VILLACORTESE NEWS
TTIP: Auto in cambio di ogm e pollo al cloro se gli europei vogliono vendere le loro auto negli Usa, si prendano prodotti transgenici, carni agli ormoni, pollo al cloro.
Negli ultimi giorni sui giornali italiani e internazionali si parla nuovamente di TTIP. Con questa sigla si intende il “trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti” – TTIP è un acronimo del nome in inglese, “Transatlantic Trade and Investment Partnership” – cioè un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziazione da tre anni tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America. Va detto subito che quelli sul TTIP sono negoziati in gran parte segreti, accessibili solo ai gruppi di tecnici che se ne occupano, al governo degli Stati Uniti e alla Commissione europea. Nel tempo però sono stati pubblicati documenti e file che messi insieme danno una serie di informazioni importanti che mostrano di cosa si tratta. Al dunque, se gli europei vogliono vendere le loro auto negli Usa, si prendano prodotti transgenici, carni agli ormoni, pollo al cloro, perchè se c’erano ancora dubbi, adesso la partita che sta giocando Washington con questo mega accordo commerciale Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è diventata chiarissima. Tutto o quasi si gioca sull’agricoltura in quanto il mercato Europeo fa gola alla potentissima lobby agraria statunitense, con buona pace di standard e garanzie cari agli europei venute alla ribalta dalle recenti rivelazioni di documentazione riservata sulle posizioni negoziali di Usa e Ue da parte della sede olandese di Greenpeace.
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Le carte rivelano come gli americani spingano per la liberalizzazione delle esportazioni di auto europee negli Usa con l'eliminazione degli standard di sicurezza e crash test diversi. Cosa che potrebbe aumentare del 150% le esportazioni di veicoli made in Ue oltre Atlantico – e infatti i produttori automobilistici europei sono i più entusiastici sostenitori del Ttip. Ma non c'è niente per niente ed ecco il ricatto: gli Stati Uniti, si legge nelle carte negoziali.... «si sono affrettati a sottolineare che (…) progressi sulle parti relative ai veicoli a motore saranno possibili solo se l’Ue mostrerà progressi nella discussione sulle tariffe agricole». La pressione è fortissima, è di questi giorni una lettera di 26 senatori Usa diretta al Segretario di Stato all’Agricoltura Thomas Vilsack (rivelata dalla delegazione del Movimento Cinque Stelle al Parlamento Europeo)secondo i quali.....«è imperativo che resti prioritaria l’eliminazione di barriere su tutti i prodotti, incluso manzo, maiale, pollo, riso, frutta e legumi». E si chiede esplicitamente l’eliminazione «delle barriere regolatorie in vigore da molto tempo come quelle contro gli ormoni utilizzati nel manzo Usa». I negoziatori Usa su pressione dei loro senatori rifiutano le indicazioni di origine come anche le denominazioni come Chianti, Marsala o Champagne: gli americani vogliono produrre Chianti in California e continuare a vendere “Parma Ham” o “Parmesan” made in Usa. Posizioni assolutamente inconciliabili sopratutto con con paesi come l’Italia e la Francia. Gli Stati Uniti pretendono di inserire nel trattato frasi del tipo ... . . .«incoraggiando e sostenendo la ricerca e la formazione per sviluppare nuovi prodotti agricoli innovativi». Dopo la pubblicazione da parte di Greenpeace dei cosiddetti “TTIP leaks”, una serie di documenti riservati (e nuovi) sui negoziati in corso. Come detto, i documenti di Greenpeace I 16 documenti di 248 pagine sono stati pubblicati dalla sezione olandese di Greenpeace lunedì 2 maggio alle 11 del mattino, il governo francese ha preso posizione e Hollande ha espresso un chiaro e pubblico no a un trattato simile. . . . . «Noi non siamo per il libero scambio senza regole. Non accetteremo mai la messa in discussione dei principi essenziali per la nostra agricoltura, per la nostra cultura, per la reciprocità nell’accesso al mercato pubblico».
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In soldoni, gli li Stati Uniti rifiutano l’approccio precauzionale dell’Unione Europea (non si autorizza un prodotto se vi sono dubbi che siano dannoso), e invece pretendono il modello americano (si vieta solo se c’è la prova scientifica della dannosità). Rifiutano inoltre qualsiasi obbligo di etichettatura, che impone ad esempio di indicare che un prodotto contiene Ogm o ormoni. Non basta perchè sul fronte chimico gli Usa sono furibondi che l’Ue, per ragioni precauzionali, vieti 1.328 sostanze chimiche nei cosmetici (contro le 11 vietate in America), e anche qui tentano il ricatto: niente gas liquido Usa (cui gli europei puntano, soprattutto quelli dell’Est, per ridurre la dipendenza dalla Russia), se non ci sarà un ammorbidimento europeo. Insomma se si guarda tutto il vendibile lo scopo Usa è quello di togliere proprio la tutela degli standard e dei prodotti doc. Sopprimere tutto. Le aziende potrebbero anche opporsi alle politiche sanitarie, ambientali, di regolamentazione della finanza o altro attivate nei singoli paesi reclamando interessi davanti a tribunali terzi, qualora la legislazione di quei singoli paesi riducesse la loro azione e i loro futuri profitti. Più si legge fra le righe dei files più si capisce che cittadini, enti locali, parlamenti, governi e persino interi Stati saranno esautorati dalle scelte economiche, messe nelle mani di organismi controllati da multinazionali e gruppi finanziari, violando i diritti dei lavoratori, la tutela dell’ambiente e la sicurezza alimentare, demolendo servizi pubblici e beni comuni. E qualcuno dovrebbe spiegare che senso ha avere fatto la conferenza sul clima a dicembre a Parigi, un ottimo accordo per l’ambiente, e firmare qualche mese dopo un altro accordo che lo distruggerebbe» I documenti mostrano chiaramente che mentre la società civile ha avuto ben poco accesso ai negoziati, l’industria ha avuto invece una voce privilegiata su decisioni importanti. Si attendono info dal nostro governo.
Tutele ambientali acquisite da tempo sembra siano sparite La protezione del clima sarà più difficile con il TTIP Fine del principio di precauzione Porte aperte all’ingerenza dell’industria e delle multinazionali
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I cittadini hanno diritto di sapere: Greenpeace Olanda pubblica oggi su www.ttipleaks.org parte dei testi negoziali del TTIP per garantire la necessaria trasparenza e promuovere un dibattito informato su un trattato che interessa quasi un miliardo di persone, nell’Unione Europea e negli USA. È la prima volta che i cittadini europei possono confrontare le posizioni negoziali dell’UE e degli USA. Il rapporto pubblico reso noto di recente dall’UE ha solo un piccolo riferimento al contributo delle imprese, mentre i documenti citano ripetutamente il bisogno di ulteriori consultazioni con le aziende e menzionano in modo esplicito come siano stati raccolti i pareri delle medesime . Peppino Barlocco www.villacortese.net pubblicato 7 maggio 2016
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