Rivista 28

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n. 28 numero 1 - anno XIV

Poste Italiane spa - spedizione in abb. post. - D.L. 353/93 (convegno L. 46-04) art. 1 comma 1 - DCB Firenze

gennaio-giugno 2013

Editoriale Editorial

Documentazione Legge 4/2013 Documentation Law 4/2013

Aspettando Expo 2015 Waiting Expo 2015

Relazioni in “gioco”

Relationships in “play”

Autobiografia Clinica Clinical autobiography

La Pedagogia Clinica nella Formazione in Casa di Riposo Clinical Pedagogy Training courses in Rest Home

La fiaba in ospedale Fairy Tale in hospital


n. 28

Autorizzazione Tribunale di Firenze Decreto 4868 1° marzo 1999 Periodico semestrale Anno XIV n. 1 gennaio-giugno 2013

Editore: ISFAR srl Fondatore e Direttore responsabile: Guido Pesci Direzione, Redazione, Amministrazione: ISFAR - viale Europa, 185/b 50126 Firenze Tel. e Fax 055 6531816 E-mail: info@isfar-firenze.it Web: www.pedagogiaclinica.com www.clinicalpedagogy.com www.pedagogisticlinici.com www.isfar-firenze.it Progetto grafico Senza Filtro Firenze Traduzione a cura di Francesca Martini Printed in Italy: Tipolitografia It.Comm. srl via di Ripoli 50/r Firenze

Modalità di pagamento/terms of payment: - Italia: versamento sul C.C.P. n. 12709580 intestato a ISFAR srl viale Europa 185/b - 50126 Firenze - specificando la causale “Abbonamento Rivista Pedagogia Clinica” - Foreign countries: international cheque or postal money order to ISFAR srl - viale Europa, 185/b - 50126 Firenze Abbonamento 2013 (due numeri): - per l’Italia A 10 - per l’Estero A 15 Il prezzo di ogni fascicolo arretrato (fino ad esaurimento) A 7 A 10 per l’estero L’abbonamento decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre di ciascun anno, con diritto ai numeri già usciti. Gli abbonati sono vivamente pregati di comunicare i cambiamenti e le variazioni di indirizzo. Non saranno sostituiti i numeri andati smarriti per mancata comunicazione di cambi di indirizzo. Gli abbonati sono anche pregati di comunicare eventuali errori di indirizzo perchè la correzione degli stessi consenta loro di ricevere regolarmente la Rivista. L’ISFAR garantisce la massima riservatezza dei dati personali che saranno custoditi nell’archivio elettronico e non saranno oggetto di diffusione. Norme per i collaboratori della rivista Chi volesse sottoporre articoli per eventuali pubblicazioni può inviare i testi, registrati su cd-rom, alla redazione, oppure via e-mail al nostro indirizzo. I contenuti degli articoli pubblicati riguardano le opinioni di chi scrive, gli Autori rispondono perciò della originalità e pubblicabilità dei lavori. Il materiale inviato non viene restituito. La pubblicazione degli articoli non prevede alcuna forma di retribuzione. Norme generali Tutto quanto è pubblicato è di proprietà della rivista e ne è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Direzione e senza citarne le fonti.


O I R A

Pag. 4

di Guido Pesci

Law 4/2013

Aspettando Expo 2015 / Waiting Expo 2015

Pag. 14

M

La Redazione

Relazioni in “gioco” / Relationships in “play”

Pag. 16

di Rosaria Di Gennaro, Maria Giacinta Tarricone

Autobiografia Clinica / Clinical autobiography

Pag. 19

di Myriam Perseo

La Pedagogia Clinica nella Formazione in Pag. 22 Casa di Riposo / Clinical Pedagogy Training courses

O

Comitato scientifico: Valentina Benoni Degl’Innocenti Sandro Cappellin Nicola Corrado Elena Gaiffi Sergio Gaiffi Eugen Galasso Gerardo Pistillo Marta Mani Simone Pesci Claudio Rao Maria Raugna Lucia Sarais Alberto Sedini Stefania Turini Antonio Viviani

Editoriale / Editorial

Documentazione Legge 4/2013 / Documentation Pag. 6

in Rest Home di Gabriele Olivieri

La fiaba in ospedale / Fairy Tale in hospital

Pag. 25

di Cristina Rapuzzi, Stefania Raiti

S

Segreteria di redazione: Valentina Benoni Degl’Innocenti Sergio Gaiffi Marta Mani Simone Pesci

M

Direttore responsabile e scientifico Guido Pesci

ANPEC Tribune / ANPEC Tribune

Pag. 28

Echi della stampa / Echoes from the press

Pag. 32

Recensioni / Write up

Pag. 36


n. 28 - gennaio-giugno 2013

Editoriale Guido Pesci

Legge 4/2013 Prima di aver raggiunto il 2014, a quaranta anni dalla costituzione del Movimento dei Pedagogisti clinici, quarantennale che verrà festeggiato a Firenze il prossimo anno con un Congresso Internazionale, i pedagogisti clinici vengono soddisfatti da una legge che riconosce la loro professione. Ho da sempre sostenuto con forza, assieme a chi ha creduto in questo impegno, l’importanza e la validità della nostra professione che non ha mancato in trentanove anni di dare risposte utili ai molteplici bisogni dell’individuo, in difesa e valorizzazione di ogni persona e del progresso civile e sociale. Il testo approvato il 14 gennaio 2013, n. 4 e apparso sulla G.U. del 26 gennaio 2013 è accolto dalla nostra Associazione con soddisfazione particolarmente sentita, si tratta di una legge che riconosce con un criterio tipicamente anglosassone la professione e le associazioni come organi per il controllo e la certificazione. Per legge le associazioni diventano un punto di riferimento, devono perciò costituire un proprio corpo di standard qualitativi e di regole deontologiche dal cui rispetto dipende l’ammissione all’Associazione, il controllo, la formazione e l’aggiornamento dei professionisti iscritti e la

conservazione nel tempo di tale qualità di iscritto. Nel riconoscere le associazioni dei professionisti, la legge chiede alle associazioni stesse che siano valorizzate le competenze degli associati, rispettate le regole deontologiche e agevolata la scelta degli utenti. Per questo fissa obblighi di trasparenza delle attività e degli assetti associativi, richiede la pubblicazione di tutte le informazioni utili per orientare i consumatori nelle ricerche della qualità con riferimento a vari aspetti dell’organizzazione associativa e del riconoscimento della qualità dei prestatori e dei servizi professionali offerti. Alle associazioni l’obbligo di promuovere la formazione permanente, la vigilanza delle condotte degli associati, l’istituzione di sportelli di informazione e di risoluzione delle controversie a beneficio dei consumatori, la definizione e il rilascio agli iscritti di marchi di qualità e di attestazione di professionalità. La legge chiede inoltre alle associazioni, standard qualitativi adeguati al consumatore, marchi di qualità e il rispetto di regole che evitino rischi agli utenti, specifiche essenziali per essere inserite nell’elenco delle Associazioni Professionali tenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Anche se la legge è stata raggiunta con grande ritardo, siamo sempre stati consapevoli dell’importanza di fare chiarezza e vigilare sulla nostra Associazione, specie nei rispetti delle professioni ordinistiche che avevano perplessità sul rischio di sovrapposizione o invasioni di campo tra professioni. Ciò è sempre stato garantito, del resto, dai principi epistemologici e dalle metodologie che sostanziano la pedagogia clinica e il pedagogista clinico la cui attività professionale, oggi riconosciuta dalla legge, è esclusivamente educativa e non può confondersi, come prevede la legge stessa, con le professioni sanitarie o attività o mestieri artigianali, commerciali o di pubblico servizio disciplinati da altre specifiche normative. Alla base della pedagogia clinica vi è un principio fondante che si rintraccia nel nostro dizionario al termine “Educazione”, in cui si legge: “L’uomo è res sacra e va rispettata. Sostenuta dall’impronta ideale che non si può educere senza deducere, la pedagogia clinica propone un’educazione dell’essere umano che attinge alla sorgente operativa del bene, rivolta alla vita con l’intento di favorire l’accordo armonico tra pensare e agire. Nel realizzare


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tale obiettivo questa disciplina si avvale di diverse tecniche e metodologie (molte protette da marchio registrato), che basano i loro principi esclusivamente sul significativo valore educativo di ogni atto propositivo trasmesso e trasferito dalla professionalità del pedagogista clinico…”. Ed è proprio questa la diversità che ci caratterizza e ci definisce nel panorama delle discipline e che ha favorito l’arricchimento delle intese per una vivida collaborazione interdisciplinare. Il termine “Collaborazione interdisciplinare” anch’esso presente nel Dizionario del pedagogista clinico, afferma: “Il Pedagogista Clinico si avvale dei contributi e della collaborazione di altri specialisti, con i quali cerca sempre di realizzare delle opportunità di scambio e di integrazione, è tenuto al rispetto della professionalità dei colleghi e a mantenere rapporti basati su lealtà e correttezza, come previsto dal Codice Deontologico. La collaborazione nasce dall’eco dei metodi nuovi, originali e creativi e i risultati positivi raggiunti dal pedagogista clinico, che hanno promosso un interesse rilevante e una riconosciuta professionalità. Tutti gli specialisti, grazie alla loro specifica formazione, possono fornire dati necessari per la messa a punto di un intervento educativo che favorisca il sano sviluppo del soggetto in difficoltà, e la pedagogia clinica ha la convinzione che una collaborazione è possibile se in grado di incidere positivamente

e con significativi vantaggi sulla società”. Si dimostra infatti che il pedagogista clinico è un professionista che si trova ad esercitare il suo operato in molteplici contesti lavorativi con un’ottica multidisciplinare e interdisciplinare secondo una logica di scambio e di dialogo, in collaborazioni con altri specialisti di differenti settori disciplinari (psicologi, psichiatri, neuropsichiatri, logopedisti, psicomotricisti, insegnanti, educatori, avvocati ecc.), con i quali coltiva un rapporto professionale di arricchimento reciproco.

Oggi, trascorsi quasi quaranta anni dalla nostra costituzione in Movimento prima e in Associazione poi, dobbiamo applaudire al buon esito dell’impegno del Legislatore. La legge, nel riconoscerci, dà conferma di credibilità alla nostra scienza e della validità della nostra professione, e, affidati ai principi della pedagogia ulteriori saperi e stimoli, consente la promozione della ricerca e della sperimentazione che sempre più contribuisce a dare risposte di autentico aiuto alla persona nella sua globalità.

Questo numero di Rivista è in parte dedicato alla Legge 4/2013, riporta per esteso il T.U. della Gazzetta Ufficiale del 26.1.2013 e la documentazione richiesta alle Associazioni, tra cui: Dichiarazione ai fini dell’inserimento nell’elenco delle Associazioni professionali con su esposti i requisiti richiesti (sez. I) e la Riservata autorizzazione agli associati ad utilizzare il riferimento all’iscrizione come marchio di qualità (sez. II). Questi documenti sono integrati dall’“Allegato 1” dal Titolo Identificazione delle attività professionali cui l’Associazione si riferisce, e dall’“Allegato 2” nella cui sezione I appaiono gli estremi dell’attività professionale di riferimento e i dati relativi alla struttura organizzativa dell’Associazione e, nella sez. II, viene presentato l’organismo incaricato del controllo dell’applicazione del codice di condotta e le garanzie attivate a tutela degli utenti.

Summary New Law 4/2013 by which one can recognize professional associations and their members. A display of all of the terms on which the Law pauses to substantiate and regulate the relationship between professionals and the community. The Law in recognising the profession of the clinical pedagogist confirms the validity of the profession and the science that substantiates it.


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n. 28 - gennaio-giugno 2013

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n. 28 - gennaio-giugno 2013

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n. 28 - gennaio-giugno 2013

DICHIARAZIONE AI FINI DELL’ INSERIMENTO NELL’ELENCO DELLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI (Legge 14 gennaio 2013, n. 4, recante “Disciplina delle professioni non organizzate” )

Al Ministero dello Sviluppo Economico Direzione Generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica Divisione XVII - Qualità dei prodotti e dei servizi Via Sallustiana, 53 - 00187 ROMA

Il/la sottoscritto/a ......................................................................................................, nato/a il............................ a................................................................................, in qualità d i legale rappresentante dell’associazione professionale denominata ...................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................. costituita in data ..../..../....... e avente sede legale in ..........................................................................................., prov. .......,c.a.p. ..............Indirizzo ........................................................................................................................ ai fini dell’inserimento d ella medesima associazione nell’Elenco d elle associazioni professionali e delle loro forme aggregative, pubblicato n el sito i nternet del Ministero dello S viluppo E conomico, d ichiara, sotto la propria responsabilità: SEZ. I (Requisiti richiesti per tutte le associazioni) • •

che la suddetta associazione h a carattere p rofessionale e natura p rivatistica, senza vincolo d i rappresentanza esclusiva e non ha scopo di lucro; che l e attività professionali cui l’associazione si riferisce, ai sensi d ell’art.4, comma 1, lettera b , della citata legge sono le seguenti (oppure: sono quelle descritte nell’allegato 1):

................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................. • che le attività professionali sopra indicate non contemplano attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi d ell’art. 2229 del C.C., e non rientrano nello svolgimento d i una professione sanitaria o d i attività o mestieri artigianali, c ommerciali e d i pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative; • che statuto e clausole associative garantiscono la trasparenza d elle a ttività e degli assetti associativi, la dialettica democratica tra associati, l’osservanza di principi deontologici; • che l’associazione s uddetta p romuove la formazione permanente d egli i scritti, anche attraverso specifiche iniziative; • che l’associazione ha a dottato u n codice d i condotta a i sensi d ell’art. 27-bis d el C odice del Consumo, ha individuato sanzioni disciplinari d a irrogare p er v iolazioni del medesimo, vigila sulla condotta professionale degli associati; • che l’associazione promuove forme di garanzia a tutela dell’utente; • che l’associazione rispetta, per quanto applicabili, le prescrizioni di cui agli articoli 6 e 7; Dichiara altresì c he l’associazione, in osservanza alle p rescrizioni di c ui a ll’articolo 5, c omma 1 della legge, ha pubblicato sul proprio sito web di seguito identificato: .................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................... i seguenti elementi informativi: a) b) c) d) e) f)

atto costitutivo e statuto; precisa identificazione delle attività professionali cui l’associazione si riferisce; composizione degli organismi deliberativi e titolari delle cariche sociali; struttura organizzativa dell’associazione; requisiti per la partecipazione all’associazione; caratteristiche e validità dell’attestazione eventualmente rilasciata ai sensi dell’art. 7 della legge. Per maggiori dettagli sugli elementi sopra indicati si rinvia all’allegato 1, sezione prima.


