VILLACORTESE NEWS
Eh basta con sto avocado da mesi si vedono ovunque ricette a base di avocado ma per ogni ettaro coltivato servono circa centomila litri d’acqua al giorno
Da mesi si vedono ovunque ricette a base di avocado, non solo culinarie ma anche per preparare creme di bellezza. In tutte le trasmissioni tv dove partecipano cuochi o pseudo tali le immagini di avocado si sprecano, come anche le ricette ed i suoi benefici. Sembra proprio una moda quella dell'avocado che sta spopolando in tutto il mondo con ricette a base di avocado. Fenomeni di tendenza gastronomica destinati a imperversare per qualche stagione prima di normalizzarsi e anche business promosso dai grandi capitali internazionali ? La maggior parte dell’avocado è cileno e viene venduto in Italia passando per la Spagna o per i Paesi Bassi: gli esportatori cileni parlano quindi con gli importatori spagnoli o olandesi, che a loro volta vendono ai grandi importatori italiani di frutta esotica. Questi ultimi trattano direttamente con i supermercati o, nel caso della piccola distribuzione, con grossisti che poi portano gli avocado nei mercati ortofrutticoli, dove li vendono ai commercianti al dettaglio. Gli avocado percorrono circa 15mila chilometri per arrivare sugli scaffali dei nostri supermercati, lucidati ed esposti in ordine. Per conservarsi hanno bisogno di una temperatura di cinque gradi, perciò il trasporto avviene dentro celle frigorifere. Non tutti sanno che l'avocado è un'idrovora, necessita di tanta, tantissima acqua e in Cile dove i fiumi si sono prosciugati, così come le falde acquifere la gente si ritrova a dover scegliere tra cucinare o lavarsi, fare i bisogni in latrine o dentro sacchetti di plastica e bere acqua contaminata, mentre i grandi imprenditori agricoli guadagnano sempre di più consumando acqua a più non posso.
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L'avocado è dappertutto e a tre ore di autobus a nord di Santiago del Cile ci si ritrova completamente immersi nelle piantagioni di avocado, quasi tutte della varietà Hass. La provincia di Petorca è un’immensa distesa di alberi che dalla valle si arrampicano sulle pendici circostanti, facendo brillare di un verde acceso quella che altrimenti sarebbe un’aspra montagna terrosa. Qui ci sono più avocado che persone, solo che alla gente manca l’acqua, mentre all’avocado non manca mai”, si lamentano i cileni. Per produrre un solo chilo di avocado servono circa duemila litri d’acqua. Quattro volte in più rispetto alla quantità necessaria per un chilo di arance, secondo il Water footprint network e addirittura dieci volte in più rispetto a quella che serve per un chilo di pomodori. Afferma Rodrigo Mundaca, agronomo e attivista di Modatima, organizzazione nata nel 2011 in difesa dei residenti e dei piccoli produttori della zona. ". . vi sono zone molto arida, dove praticamente non piove mai, così per ogni ettaro coltivato servono circa centomila litri d’acqua al giorno, una quantità che corrisponde al fabbisogno giornaliero di mille persone”.La quantità di avocado cileno che arriva in Europa è in continuo aumento: dal 2015 al 2016 si è passati da 62mila tonnellate a 91mila (dati Eurostat). Il 61 per cento viene proprio dalla regione di Valparaíso e in Italia si registra un incremento continuo delle importazioni, con una crescita del 28 per cento rispetto all’anno scorso: l’avocado più venduto è quello con la buccia verde, ma oggi sta aumentando anche la richiesta del tipo Hass a buccia nera, quello che arriva appunto dal Cile. Nelle piantagioni le casse vengono caricate su grandi camion che le portano direttamente ai porti cileni, per la maggior parte Valparaíso e San Antonio, dove nella rada sostano decine di navi che aspettano il loro carico. Il viaggio per mare dura tre settimane: i cargo costeggiano il Perù, l’Ecuador, la Colombia, attraversano il canale di Panamá e poi l’Atlantico prima di arrivare in Europa, nei porti di Algeciras in Spagna o Rotterdam nei Paesi Bassi. Lì l’avocado viene stoccato per un periodo che va dai quattro ai sette giorni in celle riscaldate dove può essere usato anche l’etilene , un gas che si diffonde nei tessuti del frutto e che ne accelera artificialmente la maturazione. Quando il frutto è pronto viene spedito con i camion in Italia . . . . . .dove viene venduto come se fosse stato appena raccolto, anche se ormai è passato un mese da quando è stato staccato dall’albero. E se state mangiando un avocado, che a dispetto della moda, ha un gusto non troppo gradevole, pensate gli abitanti delle zone di produzione che con la rete idrica a secco sono costretti a usare l’acqua trasportata da camion cisterna. Ognuno ha diritto a cinquanta litri al giorno, “una quantità che spesso non è sufficiente a soddisfare i bisogni e che in più è di pessima qualità. L’acqua spesso è gialla o mista a terra, oppure altre volte ha un fortissimo odore di cloro. Le autorità dicono che è potabile ma la gente si ammala quando la beve, e così è costretta a bollirla o a comprare acqua in bottiglia.
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Gli europei ed americani, in preda al euforia da avocado ( indotta) ne richiedono sempre di più ma con quale acqua irrigheranno le piantagioni? Nel 2014 da un’analisi dell’acqua trasportata dai camion è risultato che la quantità di coliformi (batteri presenti anche nelle feci) era molto al di sopra dei limiti di legge. I coliformi sono indicatori del livello di inquinamento dell’acqua e per portare dei buoni avocado agli europei in Cile si beve letteralmente acqua con dentro la cacca. La popolazione deve fare i conti anche con le sostanze chimiche che vengono spruzzate nelle piantagioni e che si diffondono nell’ambiente: pesticidi, erbicidi, fertilizzanti e ormoni che inquinano e danneggiano la salute degli abitanti, oltre a essere un possibile rischio per il consumatore che quell’avocado se lo mangia. Tra i pesticidi più diffusi c’è il Lorsban, che altro non è che il clorpirifos etile, ammesso in Europa ma entro certi limiti . Come erbicida si usa soprattutto il Roundup, a base di glifosato, il diserbante più diffuso del mondo,Ma si usano anche sostanze vietate in Europa, come l’uniconazolo, non approvato dall’Ente europeo per la sicurezza alimentare, e dichiarato pericoloso. La grande richiesta da parte dei consumatori di questo frutto ne ha fatto, ovviamente, raddoppiare il prezzo. Ovunque, in tutto il mondo, stanno spuntando come funghi “avocado bar” ovvero dei locali in cui vengono serviti piatti e bevande a base di avocado in ogni sua forma, cottura, ricetta e salsa. Vengono serviti anche cornetti e dolci con avocado, un mix improponibile che annulla i benefici del frutto. Ma tant'è, la moda è moda e la moda l'ha lanciata Amsterdam che guarda il caso è uno dei porti dove hanno sede le multinazionali che importano e promuovono il frutto. Pare che i britannici spendano più in avocado che in arance ed è raro trovare un toast avocado free. Ora però c'è un ristorante che ne ha abbastanza di questa moda dell'avocado. Firedog a Londra ha deciso: basta avocado, il proprietario ne ha fin sopra i capelli di cucinarlo e pare sia il primo a mettere al bando l'ormai iconico frutto. Che sia il primo passo per aiutare l’ambientedove poco tutelato e regolamentato, sempre più foreste vengono abbattute per far spazio alla coltivazione massiccia di avocado ?
Peppino Barlocco www.villacortese.net pubblicato 13/08/ 2017
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