe artigiane e commerciali, ristorazione e pubblici esercizi. “Sarà così possibile recuperare un’area cittadina, oggi in condizioni di forte degrado –ha affermato l’assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo – e riportare in condizioni di funzionalità pubblica un antico edificio rurale, rappresentativo delle numerose cascine che caratterizzavano il territorio torinese prima dello sviluppo industriale della città”. Se tutto andrà in porto, Borgo Vittoria avrà la sua Casa del Quartiere. Rossella Lajolo rossellal@vicini.to.it
“E’ importante – ha detto il Sindaco Fassino – che la Città sappia proporsi anche attraverso il proprio personale di Polizia Municipale in modo accogliente, inclusivo ed efficace. Pag.Spesso 3 i nostri Vigili sono il primo riferimento per i turisti che arrivano a Torino e che desiderano godere in sicurezza la città, ed è quindi fondamentale che essi sappiano mettersi in relazione con chi arriva. Un passo in più rispetto a quanto già fatto in passato, per migliorare ancora e completare la nostra capacità turistica”.
ampio programma di attività dedicata all’accoglienza turistica. Una marcia in più per accogliere, indirizzare, assistere i tanti turisti che scelgono la nostra bella Città come meta da visitare. La presenza degli Agenti sulla strada, oltre garantire sicurezza, diventa punto di riferimento prezioso e qualificato cui attingere e fruire in tutto l’arco delle 24 ore. In poche parole: “contattateci, siamo al vostro servizio”. Il corso si articola in 12 sessioni singole per un totale di 558 operatori, della durata di 6 ore cadauna, nelle giornate di martedì e giovedì dalle 07.30 alle 13.30. La singola lezione, che coinvolge circa 47 operatori, è così strutturata: dalle ore 07.30 alle 8 introduzione e benvenuto al corso da parte del Comandante del Corpo di Polizia Municipale; segue il tour di un’ora del centro cittadino a bordo dell’autobus turistico City Sightseeing; una volta rientrati in sede tocca a Turismo Torino e Provincia fare una breve presentazione sulla propria mission e attività; dalle 10 sino alle 13.30 saranno invece le guide delle due Associazioni di Categoria, Agi e Federagi, a prendere la parola e iniziare il corso vero e proprio: dopo un aggiornamento legislativo sulle professioni turistiche, seguiranno nozioni storiche su Torino: i periodi storici, le principali attrattive turistiche, cosa fare e vedere, i vari collegamenti, come muoversi in città. Come sottolinea Maurizio Montagnese, Presidente di Turismo Torino e Provincia “Siamo fermamente convinti che l’accoglienza sia l’essenza stessa dell’esperienza turistica; una risposta efficace, un’attenzione in più verso coloro che giungono in visita nella nostra città e il tempo che viene dedicato, sono elementi di grande valore; ci fa quindi piacere che i Vigili del Corpo di Polizia Municipale siano disponibili a partecipare per offrire un servizio in più alla città grazie alla preziosa collaborazione delle due Associazioni Guide”. Angelo Tacconi loris@vicini.to.it
Come sottolinea Giuliana Tedesco, Assessore alla Polizia Municipale della Città di Torino “L’obiettivo del percorso formativo che inizia oggi è quello di esaltare la capacità di accogliere dei nostri civich, da sempre punto di forza nella relazione con i cittadini di Torino. Il Corpo di Polizia Municipale vuole innovarsi in sintonia con la nuova vocazione turistica della città: parteciperanno al corso di formazione più di 500 Vigili che contribuiranno a rendere l’offerta turistica della nostra città ancora più completa”. E’ partito quindi l’8 aprile sino al 10 giugno, il corso di accoglienza e formazione turistica organizzato da Turismo Torino e Provincia con la preziosa collaborazione della G.I.A., Associazione Regionale di Guide, Interpreti e Accompagnatori turistici del Piemonte e la FederAgit, Federazione Italiana Guide Turistiche, Accompagnatori e Interpreti. Come evidenzia Alberto Gregnanini, Comandante del Corpo di Polizia Municipale “Abbiamo creduto e condiviso da subito questa iniziativa che si inserisce all’interno di un più Pag. 3
Progetto Di Casa in Casa: 4 domande a Renato Bergamin Il progetto presentato dalla Cascina Roccafranca, che mette in Rete le Case di quartiere torinesi, ha vinto il primo premio del bando Che Fare, che grazie a finanziamenti privati, si è posto l’obiettivo di fa emergere e sostenere le nuove forme di produzione culturale in atto in Italia. E la risposta al bando e’ stata altissima, come ha documentato Marco Belpoliti su La Stampa del 15 aprile scorso. Con esempi e buone pratiche virtuose da tutta la penisola: a dimostrazione che nonostante, la lunga crisi economica e sociale che in questi anni ha colpito duramente il nostro Paese, energie e realtà collettive hanno continuato a seminare e produrre nuovi modelli di cultura e anche di welfare sociale.