n. 28 - gennaio-giugno 2013

SEZ. I I (Riservata alle associazioni che autorizzano g li a ssociati a d utilizzare il r iferimento all’iscrizione quale m archio/attestato di qualità, ai sensi d egli articoli 4 , comma 2 e 5, comma 2 della legge) Inoltre, comunica che la suddetta associazione intende autorizzare i propri associati ad utilizzare il riferimento a ll’iscrizione all’associazione come marchio (o attestato) di qualità e d i qualificazione professionale dei propri servizi, anche ai sensi degli articoli 7 e 8 della citata legge. A tal fine dichiara, sotto la propria responsabilità, che la suddetta associazione: a) ha a dottato i l codice d i condotta p revisto dall’art.5, c.1, lettera a), alla cui attuazione è preposto l’organo descritto nell’allegato 2; b) ha pubblicato s ul p roprio sito w eb l’elenco completo d egli iscritti, e si impegna a d aggiornarlo con cadenza almeno annuale; c) è presente sul territorio nazionale in almeno tre regioni; d) dispone di una struttura tecnico-scientifica dedicata alla formazione permanente d egli a ssociati, in forma diretta o indiretta; e)

possiede

non possiede

un s istema di qualità conforme alla norma UNI E N ISO 9001, certificato d a un organismo di valutazione di conformità regolarmente accreditato; f)

ha attivato a t utela degli utenti le g aranzie previste d all’art.5, c.2, lettera f), ed in p articolare l o sportello di riferimento per il cittadino consumatore p revisto dall’art.2, comma 4, della citata legge, come da descrizione nell’allegato 2;

g) ha pubblicato gli elementi informativi previsti dall’articolo 5, comma 2, della citata legge sul proprio sito web, anche ai sensi dell’articolo 81 del D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59; Per maggiori dettagli sugli elementi sopra indicati si rinvia all’allegato 2, sezione seconda. Allega alla presente dichiarazione la documentazione di seguito specificata. Allegato 1 (descrizione attività) Allegato 2 (scheda riassuntiva dati) Documento di identità in corso di validità (obbligatorio) Note:

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Il sottoscritto dichiara inoltre di essere informato, ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo 196/2003, che i dati personali raccolti sono obbligatori p er i l corretto svolgimento d ell’istruttoria e s aranno trattati, anche con s trumenti i nformatici, esclusivamente n ell’ambito d el procedimento per il quale la presente dichiarazione viene resa.

Il sottoscritto dichiara altresì di essere consapevole delle conseguenze penali in caso di falsa o mendace dichiarazione, a norma degli artt. 46 e 76 del DPR 28 dicembre 2000, n. 445. Data

10

Firma


n. 28 - gennaio-giugno 2013

ALLEGATO 1 Associazione ANPEC Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici .......................................................................................................................................... .................................

Precisa identificazione delle attività professionali cui l’associazione si riferisce “La categoria professionale del pedagogista clinico è indirizzata al vasto panorama dei bisogni della persona con l’intento di soddisfarli con modalità educative indispensabili al rafforzamento delle capacità individuali e al progresso culturale e sociale. L’accezione di clinico in estensione alla pedagogia definisce la finalità educativa come azione umana di aiuto alla persona e al gruppo. Il Pedagogista Clinico […] basa la sua formazione professionale su metodi nuovi, nuove tecniche e nuove tecnologie che ben lo definiscono da un punto di vista scientifico e professionale indirizzando le sue competenze su soggetti di ogni età” (art. 7 Statuto ANPEC). Nel 1974, la Pedagogia clinica era una disciplina inesistente e l’aggettivo di “clinico”, attribuito dal fondatore e Presidente Guido Pesci alla Pedagogia per uscire dagli angusti

criteri

dell’ortopedagogia, ha segnato l’inizio di un nuovo percorso culturale, scientifico e professionale. Il Pedagogista clinico ha a disposizione un ampio ventaglio di tecniche proprie ed esclusive continuamente rinnovate ed aggiornate: si tratta di metodi protetti da marchio registrato, frutto di anni di ricerca e di sperimentazione, e che hanno permesso al Pedagogista Clinico di raggiungere un alto livello di efficacia e di validità. La professione di “Pedagogista clinico” trova riconoscimento anche in altri paesi europei (si veda il Belgio, dove un gruppo di Pedagogisti clinici, formatisi con l’identica formazione dei pedagogisti clinici dell’ANPEC, si sono organizzati nel 2002 in Associazione, l’Association Nationale Pédagogues Cliniciens (ANPC), la quale trova riconoscimento in Belgio con un atto pubblicato nel 2002 sul “Moniteur Belge-Belgisch Staadsblad”, ovvero la “Gazzetta Ufficiale” del Governo Belga) e poi anche presso la UE con la costituzione dell’EURO-ANPEC (Federazione delle Associazioni dei Pedagogisti Clinici in Europa) e dell’Albo Europeo dei Pedagogisti Clinici, registrata presso l’Unione Europea nel 2004 (regolamento CEE n° 2137/85 e leggi del 12/07/1989, n°2137/85 e del 17/07/1989 e R. D. del 27/07/1989), al n°198364-2004, con la pubblicazione della notizia sul “Moniteur Belge-Belgisch Staadsblad” l’11 novembre 2004.

(omissis)

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ALLEGATO 2 SEZIONE I ANPEC Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici Sintetica descriz ione delle attività pr ofessionali di riferimento: Il pedagogista clinico si indirizza al vasto panorama dei bisogni della persona con l'intento di soddisfarli con modalità educative indispensabili al rafforzamento delle capacità individuali e al progresso culturale e sociale. L'accezione di “clinico” in estensione alla pedagogia definisce la finalità educativa come azione umana di aiuto alla persona e al gruppo. Data di costitu zione: 28/03/1997 Statuto: approvato il 28/03/1997 e registrato a Firenze il 16 aprile 1997 al n°2423 Sede legale: Firenze, Viale Europa 155, 50126. Sito web: www.clinicalpedagogy.com Legale rappresentante: Prof. Dott. Guido Pesci Struttura organizzativa dell’associaz io ne: L’Associazione ha carattere nazionale ed è divisa in sezioni periferiche regionali e provinciali su tutto il territorio italiano. Composizione degli organismi deliberativi e titolari delle cariche sociali: Organi dell’Associazione sono: Assemblea, Consiglio Direttivo, Presidente e Collegio dei Probiviri. Il Consiglio Direttivo si compone di: Presidente: Prof. Dott. Guido Pesci Vice Presidente: Prof. Dott.ssa Anna Pesci Segretario: Prof. Dott. Sergio Gaiffi Tesoriere: Prof. Milena Bargellini Consiglieri: Prof. Dott.ssa Letizia Bulli, Prof. Dott.ssa Maria Raugna, Prof. Dott. Viviani Antonio Collegio dei Probiviri: Prof. Dott. Carlo Callegaro, Prof. Dott.ssa Marta Mani, Prof. Dott.ssa Carmen Torrisi Requisiti richiesti per la partecipazion e all’associazione: Titoli di studio: requisito minimo laurea specialistica/magistrale e Corso di formazione per la professione di Pedagogista Clinico riconosciuto e approvato dal Consiglio Direttivo Nazionale. Obblighi di aggiornamento: Il Pedagogista Clinico è tenuto ad un Aggiornamento Permanente, pena l'esclusione dall'Associazione e dall'Albo. Il pedagogista clinico ANPEC deve ottenere, nell’arco di tre anni dall’iscrizione all’Albo, un numero di “Crediti di Aggiornamento” pari a 40. I crediti di aggiornamento sono stabiliti, per ogni singolo evento, dal Consiglio Direttivo Nazionale, sentito il Comitato Scientifico. Saranno riconosciuti ai fini dell’aggiornamento professionale e della formazione permanente la partecipazione a Convegni/Congressi scientifici organizzati dall’ANPEC in forma diretta o indiretta e/o la partecipazione a corsi, seminari, workshop, stage organizzati da enti formativi riconosciuti dall’ANPEC. Strumenti predisposti per l’accertame nto dell’obbligo di aggiornamento professionale: l’ANPEC garantisce la presenza di un Comitato Scientifico, cioè di una struttura tecnico-scientifica dedicata alla formazione permanente degli associati (in forma diretta e/o indiretta). Quota da versare: annuale

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SEZIONE II Soggetto od organismo incaricato del controllo della applicazione del cod ice di condotta: Collegio dei Probiviri. Sedi regionali dell’associa zione: l’ANPEC è presente con sezioni periferiche in tutte le regioni italiane. Struttura tecnico-scientifica per la for mazione degli associati: l’ANPEC garantisce la presenza di un Comitato Scientifico, cioè di una struttura tecnico-scientifica dedicata alla formazione permanente degli associati (in forma diretta e/o indiretta). Il Consiglio Direttivo Nazionale fa proprio ogni parere espresso dal Comitato Scientifico per deliberare e istituire corsi di formazione e/o aggiornamento, promuovere iniziative per la ricerca e la divulgazione della pedagogia clinica. Garanzie attivate a tutela degli utenti: "sportello" di riferimento per il cittadino consumatore con modulo di contatto sul sito www.clinicalpedagogy.com; vigilanza del Collegio dei Probiviri sulla condotta professionale degli iscritti. (omissis)

Nulla di troppo Nel vasto panorama comunicativo che nel reflecting viene utilizzato per accompagnare la persona nel suo iter riflessivo, la comunicazione verbale – ridotta all’essenziale in quanto finalizzata esclusivamente a sollecitare la riflessione – ha il delicato ruolo di attore non protagonista. La peculiarità di questa disciplina che bandisce la parola-farmaco, il parlare per fare domande, giudicare, criticare è, infatti, quella di ricorrere alle parole il meno possibile e di farlo in modo mirato e funzionale. Ma parlare senza dire «nulla di troppo» e saper comprendere correttamente il narrato della persona che si ha di fronte in tutte le sue sfumature, comporta per il reflector una conoscenza approfondita e globale del linguaggio verbale. Il presente volume, soffermandosi a illustrare dapprima le regole della comunicazione verbale e poi quegli elementi fonetici, semantici e morfosintattici della lingua utili nel reflecting, corredati di esempi pratici, si offre quale prezioso vademecum per chi accompagna la persona nel lungo e impegnativo cammino interiore alla scoperta di sé.

tà i v No

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ASPETTANDO EXPO 2015 Nutrire la Persona a cura della Redazione

ASPETTANDO EXPO 2015Nutrire la Persona è un progetto a cui hanno dato vita i colleghi Alessandra Obinu, direttore ANPEC della sezione provinciale di Savona e Imperia, Michela Diani, direttore della sezione provinciale ANPEC Milano, Giuseppe Raimondi, responsabile del progetto. Il progetto, accolto e patrocinato dalla Provincia di Milano di intesa con l’EXPO 2015 si prefigge di contribuire alla sensibilizzazione della popolazione sulle tematiche dell’alimentazione, a scoprire e ad apprezzare le diverse sfaccettature con cui può essere letto l’Evento Expo 2015. Il progetto dei colleghi, assai ambizioso, per essere attuato richiede il contributo dei pedagogisti clinici oltre che di specialisti in tante altre discipline, realizzando così il principio della interdisciplinarietà a cui la categoria ha da sempre riservato una grande attenzione. Tra gli obiettivi, oltre al Congresso del 9 novembre che si tiene a Milano, importante base di partenza, seguiranno convegni e conferenze pubbliche sul territorio, momenti di incontro con personalità del prestigioso mondo scientifico della ricerca e della sperimentazione, su possibili temi tra cui:

Alimentazione e stili di vita, Alleanze educative nell’alimentazione, Alimentazione e salute, Prevenire i Disturbi del Comportamento Alimentare, Pubblicità e cibo... Sono inoltre previsti workshop, progetti di educazione e formazione/aggiornamento nelle Scuole della Provincia di Milano, coinvolgendo l’Assessorato correlato all’iniziativa, giornate di convivialità con la presenza di autorità e persone del mondo dello spettacolo sensibili a sostare sull’analisi dei reali bisogni. A ciò si aggiunge uno Spazio Libero, messo a disposizione dell’ANPEC dall’EXPO 2015, in cui viene attuato un servizio gratuito ai visitatori che avvertono

la necessità di confrontarsi sull’educazione alla salute, all’alimentazione e all’espressività corporea; uno Sportello di Ascolto Pedagogico Clinico per individuare le strategie che possono promuovere il benessere e, assieme ad altri specialisti, i percorsi più utili in risposta alla diverse esigenze. I colleghi, con questo loro progetto che ha già raccolto riconoscimenti pubblici di grande rilevanza, hanno offerto e offrono alla nostra categoria professionale una opportunità che chiede a tutti disponibilità alla collaborazione ed una massiccia presenza alle iniziative, testimonianza di compattezza della categoria in interessi comuni.

