n. 30 numero 1 - anno XV
Poste Italiane spa - spedizione in abb. post. - D.L. 353/93 (convegno L. 46-04) art. 1 comma 1 - DCB Firenze
gennaio-giugno 2014
Statuto ANPEC Statute
Professional ACT - Pedagogia in aiuto alla Persona Professional ACT - Pedagogy to help the person
BAT - Basha Autistic Test - Modello diagnostico per l’Autismo in lingua araba BAT - Basha Autist Test - Diagnostic model for autism in Arabic
Il pedagogista clinico nella scuola calcio The football school a clinical pedagogy project
n. 30
Autorizzazione Tribunale di Firenze Decreto 4868 1° marzo 1999 Periodico semestrale Anno XV n. 1 gennaio-giugno 2014
Editore: ISFAR srl Fondatore e Direttore responsabile: Guido Pesci Direzione, Redazione, Amministrazione: ISFAR - viale Europa, 185/b 50126 Firenze Tel. e Fax 055 6531816 E-mail: info@isfar-firenze.it Web: www.pedagogiaclinica.com www.clinicalpedagogy.com www.pedagogisticlinici.com www.isfar-firenze.it Progetto grafico Senza Filtro Firenze Traduzione a cura di Francesca Martini Printed in Italy: Tipolitografia It.Comm. srl via di Ripoli 50/r Firenze
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O I R A M
Direttore responsabile e scientifico Guido Pesci
Statuto ANPEC / Statute
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Professional Act - Pedagogia in aiuto alla Persona / Professional Act - pedagogy to help the
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person
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BAT - Basha Autistic Test-Modello diagnostico per l’Autismo in lingua araba di Sami Basha / BAT - Basha Autistic Test -
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Diagnostic model for autism in Arabic
Il pedagogista clinico nella scuola di calcio/ The football school a clinical pedagogical
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project – at experiment run at the “Pro Catania” football school.
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Comitato scientifico: Valentina Benoni Degl’Innocenti Sandro Cappellin Nicola Corrado Elena Gaiffi Sergio Gaiffi Eugen Galasso Gerardo Pistillo Marta Mani Simone Pesci Claudio Rao Maria Raugna Lucia Sarais Stefania Turini Antonio Viviani
M
Segreteria di redazione: Valentina Benoni Degl’Innocenti Sergio Gaiffi Marta Mani Simone Pesci
ANPEC Tribune / ANPEC Tribune
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Echi della stampa / Echoes from the press
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Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici - ANPEC S TAT U T O Art. 1 - Costituzione È costituita con Atto Pubblico l’Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici (ANPEC). Essa è regolata dal presente Statuto e si ritiene indipendente da forze politiche o partitiche, religiose ed altre. Art. 2 - Sede L’Associazione ha sede in Italia, Firenze, Viale Europa n. 155 Art. 3 - Scopi L’Associazione ha lo scopo, esclusa qualsiasi finalità di lucro e con propria autonomia patrimoniale, di: a) Promuovere e coordinare iniziative volte al riconoscimento, alla tutela e alla certificazione di quanti sono formati e si occupano di Pedagogia Clinica sia in ambito nazionale che internazionale; b) Costituire l’Elenco degli Iscritti; c) Qualificare la professionalità degli iscritti ai quali devono essere richieste abilità nella comprensione dei processi individuali, nella loro specifica globalità, e idoneità nell’aiuto educativo;
d) Garantire il livello professionale e formativo dei Soci; e) Offrire ai Soci una specifica formazione e un periodico aggiornamento; f) Promuovere e svolgere attività di studio e di ricerca scientifica per lo sviluppo della conoscenza e dell’esperienza professionale; g) Coinvolgere e sollecitare una sempre maggiore attenzione sulla Pedagogia in Aiuto alla Persona, attraverso l’attivazione di congressi, convegni, manifestazioni scientifiche e seminari di studio, in sede nazionale ed internazionale; h) Promuovere iniziative editoriali, curare direttamente e indirettamente la redazione e l’edicazione di libri e testi, pubblicazioni periodiche e notiziari nonché l’edicazione di contenuti tecnico-scientifici, tecnico-metodologici e tecnologici con qualsiasi mezzo effettuata; i) Stipulare convenzioni con enti pubblici o privati per l’espletamento di eventuali tirocini, per la gestione di corsi, di master e seminari di formazione post-laurea, di perfezionamento e spe-
cializzazione in Pedagogia in Aiuto alla Persona (anche in modalità e-learning); l) Istituire e gestire gruppi di lavoro, corsi di studio, di aggiornamento culturale e professionale, di formazione e di specializzazione per università, scuole ed istituti di ogni ordine e grado; m) Finanziare eventuali borse di studio per la partecipazione a corsi e master riconosciuti dall’ANPEC. n) Per il raggiungimento dei suoi scopi e delle sue finalità, l’Associazione potrà collaborare o aderire a qualsiasi ente pubblico o privato, internazionale, nazionale o locale, movimenti o associazioni europei ed extraeuropei. Art. 4 - Durata L’Associazione ha durata illimitata. Art. 5 - Patrimonio L’Associazione trae i mezzi per conseguire i propri scopi: a) Dalle quote annualmente versate dai Soci entro il 31 gennaio, per importi che sono determinati dal Consiglio Direttivo Nazionale;
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b) Dai contributi pubblici e privati; c) Da proventi di iniziative dell’Associazione; d) Da donazioni e da disposizioni testamentarie; e) Da oblazioni volontarie e da qualunque liberalità che pervenisse all’Associazione per il raggiungimento dei suoi scopi sociali; f) Da materiali mobili e immobili di proprietà dell’Associazione; g) Dal fondo di riserva e dal residuo di gestione che alla fine di ogni esercizio sarà erogato per l’esercizio successivo e destinato ai fini dell’Associazione. Detto patrimonio viene gestito dal Tesoriere secondo quanto specificato dall’art. 14 del presente Statuto. L’esercizio finanziario dell’ANPEC coincide con l’anno solare. È fatto divieto di distribuzione anche in modo indiretto di utili o avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’associazione, salvo che la destinazione e la distribuzione non siano imposte dalla legge. Art. 6 - Soci Possono presentare domanda di ammissione all’Associazione coloro che abbiano conseguito, presso Università italiane o straniere, un diploma di laurea, e che abbiano assunto
una specifica formazione postlaurea in Pedagogia Clinica e superato l’esame di idoneità previsto e attuato da una Commissione istituita dal Consiglio Direttivo Nazionale dell’ANPEC. La tipologia contenutistica della formazione postlaurea è stabilita dall’art. 7 dello Statuto. I Soci dell’Associazione sono distinti in due categorie: a) Soci di diritto: i Soci fondatori; b) Soci ordinari: coloro i quali, presentata la domanda di ammissione e superato l’esame, sono stati ritenuti idonei. L’adesione all’Associazione è a tempo indeterminato. L’adesione all’Associazione comporta per l’associato il diritto di voto, da esercitarsi ai sensi dell’articolo 2532 2° comma Codice Civile nell’assemblea per l’approvazione e le modificazioni dello Statuto e dei regolamenti, per la nomina degli organi direttivi dell’Associazione e in tutti gli altri casi previsti dal presente Statuto. I soci ordinari sono tenuti, a garanzia dell’utente, alla stipula di un’assicurazione professionale per la responsabilità civile per danni arrecati nell’esercizio dell’attività. Art. 7 - Formazione La categoria professionale si rivolge in aiuto a persone di ogni età (singoli, coppie, gruppi e
comunità) al fine di promuovere ed estendere le capacità individuali e sociali, favorirne il processo di sviluppo e incrementare le potenzialità, abilità, disponibilità. A tale professionista è fatto divieto di qualsiasi intervento di esclusiva competenza sanitaria; l’accezione di “clinico” in estensione della pedagogia defini-sce la finalità educativa come azione umana di aiuto alla persona. Il professionista iscritto è un laureato e basa la sua formazione professionale su metodi nuovi, nuove tecniche e nuove tecnologie che ben lo definiscono da un punto di vista scientifico e professionale indirizzando le sue competenze su soggetti di ogni età. Le sue competenze riguardano: a) La verifica delle potenzialità, abilità, disponibilità (PAD) b) I metodi e le strategie d’intervento educativo c) Le procedure tecnico-professionali La formazione e le competenze vengono acquisite solo ed esclusivamente attraverso i corsi riconosciuti dal Consiglio Direttivo Nazionale dell’ANPEC. Agli iscritti è richiesto un aggiornamento permanente delle proprie conoscenze e abilità professionali: i contenuti e le modalità vengono stabiliti dal Consiglio Direttivo Nazionale dell’ANPEC.
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Art. 8 - Elenco degli iscritti L’idoneità di ammissione del socio all’ANPEC dà diritto, senza esplicita richiesta, alla contemporanea iscrizione all’Elenco dei professionisti iscritti, pubblicabile anche sul sito web ufficiale dell’Associazione. Art. 9 - Obblighi Ogni socio dell’ANPEC si impegna a contribuire al perseguimento degli scopi e finalità dell’art. 3 dello Statuto e ad attenersi alle norme previste dal Regolamento e dal Codice Deontologico. Art. 10 - Perdita della qualità di socio e della certificazione professionale Il Socio perde tale qualità e la certificazione professionale per: a) Dimissioni; b) Per quanto e come previsto dal Regolamento e dal Codice Deontologico; c) Morosità nel pagamento della quota annuale d) Mancato aggiornamento professionale (secondo le norme del Regolamento e/ o del Codice Deontologico) Art. 11 - Sezioni periferiche I Soci fondatori e ordinari possono chiedere la costituzione di sezioni periferiche purché non in contrasto con lo Statuto e il regolamento dell’ANPEC. a) Sezioni regionali: L’assem-
blea degli iscritti di ciascuna regione elegge ogni quattro anni, a maggioranza dei presenti, il Direttore Regionale, la cui nomina è ratificata dal Consiglio Direttivo Nazionale. Il Direttore Regionale è chiamato ad esercitare la rappresentanza dell’organizzazione nell’ambito della propria competenza e dà esecuzione ai propri deliberati, dopo averli sottoposti al Consiglio Direttivo Nazionale per la ratifica. Ai Direttori Regionali che non convocano gli iscritti della loro regione almeno due volte all’anno viene revocata la nomina da parte del Consiglio Direttivo Nazionale. A seguito di questa revoca il Consiglio Direttivo Nazionale nomina un Commissario che si premunirà di verificare la struttura organizzativa della sezione per indire una assemblea dei soci che preveda l’elezione di un nuovo Direttore. Art. 12 - Organi dell’Associazione Organi dell’Associazione sono: - l’Assemblea - il Consiglio Direttivo - il Presidente - il Collegio dei Probiviri. Art. 13 - Assemblee I Soci possono essere convocati in assemblee generali ordi-
narie e straordinarie, nonché in assemblee delle sezioni periferiche. L’Assemblea ordinaria dei Soci è l’organo deliberante dell’Associazione, fatte salve le competenze specifiche del Consiglio Direttivo Nazionale. L’assemblea ordinaria dei soci viene convocata come minimo una volta all’anno, con almeno quindici giorni prima della data di convocazione, per l’approvazione del rendiconto economico e finanziario a mezzo lettera o posta elettronica in cui sia specificato l’ordine del giorno, il luogo, la data, l’orario della prima e della seconda convocazione. Le deliberazioni dell’Assemblea in prima convocazione sono prese a maggioranza di almeno la metà dei Soci iscritti all’Associazione. In seconda convocazione le deliberazioni sono valide qualunque sia il numero dei presenti e rappresentati. I Soci hanno la facoltà di farsi rappresentare da altri Soci affidando loro una delega scritta; ogni Socio non può rappresentare più di cinque degli iscritti all’Associazione. All’Assemblea ordinaria dei Soci, in regola con le quote sociali, vengono demandati: - L’approvazione della relazione del Consiglio Direttivo Nazionale sull’attività svolta dall’Associazione; - L’approvazione del rendiconto economico e finanzia-
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rio da effettuarsi ogni anno entro il 30 maggio; - Elezione e votazione fra i Soci di diritto e ordinari, dei componenti il Consiglio Direttivo Nazionale (ogni quattro anni); - Delibera sulle proposte presentate dal Consiglio Direttivo Nazionale. L’Assemblea straordinaria dei Soci è convocata dal Consiglio Direttivo Nazionale per deliberare sulle modifiche dello Statuto e su specifici provvedimenti urgenti, salvo quanto previsto dagli art. 19 e 20, con le stesse modalità dell’Assemblea ordinaria. L’ordine del giorno dell’Assemblea straordinaria dovrà indicare gli argomenti su cui deve essere deliberato ed esclude la dizione «varie ed eventuali». Le Assemblee sono presiedute dal Presidente e, in sua assenza, da uno dei membri del Consiglio Direttivo Nazionale; in caso di votazione di fronte ad un risultato di parità, il voto del Presidente viene calcolato al doppio. Le Assemblee delle Sezioni periferiche possono essere convocate dal rispettivo Direttore di Sezione, il quale dovrà informare per scritto il Consiglio Direttivo Nazionale almeno un mese prima, sulla data, il luogo e l’ora dell’Assemblea, nonché sull’ordine del giorno previsto.
