Vicini Aprile 2014

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Torino e Chicago: due modelli di smart city a confronto Ho avuto l’opportunità di essere presente ad un incontro nella Sala Colonne di Palazzo civico questa mattina. L’incontro è stato organizzato dalla Città di Torino e Fondazione Torino Smart City in collaborazione con Amerigo, ENAM, Fondazione Torino Wireless ed Unione Industriale di Torino. Al tavolo dei relatori c’erano: Piero Fassino (Sindaco della Città di Torino), Enzo Lavolta (Assessore all’Innovazione della Città di Torino e Presidente Fondazione Torino Smart City), Marco Marturano (Responsabile Chapter Milano di Amerigo), Kyle Scott (Console Generale degli Stati Uniti a Milano), John Tolva (già Direttore dell’Ufficio Innovazione e Tecnologie della Città di Chicago, ora Presidente della società Positive Energy Practice). Sono state dette molte cose e tutte interessanti, ma vorrei enuclearne solo alcune perchè mi sembrano suscettibili di riflessioni anche chi, come noi di Vicini, cerca di dare voce all’impegno del volontariato ed alle idee dal basso. Kyle Scott ha detto che il termine smart city è quasi diventato una modalità di marketing urbano.

lazioni digitali? Può sembrare una domanda astrusa, invece è la nostra battaglia quotidiana. Battaglia col proprio smartphone (per chi lo usa) che fa sembrare umani i rapporti twittati o facebookccati, battaglia con le email che hanno preso il posto di molte riunioni ritenute inutili, battaglia con un mondo virtuale, quello dentro la rete, che è diventato una second life per molti. Le due osservazioni. quella di Piero Fassino che il modello smart non può essere prevalentamente tecnologico, ma al contrario è il modello culturale quello innovativo e la considerazione di John Tolva che un quinto dei dati è solo tra macchine, mi ha come interrogato, e non è la prima volta, su come ognuno di noi usa questi strumenti. La risposta che mi sono dato è che sono “martelli di un falegname” per costruire mobili ed oggetti utili alla vita delle persone. Per cui se “smart” crea spazi per “la relazione fisica” tra le persone, che traduco, “incontro” tra le persone (cittadini, istituzioni e tutti gli altri) allora sono martelli usati come martelli. Ma se “smart” toglie spazio alle relazioni fisiche o, in altre parole, alle relazioni interpersonali riducendo lo scambio umano attraverso i media, i social ed i dati , allora è meglio che “smart” cambi modello culturale e ritrovi il modello culturale de “la facilità dell’incontro”, smart appunto…ma di persona.

John Tolva ha detto, tra le tantissime altre cose, che l’analisi della enormità dei dati porta a nuovi processi nel governo di una città, che le cose “materiali” possono essere usate come oggetti di internet e che più del 20% dei dati scambiati sono dati scambiati tra macchine e non tra persone.

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ANNO 1 - Numero 7

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29 APRILE 2014

Alice Munro con le parole di Susanna Basso L’incontro dei Gruppi di Lettura organizzato giovedì 10 aprile scorso alla Biblioteca civica di Villa Amoretti, nell’ambito del Progetto LeggerMente, era dedicato alla figura e all’opera di ALICE MUNRO, Premio Nobel per la Letteratura 2013. SUSANNA BASSO, storica traduttrice della scrittrice canadese, ha aperto l’incontro con un excursus fondamentale sul ruolo del traduttore, cui ha dedicato il saggio “Sul tradurre. Esperienze e divagazioni militanti”, edito da Mondadori nel 2010.

Stimolo ed ansia del traduttore è il tentativo di restituire qualcosa, un “prodotto” a suo modo originale, un’opera a sé di cui la traduzione rappresenta solamente un processo. Un percorso del quale è un esempio la difficoltà di chi si trova a dover tradurre opere che sono state scritte all’età di 36 ed a quella di 76 anni: esiste una forma espressiva di una trentaseienne ed un’altra di una settantaseienne? O semplicemente si tratta di un’evoluzione della lingua in un arco di tempo così ampio? Come rendere in italiano l’assenza di una connotazione femminile nel linguaggio (dato che gli aggettivi non si declinano), sempre che l’assenza sia intenzionale? Occorrono una grande passione per le parole ed una sensibilità profonda come quella di Susanna Basso per trasmettere la complessità di opere come “Segreti svelati”, “Troppa felicità”,“Danza delle Ombre felici” (per citare solo alcuni titoli) o rendere le valenze simboliche di certi termini come “lenta” e “non del tutto a posto”, riferito a bimbe con grossi limiti intellettuali, parole che diventano in alcuni racconti un “lasciapassare” per definire l’orrore insito nell’esistenza umana.

franco direttore@vicini.to.it

Alice Munro è sicuramente la più importante scrittrice canadese contemporanea e tra i maestri del racconto breve. Nei suoi racconti narra fatti, storie di persone comuni alle prese con la vita di tutti i giorni; che pensano al passato e al futuro; che affrontano le situazioni o le subiscono. La sua è una scrittura semplice? Solo apparentemente: in realtà è quella semplicità che richiede anni di lavoro, di riscrittura. E’ la semplicità che nasconde la complessità dell’essere umano: la scrittrice è infatti grande osservatrice della vita, anche nella sua crudezza e senza proporre giudizi morali. Le sue sono prevalentemente storie al femminile: sorelle con sorelle, madri con figlie, amiche. Particolare attenzione è dedicata alle vicende di donne adolescenti e mature, ai momenti cruciali della loro vita: matrimonio, maternità, solitudine, vecchiaia.

Piero Fassino ha sottolineato come il modello culturale di governance in Italia (ed Europa) è verticale come lo volle Napoleone, mentre ora la società si sta orizzontalizzando e l’organizzazione sociale non è certo solo più verticale, nelle relazioni…almeno. Quindi il titolo di questo articolo andrebbe riscritto così: Due modelli di smart city a confronto: relazioni fisiche VS re-

La lettura della Munro, avverte Susanna Basso, lettrice paziente prima che traduttrice, richiede calma e attenzione. Il lettore frettoloso rischia di perdersi nel flusso della quotidianità, fermandosi alla grande raffinatezza descrittiva ma sorvolando su particolari che si rivelano poi determinanti, inespressi e nascosti ma improvvisamente travolgenti. Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TO Via Rubino 45 10137, Torino, presso Cascina Roccafranca, Bottega Comunicazione Contatti: N° 7 in versione pdf, Aprile 2014 Email : redazione@vicini.to.it Telefono +39.011.19836617 Fax +39.011.19837119 Sito web: www.vicini.to.it Se volete collaborare, scriveteci. Pag. 8

Una grande scrittrice “incontrata” attraverso le parole e l’appassionato lavoro di una grande traduttrice. Se il termine arte si addice a figure che producono qualcosa di “unico” ed irripetibile, il traduttore si pone come colui che ha il compito ed il merito di trasformare ciò che è unico in “originale”: dopo la traduzione l’opera d’arte è replicata, non più unica, ma unicamente e per sempre originale.

Rossella Lajolo Giampaolo Nardi

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