Sala Corridoni - Milano

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“Relazioni in ...gioco” con gli ospiti della struttura “Dono di speranza” Corato (BA) di Rosaria Di Gennaro e Maria Giacinta Tarricone

Considerazioni socio-demografiche sull’invecchiamento Risulta di particolare importanza la valutazione dei recenti dati statistici: gli ultrasessantacinquenni cresceranno del 200% entro il 2050; nel frattempo, la popolazione tra i 15 e i 64 anni crescerà del 16% e il gruppo inferiore ai 15 anni solo del 5%. La crescita maggiore riguarderà gli ultraottantenni che aumenteranno del 400%. Sappiamo inoltre che in questo scenario l’Italia è il paese con il maggior numero di over 65, e lo sarà anche nel 2050. E questa è una conquista. Il problema è che le statistiche dicono che gli italiani ormai passano gli ultimi quattro anni della loro vita nella non autosufficienza. La sfida è contenere la crescita dei bisogni con una efficace lotta preventiva all’invecchiamento patologico e alle malattie età-associate per migliorare la qualità della vita dell’anziano. Adesso che stiamo assistendo alle prime conseguenze riguardanti l’invecchiamento della popolazione, sorge la necessità di riflettere maggiormente sulla funzione preventiva degli interventi d’aiuto al fine del miglioramento della qualità della vita nelle fasce d’età più a rischio. Spesso è possibile notare che molti anziani (ma anche meno anzia-

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ni) non riconoscono e/o non riferiscono la presenza di disagi psico-sociali, mentre enfatizzano la sintomatologia fisica, spesso dolorosa, come unico problema. Pertanto, tale condizione si traduce nella mancanza di partecipazione e nel calo di motivazione e inevitabile passività; la perdita di contatti sociali provoca isolamento, depressione e senso di inadeguatezza. Si viene a creare, dunque, per la persona fragile, un vero e proprio circolo vizioso che può condurre il soggetto verso lo stato di non autosufficienza. Si ribadisce, quindi, la valenza preventiva dell’intervento d’aiuto poiché il mantenere la capacità di autonomia nelle attività di vita quotidiana è fondamentale per gli anziani e contribuisce al loro senso generale di benessere emotivo. Da ciò viene spontaneo e doveroso porsi alcune domande: Nei prossimi decenni la nostra società avrà i mezzi per mantenere un numero crescente di anziani in condizioni di malattia e di dipendenza che graveranno sui bilanci pubblici? Ci saranno nel contesto della struttura sociale le condizioni perché si possa davvero prefigurare un aiuto agli anziani degno di questo nome? Ci saranno le condizioni culturali e sociali perché la nostra società consenta di organizzare

…si traduce nella mancanza di partecipazione e nel calo di motivazione e inevitabile passività… adeguatamente la crescente domanda di aiuto alla persona? Tutti quesiti, questi, che restano aperti, ma siamo convinte che nessun pessimismo caratterizza la nostra professione di pedagogisti clinici, perché essa possiede gli strumenti umani, culturali, scientifici ed organizzativi per affrontare anche le sfide più drammatiche. Motivazioni pedagogico-cliniche del progetto L’anziano spesso vive in situazione di disagio per una perdita anche parziale della propria autonomia, mostrandosi poco reattivo agli stimoli, ricoprendo il ruolo di assistito e bisognoso di sostegno. “L’agire” del pedagogista clinico si sostanzia nella capacità di comprendere ed assumere il punto di


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vista dell’anziano, di mettersi in sintonia con le sue modalità di comunicazione, di saper rispondere in modo appropriato alle sue richieste ed aspettative di avvicinamento e verifica, in itinere, l’adeguatezza della risposta. Per contrastare sofferenza, rassegnazione e depressione occorre alimentare nella persona anziana il senso della vita, mentre la si accompagna lungo un percorso rivolto a trasmettere piacere, speranza, ma soprattutto desiderio di vivere. Il pedagogista clinico mira a sollecitare nella persona esperienze che le consentono di esprimere le potenzialità creative, il proprio mondo interiore e valorizzare la dimensione artistica, creativa e spirituale, stimolando la memoria, risvegliando la curiosità e sollecitando la capacità di comunicare. Fondamentale per l’anziano è lo sviluppo di una buona autoregolazione, cioè l’abilità di modulare le proprie azioni in funzione di valori, scopi e benessere personali. Sono di conseguenza chiamate in causa le capacità meta cognitive, l’autosservazione, autovalutazione e gestione di emozione e impulsi. L’autoregolazione e l’autonomia sono senz’altro fattori determinanti per la qualità della vita di una persona. È proprio partendo da queste svariate considerazioni che si è deciso di proporre il progetto pedagogicoclinico RELAZIONI IN... “GIOCO” presso la struttura per anziani “Dono di speranza” - Corato (BA). Un percorso che si è snodato dal

mese di ottobre al mese di dicembre con un incontro di un’ora e trenta una volta a settimana. Gli ospiti sono stati selezionati in base alle rispettive abilità residue. Gli Obiettivi inseguiti sono stati quelli di stimolare la memoria, migliorare le relazioni interpersonali (tra gli ospiti e con il personale della struttura), mantenimento delle abilità cognitive di base, migliorare la percezione sensoriale, potenziare le capacità attentive, stimolare l’orientamento spazio-temporale, l’autonomia, e nutrire l’autostima. Setting Il luogo in cui effettuare le attività risulta di enorme importanza. La struttura, pur non disponendo di grandi spazi, è riuscita a mettere a disposizione un’ampia rientranza del corridoio, che, a seconda delle attività proposte, veniva adeguata con materiali occorrenti (come ad esempio il tavolo centrale rotondo che permette la “circolarità”). Tale spazio è divenuto un ambiente familiare, rilassante, lontano da stimoli esterni distraenti. Di fondamentale importanza l’espletamento dell’attività sempre nello stesso giorno della settimana, perché l’ospite potesse conservare un orientamento temporale costante. Descrizione di alcune attività e modalità operative Ogni incontro ha, in alcune sue parti, una sua struttura “rituale”. Nel momento dell’accoglienza (di fondamentale importanza), per esempio, viene dato il benvenuto a

tutti i membri del gruppo a uno a uno, chiamandoli per nome e attivando ogni volta un’attività differente. Inoltre si sottolinea la fascia temporale nella quale ci si trova (analoga cosa viene fatta nell’annunciare l’incontro successivo). Si passa poi alle attività programmate riferibili di volta in volta ad uno o più punti previsti negli obiettivi. In un gran numero di attività si cerca di attivare la reminescenza, stimolando i ricordi passati, condividendoli con il gruppo. Per fare ciò si sono utilizzati proiezioni audio / video di “pezzi” adeguatamente selezionati nella considerazione dell’epoca storica vissuta dagli ospiti. Inoltre ci si è cimentati con il potenziamento della memoria olfattiva, preparando barattolini contenenti svariati odori. Tutto ciò, presentato come “gioco

…si sostanzia nella capacità di comprendere ed assumere il punto di vista dell’anziano, mettersi in sintonia con le sue modalità di comunicazione... 17


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a squadre”, ha avuto anche la finalità di migliorare gli aspetti emotivi-relazionali. Molto gradita agli ospiti e stimolante è risultata l’esperienza derivata dalle sollecitazioni tattili che hanno rivitalizzato e divertito in particolare gli ospiti ipovedenti e ipoacusici. Dovendo operare nel periodo prenatalizio si è pensato al potenziamento delle abilità domestiche con attività di rievocazione delle preparazione di cibi, della tavola, delle tradizioni locali legate alla festa, compresa la lettura di testi in vernacolo che raccontano tali aspetti in, maniera vivace e motivante. Attivati da tali stimoli, non sono mancati i racconti personali. Momenti, questi, di rilevante importanza, poiché si è promosso il riconoscimento delle emozioni altrui e il conseguente adeguamento del proprio comportamento, modulandosi agli altri e alla situazione. Tante sono state le attività di prassia costruttiva e quelle di movimento con la musica. Da quanto descritto, è facile desumere che l’uso dei metodi applicabili che il pedagogista clinico possiede come “prezioso corredo” è stato vario e articolato: Edumovement®, InterArt®, Memory Power Improvement®, Discover Project® che ha particolarmente favorito esperienze corporee di contrazione e decontrazione muscolare oltre che la presa di coscienza di sé. Infine, analizzando la modalità organizzativa del progetto, si ritiene che la presenza negli incontri di alcune figure operanti nella struttura affiancate alle due pedagogiste clini-

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che oltre che a favorire il passaggio di informazioni e di collaborazione tra le varie figure professionali, abbia migliorato gli aspetti relazionali tra ospiti e personale operante. Conclusioni Nel corso dei vari incontri, si sono messi in rilievo i punti di forza dell’anziano allo scopo di aumentare la sua autostima, ottimizzando le potenzialità di ognuno e rafforzando le relazioni interne al gruppo (comprese le figure degli operatori professionali della struttura). La partecipazione del gruppo è stata continuativa, il clima sereno e collaborante. In riferimento all’inizio si sono riscontrati alcuni atteggiamenti di opposizione e si sono registrati apatia, vocalizzazioni, ridotta attenzione nello svolgimento delle attività; nello scorrere degli incontri, tali aspetti si sono visibilmente attenuati, gli ospiti hanno sempre portato a termine le attività, c’è stato un aumento nel livello di attenzione, stimolazione della memoria a lungo termine, riconoscimento di brani musicali e di testi delle canzoni, non sono emersi stati di agitazione e irrequietez-

za. Inoltre gli operatori hanno riferito che gli ospiti hanno sempre atteso con impazienza il venerdì (giorno previsto per gli incontri). Nel prosieguo di tali progetti si auspica un maggiore coinvolgimento dei familiari in modo da far loro visionare elaborati, foto, video e per poter avviare un proficuo confronto che possa contribuire ad appianare le problematiche vissute giorno per giorno.

Gli ospiti hanno sempre portato a termine le attività, c’è stato un aumento nel livello di attenzione, nella memoria… hanno sempre atteso con impazienza il venerdì.

Summary The authors are referring in relation to an activity implemented by them in favor of older people while witnessing any required care and the validity in the use of pedagogical clinical methods. The results confirm the opportunity of creating prevention situations which are more and more adapt to subjects with these ages which, as noted in the work, are showing in an always greater number. The situations of sympathy and the requirements imposed by the interests and to keep alive and increase the intentionality, through the active awakenings shown, is the sure warranty aimed at improving the life situation while positively investing the awaiting.


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Autobiografia clinica di Myriam Perseo

Il termine “persona” ha assunto un significato rilevante nell’ambito della cultura pedagogica e filosofica contemporanea, quale dimensione fondante dell’esistere umano complesso e concreto. Mettere al centro dell’interesse pedagogico la persona significa confrontarsi con una crisi che può divenire nuovo punto di partenza per avviare una riflessione sulla circolarità tra il percorso di vita e il percorso di formazione. La pedagogia clinica rivolge il proprio interesse alla persona to-

Il termine persona ha assunto un significato rilevante...

tale, muovendosi nella convinzione che il valore di un metodo educativo è dato dalla possibilità di sviluppare ogni aspetto di essa e di offrirle l’opportunità di esprimere i propri sentimenti, acquisire conoscenze e abilità, apprendere come imparare. Conoscere e conoscersi sono dimensioni possibili all’interno di un percorso che preveda lo sviluppo del pensiero narrativo. Esso si esprime attraverso le parole, la grafia, le immagini, le creazioni, i ricordi e permette a ogni persona di costruire il proprio mondo e la propria identità. Raccontarsi significa percorrere le strade della memoria, alla ricerca di una trama personale da seguire e dispiegare: la memoria ospita la nostra vita, restituendocela sempre diversa. Essa è costituita da avvenimenti, percezioni, emozioni e vissuti che non hanno tempo perché presenti già a partire dalla vita prenatale.

Prestare attenzione adeguata, appropriata, legittima a se stessi e alla propria storia fa della pratica autobiografica una dimensione Clinica ovvero del prendersi Cura e, inoltre, rende tale pratica formativa e auto formativa, nell’ottica propria della cura sui1. Essa «non può conoscere programmi, solo cercare di do-

…attenzione adeguata, appropriata, legittima a se stessi e alla propria storia… prendersi cura.

quale dimensione Cura sui o Cura di sé è stata, fino a qualche tempo fa, espressione poco utilizzata. Essa viene riabilitata da M. Foucault (1992, 1996, 2033) che ha saputo superare l’idea che la cura di sé potesse essere una pratica estremamente individualista dalla quale rifuggire. Essa, secondo questo pensiero, richiamava un atteggiamento egoistico, di ripiegamento su se stessi. Fu Foucault che valorizzò l’importanza di intensificare le relazioni sociali per potersi realmente prendere cura di sé; solo in questo modo, nel confronto con l’altro, possiamo occuparci della nostra esistenza. Cfr. L. Mortari, Aver cura di sé, Milano, Mondadori, 2009. 1

fondante dell’esistere umano...