Il Consiglio Direttivo Nazionale si riserva di presiedere detta Assemblea con un proprio membro. Quando le Assemblee di Sezione sono convocate dal Consiglio Direttivo Nazionale, un suo membro le presiederà. Il Presidente dell’Assemblea provvede alla redazione e trascrizione del verbale da tenere presso la sede dell’associazione a disposizione di qualunque socio faccia richiesta di consultazione e copia; copia fotostatica di ciascuna delibera assembleare rimarrà affissa presso la sede dell’Associazione per 15 giorni a partire dalla settimana successiva al giorno in cui si è tenuta l’Assemblea. Art. 14 - Consiglio Direttivo Nazionale L’Associazione è retta e amministrata da un Consiglio Direttivo Nazionale composto da cinque a sette membri eletti dall’Assemblea ordinaria; tali membri durano in carica quattro anni e sono rieleggibili. I membri del Consiglio Direttivo Nazionale sono: - il Presidente Summary - il Vice-presidente - il Segretario - il Tesoriere - Consigliere/i. Queste cariche, come tutte le cariche dell’ANPEC, sono a titolo gratuito, salvo rimborsi di spesa preventivamente avallata dal Consiglio Direttivo
Nazionale. I membri del Consiglio Direttivo Nazionale che per tre volte consecutive non intervengono alle riunioni senza giustificato motivo, sono dichiarati dimissionari. Rendendosi vacante una carica sociale, il Consiglio Direttivo Nazionale elegge al posto vacante un socio ordinario che conserva la carica fino alla scadenza del mandato. Risultano eletti i soci che raccolgono il maggior numero dei voti; in caso di parità si ricorrerà al ballottaggio. Il Consiglio Direttivo Nazionale nella sua prima riunione sceglie nel proprio seno il Presidente, il Vicepresidente, il Segretario, il Tesoriere e il/i Consigliere/i. Il Consiglio Direttivo Nazionale è convocato dal Presidente o, in sua assenza, dal Vicepresidente o, per loro incarico, dal Segretario. Il Presidente (vedi art. 15 del presente Statuto). Il Vice-presidente cura l’attuazione dei deliberati del Consiglio Direttivo Nazionale; sostituisce il Presidente su sua delega o in caso di necessità. Il Segretario coadiuva il Presidente e il Vicepresidente, provvede alla stesura dei verbali delle riunioni e alla loro trasmissione al Presidente dell’ANPEC; conserva l’archivio sociale. Il Tesoriere conserva i fondi
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sociali, provvede agli incassi e ai pagamenti, tiene in regola i registri amministrativi e completa i bilanci da sottoporre all’Assemblea generale ordinaria dei Soci (per questo può avvalersi di un commercialista); abbina la sua firma a quella del Presidente dell’ANPEC negli atti di disposizione patrimoniale ed è autorizzato ad operare con firma singola presso Istituti Bancari e/o Postali, sui Conti intestati all’ANPEC o al Tesoriere stesso ed esattamente è autorizzato ad aprire conti correnti, versare e girare assegni bancari, circolari e vaglia, prelevare sull’avere liquido e su eventuali crediti accordati. Il Consiglio Direttivo Nazionale coordina e promuove tutta l’attività e l’organizzazione dell’Associazione e, in particolare: a) Stabilisce annualmente l’ammontare delle quote associative; b) Istituisce le pratiche di ammissione di nuovi soci ai sensi dell’art. 6 dello Statuto e dell’art.1 del Regolamento; c) Redige annualmente un rendiconto economico e finanziario da presentare all’approvazione dell’assemblea ordinaria dei soci entro il 30 maggio di ogni anno e da restare depositato presso la sede dell’Associazione almeno 15 giorni prima
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della data fissata per l’approvazione a disposizione di tutti i soci che abbiano motivato interesse alla sua lettura; Stabilisce il Regolamento dell’Associazione e può modificarlo con efficacia vincolante per tutti i soci; Definisce le norme del Codice Deontologico e può modificarle con efficacia vincolante per tutti i soci; Ratifica le nomine dei Direttori delle sezioni periferiche; Promuove e coordina le manifestazioni scientifiche dell’ANPEC, approva le manifestazioni scientifiche e le attività proposte dalle Sezioni periferiche e, se necessario, vi collabora; promuove e coordina ogni qualsivoglia altra attività prevista dall’art. 3 dello Statuto; Nomina una Commissione per l’esame d’idoneità composta, oltre che da rappresentanti dell’Ente formatore, da uno o più rappresentanti scelti tra i Soci ordinari che possono essere riconfermati; Nomina e licenzia il personale dipendente e ne determina il trattamento economico; Vigila sull’amministrazione ed in genere su quanto può interessare il buon andamento dell’Associazione.
Art. 15 - II Presidente II Presidente rappresenta l’Associazione, anche di fronte a terzi ed in giudizio; convoca e presiede le adunanze delle Assemblee e del Consiglio Direttivo Nazionale, ne fa eseguire le deliberazioni, firma gli atti ufficiali; cura e mantiene i rapporti con le altre istituzioni e le sezioni periferiche dell’ANPEC; ha cura delle iniziative editoriali. Nell’adempimento di tali funzioni il Presidente può, di volta in volta, delegare un membro del Consiglio Direttivo Nazionale. Art. 16 - Collegio dei Probiviri La vigilanza dell’ordine è esercitata dal Collegio dei Probiviri composto di tre Soci, eletti dall’Assemblea ogni qualvolta elegge i membri del Consiglio Direttivo Nazionale; Presidente del Collegio risulterà il Socio la cui iscrizione all’Associazione è più remota. Il Collegio funziona anche come Collegio Sindacale per il controllo dei bilanci. Il Collegio dei Probiviri inoltre ha la facoltà di adottare, di diritto o dopo apertura di procedimento disciplinare, sanzioni nei riguardi degli iscritti all’ANPEC come disposto dal Codice Deontologico. Il proboviro non può essere membro del Consiglio Direttivo Nazionale. Nel caso in cui un proboviro si
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renda responsabile di mancanze che prevedano l’intervento del Collegio, il Presidente dell’Associazione nomina temporaneamente, in sostituzione del proboviro indagato, il Socio la cui iscrizione all’Associazione è più remota.
Art. 20 - Modifiche di Statuto Lo Statuto può essere modificato solo su approvazione da parte di due terzi dei Soci presenti o rappresentati ad una Assemblea straordinaria appositamente indetta.
Art. 21 - Varie Per tutto quanto non previsto nel presente Statuto valgono, se e in quanto applicabili, le disposizioni del Codice Civile e ogni altra normativa in materia di Associazioni.
Art. 17 - Regolamento Per l’ordinamento e il funzionamento dell’Associazione, nonché per la specificazione di alcune norme particolari più facilmente suscettibili di modificazioni, lo Statuto dell’ANPEC è integrato da apposito Regolamento interno. Art. 18 - Codice Deontologico L’etica professionale degli iscritti all’Associazione e le norme a cui attenersi, sono richiamate nel Codice Deontologico. Art. 19 - Scioglimento dell’Associazione Lo scioglimento dell’Associazione è deliberato dall’Assemblea col voto favorevole di almeno quattro quinti in prima convocazione e di due terzi in seconda convocazione, dei Soci aventi diritto. L’Assemblea provvederà alla nomina di uno o più liquidatori che delibereranno in ordine alla devoluzione del patrimonio ad altra associazione con finalità analoghe o a fini di pubblica utilità, salvo diversa destinazione imposta dalla legge.
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Professional Act
Pedagogia in aiuto alla Persona La Redazione
Da quando nel 1974 l’ortopedagogia lasciò il posto a quella che da allora è stata definita pedagogia clinica ne è passato di tempo. All’epoca si trattava di uscire da un modello eccessivamente sanitarizzante oltre che sanitario per riappropriarsi del campo epistemologico educativo indirizzato ai bisogni dell’individuo, un individuo non più e non solo bambino da traghettare all’età adulta, ma persona in sviluppo costante in ogni momento del percorso di vita. Oggi, a quaranta anni da quella data, il panorama delle professioni che si rivolgono alla persona è notevolmente cambiato: così, nell’ambito dell’evoluzione di questa scienza, il termine “clinico”, da qualcuno a volte frainteso in senso sanitario, si palesa nella sua vera essenza per assumere, rinnovato, il valore di aiuto educativo alla persona di ogni età. Un momento che chiede una riflessione profonda non soltanto da un punto di vista semantico, ma anche operativo-prassico: un nuovo passo nell’evoluzione della terminologia scientifica, dunque, capace ora di sottolineare ancor più la natura pedagogica dell’epistemologia di base, e, inoltre, qualche cambiamento nel modus operandi che preservi e al tempo stesso sottolinei ed ispessisca i confini professionali, non percepiti come limiti, ma come
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l’opportunità di collocarsi nella società e al contempo riconoscere, collaborando, l’importanza delle altre professioni, più o meno nuove e organizzate. Scopo del presente testo è illustrare i punti cardine di questo “divenire”: primo i cambiamenti semantico-lessicali, secondo gli accorgimenti operativo-professionali. Dalla “diagnosi” alla “verifica delle PAD” Come scrive Pesci (Pesci, G., 2012, Pedagogia clinica: pedagogia in aiuto alla persona. Torino: Omega, pp. 63-66) “Diver-
Oggi, a quaranta anni da quella data, il panorama delle professioni che si rivolgono alla persona è notevolmente cambiato…
samente dal sanitario, il pedagogista clinico [...] non si limita alle singole manifestazioni o ad accogliere un’elencazione di sintomi [...] non si basa su sistemi di classificazione dei disordini secondo particolari rubriche, [...] non si può limitare alla constatazione della gravità del deficit [...]. Un progredito sistema diagnostico, condotto con attenzioni pedagogiche, che chiede di evitare la frantumazione dell’uomo sezionato in disturbi, turbe, disabilità, paure o complessi, e di rilevarne e classificarne la sintomatologia con un criterio teleologico-nosografico-classificatorio. [...] [Il Pedagogista clinico] Ha il dovere di osservare, leggere, diagnosticare, conoscere le Potenzialità, le Abilità e le Disponibilità, (PAD), le caratteristiche psicofisiche e lo stile comportamentale della persona”. La diagnosi in pedagogia clinica è una modalità di conoscenza dell’altro che si riferisce in sintesi, all’individuazione delle potenzialità, abilità e disponibilità e delle aree di “educabilità” della persona. Il pedagogista specialista in aiuto alla persona non misura, ma analizza le potenzialità, l’integrità e l’adeguatezza dell’efficienza, le cause dell’insuccesso, e considera la persona come un’unità comples-
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sa, piena di risorse interiori. Se la distinzione con la diagnosi sanitaria appare evidente nella sostanza, per portare a compimento pienamente la differenziazione tra la sanità e l’educazione si rende necessaria la sostituzione del temine “diagnosi” con il termine “verifica delle PAD potenzialità abilità e disponibilità”. Il temine “verifica”, infatti, richiama più facilmente alla memoria quanto gli insegnanti compiono quotidianamente nelle loro aule scolastiche, quindi esplicita ed esalta il sapore pedagogico di questo momento di conoscenza dell’altro, che tuttavia, diversamente dall’ambiente scuola, presuppone una non-valutazione, un non-giudizio. Oltre a ciò il temine “diagnosi”, derivando dal greco “diagnosco”, ha valore di “riconoscere attraverso” e presuppone da una parte un concetto di Verità ontologica piuttosto che di manifestazione fenomenologica e dall’altra richiama più del termine “verifica” il processo di individuazione di qualcosa. Il termine “verifica”, invece, rievoca il processo di conoscenza scientifica di un fenomeno ovvero la “verifica delle ipotesi iniziali”, che non sta per “cercare conferme” a quanto pensato precedentemente, ma prove che invalidino l’ipotesi iniziale affinché, qualora non vi si rintraccino, si possa prendere momentaneamente (salvo smentita successiva) per buona l’ipotesi di parten-
…la sostituzione del temine “diagnosi” con il termine “verifica delle PAD potenzialità abilità e disponibilità”. za. Questa seconda descrizione del processo conoscitivo dell’altro attualmente non è condivisa soltanto dalla pedagogia in aiuto alla persona; la si ritrova, infatti, in alcuni ambienti della psicologia e, più raramente, della medicina: ciononostante è il solo modo che ha la pedagogia per differenziarsi dalle altre scienze e il solo modo che ha il pedagogista per non invadere campi altrui. Pertanto, come spesso capita, il cambiamento che oggi si può individuare nella sostituzione di “diagnosi” con “verifica” avviene più a livello semantico che non operativo, in quanto da sempre i pedagogisti clinici che si sono riconosciuti nel movimento che ha dato vita all’Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici hanno messo in atto un modus operandi conforme a que-
sto criterio per intendere la conoscenza dell’altro. Ma non basta: perché i pedagogisti in aiuto alla persona non sono chiamati a fare soltanto una “verifica”, ma una “verifica delle PAD Potenzialità, Abilità e Disponibilità”, ovvero di quegli aspetti “positivi”, capaci di descrivere l’individuo secondo un’ottica “prossimale” (cfr. Vygotskij), orientata al futuro, e individuare le aree di educabilità della persona, cioè quegli aspetti che in un processo globale di sviluppo possono essere più di altri “tratti fuori” dalla persona attraverso strumenti, metodi e modalità pedagogiche che, come tali, implicano una dimensione relazionale di “simpatia”, anziché, come avviene per altre professioni/scienze, di “empatia”. Una ulteriore distinzione non soltanto lessicale, in quanto l’empatia (cfr. Rogers) è la capacità del professionista di sentire con consapevolezza le emozioni, i valori personali, gli stati interni del cliente e i loro significati “come se” fosse quella persona (a condizione di non sovrapporre o intrecciare la cornice di riferimento del cliente con quella propria), mentre la simpatia è l’abilità di percepire la situazione sentendo risuonare dentro di sé qualcosa di simile alla persona coinvolta: stare in una relazione simpatetica presuppone quindi uno stare in relazione, in qualche modo, meno profondo. In una relazione di tipo educativo si parla di simpatia in quanto
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lo scopo non è entrare in risonanza con l’altro al fine di promuovere un cambiamento nel modo di “vedere” la realtà percepita, ma è fornire, attraverso esperienze e attività, all’interno di un clima favorente, lo sviluppo di abilità e disponibilità. Dall’“Anamnesi” all’“Analisi Storica Personale”, dal “Colloquio anamnestico” al “Colloquio Storico Personale” Parte della diagnosi pedagogico clinica era rappresentata dall’anamnesi, un momento di conoscenza della storia dell’altro. Già Pesci (2012, pp. 68) diceva che “all’anamnesi psicologica che intende comprendere e spiegare gli aspetti intrapsichici, emotivi e motivazionali del modo in cui il soggetto si è costruito la sua storia, l’anamnesi pedagogico clinica privilegia la conoscenza, attraverso un resoconto soggettivo della persona, di fatti e situazioni che hanno caratterizzato la sua storicità. Un percorso che richiede, come ausiliario, il metodo Reflecting® con cui facilitare la riflessione, senza quantificare il qualitativo né dare numerazioni e classificazioni nominalistiche”. Un modo di fare diverso anche dall’anamnesi medica che, con un presupposto ontologico di tipo realista, chiede al paziente e/o ai suoi familiari notizie e informazioni riguardanti la vita del malato al fine di identificare con precisione la patologia. Di nuovo, pertanto, il cam-
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biamento semantico-lessicale mira ad inseguire la prassi operativa che vede bene distinte le modalità con cui professionisti provenienti da ambiti scientifici differenti si confrontano con il ricordo della vita dell’altro. Da ciò è preferibile parlare di Analisi Storica Personale per riferirsi alla raccolta di notizie sulla storia di vita di una persona che si vuole conoscere per realizzare con lei un adatto percorso educativo di aiuto, una occasione libera dai criteri dell’interrogatorio/intervista per l’esplorazione dell’individuo, dal quale conoscere le diverse tonalità affettive, lo stile di vita, i modelli di partecipazione sociale, gli effetti delle influenze amicali, i sentimenti, i desideri, le tensioni, le decisioni, il modo con cui la persona si è adattata alle situazioni di ambiente ecc. Ne consegue che anche definire “colloquio anamnestico” quel particolare tipo di interazione che mira al raggiungimento degli
...oggi ha un sapore troppo sanitario e quindi è preferibile… “Colloquio Storico Personale”.