Roccafranca, così come per le altre Case di Quartiere, essa è legata alle attività commerciali e para commerciali che esistono al proprio interno (caffetteria e ristorante) e che producono entrate. Tuttavia parliamo sempre di auto sostenibilità parziale, che significa fare spendere il meno possibile all’ente pubblico, che però deve riconoscere e sostenere anche economicamente strutture private che svolgono una funzione pubblica. Il volontariato rappresenta anche un risparmio gestionale, ma il vero valore dell’esperienza di volontariato é legato all’idea progettuale in sè: di stimolo e risposta ai bisogni delle persone ìn difficoltà ma anche di desiderio delle persone di sentirsi attive, utili e partecipi ad una vita sociale più solidale.” La creazione della Rete delle Case di Quartiere prevederà, nei prossimi mesi, un’intensa attività di coordinamento, come e quando pensate di partire?
“L’inaugurazione ufficiale del progetto è fissata per il 22 maggio dalle ore 18.30 in poi in Cascina Roccafranca per festeggiare tutti insieme la vittoria: ci saranno coloro che collaborano nelle Case di Quartiere, sarà l’occasione per incontrarsi e per iniziare a conoscere il progetto “Di Casa in Casa”. Poi vi saranno subito altri due passaggi: la firma del Protocollo di intesa tra le Case e la creazione del gruppo di lavoro, affiancato da un esperto, per la definizione e la stesura di un documento che descriva il modello di coordinamento adottato, le finalità, le responsabilità e i compiti da realizzare.Vi sarà la creazione di gruppi di lavoro a cui parteciperanno tutte le Case su 6 ambiti tematici per lavorare su idee progettuaDa più di un anno il nostro giornale Vicini segue costante- li che alla fine confluiranno in un unico progetto di portata mente tutte le Case del Quartiere con sezioni dedicate alle “più cittadina”. loro molteplici iniziative, è naturale, quindi, che approfondiamo l’argomento, progetto e premio, con Renato Bergamin, La presentazione del progetto prevede una specifica azione Direttore della Fondazione Cascina Roccafranca e Respon- di comunicazione e, come giornale on line cittadino nato in sabile del progetto vincitore. Cascina Roccafranca, ci sentiamo già positivamente coinvolti…possiamo avere qualche anticipazione? Nell’articolo di Belpoliti viene messo in rilievo come la comunicazione in rete, in questo caso attraverso la piattaforma “Anche per quanto riguarda la comunicazione abbiamo virtuale, abbia fatto da finestra ma anche da collante alle previsto la creazione di gruppo di lavoro, che partendo da diverse proposte, é stato così anche per voi? un’analisi delle modalità di comunicazione oggi utilizzate dalle diverse Case, ne esplori le potenzialità e le ipotesi di “Sicuramente la piattaforma é servita per conoscere meglio miglioramento, con l’obiettivo di amplificare e rafforzare le gli altri progetti, io ad esempio ho letto con interesse quelli iniziative di comunicazione verso i cittadini. Vi sarà poi il piache sono passati nella fase finale. Ritengo però che lo stru- no di comunicazione vero e proprio del progetto e dei vari mento sia stato molto utile per gli esperti di progettazione step che realizzeremo.” e per gli addetti ai lavori, ma non credo sia stata utilizzato moltissimo da chi ha votato i progetti.” Grazie Renato e per chi vuole saperne di più appuntamento il 22 maggio in Cascina Roccafranca! In questi anni Cascina Roccafranca ha anche sperimentato un nuovo modello di welfare community leggero capace di alimentare pratiche sociali ed educative che favoriscono la responsabilità di tutti i cittadini, ovvero molti volontari e gruppi informali, accanto ad associazioni più strutturate. Si vuole riproporre questo modello anche alle altre Case di Quartiere per favorire una sostenibilità finanziaria futura, anche in assenza di finanziamenti pubblici? “In Cascina Roccafranca questi sono stati i primi tentativi di dar corso ad un welfare più leggero, inteso come intervento verso chi è più in difficoltà: voglio ricordare la grande collaborazione con i servizi sociali verso gli anziani soli o con problemi di depressione, il lavoro importante dei gruppi e delle cooperative che trattano il disagio mentale. Per quanto riguarda l’auto sostenibilità economica per Cascina
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Mascia Manzon masciam@vicini.to.it
