Consiglio comunale aperto

VILLACORTESE NEWS

Consiglio comunale aperto tema caldissimo riguardante la questione del protocollo d'intesa relativo all'accoglienza diffusa dei richiedenti asilo

Giovedì 11 Maggio 2017 alle ore 21.00 in seduta aperta straordinaria presso la Sala Consiliare del Municipio si è svolto su richiesta del Gruppo di minoranza Nuovamente Villa, un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza con il seguente ordine del giorno . . .

Discussione e votazione della Mozione presentata il 22/04/2017 (prot. n. 3808 del 24/04/2017) dal Gruppo Consiliare “Nuovamente Villa” ad oggetto: «Richiesta d’impegno formale da parte del Sindaco di Villa Cortese Alessandro Barlocco nonchè della Giunta comunale della messa in atto di ogni iniziativa possibile atta al fine di contrastare l’arrivo di cittadini extracomunitari richiedenti asilo sul territorio comunale e a non sottoscrivere impegni di ogni tipo concernenti l’accoglienza degli stessi e di declinare la richiesta di sottoscrizione del protocollo d’intesa presentato dalla Prefettura di Milano Città Metropolitana in merito, denominato “per un’accoglienza equilibrata sostenibile e diffusa dei richiedenti la protezione internazionale” ».

Tema caldissimo riguardante la questione del protocollo d'intesa relativo all'accoglienza diffusa dei richiedenti asilo. L'atmosfera in Sala consiliare- strapiena come non mai- è quella dei grandi eventi con tanta gente interessata visto che la firma del protocollo non è lontana ed il ping pong tra i sindaci dell'Alto Milanese e la Prefettura di Milano va avanti da molto tempo.

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Ora ogni Comune dovrà decidere se accettare o respingere i termini dell'accordo e così da lunedì 8 maggio il documento definitivo è al vaglio dei primi cittadini dei Comuni interessati. E non ci sarà più spazio per ulteriori modifiche. Il protocollo operativo sulla spartizione dei profughi era stato spedito giovedì dalla prefettura ai sindaci di 134 Comuni dell’area metropolitana. Quattordici pagine da restituire firmate. I sindaci hanno sul loro tavolo un documento "finalizzato a un’accoglienza equilibrata, diffusa e sostenibile dei rifugiati", come scrive nell’intestazione la prefetta Luciana Lamorgese e dunque a guardare di fino l'obiettivo è già nel titolo del protocollo al di la delle discussioni. All'apertura del dibattito il consigliere De Vito illustra la posizione del gruppo Nuovamente Villa ricordando la situazione a livello nazionale ed europea con tutte le problematiche di abbandono, malavita, sfruttamento del lavoro ed accaparramento dei fondi da parte di bande criminali che intercettate non esitavano a descrivere il traffico di uomini più redditizio del traffico di droga ( mafia capitale).

Secondo l'Ocse l'Italia è il Paese che dal 2000 ha ricevuto i più alti flussi migratori, sia a livelli assoluti che in percentuale sulla popolazione totale». Il trend è peraltro in aumento non fosse altro per il fatto che il 2017 si annuncia come l’anno record come numero di sbarchi: da gennaio a oggi sono approdate sulle coste italiane 10.701 persone, il 32% rispetto al 2016 - anno record, pure quello - il 35% in più rispetto al 2015. Per la cronaca, durante le traversate, ne sono pure morte 366. Sono numeri, questi, che al netto di ogni ideologia, dovrebbe costituire la base di una discussione politica seria. Il problema esiste ma sembra essere affrontato anche in sala civica, come nel resto del paese, con due visioni che potrebbero comunque coesistere: una che guarda al problema generale, alla sua soluzione e governabilità e l'altra che si occupa dell'immediato con l'assistenza alla persona.

La lista civica Insieme per Villa sottolinea attraverso l'intervento del vice sindaco Bergamaschi di essere favorevole alla firma del protocollo in quanto è " meglio gestire e governare il problema" che starne fuori e subire le conseguenze.

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Un eventuale diniego non implicherà peraltro il mancato arrivo dei richiedenti asilo sul territorio, come è scritto a chiare lettere nel documento e come spiegava nei giorni scorsi anche Sara Bettinelli, presidente del Patto dei Sindaci dell'Alto Milanese . . .«L'invio dei richiedenti asilo -non è unilaterale verso chi aderisce, anche gli altri Comuni saranno chiamati all'accoglienza».

Il testo, infatti, prevede sì una distribuzione di 2,5 migranti ogni mille abitanti, secondo quanto stabilito dall'intesa tra ANCI e Viminale, ma stabilisce anche che la quota, per i Comuni firmatari, sia dimezzata: al raggiungimento del 50% dei richiedienti asilo da accogliere, infatti, il Comune verrebbe automaticamente escluso dai bandi successivi. Il protocollo, poi, prevede una cooperazione tra Comuni e soggetti del terzo settore per l'individuazione dei siti idonei all'accoglienza. Tutto questo, fino al 31 dicembre 2018. Adesso, quindi, la scelta è nelle mani dei singoli Comuni, e non resta che vedere cosa decideranno di fare.