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tarsi di una sua anomala vocazione ad essere per se stessa, senza sapere se quell’introspezione che la occupa sortirà questo o quel vantaggio»3. Non si pone obiettivi o traguardi da raggiungere, non può essere programmata a priori, perché, si rivolge alla vita con l’intento di favorire l’armonia tra il pensiero e l’azione. Incoraggiare la capacità di prendersi cura di sé è un impegno concreto per il pedagogista clinico, orientato ad affinare nell’uomo tutte le sue potenzialità, accrescere le possibilità conoscitive, sviluppare l’efficacia con un’operazione di soggettivazione i cui valori siano soddisfatti dalla stima di sé e dei propri bisogni sociali. Il lavoro di narrazione di sé, attraverso modalità differenti, acquista grande rilevanza formativa e pedagogico clinica, perché permette, a colui che si narra, di ripercorrere la propria esistenza e di ripensarla «per assegnarsi un’identità ed un senso nuovi e ulteriori rispetto a quelli del reale, cronologico, empirico», per leggere le tracce di sé, ordinarle e valorizzarle, per offrire significato, unità e coerenza vissuto. Sostando nella propria storia il soggetto si apre a se stesso e problematizza i dati della memoria e dell’introspezione, dando luogo ad un intreccio non lineare tra memoria/tempo/senso. Un lavoro personale che assume forma “terapeutica”, in quan-

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to tèchne maieutica4, in grado di favorire nella persona la possibilità di assegnare significato alle proprie esperienze attraverso il racconto, nella sicurezza di essere accolti, con il proprio portato, dal pedagogista clinico. Tale lavoro diviene la possibilità di narrare la persona e di farlo per la persona stessa, imparando a prendersi cura del proprio essere. Il racconto di sé diventa, quindi, la ricerca di nuove opportunità formative; è un raccontarsi per cercarsi, riconoscersi, prendersi cura di sé e, con-

…permette a colui che si narra di ripercorrere la propria esistenza e di ripensarla…

temporaneamente, è ricerca di riconoscimento, in quanto identità uniche e irripetibili, da parte degli altri. Qui troviamo i due aspetti fondamentali della narrazione di sé: quella personale, intima e quella relazionale, collettiva, una storia dentro la storia. Al pedagogista clinico spetta il compito di costruire con la persona un dialogo fondato sulla reciprocità, la fiducia, l’attenzione, che favorisca l’emergere della cura come «la qualità esistenziale fondamentale, in quanto l’essere dell’Esserci si rivela come Cura»5. Essa è la manifestazione sostanziale della vita umana, poiché quest’ultima non si presenta senza la cura, o meglio, la vita umana non si dispone in una direzione di senso senza l’esistenza della “cura” che ne rende possibile l’apertura all’assunzione di significato. Ospitare le storie personali nel proprio sguardo offre al pedagogista clinico la possibilità di sostenere la persona nel proprio percorso di ricerca individuale e di conoscenza e di facilitarla nel tirar fuori tutta la ricchezza del proprio mondo interiore. «L’attenzione rivolta alla globalità dell’individuo, impone al pedagogista clinico un interesse per il mondo dell’emozionalità, degli affetti, delle

D. Demetrio, L’educazione non è finita, Roma, Meltemi, 2010, p. 32. Il metodo socratico dell’arte dialettica del tirare fuori dalla persona, in questo caso dall’allievo, pensieri assolutamente personali 5 L. Mortari, La pratica dell’aver cura, Milano, Mondadori, 2006, p.1. 3 4


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ESPERTO IN GESTIONE E CONDUZIONE DI GRUPPI Sede e data di inizio: Firenze, 12 ottobre 2013 Destinatari: Psicoterapeuti, Psicologi e Psicologi in formazione, Pedagogisti clinici, Psicomotricisti funzionali, altri operatori nell’area educativa, riabilitati­va, socio-sanitaria e della formazione, che si possono trovare nella loro pratica professionale a condurre gruppi. Numero dei partecipanti: minimo 12 e massimo 25 Prospetto della formazione Il percorso della formazione è orientato a far acquisire un ventaglio di conoscenze e competenze sulle modalità di condu­zione di gruppi per poter attivare, organizzare e gestire incontri di gruppo nei diversi contesti dell’ambito psicologico, socia­le, educativo e sanitario, con una particolare attenzione agli atteggiamenti e comportamenti che permettono di facilitare i processi interattivi. La formazione, sia teorica che esperienziale, prevede: • Il Gruppo. Gli approcci teorici al gruppo - I tipi di gruppo - Le fasi e i ruoli del gruppo - La leadership e il leader - I processi decisionali - La persuasione e l’influenza sociale - Le norme e i conflitti - La comunicazione - La preparazione e l’organiz­zazione di gruppo - La gestione del gruppo • I tipi di conduzione. Presentazione delle principali modalità di conduzione per la creazione del clima di fiducia e di rispet­to per la persona, per l’ascolto empatico, per la focalizzazione sull’esperienza ecc. • Metodi e Tecniche per la conduzione di gruppo. Attraverso esercitazioni pratiche saranno presentate e sperimentate di­verse performance come conduttori e ogni partecipante avrà l’opportunità di sperimentare e affinare, in prima persona, il proprio stile di conduzione. • I contesti di applicazione della conduzione di gruppi. Sarà indicata l’applicazione delle modalità di conduzione nelle di­verse fasi evolutive del gruppo e in diversi contesti. • Progettazione di conduzioni di gruppo. Esercitazioni sulle modalità di progettazione di un intervento di conduzione di gruppo, sul loro inserimento nell’ambito di un programma più complesso e sulla creazione di nuove attività mirate alle peculiarità di gruppo. • Verifica finale Docente: Prof. Dott. Giuseppe Tomai, Psicologo, Psicoterapeuta, esperto in gestione e conduzione di gruppi Al termine del percorso verrà rilasciato l’Attestato di Esperto in gestione e conduzione di gruppi Calendario: 12-13 ottobre, 26-27 ottobre, 07-08 dicembre 2013, 11-12 gennaio 2014 Organizzazione didattica: il percorso formativo si articola in quattro week-end (sabato e domenica) Orari: sabato ore 10:30-13/14-18; domenica ore 9-13/14-16:30 Quota di iscrizione: Euro 186,00 Quota di frequenza: Euro 700,00 divisibili in due rate da Euro 350,00 ciascuna Sede della formazione Firenze: ISFAR Istituto Superiore Formazione Aggiornamento e Ricerca - Palazzo Giraldi, Via del Moro 28 (a 100 mt. dalla stazione ferroviaria di S.M. Novella) Per informazioni e iscrizioni Segreteria ISFAR Viale Europa 185/b - 50126 Firenze Tel./Fax. 0556531816 - e-mail: info@isfar-firenze.it - www.isfar-firenze.it


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LA SELEZIONE DEL PERSONALE Sede e data di inizio: Firenze, 16 novembre 2013 Destinatari: Psicologi e Psicologi in formazione, Professionisti delle Risorse Umane, Medici con specializzazione in Medici­na del Lavoro, Orientatori, Pedagogisti Clinici. Programma Organizzazione Aziendale • I modelli e le forme di organizzazione • I fattori che “fanno” l’organizzazione: mission, vision, valori, organigramma, mansionari e processi • Cultura e clima organizzativo • La selezione del personale ed il contesto organizzativo La Selezione del Personale • Il ruolo del selezionatore • Le fasi del processo di selezione • Il colloquio tra selezionatore e azienda • Job analysis e job description: le varie tipologie di competenze • L’iter di selezione del candidato • La costruzione del messaggio di reclutamento: privacy, keys e format • La divulgazione del messaggio di reclutamento: mezzi, fonti e banche dati • Pari opportunità e disposizioni di legge in materia di selezione del personale • Lo screening dei curricula: leggere fra le righe • Il colloquio di selezione: le fasi, gli strumenti e i tipi di colloqui • Il colloquio di gruppo: quando e come • Anche il candidato valuta l’azienda: quando e come parlare di inquadramento, retribuzione e carriera. Presentazione di alcuni tra i più utilizzati test di selezione (DAT-5, GMA, BOMAT, TOM, ACS) • Come scegliere il test giusto in funzione delle specifiche esigenze • La costruzione delle matrici di lettura dei dati • La rosa dei candidati: stesura dei profili individuali e presentazione dei candidati all’azienda • “Le faremo sapere”: come comunicare con i candidati in selezione e perché • Dalla selezione alla valutazione in itinere: la valorizzazione delle Risorse Umane Esercitazioni pratiche e analisi di casi Docente: Prof. Dott. Gaiffi Elena, Psicologa nel settore del lavoro e delle organizzazioni, Perfezionata in Teorie e Tecniche di Gruppo Al termine degli incontri verrà rilasciato l’Attestato di Formazione

Selezione del personale

Calendario: 16-17 novembre; 23-24 novembre 2013 Organizzazione didattica: il percorso formativo si articola in due week-end (sabato e domenica) Orari: sabato 10:30-13/14-18; domenica 9-13/14-16:30 Quota di iscrizione: Euro 186,00 - Quota di frequenza: Euro 300,00 Sede della formazione Firenze: ISFAR Istituto Superiore Formazione Aggiornamento e Ricerca - Palazzo Giraldi, Via del Moro 28 (a 100 metri dalla sta­zione ferroviaria di S.M. Novella) Per informazioni e iscrizioni Segreteria ISFAR Viale Europa 185/b - 50126 Firenze Tel./Fax. 0556531816 - e-mail: info@isfar-firenze.it - www.isfar-firenze.it


ISFAR® ISTITUTO SUPERIORE FORMAZIONE AGGIORNAMENTO E RICERCA® Formazione post-universitaria delle professioni®

CONSULENZA TECNICA E PERITALE PRESSO IL TRIBUNALE CTU-CTP Sede e date: Milano, 29-30 novembre e 1 dicembre 2013 Destinatari: Psicologi, laureati in Psicologia (classi 58/S; LM-51; V.O.), in Scienze e tecniche psicologiche (classi 34; L-24) e Pedagogisti Clinici ANPEC. I partecipanti alla formazione saranno inclusi in un elenco di specialisti annualmente aggiornato in siti web. Prospetto della formazione Il percorso formativo è strutturato in modo da permettere l’acquisizione delle competenze teoriche, metodologiche e tecni­che e la professionalità necessaria per svolgere convenientemente la consulenza in tutte quelle situazioni di carattere conflittuale per cui è stato previsto un procedimento giudiziario. Le figure professionali di Consulente Tecnico d’Ufficio e di Consulente Tecnico di Parte sono previste e delineate dal Codice di Procedura Civile (libro I - art. 61-64) e dal Codice di Pro­cedura Penale (libro III - art. 220-233). • Il Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) nei processi civili • L’iscrizione all’Albo dei Consulenti Tecnici • Doveri del Consulente • L’udienza di comparizione • Le operazioni e le tecniche peritali • Strumenti di valutazione nella consulenza tecnica • Il Consulente Tecnico di Parte (CTP) • Responsabilità del Consulente e sanzioni • La Consulenza Tecnica nei processi penali • Gli ambiti della consulenza (separazione, divorzio, affidamento, adozione, valutazione del “danno” sul minore ecc.) • Caratteristiche generali della perizia • Tecniche di redazione della relazione peritale • Esercitazioni con supervisione guidata • Stesura e discussione della consulenza tecnica Docente: Prof. Dott. Sergio Gaiffi, Psicologo, Psicoterapeuta, Consulente Tecnico per il Tribunale di Prato Al termine degli incontri verrà rilasciato il Certificato di

Formazione in Consulenza Tecnica e Peritale (CTU-CTP) Organizzazione didattica: il percorso formativo si articola in un week-end intensivo (venerdì, sabato e domenica) Orari: venerdì 10:30-13/14-19; sabato e domenica 9-13/14-18 Quota di iscrizione: Euro 186,00 - Quota di frequenza: Euro 200,00 Sede della formazione Milano: Hotel Holiday Inn Milan Garibaldi Station****, Via Bassi 1/a Per informazioni e iscrizioni Segreteria ISFAR Viale Europa 185/b - 50126 Firenze Tel./Fax. 0556531816 - e-mail: info@isfar-firenze.it - www.isfar-firenze.it


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…tirar fuori tutta la ricchezza del proprio mondo interiore. aspettative, dei sentimenti dei soggetti con cui si troverà ad operare»6. La competenza del pedagogista clinico sta, infatti, nella capacità di fare nel dare, nel donare occasioni in cui la persona possa cercare e trovare il proprio spazio, rintracciare risposte idonee ai suoi bisogni, divenire consapevole della propria presenza nel mondo. In questa ottica è chiaro il compito della pedagogia clinica: «realizzare concretamente il principio di una concezione educativa integrale e dinamica che consideri l’individuo nella sua totalità e nella complessità dei suoi possibili cambiamenti […] Infatti, se il soggetto si prende cura di sé conoscendosi, e si conosce raccontandosi» sente, poi, «bisogno di indirizzare il proprio messaggio a qualcuno»7, qualcuno che lo ascolti in una situazio-

ne di empatia e che possa favorire il dialogo e l’espressione in ogni sua forma. Narrarsi per scoprirsi, comprendersi, imparare è una modalità che dà la possibilità, dunque, di promuovere il desiderio di conoscenza di sé e del mondo, sviluppando “un’intelligenza interiore” che incoraggia la cura verso se stessi. Ogni racconto autobiografico è un discorso auto-riflessivo, espresso da un soggetto rispetto alla propria vita, una formazione intesa come processo di crescita con una connotazione evolutiva, un significato dinamico. Il pedagogista clinico nel prendersi cura della persona sa che dovrà essere disponibile a saper attendere, saper ascoltare con pazienza e interessamento vero; inoltre, sarà consapevole che il suo prendersi cura della persona è orientato verso lo sviluppo della capacità di favorire la cura sui. Peculiarità appartengono al

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pedagogista clinico per formazione: ogni istante è importante per accogliere, creare un rapporto di crescita, di benessere, per approfondire, comprendere e comprendersi, per imparare dalle storie ascoltate.

…narrarsi per scoprirsi, comprendersi… incoraggiare la cura verso se stessi.

In Pedagogia Clinica Pesci - Mencattini, Autonomia e coscienza di sé, Roma, Ed. Magi, 1999, p. 9

Summary Myriam Perseo analyzes the complexity of what is shown by everyone and the value of educational methods that let her open out to the expression of feelings and helpfulness. She claims the importance of narrative of the self and what telling the self means to everyone, expressing one’s own ideas and each personological aspect, either bottling, obstructive or facilitating the narrative of the self. The author maintains that meanings of these dialogical expressions, such as telling to find, know and recognize oneself, provide a self-knowledge and become a path of evolutionary connotation necessary to learn from life.