scopi di cui sopra per un pedagogista in aiuto alla persona oggi ha un sapore troppo sanitario e quindi è preferibile una dicitura come quella di “Colloquio Storico Personale”. Come dice Michele, il protagonista di un film di Nanni Moretti, Palombella Rossa, “chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!”. E sono importanti non solo nei confronti dell’utenza, maggiormente facilitata nel distinguere i vari professionisti e nello scegliere conseguentemente quello che reputa più adeguato alla richiesta che vorrebbe sottoporre, ma anche nei confronti di se stessi le parole hanno una rilevanza fondamentale per essere ancor più di prima diversi, separati, sebbene non contrapposti, poiché la distinzione percettiva del mondo che ci circonda è uno dei passi che ci consentono di complessizzare l’esperienza e, al contempo, porre quel confine che ci fa essere individui, unici nella nostra proprietà. Fino a qui i cambiamenti semantici-lessicali più rilevanti nel divenire della Pedagogia Clinica in vera e propria pedagogia in aiuto alla persona, cioè nel passo che oggi compie questa scienza, a quarant’anni dalla sua fondazione-formulazione, per tornare (perché di ritorno si tratta) a separare la pedagogia dal criterio sanitario. Ora è il momento di illustrare quali cambiamenti si richiedono
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nella prassi per raggiungere appieno questo obiettivo. In particolare vediamo come e perché sono cambiati i criteri per una corretta conduzione pedagogica dell’analisi dell’espressività grafica e cromatica, come i test devono essere correttamente usati in pedagogia clinica e come il metodo Reflecting può inserirsi nel percorso di aiuto educativo specialistico. Modalità e strumenti per l’analisi dell’espressività grafica e cromatica Gli obiettivi di questo momento conoscitivo che fa parte delle verifiche delle PAD è leggere/osservare l’insieme delle manifestazioni che riguardano l’espressività grafica e cromatica. Non si tratta di “interpretare” ciò che l’altro disegna, ma di “guardarlo” e cogliere da come e da che cosa produce una rappresentazione delle abilità, disponibilità e potenzialità, fondata sulla manifestazione che la persona ha scelto di dare in quel momento al professionista attraverso quello strumento comunicativo. La lettura non può riguardare un singolo test, un singolo disegno o, peggio, un singolo elemento tratto dal test o dal disegno, ma deve essere una osservazione della globalità dell’espressività grafica e cromatica. Fino ad ora gli strumenti più usati in questa fase erano i graphonage (figura umana, albero, casa, famiglia) e l’adattamen-
to della versione breve del Color Lüscher Test. Oggi si ritiene di fare affidamento ad una lettura globale e complessiva del disegno libero, modalità che meglio consente l’espressione libera di sé; del disegno della figura umana, primariamente importante per le informazioni che possono riguardare lo schema corporeo; del disegno della famiglia, in quanto racconto di come una persona si rappresenta una o la propria famiglia; dell’adattamento della versione breve del Color Lüscher Test, strumento già considerato dal suo Autore utilizzabile in più ambiti da professionisti diversi; e, infine, della Lettera di presentazione di sé, una “nuova” modalità narrativa, non così dissimile dal “tema” richiesto dagli insegnanti a scuola, ma realizzata in un contesto diverso con modalità proprie e criteri di lettura specifici. Come si vede si è ritenuto adatto togliere dal ventaglio di questi strumenti, i quali non possono essere osservati se non tutti e tutti nel loro complesso, i graphonage dell’albero e della casa, con i quali per il professionista è più difficile tenere a freno l’interpretazione per concentrarsi sulla loro lettura. Qualcuno potrebbe obiettare che non è facile cogliere la differenza fra interpretare e leggere/osservare e in effetti, per chi non conosce i propri confini professionali, può essere una operazione non del tutto priva di ostacoli e sconfinamenti, ma
…Lettera di presentazione di sé, una “nuova” modalità narrativa, realizzata con modalità proprie, in un contesto... proviamo a fare un po’ di chiarezza: l’interpretazione è, in generale, il risalire ad un significato partendo da un segno. Per interpretare occorre vedere i singoli segni, quindi procedere con una segmentazione del fenomeno per una ricomposizione ermeneutica finale che considera, a seconda dell’impostazione epistemologica di fondo, l’interpretante più o meno depositario di una verità ontologica rispetto all’interpretato. Leggere/osservare, invece, ha valore di “custodire”, “considerare”, è quel processo del guardare la gestalt complessiva del fenomeno per coglierla, “custodirla” appunto, nella sua globalità e considerarla una rappresentazione di sé, priva, per quel che riguarda l’osservatore non chiamato ad interpretare, di un valore assoluto, di un
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significato recondito, di un senso profondo. Leggere/osservare significa stare di fronte ad un fenomeno e fare alcune considerazioni di superficie capaci, in questo caso, di dare indicazioni (non significati) rispetto alle potenzialità espressive, alle abilità nell’uso segnico-grafico-cromatico e disponibilità di relazione ad entrare in rapporto con il professionista in quel determinato momento. L’uso dei test in Pedagogia in aiuto alla Persona La verifica delle PAD si svolge lungo un percorso che prevede l’accoglienza, l’Analisi Storica Personale e l’osservazione diretta o realizzata attraverso strumenti specifici quali i test, tutti procedimenti capaci di previsione e di verifica con cui rilevare ogni potenzialità, abilità e disponibilità dei soggetti che richiedono un aiuto educativo specialistico. Test, questionari e modalità di analisi informano sugli aspetti caratterizzanti la persona ed offrono un’espansione conoscitiva che integra il percorso di verifica all’interno della pedagogia in aiuto alla persona. Durante la formazione i pedagogisti specialisti in aiuto alla persona attualmente apprendono le modalità per proporre e leggere i test Organizzazione grafo-percettiva, Attenzione e faticabilità, Mnesi Immediata, il Test verbale di maturità logica, l’Osservazione della manifestazioni ansiose e
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depressive, la Scala di valutazione del riadattamento sociale, il Questionario sul Self-Concept, la Scala di Valori Professionali, il Test del Pensiero Creativo, tutti editi dalle Edizioni Scientifiche ISFAR tranne gli ultimi due editi da Organizzazioni Speciali. I pedagogisti clinici iscritti all’ANPEC, inoltre, detengono una professionalità riconosciuta come qualifica di accesso all’utilizzo dei test delle Organizzazioni Speciali (codice di accesso B1). A questa categoria appartengono numerosi test tra cui, a titolo di esempio, le Nuove Prove di lettura MT per la Scuola Secondaria di I Grado, le Prove di Lettura MT-2 per la Scuola Primaria, le Prove MT Avanzate – 2, il DDE-2, il Q1 VATA, il MAT-2, il PRCR-2/2009, le Prove di Valutazione Grammaticale dell’Italiano Scritto, la Batteria per la valutazione della Scrittura e della Competenza Ortografica nella Scuola dell’Obbligo ecc. Molti di questi test, tuttavia, hanno una epistemologia e delle premesse di base molto distanti dai principi del pedagogista specialista in aiuto alla persona e pertanto, qualora vengano da questo utilizzati, devono essere adattati all’uso e agli obiettivi conoscitivi della sua professione. Prendiamo ad esempio il caso dell’ambito relativo alla Legge 170/2010: il pedagogista specialista in pedagogia in aiuto alla persona, che in alcune regioni italiane può far parte del-
l’equipe impegnata nella «somministrazione» di test per l’“identificazione dei DSA” potrebbe dover utilizzare reattivi specifici per l’individuazione di disturbi degli apprendimenti: in casi del genere, proprio per non compromettere la sua specificità di intervento di aiuto, se ha condotto il processo conoscitivo in questo modo, non procederà con l’intervento pedagogico specialistico. Ciò a conferma che in quanto pedagogista può fornire informazioni utili ad una diagnosi (quantizzante) di tipo sanitario nell’ambito degli apprendimenti, “luogo” peraltro da sempre appannaggio della scienza pedagogica, ma, in quanto pedagogista in aiuto alla persona, non si impegnerà in interventi che basandosi tout court su “dati” quantificabili e spiegati in modo sanitario non possono che essere de factu espressioni di una clinica essa stessa sanitaria. Il pedagogista in aiuto alla persona potrà intervenire su persone che hanno delle difficoltà negli apprendimenti solo a partire da una verifica delle potenzialità, abilità e disponibilità globale e, in un certo senso, anti-sanitaria, secondo i criteri, le modalità e le metodologie sopra richiamate. L’utilizzo del Metodo Reflecting® Infine una precisazione investe anche l’uso del Metodo Reflecting in Pedagogia clinica. Attraverso forme comunicative prevalentemente, ma non esclusiva-
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mente, non verbali il Metodo Reflecting® si rivolge a persone, coppie, gruppi per promuovere una riflessione circa i loro modi di affrontare alcuni eventi di vita e per sviluppare una evoluzione positiva. I tre pilastri su cui si fonda la teoria della tecnica del Reflecting® sono il silenzio (non soltanto nello stare in ascolto, ma l’uso attivo del silenzio come modalità comunicante), la parola (il cui uso è parcellizzato tanto da essere definibile come “attrice non protagonista”) e la comunicazione non verbale (non soltanto letta, osservata, ma usata intenzionalmente per veicolare stimoli). Il Metodo Reflecting, che ha una matrice pedagogica di riferimento, rappresenta una modalità usata dal pedagogista specialista in pedagogia in aiuto alla persona in tutte quelle occasioni di scambio comunicativo con l’altro, ma è anche un mezzo che, a partire dall’adolescenza, con singoli, coppie e/o genitori e gruppi può essere usato in modo preminente rispetto ad altri metodi. Nel contesto di ridefinizione del modus operandi che oggi siamo chiamati a fare è bene precisare che il Metodo Reflecting® è un metodo ausiliario all’intervento pedagogico specialistico, pertanto solo con i gruppi può essere usato senza ulteriori metodi a corredo. Ciò ha una duplice importanza, una che riguarda più propriamente il professionista, l’altra che riguarda l’utenza: in entrambi i casi l’utilizzo con-
giunto di tale metodologia con altre complementari consente di rimarcare (soprattutto quando si lavora in uno studio privato) una differenza anche operativa con altri professionisti, alcuni dei quali riconosciuti, magari in maniera riduttiva e semplicistica, come esperti dell’arte della parola e del colloquio. Ciò è tanto più vero considerando che tale metodo non è esclusivo della professione di pedagogista specialista in aiuto alla persona, ma può essere usato, se opportunamente conosciuto e qualora se ne possieda autorizzazione, da diverse figure professionali, ognuna delle quali è chiamata ad inserirlo nella propria cornice di riferimento. Conclusioni Una volta messi in evidenza i punti cardine del “divenire” della Pedagogia Clinica-Pedagogia in aiuto alla Persona è facile considerare che i cambiamenti semantico-lessicali e gli accorgimenti operativi raccontano una storia di impegno costante nel mantenimento di correttezza scientifica e rispetto dei confini professionali. Una storia dalla quale si capisce che a differenziare l’educazione dalla sanità, professioni sanitarie e professioni socio-educative, non sono tanto e soltanto i metodi che si utilizzano, anche se questi sono esclusivi, coperti da marchio registrato e appartenenti ad un “pacchetto” completo e suffi-
cientemente esaustivo, bensì sono gli obiettivi che ci si pongono e l’epistemologia che sostiene le modalità per raggiungere tali scopi. Quanto esposto è solo il cambiamento più evidente di un sapere scientifico, quello che più facilmente ciascun professionista può sentire sulla propria pelle, un mutamento che non si può arrestare qui e che anzi deve accompagnare i prossimi decenni cogliendo da essi le sfide e le opportunità che differenti modi di costruire il sapere scientifico e le professioni attualmente operanti nell’ambito dell’aiuto alla persona potranno mostrare, poiché una professione che sa cambiare e sa mettersi in discussione è più viva e vitale di una che crede graniticamente in se stessa e si contenta della (in-)certezza di esistere nel modo in cui ora si mostra. Il presente documento è stato sottoscritto da Guido Pesci Presidente dell’ANPEC Associazione Nazionale dei Pedagogisti Clinici e della SINPE Società Nazionale Pedagogisti, e da Simone Pesci Presidente del Comitato Scientifico dell’ISFAR-Istituto Superiore Formazione Aggiornamento e Ricerca, unico ente riconosciuto dall’ANPEC per la formazione in Pedagogia Clinica e viene assunto dal Consiglio Direttivo dell’ANPEC come integrazione al Codice Deontologico per la definizione e la tutela della condotta professionale.