Presente e futuro della Provincia di Torino Lo scorso 3 aprile la Camera dei Deputati ha definitivamente approvato il disegno di legge recante “Disposizioni sulle città metropolitane, province e fusioni di comuni”, ovvero la legge n. 56 del 7 aprile 2014 che consentirà la trasformazione delle province in enti di secondo livello, cioè non più elettivi, abolendo così i costi degli organi politici territoriali. Questa almeno la principale motivazione della campagna mediatica di questi ultimi anni. Ma il provvedimento, che si compone di un unico articolo e 151 commi prevede un riassetto molto più ampio degli equilibri tra gli enti locali territoriali esistenti e in via di costituzione. Che sarà tuttavia provvisorio, poiché si compirà definitivamente solo con la riforma costituzionale del Titolo V, che avrà tempi più lunghi, e correlati alla stabilita’ del Governo in carica. La nuova legge al comma 5 individua 10 città metropolitane (già previsione di legge mai attuata nel testo unico degli enti locali di ben 14 anni fa!!), tra cui Torino, il cui territorio coincide con quello della Provincia; nuovi organi (sindaco, consiglio e conferenza metropolitani i cui incarichi saranno esercitati a titolo gratuito) ma stesse funzioni già attribuite alle province, oltre a quelle nuove che potranno scaturire dal processo complessivo di riordino delle funzioni, previsto dai commi successivi. Senza entrare nelle polemiche che hanno accompagnato il lungo iter di questa legge, si può comunque affermare che solo tra qualche anno sarà possibile valutare se i risparmi derivanti dai tagli dei costi della politica di 107 Province potranno compensare gli inevitabili costi reali ed economici che tale profonda modifica del sistema territoriale locale comporterà per i cittadini. Da rilevare la nuova centralità attribuita ai Comuni, di cui però si auspica e incentiva, con procedimenti semplificati, la fusione in Unione di Comuni per meglio gestire secondo criteri di efficienza ed economicità i servizi pubblici, che solo un livello territoriale di area più vasta può garantire. La previsione di Consigli comunali più grandi, con 10 consiglieri, per i Comuni sotto i 3.000 abitanti: quindi riconoscimento dell’istanza di democraticità’ territoriale, ma anche aumento dei costi della politica.
seguito del passaggio da Provincia a Città metropolitana. In questo caso, per garantire continuità alla gestione dei rifiuti, la Città di Torino si e’ portata avanti, con l’adesione al protocollo d’intesa per la costituzione di un tavolo di coordinamento tra tutti i partecipanti al consorzio d’ambito, a supporto politico-amministrativo del passaggio istituzionale di competenze in corso.provincia_torino Alla nuova Città Metropolitana, che inizierà ad esercitare le sue funzioni dal 1^ gennaio 2015, la Legge assegna le funzioni già di competenza delle Province quali, gestione edilizia scolastica e programmazione rete scolastica, pianificazione territoriale e tutela e valorizzazione dell’ambiente, autorizzazione e controllo trasporto privato, gestione strade provinciali, e ne prevede di nuove quali la strutturazione di sistemi coordinati di gestione o organizzazione dei servizi pubblici, la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale e dei sistemi di informatizzazione e digitalizzazione del territorio metropolitano, il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e la promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale. Diversa la sorte della gestione delle politiche attive del lavoro e dei 13 Centri per l’Impiego ad oggi esistenti sul territorio provinciale, che vengono disciplinati dal secondo atto del cd. Jobs Act, ovvero il Disegno di Legge delega in materia di ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro e politiche attive che prevede, entro 6 mesi dall’entrata in vigore del DDL delega Lavoro, l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione partecipata da Stato, Regioni e Province autonome, vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, a cui attribuire le competenze in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e Aspi. Si apre dunque una fase delicata di passaggi istituzionali volta ad assicurare l’organizzazione dei nuovi enti senza creare disservizi ai cittadini. E i 1700 dipendenti della Provincia di Torino? Attesa, poche informazioni e poche certezze. Le sorti del personale infatti, sono legate in primo luogo alla definizione dei criteri generali per l’individuazione dei beni, delle risorse finanziarie e umane connesse alle funzioni che saranno trasferite, con decreto del Consiglio dei Ministri, previo parere Conferenza Unificata Stato- Regioni, che dovrà essere emanato entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge. Ricordiamo che le principali organizzazioni sindacali, lo scorso novembre, siglarono con il Governo allora in carica un Protocollo di