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La pedagogia clinica nella Formazione in Casa di Riposo di Gabriele Olivieri

Questa esperienza di formazione l’ho proposta nell’Istituto Domenico Trincheri di Albenga (SV), una Azienda Pubblica di Servizi alla Persona che si occupa di anziani autosufficienti, parzialmente autosufficienti e non autosufficienti. Ho ritenuto indispensabile presentare questo progetto di formazione rivolto agli operatori di reparto, OSA, OTA, OSS, figure professionali presenti nella struttura perché assai soggette a stress e burnout. I fattori problematici all’interno della Casa di Riposo si mostrano molteplici poiché si trovano a confronto operatori dipendenti di diverse cooperative con differenti tipologie di contratto, tutti inclusi nell’organigramma e impegnati a favore degli ospiti. Emergono così sia una complessità nella gestione organizzativa che una elevata fragilità nelle dinamiche relazionali dimostrandosi estremamente conflittuali con comunicazione scarsa e/o distorta, nonché la permanenza ormai cronica di emozioni negative associate a pregiudizi e stereotipi. Tali problematiche rallentano e vanno a minare la fiducia in sé stessi e negli altri ostacolando di fatto il normale svolgimento del lavoro. A tale scopo ho predisposto dei questionari su

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che cosa ne pensassero i lavoratori di queste tematiche e della necessità di formazione, a cui spesso gli enti non pensano. In un recente passato molti operatori di reparto avevano manifestato la volontà di partecipare a corsi di animazione per volontari, ai quali però non vi sono potuti rientrare per motivi organizzativi, ho sentito allora l’esigenza di pianificare loro una formazione che tenesse conto non solo dell’animazione che si può svolgere con soggetti anziani, ma anche della relazione nel lavoro di

...vanno a minare la fiducia in sé stessi e negli altri ostacolando di fatto il normale svolgimento del lavoro.

gruppo perché il gruppo divenga gruppo di lavoro e sviluppi una adeguata comunicazione nella triade operatore → parente → paziente. Per questo si è reso necessario il progetto di formazione, un servizio improntato all’aiuto deve potersi qualificare partendo dalle capacità professionali individuali tessute in una trama di intese e di rispetti per offrire a tutti, sia agli ospiti che a chi opera, un miglior clima e stato di salute nell’ottica di un reale benessere. La necessità quindi di essere considerati fautori di un cambiamento, di potenziare l’identità personale, maturare atteggiamenti più consapevoli verso gli ospiti della struttura. Gli obiettivi del progetto di formazione erano quelli di stimolare in maniera positiva il confronto e la discussione, far emergere le emozioni negative per mutarle poi in positive o renderle neutre, finanche aiutare i soggetti a prendere consapevolezza delle difficoltà di comunicazione presenti. Il progetto dal titolo “Animazione e Relazione nella Cura dell’Anziano”, si è tenuto due venerdì al mese per 6 mesi, in totale 30 ore: nei primi incontri, condotti a “lezioni frontali” sono state trattate le problematiche sociali, psicologiche e pedagogiche della vecchiaia e il tema del-


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...di essere considerati fautori di un cambiamento, potenziare l’identità personale, maturare atteggiamenti più consapevoli verso gli ospiti della struttura. la “Resilienza” vista come la capacità di superare i periodi critici della vita, gli altri incontri hanno visto la realizzazione di esperienze pratiche. Dopo i primi tre condotti a modalità frontale, ho cambiato la disposizione delle sedie collocandole in cerchio, per facilitare la relazione e la comunicazione, fino a giungere successivamente ad una maggiore e diretta interazione dei partecipanti con esperienze e attività svolte in gruppo. Le esperienze

di gruppo hanno consentito di costruire presupposti di condivisione, alleviando la tensione e generando il piacere di affidarsi. Una opportunità per tutti di significare, per mezzo di ogni linguaggio espressivo, corporeo, gestuale e verbale, le emozioni che emergevano, conoscerle, liberarsi e far fluire pensieri e idee fino a rendersi sempre più consapevoli di quanto queste influiscono sulle scelte lavorative e sul comportamento con gli altri. Il percorso del progetto ha previsto l’utilizzo di alcuni metodi pedagogico clinici, inizialmente mi sono affidato al Metodo Reflecgting® associato ed integrato con altre tecniche creative e partecipative per stimolare un diverso equilibrio personale e conseguentemente un nuovo pattern idoneo a ristrutturare i rapporti creatisi all’interno del gruppo di lavoro. Si è iniziato qui ad esplorare ognuno le proprie emozioni e le proprie aspettative maturate professionalmente nel tempo e a vedere da un punto di vista diverso il collega di lavoro, la consapevolezza quindi del pregiudizio e dello stereotipo. In questo percorso ho inserito anche alcuni aspetti del Memory Power Improvement® (MPI®), sono così state rimesse in gioco capacità e abilità ormai dimenticate, a volte mai emerse, per riscoprire un nuovo modo di stare insieme e condividere esperienze piacevoli lasciando i soggetti completamente liberi di appren-

dere e di scegliere ciò che per loro era più importante in quel momento e in quel contesto, è stato assai interessante vedere come affrontavano un nuovo modo di rimodulare gli atteggiamenti e tutti quegli aspetti della relazione su cui non avevano mai riflettuto o anche solo marginalmente. Successivamente mi sono ispirato ad alcune tecniche di altre metodologie pedagogico-cliniche, quali l’InterArt® e l’Eduvmovement®, metodi idonei alla connessione mente-corpo, che vanno ad esplorare la dimensio-

...riscoprire un nuovo modo di stare insieme e condividere esperienze piacevoli... liberi di apprendere e di scegliere ciò che per loro era più importante... 23


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ne corporea nello spazio e nella relazione, contemplando inoltre l’uso della bi-manualità, di arti creative, dalla poesia alla musica, dal ballo alla manipolazione di materiali plastici vari; il tutto per risvegliare in ciascuno abilità sopite, rintracciare il patrimonio potenziale e creativo, formulare reazioni propositive e costruttive. Nella parte conclusiva ho inserito alcune tecniche percettivo corporee tra cui il Discover Project®, una tecnica del metodo Educromo®, e il metodo di rilassamento Training Induttivo®, che hanno permesso di far vivere uno stato di abbattimento delle tensioni, consolidare una conoscenza corporea, saldare una propria forza per essere promotori di forza negli altri e riconoscerne i propri limiti. Ho concluso la formazione con attività di gruppo musicali e di ballo desunti dal metodo InterArt®, fino alla realizzazione di disegni rappresentati su fogli di carta di vari colori di misura 0,70 per 100 mm. in cui i partecipanti a vicenda, ognuno dando un personale contributo, si sono integrati nel compimento di tante combinazioni cromatiche suggerite dalla varietà musicale, in un unico spazio condiviso assieme. La giornata di chiusura ha visto tutti i partecipanti impegnati in un’unica esperienza in cui ciascuno ha potuto esprimere, raffigurando su di un grande foglio, la forza e la coesione sorta nel gruppo e a cui hanno dato titolo “Sia-

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mo meglio di prima” e “Comunicazione, Unione e Confronto”. Al termine del percorso ho predisposto dei questionari per poter avere un feed-back sul programma formativo offerto, e dalle risposte è emerso che secondo alcuni di loro la formazione proposta ha contribuito a migliorare la comunicazione e a facilitare l’interazione con i soggetti anziani, li ha aiutati a capire meglio gli altri e hanno conosciuto aspetti positivi dei colleghi che altrimenti non avrebbero conosciuto. Globalmente i momenti e gli spazi sono stati vissuti con serenità, in modo tranquillo e rilassato, inizialmente con timore per poi rilassarsi e tranquillizzarsi successivamente, finanche scherzando e dimenticando ognuno i propri problemi. I partecipanti si sono sentiti liberi di esprimere le loro opinioni e le loro emozioni e hanno ritenuto importante rivedersi periodica-

mente per continuare ad avere uno spazio personale in cui poter fare esperienze e crescere assieme. In conclusione, dai risultati del questionario finale, i giudizi globali sull’evento formativo sono stati valutati positivamente, anche il Presidente dell’Ente ha espresso la sua gratitudine partecipando all’ultima giornata con la consegna degli attestati di frequenza al Corso di Formazione a tutti gli operatori.

…raffigurando su di un grande foglio, la forza e la coesione sorta nel gruppo.

Summary The author presents a training project personnel department in a nursing home, workers often experience moments of emotional difficulties, subject to burn- out syndrome, because of the continuous care and stress that they are and have to face in care given to patients with serious physical problems, psychological and serious diseases. The training course is based on the sharing of experiences of relationship and communication to overcome conflicts and prejudices, with Edumovement® and the Reflecting® participants have been proposed body experiences and interactive work on their emotions in the working group. They were then proposed methods of relaxation and awareness of one’s self, and group activities to stimulate the discussion and communication. Finally, it was a questionnaire which showed that participation has improved and made ​​easier the interaction between the participants and how it has enhanced the relationship with elderly patients.


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La fiaba in ospedale di Cristina Rapuzzi e Stefania Raiti

Il progetto biennale “La Fiaba in Ospedale” ha avuto inizio nel dicembre 2012 presso l’Ospedale Pediatrico Giannina Gaslini di Genova coinvolgendo a turno i bambini dei reparti di neuropsichiatria, nefrologia, ortopedia e oncologia. La finalità del progetto è quella di aiutare i bambini a liberarsi degli stati tensivi derivati dai timori dell’incognito generati dalla nuova condizione di ospedalizzazione, e ritrovare il piacere di promuovere, nello stare assieme ad altri, simpatie e forze coesive. La realizzazione è stata programmata con laboratori strutturati nella sala giochi dei vari reparti partecipanti al progetto in cui sarà prevista la lettura di una fiaba classica e la ricostruzione grafica di questa a cui seguirà la drammatizzazione della fiaba in forma di gioco. Al termine del progetto, il percorso laboratoriale prevede l’allestimento di una mostra, aperta alla cittadinanza, con i prodotti realizzati dai piccoli e le foto rappresentanti i momenti più significativi del laboratorio. Le metodologie pedagogico cliniche che sostanziano le finalità del progetto sono Edumovment®, Bongest®, Ludopedagogia®, Musicopedagogia® con la specificità di alcune tecniche che ben si

intrecciano e si coniugano nel formulare nuovi mosaici operativi. Il Progetto, pensato esclusivamente per i bambini in Ospedale è originale ed unico, sia per la conduzione attraverso le particolari tecniche, sia perché offre al bambino ospedalizzato, che vive in quel momento un particolare rapporto di dipendenza, l’occasione di rendersi autonomo; aiuta il bambino, spaventato dalla novità e dall’apparente ostilità dell’ambiente in cui si trova immerso, a capire e ad assimilare la nuova realtà; rappresenta per il bambino fisicamente debole, l’occasione per ritrovare la propria forza personale e la fiducia in se stesso; colma in modo inte-

Il Progetto è stato pensato per i bambini in Ospedale ed è originale ed unico…

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ressante il tanto tempo libero di un bambino, spesso sottoposto a lunghi ricoveri; gli dà la possibilità di esprimersi come “persona”; può rappresentare una circostanza favorevole per il recupero di eventuali lacune offrendogli l’occasione di un riscatto e non ultimo gli consente di mettere alla prova le proprie capacità di osservazione e di concentrazione. Il laboratorio “La Fiaba in Ospedale”, vuole inoltre offrire l’opportunità per i bambini, di vivere un contatto con l’esterno e intrecciare contatti, comunicare ed integrarsi socialmente. È stato possibile riscontrare che, attraverso il progetto, seppur solamente all’inizio della sua realizzazione, ma apprezzato da tutti, bambini, genitori e operatori

…rappresenta per il bambino l’occasione per ritrovare la propria forza personale e la fiducia in se stesso… 26

della struttura, i bambini stessi vivendo nel piacere e nel divertimento, apprendono nuove modalità espressive, si liberano per mezzo di effetti catartici dei timori e delle paure e agiscono una ricostruzione della forza ergica fino a godere ed assorbire le istanze simboliche e affettive di cui le fiabe sono pregne. Una finalità questa che consente di vivere l’ospedalizzazione e il contesto malattia, sia ai bambini che alle famiglie, nell’ottica della resilienza e del benessere.

…apprendono nuove modalità espressive, si liberano dei timori e agiscono una ricostruzione della forza ergica.

Summary Authors introduce the innovation of a two-years project named “La fiaba in ospedale” (Fairy Tale in hospital) started in 2012 at the Children’s Hospital Giannina Gaslini in Genova. The project foresees a lab featured by creative moments to read, write/paint and act aimed as to releasing negative emotions derived from the new status of “hospitalized” as to sharing in the exchange and interaction with others and to strengthening those personological strengths derived from symbolic and affective values of which fairy tales are filled with.


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PRIMO ANNUNCIO

QUARANTENNALE DELLA PEDAGOGIA CLINICA Congresso Internazionale

IL DIVENIRE DELLA PEDAGOGIA CLINICA

SCENARI E PROSPETTIVE PROFESSIONALI IN AIUTO ALLA PERSONA PALAZZO DEI CONGRESSI Firenze, 25-26 Ottobre 2014 COMITATO SCIENTIFICO E SEGRETERIA ORGANIZZATIVA ISFAR-ANPEC, Viale Europa, 185/b - 50126 Firenze - Tel/Fax 0556531816 - e-mail: info@isfar-firenze.it SEDE DEL CONGRESSO Palazzo dei Congressi - piazza Adua 1 - 50123 Firenze

30 crediti di aggiornamento ANPEC 20 crediti di aggiornamento SINPE

Foto di repertorio Congresso ANPEC 2004

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A Congressi, convegni, seminari, incontri… Reggio Calabria

Il 17 marzo 2012 si è tenuto a Reggio Calabria il Convegno dell’Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici “Manifestazioni del disagio nella scuola e nella famiglia” presso l’Auditorium Nicola Calipari del Consiglio Regionale Reggio Calabria.

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Il Convegno è stato patrocinato dal Consiglio Regionale, dalla Provincia e dal Comune di Reggio Calabria, dal MIUR USR Calabria, dal Centro Studi Quasimodo ONLUS, Unione Italiana dei ciechi e ipovedenti, oltre alle rappresentanze di Associazioni e Cooperative del territorio. Presidente la Prof.ssa dott. Giuseppina Princi. I lavori sono stati aperti dalla dott.ssa Francesca Cartellà a cui sono seguiti i saluti delle Autorità e delle rappresentanze sindacali. Le relazioni, anticipate dalla Lettura Magistrale tenuta dal prof. dott. Guido Pesci, hanno suscitato un grande interesse nei 400 partecipanti. L’eco dei lavori era già presente fin dai giorni precedenti sulla stampa cittadina e ancor più enfatizzati dagli articoli apparsi sui giornali e sulle riviste oltre ad un notevole numero di emittenti locali e nazionali.