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BAT - Basha Autistic Test Modello diagnostico per l’Autismo in lingua araba di Sami Basha*
Lo screening test per l’Autismo, riconosciuto con il titolo acrostico di BAT (Basha Autistic Test), ha visto la sua prima pubblicazione in lingua araba nel 2010 e nello stesso anno è stato tradotto in inglese presso l’Editrice dell’Università Cattolica di Milano (S. Basha, Basha behavioural autism spectrum. Disorder screening test, EDUCatt 2010). La descrizione del BAT, che propongo ai lettori, desidera illustrare uno strumento diagnostico nuovo che, collaudato in Territorio palestinese, potrebbe essere adottato anche nei centri di diagnosi italiani. Inoltre un aspetto, per me di primaria importanza, che porrò alla vostra attenzione è la genesi dello strumento stesso, perché frutto di un’attività coordinata di un’équipe che, “assortita” nelle specializzazioni ma ben affiatata, ha avuto come unico punto di forza e di unità il voler mettersi a servizio del bambino diversamente abile. Obiettivo dello strumento Il BAT è costruito secondo procedimenti che non mirano a incasellare il bambino dentro una patologia, ma a farne una valutazione diagnostica comportamen-
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tale secondo un processo di terapia senza soluzione di continuità. Come il WHO precisa, una diagnosi che si rispetti merita almeno sei mesi di osservazione. L’obiettivo dello strumento è quello d’identificare e valutare il comportamento dei bambini e consentire la classificazione di grado dell’autismo da lieve a severo; e allo stesso tempo esso è costruito in modo da escludere una diagnosi di autismo, magari affrettata. Ho pensato di costruire il Basha Autistic Test per due motivi principali. Il primo è l’assenza in lingua araba di strumenti di assessment comportamentale; e la seconda ragione è la mancanza di cooperazione tra gli specialisti come lavoro di squadra sotto lo stesso ombrello, nell’interesse del bambino. Merita introdurre a questo punto una breve parentesi. L’incontro
Uno strumento frutto di un’attività coordinata di un’équipe che, “assortita” nelle specializzazioni ha avuto come unico punto di forza e di unità il voler mettersi a servizio del bambino diversamente abile.
* Sami Basha, PhD. is a Professor of Pedagogy and special education at Birzeit University and Hebron University in Palestine. He is also a pedagogical consultant on local and international institutions. His main research interests include: intercultural studies and minorities, special and inclusive education. Dr. Basha was born in the town of Jenin, Palestine, and completed his master’s and doctoral degrees in the faculty of Sciences of Education at the Salesian Pontifical University in Rome, Italy. He is a member of the professional Board for Clinical Pedagogy in Italy. He is also a project director of a grant addressing special needs education with the AMIDEAST, through which he has establish network of university professors who meet to rethink how academia can better address the education of special needs persons. A Focus of his work is to developing university curricula in special education where currently, there is no special education degree program in Palestine.
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Il BAT è costruito secondo procedimenti che non mirano a incasellare il bambino dentro una patologia, ma a farne una valutazione diagnostica con numerosi bambini e le loro famiglie mi ha fatto apprendere che alla maggior parte dei bambini diagnosticati come portatori di sindrome autistica, o di altre disabilità trattabili in ambito pedagogico clinico, vengono somministrati da psicologi o neurologi farmaci come il Ritalin (droga, assunta di solito dai bambini iperattivi) e altri medicinali usati di solito in casi di epilessia. I medici promettono per i bambini e le loro famiglie una vita più facile. Di fronte a tale illusione i genitori somministrano le
medicine, ignari degli effetti negativi sulla salute psico-fisica del loro bambino e sulla difficoltà o impossibilità d’intervento di carattere pedagogico-clinico. Tutto ciò è diventato una prassi fra i dottori nei Territori palestinesi. Non c’è finora nessuno studio che dimostri effetti positivi sui bambini autistici, trattati con medicinali. Pertanto credo che questo strumento possa aiutare i pedagogisti e gli stessi educatori a sviluppare un piano di trattamento che escluda la somministrazione di farmaci. Inoltre l’uso corretto del BAT è capace di indicare passo dopo passo l’intervento pedagogico da attuare in modo personalizzato, perché trova la sua base nell’IEP (Individualized Education Program), programma che pianifica l’intervento sugli aspetti più deboli del comportamento rafforzandoli durante la diagnosi stessa. Il BAT ha dimostrato il suo successo e la sua validità scientifica, soprattutto dopo il collaudo e la facilità d’utilizzo; ma è uno strumento pericoloso se utilizzato solo per raccogliere dei dati. Metodologia e procedure dello studio Esso è frutto di uno studio pilota nei Territori palestinesi, iniziato due anni prima della data di pubblicazione, e nato dalla personale constatazione che in Palestina mancava non solo un adeguato strumento diagnostico per l’auti-
smo, e che a livello sia sociale sia accademico esisteva una quasi totale ignoranza sul tema. È partita perciò la ricerca che in poco tempo ha preso le forme di un lavoro di squadra, coinvolgendo 14 professori dalle universitari palestinesi. Loro, in due anni di studio e di lavoro sul campo, con i loro studi, i loro commenti e il loro supporto, mi hanno permesso di dare la luce a questo strumento diagnostico. La ricerca ha seguito l’approccio del reporting descrittivo nel quadro teorico e nella definizione di Sindrome di Autismo, secondo la classificazione mondiale delle malattie (ICD-10) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 1993. Ho anche usato l’approccio del quadro analitico applicato, per costruire il test di screening quando è stato utilizzato sul campo. Questi approcci mi sono sembrati i più adatti per una tale ricerca. Lo studio è stato condotto all’interno di una comunità di bambini palestinesi riconosciuti, precedentemente al mio studio, come autistici. Esso si è diviso in due momenti di lavoro: il primo si è rivolto a 180 bambini da tutto il Territorio, e di questi se ne sono scelti 30. Poi ci si è concentrati solo sui bambini della scuola “Al Moustaqbal” nella città di Jenin a nord della West Bank, e se ne sono studiati 45 per il random study. Tutti erano stati diagnosticati come autistici. Ma l’uso dello strumento ha eviden-
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Lo studio è stato condotto all’interno di una comunità di bambini palestinesi riconosciuti, precedentemente al mio studio, come autistici. ziato che quindici erano bambini realmente autistici; 15 bambini con ritardo mentale; e altri 15 con difficoltà di apprendimento. D’altra parte, attraverso l’osservazione fatta in questa istituzione, ho avuto la possibilità di registrare dei video che sono stati presentati ai colleghi i quali hanno dato le loro osservazioni sul comportamento osservato. Attraverso questo modo di procedere si sono rilevati cinque aspetti che, fondamentali nello sviluppo normale del bambino, possono essere osservati e possono essere considerati come criteri diagnostici comportamentali per autistici. Essi sono:
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1. il rapporto con gli altri; 2. l’uso degli oggetti; 3. La risposta relazionale; 4. I sensi; 5. L’adattamento. Essi sono diventati il cardine dei diciassette elementi sui quali il BAT si sviluppa e si suddividono nel modo seguente: 1. Il rapporto con l’altro (il rapporto con gli individui, la simulazione, l’imitazione, la comunicazione verbale, la comunicazione non verbale). 2. Gli oggetti d’uso (l’uso del corpo, l’uso delle cose, il livello di attività). 3. La risposta (la risposta emotiva, la risposta mentale, la risposta uditiva e visiva). 4. I sensi (tatto, gusto, olfatto). 5. L’adattamento (l’adattamento ai cambiamenti, la paura, l’impressione generale). A questo punto lo strumento è stato pronto per l’applicazione sui bambini. Ho fatto anche diverse altre misure per assicurarmi della veridicità e della coerenza dello strumento. Le fasi di progettazione standard La forma finale dello strumento si è raggiunta dopo un lungo periodo di studio e di consultazione con specialisti e sulla base degli studi precedenti in questo campo. Lo strumento ha incluso i diciassette elementi di base che rientrano, nell’ambito dei vari comportamenti e conoscenze, nella classificazione ICD dei disturbi mentali e comportamenta-
li che, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, aiutano a identificare la sindrome di autismo. Poi lo strumento è stato sperimentato su un campione di bambini autistici “esplorativi” al fine di misurarne la sicurezza e per garantirne la chiarezza senza ambiguità. Ne è seguito un lavoro attento di correzione e modifica della carta iniziale che tenesse conto di ogni commento ricevuto dalla mia équipe. A questo si è affiancato anche il risultato delle visite in scuole speciali d’istruzione private e governative, e dell’incontro con psicologi e con
La forma finale dello strumento si è raggiunta dopo un lungo periodo di studio e di consultazione con specialisti e sulla base degli studi precedenti in questo campo.
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assistenti sociali per cercare il loro punto di vista. Ho valutato con particolare cura e attenzione il ruolo dei genitori e quanto loro esprimessero sul comportamento dei loro figli e sulla misura della loro capacità di comunicare con gli altri. Infine lo strumento è stato sottoposto ad un gruppo di professori universitari e di altri specialisti da altri paesi arabi nelle seguenti aree: psichiatria, psicologia, educazione speciale, terapia occupazionale e lingua araba, perché esprimessero il proprio parere in merito alla validità, alla precisione e alla chiarezza del linguaggio usato, e altresì alle parole in lingua araba spesso carente di lessico specialistico. Il risultato di questo passo mi ha dato la possibilità di aggiungere tre nuovi elementi, poi approvati dalla maggior parte dei collaboratori e di conseguenza presi in considerazione. Essi sono: - Identificazione del preciso significato della diagnosi comportamentale nei bambini autistici. - Revisione della letteratura riguardo ai soggetti autistici e valutazione di quanto potesse servire per appoggiare lo strumento. - La conferma che nei Territori palestinesi questo fosse il primo lavoro sull’autismo a livello locale. Lo strumento, rivisto e corretto nella sua fase finale, prima della pubblicazione in lingua araba, è stato ancora sottoposto ad un certo numero di assistenti socia-
li, educatori e insegnanti di scuole speciali, in modo che lo sperimentassero su un piccolo campione di bambini. Da loro ho ricevuto emendamenti e commenti che ho ritenuto assai validi, perché le loro osservazioni nascono da un contatto diretto e quotidiano con il bambino. Descrizione e uso dello strumento Lo strumento è costituito nella sua forma finale di 17 elementi; ogni elemento è stato suddiviso in 4 sotto-elementi, che vanno da normale a più grave. Così, in base ai cinque elementi descritti sopra ne consegue un’ulteriore approfondimento: il rapporto con l’altro include 4 elementi; l’uso degli oggetti ne include 3; le risposte 4 elementi; i sensi 3 elementi; l’adattamento 3 elementi. La scala di valutazione include 4 scelte per ogni voce e l’insegnante, che ha trascorso abbastanza tempo con il bambino, può scegliere uno dei comportamenti applicabili al bambino attraverso la sua interazione con il docente e con gli altri nell’ambiente scolastico. Alla fine i punti vengono raccolti e aggiunti combinando i punteggi ottenuti per descrivere la situazione del bambino secondo i seguenti livelli: severo; moderato; lieve; normale. La diagnosi che facciamo in questo strumento non ha lo scopo di definire la gravità dell’autismo, ma di valutare i vari aspetti che ho già indicato prima e sui quali pianificare l’intervento terapeutico, ossia l’IEP. Come accenna-
to prima, lo strumento permette di valutare i punti di forza e le potenzialità o le debolezze del bambino, per lavorarvi sopra, attraverso l’attivazione o la rinascita di punti deboli in una integrazione educativa globale. Seguono tre esempi di risultati di uso del BAT:
...lo strumento permette di valutare i punti di forza e le potenzialità o le debolezze del bambino, per lavorarvi sopra, attraverso l’attivazione o la rinascita di punti deboli in una integrazione educativa globale. 19
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Bambino normale Strong 222-272 53-64 53-64 53-64 40-48 27-32
Moderate 171-221 41-52 41-52 41-52 31-39 21-26
Mild 120-170 29-40 29-40 29-40 22-30 15-20
Normal 68-119 16-28 16-28 16-28 12-21 8-14
113 22 30 29 18 14
Total The relationship with others Using Objects Responses Touch, taste and smell Adjustment
148 33 33 36 29 17
Total The relationship with others Using Objects Responses Touch, taste and smell Adjustment
Autismo lieve Strong 222-272 53-64 53-64 53-64 40-48 27-32
Moderate 171-221 41-52 41-52 41-52 31-39 21-26
Mild 120-170 29-40 29-40 29-40 22-30 15-20
Normal 68-119 16-28 16-28 16-28 12-21 8-14
Autismo moderato Strong 222-272 53-64 53-64 53-64 40-48 27-32
Moderate 171-221 41-52 41-52 41-52 31-39 21-26
Mild 120-170 29-40 29-40 29-40 22-30 15-20
Normal 68-119 16-28 16-28 16-28 12-21 8-14
219 62 55 50 25 27
Total The relationship with others Using Objects Responses Touch, taste and smell Adjustment
As for the main tool it is divided as follows: BASHA Behavioral Autism Spectrum Disorder Screening Test (BAT) 2008 Name: Date of assessment:
Date of Birth: other observations:
Age: (
I 1q 2q 3q 4q II 5q 6q 7q 8q
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Relationship with individuals Never His relationship to others does not fit his age Avoid contact with adults Absence of self initiative communication Continuously isolated Simulation and imitation Never His imitation to voices is not commensurate with his age Can conduct and imitate a simple behavioral slowly when stimulated Can imitate some behaviors with other’s help Cannot imitate even with help
Often
Sometimes
Always
Often
Sometimes
Always
)
ANPEC
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PEDAGOGISTI CLINICI
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE ANPEC EVENTI ESCLUSIVI CONGRESSO INTERNAZIONALE “IL DIVENIRE DELLA PEDAGOGIA CLINICA” Sede e date: Firenze, 25-26 Ottobre 2014 - 30 CREDITI
FORMAZIONE “PEDAGOGIA CLINICA IN CLASSE: L’INSEGNANTE PEDAGOGISTA CLINICO NELLA SCUOLA”
Sedi e date: Catania, 14-15 Febbraio 2015; Cagliari, 13-14 Giugno 2015 - 10 CREDITI
FORMAZIONE “IL PEDAGOGISTA CLINICO A LAVORO CON I GENITORI” Sede e date: Torino, 7-8 Marzo 2015 - 10 CREDITI
ALTRI EVENTI (NON ESCLUSIVAMENTE RIVOLTI A PEDAGOGISTI CLINICI)
Questo gruppo di eventi comprende iniziative che pur essendo di interesse per i pedagogisti clinici non sono rivolte esclusivamente ai soci ANPEC né utilizzano un linguaggio proprio della Pedagogia Clinica.
