Il sistema ha le rughe

VILLACORTESE NEWS

Il sistema ha le rughe alla Casa Bianca va Donald Trump e il nuovo presidente non deve ringraziare nessuno

Il popolo americano si trovava davanti a un bivio: uno dei più netti, decisi e radicali della sua storia. Da una parte, l’establishment politico-finanziario incarnato dalla figura di Hillary Clinton. Dall’altra, una star televisiva agitata, un personaggio estraneo ai partiti ma considerato come l’unico strumento per picconare un sistema ormai odioso alla maggioranza dei cittadini americani.

E la scelta è stata quella di dare un pugno nello stomaco al mondo conformista e politicamente corretto che vive nella capitale e nei palazzi lontano dalla vita reale, In un articolo della settimana scorsa parlavamo di cosa sia il populismo e del suo opposto ovvero l'elitismo e la democrazia Usa stupisce ancora perché nel contesto occidentale è la prima ad aprire le porte alla tumultuosa rivolta contro le elite che contagia tutti ma che tutti hanno tenuto a bada, fuori dal palazzo, usando il lecito e l'illecito per marginalizzarla.

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Alla Casa Bianca va Donald Trump e il nuovo presidente non deve ringraziare nessuno poichè. . . . . .non ha avuto al suo fianco il Partito Repubblicano, non ha mai avuto al suo fianco la stampa, ostile al punto di demonizzarlo in patria e all’estero. Non ha avuto il sostegno delle cancellerie estere e degli operatori finanziari internazionali, che hanno sostenuto Hillary Clinton. Ha fatto a meno della spinta dei vip americani, cantanti, attori e sportivi di successo attivissimi a favore dell’ex first lady. Non ha potuto contare sul presidente uscente Barack Obama e anche questa si è rivelata un’arma a suo favore, perché gli Usa hanno voltato le spalle all’esperienza democratica.

Personalmente ho pensato alla vittoria di Trump quando ho visto il pessimo e di cattivo gusto spot di de Niro.

Troppo evidente la difesa dello stars system. E ora? Cosa faranno ora la popstar Miley Cyrus, le attrici Lena Dunham e Amy Schumer e i tanti personaggi del mondo dello spettacolo che avevano annunciato di voler lasciare gli Stati Uniti in caso di vittoria di Donald Trump? E cosa farà Lady Gaga, prostrata fino alle lacrime, dice chi l'ha incontrata dietro le quinte al party organizzato da Hillary Clinton. E Bob Jovi, Bruce Spingsteen e Stevie Wonder. Tutta gente straricca che ha perso uno scontro di classe alla rovescia con i lower-income, i bassi redditi, i poveri ma anche il ceto medio stremato dalla crisi, i meno istruiti, l'enorme platea disillusa dal sogno americano, decisi ad affidare il loro riscatto a Donald Trump anziché alla Hillary Clinton.

Perché i lower-income hanno vinto non solo su Hillary ma anche sul colossale apparato che si era mosso con lei, rappresentante della democrazia americana oligarchica e le oligarchie esigono e impongono il mantenimento dei privilegi. I sottopagati hanno vinto anche contro le famiglie Bush- Clinton che da trent'anni comandano negli states. L'equità sociale negli States è sempre stata un fatto marginale, un obiettivo sempre sventolato e mai realmente perseguito. Comandano i soldi, comandano i ricchi, comandano le dinastie. Del resto che due coniugi diventino presidenti degli States dice già tutto da solo.

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Il solo che aveva capito tutto in anticipo si è rivelato il profetico Michael Moore, raccontando agli americani i cinque motivi per cui Trump avrebbe vinto: il primo era il dato dei «lavoratori arrabbiati, amareggiati, ingannati ed abbandonati dai Democratici che ancora cercano di predicare bene ma, in realtà, non vedono l'ora di flirtare con un lobbista della Goldman Sachs che firmerà un gran bell'assegno prima di uscire dalla stanza».

Chissà se Robert De Niro si porrà delle domande e trovi delle risposte alle sue perplessità. " .non comprendeo come mai tanta gente possa seguire Trump". Forse no, perennemnte a Dubai o in giro per promuovere i suoi investimenti milionari nei Caraibi, in alcuni resort tra Barbuda e Antigua. Il divario tra le élite e il popolo è aumentato sempre di più anche in Italia e se da noi nell'area cosidetta progressista, si continuerà nel ricorrere ancora una volta alle parole “populismo”, “ignoranza”, “manipolazione propagandistica” vuol dire che poco si è capito.

Alla fine la domanda: come diavolo è possibile che per interi mesi frotte nutritissime di analisti e giornalisti (tanto americani quanto italiani) non abbiano fatto altro che preconizzare un trionfo clintoniano che poi non si è minimamente verificato? Hillary doveva vincere perché era donna. Hillary doveva vincere perché era l’erede di Obama. Hillary doveva vincere perché era preparata. Hillary doveva vincere perché era presentabile. E si è visto come è andata a finire. Perché il problema è sempre lo stesso: Trump potrà anche non piacere ed è assolutamente criticabile. Ma la realtà va guardata in faccia. Negarla serve a poco. Manipolarla a niente. Si prenda atto dell'esistenza di un conflitto sociale e politico, che lo scontro di classe in corso è a livello planetario e che va accettata l'idea che la globalizzazione e le sue conseguenze sono rifiutati da larga parte degli elettorati occidentali.

Peppino Barlocco www.villacortese.net pubblicato 9 nov 2016

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