Intesa a tutela dei lavoratori delle province, che prevedeva ” per il personale trasferito presso gli Enti subentranti a seguito del riordino delle funzioni: – la garanzia dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato in corso, nonché di quelli a tempo determinato in corso fino alla scadenza per essi prevista; - il mantenimento delle posizioni giuridiche ed economiche, con riferimento alle voci del trattamento economico fondamentale e accessorio, in godimento all’atto del trasferimento, nonché l’anzianità di servizio maturata; - per gli Enti subentranti, invece, la garanzia che gli effetti derivanti dal trasferimento delle funzioni non rilevino, ai fini della disciplina sui limiti dell’indebitamento, nonché di ogni altra disposizione di legge che, per effetto del trasferimento, possa determinare inadempimenti dell’ente subentrante.“ Adesso tale protocollo dovrebbe iniziare a produrre la sua efficacia garantendo il presidio concreto sul riordino istituzionale e sulla riallocazione delle funzioni e delle risorse, comprese quelle umane, grazie ai previsti tavoli permanenti di confronto nazionali e regionali, partecipati da Governo e parti sociali, dove si monitoreranno i processi, si vigilerà sulle tutele dei lavoratori, compreso il diritto alla formazione e riqualificazione del personale trasferito e si decideranno le sorti di quei lavoratori, ad oggi appartenenti ad aree di competenza non trasferite alla Città Metropolitana (solidarietà sociale, cultura, parchi).
I primi effetti di questo lungo processo di abolizione delle Province, ed in particolare della Provincia di Torino, di cui spesso la maggior parte dei cittadini poco conosce le competenze e funzioni, si iniziano già vedere: ad esempio nel vuoto di governance del ciclo integrato dei rifiuti nel territorio, gestito oggi dalla Conferenza d’ambito per il 50% di competenza provinciale, che si verrà a creare a
Questa e’ la situazione attuale della Provincia di Torino. In questo limbo istituzionale e contrattuale, i dipendenti provinciali intanto lavorano e aspettano le nuove destinazioni. Mascia Manzon masciam@vicini.to.it Pag. 7
Torino e Chicago: due modelli di smart city a confronto Ho avuto l’opportunità di essere presente ad un incontro nella Sala Colonne di Palazzo civico questa mattina. L’incontro è stato organizzato dalla Città di Torino e Fondazione Torino Smart City in collaborazione con Amerigo, ENAM, Fondazione Torino Wireless ed Unione Industriale di Torino. Al tavolo dei relatori c’erano: Piero Fassino (Sindaco della Città di Torino), Enzo Lavolta (Assessore all’Innovazione della Città di Torino e Presidente Fondazione Torino Smart City), Marco Marturano (Responsabile Chapter Milano di Amerigo), Kyle Scott (Console Generale degli Stati Uniti a Milano), John Tolva (già Direttore dell’Ufficio Innovazione e Tecnologie della Città di Chicago, ora Presidente della società Positive Energy Practice). Sono state dette molte cose e tutte interessanti, ma vorrei enuclearne solo alcune perchè mi sembrano suscettibili di riflessioni anche chi, come noi di Vicini, cerca di dare voce all’impegno del volontariato ed alle idee dal basso. Kyle Scott ha detto che il termine smart city è quasi diventato una modalità di marketing urbano.
lazioni digitali? Può sembrare una domanda astrusa, invece è la nostra battaglia quotidiana. Battaglia col proprio smartphone (per chi lo usa) che fa sembrare umani i rapporti twittati o facebookccati, battaglia con le email che hanno preso il posto di molte riunioni ritenute inutili, battaglia con un mondo virtuale, quello dentro la rete, che è diventato una second life per molti. Le due osservazioni. quella di Piero Fassino che il modello smart non può essere prevalentamente tecnologico, ma al contrario è il modello culturale quello innovativo e la considerazione di John Tolva che un quinto dei dati è solo tra macchine, mi ha come interrogato, e non è la prima volta, su come ognuno di noi usa questi strumenti. La risposta che mi sono dato è che sono “martelli di un falegname” per costruire mobili ed oggetti utili alla vita delle persone. Per cui se “smart” crea spazi per “la relazione fisica” tra le persone, che traduco, “incontro” tra le persone (cittadini, istituzioni e tutti gli altri) allora sono martelli usati come martelli. Ma se “smart” toglie spazio alle relazioni fisiche o, in altre parole, alle relazioni interpersonali riducendo lo scambio umano attraverso i media, i social ed i dati , allora è meglio che “smart” cambi modello culturale e ritrovi il modello culturale de “la facilità dell’incontro”, smart appunto…ma di persona.