PEP-REB: PARENT EDUCATION PROGRAM REFLECTING BASED (SEMPRE ATTIVO IN MODALITÀ E-LEARNING) – CREDITI 10
ESPERTO IN GESTIONE E CONDUZIONE DI GRUPPI
Sede e data di inizio: Firenze, 27 Settembre 2014 – CREDITI 10
WORKSHOP LA COMUNICAZIONE EFFICACE: CONTRIBUTI DELLA PNL NELLE RELAZIONI DI AIUTO Sede e date: Firenze, 3-4-5 Ottobre 2014 – CREDITI 5
WORKSHOP BES: STRATEGIE PER L’INCLUSIONE
Sede e date: Firenze, 15-16 Novembre 2014 – CREDITI 5
WORKSHOP DISGRAFIA E DISORTOGRAFIA
Sede e date: Firenze, 31 Gennaio - 1 Febbraio 2015 – CREDITI 5
WORKSHOP ADHD – DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ: STRATEGIE CLINICHE E DIDATTICHE Sede e date: Firenze, 21-22 Marzo 2015 – CREDITI 5
WORKSHOP L’INTERVENTO CLINICO ATTRAVERSO IL DISEGNO E IL GIOCO Sede e date: Firenze, 19-20-21 Giugno 2015 – CREDITI 5
Segreteria ISFAR: Viale Europa 185/b - 50126 Firenze - Tel./Fax 0556531816 e-mail: info@isfar-firenze.it - www.isfar-firenze.it (lun.-ven. 9-13/14-18)
ISFAR® ISTITUTO SUPERIORE FORMAZIONE AGGIORNAMENTO E RICERCA® Formazione post-universitaria delle professioni®
PEP-REB: PARENT EDUCATION PROGRAM REFLECTING BASED 10 CREDITI DI AGGIORNAMENTO ANPEC 10 CREDITI DI AGGIORNAMENTO ASPIF Destinatari: Specialisti ed operatori dell’area sanitaria e socio-educativa (anche in formazione). Programma (IN MODALITÀ E-LEARNING) La formazione ha l’obiettivo di fornire ai partecipanti le conoscenze teoriche, metodologiche e operative per sviluppare abilità e competenze nella gestione o nell’implementazione di Programmi di Educazione dei Genitori, basati sul metodo Reflecting®. Dopo una introduzione sui principali modelli di Programmi di Educazione per Genitori e dopo aver fornito alcuni elementi di base sulla psicologia della famiglia, i partecipanti potranno apprendere attraverso presentazione ed esercitazioni cosa è un Pep- Reb e come si realizza e potranno inoltre iniziare a sviluppare le abilità necessarie alla sua realizzazione. • Parent Education Programs: tipologie, caratteristiche, obiettivi ed efficacia • Elementi di psicologia della famiglia • Il Metodo Reflecting: principi e metodologia di base • Pep-Reb: caratteristiche, obiettivi ed efficacia • Esempio di Pep-Reb: obiettivi, articolazioni e fasi, tempi, verifiche di esito e processo. • Verifica finale Al termine del corso, superata la verifica finale, verrà rilasciato l’Attestato di
Formazione in Parent Education Program Reflecting Based
N.B. La formazione non autorizza all’utilizzo del metodo Reflecting®, ma intende fornire orientamenti sufficienti alla pratica formativa basati sul Reflecting®. Docente: Dott. Simone Pesci, Psicologo, Psicoterapeuta, presidente della Società Internazionale di Reflecting Organizzazione didattica: Il Corso si svolge completamente online in modalità e-Learning. I partecipanti hanno accesso riservato alla piattaforma e-Learning open.edu, nella quale seguono le varie unità didattiche delle lezioni (video, dispense, slides) e svolgono le esercitazioni-verifiche secondo i propri ritmi e disponibilità temporali. La formazione stima circa 50 ore comprensive dello studio dei materiali e dello svolgimento delle prove di verifica e non necessita di una presenza contemporanea di formatore e partecipante. In seguito al ricevimento della quota di partecipazione la segreteria invierà una comunicazione sulle modalità di accesso al portale FAD e di fruizione del percorso formativo Quota di partecipazione: Euro 190,00; Euro 150,00 (per i soci ANPEC e i Soci ASPIF in regola con il versamento della quota associativa) Per informazioni e iscrizioni Segreteria ISFAR: Viale Europa 185/b - 50126 Firenze - Tel./Fax 0556531816 e-mail: info@isfar-firenze.it - www.isfar-firenze.it (lun.-ven. 9-13/14-18)
ISFAR® ISTITUTO SUPERIORE FORMAZIONE AGGIORNAMENTO E RICERCA® Formazione post-universitaria delle professioni®
LA SELEZIONE DEL PERSONALE Sede e data di inizio: Firenze, 20 settembre 2014 Destinatari: Psicologi e Psicologi in formazione, Professionisti delle Risorse Umane, Medici con specializzazione in Medicina del Lavoro, Orientatori, Pedagogisti Clinici. Prospetto della formazione: La formazione permette di incrementare il proprio bagaglio di conoscenze e il saper fare individuale e professionale al fine di poter lavorare con efficacia in tutte le fasi della selezione del personale. Saranno trattati i modelli di organizzazione aziendale e gli strumenti più utilizzati per rispondere alle esigenze di selezione e valorizzazione delle risorse umane. Grazie ad esercitazioni pratiche e analisi di casi i partecipanti potranno acquisire le professional skills indispensabili per ricoprire il ruolo di Responsabile Selezionatore. Docente: Prof. Dott. Gaiffi Elena, Psicologa nel settore del lavoro e delle organizzazioni, Perfezionata in Teorie e Tecniche di Gruppo, Consulente Tecnico per il Tribunale di Prato Al termine degli incontri verrà rilasciato l’Attestato di Formazione in Selezione del Personale Calendario: 20-21 settembre; 4-5 ottobre 2014
ESPERTO IN GESTIONE E CONDUZIONE DI GRUPPI Sede e data di inizio: Firenze, 27 settembre 2014 10 CREDITI DI AGGIORNAMENTO ANPEC 10 CREDITI DI AGGIORNAMENTO ASPIF Destinatari: Psicoterapeuti, Psicologi e Psicologi in formazione, Pedagogisti Clinici, Psicomotricisti Funzionali, altri operatori nell’area educativa, riabilitativa, socio-sanitaria e della formazione, che si possono trovare nella loro pratica professionale a condurre gruppi. Numero dei partecipanti: minimo 12 e massimo 25 Prospetto della formazione: Il percorso formativo è orientato a far acquisire un ventaglio di conoscenze e competenze sulle modalità di conduzione di gruppi per poter attivare, organizzare e gestire incontri di gruppo nei diversi contesti dell’ambito psicologico, sociale, educativo e sanitario, con una particolare attenzione agli atteggiamenti e comportamenti che permettono di facilitare i processi interattivi. Attraverso esercitazioni pratiche saranno presentate e sperimentate diverse performance come conduttori e ogni partecipante avrà l’opportunità di provare e affinare, in prima persona, il proprio stile di conduzione. Docente: Prof. Dott. Giuseppe Tomai, Psicologo, Psicoterapeuta, esperto in gestione e conduzione di gruppi Al termine del percorso verrà rilasciato l’Attestato di Esperto in gestione e conduzione di gruppi Calendario: 27-28 settembre, 11-12 ottobre, 15-16 novembre, 29-30 novembre 2014 Per informazioni e iscrizioni Segreteria ISFAR: Viale Europa 185/b - 50126 Firenze - Tel./Fax 0556531816 e-mail: info@isfar-firenze.it - www.isfar-firenze.it (lun.-ven. 9-13/14-18)
ANPEC ASSOCIAZIONE NAZIONALE PEDAGOGISTI CLINICI
ISFAR® ISTITUTO SUPERIORE FORMAZIONE AGGIORNAMENTO E RICERCA® Formazione post-universitaria delle professioni®
PEDAGOGISTA CLINICO®
PEDAGOGISTA IN AIUTO ALLA PERSONA
Sedi e date di inizio: Alghero, 11 ottobre 2014; Catania, 18 ottobre 2014; Bari, 8 novembre 2014; Milano, 15 novembre 2014, Torino, 22 novembre 2014; Roma, 29 novembre 2014; Firenze, 13 dicembre 2014 Destinatari: Laureati di primo o secondo livello in: Pedagogia/Scienze Pedagogiche, dell’Educazione o della Formazione (classi 18, L-19, 56/S, LM-50, 65/S, LM-57, 87/S, LM-85, V.O.), Psicologia (classi 34, L-24, 58/S, LM-51, V.O.), Medicina e Chirurgia, Scienze della Formazione Primaria e Educatori Professionali (L/SNT2, LM/SNT2). Sarà valutato il curriculum di coloro che sono ancora in formazione o che hanno completato altre tipologie di lauree magistrali, a ciclo unico o vecchio ordinamento, i quali dovranno comunque essere laureati di secondo livello al momento della verifica finale. L’ISFAR® è l’unico Istituto autorizzato dall’Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici (ANPEC) – costituita con Atto Pubblico il 28 marzo 1997 e registrata a Firenze il 16 aprile 1997 al n° 2423 – a compiere la formazione per Pedagogista Clinico. Organizzazione didattica: Il percorso formativo include incontri in aula, in atelier e in modalità e-learning, performance tecnico-professionali, preparazione di ausili, partecipazione a iniziative scientifico-culturali, compilazione e discussione di una tesi finale. Per tutti i dettagli sulla formazione consulta il sito www.isfar-firenze.it
SEMINARIO GRATUITO DI PRESENTAZIONE DELLA FORMAZIONE PER PEDAGOGISTA CLINICO Sede e data: Firenze, 26 settembre 2014 Programma • La Pedagogia Clinica e il Pedagogista Clinico: la scienza, la professione, l’ANPEC – Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici. • Il percorso formativo: obiettivi ed elementi caratterizzanti. • Possibilità lavorative: il Pedagogista Clinico libero professionista, Il Pedagogista Clinico nelle istituzioni. Orario: 16:30-19:30 All’incontro sarà presente il Prof. Dott. Guido Pesci Pedagogista clinico, Presidente ANPEC Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici Il seminario di presentazione è gratuito (i posti sono limitati). Per partecipare all’incontro è obbligatoria la prenotazione effettuabile inviando la richiesta per mail a info@isfar-firenze.it o contattando telefonicamente la Segreteria ISFAR: 0556531816. Sede open day Firenze: ISFAR Istituto Superiore Formazione Aggiornamento e Ricerca - Palazzo Giraldi, Via del Moro 28 (a 100 mt. dalla stazione ferroviaria di S.M. Novella)
Per informazioni e iscrizioni Segreteria ISFAR: Viale Europa 185/b - 50126 Firenze - Tel./Fax 0556531816 e-mail: info@isfar-firenze.it - www.isfar-firenze.it (lun.-ven. 9-13/14-18)
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III
Verbal communication
9q
Verbal communication does not fit his age
10 q
His verbal communication is mixed incomprehensible language
11 q
Repeating words or phrases automatically (Parrot)
12 q
Replace verbal communication by screaming and strange voices
IV
Non-verbal communication
13 q
Non-verbal communication does not fit his age
14 q
Hate to be touched
15 q
does not like physical communication
16 q
Lack of social smile (His face has no free expression)
V
Use of the body
17 q
Moving in an unnatural and inappropriate way that does not fit his age
18 q
Shows some unusual movements (repeated movements)
19 q
Shows strange movements (fingers, auto violence, selfambivalence, going around himself, heavy head and walking on his feat fingers)
20 q
Show routine movements despite the attempt to stop
VI
Use objects
21 q
Use games and materials in inappropriate way to his age
22 q
Showed aggressive behavior towards public (beating dolls, or bite it)
23 q
Focus surprisingly on one dolls’ part and keeps moving it repeatedly
24 q
Determined to keep certain things with him (Hold things powerfully)
VII
Level of activity
25 q
Activity level does not fit his age
26 q
Slowly movements during activity interaction
27 q
Need stimulation to do his homework
28 q
Make mechanic activities and movements
VIII
Emotional response
29 q
Inappropriate emotional responses to his age
30 q
Emotional response that is not related to events
31 q
Show strange behaviors without the presence of conditions associated
32 q
Impropriate reactions that are not related to the situation (for example, laughing instead of being sad)
Never
Often
Sometimes
Always
Never
Often
Sometimes
Always
Never
Often
Sometimes
Always
Never
Often
Sometimes
Always
Never
Often
Sometimes
Always
Never
Often
Sometimes
Always
21
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IX
Mental response
33 q
Mental abilities do not fit his actual age
34 q
Abilities are late in all aspects
35 q
depends on the other duties that require mental skills
36 q X
Has distinct capabilities and talent Optic response Never Use his eyes to examine new things in an inappropriate way for his age
37 q
22
38 q
His eye concentration are usually in the emptiness
39 q
Look to things from a unusual dimensions
40 q
does not respond to the presence of new people in his surroundings
XI
Auditory response
41 q
Use the sense of hearing in inappropriate way for his age
42 q
Needs repetition to get his attention
43 q
Bothered by high voices
44 q
Seems not to heard (although the natural results of hearing tests)
XII
Touch
45 q
Make inquiries on new things through inappropriate touching for his age
46 q
Exaggerated reactions to pain compared with normal children and the nature of the expression of pain
47 q
Touching things away from the normal inquiry
48 q
Does not respond normally to painful stimuli (injuries, bruises)
XIII
Taste
49 q
Make inquiries on new things through taste in inap-propriate way for his age
50 q
Determination to put things in mouth, even things nonchewing
51 q
Feels anxiety when taste things
52 q
Tasting things away from the normal scrutiny of the same thing
XIV
Smell
53 q
Inspecting new things by smell in an inappropriate way to his age
54 q
Sniffing all the things around
55 q
Show a significant worry when smell things
56 q
Sniff in a way that is away from normal to the same thing
Never
Often
Sometimes
Always
Often
Sometimes
Always
Never
Often
Sometimes
Always
Never
Often
Sometimes
Always
Never
Often
Sometimes
Always
Never
Often
Sometimes
Always
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XV
Adapt to the changes
57 q
Respond to changes in an inappropriate way
58 q
Continue activity without regard to any changes
59 q
Resisting change routine
60 q
Act violently if forced to diversify
XVI
Fear
61 q
Normal fear that is does not correspond to his age
62 q 63 q
Never
Often
Sometimes
Always
Never
Often
Sometimes
Always
Never
Often
Sometimes
Always
Show incomprehensible fear, however, significantly compared with the reactions of his peers in the same position showed normal fear (more or less), compared with peers in the same position
64 q
Fear remains even after the disappearance of cause of fear
XVII
General impression
65 q
shows normal signs that does not refer to autism
66 q
Showing some indications for mild autism
67 q
showing some indications for moderate autism
68 q
shows many indicators for sever syndrome of autism is critical range
Stato attuale della diffusione nei Territori palestinesi Dopo le due pubblicazioni in arabo e in inglese, lo strumento ha avuto un’ampia diffusione nel Territorio palestinese. Esso è ac-
compagnato da un kit di materiale di supporto per la diagnosi. Sul sito www.anainsan.net (che in arabo significa “sono persona”) il BAT viene pubblicato on line. Il sito fa da portale per tutti
i settori della disabilità nei Territori palestinesi. La caratteristica dell’approccio diagnostico è pedagogico, per cui è il bambino sempre al centro dell’intervento e della nostra attenzione.