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e a cura di Antonio Viviani

Favaro Veneto (VE) Monica Cavaliere pedagogista clinico e Stefano Bonzio, appassionato di fisica quantistica hanno tenuto, davanti a un folto pubblico, nel mese di ottobre 2012, una conferenza sul tema “Come dentro così fuori”, patrocinata dall’ANPEC e dalla Municipalità di Favaro Veneto, presso la Biblioteca “B. Bruni” della città. Acireale Medici di Famiglia e Pedagogisti Clinici in sinergia per il benessere della persona. I pedagogisti clinici hanno aperto propri studi professionali in Acireale e Acicatena e in collaborazione a studi legali in Santa Venerina. Tale iniziativa è stata pubblicizzata con notevoli risultati per le prestazioni offerte.

fessionale in Monte di Procida, si trova adesso a collaborare con altri specialisti presso uno studio al centro di Napoli, tra cui neuropsichiatri, psicoterapeuti e logopedisti. Una occasione che sostanzia i principi dell’interdisciplinarietà e il riconoscimento della validità dell’intervento pedagogico clinico. Latina I colleghi di Latina, oltre a ben condurre i loro studi professionali, in accordo con il direttore di sezione dott. ssa Stefania Salvaggio, stanno conducendo, a seguito di una intesa con la USP provinciale, una viva attività con la realizzazione di Sportelli di ascolto nelle scuole di Latina, Aprilia, e dal 2012 nelle scuole di Gaeta con la dott.ssa Carla Martone. Il tempo trascorso, per gli effetti conseguiti, ha permesso di ben individuare la validità nella conduzione e un sicuro rinnovato coinvolgimento. Catania Nella seconda parte dell’anno 2012, in provincia di Catania, il direttore ANPEC Walter Siragusa, a seguito dei protocolli d’Intesa sottoscritti con il Comune di Belpasso, il Comune di Riposto e la Federazione Italiana Gioco Calcio di Catania, ha potuto realizzare assieme ad altri colleghi, notevoli iniziative, progetti e collaborazioni che hanno richiamato entusiasmo ed interesse tanto da essere pubblicizzati su Giornali e tv. Altre iniziative di particolare interesse sono da rintracciare nell’apertura di Sportelli di ascolto presso scuole private di Belpasso e Misterbianco, il progetto denominato “@scoltando” a Riposto e una collaborazione e consulenza presso una società sportiva del settore giovanile e scolastico di Catania, affiliata alla FIGC. Tutto ciò è stato possibile concretizzarlo grazie alla collaborazione di tanti colleghi che hanno aderito e fornito la loro disponibilità.

Napoli L’espansione della pedagogia clinica in Campania viene ad essere confermata dalla collega Velia Renzo la quale, oltre a svolgere una propria attività libero pro-

Catania Il giorno 26 ottobre 2012 presso l’Istituto Scolastico Lombardo Radice della città, in occasione della riapertura del progetto “Conosci te stesso-Percorso sui Disturbi dell’Apprendimento... sperimentazione in una scuola che cambia”, si è tenuta una tavola rotonda condotta dalla Dirigente scolastica Prof.ssa Pietrina Paladino, presenti i colleghi Rita Calderone e Giuseppe Maira e i rappresentanti dell’ANPEC, il presidente prof. dott. Guido Pesci e la prof. dott.ssa Marta Mani.

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A All’evento hanno partecipato numerosi allievi dell’Istituto e loro genitori dimostrando interesse e coinvolgimento.

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ri. Una importante occasione per pubblicizzare la professione di pedagogista clinico e i principi e le metodologie distintive della nostra categoria professionale. Genova Le dott.sse Cristina Rapuzzi e Stefania Raiti hanno dato inizio, il 19 dicembre 2012, ad un progetto presso l’Ospedale Pediatrico Giannina Gaslini di Genova su “La Fiaba in Ospedale”. L’esperienza pedagogico clinica avrà la durata di due anni e viene condotta presso i Reparti di Neuropsichiatria, Nefrologia, Ortopedia e Oncologia. Ai racconti fiabeschi e alle rappresentazioni grafo-pittopriche dei loro contenuti si aggiungono esperienze che derivano dai metodi pedagogico clinici Edumvment®, Bongest®, Ludopedagogia®, Musicopedagogia®.

Verona Il collega Carlo Callegaro in collaborazione con l’ANPEC ha tenuto a Padova il 27-28 ottobre 2012, un incontro di Formazione Gratuita rivolta ai pedagogisti clinici sul tema “Progetti pedagogico clinici nelle istituzioni”. È stata una importante opportunità per riqualificarsi e garantire una maggiore prestazionalità da offrire ad Enti e Istituti che reclamano una elevata professionalità.

Albenga Gabriele Olivieri ha condotto e portato a termine nell’anno 2012 un corso di aggiornamento dal titolo “Animazione e Relazione nella Cura dell’Anziano”, per Operatori di reparto dei Servizi Sanitari RSA “Domenico Trincheri”. Bologna

Matera In data 27 novembre, 4 e 11 dicembre 2012, nell’ambito di un percorso formativo attivato dal “Serra Club Matera n. 463” diretto a studenti della scuola secondaria di 1° e 2° grado, la collega Rosalia Tedeschi ha tenuto atelier pedagogico-clinici a cui ha partecipato un gruppo di circa 90 persone (80 studenti, più alcuni genitori e docenti di Lettere e Religione). La Pedagogia Clinica, grazie alla ricchezza metodologica coniugata al vasto e profondo impianto teorico, ha dimostrato di poter affrontare le sfide più ardue: in tal caso, oltre alla conduzione di un gruppo così numeroso, la possibilità di trasporre la complessità di principi teologici (“Fides et Ratio” di Giovanni Paolo II) e filosofici (lectio magistralis “Dono senza reciprocità” di Enzo Bianchi) in un percorso educativo che è stato giudicato dai partecipanti utile, originale coinvolgente. Padova Nei giorni 8-9-10 novembre 2012 i pedagogisti clinici del Veneto hanno allestito uno stand dell’Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici nei Padiglioni della Fiera di Padova che comprendevano 15.000 mq per gli espositori. All’evento sono stati presenti circa 30.000 visitato-

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Anna Crasti, assieme ad altri colleghi, ha promosso nel febbraio 2013, in collaborazione con la Parrocchia e la Scuola dell’infanzia “Cristo Re” di Bologna e con il


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e a cura di Antonio Viviani

Patrocinio dell’ANPEC, una serie di incontri rivolti a stimolare nuove conoscenze e riflessioni nei genitori. I temi approfonditi sono stati “Le difficoltà di apprendimento”, i disturbi del linguaggio, il sostegno alla genitorialità e “Baby gangs, la violenza del branco”. L’intento è stato quello di diffondere nei genitori, maggiore consapevolezza circa l’evoluzione, le potenzialità e le criticità nella crescita del bambino e aiutare le famiglie a individuare comportamenti utili. Vitualzio (CE) Le dottoresse Annalisa Coco e Rosanna Montella, attivato lo studio, sono state impegnate in progetti presso le scuole dell’infanzia e primaria della loro città sui temi “I capricci dei bambini” e “Giovani dentro”. Occasioni di incontro che hanno visto una partecipazione attiva delle componenti familiari della scuola. Ponte di Piave Le colleghe Giuliana Celante e Giuliana Turchetto hanno presentato, nel marzo 2013 presso la Biblioteca Comunale messa a disposizione dal Comune di Ponte di Piave e davanti ad un folto gruppo di partecipanti, il loro libro dal titolo “Suoni e colori”.

sui ricchi metodi utilizzati nell’attività professionale; l’eco che ne è derivato conferma la validità della televisione come mezzo di informazione. Ogni rubrica si trova rilanciata in YouTube, ulteriore occasione per la diffusione dell’evento. Le rubriche sono apparse in Telechiara, TeleVenezia, LA 12 e LA 13 hanno avuto come tema: “La coppia che intende generare un figlio” a cura di Federica Ciccanti; “Le neo mamme, le difficoltà nel primo anno di vita dei genitori” a cura di Manuel Fasolo; “L’inserimento dei bambini nell’asilo nido e nella scuola dell’infanzia” a cura di Chiara Pagnin; “I bambini e ragazzi con disturbo ADHD” a cura di Mariangela Semenzato; “L’adolescenza” a cura di Carlo Callegaro; “Il giovane” a cura di Maurizio Saravalli; “La coppia” a cura di Giovanna Giacomini; “L’età anziana” a cura di Sabrina Germi. Visto il riscontro positivo le emittenti hanno rimandato due puntate in replica per altre due settimane. Udine Il 18 aprile 2013 presso la Libreria Friuli, il giornalista Gianpaolo Carbonetto ha presentato il libro di Francesca Bertoli “Il disegno come espressione e cura di sé. Un percorso di pedagogia clinica”, Edizioni, Sulla rotta del sole. Giordano editore. Il libro apre la prima parte di un approfondito lavoro di ricerca e di analisi del disegno infantile. Bologna Le colleghe Elisabetta Rossi e Anna Crasti sono state presenti alle trasmissioni di Radio Nettuno e ETV Bologna ed hanno avuto modo di definire il profilo professionale di pedagogista clinico e contemporaneamente esporre le attività che svolgono nel loro Centro. Bisaccia (AV) In Bisaccia Gerado Pistillo assieme ad altri colleghi, ha aperto un nuovo Sportello di Ascolto presso il Centro di Aggregazione Comunale.

Veneto I colleghi del Veneto sono apparsi ancora una volta in Rubriche su varie emittenti televisive portando ciascuno un personale argomento sulla pedagogia clinica e

Catania Si è costituita nel 2013 in Catania l’Associazione di promozione sociale e culturale di pedagogisti clinici “CHInelCHE”. Lo scopo dell’Associazione nasce da una collaborazione condivisa di specialisti che mettono a disposizione la loro professionalità. L’obiettivo è intervenire in aiuto alla persona intesa nella sua globalità con metodologie innovative capaci di ripristinare equilibri ed abilità, vincere ostacoli, superare disagi per giungere al benessere della persona.

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LA SICILIA

GAZZETTA DEL SUD

Nel quotidiano il 19 settembre 2012 si dà notizia dell’avvenuta sottoscrizione del protocollo tra il Comune di Riposto e l’ANPEC provinciale di Catania.

L’articolo riporta la notizia dell’evento convegnuale che si è tenuto il 17 marzo marzo 2012 nella cornice prestigiosa della Sala Consiliare Nicola Calipari di Reggio Calabria promosso dall’ANPEC “Manifestazioni del disagio nella scuola e nella famiglia”.

GAZZETTA DEL SUD Il 15 marzo nella Cronaca del quotidiano si annuncia l’evento del Convegno ANPEC “Manifestazioni del disagio nella scuola e nella famiglia” presso l’Auditorium Calipari di Reggio Calabria.

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a a cura di Marta Mani

CALABRIA ORA

TELEREGGIO

Il giornalista Francesco Ventura nell’articolo apparso sul quotidiano il 18 marzo 2012 dal titolo “Sinergia tra scuola e famiglia” risalta l’impegno e gli intenti scientifici e operativi che si sono preposti i relatori a convegno nella giornata di lavoro sulle “Manifestazioni del disagio nella scuola e nella famiglia”.

Il servizio riferisce del Convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici di Reggio Calabria su “Manifestazioni del disagio nella scuola e nella famiglia” tenuto presso la sala consiliare Nicola Calipari di Reggio Calabria il 17 marzo 2012. Viene intervistata la collega Francesca Cartellà direttore provinciale ANPEC di Reggio Calabria e promotrice dell’evento. Report online • Reggio: il 17 marzo il primo Convegno Nazionale ANPEC ... - Strill.it www.strill.it/index.php?...17-marzo...convegno...anpec... 14 mar 2012 - Reggio: il 17 marzo il primo Convegno Nazionale ANPEC della Calabria, PDF ... Sabato 17 Marzo alle ore 9.00, presso l’ Auditorium “Nicola ... • Reggio, Kiwanis: sabato convegno nazionale ANPEC www.strill.it/index.php?option...id...convegno...anpec... 6 giorni fa - Reggio, Kiwanis: sabato convegno nazionale ANPEC, PDF, Stampa ... Club Reggio Calabria ha patrocinato per sabato 17 marzo alle ore 9.00, ...

RTV REGGIO La collega Francesca Cartellà, direttore provinciale di Reggio Calabria, nel marzo 2012 è stata ospite, insieme ad altri personaggi del mondo culturale, nel “Salotto dell’Editore” di Eduardo Lamberti Castronuovo, in cui oltre a parlare dell’impegno professionale del pedagogista clinico, ha presentato il Convegno del 17 marzo presso l’Auditorium di Palazzo Campanella. La collega in chiusura di trasmissione ha omaggiato il conduttore con il libro Il pedagogista clinico nelle istituzioni.

RTV REGGIO L’emittente riporta in cronaca l’apertura dei lavori con i saluti delle Autorità, ai numerosi partecipanti al Convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici di Reggio Calabria su “Manifestazioni del disagio nella scuola e nella famiglia”. Nell’occasione sono state intervistate la Presidente Prof.ssa dott. Giuseppina Princi e la pedagogista clinico Francesca Cartellà, direttore provinciale ANPEC e promotrice l’evento che hanno risposto a domande sul tema del disagio e sugli impegni professionali innovativi sul territorio.

• “Manifestazione del disagio nella scuola e nella famiglia”: il 17 ... w w w. n e w z . i t / 2 0 1 2 / 0 3 / . . . 1 7 - m a r z o . . . c o nv e gno.../137735/ 15 mar 2012 - ... e nella famiglia” è il tema del convegno organizzato dall’Anpec, Associazione nazionale pedagogisti clinici, che si terrà il prossimo 17 marzo ... • Anpec - convegno sulle manifestazioni del disagio scuola-famiglia ... www.csvrc.it/comunicazione/archivio-notizieenti/428 Anpec - convegno sulle manifestazioni del disagio scuola-famiglia 17-03-12. Anpec - convegno sulle manifestazioni del disagio scuola-famiglia ... • Reggio: il 17 marzo il primo Convegno Nazionale ANPEC della ... 247.libero.it/.../reggio-il-17-marzo-il-primo-convegno-nazionale-b-a... 14 mar 2012 – Sabato 17 Marzo alle ore 9.00, presso l’Auditorium ‘Nicola Calipari’ del Consiglio Regionale di Reggio Calabria, si terrà il primo Convegno ...