Ai sindaci viene chiesto di reperire unità abitative di soggetti pubblici o privati necessarie" con "idoneo contratto di locazione". Individuati gli spazi, sarà la prefettura "a fornire agli operatori economici interessati a partecipare ai bandi" tutte le informazioni necessarie. Ma quando l'assessore Bergamaschi, illustrando il protocollo sottolinea che il Comune " non ha disponibilità di alloggi pubblici da mettere a disposizione"in sala si scatenano urla e voci da stadio. Pare di essere al leggendario " Bar dello sport" immersi in uno scontro fra tifosi che rispondono con applausi e fischi secondo gli interventi a favore o meno della firma del protocollo.

Nel corso della illustrazione, l'assessore Bergamaschi annuncia che "verrà fatto un "tavolo di coordinamento per l’accoglienza diffusa" sostenuto da tecnici in grado di aiutare nei "percorsi informativi" e che la gestione oltre a non gravare sulle casse comunali sarà fatta dalla Caritas e dai Padri Somaschi con l'’obiettivo di "favorire momenti di incontro e scambio" fra popolazione e migranti in "collaborazione con la rete delle associazioni e imprese del terzo settore" che vinceranno i bandi per la gestione dei centri.

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Il ruolo della prefettura sarà anche quello di . . . . . . stipulare gli appalti "per i servizi di accoglienza sulla base delle disponibilità individuate dai sindaci". Ai gestori verrà dato un rimborso "pro capite, pro die di 35 euro oltre Iva". Non verranno usate caserme e verrà invece garantito "il supporto delle forze dell’ordine per prevenire e risolvere eventuali problemi insorti nei territori e nei centri". I centri d’accoglienza dovranno fare la "registrazione degli ospiti" con dati anagrafici, data di entrata, uscita e tempo di permanenza. Dovrà essere data una "comunicazione tempestiva alla prefettura di eventuale allontanamento dalla struttura degli ospiti e di ogni altra situazione rilevata ai fini della revoca dell’accoglienza". Ai migranti dovranno essere forniti pasti, vestiti all’ingresso e cambi, materiale igienico e lenzuola, servizi di trasporto in questura, alla commissione che valuta la richiesta d’asilo e alle strutture sanitarie. Previsti 2,5 euro al giorno a testa per le piccole spese e una tessera telefonica all’ingresso da 15 euro, oltre a vari interventi di sostegno legale, psicologico e ad attività di formazione professionale e a corsi di lingua italiana.

Un problema enorme che passa sopra le teste dei Comuni chiamati a fare sussidiarietà ad uno Stato abbastanza assente nelle decisioni sopratutto verso l'Europa. Né ci sono politiche abitative studiate per prevenire la segregazione o la ghettizzazione abitativa, nè un adeguato sistema di corsi di lingua italiana dedicato al raggiungimento di un livello sufficiente a ottenere un permesso di soggiorno. Né ci sono validi incentivi ad adeguare i propri costumi alla società italiana. Né efficaci disincentivi per chi contravviene alle più basilari norme di convivenza del nostro Paese. Non siamo né carne né pesce, in altre parole. Insomma la sensazione è che a Villa Cortese come nelle sale comunali d'Italia ci si arrovelli per trovare una soluzione tecnica ad un problema di carattere più grande, molto più grande e politico. Certo le Amministrazioni sono chiamate a delle scelte a volte anche impopolari ma in questo caso appare difficile conciliare due posizioni che guardano a facce diverse dello stesso problema. Posizioni che esistono e tutte degne di essere considerate poichè è innegabile che il problema dell'immigrazione non controllata con tutte le sue conseguenze c'è (inutile negarla) come è inutile dare addosso a chi cerca di dare aiuto a dei disperati.

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La sintesi potrebbe essere il pensiero del DALAI LAMA : . Se si chiamano rifugiati vuol dire che fuggono da qualcosa ma il buon cuore per accoglierli non basta e bisogna avere il coraggio di dire quando sono troppi e di intervenire nei loro Paesi per costruire lì una società migliore“. Ed ha aggiunto ““Non è possibile pensare che sia sufficiente l’accoglienza a risolvere il problema. Serve quindi un pensiero a lunga scadenza per ottenere un risultato davvero efficace“.

E quindi come ha detto anche don Adriano Cucco nel suo intervento in sala civica bisogna smetterla di essere occidentali ipocriti, depredare le ricchezze dei paesi poveri senza andare là a costruire lavoro e benessere.

Peppino Barlocco www.villacortese.net pubblicato 01/05/ 2017

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