Bibliografia Ainscow Mel. Special needs in the classroom. UNESCO. France 1994. Ami Klin, Warren Jones. Altered face scanning and impaired recognition of biological motion in a 15-month-old infant with autism. Developmental Science; Jan2008, Vol. 11 Issue 1, p. 40-46. Arnst Catherine. Chromosome Abnormality Linked to Autism. Business Week Online, 1/10/2008, p4-4, 1p; (AN 28351391). Caroline R. Gomez and Samera Baird. Identifying Early Indicators for Autism in Self-Regulation Difficulties. in “Focus on Autism and other Developmental Disabilities”. sage publications. Volume 20, Number 2, Summer 2005. pp. 106-116. Carr D., Felce J., Teaching picture-to-object relations in picture-based requesting by children with autism: a comparison between error prevention and error correction teaching procedures. Journal of Intellectual Disability Research. volume 52 part 4 pp. 309-317 April 2008. Eric Schopler, Ph.D., Robert J. Reichler, M.D., and Barbara Rochen Renner, Ph.D. Childhood Autism Rating Scale (CARS) by Farrell Michael. Autism and communication difficulties. Practical strategies. Routledge. London. 2006. Fewell, R.R. and Kaminski, R. (1988) ‘Play skills development and instruction for young children with handicaps.’ In S.L. Odom and M.B. Karnes (eds) Early Intervention for Infants and Children with Handicaps: An Empirical Base. Baltimore, MD: Paul H. Brookes.
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Goin-Kochel, Robin P. Myers, Barbara J. Hendricks, Dawn R. Carr, Staci E. Wiley, Shirley B. Early Responsiveness to Intensive Behavioural Intervention Predicts Outcomes Among Preschool Children with Autism. International Journal of Disability, Development & Education; Jun 2007, Vol. 54 Issue 2, p151-175. Grandin Temple. Autism from the inside. In “Educational leadership. Association for supervision and curriculum development”. California February 2007. USA. pp. 29-32. Hamilton I.S. Dictionary of development psychology. Jessica Kingsley Publishers. London 1995. Hunt Nancy, Marshall Kathleen. Exceptional children and youth. Houghton. USA. 2002. Jarrold, C., Boucher, J. and Smith, P. (1993) ‘Symbolic play in autism: a review.’ Journal of Autism and Developmental Disorders 23, 281-307. Jordan, Rita. Education of children and young people with autism (Guides for special education no. 10). UNESCO. UK 1997. Jordan Rita – Powell Stuart. Understanding and teaching children with autism. Wiley. England 1995. Meredyth Goldberg Edelson. Are the Majority of Children With Autism Mentally Retarded?: A Systematic Evaluation of the Data. in “Focus on Autism and other Developmental Disabilities”. sage publications. Volume 20, Number 2, Summer 2005. p.p. 66-83. Morgan Sam. When all measures of reliability and validity are considered..., the CARS clearly emerges as the strongest scale...” “Diagnostic Assessment of Autism: A Review of Objective Scales” Journal of Psycho educational Assessment, Vol. 6, 1988. Obiakor Festus E., Rotatori Anthony F. and Burkhardt Sandra. Autistic disorders: educational and clinical interventions. Advances in special education volume 14. JAI. UK 2001. Opdal Liv Randi, Wormnaes, Habayeb Ali. Teacher’s opinions about inclusion: a pilot study in a Palestine context. International Journal of disability, development and education, vol. 48, No. 2, 2001. Tylor and Francis. Organizzazione Mondiale della Sanità. ICD-10 classificazione delle sindromi e dei disturbi psichici e comportamentali. Descrizioni cliniche e direttive diagnostiche criteri diagnostici per la ricerca. MASSON. Milano 1994 Palestinian National Authority. Ministry of Health. National strategic health plan. Medium Term Development Plan 2008-2010. January 2008. Pellicano Liz. Autism as a development disorder tracking changes across time. In “Psychologist” April 2007 Vol 20 No. 4. pp. 216-219. Pijl Sip Jan, Meijer Cor J.W and Hegarty Seamus. Inclusive education. A global agenda. Routledge. London. 1997. Posey, David J.; Stigler, Kimberly A.; Erickson, Craig A.; McDougle, Christopher J. Antipsychotics in the treatment of autism. Journal of Clinical Investigation, Jan2008, Vol. 118 Issue 1, p6-14. Roeyers, H. and van Berckelaer, I. (1994) ‘Play in autistic children.’ Communication and Cognition 27, 349-359. Sternberg Steve. Genetic mutations boost autism risk. USA Today, 01/10/2008. Vallecorsa Ada L., Debettencourte Laurie U., Garriss Elisabeth. SpeSummary cial education programs. Corwin press. USA 1992. The autism screening test referred to by the acrostic BAT (Basha Autistic Webster’s. Third new international Test) was first published in Arabic in 2010 and translated into English the dictionary. Merriam. Webster same year by the publishing house of the Università Cattolica di Milano (S. INC USA 1993. Basha, Basha behavioural autism spectrum. Disorder screening test, Weston P.T.B. Some approaches to EDUCatt 2010). BAT is a new diagnostic tool tested in Palestinian territory, teaching autistic children. Pergastemming from the work of clinical pedagogist Sami Basha and run by a mon press. London 1965. team heterogeneous in terms of its specialties yet close-knit thanks to the Wyatt Edward. ABC Drama Takes members’ shared desire to help children with special needs. Furthermore, on Science and Parents. The new the appropriate use of the BAT tool is capable of indicating the optimal York times on line. Published: teaching interventions to be implemented in personalised and stepwise January 23, 2008. fashion, since it is based on IEP (Individualized Education Program), a Worth Sarah, Reynolds Sophie. The program which maps out steps to be taken on the weakest areas of assessment and identification of behaviour, thus working to strengthen them throughout the diagnostic language impairment in Aspergprocess. The BAT has demonstrated both its success and validity through er’s syndrome: a case study. Sage testing, proving to be a user-friendly tool. However, it can be a dangerous Jpurnal on line. 24, 1 (2008). pp. one if used exclusively for the purposes of data collection. 55-71.
24
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L’intervento pedagogico clinico nella scuola di calcio - un’esperienza nella società sportiva scuola calcio “Pro Catania” di Walter Siragusa
Nell’immaginario collettivo popolare risulta difficile, e quasi improponibile, trovare una correlazione tra sport e pedagogia clinica, soprattutto se si pensa allo sport come puro “scontro agonistico” tra gruppi di bambini e gruppi di adolescenti. La Lega Calcio, solo recentemente, dall’anno 2004 si è preoccupata di lanciare sul mercato lo slogan nazionalpopolare dell’educazione attraverso lo sport con l’ambizioso intento teorico e pratico di ripensare lo sport in chiave più formativa e non meramente tecnica. Il monito lanciato della Lega Calcio deve fare riflettere, a più livelli (dalle società dilettantistiche a quelle professionistiche), quanti operano nel settore sportivo, ed in particolare nel settore giovanile, sul presupposto che lo sport non è pura fisicità, né puro agonismo, né puro styling ma è fonte ed ambito di esperienze emozionali che accompagnano l’essere umano a più livelli di coinvolgimento. La Pedagogia Clinica, come disciplina che si occupa dell’educazione, “si inserisce all’interno di un più vasto compito educativo, che è quello di favorire lo
sviluppo integrale della personalità nel modo più completo possibile, in relazione alle condizioni psicofisiche di ogni individuo e l’ambiente in cui vive. Quando si viene chiamati come Pedagogisti Clinici in una scuola calcio “specializzata” o “riconosciuta” dalla FIGC il primo obiettivo che bisogna porsi è quello di conoscere nel più breve tempo possibile il contesto in cui si andrà ad intervenire. La formazione pedagogico clinica ci fornisce molti metodi che ben si adattano nel “campo sportivo”, ad indirizzo calcistico. Il Pedagogista Clinico che non è un operatore sanitario, ha il compito di non adattarsi alle carenze della persona, nè limitarsi a un intervento basato su un elenco tecnicistico di esercizi esposti su schede o su monitor, ma suggerisce esperienze originali, per combinazioni di scambio capaci di orientare la persona nel mondo di relazioni, favorire l’intesa e dare sapore alla vita. La scuola calcio è un grande contenitore dove alla persona, in questo caso l’allievo calciatore, gli si offre la possibilità di esprimere i propri impulsi essenziali.
Il bambino che gioca trasforma la realtà secondo il proprio io, cioè soddisfa bisogni e liquida il confronto con quella parte del reale per lui ancora inaccessibile. Inoltre, è importante sottolineare che senza un equilibrio affettivo, socio-relazionale è difficile giocare.
Lo sport non è pura fisicità, né puro agonismo, ma è fonte ed ambito di esperienze emozionali che accompagnano l’essere umano a più livelli di coinvolgimento. 25
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La scuola calcio è un grande contenitore dove alla persona, in questo caso l’allievo calciatore, gli si offre la possibilità di esprimere i propri impulsi essenziali. Come ci insegna la pedagogia clinica, questo ci fa capire l’importanza di una osservazione della persona in un approccio olistico. Per questo motivo è importante che ci siano figure professionali “capaci” di cooperare con gli adulti che si occupano di sport, di fornire strumenti operativi concreti, di assumere un ruolo di facilitatore e mediatore tra le società sportive, la scuola e la famiglie e di promuovere una cultura allo sport che consideri l’atleta nella sua globalità. Quindi in questo contesto il pedagogista clinico, che si distingue da altre figure educative an-
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che per la sua ecletticità, dovrà: - conoscere ogni singolo componente della scuola calci: Presidente, Dirigenti, Allenatori (Staff tecnico e dirigenziale) - Spiegare chi è e cosa fa il Pedagogista Clinico - Promuovere un intervento attraverso una condivisone di obiettivi, metodi e valori unitamente allo staff tecnico e dirigenziale - Conoscere l’ambiente calcistico e tutte le dinamiche sociorelazionali. Pertanto, nella fase di inserimento un primo passo è quello di organizzare, in accordo con i responsabili delle “Scuole Calcio”, un incontro con i tecnici con l’obiettivo di raccogliere le loro aspettative, di conoscere la storia e la vita della società sportiva in cui si è chiamati ad intervenire, con la professionalità del pedagogista clinico. Il secondo passo è costituito dall’analisi del sistema societario e punto di partenza dell’intervento all’interno della scuola calcio. Premettendo che il lavoro deve essere sempre modulato sulla base dell’ambiente in cui si è chiamati ad intervenire, si espone il percorso pedagogico clinico realizzato presso la società sportiva che opera da molti anni nel settore giovanile scolastico: Scuola Calcio Specializzata “PRO CATANIA”. L’Analisi storica personale per conoscere i soggetti coinvolti nel calcio giovanile Consiste in una rievocazione degli avvenimenti e nella descri-
zione dei rapporti intercorrenti tra i membri all’interno della costellazione sportiva, delle condizioni ambientali, socio-culturali, affettive, in cui l’allievo giocatore vive l’attività sportiva, soddisfazioni o insoddisfazioni, influenze sullo sviluppo adattivo, affettivo, comunicativo e rappresentativo di una performance sportiva. Un primo atto che può essere condotto basandosi su una serie di distinti proposizioni che si succedono sequenzialmente, in modo da facilitare il passaggio da una situazione ad un’altra.