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• Reggio Calabria, Il 17 marzo primo convegno nazionale ... www.ilvelino.it/.../articolo.php?...17_marzo...convegno...Anpec 14 mar 2012 - Reggio Calabria, il 17 marzo primo convegno nazionale ANPEC. Per leggere i testi completi occorre abbonarsi Edizione riservata ...

• Il Portale per i Giovani www.cisme.it/orientamentoeinformazione/news.asp? Convegno Manifestazioni del Disagio nella Scuola e nella Famiglia. a cura di ANPEC e con il patrocino di Cisme questo appuntamento avrà luogo sabato 17 marzo presso l’auditorium Calipari del consiglio regionale. Scadenza: domenica 18 ...

• Il Primo Portale del Pedagogista Clinico www.clinicalpedagogy.com/Federazione EURO ANPEC ... Convegno “Manifestazioni del disagio nella scuola e nella famiglia -Ambiti ... 17 marzo 2012 Reggio Calabria ...

• Reggio: convegno Anpec su ‘’Manifestazioni del disagio nella ... 247.libero.it/.../-b-reggio-b-b-convegno-b-anpec-sumanifestazioni-d... 9 mar 2012 – Sabato 17 Marzo alle ore 9.00, pres so l’Auditorium ‘Nicola Calipari’ ... si terrà il pri mo Convegno Nazionale ANPEC della Calabria dal titolo ...

• Notizie locali - Reggio di Calabria reggio-di-calabria.virgilio.it/.../Reggio-Calabria-il17-marzo-... 14 mar 2012 - Sabato 17 marzo alle 9 all’ Auditorium “Nicola Calipari” del Consiglio regionale di Reggio Calabria, si terrà il primo Convegno nazionale ... • ISFAR – Formazione Post-Universitaria delle Professioni® www.isfar-firenze.it/ Convegno ANPEC - Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici Manifestazioni ... Reggio Calabria -17 marzo 2012 Presidente: Prof.ssa Dott.ssa Giuseppina Princi. • Manifestazioni del disagio nella scuola e nella ... www.cesdop.it/public/appuntamenti/ANPEC.pdf ANPEC. Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici. Convegno. Manifestazioni del disagio ... Reggio Calabria, 17 marzo 2012. Presidente: Prof.ssa Giuseppina Princi... • Nicola Calipari www.nanopress.it/politica/nicola-calipari 14 mar 2012 - ha patrocinato per sabato 17 marzo alle ore 9.00, presso l’auditorium “Nicola Calipari” del Consiglio Regionale, il convegno nazionale ANPEC, ... • Convegno “Manifestazione del disagio nella scuola e nella famiglia” ... www.comune.reggio-calabria.it/on-line/Home/articolo107062.html Convegno “Manifestazione del disagio nella scuola e nella famiglia”. 17 marzo 2012. L’ANPEC (Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici) organizza, con il ...

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• Eventi - Anpec - convegno sulle manifestazioni del disagio scuola ... www.csvrc.it/.../318-anpec-convegno-sulle-manifestazioni-del-disagi... The event titled Anpec - convegno sulle manifestazioni del disagio scuola-famiglia starts on ... Ass. Nuova Solidarietà serata festa della donna 17 marzo 2012 ... • Reggio Calabria, IL 17 marzo primo Convegno nazionale ... messina.virgilio.it/.../REGGIO-CAIABRIA-IL-17MARZO-PRIMO-... 14 mar 2012 – Sabato 17 marzo alle 9 all’ Auditorium “Nicola Calipari” del Consiglio regionale di Reggio Calabria, si terrà il primo Convegno nazionale ... • “Manifestazione del disagio nella scuola e nella famiglia”: il 17 ... www.tucondividi.com/.../“manifestazione-del-disagio-nella-scuola-e-... 4 giorni fa – Il convegno si avvale del patrocinio di Provincia di Reggio Calabria, ... scuola e nella famiglia”: il 17 marzo a Reggio il primo convegno in Calabria dei ... è il tema del convegno organizzato dall’ANPEC, Associazione Nazionale ... • dell anpec | Libero 24x7 247.libero.it/dsearch/dell’anpec La realizzazione del Convegno da parte della Sezio ne Provinciale ANPEC è stata ... Reggio: il 17 mar zo il primo Convegno Nazionale ANPEC della Calabria ...

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• Convegno Nazionale allevents.in/Italy/Convegno-Naziona le/348065855234416 Il Convegno organizzato dall’ANPEC - Associazio ne Nazionale Pedagogisti Clinici vuole offrire l’opportunità di creare ... Sat Mar 17 2012 at 09:00 am ... • Manifestazioni del disagio nella scuola e nella famiglia | www.minori.it www.minori.it/node/3284 28 feb 2012 – Reggio Calabria 17 marzo 2012 Convegno ANPEC –Associazione Nazionale Pedago gisti Clinici Manifestazioni del disagio nella scuola e ... • CesDop www.cesdop.it Si svolgerà a Roma martedì 20 marzo il Convegno “A che gioco giochiamo? un’oscura ... 17 Marzo 2012. Luogo: Reggio Calabria, Auditorium “Nicola Calipari”. Organizzato da: Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici (ANPEC) ... • Newsletter n° 19 del 13/03/12 del Centro ... - Informagiovani di Sacile www.centrogiovanisacile.it › ... › Aree Tematiche › Volontariato 13 mar 2012 – Sabato 17 marzo 2012 alle ore 9.00, presso l’Auditorium della Regione FVG ... l’ANPEC - Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici - organizza un ... Sabato 17 marzo 2012 a Bari, seminario gratuito promosso da Centrale ... • Infohandicap - Manifestazioni del disagio nella scuola e nella famiglia www.infohandicap.org › Homepage › Eventi Sabato 17 marzo 2012 alle ore 9.00, presso l’Auditorium “Nicola Calipari” del Consiglio Regionale di Reggio Calabria, l’ANPEC - Associazione Nazion... ... Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici - organizza un convegno dal titolo ... • CesDop www.cesdop.it/Copia cache - Simili 17 Marzo 2012. Luogo: Reggio Calabria, Auditorium “Nicola Calipari”. Organizzato da: Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici ( ANPEC) ...

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• Scuola dell’Infanzia - Bacheca | Facebook it-it.facebook.com/scuoladellinfanzia?sk=wall&filter Il nostro direttore presenta per tutti voi il conve gno nazionale “La scuola che guarda il ... Dal web -Vi segnaliamo che sabato 17 marzo 2012 alle ore 9.00, presso ... Consiglio Regionale di Reggio Calabria, l’ANPEC - Associazione Nazio nale ... • Manifestazioni del disagio nella scuola e nella famiglia | www.minori.it www.minori.it/node/3284 28 feb 2012 - Reggio Calabria 17 marzo 2012 Convegno ANPEC - Associazione Nazionale Pedago gisti Clinici Manifestazioni del disagio nella scuola e ... • Newsletter n° 20 del 15/03/12 del Centro ... - Informagiovani di Sacile www.centrogiovanisacile.it › Progettogiovani › In giro 15 mar 2012 - Sabato 17 marzo 2012 alle ore 9.00, presso l’Auditorium della Regione FVG ... l’ANPEC - Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici - organizza un ... Sabato 17 marzo 2012 a Bari, seminario gratuito promosso da Centrale ...

RADIO NETTUNO Le colleghe Elisabetta Rossi e Anna Crasti hanno esposto il profilo professionale del Pedagogista clinico in un’intervista andata in onda su www.radionettuno.it http://www.e-tv.it/

TELECHIARA L’emittente ha realizzato un programma su “Nuove professioni in aiuto alla persona” a cui ha partecipato per più settimane, un team di colleghi. La rubrica, colta la sua importanza, è stata rilanciata su Televenezia, su LA 12 e LA 13 e in YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=s8bEE2rMNxA https://www.youtube.com/watch?v=PJ7E1Or1BMk https://www.youtube.com/watch?v=6nJUHPwQQpc https://www.youtube.com/watch?v=1z1iYt8FS2I https://www.youtube.com/watch?v=GynxuN52_4E

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In questa rubrica vengono presentati testi di Autori italiani un approfondimento del sapere specialistico oltre che offrire Giuliana Celante, Giuliana Turchetto

“Suoni e colori per stare bene insieme. Un’esperienza di musicopedagogia® nella scuola Primaria” Antilia Edizioni, Treviso, pagg. 139 L’opera delle due colleghe illustra un intervento di pedagogia clinica nella scuola primaria. I lavori si sono avvalsi della musica ed in particolare dei principi della Musicopedagogia che valorizza capacità espressive ed affermazioni di sé in occasioni interattive e di integrazione. Il volume è ricco di contenuti operativi, chiara messaggeria su ciò che si può realizzare nella scuola per favorire l’evoluzione di ogni allievo. Un obiettivo particolare era quello di far “fiorire la comunicazione, rinforzare l’affettività e la capacità di instaurare buoni rapporti con gli altri positivamente sintonizzati con l’ambiente”. L’iter operativo ci offre una esperienza ricca di contenuti che danno la certezza come il tutto possa essersi risolto con soddisfazione. Un insegnamento per il lettore, che può trovare nel testo, un valido riferimento per proporre in vari contesti educativi un simile progetto. Marta Mani

Francesca Bertoli

Il Disegno come espressione e cura di sé: un percorso di pedagogia clinica Sulla rotta del sole, Giordano Editore, Brescia, 2013, pp. 80 Un libro che corre su un difficile crinale. L’Autrice, infatti, da pedagogista clinico cerca di descrivere come in pedagogia clinica si possa utilizzare il disegno come segno ed espressione di sé. Il libro, fatta una premessa storica e teorica sull’utilizzo del disegno in ambito clinico, presenta un intervento realizzato in studio su una adolescente “pentita” della scelta scolastica appena fatta. Fino a qui niente da eccepire: nobile intento, chiarezza espositiva, buona organizzazione dell’opera e tesi certamente sostenibile. Peccato però che in questo “piatto” vi siano alcune imprecisioni o imperfezioni non di poco conto. Primo: camminando sul crinale si può facilmente inciampare, cadendo in questo caso in una eccessiva descrizione della letteratura psicologica sull’argomento senza efficacemente specificare come un pedagogista clinico può leggere (non interpretare!) i disegni. Insomma, troppo sale, per continuare la metafora gastronomica. Secondo: imprecisione più grave, che riguarda l’intervento. Persa nel descrivere i singoli graphonage non riesce a far capire che il pedagogista clinico

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non solo non interpreta, ma legge/osserva le manifestazioni grafiche (e cromatiche!), ma anche, nel far questo, considera i disegni nel loro insieme e non singolarmente, come pare abbia fatto l’Autrice. Insomma, ingredienti poco amalgamati tra loro. Terzo: i pedagogisti clinici usano il Color Lüscher Test non secondo la modalità classica, bensì seguendo un adattamento che non prevede la ripetizione immediata della scelta e ne leggono i risultati nel complesso dei graphonage. Insomma, tutto quello che è nel piatto si mangia, ma va cotto bene. Quarto: l’intervento. Proprio per la sua natura pedagogica il pedagogista clinico non cerca un rapporto “empatico”, proprio della relazione psicologica e/o psicoterapeutica, bensì un rapporto “simpatetico”. Insomma, il piatto deve essere adeguato al luogo dove deve essere mangiato. Per concludere, assaggiando questo “piatto”, per quanto sia ben presentato, lo farei tornare in cucina. Simone Pesci

V. Cisini, M.C. Mazzia, E. Pozza, L. Ughetto Budin

“Sul filo del limite” Ben-essere e apprendimento con persone in difficoltà Edizioni la meridiana, collana partenze, 2013, pagg. 135 Il libro scritto a più mani è la documentazione raccolta grazie ad un’esperienza realizzata nei laboratori educativi specialistici di Domus Laetitiae. Si tratta di un supporto pratico all’organizzazione di attività per persone che si trovano a vivere in situazioni di disagio e difficoltà, in favore di un miglioramento sensibile del loro benessere. La condivisione professionale degli autori che operano assieme e che li ha portati alla realizzazione del volume, ci introduce in una intesa e interazione collaborativa importante ai fini di una sinergica interdisciplinarietà che garantisce, in tali contesti educativi, valide e significative opportunità di crescita. Nel testo si individuano concrete ipotesi di lavoro rese possibili grazie alla coniugazione di esperienza e teoria sempre sostenute dal principio fondante della globalità. Guido Pesci

José Ortega y Gasset

Appunti per un commento al Convivio di Platone Milano-Udine, Mimesis, 2012 Ortega y Gasset, grande pensatore spagnolo (1183-1955), lascia questo libro-non libro (annotazioni e appunti stesi nel 1949 per un commento al Convivio nell’ambito di un semi-