John Tolva ha detto, tra le tantissime altre cose, che l’analisi della enormità dei dati porta a nuovi processi nel governo di una città, che le cose “materiali” possono essere usate come oggetti di internet e che più del 20% dei dati scambiati sono dati scambiati tra macchine e non tra persone.
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ANNO 1 - Numero 7
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29 APRILE 2014
Alice Munro con le parole di Susanna Basso L’incontro dei Gruppi di Lettura organizzato giovedì 10 aprile scorso alla Biblioteca civica di Villa Amoretti, nell’ambito del Progetto LeggerMente, era dedicato alla figura e all’opera di ALICE MUNRO, Premio Nobel per la Letteratura 2013. SUSANNA BASSO, storica traduttrice della scrittrice canadese, ha aperto l’incontro con un excursus fondamentale sul ruolo del traduttore, cui ha dedicato il saggio “Sul tradurre. Esperienze e divagazioni militanti”, edito da Mondadori nel 2010.
Stimolo ed ansia del traduttore è il tentativo di restituire qualcosa, un “prodotto” a suo modo originale, un’opera a sé di cui la traduzione rappresenta solamente un processo. Un percorso del quale è un esempio la difficoltà di chi si trova a dover tradurre opere che sono state scritte all’età di 36 ed a quella di 76 anni: esiste una forma espressiva di una trentaseienne ed un’altra di una settantaseienne? O semplicemente si tratta di un’evoluzione della lingua in un arco di tempo così ampio? Come rendere in italiano l’assenza di una connotazione femminile nel linguaggio (dato che gli aggettivi non si declinano), sempre che l’assenza sia intenzionale? Occorrono una grande passione per le parole ed una sensibilità profonda come quella di Susanna Basso per trasmettere la complessità di opere come “Segreti svelati”, “Troppa felicità”,“Danza delle Ombre felici” (per citare solo alcuni titoli) o rendere le valenze simboliche di certi termini come “lenta” e “non del tutto a posto”, riferito a bimbe con grossi limiti intellettuali, parole che diventano in alcuni racconti un “lasciapassare” per definire l’orrore insito nell’esistenza umana.
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Alice Munro è sicuramente la più importante scrittrice canadese contemporanea e tra i maestri del racconto breve. Nei suoi racconti narra fatti, storie di persone comuni alle prese con la vita di tutti i giorni; che pensano al passato e al futuro; che affrontano le situazioni o le subiscono. La sua è una scrittura semplice? Solo apparentemente: in realtà è quella semplicità che richiede anni di lavoro, di riscrittura. E’ la semplicità che nasconde la complessità dell’essere umano: la scrittrice è infatti grande osservatrice della vita, anche nella sua crudezza e senza proporre giudizi morali. Le sue sono prevalentemente storie al femminile: sorelle con sorelle, madri con figlie, amiche. Particolare attenzione è dedicata alle vicende di donne adolescenti e mature, ai momenti cruciali della loro vita: matrimonio, maternità, solitudine, vecchiaia.
Piero Fassino ha sottolineato come il modello culturale di governance in Italia (ed Europa) è verticale come lo volle Napoleone, mentre ora la società si sta orizzontalizzando e l’organizzazione sociale non è certo solo più verticale, nelle relazioni…almeno. Quindi il titolo di questo articolo andrebbe riscritto così: Due modelli di smart city a confronto: relazioni fisiche VS re-
La lettura della Munro, avverte Susanna Basso, lettrice paziente prima che traduttrice, richiede calma e attenzione. Il lettore frettoloso rischia di perdersi nel flusso della quotidianità, fermandosi alla grande raffinatezza descrittiva ma sorvolando su particolari che si rivelano poi determinanti, inespressi e nascosti ma improvvisamente travolgenti. Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TO Via Rubino 45 10137, Torino, presso Cascina Roccafranca, Bottega Comunicazione Contatti: N° 7 in versione pdf, Aprile 2014 Email : redazione@vicini.to.it Telefono +39.011.19836617 Fax +39.011.19837119 Sito web: www.vicini.to.it Se volete collaborare, scriveteci. Pag. 8
Una grande scrittrice “incontrata” attraverso le parole e l’appassionato lavoro di una grande traduttrice. Se il termine arte si addice a figure che producono qualcosa di “unico” ed irripetibile, il traduttore si pone come colui che ha il compito ed il merito di trasformare ciò che è unico in “originale”: dopo la traduzione l’opera d’arte è replicata, non più unica, ma unicamente e per sempre originale.
Rossella Lajolo Giampaolo Nardi
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