L’allievo giocatore vive l’attività sportiva, soddisfazioni o insoddisfazioni, influenze sullo sviluppo adattivo, affettivo, comunicativo e rappresentativo di una performance sportiva.
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Come ad esempio è importante osservare e notare tutte le dinamiche di accoglienza all’arrivo dei ragazzi presso il campo sportivo e le dinamiche affettivo-relazionali tra il genitore e il figlio, e tra quest’ultimi con l’allenatore. L’osservazione diventa fondamentale durante tutto il percorso esperienziale presso una scuola calcio, bisogna svolgere un’opera di osservazione permanente al fine di raccogliere ogni particolare che testimoni la personalità di ogni singolo allievo calciatore e delle risorse che offre il sistema calcistico della scuola calcio. Pertanto, il Pedagogista Clinico promuove l’analisi delle risorse e le aree di miglioramento del sistema e dei suoi componenti; l’analisi dei bisogni percepiti da tutti i protagonisti che fanno parte e che ruotano nella scuola calcio, fare sintesi dei dati raccolti, condividere con lo staff tecnico e dirigenziale ogni conoscenza acquisita ed esporre gli obiettivi, i destinatari, le modalità, gli strumenti e i tempi previsionali di realizzazione. I passaggi successivi sono direttamente connessi all’impatto dell’intervento iniziale sui destinatari. Quindi si rende necessario una osservazione attenta e valutare i feed-back di tutti i componenti. (Allenatori e giocatori). In questa fase di confronto e di scambio, il rapporto interpersonale e intercomunicazionale sarà valorizzato dal metodo reflecting capace di promuovere simpatia, solidarietà e cooperazione tanto
da influire in termini di soddisfazioni e di prestazioni sia personali che collettivi in riferimento al gruppo squadra. Un metodo, il Reflecting, efficiente ed efficace per sostenere ed aiutare gli allenatori a rilevare alcune carenze comunicative con diversi allievi, fino a giungere ad un’auto-valutazione
Il Pedagogista Clinico promuove l’analisi delle risorse e le aree di miglioramento del sistema e dei suoi componenti; l’analisi dei bisogni percepiti da tutti i protagonisti che fanno parte e che ruotano nella scuola calcio.
e migliorare la lettura di molti messaggi pervenuti. Attraverso l’utilizzo del metodo reflectig si è giunti ad un doppio risultato: il primo riguarda l’aiuto diretto agli allenatori; il secondo per riflesso riguarda il miglioramento relazionale che l’allenatore ha istaurato con i propri allievi, riuscendo a leggere con maggior chiarezza i messaggi verbali e non verbali. Altro metodo tenuto presente e che ha dato risposte positive all’interno dell’attività sportiva è stato il metodo Edumovement®. Il metodo Edumovement in ambito applicato nel calcio settore giovanile e scolastico. Considerato che lo sport ad indirizzo calcistico giovanile non va inteso solo come pura proiezione di doti esclusivamente fisiche ma come aspetto educativo degno di seria considerazione: corpo e anima si uniscono in una totalità per una concezione unitaria della persona umana. Non c’è sport senza movimento; non c’è movimento senza il corpo. Parlare del corpo equivale a parlare della persona umana nella sua interezza. Esercitare il proprio corpo significa, attraverso l’attività fisica, imparare a disporre di sé. Educare a usare il movimento in senso sportivo non ha solo il traguardo apparente del risultato tecnico ma in effetti concorre a costruire l’uomo, sia pure attraverso l’atleta, attingendo a livelli formativi, etici e sociali. Se il movimento è il “corrispettivo del
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sapere” implica apprendimento e comunicazione ed è perciò che il Metodo utilizzato in questo contesto ha portato a risultati interessanti. Con queste attenzioni e questi intenti è stato possibile consolidare il compito degli allenatori a sollecitare interessi e stimolare proposizioni motivazionali, ponendo al centro della programmazione calcistica un processo educativo finora mai applicato e tenuto in considerazione: il riconoscimento e la valorizzazione dell’identità di ogni singolo allievo. Ciò ha contribuito a far prosperare attività di espressione, di conoscenza e di comunicazione, tenute insieme da quella visione globale che rende l’uomo potenzialmente capace di ogni forma di sé. Il pedagogista clinico impegnato nella scuole di calcio per mezzo del suo intervento specialistico attiva le risorse delle componenti societarie e collabora alla pianificazione degli obiettivi per migliorare le relazioni interpersonali nei confronti degli allievi, dei tecnici, dirigenti, genitori e scuole. Per questo sostiene i dirigenti nella gestione e organizzazione delle attività della società e propone iniziative che tendono a migliorare l’ambiente sociale. Nei confronti degli allievi crea un contesto collaborativo tra i componenti del gruppo per favorire la formazione come persona e come atleti, stimola la coesione dei gruppi-squadra, l’autonomia/differenziata tra gli allievi,
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la motivazione e le capacità cognitive. Aiuta a migliorare il rapporto e la collaborazione tra tecnici dello stesso staff, tra tecnico ed allievo/atleta e tra tecnico e genitore; agevola la focalizzazione di situazioni su cui lavorare; stimola la comunicazione efficace con gli allievi e una migliore comprensione delle informazioni provenienti dalle dinamiche di gruppo. Nei confronti della scuola crea un canale comunicativo con le società di calcio e facilita il dialogo scuolasocietà di calcio al fine di evitare sovrapposizioni delle offerte formative che potrebbero disorientare l’allievo-calciatore/alunno. Con questi intenti e obiettivi il pedagogista clinico, affiancandosi ai dirigenti e ai tecnici, sostiene l’importanza della valenza educativa e ludica di una scuola di calcio e garantisce un dialogo costruttivo tra le componenti e le famiglie.
…sollecitare interessi e stimolare proposizioni motivazionali, ponendo al centro della programmazione calcistica un processo educativo…
Summary The football school represents an environment where people – in this case football students – have the opportunity to express their own essential impulses. Children at play transform their reality in terms of their own self, that is, they satisfy their needs and overcome the confrontation with that part of the real that remains inaccessible to them. In addition, it is important to emphasise that, without an affective and social-relational balance, play becomes difficult. For this reason, it is important to have professionals present who are “enabled” to work with those adults responsible for children learning sports, to provide concrete operational tools, to take on the role of facilitators and mediators among the sporting groups, the school and the families so as to promote a culture of sport that takes the athlete as a whole into consideration. These are the principles on which Walter Siragusa has based his project at the sports company having worked in the scholastic youth sector for many years, “PRO CATANIA” Specialist Football School, offering a significant contribution to the organisation.
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CRONACA CONGRESSO DI MILANO 9 Novembre 2013 La Redazione La foto e il manifesto testimoniano il numero dei presenti (620 partecipanti) e i riconoscimenti che l’ANPEC ha avuto nell’occasione di questo Congresso realizzato di intesa e collaborazione con Expo 2015 e Provincia di Milano; il successo è ancor più dimostrato con la Medaglia che il Capo dello Stato ha voluto destinare al Congresso.
Il lungo elenco dei diversi Ministri e delle numerose Associazioni che hanno concesso il Patrocinio è una chiara dimostrazione dell’interesse che ha suscitato ma pure del riconoscimento di una Associazione attiva e capace di produrre cultura. La risonanza di tale evento del resto ci ha permesso quest’anno di organizzare il Congresso Mondiale che si tiene a Firenze.
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A Congressi, convegni, seminari, incontri… Massarosa Dal febbraio 2013 presso la Misericordia di Massarosa è attivo uno sportello d’ascolto per accogliere le persone anziane in difficoltà e un numero verde allo stesso scopo. Questo servizio nasce grazie al progetto “Ascolta…ti” gestito dalla Confraternita di Misericordia di Massarosa, dal Comune di Massarosa e dall’Associazione nazionale Pedagogisti Clinici ANPEC nella persona di Sara Lucania. La notizia del servizio è stata rilanciata dalla stampa e dai network.
Arcade (TV) Giovedì 6 giugno 2013 si è concluso ad Arcade, in provincia di Treviso, l’ultimo dei quattro incontri sul tema “Difficoltà di memoria”. La conduzione degli incontri è stata affidata alla Dott.ssa Gabriella Colautti, Pedagogista Clinico del Centro Medico Diagnostico Montello di Giavera. Il progetto è nato all’interno del Tavolo Famiglia del Comune di Arcade ed è stato finanziato dal Comune stesso. Si è rivolto a tutto il pubblico interessato alle problematiche legate ai processi mnestici della terza età, in particolar modo ad adulti e anziani. Grosseto Dal 18 ottobre 2013 hanno avuto inizio i percorsi formativi laboratoriali presso il Liceo Rosmini di Grosseto. Il progetto in cui sono coinvolti tutti i collaboratori scolastici ha lo scopo di affinare opportunità educative per una più equilibrata gestione dei meccanismi alla base dello stress. Il progetto è realizzato in collaborazione con il Cesapp diretto da Antonio Viviani pedagogista clinico, e con lo studio di pedagogia clinica diretto da Carmen Torrisi. Le testate giornalistiche che hanno rilanciato la notizia ed esaltato l’evento sono in gran numero e riportate in Echi della stampa.
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Bologna La collega Laura Bandelloni, incaricata dai professori Umberto Nizzoli e Nazario Melchionda dell’Università di Bologna ha tenuto il 19 ottobre 2013 una relazione sul ruolo del Pedagogista Clinico nell’Educazione Terapeutica, al Convegno su Il ruolo delle figure professionali all’interno di un Team multidisciplinare, organizzato dalla SISDCA - Società Italiana Studio Disturbi del Comportamento Alimentare. Catania L’Associazione CHInelCHE condotta da pedagogisti clinici si è promossa solidale con l’evento internazionale “Giornata diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza” organizzando un incontro su “Il sole è di tutti e per tutti” che si è tenuto il 18 novembre 2013. La fiaba resa musical con voci dal vivo ha coinvolto tutti i presenti lasciando in ciascuno tracce positive. Cagliari In occasione della giornata di studi del XIX Corso universitario Unicef di Cagliari di educazione allo sviluppo, dal titolo “L’ascolto dei Minorenni in ambito giudiziario Dalla norma alla persona nel lavoro di rete” tenutasi a Serdiana (CA) il 29 novembre 2013, presso la Comunità La Collina, la collega Donatella Olla ha tenuto una relazione dal titolo “Il pedagogista clinico e l’ascolto della persona”, che ha riscosso un grande interesse tra i presenti. Messina Un importante riconoscimento ed un premio prestigioso sono stati conferiti alla collega Lucia Sorrentino per essersi distinta sia professionalmente che sul piano umano. Tale riconoscimento è avvenuto nel dicembre 2013 in occasione del premio Alata Solertia giunto alla XXX° edizione svolto davanti ad un’affollata aula magna dell’Università di Messina, promosso dal Movimento Nuova Presenza-Giorgio La Pira. Di questo evento ne hanno dato notizia i quotidiani. Castelvetere sul Calore (AV) Gerardo Pistillo, Direttore ANPEC Regione Campania, in occasione di “Irpinia in Arte, Seminari Pedagogici Itineranti”, ha presentato, sabato 14 dicembre 2013, assieme al giornalista de Il Mattino Luigi Pisano, il suo libro Il corpo in Pedagogia clinica” e il volume Scuola che cambia”. Due pubblicazioni con cui si dimostra
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come in situazioni diverse il pedagogista clinico trova nella sua professionalità occasioni di risposta.
della Formazione di Genova, si so-no fatti promotori sul territorio di questo impegnativo programma. Un progetto che ha colto l’interesse delle famiglie e che ha prodotto una significativa eco sui network. Cagliari La dott.ssa Donatella Olla, Direttore ANPEC Regione Sardegna, ha stilato un Protocollo di Intesa tra ANPEC Sardegna e ERSU Ente Regionale Studenti Universitari Cagliari e Provincia.
Pisa Le abilità professionali dei pedagogisti clinici con Cristina Cherchi ancora una volta vengono accolte in un ambito sanitario pur nel distinguo di un diverso orientamento ispirato alla pedagogia. La collega è stata chiamata ad una collaborazione presso il polo oncologico dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa e di questo ne hanno dato notizia fonti giornalistiche. Casale Monferrato
Todi Il dottor Federico Pettinari, per il terzo anno consecutivo, ha condotto lo sportello pedagogico clinico “Spazio d’ascolto”, presso l’Istituto superiore “Iacopone da Todi”, liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane di Todi in provincia di Perugia. Il servizio si è qualificato come opportunità per gli studenti, i genitori e il personale scolastico. Le numerose richieste hanno spinto il dirigente scolastico a garantire la continuità del servizio per tutto l’anno scolastico e a mantenere viva la collaborazione. Crema Ombriano (CR)
L’11 gennaio 2014 si è inaugurato presso la sala consiliare del comune di Casale Monferrato il Progetto Pilota Destinazione Futura per alunni DSA. Nel progetto sono impegnati i colleghi Renza Marinone e Giovanni Rabaglino i quali con l’associazione I Care Family Onlus di Casale Monferrato e il Disfor - Dipartimento di Scienze
Ha avuto inizio presso l’Istituto Comprensivo Crema 2 il progetto “È tempo di... mani, bocca, corpo, mente. Un tempo e uno spazio... per fermarsi a riflettere” rivolto a genitori e insegnanti. Si tratta di un ciclo di 3 incontri sul
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A ben-essere del bambino e della famiglia che prevede il coinvolgimento di più specialisti tra cui la collega Alessia Galli nell’ottica di una collaborazione e lavoro di rete interdisciplinare. Il progetto è stato accolto e sostenuto dal Dirigente Scolastico Prof. Bacecchi che si è dimostrato particolarmente interessato e sensibile all’iniziativa.
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Venezia Presso l’Auditorium “L. Sbrogiò” dell’Istituto Comprensivo Ilaria Alpi di Favaro Veneto, in occasione degli incontri “Laboratorio Famiglia” la collega Monica Cavaliere assieme al dr. Giorgio Fazzin biochimico clinico ha tenuto il 3 febbraio 2014 una conversazione su Abusi e dipendenze.