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e stranieri che possono apportare un arricchimento scientifico e un più vasto panorama culturale. nario universitario) assai importante filosoficamente, in quanto critica l’astrattezza di termini quali Ente, Essere, Essenza, che considera avulsi dallo “specifico umano”, ribadendo invece la priorità di ogni persona o individuo, ossia il dimenticato eppure già presente principium individuationis in Tommaso d’Aquino, (non è il caso di aprire/riaprire una querelle tra “credenti” e “laici” su ciò, ossia su un lemma, sarebbe puro nominalismo). Riflessioni che interessano ancora di più il pedagogista clinico, il reflector, lo psicomotricista funzionale, in quanto egli afferma che con lingua non si può intendere una uguaglianza del tipo linguaggio=parlata, piuttosto va completata includendo le modulazioni della voce, la gestualità facciale, la gesticolazione e l’attitudine somatica generale della persona (op. cit., p. 52). Ancora il linguaggio è una gesticolazione di effetti sonori nella quale intervengono gli apparati della laringe e della bocca, che però è propriamente inseparabile dalla gesticolazione totale, che coinvolge tutto il nostro corpo e che rappresenta ciò che si dovrebbe chiamare propriamente “parlata” (cit., p. 53). Al di là dell’esperienza clinica che si può fare in studio, che desumiamo dagli studi, basta valutare, per es. nel corso di un comizio, ma anche di una conferenza, al limite di un talkshow in televisione, come il parlante si ponga: se esprima le sue affermazioni con una tonematica adeguata, se la sua prossemica sia accogliente o invece respingente, se la mimica sia coerente con quanto afferma o meno. Pensiamo, per esemplificare, a come certi scatti e certe provocazioni di Vittorio Sgarbi si pongano come tali, per “scioccare” e fare audience invece che per affermare verità o che in alcuni casi (invero pochi) servano a veicolare con maggiore efficacia comunicativa opinioni che si vorrebbero far assurgere a verità. Allo stesso modo, la persona rannicchiata su di sé ovvero tout court “evitante”, in studio ma in certi casi anche per strada o durante un appuntamento tra amici, possa (in alcuni, ben più rari casi anche voglia) trasmettere emozioni, considerazioni che non si potrebbero significare “per verba”, né esprimendole né decodificandole, se non in maniera imprecisa, generica. Durante un incontro di disegno onirico, che non era il primo, per la creazione di uno spettacolo musicale-teatrale, ricorderò sempre, anche se nel frattempo sono passati circa 7 anni, il rifiuto di un partecipante estremamente colto e intelligente, che, senza peraltro verbalizzare la sua non intenzione di eseguire alcuni step, in effetti ne svolgeva altri, non previsti, dicendo poi, a posteriori, il perché della sue scelte. Ma ciò che mi aveva colpito ancora di più , in realtà, era l’atteggiamento, al tempo stesso estremamente concentrato e “chiuso” in sé (come una monade leibniziana, direbbe lui, senz’altro), sfuggente ma al tempo stesso richiedente aiuto. Modalità

espressive in seguito confermate durante una seduta di reflecting. Spero di non esser rimasto troppo tangente al testo (del resto, in questa sede, l’analisi, che poi non è tale in Ortega, del testo platonico, non mi sembrava opportuna), ma di aver fornito alcuni strumenti di approccio alla problematica qui ben più che solamente intuita da un personaggio di spicco della grande cultura del Novecento che si potrebbe considerare “altrimenti interessato e orientato”. Eugen Galasso

Guido Pesci

Pedagogia clinica - La pedagogia in aiuto alla persona Omega Edizioni, Torino, 2012, pagg. 255 Il volume è anticipato da una prefazione da cui traspare quanto la pedagogia clinica sia promossa e sostenuta dalla concezione dottrinale basata su ideali educativi nuovi che la vogliono riconosciuta come scienza autonoma, in aiuto alla persona e al gruppo senza più dipendere o essere marcatamente influenzata e confusa con la medicina e soggiogata ai criteri sanitarizzanti. La forte componente associazionistica dei pedagogisti clinici, sostiene nella sua prefazione Marta Mani, è stata capace di animarsi e svilupparsi originando una identità scientifica oggi rappresentata e sostenuta dagli orientamenti dell’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Clinici. Il libro, a partire da queste premesse espone al lettore l’idea che ha promosso e sostanziato la ricerca e la sperimentazione, le tecnologie capaci di rispondere alle esigenze professionali. Un’opera che analizza ogni contributo scientifico, espone il processo di crescita, di maturazione e di progresso e richiama il grande patrimonio culturale che trova radici in metodi e tecnologie protetti da marchi e da brevetti. L’autore non trascura il valore distintivo tra diagnosi sanitaria e diagnosi pedagogico clinica, al quale è richiesto di conoscere la persona in ogni sua potenzialità, abilità e disponibilità e di agire uno studio dinamico per procedere a formulare una definizione positiva, in opposizione alla concezione patologico-terapeutica a quadri sindromici definiti da classificazioni nosografiche etichettanti. Compendio del lavoro un nutrito ultimo capitolo che offre una vetrina di esperienze, uno spaccato sulle prestazioni professionali condotte da pedagogisti clinici e che testimoniano in modo emblematico e certo, la validità di una professione e di un documentato impegno sociale. Antonio Viviani

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SINPE SOCIETÀ NAZIONALE PEDAGOGISTI www.pedagogisti.com

Il Pedagogista e la SINPE Il Pedagogista è l’esperto dei processi educativi e della formazione. L’esercizio della professione di pedagogista comprende l’uso di strumenti conoscitivi, metodologici e di intervento per la prevenzione, la valutazione e l’educazione-rieducazione delle difficoltà manifestate da persone di ogni età, coppie, gruppi e comunità. Il pedagogista svolge altresì attività didattica, sperimentazione e ricerca nello specifico ambito professionale. La SINPE-Società Nazionale Pedagogisti, costituita il 9 dicembre 1997 Rep. n.20772 Rac. N. 3327, si prefigge lo scopo di tutelare i pedagogisti iscritti, di promuovere e valorizzare la figura professionale del pedagogista sul territorio nazionale e nella comunità europea.

COLLANA PEDAGOGIA E FORMAZIONE DIRETTA DA GUIDO PESCI E SIMONE PESCI Edizione Armando - Roma

Da sempre il pedagogista ha avuto un ruolo indispensabile nella società per il suo impegno a favore della persona. Oggi e una figura professionale che trova conferma nelle norme legislative dello Stato e degli enti locali ma che e in attesa di consolidarsi con un titolo accademico specifico, cosi come avviene per tutti gli altri professionisti. L’obiettivo del presente volume e quello di rivalutare questa figura professionale partendo proprio dall’importanza che essa ha avuto sin dal lontano passato e seguendone la sua evoluzione storica. Si affrontano quindi i compiti e Ie competenze necessarie allo svolgimento di questo delicato lavoro al fine di inserirlo in un quadro professionale preciso e di fornire delle indicazioni a tutti coloro che vogliono lavorare nei settori della formazione e dell’educazione. Gli Autori del testo sostengono, inoltre, che l’istituzione della Facoltà di Pedagogia, e quindi la laurea in questa disciplina, sarebbe di garanzia per un ritorno alla ricerca e alla sperimentazione per trarre aggiornate precisazioni dei contenuti e porre fine alla confusione di quanti non hanno ancora afferrato la distinzione tra educazione, rieducazione, riabilitazione e terapia e si servono di metodi, tecniche e persino di un lemmario non proprio. La pedagogia speciale affonda Ie sue radici nei principi filosofici, nelle elaborazioni teoriche, come anche nelle esperienze e nelle verifiche dei risultati raccolti nel favorire soggetti in difficoltà. Essa si è notevolmente sviluppata e rinnovata nel tempo, fino ad utilizzare entro i primi anni del Novecento modalità pedagogiche speciali che è importante conoscere per non rischiare di acclamare oggi, come nuove, idee vecchie. Illustrare e divulgare questi metodi significa inoltre orientare positivamente il lettore sulle radici metodologiche della pedagogia speciale. I metodi sintetizzati in queste pagine offrono un chiaro schema di riferimento per le modalità di traduzione pratica dei principi della pedagogia speciale – frutto di varie sperimentazioni – che ben orienta l’agire in situazioni diverse.

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Dopo anni di accertamenti clinici miranti a classificare l’allievo secondo Ie diverse tipologie delle sindromi e dei deficit e realizzati “in vitro” da chi ignora i processi educativi e di apprendimento, e giunto il momento di cambiare rotta. La diagnosi nosografico-classificatoria, agita in un rapporto occasionale con l’alunno, nell’esclusività di una interazione duale e in un tempo limitatissimo, non e più sufficiente a soddisfare Ie esigenze della scuola. E ormai indispensabile che sia l’insegnante, nel quadro di un rapporto di empatia con l’allievo, a pervenire a una diagnosi capace di indirizzare un intervento preventivo e, nel caso se ne presenti la necessità, una precoce e tempestiva azione educativa finalizzata. In questa ottica di rinnovamento l’insegnante trova nel presente volume i suggerimenti necessari per procedere a una diagnosi pedagogica senza dover sottoporre a prove l’allievo, e senza usare strumenti e schede di valutazione, ma rilevando, nei vari momenti-gioco, individuali e collettivi, Ie sue difficoltà, i suoi disagi in relazione al gruppo di appartenenza, il suo modo di essere e di vivere. Tutti questi elementi si pongono quale guida preziosa per un migliore orientamento metodologico-didattico e un più opportuno atteggiamento educativo.

L’autore, nel presente volume, sostiene la necessità di una seria politica della solidarietà sostenuta dai principi ergopedagogici che, animati dalla sociopedagogia, riconoscano alla persona diversabile il diritto di diventare cittadino lavoratore, forza produttiva, e passare così dalla condizione di assistito a quella di contribuente. La prassi ergopedagogica elimina, infatti, i penosi ostacoli classificatorio-nosografici della sanità, responsabili di aver prodotto un assoggettamento dell’uomo alla patologia, di aver ispessito I’eredita di paziente e di malato e di aver creato una barriera tra l’uomo disabile e l’uomo sapiens. Tutti criteri che, ancorati ai principi dell’invalidità, del parassitismo e dell’assistenzialismo e sostenuti dall’ingannevole fascino della riabilitazione e della terapia, hanno assecondato l’esclusione dei diversabili dal contesto sociale e lavorativo, tenendoli in case e laboratori protetti o in centri occupazionali. II diversabile deve essere integrato nel tessuto sociale, per questo la scuola ha l’obbligo di offrirgli serie opportunità per una preformazione professionale adeguata, condotta dall’ergopedagogista, a cui deve far seguito un apprendistato in azienda sostenuto da un tutor, un dipendente specializzato nelle attività produttive con il compito di individuare il lavoro più rispondente alle necessità del soggetto. Un aiuto sostanziato da un processo dinamico tra il tutor e la persona diversabile, nel rispetto dei fondamenti di uguaglianza e di efficacia.


ANPEC ASSOCIAZIONE NAZIONALE PEDAGOGISTI CLINICI www.pedagogisticlinici.com Collana di Pedagogia Clinica diretta da Guido Pesci Edizioni Magi - Roma Pagg. 152

Gerardo Pistillo

Pagg. 184

Il corpo in pedagogia clinica

Guido Pesci Marta Mani

Pagg. 172

Guido Pesci Maria Fiore

Pagg. 368

Pagg. 153

Gonnelli-Cioni

Antesignano della pedagogia clinica in Italia

Pagg. 85

Guido Pesci Simona De Alberti

Educromo

Il metodo pedagogico clinico per vincere le difficoltà di lettura

Pagg. 80

Maria Grazia Dal Porto Maria Grazia Magazzino

Pagg. 172

Jane Dossick Eugene Shea

Pedagogia creativa 52 esercizi per i gruppi

Pagg. 168

Guido Pesci Lucia Russo

L’anamnesi

Un colloquio per conoscere significati complessi

Il pedagogista clinico mediatore e formatore Pagg. 127

Maria Grazia Dal Porto Alberto Bermolen

La fiaba come risveglio dell’intuizione

La Mediazione

Metodo pedagogico clinico per educare al segno pratico

Pagg. 136

Formazione e professione

Aiuto alla Persona

Prismograph

Per una scienza del movimento

Guido Pesci

Guido Pesci Marta Mani

Guido Pesci

Guido Pesci

Pedagogista clinico

Percorso clinico

Metodo per favorire l’equilibrio e il piacere

L’educazione del corpo nella scuola del domani

Pagg. 156

Pagg. 115

Touch ball

Il metodo Memory Power Improvement per il recupero delle abilità mnestiche nell’anziano Jean Le Boulch

Guido Pesci Simone Pesci

Pagg. 136

Scienza e professione

L’esperienza sonoro-musicale come aiuto alla persona nella relazione pedagogico clinica

Mnesi e invecchiamento

Pagg. 368

Mauro Carboni

Guido Pesci

Pedagogia clinica

Musicopedagogia

Il pedagogia clinico nelle istituzioni

Pagg. 115

Pagg. 150

Scuola che cambia

Ri-flessioni per essere in Forma

Pagg. 172

Guido Pesci Marta Mani

Pagg. 164

Guido Pesci Gloria Mencattini

Autonomia e coscienza di sé

Guido Pesci Anna Pesci

Pedagogia clinica in classe

Omega Edizioni - Torino Pagg. 255

PEDAGOGIA CLINICA - La pedagogia in aiuto alla persona

L’opera accoglie i contributi della pedagogia clinica, una scienza sorta dal tumulto scientifico innovativo della metà degli anni settanta del secolo scorso. L’accezione di “cura della persona”, data all’aggettivo clinico fu considerata il focus dell’elevazione di questa nuova dottrina, chiamata a rispondere alle esigenze delle persone di ogni età e dei gruppi con interventi di aiuto realizzati per mezzo di attenzioni educative. È una disciplina che ha dato origine alla professione di pedagogista clinico, un professionista che, con il suo patrimonio di conoscenza, di esperienza e di abilità, è adeguato allo sviluppo e al progresso. Sostenuto da propri metodi e da nuove tecniche esclusive, il pedagogista clinico è orientato ad affinare nella persona tutte le sue potenzialità, arricchire le possibilità conoscitive, sviluppare l’efficacia con soggettivazione i cui valori siano soddisfatti dalla stima di sé e dei propri bisogni sociali. Nel volume il lettore trova esposto il ricco patrimonio scientifico e tecnico-metodologico base di un costrutto alternativo rispetto al vivaio di discriminazioni e di risultati deludenti cui assistiamo nella nostra realtà, troppo spesso indirizzata al separatismo, fino a perdere di vista il confine tra l’ammaestramento e la vera educazione.


n. 28 numero 1 - anno XIV gennaio-giugno 2013


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