La parola ai giovani n.10 - Anno 2013

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#ascolto #prossimità #annuncio #parola #eucarestia #comunità #racconti #testimonianze

La Parola ai giovani SUPPLEMENTO A LA VOCE DEI BERICI NUMERO 38 DEL 6 OTTOBRE 2013

Editoriale

Appunti di metodo

Si riparte! Ma... come? Siamo all’inizio di un nuovo anno pastorale. Chiedo a me stesso e a ciascuno di voi: con quale spirito incominciamo? Sentiamo dentro di noi la carica profetica e l’entusiasmo evangelico che papa Francesco sta scatenando in ogni suo incontro, in ogni suo gesto, in ogni suo discorso? Oppure ci accontentiamo di essere nei suoi confronti degli spettatori soddisfatti, che riescono soltanto ad applaudire ma che rimangono comodamente seduti, senza che la Parola di Dio riesca a cambiare di una virgola il nostro cuore, i nostri atteggiamenti, le nostre scelte? Dovremmo chiedere al Signore occhi nuovi e uno spirito nuovo per tornare alle nostre occupazioni quotidiane con un po’ di linfa vitale, con la voglia di fare le cose di sempre in modo nuovo, creativo, costruttivo, evitando due estremi pericolosi: il pessimismo e la superficialità. Quest’anno La Parola ai giovani propone sostanzialmente la stessa tipologia di articoli ricollocati in una cornice più precisa, che prevede quattro aree: 1. Ascolto e Prossimità 2. Annuncio e Parola 3. Eucarestia e Comunità 4. Racconti e Testimonianze Sono i quattro passaggi fondamentali che abbiamo individuato alla conclusione del Sinodo dei Giovani, quei passi che diventano necessari per ogni comunità e per ogni credente che abbia a cuore la consegna della fede cristiana alle nuove generazioni. Vi sorprenderà ritrovare nell’articolo di pag. 2 alcune grandi sintonie tra la storia della pastorale giovanile vicentina e le provocazioni che papa Francesco ha dato quest’estate a Rio, durante la Santa Messa celebrata con i vescovi, i presbiteri, i religiosi e i seminaristi. Il suo triplice invito ad ascoltare i giovani, ad aiutarli nell’itinerario formativo che li porta a diventare discepoli-missionari, a promuovere in loro e nella comunità cristiana la cultura dell’incontro, è un appello molto forte a riprendere i nostri impegni pastorali di sempre con una grande certezza: chi si lascia plasmare dalla Parola, chi si prende cura della propria vita interiore, chi coltiva un dialogo di amicizia con il Signore non sarà mai ripetitivo o noioso. Ci sarà sempre dentro di noi una freschezza contagiosa. Buon anno pastorale a tutti! don Andrea Guglielmi

Settimanale di informazione della Diocesi di Vicenza

Direttore responsabile: Lauro Paoletto Testi a cura di: Ufficio Diocesano per i Giovani Impaginazione a cura di: la Voce dei Berici Piazza Duomo n. 2 - 36100 Vicenza telefono: 0444-226556 sito web: www.vigiova.it

Pastorale Giovanile

Un tempo da... “perdere”

Se la pedagogia non si prende qualche rischio M. Paoletto, pag. 2

In God we tunes “Non è bene che l’uomo sia... dispari” A. Guglielmi, pag. 4 Buio in sala Ogni tanto ci vuole un lieto fine A. Graziani, pag. 5 Dalla cattedrale di San Sebastiano, durante la Gmg di Rio de Janerio, papa Francesco ci ha lanciato tre “input” che possono aiutarci a ripartire con le attività ordinarie della Pastorale giovanile nelle nostre comunità.

Community Una fede scritta insieme

(pag. 2)

Connecting the dots

pag. 6

a cura di Andrea Frison

Impossibile fare a meno del pomodoro Uno degli aneddoti circolati all’indomani della nomina a Segretario di Stato Vaticano, descrive mons. Pietro Parolin come un appassionato di pomodori. La notizia è stata confermata anche dalla madre, Ada, la quale ha affermato che mons. Parolin «vivrebbe di pomodori». Il pomodoro è arrivato in Europa dopo la scoperta delle Americhe. Il primo carico arrivò in Spagna nel 1540 con Hernàn Cortès, di ritorno dalla spedizione che, tra le altre cose, sterminò gli Aztechi. Originariamente, il pomodoro, è nativo dell’America centrale, del Sudamerica e della parte meridionale dell’America settentrionale. Wikipedia dice (e nessuno sembra averla contraddetta) che gli Aztechi chiamavano il

pomodoro “xitomatl” e che con il termine “tomatl” indicavano una serie di frutti dalla polpa sugosa (vi dice niente la parola “tomato”?). In Italia, il pomodoro arrivò nel 1596. Nel Belpaese trovò un clima favorevole e, con il tempo, il suo aspetto passò dalla originale colorazione dorata (da qui il nome “pomo d’oro”) al rosso acceso che siamo abituati a vedere fin da bambini negli orti di casa. Da allora il pomodoro è un elemento fondamentale della cucina italiana, da nord a sud. Si è inserito così bene che pare impossibile che gli italiani abbiano potuto averne fatto a meno per tutti quegli anni! La cucina italiana difficilmente sarebbe arrivata dove è arrivata senza il po-

modoro (un immigrato, peraltro, ma questo è un altro discorso). Tolto il pomodoro, pizze e pastasciutte non sarebbero più le stesse. Provate a immaginare la vostra vita senza pomodori: non vorrei essere nei panni di monsignor Parolin! I giovani vicentini che hanno partecipato alla Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro, sono tornati a casa entusiasti. Come raccontano le testimonianze pubblicate in questo numero de La Parola ai giovani, il cuore dei nostri giovani conterranei è stato toccato da un’esperienza di Chiesa “nuova”, profetica, ricca di testimoni, vicina ai poveri e alla vita delle persone. Uno “stile” di Chiesa che papa Francesco sta mostrando al mondo e

che traccia (e traccerà) la direzione delle sue scelte (come la nomina a Segretario di Stato di mons. Parolin, per esempio, o la “consulta” composta da otto Vescovi che rappresentano le diverse parti del mondo). Chi ha conosciuto la Chiesa brasiliana, come i vicentini che hanno partecipato alla Gmg, afferma che le nostre parrocchie e la nostra Chiesa italiana avrebbero molto da imparare da quella esperienza ecclesiale. Chissà, magari capiterà proprio come con il pomodoro: un po’ alla volta quello “stile” di Chiesa importato dal Sudamerica (“quasi dalla fine del mondo”) diventerà anche il nostro. E ci piacerà così tanto che non potremo più farne a meno.


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