Paola Corradini direttore ANPEC regione Marche è impegnata nei centri antiviolenza a fronteggiare le diverse situazioni favorendo una disponibilità alla denuncia e come tornare a credere in se stessi. Di questa sua attività ne dà notizia il Corriere Adriatico.
Cuneo Al collega Claudio Rao è stata messa a disposizione una rubrica “L’angolo del pedagogista” nella pagina Salute e Solidarietà del settimanale Cuneo. Il suo primo articolo è uscito con il titolo “Scuola italiana: quel maschile che manca al femminile”. Taranto L’ANPEC Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici a Taranto ha sottoscritto a nome del presidente regionale Maria di Ponzio un’intesa con l’Associazione “A chiare lettere”. L’accordo di collaborazione prevede di tenere seminari, stilare e condurre progetti con le scuole, aprire sportelli di ascolto e interventi specialistici pedagogico clinici per quanti presentino necessità. Allo scopo sono stati aperti tavoli tecnici di lavoro. Riposto (CT) Il dott. Walter Siragusa direttore ANPEC Regione Sicilia in seguito alla collaborazione siglata tra ANPEC e Scuola e Servizi Sociali è stato incaricato di seguire soggetti in difficoltà come deliberato dal Comune di Riposto.
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Acicatena Walter Siragusa e Manuela Murabito hanno integrato il loro Studio Specialistico di Pedagogia & Pedagogia clinica al Coach Education con l’obiettivo di offrire ai genitori un supporto professionale educativo per potenziare e sviluppare nei confronti del figlio, abilità e competenze il Coach Education è un Personal Trainer in ambito sportivo e scolastico, trait d’union tra agenzie educative per crescere in armonia e sintonia con il mondo e il proprio essere. Un impegno che si basa sul principio “tutti riceviamo una educazione per guadagnarci da vivere, ma non un’educazione per vivere”. Catania
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Ispirata ai principi della pedagogia clinica la collega Aurelia Billa ha dato vita all’Accademia dell’infanzia Wonderful. L’Accademia offre un asilo nido e una scuola dell’infanzia in cui le attività educative, le sollecitazioni e le stimolazioni sono prodotte con l’efficacia di risvegli positivi per una sana crescita. L’Accademia Wonderful infatti intende sostenere lo sviluppo dell’autonomia del bambino e realizzare il suo personale percorso di vita.
Riposto
Latina Il nuovo direttore ANPEC della regione Lazio è la dott.ssa Stefania Salvaggio. La nomina, che ha trovato eco sulla stampa, ha offerto un sicuro contributo alla categoria. Perugia La collega Luisa Vera nella sua qualità di Direttore ANPEC regione Umbria è stata convocata dall’Ufficio Scolastico Regionale USR per partecipare ad un Tavolo di consultazione sulle Misure di accompagnamento per l’attuazione delle Indicazioni nazionali per la scuola dell’Infanzia e del I ciclo d’Istruzione. Il primo incontro si è concluso con alcune proposte operative, come mettere on line sulla piattaforma dell’URS le attività che l’associazione svolge sul territorio. L’intento è quello di creare un amalgama con le altre associazioni locali, per rispondere ai bisogni di una scuola sempre più aperta alla collaborazione con ogni risorsa della comunità educante. Un significativo inizio per intese che ci potranno permettere di dimostrare la nostra professionalità a favore di bambini in un periodo di vota in cui lo sviluppo richiede particolari attenzioni. Salerno Anna Paola Capuano e Franca Storace hanno offerto alle stampe un prezioso strumento operativo e applicativo della normativa sui BES e i DSA dal titolo “BES e DSA la scuola di qualità per tutti”, edito dalla casa editrice Libri Liberi. Un’opera che si aggiunge fra quelle in orientamento pedagogico clinico rivolte a dare risposte utili a quanti vivono nella necessità di aiuto e alle agenzie educative che devono provvedervi. Civitanova La collega Tullia Mauriello ha partecipato ad un incontro dibattito “Percorso di maturazione” inserito all’interno della Rassegna “Sapori Saperi, tra vino e cultura”, presentando un contributo sulle analogie e i confronti tra l’evoluzione della persona e l’evoluzione di un elevato prodotto enogastronomico della nostra cultura ed il suo apporto al benessere della vita. Catania
I Servizi Sociali del Comune di Riposto (CT), in riferimento all’accordo di programma siglato d’intesa con il collega Walter Siragusa direttore ANPEC regione Sicilia, ha invitato i pedagogisti clinici a far parte della costituenda equipe socio-psico-pedgaogica, esprimendo in tale occasione apprezzamento per l’ottimo lavoro svolto sino ad oggi, oltre al riconoscimento della validità dei metodi della pedagogia clinica. Catania Walter Siragusa in qualità di direttore ANPEC regione Sicilia, a seguito di un incessante e proficuo impegno di questi ultimi due anni a favore dell’espansione del pedagogista clinico nel territorio siciliano, ha avviato il Gruppo Lavoro Sicilia “GLS ANPEC”. Questo per far sì - come egli stesso dichiara- che tutti i colleghi siano sempre più coesi e motivati a rendere migliore il loro contributo professionale testimoniato dall’apprezzamento e riconoscimento da parte di enti pubblici e privati, con cui sono stati siglati protocolli d’intesa, accordi di programma e collaborazioni a vario titolo. Taranto Lunedì 4 novembre l’ANPEC di Taranto in collaborazione con l’Associazione A chiare lettere ha organizzato un Seminario “Le attività di supporto del pedagogista clinico nel processo di apprendimento”. L’evento si è tenuto presso l’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” di Statte ed hanno partecipato, con interessanti interventi, specialisti di varie discipline impegnati a favore di soggetti in difficoltà negli apprendimenti scolastici, tra cui le colleghe dott.sse Maria Di Ponzio, Liliana Doria e Concetta Bruni.
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LA SICILIA
LA NAZIONE
Maggio 2013
In data 23 aprile sul quotidiano appare l’intervista al dott. Antonuzzo su Educazione alimentare e pedagogia clinica in cui si riporta il coinvolgimento nello specifico ruolo professionale della collega Cherchi.
GAZZETTA DEL SUD CORRIERE ADRIATICO 13 novembre 2013 L’articolo riporta la notizia della rassegna Saporisaperi “Tra vino e cultura” a Civitanova che nasce con l’obiettivo di valorizzare le risorse di alta qualità.
CMCRONACHEMACERATESI.IT Giovedì 13 giugno 2013 “Presentata questa mattina in presenza di Filippo la Porta e Luigi Alici la dimensione umanistica di Futura Festival per le sezioni “Anima e Humanitas”. Così inizia l’artcolo che dà notizia del Futura Festival a cui ha partecipato con una sua relazione anche la collega Tullia Mauriello.
CORRIERE ADRIATICO 11 marzo 2014
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Il 2 gennaio 2014 è uscito un articolo sul premio Alata Solertia che, tra altri importanti soggetti professionalmente impegnati sul piano umano, ha riconosciuto alla collega Lucia Sorrentino questa alta onorabilità.
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a a cura di Marta Mani
GROSSETO NOTIZIE 17 Ottobre 2013
a professori e custodi condotto da pedagogisti clinici, per creare situazioni capaci di vincere ogni disagio.
LA NAZIONE 18 ottobre 2013
Con l’articolo si dà notizia dell’inizio di percorsi formativi laboratoriali presso il Liceo Rosmini di Grosseto finalizzati ad offrire al personale scolastico modalità opportune per vincere lo stress.
MAREMMA NEWS IL GIUNCO.NET
17 ottobre 2013 Il giornale telematico annuncia l’apertura dei corsi organizzati dal Liceo Rosmini sul tema “No stress a scuola” realizzato in collaborazione con il Cesapp diretto da Antonio Viviani pedagogista clinico, e con lo studio di pedagogia clinica diretto da Carmen Torrisi.
LA PROVINCIA 24 ottobre 2013
IL TIRRENO 18 novembre 2013
Il quotidiano titola l’articolo “A scuola senza stress” e dà notizia che al Liceo Rosmini si apre un Corso
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MASSAROSA INFORMA
IL CAFFÈ DI APRILIA
Giugno 2013 Nell’articolo Nuovi servizi per ragazzi e anziani a firma di Simona Barsotti, si dà notizia, tra l’altro, della apertura di uno sportello d’ascolto per accogliere le persone anziane in difficoltà; sportello che è gestito dalla collega Sara Lucania.
27 marzo 2014 Il giornale riporta in cronaca la notizia sulla nomina ratificata dal Consiglio Nazionale dell’Associazione Pedagogisti Clinici ANPEC alla dott.ssa Stefania Salvaggio che diviene così direttore ANPEC della regione Lazio.
STAMP TOSCANA Sabato 16 febbraio 2013
IL CAFFÈ DI APRILIA 9 aprile 2014 In un articolo “Benessere e qualità della vita con la pedagogia clinica” Stefania Salvaggio direttrice ANPEC regione Lazio risponde ad alcuni quesiti sugli scopi del pedagogista clinico e sui principi oltre che sulle strategie utilizzate. Modalità di intervento e strumenti oltre ai servizi vengono sapientemente esposti.
IL GIORNALE DEL LAZIO 27 marzo 2014
LA GAZZETTA DI VIAREGGIO 23 giugno 2013
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LATINA OGGI
STAR BENE
1 aprile 2014 In un articolo “Per l’ANPEC Lazio Pedagogia clinica, le nomine” il giornale dà notizia del rinnovo della direzione della sezione ANPEC Lazio e della nomina del nuovo direttore nella persona della dott.ssa Stefania Salvaggio. In occasione l’articolo si sofferma su la pedagogia clinica e sulla professione di pedagogista clinico.
26 maggio 2014 Nella Rivista edita da Mondadori nella rubrica di Barbara Gabbrielli viene fatto riferimento a “come scegliere il campo estivo. Un contributo che Vania Rigoni offre in orientamento alle scuole e ai bambini che intendono parteciparvi.
CUNEO 25 marzo 2014 Claudio Rao ha ottenuto uno spazio fisso “L’angolo del pedagogista” in pagina Salute e Solidarietà del settimanale Cuneo.
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ASSOCIAZIONE NAZIONALE PEDAGOGISTI CLINICI www.pedagogisticlinici.com COLLANA DI PEDAGOGIA CLINICA DIRETTA DA GUIDO PESCI Edizioni Magi - Roma Pagg. 152
Gerardo Pistillo
Pagg. 184
Il corpo in pedagogia clinica
Guido Pesci Marta Mani
Pagg. 172
Guido Pesci Maria Fiore
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Pagg. 153
Gonnelli-Cioni
Antesignano della pedagogia clinica in Italia
Pagg. 85
Guido Pesci Simona De Alberti
Pagg. 80
Maria Grazia Dal Porto Maria Grazia Magazzino
Pagg. 172
Jane Dossick Eugene Shea
Pedagogia creativa 52 esercizi per i gruppi
Pagg. 168
Educromo
Il metodo pedagogico clinico per vincere le difficoltà di lettura
Guido Pesci Lucia Russo
L’anamnesi
Un colloquio per conoscere significati complessi
Il pedagogista clinico mediatore e formatore Pagg. 127
Maria Grazia Dal Porto Alberto Bermolen
La fiaba come risveglio dell’intuizione
La Mediazione
Metodo pedagogico clinico per educare al segno pratico
Pagg. 136
Formazione e professione
Aiuto alla Persona
Prismograph
Per una scienza del movimento
Guido Pesci
Guido Pesci Marta Mani
Guido Pesci
Guido Pesci
Pedagogista clinico
Percorso clinico
Metodo per favorire l’equilibrio e il piacere
L’educazione del corpo nella scuola del domani
Pagg. 156
Pagg. 115
Touch ball
Il metodo Memory Power Improvement per il recupero delle abilità mnestiche nell’anziano Jean Le Boulch
Guido Pesci Simone Pesci
Pagg. 136
Scienza e professione
L’esperienza sonoro-musicale come aiuto alla persona nella relazione pedagogico clinica
Mnesi e invecchiamento
Pagg. 368
Mauro Carboni
Guido Pesci
Pedagogia clinica
Musicopedagogia
Il pedagogia clinico nelle istituzioni
Pagg. 115
Pagg. 150
Scuola che cambia
Ri-flessioni per essere in Forma
Pagg. 172
Guido Pesci Marta Mani
Pagg. 164
Guido Pesci Gloria Mencattini
Autonomia e coscienza di sé
Guido Pesci Anna Pesci
Pedagogia clinica in classe
Omega Edizioni - Torino Pagg. 255
PEDAGOGIA CLINICA - La pedagogia in aiuto alla persona
L’opera accoglie i contributi della pedagogia clinica, una scienza sorta dal tumulto scientifico innovativo della metà degli anni settanta del secolo scorso. L’accezione di “cura della persona”, data all’aggettivo clinico fu considerata il focus dell’elevazione di questa nuova dottrina, chiamata a rispondere alle esigenze delle persone di ogni età e dei gruppi con interventi di aiuto realizzati per mezzo di attenzioni educative. È una disciplina che ha dato origine alla professione di pedagogista clinico, un professionista che, con il suo patrimonio di conoscenza, di esperienza e di abilità, è adeguato allo sviluppo e al progresso. Sostenuto da propri metodi e da nuove tecniche esclusive, il pedagogista clinico è orientato ad affinare nella persona tutte le sue potenzialità, arricchire le possibilità conoscitive, sviluppare l’efficacia con soggettivazione i cui valori siano soddisfatti dalla stima di sé e dei propri bisogni sociali. Nel volume il lettore trova esposto il ricco patrimonio scientifico e tecnico-metodologico base di un costrutto alternativo rispetto al vivaio di discriminazioni e di risultati deludenti cui assistiamo nella nostra realtà, troppo spesso indirizzata al separatismo, fino a perdere di vista il confine tra l’ammaestramento e la vera educazione.
n. 30 numero 1 - anno XV gennaio-giugno 2014